046. Documenti Delle Regole Di Chies D'alpago
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Documenti delle RegoRegolelelele del comune di CChieshies d’Alpago (1468(1468----1911911911)1)1)1) trascrizione a c. di don Floriano Pellegrini Pubblicazione © del Libero Maso de I Coi Prima edizione agosto 2020201320 131313 n. 4n. 464 666 della serie 1 DUE PAROLE DI PRESENTAZIONE . Viene qui riproposto, senza modifiche, il testo dell’opuscopolo pro manuscripto da me pubblicato il 20 maggio 2002 e poi ridiffuso con il «Bollettino del Libero Maso de I Coi» n. 109, del 4 novembre 2010. Si rischia, infatti, che tale grosso lavoro non abbia la giusta diffu- sione, il che andrebbe a scapito degli studiosi. *** Il giorno 16 aprile 2002 è venuto a Roe di Sedico il sindaco di Chies d’Alpa- go, dott. for. Giampaolo De March, accompagnato da un consigliere comunale, e, come da accordi precedenti, mi ha consegnato 23 documenti, tenendo fotocopia (da me firmata) dei 19 originali. Posti in ordine cronologico, tali documenti sono: - 1468: 4 marzo e … [?] maggio (fotocopia di una trascrizione forse di fine Settecento, ricavata a sua volta da un fascicolo processuale del 1661); - 1609: 8 febbraio (fotocopia); - 1778: 8 ottobre e 23 novembre; - fascicolo di 16 docc., non numerati, dal 1798: 28 ottobre, al 1799: post 10 novembre; - 1800: 24 febbraio; - 1803: 15 novembre; - fascicolo di 20 docc., non numerati, dal 1803: …, al 1805: 9 gennaio; - fascicolo di 10 docc., non numerati, dal 179: 4 luglio, al 1803: 16 novembre; - 1804: 25 gennaio; - 1824: 11 novembre; - 1834: 20 giugno; - 1835: 24 gennaio; - 1845: post 23 maggio; - 1853: 5 aprile; - 1853: 7 maggio; - 1862: 3 giugno; - 1863: 3 febbraio; - 1863: 29 aprile; - Inizi Ottocento e 1865; - 1864: 12 novembre e 1866: 24 febbraio (fotocopia di stampato); - 1872: 29 febbraio; - 1911: 7 settembre; Inoltre, un fascicolo a stampa di 27 docc., non numerati, dal 1563 al 1774: 31 agosto (fotocopia). I documenti mi sono stati consegnati perché verifichi, con un’indagine stori- ca, se all’interno del territorio comunale di Chies d’Alpago esistano, oltre a quella (già legalmente riconosciuta) del Monte Teverone, organizzazioni agro-silvo- pastorali rientranti tra quelle disciplinate dall’art. 3 della legge 31 gennaio 1994, n. 97, ovvero della L.R. 19 agosto 1996, n. 26. In questo fascicolo riporto la trascrizione dei documenti consegnati, ai quali tutti ho dato una numerazione, riservandomi di meglio analizzarli in una relazione a parte. Le conclusioni, ad ogni modo, sono evidenti: nel territorio comunale di Chies d’Alpago esistono, oltre a quella del monte Teverone, tre Regole: di Chies e 2 Codenzano, di Irrighe, di Lamosano; nonché altre organizzazioni analoghe, per go- dimenti promiscui di beni agro-silvo-pastorali. E’ dunque realistico e opportuno procedere con l’applicazione delle leggi in- dicate. *** PARTE I: DOCUMENTI SCIOLTI [Doc.1 ] 1468: 4 Marzo e … [?] Maggio Si tratta di una trascrizione, forse di fine Settecento, ricavata da un fascicolo processuale del 1661. Versione dal Latino in Italiano di una Copia d’Istrumento Notarile fatto nell’anno 1468. L’Istrumento esiste in originale nell’Archivio del Capitolo dei Mon- sig.ri Canonici di Belluno. 1468. Istrumento circa li confini del monte Federola già posseduto dal Capitolo molto tempo avanti. V[edi] gli Estimi vecchi, e così pure il Processo in Archivio Ca- pitolare, seguito l’anno 1658 fino al 1661. Ora paga la Regola d’Irrighe per affitto di detto Monte Lire 80. Formaggio di pecora altre Lire 80. In nome di Cristo. Amen. L’anno della nascita del medesimo, MCCCCLXVIII (1468) Indizione I, nel giorno 17 del mese di Giugno. Nella casa di abitazione di me sottoscritto Notajo, posta in Pieve d’Alpago, Distretto di Belluno, alla presenza del Reverendo uomo Sacerdote Gregorio Batti Pievano di Pieve d’Alpago e del R[reverendo] fr[à] Giovanni de Cumis suo Cappellano, e del R[reverendo] Antonio q.m de de Castello, onorevole cittadino abitante nella Città di Belluno, Scelti quali testimoni e questi in particolare chiamati, ed altri: … - Ed ivi ad instanza e ricerca del R[everend]o personaggio D[omino] Carpendone de Carpedoni Canonico di Bel- luno e Feltre, come Procuratore e col nome procuratorio della Chiesa cattedrale del- la Città di Belluno in vigore ed esecuzione della Lettera del Rev.mo Padre in Cristo, e Signor… Tomaso De Lippis di Taranto Giudice, Dottore, e Vicario Generale del Reverendissimo Vescovo e Conte di Belluno, ed in esecuzione della Lettera dell’inclito ed illustre Sig.r Lorenzo Navagero vicegerente dell’Illustrissimo ed Ec- cellent.o nostro Sig.r Doge di Venezia, degnissimo Podestà e Capitano della Città e Distretto di Belluno, il cui tenore è il seguente: - Noi Tomaso De Lippis di Taranto Giudice, Dottore e Vicario Generale del R.mo Signor Vescovo e Conte di Belluno ecc. Essendo comparso alla nostra presenza D[omin]o Carpendone de Carpedoni come procuratore del Capitolo di Belluno a motivo di un certo monte di sua pro- prietà chiamato: Il monte di Federola, i di cui confini, come egli dice, non furono mai determinati, domandò che pel nostro mezzo si avesse a venire a questa deter- minazione di confini. Perciò a Voi, ed a tutti della Regola d’Irrighe comandiamo sot- 3 to pena di scomunica, che a ricerca del suddetto D. Carpendone abbiate a stabilire i confini del detto Monte, ed a conferma della verità con giuramento esprimervi, e con chiare e precise parole, che per l’avvenire non possa nascere dubbio alcuno per nuovi nomi. E questa testimonianza abbiamo scritta di nostro proprio pugno, e mu- nita del nostro sigillo, nel giorno di… di Maggio 1468. Tomaso e Luca Navagero Podestà e Capitano della Città e Distretto di Bel- luno. Essendo comparso davanti a noi M[isie]r Carpedon De Carpedoni a nome del Capitolo della Chiesa Cattedrale nostra di Belluno, dicendo avere una Montagna si- tuata nel Monte di Federola in la Pieve d’Alpago non terminata per confini, et che a lui sia di bisogno da novo terminar quella, pertanto per tenor di questo comandia- mo alli Regolieri delle Ville di Chies, e d’Irighe, alli quali aspetta, a dover consegnar la detta Montagna per novi confini, che in (sotto) pene da L. 10.--, e de più, da esser tolta a cadaun de voi non obbedienti, dobbiate ad ogni requisizion del detto M.r Carpedon per vostro Sacramento (Giuramento) a voi da esser dato per il Nod.o (No- tajo) consegnar la d[ett]a per novi confini (coi nuovi confini) al d.o M.r Carpedoni et nominis (e coi nomi) di quella, dichiararli et mostrarli, et se fosse bisogno, quella tor- nar terminarla da novo, et metter li termini così et taliar, che d.o M. Carpedon per nome come di sopra possa cognoscer la rason ch’aspetta alla d.a Montagna, della qual parimente a voi fatta… - Data nel Palazzo adì 4 Marzo 1468. – Nicolò Dusuolo Cancelliere, Scrittore. / Furono citati, avvisati e requisiti tutti i regolieri delle ville di Chies e di Irrighe: Domenico Fagherazzi di Irrighe, Bonaccorsio di detto luogo, To- maso di Funes, Pietro Biscont di Lamosano, Giacomo Dal Borgo di Chies, Michiele del detto luogo, Tomaso… Dan[iel]e figlio, Domenico di Lamosano, e Salvadore di Chies, uomini Regolieri abitanti nei dintorni della suddetta Villa. In occasione di manifestare e disegnare al d.o Sig. Carpendone (procuratore, come sopra, che riceve tutti i singoli diritti) i confini del suddetto monte di Federola posti, come si disse di sopra, nelle pertinenze di Pieve d’Alpago; e costituiti davanti a me Notajo sottoscritto, a ciò specialmente eletto e deputato, annunziato da me a ciascuno di loro primieramente il giuramento, alla mia presenza giurarono di dire la verità e coi fatti e cogli scritti, e di disegnare e manifestare giustamente ogni e singo- lo diritto e confine di questo Monte; e col loro giuramento dichiararono, disegnaro- no e dissero al d.o Sig. Carpendone, che il Monte, che egli riceveva portava i diritti e confini seguenti: Cominciando da Costa di Colle, e dalla Costa di Colle fino a Rugio de Calmonere, e in Calpiterde de Calmonere presso il Prato Illora di Funes in retta linea della Costa Magna fino a Forcellon in testa del Prato Trant, e dal Prato Trant fino alla punta delle Lavine Gaze, e dalla punta delle Lavine Gave in retta [linea] al- la Pietra de Vano, che ha una croce. Questi dissero che quelli di Funes aveano con- trattato col Capitolo suddetto pel Collo di Mestù, e l’Orto, e tutto ciò che potevano pascolare quelli, che hanno in affitto il d.o Monte dalle Crode in sù, ed ebbero in cambio il diritto di possesso; e questo va fin all’Assa, e dall’Assa fino a Cima di La- sta, dalla Lasta fino al Montesello grande, e dal Montesello grande fino a Costa de Colle; e dicono che quelli che possedono il detto Monte in affitto possono passare per la via di Valle attraverso Costa di Colle, e pascolare insieme con quei di Chies, e Lamosano nel luogo detto Sot Chiaramata Legnade in Jore, purché nell’andare e ri- tornare non portino danno alla Regola di Irrighe. Questi dissero che possono pasco- lare con i suddetti di Chies e Lamosano nel luogo chiamato Val in Antander, an- dando fino al Lenzuol, rispettando sempre il diritto della Regola di Irrighe dei tre 4 mesi. Lode a Dio. – Io Bartolomeo Figlio del fu Gio. Andrea De Maresco Notajo pubblico della Città di Belluno, e per decreto Imperiale anche Giudice ordinario so- no stato presente a tutto, e pregato scrissi. Gio. Battista Castrodardo p[er] V. A. Nod.o pubb.o ecc. ho tratto il sudd.o I- strumento dal sudd.o Processo in Archivio Capitolare, f.o 2 fino ecc.