Anal Cunt 1988-1998 Dieci Anni Di Anti-Musica
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
ANAL CUNT 1988-1998 DIECI ANNI DI ANTI-MUSICA 1988 Boston, Massachusetts. Seth Edward Putnam vive nella casa dei suoi genitori col suo fratellino. Lavora in una stazione di servizio di gas. Si sintonizza sulle frequenze delle peggiori radio locali. Si nutre di rumore e di alcool. Entra a far parte di una Noise band, ma ben presto decide di abbandonarla perché stava diventando fin troppo musicale. Ciò che ha in mente è un gruppo votato all’annichilimento totale con assoluta mancanza di titoli, testi e, soprattutto, melodia, capace di suonare il più umanamente veloce possibile. Sceglie il monicker ANAL CUNT perché lo ritiene simpatico e divertente. Si avvale della collaborazione degli amici Mike Mahan e Tim Morse, i quali appaiono subito interessati al progetto. Nel marzo 1988 la violenza distruttiva di questo trio maniacale viene fatta deflagrare senza inibizioni per la prima volta nella cantina di Tim. Con Seth al microfono, Mike alla chitarra e Tim alla batteria, la più rappresentativa manifestazione di volontaria antiprofessionalità musicale si traduce in un agghiacciante cocktail di chaos corredato da velocità inumane ed urla disarticolate. Ancora qualche prova e i tempi vengono ulteriormente accelerati. Non appena il sound si avvicina a quello che si erano prefissati di perseguire, i tre sono pronti per una esibizione dal vivo. Vogliono che solo cinquanta persone assistano gratuitamente allo show. Dopo di esso ed un successivo live in una emittente radiofonica dell’università locale, il gruppo pianifica anticipatamente di sciogliersi. Supportati da una scenica ed energetica presenza sul palco, l’assenso del pubblico non tarda ad arrivare. Ma a causa dell’impossibilità di alcuni loro amici di assistere all’esibizione, viene fissata un’ulteriore data due giorni più tardi nel magazzino dove devono esibirsi i Shit Scum. Di fronte a questa doppia performance anti-musica, gli spettatori restano talmente esaltati da voler organizzare un concerto più grande con altre noise bands. “Monster of Shit” è il nome di questo meeting costituitosi appena un mese più tardi. Affiora allo stato embrionale l’idea di registrare un settepollici con un centinaio di canzoni, ma gli Anal Cunt sono prima intenzionati a partire per un mini-tour attraverso gli Stati Uniti. Seth riesce a sottoscrivere il primo tour semplicemente telefonando ai vari promoters e proprietari di clubs senza dare un nastro dimostrativo. Nessuno di loro poteva immaginare quale tipo di sound venisse proposto. Il 22 agosto, soltanto quattro giorni antecedenti la prima data, registrano il “47 SONG DEMO” nella casa dei genitori di Seth con l’impianto stereo. La tiratura è di sole 30 copie, la durata di nove minuti scarsi. Si tratta in effetti della seconda prova su nastro, in quanto la prima non viene mai divulgata né ascoltata da alcuno, con l’eccezione di due persone. Gli Anal Cunt sono costretti a siglarsi con A.C. non tanto per motivi di decenza quanto per suonare indisturbati senza incorrere in eventuali disavventure con le autorità locali. I due live all’Electric Banana di Pittsburgh raccolgono, in tutto, soltanto cinque persone. In questa occasione creano il famoso intro presente sull’imminente primo 7’’EP. 1 I dieci giorni del tour toccano Connecticut, Alabama e Florida. I concerti fanno il tutto esaurito con un inaspettato responso positivo del pubblico. Shock, sorpresa e novità sono gli ingredienti che strappano un immediato consenso alla folla. Le varie performances dal vivo permettono al gruppo di “progredire” moderatamente, senza eccedere. Gli A.C. arrivano al punto di “scrivere” quattro o cinque canzoni, ma tutte ancora prive di testi e dei titoli delle canzoni. Col passare dei mesi, cessano di prendere la formazione come esclusivo scherzo e divertimento. Le prove si intensificano. Interiorizzano meglio lo spirito e la struttura delle composizioni: riescono così a partire e a fermarsi tutti allo stesso tempo senza il bisogno di parlarsi o fare segnali, rivelando un buon affiatamento. Il 20 novembre entrano al BF/VF Studio per registrare il loro singolo di debutto. 2 1989 “88 SONG EP” 7’’EP viene rilasciato nel febbraio 1989 dalla Wicked Sick Records, l’etichetta personale di Seth. Viene prodotto da lui e da Marc Lindahl, il quale confessa: “Spero che mia madre non scopra che io ho avuto qualcosa a che fare con questo”. 1012 sono le copie stampate, ma alcune vengono danneggiate; esistono così in circolazione poco meno di mille copie. “Questo E.P. contiene 88 canzoni. Nessuna di loro ha un testo, titolo del brano e, con l’eccezione di circa sei o sette canzoni, musica scritta. Questa registrazione non è stata manomessa, accelerata o rallentata come alcuni gruppi fanno… E’ stato registrato dal vivo in studio senza alcuna sovraincisione…” precisa Seth sul retro della copertina. Lo spoken intro di Johnny, dell’Electric Banana, viene registrato prima dello show del 31 agosto 1988. L’ultima canzone del disco, ancora senza titolo ma che più tardi sarà conosciuta come “Guy Lombardo”, viene tagliata per motivi di spazio: è troppo lunga per comparire per intero, considerata l’estensione del settepollici. La versione originale viene offerta al pubblico nella sua interezza soltanto tre anni più tardi, nel 1991, in occasione della prima parte della discografia fuori stampa su compact disc. Primi inconvenienti di percorso: la Kaleidoscope Distribution nell’Illinois ordina 150 copie del disco, ma il gruppo non riceverà mai il denaro dovuto, in seguito alla chiusura dell’attività. Gli A.C. tornano a suonare fuori da Boston, raggiungendo di nuovo l’Alabama e il Tennessee. Guidano mille miglia per fare gratuitamente uno show per circa sessanta persone. Si trattengono per quasi una settimana in Indianapolis, nell’Indiana, durante la quale si esibiscono nel garage di Dino, chitarrista della defunta band Transgression, e nuovamente all’Electric Banana di Pittsburgh. Tornano ancora in Indiana e fanno qualche altro show gratuito in vari seminterrati. La registrazione del concerto in Indiana del 20 febbraio non viene per il momento ancora pubblicata. Sorprendentemente, non si esibiscono mai nella loro città natale, che ignora praticamente del tutto la loro esistenza, e non sono mai stati neppure menzionati nel bollettino sulla scena di Boston di Maximumrocknroll. Il 29 maggio incidono i pezzi per lo split 7’’ EP con gli australiani SEVEN MINUTES OF NAUSEA. Registrato al BF/VF Studios e co-prodotto da Marc Lindahl, il disco esce per la sotterranea etichetta tedesca T.N.T. & Records. 1000 le copie stampate. 15 di esse hanno la copertina colorata a mano, ma non vengono messe in vendita: sono un dono per gli amici più stretti. I colori delle copertine corrispondono ai vari colori del vinile. Qualche anno più tardi, il trio si pronuncia in merito a questo lavoro: Seth lo considera fin troppo ben prodotto e, come Tim, ritiene che questo sia il loro disco peggiore. Mike, al contrario, lo reputa il migliore. All’interno troviamo una breve storia del gruppo corredata dalla seguente dichiarazione: “Il nostro gruppo non ha niente da dire. Suoniamo soltanto la musica che vogliamo. Componiamo il 95% delle nostre canzoni mentre le facciamo. Non siamo una band politica, non siamo una band che ti dice quale stile di vita seguire. Siamo solo un gruppo da ascoltare, o guardare, da amare o odiare. 3 A noi non interessa davvero. Suoniamo un buon onesto blurcore. La batteria non è stata velocizzata. Le vocals non sono state abbassate o filtrate con effetti. E’ proprio così che a noi piace il suono. Per favore, non chiamateci “grindcore”, perché pensiamo che quel termine sia totalmente stupido. Il gruppo si è formato per un concerto… E’ una band con cui divertirsi e spassarsi e se non ti piace, ascolta qualcos’altro. Noi non vogliamo progredire come gruppo (diventando più musicali) e non vogliamo spremerlo facendo la stessa cosa per sempre. Gli Anal Cunt si scioglieranno in meno di un anno. Prima di smettere vogliamo suonare in Europa e metter su un album completo. Così, volendo quantificare il tutto: ama la nostra musica o odiala. Sta a te!” Per quanto riguarda il numero delle canzoni: “Non ci siamo preoccupati di contarle. Non ha davvero alcuna importanza. Dovrebbero essere ascoltate tutte in una volta. Ma se davvero ci tenete a saperlo, ci sono tra le quaranta e le cinquanta canzoni.” Gli A.C. vendono più dischi in Europa che in qualsiasi altro posto. Forti della buona reputazione che si sono guadagnati con le performances dal vivo, che rappresentano senza dubbio il proprio punto di forza, la voglia di esibirsi davanti ai fans del vecchio continente prima di sciogliersi è più grande che mai. “Smettere finchè siamo in testa è l’unica cosa giusta da fare.” Il proposito di non portare il proprio sound ad una diversificazione che li renderebbe meno caotici e più accessibili al pubblico e contemporaneamente la volontà di non stufare ed infastidire il proprio seguito con lavori pressocchè simili ai precedenti, unitamente alla ferrea intenzione di non legarsi ad una major il cui supporto limiterebbe soltanto la propria libertà compositiva votata al nichilismo antimusicale, rivela un binomio attitudine-divertimento come alternativa alla logica del profitto che vuole la creatività e la popolarità sempre gestita, controllata, manipolata e sfruttata dal sistema. Il 27 maggio, lo stesso giorno della registrazione delle canzoni per lo split 7’’EP con i 7 M.O.N., danno vita, sempre al BF/VF Studios di Boston, ad una decina di canzoni in appena tre minuti per la compilation LP “Apocalyptic Convulsions” su Ax/ction records. Vi troviamo anche una cover degli statunitensi Psycho. Alcune delle vocals vengono riregistrate il 10 giugno 1991. Il disco esce soltanto nel 1992, limitato a 1500 copie. Una sera, Seth e Marc Lindahl hanno la malsana idea di creare il più incredibile e clamoroso esempio di chaos mai realizzato: quella di mettere insieme contemporaneamente sedici canzoni differenti per un unico, inascoltabile muro di rumore.