Comune di PROVINCIA DI

VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL DOCUMENTO DI PIANO DEL PGT

ALLEGATO 02 AL RAPPORTO AMBIENTALE

- QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELL’AMBIENTE -

Rev.01: Marzo 2007 Rev.02: Novembre 2007

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO Uffici: Via G.B. Cacciamali, 61/i - 25125 Brescia Tel +39.030.3533699 - Fax +39.030.3546800 w w w .professioneambiente.it

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ÉQUIPE

Studio Associato PROFESSIONE AMBIENTE

Dott. Leonardo Bellini Dottore Agronomo Brescia - coordinatore -

Ing. Roberto Bellini Ingegnere Civile Ambientale Brescia

Dott.ssa Sara Ambrogio Dottore Scienze Ambientali Brescia

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INDICE

1. PREMESSE...... 6

2. AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO...... 7

3. I TEMI AMBIENTALI...... 7

4. METODOLOGIA PROPOSTA ...... 8

4.1. ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE...... 8 4.2. LA CARTA DELLE SENSIBILITÀ AMBIENTALI ...... 10 4.3. LA CARTA DELLE LIMITAZIONI AMBIENTALI DEL TERRITORIO...... 11 5. CARATTERIZZAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI..14

5.1. PAESAGGIO ED ECOSISTEMI...... 14 5.1.1. Premessa e metodologia...... 14 5.1.2. Componenti del paesaggio fisico e naturale...... 15 5.1.2.1. Aspetti geomorfologici...... 15 5.1.2.2. Aspetti vegetazionali naturali ...... 16 5.1.3. Componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale...... 17 5.1.3.1. Uso del suolo...... 17 5.1.3.2. Elementi vegetazionali antropici ...... 20 5.1.3.3. Corpi idrici superficiali ...... 25 5.1.3.4. Viabilità rurale...... 26 5.1.4. Componenti di criticità e degrado del paesaggio ...... 27 5.1.4.1. Premesse...... 27 5.1.4.2. Attività estrattive...... 27 5.1.4.3. Discariche e cave cessate...... 28 5.1.5. Siti notevoli...... 28 5.1.6. Ecosistemi ...... 29 5.2. SUOLO, SOTTOSUOLO E AMBIENTE IDRICO...... 35 5.3. SETTORE AGRO-ZOOTECNICO...... 37 5.3.1. Analisi del comparto produttivo agricolo e zootecnico...... 37 5.3.2. La vulnerabilità comunale in relazione all’inquinamento da nitrati delle falde ...... 41 5.4. ARIA...... 44 5.4.1. Premesse...... 44 5.4.2. La caratterizzazione della componente...... 44 5.4.3. Strumenti di indagine...... 45 5.4.3.1. L’inventario delle emissioni ...... 45 5.4.3.2. I monitoraggi diretti ...... 46 5.4.3.3. Fonti bibliografiche...... 48 5.4.4. Comune di Mazzano: caratterizzazione della componente...... 48

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5.4.4.1. Documento tecnico-informativo “Qualità dell’aria e salute” (Regione Lombardia e ARPA Lombardia – gennaio 2006)...... 49 5.4.4.2. “Relazione sullo stato dell’ambiente della Lombardia del 2004” (ARPA Lombardia e Regione Lombardia)...... 52 5.4.4.3. “Rapporto sulla qualità dell’aria di Brescia e provincia” (ARPA Lombardia – 2004)...... 56 5.4.4.4. Inventario INEMAR (Regione Lombardia - 2003)...... 61 5.4.4.5. “Studio di dispersione atmosferica di inquinanti emessi sul territorio bresciano” (Università degli studi di Brescia e Comune di Brescia, 2004)...... 65 5.4.4.6. Campagne di monitoraggio in Comune di Mazzano (ARPA, 2000 e 2003)...... 87 5.5. INQUINAMENTO ACUSTICO, ELETTROMAGNETICO E LUMINOSO...... 88 5.5.1. La zonizzazione acustica del territorio comunale...... 88 5.5.2. Inquinamento Elettromagnetico...... 91 5.5.2.1. I campi elettromagnetici ...... 92 5.5.2.1.1. Elettrodotti e distribuzione dell’energia elettrica...... 94 5.5.2.1.2. Impianti fissi per telecomunicazioni...... 95 5.5.2.1.3. Telefoni cellulari...... 97 5.5.2.2. Il territorio comunale di Mazzano...... 98 5.5.2.3. Conclusioni ...... 99 5.5.3. Inquinamento Luminoso...... 99 5.5.3.1. Osservatori astronomici e relative fasce di rispetto...... 100 5.5.3.2. Il territorio comunale di Mazzano...... 101 5.5.3.3. Conclusioni ...... 106 5.6. VIABILITÀ E TRAFFICO...... 107 5.7. SETTORE DELLA PRODUZIONE E IMPIANTI TECNOLOGICI...... 108 5.7.1. VIA, IPPC-AIA e RIR...... 109 5.7.1.1. Insediamenti soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale...... 109 5.7.1.2. Insediamenti soggetti ad Autorizzazione Ambientale Integrata ...... 114 5.7.1.3. Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante...... 115 5.7.2. Cementeria ITALCEMENTI S.p.A...... 116 5.7.3. Interventi /attività di rilievo con potenziali azioni di interferenza ambientale...... 119 5.7.3.1. Emissioni in atmosfera...... 119 5.7.3.2. Scarichi industriali in fognatura ...... 120 5.7.3.3. Scarichi in corpo idrico superficiale ...... 121 5.7.3.4. Rifiuti ...... 122 5.7.3.5. Rumore...... 123 5.7.3.6. Altre interventi di rilievo ambientale ...... 124 5.8. SALUTE PUBBLICA...... 125 5.8.1. Premessa ...... 125 5.8.2. Analisi dello stato di salute della popolazione ...... 125 5.8.2.1. Considerazioni tratte dall’ “Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994”...... 126 5.8.2.2. Il comune di Mazzano ed i comuni limitrofi in relazione ai dati dell’ “Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994”...... 129 5.8.3. Presentazione dei risultati...... 135

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ALLEGATI

TAVOLA 1a - Carta delle sensibilità ambientali – elementi di valenza ambientale TAVOLA 1b - Carta delle sensibilità ambientali – elementi di criticità e vulnerabilità TAVOLA 2 - Carta delle limitazioni ambientali del territorio

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1. PREMESSE

La fase di indagine del territorio si è tradotta nell’analisi di contesto ovvero un’analisi ad ampio spettro delle questioni ambientali e territoriali che formano il contesto del Documento di Piano. Parallelamente e ad integrazione delle indagini sullo stato di fatto condotte dagli altri professionisti di settore nell’ambito del Quaderno 1 del Documento di Piano, l’analisi di contesto nell’ambito della VAS si è tradotta nella redazione del “Quadro conoscitivo dello stato dell’ambiente”, articolata nelle seguenti fasi: - analisi dello stato dell’ambiente nelle diverse componenti di “lettura ambientale del territorio” individuate (paesaggio; suolo, sottosuolo e ambiente idrico; settore agro-zootecnico; aria; inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso; viabilità e traffico; settore della produzione e impianti tecnologici; salute); - redazione della carta di sensibilità ambientali (valenza, vulnerabilità, criticità); - redazione della carta delle limitazioni ambientali.

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2. AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

Preventivamente alla descrizione dell’attività di indagine è importante definire gli ambiti di inquadramento rispetto a cui si possono concentrare le analisi. Gli elementi e le informazioni raccolti verranno, infatti, organizzati secondo due diversi ambiti territoriali di riferimento:

I) Ambito territoriale di riferimento comunale (scala locale): si sviluppa abbracciando il territorio del Comune fino ai suoi confini amministrativi.

II) Ambito territoriale di riferimento intercomunale (vasta scala): si sviluppa oltre i confini amministrativi comunali estendendosi anche nel territorio dei comuni confinanti al fine di: - coordinare le indagini rispetto alle condizioni al contorno, rappresentate dal contesto urbanistico/ambientale dei comuni limitrofi; - individuare un ambito a scala più vasta per poter operare eventuali confronti alla luce dei dati emersi.

3. I TEMI AMBIENTALI

I temi (o componenti) ambientali oggetto di indagine sono i seguenti: - Paesaggio ed Ecosistemi; - Suolo, sottosuolo e ambiente idrico; - Settore agro-zootecnico; - Aria; - Inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso; - Viabilità e traffico; - Settore della produzione e impianti tecnologici; - Salute.

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4. METODOLOGIA PROPOSTA

Dallo studio delle esperienze condotte nell’ambito degli studi sperimentali di VAS svolti recentemente su alcuni strumenti urbanistici di comuni lombardi (fonte: Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia - Struttura V.I.A.), si è riconosciuto il seguente iter di indagine ambientale: - fase d’analisi e raccolta dati (Analisi dello stato dell’ambiente): viene effettuata una ricerca di dati territoriali e ambientali finalizzata all’inquadramento dello stato attuale del territorio e necessaria per disporre delle informazioni che verranno rielaborate nelle fasi successive; - individuazione delle sensibilità ambientali (Carta delle sensibilità ambientali): attraverso l’identificazione del quadro conoscitivo in cui è sinteticamente rappresentato lo stato del territorio indagato e in cui vengono ricomprese le informazioni disponibili riguardanti le principali potenziali interferenze rispetto alle componenti ambientali riconosciute. È questa una carta di “lettura” del territorio e dell’ambiente da inserire nel dibattito sulle scelte il prima possibile, per comprendere quanto prima le maggiori limitazioni derivanti da criticità ambientali o da elementi di pregio da salvaguardare; - individuazione delle limitazioni ambientali del territorio (Carta delle limitazioni ambientali del territorio) relativa alla sintesi valutativa dei limiti di natura ambientale presenti sul territorio che possono incidere sulla sua trasformabilità, intendendo con questo termine non solo l’edificazione ma, in termini più generali, anche l’attuazione di ogni intervento antropico. La “Carta delle limitazioni ambientali del territorio” rappresenta il documento finale del quadro conoscitivo dello stato dell’ambiente, chiamato a riassumerne in forma sintetica ed efficace le risultanze.

4.1. Analisi dello stato dell’ambiente

Prima di entrare nel merito dell’analisi ambientale propriamente detta, è necessario indagare le caratteristiche del territorio comunale con la finalità di ricostruire un quadro

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO conoscitivo dello stato dell’ambiente attuale. Ciò con l’obiettivo di fornire un punto di riferimento sia nella fase di valutazione ambientale delle scelte di piano e sia nella successiva fase di monitoraggio dell’evoluzione degli interventi derivanti da tali scelte. Le informazioni sullo stato e sulle tendenze ambientali a livello locale saranno successivamente messe a sistema per qualificare e, ove possibile, quantificare le principali criticità e valenze con le quali il nuovo piano è chiamato a confrontarsi. Ciò attraverso la “Carta delle sensibilità ambientali”, chiamata a riassumere cartograficamente gli elementi di valenza, vulnerabilità o criticità ambientale. Le fonti di riferimento prese in esame per l’elaborazione del quadro conoscitivo del territorio comunale sono le seguenti: I) STUDI PROPEDEUTICI AL PGT - ALTRI STUDI/ANALISI DISPONIBILI A LIVELLO COMUNALE:

- piano paesistico comunale; - studio dell’assetto geologico, idrogeologico e sismico; - studio su viabilità-infrastrutture; - analisi socio-economica; - piano di zonizzazione acustica; - informazioni, studi e documenti forniti dagli uffici tecnici comunali;

II) ALTRI STUDI/ANALISI DISPONIBILI A LIVELLO SOVRACOMUNALE: - documentaz. ufficiale fornita da altri enti (Regione, Provincia, ARPA, ecc);

III) SOPRALLUOGHI DI VERIFICA IN SITU A INTEGRAZIONE DELLE ANALISI AMBIENTALI-TERRITORIALI.

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4.2. La carta delle sensibilità ambientali

In questa fase di indagine vengono identificati i principali elementi di sensibilità ambientale a livello locale, di diretto interesse per la pianificazione territoriale comunale. È necessario considerare la distinzione tra: - elementi di valenza ambientale: elementi areali, lineari o puntuali di significativo valore intrinseco naturalistico, ecologico, paesaggistico o storico culturale che richiedono uno specifico grado di tutela e salvaguardia (es. un’area protetta, un nucleo storico antico); - elementi di vulnerabilità ambientale: elementi areali, lineari o puntuali particolarmente esposti a rischi di compromissione e degrado per la loro fragilità intrinseca (es. aree connotate da vulnerabilità delle acque sotterranee molto alta, classi I e II di zonizzazione acustica) o perché risultano potenzialmente esposti a rischi di compromissione in relazione a determinati fattori di pressione effettivamente o potenzialmente presenti sulle aree in oggetto. (es. fasce di vulnerabilità tecnologica, fasce di vulnerabilità degli elettrodotti, zone prossime alle classi estreme di zonizzazione acustica); - elementi di criticità ambientale: rappresentano elementi areali, lineari o puntuali a cui può essere attribuito un livello più o meno significativo di indesiderabilità per la presenza di situazioni di degrado attuale, o in quanto sorgente di pressioni (attuali o potenziali) significative sull’ambiente circostante (es. cave, siti contaminati, classi IV e V di zonizzazione acustica).

In merito alla metodica di elaborazione della carta si rimanda al capitolo successivo per gli approfondimenti relativi alle singole componenti ambientali, dalle quali vengono mutuati i tematismi costitutivi della carta.

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4.3. La carta delle limitazioni ambientali del territorio

Nelle successive fasi dell’attività di valutazione ambientale, i risultati delle indagini condotte sull’ambiente saranno utilizzati a supporto delle strategie di PGT. A tale scopo e al fine di facilitare la lettura congiunte delle emergenze rilevate nell’ambito dei diversi studi propedeutici di settore, viene elaborata la “Carta delle limitazioni ambientali del territorio”, la quale rappresenta una sintesi valutativa dei limiti di natura ambientale presenti sul territorio che possono incidere sulla sua trasformabilità, intendendo con questa accezione non solo l’edificazione ma, in termini più generali, l’attuazione di ogni intervento antropico in grado comportare modifiche a quei contesti territoriali caratterizzati da peculiari situazioni di pregio-valenza o già gravati da problematiche di natura ambientale. Questa carta ha il ruolo di sintetizzare gli elementi di indagine e di valutazione sullo stato dell’ambiente del territorio comunale (valenze, vulnerabilità e criticità), esprimendo in modo sintetico ed immediato la sovrapposizione delle chiavi di lettura associate ad ogni singola componente ambientale. All’interno della VAS assume la finalità di cogliere in modo sintetico ed unitario le interazioni tra i vari sistemi e fattori ambientali che connotano il territorio comunale. Le limitazioni ambientali del territorio possono essere individuate sulla base ad esempio delle caratteristiche morfologiche e geologiche dei terreni, della presenza di fattori di rischio ambientale connessi con la vulnerabilità delle risorse naturali, della presenza di specifici interessi pubblici alla difesa del suolo, alla sicurezza idraulica e alla tutela dei valori paesaggistici, culturali e naturalistici, o di altre tematiche specifiche. È questa una carta di concreto supporto strategico-ambientale alle scelte di governo del territorio del PGT, fornendo indicazioni sulle potenziali limitazioni ambientali del territorio. È importante evidenziare che la carta non dà indicazioni assolute sulle scelte pianificatorie, non configurandosi come carta dei vincoli (alla quale si rimanda per eventuali approfondimenti sugli aspetti prescrittivi). Offre, per contro, un quadro di informazioni che l’Amministrazione Comunale potrà utilmente considerare nell’individuazione di appropriati obiettivi e strategie da ricomprendere in qualità di

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO linee-guida nel documento di piano e negli altri atti del PGT. In merito alla metodica di elaborazione della carta si sono attuate le seguenti fasi operative: - individuazione del grado di sensibilità ambientale delle singole componenti ambientali rappresentate nella tavola di indagine (carta delle sensibilità ambientali) attribuendo un diverso livello di incidenza agli elementi di “valenza”, “vulnerabilità” e “criticità” ambientale riconosciuti (es. zonizzazione acustica: la classe IV ha un livello di incidenza inferiore alla classe V). Si sono così ottenute le limitazioni ambientali di ogni singola componente; - sovrapposizione cartografica attraverso il sistema G.I.S. delle limitazioni ambientali di ogni singola componente finalizzata a produrre una lettura sintetica del grado di limitazione ambientale globale del territorio; - quantificazione del grado di limitazione ambientale globale di ogni particella del territorio derivante dalla compresenza delle limitazioni ambientali di ogni componente; - individuazione delle soglie discriminanti diverse classi di limitazione ambientale globale; - zonizzazione finale del territorio e sua suddivisione in zone ad “ALTO”, “MEDIO” e “BASSO” grado di limitazione ambientale globale, sulla base delle risultanze del processo di rielaborazione e sintesi di cui alle fasi precedenti; nel caso in cui non sia emerso, dall’analisi di cui sopra, alcun elemento di sensibilità ambientale, il territorio viene classificato in una quarta classe denominata “NESSUNA LIMITAZIONE AMBIENTALE”. Le perimetrazioni delle zone hanno una valenza di orientamento - non prescrittiva - e nel contempo rappresentano utili indicazioni in merito alla necessità di prescrivere verifiche puntuali a scala di maggior dettaglio e/o monitoraggi ambientali. Si evidenzia comunque che i risultati delle elaborazioni presentati in questa prima fase valutativa potranno essere ulteriormente integrati/affinati dagli esiti di ulteriori indagini di approfondimento; ciò al fine di poter utilmente disporre di informazioni aggiuntive utili per affinare i contenuti della “Carta delle limitazioni ambientali del territorio”, 12 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO elaborato cartografico da ricomprendere nel Rapporto Ambientale finale, da utilizzare come supporto analitico nelle successive fasi pianificatorie nonché in fase di attuazione del PGT. Tale processo produce una zonizzazione del territorio con carattere sintetico che, collocandosi a conclusione del “Quadro conoscitivo dello stato dell’ambiente”, ne riassume in modo critico le risultanze. Al contempo tale elaborato si configura quale strumento di supporto operativo alle successive fasi di pianificazione poiché fornisce gli elementi di indagine/analisi ambientali indispensabili per: - riconoscere lo status ambientale del territorio al fine di identificare le zone con particolari limitazioni a cui porre attenzione nell’ambito della localizzazione di eventuali nuove iniziative sul territorio; - affinare le strategie da attuare con il PGT anche nell’ottica ambientale; - contribuire all’individuazione del grado di priorità tra i diversi obiettivi del Piano.

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5. CARATTERIZZAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI

5.1. Paesaggio ed ecosistemi

5.1.1. Premessa e metodologia

Per l’inquadramento dello stato della componente ambientale “paesaggio” si può far riferimento allo documentazione (relazione e tavole) dell’ “Inquadramento paesistico”, facente parte del Quaderno I del Documento di Piano del PGT di Mazzano. Tale Studio ha analizzato e censito (mediante sopralluoghi sul territorio comunale) le seguenti componenti del paesaggio:

- componenti del paesaggio fisico e naturale; - componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale; - componenti del paesaggio storico culturale; - componenti del paesaggio urbano; - componenti di criticità e degrado del paesaggio.

Tali elementi sono stati rielaborati per produrre la tavola della “rilevanza paesistica”, che raccoglie i “beni costitutivi del paesaggio”. Da essa deriva la tavola della “sensibilità paesistica”, che sintetizza tutte le informazioni di cui sopra formendo una zonizzazione del territorio comunale in 4 classi di sensibilità paesistica (bassa, media, alta e molto alta). Le classi di sensibilità paesistica sono state qui reinterpretate, nel processo di redazione della “CARTA DELLE SENSIBILITÀ AMBIENTALI”, nel modo seguente: - classi di sensibilità paesistica alta e molto alta = elementi di valenza ambientale; - classi di sensibilità paesistica bassa = elementi di criticità e vulnerabilità ambientale.

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5.1.2. Componenti del paesaggio fisico e naturale

5.1.2.1. Aspetti geomorfologici Il territorio comunale di Mazzano, dal punto di vista del paesaggio geomorfologico (fonte: cartografia E.R.S.A.F.), si colloca in una fascia di transizione tra le estreme propaggini meridionali delle prealpi bresciane e l’alta pianura. Più in particolare, scendendo a livello di unità di paesaggio geomorfologico, si può suddividere il territorio comunale in tre zone: - i rilievi montuosi; - i rilievi isolati della pianura; - l’alta pianura. La prima zona, che interessa la parte settentrionale del comune, comprende i versanti meridionali dei primi rilievi prealpini (monte Marguzzo e monte Camprelle) (E.R.S.A.F. - sistema P, sottosistema PB) e, al piede dei versanti suddetti, i depositi di fondovalle, con il conoide di deiezione non attivo, su cui sorge buona parte dell’abitato della frazione “Mazzano” (E.R.S.A.F. - sistema P, sottosistema PV). La seconda unità è localizzata presso la collina di Ciliverghe, che fa parte dei rilievi isolati di pianura (E.R.S.A.F. - sistema R, sottosistema RA). La restante parte del territorio comunale appartiene infine all’alta pianura (E.R.S.A.F. - sistema L, sottosistema LG).

Nello studio paesistico (con riferimento alle classi del P.T.C.P.) i tematismi geomorfologici sopra descritti sono stati rappresentati mediante i seguenti elementi:

“RILIEVI ISOLATI DELLA PIANURA”: corrispondono al colle di Ciliverghe, identificato dall’unità di paesaggio geomorfologico RA2; si tratta di una formazione di natura geologica affine al colle di , al Monte Netto di ed al dosso di Pievedizio, che rappresentano lembi relitti di ampie conoidi alluvionali fortemente smembrate dall’erosione e ridotte a testimoni isolati; la genesi di tali rilievi è da attribuirsi ad un innalzamento, avvenuto nel quaternario, del substrato roccioso (Unità Villafranchiana) a formare una dorsale che attraversa tutta la pianura bresciana, in 15 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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“ACCUMULI DETRITICI E AFFIORAMENTI LITOIDI”: si trovano lungo le pendici dei rilievi settentrionali ove la copertura vegetazionale, troppo scarsa, lascia affiorare la roccia sottostante.

5.1.2.2. Aspetti vegetazionali naturali Il patrimonio vegetazionale boschivo naturale è costituito prevalentemente dall’area boscata e dai cespuglieti presenti sulle pendici montuose nella zona settentrionale del comune; si tratta di un ambiente rupestre a matrice carbonatica, con scarsa presenza di suolo, che ospita una copertura vegetale di natura xerofila e submediterranea tipica dei versanti esposti a meridione delle prealpi bresciane. L’estensione di tali formazioni è, ad oggi, residuale, a causa dell’espansione dell’attività estrattiva di calcare, che ha sostituito l’antico bosco del monte di Mazzano, descritto da fonti storiche come un bosco ceduo formato prevalentemente da querce e castagni. Altre piccole formazioni boschive e cespugliose si trovano sul colle di Ciliverghe.

Nello studio paesistico (con riferimento alle classi del P.T.C.P.) i tematismi vegetazionali sopra descritti sono stati rappresentati mediante i seguenti elementi:

“VEGETAZIONE NATURALE ERBACEA E CESPUGLIETI DEI VERSANTI”: comprendono i cespuglieti che si trovano lungo le pendici dei rilievi settentrionali e sul colle di Ciliverghe.

“BOSCHI DI LATIFOGLIE, MACCHIE E FRANGE BOSCATE”: comprendono le pendici boscose dei rilievi settentrionali, del colle di Ciliverghe e le altre aree boscate sopra descritte.

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“AMBITI DI PARTICOLARE RILEVANZA NATURALISTICA E GEOMORFOLOGICA (SINGOLARITÀ BOTANICHE, RARITÀ GEOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE)”: in sostanza coincidono con i cespuglieti dei rilievi settentrionali, che presentano una particolare composizione floristica, di tipo submediterraneo che li rende peculiari dal punto di vista botanico e naturalistico.

5.1.3. Componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale

Le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale sono elementi la cui presenza è correlata con le attività agricole e con le trasformazioni da esse indotte sul territorio rurale: le colture, la rete idrica superficiale, composta da rogge e canali, la viabilità rurale e la vegetazione stessa, strutturata in filari e ripe boscate a sviluppo lineare, a margine degli appezzamenti agricoli.

5.1.3.1. Uso del suolo Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti forme d’uso del suolo, distinte per la zona urbana e periurbana:

TERRITORIO URBANO: - aree urbanizzate o da urbanizzare - verde privato e parchi - aree estrattive attive - aree estrattive dismesse - discariche

TERRITORIO PERIURBANO: - seminativi - prati stabili - cespuglieti

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- aree boscate - incolti - affioramenti litoidi - vigneti - arboricoltura da legno - serre e vivai - aree venatorie allagate

Fanno parte dei seminativi tutte le colture erbacee quali il Mais, il Loietto, la Barbabietola, l’Orzo, il Frumento, comprese le colture orticole in pieno campo. Anche i terreni sottoposti al set-aside sono stati classificati tra i seminativi. Infatti il set-aside è una pratica abbastanza recente che consiste nel lasciare incolta una determinata percentuale di superficie aziendale, prima destinata a seminativo. Tale procedura rientra nella politica comunitaria di contenimento delle produzioni agricole ed è finanziata dall’UE (ritiro dei terreni dalla produzione (PAC), secondo quanto previsto dal regolamento CEE 1765/92). Si è scelto di assimilare tale destinazione d’uso ai seminativi poiché essa ha carattere temporaneo, e tali terreni sono destinati ad essere nuovamente coltivati non appena termina il periodo relativo al finanziamento. Per prati stabili si intendono i prati polifiti che non rientrano nell’ordinaria rotazione o avvicendamento delle colture. Vigneti, arboricoltura da legno, serre e vivai sono le colture specializzate presenti nel territorio censito. Le aree venatorie allagate sono specchi d’acqua artificiali detti anche “sguazzi” (dialettale “sguass”), realizzati allagando appezzamenti appositamente arginati al fine di richiamare uccelli acquatici a fini venatori. Sono stati censiti e riportati nella cartografia allegata al piano anche i numerosi capanni di caccia, cui spesso si accompagnano raggruppamenti di alberi e arbusti appositamente coltivati e gestiti a fini venatori. Per incolti si intendono le aree periurbane inutilizzate a fini agricoli. Le aree boscate ed i cespuglieti sono zone ove si rileva la presenza di formazioni 18 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO arboree o arbustive, spontanee oppure oggetto di rimboschimento o rinaturazione spontanea. Nell’area montana del comune, sono presenti alcune cave di calcare, nell’ambito del polo estrattivo A.T.E. 1 “Monte Marguzzo” dell’Italcementi S.p.a.. Inoltre, nella porzione sudorientale del comune, è presente un’area depressa rispetto al piano campagna, individuata come attività estrattiva dismessa. Nella porzione sudoccidentale del comune è presente anche una discarica ormai in fase di post-chiusura. Infine il territorio urbano è stato suddiviso in due sottozone: le aree urbanizzate o da urbanizzare e le zone a verde privato o a parco; la prima include i tre centri abitati di Mazzano, Molinetto e Ciliverghe, le aree residenziali circostanti, più recenti, le zone produttive e commerciali e le zone che ospitano infrastrutture di servizio, oltre agli insediamenti rurali e le case sparse; la seconda include alcune aree adibite a parco pubblico extraurbano, nonché i parchi ed i giardini privati. Le superfici interessate dalle diverse forme d’uso attuale del suolo, quantificate sulla base dei dati rilevati durante i sopralluoghi sono riportate nella tabella seguente:

USO DEL SUOLO COMUNE DI MAZZANO aree Ha % del territorio comunale TERRITORIO COMUNALE: 1564,0 100,00 % - URBANO 479,1 30,63% - PERIURBANO 1.084,9 69,37%

FORME D’USO DEL SUOLO: aree Ha % del territorio comunale Territorio urbano: aree urbanizzate o da urbanizzare 384,7 24,60% verde privato e parchi 34,0 2,17% aree estrattive attive 44,4 2,84% aree estrattive dismesse 6,5 0,42% discariche 9,5 0,60% Territorio periurbano: seminativo 665,6 42,56% prato stabile 280,6 17,94% cespuglieti 61,0 3,90% 19 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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aree boscate 19,7 1,26% incolto 15,4 0,99% affioramenti litoidi 7,6 0,48% vigneto 5,6 0,36% arboricoltura da legno 4,7 0,30% serre e vivai 2,3 0,15% aree venatorie allagate 1,3 0,09%

Altri elementi: aree Ha % del territorio comunale Ambito Territoriale Estrattivo - A.T.E. n. 1 63,9 4,09% ambiti rilevanza naturalistica e geomorfologica 76,0 4,86% rilievi isolati 53,8 3,44% num. capanni di caccia 27

NOTA Le percentuali sopra riportate non sono additive, poiché alcune classi possono sovrapporsi ad altre, come ad esempio alcune aree boscate nell’ambito dei parchi extraurbani.

Analizzando i dati sopra riportati si osserva che il territorio comunale periurbano interessa poco meno di tre quarti del territorio comunale nel suo complesso. Le forme d’uso del suolo prevalenti sono: il seminativo ed il prato stabile, che occupano insieme circa il 60 % del territorio comunale; la restante parte del territorio periurbano è interessata da boschi, cespuglieti e incolti, che comunque occupano soltanto il 6 % del comune; le colture specializzate sono a Mazzano del tutto marginali, non raggiungendo nemmeno un punto percentuale. Le zone urbane, i parchi e i giardini, interessano infine circa il 27 % del territorio comunale.

5.1.3.2. Elementi vegetazionali antropici I filari e le ripe boscate, rientrano a pieno titolo nell’ambito degli elementi dell’antropizzazione colturale, poiché si tratta pur sempre di una coltura; un filare potrebbe infatti essere definito una coltura specializzata lineare pluriennale finalizzata alla produzione di legname. Ma il ruolo di tale tipologia di vegetazione và molto oltre a quanto sopra. Infatti,

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO nell’ambito di un territorio un tempo prevalentemente rurale, ove tuttora la componente agraria conserva una certa importanza nell’assetto territoriale generale, il patrimonio del verde arboreo acquista un duplice ruolo paesistico ed ecologico. Per quanto riguarda l’aspetto paesistico, l’insieme delle ripe boscate o siepi, dei filari e delle boschine costituisce un elemento chiave che caratterizza il paesaggio agrario lombardo. La salvaguardia di tali elementi diviene oggi fondamentale al fine di conservare quell’identità delineatasi e consolidatasi attraverso secoli di interazioni tra l’uomo ed il suo ambiente. Non meno importante è il ruolo ecologico che esercita la vegetazione delle ripe ai fini della stabilità dell’agroecosistema. Basti pensare alla funzione protettiva nei confronti dell’azione erosiva esercitata sui suoli dagli agenti meteorici (vento e precipitazioni), oppure all’influenza sul microclima. Inoltre, dal punto di vista biologico, essa assume una funzione di filtro che attraverso l’assorbimento radicale degli eccessi di fertilizzanti, e la produzione di biomasse vegetali, previene l’eutrofizzazione ed arricchisce l’atmosfera di ossigeno e vapor acqueo. Ed infine vi è il contributo che questa offre alla biodiversità, costituendo una serie di corridoi ecologici che consentono alle specie animali di transitare e diffondersi nelle aree agricole e fornendo loro gli habitat che ne consentono la sopravvivenza.

Un capitolo importante del presente studio riguarda dunque il censimento della vegetazione della porzione periurbana del territorio comunale. Tale indagine, effettuata mediante accurati rilievi diretti in campo, ha fornito i dati necessari alla redazione della specifica tavola allegata.

In un primo livello di approfondimento tutti gli elementi vegetazionali del territorio periurbano sono stati censiti e classificati nelle seguenti tipologie:

ELEMENTI VEGETAZIONALI PUNTIFORMI - esemplari notevoli - raggruppamenti 21 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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ELEMENTI VEGETAZIONALI LINAERI - filari ad altofusto - filari di gelsi - filari di viti - ripe eterogenee continue - ripe eterogenee discontinue - ripe omogenee continue - ripe omogenee discontinue - siepi - vegetazione rada

ELEMENTI VEGETAZIONALI AREALI - aree boscate - cespuglieti

Le ripe boscate eterogenee sono siepi composte in genere sia da cespugli che da altofusti ed hanno un aspetto vario e composito. Le ripe boscate omogenee invece hanno una struttura più uniforme e sono in genere costituite da fasce di cespugli, arbusti e/o ceppaie. Entrambe le tipologie di ripe sono classificate continue quando sono ben strutturate o, al contrario, discontinue quando sono presenti delle fallanze che ne interrompono la struttura visiva. I filari sono costituiti da serie regolari di esemplari arborei uniformemente distanziati, che possono avere un portamento ad altofusto o a capitozza alta. Tra questi sono stati messi in evidenza i filari di gelsi e le spalliere di vite. Il termine siepe è stato utilizzato invece in senso stretto ad indicare la modalità colturale “a siepe” utilizzata in genere per creare barriere e confini. La categoria della vegetazione rada è stata attribuita a quelle ripe ove le fallanze

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO sono così estese da alterare la struttura lineare dell’elemento vegetazionale e nonostante ciò non vi è completa assenza di vegetazione; frequentemente si tratta di filari nei quali gli esemplari tagliati non sono più stati sostituiti. Gli esemplari notevoli sono piante di grandi dimensioni, isolati o posti all’interno di ripe composte da esemplari minori, la cui presenza emerge visibilmente nell’ambito del paesaggio rurale circostante. Questi ultimi sono stati messi in evidenza poiché, in funzione delle loro dimensioni ed età, divengono componenti qualificanti il paesaggio agrario, ed acquisiscono un ruolo primario come elementi storico-paesaggistici da preservare e tutelare. I raggruppamenti sono elementi vegetazionali costituiti da insiemi di esemplari disposti non in modo lineare ma a gruppi. A differenza di tutti gli elementi sopraccitati, dotati di struttura lineare o puntiforme, sono state censite come aree boscate e cespuglieti tutte le formazioni vegetazionali a predominante componente rispettivamente arborea e arbustiva, e di estensione areale, anche se di superficie limitata.

Le informazioni raccolte sono state quantificate e riportate nella tabella seguente:

ELEMENTI VEGETAZIONALI COMUNE DI MAZZANO Superficie periurbana - 10,8 Km2 ELEMENTI VEGETAZIONALI PUNTIFORMI num. num./Km2 - Esemplari notevoli 168 15,5 - Raggruppamenti 12 1,1

ELEMENTI VEGETAZIONALI LINAERI Km Km/Km2 - Filari ad altofusto 19,72 1,8 - Filari di gelsi 5,79 0,5 - Filari di vite 7,20 0,7 - Ripe eterogenee continue 16,36 1,5 - Ripe eterogenee discontinue 51,15 4,7 - Ripe omogenee continue 13,04 1,2 - Ripe omogenee discontinue 3,46 0,3 - Siepi 5,36 0,5 23 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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- Vegetazione rada 1,52 0,1 - Totale

SOMMA VEGETAZIONE LINEARE: Km % - TOTALE 123,61 100,0% - BEN STRUTTURATA 67,48 54,6% - DESTRUTTURATA 56,14 45,4%

ELEMENTI VEGETAZIONALI AREALI Ha % del territ. comun.. cespuglieti 61,0 3,90% aree boscate 19,7 1,26%

Le indagini compiute permettono di trarre le seguenti conclusioni:

- per quanto riguarda innanzitutto il patrimonio vegetazionale areale, si evidenzia che il territorio comunale, per la maggior parte antropizzato, possiede una copertura boschiva residuale, limitata alle pendici collinari, ed in rapida recessione soprattutto a causa dello sviluppo dell’attività estrattiva sul monte di Mazzano; anche i cespuglieti sono limitati ai versanti più acclivi del monte, ove non ancora eliminati dall’avanzare dell’attività estrattiva; tali formazioni godono peraltro di un notevole interesse naturalistico, tanto da essere stati inseriti, dal P.T.C.P., tra gli “ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica (singolarità botaniche, rarità geologiche e geomorfologiche)”. - I filari e le ripe boscate eterogenee rappresentano le formazioni vegetazionali lineari più diffuse nel territorio periurbano comunale, segnalando una buona presenza della componente arborea tra la vegetazione rurale; - nel complesso le formazioni vegetazionali lineari ben strutturate, ovvero che non presentano frequenti interruzioni e forme di degrado, prevalgono di poco rispetto a quelle destrutturate, e pertanto a minore valenza paesistica, poiché rappresentando quasi il 55 % del patrimonio vegetale lineare complessivo; - Inoltre sono stati individuati un certo numero di esemplari arborei di notevoli

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dimensioni (indicativamente con diametro del tronco superiore a 35-40 cm), e di raggruppamenti, la cui presenza ha una particolare valenza paesistico- estetica.

5.1.3.3. Corpi idrici superficiali Il reticolo idrografico di superficie, fatta eccezione per un breve tratto torrentizio a regime temporaneo, ubicato nell’impluvio tra il Monte Marguzzo e il monte Camprelle, che raccoglie l’acqua piovana, è costituito prevalentemente da canali artificiali Il reticolo idrografico è pertanto di carattere irriguo e strettamente correlato e dipendente dal “Naviglio grande bresciano”; esso rappresenta la più importante derivazione d’acqua del Fiume Chiese, che alimenta tutto il reticolo irriguo dell’alta pianura orientale bresciana e che, provenendo da nord-est, scorre, per un tratto, nella parte settentrionale del territorio comunale di Mazzano, e si dirige poi verso sud-ovest. Dal Naviglio derivano numerosi canali secondari; in particolare sono da evidenziare la Seriola Mazzanesca, che devia verso sud e si dirige verso la zona a nord di Ciliverghe, e la Seriola Desa di Mazzano, che si dirama dal Naviglio Grande in territorio di e attraversa poi la parte orientale del Comune di Mazzano. Infine è da citare anche il canale Rudone che proviene da nordest e si immette nel Naviglio presso l’abitato di Mazzano.

Nelle tavole di piano i tematismi idrografici sopra descritti sono stati rappresentati mediante i seguenti elementi:

NAVIGLI, CANALI IRRIGUI, CAVI, ROGGE, BACINI ARTIFICIALI Il patrimonio idrografico così rilevato è stato quantificato ed i dati ottenuti sono riportati nella tabella seguente, ove si evidenzia la presenza e la densità per Km2 delle vie d’acqua in riferimento al territorio periurbano:

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RETICOLO IDRICO SUPERFICIALE COMUNE DI MAZZANO Superficie periurbana – 10,8 Km2 Km Km/Km2 Naviglio Grande Bresciano 2,28 - Rogge e canali irrigui 31,86 2,94 Totale 34,15 3,15

5.1.3.4. Viabilità rurale Le strade della zona periurbana, che costituiscono la rete viaria rurale (dalla quale sono escluse principali arterie viarie che solcano il territorio comunale periurbano) sono state rilevate, censite e suddivise nelle seguenti categorie: - strade asfaltate - strade bianche - strade carrarecce

Il patrimonio viario rilevato è stato quantificato ed i dati ottenuti sono riportati nella tabella seguente, ove si evidenzia la presenza e la densità per Km2 delle strade in riferimento al territorio periurbano:

VIABILITÀ DELLA ZONA PERIURBANA COMUNE DI MAZZANO Superficie periurbana – 10,8 Km2 Km Km/Km2 strade asfaltate 26,48 2,44 strade bianche 16,50 1,52 strade carrarecce 21,18 1,95 Totale 64,2 5,91

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5.1.4. Componenti di criticità e degrado del paesaggio

5.1.4.1. Premesse Il p.t.c.p. individua, quali “componenti di criticità e degrado del paesaggio”, gli elementi la cui presenza comporta un’alterazione importante, generalmente dotata di un connotato negativo nell’ambito del paesaggio tipico di un territorio esaminato. Si tratta in genere di elementi quali ad esempio le aree estrattive (presenti e pregresse) e le discariche od altri ambiti degradati e soggetti ad usi diversi. Nel territorio comunale di Mazzano si rileva la presenza di due fenomeni particolarmente impattanti, quali le cave di calcare del Monte di Mazzano e l’ex cava e la discarica della zona meridionale, che possono essere considerati appunto quali “componenti di criticità e degrado del paesaggio”.

5.1.4.2. Attività estrattive Il nuovo piano provinciale delle cave per le argille, le pietre ornamentali ed i calcari, redatto ai sensi della L.R. 14/98 è stato approvato dal consiglio Regionale, con deliberazione n. VII/ 120 del 21/12/2000. Il Piano Cave vigente ha individuato gli ambiti territoriali estrattivi (A.T.E.), designati all’estrazione dei calcari e carbonati; sul territorio comunale di Mazzano è presente uno di questi A.T.E., denominato A.T.E. n. 1, ubicato in località Marguzzo. L’ ATE n. 1, che interessa i comuni di Mazzano, e , ha le seguenti caratteristiche: - tipo di materiale: calcare - quota di riferimento: max. 510 m s.l.m. – min. 350 m s.l.m. - cave attive: Italcementi S.p.a. - vegetazione e uso del suolo: biocenosi arbustive termo-xerofile e formazioni boschive termofile naturaliformi - destinazione finale: naturalistica

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Si evidenzia che le prescrizioni di piano sottolineano la necessità di adottare idonei interventi di recupero in funzione sia dell’elevata visibilità del sito che della significativa valenza naturalistica delle biocenosi vegetali locali.

5.1.4.3. Discariche e cave cessate Nel comune di Mazzano è presente una discarica cessata, ubicata appena ad ovest del colle di Ciliverghe; essa dista circa 200 m dalla località Lazzaretto e 1,5 km dall’abitato di Ciliverghe. L’impianto, autorizzato nel 1982 come pubblica discarica controllata per rifiuti urbani, insediandosi presso una cava cessata, ha subito alcuni ampliamenti nel tempo, fino a raggiungere le dimensioni attuali ed un altezza fuori terra di una decina di metri. Cessata l’attività di smaltimento rifiuti, l’impianto è stato coperto con uno strato di terreno vegetale che ha supportato l’inerbimento della superficie. Attualmente la discarica, ormai da anni in fase di post gestione, si presenta come un dosso erboso incolto, che non ha subito particolari interventi di riqualificazione paesistico-ambientale. Infine è stata individuata un’altra area dismessa, ubicata poco più di 1 km a SW, presso il confine comunale sudorientale, in adiacenza con l’autostrada A4; si tratta di una cava cessata, attualmente utilizzata in parte per scopi ricreativi, che versa comunque in un generale stato di degrado e che è segnalata, nelle cartografie del sistema informativo territoriale della Regione Lombardia, come sito contaminato.

5.1.5. Siti notevoli

Nell’ambito del territorio comunale sono stati individuati alcuni siti di particolare interesse, denominati “siti notevoli”: La scelta si è basata sulla presenza di elementi vegetazionali e geomorfologici di particolare interesse, che conferiscono a tali aree una valenza paesistico-ambientale superiore alla media.

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Si segnalano in particolare:

1. le pendici boscate ed i cespuglieti del “Monte di Mazzano”, costituito dai versanti collinari del monte Marguzzo e del monte Camprelle, presenti nella porzione settentrionale del territorio comunale, classificato, anche dal P.T.C.P., tra gli “ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica (singolarità botaniche, rarità geologiche e geomorfologiche)”;

2. il “Colle di Ciliverghe”, che fa parte dei “rilievi isolati della pianura”.

5.1.6. Ecosistemi

Nell’ambito della redazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia è stato condotto un approfondimento inerente la rete ecologica provinciale. Nello schema direttore della rete ecologica provinciale sono stati identificati gli elementi areali principali che costituiscono l’ossatura della rete ecologica, indicando per ciascuno anche il ruolo specifico ai fini di un riequilibrio dell’ecosistema bresciano. Gli elementi identificati a livello provinciale sono così definiti: BS1 - Aree principali di appoggio in ambito montano BS2 - Ambiti di specificità biogeografica BS3 - Matrici naturali interconnesse alpine BS4 - Area speciale di presidio dell’ecosistema montano della BS5 - Area speciali di collegamento della Concarena BS6 - Principali linee di connettività ecologica in ambito collinare montano BS7 - Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito montano-collinare BS8 - Ambito della ricostruzione ecologica diffusa BS9 -Fascia di consolidamento ecologico delle colline moreniche BS10 - Gangli ecologici principali in ambito planiziale BS11 - Principali ambiti lacustri

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BS12 - Ambiti della ricostruzione del sistema dei fontanili BS13 - Corridoi ecologici primari BS14 - Principali corridoi ecologici secondari BS15 - Fasce di inserimento delle principali barriere infrastrutturali BS16 – Direttrici di collegamento esterno.

Come si evince dalla successiva rappresentazione cartografica, in funzione di tale classificazione, Mazzano appartiene per quanto concerne la porzione pianeggiante all’Ambito di ricostituzione ecologica diffusa; mentre la parte di territorio a nord, più acclive del “Monte di Mazzano”, fa parte dell’Ambito di specificità biogeografia. A livello provinciale l’ambito della ricostruzione ecologica diffusa interessa la fascia dell’alta pianura a contatto con i rilievi, caratterizzata da una forte presenza insediativa e infrastrutturale che determina una elevata criticità. In questo ambito il Piano sottolinea la necessità di recupero del territorio attraverso: la conservazione, la ricostruzione e valorizzazione dei beni e dei differenti contesti territoriali in quanto potenziali risorse paesistico - ambientali; il mantenimento di un equilibrato rapporto fra aree edificate e infrastrutturate e territorio libero; il ripristino dei degradi artificiali e naturali, l’arricchimento delle componenti che possono assumere un ruolo attivo nella ricostruzione del paesaggio. L’ambito di specificità biogeografia a cui appartiene la porzione collinare del comune qualifica invece quei luoghi in cui è necessario favorire maggiori connettività ecologiche e nei quali intraprendere specifiche politiche di valorizzazione. Si sottolinea inoltre la presenza di un elemento di criticità rappresentato dal fatto che il territorio comunale è attraversato nella parte meridionale dal tracciato dell’autostrada, la quale viene riconosciuta come una delle principali barriere infrastrutturale alla continuità della rete ecologica a livello provinciale.

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Comune di Mazzano

Schema direttore della rete ecologica œ PTCP Brescia

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L’osservazione della carta di Progetto definitivo della rete ecologica provinciale consente di fare ulteriori approfondimenti in merito alla caratterizzazione del comune sotto il profilo della componente ecologica. In questo elaborato, infatti, sul territorio comunale sono riconosciuti, oltre all’ambito urbano o periurbano della ricostituzione ecologica diffusa e a quello della specificità biogeografia, altri elementi di maggior dettaglio. I primo luogo si evidenzia il ruolo del colle di Ciliverghe classificato come uno dei gangli secondari in ambito planiziale, collegato a est mediante un corridoio terrestre secondario con l’asta del fiume Chiese, il quale è riconosciuto a livello provinciale corridoio fluviale principale. Fra gli elementi di criticità si annovera la presenza di urbanizzato e dell’autostrada, considerati “principali barriere infrastrutturale e insediative”, cui si aggiungono i tracciati della viabilità principale. Inoltre in carta sono stati evidenziati i principali punti di conflitto della rete ecologica con quella infrastrutturale, nonché dei varchi fra l’edificato a rischio di occlusione che potrebbero compromettere la continuità dei collegamenti, ubicati nel dettaglio a est degli abitati di Mazzano e Molinetto, lungo le strade di collegamento con il limitrofo comune di Nuvolera.

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Stralcio della carta di Progetto definitivo della rete ecologica œ PTCP Brescia

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Non si riscontra infine sul territorio comunale la presenza di alcuna area protetta o Sito di Importanza Comunitaria. Le successive rappresentazioni, tratte dal PTCP, illustrano le emergenze nell’area limitrofa al comune di Mazzano. Nel dettaglio le aree protette sono: - 12 – Monumento naturale dell’Altopiano di Cariadeghe, - 13 – Monumento naturale del Buco del Frate, - 16 – Parco locale di interesse sovralocale delle Colline di Brescia; mentre l’unica area appartenente alla Rete Natura 2000 è il SIC Altopiano di Cariadeghe (18).

Comune di Mazzano 12 œ Monumento naturale dell‘Altopiano di 18 œ SIC Altopiano di Cariadeghe Cariadegne 13 œ Monumento naturale del Buco del Frate 16 œ PLIS delle Colline di Brescia

Stralcio della Carta delle Aree protette e della Carta dei Siti di Importanza Comunitaria œ PTCP Brescia 34 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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5.2. Suolo, sottosuolo e ambiente idrico

Per l’inquadramento delle componenti ambientali suolo, sottosuolo e ambiente idrico si rimanda ai contenuti della documentazione specifica elaborata nell’ambito dello studio geologico, effettuato a supporto del PGT. Tale documentazione comprende la “Tavola degli elementi di fragilità del territorio” e la “Carta dei vincoli”. I temi in esse individuati sono stati analizzati e rielaborati, nel processo di redazione della “Carta delle sensibilità ambientali”, interpretandoli, di volta in volta, quali elementi di valenza, di criticità o vulnerabilità ambientale, sulla base dell’impostazione metodologica sopra illustrata. Di seguito si elencano tali tematismi.

ELEMENTI DI VALENZA AMBIENTALE:

- zona di tutela assoluta delle captazioni ad uso idropotabili; - area carsica con campi solcati, scannellature, ecc., caratterizzata da elevata vulnerabilità delle acque sotterranee; - area con suoli di buona qualità, a forte vocazione agricola; - Collina di Ciliverghe: area di notevole interesse sia dal punto di vista scientifico- naturalistico, per la presenza di coltri di loess e di paleosuoli contenenti manufatti preistorici, sia dal punto di vista paesaggistico, in quanto costituisce un rilievo isolato emergente dalla pianura; RETICOLO IDRICO: - reticolo idrico principale di competenza regionale (Rio Rudone e Roggia Stradelle); - reticolo idrico minore di competenza Comunale; - aste idriche gestite dal Consorzio di Bonifica Medio Chiese di interesse idraulico, paesistico o ambientale.

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ELEMENTI DI VULNERABILITÀ AMBIENTALE:

AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDRAULICO: - area soggetta ad allagamenti a rischio alto R3; - area soggetta ad allagamenti a rischio medio R2; AREE POTENZIALMENTE SOGGETTE AD AMPLIFICAZIONE SISMICA: - area pedemontana potenzialmente soggetta ad amplificazione sismica dovuta a differente riposta tra substrato e copertura e con terreni dotati di caratteristiche geotecniche variabili da discrete a mediocri; - area pianeggiante o a debole pendenza soggetta a possibili amplificazioni del moto del suolo dovute a differente risposta sismica tra substrato e copertura e con caratteristiche geotecniche dei terreni da buone a mediocri; AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDROGEOLOGICO: - area estrattiva (A.T.E. n° 1); - ex Discarica Ciliverghe (RSU e assimilabili); - ex Cava Florio - discarica bonificata (rifiuti nocivi ai sensi del DPR 915/1982); VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA: - fascia di rispetto del reticolo idrico principale di competenza regionale (Rio Rudone e Roggia Stradelle); - fascia di rispetto del reticolo idrico minore di competenza Comunale; VINCOLI DI CARATTERE URBANISTICO: - fascia ad alto grado di tutela delle aste idriche gestite dal Consorzio di Bonifica Medio Chiese di interesse idraulico, paesistico o ambientale.

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5.3. Settore agro-zootecnico

5.3.1. Analisi del comparto produttivo agricolo e zootecnico

L’analisi del comparto produttivo agricolo e zootecnico è stata affrontata da uno specifico studio di settore, redatto a cura del Dott. Agr. Gabriele Zola. Tale studio, inerente gli aspetti agricoli produttivi, contiene numerosi dati inerenti l’assetto delle aziende agrarie e zootecniche del comune di Mazzano Per la redazione dello Studio sono stati utilizzati, oltre alle fonti sovracomunali (dati ISTAT), la banca dati comunale costituita dai Piani di Utilizzazione Agronomica dei reflui zootecnici (P.U.A. e P.U.A.S.) e specifici questionari indirizzati alle Aziende Agricole, finalizzati a recuperare i dati anche delle aziende non soggette all’obbligo di presentazione del P.U.A.. Lo studio suddetto ha sviluppato una classificazione degli allevamenti per dimensione, ne ha analizzato la gestione dei reflui zootecnici e ne ha indagato le caratteristiche socio-economiche e le tendenze evolutive, elaborando indicatori socio- economici aziendali. Si riportano di seguito i dati riassuntivi relativi agli allevamenti ed alla gestione dei reflui zootecnici desunti dal suddetto studio.

AZIENDE CON SEDE A MAZZANO

TOTALE CARICO DI PESO VIVO ALLEVATO Q.li 6.978 TERRENI UTILIZZATI nel territorio di Mazzano Ha 365 CARICO DI PESO VIVO MEDIO Q.li /Ha 9,11

AZIENDE CON SEDE IN ALTRI COMUNI

CARICO DI PESO VIVO gravante su terreni utilizzati a Mazzano Q.li 4.597 TERRENI UTILIZZATI nel territorio di Mazzano Ha 195 CARICO DI PESO VIVO MEDIO gravante su terreni di Mazzano Q.li /Ha 23,57

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TOTALE AZIENDE (CON SEDE A MAZZANO ED IN ALTRI COMUNI)

CARICO DI PESO VIVO gravante su terreni Q.li 11.575 utilizzati a Mazzano TERRENI UTILIZZATI nel territorio di Mazzano Ha 560 CARICO DI PESO VIVO MEDIO gravante su Q.li /Ha 20,67 terreni di Mazzano

CARICO DI PESO VIVO CHE GRAVA SUI TERRENI SOTTO FORMA DI REFLUI ZOOTECNICI DISTRIBUITI

Su terreni di Mazzano Su terreni di altri comuni Q.li P.V Q.li P.V Allevamenti con sede 6.978 Allevamenti con sede 5.235 a Mazzano a Mazzano Allevamenti 4.597 extracomunali TOTALE 11.575

Dall’analisi dei dati sopra riportati si evince che la quantità di peso vivo allevato, e conseguentemente di reflui zootecnici, che sono utilizzati sui terreni del Comune di Mazzano, sono pari a 11.575 Q.li ripartiti su 560 Ha di S.A.U.; ne deriva un carico di p.v. medio gravante su terreni di Mazzano pari a Q.li /Ha 20,67. Tale dato rappresenta il carico di peso vivo comunale totale, un parametro correlato alla sopportabilità dei suoli relativamente al comparto agro-zootecnico presente sul territorio comunale, in relazione al rischio di inquinamento dei suoli stessi e degli acquiferi sotterranei. Nello studio suddetto gli allevamenti zootecnici sono stati individuati, classificati e cartografati in funzione della loro dimensione e indirizzo produttivo, come di seguito riportato: DIMENSIONE: - Allevamenti a carattere familiare

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- Allevamenti di medie dimensioni - Allevamenti di grandi dimensioni Tali tre classi di dimensioni aziendali corrispondono alle indicazioni previste dalla Deliberazione n. 797 del 17.11.2003 ASL di Brescia – Modifica Titolo 3° Capo X del Reg. Loc. Igiene.

TIPO DI ALLEVAMENTO: - Bovini da latte - Suini - Vitelli carne bianca - Vitelloni a carne rossa - Equini - Misto bovini latte / suini - Allevam. Familiari

Per i terreni utilizzati per lo spandimento dei reflui zootecnici e inseriti in Piani di Utilizzazione Agronomica dei reflui zootecnici, sono state inoltre individuate quattro classi di carico di peso vivo di bestiame/ha: - Carico di Peso vivo inferiore a 10 Q.li /ha - Carico di Peso vivo compreso tra 10,1 e 20 Q.li /ha - Carico di Peso vivo compreso tra 20,1 e 30 Q.li /ha - Carico di Peso vivo compreso tra 30,1 e 40 Q.li /ha - Terreni agricoli non inseriti in PUA I terreni sono stati inoltre suddivisi, in funzione del carico di azoto per ettaro (N / ha), nelle seguenti 4 classi: - nessuna distribuzione - da 1 a 85 Kg / Ha - da 86 a 170 Kg / Ha - da 171 a 255 Kg / Ha

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- da 256 a 340 Kg / Ha Tali zonizzazioni sono riportate nelle carte tematiche allegate allo Studio in oggetto, cui si rimanda.

Le risultanze conclusive di detto studio sono riportate, in estratto, di seguito. “Le caratteristiche territoriali del comune di Mazzano sono alla base della dinamica evolutiva dell’agricoltura mazzanese. Il territorio di Mazzano è posto al confine tra la propaggine di nord-est della vasta area della pianura bresciana e la fascia periurbana di Brescia. La prima è caratterizzata da un’agricoltura intensiva e dinamica, incentrata sulla zootecnia e la foraggicoltura. La seconda presenta un territorio rurale estremamente frazionato dove le aziende agricole presentano scarsa vitalità a causa della sottrazione di terreni per usi non agricoli e limiti “fisici” alla loro espansione. Dal confronto tra i dati censuari e quelli raccolti dall’indagine condotta nella primavera dell’anno in corso, sul territorio di Mazzano si risconta la costante diminuzione della superficie agricola utile e del numero di aziende agricole. Tuttavia, a fronte della diminuzione delle aziende agricole non si è avuto un aumento della superficie media aziendale (rimasta circa uguale a quella rilevata nell’ultimo censimento ISTAT) poiché la superficie rurale è sottratta al territorio per altre destinazioni urbanistiche. Ad esempio solo il 12% circa delle aziende ha una SAU maggiore di 20 Ha; ciò denota la difficoltà delle aziende agricole dell’area periurbana ad accorparsi e ristrutturarsi. Nel settore zootecnico si rileva la costante diminuzione degli animali allevati. Dal 1990 si è avuto il dimezzamento dei capi sia bovini che suini. In particolare il comparto suini è fortemente in controtendenza con la realtà della provincia di Brescia che, negli ultimi 15 anni, ha visto quasi raddoppiato i capi allevati. Relativamente al carico di bestiame gravante sul territorio ed alla gestione dei reflui zootecnici prodotti si è rilevato che il carico di peso vivo medio sui terreni (inseriti nei Piani di Utilizzazione Agronomica) è di quasi 21 q.li/ha, pari a circa 150 kg di azoto (disponibile per le colture). Mentre per quanto riguarda la movimentazione dei reflui in ingresso ed in uscita dal territorio comunale è risultato che la quantità di reflui provenienti da allevamenti extracomunali è quasi equivalente alla quantità dei reflui prodotti negli allevamenti con sede a Mazzano e distribuiti sui terreni dei comuni limitrofi.

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5.3.2. La vulnerabilità comunale in relazione all’inquinamento da nitrati delle falde

Ai sensi di quanto prescritto dal regolamento di attuazione (R.A.) della L.R. 37 /93 (DGR n. 5/62320 del 30/12/1994 e s.m.i.), il comune di Mazzano apparteneva: - ai comuni “non vulnerabili” di cui all’ALLEGATO 2 (elenco dei comuni classificati “vulnerabili” ex-derogati al superamento nelle acque di falda della classificazione massima ammissibile per il parametro nitrati di cui al d.p.r. n. 236/88) del regolamento suddetto; - ai comuni “ad alto carico zootecnico” di cui all’ALLEGATO 1 (elenco dei comuni con alto/basso carico zootecnico) del regolamento suddetto. Recentemente però la Regione Lombardia, in sede di approvazione PROGRAMMA DI TUTELA E USO DELLE ACQUE (PTUA) (definitivamente approvato con DGR n. 2244 del 29 marzo 2006), ha provveduto a rivedere ed aggiornare gli elenchi dei comuni vulnerabili. Infatti l’art. 27 delle NTA del PTUA prescrive quanto segue: 1. In sostituzione delle aree vulnerabili di cui alla D.G.R. n. 6/17149 del 1.8.1996, riconosciute dal d.lgs. 152/99 Allegato 7/AIII, sono ridesignate come “zone vulnerabili da nitrati di origine agricola”, ai fini e per gli effetti dell’art. 19 e dell’Allegato 7/AI del d.lgs. 152/99, i territori dei comuni individuati nell’elenco di cui all’Appendice D. 2. Nelle zone di cui al precedente comma, le norme stabilite dalla l.r. 15.12.1993 n. 37 e dal suo regolamento attuativo, trovano applicazione sino all’entrata in vigore del nuovo regolamento regionale per l’utilizzazione agronomica di effluenti di allevamento, di cui all’art. 52 l.r. 26/2003. […]

Dalla consultazione dell’elenco di cui all’Appendice D (zone vulnerabili da nitrati) del PTUA (cosi come modificato e integrato dalla successiva D.G.R. n° 8/3297 del 11/10/2006 “Nuove aree vulnerabili ai sensi del d.lgs. 152/2006: criteri di designazione e individuazione”, il cui Allegato 2 sostituisce l’Appendice D del PTUA) il comune di

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Mazzano appartiene ai “COMUNI INTERAMENTE COMPRESI NELL’AREA VULNERABILE”.

Considerato quanto sopra si ritiene che, ai sensi dell’art. 27 comma 2 delle NTA del PTUA, si debbano applicare al comune di Mazzano le prescrizioni della L.R. 37/93 e R.A. inerenti i comuni vulnerabili. A tal proposito, l’art. 2 del suddetto R.A. prescrive quanto segue: “La classificazione del territorio comunale in «vulnerabile» o «non vulnerabile» è stata fatta utilizzando le informazioni inerenti la sensibilità del suolo fornite dall'ERSAL e dalle province utilizzando il criterio della prevalenza. La classificazione in zone «Vulnerabili e Non vulnerabili» tiene conto anche dei territori dei comuni in deroga per la quantità dei nitrati nell'acqua potabile e dei territori di quelli il cui substrato pedologico li rende a rischio di inquinamento da nitrati.”

Pertanto, si può affermare che Mazzano, indipendentemente dalle caratteristiche pedologiche dei terreni comunali (in larga parte “non vulnerabili” secondo fonti ERSAF), in funzione dell’appartenenza ai comuni con problematiche di inquinamento da nitrati delle acque di falda, è classificato tra i comuni “vulnerabili”. Tale situazione comporta l’applicabilità delle disposizioni legislative introdotte con la D.G.R. n° 8/3439 del 07/11/2006 “Adeguamento del Programma d'azione della Regione Lombardia di cui alla d.g.r. n. 17149/96 per la tutela e risanamento delle acque dall'inquinamento causato da nitriti di origine agricola per le aziende localizzate in zona vulnerabile, ai sensi del d.lgs n. 152 del 3 aprile 2006, art. 92 e del dm n. 209 del 7 aprile 2006”, che integra gli adempimenti del Regolamento Attuativo della L.R. 37/93.

Considerato quanto sopra esposto si può concludere che, in funzione delle problematiche relative all’inquinamento da nitrati delle falde, emerse con particolare evidenza in seguito alle nuove classificazioni in sede normativa regionale, e del potenziale rischio di inquinamento dei suoli e delle falde acquifere, conseguente allo spandimento dei reflui zootecnici, nella zona agricola del Comune, sarà necessario 42 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO adottare le normative vigenti, atte a contenere e regolamentare l’espansione del settore agro-zootecnico al fine di non aggravare l’attuale contaminazione da nitrati e di perseguire il futuro risanamento delle falde.

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5.4. Aria

5.4.1. Premesse

Lo studio della qualità dell’aria, come del resto la definizione dello stato di tutte le componenti ambientali, assume grande importanza nell’individuazione dei potenziali effetti sull’uomo di inquinamenti a carattere diffuso o localizzato. Mentre nel caso di matrici solide e liquide (suoli, acque), l’esposizione agli agenti inquinanti subisce incrementi direttamente proporzionali al grado di fruibilità della sorgente inquinante, nel caso dell’inquinamento atmosferico questa correlazione assume validità generale esclusivamente nelle immediate vicinanze della fonte, ciò in relazione alle molteplici variabili da cui dipende la matrice “aria” e di conseguenza la diffusione degli agenti inquinanti nell’atmosfera. Il fenomeno di diffusione risulta infatti influenzato in modo sostanziale dalle condizioni al contorno (temperatura, umidità, stabilità atmosferica, ecc.) che, in molti casi, presentano a loro volta un’elevata variabilità nel tempo. Il tema dell’inquinamento dell’aria assume particolare importanza soprattutto a scala sovra-locale. Considerazione generali sui dati relativi alla qualità dell’aria a scala locale/puntuale che esulano da correlazione a sorgenti ben precise risultano infatti di difficile enunciazione.

5.4.2. La caratterizzazione della componente

Percorsi utili alla caratterizzazione della componente “aria” prevedono l’analisi della qualità dell’aria (dati rilevati, dati bibliografici) e/o lo studio delle potenziali sorgenti inquinanti (camini, traffico, ecc.). Le stime relative alle sorgenti emissive in atmosfera sono tipicamente soggette a “incertezze”, in riferimento ad una mancanza di conoscenza in senso statistico, ossia alla non accuratezza o all’imprecisione nelle stime. L’incertezza connessa con un dato di emissione varia notevolmente a seconda del tipo di inquinante, di attività e del livello di disaggregazione spaziale considerato.

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Una conseguenza diretta è l’estrema difficoltà nella caratterizzazione esaustiva degli effetti legati alle emissioni in atmosfera di una o più sorgenti.

Analoghe considerazioni possono essere ritenute verosimili anche per i dati relativi alla qualità dell’aria. I livelli di concentrazione degli inquinanti in aria dipendono, oltre che dall’entità e dalla tipologia elle emissioni, dalle condizioni meteorologiche che influiscono direttamente sui meccanismi di diffusione e dispersione. A parità di condizioni emissive, sono proprio alcune particolari situazioni meteorologiche che favoriscono l’accumulo degli inquinanti: gli episodi acuti infatti sono favoriti da regimi di stabilità atmosferica, caratterizzati da calma di vento e inversione termica (peraltro tipici dell’interland bresciano). Tutta la Pianura Padana, e la Lombardia in particolare, rappresentano una zona climatologicamente svantaggiata rispetto alla capacità dell’atmosfera di disperdere gli inquinanti: la presenza della barriera alpina, infatti, determina condizioni atmosferiche uniche rispetto alla situazione italiana ed europea.

5.4.3. Strumenti di indagine

5.4.3.1. L’inventario delle emissioni L’inventario delle emissioni è un utile strumento per ricavare le caratteristiche delle sorgenti e risulta un valido punto di partenza conoscitivo per il reperimento dei dati necessari alla simulazione del fenomeno emissivo, che può prevedere diverse condizioni meteorologiche, dalle medie a quelle più cautelative (classe di stabilità più frequente, direzione del vento dominante, ecc.). La precisione richiesta ad un inventario delle emissioni dipende dagli utilizzi richiesti ai suoi dati: inventari locali, specifici di un territorio limitato (ad esempio un comune) possono essere più affidabili della stima dell’inventario provinciale o regionale, che per sua natura non può considerare tutte le specificità locale. Anche per le analisi a scala locale, l’inventario regionale è comunque una utile base, per fornire una prima

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO stima che può servire per indirizzare eventuali sforzi di approfondimento. La metodologia ideale per la realizzazione di un inventario emissioni è quella che prevede la quantificazione diretta, tramite misurazioni, di tutte le emissioni delle diverse tipologie di sorgenti per l’area e il periodo di interesse. È evidente che questo approccio non è nella pratica utilizzabile, poichè da un lato gli inventari generalmente riguardano territori estremamente vasti (ad esempio un’intera regione) dall’altro alcune tipologie di emissioni (ad esempio alle emissioni dalle attività agricole) per loro stessa natura sono difficilmente quantificabili completamente con misurazioni. L’approccio “analitico” è uno strumento fondamentale solo per alcune particolari tipologie di sorgenti, tipicamente grandi impianti industriali (ad esempio centrali termoelettriche, inceneritori, cementifici) le cui emissioni sono generalmente molto rilevanti e per questo controllate tramite sistemi di monitoraggio in continuo. I dati raccolti da questi sistemi ben si prestano ad essere elaborati statisticamente per fornire l’emissione complessiva della sorgente.

5.4.3.2. I monitoraggi diretti L’azione congiunta e su vasta scala del sempre più elevato numero di sorgenti puntuali, lineari e diffuse che apportano le loro emissioni in atmosfera (industrie, autoveicoli, impianti di riscaldamento, ecc.), in particolare nel caso in cui esse agiscano su porzioni circoscritte di territorio (aree metropolitane, poli produttivi, arterie viarie a grande scorrimento) e in concomitanza a condizioni atmosferiche particolarmente sfavorevoli, contribuisce, in un numero sempre crescente di casi, al superamento dei limiti di qualità dell’aria (ne è da esempio la problematica attuale legata al PM 10). Di conseguenza, nella maggior parte dei casi, non possono essere esclusi effetti più o meno rilevanti sull’ambiente che possono ripercuotersi direttamente o indirettamente anche sulla salute della popolazione.

Una strategia utile per la caratterizzazione della componente “aria” è quella

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO relativa al monitoraggio attraverso campionamenti puntuali sul territorio (con centraline fisse o mobili). Anche in questo caso è implicito che per ottenere risultati esaustivi sono indispensabili campagne capaci di fornire serie significative di dati, rappresentative di diverse condizioni meteorologiche (ventose, umide, calde, ecc.), di diverse stagioni (primavera, estate, autunno, inverno) di periodi più o meno duraturi (uno, tre, sei mesi, un anno, più anni). Le emissioni hanno sostanziali variazioni temporali, sia a livello mensile (si pensi ad esempio alle emissioni da riscaldamento presenti solo nei mesi freddi) che giornaliero (ad esempio la sospensione delle emissioni industriali durante i week-end), che orario (emissioni da traffico, da cicli lavorativi). In termini temporali, in corrispondenza di un punto di monitoraggio, il numero di determinazioni disponibili è direttamente proporzionale alla significatività del dato (dati medi giornalieri rilevati nell’intervallo di dieci anni sono più significativi rispetto a dati medi giornalieri rilevati nell’intervallo di un mese). In termini spaziali è chiaro che, a parità di estensione dell’ambito di indagine, l’aumento delle postazioni di monitoraggio capaci di fornire dati ritenuti significativi, comporta un incremento della significatività dell’indagine (nel medesimo ambito territoriale, dati significativi raccolti in un numero di dieci postazioni sono più significativi rispetto a dati significativi raccolti in un numero di tre postazioni). Dati relativi a limitati intervalli temporali possono non rappresentare adeguatamente la situazione di una zona in cui, per qualche ragione, una grande attività delle sorgenti si concentri in periodi molto brevi, con la possibilità che possano insorgere pericoli per inquinanti con effetti di tipo acuto (per esempio il PM 10 nei mesi invernali), pur se il dato globale riferito all’anno risulta modesto. L’elaborazione di strategie e di interventi di risanamento richiede d’altra parte la considerazione di come il carico inquinante si distribuisce nei diversi periodi dell’anno e nelle diverse ore del giorno, in quanto l’inquinamento fotochimico (formazione di composti foto-ossidanti) è dipendente in modo particolare da condizioni atmosferiche critiche “short-term” che possono essere influenzate da variazioni orarie o giornaliere 47 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO delle emissioni.

Quale approfondimento per le indagini sul territorio di Mazzano, è stato possibile usufruire dei dati e delle relative valutazioni condotte in merito alle acquisizioni di ARPA Lombardia dalla centralina fissa di Rezzato, posta nelle immediate vicinanze del confine comunale con Mazzano.

5.4.3.3. Fonti bibliografiche Altre fonti utili alla caratterizzazione della componente sono quelle bibliografiche (comprensive dei documenti tecnici valutativi ufficiali dei dati rilevati direttamente dalle centraline). In particolare, nei paragrafi che seguono verranno presentati alcuni estratti significativi della documentazione ufficiale consultata nell’ambito delle indagini ambientali.

5.4.4. Comune di Mazzano: caratterizzazione della componente

Le problematiche connesse alla qualità dell’aria sono oggi particolarmente al centro dell’attenzione essendo il fenomeno dell’inquinamento atmosferico strettamente connesso al modello di sviluppo economico-sociale e, in particolar modo, all’ambiente urbano nel quale si localizzano le principali fonti di inquinamento di origine antropica: il traffico veicolare, i processi produttivi industriali e gli impianti civili di riscaldamento. La descrizione dello stato dell’ambiente del comune di Mazzano in merito alla componente “aria” è stata possibile avvalendosi di diverse fonti bibliografiche attualmente disponibili, che consentono di avanzare considerazioni dalla scala vasta (regionale), fino ad un grado di maggior dettaglio (comunque di ordine sovracomunale).

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5.4.4.1. Documento tecnico-informativo “Qualità dell’aria e salute” (Regione Lombardia e ARPA Lombardia – gennaio 2006) Dal documento tecnico-informativo “Qualità dell’aria e salute” (Regione Lombardia e ARPA Lombardia – gennaio 2006), di recente pubblicazione, si evince che in Lombardia la tipologia di inquinamento è cambiata nel tempo registrando una vistosa riduzione delle concentrazioni in aria di alcuni dei principali inquinanti tradizionali. Ciò principalmente grazie alla trasformazione degli impianti di riscaldamento domestici, delle innovazioni motoristiche e di abbattimento delle emissioni. L’analisi dei contenuti del documento tecnico-informativo consente una ricostruzione dell’attuale situazione regionale che può essere così delineata: in generale in Lombardia il biossido di zolfo, il benzene e il monossido di carbonio rispettano i limiti fissati dalla normativa vigente, mentre il PM10, il biossido di azoto e l’ozono evidenziano delle criticità in alcune aree della regione in relazione al rispetto dei limiti per la protrezione della salute umana. A scala regionale la DGR 6501/01 e le s.m.i. hanno definito una zonizzazione del territorio della Regione in funzione della qualità dell’aria. Essa prevede zone critiche sovracomunali (Milano, Sempione, Como, unite nella cosiddetta Area Unica, Bergamo e Brescia), zone critiche comunali (tutti i comuni capoluogo non compresi nelle predette zone), zone di risanamento (per più inquinanti definite zona A, o per il solo ozono definite zona B) e zone di mantenimento. La zonizzazione del territorio si basa su: valutazioni di qualità dell’aria, densità abitativa, uso del suolo, distribuzione delle emissioni, così come emerge dall’inventario regionale. Si osserva come nelle zone critiche sovracomunali (che coprono il 7% del territorio) vive il 49% della popolazione lombarda. L’area di risanamento per più inquinanti sommata a queste zone costituisce la parte di territorio lombardo più densamente popolato. L’area di risanamento dell’ozono è costituita dalla fascia prealpina immediatamente esposta al trasporto dei precursori emessi a sud1.

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Zonizzazione del territorio della regiona Lombardia

Il seguente schema, anch’esso tratto dal documento tecnico-informativo regionale, riporta il quadro sinottico per l’anno 2004 delle diverse situazioni della regione, rispetto

1 L’ozono si forma infatti i atmosfera a partire dalle emissioni di ossidi di azoto e di composti organici 50 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO al confronto con i limiti previsti dalla normativa2. Nel quado si distinguono concentrazioni già oggi inferiori ai valori limite, attuali o futuri (colore verde), concentrazioni superiori ai valori limite non ancora entrati in vigore ma inferiori ai valori limite più il margine di tolleranza (giallo) e concentrazioni superiori al livello di riferimento massimo consentito per l’anno considerato (rosso).

Quadro sinottico di confronto con i limiti normativi per l’anno 2004

In funzione di queste osservazioni, il Comune di Mazzano si colloca nella zona di risanamento per più inquinanti (zona A) immediatamente all’esterno della zona critica sovracomunale di Brescia. Rispetto al quadro sinottico emerge che la situazione di volatili in presenza di radiazione solare.

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO questa zona è analoga al limitrofo agglomerato di Brescia per quanto riguarda la concentrazione del PM10, mentre si delinea un quadro peggiore rispetto al capoluogo di provincia in merito alla concentrazione di ossido di azoto e di ozono.

5.4.4.2. “Relazione sullo stato dell’ambiente della Lombardia del 2004” (ARPA Lombardia e Regione Lombardia) Altre considerazioni a scala regionale che consentono comparazioni sulla qualità dell’aria tra i comuni lombardi derivano dalla “Relazione sullo stato dell’ambiente della Lombardia del 2004” (ARPA Lombardia e Regione Lombardia) ove la valutazione complessiva dell’inquinamento atmosferico reginale è effettuata sia attraverso la valutazione delle pressioni che vengono esercitate sul comparto atmosfera (distribuzione sul territorio delle sorgenti di emissione e contributi per tipologia di fonti), sia valutando lo stato di qualità dell’aria (anche il “Rapporto sullo stato dell’ambiente della Lombardia 2005-2006”, di recente pubblicazione, fa generalmente riferimento ai dati del 2004). Il Rapporto 2004 esplicita degli “indicatori di pressione” ottenuti dai risultati per l’anno 2001 dell’inventario INEMAR (INventario delle Emissioni in Atmosfera) gestito dall’ARPA per conto della Regione Lombardia. Un primo indicatore esplicitato riguarda le emissioni di precursori di ozono troposferico, analizzate al fine di stimare le emissioni regionali degli ossidi di azoto (NOx), composti organici non metanici (COVNM), monossido di carbonio (CO), metano (CH4), ossia di tutte le sostanze “precursori” che a seguito di reazioni chimiche in presenza di intenso irraggiamento solare e alte temperature determinano la formazione di ozono. Per esprimere in modo aggregato il potenziale contributo alla formazione di ozono da parte di tutti i precursori è possibile applicare alle emissioni di ciascuno di essi opportuni fattori peso rappresentativi dell’incidenza di ciascuno, ed esprimere così sinteticamente l’apporto complessivo in termini di COV equivalenti.

2 Qualora il limite sia da raggiungere successivamente all’anno di riferimento, è previsto un margine di tolleranza che si riduce di anno in anno. 52 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Dalla carta che esprime i livelli di emissione dei precursori di ozono troposferico emerge che il Comune di Mazzano si colloca nella seconda classe (30-130 t/anno Kmq), immediatamente al di sotto della prima (130-1010 t/anno Kmq) che caratterizza il comune di Brescia e Rezzato immediatamente attiguo a Mazzano. Il Comune si caratterizza dunque per un livello di emissioni medio-alto attribuibile principalmente al traffico che a livello regionale è il maggior responsabile dell’emissione di precursori di ozono seguito dalle attività industriali, artigianali o domestiche che utilizzano solventi; il territorio comunale infatti è attraversato dal tracciato dell’autostrada A4 e da altre infrastrutture viarie principali di scorrimento. La mappa della densità emissiva mostra inoltre che la distribuzione dei comuni lombardi caratterizzati dai più alti livelli di emissione dei precursori dell’ozono (classi prima e seconda) risulta particolarmente corrispondente agli agglomerati urbani e alle “zone A” di risanamento di più inquinanti definite dalla zonizazine della DGR 6501/01.

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Carta dei livelli di emissione dei precursori di ozono

Altro indicatore esplicitato nel Rapporto 2004 è il livello delle emissioni di articolato (PM10), ossia la frazione di polvere areodispersa con diametro aerodinamico inferiore a 10 Sm. Le dimensioni così ridotte consentono alle polveri fini di penetrare attraverso le vie aeree e di depositarsi nell’apparato respiratorio con effetti negativi per la salute (sia nel breve termine, sia con esposizioni continue). Le sorgenti di PM10 sono principalmente antropiche, connesse al traffico e ai processi legati alle combustioni, mentre le sorgenti naturali sono più limitate (es. erosione suoli, aerosol biologico). Una notevole parte delle polveri presenti in atmosfera ha inoltre un’origine secondaria ed è dovuta alla reazione di composti gassosi quali ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici; la stima delle emissioni si riferisce però al particolato fine primario. 54 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Dall’osservazione della mappa delle emissioni emerge che solo gli agglomerati sovracomunali e comunali definiti dalla zonizzazione della DGR 6501/01 e pochi altri comuni sparsi sul territorio regionale si collocano nelle prime due classi caratterizzate dai più alti livelli di emissione di partocolato (rispettivamente 8-41 e 1.8-8 t/anno kmq). La condizione prevalente dei comuni lombardi, condivisa anche da Mazzano e dai comuni a esso limitrofi, è caratterizzata da un livello medio di emissione (0.4-1.8 t/anno kmq). La dislocazione delle fonti emissive è principalmente legata al contributo del traffico autoveicolare che costituisce la principale sorgente di PM10 a livello regionale (40%), seguito dalle combustioni del settore residenziale (22%) industriale (9%) e per la produzione di energia (8%), i processi produttivi industriali (11%) e l’agricoltura (6%).

Carta dei livelli di emissione di particolato (PM10) 55 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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5.4.4.3. “Rapporto sulla qualità dell’aria di Brescia e provincia” (ARPA Lombardia – 2004) Anche il “Rapporto sulla qualità dell’aria di Brescia e provincia” (ARPA Lombardia – 2004) consente di fare interessanti considerazioni sulla qualità dell’aria a livello provinciale. Il Rapporto ARPA 2004 delinea il quadro della qualità dell’aria sulla base dei dati rilevati dalle quindici stazioni di misura fisse sul territorio che fanno parte della rete di monitoraggio regionale e avvalendosi anche di quelli raccolti durante apposite campagne di misura. La successiva rappresentazione illustra la distribuzione delle stazioni di rilevamento sul territorio provinciale.

Localizzazione delle stazioni fisse di misura

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Si sottolinea la presenza di una stazione a Rezzato i cui dati possono essere ben rappresentative del contesto territoriale del comune di Mazzano data la vicinanza.

Stazioni fisse e inquinanti monitorati3 (ARPA Lombardia)

Come anticipato la valutazione della qualità dell’aria è operata sui dati raccolti dalle postazioni fisse delle reti di monitoraggio. La tabella successiva fornisce, quale premessa alla valutazione della qualità dell’aria secondo l’attuale quadro normativo, un’indicazione del livello medio annuale registrato nel 2004 per ciascun inquinante in ogni singola stazione di misura.

3 SI= soddisfacimento delle direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE, relativamente al numero minimo di punti di misura sulla base della popolazione residente.

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Concentrazioni medie annuali nell’anno 20044

Dalla comparazione fra la stazione di Rezzato, la più vicina a Mazzano, e le altre è possibile trarre alcune considerazioni. Per quanto concerne le rilevazioni di CO Rezzato appare nella media rispetto alla provincia, mentre in riferimento a NOx i valori rilevati risultano inferiori rispetto alle stazioni della città di Brescia; infine la situazione riscontrata a Rezzato in merito al PM10 è analoga a quella emersa per le stazioni di ambito urbano e peggiore rispetto alle stazioni del contesto extraurbano. In riferimento alla casistica degli episodi acuti d’inquinamento atmosferico, intesi come situazioni di superamento del limite orario o giornaliero (ove previsto per un determinato inquinante), registrati nelle diverse postazioni, emerge che situazioni d’inquinamento acuto si sono verificate a livello provinciale per i seguenti inquinanti: - PM10: nei periodi compresi tra gennaio e marzo e tra ottobre e dicembre. - O3 : tra maggio e settembre, con i massimi in giugno e luglio. - NO2: tra gennaio e marzo e tra ottobre e dicembre.

4 La media di NO2, O3, CO, si riferisce alle medie orarie. La media di SO2, PTS, PM10, si riferisce alle medie giornaliere. ---: inquinante non misurato 58 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Episodi acuti d’inquinamento atmosferico nell’anno 20045 (superamenti del limite orario o giornaliero definiti per la protezione della salute umana)

I valori limite sono stati superati per i seguenti inquinanti: NO2, O3 e PM10. - NO2: il superamento del livello d’attenzione di 200 qg/mc come media oraria è registrato nelle sole postazioni del capoluogo e più frequentemente nelle centraline di via Triumplina e di via Turati; nell’arco dell’anno non è stato rilevato alcun superamento nel resto del territorio provinciale. - O3: il livello di attenzione come media oraria (180 qg/mc) è stato superato in tre postazioni su quattro in un’unica giornata (9 giugno). Non è mai stato superato il livello d’allarme (240 qg/mc come la media oraria). - PM10: è il parametro che ha registrato il maggior numero di superi ai valori

( ): rendimento strumentale annuale inferiore al 75%. 5 ---: inquinante non misurato • : rendimento strumentale annuale inferiore al 75%

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO limite. La concentrazione media giornaliera (50 qg/mc) è stata superata in tutte le postazioni monitorate più di 35 volte nel corso dell’anno (limite vigente dal 1 gennaio 2005). Le concentrazioni medie annuali più elevate sono state riscontrate a Brescia Broletto e Rezzato (42 qg/mc); seguono quelle di e buon’ultima (30 qg/mc). La successiva tabella riporta i valori degli indicatori sintetici di lungo periodo scelti per ciascun inquinante e riferiti ai valori minimo e massimo calcolati per le diverse tipologie di stazione.

stazione R Rurale stazione BU Residenziale (stazione urbana) stazione TU Traffico (stazione urbana ove la fonte principale d’inquinamento è il traffico) stazione BS Inquinanti fotochimici (Fondo suburbano)

Indicatori di qualità dell'aria negli anni dal 2000 al 2004

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Focalizzando l’attenzione sull’analisi dei dati per il trend 2000-2004 divulgati dall’ARPA derivano le seguenti considerazioni sull’andamento delle concentrazioni degli inquinanti:

- SO2 – i livelli sono estremamente contenuti, con modeste oscillazioni; - NO2 – nelle stazioni di tipo urbano-residenziale i valori massimi presentano modeste oscillazioni; i valori minimi registrati dal 2001 al 2004 sono inferiori a quelli del 2000. Nelle stazioni da traffico i dati del 2004 risultano in decisa crescita rispetto agli anni precedenti sia per i minimi che per i massimi; - CO – si osserva una tendenza alla diminuzione sia per le stazioni urbane sia per quelle del traffico; - O3 – rispetto ai valori eccezionalmente elevati del 2003, nel 2004 sia i minimi che i massimi hanno registrato i valori più bassi della serie; - PM10 – dal 2000 al 2003 si evidenzia un incremento di entrambi gli indicatori; nel 2004 il PM10 ha subito un modesto arretramento.

5.4.4.4. Inventario INEMAR (Regione Lombardia - 2003) Un’ulteriore fonte di informazione è costituita dai dati dell’inventario INEMAR della Lombardia riferiti al 2003, che consentono di individuare a livello provinciale la ripartizione percentuale delle fonti di emissione atmosferica. La situazione della provincia di Brescia è dettagliatamente espressa nelle tabelle e nel grafico che seguono.

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SO2

NO x CO V

CH4

CO

CO 2

N2O NH3

PM2. 5

PM10

PTS CO2 eq

Precurs. O 3

To t. acid if. (H+) 0% 20% 40% 60% 80% 100%

Produzione energia e trasform. combustibili Combustione non industriale Combustione nell'industria Processi produttivi Estrazione e distribuzione combustibili Uso di solventi Trasporto su strada Altre sorgenti mobili e macchinari Trattamento e smaltimento rifiuti Agricoltura Altre sorgenti e assorbimenti

Emissioni in provincia di Brescia nel 2003 (ARPA Lombardia)

CO2 Precurs. SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5PM10 PTS eq O3

t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/annot/anno t/anno t/anno t/annot/annokt/anno t/anno Produzione energia e 2.089 1.255 14 14 47 643 8 3 8 16 23 646 1.550 trasform. combustibili Combustione non 299 2.445 3.914 2.110 47.511 2.168 227 62 1.117 1.201 1.264 2.282 12.153 industriale Combustione 2.965 5.096 1.344 112 5.978 2.114 121 66 175 243 343 2.154 8.221 nell'industria Processi 842 1.306 3.714 105 43.583 1.204 36 5 427 1.004 1.186 1.217 10.102 produttivi Estrazione e distribuzione 1.315 13.916 292 1.510 combustibili Uso di 18.583 3 10 12 18.583 solventi Trasporto su 510 12.953 6.701 366 41.424 3.043 345 435 1.195 1.397 1.644 3.158 27.064 strada Altre sorgenti 445 3.718 606 14 1.559 241 94 0 418 460 483 270 5.313 mobili e macchinari 62 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Trattamento e 16 326 54 31.425 56 334 66 2 2 2 1.015 898 smaltimento rifiuti Agricoltura 130 54 53.575 7 2.849 26.783 96 243 484 2.008 964 Altre sorgenti e 21 94 6.476 1.928 2.796 3 21 190 200 208 41 6.925 assorbimenti Totale 7.188 27.322 42.775 103.565 142.960 9.747 3.748 27.376 3.632 4.776 5.647 13.083 93.283

Emissioni in provincia di Brescia nel 2003 (ARPA Lombardia)

Da queste elaborazioni emerge che il trasporto su strada risulta la principale fonte per i seguenti parametri: NOx, CO2, PM10 e PM2.5, PTS, precursori di O3; risulta come secondo responsabile nel caso di COV, CO, N2O; mentre contribuisce in maniera limitata o addirittura nulla per gli altri parametri, soprattutto per CH4. L’incidenza delle emissioni agricole è strettamente legata a CH4, N2O, NH3, con valori molto più elevati delle altre categorie.

Dalla interrogazione della banca dati INEMAR è possibile estrarre anche dati a livello comunale, così come espresso per il comune di Mazzano nella seguente tabella.

CO2 Precurs. SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5PM10 PTS eq O3

% % % % % % % % % % % % % Combustione non industriale 26,41 11,07 11,55 1,85 26,05 38,18 7,35 0,14 16,98 15,41 13,88 29,60 12,66

Combustione 29,74 6,36 0,87 0,07 5,44 9,16 1,57 0,02 1,99 2,02 2,18 7,03 3,52 nell'industria Processi 0 0 7,40 0 0 0,54 0 0 39,94 39,35 36,98 0,41 3,60 produttivi Estrazione e distribuzione 0 0 2,34 19,94 0 0 0 0 0 0 0 2,81 1,38 combustibili Uso di 0 0 54,91 0 0 0 0 0 0 0 0 1,05 26,74 solventi

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Trasporto su 40,57 68,68 20,69 0,68 65,75 48,57 11,97 2,67 28,51 29,79 31,09 37,69 44,19 strada Altre sorgenti mobili e 3,28 13,57 1,68 0,02 2,62 3,55 3,49 0 10,17 9,22 8,56 3,01 6,54 macchinari Agricoltura 0 0,33 0,15 77,43 0 0 75,61 97,17 1,09 3,03 6,30 18,40 1,16 Altre sorgenti e 0 0 0,41 0 0,15 0 0 0 1,34 1,18 1,02 0 0,21 assorbimenti Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Ripartizione percentuale degli inquinanti per macrosettori di attività nel comune di nel 2003 (Banca dati Inemar)

Per Mazzano il dato inerente il trasporto su strada si attesta come principale fonte per SO2, NOx, CO, CO2, CO2eq e precursori di O3, e come secondo fattore per COV, N2O, PM2,5, PM10 e PTS. Nella realtà comunale, per quanto riguarda le polveri sottili, giocano un ruolo assai rilevante i processi produttivi a cui è possibile imputare principalmente le emissioni di PM2,5, PM10 e PTS. Degne di rilievo sono inoltre le combustioni non industriali riguardanti principalmente gli impianti residenziali che concorrono significativamente alle emissioni di SO2, CO, CO2 e CO2eq. Le attività agricole infine determinano la quasi totalità delle emissioni di NH3 e CH4, e in mimor misura di N2O.

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5.4.4.5. “Studio di dispersione atmosferica di inquinanti emessi sul territorio bresciano” (Università degli studi di Brescia e Comune di Brescia, 2004) Infine, per una caratterizzazione sotto il profilo della qualità dell’aria del contesto territoriale del comune di Mazzano è possibile fare riferimento ai risultati di un dettagliato lavoro realizzato dall’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con il Settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Brescia, lo “Studio di dispersione atmosferica di inquinanti emessi sul territorio bresciano”, il cui dominio di indagine è costituito dall’area urbana della città di Brescia che si estende per circa 5 km in direzione Est-Ovest e per quasi 10 km in direzione Nord-Sud e nella quale è compreso anche il comune di Mazzano. Nell’ambito dello studio, l’analisi della qualità dell’aria del dominio d’indagine è stata effettuata per l’anno solare 2000 processando i dati misurati dalla rete di monitoraggio dell’ARPA che consta di centraline di monitoraggio strategicamente ubicate sul territorio al fine di essere rappresentative della realtà di aree urbane, suburbane, e zone caratterizzate da intensi flussi di traffico autoveicolare in ingresso alla città.

Numero Id. Codice Comune Nome Stazione Classificazione figura XX 1 201 Brescia Broletto zona ad alta densità abitativa 4 204 Brescia Folzano zona periferica o area suburbana 7 207 Ospitaletto zona periferica o area suburbana 8 208 Sarezzo Sarezzo zona periferica o area suburbana 12 217 Odolo Odolo zona ad alta densità abitativa 14 218 Rezzato Rezzato zona periferica o area suburbana 17 220 Brescia Via Triumplina zona ad elevato traffico veicolare 19 221 Brescia Via Orzinuovi zona ad elevato traffico veicolare 18 222 Brescia Via Turati zona ad elevato traffico veicolare 3 223 Brescia Bettole zona ad elevato traffico veicolare 16 224 Brescia Via Milano zona ad alta densità abitativa 98 Brescia Via Ziziola zona urbana – industriale

Postazioni di monitoraggio della qualità dell’aria utilizzate

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Posizione delle stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell‘aria

La definizione del quadro emissivo è stata realizzata stimando le emissioni dei principale settori di attività (traffico, industria, riscaldamento) avvalendosi principalmente dei dati emissivi dell’inventario delle emissioni della regione Lombardia (INEMAR)6 in cui le diverse tipologie prese in considerazione (ossidi di azoto, polveri e microinquinanti) sono censite in 11 “macrosettori”: 1. Produzione energia e trasformazione combustibili, 2. Combustione non industriale, 3. Combustione nell’industria, 4. Processi produttivi, 5. Estrazione e distribuzione combustibili, 6. Uso di

6 In alcuni casile informazioni dell’INEMAR sono state integrate con altre fonti, quali il Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER – European Pollutant Emission Register) ed il documento redatto da ENEA congiuntamente al Ministero dell’Ambiente.

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO solventi, 7. Trasporto su strada, 8. Altre sorgenti mobili e macchinari, 9. Trattamento e smaltimento rifiuti, 10. Agricoltura, 11. Altre sorgenti e assorbimenti. Tali macrosettori sono poi articolati più dettagliatamente in alcune centinaia di “attività”. Le sorgenti vengono inoltre distinte in puntuali e diffuse. Le sorgenti puntuali corrispondono corrispondono a singoli impianti e vengono descritte in un database che ne riporta i dati geometrici e di emissione mentre le sorgenti diffuse rappresentano invece l’insieme di fonti che non vengono descritte singolarmente, ma come quantità emesse complessivamente per ogni unità amministrativa che nel caso dell’inventario regionale per la Lombardia corrispondono ai Comuni. Le emissioni E sono pertanto stimate tramite la relazione seguente:

E = A x EF dove: A: indicatore di attività relativo al settore emissivo (es. per le acciaierie si considera la quantità di acciaio prodotta); EF: fattore di emissione per unità di attività (ottenuti come valore medio di un elevato numero di misure).

Per quanto concerne la prima tipologia di sorgenti, quelle industriali, lo studio ha preso in considerazione diverse tipologie di attività che rilasciano inquinanti in atmosfera; nel dettaglio le principali sono: produzione e distribuzione di energia, impiani di termoutilizzazione, produzione dell’acciaio, fusione dei metalli, produzione di cemento, processi metalmeccanici e di verniciatura. È inoltre statta realizzata una distinzione fra sorgenti puntuali e diffuse sul territorio. Per le prime i fattori di emissione utilizzati provengono da INEMAR (con riparametrizzazione in funzione della produzione), EPER, ENEA e dal database nazionale INVENTARIA, mentre per la stima delle emissioni industriali diffuse il data-set di riferimento è costituito dall’inventario INEMAR.

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Emissioni di NOx dalle sorgenti industriali diffuse (t/a) con evidenziazione del territorio comunale di Mazzano

Nell’ambito del settore industriale, un particolare approfondimento è stato condotto sulla produzione di energia valutando le caratteristiche emissive del termoutilizzatore gestito da ASM Brescia, una centrale di produzione combinata di energia elettrica termica, il cui obiettivo è quello di recuperare da un punto di vista energetico i rifiuti non utilmente riciclabili, e della centrale termoelettrica di cogenerazione “Lamarmora” composta da tre gruppi di combustione e due camini di emissione. Come risulta evidente dalla precedente figura estratta dallo studio, le analisi sul settore industriale confermano per il Comune di Mazzano la presenza nella porzione nord-ovest, in prossimità del confine con Rezzato, di aree caratterizzate da sorgenti diffuse che generano cospicue emissioni di ossidi di azoto e si collocano nella classe più 68 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO alta delle emissioni annuali all’interno del dominio di studio (118.7-598.9 ton/anno), delineando la situazione peculiare del Comune che non si ripropone per le realtà comunali contermini caratterizzate da livelli di emissione più bassi.

In riferimento al secondo settore di attività, il riscaldamento degli edifici, sono state condotte considerazioni separate per la città di Brescia e gli altri comuni compresi nell’area di studio. Il riscaldamento degli edifici della città di Brescia è attualmente assicurato da un sistema misto, composto per il 60% dagli impianti di cogenerazione ASM (centrale Lamarmora, Termoutilizzatore, centrale Nord) e per il 40% da impianti autonomi a metano. Le emissioni del comparto del riscaldamento con caldaie locali di edificio sono state stimate sulla base della griglia dei consumi (cfr figure successive). Per una migliore rappresentazione spaziale delle emissioni nelle simulazioni modellistiche, modellistiche, il territorio comunale è stato suddiviso in otto zone (cfr figure successive), sulla base di una uniformità dei consumi specifici (cioè per unità di area). Le emissioni di ciascuna zona sono state calcolate utilizzando i consumi aggregati, il potere calorifico inferiore del metano (pari a 0.0361 GJ/m3) e i fattori di emissione di fonte CORINAIR.

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Consumi annuali di metano per riscaldamento domestico

Zone di raggruppamento dei consumi annuali di metano per riscaldamento.

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Con l’eccezione del Comune di Brescia, le emissioni da riscaldamento per la restante parte del dominio sono state tratte dall’inventario regionale. Analogamente a quanto svolto in relazione alle sorgenti industriali diffuse, anche in questo caso le emissioni non sono state associate all’intero territorio comunale, bensì esclusivamente alle aree residenziali. Rispetto al riscaldamento degli edifici la situazione di Mazzano è comparabile a quella dei comuni limitrofi.

Emissioni di NOx del riscaldamento residenziale (t/a)

L’ultimo settore oggetto dello studio è il traffico stradale. Lo sviluppo di metodologie di stima delle emissioni inquinanti è oggetto del

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO programma europeo CORINAIR7, che fa parte del programma informatico, denominato COPERT, concepito per calcolare emissioni da traffico aggregate a livello nazionale.

Sulla base della metodologia COPERT è stato sviluppato un programma di calcolo delle emissioni inquinanti da traffico stradale denominato TREFIC (“TRaffic Emission Factor Improved Calculation”) che implementa metodologie ufficiali di calcolo dei fattori di emissione in un “frame” di calcolo a “step”, in grado sia di determinare, per tratto stradale, emissioni aggregate su qualsiasi base temporale, sia di produrre in automatico file di input per l’esecuzione di simulazioni modellistiche di dispersione degli inquinanti in atmosfera.

Come detto, il programma si basa sulla metodologia COPERT per il calcolo degli EF dei veicoli a motore considerando alcune caratteristiche specifiche, tra cui: tipologia di veicolo; consumo di carburante; velocità media di percorrenza; tipologia di strada. La metodologia di calcolo degli EF contiene tutte le istruzioni necessarie per determinare le emissioni dei veicoli a motore. La metodologia CORINAIR prevede, per molti degli inquinanti atmosferici tipici del traffico (NOx, N2O, SOx, VOC, CH4, CO, CO2, NH3, polveri totali, metalli pesanti, IPA, diossine e furani), la valutazione degli EF in termini di massa d’inquinante emessa per unità di percorrenza (g/km). Tali coefficienti dipendono: dal tipo di carburante (benzina, gasolio, gpl); dal tipo di veicolo (motociclo, autovettura, veicolo commerciale leggero o pesante, autobus…); dalla velocità media di percorrenza o dal tipo di strada percorsa (urbana, extraurbana, autostrada); dalla cilindrata del motore per i veicoli passeggeri e dalla portata nel caso di veicoli commerciali; dall’età del veicolo, o più precisamente dall’anno di costruzione. Disponendo di informazioni specifiche, i

7 Il comparto del progetto relativo al traffico sviluppa e mantiene aggiornata, sulla base delle nuove informazioni messe a disposizione dalla ricerca, una metodologia per la stima delle emissioni a partire dai fattori d‘emissione (per unità di percorrenza), relativi ai singoli veicoli appartenenti a categorie codificate.

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO fattori di emissione possono dipendere anche da: pendenza media del tratto di strada; effettivo carico nel caso di veicoli commerciali pesanti. L’età del veicolo permette di risalire alla tecnologia costruttiva, normata dalle varie direttive che in ambito europeo hanno nel tempo regolamentato le massime emissioni dei nuovi motori prodotti. Tale informazione consente anche di legare il fattore d’emissione allo stato di efficienza e di manutenzione del veicolo stesso.

I dati inerenti i flussi di traffico sulle strade considerate utilizzati per implementare il programma TREFIC derivano dalla rete di rilevamento del traffico gestita dalla società Brescia Trasporti S.p.a., e rielaborati con l’ausilio di un modello di traffico messo a disposizione dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Brescia.

Flussi veicolari all‘ora di punta sulla rete stradale principale (veicoli/h)

Le strade considerate sono state divise in tre categorie: 1. Urbane – comprendente tutte quelle appartenenti all’area urbana di Brescia; 2. Extraurbane – ulteriormente suddivisa in due gruppi, in base al presumibile 73 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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aumento di congestionamento del traffico in quelle che fanno accesso all’area urbana di Brescia; 3. Autostrade – tra cui la A4, la A21 e la tangenziale sud di Brescia.

Il Comune di Mazzano è interessato da tutti i livelli gerarchici individuati: dalla viabilità urbana a quella extraurbana (ex S.S. 11 TS, S.S. 45bis) all’autostrada (A4).

La variabilità temporale delle emissioni è descritta su base giornaliera, settimanale ed annuale da profili tipici dei volumi di traffico di realtà metropolitane italiane (figura succesive). Tali profili stimano durante il giorno due picchi di traffico alle ore 9 e alle delle ore 18.

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Profili temporali annuali, giornalieri e settimanali di modulazione delle emissioni adottati nelle simulazioni modellistiche dell‘inquinamento da traffico sulle strade.

La tabella successiva presenta le velocità medie di percorrenza utilizzate nel calcolo delle emissioni da traffico. Tra le extraurbane, i tratti compresi entro i confini omunali della città di Brescia sono stati considerati a più lenta percorrenza, in quanto presumibilmente più congestionati.

Urbane Extraurbane (lente) Autostrade Moto 30 70 (50) 110 Auto 30 70 (50) 110 Commerciali leggeri 30 60 (40) 100 Commerciali pesanti 30 50 (30) 80

Velocità medie di percorrenza utilizzate per categoria di strada (km/h)

La determinazione delle emissioni stradali è legata anche alla composizione del parco veicoli circolanti, che varia nel tempo e localmente può differire anche significativamente rispetto al parco nazionale. Come composizione del parco circolante è stata adottata quella relativa ai veicoli immatricolati a livello nazionale e riferita all’anno 1998. Le immatricolazioni sono state ripartite nelle tre diverse tipologie di strada sulla base di percentuali fornite dall’Università di Brescia.

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La successiva carta rappresenta le emissioni medie di NOx stimate per la rete stradale considerata. Sul territorio comunale di Mazzano e nell’area limitrofa spicca la forte incidenza della fonte emissiva rappresentata dall’autostrada Milano-Venezia (24-28 kg/km/h), e delle altre strade principali che attraversano il territorio comunale, tutte caratterizzate da un livello di emissioni compreso fra 3 e 6 kg/km/h.

Emissioni medie di NOx stimate per la rete stradale considerata

Le emissioni del traffico urbano dei comuni diversi da Brescia sono state desunte dall’inventario INEMAR. I risultati per quanto concerne gli NOx sono esplicitati nella carta che segue.

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Emissioni medie di NOx del traffico urbano diffuso (t/a)

Il prodotto finale dello Studio dell’Università degli Studi di Brescia e del Comune di Brescia consiste nella realizzazione di simulazioni modellistiche della dispersione degli inquinanti aeriformi volte a cogliere l’impatto sulla qualità dell’aria delle sorgenti emissive considerate. Le simulazioni sono state condotte tramite il codice di calcolo ARIA Impact che utilizza una formulazione gaussiana classica basata sulla parametrizzazione della turbolenza mediante la definizione delle categorie di stabilità atmosferica; esse sono state realizzate per l’intera area di studio indagata suddivisa in celle quadrate di 500 metri di lato. Nelle simulazioni sono state prese in esame le principali attività antropiche responsabili di emissioni inquinanti in atmosfera individuate in modo da evidenziare i rispettivi apporti all’inquinamento a scala locale: sorgenti industriali, traffico stradale, riscaldamento residenziale. Per quanto concerne gli inquinanti, nello studio sono stati

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO presi in esame gli ossidi di azoto, le polveri fini ed i microinquinanti, ovvero gli inquinanti che destano maggior preoccupazione per il rispetto dei valori previsti dalla normativa. L’inquinamento da traffico stradale è stato simulato utilizzando sorgenti di tipo “lineare” per descrivere le emissioni dalla viabilità principale (autostrada A4, tangenziale S, extraurbane, urbane di Brescia), mentre le informazioni sulle strade urbane negli altri Comuni, sono state stimate su un grigliato delle dimensioni pari a quelle della maglia di calcolo. La tabella seguente presenta un quadro riassuntivo dei risultati in termini di valori massimi sull’intero dominio di studio delle medie annuali, evidenziando altresì il comparto emissivo che contribuisce maggiormente alle ricadute al suolo di ciascun inquinante.

Sorgenti NOx (µg/m3) PM10 (µg/m3) Microinquinanti (fg/m3)* Traffico 74.00 14.93 0.86 Riscaldamento 3.77 1.58 Industrie 134.08 7.12 350.7 Termoutilizzatore 0.38 0.001 0.02 Centrale Lamarmora 1.12 0.023 TUTTE LE 165.17 45.76** 350.9 SORGENTI

* 1fg = 10-15 g ** incluso apporto da sorgenti esterne al dominio di indagine (fondo antropogenico)

Concentrazioni medie annuali massime sul dominio di calcolo dai risultati delle simulazioni per comparti emissivi

Dalle successive mappe che illustrano i risultati delle simulazioni è possibile trarre considerazioni sulla realtà del comune di Mazzano, a confronto con i comuni limitrofi.

78 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale NOx (µg/m3) attribuita a tutte le sorgenti considerate (Concentrazione massima: 165 µg/m3)

In funzione della concentrazione media media annuale NOx (µg/m3) attribuita a tutte le sorgenti considerate il comune di Mazzano presenta livelli di concentrazione medio-alta raggiungendo, in corrispondenza delle sorgenti industriali, livelli di concentrazione elevate non solo rispetto ai comuni contermini ma anche rispetto ai valori stimati sull’intero territorio di studio. Scindendo le concentrazioni delle singole componenti la situazione delineata per Mazzano è attribuibile principalmente alla presenza sul territorio comunale di rilevanti sorgenti industriali, ma anche del tracciato dell’autostrada. Meno significativo è l’apporto riconducibile al riscaldamento civile, come emerge nei successivi estratti cartografici.

79 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale NOx (µg/m3) attribuita al traffico (Concentraz. massima: 74 µg/m3)

Il valori più significativi sono attesi in prossimità della tangenziale all’altezza del comune di Rezzato.

80 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale NOx (µg/m3) attribuita al riscaldamento civile (Concentrazione massima: 3,77 µg/m3)

L’apporto del riscaldamento civile risulta essere assai limitato, anche grazie alla diffusione del teleriscaldamento sul territorio bresciano.

81 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale NOx (µg/m3) attribuita alle sorgenti industriali (Concentrazione massima: 134 µg/m3)

Il valori più significativi sono calcolati nel territorio comunale di Brescia, Rezzato e Mazzano.

Come si desume dalla mappa tematica ottenuta dalle simulazioni relative alla concentrazione media annuale di PM10, il territorio comunale di Mazzano presenta alti livelli di concentrazione, attribuibili anche in questo caso in via principale al traffico e alle sorgenti industriali e in minor misura al riscaldamento civile.

82 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale PM10 (µg/m3) attribuita a tutte le sorgenti considerate (Concentrazione massima: 45,76 µg/m3)

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Concentrazione media annuale PM10 (µg/m3) attribuita al traffico (Concentrazione massima: 14,93 µg/m3)

I valori massimi delle concentrazioni dovute al traffico si raggiungono sulle arterie stradali a massima percorrenza.

84 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale PM10 (µg/m3) attribuita al riscaldamento civile (Concentrazione massima: 1,58 µg/m3)

Il contributo del riscaldamento civile è più contenuto rispetto ai comparti emissivi del traffico e delle attività industriali.

85 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Concentrazione media annuale PM10 (µg/m3) attribuita alle sorgenti industriali (Concentrazione massima: 7,12 µg/m3)

Il valori più significativi sono stati determinati nel territorio comunale di Brescia, Rezzato e Mazzano

86 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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5.4.4.6. Campagne di monitoraggio in Comune di Mazzano (ARPA, 2000 e 2003) Sono stati analizzati i risultati di due campagne di monitoraggio commissionate dall’AC di Mazzano ad ARPA Lombardia, messi a disposizione dall’Area Tecnico Comunale (servizio ecologia ed ambiente) e relativi ai seguenti inquinanti: - particolato totale sospeso, campagna eseguita nel mese di marzo del 2000 presso la scuola elementare in vle Conti Emili; - PM10, campagna eseguita nei mesi di marzo e aprile 2003 presso il giardino della scuola media statale Fleming a Molinetto. I valori di concentrazione di PTS e PM10 rilevati confermano il trend delle determinazioni della centralina fissa di Rezzato, evidenziando la presenza sul territorio di Mazzano di importanti sorgenti locali di particolato.

87 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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5.5. Inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso

Le problematiche legate a queste tipologie di inquinamento sono emerse nella loro reale e significativa consistenza solo in tempi recenti. La causa principale è riconducibile alla minor valenza generalmente attribuita ai particolari aspetti connessi a queste problematiche rispetto ad altre (inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque, gestione dei rifiuti). Ulteriore fattore che ha generalmente portato a sottovalutare tali tematiche è riconducibile alla natura degli effetti di tali forme di inquinamento, che sono in genere poco evidenti, subdoli, non eclatanti, come invece accade per le conseguenze di altre forme di inquinamento ambientale.

5.5.1. La zonizzazione acustica del territorio comunale

Tra le strategie volte alla riduzione del rumore, la classificazione acustica del territorio rappresenta, per l’ente locale, uno strumento di pianificazione essenziale per poter disciplinare l’uso e le attività svolte nel territorio stesso. L’Amministrazione Comunale di Mazzano, osservando i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente e della salute del cittadino dall’inquinamento acustico, in attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 1991, della Legge 26 ottobre 1995 n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” e della L.R. 10 agosto 2001 n.13 “Norme in materia di inquinamento acustico”, ha provveduto affinché il Comune di Mazzano si dotasse di un piano per la classificazione acustica del territorio comunale, al fine di poter disporre di una zonizzazione del territorio comunale e quindi dell’assegnazione, a ciascuna delle “zone acustiche” individuate, di una delle sei classi indicate nella Tabella A del DPCM 14 novembre 1997. La classificazione acustica è stata recentemente oggetto di variante, approvata con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 79 del 18/12/2006. Le indagini condotte nell’ambito dell’attività di predisposizione del piano, risultano una valida base nell’individuazione di elementi utili alla descrizione dello stato dell’ambiente del territorio comunale di Mazzano, in merito alla componente “rumore”. 88 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Tale impostazione è giustificata dal fatto che, in relazione alla finalità principale dello strumento in esame - la pianificazione del territorio, in relazione ai livelli di rumorosità - gli estensori del piano, nell’attribuzione delle classi acustiche di appartenenza, secondo i criteri tecnici dettati dalla Regione Lombardia, non hanno potuto prescindere dalla situazione di fatto dal punto di vista urbanistico e insediativo oltre che sugli interventi previsti (infrastrutture, sviluppo di nuove aree a destinazione produttiva, residenziale, ecc.), con l’obiettivo di regolamentare il contesto acustico esistente e di dettare le linee guida per la tutela di quello futuro. Sulla base dell’art. 6 della Legge 447/95 e dell’art. 2 della L.R. 13/2001, il territorio comunale è stato suddiviso in zone, a cui sono state attribuite le sei classi acustiche previste dalla Tabella A del D.P.C.M. 14/11/97. L’analisi della documentazione predisposta consente di esprimere le seguenti considerazioni: - i centri abitati sono stati classificati in classe II, evidenziando un alto grado di tutela nei confronti del contesto acustico delle zone residenziali. All’interno del perimetro dei centri abitati sono stati individuati gli ambiti a cui è stato possibile attribuire una classe di particolare tutela (classe I - aree particolarmente protette), in virtù della vocazione urbanistica e dell’assenza di particolari sorgenti disturbanti; - nella porzione di territorio esterna al centro abitato si rileva un certo bilanciamento nell’attribuzione delle classi intermedie (III, e IV). La maggior parte del territorio comunale periurbano è infatti ricompreso in classe III (destinazione agricola). Alla restante quota parte, poiché generalmente interessata da fasce di tutela relative all’autostrada ed alle aree confinanti con zone produttive/industriali, è stata attribuita la classe IV; - le principali sorgenti di rumore riconosciute sono il traffico veicolare e le attività produttive-industriali, a cui corrispondono limiti assoluti meno restrittivi; - gli insediamenti produttivi-industriali (fonti rumorose di tipo puntiforme) sono principalmente concentrati negli ambiti urbanisticamente dedicati, individuati rispettivamente nella zona produttiva compresa tra Molinetto e Ciliverghe e 89 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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nelle zone produttive limitrofe all’abitato di Mazzano. Dette aree risultano classificate omogeneamente in classe V, ricomprendono un insediamento isolato in classe VI e prevedono idonee zone cuscinetto (classe IV) a separazione dalle classi inferiori, in aderenza con il fenomeno di graduale decadimento dei livelli rumorosi tipico della propagazione sonora; - il territorio comunale di Mazzano è direttamente interessato da interventi di infrastrutture viarie sovracomunali (arterie stradali extraurbane principali, linea ferroviaria). Le tre strade principali (A4, ex S.S. 11 TS, S.S. 45bis) e la linea F.F.S.S. (Milano-Venezia) rappresentano le sorgenti acustiche lineari più rilevanti. In merito alla tematica della viabilità stradale, la recente variante alla zonizzazione acustica ha recepito quanto indicato dal DPR 142 del 30/03/2004 relativamente alle fasce di pertinenza acustica stradale e ai relativi limiti; - la più importante struttura commerciale di interesse sovracomunale (centro commerciale “il Triangolo”) è classificata in classe IV. Le restanti attività commerciali, i centri di aggregazione e ricettivi (fonti rumorose di tipo puntiforme) recepiscono la classe acustica di inserimento essendo concentrate soprattutto lungo la viabilità principale dei centri ubanizzati e presenti sempre in piccola-media taglia.

L’analisi della situazione del Comune ha evidenziato la presenza sul territorio di limitati ambiti a potenziale vocazione impattante sul contesto acustico rappresentati in particolare dalle arterie viarie e dai poli produttivi. L’assetto urbanistico e territoriale del Comune di Mazzano è caratterizzato da: - delocalizzazione delle attività industriali concentrate, in massima parte, in zone dedicate; - presenza di arterie viarie di interesse sovracomunale ad elevato scorrimento esterne ai centri abitati: tre strade principali (A4, ex S.S. 11 TS, S.S. 45bis) e linea F.F.S.S. (Milano-Venezia); - assenza di nuove infrastrutture stradali o ferroviarie di grande portata in progetto; 90 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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- attribuzione della classe II alla maggior parte del territorio occupato dai centri abitati; - localizzazione dei ricettori sensibili (classe I) in zone limitatamente influenzate da fonti rumorose; contribuisce positivamente affinché il contesto acustico si presenti ben definito dalle attribuzioni di classe, consentendo un’adeguata individuazione delle aree potenzialmente vulnerabili e/o di valenza (ricettori sensibili - classi I e II) e delle aree con evidenze di criticità più o meno spiccate (sorgenti principali - classi IV e V e VI).

5.5.2. Inquinamento Elettromagnetico

Da sempre sulla Terra è presente un fondo naturale di radiazione elettromagnetica non ionizzante dovuto ad emissioni del Sole, della Terra stessa e dell’atmosfera. Il progresso tecnologico ha aggiunto a questo fondo naturale un contributo sostanziale dovuto alle sorgenti legate alle attività umane. Parallelamente agli enormi benefici dovuti alle varie forme di uso dell’elettricità, sono cresciute le preoccupazioni per i potenziali rischi sanitari e di impatto sull’ambiente delle onde elettromagnetiche, dato che l’esposizione a loro complesse miscele di diverse frequenze riguarda ogni individuo della popolazione. In tutti gli ambienti domestici esistono infatti campi elettromagnetici: ciò è dovuto alla presenza degli impianti elettrici, ma anche e soprattutto ad una serie di apparecchiature ormai largamente diffuse quali tutti gli elettrodomestici, televisore, forni a microonde, ripetitori radio, telefonia cellulare, computer, trasformatori di lampade alogene, phon e così via. L’uomo risulta interessato da questo tipo di fenomeno in un numero sempre maggiore di circostanze anche all’esterno degli ambienti abitativi a causa della sempre più crescente diffusione dei telefoni cellulari, delle apparecchiature elettriche, elettroniche e per telecomunicazioni. L’aumento dell’interesse circa i diversi aspetti legati ai campi elettromagnetici ha spinto gli organi di governo preposti del nostro Paese a cercare di creare una ben precisa

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO normativa per la regolamentazione di questo ambito, con riferimento particolare agli elettrodotti e ai sistemi per telecomunicazioni e radiotelevisivi.

5.5.2.1. I campi elettromagnetici I campi elettromagnetici (CEM) hanno origine dalle cariche elettriche e dal movimento delle cariche stesse (corrente elettrica). Infatti l’oscillazione delle cariche elettriche (per esempio in un’antenna o in un conduttore percorso da corrente) produce campi elettrici e magnetici che si propagano nello spazio sotto forma di onde. Le onde elettromagnetiche sono una forma di propagazione dell’energia nello spazio e, a differenza delle onde meccaniche (es. onde sonore) per le quali c’è bisogno di un mezzo, si possono propagare anche nel vuoto. Il campo elettrico (E) e il campo magnetico (H) oscillano perpendicolarmente alla direzione dell’onda. La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche è di 300.000 km/s (chilometri al secondo). Ogni onda elettromagnetica è definita dalla sua frequenza. Questa rappresenta il numero delle oscillazioni compiute in un secondo dall’onda e si misura in cicli al secondo o Hertz (Hz). Maggiore è la frequenza di un’onda, maggiore è l’energia che essa trasporta.Altre unità di misura caratteristiche dell’onda elettromagnetica sono quelle che misurano l’intensità del campo elettrico, quella del campo magnetico, quella dell’energia trasportata.L’insieme di tutte le possibili onde elettromagnetiche, al variare della frequenza, viene chiamato spettro elettromagnetico.

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Come si vede dalla figura lo spettro può essere diviso in due regioni: - radiazioni non ionizzanti (NIR = Non Ionizing Radiations); - radiazioni ionizzanti (IR = Ionizing Radiations) a seconda che l’energia trasportata dalle onde elettromagnetiche sia o meno sufficiente a ionizzare gli atomi, cioè a strappar loro gli elettroni e quindi a rompere i legami atomici che tengono unite le molecole nelle cellule.

Le radiazioni non ionizzanti comprendono le frequenze fino alla luce visibile. Le radiazioni ionizzanti coprono la parte dello spettro dalla luce ultravioletta ai raggi gamma.

È alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti con frequenza inferiore a quella della luce infrarossa che ci si riferisce quando si parla di inquinamento elettromagnetico.

In relazione ai possibili effetti delle onde sugli organismi viventi, si possono suddividere le radiazioni non ionizzanti in due gruppi di frequenze: - frequenze estremamente basse o ELF 0 Hz– 300 Hz; - radiofrequenze o RF 300 Hz – 300 GHz

Ai due gruppi di frequenze sono associati diversi meccanismi di interazione con la materia vivente: - i campi a bassa frequenza (ELF) inducono delle correnti nel corpo umano; - i campi ad alta frequenza (RF) cedono invece energia ai tessuti sotto forma di riscaldamento.

Le principali sorgenti di campi elettromagnetici che interessano gli ambienti di vita possono essere suddivise in base alle frequenze a cui operano.

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Generano campi a “bassa frequenza”: - le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta, media e bassa tensione (elettrodotti); - gli elettrodomestici e i dispositivi elettrici in genere. Generano campi a “radiofrequenza”: - gli impianti di telecomunicazione (impianti radiotelevisivi, stazioni radio-base, telefoni cellulari….); - forni a microonde, apparati per saldatura e incollaggio a microonde, etc.

5.5.2.1.1. Elettrodotti e distribuzione dell’energia elettrica

L’energia elettrica viene portata dai centri di produzione agli utilizzatori (case, industrie…) per mezzo di elettrodotti che lavorano con tensioni di intensità variabile fino a 380.000 volt (380 kV). La rete di distribuzione dell’energia elettrica è formata da una grande maglia di elettrodotti che costituiscono un complesso circuito caratterizzato dalle linee, dalle centrali elettriche e dalle cabine di trasformazione. Queste ultime hanno la funzione di trasformare la corrente ad alta tensione prodotta dalle centrali dapprima in media tensione e poi in tensioni piu’ basse fino ai valori utilizzati nelle applicazioni pratiche. Per tensioni fino a 15000 Volt e per tratte di linee urbane in bassa tensione a volte vengono utilizzate le linee interrate.

Il campo elettrico dipende dalla tensione e ha un’intensità tanto più alta quanto più aumenta la tensione di esercizio della linea (dai 220 Volt dell’uso domestico ai 380.000 volt delle linee di trasmissione più potenti). Il campo magnetico dipende invece dalla corrente che scorre lungo i fili conduttori delle linee ed aumenta tanto più è alta l’intensità di corrente sulla linea. L’intensità dei campi elettrico e magnetico diminuisce all’aumentare della distanza dal conduttore.

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I campi elettrico e magnetico dipendono anche dal numero e dalla disposizione geometrica dei conduttori, nonché dalla distribuzione delle fasi della corrente tra i conduttori stessi. In particolare le linee di trasporto possono viaggiare in terna singola (una linea con i tre conduttori per le tre fasi) o in terna doppia (due linee di tre conduttori ciascuna su di un’unica serie di tralicci). Il campo elettrico è facilmente schermabile da parte di materiali quali legno o metalli, ma anche alberi o edifici: tra l’esterno e l’interno degli edifici si ha quindi una riduzione del campo elettrico. Il campo magnetico è difficilmente schermabile e diminuisce soltanto allontanandosi dalla linea.

5.5.2.1.2. Impianti fissi per telecomunicazioni

Un impianto di telecomunicazione è un sistema di antenne la cui funzione principale è quella di consentire la trasmissione di un segnale elettrico, contenente un’informazione, nello spazio aperto sotto forma di onda elettromagnetica. Le antenne possono essere sia trasmittenti (quando convertono i segnale elettrico in onda elettromagnetica) sia riceventi (quando operano la trasformazione inversa). Gli impianti di telecomunicazioni trasmettono ad alta frequenza (tipicamente le frequenze utilizzate sono comprese tra i 100 kHz e 300 GHz).

Le diverse metodologie di trasmissione possono essere utilmente riassunte in: - broadcasting: da un punto emittente a molti punti riceventi, come accade per i ripetitori radiotelevisivi e le stazioni radio base della telefonia cellulare; - direttiva: da punto a punto, quella ad esempio dei ponti radio.

I ripetitori radiotelevisivi sono situati per lo più in punti elevati del territorio (colline o montagne), dato che possono coprire bacini di utenza che interessano anche diverse province. La potenza in antenna è generalmente superiore al KW; entro circa dieci metri dai 95 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO tralicci di sostegno, l’intensità di campo elettrico al suolo può raggiungere valori dell’ordine delle decine di V/m. Tuttavia la localizzazione di queste antenne prevalentemente al di fuori dei centri abitati permette di realizzare installazioni in regola con le norme di sicurezza relative all’esposizione della popolazione.

Le stazioni radio base (SRB) per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per la loro capillare diffusione nei centri abitati, generano maggiore preoccupazione tra i cittadini. Il servizio di telefonia cellulare viene realizzato tramite un sistema complesso di tipo broadcasting che è la rete radiomobile. Essa è distribuita sul territorio ed è costituita da un insieme di elementi, ognuno dei quali è in grado di dialogare con gli altri: le centrali di calcolo in grado di localizzare l’utente e di gestirne la mobilità, le centrali che fisicamente connettono le linee, le Stazioni Radio Base e i telefoni cellulari. Ciascuna SRB è costituita da antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare ed antenne che ricevono il segnale trasmesso da quest’ultimo. Le antenne possono essere installate su appositi tralicci, oppure su edifici, in modo che il segnale possa essere irradiato senza troppe attenuazioni sul territorio interessato. Ogni SRB interessa una porzione limitata di territorio, detta comunemente “cella”. A differenza degli impianti radiotelevisivi sono usati bassi livelli di potenza per evitare che i segnali provenienti da celle attigue interferiscano tra loro. Inoltre, grazie anche alle particolari tipologie di antenne impiegate, i livelli di campo elettromagnetico prodotto si attestano, nella maggioranza dei casi, a valori compatibili con i limiti di legge. Al suolo, i livelli di campo elettrico che si riscontrano entro un raggio di 100-200 m da una stazione radio base sono generalmente compresi tra 0.1 e 3 V/m, mentre il decreto nazionale fissa a 20 V/m il limite di esposizione e a 6 V/m la misura di cautela (nel caso di edifici adibiti a prolungata permanenza). Sempre entro un raggio di 100-200 m dalla stazione, all’aumentare dell’altezza da terra fino alla quota dell’antenna, il campo elettrico aumenta poiché ci si avvicina alla 96 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO direzione di massimo irraggiamento delle antenne trasmittenti (che di solito sono poste a 25-30 m da terra). In zone caratterizzate da alta densità di popolazione è necessaria l’installazione di un numero elevato di SRB, tuttavia la vicinanza relativa tra gli impianti stessi impone che le potenze in antenna siano mantenute, per quanto possibile, ridotte onde evitare i problemi dovuti alle interferenze dei segnali.

I ponti radio sono un esempio di sistemi a trasmissione direttiva. Essi sono realizzati con antenne paraboliche che irradiano l’energia elettromagnetica in fasci molto stretti per collegare tra loro due antenne anche molto lontane e tra le quali non devono essere presenti ostacoli. Solitamente vengono utilizzate potenze molto basse (spesso anche inferiori al Watt). Caratterizzano questo tipo di trasmissione: l’elevato impatto visivo di questi impianti, l’elevata direttività delle antenne e le basse potenze utilizzate.

5.5.2.1.3. Telefoni cellulari

Il telefono cellulare è una parte del sistema che costituisce le rete radiomobile. È un dispositivo a bassa potenza che riceve e trasmette radiazione elettromagnetica nella banda delle cosiddette microonde. Anche se gli apparecchi cellulari trasmettono potenze assai inferiori rispetto alle stazioni radio base, la testa dell’utente, che nella maggior parte dei casi si trova quasi a contatto con l’antenna, è sottoposta ad un assorbimento di potenza elevato. Tuttavia, le linee guida nazionali ed internazionali fissano standard operativi per evitare che questa esposizione causi significativi aumenti locali della temperatura. Le intensità di campo elettrico a 5 cm dall’antenna di un telefono cellulare non è tascurabile, la quantità di potenza assorbita diminuisce con la distanza: a 30 cm dal telefono mobile essa è generalmente ridotta di circa 100 volte. Negli ultimi anni sono stati condotti vari studi sull’esposizione della testa ai campi RF prodotti dai telefoni cellulari, e alcuni studi sono tuttora in corso. Fino ad ora la

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO maggior parte dei risultati resi ufficiali indica che tale esposizione non produce aumenti significativi di temperatura.

5.5.2.2. Il territorio comunale di Mazzano In relazione alle sorgenti fisse di campi elettromagnetici che generano campi ad “alta frequenza” l’indagine è consistita nella verifica con i tecnici dell’Area Tecnico Comunale (servizio ecologia ed ambiente e urbanistica) della presenza sul territorio di impianti di telecomunicazione (impianti radiotelevisivi, stazioni radio-base) e di linee per il trasporto dell’energia/elettrica. Dalle informazioni messe a disposizione dagli Uffici è stato possibile accertare che all’attualità sul territorio comunale sono presenti 6 impianti fissi per la telecomunicazione (SRB). Gli impianti risultano in massima parte concentrati in una zona ben definita della zona produttiva compresa tra Molinetto e Ciliverghe (ad eccezione delle SRB localizzate rispettivamente nei pressi del perimetro del cementificio in Mazzano e a Ciliverghe). In relazione alle sorgenti fisse di campi elettromagnetici che generano campi a “bassa frequenza” l’indagine è consistita nella verifica dell’eventuale presenza sul territorio di linee di distribuzione della corrente elettrica (elettrodotti). Si ricorda che le tensioni di esercizio delle linee elettriche in Italia sono 15 e 60 kV per la bassa e media tensione, 132, 220, 380 kV per l’alta tensione e che le linee con tensione minore o uguale 132 kV sono utilizzate per la distribuzione di energia elettrica verso l’utenza, mentre le alte tensioni servono per il trasporto dalle centrali alla distribuzione. Dall’analisi della documentazione e delle informazioni messe a disposizione dagli Uffici e/o reperite dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) è stato possibile accertare che, sul territorio comunale di Mazzano, tra le sorgenti ad alta tensione sono presenti 3 linee a 130-132 kV di tipo aereo (con relative diramazioni secondarie).

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Si evidenzia che anche in ambiente domestico sono presenti sorgenti di campo quali elettrodomestici e strumenti di uso personale (es. telefoni cellulari): le esposizioni che ne derivano, sebbene talvolta intense, sono però nella maggior parte dei casi di breve durata e interessano porzioni limitate del corpo dell’utilizzatore. Le maggiori sorgenti esterne, in generale, investono invece in modo più uniforme il corpo umano e presentano un’emissione meno variabile nel tempo. L’esposizione a queste ultime sorgenti, inoltre, non è direttamente sotto il controllo della popolazione esposta, a differenza della maggior parte delle sorgenti domestiche. Proprio per tali ragioni, la riduzione dell’esposizione in ambiente domestico (elettrodomestici, televisori, forni a microonde, telefoni cellulari, ecc.), governabile dall’utente finale, è un aspetto da considerare con attenzione: semplici accorgimenti che accompagnano l’uso degli strumenti elettrici (incremento della distanza dalle fonti, utilizzo di auricolari, ecc.) permettono infatti di limitarla in modo sostanziale.

5.5.2.3. Conclusioni Le risultanze delle indagini condotte sulle restanti componenti consentono in primis di ritenere limitata l’esposizione della popolazione a sorgenti fisse (telecomunicazioni e linee ad alta tensione) originanti campi elettromagnetici. La limitata presenza sul territorio di impianti fissi per telecomunicazione (concentrati in uno specifico ambito) e delle linee per il trasporto dell’energia elettrica ad alta tensione (3 elettrodotti aerei 130-132 kV) riassumono la situazione desunta a seguito delle indagini.

5.5.3. Inquinamento Luminoso

A seguito dell’entrata in vigore della Legge Regionale n. 17 del 27/03/2000 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso” e s.m.i. e delle D.G.R. attuative n. 7/2611 dell’11/12/2000 e n. 7/6162 del 20/09/2001: - viene considerato inquinamento luminoso dell’atmosfera ogni forma di

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irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, oltre il piano dell’orizzonte; - viene considerato inquinamento ottico o luce intrusiva ogni forma di irradiazione di luce artificiale diretta su superfici o cose cui non è funzionalmente dedicata o per le quali non è richiesta alcuna illuminazione; - tutti gli impianti di illuminazione esterna, pubblica e privata in fase di progettazione o di appalto devono essere eseguiti a norma antinquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico.

5.5.3.1. Osservatori astronomici e relative fasce di rispetto Una delle finalità principali della L.R. 17/2001 e s.m.i. è “la tutela dell’attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli osservatori astronomici professionali di rilevanza regionale o provinciale o di altri osservatori scientifici”. Il censimento da parte dell’organo regionale degli osservatori esistenti sul territorio lombardo e l’individuazione di idonee fasce di rispetto rappresentano un elemento di tutela. L’art. 10 (Elenco degli osservatori) della L.R. 17/2001 individua l’elenco degli osservatori astronomici lombardi per cui valgono le disposizioni dell’art. 5 (disposizioni in materia di osservatori astronomici) secondo cui: - sono tutelati dalla presente legge gli osservatori astronomici ed astrofisici statali, quelli professionali e non professionali di rilevanza regionale o provinciale che svolgano ricerca e divulgazione scientifica, nonché le aree naturali protette di cui alla lettera f) del comma 1 dell’articolo 1 bis; - la Giunta regionale: b) aggiorna annualmente l’elenco degli osservatori, anche su proposta della Società Astronomica Italiana e dell’Unione Astrofili Italiani; c) provvede inoltre ad individuare mediante cartografia in scala adeguata le fasce di rispetto, inviando ai comuni interessati copia della documentazione cartografica.

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La prima delibera di riferimento specifica per l’individuazione degli osservatori è la D.G.R. 7/2611 dell’11/12/2000 in cui viene adottato l’”Aggiornamento dell’elenco degli osservatori astronomici in Lombardia e determinazione delle relative fasce di rispetto”.

5.5.3.2. Il territorio comunale di Mazzano Come si può osservare dagli estratti cartografici alla D.G.R. n. 7/2611/2000 allegati in calce al capitolo: - in corrispondenza di tutto il territorio comunale, è previsto il rispetto delle disposizioni generali di cui all’art. 6 (Regolamentazione delle sorgenti di luce e dell’utilizzazione di energia elettrica da illuminazione esterna) finalizzate alla riduzione sul territorio regionale dell’inquinamento luminoso e dei consumi energetici da esso derivanti; - l’osservatorio più prossimo al territorio comunale di Mazzano è l’Osservatorio Astronomico Civica Specola Cidnea (a circa 5 km in direzione ovest); - il Comune di Mazzano rientra nella fascia di rispetto dello stesso Osservatorio Astronomico individuato dalla R.L. e risulta quindi anche assoggettato dalle disposizioni specifiche previste dall’art. 9 (Disposizione per le zone tutelate) della L.R. 17/2001.

Si riportano di seguito gli estremi principali di dette disposizioni specifiche: “1. La modifica e la sostituzione degli apparecchi per l'illuminazione, secondo i criteri indicati nel presente articolo, è effettuata entro e non oltre il 31 dicembre 2007 a tal fine, qualora le norme tecniche e di sicurezza lo permettano, si procede in via prioritaria all'adeguamento degli impianti con l'impiego di apparecchi ad alta efficienza e minore potenza installata. 2. Per l'adeguamento degli impianti luminosi di cui al comma 1, i soggetti privati possono procedere, in via immediata, all'installazione di appositi schermi sull'armatura ovvero alla sola sostituzione dei vetri di protezione delle lampade, nonché delle stesse, purché assicurino caratteristiche finali analoghe a quelle previste dal presente articolo e dall'articolo 6. 3. Per la riduzione del consumo energetico, i soggetti interessati possono procedere, in assenza di

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO regolatori del flusso luminoso, allo spegnimento del cinquanta per cento delle sorgenti di luce entro le ore ventitre nel periodo di ora solare ed entro le ore ventiquattro nel periodo di ora legale. Le disposizioni relative alla diminuzione dei consumi energetici sono facoltative per le strutture in cui vengono esercitate attività relative all'ordine pubblico e all'amministrazione della giustizia e della difesa. 4. Tutte le sorgenti di luce altamente inquinanti già esistenti, come globi, lanterne o similari, devono essere schermate o comunque dotate di idonei dispositivi in grado di contenere e dirigere a terra il flusso luminoso comunque non oltre 15 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre, nonché di vetri di protezione trasparenti. È concessa deroga, secondo specifiche indicazioni concordate tra i comuni interessati e gli osservatori astronomici competenti per le sorgenti di luce internalizzate e quindi, in concreto, non inquinanti, per quelle con emissione non superiore a 1500 lumen cadauna (fino a un massimo di tre centri con singolo punto luce), per quelle di uso temporaneo o che vengano spente normalmente entro le ore venti nel periodo di ora solare ed entro le ore ventidue nel periodo di ora legale, per quelle di cui sia prevista la sostituzione entro quattro anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Le insegne luminose non dotate di illuminazione propria devono essere illuminate dall'alto verso il basso. In ogni caso tutti i tipi di insegne luminose di non specifico e indispensabile uso notturno devono essere spente entro le ore ventitré nel periodo di ora legale ed entro le ore ventidue nel periodo di ora solare. 5. Fari, torri-faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli ferroviari e stradali, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre.”

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5.5.3.3. Conclusioni In merito al tema dell’inquinamento luminoso è possibile affermare che, il Comune di Mazzano rientra nell’ambito di tutela di un osservatore astronomico. È necessario, laddove ciò non fosse già stato attuato, che venga data piena applicazione alle disposizioni di cui alla L.R. 17/2001, art. 6 (Regolamentazione delle sorgenti di luce e dell’utilizzazione di energia elettrica da illuminazione esterna) e art. 9 (Disposizione per le zone tutelate), finalizzate alla riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi energetici da esso derivanti.

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5.6. Viabilità e traffico

Oltre alla viabilità locale e alle strade urbane di quartiere (così come definite dall’art. 2 del D.Lgs n. 285/1992 e s.m.i.), il Comune di Mazzano è interessato da arterie viarie di interesse sovralocale urbane ed extraurbane (ex S.S. 11 TS, S.S. 45bis, A4). Per approfondimenti di dettaglio in merito all’idonea classificazione della viabilità e ai flussi di traffico esistenti (e/o previsti), si rimanda allo studio di settore propedeutico al PGT. Come già evidenziato nei capitoli specifici relativi alle componenti “aria” e “rumore”, le potenziali ricadute ambientali legate alle infrastrutture viarie sono principalmente riconducibili alle emissioni diffuse di inquinanti in atmosfera (e relative ricadute al suolo) e agli effetti acustici sui ricettori sensibili. Tali potenziali interferenze sono state opportunamente considerate nelle valutazioni ambientali relative alle singole componenti indagate. I risultati dello studio di settore propedeutico al PGT e l’incidenza ambientale indotta da viabilità (esistente e/o di progetto) e traffico (già individuati come elementi di criticità), verranno considerati: - ai fini della redazione delle carte di “sensibilità” e “limitazioni ambientali” del territorio attraverso l’attribuzione di un’idonea fascia di vulnerabilità; - ai fini della successiva fase valutativa nell’individuazione e valutazione di obiettivi specifici-azioni di piano urbanistici e ambientali.

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5.7. Settore della produzione e impianti tecnologici

La lettura del territorio in relazione agli interventi antropici e alle attività potenzialmente impattanti sull’ambiente riveste particolare importanza ai fini di un’analisi qualitativa sullo stato dell’ambiente. Raccogliere elementi di indagine nell’ambito della “produzione e degli impianti tecnologici” presenta un’utilità: - conoscitiva dello stato di fatto: rispetto al riconoscimento delle potenziali fonti antropiche di pressione ambientale presenti sul territorio comunale; - strategica: in merito alla possibilità di individuare interventi di mitigazione, nel caso di accertate interferenze ambientali da parte delle attività; - conoscitiva delle condizioni future: consentendo la possibilità di pianificare in modo mirato (e successivamente attuare) idonei sistemi di monitoraggio ambientale finalizzati alla verifica qualitativa dello stato delle diverse componenti ambientali potenzialmente interessate. Nel presente capitolo verranno illustrati gli elementi di indagine raccolti in relazione a interventi sul territorio potenzialmente interferenti con l’ambiente esterno, ciò in relazione alla tipologia/entità degli interventi e/o al tipo di procedura autorizzativa (es. VIA, IPPC, ecc.) a cui essi risultano assoggettati. Le informazioni sono state raccolte analizzando la documentazione/dati disponibili presso gli enti pubblici. In particolare, l’attività di indagine presso l’ente locale è stata condotta con il prezioso contributo di ricerca fornito dal “Servizio Ecologia ed Ambiente” e dal “Servizio Urbanistica” dell’Area Tecnico Comunale del Comune di Mazzano.

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5.7.1. VIA, IPPC-AIA e RIR

5.7.1.1. Insediamenti soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale È stata effettuata una ricerca delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che riguardano insediamenti nel comune di Mazzano, consultando la Fonte: SILVIA - archivio VIA della R.L. (http://www.regione.lombardia.it). Risultano presenti in archivio/agenda: 1 studio nell’archivio delle Procedure Nazionali e 3 studi nell’archivio delle Procedure Regionali.

P A n.sia Progetto proponente data avvio procedura N CR 12 Linea Alta Velocità Milano – Verona CEPAV DUE 16/07/1992 R I 439 Impianto gestione rifiuti in comune di Mazzano (BS). PORTESI s.r.l. 15/02/2006 Ammodernamento cementeria nei comuni di ITALCEMENTI R I 355 Mazzano e Rezzato (BS). S.p.A. 30/06/2005 Coltivazione della cava di calcare "Monte Marguzzo" sita nei Comuni di Mazzano, Rezzato e Nuvolera ITALCEMENTI R CR 78 (BS). S.p.A. 04/08/2000

P=Procedure: N=nazionale, R=regionale, V=verifica O/N=Nazionale in L. Obiettivo, O/R=Regionale in L. Obiettivo, O/V=Verifica in L. Obiettivo A=Archivi: I=In Istruttoria, SG=Chiusi senza giudizio, CR=Conclusi in Regione, CM=Conclusi in Ministero

Nelle pagine seguenti si riportano le schede di ciascun progetto assoggettato a VIA.

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V.I.A. Nazionale: scheda di sintesi per l'informazione al pubblico

Progetto: Linea Alta Velocità Milano – Verona

Proponente del progetto CEPAV DUE

Estensori dello studio SNAMPROGETTI S.p.A.

Descrizione dell'intervento La realizzazione del progetto di linea ferroviaria ad Alta Velocità della tratta Milano-Verona consentirà l'integrazione dei poli di Milano e Verona completando con un trasporto moderno l'efficienza della direttrice Torino-Venezia e andando ad inserirsi nel contesto dei trasporti su ferro a livello Europeo come elemento fondamentale dell'asse Ovest-Est dalla Pianura Padana all'Austria- Paesi dell'Est. Il Progetto della nuova tratta ,della lunghezza di circa 126 chilometri, ha origine da Melzo in uscita dal nodo di Milano sul quadruplicamento della linea storica, e termina a Sud di Verona in corrispondenza della interconnessione con la linea Bologna-Brennero.

Descrizione del sito Per quanto concerne la Lombardia la nuova linea, ad andamento Ovest-Est, si svolge per la maggior parte in un areale pianeggiante e/o debolmente terrazzato per poi concludersi nelle prime testimonianze della regione collinare dell'anfiteatro morenico del Garda. Lungo il tracciato, una volta oltrepassato l' hinterland milanese, l'infrastruttura interferirà con centri abitati di piccola e media grandezza, con edifici di interesse storico - artistico architettonico in prevalenza di tipo rurale, ma anche con ritrovamenti archeologici ed alcune aree di interesse naturalistico.

Enti coinvolti Province: Brescia, Bergamo, Milano Comuni: Mazzano, , Treviglio, Caravaggio, Calcio, , Ospitaletto, , , , Lonato, , Melzo, Cassano d'Adda, Casirate d'Adda, Fornovo San Giovanni, Fara Olivana con Sola, Antegnate, Urago d'Oglio, Chiari, Cazzago San Martino, , Travagliato, , , , , Castenedolo, Pozzuolo Martesana, Trucazzano, Bariano, Covo, , , , Capriano del Colle, Parchi: Parco dell'Oglio Nord, Parco del Serio, Parco dell'Adda Nord, Parco Agricolo Sud Milano

Riferimenti normativi Opere Principali Provvedimento Riferimento Settore Sotto-settore Tronchi ferroviari D.p.c.m. 377/88 art. 1.1.g Infrastrutture per la Ferrovie per il traffico a mobilità grande distanza

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V.I.A. Regionale: scheda di sintesi per l'informazione al pubblico

Progetto: Impianto gestione rifiuti in comune di Mazzano (BS).

Proponente del progetto PORTESI s.r.l.

Estensori dello studio Studio AMB s.r.l.

Descrizione dell'intervento Potenziamento di un impianto di rifiuti esistente per una capacità complessiva di 150.000 tonnellate/anno

Descrizione del sito L'impianto è localizzato in comune di Mazzano, loc. Molinetto, in un'area al confine con il comune di Calcinato.

Enti coinvolti Province: Brescia Comuni: Mazzano, Calcinato

Riferimenti normativi Opere Principali Provvedimento Riferimento Settore Sotto-settore R5 - Riciclo D.p.r. 12/4/96 All. A.l Trattamento, Rifiuti speciali non /recupero di altre recupero e pericolosi sostanze smaltimento dei inorganiche ad rifiuti esclusione degli impianti sottoposti alle procedure semplificate

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V.I.A. Regionale: scheda di sintesi per l'informazione al pubblico

Progetto: Ammodernamento cementeria nei comuni di Mazzano e Rezzato (BS).

Proponente del progetto ITALCEMENTI S.p.A.

Estensori dello studio CEDAT

Descrizione dell'intervento Il progetto consiste nella realizzazione di una nuova linea di produzione del cemento grigio in sostituzione delle due attualmente in attività. L'intervento comporta la rea lizzazione di nuovi stoccaggi per le materie prime, di una linea di cottura completa costituita da forno a via secca con preriscaldatore in sospensione, pracalcinatore e raffreddatore del clinker e di un deposito di stoccaggio del clinker.

Descrizione del sito Il progetto è localizzato nei comuni di Mazzano e Rezzato (BS).

Enti coinvolti Province: Brescia Comuni: Mazzano, Rezzato

Riferimenti normativi Opere Principali Provvedimento Riferimento Settore Sotto-settore Impianti destinati D.p.r. 12/4/96 All. B.8.i Industria dei Calce e cemento alla produzione di prodotti minerali clinker (cemento) in altri tipi di forni

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V.I.A. Regionale: scheda di sintesi per l'informazione al pubblico

Progetto: Coltivazione della cava di calcare "Monte Marguzzo" sita nei Comuni di Mazzano, Rezzato e Nuvolera (BS).

Proponente del progetto ITALCEMENTI S.p.A.

Estensori dello studio IMPAT ENGENEERING Srl

Descrizione dell'intervento Il progetto, che si sviluppa in un arco di 20 anni, prevede la coltivazione di un quantitativo pari a 750.000 mc/anno utili, nel rispetto di quanto prescritto nella recente Revisione di Piano Provinciale Cave di Brescia.

Descrizione del sito La cava di Monte Marguzzo appartiene ai tre Comuni di Rezzato, Mazzano e Nuvolera nella provincia di Brescia, ad Est del capoluogo.

Enti coinvolti Province: Brescia Comuni: Mazzano, Nuvolera, Rezzato

Riferimenti normativi Opere Principali Provvedimento Riferimento Settore Sotto-settore Attività di D.p.r. 12/4/96 All. A.s Industria estrattiva Minerali solidi coltivazione di minerali solidi

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5.7.1.2. Insediamenti soggetti ad Autorizzazione Ambientale Integrata In merito alle istanze IPPC per l’AIA di attività presenti sul territorio comunale di Mazzano, ad oggi risultano depositate, presso gli uffici comunali di Mazzano, le istanze di: - Service Metal Company S.r.l., via Spazzini, 1/3, Mazzano (BS), cui è stata rilasciata l’autorizzazione integrata ambientale con Decreto n. 8006 del 12.07.2006. - Cooperativa produttori latte COOPROLAMA, via Brescia, 126 - Mazzano (BS), che in data 10/07/2006 ha depositato presso lo “Sportello IPPC” della Regione Lombardia l’istanza di AIA/IPPC relativa all’allevamento di Mazzano, per l’esercizio dell’attività di cui al punto 6.6/a del DLgs 59/2005.

Da un’ulteriore verifica, effettuata mediante la consultazione degli elenchi di cui al Comunicato regionale n° 122 del 10/10/2006 – “Elenco delle autorizzazioni integrate ambientali rilasciate al 2 ottobre 2006”, in capo alle attività in territorio di Mazzano risulta rilasciata una sola AIA (Service Metal Company S.r.l.). È implicito che il riferimento a COOPROLAMA non compare in tale elenco poiché il procedimento amministrativo non è ancora stato concluso.

Considerato che l’Autorizzazione Ambientale Integrata è di recente introduzione nel panorama legislativo italiano, e che tale procedura è applicabile oltre che agli impanti esistenti/attività esistenti, anche a impianti nuovi e a modifiche sostanziali di impianti/attività, è possibile che attività assoggettabili ad A.I.A. (in particolare quelle del settore zootecnico), provvedano in futuro ad inoltrare istanza. Pertanto si ritiene auspicabile che tale indagine venga ulteriormente aggiornata con gli estremi di nuove pratiche, eventualmente depositate in futuro.

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5.7.1.3. Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante Infine, per quanto riguarda la tematica degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) soggetti agli adempimenti di cui alla normativa “Seveso”, da una verifica effettuata mediante la consultazione degli elenchi ufficiali del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti ai sensi dell’art. 15, comma 4 del DLgs 17 agosto 1999, n. 334), non è stata rilevata la presenza di tali insediamenti nel comune di Mazzano; per quanto riguarda i comuni limitrofi si segnala la presenza di un solo insediamento, ubicato nel comune di , come riportato nella tabella seguente.

Insediamenti soggetti agli adempimenti Insediamenti soggetti agli adempimenti dell’ art. 6 del D.Lgs. 334/99 dell’ art. 8 del D.Lgs. 334/99 (NOTIFICA) (RAPPORTO DI SICUREZZA) Nuvolera nessuno nessuno Bedizzole AGHIFUG S.p.A. - nessuno galvanotecnica Calcinato nessuno nessuno Castenedolo nessuno nessuno Rezzato nessuno nessuno nessuno nessuno

Si evidenzia in particolare l’assenza di insediamenti a rischio di incidente rilevante, ex. art. 8 del D.Lgs. 334/99 (quelli a maggior rischio) sia nel Comune di Mazzano che in tutti i comuni vicini.

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5.7.2. Cementeria ITALCEMENTI S.p.A.

Uno dei maggiori insediamenti produttivi presenti sul territorio comunale di Mazzano è rappresentato dalla cementeria del gruppo ITALCEMENTI S.p.A., connessa con la cava di calcare del Monte Marguzzo, ubicata a nord della frazione di Mazzano. Particolare attenzione verrà posta alle possibili ricadute ambientali dell’intervento, in relazione alla tipologia/entità dell’attività. Si riportano di seguito le informazioni raccolte dalla consultazione dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) depositato dalla ditta nell’ambito della procedura di VIA (opportunamente sintetizzati dagli scriventi per facilitarne la lettura). Si rimanda alla documentazione ufficiale per ogni approfondimento. L’impianto produttivo attuale è localizzato in posizione intermedia tra il territorio comunale di Mazzano e quello di Rezzato (il 40% - 84.400 mq - dell’area industriale esistente ricade nel territorio comunale di Mazzano, mentre il restante 60% - 109.570 mq - insiste sul territorio di Rezzato). La società ha in corso un progetto di ampliamento soggetto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Lo Studio di Impatto Ambientale ha preso in considerazione due ipotesi di ampliamento della cementeria. La prima soluzione di ampliamento è interna all’attuale sedime industriale. La seconda, esterna, è prevista in un’area esterna all’attuale sede produttiva, compresa tra il confine meridionale del sedime produttivo e la Tangenziale sud di Brescia; si tratta di una “zona agricola – E”, separata dalla cementeria esistente dal Naviglio Grande Bresciano e dalla relativa fascia di rispetto. L’impianto oggetto di VIA è destinato alla produzione di due tipi di prodotto: il cemento bianco e il cemento nero. Il progetto prevede di mantenere sostanzialmente inalterato l'esistente impianto per la produzione del cemento bianco, mentre le modifiche riguardano il solo processo di produzione di cemento nero. Il cemento nero è prodotto a partire da diverse materie prime, calcare, scisto e altri materiali correttivi; il calcare è estratto e frantumato nella cava di Monte Marguzzo localizzata in prossimità del sito produttivo, mentre gli altri materiali provengono da altri

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO siti. Attualmente nella cementeria vengono compiute tutte le lavorazioni tipiche del processo di produzione del cemento: la macinazione del “crudo” (miscela di materie prime d'origine) la cottura della farina cruda ad alta temperatura, per la produzione del cosiddetto clinker, la successiva macinazione del clinker, addizionato di materiali additivi fino ad ottenere il cemento nero. Il progetto oggetto assoggettato a VIA prevede un potenziamento della capacità produttiva di clinker rispetto a quella attualmente disponibile. Si passerebbe infatti dal valore attuale di produzione pari a circa 2.300 tonnellate di clinker/giorno ad un livello di produzione previsto a progetto pari a 4.000 tonnellate di clinker/giorno. Ne consegue un aumento dei consumi totali di energia (termica ed elettrica) e di materia prima, ma i consumi specifici (cioè l'energia spesa per tonnellata prodotta) diminuirebbero, grazie alla maggior efficienza delle nuove tecnologie adottate. Secondo quanto riportato nello SIA, pur riferendosi ad una produzione di clinker sostanzialmente maggiore, l’emissione totale di inquinanti generati nella soluzione impiantistica di progetto dovrebbe essere complessivamente minore rispetto alla situazione dell’impianto esistente. La sostituzione degli attuali 7 punti di emissione con un unico punto di emissione dove sono attesi i maggiori contributi emissivi, dovrebbe garantire migliori possibilità di efficaci trattamenti di captazione delle emissioni (ossidi di azoto (NOX), anidride solforosa (SO2) e polveri). Sulla componente atmosfera, a detta dei redattori dello SIA, dovrebbe incidere in maniera molto ridotta l’aumento di traffico dei mezzi di trasporto in ingresso ed uscita dal sito (derivante dall’incremento dei volumi da movimentare), poiché è previsto un rinnovo del parco veicoli con veicoli in grado di rispettare limiti emissivi più restrittivi. Si prevede inoltre un aumento dei flussi di camion, derivante dall’aumento di produzione, meno che proporzionale al medesimo per il miglior rendimento dei materiali, la maggior capacità di carico dei camion, il diverso tipo di combustibili utilizzati che consentirà di contenere l’aumento dei consumi di combustibile (utilizzo di PET coke dotato di maggior potere calorifico). 117 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Infine viene affermato che l’aumento delle quantità di calcare da addurre all’impianto non darà luogo ad un aumento di emissioni da traffico veicolare, poiché il calcare arriva dalla vicina cava di Monte Marguzzo a mezzo nastro trasportatore. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera dall’impianto, le scelte di natura impiantistica e tecnologica che giustificano le minori emissioni prodotte sono in linea con le cosiddette BAT, Best Available Techniques (Direttiva 96/61/EC su ’“Integrated Pollution Prevention and Control”, IPPC). Le nuove tecnologie introdotte nel progetto sottoposto a VIA (allineate alle migliori BAT) portano, come già indicato, ad un minor consumo specifico di energia termica (energia richiesta per chilogrammo di clinker prodotto), presupposto per un minor costo energetico al chilogrammo del cemento prodotto. In merito alle due soluzioni alternative di ampliamento interno o esterno al sito attuale, lo SIA sostiene che le differenze fra le due soluzioni nell’occupazione di spazio non sono particolarmente significative. Il progetto prevede la costruzione della medesima “linea” con una diversa disposizione in pianta: un’installazione più compatta nella soluzione interna, rispetto ad un’occupazione di una superficie al suolo maggiore, nella soluzione esterna, che comporta caratteristiche di accessibilità e manutenibilità degli impianti nettamente migliori. Le prestazioni della linea e le emissioni rimangono invece invariate al variare della disposizione. Per quanto riguarda gli impatti dell’opera in progetto sulla salute dell’uomo, lo SIA ritiene di poter prevedere quanto segue. Per quanto riguarda l’inquinamento acustico l’aumento del traffico pesante potrebbe causare un aumento dei livelli di intensità sonora con effetti sul benessere mentale e sociale contenibili con semplici interventi di mitigazione. In relazione alla componente “aria” è attesa una diminuzione complessiva delle emissioni relative agli inquinanti gassosi. Per le polveri si prevede invece una situazione di relativa stabilità. A tali emissioni dovranno aggiungersi quelle legate all’incremento del traffico pesante, che dovrebbero essere compensate dall’atteso miglioramento della situazione dell’inquinamento dell’aria nella zona oggetto dell’intervento, nei prossimi 118 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO anni. In conclusione si elencano le principali mitigazioni e compensazioni previste per l’intervento. In relazione all’impatto da traffico da automezzi pesanti, si prevede di riorganizzare il sistema d’accesso già realizzato e adottare un sistema per allontanare il traffico in ingresso e uscita dei camion dalla strada statale 45 bis. In relazione all’impatto paesaggistico, la soluzione indicata, per il progetto di ampliamento della cementeria nella versione esterna all’attuale sedime, è quella di pensare ad un involucro che ingabbi parzialmente alcune parti degli impianti e con forme originali richiami l’attenzione dell’osservatore. In relazione alla presenza del Naviglio Grande Bresciano e di un tratto della rete ciclabile è prevista una forma di intervento che salvaguardi queste presenze inserendole in un sistema di comunità vegetali che possono continuare anche su altri lati della cementeria, soprattutto verso l’abitato, con funzioni non solo decorative o di camouflage, ma anche di natura ecologica.

5.7.3. Interventi /attività di rilievo con potenziali azioni di interferenza ambientale

Sulla base degli elementi di indagine raccolti presso gli uffici comunali, in questo capitolo verranno presentate le diverse realtà sul territorio comunale con azioni elementari potenzialmente interferenti con l’ambiente.

5.7.3.1. Emissioni in atmosfera Gli insediamenti di rilievo, che per la loro attività presentano potenziali interferenze con la componente “aria” sono: cementeria “Italcementi S.p.A.”, “Service Metal Company”, “Fassa Bortolo”. La situazione attuale relativa alla cementeria “Italcementi S.p.A.” è annoverata per gli aspetti connessi alle emissioni in atmosfera derivanti sia dalle linee di produzione che

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO dal traffico indotto; tali emissioni sono state spesso oggetto di segnalazioni dei cittadini che lamentano fuoriuscita di nubi grigie, ricaduta di materiale pulverulento e polverosità provocata dai mezzi pesanti che transitano dalla cava. Attualmente la ditta ha in corso una procedura di VIA per un progetto di ampliamento. Altro insediamento di rilievo, segnalato per potenziali interferenze connesse con le emissioni in atmosfera è la “Service Metal Company”, una fonderia di metalli non ferrosi (pani di bronzo e ottone) ubicata presso la zona industriale ad est di Ciliverghe. La ditta è titolare di autorizzazione alle emissioni in atmosfera che ha subìto numerosi aggiornamenti e che è attualmente in fase di istruttoria presso la Regione Lombardia. La ditta risulta intestataria di un procedimento di AIA (autorizzazione integrata ambientale) in attesa di verifiche da parte della Regione Lombardia, in merito all’obbligo di presentare la VIA (valutazione di impatto ambientale). Il terzo insediamento segnalato in merito a tematiche connesse con le emissioni in atmosfera è la “Fassa Bortolo”, una ditta che produce intonaci premiscelati a base di calce e cemento. La ditta ha 7 punti di emissione autorizzati dalla Regione e attualmente è in atto una modifica dell’impianto esistente già autorizzato (introduzione di una nuova linea per l’idratazione del CaO).

5.7.3.2. Scarichi industriali in fognatura Gli insediamenti di rilievo, che per la loro attività presentano potenziali interferenze con gli scarichi in fognatura sono: “Centro commerciale Triangolo”, “Service Metal Company”, “Industria Agricola Casearia Medeghini”, Macellerie Jadid, Albini, Spada e Zamboni. Il “Centro commerciale Triangolo”, ubicato tra Ciliverghe e Molinetto, ospita un ipermercato, una pescheria ed un ristorante e produce una notevole quantità di scarichi in fognatura. Data l’entità e la tipologia di attività, gli scarichi sono generalmente caratterizzati da rilevanti tassi di BOD5 e COD, e rappresentano un importante contributo quali-quantitativo sui flussi di reflui destinati al depuratore di Ciliverghe. L’iter autorizzativo è in via di evoluzione al fine di poter ottimizzare la gestione dei

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO reflui indotti e il relativo scarico in fognatura, eventualmente anche attraverso l’osservanza di specifiche prescrizioni. La ditta “Service Metal Company” produce reflui pericolosi (art.34 e All. 5 Tab. 5 del DLgs 152/99). A seguito di episodi di superamento dei limiti tabellari per lo scarico in fognatura la ditta si è impegnata nell’auto controllo degli scarichi. La realizzazione di un nuovo forno è stata l’occasione per prevedere l’utilizzo di un campionatore automatico. Attualmente la ditta ha avviato il procedimento per l’AIA (autorizzazione integrata ambientale) sospeso in seguito alla richiesta della ditta di non essere assoggettata a VIA. L’“Industria Agricola Casearia Medeghini”, in relazione al tipo di attività produce scarichi con rilevanti tassi di COD e BOD5, probabilmente da ricondurre ai residui di lavorazioni del latte. Essi rappresentano un importante contributo quali-quantitativo sui flussi di reflui destinati al depuratore di Mazzano. La ditta ha presentato istanza di rinnovo dell’autorizzazione allo scarico. Le Macellerie Jadid, Albini, Spada e Zamboni sono piccoli macelli adiacenti a punti vendita di carni al dettaglio ubicati nelle frazioni di Mazzano e Molinetto. Esse producono reflui che, per l’elevato contenuto di grassi, sangue e scarti di macellazione, sono potenzialmente interferenti con le normali attività dei depuratori comunali, già sovraccarichi e in gravose condizioni di esercizio. Per prevenire tali problematiche è stato prescritto di provvedere alla separazione dei reflui provenienti dall’attività di macellazione, imponendo lo smaltimento del sangue come rifiuto.

5.7.3.3. Scarichi in corpo idrico superficiale Gli insediamenti di rilievo, che per la loro attività presentano potenziali interferenze con gli scarichi in corpo idrico superficiale sono: “Depuratore comunale di Mazzano”, “Depuratore comunale di Ciliverghe”, “Cooprolama”, “Industria Agricola Casearia Medeghini”. Il comune di Mazzano è dotato di due depuratori ubicati il primo presso la frazione di Mazzano ed il secondo a sud della frazione di Ciliverghe. Il depuratore di Mazzano scarica nel Canale Rudone, affluente del Naviglio Grande Bresciano. L’impianto, realizzato nel 1981, con una potenzialità di 2000 abitanti

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO equivalenti, attualmente opera in condizioni gravose a causa dell’aumento dei reflui e del generale aggravamento della loro qualità. Non sono in progetto adeguamenti strutturali di tale impianto poiché il P.R.R.A. prevede il collettamento dei reflui al depuratore di Verziano ed il mantenimento della vasca con la sola funzione di bacino di equalizzazione. Il depuratore di Ciliverghe scarica nella Roggia Mazzanesca Bettole a Mattina. L’impianto, realizzato nel 1982 e adeguato nel 1993, ha una potenzialità di 10000 abitanti equivalenti. Risulta attualmente sottodimensionato a causa di numerosi e rilevanti interventi edilizi ex-novo tra cui realizzazione del centro commerciale Triangolo e il notevole ampliamento delle frazioni di Molinetto e Ciliverghe. Il P.R.R.A. prevede il mantenimento e l’ampliamento della struttura mentre il comune ne ha richiesto la dismissione ed il collettamento dei reflui al depuratore di Verziano; ciò ha avuto l’approvazione dell’A.T.O.. La ditta Cooprolama, che in precedenza scaricava in fognatura, ha provveduto ad adeguare gli scarichi ai limiti tabellari previsti per il conferimento in c.i.s. (ciò anche al fine di non sovraccaricare il depuratore comunale di Ciliverghe); la Provincia ha autorizzato tale scarico prescrivendo di ricollegarlo alla fognatura comunale nel momento in cui essa verrà collettata al depuratore di Verziano. L’“Industria Agricola Casearia Medeghini” scarica nel Canale Rudone le sole acque di raffreddamento dell’insediamento; per tale scarico è stata inoltrata alla Provincia istanza di autorizzazione.

5.7.3.4. Rifiuti Gli insediamenti di rilievo, che per la loro attività presentano potenziali interferenze ambientali riconducibili alla gestione dei rifiuti sono i seguenti: “Service Metal Company”, “Oxoli s.a.s.”, “Soncina Davide e Chiara”, “Portesi Domenico ed Ezio”, “Isola ecologica comunale”. La ditta “Service Metal Company” è dotata di autorizzazione all’esercizio di un impianto di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi ai sensi dell’art. 28 del DLgs 22/97.

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La ditta “Oxoli s.a.s.” è dotata di autorizzazione alla gestione dei rifiuti ai sensi dell’art. 28 del DLgs 22/97 di cui ha recentemente chiesto il rinnovo. La ditta “Soncina Davide e Chiara” ricade soltanto in parte sul territorio comunale di Mazzano e convoglia i propri scarichi presso la rete fognaria del comune di Calcinato; è dotata di autorizzazione ai sensi dell’art. 27 del DLgs 22/97 e, nel 2005, ha presentato richiesta di autorizzazione ai sensi degli art. 27 e 28 del DLgs 22/97. La ditta “Portesi Domenico ed Ezio”, che effettua recupero di rifiuti non pericolosi in procedura semplificata (macinazione di rifiuti inerti), ha presentato domanda di autorizzazione ai sensi degli art. 27 e 28 del DLgs 22/97. La ditta opera su un’area che in parte ricade in zona E agricola. L’autorità competente ha chiesto di sottoporre il progetto a VIA. Tale procedura è in atto. L’isola ecologica comunale, ubicata nella zona meridionale del territorio comunale, nei pressi della discarica cessata, ha ottenuto nel 2005 l’autorizzazione ai sensi degli art. 27 e 28 del DLgs 22/97; l’autorizzazione è stata chiesta per varianti allo schema fognario comportanti il posizionamento di una fossa di pre-trattamento dei reflui prima del convogliamento in fossa perdente.

5.7.3.5. Rumore Gli insediamenti di rilievo, che per la loro attività presentano potenziali interferenze con la componente “rumore” sono: cementeria “Italcementi S.p.A.”, “Franceschini Trasporti”, zona “via Boccaccio - via Ariosto”, “Nuova Picafond”. La cementeria “Italcementi S.p.A.”, già oggetto di approfondimenti nei capitoli precedenti, è stata oggetto di segnalazioni connesse al funzionamento dei macchinari. La Ditta “Franceschini Trasporti”, ubicata nella frazione di Mazzano, è stata oggetto di segnalazioni connesse al punto di sosta di automezzi pesanti, messi in moto nelle prime ore del mattino. La zona “via Boccaccio – via Ariosto”, è inserita in un’area a destinazione urbanistica produttiva, ubicata ad est di Ciliverghe, che ospita anche abitazioni adiacenti ad alcuni stabilimenti. Si sono rilevate segnaalazioni per problemi di rumorosità.

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La “Nuova Picafond” è una tornitura di metalli ubicata a sud di Ciliverghe, nei pressi di alcune abitazioni. Segnalazioni, tipo di attività e vicinanza di ricettori sensibili al sito produttivo contribuiscono a individuare l’attività in oggetto come potenzialmente interferente con il contesto acustico di inserimento.

5.7.3.6. Altre interventi di rilievo ambientale Indicazioni ricevute dagli uffici consentono di identificare altri interventi di rilievo ambientale (potenziali azioni/interferenze con le componenti), tra cui: la cava di calcare “Monte Marguzzo”, l’”ex. discarica di Ciliverghe”, l’”ex. cava di argilla Italcementi”, l’”ex. cava Florio” (bonificata), il sito “Avicola Monteverde” (bonificato).

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5.8. Salute Pubblica

5.8.1. Premessa

La presente sezione ha come oggetto l’analisi dello stato di salute della popolazione residente nel comune di Mazzano e nei comuni limitrofi. L’analisi dello “stato di salute” della popolazione deve prendere in considerazione una serie di fattori, demografici (natalità, mortalità, migrazioni ecc.), socioeconomici (tenore di vita, condizioni igienico-sanitarie, abitudini alimentari, esposizione a fattori di rischio nei luoghi di lavoro ecc.) ed ambientali (esposizione ad inquinanti delle matrici ambientali: aria, acqua, suolo, alimenti ecc.) che interagiscono tra loro in modo complesso. In particolare è ormai assodato che esiste una correlazione importante tra ambiente e salute, con particolare riferimento a due gruppi di patologie: le patologie tumorali e quelle respiratorie, sebbene sia molto difficile individuare precise relazioni causa-effetto tra fattori di rischio ambientali ed epidemiologia delle diverse patologie, poiché, come già evidenziato, queste sono influenzate da numerosi altri fattori i cui effetti si intrecciano con quelli dei fattori ambientali. In ogni caso grazie alle moderne metodologie statistiche è possibile ricercare anomalie di distribuzione sul territorio degli “effetti” che fungono da indicatori della possibile presenza, a livello locale, di particolari “cause”. A livello operativo si procede mediante l’analisi del parametro della “mortalità per causa di morte”, che rappresenta in sostanza l’ “effetto”, e basandosi sulla distribuzione sul territorio di tale parametro, si cerca una correlazione con eventuali fattori di rischio che agiscono a livello locale, che rappresentano pertanto la “causa”.

5.8.2. Analisi dello stato di salute della popolazione

In questa sezione si effettuerà un’analisi dello “stato di salute” della popolazione residente nel comune di Mazzano e nei comuni limitrofi, utilizzando come indicatore di salute la “mortalità per causa”; si cercheranno pertanto eventuali concentrazioni

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO anomale di decessi per diverse cause di morte e si effettueranno confronti tra il comune di Mazzano ed il territorio limitrofo, a scala comunale, provinciale e regionale. La presente analisi si è basata prevalentemente su informazioni e dati statistici tratti dalle seguenti fonti: - “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002” del Ministero della Salute - “Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994” della Regione Lombardia

5.8.2.1. Considerazioni tratte dall’ “Atlante della Mortalità in Lombardia 1989- 1994” In seguito alla pubblicazione dell’ “Atlante Italiano di Mortalità 1981-1994”, che comprende una base dati contenente tutte le informazioni sui decessi, di fonte ISTAT, disaggregati a livello di comune di residenza per gli anni dal 1981 al 1994, la Regione Lombardia, sulla base di una rielaborazione dei dati in esso contenuti, è giunta alla realizzazione di un atlante della mortalità regionale “Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994”, pubblicato nel 2000. Le cause di morte prese in esame ed i relativi codici fanno riferimento alla Classificazione Internazionale delle Malattie Traumatismi e Cause di Morte (ICD) IX revisione. Nell’Atlante lombardo sono stati presi in esame tutti i comuni della regione più alcuni comuni limitrofi delle regioni vicine. Nel complesso il territorio analizzato è rappresentato da un cerchio, con centro a Berlingo e di raggio pari a 135 km, che include tutti i 1.546 comuni della Regione Lombardia, oltre a porzioni territoriali extra- lombarde. Complessivamente si tratta di 2.470 comuni, la cui popolazione residente totale, nel 1991, corrispondeva a 13.433.725 abitanti. Per ognuna delle cause di morte in esame e per genere sono stati calcolati sia i rapporti di mortalità standardizzati per età sulla popolazione lombarda (SMR) (*) sia le corrispondenti stime di densità ottenute mediante indicatori Kernel (**)(Kernel SMR).

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(*) Per poter confrontare tra loro i dati di mortalità di aree diverse e per escludere l’effetto della distribuzione per età dei diversi gruppi di popolazione, i tassi specifici di mortalità vengono rielaborati statisticamente al fine di ottenere i tassi standardizzati di mortalità (SMR).

(**) Sono state utilizzate le stime Kernel degli SMR per non perdere il contenuto dell’informazione di dettaglio comunale e contemporaneamente ottenere una immagine più interpretabile dal punto di vista epidemiologico. Gli indicatori Kernel sono medie mobili spaziali degli indici di aree geografiche adiacenti, opportunamente rielaborate, che permettono di stimare la “densità di mortalità” in ogni specifico punto (comune) in funzione dei valori rilevati nel proprio intorno (comuni circostanti). Infatti, se la mortalità è associata a fenomeni che sono presenti sul territorio, il valore di mortalità individuato in un singolo comune non è un’entità indipendente, ma risente dei valori di mortalità esistenti nei comuni limitrofi.

L’Atlante contiene mappe ove le stime Kernel degli SMR, per ognuna delle cause di morte esaminate e distintamente per i due sessi, sono state rappresentate sul cartogramma dell’area circolare analizzata. Tali mappe delineano il quadro del fenomeno mortalità nella regione, offrendo un’immagine della tendenza di fondo che caratterizza la distribuzione spaziale delle singole patologie. Ad ogni mappa è associata una tabella che riporta per ogni ASL e per l’intero territorio lombardo i seguenti dati:

- il numero di decessi osservati nel periodo; - il numero di decessi atteso su base regionale; - il rapporto standardizzato di mortalità (SMR) su base regionale; - la stima Kernel del rapporto standardizzato di mortalità.

Infine, per dare una misura dell’intensità delle singole cause di morte e al contempo collocare la situazione lombarda in un contesto nazionale, è stata predisposta una tabella riassuntiva (riportata di seguito) che elenca il valore dei tassi standardizzati diretti di mortalità per la Lombardia e per l’Italia.

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Mortalita’ per causa e sesso in Lombardia ed in Italia

CAUSA DI MORTE - tassi standardizzati diretti x LOMBARDIA ITALIA 10000-standard lombardia popolazione 1991 uomini donne uomini donne Tutte le cause 101,14 90,15 92,59 90,83 Malattie infettive e parassitarie 0,44 0,32 0,38 0,30 Tumori 36,89 25,14 29,73 21,87 Tumori maligni dello stomaco 3,59 2,56 2,59 1,98 Tumori maligni del colon, del retto, della giunzione 3,61 3,46 3,04 3,11 rettosigmoidea e dell’ano Tumori primitivi del fegato 2,05 0,75 1,26 0,57 Tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei 10,95 1,94 8,76 1,61 polmoni Tumori maligni della mammella - 4,80 - 3,92 Tumori maligni dell’utero - 1,00 - 1,13 Tumori maligni dell’ovaio - 1,18 - 0,97 Tumori maligni della prostata 2,10 - 1,96 - Tumori maligni della vescica 1,50 0,42 1,43 0,38 Tumori maligni dei tessuti linfatico ed 2,34 2,06 2,03 1,81 ematopoietico Leucemie 0,95 0,81 0,92 0,78 Malattie delle ghiandole endocrine 3,68 3,62 3,21 4,53 Diabete mellito 1,71 2,96 2,13 4,03 Malattie del sangue e degli organi ematopoietici 0,31 0,35 0,30 0,34 Disturbi psichici 1,07 0,95 0,89 0,94 Malattie del sistema nervoso e degli organi dei sensi 1,59 1,84 1,56 1,86 Malattie del sistema circolatorio 35,77 41,30 34,84 43,80 Malattia ipertensiva 1,40 2,94 1,78 3,51 Malattie ischemiche del cuore 15,00 11,88 13,20 10,99 Disturbi circolatori dell’encefalo 9,31 13,40 9,64 14,63 Arteriosclerosi 1,47 2,32 1,30 2,36 Malattie dell’apparato respiratorio 6,45 4,64 6,39 4,43 Polmonite 1,45 1,61 0,99 1,22 Bronchite, enfisema ed asma 3,72 1,92 3,88 2,03 Malattie dell’apparato digerente 5,56 4,06 5,40 4,35 Cirrosi ed altre malattie croniche del fegato 3,54 1,79 3,31 1,98 Malattie dell’apparato genitourinario 1,25 1,20 1,16 1,13 Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti 0,24 0,28 0,33 0,39 Traumatismi ed avvelenamenti 6,15 3,59 6,27 3,68

L’Atlante comprende anche informazioni più dettagliate, concernenti gli indici di

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO mortalità a livello comunale per tutto il territorio regionale, sempre per i sei anni a cui si riferisce l’analisi. L’atlante contiene infine anche un elenco di allarmi su singoli comuni, che si riferiscono ai comuni che oltrepassano il livello medio di mortalità atteso, con una probabilità del 99% che l’eccesso osservato non sia casuale. La segnalazione riguarda solo i comuni in cui si registra un numero di almeno 5 casi osservati.

5.8.2.2. Il comune di Mazzano ed i comuni limitrofi in relazione ai dati dell’ “Atlante della Mortalità in Lombardia 1989-1994”. Dall’elenco dei dati e degli indici comunali dei comuni lombardi, in cui sono riportati i valori dei decessi osservati e attesi, gli SMR e le corrispondenti stime Kernel, sono stati estratti i dati relativi all’area di Mazzano, che comprende il comune di Mazzano e i 5 comuni limitrofi: Nuvolera, Bedizzole, Calcinato, Castenedolo e Rezzato. Si è scelto di limitare l’analisi alle patologie maggiormente correlate con i fattori di rischio ambientali, quali i tumori e le malattie respiratorie, ritenendo poco significative, ai fini della presente analisi le altre patologie, che sono probabilmente più correlate a fattori genetici e socioeconomici. Inoltre, al fine di effettuare un confronto con altre situazioni geografiche, sono stati estratti anche i dati inerenti il comune di Brescia, capoluogo provinciale. Infine sono stati riportati, per un ulteriore paragone, anche i dati della Provincia di Brescia e della Regione Lombardia. Le due tabelle seguenti riportano, in prospetti separati per uomini e donne, i dati di cui sopra. La terza tabella riporta sinteticamente soltanto le stime Kernel degli SMR relative a Mazzano, alla media dei cinque comuni limitrofi, al comune di Brescia ed infine alla Provincia ed alla Regione, e propone infine un confronto tra le diverse situazioni geografiche elencate. Si è scelto di effettuare un confronto mediante questo parametro e non mediante

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO l’SMR poiché, come sopra già evidenziato, le stime Kernel sono finalizzate a “lisciare” in senso statistico, i singoli valori comunali, ripulendo il dato dalla variabilità casuale dovuta al piccolo numero di eventi osservati, rendendo più chiaro ed efficace il confronto tra situazioni comunali distinte.

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- QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELL’AMBIENTE -

CAUSA DI MORTE - uomini Nuvolera Bedizzole Calcinato Castenedolo Rezzato oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel SMR SMR SMR SMR SMR Tutte le cause 66 68,47 96,40 101,14 256 240,95 106,25 100,69 240 233,96 102,58 100,19 208 237,85 87,45 100,62 267 306,72 87,05 100,93 Tumori 27 25,65 105,27 105,19 81 85,38 94,87 103,37 98 85,20 115,02 102,74 80 88,43 90,46 105,89 110 110,97 99,13 106,16 Tumori maligni dello stomaco 3 2,46 122,07 97,74 4 8,32 48,07 97,66 12 8,26 145,24 102,15 6 8,61 69,71 100,94 5 10,68 46,82 98,31 Tumori maligni colon, retto, g. rettosigm., ano 0 2,46 0,00 94,75 11 8,41 130,83 93,12 9 8,29 108,58 90,47 11 8,63 127,50 94,40 8 10,75 74,43 96,10 Tumori primitivi del fegato 2 1,43 139,89 126,99 4 4,70 85,15 121,23 10 4,70 212,96 117,44 3 4,91 61,06 130,44 11 6,16 178,71 130,26 Tumori maligni trachea, bronchi, polmoni 10 7,70 129,85 105,14 26 25,15 103,39 102,04 25 25,22 99,12 99,21 21 26,30 79,84 104,22 39 33,13 117,73 105,76 Tumori maligni della mammella Tumori maligni dell'utero Tumori maligni dell'ovaio Tumori maligni della prostata 0 1,35 0,00 97,08 5 4,98 100,44 96,88 3 4,77 62,90 97,24 4 5,00 80,07 97,45 0 6,08 0,00 97,74 Tumori maligni della vescica 2 1,00 200,63 93,35 2 3,48 57,43 91,42 4 3,42 117,09 90,00 1 3,59 27,89 92,17 2 4,38 45,62 93,52 Tumori maligni tessuti linfatico, ematopoietico 2 1,67 120,12 100,75 7 5,47 127,96 96,74 5 5,56 89,85 96,29 2 5,63 35,50 103,10 7 7,15 97,85 103,49 Leucemie 2 0,67 298,98 99,45 3 2,23 134,61 93,99 3 2,26 132,49 92,74 0 2,27 0,00 100,33 2 2,89 69,18 102,70 Malattie dell'apparato respiratorio 4 4,01 99,86 97,17 22 15,78 139,38 94,37 11 14,46 76,07 94,99 8 14,79 54,10 97,99 16 19,19 83,38 98,48 Polmonite 2 0,86 233,57 95,50 2 3,70 54,07 90,59 0 3,19 0,00 88,70 1 3,16 31,67 97,71 3 4,47 67,04 99,18 Bronchite, enfisema ed asma 1 2,34 42,64 100,10 11 8,91 123,40 96,28 11 8,39 131,05 98,44 5 8,72 57,36 103,08 9 10,77 83,53 102,69

CAUSA DI MORTE - uomini Mazzano Comune di Brescia Provincia di Brescia Regione Lombardia oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel SMR SMR SMR SMR Tutte le cause 213 189,64 112,32 100,77 5.809 5.789,40 100,34 101,51 29.176 28.107,71 103,80 104,06 258.952 258.952,08 100,00 100,09 Tumori 86 69,76 123,27 104,97 2.306 2.159,10 106,80 108,21 11.142 10.328,56 107,88 108,05 94.466 94.466,07 100,00 100,22 Tumori maligni dello stomaco 11 6,71 163,89 98,91 175 208,76 83,83 99,10 1.107 995,83 111,16 111,05 9.184 9.184,11 100,00 100,14 Tumori maligni colon, retto, g. rettosigm., ano 4 6,72 59,48 94,40 225 209,61 107,34 98,08 891 1.000,39 89,07 91,30 9.242 9.242,90 100,00 100,11 Tumori primitivi del fegato 9 3,87 232,41 126,39 148 121,58 121,73 138,29 814 575,57 141,43 139,01 5.239 5.239,01 100,00 101,18 Tumori maligni trachea, bronchi, polmoni 28 20,82 134,47 104,07 688 648,66 106,07 108,10 3.228 3.086,60 104,58 105,06 28.040 28.040,14 100,00 100,31 Tumori maligni della mammella ------Tumori maligni dell'utero ------Tumori maligni dell'ovaio ------Tumori maligni della prostata 8 3,74 213,66 97,04 134 120,48 111,23 99,35 561 567,86 98,79 99,93 5.385 5.384,92 100,00 99,99 Tumori maligni della vescica 3 2,73 110,00 92,47 87 87,42 99,52 95,05 376 411,31 91,42 92,60 3.828 3.828,08 100,00 99,49 Tumori maligni tessuti linfatico, ematopoietico 4 4,55 87,91 100,78 154 135,51 113,64 105,61 650 662,06 98,18 98,34 6.000 6.000,04 100,00 99,68 Leucemie 3 1,84 163,04 99,13 64 54,19 118,10 106,15 253 267,21 94,68 95,53 2.420 2.420,04 100,00 99,79 Malattie dell'apparato respiratorio 12 11,37 105,57 97,12 353 362,75 97,31 99,67 1.808 1.737,02 104,09 104,01 16.527 16.527,06 100,00 99,68 Polmonite 3 2,51 119,38 95,01 90 79,50 113,21 103,88 381 388,02 98,19 97,31 3.715 3.715,04 100,00 98,92 Bronchite, enfisema ed asma 6 6,57 91,37 100,39 213 210,70 101,09 105,63 1.014 1.000,01 101,40 101,89 9.524 9.524,05 100,00 99,83

CAUSA DI MORTE - donne Nuvolera Bedizzole Calcinato Castenedolo Rezzato oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel SMR SMR SMR SMR SMR Tutte le cause 59 68,88 85,66 94,41 184 194,88 94,42 94,43 197 219,96 89,56 94,69 196 218,17 89,84 94,87 278 253,82 109,52 94,71 Tumori 15 20,34 73,74 95,89 38 54,79 69,36 94,06 54 60,57 89,16 94,04 38 62,30 61,00 97,97 72 74,02 97,28 97,95 Tumori maligni dello stomaco 4 2,07 193,35 99,82 3 5,53 54,22 96,49 7 6,18 113,27 100,37 1 6,30 15,87 104,26 9 7,34 122,67 102,94 Tumori maligni colon, retto, g. rettosigm., ano 4 2,77 144,41 86,79 8 7,48 106,89 84,98 2 8,33 24,02 84,06 3 8,52 35,22 87,35 6 9,96 60,22 88,26 Tumori primitivi del fegato 0 0,62 0,00 94,29 0 1,65 0,00 85,33 2 1,80 111,14 91,20 3 1,88 159,34 107,99 3 2,18 137,32 103,60 Tumori maligni trachea, bronchi, polmoni 1 1,58 63,14 99,50 3 4,25 70,66 97,42 9 4,64 194,17 101,27 0 4,84 0,00 105,72 3 5,76 52,11 104,14 Tumori maligni della mammella 0 3,84 0,00 90,64 7 10,47 66,85 89,00 3 11,55 25,97 86,32 7 11,91 58,77 91,45 13 14,59 89,10 92,12 Tumori maligni dell'utero 0 0,81 0,00 118,45 1 2,18 45,86 109,81 4 2,40 166,84 106,29 2 2,47 80,95 123,78 2 2,97 67,32 124,68 Tumori maligni dell'ovaio 1 0,96 103,86 90,61 1 2,58 38,72 94,22 3 2,83 106,08 99,64 1 2,96 33,84 90,97 1 3,57 27,98 90,45 Tumori maligni della prostata Tumori maligni della vescica 0 0,34 0,00 87,79 0 0,90 0,00 82,83 0 1,00 0,00 77,91 1 1,02 97,68 87,70 1 1,17 85,72 91,07 Tumori maligni tessuti linfatico, ematopoietico 0 1,69 0,00 88,72 3 4,55 65,98 87,88 4 5,03 79,54 88,17 4 5,13 77,93 89,71 5 6,12 81,66 89,79 Leucemie 0 0,66 0,00 100,72 2 1,80 111,05 100,95 3 2,01 149,24 103,55 4 2,01 199,05 103,33 3 2,43 123,39 102,56 Malattie dell'apparato respiratorio 2 3,31 60,50 87,18 10 9,94 100,58 87,33 13 11,36 114,45 87,49 11 10,99 100,06 88,80 5 12,53 39,90 88,25 Polmonite 0 1,07 0,00 82,74 3 3,43 87,54 83,86 5 3,95 126,68 87,75 4 3,73 107,12 85,08 2 4,26 46,96 83,90 Bronchite, enfisema ed asma 2 1,45 138,27 97,51 4 4,12 97,06 95,36 6 4,68 128,10 93,56 6 4,62 129,94 100,80 3 5,26 57,03 100,27

CAUSA DI MORTE - donne Mazzano Comune di Brescia Provincia di Brescia Regione Lombardia oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel oss att SMR Kernel SMR SMR SMR SMR Tutte le cause 278 253,82 109,52 94,71 5.901 6.297,20 93,71 95,48 25.865 26.528,74 97,50 97,73 245.279 245.279,05 100,00 100,11 Tumori 72 74,02 97,28 97,95 1.825 1.762,60 103,54 100,32 7.379 7.580,40 97,34 97,70 68.391 68.391,07 100,00 99,90 Tumori maligni dello stomaco 9 7,34 122,67 102,94 177 180,33 98,15 107,56 873 763,43 114,35 114,10 6.966 6.966,21 100,00 100,10 Tumori maligni colon, retto, g. rettosigm., ano 6 9,96 60,22 88,26 230 243,58 94,43 90,83 886 1.033,53 85,73 87,68 9.411 9.410,78 100,00 100,24 Tumori primitivi del fegato 3 2,18 137,32 103,60 62 53,74 115,36 113,53 269 228,40 117,78 114,74 2.047 2.047,19 99,99 100,62 Tumori maligni trachea, bronchi, polmoni 3 5,76 52,11 104,14 166 137,03 121,14 107,17 569 589,92 96,45 96,39 5.279 5.279,03 100,00 98,99 Tumori maligni della mammella 13 14,59 89,10 92,12 328 332,75 98,57 95,51 1.355 1.454,99 93,13 92,08 13.069 13.069,98 100,00 99,68 Tumori maligni dell'utero 2 2,97 67,32 124,68 96 69,80 137,54 129,87 326 301,90 107,98 112,14 2.711 2.711,95 100,00 99,41 Tumori maligni dell'ovaio 1 3,57 27,98 90,45 84 82,71 101,56 89,31 321 360,02 89,16 91,56 3.220 3.220,02 100,00 99,39 Tumori maligni della prostata ------Tumori maligni della vescica 1 1,17 85,72 91,07 31 29,58 104,81 93,64 109 123,88 87,99 91,83 1.137 1.137,05 100,00 99,22 Tumori maligni tessuti linfatico, ematopoietico 5 6,12 81,66 89,79 133 143,61 92,61 91,76 565 625,38 90,35 91,12 5.607 5.607,03 100,00 100,07 Leucemie 3 2,43 123,39 102,56 59 55,84 105,66 101,86 232 245,91 94,34 96,25 2.206 2.206,03 100,00 99,61 Malattie dell'apparato respiratorio 5 12,53 39,90 88,25 272 324,12 83,92 90,68 1.241 1.337,23 92,80 91,18 12.633 12.632,94 100,00 99,22 Polmonite 2 4,26 46,96 83,90 92 111,31 82,65 85,56 415 456,25 90,96 89,85 4.371 4.371,13 100,00 99,15 Bronchite, enfisema ed asma 3 5,26 57,03 100,27 130 135,30 96,08 104,90 567 559,65 101,31 99,06 5.235 5.235,01 100,00 99,38

Mazzano rispetto a: Mazzano media Comune Provincia Regione media Comune Provincia Regione comuni di Brescia di Brescia Lombardia comuni di di Lombardia vicini vicini Brescia Brescia Kernel Kernel Kernel Kernel CAUSA DI MORTE - uomini SMR Kernel SMR SMR SMR SMR Tutte le cause 100,77 100,71 101,51 104,06 100,09 0,06 -0,74 -3,29 0,68 Tumori 104,97 104,67 108,21 108,05 100,22 0,30 -3,24 -3,08 4,75 Tumori maligni dello stomaco 98,91 99,36 99,10 111,05 100,14 -0,45 -0,19 -12,14 -1,23 Tumori maligni colon, retto, g. rettosigm., ano 94,40 93,77 98,08 91,30 100,11 0,63 -3,67 3,10 -5,71 Tumori primitivi del fegato 126,39 125,27 138,29 139,01 101,18 1,12 -11,90 -12,62 25,21 Tumori maligni trachea, bronchi, polmoni 104,07 103,27 108,10 105,06 100,31 0,80 -4,03 -0,99 3,76 Tumori maligni della mammella ------Tumori maligni dell'utero ------Tumori maligni dell'ovaio ------Tumori maligni della prostata 97,04 97,28 99,35 99,93 99,99 -0,24 -2,31 -2,89 -2,95 Tumori maligni della vescica 92,47 92,09 95,05 92,60 99,49 0,38 -2,58 -0,13 -7,02 Tumori maligni tessuti linfatico, ematopoietico 100,78 100,07 105,61 98,34 99,68 0,71 -4,83 2,44 1,10 Leucemie 99,13 97,84 106,15 95,53 99,79 1,29 -7,02 3,60 -0,66 Malattie dell'apparato respiratorio 97,12 96,60 99,67 104,01 99,68 0,52 -2,55 -6,89 -2,56 Polmonite 95,01 94,34 103,88 97,31 98,92 0,67 -8,87 -2,30 -3,91 Bronchite, enfisema ed asma 100,39 100,12 105,63 101,89 99,83 0,27 -5,24 -1,50 0,56

Mazzano rispetto a: Mazzano media Comune Provincia Regione media Comune Provincia Regione comuni di Brescia di Brescia Lombardia comuni di di Lombardia vicini vicini Brescia Brescia Kernel Kernel Kernel Kernel CAUSA DI MORTE - donne SMR Kernel SMR SMR SMR SMR Tutte le cause 94,71 94,62 95,48 97,73 100,11 0,09 -0,77 -3,02 -5,40 Tumori 97,95 95,98 100,32 97,70 99,90 1,96 -2,38 0,24 -1,96 Tumori maligni dello stomaco 102,94 100,78 107,56 114,10 100,10 2,16 -4,62 -11,16 2,84 Tumori maligni colon, retto, g. rettosigm., ano 88,26 86,29 90,83 87,68 100,24 1,98 -2,57 0,58 -11,98 Tumori primitivi del fegato 103,60 96,48 113,53 114,74 100,62 7,12 -9,93 -11,14 2,98 Tumori maligni trachea, bronchi, polmoni 104,14 101,61 107,17 96,39 98,99 2,53 -3,03 7,75 5,15 Tumori maligni della mammella 92,12 89,91 95,51 92,08 99,68 2,21 -3,39 0,04 -7,56 Tumori maligni dell'utero 124,68 116,60 129,87 112,14 99,41 8,08 -5,19 12,54 25,27 Tumori maligni dell'ovaio 90,45 93,18 89,31 91,56 99,39 -2,73 1,14 -1,11 -8,94 Tumori maligni della prostata ------Tumori maligni della vescica 91,07 85,46 93,64 91,83 99,22 5,61 -2,57 -0,76 -8,15 Tumori maligni tessuti linfatico, ematopoietico 89,79 88,85 91,76 91,12 100,07 0,94 -1,97 -1,33 -10,28 Leucemie 102,56 102,22 101,86 96,25 99,61 0,34 0,70 6,31 2,95 Malattie dell'apparato respiratorio 88,25 87,81 90,68 91,18 99,22 0,44 -2,43 -2,93 -10,97 Polmonite 83,90 84,67 85,56 89,85 99,15 -0,77 -1,67 -5,95 -15,25 Bronchite, enfisema ed asma 100,27 97,50 104,90 99,06 99,38 2,77 -4,63 1,21 0,89

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PROFESSIONE A MBIENTE STUDIO ASSOCIATO

Un’ulteriore fonte di informazioni, che consente di evidenziare possibili anomalie nella distribuzione geografica della mortalità, è costituita dall’elenco degli “allarmi”, contenuto nell’Atlante, che si riferiscono ai comuni che oltrepassano il livello medio di mortalità atteso con una probabilità del 99% che l’eccesso osservato non sia casuale. Si riporta di seguito l’elenco degli allarmi relativi ai comuni analizzati. 1. Allarmi su Mazzano: - nessuno 2. Allarmi su Nuvolera: - nessuno 3. Allarmi su Bedizzole: - nessuno 4. Allarmi su Calcinato: - nessuno 5. Allarmi su Castenedolo: - malattia ischemica – donne 6. Allarmi su Rezzato: - nessuno 7. Allarmi sul Comune di Brescia: - disturbi psichici – donne - tutti i tumori – uomini - malattia ischemica – uomini - malattia ischemica – donne

5.8.3. Presentazione dei risultati

Dall’esame dei dati sopra riportati emerge che il comune di Mazzano non presenta particolari anomalie rispetto ai comuni limitrofi e alla situazione media provinciale e regionale, infatti gli indicatori di mortalità analizzati oscillano in un intervallo di valori abbastanza limitato, di poco superiore in certi casi e di poco inferiore in altri, rispetto alle realtà geografiche di confronto, con andamenti non sempre coincidenti per uomini e donne. Ciò è confermato dal fatto che l’elenco degli “allarmi” non comprende Mazzano e nemmeno 4 dei 5 comuni limitrofi (ad eccezione del solo allarme su Castenedolo per le malattie ischemiche nelle donne). Anche tale considerazione va comunque sempre riferita alla natura statistica delle determinazioni.

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- VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL PGT -

- QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELL’AMBIENTE -

Comune di Mazzano PROVINCIA DI BRESCIA

VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL DOCUMENTO DI PIANO DEL PGT

ALLEGATO 02 AL RAPPORTO AMBIENTALE

- INTEGRAZIONI AL QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELL’AMBIENTE -

Rev. 01: Novembre 2007

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1) EX DISCARICA DI CILIVERGHE Le informazioni relative alla ex discarica di Ciliverghe di seguito presentate fanno riferimento principalmente ai contenuti delle delibere ufficiali e delle “Indagini specialistiche e monitoraggi ambientali ex discarica di Ciliverghe - relazione tecnica” del marzo 2006, commissionate dall’A.C. di Mazzano agli Ingg. C. Gorio e S. Cavallari e a cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento. L’impianto è sito nel comune di Mazzano, in località Ciliverghe, ad ovest dell’omonimo colle e dista circa 200 m dalla località Lazzaretto, 1,5 km dall’abitato di Ciliverghe, 800 m dalla Frazione Macina e 1,3 km da Castenedolo. La discarica è adiacente alla ex SS1 (Tangenziale sud di Brescia) ed alla strada che congiunge Castenedolo a Ciliverghe, a circa 300 m a sud dell’impianto transita l’Autostrada A4. I principali atti normativi che hanno accompagnato le fasi evolutive della discarica in oggetto sono i seguenti: - D.G.R. n. III/20253 del 14.09.1982 “LR 7 giugno 1980, n. 94 - Interventi regionali per l'attuazione di una pubblica discarica controllata per rifiuti solidi urbani nel Comune di Mazzano (Brescia)” che approva, nell’ambito del “piano delle pubbliche discariche controllate” la localizzazione di una pubblica discarica controllata nel territorio comunale di Mazzano; - D.G.R. n. 3/26711 del 24.03.1983 “LR 7 giugno 1980, 94 - Prescrizioni transitorie per la discarica di rifiuti solidi urbani e assimilabili nel Comune di Mazzano (BS)” che contiene prescrizioni transitorie per la gestione dell’esistente discarica di R.S.U. a cui attenersi in attesa di realizzazione del progetto della pubblica discarica controllata autorizzata con la precedente delibera; - D.G.R.L. n. IV/7401 del 25.03.1986 “Legge Regionale 7 giugno 1980 n. 94 e dpr 10 settembre 1982 n. 915 Autorizzazione al Comune di Mazzano (BS) per la realizzazione e la gestione di una pubblica discarica controllata per rifiuti solidi urbani ed assimilabili, insistente su territorio Comunale, località «Ciliverghe»” che autorizza il Comune di Mazzano per la realizzazione e gestione della prima e seconda fase della discarica

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con prescrizioni anche di carattere gestionale per la fase di costruzione, di gestione e di recupero ambientale; - D.G.R. n. IV/30053 del 08.03.1988, “Legge 29 ottobre 1987, n. 441. Approvazione, ai sensi dell'Art 1bis, del progetto di adeguamento della pubblica discarica controllata per rifiuti solidi urbani localizzata nel Comune di Mazzano, località «Ciliverghe»”; - D.G.R. n. IV/31374 del 12.04.1988 “Legge Regionale 7 giugno 1980, n. 94 Autorizzazione al Comune di Mazzano per l'ampliamento della pubblica discarica controllata per rifiuti urbani ubicata sul territorio comunale, località «Ciliverghe»” che autorizza un primo ampliamento; - Ordinanza Regionale n. 25245 del 24.11.1988 che ha imposto al Comune di ampliare l’area di discarica per consentire di smaltire rifiuti fino all’apertura di nuovi impianti; - D.G.R. n. IV/43265 del 26.05.1989 “Determinazioni in merito alla pubblica discarica controllata per rifiuti urbani ed assimilabili ubicata sul territorio del Comune di Mazzano (BS)” che autorizza l’attivazione di un nuovo settore adiacente alla preesistente discarica;

La discarica di Mazzano ha avuto quattro successive fasi di riempimento nel corso di un decennio (1983-1993): - la prima e seconda fase hanno avuto un’estensione di circa 81.000 m2; - la terza fase iniziata a fine 1984 ha aumentato la superficie della discarica a circa 5.000 m2; - la quarta fase iniziata nel 1989 ha portato la superficie complessiva della discarica a circa 95.000 m2 e ad 1.000.000 T di rifiuto conferito. La data ufficiale di chiusura della discarica risulta il 30.11.1989. L’attività è però proseguita fino al dicembre 1990 per la possibilità di utilizzare per il rimodellamento finale scorie da forno inceneritore.

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In data 09.12.1991 venivano dichiarati definitivamente ultimati i lavori e l’11.12.1991 veniva notificata la consegna delle aree recuperate al Comune, pertanto a partire dal 31.12.1991 la gestione della discarica è passata al diretto controllo del Comune. In data 06.03.1992 la Provincia di Brescia ha effettuato il sopralluogo e ha dichiarato che la sistemazione finale e il recupero ambientale sono conformi alle disposizioni autorizzative regionali. Negli anni successivi, a seguito di ripetuti episodi di fughe di biogas e percolato da tutta la discarica è emersa la necessità di approfondire le condizioni effettive della discarica pertanto il Comune ha commissionato specifici approfondimenti, in particolare attraverso: - analisi di campioni di acqua prelevati da piezometri/pozzi a servizio della discarica; - analisi di campioni di acqua prelevati da pozzi privati limitrofi alla discarica; - rilievi topografici e verifica impianti di estrazione di biogas e percolato.

Si riporta di seguito versione integrale delle conclusioni dello studio di approfondimento sopraccitato, che riassume le risultanze di tutte le campagne di approfondimento e analisi svolte negli anni successivi alla chiusura dell’impianto e le attuali problematiche della discarica già oggetto di specifiche riunioni tecniche tra i diversi enti interessati:

“La discarica è divisa in 3 aree con caratteristiche realizzative, che non forniscono sicurezza di tenuta. Circa 86.000 m2 hanno un telo sintetico come protezione mentre il IV lotto (9.000 m2) risulta realizzato con 2 teli sintetici. La discarica è direttamente in carico al Comune dal 1992 e la sua gestione presenta criticità rispetto a quanto indicato nell’autorizzazione regionale (Delibera della Giunta della Regione Lombardia n. 7401 del 25 marzo 1986) e alle recenti normative di settore. L’estrazione del percolato avviene tramite i pozzi di aspirazione del biogas i quali non raggiungono il fondo della discarica, ma sono ad una quota di circa + 5,00 m dal fondo.

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Negli ultimi anni sono stati smaltiti una media di circa 2.200 m3 di percolato all’anno. Tali quantità sono considerate inferiori rispetto alla potenziale produzione di percolato, stimata sulla base di valori di letteratura e di valori registrati in discariche analoghe presenti sul territorio. Dalle misure effettuate si stima che tutto il corpo della discarica sia saturo di liquido fino al piano campagna, calcolando una quantità attualmente presente pari a circa 120.000 - 150.000 m3 di percolato estraibile. Dalla campagna di analisi effettuata per individuare la qualità delle acque di falda si ha avuto la conferma che è possibile un fenomeno di contaminazione della sola falda superficiale da parte del percolato che fuoriesce dalla discarica. In aggiunta ai difetti strutturali, la. ridotta estrazione di percolato, ha portato alla formazione di un battente idraulico che aumenta notevolmente la possibilità di fuoriuscita di liquido inquinante e la sua velocità di infiltrazione nel terreno. Dallo studio idrogeologico emerge che il percolato si unisce all’acqua della falda più superficiale ed esiste più a valle il rischio che possa infiltrasi nel sottosuolo raggiungendo la falda profonda, che però non risulta al momento contaminata. Lo studio idrogeologico ha fornito gli elementi per conoscere le caratteristiche della falda locale e le sue interazioni con la falda profonda, intercettata da pozzi privati posti idrologicamente a sud della discarica. Al fine di tutelare la fruibilità dell’acqua e la salute degli abitanti del territorio a valle sono stati analizzati alcuni pozzi presenti sul territorio dei Comune di Castenedolo evidenziando il rispetto dei limiti di legge. Lo studio idrogeologico effettuato indica che la possibile unione della falda superficiale con quella profonda può avvenire ad oltre un chilometro di distanza dalla discarica. Nel terreno percorso dall’acqua superficiale contaminata possono avvenire fenomeni naturali di depurazione, ad esempio di filtrazione, degradazione biologica, adsorbimento che, insieme ad un’elevata diluizione, non fanno compromettere la qualità dell’acqua della falda profonda, infatti, i pozzi posti nel Comune di Castenedolo, e più distanti dalla discarica, mostrano che le acque rispettano i limiti di legge. A seguito dall'indagine geoelettrica è emerso che vi sono zone di possibile diffusione di percolato nel sottosuolo che potrebbero anche essere vie di diffusione dei biogas. La circolazione del metano nel sottosuolo rappresenta una fonte di potenziale pericolo da approfondire con urgenza. 5 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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Per quanto riguarda la gestione del biogas, è conclusa la convenzione tra il Comune di Mazzano e la società Altertecno a cui era stato in passato affidato il servizio di estrazione del biogas e suo sfruttamento per la produzione di energia. Recentemente è stato stipulato un contratto con la società Gedit S.p.a. per la realizzazione di interventi (di imminente esecuzione) di conversione, adeguamento emessa in sicurezza delle parti residenziali dell'impianto di produzione e.e. da biogas (in allegato). Il giorno 10 aprile 2006, per esaminare le problematiche generali e lo stato di gestione della discarica, è intervenuta una riunione tecnica presso la sede di ARPA Brescia presenti oltre al Comune di Mazzano anche la Provincia di Brescia. Il verbale della riunione tecnica recita (…)”

2) EX CAVA FLORIO La cava Florio è sorta all’epoca della realizzazione dell’autostrada Milano-Venezia come cava di prestito. Successivamente la cavità realizzata con l’escavazione è stata riempita con rifiuti, inizialmente non bene identificati, in un periodo storico in cui la normativa ambientale non disciplinava ancora in modo rigoroso la tematica della gestione dei rifiuti. La Regione Lombardia con DGR n. IV/3691 del 03.12.1985 ha ordinato al titolare la chiusura della discarica e la bonifica del sito. La stessa Regione Lombardia, nell’ambito del censimento dei siti con rischio sanitario-ambientale (censimento del 1990-1991 a cura di Lombardia Risorse), per la predisposizione dei piani di bonifica previsti dalla L. 441/87, ha inserito il sito in oggetto tra le “aree contaminate da rifiuti”. In sostituzione del titolare, il Comune ha incaricato un tecnico specializzato di eseguire un indagine per verificare la qualità e la quantità dei rifiuti depositati. Dalla dettagliata campagna di campionamento e analisi effettuata a cura del PMIP-USSL n. 41 sulle matrici prelevate nelle trincee è emerso che si trattava sostanzialmente di fanghi derivanti dalla lavorazione del marmo e dei graniti; non è stata rilevata la presenza di solfati, cianuri o cromo totale. In seguito alle analisi, i rifiuti sono stati classificati dal PMIP come “rifiuti speciali” non tossico-nocivi.

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Sulla base di tali risultanze è stato predisposto un progetto di bonifica che prevedeva l’allontanamento di alcuni fusti ritrovati in sito, l’accantonamento e la riallocazione dei restanti rifiuti con opportune tecniche operative di isolamento atte ad impedire qualsiasi forma di inquinamento superficiale o sotterraneo. Ai sensi della normativa vigente il progetto di bonifica della ex cava Florio è stato approvato dal Comune di Mazzano con D.C.C. n. 523 del 10.07.1987 (successivamente aggiornata con DGC n. 365 del 17.09.1991), ha ottenuto parere positivo di Regione Lombardia (nota prot. n. 5154-24220 del 05.10.1987) e Provincia di Brescia (nota prot. n. 147787 D.A. del 06.10.1987) ed è così diventato esecutivo. Con provvedimento provinciale la società La Felce s.r.l. è stata autorizzata con DGP 27/44/91 PG10-113 R.V. del 12.03.1991 ad esercire attività estrattiva di sabbia e ghiaia in un terreno attiguo all’ex cava Florio (loc. Quera del Comune di Mazzano). La Felce s.r.l. ha stipulato una convenzione con il Comune di Mazzano sottoscrivendo in questa sede l’impegno ad occuparsi anche del recupero e della sistemazione dell’adiacente ex cava Florio. La documentazione agli atti evidenzia che i lavori di recupero e sistemazione della ex Cava Florio hanno previsto la ripresa dei rifiuti derivanti dalla lavorazione del marmo e dei graniti e loro riallocazione in posizione confinata all’interno di strati argillosi continui (sopra, sotto e ai lati) tali da garantire nel tempo l’isolamento necessario. Con certificato di ultimazione lavori del 04.01.1995 la D.L. ha comunicato la conclusione delle attività di recupero e sistemazione, avvenuta in data 23.12.1994. Successivamente, in data 10.01.1996 è stato redatto il verbale di ultimazione lavori presso la cava Felce, in cui il tecnico incaricato dal Comune di Mazzano ha dichiarato i lavori congruenti con il provvedimento abilitativo e la chiusura dell’attività autorizzata. Il Comune di Mazzano con DGC n. 119 del 25.03.1996 ha preso così atto della chiusura della cava Felce, con riferimento al verbale di collaudo di cui sopra. Da informazioni recepite dagli uffici comunali, ad oggi l’ex cava Felce (adiacente all’ex cava Florio) a seguito del recupero ambientale è destinata ad usi sportivi (poligono per esercitazioni di tiro dinamico).

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3) VULNERABILITÀ DA NITRATI Al fine di accertare l’esistenza di dati ufficiali relativi alle caratteristiche idrochimiche delle acque prelevate dai pozzi privati, e per verificare il parametro “nitrati” nelle falde in relazione ella classificazione di “Comune vulnerabile” attribuita a Mazzano (ex D.G.R. n. 8/3297 del 11.10.2006 Nuove aree vulnerabili ai sensi del d.lgs. 152/2006: criteri di designazione e individuazione), si è provveduto a verificare la disponibilità agli atti comunali degli esiti di eventuali campagne di monitoraggio delle acque prelevate dai pozzi privati esistenti sul territorio comunale. Da informazioni ricevute dall’Area Tecnica del Comune è emerso che non vi sono dati a disposizione dell’Amministrazione Comunale relativi ad analisi di pozzi privati riguardanti tale parametro e che i pozzi di adduzione dell’acqua destinata all’acquedotto comunale sono gestiti da A.S.M. Brescia S.p.a., presso cui sono depositati anche gli esiti di eventuali campagne di monitoraggio dei nitrati. Si evidenzia che nelle successive fasi di VAS, nell’ambito dell’individuazione degli obiettivi specifici di carattere “ambientale”, verrà sottoposta all’Amministrazione Comunale la necessità di acquisire elementi di indagine più approfonditi su tale tematica.

4) QUALITÀ DELL’ARIA – CORRELAZIONE EMISSIONI CEMENTERIA ITALCEMENTI SPA Utile approfondimento di indagine a disposizione dell’Amministrazione Comunale di Mazzano su detta tematica specifica è l’“Indagine sull’impatto della Cementeria Italcementi - Valutazione qualità dell’aria” condotta da Consulenza Ambientali S.p.A., la cui redazione definitiva si è conclusa recentemente (la data di emissione del documento finale risale al 19 aprile 2007). Rimandando direttamente alla versione integrale del documento per ogni ulteriore approfondimento, se ne riportano di seguito gli estratti metodologici principali e la versione integrale delle conclusioni che ben riassumono i risultati di indagine. La presente relazione illustra i risultati dell’indagine sulla qualità dell’aria nel territorio dei Comuni di Rezzato e Mazzano, in relazione all’impatto della Cementeria Italcementi sullo stato della stessa. 8 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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L’attività di monitoraggio e analisi si colloca nell’ambito di un progetto più ampio, commissionato dalle Amministrazioni Comunali di Rezzato e Mazzano, volto a individuare e possibilmente quantificare gli impatti ambientali e igienico-sanitari delle attività della Cementeria Italcementi, in relazione anche alla domanda di ampliamento dello stabilimento avanzata dall’azienda. Il progetto in questione si pone due distinti obiettivi: 1 Valutare il contributo della Cementeria Italcementi nella determinazione dello stato di qualità dell’aria nei territori di Rezzato e Mazzano; 2 Analizzare lo stato di salute della popolazione in relazione alla qualità dell’aria in area urbana al fine di determinare eventuali rapporti di causa effetto. Il secondo obiettivo è curato dagli specialisti dell’Istituto dei Tumori e dell’Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano, a cui si rimanda per l’analisi dei risultati. La presente relazione illustra la metodologia di lavoro e i risultati ottenuti per il raggiungimento del primo obiettivo. (…) Il lavoro è stato articolato in tre fasi: - Fase 1 – Raccolta informazioni preliminari e analisi del territorio; - Fase 2 – Monitoraggio della qualità dell’aria tramite campagne di misura - Fase 3 – Analisi statistica dei risultati ed elaborazione delle conclusioni (…) FASE 1 Consiste in uno studio preliminare della distribuzione delle potenziali sorgenti inquinanti, con riferimento alle analisi da effettuare, per l'individuazione delle aree all'interno delle quali posizionare le stazioni di misura nelle campagne di monitoraggio. (…) FASE 2 In tale fase è stato effettuato un monitoraggio volto a rilevare le concentrazioni degli inquinanti ritenuti più significativi sulla base di quanto emerso dalla fase 1 e dalle altre informazioni eventualmente disponibili.

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Le tipologie di indagini eseguite sono le seguenti: 1 Misure con laboratori mobili: dati meteorologici orari (T,DV,VV, PRESS, Ur) e analitici (concentrazioni orarie di polveri, NOX e altri inquinanti) (misure di 8 gg/cad in 2 punti per comune). 2 Misure di polveri totali, fini e ultrafini in 20 ulteriori stazioni con 2-3 giorni di misura cadauno. 3 Misure di ossidi d’azoto con campionatori passivi analyst® per un totale di 24 punti sul territorio per la durata di 15 giorni. 4 Campionamento di lamine fogliari per il bioaccumulo di metalli. Sono state effettuate due campagne di misura: la prima nel mese di settembre 2006, la seconda nel mese di gennaio 2007. Le due campagne in periodi temporali diversi permettono di tener conto delle diverse condizioni atmosferiche e del funzionamento o meno degli impianti termici per riscaldamento. Entrambe le campagne includono quanto previsto nei punti 1,2,3. Il campionamento di lamine fogliari è stato naturalmente eseguito nella sola campagna estiva. Al termine del monitoraggio è stato infine valutato l’impatto della sola Cementeria Italcementi sulla qualità dell’aria, ipotizzabile nei periodi corrispondenti alle campagne di misura effettuate, al fine di determinare l’effettivo contributo dello stabilimento al livello di inquinamento rilevato sul territorio. A tal fine è stato utilizzato nuovamente il software di simulazione Calwin. Tale software consente di valutare infatti la dispersione sul territorio degli inquinanti che originano da determinate sorgenti, in condizioni meteorologiche stabilite. Al fine di rendere efficace l’analisi la valutazione è stata effettuata utilizzando i dati meteorologici rilevati nel corso delle due campagne di misura. (…) FASE 3 In tale fase tutti i dati raccolti o calcolati da simulazioni sono stati sottoposti ad analisi statistica multivariata e a elaborazione geostatistica attraverso metodi di interpolazione applicati con un sistema informativo territoriale. L’applicazione di adeguate tecniche statistiche consente di offrire un quadro della situazione ambientale territoriale, di rilevare le eventuali criticità e, soprattutto, di mettere in luce, la eventuale correlazione tra lo stato di qualità dell’aria e le sorgenti presenti sul territorio.

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Gli stessi risultati possono essere verificati tramite confronto tra le mappe di dispersione elaborate tramite interpolazione geostatistica. (…) CONCLUSIONI In relazione agli obbiettivi dell’indagine possiamo affermare che: 1. La qualità dell’aria nel territorio appare sicuramente compromessa. - Sono molto elevati i valori di Polveri e di Ossidi d’azoto, sia in estate sia in misura molto più evidente in inverno. - L’ozono, ancorché non misurato nel periodo di maggior concentrazione attesa (maggio-luglio) è risultato elevato in periodo estivo. - Gli idrocarburi sono a livelli significativi. - I BTEX (benzene e composti simili) sono elevati, ancorché nei limiti. - Le concentrazioni dei vari inquinanti aumentano significativamente in periodo invernale, sia in ragione della presenza degli impianti termici, sia in ragione dell’instaurarsi di regimi meteorologici in grado di concentrare gli inquinanti al suolo. - I valori di ossidi d’azoto e polveri sono in genere più elevati a Rezzato della media provinciale. - I valori di Rezzato di NOx e polveri sono risultati costantemente più alti a Rezzato che a Mazzano 2. La centralina della provincia di Rezzato è idonea a dare un quadro realistico dell’esposizione degli abitanti della zona. 3. L’analisi delle carte di isoconcentrazione evidenzia alcune zone di maggior criticità: - l’abitato del comune di Rezzato con qualche allargamento verso la cementeria - l’abitato Nord di Mazzano in periodo invernale. 4. Queste distribuzioni possono essere considerate un indice delle ricadute al suolo delle emissioni della cementeria, in quanto abbastanza ben collegate alla provenienza dei venti, e si situano pressoché sempre sottovento alle emissioni. 5. L’accumulo di metalli nelle foglie in genere esclude una significativa influenza dell’insediamento, ma individua piuttosto la presenza di altre fonti locali. Esiste, tuttavia, una differenza di accumulo dell’alluminio e ferro nelle foglie rispetto a campioni di altre zone.

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Per questi due metalli l’analisi statistica multivariata ha mostrato una correlazione statisticamente significativa delle concentrazioni con la distanza dalla cementeria. Si ricorda che gli ossidi di alluminio e ferro sono tra i costituenti del cemento. 6. L’analisi statistica multivariata ha mostrato una correlazione statisticamente significativa delle concentrazioni di ossidi d’azoto con le distanze dalla cementeria. Una correlazione significativa esiste anche con la distanza dalla tangenziale. 7. L’incidenza dell’emissioni dell’italcementi media sul lungo periodo raggiunge al suolo valori tra 4 e 10 ug/mc negli abitati per gli ossidi d’azoto (fino al 25% del limite medio annuo) e di 0,2-0,7 ug/mc per le PM 2,5. Naturalmente è da ritenere che un apporto importante di polveri provenga anche dalle attività di Cava e dalla emissioni diffuse dell’insediamento, e che quindi l’apporto delle polveri non possa che essere sottostimato.

5) DEPURATORI COMUNALI Le informazioni relative alla gestione dei depuratori comunali fanno riferimento alle delibere ufficiali messe a disposizione dall’Area Tecnica del Comune, delle quali si riportano estremi e sintesi dei contenuti: - DGC n. 99 del 19.07.2004: Approvazione di accordo di programma quadro fra comune di Mazzano e autorità d’ambito della Provincia di Brescia per l’intervento inserito nel AdpQ “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse Idriche” denominato “collettamento al depuratore di Verziano dei reflui provenienti dal Depuratore di Mazzano” Con la quale il Comune di Mazzano delibera di approvare lo schema di accordo di programma approvato dalla Conferenza d’ambito con deliberazione n. 4 del 19.04.2004, di dare mandato al Sindaco di sottoscrivere l’accordo di programma con l’Autorità d’Ambito, di trasferire ad A.S.M. Brescia S.p.a. i compiti e le responsabilità derivanti dal suddetto accordo. - DGC n.59 del 06.06.2005: Proposta di modifica del Piano Regionale di Risanamento delle Acque in merito alle previsioni per il depuratore di Ciliverghe. Con la quale il Comune di Mazzano delibera la richiesta di modificare le previsioni del PRRA (che prevedono il collettamento del depuratore comunale 12 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

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di Mazzano a Verziano e l’adeguamento e ampliamento del secondo depuratore comunale sito in Ciliverghe entro il 2016) richiedendo che anche il depuratore di Ciliverghe venga collettato a Verziano. In particolare la richiesta del Comune, ai sensi della D.C.R. n. VII/402 del 15.01.2002, prevede “la disattivazione dell’impianto di depurazione di Ciliverghe (denominato impianto 2) e collettamento degli scarichi fognari al depuratore di Verziano mediante la realizzazione di una condotta di collettamento al futuro collettore fognario dei 5 comuni (Nuvolera, , Prevalle, e ) per complessivi 3,2 Km di tubazione in pressione, realizzazione di adeguato ripompaggio presso l’attuale depuratore comunale e sistemazione vasca volano del depuratore esistente” - DGC n. 34 del 12.04.2006: Approvazione del progetto definitivo-esecutivo per il collettamento dei reflui fognari dei comuni di Mazzano, Nuvolento, Nuvolera, Paitone, Prevalle e Serle al depuratore di Verziano. Con la quale il Comune di Mazzano approva il progetto definitivo-esecutivo predisposto da A.S.M. Brescia S.p.A. per il collettamento dei reflui fognari dei comuni di Mazzano, Nuvolento, Nuvolera, Paitone, Prevalle e Serle al depuratore di Verziano, III° lotto, I° stralcio, pervenuto in data 23.03.2006, prot. n. 6197 ed in data 04.04.2006 prot. n. 6994. - DGC n. 36 del 03.05.2006: Approvazione dell’accordo di programma tra gli enti locali ricompresi nell’area omogenea centrale per la costituzione del soggetto gestore ai fini dell’affidamento del servizio idrico integrato nell’area. Con la quale il Comune di Mazzano delibera di approvare la proposta di accordo di programma allegata alla stessa delibera, da sottoscriversi da parte dei Sindaci dei Comuni appartenenti alla cosiddetta Area Centrale. Tale accordo di programma ha per oggetto la gestione del Servizio Idrico Integrato e prevede che i soggetti sottoscrittori si impegnino ad assumere tutte le iniziative necessarie per addivenire all’affidamento del Servizio Idrico Integrato ad una società mista pubblico-privata.

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6) IMPATTO ACUSTICO NEI CONFRONTI DEI RICETTORI SENSIBILI: LE SCUOLE La relazione tecnica allegata alla recente variante alla Zonizzazione Acustica del territorio comunale, approvata con DCC n 79 del 18.12.2006 evidenzia come la tematica relativa all’impatto acustico sui ricettori sensibili “scuole” sia stata affrontata attraverso “sopralluoghi per ciascuna scuola pubblica onde verificare, anche fonometricamente, lo stato acustico inteso come individuazione delle sorgenti sonore e isolamento acustico del fabbricato scolastico”. La principale sorgente sonora è stata individuata nel traffico veicolare. I rilievi in ogni singola scuola sono consistiti nella misura di livelli sonori in corrispondenza dell’aula più esposta al rumore del traffico nella condizione “a finestre aperte” e a “finestre chiuse”. Come affermato dagli estensori dello studio, in taluni casi le misure sono state disturbate dalla presenza degli alunni e da altri rumori interni all’edificio e, inoltre, i valori ottenuti sono definiti dagli stessi “a carattere puramente indicativo”. In ogni caso, le conclusioni dei tecnici dichiarano che “ad eccezione delle scuole materne di Mazzano si ritiene che le condizioni acustiche degli edifici scolastici non siano tali da consentire il confort acustico necessario e prescritto per le attività svolte negli edifici stessi. Nell’eventualità di un piano di risanamento la situazione acustica dovrà essere adeguatamente ed ulteriormente indagata.” Da indicazioni ricevute dall’Area Tecnica del Comune è emerso che, ad aggiornamento delle informazioni contenute nella sezione specifica della relazione di zonizzazione acustica (già indicanti la tipologia dei serramenti installati in ogni edificio), il Comune di Mazzano ha recentemente provveduto alla sostituzione dei serramenti della scuola secondaria di 1° grado (Media Fleming). Riconoscendo la delicatezza del tema e la difficile, ma spesso inevitabile, coesistenza tra la rumorosità prodotta dal traffico veicolare (principale sorgente rumorosa nella maggior parte dei contesti antropizzati) e la presenza di ricettori sensibili (es. scuole) nelle immediate vicinanze delle strade, si evidenzia che nelle successive fasi di VAS, nell’ambito dell’individuazione degli obiettivi specifici di carattere “ambientale”, verrà sottoposta all’Amministrazione Comunale la necessità di acquisire elementi di indagine più approfonditi su tale tematica specifica al fine di: - intervenire attivamente in risposta alle eventuali effettive criticità, qualora accertate in via definitiva dalle successive indagini di approfondimento; 14 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

- VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL DOCUMENTO DI PIANO DEL PGT - Allegato 02 al Rapporto Ambientale - Integrazioni al Quadro Conoscitivo dello Stato dell’Ambiente

PA

P ROFESSIONE A MBIENTE S TUDIO ASSOCIATO

- intervenire attivamente nell’ambito della pianificazione urbanistica di PGT, attribuendo una maggior attenzione al tema dell’impatto acustico verso i ricettori, in particolare in occasione della localizzazione di nuovi ricettori sensibili sul territorio comunale.

7) APPROFONDIMENTI SUL TEMA SALUTE PUBBLICA Ad integrazione di quanto già presentato, è stato consultato il nuovo “Atlante di mortalità nei distretti dell’ASL della Provincia di Brescia anni 1999-2003 – del febbraio 2007” (finito di stampare nel marzo 2007), relativo ai dati di mortalità aggregati per distretti socio- sanitari dell’ASL (e non per singolo comune come nell’atlante 1989-1994) e confrontati con ASL di Brescia e Lombardia. Come richiesto in sede di conferenza di valutazione e a seguito dei contatti intercorsi con ASL Brescia, in calce alle presenti integrazioni si allega versione integrale della nota ASL Brescia prot. 120705 del 04.09.2007 quale ulteriore approfondimento della tematica in oggetto.

8) TEMATICA VIBRAZIONI In merito a questo specifico aspetto si evidenzia che presso la cantina della Scuola Materna di Mazzano è stato installato un sismografo “Minimate plus s.n. BE4790 V 4.02” per lo studio in continuo delle vibrazioni sollecitanti l’edificio. La necessità di avvalersi di questa tipologia di monitoraggio risponde all’esigenza di verificare gli effetti dell’attività di Italcementi S.p.A. in termini di vibrazioni. Visto che la tematica è particolarmente sentita dalla popolazione di Mazzano, si evidenzia che nelle successive fasi di VAS, nell’ambito dell’individuazione degli obiettivi specifici di carattere “ambientale”, verrà sottoposta all’Amministrazione Comunale la necessità di approfondire tale tematica specifica al fine di intervenire attivamente in risposta alle eventuali criticità accertate.

15 COMUNE DI MAZZANO PROVINCIA DI BRESCIA

- VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL DOCUMENTO DI PIANO DEL PGT - Allegato 02 al Rapporto Ambientale - Integrazioni al Quadro Conoscitivo dello Stato dell’Ambiente

EGREGIO SIGNORSINDACO COMUNEDI MAZZANO PROF.LUIGI ELISETTI DIREZIONESANITARIA ViaGalileo Galilei.20 E p.c. 030- 3638253 EGREGIODIRETTORE DIREZION E DISTRETTUALE BRESCfA,o4tÙ9tj7 Gtr.STIONAIF N 2 DR.GIUSEPPE AMORUSO Prot.n. 120705 LOROSEDE

oGGETIO:Richiesta dati i dellacomponente "Salute Pubblica" della V.A.S.

Con riferimentoalla rich di dati ai fini della valutazionedella componente "Salutepubblica" si invialo 'înalisidei dati di mortalitàper causa e frequenzadei ricoveriospedalieri per r respiratorienella popolazione residente nel comunedi Mananonel periodo2001 - 200 " eseguÍtodal Seruizio Epidemiologico di questa Azienda.

Il suddettostudio, ha compgftatouna valutazioneapprofondita dei dati in possesso nonchénoncneulterioriurtenon indaginilncagtnt epidemirblogicheepÉemr9logrcne nellaneila popolazionepopolaztone (quale estensioneescenstone 0rdi preceoenflprecedenti studieffettuati nel periodo199p-2001 che avevanoevidenziato eccessi di ricoverie/o mortiper patologie respiratorie rfon tumorali negli anziani), per mostrare eventuali eccessi dellesuddette patologie in annidiù recenti. Sonostati, quindi, analízzati: i 1. la mortalitàper grandigriuppi di causee peralcune cause specifiche nel periodo 2001-2005confrontata c{n i tassidi mortalitàregionali nel triennio 1999-2001, in mancanzadi dati regionali]più recenti; 2. i ricoveriospedalieri Oer Rftologie respiratorie nel periodo 2002-2005

Punto 1 i Nel Comunedi Mazzan{lhnalisi di mortalitàper grandi gruppi di cause ha evidenziato,rispetto ai dati regiQnaliattesi, nei maschiuna mortalitàin linearispetto alle mortiattese (158 morti contro lq 159.4attese veditab, n.1)e nellefemmine 155 morti in totafesempre in linearispetto allè 158,1 mofti attese (vedi tab. n. 3). Per quantoriguarda, poi,l f?nalisi di mortalitàper singolecause nei maschisono state rilevateeccessi di mofti os5ervaterispetto a quelleattese, tutte statisticamente!9Il signifìcative,p€r cirrosiepatica, fumori del fegatoe broncopneumopatiecronico-ostruttive (BPCO)(vedi tab. n.2), i

ASLdÍ Brescia- Sedelegale: Viale Duca degli Abruzzi nr. 15- 75t24 BRESC-iA Tel. 030.38381Fax 030.3838233 - www.aslbrescia,it - ilfg,[email protected] Codiq Fiscalee PaftitaIVA: 03436310175 I

r'-ìib-1;:xs \\rìll. lfJ -ì I rl .ì')').1 \l tì Nellefemmine si è riscontqatoun eccessodi morti statisticamgntpsignificativo per malattiedell?pparato respiratoriQ (BPCO) ed eccessi,statisticamente non significajivi,per polmoniti,riti,cirrosi epatica e tumorildellamammella (vedi tab. n. 4). Si ricorda,comunque, che l'eccesso di mortitra le femmineper BPCOè in lineacon i datiASL, rSL,relativi alla mortalita d4l Distretton. 3 nel periodo19991999-2003. Le morti per tumori del lfegato e cirrosi epatíca risultarisultano vicíno alla soglia di significativitàper i solimaschi, rfa questidati sonoin lineacon i dati di monalitàper tumoridel fegatodel Distretton. p dellASL(Aflante di mortalità1999-2003). Punto2 Ricoveriospedalieri: di dimissioneospedaliera (SDO) vedi tabella n. 5. In guestatabella riportati i tassi dei soggettiricoverati per patologie respiratorienel periodo 2002- . Nei maschi si riscontraun numeroassoluto di ricoveratiper if totaledelle p maggioredel37o/o rispetto alle femmine. Frale singolepatologie si riscontratoper: Infezioniacute def vie respiratorieun modestoKressot statisticamente non_Significativo sia i maschiche nelle femmine Polmoniteed un difetto, statisticamentenon significativosia neí maschiche nelle Malattie polmonar cronico-ostruttiveun difetto, statisticamentenon significativo,nei i e statisticamentesignificativo nelle femmine Aftremalattie del respirato ri o vn difetto,stati stica m e nte sÍg.nificativo, nei maschie stati nonsignificativo nelle femmine. Tabellan. 6: concerne ricoveratiper fasciadi età. Si evidenzianomodeste differenze,tutte tra i tassi di ricoveratiosservati a Mazzanoe quelli def resto dell' Per i ricoveratiin età atrica(<15 anni),infine, non esisteun eccesso statisticamentesignifi cativo di i ricoveratia Mazzanorispetto al restodellîSL, In conclusioneil presentelstudiomostra, nei maschi,un eccessodi mortalitàper patotogieepatiche (in accordo i dati dell'interaASL rispetto ai dati regionali)ed un eccessodi mortalità(rispetto ai dati regionali)per malattÍerespiratorie non tumorali (soprattuttoBPCO) nelle datoquest'ultimo che appare simile a quantoosseruato nell'interaA,Sl anchese a Mazzafoè di entitàmaggiore. Si devenotare, però, che fi'eccesso di morti nelle femmine per malattie respiratorie (simileal restodellîSl come ) è in contrastocon i dati dei ricoveriospedalieri per le stessepatologie, che non un eccessosignificativo rispetto al restodellîSL. Ladiscrepanza anzidetta esseredovuta a: r differenzenella compilaziofe o codifica delle schede di morte; r. sfasaturaSrasaturatemporale poi(hépolgne la moÉemorte per patologiepatologlecronichecronicne polmonaripolmonan come la BPCOesprime malattie iirsorte in passato,mentre i ricoveriindicano malattie attualmentepresenti; r . diversitàdi cause,in duantodifferenti fattori possonoaumentare íl rischio d'ínsorgenzadi una malattia, della sua evoluzione o dell'affrettare Iecondizioni del pazienteverso il decesso. Perla dífformità,in definitívd,dei rísuftatídello studio effettuato sulla frequenza dei ricoveriospedalieri nel periodo1998-2001 (che evidenziavaun eccessosignificativo per i ASLdi Brescia- Sedelegale: Vìale Duca degli Abruzzi nr. 15- 25124BRESCiA Tel.030.38381 Fax 030.3838233 - www.aslbrescia.it - [email protected] CodicelFiscalee Paftita IVA: 03436310175

'+AS 'N 99:IT LEAZ TZ 9V6|ZIZ EtA I XAI ONUZZUI,.IfNNHOf : UC BPCOnegli anziani dí entrambili sessi) e quellooggetto della presente analisi non è possibiletrarre conclusioni decisirf nell'interpretazione deidati emersi dai due studi.

I A disposizioneper ulteriori$ventuali chiarimentí, l'occasione è graditaper porgere cordiafisaluti

DIRETTORESANTTARIO .ssaAnnamaria IndelÍcato)

I I I i-.. I Lt V

i ASLdi Brescia- Sedelegale: Viale Duca degli Abruzzi nr. 15- 25t24 BRESCIA Tel. 030.38381Fax 030.3838233 - www.aslbreseié.it - [email protected] CodlceFiscale e PartitaIVA: 03436310175

'1=S 'N 99:tI LOOZ. TZ 9V6rZrZ AtA : XUI ONUZZUI!fNnH0f, : U0 ! Ct {rluNÈ *! i,rAZjiAfii) 018237 10sET. DIREZIONESANIÎARIA 2tJA7 ServizioEpidemiologico ViaCantore n. 20 - 25t28, Brescia rel. 030/3838608/0s/02/01/11 Fax030/3701404

Brescia,2glgl0T Prot. Vs.nota n. Allegati:

OGGETTO: Analisi dei dati di mo per causae frequ enz dei ricoveri ospedalieriper patologie spiratorie nella popolazioneresidente nel comune di azzanonel periodo 2001-2005

INTRODUZIONE dr A seguito della segnalazionedella possibilepresenza di inquinanti ambientalinel comune Mazzanee quale estensionedi íentistudi sulle schede di dimissioneospedaliera e sui datidr mortalitÈr,che hanno cvidenziato ssi di soggetti ricoverati c/o morti a Mazzano per patologie respiratorienon tumorali negli anzi i nel periodo 1996-2001,sono statesvolte ultsriori indagini cpíderniologichenella popolazi one evidénziareeventuali eccessi delle suddettepatologie in anni più recenti.In particolare sono state -2005; l) la mortalitàper grandi gnrppi di e peralcune causc specifiche nei periodo 2001 2) i ricoveri ospedalieriper patologie nel periodo 2002-2005.

MATERIAI,I E METODI Popolazione

La popoìazionedel comunedi M eradi 9197 abitanti(4550 maschi e 4647 fcrnmine),mentre I quelladell'ASL di Bresciaeccetto era di 1007229abitanti (495718 maschi e 5ll5t femmine)al Censimento2001. Mortalita c lc cause A scopodi confrontabilità con i dati[eeionali, sono stati presi in esarnei gruppi di causc dati di mortalità -\'p€lc'lifrcheutilizeate dalla Regione.. rl.,ihurdia nerper Iele elaborazionielai,orazionioeriodicheperiodiche dci {oiU*Ai. su perASL. Sonostati vtilizzatii dati àellescheclà di morteISTAT, raccolte, codificate c caricate

'1èS 'N 351-11^193: U0 99irr. LASZ TZ 9V6T7IZ ETg : XUJ oNuzzut^l supportoinformatico da personale I'ASL aft'erenteal Serviziolgiene Pubblicae Servizio Epidaniologicodell'ASL, nel peri 2001-2005. Per il conhonto con la Lombardia. 1999-2001.in marrcanzadi dati piu I morti osservatinell'area intercssata stati rapportati ai rnorti attesi,calcolati utilizzando i tassi età specifici della Regione ia, pcr le diverse cause, nei maschi e nelle tbmmine separatamente,utilizzando il rndirettodi standardizz,azionedei tassi per età. Si è quindi procedutoal calcolodel rapportotra di morti osservatee numero di morti atteseper tlgrti causa(rapporto standardizzatodi lità, SMR). Per I'interpretazioncdell'SMR si considerichc essoha un valoreuguale (o vicino) I quandoil numcrodi morti osservatenella popolazione in studiocorrisponde a quello attesosu a bascdclla mortalità della popolazione standard. Un valore supoiorea I indicaun eccesso di morti rispetto allo standard,mentre un SMR minore di I indicauna mortalitainferiore allo standard.L'intervallo di confìdenzaal 95o/o(lC 95%) dell'SMR è stato calcolatoper contoc1ella variabilità casuale del fenomeno,e quindipoter 'vero', aveîe una dimensione delf i entrocui si trova,al 95o/odi probabilità,il valore slimato dai dati osservati, Nell'interpretazione del rapportotra di morti osservatee atteseper ogni guppo di causeo singola causa, si è tenuto conto del numero assoluto di eventi. Infatti, anche eccessi che possono sanbrare rilevanti in i di rapporto osservati/attesi, ad esempio un SMR=2, interpretabile come un eccessodel 00% (le morti osservatesono il doppio di quelle attese), possonoessere basati su di un pi nurnero di eventi, ad csempio due morti osservateverso una affesa,che possono essere dovuti al inoltre,in generale,non vengono mentati eventualieccessi o difetti di mortalità per causedi morte per le quali si osservanos considerevolidivergenze di interpretazionee codifics tra fonti locali (dati ASL) e fonti ISTA (datiregionali), quali i disturbipsichici (in generedemenza senilee presenile),le malattie (in gcnerediabete meìlito) e lc malattie neurologiche,in particolarela malattia di Alzheimer e degencrazionesenile dell' encefalo. Per lo stessomotivo le differenze si osservanoper singolecause, all'interno delle malartiedel sistemacircolatorio (ipertensioneattcriosa, ecc.) possono essere dovute a diversità di interpretazionedel codifìcatore. Le causedi morte sono stateclassi utilizzarrdola IX revisionedella Classificazionedelle malattie, traumatismi e cause di (lCD IX) e accorpandoalcune patologie per sistemi e apparati,come da elaborazionedei i di mortalitàregionali. L'analisi dei dati e stata condotta personaleafferente alla Sezionccli fgiene, Epidemiologiae SanitàPubblica dell'Università di a e òel Servizio Epidemiologicodell'ASL, Per il calcolo dei tassi standardiezati e dell' sono state utilizzate formule di comune impiego in epidemiologia e per il calcolo ll'intervallo di conlìdenza al 950/o è stata impiegata I'approssimazionedi Byar (Breslow E & Day NE: Statisticalmethods in cancerresearch' Lyon, WHO-IARCbv OxfordUniversitv 1987,pagine 69-70).

La fonte dei dati utilizz.ati è costi dalls schededi ilimissioneospedaliera (SDO), fornite dalla Regione,contenenti come identificat del soggettoil codicefiscale o il codicesanitario regionale, per il periodo2002-2005. Le patologiesono statc classificate ilizzandoIa IX revisionedell'lnternational Classification of Disease(ICD-9) del 1997.che c ilica malattie e traumatismiin 17 oapitoli. Nell'ambito del capitolo malattic dell'apparato re. orio le categoriedi patologieselezionate sono state: . infczioni acute delle vie r iratt>rie(460-466)

'1=5 'N L9:r1 LAZZ TZ 9V6\-1e @îA : XAI ONUZZUI^I3NN|^l03 : UC o altremalattie delle vie e superiori(470-478) o polmonite e influenza( 7) o malattiepolmonari e condizioniassociate (490-496\ a altre malattie del sistema ratorio (510-519;questa categoria comprencle tra le rnalattie: empieina,pleurite, ed altre Ineno comuni). Per I'aualisi dei dati delle sohetle tl dimissione ospedalirxa è stato calcolato il tasso di soggettt ospedalizzatiper annoper tutte le logierespiratoric insierne e perciasouna di esseconsiderata singolarmente. I tassi di soggetti ospcxlalizzati sono calcolati utilizzimtlo il codice lìscale come identificativo del soggetto, in modo da ricondurre i coveri ripetuti aila stessapersona. Si è considerato,per ogni soggetto,il primo ricoveroper rnalatti respiratorienei 4 anni in studio. Tutti i tassisono stati calcolati per sessocd età.E'stato quindi calcolato il rapporto tra i tassi di soggetti ospedalizzati i a Mazzanoe nel restodell'ASL, corrispondentea un rischíorelativo (RR) di cssererico per una data patologia,essendo residente a Mazzano piuttostoche nel restodell'ASL: il risultaquindi maggiore di I sevi è un eccessodi ricoveratia Mazzano,infbriore a I se vi è un di , e circa ugualea I se la frequenzadei ricoveri è simile. Per l'interpretazione,si noti che ad un RR-2 indica un ecccssodi ricoverati cli circa il doppio (+100%)rispetto al resto dell'ASL, nn RR=0,6 indica un difètto di ricoverati di circa il40% (-40%\ rispettoal resto dell'ASL. I nti tra ta-ssisono stati effettuafi mediantetest statistici di comuneimpiego, usando la sogliadel5% (p:0,05) per rifiutare l'ipotesi nulla, in testa duecode.

RISULTATI

Mortalità

Nelle tabelle I e 2 sono riportati ero di morti osscrvatee attesenel ottmunedi Mazzano nei maschi. sulla base dei tassi i, i rispettivi SMR e i loro lirniti di confidenza al 950 , rispettivamenteper tutte le causee alcunecause specifiche, per il periodo2001-2005. In totaie, nel 2001-2005a Mazzanosi sonori ratenei :naschi158 morti, in linea rispettoalle rnorti attcse sullabase dei valori regionali(159, - Tra i gruppi di cause(tabella I ) si riscontraun eccessodi mortalità, statisticarnentenon signifi ivo, per malattie dell'apparatodigerentc (SMR=1,39) e un difetto,anoh'esso statisticamerite signifìcativo,per traumi e avvelenamenti(SMR=0,65). Tra le singole cause (tabella 2) si ril eccessidi rnorti osssrvaterispetto a quelle attese,tutti statisticamentcnon significativi,per irrosiepatica (SMR:2.03), tumon del fbgato(SMR:I,97) e broncopneumopatiecroniche-ostrutti (BPCO) (SMR=1,58) e un difetto, statisticamentenon signilìcativo,ptr accidcntistradali (S =0,43)e perturnori della prostata (SMR^-0,57). Gli eccessi di morti osservate,rispetto allc per tumore del fègatoe cirrosi epaticarisultano vicini alla sogliadi signíficativitàstatistica 057 e p-0,088, rispettivamente). Tra le doune si sono riscontratein ale 155morti, in linca rispettoalle 158.1moni attesesulla basedei tassiregionali (SMR:0,98). Tra i gruppidi cause(tabella 3) si rilcva un eocessodi morti statisticamente significativo per lattie clell'apparatorespiratorio (SMR=2,06) e un difetto, statistícamentcnon significativ(),per malattic del sisternacircolatorio (SMR:0,84). Tra le singole cause (tabella 4) si osservaun di rnorli, statisticamentesignificativo, per BPCO (SMR*3,28)ed eccessi,statisticarte e nonsignificativi, per polmoniti (SMR=2,23), cirrosi epatioa (SMR=1,57)e tumori della rnella (SMR:I,56). Infine, si notano difetti cli morti, statisticamentenon significativi, frmrori dcl pohnone (SMR:0,23) e per leuccmie e linfomi (SMR=0,24).

'1as 'N L9:TI LEEZ lz 916rzrzotz : xe) ONUZZUI,I=NNL.IOf : UC Nella tabella5 si riportanoi tassi di soggetti per malattierespiratorie nel periodo,in maschie fernmine separatamente.Silosserva un numero assolutodi ricovcrati per il totalo delle patologie al}dazzartomaggiore di circf il3'7 ol, nei maschi rispetto alle f'emmine (203 verso 148). ll tasso di ricoverati mostra valori infen-ori, statisticamentenon significativi, a Mazzanorispetto al resto dell'ASL pef il totaledelle malattierespiratoric sia nei rnaschi( t0%) sia nelle femmine (-13%). Fra Ie sin$ole patologie, nei maschi si nota un modesto eccesso, statisticamentenon significativo, ptr lp infezioniacute delle vie respiratone(+l7o/o). Si nota"altresì, un difetto, statisticamentesignificatiJro, pcr la catcgoria di patologia ..altre malattie del sistema respiratorio"(-270/o; 50.05), e di statisticamentenon significativi, anuhe per lc malattie polmonaricroniche ostruttive (-25%) p per pohnonitee influenza(-lL%). Nelle fernminesi osserva un modesto eccesso.statisticamcnte significativo, per le infezioni acute delle vie respiratorie (+10%) e un difetto, statisticamente$ignificativo, per le malattie polmonari cronicheostruttivc (- 36%; p=0.05),e statisticamente significativo,per la categoria"altre malattiedel sistema respiratorio"(-23o ) e per polmonite{ influenza(-lS%\. Considcrandoi ricoverati per fascia df età (Tabella 6), si osservanomodeste differenze tra i tassi di ricoverati osservati a Mazzano e qu(llo dcl resto dell'ASL per le diverse ca\$e e nelle he fasce d' età considerate,tutte non statisticarqlentesi gnifi cative. Infine, considerandoinsieme maschife fommine in età pediatrica(<15 anni) non si osservaun eccessostatisticamente significativo {i soggctti ricoverati aMazzano rispetto al resto dell'ASL per tutte le malattie respiratorie insieme t po i diversi tipi di affezioni comuni in eta infantile presi singolarmente.

I

ostruttive,in linea con i dati ASL r$ativi alla mortalitànel Dishetto3 per il periodo1999-2003 (veclasi.in allegato,"Atlante di lità nci Distretti dell'ASL della provincia di Brescia anni 1999-2003")-Nei maschi,invece, la ità per le malattiedell'apparato respiratorio è in accordo con quellaregionale. Una pregressa i di mortalità,relativa al periodo 1996-2000,evidenziava un eccessodi morti per opatie croniche-ostruttivein entrambi i sessi,che tuttavia risultavasignificativo solo tra i Peri tumori del fegatoe la cinosi infine,la presenteanalisi evidenzia un eccessodi rnortiin entrambii sessi,che risulta vicino al sogliadi significativitàstatistica per i soli maschi' L'eccesso di morti per tumori del fegatoa è in lineacon i datidi mortalitàper tumori del fegatonel Distretto3 dell'ASL (Atlantedi itù 1999-2003).

L'analisidelle schedcdi c)spedalicranel cotnunedi Mazzanonel pcriodo 2002-

'1AS 'N Ld g.gill L^EZ TZ 9V6IZIZ AIA : XUJ ONUZZUI^ifNNL]O3 : UC peraltro,un moderatodifctto. statisficamentesignitìcativo, per le malattiepolmonari croniche ostruttive. Nell'analisiper tàsciadi etànon si servanosignificative differenze di soggetti ricoverati rispetto al restodell'ASL per le diverse in amboi sessi. In particolare,la presenteanalisi schedccli dimissione ospedaliera"rispetto a guanto emerso dalla precedenteanalisi (periodo I 2001)che mostravaun eccessodi soggettianziarri, ricoverati per polmonite e influe,nr,ae ptr pneumopatiecrcniche ostruttive, in cntrambi i sessi, non rivela eccessiper le patologie sia nei maschi sia nelle femmine, né evidenzia eccessi significativi per le altre categoriedi ogra,

In conclusione, la presente analisi un cccesso di mortalita per patologie epatiche negli uominie per malattierespiratorie tumorali,soprattutto broncopneumopati e croni che-ostruttive, nelledonne. Perquanto riguarda il primo aspetto, trattadi un fenomenoben noto nel territoriobresciano, che e in accordocon i datidell'intera ASL. L'eccessodi morti per malattie iratorie nelle donne. che apparèsimile, anche se di entità maggiore,a quanto osservatonell'i ASL, è in contrastocon i dati dei ricoveri ospedalieriper le stessepatologie, che non mostranoun eccessosignificativo rispetto al resto dell'ASL. Questa discreparzapuò esseredovuta a di i aspetti,e in particolarea; a) difterenze nella compilazione codifìcadellc schededi morte; b) una sfasaturatemporale fra i f'enomcni,poiché la mortepcr patologiecroniche, come Ie BPCO, riflette malattie i in un passatopiù o rnenolontano, mentre i ricoveri sono indicativi di rnalattie c) diversità di cause, dal che fattori differenti possono aumentare il rischio di insorgonza di una malattia, una sua evoluzione,o del precipitarsidelle condizionidel pazienteverso il decesso. Considerandoanche le discrepanze i risultatidella presente analisi e quelli sullafrequenza dei ricoveri ospedalieri nel periodo 1998-2001. che mostrava un eccesso significativo pcr broncopncumopatie croniche ivncgli anziani,in entrambi i sessi (+250/oe +64%io, rispettivamente),non è possibile conclusioni defin i ti ve nell'interpret azione cl el quadroeînsrso dallaprcsente analisi. Per ulteriori rofondimentisulla frequenza delle malattie respiratorie nel territorio,va consideratala possibili di unarilevazione della prevalenza delle malattie respiratorie nella popolazionetramite consu degli archivi dei medici di medicina generale,previa verificadi fattibilità dei progetto, che continuareil monitoraggiodella popolazione nel tompo utilizzandodati sanitaricorrenti.

Dott. Mauro Darniolini Cattedradi lgiene - Università degli tudi di Brescia

Prof. FrancescoDonato Cattedradi Igiene - Università degli tudi cli Brescia

.1?S 'N 89:TT LESZ IZ 9P6TZTZAIE : XUJ ONUZZUI,I=NNL]O] : UO Tabella1 - lUlortiossewati e si nel periodo2001-2005 , rapporto osservati/attesi (SMR)con I'intervallodi nzaal 95%(lC 95%)- Popolazioneresidente nel comunedi Mazzano- Gru di cause - Maschi.

CAUSE OSSERVATI ATTESI SMR tc 95% M. infettive e parassitarie 0 1.3 Tumori 6B 62 1.1 0.85 1,39 M,endocrine 1 4.7 o.21 0 1.74 Disturbipsichici 0 1.9 I I M. sistemanervoso î 3.3 0.91 0,18 2.98 M.sistema circolatorio 55 53.2 1.03 0,78 1.35 M.apparato respiratorio 10 10.1 099 0.47 1.B6 M. apparatodigerente 10 7.2 1.39 0.06 2.61 M.apparato genito-u rinario 2 1.7 1.16 0,13 5.02 Malformazionicongenite 1 0.6 1.65 0.02 13,48 Slatimorbosi mal definíti 1 1.2 0.84 0.01 6,88 Traumieawelenamenti 7 10.8 0.05 0.26 1.3E 0 1.4 I I Totale 158 159.4 0.99 0.E4 1.16

Tabella2 - MoÉiosservati e nef peri od o 2001-2005, rappoÉo osservati/attesi (SMR)con l'intervallo di al 95%(lC 95%)- Popolazioneresidente nel comunedi Mazzano- cause ifiche - Maschi

CAUSE OSSERVATI ATTESI SMR Tbc 0.2 I I I Tumoristomaco 4.8 1.24 0,45 2.83 Tumoricolon-retto o 5.4 1,12 0.41 2.55 Tumorifegato 11 5.8 1.97 0.98 3.6 Tumoripolmone 19 17.6 1.08 0.65 1.7 Tumoriprostat? 2 3.5 0.57 0.06 2.49 Tumorivescica 3 2 1.5 0,3 4,91 Leucemiee linfomi 4 4.3 0,93 0.25 2.57 Diabete 0 2.9 I I I lpertensione 1 2.7 0.37 0 3.02 Infartoe ischemiecardiache 25 21.9 1.14 0.74 1.7 lctuscerebri lc 12.1 1.07 0.57 1.86 Arteriosclerosi 0 0.8 I Polmoniti 2 2.9 0.68 0,08 2.94 BPCO' 7 4.4 1.58 0,63 3.39 Cirrosiepatica I 3.9 2.03 087 4.13 Accidentistradali 2 4.7 0,43 0.05 1.8s Caduteaccidentali 2 1.8 1.08 0.12 4.7

Suícidi 2 2.3 0.87 0.1 79 ^Bronchilecronica e non specificata, semaed asma

'les 'N 69i1tr LAAZ 1Z 9V6rZrZ AUE i XA! ONUZZUH=NNHO3 : UO Tabella3 - Mortiosseruati e i nel periodo2001-2005, rappoÉo osservati/attesi (SMR)con I'intervallodi al 95%(lC 95%) - Popolazioneresidente nel comune di Mazzano- di cause - Femmine.

CAUSE OSSERVATI ATTESI SMR M, infettivee parassitarie 0 1.3 tt Tumori 44 47 0,94 0.68 1.26 M. endocrine 7 5.4 1.29 0.52 2.76 Disturbipsichici 4 3.3 1.2 0,32 3.32 M, sistemanervoso 6 4.4 1.35 0,49 3.09 M. sistema circolatorio 58 69.1 0,84 0.64 1.09 M. apparatorespiratorio 18 8.7 2.06 1.22 3.3 M- apparatodigerente 7 6.6 1.05 0.42 2.25 M. apparatogenito-urinario 2 2.2 0.9 0-1 3.93 Malformazionicongenite 0 0.4 I ll '1.6 Statimorbosi mal definiti I 0.62 0,01 5.08 Traumieawelenamenti 5 5.8 0.87 0.28 2.15 î 2.2 1.37 0.28 4.5 Totale 155 158.1 0.83 1.1s

Tabella4. Morti osservati e si nel periodo 2001-2005,rapporto osservati/attesi (SMR)con l'intervallo di nzaa,95% (lG 95%)- Popolazioneresidente nel comunedi Mazzano. specifiche - Femmine

OSSERVATI ATTESI SMR lc 95% Tbc 0 0.1 I I I Tumoristomaco 3 3.6 0.84 0.17 2.75 Tumoricolon-retto 6 4.9 1.22 0.44 2.78 Tumorífegato 3 2.7 112 0.23 3.68 Tumoripolmone ,| 4.3 0.23 0 1.88 Tumorimammella 13 E.4 1.56 0.E3 2.7 Tumoriutero 0 1.5 I I I Tumoriovaio 2 2 0,99 0.11 4,3'l Tumorivescica 0 o.7 I I Leucemiee Linfomi 4 4.1 0.24 0 1.98 Diabete 6 4.3 1.38 0.5 3.15 lpertensione B 6.2 0,97 0,35 2.21 Infartoe ischemiecardiache 23 20.5 1.12 0.71 1,69 lctuscerebri 19 19.8 0,96 0,58 1,51 Arteriosclerosi 1 1,6 0.62 0,01 5.05 Polmoniti 7 J. I 2.23 0.89 4.77 BPCO" 10 3 3.28 1,57 6.18 Cirrosiepatica 4 2.5 1.57 0.42 4.37 Accidentistradali 1 1.3 0.76 0.01 6.2 Caduteaccidentali 0 2.8 I I Suicidi 2 0.7 2.65 0.3 'Bronchitecronica e non specificataenfisemaed asma

'les 'N ald 69?lT LAAZ TZ 9v6t-r7 AtA : XUI ONUZZUI,I=NNNO] : UO i"1AZl-Al-lc

J rJ IL 10sET.2007

IS ricoverati (per mÍlle) per categoriadi patologia respiratoria per sesso.Anni 2002-2005 ts c{ d t* MASCHI FEÌvfMINE sN N ASL BRESCIA ASL BR.ESCiA CATEGOzuE MAZZANO RISCHIO MAZZANO (escluso RISCHIO {l (esclusoMAZZANO) U REI.ATIVO P IvIAZZANO) RELATIVO P a PATOLOGIE RESPIRATORIE 0c e5%)) (rcesw d Casi lasso casl lesso casi lesso csst LASSO CU

INFEZIONI ACUTEDELLE l,17 l,l 28 154 259't l,3l N.S, lt) r,0E 2008 0,98 N.S. VIE (0,78-1,7) (0.67-r,7' ------LES \o (nv ALTRE ìVIATATTIE VIE 1.01 ) s't 1,04 N 6'7 3,68 7203 3,ó3 N.S, 47 4958 2,42 N.S. RESPIRATORIE (0,?8-1,29) (0.76-1,39) N SUPERIORI N t/) s 0,89 0.85 POLIvIONITEE N.S. 34 1.83 4421 2,16 N.S. 44 2,48 5387 2.72 (0,ó4-1,2) (0,58- ct INFLUENZA l . l8) L z MALATTIE POIIVIONARI 0,75 o,64 CRONICHE 28 1,54 4070 2Ss N.S. l8 0,97 3079 l-5 0,05 OSTRUTNVE E (0,5-1,08) (0,38-l,02) CONDIZIONI ASSOCIATE ALTRE 0,'13 0,7'7 ìúALATTIE 36 1,98 5380 2,71 0,05 29 1,56 4133 292 N.S. SISTEMA (0,51-t,0t) (0,s2-r,il) o RESPIRATOzuO z Cf N TOTALE N 0,9 0,87 CL MALATTIE 203 11,15 2463-1 12,42 N.S. 148 7,96 18599 9,09 N.S. E (0,78-l.03) (0,74-1,03) RESPIRATORIE r.ll z. f E : cl Rischio relaÉivo rappofo h-alasso di ricovero a Mazzanorispetto all'ASL di Bresciaescluso Mazzano O lC 95 "/n: Inten'allo di confidenzaal 95 per cento 8 CT Él c{ o_d g Tabcllaó. Tassidi soggeatlricoveratl (per mille)psr cltegoriedi potologlar€rpiratorla per sersoed età.M$chi. ADnl2002-2005 rL N N N < l5 ANNI t5.ó4ANN > ó4 ANNI

+l CATEGORIE OJ ASL BRESCìtA ASL BRISCIA PATOLOCIE ASL BRESC1A a N{AZZANO escl. FJSCHTO ÌvfAZZANO escl- RtscHro MAZZANO RlscHro RESPIRATORIE escl.MMZANO d lv{AZZANO RETATIVO P MAZZANO RELATIVO P REL.A.ITVO P C{ (rc9s%) (rces%) (rc 95%) casi ksso crsi tasso casi tasso casr tasso casi tasso citsl lass{)

INFEZIONIACUTE t.lt l2E 2,ót vIE ?.63 N-S. { o,29 329 0,23 N"S I 0.53 5l o,2 NS.. DELLE 23 I,J 22t't fó 7-r 6îì (0.35-3-321 {0,06-1J.43) \o w 0r ALTREVALATTTE c{ I .13 0.9'r 0,18 N.S, 3d ?< 38l4 t,ó5 N.S. I 0.i3 VIE RESPIRATORIE 32 t 1.83 3035 tú.49 (0.77-r.6) (o,ós-1.32) 154 1.33 (0.0r-2,l4) N.S. N SUPERIORI N t'î N POLMONITEE I.t1 0.66 I,05 t5 5.55 t407 {.E4 N.S- E 0,59 t2s8 0.9 N.S. 2r I t.0? 2692 r0.5r N.S )< INFLUEìiZA (0,64.I ,89 ) (0,2E-r.3) (0.ó5-rór) Cf I

7 il.IALATTIE POLlvfONA.Rl CRONICHE 0,98 0,7 0,84 7 2,59 770 2.ó5 N.S. 6 0..{4 899 0.ó2 N.S. r5 ?,91 240t 9,38 N,S OSTRUT-ÎIVEE (0,39-2,02) (016.1,5.r) (0,47-r3e) CONDZIONT ASSOCTATE

ALTREIvfALATTIE 0,E O,BE ,19 | l2 0,88 158| N.S. 24 12,6 lóEO t 4,37 N-S. SISTEMA 0 0,4 (0J l-l,4) (0,5&r,lr) RESPIRATORIO

TOTALE '17 I,09 't9, 0,85 0,91 MAI-{TTIE 2E.4E 7548 25,98 N.S, g 4.7 | 5,5t N.S, 62 32,'l 9t78 35,85 NS, o (0.8ó-r.37) (o,66-r.0e) (0,7-r.2) z RESPIRATORIE Cf N N Cf : Bresciaescluso E Ríschiorelativo rapporlo tra lassodi ricovero a Mazzenorispetto all'ASL di Mazzano lC 95 %: Inten'allo di confidenzaal 95 per cento zUl = E O (J

Cf o t'l (L

Tabelh ?. T.ssi dl soggeaalricorerati (per mille) per categofiedi patologiar€spirato.i| per ressoed etÀ,F€|nm.lne, Aúnl 2002-2005 E CU < 15ANNI I5.64ANNI > 64 Ax\Nl ts ts C\.1 CAIECORIE ASLBRESCIA ASL BRESCTA ASL BRESCIA PATOLOCIE lvfAZZANO escl. RISCHIO hfAZZANO esc[. RISCHIO fv|AZZANO escl. RISCHIO RESPIRAÎORIE +) MAZZANO RELATTVO P hrAzzANo RET.ATIVO p MAZZANO OJ RELATTVO P a (rc 9596) (IC95o,S) (tc 959/0) casa t{sso casa làsso czlsl tflsso casi l,asso casi (asso casl ta$o d C{

INFEZIONI DELLE. 'i.l r,tó 0,3ó 23t4 ACLIÎE t8 | ó71 6,12 N,S 0.08 288 0ll N.S. I 0,34 4'l 0,u N.S. VIE (0,ó8-r,84) (0.0r-2,03) (0.07-r7,21) RESPIRATOzuE

ú v Ul ALTRE C\j fi'ALATTIEVtE I,13 0,88 t.55 21 9..1ó 228I 8.37 rN-S. 2t r.6 2492 I.E3 N.S- 2 0.67 t73 0.:13 N,S. CU RESPIRATORIÉ (0.?2-l,69) (0,J4-r,34) {0,I 9-5,7) SUPERIORI r'')N s E 0,7 POL\.ÍONrfE t I 4.34 llEl 4.32 N.S 5 0i8 740 0,5.r N.S. t 8 6,0ó ?500 6,08 N.S INFLUENZA (0,5-r,8) (013-r,ó5) (0.5e-r.58) CT I MALATTTE z POLMONARI 0,77 0.55 0.79 CRONfCHE I t,t8 '1r9 r,53 N-S- 3 0.23 t70 0.1t N.S, t2 {.0,1 2090 5,09 N.S OSTRLfiIVE E (0.r6-22?) (0.rl-1.61) (0,4l -r ,39) COnND|ZIONf ASSOCIATE ALTRE IvtALATTIE 0,38 N,S- I,12 0 t05 0,3E , o2l 829 0.61 26 E.76 3199 1,78 N.S. SlSTElvlA (0.08-r,r) (0.058) (0,?3-1,65) RESPIMTOR]O

TOTALE |,tl6 OJ lp2 5666 20,73 N.S, 31 2,52 4919 3,61 0.031 59 t9.88 80t4 t9,5 N.S. MAI.ATIIE 56 22.0E (0.8-|,3 8) (0,48-098) (0J7-,,32) RESPIRATORIE zF cf N -utl'rluNL lJi lvî4.{rAl$ti N Rischio relativo : rap,portotra tassodi ricot'ero aMazzano rispetto all'ASL di Brescia esclusoMazzaro Cf I E lC 95% = Intervallodi confideua al 95 per cento uJ 018237 10 sEI.200 7 z. I f , E E U cAî...... ct...... fA$c ,....,.,,,,, i0 CL O