Notiziario bibliografico: recensioni e segnalazioni

Utrecht 1713. I trattati che per considerare il teatro euro- per «etudier les pratiques de la aprirono le porte d’Italia peo solo uno dei diversi palco- negociation qui s’appuient sur la ai Savoia. Studi per il terzo scenici coinvolti nel conflitto. sociabilite des elites et qui utili- centenario, a cura di G. Il programma del convegno sent toutes les formes de la com- Mola di Nomaglio e G. Performances of Peace. Utrecht munication symbolique pour Melano, Torino, Centro Studi 1713-2013, svoltosi a Utrecht accompagner la pacification». Piemontesi/Associazione fra 24 e 26 aprile 2013, quasi Aver rivolto l’attenzione alla Torino 1706, 2014, pp. 752, ill. sembrava trascurare lo stesso pace, più che alla guerra che que- conflitto, per insistere sul valo- sta chiudeva, così come alla sua Il terzo anniversario dei trat- re della pace come «an impor- importanza globale, più che a tati di Utrecht (1713-2013) è sta- tant marker in European and quella europea, è certo un effetto to celebrato in molti stati d’Eu- even world history», capace di – positivo, ma non solo, o solo in ropa, soprattutto in quelli che chiudere due secoli di guerre parte – della dilagante moda del- all’epoca furono coinvolti nella di religione e aprire una nuova la cosiddetta world-history. Fra le Guerra di successione spagno- fase politica, destinata a per- sue conseguenze vi è stata anche la, cui tali trattati misero fine. durare per altri duecento anni: quella d’una sostanziale margina- Mostre, convegni e conferenze un termine ad quem – questo – lizzazione (se non di una vera e si sono svolti a livello continen- che ambisce a correggere, an- propria dimenticanza) del qua- tale, lungo un periodo che dal cora una volta, una periodizza- dro italiano. Nonostante la Guer- 2011 è giunto sino all’inizio del zione a cui ci aveva abituati la ra di successione spagnola avesse 2015. Raramente – vale la pena manualistica scolastica, secon- avuto uno dei suoi principali sce- notarlo – una ricorrenza storica do la quale sarebbe stata, piut- nari in Italia e la pace di Utrecht così lontana nel tempo è stata tosto, la guerra dei Trent’anni avesse prodotto conseguenze di celebrata da tanti paesi e tanto l’ultima delle guerre di religio- grande rilievo sulla successiva a lungo. Punto di partenza può ne. Approccio simile ha rivela- storia della Penisola, non si può esser considerato il convegno to anche il convegno svoltosi il dire che nei congressi che ho ci- Rethinking the Peace of Utrecht 19 settembre 2013 a Utrecht e tato sinora l’Italia sia stata par- 1713 svoltosi a Osnabruck fra all’Aja: The Art of Peace Ma- ticolarmente considerata. Mi li- 5 e 7 maggio 2011, cui ha par- king, in cui i trattati sono stati mito a proporre, come esempio, tecipato un gruppo di studiosi studiati come un punto im- quanto accaduto nella mostra europei che negli anni seguenti portante nel «development of Peace was made here. The trea- si sono incontrati nuovamente a the international legal order». ties of Utrecht, Rastatt and Ba- Madrid (1713-2013: The Peace Sempre alla pratica diplomati- den 1713-1714 a cura di Renger of Utrecht Revisited. Historio- ca dei trattati è stato dedicato il de Bruin e Maarten Brinkmann, graphical Debate and Compara- principale contributo francese svoltasi per due anni – dall’11 tive Studies, Madrid, 6-9 giugno alla ricorrenza: mi riferisco al aprile 2013 al 1° marzo 2015 – 2012) e ad Utrecht (Performan- convegno Une paix pour l’Eu- itinerando nelle città di Utrecht, ces of the Peace, Utrecht, 24-26 rope et le monde, Utrecht 1713 Madrid, Rastadt e Baden, certo aprile 2013). In questi incontri, (Parigi, 24-26 ottobre 2013), uno dei principali avvenimenti anticipando quella che sareb- organizzato dalle università di delle celebrazioni di Utrecht. be stata la linea dominante Paris-Sorbonne, Bordeaux 3 e Del centinaio di opere in essa delle celebrazioni, la pace di Nantes, dedicato quasi esclu- presenti solo una veduta del Utrecht è stata considerata sivamente a «voir comment, porto di Napoli riguardava l’I- come la conclusione di uno apres les traites de Westphalie talia: nessun cenno all’assedio dei primi grandi conflitti mon- de 1648, s’impose en Europe di Torino o, più in generale, alle diali, riferendo alla Guerra di le modele du congres diploma- battaglie dell’Alta Italia. L’unico successione spagnola conside- tique qui prepare de grandes riferimento a questo è una bre- razioni che la manualistica cui recompositions geopolitiques ve scheda del citato de Bruin siamo abituati svolge spesso in pour etablir la paix». Più che relativa ad una copia a stampa relazione alla Guerra dei sette alla pace, in questo caso, l’a- del trattato di pace tra Francia anni. Quest’approccio è stato nalisi è stata rivolta alla for- e Savoia, in cui l’autore, dopo particolarmente evidente nei ma del congresso, e cioè alla essersi mostrato stupito che Paesi Bassi, dove le numerose «confrontation maitrisee ou se «this small state fared excep- iniziative culturali hanno finito mesurent des rapports de force» tionally well» e senza fare al- 201 cun riferimento all’assedio di to da alcuni decenni alla giusta pubblicò un’importante bio- Torino, si limita a notare che attenzione della ricerca. Il fat- grafia del matematico torine- «the Treaty of Utrecht can thus to che il volume sia frutto del se, ora ristampata a cura della be considered as the origin of lavoro d’un gruppo d’appas- UTET con una nuova prefa- modern Italy» (Petersberg, Mi- sionati capaci di sviluppare, da zione di Luigi Pepe. E giusta- chael Imhof Verlag, 2013, pp. circa un decennio, un progetto mente il volume si apre proprio 158-159). di ricerca che dall’anniversario con il saggio di Paolo Bagnoli, È questo, quindi, il ricco, ma del 1706 è giunto a quello, ap- Lagrange, il demiurgo compiuto, non sempre felice, quadro euro- punto, del 1713 è una delle ra- che invece aveva conchiuso il peo su cui va posto il pregevole gioni sia dell’originalità del vo- convegno. Come ha puntualiz- volume Utrecht 2013. I trattati lume sia, probabilmente, della zato Livia Giacardi nella Pre- che aprirono le porte d’Italia ai sua indubbia riuscita. messa, l’“obiettivo, più intima- Savoia, atti del convegno Utrecht mente legato alla Fondazione, 1713, svoltosi nella capitale su- Andrea Merlotti è stato quello di individuare le balpina fra 7 e 8 giugno 2013, al ragioni del fascino che la figu- termine d’un percorso di ricerca ra di Lagrange, “alta piramide iniziato nel 2006 con le celebra- Lagrange Matematico Europeo, delle matematiche” e “filoso- zioni dei 300 anni dell’assedio di Atti del Convegno di Studi fo senza strepito”, esercitò su Torino. di Torino, Accademia delle Filippo Burzio che vide in lui Senza cedere a mode poli- Scienze, Comando per la un’espressione del “demiurgo”. ticamente corrette, ma euri- Formazione e Scuola di Afferma infatti Paolo Bagnoli sticamente sterili, senza porsi Applicazione dell’Esercito, che “A chiunque scorra l’ampia problemi di legittimazione figli 14-15 novembre 2013, a cura bibliografia di Filippo Burzio della cattiva coscienza di sto- di Livia Giacardi, Torino, non può sfuggire il fatto che la rici ormai privi del senso del Centro Studi Piemontesi/ sua biografia su Lagrange egli loro mestiere, i quasi cinquan- Fondazione Filippo Burzio, la scriva quando l’elaborazio- ta saggi raccolti nel volume 2014, pp. 125. ne demiurgica è già delineata e – opera di studiosi di diversa composta in un insieme concet- formazione e generazione – co- In occasione del bicentena- tuale completo nel noto volume stituiscono, così, un contribu- rio della morte di Luigi Lagran- del 1933, Il demiurgo e la crisi to d’indubbia importanza nel ge il 14 e 15 novembre 2013 occidentale. In seguito, natural- panorama delle celebrazioni di è stato celebrato dalla Fon- mente insisterà sulla tematica tale anniversario. Soprattutto dazione “Filippo Burzio” di demiurgica, ma l’andamento perché, nel suo aspetto solo concerto con l’Accademia delle del suo pensiero subisce un apparentemente tradizionale, Scienze di Torino il Convegno intimo cambiamento solo che tale volume rappresenta uno “Lagrange matematico euro- si metta a confronto il volumet- degli esiti più singolari e origi- peo”. Le due sedi in cui sono to L’inverno, appunto del ’35 nali prodotti dalle storiografie state tenute le relazioni sono e quello del ’39, Profeti d’oggi, europee. In esso, infatti, la sto- state il Palazzo dell’Accademia composto da una parte filosofi- ria militare torna a dialogare, e la sede dell’Arsenale, dove in co-politica e dalla delineazione in queste pagine, con la storia entrambe il grande scienziato di figure intellettuali che stori- politica e diplomatica, come operò prima di trasferirsi a cizzano, soprattutto per quanto è naturale che sia in relazione Berlino e Parigi. Questo even- concerne la relazione tra sto- a un conflitto d’antico regime to, testimoniato da un nuovo ria, spirito e scienza, uno dei combattuto non meno nei ga- volume della collana edita dal punti intimi del demiurgo. È binetti dei segretari di Stato Centro Studi Piemontesi per la evidente che l’aura demiurgi- che sui campi di battaglia. Né Fondazione “Filippo Burzio” ca non finisce con il libro del lo spazio dedicato alla storia viene ora ad arricchire la ricca ’35 poiché essa sottende tutti militare può essere considera- bibliografia storico-critica del gli scritti umanistici di Burzio, to, in tal senso, una semplice grande scienziato. Innanzitut- ma il punto, diciamo così, di ripresa di schemi tradizionali, to perché questo connubio? la profilazione storica lo abbiamo bensì la valorizzazione di una risposta viene immediata se si con il volume su Lagrange, pre- prospettiva d’indagine che la fa riferimento al fatto che pro- ceduto nel 1941 da ben cinque storiografia italiana ha riporta- prio Filippo Burzio nel 1942 articoli dedicati al grande mate- 202 matico. Segue il saggio di Giu- Così, attingendo dalle idee ristampa anastatica realizzata seppe Ricuperati, Vite paralle- di Bergson, Burzio configura per i tipi de L’Artistica Savi- le (e differenti): -Louis un ragionamento logico che gliano e inserita «nella filiera» Lagrange e Carlo Denina, dove è poi un procedimento di vita delle edizioni del Centro Studi i due uomini rappresentano demiurgica quale forma di Piemontesi, è ben noto agli stu- “due esempi di cosmopoliti- una verità filosofica racchiusa diosi del comprensorio torinese smo giocato su terreni diversi, nell’intimo della coscienza e, d’antan. La Guida alle cascine ma aperti, la scienza nel caso di quindi, molto distante da altre e ville del territorio di Torino Lagrange e la letteratura com- forme esteriori. […] Il richia- e suoi contorni “del Grossi” e parata in quello di Denina”. mo esplicito a Valery ci apre la successiva, alle ville e vigne Luigi Pepe, nel trattare i le porte del motivo demiurgi- (Torino, Michele Droume, complessi rapporti tra la nuo- co di Lagrange. Sulla chiarez- 1790 e 1791), così come la va matematica che inaugura za di questo punto si snoda un Carta corografica dimostrativa l’analisi sublime e le sue appli- giudizio complessivo che non dal medesimo disegnata per gli cazioni che lasciano traccia dei appartiene alla specificità del- incisori Pietro Amati e Pio Tela, giovanili trascorsi del Lagran- la matematica, che è solo uno sono infatti gli instrumenta cui, ge presso le Scuole torinesi di strumento pratico di scienza, ad esempio, hanno attinto linfa Artiglieria e Fortificazioni e al ma all’umanesimo e alla sua le insuperabili ricerche di Elisa tempo stesso pone un interes- essenza. Lagrange è «l’uomo Gribaudi pubblicate nel 1975 e sante parallelo con la figura razionale per eccellenza, quale la “lettura” puntuale della «cit- dell’altro matematico del Set- l’evoluzione dell’umanesimo tà con il suo territorio antro- tecento, Leonhard Euler, nelle occidentale in senso scienti- pizzato e produttivo» effettuata applicazioni alla fisica celeste fico ed intellettualistico ha da Costanza Roggero nel 1997. come a quelli della finanza. Gli portato a concepirlo. […] tipo Conseguita a 19 anni la paten- altri tre saggi, di Mario Alberto nuovo dello ‘scienziato’ […] te di misuratore (1772), a 26 la Chiorino (La meccanica struttu- culmine di perfezione umana nomina a estimatore (1779) e a rale da Lagrange a oggi. Il con- e ponendolo – nel nuovo Olim- 35 il titolo di architetto civile tributo della Scuola Torinese), po dell’umanità senza Iddii, (1788), ricco dunque di nozioni di Enrico Predazzi (Lagrange accanto, anzi ben sopra, i più teoriche e specialmente di espe- e la fisica) e di Susanna Ter- vecchi tipi del filosofo e del rienza professionale largamente racini (Simmetrie e orbite del poeta, non solo, ma anche del maturata sul campo, Giovanni problema degli N-corpi. Dai politico e del guerriero: simbo- Lorenzo Amedeo Grossi (alias punti lagrangiani alla teoria di lo della raggiunta autonomia, De-Grossi, 1753-1805), subito Morse G-equivariante) guarda- anzi dell’universal egemonia dopo aver licenziato i menzionati no all’importanza dell’opera di della Scienza…»”. preziosi vademecum su Torino Lagrange negli sviluppi che la e dintorni, decide di dedicare a meccanica strutturale, la fisica Vittorio Marchis Pinerolo e al Pinerolese, ossia alla moderna e l’uso sistematico del terra che lo ha visto nascere, una principio di minima azione, un Corografia, ovvero una minuzio- importante tema della analisi Corografia della Città e sa descrizione della «Provincia» matematica, hanno ricevuto Provincia di Pinerolo (1800), situata «due terzi in montagne, sino ad oggi dalla figura del Ristampa anastatica a cura valli, e colline, ed un terzo in grande matematico torinese. di Giuseppe Pichetto, con pianura», abitata da «novanta- Ma si ritorni al Lagrange di introduzione di Maria Teresa mila e più anime» distribuite Burzio e alla disamina acuta Reineri, Torino, Centro Studi in «settant’una Comunità» (p. che emerge dal saggio di Pao- Piemontesi-Ca dë Studi 5), di cui si sente figlio. Frutto lo Bagnoli. “Paul Valery offre Piemontèis, 2014, pp. 1-15; di «diligenti ricerche ed esatte a Burzio la dimostrazione che 1-145, ill. e mappa. informazioni prese localmen- è giusto credere nella potenza te», la stesura del manoscritto, dello spirito individuale poi- L’autore del rarissimo livre principiata come si legge nella ché esistono nell’uomo, nel de poche, che Giuseppe Pichet- Prefazione (pp. 3-8) nel 1790, suo intimo ethos, le energie to ha estratto dalla collezione viene conclusa nel 1793, «essen- per rispondere a una decaden- dei suoi trésors per ridargli vita dovi aggiunto qualche cosa nel za propria dei costumi. […] promuovendone la raffinata 1794»: in attesa di darla alle 203 stampe, l’autore non si esime Torre, Vigone e Villafranca, Marina Paola Milia, pur tuttavia da alcune inconfes- nelle pagine del Grossi sfilano Castelvecchio di Testona, sate fughe in avanti, come nel in rigoroso ordine alfabetico Torino, Centro Studi caso delle descrizioni di Osasco, località importanti e prestigiose Piemontesi-Ca dë Studi Pinerolo e Torre (con riferimen- e modesti insediamenti: ciascuno Piemontèis, 2014, pp. 104, ill. ti al 1795: pp. 54, 71, 94), di con la sua identità. Luserna (al 1796: p. 44), di Pios- Del passato orgoglioso del Pubblicato dal Centro Studi sasco (al 1798: p. 74). L’anno Pinerolese cristallizzato nel gra- Piemontesi, esito del comples- di grazia 1800 l’opera approda devolissimo manuale oggi rima- so e attento lavoro di ricerca infine nella bottega degli stam- ne poco: molte floride manifat- della tesi di laurea magistra- patori Pane e Barberis di Tori- ture sembrano perdute; vari edi- le in Architettura di Marina no e finisce sotto i torchi: non fici civili e religiosi non ci sono Paola Milia, Castelvecchio di prima però che il suo artefice più, altri mostrano il segno del Testona si apre con pagine fir- ne abbia integrato diligentemen- tempo o una fisionomia violata mate da Albina Malerba, Pao- te il testo con gli elenchi della da interventi incongrui; il retico- lo Claretta-Assandri e Elisa «civica amministrazione pinero- lo stradale, un tempo semplice Gribaudi Rossi che sembrano lese» e «dei giudici e podestà ed essenziale, appare rivoluzio- evocare il sapore di una delle della provincia di Pinerolo» al nato dai nuovi tracciati che han- più antiche architetture della momento in carica. no ferito il paesaggio in ossequio collina torinese. Gribaudi Rossi Nel manuale, corredato di alle esigenze della modernità. ripercorre la storia del feudo una mappa aggiornatissima in A che vale dunque riproporre di Testona appartenuto alla «scala di dieci miglia Piemonte- un’opera che “fotografa” tan- famiglia Vagnone di Trofarel- si», spiega Maria Teresa Reineri te cose scomparse o mutate lo, commentando l’appellativo con poche efficaci pennellate o addirittura irriconoscibili? «Castel vecchio», nella trascri- (pp. 11-15), il Grossi analizza Maria Teresa Reineri asserisce zione di Monsignor Agostino «Città, Borghi, Villaggi, Casali che «la puntuale testimonian- della Chiesa del 1777 e ricor- e Ville private della provincia e za» del Grossi «deve spronarci dandone l’origine diversa da della stessa Pinerolo, mettendo a garantirne, almeno, la memo- quella dei borghi vicini. in luce le caratteristiche fisiche, ria» (p. 15) per consegnarla alle È Riccardo Bedrone, relatore le colture, le attività artigianali generazioni che verranno. La della tesi di laurea, a riportare il insediate, le distanze dal capo- valorizzazione della memoria lettore all’attualità. Nel suo sag- luogo, le strade, non ignorando intesa come stimolo all’azione è gio inserisce il castello nel patri- di ogni paese gli edifici civili e del resto il principio ispiratore monio culturale internazionale, religiosi di prestigio, il numero dell’iniziativa: Giuseppe Pichet- annoverandolo tra le migliaia di di abitanti, i nomi dei proprietari to, dedicando questa ristampata siti storici italiani con l’obiettivo feudali e quelli dei professionisti Corografia dell’antica Pinerolo di riportare l’edificio all’atten- di attività liberali». Il pragmatico e della sua provincia «a quan- zione del pubblico. autore limita la narrazione sto- ti operano nell’“officina” che Splendide fotografie in bian- rica a cenni stringati e suggesti- guarda al territorio», si dichiara co e nero e a colori, sapiente- vi, che rendono tuttavia conto convinto che «dalla conoscenza mente distribuite in tutto il «delle traversie cui queste terre […] si sviluppano le prospet- libro, completano uno scritto furono soggette per le guerre, tive di crescita per il futuro» e sostenuto da una puntuale le invasioni, le devastazioni che promette «ulteriori approfon- bibliografia esplicitata al fondo vi ebbero luogo nei secoli». Da dimenti di indagine su questa del volume e corredata anche Abbadia a Volvera, passando “porzione” di Piemonte» (p. 9): dai rimandi alle fonti di archi- per Angrogna e Bricherasio, oggi, come e più di ieri, feconda vio. Nell’ultima parte del testo, Castagnole, Cavour, Cumia- e promettente. ancora, l’Appendice approfon- na e Fenestrelle, Lombriasco, Rosanna Roccia disce la conoscenza dei per- Luserna e Lusernetta, Massello, sonaggi e degli enti presenti None, Osasco e Pancalieri, Pero- sul territorio attraverso pagine sa, Pinerolo, «Città Vescovile, e che restituiscono un metodo di capo di provincia» (pp. 60-74), indagine molto accurato. e poi ancora da Piossasco a Pra- L’autrice apre il suo studio gelato, Roccapiatta e Scalenghe, presentando Testona, attuale 204 frazione di Moncalieri, e le aree è però riconsiderata da Milia un momento di grande interes- in cui è edificato il Castelvec- quale mezzo che ne ha garantito se del passato torinese. chio dimostrandosi capace di la conservazione. Dopo le note introduttive muoversi tra citazioni storiche Il volume introduce ancora dei promotori dell’iniziativa e documenti prodotti recen- la lettura degli stemmi delle Mauro Laus, Presidente del temente dalle amministrazio- famiglie nobili presenti sulle Consiglio Regionale del Pie- ni comunali. Cenni di storia facciate esterne del Castel- monte, e Giuseppe Pichetto, indaga La collina torinese in vecchio, note di araldica che Presidente del Centro Studi età preistorica e protostorica, le attraverso la famiglia Tana di Piemontesi, il volume presen- recenti scoperte archeologiche Chieri, la reggente Jolanda di ta un quadro cronologico degli nel territorio moncalierese e Savoia, i Vagnone di Trofarello avvenimenti redatto dai curato- quindi lo stesso ambito terri- permettono di non dimenticare ri, Gustavo Mola di Nomaglio e toriale in età romana e poi nel le lunghe pagine di storia pun- Albina Malerba: «una sequenza medioevo, sottolineando come tualmente ripercorse e chiarite di date relativamente ristretta», la zona risultasse fortificata già dalla giovane studiosa. ma esaustiva e non ridondante. nel X secolo. Progressivamente Pierangelo Gentile, esperto Elena Gianasso ampliato fino ai primi decenni delle politiche di corte, analizza del Quattrocento e poi inte- con la consueta maestria i retro- ressato da altri interventi solo 1864 e Torino non fu più scena di politica internazionale nel Novecento, il Castelvecchio capitale. Un evento che mutò e interna: dalle fasi antecedenti diventa «condominio» dopo i la storia del Piemonte e la firma del trattato alle dram- lavori degli anni Settanta del dell’Italia. Riflessioni antiche matiche dimissioni del governo XX secolo. Il termine «condo- e nuove nel 150° anniversario Minghetti, passando per i fatti minio», è stato scritto, «stride» dei fatti del settembre di Torino che Vittorio Ema- nuele «’prigioniero’ bisognoso con le vicende storiche che 1864, a cura di Albina d’aria» vive nel castello di Som- hanno interessato il fabbrica- Malerba e Gustavo Mola di mariva Perno accanto a Rosa to, puntualmente ripercorse nel Nomaglio, Torino, Centro Vercellana, la Bela Rosin. capitolo successivo. Studi Piemontesi/Consiglio Gian Savino Pene Vidari Dimora dei vescovi torinesi, regionale del Piemonte, 2015, offre ulteriori spunti di rifles- proprietà dei conti di Savoia, pp. XVIII-285, ill. sione attraverso la lettura critica nel 1378 passa ai conti Vagno- del Diario segreto di Federigo ne di Trofarello che lo tengono Il trasferimento della capita- Sclopis, il presidente del Sena- almeno fino al 1511. Seguono i le da Torino a Firenze, deciso to informato degli accordi tra Valperga, i Tana, i Luserna di a margine della Convenzione Italia e Francia a intesa ormai Rorà, prima successione di nomi stipulata il 15 settembre 1864 raggiunta. Alle sottili trame di un elenco non certo limita- fra i governi francese e italiano, politiche fanno da contraltare to. L’interessante pubblicazione fu un evento di sconvolgente particolari curiosi: «molti dei distingue la prima fase storica portata storica: a livello locale parlamentari italiani avevano da quella successiva, iniziata nel le proteste della cittadinanza, da tre anni faticato a giungere 1906 quando la Congregazione passiva spettatrice del rapido nella decentrata e fredda Tori- dei padri sacramentini affida svanire di un sogno rincorso da no e non disdegnavano una all’ing. Enrico Mottura il restau- generazioni e realizzato com- capitale diversa». Le dram- ro del Castelvecchio. L’autrice piutamente appena tre anni matiche sedute del Consiglio presta qui molta attenzione nel prima, sfociarono nei tumulti comunale testimoniano il cli- descrivere il delicato rapporto scoppiati nelle giornate del 21 ma di quei giorni con il sinda- tra i nuovi proprietari e le istitu- e 22 settembre. Il volume edito co Emanuele Luserna di Rorà zioni, soprattutto il Comune e la dal Centro Studi Piemontesi, impegnato «da un lato a far Soprintendenza. Negli anni Ses- 1864 e Torino non fu più capita- mantenere un profilo basso alle santa, il complesso è acquistato le, frutto di scrupolose «rifles- proteste per evitare moti vio- dall’Ente Comunale di Assisten- sioni antiche e nuove» emerse lenti e garantire l’ordine pub- za (ECA) e solo sette anni più dalla giornata di studi orga- blico locale, dall’altro facendo tardi è interessato dall’ultima nizzata in occasione del 150° del suo meglio per sostenere in trasformazione in residence. anniversario della ricorrenza, modo adeguato la posizione di Valutata spesso negativamente, consente dunque di focalizzare Torino presso la Corte». 205 L’inedito carteggio fra Mas- di storia e cultura letteraria pie- Gli avvenimenti post 1864, in simo d’Azeglio e Angelo Brof- montese. Nel primo vengono particolare gli aspetti economico- ferio costituisce il fulcro dell’in- analizzate le ripercussioni sulla culturali e le prospettive di svi- tervento di Georges Virlogeux, rappresentanza del Piemonte in luppo della novella capitale fio- attento studioso dell’«artista Parlamento seguite al trasferi- rentina, sono trattati da Eleonora della politica» nonché curatore mento della capitale, ricordan- Belloni e Giacomo Zanibelli: del suo ponderoso Epistolario. do in conclusione l’omaggio con l’avvento di Roma capitale La corrispondenza dell’Aze- del re a Torino «città generosa il crepuscolo giunge anche per glio, assente da Torino, con che seppe custodire i destini Firenze, tuttavia «anche quando, sodali e colleghi è fitta: oltre al d’Italia nella rinascente sua dopo la partenza del re, la città citato Brofferio appaiono l’ami- fortuna…»; nel secondo sono iniziò a svuotarsi e la forte crisi co Francesco Arese, il prevosto tratteggiati i «riflessi letterari di economica stava ormai invaden- di San Fedele in Milano Giulio una tragedia», le previsioni di do le strade dei nuovi quartieri Ratti, l’ex ministro degli Interni Edmondo De Amicis contenute in via di costruzione, ideati per Giovanni Filippo Galvagno, il nel libro di Memorie (1863), le adeguarla alle capitali europee, comproprietario della «Gazzet- impressioni immediate dei fatti l’estro creativo non si fermò, ta del Popolo» Giuseppe Torel- di Luigi Pietracqua (Scene di facendo sì che Firenze potesse li; in primo piano le vicende di immigrazione del 1864. Storia mantenere un ruolo egemone Brofferio e Giovanni Battista di una famiglia torinese), le nel panorama culturale inter- Bottero, direttore del citato vicende romanzate da Vittorio nazionale». quotidiano, dalle cui colonne Bersezio in Mentore e Calipso Seguono due capitoli ideal- contribuisce volontariamen- (1878). mente connessi: il primo, La te «a rendere meno chiara la Dalla letteratura all’urbani- strage impunita. Torino 1864, posizione dell’Azeglio» sulla stica: gli ampliamenti della città trae spunto dall’omonimo libro Convenzione. In appendice – dal Piano di ingrandimento di Valerio Monti in cui l’auto- gli inediti rapporti epistolari della Capitale approvato tra il re descrive i fatti di settembre fra d’Azeglio e Brofferio: set- 1851-1852 e completato nel mettendo a confronto l’in- te lettere redatte fra il 3 e 22 1857 con il decreto relativo ai chiesta municipale con quella ottobre 1864. terreni dell’ex Cittadella, sino parlamentare, interpretando Altra corrispondenza coe- agli interventi di fine Ottocento la Convenzione e la politica va, selezionata con la consueta – sono rigorosamente descrit- di Minghetti nell’ambito delle perizia da Rosanna Roccia, è ti da Elena Gianasso, esperta dibattute questioni del ‘pie- quella di Urbano Rattazzi con in storia di architettura in età montesismo’, ‘antipiemontesi- amici e colleghi politici. Dichia- moderna e contemporanea. A mo’ e sul ‘fare gli italiani’. Il ratosi contrario alla firma degli corredo del testo un cospicuo secondo capitolo, curato dal accordi, l’uomo del «connu- apparato iconografico con presidente della Fondazione bio», lontano da Torino, non documenti tratti dall’Archivio Savej Vincenzo Eandi, illustra manca tuttavia di osservare: «il Storico della Città di Torino. i contenuti del sito internet trattato è fatto, si tratta solo di Giorgio Federico Siboni www.torino1864.it, alla cui respingerlo o approvarlo». Da narra le appassionanti vicende realizzazione ha contribuito lo Parigi, in concomitanza con i di Fulvia Verri, dall’infanzia stesso Monti. Il web, supporto primi tumulti torinesi, ribadisce alla giovinezza, dalla maturità duttile, si presta a essere «una di «voler star lontano da tutti agli ultimi anni quando rice- base documentale in continua per non entrare in discussioni, ve con sdegno la notizia del evoluzione»: è dunque auspi- e conservare la piena libertà di trasferimento della capitale: cabile la digitalizzazione di giudizio»: il 16 novembre, nel «saputo che il vecchio amico ulteriori documenti che incre- corso del dibattito parlamen- Alessandro Manzoni, voterà in mentino le testimonianze pre- tare, prenderà la parola unica- Senato a favore del passaggio senti sul sito, frutto di ricerche mente per spiegare le ragioni della capitale a Firenze, Fulvia eseguite presso l’Archivio Sto- del suo voto di assenso. si rifiuta di accoglierlo nella sua rico della Città e la Biblioteca I capitoli centrali del volu- casa di Torino e interrompe Nazionale di Torino. me sono curati rispettivamente con l’occasione e definitiva- Conclude il volume l’utile dallo storico Aldo A. Mola e da mente ogni contatto, diretto quanto corposa Bibliografia cri- Pier Massimo Prosio, esperto ed epistolare, con il poeta». tica e antologica della Conven- 206 zione di settembre. Dai lutti di riferisce. La pubblicazione si di archivi personali particolar- Torino Capitale all’insediamen- caratterizza poi in modo spe- mente rilevanti. to fiorentino curata da Gustavo cifico come un valido e nuovo I dati sono stati organizzati e Mola di Nomaglio: un florile- strumento per approfondire suddivisi con un criterio ammi- gio di oltre 300 volumi, uno sistematiche ricerche storiche nistrativo e territoriale parten- sguardo al passato e al futuro di genere fra Otto e Novecen- do dal soggetto produttore de- per «nuovi approfondimenti, to, permettendo di completare gli archivi censiti; un insieme di messe a fuoco, superamento una visione sovente parziale indici dei nomi e rimandi col- di infondati luoghi comuni e delle vicende storiche e sociali locati all’interno delle singole inquadramenti complessivi o della nostra società. schede consente una facile con- microstorici di uno dei periodi La vera e propria “Guida sultazione e rende questo volu- più complessi e turbolenti della agli archivi” costituisce il nucleo me utilissimo strumento per chi storia del Piemonte e dell’Italia principale del libro, arricchito faccia ricerca e intenda interro- unita». da alcuni saggi ed introduzioni gare la memoria e l’esperienza iniziali che contribuiscono a storica delle donne nel territo- Fulvio Peirone collocare il lavoro all’interno rio piemontese. L’eterogeneità di un panorama teorico e me- delle diverse tipologie di archivi todologico di ampio respiro, censiti, provenienti dal mondo Archivi delle donne in riflettente anche il profondo assistenziale e sanitario, del la- Piemonte. Guida alle fonti, mutamento che ha coinvolto voro, dell’istruzione, del culto, a cura di Paola Novaria e il pubblico degli archivi, dal ma anche culturale e politico Caterina Ronco, Torino, punto di vista sia sociale che costituisce ed arricchisce que- Centro Studi Piemontesi-Ca culturale: nuove modalità di sto lavoro e apre una grande dë Studi Piemontèis/Regione descrizioni archivistiche, ingres- varietà di campi di interesse. Piemonte, 2014, pp. 345, ill. so di tecnologie informatiche Il volume Archivi delle don- sempre più sofisticate, interesse ne in Piemonte è il quarto del- L’associazione “Archivio del- maggiore per la problematica la collana editoriale “Archivi e le donne in Piemonte” è stata di genere. Obiettivo primario biblioteche in Piemonte” edita istituita nel 2006 con lo scopo di delle compilatrici è stato quel- dal Centro Studi Piemontesi e accogliere, riunire, conservare lo di individuare e segnalare gli curata dal Settore regionale bi- e valorizzare materiali e docu- archivi delle donne, vale a dire blioteche, archivi e istituti cul- menti di particolare interesse i nuclei documentari prodotti turali della Regione Piemonte, per la storia delle donne e per da soggetti o istituzioni femmi- allo scopo di testimoniare, come la ricostruzione del movimento nili conservati da differenti enti riferito da Dimitri Brunetti, re- delle donne in generale. Tale del territorio piemontese: sono sponsabile del Settore, “la vi- obiettivo è stato raggiunto nel state redatte oltre 300 schede talità culturale del territorio, di corso degli anni attraverso un analitiche riflettenti un lavoro valorizzare le migliori esperien- grande lavoro di ricerca e ordi- di censimento capillare e siste- ze di lavoro, di proporre nuovi namento dei differenti materiali matico condotto sugli archivi strumenti di ricerca”. archivistici esistenti e recupera- femminili piemontesi, rilevan- bili nel territorio piemontese. do archivi di donne, nuclei ar- Federica Paglieri La Guida agli archivi delle chivistici conservati in archivi donne in Piemonte edita nel pubblici e privati, centri di do- 2014 a cura di Paola Novaria e cumentazione. Sono stati censiti Giovanni Tosi, Della vita Caterina Ronco per conto del- non solo gli archivi istituzionali, d’Emmanuel Filiberto, a cura la Regione Piemonte in colla- quali gli Archivi di Stato e quelli di Gabriella Olivero, Torino, borazione con il Centro Studi comunali, gli archivi delle curie Nino Aragno Editore, 2 voll., Piemontesi, costituisce il risul- vescovili, quelli degli Istituti sto- di complessive pp. 987. tato delle ricerche svolte e dei rici della Resistenza, gli archivi progetti realizzati al fine di dif- sindacali, ma anche gli archivi Giovanni Tosi, poeta mila- fondere e valorizzare il notevo- di associazioni, fondazioni, co- nese, consigliere di Stato di lissimo patrimonio documen- munità religiose, ed inoltre in Carlo Emanuele I di Savoia che tario prodotto da donne o che alcuni casi anche archivi priva- gli aveva affidato il compito di alle donne in qualche modo si ti di singole donne depositarie scrivere la biografia ufficiale 207 del padre a gloria del ducato, Borromeo, per due anni, nel- crescenti acquisti di territori, della dinastia e della corte di la Certosa di Garegnano, in le insegne, le onorificenze, i Torino, era sinora più cono- quanto ritenuto coinvolto in privilegi. Sul fondamento della sciuto e citato – in repertori, una congiura (a cui pare fosse genealogia si innesta la nasci- cataloghi e studi – come Tonso, del tutto estraneo) ordita nel ta, a Chambéry, di Emanuele nella forma volgare del cogno- 1567 da alcuni membri del Filiberto. Il racconto ripercor- me Tonsus quale compare nei suo Ordine contro il cardinale re la fanciullezza «per natura» frontespizi delle sue opere stesso, e rimesso in libertà, fu incline ad ogni atto virtuoso, latine, in specie della Vita di poi provveditore generale del- l’educazione, gli studi di storia Emanuele Filiberto di Savoia, lo Studio di Pisa, poi a Roma e di scienze matematiche, la pubblicata a Torino nel 1596 alla corte di Gregorio XIII e passione per la caccia, le gio- e ristampata, postuma, a Mila- infine a Torino, dove giunse stre, i tornei, le arti marziali, no nel 1602. Vita naturalmente preceduto dalla fama di carmi l’incontro con lo zio Carlo V, scritta in latino per diffondere e componimenti latini in onore imperatore e re di Spagna, al a largo raggio su scala europea di papa Pio IV, di Carlo Borro- cui fianco combatte valorosa- un tipo di celebrazione nel meo, di Vespasiano Gonzaga, mente in Germania, i fatti e i sistema del classicismo all’in- dell’amico Giuliano Goselini, contraccolpi, sul Piemonte, gli segna del nodo storia – teatro sull’onda del successo della stati italiani, Roma e l’Euro- – galleria-museo del Duca, pri- versione latina delle Calviniche pa, della guerra tra Francesi e ma eroe fortissimo in guerra, di Francesco Panigarola e del Imperiali, la nomina a generale comandante supremo dell’eser- favore del principe poeta Carlo della Cavalleria Fiamminga, gli cito imperiale, vincitore della Emanuele I. «straordinari meriti», la morte battaglia di San Quintino, poi L’edizione accurata, il testo del padre, del fratello Ludovi- con il trasporto della capita- accertato, il ricco corredo co, della sorella Caterina, della le del ducato da Chambéry a di note e indici consentono madre Beatrice, le gesta eroiche Torino, artefice della pace, acu- oggi un’agevole lettura della sui campi di battaglia, i «pare- to mecenate di letterati, artisti Vita, che si conferma di tutto ri» sulla strategia e la tattica e scienziati, deciso a rinnovare interesse sotto vari aspetti: la che gli valgono da Filippo II il la città e lo Stato. struttura, l’impianto, la «tela» titolo di «generale di tutte l’ar- Ora i due volumi, egregia- delle imprese di Emanuele mi» sino alla strepitosa vitto- mente curati da Gabriella Oli- Filiberto inquadrate nel con- ria di San Quintino, alla «rotta vero, propongono il testo latino testo europeo, la costruzione, memorabile dei Francesi» e alla originale fondato sulla princeps dichiaratamente a «modello», pace di Cateau-Cambrésy. con a fronte la traduzione fat- dell’ «immagine di un ottimo In un calcolo sapiente il ta dall’autore stesso, inedita e principe, da cui si può ricava- secondo libro si apre, nel segno trascritta da un codice carta- re un esempio di giustizia, di della metamorfosi, sulla pace, ceo del secolo XVII, a grafia arte militare, di perseveranza sul matrimonio del vincitore cancelleresca, conservato nel- nel proteggere la religione cri- con Margherita di Valois, sul la Biblioteca Reale di Torino stiana, di straordinaria fortez- riacquisto e il possesso, pie- e recante l’ex libris di Carlo za nelle avversità», secondo le namente riconosciuto, della Alberto. La traduzione, «quasi parole della lettera di dedica a Savoia e del Piemonte, sulla sempre fedele, a tratti lettera- Filippo di Spagna, vero mani- saggezza e il «buon governo» le», è puntualmente annotata festo dell’intera opera e chia- del Duca che «crea magistrati», da Gabriella Olivero, che in ra indicazione di intenti e di «ordina un Senato» e istituisce avvio del primo volume rico- metodo. Così, non a caso, la lo Studio di Mondovì. Il tra- struisce la complessa vicenda Vita inizia con un excursus, tra sferimento della capitale, del biografica del Tosi. Vissuto in storia e geografia, sulla Savoia Senato e dello Studio a Tori- un lungo tratto del Cinquecen- e con una sorta di genealogia no, la nascita dell’erede Carlo to, dal 1528 al 1601, discenden- della famiglia che ne prese il Emanuele, la malattia gravissi- te da nobile famiglia milanese, nome, dal leggendario Beroldo, ma di Emanuele Filiberto e la ma frutto di una relazione «capo della casa di Savoia» alla guarigione miracolosa tendono illegittima, entrato in giovane sua discendenza minutamente a fissare il profilo dell’ «ottimo età nell’ordine degli Umiliati, rubricata sino al duca Carlo III, principe», la sua «liberalità e relegato dal cardinale Carlo padre del protagonista, con i magnificenza», la sua «genero- 208 sità e pietà», la sua «prudenza», e di resoconto minuto dei «fatti un momento di svolta nella la sua politica con i papi, le cor- d’arme» e del «buon governo» storia di Ginevra che, liberata- ti italiane, Venezia, i Turchi e la del Duca, del suo agire diploma- si dal dominio sabaudo – che sua continua volontà di «rinno- tico e politico sulla scena italiana peraltro Bonivard ritiene ille- vare», lo Stato, la città capitale, ed europea, documenta, ancora gittimo (e uno degli scopi della lo stesso Ordine dell’Annunzia- una volta, l’ampiezza, le linee sua opera è proprio provare ta, gli Ordini di San Maurizio diramate, i tanti frutti di quel tale tesi) –, passa alla Riforma e di San Lazzaro uniti in uno disegno di Carlo Emanuele I e viene trasformata dall’azione solo. Alle «cose pubbliche» che fondamentali studi inter- di Calvino. corrispondono le «private». disciplinari nel terzo volume Nei primi 14 capitoli sono Così il Duca riconosce come della Storia di Torino (uscito da descritti il diffondersi delle teo- figlio Amedeo, che aveva avuto Einaudi nel 1998) hanno rileva- rie luterane a Berna, Friburgo e «da una fanciulla ben nata»; e to e chiarito, favorendo nuove Ginevra e le lotte interne che ne la duchessa Margherita, analo- ricerche e pregevoli edizioni di conseguirono; il racconto di Bo- go modello di ogni virtù, «con opere significative. nivard è sempre vivissimo e ric- grande e invitto animo non co di dettagli che gli permettono fece alcuna querela». Così alle Maria Luisa Doglio di intrecciare ai temi di ordine solenni accoglienze a Tori- generale il suo operato e i suoi no di principi esteri, il Duca François Bonivard, Croniques tentativi di recuperare il priora- d’Alba, il Duca di Nemour, il de Genève, Édition critique to di Victor, sottrattogli da re di Francia Enrico III, Ales- par Micheline Tripet, tome III Carlo II. Il capitolo XV costi- sandro Farnese, corrisponde (1526-1563), Genève, Librairie tuisce idealmente il punto cen- il dolore per la morte della Droz, 2014, pp. XII-540. trale di questa terza parte delle moglie, esempio di «perfetto Croniques: l’imboscata e la cat- amore» coniugale e materno, Con la pubblicazione del tura dello scrittore da parte de- di «ingegno per le lettere», terzo volume delle Croniques de gli uomini del Duca è descritta di «carità verso i vassalli», di Genève Micheline Tripet porta con toni e movenze da roman- morte santa. Nella parte finale a termine la sua più che decen- zo; molto più sobrio è invece il del racconto prende progres- nale fatica (il primo e il secondo passo conclusivo, in cui Boni- sivo rilievo la figura di Carlo tomo uscirono rispettivamen- vard annota come, condotto a Emanuele I, proprio a partire te nel 2001 e nel 2004, nella Chillon, vi sia rimasto sei anni, dall’incontro con il cardina- collana dei Textes Littéraires e abbia trascorso i primi due in le Carlo Borromeo, venuto a Français della Librairie Droz) «honestes chambres», gli altri piedi da Milano a Torino per e completa l’edizione critica del quattro invece in una «lon- «vedere, et adorare» la Sindo- manoscritto di François Boni- gue crocte jouxte le lac» dove, ne, sino alla decisione di Ema- vard conservato presso l’Archi- come rievocherà Byron, «il se nuele Filiberto di lasciare «la vio di Stato di Torino. pourmena tellement qu’il ha- cura di governare gli Stati […] Quest’ultima parte dell’ope- voit avec ses piedz emprainct un al suo figliuolo». A questo pun- ra, che affronta le vicende della chemin dedans la roche» (pp. to il racconto si diffonde sulle patria adottiva dell’autore nel 111-112). I due capitoli seguenti qualità del vecchio Duca: «vigi- periodo compreso tra il 1526 e (XVI e XVII) trattano ancora lanza», «modestia nel vestire» , il 1563, è di particolare interes- degli anni 1530-1531 ed in essi «grande senno», «detti pronti se non solo in quanto Bonivard emerge con prepotenza il ruolo et acuti», «clemenza», «mode- fu testimone e protagonista dei centrale delle sorti del priorato razione». Mentre l’ultimo ritrat- fatti narrati, ma anche perché e di Bonivard nella politica del to di una straordinaria «forza egli descrive gli avvenimen- signore di Savoia nei confronti d’animo» chiusa in un «corpo ti posteriori al 1530, che non delle città di Ginevra e Fribur- molto eccellente» prelude alla sono riportati nella versione go; anche in questo caso l’autore morte e al «dolore universale ufficiale delle Croniques, da lui si mostra contemporaneamente nella città di Torino». consegnata al Consiglio della «historien» e «advocat», assume Grazie alle cure di Gabriella Città nel 1551 ma pubblicata cioè due ruoli che, per sua stes- Olivero, la Vita di Emanuele solo nel 1867. L’autore offre sa dichiarazione, possono coe- Filiberto, oltre il carattere di quindi una documentazione di sistere quando chi scrive non biografia lucidamente articolata prima mano su quello che fu voglia «militer contre verité» 209 (Croniques I, Introduction, p. («le capiteine […] disoit que ma anche dotto e costellato LXXVII). Per lo stesso motivo j’estoie un fol et s’en mocquoi- di citazioni classiche, in certa tace su quanto accaduto tra il ent de moi», p. 204) – espresse misura rabelaisiano (Rabelais 1531 e il 1536, quando fu libe- a famigliari e amici. La con- è peraltro esplicitamente citato rato ad opera dei Bernesi (né danna delle pretese avanzate a p. 251 dallo scrittore), cosa descrive questo momento): non dai Bernesi nel 1563 conclude che aveva probabilmente reso sapendo «deviser des affaires l’opera; Bonivard annuncia con inutilizzabili le Croniques agli certainement», rimanda gli in- tono profetico che «Dieu leur occhi dei magistrati che ave- teressati al trattato di Froment. envoia un autre restrainctif de vano commissionato l’opera. Con il capitolo XVIII l’auto- leur cholere que ce fut un Phi- Proprio queste caratteristiche re, che non segue più la falsa- libert Emanuel», il quale dopo possono rendere il Manoscrit- riga del testo ufficiale, riprende la pace di Cateau Cambrésis, to di Torino interessante non la narrazione dal suo rientro a fedele al suo motto «Tout ou solo per gli storici ma anche Ginevra, di cui registra con ge- rien», mandò a richiedere la per i lettori non specialisti. Se nuino stupore (si dice «esmer- restituzione delle terre del suo infatti è vero che, come an- veillé»), ma non senza ironia, ducato e «imposa silence aux nunciava Micheline Tripet nel i mutamenti sia nell’aspetto dictz champions». Così, recu- marzo 1983 su «Studi Piemon- della città, sia nei costumi. La perando toni e immagini pro- tesi», per quanto concerne i natura «privata» e «clandesti- pri dell’epica, l’autore mette rapporti tra lo Stato Sabaudo na» di questa ultima parte del fine al suo scritto. e Ginevra nel Cinquecento manoscritto di Torino si coglie Le Croniques de Genève – in «La vérité est à Turin» e il ma- subito, nel passaggio all’uso questo terzo volume sono cro- noscritto almeno in parte ce della prima persona singolare nache nel vero senso della pa- la restituisce, tuttavia non po- in luogo della terza, che per- rola e ciò si riflette anche nella che pagine si impongono per mane solo in uno dei margi- scelta della struttura annalisti- la narrazione vivida, i dialoghi nalia che, fungendo da titolo, ca – si presentano come un re- diretti e i particolari degni della scandiscono la trattazione. Gli soconto puntuale e attento dei penna di un romanziere. Si trat- anni compresi tra il 1536 e il fatti che lo scrittore, secondo ta quindi di un’opera che può 1563 sono oggetto dei succes- il modello umanistico, ha per- essere apprezzata anche come sivi 13 capitoli: ampio spazio è sonalmente verificato, rinun- testo letterario, oltre che, prin- concesso ad alcune figure che ciando però a inquadrarli nel cipalmente, come documento segnarono la vita di Ginevra, panorama europeo, che pure storico: le note accuratissime, in particolare ad Ami Perrin, conosce. Solo in poche occa- unitamente agli indici comples- Roz Monet e Philibert Ber- sioni infatti Bonivard accenna sivi (che recuperano anche i ri- thelier (sulla carriera dei quali alle lotte tra Francesco I e Car- ferimenti dei tomi precedenti) e ci illuminano le note, sempre lo V, o alle grandi casate italia- al glossario redatto da Maurice esaustive, di Micheline Tripet) ne (Medici, Visconti e Sforza), Bossard, rendono infatti perfet- e ai processi che furono loro e sempre perché sono in rela- tamente intellegibile e fruibile intentati; i conflitti tra i par- zione con gli eventi che hanno lo scritto di Bonivard. tigiani di Calvino e numerosi luogo a Ginevra o perché per- profughi francesi (cui era stata mettono un utile parallelo con Gabriella Olivero concessa la cittadinanza e che quanto accade nella sua Città. speravano di consegnare la Cit- Molto è già stato detto, sia tà al sovrano francese) nonché da Micheline Tripet, nella sua De Paris à Turin. Christine le difficili relazioni con le altre ampia introduzione al primo de France duchesse de Savoie, città svizzere, in particolare volume – recensito da Rosan- a cura di Giuliano Ferretti, con Berna, danno modo a Bo- na Roccia sul volume XXXI Paris, L’Harmattan, 2014, nivard di condurci nei dibattiti (giugno 2002) di «Studi Pie- pp. 360, ill. cittadini, in cui lui stesso spesso montesi» – sia da Louis Binz prende la parola per dispensa- nel saggio Lire les Croniques Il volume è parte di un arti- re pareri e consigli sotto forma de François Bonivard (Genève, colato progetto, magistralmente di discorsi tenuti al Consiglio o Librairie Droz, 2014), sullo diretto da Giuliano Ferretti – pro- di semplici osservazioni – non stile di Bonivard, vivace, co- fessore all’Université Grenoble sempre tenute in gran conto lorito, ironico e talora bilioso Alpes, UFR Sciences Humaines 210 – dedicato a Cristina di Francia dominazione spagnola in tutta Ducale (Miriam Failla, Univer- e alla sua epoca e costituisce la la penisola e che porterà la Spa- sità di Torino), per Mirafiori, prosecuzione degli studi pub- gna a riconoscere il potere del dimora di loisir oggi scomparsa blicati nel numero monografi- Ducato sabaudo e l’autorità di (Chiara Devoti, Politecnico di co di gennaio 2014 della rivista Cristina. Il nuovo orientamento Torino) e per gli appartamenti “XVIIe siècle”, che vengono qui politico della duchessa a favo- in Palazzo Vecchio (Paolo Cor- approfonditi e arricchiti di nuo- re della Francia le permetterà naglia, Politecnico di Torino). vi contenuti. di porre le basi per la costru- Pino Dardanello (Università di I saggi, frutto delle ricerche zione di uno stato assoluto: Torino) affronta infine il vastis- di un’équipe internazionale e in questo contesto si colloca- simo tema delle figure profes- interdisciplinare di studiosi, no la lunga presenza a Tori- sionali – ingegneri e stuccatori sono tutti incentrati sulla figu- no dell’ambasciatore Servien – attive nei cantieri ducali per ra di Cristina, “fille de Fran- (Matthieu Gellard, Università realizzare il programma decora- ce et princesse piémontaise”, di Parigi IV – La Sorbonne) e tivo e iconografico voluto dalla e sul ruolo da lei svolto nella l’attività dei consiglieri ducali prima Madama Reale, a partire definizione della storia del Pierre Monod e Filippo d’A- dall’opera che ne rispecchia in Ducato sabaudo. La duchessa, gliè (Frédéric Ieva, Université modo più emblematico il raf- dopo la prematura morte del Grenoble Alpes e Università di finato mecenatismo: il castello marito, Vittorio Amedeo I, si Torino). del Valentino. dimostrò essere al tempo stesso Gli studi qui presentati apro- Nel contesto di volontà di abile capo di stato e raffinata, no nuove prospettive di inter- affermazione politica e di cele- colta e lungimirante mecenate pretazione: alla tradizionale con- brazione dinastica si collocano in ambito storico, letterario e cezione di un territorio debole e inoltre la produzione di medaglie artistico. Questi aspetti sono soggetto all’influenza degli altri con l’effigie di Cristina (Florine ampiamente delineati nelle tre stati di maggior importanza si Vital-Durand, Université Greno- sezioni in cui si articola l’opera. sostituisce ora l’immagine di un ble Alpes) e il costante riferimen- La prima di esse, dedica- ducato di ridotte dimensioni, to a miti e simboli dinastici di ta alla politica del Ducato di ma in grado di dotarsi di una ascendenza imperiale (Saniye Al- Savoia nel difficile periodo politica autonoma, improntata Baghdadi, Politecnico di Mona- segnato in Europa dalla guerra al modello di stato assoluto. co). Un particolare ruolo spetta dei Trent’anni, affronta soprat- La volontà di affermazione infine alla storia che, nella rico- tutto alcuni aspetti fondamen- sulla scena europea da parte struzione di un’immagine che tali di uno stato alla ricerca di Cristina, fiera sostenitrice restituisca l’antichità della stir- dell’affermazione della propria del prestigio internazionale pe e ne legittimi le aspirazioni al sovranità, come i rapporti con del Ducato sabaudo, si espli- titolo regio, si rinnova nel meto- la Francia (Giuliano Ferretti; ca anche attraverso una mirata do con l’opera dello storiografo Sven Externbrink, Università di politica artistica, volta a mostra- di corte Guichenon, che Heidelberg), con il Ducato di re la magnificenza sovrana, sia fonda la propria Histoire généa- Milano (Gianvittorio Signorot- mediante le residenze ducali – logique sulla ricognizione docu- to, Università di Modena) e con segno tangibile del potere dina- mentaria (Gelsomina Spione, l’Impero (Matthias Schnettger, stico sul territorio dello Stato Università di Torino). Università di Meinz). I saggi – che con le lettere, le arti e la di Ferretti e di Externbrink, storia: temi tutti approfonditi Maria Vittoria Cattaneo in particolare, fanno luce sulle nella seconda parte del volume. figure di Luigi XIII, fratello di Michela di Macco (Università Cristina, e di Richelieu e sul di Roma I – La Sapienza) sotto- ruolo da essi giocato nella svol- linea l’importanza dei rapporti ta storica dei Savoia a favore con il pittore lorenese Charles della Francia, con il conseguen- Dauphin, che introduce a Tori- te allontanamento dalla politi- no una nuova cultura del ritratto; ca “filospagnola” che aveva i tre saggi successivi delineano caratterizzato il regno di Carlo sapientemente il tema della Emanuele I; svolta che segna committenza di Cristina e Vit- la ricerca di un’alternativa alla torio Amedeo I per Palazzo 211 Édifier l’État: politique et di “Madama Reale”, ma anche dell’equilibrio tra «amazones et culture en Savoie au temps de su di una ben precisa maniera galantes» che contraddistingue Christine de France, a cura di «diriger l’État», di governa- la corte e che compare come di Alain Becchia e Florine re, e sul ruolo sempre crescente una costante nella decorazio- Vital-Durand, Chambéry, che la nuova capitale, Torino, ne delle residenze, loro stesse Université Savoie-Mont va assumendo quale contraltare emblema della dinastia. Resi- Blanc, Laboratoire LLSETI, alla vecchia culla della dinastia, denze nelle quali le “dames 2014, pp. 266, ill. Chambéry, ora secondo polo d’honneur” assumono un peso amministrativo. crescente, sicché la descrizio- Terzo volume di una serie Il volume si compone dun- ne dell’abate Rucellai del 1643 che ne ha compresi due – que di due parti, la prima De parla di «bellissime dame, tutte oggetto di analoga recensione Chambéry a Turin: les expres- vestite alla francese, habito ora in questo stesso numero della sions de la représentation, desti- comune per la nobiltà di Tori- rivista – Édifier l’État: politique nata a indagare le trasforma- no», e di una ricchezza, anche et culture en Savoie au temps zioni all’interno della corte; la in termini di gioielli, ineguaglia- de Christine de France, curato seconda, La geste du pouvoir et bile per la corte sia di Cristina, da Florine Vital-Durant (Uni- sa perception extérieure, a stu- sia di sua figlia Ludovica, fresca versité de Grenoble, che aveva diare il riflesso di queste scelte sposa del principe (già cardi- partecipato anche a uno degli sul piano locale come su quello nale) Maurizio. Presso queste altri due) e da Alain Becchia europeo. dame una gerarchia ben precisa (Université de Savoie), comple- Contribuiscono alla prima e rigorosa, simbolo di distin- ta quel sistema di studi interdi- sezione quattro saggi di estre- zione sociale e di peso politi- sciplinari che Giuliano Ferret- mo interesse, tra loro specu- co, elegantemente esplicitata ti, professore all’Université di lari e integrati. I primi due dal contributo di Merlotti; in Grenoble 2, e per molti aspetti sono dedicati alla Savoia, con parallelo la consueta acutezza regista dell’intera operazione lo studio di Jean-Yves Cham- di Ferretti nel delineare il peso scientifica ed editoriale, defini- peley (Université de Savoie) politico dell’entrata in Torino sce nella prefazione la Trilogie sul definirsi di precisi “rituali del nuovo duca con la cugina di de Christine de France et de la urbani” a Chambéry attraverso Luigi XIV, quale «ultimo atto Savoie. Un Ducato di Savoia, la lettura degli atti consiliari, e di una strategia vincente in gra- bisogna ricordarlo, che come con il saggio di Florine Vital- do di permettere alla duchessa Stato – ha magistralmente det- Durant su due residenze del di iscrivere il proprio piccolo to Geoffrey Symcox, «tenuto Delfinato dotate di cicli decora- ducato nel ruolo confortevole in sfida alla geografia» – sem- tivi dedicati a Cristina, pretesto di amico e alleato politico di bra adagiarsi sul plesso delle raffinato per delineare anche il una Francia che dominava lo Alpi e comprende territori «al consolidarsi di antichi rapporti scacchiere politico dopo la di qua e al di là» della catena signorili e il costruirsi di nuove pace dei Pirenei». montuosa. La trilogia ha così alleanze. Legati invece al conte- Alla seconda parte del volu- ridato lustro a un personag- sto piemontese i due successi- me appartengono similmente gio ingiustamente negletto da vi: da un lato Andrea Merlotti quattro saggi, a cominciare da molta critica e ha nello stesso (Centro studi della Reggia di quello di Frédéric Ieva (Univer- tempo contribuito a ridefinire Venaria Reale) ricostruisce la sité Grenoble II e Università di in modo più compiuto la storia complessità del rango di dama Torino) sul peso attribuito dal del Ducato di Savoia-Piemonte alla corte di Cristina, dall’al- consorte di Cristina al titolo di in una fase cruciale della sua tra Giuliano Ferretti analizza re di Cipro, emblematico sin costruzione e del suo porsi nel il successo di Madama Reale dal titolo Quand Victor-Amédée contesto europeo. implicitamente presente nei Ier se faisait appeler Roi de Lo chiarisce ampiamente festeggiamenti per l’entrata di Chypre e sulla complessità dei l’introduzione dei curatori, Carlo Emanuele II e Francesca rapporti con Venezia da questo attenta a definire i confini del- d’Orléans a Torino nel 1663. derivanti; ad analoga comples- la ricostruzione dell’immagine Due grandi “tableaux” che si sità di trattative diplomatiche di Cristina, appoggiata su di contemperano e completano a si lega anche il secondo con- un preciso linguaggio segnico vicenda: da un lato l’acuta e del tributo, di Matthieu Gellard e sull’esaltazione del suo ruolo tutto inedita analisi di Merlotti (Sorbona), relativo alle rela- 212 zioni della duchessa con gli nella sua ricchissima introdu- Contribuiscono a delineare ambasciatori di suo fratello, zione alla pubblicazione di una questo affresco di grande acu- Luigi XIII e di suo nipote, il parte degli studi consacrati tezza critica, poi, i saggi di Car- Re Sole. Rapporti che i legami alla duchessa e al suo secolo. lo Bitossi (Università di Ferra- familiari avrebbero dovuto ren- Alla seconda parte di queste ra), Gérard Poumarède (Uni- dere straordinariamente piani e ricerche, sempre a cura del versità di Bordeaux) e Frédéric che viceversa rimasero sempre medesimo, è dedicato il volu- Meyer (Université de Lorraine, difficili a fronte di una «fille de me dal titolo De Paris à Turin. Nancy), attraverso la ricostru- France bien peu obéissante». Christine de France duchesse zione dei rapporti, complessi, Completano il quadro i saggi di de Savoie, sicché le due opere con la Repubblica di Genova, Andreas Nijenhuis (Université vanno intese come un tutt’uno per la quale il Ducato di Savoia, de Savoie) e Frédéric Meyer inscindibile. Il numero mono- fu «il solo nemico permanente e (Univerité de Lorraine) su grafico della prestigiosa rivista implacabile»; di quelli, altrettan- e due aspetti tra di loro in stretta “XVII siècle” ne delinea il to intricati, con la Serenissima, relazione: da un lato i rappor- quadro di riferimento, in tre cui si legava la contesa per il ti all’interno con il Senato di sezioni di grande ampiezza: la titolo regio di Cipro, disputa Savoia alla fine della vita della prima attenta al rapporto tra risolta a suon di “libelli” e nella duchessa, contrassegnati da un ducato di Savoia, Francia ed quale Cristina appare «pilastro ricco carteggio (Meyer); dall’al- Europa; la seconda al panora- delle strategie d’onore e di ran- ma del ducato rispetto all’Italia, tra l’immagine della Savoia e go per giungere alla sovranità». la terza alla costruzione di una della stessa capitale che tratteg- Infine la definizione dei rap- precisa politica artistica da par- gia l’«Ulisse Belgico-Gallico», porti “di casa” tra Chrestienne te di Cristina, palinsesto emble- il geografo Gölnitz e il Senato di Savoia, attraverso matico al quale viene affidato (Gölnitzius) nel 1631 e che fa le lettere prodotte dalla can- un ben delineato programma celleria piemontese su ordine da contraltare al saggio del pri- di celebrazione dinastica e di mo curatore, Alain Becchia, in della duchessa, oltre quattro- magnificenza. cento, dopo il ribaltamento dei apertura del volume, dedicato Il tracciamento dei confini all’immagine di Cristina nella rapporti tra Piemonte e Savoia, d’azione del piccolo, ma strate- ora il primo sede della capitale storiografia francese, altret- gico, ducato a cavallo delle Alpi tanto poco nota e altrettanto e il secondo «provincia impor- è affidato allo sguardo acuto di tante, ma divenuta periferica». impressionante delle Alpi che Giuliano Ferretti, Lucien Bély Un messaggio, come chiarito erano emblema del suo Stato. (Sorbona) e Pierpaolo Mer- efficacemente dalla terza sezio- lin (Università degli Studi di Chiara Devoti ne, politico e programmatico, Torino), i quali con tre saggi capitali delineano un quadro che si esplica nella magnificen- storiografico di grande respiro, za – di architetture, di spazi Christine de France et son all’ombra di figure della porta- urbani, di scelte di appoggio siècle, a cura di Giuliano ta storica di Richelieu e Mazza- a congregazioni e istituzioni Ferretti, numero monografico religiose, di encomiastiche cele- e rino, sottolineando il potere di di «XVII siècle» (Revue «atout essentiel» della presenza brazioni – nella quale monu- publiée par la Société menti, parole e immagini sono e di Cristina di Francia con il suo d’Études du XVII siècle avec matrimonio con l’erede (il futu- a servizio della costruzione di le concours du C.N.L.), n. ro Vittorio Amedeo I) e della una figura regale. Ne tratta un 262, 66 année, n. 1 (janvier conseguente politica francese gruppo tutto del Politecnico 2014), edito da Les PUF, nel ducato, ma per estensione, di Torino, aperto da Costanza Presses Universitaires de anche in Italia, come contral- Roggero, che rilegge e appro- France, pp. 186, ill. tare al legame Savoia-Asburgo fondisce le scelte di Filippo sancito all’epoca di Carlo Ema- San Martino d’Aglié, perso- «Bella, raffinata, potente e nuele I. Una questione, quella naggio chiave della corte della imperiosa, sia in politica, sia dell’ingerenza francese, che duchessa e regista della visita in amore», così il curatore – Merlin mette magistralmente di un’altra Cristina, quella di Giuliano Ferretti, professore in luce sin dal titolo del suo Svezia (passata per gli sta- all’Université di Grenoble 2 poderoso intervento: Vassal ti della Cristina sabauda nel – descrive Cristina di Francia de la France ou État souverain? 1656), alla quale spiegherà «le 213 dipinte istorie e le curiosità Tenimenti scomparsi. di Marc Bloch dei “lavori sen- de’ pensieri accademici» delle Commende minori dell’Ordine za gloria”, in questo caso “beni residenze della Reggente, con Mauriziano, a cura di Chiara senza gloria”, hanno costituito particolare riguardo al palaz- Devoti e Cristina Scalon il tessuto connettivo del nostro zo del Valentino. Riprende e (contributi di Nicoletta passato, non le emergenze ben- allarga il tema Cristina Cuneo, Amateis e Vittorio Defabiani), sì il panorama abitativo della attraverso la sua estensione Fondazione Ordine maggior parte della popola- alla città capitale, nella quale Mauriziano/Politecnico di zione. Sulla scorta della scuola il completamento della Città Torino, Ivrea, Ferrero ed., francese delle “Annales”e degli Nuova meridionale si fa con 2014, pp. 223, ill. studi pionieri in Italia di Emi- «magnificenza di costruzioni lio Sereni, Lucio Gambi, Paola e sontuosità di palazzi», tutti È questo il secondo studio Sereno, Rinaldo Comba, fanno dovuti alla presenza di Cristina, (il primo sulla commenda di riflettere sul concetto di pae- prima della quale la città «nien- Stupinigi sempre a cura delle saggio e casa rurale, elementi te include[va] di ragguardevo- stesse autrici è uscito nel 2012) che questo studio conferma, le» come riferisce un ambascia- di una collana diretta da Gio- una volta di più, soggetti tore veneziano all’inizio degli vanni Zanetti e Costanza Rog- mutevoli nel tempo, partecipi anni settanta del Seicento, a gero che si propone di offrire del flusso della storia, ovvero non troppa distanza dalla mor- al pubblico degli studiosi, ma delle sue componenti sociali, te della stessa duchessa. Ma il anche a una comunità più vasta, economiche, culturali e non prestigio si costruisce anche il prezioso materiale archivisti- solo oggetti fissi e immutabili attraverso l’appoggio, oculato, co dell’Ordine Mauriziano di nel tempo, come a lungo sono ad alcune congregazioni religio- Torino, molto spesso saccheg- stati considerati. se, e con la donazione alle stes- giato frettolosamente sotto Dopo la trattazione di Nico- se di porzioni di terreno di pri- l’urgenza di qualche pubblica- letta Amateis sugli aspetti istitu- ma importanza nella capitale, zione, rendendolo accessibile zionali e funzionali delle Com- come sottolinea Cecilia Casti- in forma chiara ed esauriente, mende, il sistema patrimoniale glioni, ricordando la sepoltura attraverso la collaborazione tra che le sorregge, il controllo di della stessa Cristina in vesti studiosi di provenienza diver- esse attraverso visite periodi- di Carmelitana. Con l’Icono- sa – storici dell’architettura e che, la stesura di rappresenta- mantia di Emanuele Tesauro, archivisti – ed esecutori dell’o- zioni cartografiche (cabrei) e i lucidamente indagata da Chiara pera: dalla composizione di suggerimenti per migliorare il Gauna (Università di Torino), Luisa Montobbio del Centro di loro stato, segue la presentazio- termine di una compiuta speri- Editoria elettronica del Politec- ne dei cabrei nel capitolo cura- mentazione sulla interrelazione nico, alle riprese fotografiche di to da Chiara Devoti e Vittorio tra parole e immagini, si chiude Dino Capodiferro, alla stampa Defabiani e della loro com- la ricostruzione della parabola dell’Editore Ferrero di Ivrea, plessa catalogazione in quello – unica e finora tuttavia poco tutti eseguiti impeccabilmente. curato da Cristina Scalon, dove indagata, rimasta in ombra La differente provenienza si rende visibile, attraverso la rispetto ad altre figure – della dei beni confluiti nell’ordine fatica dell’agrimensore e il suo figlia di Enrico IV e Maria de’ Mauriziano offre un panora- lavoro grafico, non la pretesa di Medici, un’esistenza, sottoli- ma piuttosto vario di sogget- creare opere d’arte, ma di fis- nea il curatore con eccezionale ti, che va dagli appezzamenti sare con estrema precisione la sensibilità, «all’altezza dei suoi coltivati agli edifici – in que- realtà, fatta di abitazioni, risa- talenti». sta scelta quasi mai impo- ie, alteni, coltivi, prati, boschi, Chiara Devoti nenti – situati nei centri abi- strade, filari alberati, canali. tati (Torino, ma anche Asti, Infine la ricognizione si sposta Benevagienna o Moncalieri, sulla schedatura delle singole Scalenghe) e soprattutto nella commende (torinesi, cuneesi, campagna (cascine e cappelle). alessandrine, vercellesi, nizzar- Tutti comunque, come sottoli- de, ginevrine ed altre). nea il titolo del libro, definiti Emerge da questo vasto “tenimenti minori”. Beni che materiale la possibilità di cono- secondo la calzante definizione scere le trasformazioni del pae- 214 saggio, in particolare tra Set- “cassine” che, secondo Lucio precedenti volumi dedicati agli tecento e Ottocento (i termini Gambi, in un illuminante scrit- architetti Michelangelo Garove temporali dei cabrei e delle to di ormai cinquanta anni fa, e Benedetto Alfieri. visite di controllo), di cogliere era “l’elemento riassuntivo più Molti sono stati e sono gli l’aggiornamento delle tecniche tipico di quel complesso di fat- studiosi che hanno dedicato le agrarie e della economia terrie- ti […] a cui si dà il nome di loro ricerche a Filippo Juvar- ra, di leggere le trasformazioni paesaggio rurale”. La casa rura- ra, celebre architetto messinese delle abitazioni e dei percorsi le era infatti un universo che discendente da una famiglia di viarii, in una parola di restitui- doveva contenere, organizzare orafi e argentieri. Egli, dopo re la dinamica del paesaggio e rendere possibile la trasfor- una prima formazione nella poiché esso è il riflesso delle mazione dei prodotti agricoli città natale – avvenuta sia nella mutazioni di tutti questi fattori, e, nello stesso tempo, alloggiare bottega del padre che nel semi- letti nel fluire della storia. persone, attrezzi, animali e, tal- nario arcivescovile dei Teatini, Annotazioni sorprendenti ci volta, comunicare visivamente dove ricevette una buona pre- colpiscono, come la presenza l’importanza o l’aggiornamen- parazione in matematica, geo- di risaie non solo nel vercel- to culturale del proprietario metria e prospettiva – si trasfe- lese ma anche nel pinerolese e, nel nostro caso, dichiarare rì a Roma, dove lavorò come (Barge e Staffarda), oppure la l’appartenenza a una rete di architetto nell’atelier di Carlo diffusione a vastissimo raggio possedimenti di alto valore e di Fontana e come scenografo per dell’alteno, coltivazione che cospicue rendite di cui doveva il cardinal Pietro Ottoboni. associava strisce di seminativo restituire la contabilità. Le colte e prestigiose fre- a vigneto maritato ad alberi da quentazioni romane furono frutto in uno stesso appezza- Laura Palmucci sicuramente incisive per la mento, permettendo di otte- sua nomina, nel 1714, a Primo nere da un unico podere vino, Architetto di corte dei Savoia, grano o segale, legname, frut- Filippo Juvarra 1678-1736, che gli affidarono il progetto ta; una pratica oggi totalmente architetto dei Savoia, architetto di riqualificazione di Torino, scomparsa, ma prioritaria fino in Europa (atti del convegno assurta a capitale del Regno, a tutto l’Ottocento, mentre i internazionale di studi, 13-16 sia dal punto di vista territo- terreni coltivati unicamente a novembre 2011); vol. I: riale che urbano, sia architet- vite facevano una prima debo- Architetto dei Savoia, a cura tonico che decorativo. L’opera le comparsa solo nelle colline di Paolo Cornaglia, Andrea svolta per i Savoia gli valse una astigiane. O ancora si può Merlotti, Costanza Roggero, fama di livello europeo, ed egli scorgere l’impronta settecen- pp. 348, ill.; vol. II: Architetto divenne uno degli architetti più tesca nel ridisegno territoriale in Europa, a cura di Elisabeth richiesti dell’epoca. a vasto raggio della possessio- Kieven, Cristina Ruggero, Il convegno è stato l’occasio- ne San Lorenzo in Carpice pp. 351, ill., Roma, ne per presentare gli aggiorna- presso Savigliano, riprodotta Campisano, 2014. menti delle ricerche più recen- sulla bella copertina del libro; ti, le nuove interpretazioni sui un disegno di una teatralità L’opera raccoglie l’esito temi dibattuti, i nuovi ritrova- squisitamente tardo barocca, degli studi presentati nel 2011 menti di disegni e progetti. col tracciamento di quattro al convegno internazionale svol- I saggi sono stati organizzati allee alberate, perfettamente tosi a Torino, Rivoli e Venaria e ripartiti in due tomi, secon- rettilinee e convergenti pro- e promosso da Politecnico di do un criterio legato ai conte- spetticamente ad inquadrare, Torino, Centro Studi del Con- sti geografici nei quali Juvarra al centro, la grande cascina “a sorzio Venaria Reale e Biblio- lavorò: la corte sabauda e l’am- corte” omonima. Ma soprattut- teca Hertziana di Roma, la cui biente europeo. to è importante il contributo collaborazione organizzativa e Il primo volume, a cura di che questo materiale può dare scientifica ha portato alla pub- Costanza Roggero, Paolo Cor- alla storia dell’edilizia “mino- blicazione, all’interno della naglia (Politecnico di Torino) e re”, la quale come si è detto medesima collana “Architettu- Andrea Merlotti (Centro Studi costituisce il tessuto connet- ra e potere. Lo Stato sabaudo del Consorzio Venaria Reale), tivo nelle città e il centro dei e la costruzione dell’immagine è dedicato all’opera svolta da possedimenti agricoli chiamati di una corte europea”, di due Juvarra per i re di Sardegna 215 Vittorio Amedeo II e Carlo per gli apparati funebri allestiti che, che si tradussero in una Emanuele III: i saggi affron- alla morte della seconda Mada- straordinaria produzione di tano il suo ruolo come Primo ma Reale. disegni, schizzi e bozzetti che Architetto di Corte, sia nei L’ultima parte del volume racchiudono e sintetizzano la rapporti con la Municipalità, è dedicata alla formazione fase ideativa delle sue princi- nella fase di ridisegno di inte- culturale di Juvarra, elemento pali opere: di questo tema si re parti di Torino (Costanza determinante per il ruolo di occupano Laura Orsini e Clelia Roggero), sia negli interventi a primo piano che l’architetto Arnaldi di Balme, che presenta più ampia scala, che interessa- messinese arrivò a ricoprire. I gli esiti del progetto di digita- no il territorio dello Stato e i saggi spaziano dalla formazio- lizzazione ad alta definizione siti reali, inseriti in una nuova ne di Juvarra nel periodo in dei quattro album di disegni dimensione territoriale. Questi cui era al servizio del cardinal di Juvarra conservati al Museo ultimi vengono creati ex novo Ottoboni, ricostruita attraver- Civico d’Arte Antica di Torino, o radicalmente rinnovati, sia da so il rapporto con Luigi Fer- ora agevolmente consultabili un punto di vista architettoni- dinando Marsili (Aurora Scot- on-line. Anche l’iniziale for- co che decorativo: Villa della ti), alla sua attività di docente mazione di don Filippo come Regina (Cristina Mossetti), il all’Accademia di San Luca – di orafo e argentiere ebbe sicu- castello di Rivoli (Elisabeth architettura, ma anche e soprat- ramente influssi determinanti Wünsche - Werdehausen), la tutto di prospettiva – testimo- sulla sua successiva produzione chiesa votiva di Superga (Cor- niata dalle raccolte di disegni grafica e architettonica, e vice- nelia Jöchner), le cappelle di e documenti conservati presso versa, come evidenzia Claudio corte (Paolo Cozzo e Andrea istituzioni torinesi e romane Franchi. Longhi), Venaria Reale. Alla (Rita Binaghi, Luigi Imparato, Juvarra fu grande viaggia- reggia di Venaria sono dedica- Francesca Filippi), alla cultura tore e straordinario progetti- ti diversi saggi, che riportano artistica dell’architetto, analiz- sta anche in altri centri della il maggior numero di ritrova- zata alla luce dei rapporti con penisola, con soluzioni molto menti e novità interpretative: il pittore Francesco Trevisani diversificate: da Napoli (Fulvio Paolo Cornaglia e Maria Grazia (Karin Wolfe). Lenzo) a Lucca (Alessandra Vinardi affrontano il tema dei La figura e l’opera di Juvar- Del Nista), da Brescia (Irene giardini e dell’architettura ad ra, già a inizio Settecento rite- Giustina e Elisa Sala affronta- essi correlata; Gianfranco Gri- nuto il più grande architetto no il tema del Duomo Nuovo, tella si concentra sul modello italiano, divennero presto Alessandro Brodini quello di ligneo dell’altare della cappella imprescindibile termine di palazzo Martinengo Colleoni) di Sant’Uberto, recentemente confronto: Chiara Gauna si sof- a Como (Andrea Spiriti), pas- ritrovato, mentre Giuseppe ferma sulla critica più attenta e sando attraverso l’influenza Dardanello riflette sulla cen- avanzata mentre Andrea Mer- esercitata sull’attività dell’ar- tralità attribuita all’allestimen- lotti evidenzia come la lettera- chitetto da modelli come palaz- to dell’altare all’interno della tura di viaggio fu più lenta ad zo Borromeo all’Isola Bella cappella stessa; Alfredo Buc- accogliere i giudizi della prima. di Carlo Fontana (Giuseppe caro introduce il tema della Il secondo volume, curato Bonaccorso) e dalla borromi- fortuna di Juvarra presso altre da Elisabeth Kieven e Cristina niana Sant’Andrea delle Fratte corti presentando un inedito Ruggero (Biblioteca Hertziana (Matteo Bonetti). album di disegni juvarriani, di Roma) è dedicato all’attività La fama conseguita grazie richiesto da Ferdinando IV di di Juvarra al di fuori dello stato all’opera svolta per la com- Borbone a Vittorio Amedeo III sabaudo. Il profilo biografico mittenza sabauda, importanti e da poco ritrovato presso la del personaggio è tracciato contatti intrecciati in patria e Biblioteca Storica della Scuola da Eleonora Pistis attraverso l’interesse per una formazione d’Ingegneria di Napoli. l’analisi di due fondamentali internazionale lo portarono a La committenza particola- documenti, la Vita compilata compiere viaggi in Francia e in re di Maria Giovanna Battista dal fratello Francesco e l’Elogio Inghilterra (Tommaso Manfre- di Savoia-Nemours è invece scritto nel 1738 dall’erudito e di) e ad operare per commit- al centro del saggio di Elena amico Scipione Maffei. tenze di carattere europeo, sia Gianasso, che analizza puntual- Juvarra mostrò fin dalla come progettista che come mente l’Instruzione di Juvarra giovinezza innate doti grafi- consulente. Egli fu a Lisbona 216 (ne trattano i saggi di Walter to, non solo di sintesi (mai fat- spondenza delle ferite» (p. 55). Rosa, di Sandra Sansone e di to prima analiticamente per un Una vicenda che prende avvio Giuseppina Raggi), inviò un periodo così lungo), ma anche dal secondo capitolo e dalla album di disegni alla corte di di consapevole e critico discer- metà del XIV secolo, quando Dresda (Cristina Ruggero) e nimento delle fonti bibliogra- si registra per la prima volta la concluse prematuramente la fiche, nonché con l’aggiunta «nebulosa comparsa» della reli- propria carriera a Madrid (Josè preziosa di nuovi elementi tratti quia legata alle avventure del Luis Sancho). dai numerosi archivi consultati cavaliere Geoffroy de Charny Il volume si chiude con il non solo a Torino, ma anche a e all’erezione della collegiata saggio di John Pinto, che mette Roma, in Vaticano, a Troyes, di Lirey, a non molta distanza a confronto la carriera di Juvar- Dijon, Besançon, Grenoble e da Troyes. ra con quella di altri architetti Parigi. Emerge così il profilo Una storia avvincente che a lui coevi. storico non solo di un oggetto si sviluppa con l’acquisto della che è e resta straordinario, ma Sindone da parte dei Savoia alla Maria Vittoria Cattaneo anche di un “fenomeno” che ha metà del Quattrocento, contri- attraversato i secoli, investendo buendo in maniera decisiva alle caratteri generali, ma per que- fortune dei duchi, e alla loro Andrea Nicolotti, Sindone. sto non meno importanti, di affermazione nel contesto delle Storie e leggende di una legittimazione religiosa e poli- potenze europee: la costruzione reliquia controversa, Torino, tica. Una narrazione, quella di e l’abbellimento della raffinata Einaudi, 2015, pp. 370, ill. Nicolotti, che a partire dal rac- Sainte-Chapelle a Chambéry, conto nei Vangeli della morte l’istituzione di una festa con Nel bel mezzo dell’osten- e sepoltura di Cristo, si sposta liturgia approvata dal papa, sione, e nel profluvio di libri progressivamente nel primo costituiscono i tasselli di una sulla Sindone passati, presenti e capitolo allo studio delle altre dinastia alla ricerca di un pre- futuri, questo è un volume ine- stoffe sepolcrali del Nazareno, stigio che avesse ricadute d’im- vitabilmente destinato a lascia- per offrire al lettore, nell’analisi magine non solo ecclesiastiche. re il segno, e a far discutere. delle “concorrenti” della Sin- Dopo l’incendio del 1532, e il L’autore, Andrea Nicolotti, done apparse tra tardoantico trasferimento della Sindone a giovane e talentuoso studioso e medioevo, un quadro com- Torino nel 1578 per facilitare di storia del cristianesimo pres- parativo generale dell’interesse il pellegrinaggio al Borromeo, so la nostra Università, è poi un crescente relativo al possesso venne il tempo di un “culto ricercatore a cui non manca il da parte del potere costituito trionfale”, oggetto d’indagine coraggio di mettersi alla prova di oggetti legati alla passione del terzo capitolo, attraverso la con uno degli oggetti più miste- del Redentore. Così, per spie- descrizione delle profonde sug- riosi e controversi della fede. gare il contesto storico in cui gestioni che le arti ebbero della Indubitabilmente ciò che emer- è nato il culto del sacro lino, reliquia, con la creazione di un ge dal denso racconto, asciutto Nicolotti passa al setaccio sin- vero e proprio genere sindoni- nello stile ma suggestivo nella doni e sudari apparsi in Ter- co: poesia, letteratura, pittura, struttura e nei contenuti, è una rasanta, in Europa, a Costan- musica e storiografia ispirata “storia”. Una “storia globale” si tinopoli, fino ad arrivare alla al sacro lino e alla gloria dei potrebbe dire, che, senza tanti “stoffa delle Blacherne” e al Savoia, fino ad approdare alla giri di parole, come afferma ben più celebre “sudario di scenografia degli apparati effi- Nicolotti nella sua laconica Oviedo”. Da questo inquadra- meri per le sontuose e baroc- premessa, vuole tracciare del- mento si dipana con maggiore che ostensioni e alla vertiginosa la reliquia un percorso «dalla chiarezza la storia del telo di architettura del Guarini, con sua comparsa fino ai giorni lino dalle dimensioni di 4,42 x la creazione dell’ardita Cap- nostri» (p. IX). Un progetto 1,13 metri su cui si trova «la pella, che, detto per inciso, a ambizioso che ha visto negli doppia immagine monocroma- diciassette anni dal disastroso anni lo storico misurarsi con tica, accostata per il capo, della incendio che l’ha sfigurata, si una letteratura interdiscipli- fronte e del retro di un uomo spera prima o poi di rivedere nare a caratura internazionale che reca i segni della flagella- restituita al primigenio splen- praticamente sterminata, in un zione e della crocifissione, con dore. Sono però gli ultimi due tentativo, a nostro avviso riusci- diverse macchie rosse in corri- capitoli del libro a costituire 217 il nerbo della ricerca di Nico- L’Italia e il ‘Militare’. Guerre, che ed aspirazioni ideali, con- lotti. A partire dall’ostensione nazione, rappresentazioni tribuisce a creare cesure tra un “spartiacque” del 1898, che si dal Rinascimento alla ‘prima’ ed un ‘dopo’ e ad affer- affianca all’Esposizione genera- Repubblica, a cura di Paola mare miti di eccellenza e leg- le italiana per il cinquantenario Bianchi, Nicola Labanca, gende nere assai duri a morire. dello Statuto, l’autore affronta Roma, Edizioni di storia e Miti quali la superiorità del- il delicatissimo incontro/scon- letteratura, 2014, pp. 362. la tradizione militare sabauda tro tra scienza e storia alla ricer- – parte integrante del progetto ca di una verità definitiva sulla «Spezzare una lancia contro politico e culturale cavouriano natura della reliquia. ogni cancellazione e sottovalu- di egemonia della lotta di libe- Nel racconto appassionato tazione del militare nella storia razione nazionale –, contrappo- emerge la “riscossa degli sto- italiana, preunitaria come uni- sta alla diffusa demilitarizzazio- rici” (con l’interessantissima taria»: a partire dal ricorso fre- ne della società italiana succes- vicenda “censoria” legata alle quente a questo termine, ‘Mili- siva alla ‘perdita dell’indipen- tesi di Ulysse Chevalier), e la tare’, il volume curato da Paola denza’ (si veda il contributo di “fragilità delle scienze dure” Bianchi e da Nicola Labanca Davide Maffi) ed all’instaurarsi con tutte le strumentalizzazioni esprime le finalità ultime del nella Penisola della pax asburgi- del caso. Fino ad arrivare a tem- convegno tenutosi a Torino ca, cui doveva necessariamente pi a noi prossimi, alle diverse tra il 12 ed il 14 ottobre 2011, corrispondere, sempre secondo sensibilità dei vescovi di Tori- l’unico tra quelli inseriti nel questo modello interpretativo no, alla implacabile datazione calendario delle celebrazioni oggi fortemente problematiz- radiocarbonica, al dilagare del- dei 150 anni dell’unità nazio- zato, la totale o quasi passività la sindonologia, in un continuo nale ad affrontare la storia mili- di un’élite nobiliare disarmata valzer di conferme, smentite, tare italiana in una prospettiva e totalmente prona al volere occultamenti, reticenze, affer- di lungo periodo. dello ‘straniero’ (Mario Rizzo). mazioni e negazioni, che non La riflessione sul ‘militare’ Tale identità ‘negativa’ doveva ha fatto altro che accrescere, – ossia l’insieme degli apparati mobilitare il volontarismo gari- paradossalmente, l’interesse, logistici, delle strutture, delle baldino nel riscatto dell’identi- ma anche la confusione, verso realtà sociali e dei dispositivi tà nazionale (Eva Cecchinato) la Sindone. Tutto ciò mentre culturali che interagivano con e, nel contempo, motivare un – è scritto a chiare lettere (p. le forze armate – e la dimen- diffuso disinteresse per il ‘mili- 327) – l’accesso alla reliquia, sione di lunga durata spiccano tare’ nella storia della Penisola, alle sue fotografie, ai fram- dunque tra i tratti più origina- quando il filo rosso della tra- menti estratti, è quasi del tut- li che accomunano i contributi dizione guerriera regia – gene- to precluso, facendo aumentare contenuti in questo volume: è ticamente contrapposto allo «tensioni, scontri e invidie» tra la combinazione dei due fatto- slancio vitalistico delle ‘bande’ autenticisti e non. Parole forse ri, infatti, a consentire a questo irregolari e dei colpi di mano dure, ma che si spera – al di là settore della disciplina storica, rivoluzionari – si ruppe dram- della fede, che appartiene alla in armonia con metodologie e maticamente con la sconfitta coscienza di ognuno – riescano prospettive aperte dalla New militare e morale della monar- a rinfocolare una ricerca onesta Military History, di affermarsi chia e del fascismo (Mario e indipendente, scevra da fan- quale «chiave di lettura del- Isnenghi). tasie, preconcetti e ideologismi. la società nazionale lungo un Ricostruire, dati e cifre alla Si è del parere che non si debba arco temporale compreso fra mano, il contributo militare aver paura. Nulla verrà tolto al età moderna ed età contem- italiano nei conflitti tra poten- fascino della Sindone. poranea» e di sottolineare il ze in Europa durante la Prima rapporto costante tra azione età moderna significa, in altre Pierangelo Gentile – politica, militare ed intellet- parole, riflettere sui meccani- tuale – e percezione (si veda, smi attraverso i quali il pote- in proposito, l’Introduzione dei re sovrano, sin dall’Unità, ha curatori). Proprio la percezione influenzato la percezione dif- del passato, in parte costruita fusa del passato del paese e del politicamente, in parte frutto servizio militare, in quanto ‘fat- dell’osmosi tra esigenze prati- to’ pubblico e privato (Mariel- 218 la Colin). Sempre sul piano di riforma dello spirito di ser- Vercellese, col supporto della metodologico, tale approccio vizio nelle forze armate, nonché Fondazione Cassa di Risparmio impone il ridimensionamento dei rapporti tra potere politico e della Provincia di Vercelli – e della rilevanza storica di date ed esercito (articoli 11 e 72), e le raccordarle con le competenze ed eventi ‘topici’. Anche nel sue effettive ricadute sul piano di una squadra di ricercatori corso del XVIII secolo – tra- reale ci consente di apprezza- di professione, formatisi nelle dizionalmente associato, sul re tutta la vitalità del ‘militare’ Università del Piemonte Orien- piano delle idee, al cosmopoli- quale lente di ingrandimento tale, di Torino, di Milano. Un tismo universalistico e, sul piano puntata sulla società nel suo particolare chiarisce da solo la delle riforme militari positive, al complesso, capace di ripro- serietà dell’intera operazione: tentativo di ridurre il ricorso a durne contraddizioni e dinami- in vista del convegno è stata reparti mercenari e di ridimen- che diffuse di comportamento stanziata una borsa per lo spo- sionare, quantomeno, il mono- individuale e collettivo (Nicola glio delle fonti documentarie, polio nobiliare e privatistico dei Labanca e Fatima Farina). Lo ossia i fondi notarili dell’Ar- reclutamenti – sopravvivenze di stesso discorso vale per tutto chivio Storico del Comune di concezioni organizzative passate quell’‘indotto’ intellettuale e Vercelli che, grazie al lavoro (Livio Antonielli) si aggregarono culturale che si accompagnò di Elisabetta Canobbio, hanno a istanze che sarebbero divenute alle decisioni politiche concer- fornito ai relatori un’importan- dirompenti con il Risorgimen- nenti l’esercito, influenzandole te messe di materiale inedito su to, quando l’idea di ‘nazione’, o venendone influenzato (Piero cui lavorare. incontrandosi con il dispositi- Del Negro, Paola Bianchi e Ser- Al centro del congresso pre- vo legislativo della leva generale gio Toffetti). cedente era l’entrata di Vercelli obbligatoria, avrebbe definito Da tempo la storiografia ita- nell’orbita viscontea (1334-1335), un ordine, certamente ‘nuovo’, liana ed internazionale atten- con la trasformazione da città- ma prodotto pure dall’incrocio deva una lucida riflessione su stato a capoluogo amministrati- di dinamiche di lunga durata questi temi, capace di coglier- vo di un territorio, inserito entro (Paola Bianchi). ne, in chiave comparativa sia uno stato signorile regionale. La Fenomeni di lungo periodo geografica sia epistemologica, lunga fase successiva, protago- riemersero anche attraverso le le potenzialità culturali in sen- nista del sesto congresso, vede ‘svolte’ più discusse e studiate so lato: molto deve dunque il l’assorbimento del Vercellese della storia italiana del Nove- volume alla capacità dei curatori prima e di Vercelli poi entro la cento – l’armistizio dell’8 set- di armonizzare in un discorso dominazione sabauda, sancita tembre 1943, la fondazione coerente un panorama comples- dai patti del 1427; segue l’in- della Repubblica di Salò, l’ac- so di ricerche multidisciplinari. sediamento in città di un’am- cendersi della lotta partigiana ministrazione più articolata di anti-fascista, l’approvazione Michele Rabà quella presente nelle altre città della Costituzione –, laddove piemontesi. la sconfitta militare, prodotto La ridefinizione degli equi- di difetti organizzativi strut- Vercelli fra Tre e Quattrocento, libri cittadini, in un contesto turali ben visibili anche prima atti del sesto Congresso in cui l’identità comunale va della Grande Guerra (Giorgio Storico Vercellese (Vercelli, indebolendosi, viene analizza- Rochat e MacGregor Knox), 22-24 novembre 2013), a ta sotto diverse angolazioni. La restituì all’attualità, nel fronte cura di A. Barbero, Vercelli, politica e le istituzioni civili, ‘repubblichino’ ed in quello Società Storica Vercellese, per prime: Paolo Grillo si sof- partigiano, la ricerca di un filo 2014, pp. 867, ill. ferma sulla crisi apertasi con la diretto di comunicazione e di morte di Giangaleazzo Viscon- parentela con quello spontanei- Il corposo volume raccoglie ti, mentre Alessandro Barbero smo militare risorgimentale – la gli atti di un convegno, ideato ed Elisa Mongiano evidenzia- guerra delle ‘bande’ – che lo da due medievisti quali Ales- no la funzione di spartiacque Stato italiano monarchico ave- sandro Barbero e (nelle prime assunta dalla donazione della va sempre temuto e, quando fasi) Rinaldo Comba, che han- città nel 1427 ad Amedeo VIII, possibile, represso. Anche la no saputo cogliere le istanze in conseguenza del matrimonio distanza tra il progetto, conte- della storia locale – rappre- tra Filippo Maria Visconti e nuto nella carta costituzionale, sentata dalla Società Storica Maria di Savoia. 219 Antiche e influenti istitu- dall’età romana al Cinquecen- Cassa di Risparmio di Asti che zioni ecclesiastiche sono al to. In chiusura è l’indice dei ha voluto riunire in una sola centro dei contributi di Gian- nomi di persona e luogo, arti- pubblicazione tutte le aree che mario Ferraris (i canonici di colata chiave d’accesso curata gli sono tradizionalmente lega- Sant’Eusebio, con una cospicua da Beatrice Del Bo. te. Le colline dell’astigiano, le appendice prosopografica sino Questa sinergia ha prodotto montagne del biellese e la pia- al 1435) e Antonio Olivieri (le un’opera di ampio respiro, il cui nura del vercellese si pongono fondazioni ospedaliere, ogget- bilancio generale è tracciato da come paesaggi diversi in cui le to di un tentativo di riforma un’altra autorità della medie- tre città principali, tra XV e sabaudo del 1474 finora rima- vistica italiana, Gian Maria XVI secolo, non costituiscono sto nell’ombra). Le strutture Varanini. Analoga impostazio- un nucleo coeso, ma, agli albori sociali sono state analizzate ne caratterizzava il volume pre- del ducato sabaudo, iniziano ad da Simonetta Pozzati (il ruo- cedente. La serie degli atti della assimilarsi tra loro. lo delle donne attraverso doti Società Storica Vercellese viene Tre sezioni dedicate alla e testamenti), Beatrice Del Bo così a costituire una storia in Storia ed economia, all’Arte, (il mondo artigiano e il com- più volumi di Vercelli dal XII devozioni, cultura e al Paesaggio mercio), Elisabetta Canobbio secolo in poi: nel prosieguo i mostrano uno spazio compo- (società e vita religiosa nei medievisti dovranno incontrar- sito, suddiviso tra il ducato di testamenti), Giorgio Tibalde- si con i modernisti, per affron- Savoia e il Monferrato, nel suc- schi (le fonti giudiziarie). Le tare la fase plurisecolare in cui cessivo avvicendarsi di governi strutture territoriali sono state Vercelli fu la più grande città di e di famiglie che, come i Gonza- indagate da Riccardo Rao (la frontiera dello Stato sabaudo. ga di Mantova (cui è conferito crisi del villaggio e le dinami- il Monferrato), aprono terre e che insediative nelle campagne Luisa Clotilde Gentile società a dimensioni più ampie. vercellesi), Francesco Panero I testi, firmati da storici, storici (i patti agrari e le strutture dell’arte e dell’economia, agro- poderali nel basso Vercellese), Mosaico. Asti, Biella e Vercelli nomi e studiosi del paesaggio, Flavia Negro (la coesistenza in tra Quattro e Cinquecento, a sono alternati alle splendide alcune ville del contado, in spe- cura di Blythe Alice Raviola, fotografie di Mark Cooper che, cie nel biellese, della giurisdi- Asti, Cassa di Risparmio, ritraendo lo spazio dall’alto, zione da un lato del comune di 2014, pp. 360, ill. suggeriscono letture inedite, Vercelli, dall’altro del vescovo, utili a individuare, ad esempio, indi dei Visconti e dei Savoia). Quadro articolato e com- gli elementi di continuità o di La seconda metà del volume è plesso del territorio esteso tra discontinuità tra parti attigue. incentrata sugli aspetti culturali Asti, Biella e Vercelli nel perio- I primi scritti dedicati alle e artistici: la produzione dell’a- do compreso tra Quattrocento vicende storiche ed economi- manuense Antonio Rasino, stu- e Cinquecento, il volume studia che commentano i tre centri tra diata da Gionata Brusa; l’ore- le scelte politiche, sociali, eco- intersezioni territoriali e assetti ficeria sacra, da Sara Minelli; nomiche e culturali che hanno istituzionali (B.A. Raviola), leg- pittura e scultura tardogotica, lasciato segni che disegnano gendone anche i sistemi bancari da Simone Riccardi; le forme e i ancora oggi un paesaggio dai e finanziari (E.C. Colombo). Di luoghi di trasmissione dei sape- caratteri straordinari. Cura- Asti, si analizzano gli anni del ri, da Paolo Rosso; il bilancio to da Blythe Alice Raviola, il dominio degli Orléans e il rap- critico del Trecento declinante libro riunisce quasi trenta saggi porto con l’Europa (entrambi nel Vercellese, da Edoardo Vil- che si pongono come tessere di E.C. Pia). Biella è illustrata lata. Le sopravvivenze archeo- che compongono un mosaico, tra Quattro e Cinquecento (F. logiche vengono interpretate parafrasando il titolo, «di città, Negro), esaminando Il ruolo da Gabriele Ardizio ed Eleo- villaggi, terre, boschi, acque, delle élite cittadine nella dedi- nora Destefanis in rapporto strade che solo a piccoli pas- zione di Biella ad Amedeo VI ( all’architettura fortificata nelle si, fra Medioevo e prima età D. Cereia) e l’economia della campagne, da Elisa Panero e moderna, si ricompose per dar prima età moderna (G. Alfa- Fabio Pistan alla stratificazio- vita a una parte di ciò che noi ni). Vercelli è, invece, oggetto ne dell’insediamento urbano oggi chiamiamo Piemonte» (p. di studi che riprendono la pre- nell’area di palazzo Centoris, 21). Il testo è sostenuto dalla senza della famiglia Tizzoni (S. 220 Pozzati), ne evidenziano il ruo- gole aree, dell’astigiano il libro il presente volume fornisce utili lo di città sabauda (C. Rosso) e sceglie di commentare gli eco- contributi, anche ai fini di fare spiegano la risicoltura cinque- sistemi forestali (F. Correggia), il punto sull’approccio di dif- centesca nelle terre circostanti del biellese esamina paesaggio e ferenti compagini territoriali (M. Di Tullio). giardini (E. Accati, P. Gullino) siciliane, con diversa intensità Le pagine dedicate all’Arte, e, in ultimo, guarda dall’alto il inclini al passaggio sotto Savo- devozioni, cultura comprendo- biellese e il vercellese (F. Bonel- ia, mentre la Spagna frappone- no interessanti contributi che li), con un costante dialogo tra va ostacoli alla stabilizzazione segnalano Spazi, segni, figure luoghi e spazi di diversa iden- sabauda e la Chiesa non cessava del sacro: il comune orizzonte tità che, fin dall’età moderna, di sollevare complesse vertenze fra geografia e politica (P. Coz- avviano il «lento processo di giurisdizionalistiche. Da questo zo), ripercorrono il panorama creazione di una multiforme momento, comunque, le rela- letterario (L. Giachino) e, a identità regionale» (p. 23). zioni tra Torino e la Sicilia non firma del curatore, esaminano s’interruppero, nemmeno dopo i feudi ecclesiastici e quelli pon- Elena Gianasso la permuta con la Sardegna. I tifici (B.A. Raviola). L’astigiano tre monumentali volumi curati è quindi oggetto di letture che dall’abate Vittorio Emanuele descrivono le forme dell’abitare Tommaso Romano, Vittorio Stellardi (Il regno di Vittorio (G. Donato), e introducono il Amedeo di Savoia Re di Sicilia. Amedeo II di Savoia nell’isola tema della festa allestita in città Nel trecentesimo anniversario di Sicilia, dall’anno MDCCXIII (D. Gnetti), con note sull’in- dell’Incoronazione a Palermo al MDCCXIX. Documenti rac- gresso dei Savoia nel 1587 (G. (1713-2013), con un saggio colti e stampati per ordine della Donato). La comunità riforma- di Alberico Lo Faso di Maestà del Re d’Italia Vittorio ta di Villanova d’Asti (M. Cas- Serradifalco; introduzione Emanuele, Torino, Tipografia sioli) e le pagine sul Carmelo di Salvatore Bordonali; testi degli eredi Botta, 1862-1866) (D. Ferro) discutono, invece, riprodotti di Felicita Alliata illustrano egregiamente l’im- casi più puntuali. Il biellese è di Villafranca e tratti dai pegno profuso dalla dinastia letto attraverso le committenze Documenti curati da Vittorio per riformare sotto ogni pro- artistiche (V. Natale), con l’e- Emanuele Stellardi; contributi filo lo Stato appena ottenuto sempio di La nobiltà di Biella di Vincenzo Fardella de e la disponibilità dei siciliani e Sebastiano Ferrero tra carrie- Quernfort e Umberto a collaborare ai suoi lungimi- re e committenze (F. Alberti La Balistreri, Palermo, ISSPE, ranti progetti di sviluppo. Sono Marmora, T. Ricardi di Netro). Istituto Siciliano Studi Politici proprio alcuni documenti tratti L’arte vercellese è presentata ed Economici, 2013, pp. 220. da questa ineludibile raccolta a individuano gli orientamenti formare una parte significativa lombardi nella pittura del pri- Che i Savoia guardassero con del volume (Appendice 2, Se- mo Rinascimento (E. Villata), vivo interesse politico alla Sici- lezione di documenti tratti dalla nonché dalle figure de Gli lia sin da antica data è un fatto compilazione Stellardi […]). Sal- editori trinesi e le avanguardie tutt’altro che ignoto. Forse già vatore Bordonali può dichiara- culturali cinquecentesche (A. potevano accarezzare qualche re perciò nell’introduzione, con Ruffino). concreto progetto quando, dal pieno fondamento e cognizione L’ultima sezione studia il 1621, ne fu viceré il principe di causa anche in forza di que- paesaggio attraverso tematiche Emanuele Filiberto, figlio ter- sta ponderosa documentazione, allargate ai territori circostanti. zogenito di Carlo Emanuele I, il che il regno sabaudo settecen- In questa direzione, i giardini quale, morendo precocemente tesco fu «Un breve luminoso storici sono considerati con a Palermo nel 1624, non ebbe periodo […], stretto tra la plu- riferimento al Basso Piemon- probabilmente il tempo neces- risecolare influenza dell’Impero te (M. Devecchi, A. Fornaris, sario per intessere, con l’usua- spagnolo e il ritorno degli Au- F. Larcher) e le cascine, del le abilità sabauda, un virtuoso striaci in Sicilia». tipo discusso della cascina a reticolo di relazioni e legami. Nel contempo lo studioso corte, esprimono con una let- Le ambizioni dinastiche si con- può smentire talune strumen- tura di sistema, il fenomeno cretizzarono col primo breve tali e ingiustificate argomenta- di dispersione dell’habitat (E. periodo di regno tra il 1713 e zioni antisabaude, ad esempio Lusso). Nel dettaglio delle sin- il 1718, con riguardo al quale con riferimento alla pretesa 221 che le più alte cariche del regno fondante di future prospettive È giunto a compimento il fossero state occupate da Pie- e relazioni, non certo «una pa- “lungo arduo percorso” che ha montesi: completamente falso, rentesi effimera». Non pare ca- portato Luigi Polo Friz alla con- come documenta nel suo saggio suale, quindi, il fatto che qua- clusione della sua “Frapolleide”, introduttivo anche Alberico Lo si un secolo e mezzo dopo la come Franco Della Peruta chia- Faso di Serradifalco, il quale fine del fugace regno sabaudo, mò il lavoro mastro dell’ amico da competente conoscitore, ad nel luglio 1848, il parlamento novarese. Le carte Frapolli, da un tempo, della storia siciliana di Sicilia, quando l’isola riuscì lui ritrovate mentre era in cor- e piemontese, può assodare l’e- a liberarsi momentaneamente so il suo lavoro, gli hanno con- satto contrario. Anzi, non solo del dominio borbonico, abbia sentito di arricchire, allargare Vittorio Amedeo II seppe dare deciso di offrire la corona regia e consolidare decisamente le fiducia ai nuovi sudditi, mante- a Ferdinando Maria Alberto di ricerche precedenti. Il lavoro nendo o ponendo ex novo colo- Savoia, duca di Genova, fratel- si presenta come Biografia e ro che maggiormente lo merita- lo di Vittorio Emanuele II. La Carteggio. Nella Premessa all’o- vano in posizioni amministrative proposta fu reiterata pure in pera è chiaramente affermato di vertice, ma anche si prevalse successive occasioni e solo gra- che il Carteggio, che occupa la di numerosi siciliani in campi vi problemi di politica interna- seconda parte del primo tomo diversi chiamandoli in Piemon- zionale impedirono di aderire e tutto il secondo, costituisce il te. Basti citare tra essi Filippo ad essa. Ma il Romano cita corpo essenziale del lavoro; e Juvarra, in assoluto tra i prin- anche un esempio assai più re- l’autore avverte che la lettura cipali artefici del volto barocco cente e tangibile di un legame del Carteggio è necessaria se di Torino, oppure Francesco perdurante, ricordando che si vuole integrare e completare d’Aguirre, giunto nella capita- all’epoca del referendum isti- il profilo biografico delineato le, pur incontrandovi ostacoli e tuzionale nell’isola si registrò nella prima parte del primo incomprensioni, per indirizzare (come in tutto il Sud, peraltro) tomo. E, proposta certamente una riforma degli studi. E il Lo una larga maggioranza a favo- non superflua, egli invita gli stu- Faso fa piazza pulita, sempre re della monarchia. Francesco diosi che desiderino aggiornare con la scorta di solida e puntua- Fardella è autore dello studio la bibliografia sull’argomento a Innovazione del servizio posta- le documentazione – antitetico consultare il suo sito internet le di Sicilia durante il Regno di strumento rispetto a visioni pa- www.luigipolofriz.com. Vittorio Amedeo II di Savoia e radigmatiche precotte e buone Si sarebbe tentati di dire che, Umberto Balistreri della sche- per tutte le occasioni – di altri non avendo note né alcuno di da su Francesco Cliché stam- infondati luoghi comuni. quegli accessori funzionali che patore ed incisore. Si devono Sulla stessa lunghezza d’on- solitamente ne aiutano la con- al Cliché, tra l’altro, parecchie da si muove Tommaso Roma- sultazione – scelta totalmente incisioni incluse nello splendi- no nel saggio Vittorio Amedeo legittima ed accettabile, – il do e prezioso libro di Pietro di Savoia Re di Sicilia: conside- Carteggio non si percorre e scor- Vitale, La felicità in trono […], razioni storiche e geopolitiche. re bene se non si sono reperiti e pubblicato per l’arrivo in Si- L’autore non esita a sottoline- identificati nella Biografia i per- cilia e incoronazione regia di are che la storia della Sicilia sonaggi di questa complessa e Vittorio Amedeo II. è stata in parte inquinata «da ricca saga politica. La Biografia pregiudizi ideologici e da una Gustavo Mola di Nomaglio funge quindi da corpus annota- visione deterministica basata tivo globale del Carteggio. Ciò sulla presunta ineluttabile li- implica una lettura simultanea nearità dei processi storici e, Luigi Polo Friz, Lodovico dei due settori del libro per cui quindi, centrata sull’opzione Frapolli. Biografia e Carteggio. ad esempio, la lettera del 29 storicistica come valutazione Scienziato, Rivoluzionario, aprile 1853 a Kossuth a p. 658 storiografica». Tra i periodi Diplomatico, Svizzero, non si legge senza l’inquadra- storici travisati (e spacciati da Massone, Uomo del tura e commento che il biogra- alcuni storici per “negativi”) Risorgimento, vol. I, La Vita; fo ne dà a p.130. L’Indice dei vi è anche il breve regno sa- vol. II, Il Carteggio, Roma, nomi che chiude il libro diventa baudo. Il Romano documenta Istituto per la storia del perciò un’indispensabile artico- efficacemente quanto questo Risorgimento italiano, 2014, lazione strutturale e dinamica fu un momento importante e pp. (500)-923. tra biografia e carteggio, for- 222 mula stimolante non comune dei fatti politici che gli sorgeva- 1859: “Vengo dunque a pren- nell’edizione epistolare. no attorno e davanti ai quali egli dere gli ordini dall’E.V. ed a L’insieme attraversa il Risor- reagiva ed agiva mosso dal suo professarmi dev.mo L.P.” gimento coprendo i regni di due temperamento e dal suo ideale Fu eletto deputato per i col- sovrani piemontesi, Carlo Alberto repubblicano e da un militanti- legi di Casalpusterlengo, poi di e Vittorio Emanuele II, e offre smo che non venne mai meno, Gavirate e, infine, di Altamura una visione del Risorgimento danno alla biografia ricostruita nel 1860. La mancata rielezione multifocale, giacché ripetuta- da Polo Friz una dimensione e nel 1874, intrighi ingarbugliati mente varia il punto di osser- uno spessore rilevanti e offro- in parte chiariti dalla lettere vazione del protagonista, dalla no al lettore infinite occasioni coeve, qualche investimento Moravia a Parigi, a Milano, alla di incontrarsi con i personag- finanziario a rischio, gli gua- Svizzera, alla Svezia, alla Sicilia, a gi della commedia umana del starono gli ultimi anni e, dopo Berlino. Caleidoscopio e mosaico, Risorgimento, dai comprimari avere costeggiato, interpellato quasi una geografia politica del ai più labili ed effimeri. tante persone chiamate a fare, o Risorgimento. Filo conduttore Il segmento cronologico più a decidere, o a seguirlo in azio- e spina dorsale ideale di questa importante e più riccamente ni politiche spesso di grande traiettoria la giammai rinnegata illustrato del carteggio è quello portata, egli mise fine ai suoi fede repubblicana del Frapolli. del biennio 1848-1849, duran- giorni nel 1878. Dalla biogra- Ne testimonia il numero delle te il quale Frapolli fu a Parigi fia di Polo Friz appare come occorrenze dei nomi di Mazzini, a rappresentare Milano e poi solo la madre e il Venerabile di Kossuth, di Bixio che pri- Roma, con ben 208 lettere. Francesco Müller di Torino si meggiano sulle altre, comprese Cospicuo il numero dei mit- siano preoccupati dell’uscita Cavour e Napoleone III. tenti (45): oltre Mazzini con di scena di quell’instancabile Un percorso biografico così 26 lettere, Francesco Restelli attivista. variegato e sfaccettato come (19), l’ebreo mantovano Guido quello di Lodovico Frapolli Susani (12), Giacinto Collegno Georges Virlogeux (Milano 1815 - Torino 1878) è il piemontese amico di famiglia davvero eccezionale: da milita- (2) e altri nomi familiari ad ogni re dell’esercito austriaco, a stu- amatore di storia risorgimen- I Carabinieri dal Regno di dente e poi laureato in geologia tale: Pietro Maestri, Niccolò Sardegna al Regno d’Italia, atti all’Ecole des Mines di Parigi, a Tommaseo, Daniele Manin, del ciclo di conferenze a cura cospiratore sotto finto nome, Cristina Belgioioso, Nino Bixio, della Deputazione Subalpina espatriato in Francia dal 1841 al Francesco Domenico Guerrazzi. di Storia Patria, Torino, 1849 e dal 1853 al 1867, esule in Minore quello dei destinatari Centro Stampa Regione Svizzera con acquisizione della (28): Mazzini (10), Francesco Piemonte, 2014, pp. 110, ill. cittadinanza del paese ospitan- Restelli (10), Giacinto Collegno te, rappresentante a Parigi del (3), Guido Susani (9). I Carabinieri del Re, catalogo governo provvisorio lombardo Significativo è l’apporto alla della mostra, Biblioteca Reale e poi della repubblica romana, letteratura mazziniana. Amico di Torino, 11 settembre - 18 ministro della guerra dell’Emilia di Mazzini (ma non fino alla ottobre 2014, Torino, Hapax, nel 1859, a fianco di Garibaldi a fine), 23 lettere sue a Pippo e pp. 63, ill. Napoli nel 1860, eletto deputato 40 quelle del Genovese a lui, nello stesso anno, gran maestro di cui alcune già pubblicate dal Il 2014, a livello nazionale, della Massoneria nel 1869, di Polo Friz nei suoi lavori ante- è stato un anno ricco di cele- nuovo in Francia dopo Sedan riori, arricchiscono l’epistolario brazioni per ricordare il bicen- a sostegno della neo repubbli- di lui. Da segnalare ugualmen- tenario della nascita dell’Arma ca e capo di Stato Maggiore di te un apporto non trascurabile dei Carabinieri. In particolare, Garibaldi. all’altro monumentale episto- la regione e la città “culla” del La varietà delle occupazioni lario risorgimentale, quello di corpo militare, sono state impe- e dei teatri d’operazione perso- Cavour, conclusosi nel 2012: gnate in una serie di iniziative nali del Frapolli, la facilità con sette lettere a Cavour, degli culturali volte ad approfon- cui arricchiva la rete delle sue anni dal 1855 al 1860 e una dirne gli aspetti storici, spe- relazioni, la naturale curiosità e di Cavour a lui, tutte inedite. cialmente in merito al perio- la disposizione all’osservazione Da notare quella del 3 giugno do risorgimentale, quello più 223 denso di memorie sulle origini (L’equipaggiamento del Cor- relazione agli anni verso l’Unità della “Benemerita”, istituita da po: armamento e uniformi, pp. sono stati ancora Enrico Gen- Vittorio Emanuele I con Regie 33-39). Seguendo una rigorosa ta (Il periodo di Vittorio Ema- Patenti 13 luglio 1814. La scansione cronologica, il secon- nuele II a Torino (1849-1864), Deputazione Subalpina di Sto- do appuntamento svoltosi il pp. 93-97) il quale suggella il ria Patria e il Comando Legio- 17 marzo, “Da Carlo Felice a suo intervento citando il regio ne Carabinieri Piemonte-Valle Carlo Alberto (1821-1847)”, decreto 24 gennaio 1861 pro- d’Aosta, con la collaborazione ha visto la partecipazione di posto dal ministro della Guerra del Consiglio regionale del Pie- Gian Savino Pene Vidari con Manfredo Fanti, che conferiva monte, sono stati i promotori ben due saggi che sviscerano la al Corpo dei Carabinieri Reali di un denso ciclo di conferenze contraddittoria partecipazione, la denominazione di Arma, e che, grazie all’adesione di illu- attiva e passiva, del corpo nei Gino Micale con un saggio che stri studiosi, e alla partecipazio- moti del Ventuno (Le vicende si sofferma sulle diverse realtà ne attenta di un folto pubblico, del marzo 1821, pp. 43-56), e assimilabili ai carabinieri nelle sono confluiti ora in un agile il ruolo avuto dall’Arma nella realtà statuali preunitarie e alla volume divulgativo ma scien- repressione dei sommovimen- presa di possesso del control- tificamente ineccepibile. Le ti repubblicani della Savoia (I lo del territorio con l’Unità per poderose ricerche di Emanuele moti mazziniani (1833-1834) mezzo della nuova organizza- Faccenda (I carabinieri fra sto- e la morte di Scapaccino, pp. zione nazionale in 13 Legioni ria e mito. 1814-1861, Comi- 63-73); così come, in riferi- territoriali, una legione Allievi, tato di Torino dell’Istituto mento agli esordi del regno di 36 divisioni, 103 compagnie e per la Storia del Risorgimento Carlo Felice, Carlo Montanari squadroni, 191 tra luogotenenze Italiano-Carocci, Torino-Roma si è soffermato con il suo inter- e plotoni, 2000 stazioni (Le gen- 2009) e di Arnaldo Ferrara vento sui compiti e sui regola- darmerie preunitarie e il Corpo (Storia documentale dell’Ar- menti che sottostavano alla non dei Carabinieri Reali durante i ma dei carabinieri, Arma dei facile gestione dei carabinieri, plebisciti, pp. 101-110). Carabinieri, Roma 2004-05), sparsi per esigenze di controllo Altra iniziativa, svoltasi in sono state la base scientifica e polizia su tutto il territorio autunno, è stata l’organizzazio- su cui costruire gli interventi, del regno, al di qua come al di ne da parte dell’Associazione per considerazioni che arric- là delle Alpi (La riorganizzazio- MetaMorfosi presso l’aulica chissero il già ricco panorama ne del 1821-22, pp. 57-61). Il cornice della Biblioteca Rea- degli studi. Il primo incontro, terzo e ultimo appuntamento le di una bella mostra che ha svoltosi il 10 marzo 2014, ha del 24 marzo, “Il Risorgimen- riunito la documentazione pro- così visto prendere la parola to (1848-1861)”, è stata l’oc- veniente da più istituti come sul tema generale “Le origini casione per fare il punto della l’Archivio di Stato di Torino, sotto il regno di Vittorio Ema- situazione su alcune questioni l’Archivio Storico della Città di nuele I (1814-1821)”: Silvano che hanno creato il “mito” dei Torino, il Museo Nazionale del Montaldo, sulle ascendenze carabinieri: dal celebre episo- Risorgimento Italiano, l’Arma napoleoniche del corpo (Dalla dio di Pastrengo, al centro del- dei Carabinieri, e non ultime, “Gendarmerie” ai “Carabinieri”: la narrazione di Paola Casana collezioni private. La scelta le premesse napoleoniche, pp. (La guerra del 1848 e la “cari- del luogo non è stata casuale: 11-16); Elisa Mongiano, sulla ca di Pastrengo”, pp. 77-86), come ricordano Rossana Rum- struttura e organizzazione dei alla leggenda costruita ad hoc mo (Direttore Generale per le carabinieri nei primi anni della attorno al carabiniere Giovanni Biblioteche, gli Istituti Cultura- Restaurazione (La costituzione Battista Scapaccino, “martire” li e il Diritto d’Autore) e Gio- del Corpo dei Carabinieri Rea- dei mazziniani a Les Echelles, vanni Saccani (Direttore della li, pp. 19-25); Enrico Genta, icona di fedeltà e sacrificio alla Biblioteca Reale di Torino), la sulle figure di Giuseppe Ales- Corona immortalata nel cele- mostra è stata anche l’occasio- sandro Thaon di Revel e Carlo berrimo quadro di Gonin, ful- ne per valorizzare l’Archivio Lodi di Capriglio (Il periodo cro dell’intervento di Umberto storico dei carabinieri reali in dell’inizio e i primi comandanti, Levra (I miti albertini: il caso deposito alla Biblioteca Rea- pp. 27-32), Vincenzo Poy, sul- di Giovanni Battista Scapaccino, le, patrimonio unico nel suo le evoluzioni nel tempo degli pp. 87-91); a chiudere il ciclo genere, ricchissimo di dati armamenti ed equipaggiamenti sui carabinieri delle origini in per la storia politica, sociale 224 ed economica del Regno di emblematici che, accarezzati un evoca la feconda lunga stagione Sardegna, attraverso la lettura tempo dallo sguardo curioso delle peregrinationes cavouria- delle ricchissime Relazioni del del Conte, intersecano storie e ne lungo le strade del mondo, comandante in Capo del Corpo ricordi della sua pur breve esi- i viaggi giovanili d’istruzione dei Carabinieri del Re. Il cata- stenza, dall’infanzia pigra e gaia e quelli d’affari o per diporto, logo dell’esposizione, gradevo- all’adolescenza studiosa e ribel- a Ginevra, a Parigi, a Londra, le nella veste grafica, moderno le, dalla giovinezza riflessiva e i più tardi e brevi soggiorni nella presentazione di immagini ardente alla maturità intrepida e ufficiali a Milano, a Bologna, e documenti, informato nell’ap- piena. Segmenti biografici, dun- a Firenze, fors’anche il viaggio parato didascalico, si presta ad que, rigorosamente documen- segreto del 1858 a Plombières essere uno strumento di pia- tati, scanditi dalla sequenza di e la corsa affannosa a Rivoltella cevole consultazione, oltreché immagini e narrazioni. Dipin- nel 1859, così come le partenze bel ricordo di un evento che ha ti pregevoli e superbi ritratti improvvise e gli esili volontari visto la collaborazione fattiva “parlano” di stirpi preclare, di nei luoghi lontani dal clamore di più enti culturali. Ai nostri luoghi fantastici e di uomini delle temporanee “sconfitte”. tempi, fattore non trascurabile. illustri, d’armi e di chiesa, di Nel suggestivo mosaico l’Au- nozze improbabili, di nobili tore non ha mancato di inse- Pierangelo Gentile donne e delle loro terre d’o- rire tessere emozionanti, che rigine, di piccole patrie e di permettono di conoscere più orizzonti europei. La rassegna intimamente il dominus della [Pierangelo Gentile], La casa mostra effigi di giovani in car- politica risorgimentale, il gioca- di Camillo Cavour. Storie e riera e di paciosi filantropi, di tore realista freddo e passionale, oggetti dal Castello di Santena, infanti sbocciati alla vita e di capace di muovere con audace Santena, Fondazione Camillo madri morenti, e inoltre com- abilità le pedine importanti sullo Cavour, 2014, pp. 116, ill. prende “pezzi d’arredo”, come scacchiere europeo. Il ritrattino i tavolini da caffè (del Piffetti) di Augusto ventenne accostato Leggiamo, nella premessa e da gioco, busti severi e lan- alla pallottola mortale che a Goi- a questo gioiellino edito dalla guide mani in marmo bianco, to ne stronca la vita (pp. 76-77) Fondazione Cavour con il con- portagioie e ventagli, onorifi- è la sintesi drammatica di una tributo del Consiglio regionale cenze “supreme”, icone regali lacerazione insanabile, è la testi- del Piemonte, che «la esibizio- e augusti omaggi, memento di monianza del legame purissimo ne di opere storiche e artistiche capitoli basilari della nostra del grande Cavour con l’amato può sprigionare una vis attracti- Storia. Come non riflettere sul nipote «di sentimenti “italianis- va verso la loro origine e verso significato della celeberrima simi”»: l’altro se stesso, promet- i luoghi da cui provengono» coppa di Sèvres, «di grandissi- tente e fiero, accanto al quale, (Nerio Nesi, p. 9). Coerenti mo valore», donata dall’impe- fatta l’Italia, il Conte troverà per con tale assunto, le pagine che ratore Napoleone III a Cavour sempre riposo. Pierangelo Gentile ha allestito «a margine del Congresso di Altri “documenti”, vivi ed con cura amorevole e provata Parigi» del 1856, e ai successi- eloquenti, che il sapere e la sen- competenza, si pongono come vi sviluppi dell’alleanza franco- sibilità di Gentile hanno scelto seducente invito ante litteram piemontese? Tra tanti oggetti per questa anteprima, potrem- a varcare idealmente la soglia “rivelatori” e “speciali” raccon- mo ancora qui segnalare: ci sem- della dimora extraurbana dei tati in questo libro, c’è una bor- bra però più opportuno affidare Benso – che lo statista chiamava sa da viaggio sdrucita in pelle al lettore la suggestione dell’in- affettuosamente «casa mia» – in marrone con impresse le iniziali contro con il mondo cavou- attesa di attraversarne le stanze “CC” sormontate dalla corona riano rispecchiato in questo trasformate tra breve in Museo- comitale; inseparabile compa- libro, concedendogli il piacere memoriale cavouriano. gna del Camillo “viaggiatore”, di apprenderne o riscoprirne Accompagnati da Gentile, consumata dall’uso contiene un la lezione attraverso la scrittura incontriamo qui e ora, oltre “la nécessaire da toeletta d’argento stringata e gradevole dei testi – autentiche e utili pagine di sto- porta”, una teoria di oggetti e avorio (con pettine e spazzo- ria – e le belle illustrazioni che selezionati con sagacia tra i due- lino da denti): strumento indi- ne costituiscono il compendio. mila beni superstiti del Castello spensabile e del tutto persona- di Santena: sessantadue oggetti le, la borsa con i suoi accessori Rosanna Roccia 225 Dall’Università di Torino volume viene dedicata partico- secutivo, in particolare durante all’Italia unita. Contributo lare attenzione al ruolo svolto, la guerra con l’Austria. Carlo dei docenti al Risorgimento per la preparazione anche giu- Bon-Compagni di Mombel- e all’Unità, a cura di Clara ridica dell’unità nazionale, dal lo ricoprì anche la cattedra Silvia Roero, Torino, napoletano Pasquale Stanislao di Diritto costituzionale, così Deputazione Subalpina di Mancini, al quale fu affidata la come Pier Carlo Boggio, del Storia Patria, Miscellanea cattedra di diritto internazio- quale Michele Rosboch sotto- di Storia Italiana, serie V, nale: nella prolusione del 1851 linea l’attività politica e gior- Studi e Fonti per la storia Della nazionalità come fonda- nalistica, in particolare quale dell’Università di Torino, mento del diritto delle genti cofondatore del quotidiano “Il XVIII, 2013, pp. 636. questi affermò il principio di Risorgimento”: il suo contribu- nazionalità come fondamento to alla preparazione dell’Unità A centocinquant’anni dall’U- delle relazioni internazionali. è evidenziato specialmente nel nità d’Italia, la Deputazione Tale discorso ebbe vasta riso- commento Della libertà come Subalpina di Storia Patria e il nanza e fu ben accolto dal pub- fattore d’indipendenza. Centro di Studi per la Storia blico sia torinese sia italiano. Il contributo di Enrico Pasi- dell’Università di Torino hanno Anche l’economista Francesco ni si sofferma sul contributo dei programmato una serie di ricer- Ferrara, protagonista del con- docenti di filosofia: di partico- che – culminate nel volume in tributo di Fiorenzo Mornati, lare interesse sono le figure esame – volte ad evidenziare il può essere annoverato tra gli di Domenico Berti, Antonio contributo dei docenti dell’A- “stranieri” che contribuirono Rayneri e Giovanni Antonio teneo Torinese nel periodo che al clima di fermento cultura- Rayneri, i quali collaborarono preparò il compiersi dell’unifi- le e politico che animò l’Ate- alla stesura della legge Bon- cazione nazionale. neo torinese in quel periodo. Compagni e parteciparono alla Il fermento culturale e poli- Accanto a queste personalità, Società d’istruzione e d’educa- tico dei due decenni preceden- la riforma Alfieri di Sostegno zione, accanto ai citati giuristi ti l’Unità merita uno studio ebbe come protagonisti diversi Melegari e Albini. approfondito per comprendere giuristi piemontesi, cui furono Ester De Fort mette a fuoco come lo stratificarsi di esigen- affidati alcuni insegnamenti di la figura di un letterato “stra- ze di rinnovamento e cambia- nuova introduzione: in parti- niero”, quale Pier Alessandro mento abbia svolto un ruolo colare Pene Vidari si sofferma Paravia, chiamato a Torino per propulsore per l’unificazione su Pietro Luigi Albini, al quale ricoprire la cattedra di Eloquen- nazionale. In particolare nella fu attribuita la nuova cattedra za italiana: non solo nella Facol- Facoltà giuridica, come evi- di Enciclopedia del Diritto, e tà di Giurisprudenza l’ambiente denziato da Gian Savino Pene su Felice Merlo, al quale fu culturale aveva infatti goduto Vidari nel primo contributo del assegnato l’insegnamento di dell’apporto di studiosi venu- volume, Cesare Alfieri di Soste- Principi razionali del Diritto e ti da oltre i confini del regno gno seppe intercettare queste Matteo Pescatore, professore di subalpino. Maria Teresa Pichet- istanze di rinnovamento: nella Teoria delle prove. to esamina i contatti della classe sua qualità di Magistrato della Anche i contributi di Pao- dirigente torinese non solo con Riforma egli provvide a formu- la Casana e Michele Rosboch ‘immigrati’ politici della peniso- lare un Regolamento che avreb- si concentrano su due giuri- la italiana ma con la cultura stra- be cambiato la struttura e la sti, Carlo Bon-Compagni di niera, in particolare in relazione qualità dell’insegnamento giuri- Mombello e Pier Carlo Bog- alle teorie di J. S. Mill. dico, chiamando inoltre a Tori- gio, i quali svolsero un ruolo Giorgio Chiosso tratta del no illustri “immigrati politici”: importante per l’Unità nazio- Risorgimento dei librai e dei tipo- a partire dall’anno accademico nale: il primo partecipò al pro- grafi: egli sottolinea il loro fon- 1845-46, fu affidata la cattedra cesso unitario sia dal punto di damentale aiuto al servizio della di Economia Politica al napo- vista scientifico, con la riforma scuola concepita come strumen- letano Antonio Scialoja e, nel degli studi avviata come mini- to per creare la coscienza nazio- 1848, venne chiamato a Torino stro della Pubblica Istruzione, nale. Erika Luciano si concentra l’esule emiliano Luigi Amedeo sia dal punto di vista politico, invece sull’importanza dell’istru- Melegari per l’insegnamento come incaricato di delicate mis- zione nel periodo risorgimenta- di Diritto costituzionale. Nel sioni politiche da parte dell’e- le, in particolare sull’apporto 226 dell’ebraismo subalpino alla d’educazione, che costituì un ricchezza e alla pluralità delle storia della scuola. luogo d’incontro e di confronto risonanze testuali, alla chiarez- Né mancò il sostegno all’U- per gli studiosi appartenenti ai za del dettato, alla trasparenza nità nazionale da parte dei diversi ambiti disciplinari. del giudizio. Appartenendo professori delle facoltà scienti- Il volume riesce così ad offri- in ciò alla non fitta schiera di fiche: di particolare interesse lo re un ampio panorama sulla quei giornalisti culturali, da studio sull’attività del medico multiforme attività degli studiosi Pampaloni a Pontiggia (solo e botanico Giuseppe Giacinto impegnati sul piano scientifico per indicare due apici), capa- Moris e sul suo impegno poli- e politico, e valorizza appieno ci di congiungere alla scienza tico come senatore, di Rosanna il ruolo che essi ebbero come della letteratura (se mai ve ne Caramiello e Giuliana Forneris. motore dell’Unità nazionale. sia una) la giusta dose di una Luigi Cerruti mette in evi- larghezza interpretativa libera denza la trama di relazioni e Ida Ferrero da schematismi e tecnicismi. di scambi culturali esistente Dopodiché, a imporsi è l’e- nell’ambiente culturale subal- leganza del tratto, del tocco. pino dell’epoca: egli si soffer- Lorenzo Mondo, Questi Un’eleganza stilistica, che Mon- ma sulla partecipazione del piemontesi. Profili di scrittori do ha declinato in più modi: chimico siciliano Stanislao italiani tra Otto e Novecento, sia nella pratica propriamente Cannizzaro alla citata Società a cura di Mariarosa Masoero, narrativa, in cui personalmente d’Istruzione e d’Educazione e Firenze, Leo S. Olschki, riconosco il gran risultato nei sui contatti avuti con Domeni- 2015, pp. 260. Padri delle colline, sia nella bio- co Berti e Giovanni Antonio grafia di Pavese, Quell’antico Rayneri. Intanto, e subito, una lezio- ragazzo, che è proceduta da un Fondamentale fu anche l’ap- ne di metodo. Con Questi pie- lavoro accudito per anni, sia, porto dei geologi italiani, ana- montesi, che esce ora da Olschki infine, nella moralità di fondo lizzato da Bruno Lombardo e per la cura discreta di Mariarosa e nelle moralità anche sferzanti Daniele Castelli: di particolare Masoero, Lorenzo Mondo non del Calendario dei giorni dispari interesse è l’analisi dell’attività fa che impartire – senza petu- con cui ha accompagnato fatti e di Quintino Sella, congiunta- lanza – una solida lezione di figure della più vibrante e bru- mente a quella di altri docenti lettura, che gli viene sia da una ciante attualità, del tutto fuori dell’Ateneo torinese, che insie- preparazione rigorosa (Mondo, da cedimenti al pettegolezzo o me collaborarono alla stesura fin dall’esordio del suo Cesare al chiacchiericcio o da conces- della Carta Geologica d’Italia Pavese, avrebbe potuto avviarsi sioni all’effimero modaiolo. e promossero la fondazione con passo sicuro alla carriera Saremmo quindi al terzo del Club Alpino Italiano. Un accademica, e v’è qui un ricordo motivo che va sottolineato per apporto fattivo all’Unità fu nella dedica “Alla cara memoria il volume di Questi piemonte- pure dato da Lorenzo Restelli- di Giovanni Getto”), sia da un si, comprensivo di testi editi no, studiato da Giacomo Gia- gusto allenato per anni nell’e- ma anche di ben nove inediti: cobini: medico militare, questi sercizio di recensore primario, ossia la lunga fedeltà (Una lun- partecipò alle campagne del prima della “Gazzetta del Popo- ga fedeltà s’intitola una delle tre 1848-49 provvedendo anche lo” e poi della “Stampa” (“Tut- sezioni con cui il libro è compa- al soccorso dei compagni feriti. tolibri” incluso), di cui è stato a ginato, raccogliendo scritti su Chiude il volume la curatrice lungo anche vice-direttore. Mario Soldati, Cesare Pavese, Clara Silvia Roero, che dedica Critico militante, se non fos- Primo Levi, Beppe Fenoglio, attenzione all’attività dei fisici se del sospetto che l’attributo Giovanni Arpino, Sebastia- e matematici che parteciparono reca con sé (ma “militanza” no Vassalli) non solo a una alla vita politica, come i senatori vale qui come designazione di pratica, che inadeguatamente Giovanni Plana e Carlo Ignazio assiduità, di severità, di guida potrei definire professionale, Giulio: di quest’ultimo è pub- onesta e degna, non già come vista la passione che la anima, blicata in appendice al volume pratica di ideologiche esclusio- ma anche a un versante, a uno una silloge di contributi politici ni o di preclusioni in qualche spazio, a una geografia affetti- e scientifici inediti. Di partico- modo eterodirette), Mondo si va, che è appunto la parte pie- lare interesse il paragrafo dedi- è sempre attenuto a una equi- montese della ricognizione di cato alla Società d’istruzione e librata scienza delle parti, alla Mondo: una sorta di filo rosso 227 nel ben più ampio orizzonte di rente addizionalità – saldo e vate in fonti lapidee, epigrafi- stazioni e di esplorazioni “fuo- compatto. Cui avrebbe gio- che o presenti su suppellettili ri di casa” alla ricerca dei libri vato un indice dei nomi e dei ed arredi cerimoniali, medaglie, degli altri. luoghi: buon servizio non già altri manufatti o incisioni e Ed ecco che troviamo qui – come portolano per una lettura riproduzioni a stampa. Prende nel genere misto dello studio, facilitata (posso ben compren- forma nel volume, riferendo del saggio o della recensione: dere le ragioni per cui tale indi- quanto scrive nella prefazio- occasioni, come sottolinea lo ce non sia stato previsto) ma ne Monsignor Sergio Pagano, stesso Mondo nella Premessa, come tracciato per una lettura, vescovo titolare di Celene e che inducono tanto al più stret- se mai, più immediatamente e Prefetto dell’Archivio Segre- to e prestabilito spazio quanto visivamente percepibile nella to Vaticano, «un patrimonio al fiato della più ampia pagina sua ricchezza di echi e rimandi. grande racchiuso nel minusco- – autori pienamente ottocente- lo spazio delle armi episcopali schi come il romantico Breme, Giovanni Tesio […]. Qui i vescovi di Tortona lo scapigliato Tarchetti, il com- parlano un linguaggio stringa- posito De Amicis, gli espressio- to e simbolico […] altrettanto nisti Faldella e Cagna, il noma- Stemmario dei vescovi di istruttivo – per chi sa coglierlo de ed esploratore Franzoj, Tortona (1221-1996), a cura e comprenderlo – quanto molti l’irregolare Ragazzoni, il “cre- di Giuseppe Decarlini, con dei loro atti». puscolare” Chiaves (al crepu- la collaborazione di Ernesto Di ognuno è delineato un scolarismo di Gozzano Mondo Stramesi, disegni di Enzo cenno biografico idoneo ad ha riservato attenzioni critiche, Parrino, [Tortona, Fadia], inquadrarne la figura nelle qui giustamente non incluse, di 2014, pp. 95. complessive vicende storiche ben specifica estensione, e mi della città e dell’antichissima riferisco al volume Natura e Già in passato il Decarlini diocesi, della quale la tradizio- storia in Guido Gozzano). Con si era cimentato con la compi- ne vuole che sia stato primo i quali ultimi già saremmo nel lazione di uno stemmario dei pastore San Marciano, pur in transito otto-novecentesco, non vescovi tortonesi (Stemmi dei presenza di divergenti orienta- estraneo nemmeno a chi, come vescovi di Tortona nei manifesti menti storiografici al riguardo. De Amicis o Faldella, scavalca d’epoca, XVI-XIX sec., Tortona Nei tempi più antichi il vesco- perfino abbondantemente la 1995, recensito su “Studi Pie- vo fu non raramente espresso frontiera di quella fin-de-siècle. montesi”, XXV, 1 (1996), p. da famiglie eminenti a livello Un’ultima sezione è dedica- 232), utilizzando quale fonte comunale, fatto che indiretta- ta a un Altro Novecento, e che principale le figure che com- mente sottolinea un durevole comprende interventi e recen- parivano in testa alle lettere momento di autonomia politi- sioni su libri di Carlo Levi, Lal- pastorali, editti, istruzioni e ca, come nel caso di Pietro e la Romano, Natalia Ginzburg, circolari emanate da ciascun Melchiorre Busseti (che ressero Gina Lagorio, Carlo Fruttero pastore della diocesi. la diocesi rispettivamente dal (con Franco Lucentini) e Carlo Il presente lavoro si differen- 1221al 1236 e dal 1274 al 1284) Fruttero da solo (tutta gustosa zia nettamente dal preceden- oppure in quello di Giacomo e raccomandabile la recensio- te, sotto il profilo cronologico, Calcinara (1295-1316). Quanto ne a Mutandine di chiffon, con essendo molto più esteso l’arco a quest’ultimo, non sarà fuori quell’attenzione particolare alla temporale preso in considera- luogo ricordare che alcuni anti- narrazione dei passaggi auto- zione, per le fonti scrupolosa- chi studiosi (tra i quali Palemo- biografici di Fruttero in casa mente ricercate e individuate ne Luigi Bima), oggi a quanto Radicati di Passerano), Gui- in numerosi ambiti, nonché pare destituiti almeno in parte do Ceronetti, Umberto Eco e per la ricchezza dell’apparato di fondamento, credettero di Nico Orengo. Più un’Appendi- iconografico, di cui è autore il potere riferire non di uno solo, ce, che raccoglie due interventi Parrino, eccellente artista aral- ma di due vescovi della fami- di taglio almeno in parte, non dico che ha delineato l’arma glia, cronologicamente quasi dirò certo privato (riguardano gentilizia dei trentanove prelati contigui. ancora Pavese), ma legati a una di cui nel volume si tratta. Per I legami storico-politici inter- storia un poco più personale. ognuno di loro sono riprodotte correnti tra Tortona e lo Stato Un volume – nella sua appa- testimonianze blasoniche rile- milanese, sono in qualche misu- 228 ra anticipati a livello religioso profondità di analisi, lucidità ti della sconfitta: l’umiliazione da un pastore appartenente di giudizio, lungimiranza di per l’occupazione della citta- alla casata dei Torriani e poi intelletto. Gli eventi che sono della da parte di 1500 croati e sottolineati, dopo la conquista al centro del volume racconta- 1500 ungheresi era vissuta dalla viscontea a metà Trecento, da no una fase centrale nella sto- popolazione all’insegna di una alcuni vescovi, che dei territo- ria del Regno di Sardegna, anni scena dal sapore quasi biblico, ri e del potere lombardi erano segnati dapprima dalla rotta sotto «un diluvio di pioggia espressione. Quando Tortona nella prima guerra di indipen- de’ più potenti e de’ più rari». confluirà nello Stato sabaudo, denza, poi dallo sviluppo eco- Salvo poi rinvigorire il proprio se ne percepiranno subito i nomico e tecnologico del Pie- orgoglio al motto di «Viva riflessi anche in sede vescovi- monte cavouriano, infine dalla Alessandria! Morte ai tede- le, con la nomina del saluzzese proiezione dello stato sabaudo schi!», con quei «monelli» che Carlo Maurizio Pejretti e del sullo scacchiere internaziona- fischiavano le truppe dell’inva- casalese Pio Bonifacio Fassati le a seguito dell’intervento in sore, (eloquente, tra i giornali di Balzola. Crimea. conservati da Civalieri nei suoi In questi grandi accadimenti diari, il mordace “Fischietto” Gustavo Mola di Nomaglio della storia patria, Alessandria con la vignetta del dialogo tra e il conte Civalieri non sono un tamburino austriaco e un sullo sfondo, anzi. La democra- giovane del luogo: «Mi far nix Pietro Civalieri, Memorie tica città sul Tanaro e l’aristo- male, mi bat ritirata: quando ti storiche di Alessandria, parte V cratico acuto osservatore della finir de ti cojonar pover tam- (1849, dal II trimestre – 1856), realtà del suo tempo, emergono buro? – Quand che ti t’sounrà a cura di Roberto Livraghi, al centro di alcune delle pagi- la ritirada prì andè fora des Gianluca Ivaldi, Gian Maria ne più significative del Risorgi- bali») e la processione del Panizza, Alessandria, Archivio mento. Invitato alla tavola del Corpus Domini deviata appo- di Stato di Alessandria - sovrano in procinto di recarsi sta per maledire gli asburgici e Associazione Città Nuova, al tragico destino riservatogli benedire il sindaco con sciarpa 2015, pp. 214, ill. sui campi di Novara, Civalieri tricolore a tracolla. Se i funerali è una delle ultime persone a di Carlo Alberto – il cui fere- Dopo quasi dieci anni di vedere re Carlo Alberto in vita tro proveniente da Genova, intenso, scrupoloso e appas- e uno dei primi a comprendere transitò ad Alessandria sotto sionato lavoro da parte dei come l’epopea del “re magna- lo sguardo curioso e attonito curatori, con la pubblicazione nimo” si sarebbe presto tra- di 12.000 persone – costituì il del sesto volume (quinto della sformata nella contraddittoria capitolo conclusivo di un rap- serie), si chiude definitivamente trama mitologica del “re marti- porto tra capoluogo e monar- l’edizione di quella straordina- re” intessuta da Luigi Cibrario. chia che non era stato privo di ria fonte risorgimentale con- Passioni «troppo ardenti», che attriti (Galateri e Vochieri a servata presso l’Archivio di vedevano, da un lato, coloro un estremo, Rattazzi, il disgra- Stato di Alessandria, costituita che all’esule monarca mai ziato ministro della riscossa, dalle memorie del conte Pietro avrebbero perdonato «d’aver all’altro), gli anni Cinquanta Civalieri di Masio. Non stare- tutto sacrificato de’ suoi suddi- videro Alessandria mantenere mo qui a ritornare sull’impor- ti per un’ardua e difficilissima il proprio ruolo politico e stra- tanza storica degli oltre 2200 impresa», dall’altra chi, sen- tegico di terza città del regno; fogli manoscritti pubblicati in za remore, proclamava Carlo e Civalieri restava il disincanta- circa 1500 pagine a stampa. È Alberto con «entusiasmo deli- to “cantore” delle sue glorie e già stato fatto in occasione di rante il Martire dell’Italiana delle sue miserie, anche se con una precedente recensione in indipendenza, il primo citta- sentimento: lo stupore e il pia- questa rivista, nel numero di dino d’Italia, l’Uomo perseve- cere per la nascente strada fer- dicembre 2011 (pp. 596-597). rante, forte, l’Uomo unico nella rata; l’incredulità per gli onori Qui, preme sottolineare come Storia». Ma al di là della poli- municipali resi al novello presi- quel “Saint-Simon di provin- tica e della propaganda, Ales- dente della Camera, il redivivo cia” dallo sguardo tutt’altro sandria, in quella primavera del e mai amato avvocato Urbano; che locale, sia riuscito ancora 1849, viveva la dura realtà di l’ammirazione per Cavour che, una volta a stupire il lettore per una comunità afflitta dagli esi- «dotto ed esperiente nell’econo- 229 mia politica, dall’eminente suo zo Reale Nuovo di Emilio Stra- dell’Accademia delle Scienze scanno» predicava lo sviluppo mucci) l’ha trovata, tornando in esso potrebbero allargarsi e dell’industria e dei commerci; alle origini. Alla nuova Galleria trovare migliore e più spaziato la speranza per quella spedi- Sabauda s’è arrivati per gradi e ordinamento il museo egiziano zione di Crimea, che «utile e la Gabrielli ne descrive tempi […]”. gloriosa pel Piemonte quan- e modi, sino all’anteprima del La nuova Sabauda è il ful- tunque onerosissima», avrebbe 2012, che ha impegnato il pia- cro del Polo Reale. Si trattava fatto acquistare al regno «forza no terreno della Manica Nuova di riusare un palazzo esterna- morale ed importanza politica di Palazzo Reale. mente aulico ed internamente nel consorzio de’ Cabinetti Per contribuire alla discus- sobrio, adatto alla lunga teoria europei ed indirettamente e sione avviata dal convegno si di uffici della Real Casa, che si col tempo essere utile al rige- può aggiungere, quale pre- affacciavano su un corridoio neramento d’Italia». Guardava messa, la lucida posizione di molto sviluppato in altezza. lontano il conte Civalieri. Anna Maria Brizio su «La Su questo involucro lo Studio Stampa» del 18 luglio 1946, Albini Associati ha eliminato Pierangelo Gentile che si domandava “Che fare quasi sempre le tamponature del palazzo reale?” dopo l’esi- che modulavano la sequenza to referendario sfavorevole alla degli uffici e dunque restituen- Musei Torino 2011. Da crisi a monarchia: “Il passaggio del do nella sua nitidezza la scatola opportunità. Verso la Nuova Palazzo Reale in disponibilità muraria portante. Con un sot- Galleria Sabauda, Atti del allo Stato ha fatto sorgere il tile gioco di leggere pannella- convegno internazionale di problema della sua destinazio- ture e di stendardi didattici si studi (Torino, Villa della ne […]. Fra le varie proposte, è proceduto ad articolare gli Regina, 5-6 maggio 2011), la più ponderatamente vagliata spazi in modo di accogliere le a cura di Edith Gabrielli, è già stata presentata in esame opere in un contesto articolato Firenze, Leo S. Olschki ai competenti ministeri dalla ma di facile lettura, senza affa- Editore, 2014, pp. 208. Sovrintendenza alle Gallerie, la stellamenti ma anche evitando quale, […] è giunta alla con- un eccessivo isolamento dei Nell’Introduzione al libro clusione che […] il cosiddetto manufatti. La luce è artificiale, Edith Gabrielli chiarisce le Braccio Nuovo, sia una sede con intervento del lume natu- ragioni di un convegno che è adatta sotto ogni aspetto ad rale appositamente schermato, frutto d’una maturazione decen- accogliere la Galleria Sabauda, eccezion fatta per l’ultimo pia- nale intorno al sistema dei musei che è ora […] stipata all’ultimo no, dove il sottotetto è tagliato piemontesi. Dagli anni novanta piano del Palazzo dell’accade- nella sommità a formare uno il rinnovato interesse per i beni mia delle Scienze, in sale […] stretto e lineare lucernario. Qui culturali (che ha coinvolto oltre insufficienti e […] esposte a si è scelto di esporre la raccolta lo Stato, Regione, Provincia, variazioni di temperatura che Gualino, mentre nei tre piani Comuni, Fondazioni bancarie nella canicola estiva giungono sottostanti si snoda tutta la e altri enti pubblici e privati) ha fino a 38° […]. I locali del pia- pittura e la scultura raccolta visto evolversi strutture piutto- no terreno e del primo piano dai Savoia nei secoli, con una sto invecchiate dopo il grande […] rispondono a tutte le esi- ripartizione cronologica ma lavoro di ripristino e rifunzio- genze museografiche moderne; non scolasticamente riferita a nalizzazione del dopoguerra. Le per la luce che è ottima, per le scuole, autori e collezioni. vicende della Galleria Sabauda condizioni di temperatura […]. Il volume accoglie interventi sono emblematiche di questo Esse inoltre corrispondono stratificati sulla situazione dei passaggio da una concezione […] ai bisogni della galleria, musei in Italia e non: Mario d’un museo razionale, peda- che acquisterebbe finalmente Epifani descrive l’intervento gogico ma pur sempre elitario, il numero di sale necessarie per nelle sale dorate di Palazzo ad un istituto democratico, l’esposizione di quadri finora Carignano; Marco Albini i flessibile, aperto alle esigenze sottratti al godimento del pub- criteri sottesi al nuovo allesti- del pubblico e del territorio. blico per mancanza di spazio mento della pinacoteca; Carla La Sabauda ha sempre cerca- […]. Col trasporto della Gal- Enrica Spantigati riflette sulla to una casa definitiva e forse leria Sabauda […] rimanen- mostra che ha accompagnato (nella degna cornice del Palaz- do libero un piano a Palazzo il trasferimento della Galleria; 230 Krzysztof Pomian argomenta i mobili) e il fantastico carro di una manifestazione culturale attorno alla “sfida” d’un museo d’oro del principe, dovuto fra le migliori di questi anni; moderno nella società globa- all’ornatista parigino Nicolas che rimarrà, non solo per Caso- lizzata della comunicazione di Pineau; Marcello Tagliente si rati, come una pietra miliare. massa; Paola Carafa si sofferma concentra sui progetti di valo- Da quando Michele Ferre- sul rapporto tra città e territo- rizzazione dei musei statali, ro aveva voluto dare vita, nel rio con riferimento all’archeo- concetto di grande attualità, 1983, alla Fondazione che si è logia; Paola Nicita parla delle che affonda nei “musei al popo- fattivamente impegnata sia in annose vicende della Galleria lo” degli anni trenta; Donata ambito socio-assistenziale sia in Nazionale di Roma e della sua Pesenti Campagnoni rievoca attività culturali, le mostre che anomalia nel contesto europeo: la “scommessa” sul Museo del essa ha promosso e realizzato prestigiose collezioni e palaz- Cinema alla Mole Antonelliana ad Alba – l’una più memorabile zi principeschi, che vivono di (che era stata sede del Museo dell’altra – sono via via cresciu- luce propria (secondo il carat- del Risorgimento sino al 1938); te di livello e nell’insieme han- tere magnificente e policentrico Patrizia Picchi ribadisce il peso no costituito un esempio ormai delle raccolte italiane), a diffe- della Regione Piemonte nella raro di autentico “patrocinio” renza di molti istituti sorretti rinascita dei beni culturali dell’arte e della cultura da par- dalla propaganda nazionalista (Venaria docet), in anni in cui te di una Fondazione privata; ottocentesca; Gianluca Kannès l’investimento culturale era oli- qualcosa che sa di altri tempi, fa un dotto compendio storico vettianamente centrale nell’a- purtroppo lontani, e più “vir- sull’architettura museale ita- zione regionale; Mario Epifani tuosi” dei nostri. liana dall’Unità ad oggi; Paolo confronta musei italiani e ame- Nella corale mestizia che ha Coen illustra il tema dei Musei ricani coll’esperienza del Getty; accompagnato la scomparsa dello Shoah, commentando le Giacomo Giacobini, Cristina del “patriarca” della Ferrero, ardite scelte progettuali che Cilli, Giancarla Malerba pre- sono alla base di molte di que- ho pensato che fra i numero- sentano il Palazzo degli Istituti si motivi di essere fiero per ste nuove istituzioni, ma affron- Anatomici con le sue variegate tando anche la questione politi- come aveva speso la sua vita raccolte, testimonianza unica poteva esserci quello che la ca, identitaria e di riparazione del positivismo italiano; Patri- sua Fondazione fosse giunta rispetto ad una storia tragica; zia Sandretto Re Rebaudengo a realizzare una esposizione di Lucetta Levi Momigliano si ricorda il ruolo delle fondazioni così grande valore: mai prima occupa del Fondo per l’Am- private per l’arte contempora- d’ora un artista dell’importanza biente Italiano e della dimora nea; Andrew McClellan chiude di Felice Casorati era apparso del Castello di Masino; Marcella gli interventi col nuovo museo in tutto il suo rilievo storico, Pralormo testimonia della feli- di Abu Dhabi. ce realizzazione e gestione della sullo sfondo delle vicende di Pinacoteca Giovanni e Marel- Paolo San Martino oltre mezzo secolo di dibatti- la Agnelli; Austéja Brasiūnaité ti e trasformazioni nella scena tratta del Castello di Rokiškis, dell’arte internazionale. residenza del Gran duca litua- Felice Casorati. Collezioni e Attraverso 65 dipinti – sele- no, divenuta Museo regionale; mostre tra Europa e Americhe, zionati con un semplice quanto Cristina Mossetti ci mostra il a cura di Giorgina Bertolino, rigoroso criterio filologico, quel- fondamentale restauro di Villa Catalogo della mostra, Alba, lo di ripercorrere la storia delle della Regina, dalle dispersioni Fondazione Ferrero, 25 mostre nazionali ed internazio- di arredi e dai danni di guerra, ottobre 2014-1 febbraio 2015, nali cui Casorati aveva preso sino al recente restauro e alla Cinisello Balsamo, Silvana parte, con opere che lui stesso riapertura al pubblico; Johann Editoriale, 2014, pp. 288, ill. sceglieva, ogni volta in modo Kräftner interviene sul Lie- assai ponderato e ragionato, e chtenstein Museum di Vien- Chi ha avuto il privilegio di di verificare quali si potessero na, sulle sue ricche collezioni, vedere la mostra e ha potuto ottenere in prestito ad Alba, in cui spiccano il Badminton esaminarne con la necessaria cogliendo l’occasione per cabinet (fastoso trionfo delle attenzione lo straordinario e approfondirne tutta la vicenda fabbriche granducali fioren- curatissimo catalogo ha potuto collezionistica – si può rivedere tine, nonché record prize fra rendersi conto che si è trattato passo dopo passo tutta l’evo- 231 luzione del grandissimo mae- tanti saggi scritti per il catalogo Moderna di Torino (il museo stro. C’è la sorpresa di risco- di Alba, la quantità di preziosi pubblico che ha, grazie pure a prire quadri che tornano per la documenti – fotografie inedite, importanti donazioni da parte prima volta in Italia da musei lettere, copertine e pagine di del figlio Francesco, anch’egli di tutto il mondo; e di con- cataloghi – permettono final- un significativo artista torinese, statare che talvolta si tratta di mente di conoscere e compren- il nucleo più ampio di opere tasselli fondamentali nella sua dere più a fondo, sin nei detta- di Felice Casorati), ha voluto storia d’artista (come nel caso gli, le vicende e gli intrecci di allestire negli spazi della sua di Bambina, 1912, dal museo una ben lunga stagione dell’arte Wunderkammer – nel medesi- belga di Gent) o comunque di torinese e italiana, tanto più che mo periodo di apertura della tappe significative (ad esempio se ne ricostruiscono i rapporti principale mostra di Alba – e L’allievo, 1930, dal Museum of e le relazioni con quanto acca- che è stata attentamente curata Fine Arts di Boston) che, di deva – decennio dopo decennio da Riccardo Passoni. fronte alla realtà del dipinto, – contemporaneamente in tutta Non va dimenticato il bellis- consentono di notare partico- Europa, negli Stati Uniti e nel simo documentario Felice Caso- lari che dimostrano una volta sud America. rati. Io amo la pittura, che ha di più quanto Casorati sap- Attraverso l’attenzione minu- riunito preziosi filmati d’epoca, pia introdurre articolazioni e ziosamente focalizzata su Caso- molti dei quali inediti, e che varianti sempre nuove alle sue rati, in effetti da un catalogo ha saputo – grazie alla regia di rigorose costruzioni/invenzioni tanto approfondito e ragionato Fabrizio Galatea e agli asciutti spaziali, al contempo figurative ciò che finisce per emergere è la ma magistrali testi di Giorgina e come fuori del tempo, in una storia delle tendenze artistiche Bertolino – restituirci una vivi- dimensione di pura astrazione nel mondo occidentale fra il da presenza di Casorati stesso delle forme; eppure così mate- 1910 e il 1960, di come hanno lungo tutto il corso della storia riche nel concreto uso del colo- giocato il sostegno dei governi, del suo tempo e del suo magi- re, impiegato in stesure di uno la politica dei grandi musei, il stero artistico. Senza dimenti- straordinario quanto persona- ruolo centrale di alcuni gran- care l’impegno della Ferrero in le modo di creare assonanze e di critici e storici dell’arte che ogni aspetto della realizzazione contrasti di toni che risentono hanno proposto differenti teo- della mostra, sino al volontaria- della profonda sensibilità ed rie e modi di “vedere” l’arte, to prestato dai suoi “anziani” esperienza musicale dell’artista. il favore che gruppi di artisti e per la sorveglianza nelle sale, Nel catalogo – dove a cia- singole personalità hanno otte- e persino per gli allestimenti, scuna delle opere esposte è nuto da parte del “mercato”, assai ben progettati da Danilo dedicata una esaustiva scheda costituito da specifiche cerchie Manassero con la partecipazio- storico-critica che attraverso di collezionisti come dall’affer- ne di Eva Menzio, è doveroso fonti e documenti d’epoca marsi di talune gallerie piutto- mettere in evidenza che solo sottolinea nessi e rimandi tra sto che di altre. la generosa disponibilità del- la produzione casoratiana, Quanto alla poetica di Felice la famiglia Casorati nel dare raffronta i contributi critici Casorati, alla genesi delle sue accesso all’archivio e a prestare che si sono susseguiti nell’ul- opere e a come si è andato evol- ogni tipo di documento, spin- timo secolo e ci restituisce un vendo e precisando nel tempo gendo anche altri famigliari dei panorama complessivo sinora il suo linguaggio artistico, protagonisti di quei momenti a mai altrettanto approfondito e sono particolarmente preziosi fare altrettanto, ha permesso di completo – il fatto che quell’al- – tanto in un’ottica filologica ricostruire quelle straordinarie lievo fosse il giovane Riccardo quanto in una logica didattica esperienze con una profondità Chicco diviene l’occasione per per aiutare il pubblico a com- mai raggiunta prima. Nessuno ricostruire nei più minuti par- prendere il metodo di lavoro come la curatrice della rasse- ticolari sia la storia espositiva e dell’artista, dall’ideazione di gna Giorgina Bertolino avreb- collezionistica di quello specifi- un tema allo sviluppo per fasi be potuto tirare le fila di un co dipinto, sia il clima e i rap- e articolazioni successive – i discorso così complesso; grazie porti di una fase preziosa della tanti suoi piccoli disegni: alcuni a una competenza acquisita nei cultura torinese non soltanto erano esposti ad Alba, mentre decenni di lavoro che l’hanno artistica. Così come l’insieme altri facevano parte di un’altra portata alle due edizioni (1995 delle altre schede, gli impor- rassegna che la Galleria d’Arte e 2004) del Catalogo generale 232 dei dipinti e delle sculture di ta nei corretti e dovuti termini l’autrice conduce un discorso cui è stata autrice con Fran- storici, un ruolo essenziale lo ben articolato, affrontando la cesco Poli; a una padronanza ha svolto il figlio Francesco: storia delle Istituzioni torine- unica della materia, affinata rispettoso custode di quanto si, dall’Accademia Albertina nel continuo confronto con il padre aveva creato, quanto (1833) all’ultima manifestazio- Francesco Casorati, custode silenzioso e lucido regista della ne volta a celebrare – nel 2012 e intelligente valorizzatore del sua “messa in luce”. – la Scuola di Rivara. Quindi, le lavoro del padre; a una capacità Accademie d’Italia e di Francia sempre maggiore – come dimo- Piergiorgio Dragone con l’Académie Julian oppure il strano le raffinatissime schede Salon des Beaux Arts animato da lei firmate nel catalogo – di da artisti decorati addirittura muoversi con autorevolezza da Maria Luisa Reviglio della da Napoleone, nel 1808. lucido storico e da sensibile cri- Veneria, Recherche sui pittori Il paesaggio prevale in una tico d’arte. D’altro canto, il suo di famiglia. Artisti della terra che ha visto Antonio Fon- profilo professionale è cresciu- nobiltà tra XIX e XX secolo, tanesi quale docente in Accade- to dall’epoca in cui l’immagine Torino, Vivant-Mediares, mia e Lorenzo Delleani legato a di Casorati dipendeva ancora 2014, pp. 440, ill. una delle scuole di pittura più molto, negli anni seguiti alla numerose della storia del Pie- sua morte, da un tipo di cri- Maria Luisa Reviglio ha scrit- monte. Ci piace quindi segnala- tica troppo legata al mercato e to un libro originale che mancava re, di Angelo Antonielli d’Oulx alle gallerie, alle fasi successive: nelle nostre biblioteche dedican- il suggestivo Casolare sul fiume, quando storici dotati di meto- dolo agli artisti di nobili natali di Sofia Cacherano di Briche- dologie tanto più solidamente attivi fra i secoli XIX e XX. Non rasio Il Po a Valenza intriso di fondate (basti pensare a Paolo dilettanti, bensì pittori, scultori, luci riflesse, di Gregorio Calvi Fossati o a Mimita Lamberti, incisori che si sono formati nelle di Bergolo il paesaggio inne- per evitare più lunghi elenchi di Accademie d’Italia e di Francia, vato di San Carlo che la luce nomi) hanno contribuito a dare che hanno esposto in occasione del sole trasfigura. Belli sono il più corrette analisi e letture del di importanti rassegne e hanno dipinto, recentemente battuto lavoro di Casorati; e Bertolino lasciato talvolta opere degne di dalla Casa d’Aste della Rocca, ha dimostrato di saperne trarre entrare nei musei. di Giacinto Corsi di Bosnasco frutto e di essere ben in grado Questa Recherche è dunque ispirato a un Paesaggio lacu- di procedere, in piena autono- una “testimonianza inedita stre e ben giocato sul valore mia, ad approfondimenti sem- che raccoglie la memoria sto- dei grigi, oppure il Paesaggio pre più fruttuosi. rica, artistica e familiare di ben fluviale di Clemente Crova di Da storico della critica, se 226 protagonisti”, moltissimi Vaglio – firma rara – autore che penso a come è radicalmente dei quali legati al Piemonte, ama ispirarsi alle vedute della mutata la conoscenza e la da Guido di Montezemolo le Valsesia. visione del ruolo artistico e cui opere sono state ammirate Nel campo della figura, alle culturale di Felice Casorati dal- di recente in occasione delle sognanti immagini di Ernesta la retrospettiva che gli dedicò mostre di Lugano e di Mon- Beria d’Argentine, che non il Museo Civico a Torino nel dovì a Piero Manzoni di Chio- scordano la lezione casoratiana, 1964 a quanto si è visto realiz- sca, proprio lui, fotografato ora fa riscontro la serie di immagi- zato ad Alba (e ne resta testi- in atto di firmare una “scultura ni – spesso di carattere sacro – monianza nel catalogo), ritengo vivente”, vale a dire la model- dipinte da Ottavio Mazzonis di che abbia fatto bene Bertolino, la, di proporre nel 1961 uno di Pralafera: fra tutte, la misterio- all’inaugurazione, a dedicare il quei barattoli di Merda d’artista sa eppure soave Agnes datata suo impegnativo lavoro a Fran- destinati prima a sconvolgere i 2005. Anche Carlo Pennaroli, cesco Casorati. Sono certo che, benpensanti, quindi a entrare discendente da una famiglia di oltre al prezioso lavoro di tanti nei musei a suon di quattrini. Fiorenzuola d’Arda, ci lascia un validi studiosi, se oggi la figura L’introduzione al volume buon dipinto del 1909 con il di Felice Casorati ha riacqui- è firmata da Fabrizio Anto- ritratto di Anna Pennaroli. stato il rilievo, lo spessore e la nielli d’Oulx, presidente di Si dedicano invece alla cari- profondità che merita e che ha Vivant, Associazione che ha catura Guido Barattieri di San tardato ad essergli riconosciu- promosso l’iniziativa, mentre Pietro che “fotografa” i soci 233 del Whist per oltre vent’anni ritroviamo le serene vedute di che non ha (solo) l’«angusto» e Franco Tirelli, autore di fogli Usseglio, di Adolfo Dalbesio lo respiro gozzaniano, dalle «vec- d’intensa espressività. storico dipinto Porta antica di chie stampe, le vecchie stampe Il mondo della fiaba rima- Lanzo torinese che ci restituisce incorniciate in nero / artifi- ne legato alle opere di Irene i valori di un’urbanistica lontana ciose, belle più del vero» allo Invrea, mentre le incisioni han- nel tempo, di Maria De Rege di «smalto a zone quadre» della no giustamente quale punto di Donato un disegno a matita ispi- «Signorina Felicita». partenza l’opera di Lorenzo rato a Balme. Anche Alessandro Gianfranco Schialvino, xilo- Ignazio Sclopis di Borgostura, Poma, “un artista che riemer- grafo optimus, nonché rabdo- di Massimo Tapparelli d’Aze- ge magistralmente” (Claudio mante e sentinella della «terra glio, autore della cartella La Strinati), è autore di suggestive d’incanti», come la innalzò Sacra di San Michele, ristampata vedute della Val d’Ala. Giacosa, ha voluto identificare, in occasione delle celebrazioni Di molti artisti Maria Luisa verbo così montaliano – l’ur- dei 150 anni dell’Unità d’Ita- Reviglio ha tracciato lunghe e genza montaliana di riconosce- lia. Quindi i fogli di François esaurienti schede; su altri si è re, ciascuno, i suoi –, I pittori Xavier de Maistre (†1852) soffermata appena oppure – canavesani, sottraendoli, là dove che – al pari dei dipinti, del- tale è il caso di Delia Brown, occorra, alla gozzaniana «bel- le miniature e dei pastelli – si una damigella che forse si dilet- lezza riposata dei solai / dove il legano alla tradizione “del pae- tava di pittura e di musica in rifiuto secolare dorme». saggio classico con un gusto attesa di degni sponsali – s’è Dall’Otto al Novecento. Una narrativo”. limitata a indicare l’esposizione promenade non dimentica, anzi, Fra i pittori di argomento presso la Promotrice. in qualche modo ispirata, dagli militare, ricordiamo Stanislao Il mondo della scultura vede interrogativi remoti di Marziano Grimaldi del Poggetto, regio nomi quali Carlo Ceppi, Anni- Bernardi. Se «esiste una moder- disegnatore del re Vittorio bale Galateri e Paolo Troubet- na scuola pittorica piemontese», se «i pittori di Piemonte» possa- Emanuele II che descrive la zkoy accanto alle presenze di no «sostenere anche pallidamen- Campagna del 1848, Pietro Paola Bologna e M. Bona di te il confronto con i macchiaio- Galateri di Genola e Suniglia Genova Savoia che modellano li toscani, e coi napoletani, coi che in un Album raccoglie tutte gradevoli sculture destinate alla lombardi e i veneti»… le divise dell’Armata Sarda. produzione Lenci. Un dizionario di artisti cor- Potrebbe non cominciare, Anche nel mondo più vici- l’«esame di coscienza», il voya- redato da immagini che pro- no a noi molti pittori di nobili ge di Gianfranco Schialvino, a pone anche nomi sinora pres- origini dipingono: in primis, proposito di secolo dicianno- soché sconosciuti: un’opera in Enrico Paulucci delle Roncole vesimo, dalla Scuola di Rivara? progress, di grande interesse e presente nella pubblicazione Pittara Carlo, Avondo Vittorio, utilità. con il mosaico dell’ospedale D’Andrade Alfredo, Monticel- San Giovanni Bosco di Torino; Gian Giorgio Massara li Giuseppe, Teja Casimiro, Anna Sogno Rata del Vallino che Viotti Giulio... Nomi e cogno- in New York, 11 settembre 2011 mi «proustianamente» ritro- raggiunge un particolare stato di Gianfranco Schialvino, vati, «restaurati», sottratti agli partecipata emotività; Umberto I pittori canavesani. Indagine «inverni della cultura» ostinata- Ripa di Meana vivace nella raf- sull’arte figurativa in Canavese mente denunciati (chapeau) da figurazione delle Guardie d’o- nell’Otto e Novecento, Torino, Jean Clair... nore del Duca d’Aosta; Osvaldo Edizioni di Smens, 2014, Il catalogo è questo. Da Riva- Medici del Vascello che si rivolge pp. 255, ill. ra, «la umile Rivara, i prati di al mondo dell’astrazione dopo Rivara, il verde di Rivara, il verde aver realizzato opere di carattere Questo verde Canavese. Un dell’avvenire, la scuola dell’avve- post impressionista. aggettivo cromatico che «natu- nire», secondo il magistrato-poe- Un gruppo di pittori sog- ralmente» annuncia una galle- ta Giovanni Camerana, esecuto- giorna nelle Valli di Lanzo ria, una pinacoteca, una sicura re testamentario di Fontanesi, ai lasciandovi interessanti dipin- tavolozza nell’arco delle stagioni. nostri giorni. Di clima in clima, ti oppure opere grafiche; così Un piccolo mondo antico «fal- scrupolosamente, non pedisse- di Giuseppe Sauli d’Igliano so magro», una testimonianza quamente, investigati. Così, per 234 esempio, accogliendo nell’indi- che conobbe estensione euro- Faye Hirsch, Marco geno pantheon un letterato non pea». Tracciando il profilo Meneguzzo, Ettore Fico. artista quale Giovanni Cena, ori- di una poetica per molti versi Nelle Collezioni/ In collection, ginario di Montanaro, ma sensi- originale, il curatore rimanda Torino, Tai edizioni, 2014, bilissimo agli atelier, da Pelizza innanzitutto alle celebri scene pp. 320, ill. da Volpedo a Felice Carena, a venatorie, «esplorate addirittu- Segantini. ra oltre il vero», e nelle quali Come prima opera edito- Di fede in fede nell’opera Quadrone, «con una inventiva riale il neonato Museo Ettore («La speranza è nell’opera» di straordinaria», individuò «la Fico – il MEF in acrostico – ha cardarelliana memoria). Un palestra più appagante di lavo- doverosamente reso omaggio inventario di vocazioni, un ro e di successo». Viene quindi all’artista torinese dal quale florilegio di «maturità» che posta in evidenza la “scoperta” non solo il museo prende il discendono per li rami, «il bim- della Sardegna, in cui ebbe nome (e le risorse per nasce- bo illuso dalle stampe in rame». modo di realizzarsi «l’elemento re), ma al quale anche inten- Al mercato con Demetrio risolutivo dell’aggiornamento di de ispirarsi nelle future scelte Cosola, in una via di Cuorgnè Quadrone». Di fronte a quella curatoriali messe già abilmente passeggiando con Carlin (Ber- terra, antica e misteriosa, ven- in opera dal direttore Andrea goglio) fra un football e l’altro, ne dunque mutando lo stesso Busto. Già perché come ben sugli intrepidi velieri di Garino linguaggio artistico del pittore si comprende sfogliando il bel (che sarà messo in musica da «nell’avvertita urgenza di far catalogo (Tai edizioni), curato Gipo), sul cavallo a dondolo intendere, a chi la conoscesse da Faye Hirsch e Marco Mene- di Saccomandi, «ascendendo» e a chi no, la bellezza aspra e guzzo, Ettore Fico (1917-2004) con Gianni Verna, non lesi- coriacea dei luoghi, il pensiero fu alla fin fine un artista sempre nando l’omaggio ai ceramisti e la civiltà degli abitanti». coerentemente controcorrente castellamontesi... Seguendo questo percorso rispetto a tutte quelle, nel suo «Piemont fa grado», assicu- conoscitivo si coglie l’emer- tempo in gran voga, neoavan- rava Renzo Gandolfo. I pittori gere di una narrativa divenuta guardie concettuali, minimali- canavesani ne sono una limpi- semplice, tanto severa quan- ste e poveriste (in auge proprio da oncia di nobiltà. to comunicativa, il cui valore a Torino), pur senza mai essere principale «sta proprio nella Bruno Quaranta né voler essere un conservatore, precisione etnografica e nella bensì solo un amante ad oltran- genuina partecipazione, dispie- za della bella pittura impres- gata con una naturalezza che Giovanni Battista Quadrone. sionista e post-impressionista. trascende ogni virtuosismo». Un «iperrealista» nella pittura Dopo i saggi iniziali dei due Rimangono da segnalare, con piemontese dell’Ottocento, curatori non torinesi, e una bre- il ritorno di Quadrone nella sua a cura di Giuseppe Luigi vissima prefazione di Andrea terra monregalese, le immagini Marini, Fondazione Accorsi- Busto, il catalogo documenta «dolci, familiari dei luoghi di Ometto, Torino, Adarte, con bellissime immagini a colo- origine», ovvero delle campa- 2014, pp. 141, ill. ri 254 opere di Fico, per la gran gne dell’infanzia e dei ricor- parte dipinti, ma ci sono anche di. A tale produzione, venne Il catalogo ripercorre la vita e disegni a volte inediti, disposti affiancandosi un tema poco fre- l’opera di Giovanni Battista Qua- in rigorosa cronologia a riper- quentato dalla pittura italiana drone (Mondovì 1844 - Torino correre e raccontare una vita del secolo XIX: il tema circense 1898), un maestro della pittura interamente dedicata alla pit- (con «una numericamente limi- piemontese dell’Ottocento ricor- tura, eccezion fatta per gli anni tata ma sistematica esplorazio- dato per il suo «realismo obiet- di prigionia in Algeria durante ne dell’universo popolare degli tivo e minuzioso». Nelle pagine la seconda Guerra Mondiale. spettacoli itineranti»). introduttive si evidenziano sia E sono proprio i due saggi la «discontinuità delle testimo- Franco Quaccia introduttivi al catalogo a dare nianze critiche» sia il «costante forza a questa riscoperta di un successo di collezionismo e di Maestro defilato e sottovaluta- mercato verificatosi sino dagli to nella scena artistica italiana esordi di una carriera artistica del secondo dopoguerra, tanto 235 che la Hirsch traccia un elogio sta sua grande passione, che vengono indicati i testimoni e della pittura di Fico partendo la moglie Ines ha voluto tener segnalati i contenuti, soprattut- da una citazione de Il Diavolo viva dedicandogli un bellissimo to con riferimento alle realiz- sulle colline di Cesare Pavese: Museo. zazioni in comune col laudario perché “Ciascuna collina era di Saluzzo. Altre indicazioni Guido Curto un mondo fatto di luoghi suc- riguardano il loro utilizzo e la cessivi, chine e piani, seminati bibliografia relativa. di vigne, di campi di selve. C’e- L’autore esamina poi con Marco Piccat, Il laudario di rano case, ciuffi di bosco, oriz- attenzione il manoscritto su Saluzzo, Saluzzo, Fusta, 2015, zonti. Dopo tanto guardare si cui viene condotta l’edizione, ne pp. 270, ill. scopriva ancor sempre qualcosa delinea le difficoltà di datazio- ne, che restano oggettivamente – un albero insolito, un giro di Il bel volume di Marco Pic- sentiero, un’aia, un colore non legate ad un termine ante quem cat, anche esteticamente molto da collocarsi nel 1511, e nel visto”. La scrittura di Pave- suggestivo grazie alle raffinate se sembra davvero diventare contempo sottolinea l’esistenza illustrazioni, propone l’edizione della tradizione precedente cui tutt’uno con la pittura di Fico, commentata del più completo in quella dimensione intima attinge la mano scrivente. laudario attualmente noto della Per quanto riguarda il conte- e raccolta, tutta piemontese e tradizione piemontese, trasmes- specificatamente torinese di un nuto, evidenzia il collegamento so da un manoscritto, finora delle varie laude alle principali autore che non cerca l’innova- inedito (fatta salva un’edizione zione, ma si accontenta della festività (Natale, Pasqua, culto parziale realizzata da G. Gasca della Vergine, specifico della Poesia che gli sta intorno, e a Queirazza per una dispensa questa s’ispira. Anche lo stori- Compagnia, e della Santa Cro- universitaria), conservato pres- ce, particolarmente sentito a co dell’arte Marco Meneguzzo so l’Archivio della Confraterni- nella sua ottima analisi critica Saluzzo) e sottolinea l’insistenza ta dei Disciplinati di Saluzzo. della rievocazione della Passio- s’accorge di come negli anni Il volume contiene una breve ne di Cristo – ovviamente cen- ’70 Fico intraprenda una nuova sintesi della storia del movimen- trale per i ‘battuti’ – per la quale stagione pittorica, diversa dalla to dei Disciplinati, sviluppatosi la prospettiva della visione ha precedente, e lo fa guardando in Italia a partire dal Duecen- come focus il pianto di Maria. inaspettatamente a Braque, to, atttraverso il quale si porta All’interno dei testi non man- senza banalmente citarlo in in primo piano la flagellazione cano citazioni che mettono in chiave cubista, bensì puntan- pubblica dei confratelli laici, rilievo l’ispirazione domenicana do a una stesura più “piatta” unita al canto delle laudes, in del corpus, richiamata non solo del colore. “Ma è l’elemento versi latini e volgari, sulla scia dei da San Domenico, ma anche da cromatico che in Fico prende primi centri di creazione indi- San Pietro Martire, San Vincen- il sopravvento dopo questa viduabili tra Umbria e Tosca- zo Ferrer e da Santa Caterina pur lunga parentesi composi- na. L’attenzione dell’autore si da Siena, una delle due donne tiva: gli ultimi venticinque anni concentra ovviamente sull’area presenti (l’altra è Maria Madda- della sua attività sono, infatti, saluzzese, dove la confraternita lena), oltre alla Vergine. caratterizzati dall’indagine sul dei “Raccomandati della Beata Si passa poi alla struttura colore, ancora una volta come Vergine” o crosati ebbe forte della lauda, su cui si riflettono rappresentazione della luce vitalità, concretamente docu- le modalità della predicazio- […] che non ha nulla a che mentata anche da sostegni uffi- ne popolare, a sottolineare la vedere con la color field pain- ciali che presto videro la colla- destinazione esterna dei com- ting, ma che è al contrario da borazione dei frati Predicatori. ponimenti; si considera infine la intendere letteralmente, natu- Dell’istituzione viene rilevata metrica, puntualmente rilevata ralisticamente, proprio come l’esistenza a Saluzzo almeno dai per ogni lauda. distesa di terra coperta dalla primi decenni del Trecento ed Sul piano della lingua l’auto- rutilante bellezza della natura.” evidenziato lo scopo principale re sottolinea l’adeguamento dei Meneguzzo ha perfettamente nell’aiuto ai bisognosi. testi all’italiano letterario nella ragione. Fico amava intensa- Un capitolo del libro è versione di tipo settentrionale, mente nostra Madre Terra e dedicato alla tradizione ligure- conseguenza inevitabile dell’o- nella pittura ci parlava di que- piemontese dei laudari, di cui rigine dei laudari, che, nati 236 nell’Italia centrale, impongo- nel contempo ad illustrare la fedeli si trovano però da quasi no, soprattutto per la struttura circolazione della cultura che un secolo ad Alessandria, dove rimata e la destinazione al can- dall’Italia centrale si proietta dal 1924, ogni anno, si rimette to, il superamento della lingua sul Piemonte. in scena la Divota cumedia (così più nettamente locale. Nono- vi è chiamato il Gelindo). Con Alda Rossebastiano stante questo limite, la parlata questo libro poi mostra una piemontese lascia traccia di sé vitalità inaspettata: emigra infat- attraverso la caduta delle ato- ti in America per raggiungere ne finali, esiti fonetici e scelte Gelindo. Una tradizione i discendenti dei suoi conter- lessicali nettamente dialettali. natalizia tra Alessandria e ranei, che si erano dimenticati Da segnalare in particolare il Monferrato, a cura di Michele di lui come della parlata dei marchio saluzzese, evidenziato Filippo Fontefrancesco, Lu, padri; l’iniziativa di pubbli- dal mantenimento della –s finale Associazione culturale San carlo si deve infatti, insieme nella seconda persona singola- Giacomo, 2013, pp. 210, ill. all’associazione luese ricordata re della coniugazione verbale. all’inizio, all’Associazione dei L’incidenza del dialetto non L’Associazione Culturale San Monferrini in America. Così il è ovviamente uniforme e mai Giacomo di Lu non è ancora libro è bilingue (italiano e ingle- preminente, ma può manife- maggiorenne, ma è sorpren- se) per i saggi che ne formano starsi talora con ferma decisione, dente quello che è riuscita a la prima parte, trilingue (ales- come nel caso della quinta lauda, fare: restaurare cinque chiese, sandrino, italiano, inglese) per di tema apocalittico, dove esiti trasformarne una in museo; il testo. Gelindo ha raggiunto che riconducono al Piemonte riempire questo museo e tener- in questo modo un nuovo si insinuano anche a fine verso, lo aperto nei fine settimana; pubblico; nuovo perché, scri- intaccando una rima che potreb- pubblicare il saggio sul dialet- ve Robert Tanzilo, presidente be facilmente recuperare il taglio to luese (2006) e il dizionario dell’Associazione dei Monferri- italiano (offesso / deseyso; irato Paròli ’d ca nòstra di F. Zaio ni in America, «io non ho mai, / dayto; parlar / Pare). (2014; vd. «Studi Piemontesi», proprio mai, sentito ricordare L’edizione, molto accurata, XLIII, 2014, pp. 514-515) e questo nome su questa spon- delle trentotto laude conservate infine questo libro (nel 2013, da dell’Atlantico. Per questa presenta in calce al testo utili ma ne siamo venuti a conoscen- ragione, un libro come questo, glosse dei termini più inconsue- za in ritardo) dedicato alla sacra bilingue, è importante. Può ser- ti per un lettore moderno, e a rappresentazione che da più di vire come chiave per iniziare ad margine le varianti tratte dagli due secoli è uno dei ‘monumen- aprire il ricco tesoro ritrovato altri codici dispersi tra Piemon- ti’ emblematici del Piemonte, al della cultura e delle tradizioni te e . pari della Sacra di San Michele piemontesi che è stato dimenti- Ogni singola lauda è prece- o della basilica di Sant’Andrea cato nelle Little Italy dai nostri duta da un commento che pre- di Vercelli. nonni e bis-nonni» (p. 7). cisa la tematica centrale, rileva, Dunque, Gelindo ritorna! Al libro hanno collaborato, con opportuni rinvii, i richia- All’inizio della sacra rappre- insieme al curatore, in molti, mi di altre laude compresenti sentazione il protagonista in facendone un lavoro corale. e i riscontri iconografici talo- partenza per Betlemme torna Dopo le presentazioni dei pre- ra individuabili nel territorio, indietro più volte per aggiun- sidenti delle due associazioni colloca il tema nel solco della gere altre raccomandazioni alla e la prefazione di Piercarlo tradizione, della cultura e del- moglie; nel corso degli anni Grimaldi e Luciano Nattino, la produzione religiosa, di cui ritorna tra di noi, che forse lo il curatore Michele Filippo l’autore mostra di avere sicura davamo per sparito, magari Fontefrancesco ricostruisce le padronanza. cambiando la sua parlata mon- vicende della sacra rappresenta- Grazie a questo lavoro il ferrina in altre varietà piemon- zione, soffermandosi in partico- lettore ha a disposizione un tesi; e questo sin dall’inizio: il lare sulla versione alessandrina. testo di piacevole lettura, filo- più antico manoscritto lo fa Seguono otto saggi che trattano logicamente ineccepibile, che parlare alessandrino, un altro del Gelindo da diversi punti di riempie gli spazi lasciati liberi di qualche decennio dopo, vista. Franco Castelli illustra il da pubblicazioni frammenta- gli mette in bocca il dialetto radicamento del dramma nel- rie e parziali, contribuendo di Limone. I suoi seguaci più la cultura alessandrina dove, 237 osserva, viene connotato in è utile citare le parole con cui Giornalino» (che ha sostituito senso eversivo e dissacrante. cominciano: «Le tradizioni s’in- quella del «Vittorioso» in uso, Gianpaolo Fassino censisce nestano nella vita delle società mi assicura un amico che c’era, le edizioni astigiane ottocen- umane e ne seguono l’evolu- negli anni Cinquanta), inserita tesche a cominciare dalle tre zione nel tempo, aggiungendo nella presentazione che Gelin- stampate da Giovanni Battista sempre, anno dopo anno, ele- do fa della sua famiglia; o dalla Massa nel 1809 (le prime, per menti nuovi» (p. 93). Il caso di battuta, non particolarmente quanto oggi si sa); poi quelle Alessandria (e quello di Fubi- geniale, sugli statali messa in dell’editore Pila: una datata ne con i suoi rimaneggiamenti bocca al pastore quando si pre- 1816 e altre due non datate; e l’aggiunta di personaggi lo senta per il censimento e trova quella del 1833 di Alessandro conferma) mostra cosa vuol ancora chiuso. E più ancora può Garbiglia, erede del Pila; quella dire ‘popolare’: c’è un testo pre- non apprezzare che il personag- degli editori Borgo e Raspi nel disposto da un ‘autore’, a volte gio dotato di una sua psicolo- 1863; infine quella della Scuo- noto (come Carlo Testone per gia semplice ma coerente nelle la tipografica Michelerio nel la rappresentazione alessandri- prime edizioni ottocentesche sia 1883. Fabio Prevignano mette na), a volte ignoto (come quello piegato in molte delle scene a insieme una rassegna dei pas- delle edizioni ottocentesche), macchietta che recita giochi di saggi in cui Umberto Eco nelle sul quale di anno in anno, di parole, discorsi incoerenti per sue opere ricorda il Gelindo: Il rappresentazione in rappresen- suscitare l’ilarità; eppure men- miracolo di San Baudolino, Il tazione si aggiungono, elimina- tre il Gelindo ‘originale’ dorme pendolo di Foucault e la prefa- no, modificano elementi in base fra le pagine erudite, quello di zione al libro di Roberto Leydi, ai mutamenti dei costumi. Nel Alessandria rivive ogni anno Gelindo ritorna. Luigi Visconti, caso di Alessandria il testo di nella stagione che gli è pro- Antonio Alessio e Fabio Belli- partenza è stato, si diceva, quel- pria: ‘popolare’ vuol dire anche naso raccontano le vicende di lo elaborato dal canonico Carlo questo: ‘sporcarsi le mani’ nello mezzo secolo di rappresen- Testone a fine Ottocento, pub- sforzo di accattivarsi un pub- tazioni, compresi i problemi blicato in seconda edizione nel blico. Ma se, come s’è detto, tecnici dell’allestimento, dalle 1922; rielaborazione destinata, far vivere una tradizione vuol luci alle scenografie; e lo fanno diceva il frontespizio, ai «circoli dire ‘aggiornamento’ ai nuovi ‘dall’interno’, con la memoria maschili»; così Gelindo diventa tempi, vuol dire anche ritorno di chi ha cominciato da fan- vedovo, ha un figlio, Narciso, alle origini, non per riprodurle ciullo a partecipare alla messa in luogo della figlia Aurelia; la pedissequamente ma per risco- in scena della Divota Cumedia, Madonna, interpretata da un prirvi quella forza originaria che vi ha interpretato tutte o quasi adolescente è del tutto silente; alla tradizione ha dato vita. A tutte le parti, ha conosciuto gli più recentemente l’apertura alla questo mira il progetto in cor- interpreti ‘storici’ a cominciare presenza di interpreti femminili so presso il Centro Studi Pie- da Domenico Arnoldi, il creato- ha permesso di attribuire qual- montesi di riproporre il testo re del personaggio del Gelindo che battuta anche alla Vergine. ‘originale’, quello diffuso dalle alessandrino. Da queste pagine Il testo è quello detto, da prime edizioni oggi note, in una ci si rende conto che una tradi- Rodolfo Renier nella sua edizio- edizione rigorosa e insieme affa- zione vive là dove si forma una ne del 1896, ‘alessandrino’, più bile che si presenti con quegli comunità, nella quale i giovani precisamente la versione pub- strumenti che possono render- imparano e poi subentrano ai blicata nel 1999, nella ricorren- lo accessibile ai lettori d’oggi: vecchi. Quello che non è avve- za dei 75 anni dall’inizio delle qualche nota e una traduzione nuto in tanti centri dove Gelin- rappresentazioni da parte del dell’ispido monferrino di Gelin- do è ricomparso episodicamen- Circolo giovanile San Francesco do e dei suoi. Sentire risuonare te per poi tornare nell’ombra; di Alessandria; ultimo esito dei le parole che hanno ascoltato e come nel caso raccontato da rimaneggiamenti cui fu sottopo- recitato in Monferrato nell’Ot- Massimo Brusasco della ripresa sta, come s’è detto, a partire dal tocento potrà essere gratifican- del Gelindo a Fubine a partire 1924, la rielaborazione in quat- te e stimolante, pensiamo, per dal 1976 per un quinquennio. tro atti, procurata dal Testone. i Monferrini e i Piemontesi di Renato e Giacomo Balduz- Chi legge la Divota Cumedia qua e di là dell’Oceano. Perché zi parlano invece del Gelindo può esser urtato dalla pubblicità – e ci si perdona questa coda dalla parte degli spettatori e mi del settimanale per fanciulli «Il che non vuole essere velenosa, 238 ma solo segnalare un problema Armand-Hugon, E. Allasino, C. te nuovo, sotto la guida di Ema- – è un po’ improprio che in un Ferrier, S. Scamuzzi, T. Telmon, nuele Filiberto. Duole che la libro destinato anche ai monfer- A. Dardi, C. Marazzini, G.G. Rossebastiano non abbia avuto rini d’America, si proponga un Queirazza, A. Vitale Brovarone, lo spazio per evidenziare la dif- Gelindo che invece del suo dia- et al.). Fin dalle prime battute la ferenza sostanziale che intercor- letto monferrino si esprime in storia di quello che – con varie se tra l’adozione del francese da quello alessandrino; ma spiega vicissitudini – sarà il ducato parte di Francesco I con l’Or- l’incongruenza proprio la man- sabaudo e poi il regno di Sarde- donnance de Villers-Cotterêts canza di una edizione accessi- gna, viene vista attraverso l’otti- (1539), e dell’italiano da parte bile della versione monferrina. ca del filologo linguista che, di Emanuele Filiberto, sulle dagli avvicendamenti politici e rispettive lingue nazionali e, in Mario Chiesa militari, ricava il mutevolissimo particolar modo, su quelle quadro delle presenze e delle regionali, una precisazione – influenze linguistiche. Citando forse fuori percorso – che avreb- Alda Rossebastiano, la studiosa: “This brief outline be ulteriormente ribadito il Knowledge of French in shows how the history of the valore dell’osservazione da lei , in European region conspired with geography fatta nel brano appena citato. Francophonie. The Social, to promote the coexistence of Con Carlo Emanuele ci si avvici- Political and Cultural History dialects of Gallo-Romance type na di nuovo al francese e, anche, of an International Prestige and Italo-Romance type on in una certa misura, allo spagno- Language, V. Rjéoutski, Piedmontese territory, whether lo. La Rossebastiano fornisce dati G. Argent and D. Offord as a result of native develop- circostanziati per la datazione dei (eds), Oxford, Bern, Berlin, ments or of political decisions termini entrati in italiano dal Bruxelles, Frankfurt am imposed by rulers”. Da questa francese, desunti da documenti Main, New York, Wien, premessa passa ad esaminare la dell’amministrazione ducale. È Peter Lang, 2014, pp. 81-112. storia degli arcivescovati per su terra firma, perché questa filo- spiegare, confini ecclesiastici alla loga ha al suo attivo una nutrita Con il suo lungo articolo sul- mano, le diverse penetrazioni (o serie di studi sulla lingua di corte la presenza ed influenza del retrocessioni) della francofonia e di contado in Piemonte nel francese in Piemonte attraverso (p. 84). È poi la volta delle lingue sedicesimo e diciassettesimo i secoli, Knowledge of French in del parlamento subalpino. Non secolo, che ora le tornano utili Piedmont [La conoscenza del analizza il tipo di italiano utiliz- per conclusioni ben documenta- francese in Piemonte] (pp. zato, con alterne vicende, in te e di fondamentale importan- 81-112), pubblicato in un cor- queste sedi, confrontandolo con za. Per il francese e l’italiano le rettissimo inglese, ma originaria- il francese, ma addita con preci- vicende si alternano, ma il dialect mente stilato in italiano, apparso sione la reale situazione lingui- è lo sfondo immutato. A questo in European Francophonie. The stica: l’adozione del francese era punto la Rossebastiano entra Social, Political and Cultural un’alternativa non all’italiano, negli archivi a cercare, anche History of an International Pre- lingua di pochi e parlata artifi- dalle fonti meno probabili, com- stige Language [La francofonia ciosamente, ma al piemontese, prove dell’uso linguistico inval- europea. Storia sociale, politica e che, accanto al francese, era l’al- so negli atti pubblici, da Ema- culturale di una lingua di presti- tra lingua parlata spontanea- nuele Filiberto in poi. Fornisce gio internazionale], V. Rjéoutski, mente. Da questa osservazione, un sunto (pp. 96-97) dell’uso G. Argent and D. Offord (eds), e da altre in seguito, si palesa del francese in Piemonte tra Peter Lang: Oxford, Bern, Ber- l’impostazione trilingue di que- il 1505 e il 1967. Il francese lin, Bruxelles, Frankfurt am sto studio: il piemontese non dominava nelle scienze, nella Main, New York, Wien, 2014. possiede che pochissimi docu- cucina e nel teatro. Viene di pp. VI-498, Alda Rossebastiano menti, ma è – de facto – la lingua seguito lo spoglio dei cataloghi ha fornito un contributo fonda- parlata da tutti, ad eccezione di delle librerie pubbliche e delle mentale alla storia linguistica del quei territori ove predomina biblioteche nei castelli, da cui Piemonte, aggiornando ed arric- incontrastata la lingua. Con il la studiosa ricava le percentuali chendo questa materia (di cui si trasferimento della capitale da delle presenze di titoli francesi, erano già egregiamente occupa- Chambéry a Torino (1563) si distinguendo tra quelli stampa- ti, a suo tempo, F. Cognasso, A. apre un capitolo linguisticamen- ti in Francia e quelli stampati 239 a Torino. Dedica una sezione a who used it alongside Italian Giovanni Tesio, La poesia ai parte per l’uso linguistico pres- and Piedmontese dialect. In margini. Novecento tra lingua so i Valdesi, di dinamica assai fact, it was Piedmontese that e dialetti, Novara, Interlinea, diversa da quella del resto delle was spoken as the everyday 2014, pp. 320. aree linguistiche piemontofone language on this territory and e provenzali. Tra le pagine più it was still the predominant Dopo il Novecento in prosa interessanti (pp. 102-103) per language there in the twentieth (Vercelli, Edizioni Mercurio, i piemontesisti quelle dedicate century. [ ... ] The court, which 2011), non poteva mancare, all’esame dei dizionari piemon- for family and political reasons da parte di Giovanni Tesio, un tesi dell’epoca (Pipino, Zalli, leaned towards France, was a Novecento in poesia. Il Nove- Capello) per quanto riguarda milieu that helped to spread cento visitato da Tesio in questo le lingue di riferimento. Il com- French. It was through the volume, edito da Interlinea, non mento sul dizionario del Pipino court, for example, that Gal- è però il Novecento “canonico”, e sulla prefazione in francese di licisms gained currency, par- il Novecento dei grandi nomi. Il Luigi Capello sono di fonda- ticularly those relating to cer- titolo del libro – La poesia ai mar- mentale rilevanza e ci rincresce tain semantic fields, and court gini – rinvia a una vocazione «ai che la carenza di spazio non le viottoli più che alle carreggiate», usage sometimes predated the abbia consentito di commen- in virtù della quale Tesio ha trat- presence of these Gallicisms in tare la struttura tripartita del to «un Novecento di margini e the Italian language recorded in dizionario del Pipino, che com- di bordi», «per lo più sottratto dictionaries by many decades. prova l’universalità dell’uso del al gioco del canone», come egli Piemontese, anche diastratica- Thus Piedmont has served for stesso afferma nella Presentazio- mente. Segue lo studio, con many centuries as an important ne premessa al libro. tavola comparativa, dei nomi bridge linking France and Italy Una “poesia ai margini”, francesi in Piemonte e nelle on the cultural plane and as a dunque, innanzitutto per gli valli. Nomi e cognomi sono staging post for the migration autori convocati. Scorrendo una delle specialità di questa of lexis” (p. 112). Ribadiamo l’indice, balza immediatamente studiosa e non ci stupisce né qui le nostre obiezioni all’uso agli occhi una sequela di nomi la dovizia, né l’attendibilità dei – a nostro parere improprio – poco noti: Leonardo Mancino, dati forniti. Ingenti, secondo la della parola “dialect” per defi- Romualdo Pàntini, Emanuele Rossebastiano, i contributi les- nire il piemontese. Non è infatti Sella, Giorgio Calcagno, Joseph sicali del francese all’italiano, una variante del toscano o del Tusiani, Umberto Bellintani, con il Piemonte come tramite, francese. Mentre rimaniamo Amedeo Giacomini, Mauro una regione che lei considera ammirati dei dati scientifici qui Marè, Eugenio Tomiolo, Achil- all’avanguardia nell’uso cittadi- prodotti, vorremmo che il qua- le Serrao, Pierluigi Cappello, no e cortigiano di questa lingua. dro fosse completato anche da Renato Pennisi, Augusto Blot- Dopo aver lasciato intravedere un commento sulla reale portata to, Valeria Rossella. È pur vero tra le quinte, per ben cinque degli editti ducali che imponeva- che, accanto a questi cosiddetti volte (pp. 89, 93, di nuovo 93, no l’uso di una lingua, l’italiano, “minori”, alcuni grandi nomi 96, 102) il ruolo del piemontese che alcuni scrivevano pompo- compaiono, come ad esempio in quei secoli, l’autrice tira le samente e pochissimi parlavano Pavese, Arpino, Primo Levi, fila e riassume quanto dedotto spontaneamente (vedi la quérel- Piero Chiara e Clemente Rebo- da queste puntigliose ricerche. le Orsi-Bouhours e poi Denina- ra, ma si tratta di autori per i Vale la pena di citarla ad lit- Galeani Napione). Non esitiamo quali (escludendo l’ultimo cita- teram: “The evidence I have in ogni caso a indicare nello to) la produzione poetica costi- set out in this chapter demon- studio di Alda Rossebastiano tuisce solo una parte – se non strates the strong interfer­ence un capitolo fondamentale nella marginale, comunque neppu- of French language and culture storia linguistica del Piemonte e re preminente – della propria in the territory of Piedmont, as una guida per i piemontesi che opera. Altri, come Montale o one might expect in areas of volessero confrontarsi scientifi- Pasolini, vengono più volte contact. It is also clear that camente con la realtà della loro citati, ma nel volume non vi French was the language of sono contributi ad essi espres- lingua nei secoli passati. the Piedmontese elite, charac- samente dedicati. Menzione a teristic of the dominant class, Sergio Maria Gilardino parte merita Sebastiano Vas- 240 salli, qui compreso per il suo grandi poeti, come Montale, tà), ma che vale per la poesia Amore lontano, che non è un che una volta definì «alquanto tout court (per l’«alterità da cui libro di poesia, ma sulla poesia intollerabile il nome di poe- sempre la poesia proviene»). (in tale opera si trova una delle ta», o come Giudici, di cui è Ecco allora la possibilità di spa- più belle definizioni di poesia: riportata un’emblematica affer- ziare, proprio nel segno dell’al- «vita che rimane impigliata in mazione: «Altro che sublime! terità, dall’«armata “altra” della una trama di parole»). Davvero non c’è di che gloriarsi poesia» di Claudio Salvagno Poesia ai margini anche per la nel nome di poeta»). all’«essenzialità di una natura prospettiva da cui questi autori “Poesia ai margini”, inol- “altra”» nella poesia di Franca sono trattati. I titoli delle sezio- tre, è definizione che ben si Grisoni, dalla «proposizione di ni in cui il volume è suddiviso attaglia alla poesia in dialetto alterità» evocata da Leonardo (“sguardi”, “profili”, “sguinci” e («lingua doppiamente altra»), Mancino alle «metamorfosi e “dintorni”) rinviano alla natura cui il libro dedica ampio spa- alterità che generano tensione dei contributi ivi raccolti (di cui zio. La “lunga fedeltà” di Tesio conoscitiva» in Pierluigi Cap- solo un paio inediti): contributi alla poesia in dialetto è antica e pello. Alterità che significa che per la maggior parte sono nota, ma vale la pena ricorda- anche esigenza di intendere prefazioni e postfazioni (e il re, tra i tanti lavori a riguardo, l’«altro nel segreto», come in volume ovviamente ne racco- almeno due storiche antolo- Rebora, o inesausta tensione glie solo alcune tra le tante che gie: Le parole di legno. Poesia verso l’altrove, come per Bian- Tesio ha dedicato ai numerosi in dialetto del ’900 italiano, ca Dorato (solo per fare qual- poeti incontrati nella sua pluri- curata insieme a Mario Chiesa che esempio). decennale attività di critico let- (Milano, Mondadori, 1984) e Come sigillo finale, due cita- terario). Testi che, per la loro Poeti in piemontese del Nove- zioni. Una dell’autore, riportata stessa natura, si presentano cento, curata insieme ad Albina anche in quarta di copertina, come brevi ma folgoranti illu- Malerba (Torino, Centro Stu- che induce a una seria riflessio- minazioni su un poeta o una di Piemontesi, 1990). Pur non ne: «Considero l’italiano, non determinata opera, propedeu- mancando, nel presente volu- meno dei dialetti, una lingua da tiche a successive analisi e a me, poeti di altre regioni (come salvare». La seconda è una fra- più approfonditi scandagli. Pur il pugliese Francesco Granatie- se di Marshall McLuhan, citata conscio di «quanto il consorzio ro e il ligure Paolo Bertolani), più volte nel libro a proposito della critica cosiddetta accade- preponderanti sono proprio dei dialetti, e che suona come mica sospetti dell’a-scientificità i piemontesi, da Pinin Pacòt una speranza: «l’obsolescenza dei pronunciamenti prefativi ad Antonio Bodrero, da Tavo non significa mai la fine di e postfativi», proprio di quei Burat a Remigio Bertolino, da niente, è solo un inizio». pronunciamenti Tesio ha fatto Bianca Dorato allo chansonnier uno degli strumenti preferiti del Gipo Farassino. Poeti che, in Fabio Prevignano proprio mestiere, dimostrando declinazioni diverse, hanno come anche il guizzo, la scheg- saputo tramutare il “margina- gia, la balenante intuizione su un le” dialetto locale in linguaggio Emilio Salgari: sogni e realtà, particolare possano in definitiva universale, quale soltanto può n. 3, a cura di Corinne rivelare e dischiudere il tutto. essere il linguaggio della poesia. D’Angelo, Macerata, Edizioni Poesia ai margini anche Parola-chiave e fil rouge che Simple, 2015, pp. 214, ill. per il fatto che Tesio ricorda tiene sottilmente uniti i vari i momenti, nella storia della contributi e le varie sezioni È fresco di stampa il terzo letteratura del Novecento, in del libro è “alterità”. Concetto volume del progetto “Per Terra cui la poesia è stata sconsacra- che si lega, in modo particolare, e per Mare”, realizzato dal sito ta e privata di ogni aura dagli proprio alla poesia in dialetto www.emiliosalgari.it, e dedicato stessi poeti (è quanto accaduto («l’uso del dialetto in poesia è a studi e ricerche riguardanti il con la Neoavanguardia, cui è già per sé il segno evidente di creatore del genere avventuroso dedicato il saggio Il “laboratorio una ricerca di alterità», scrive in Italia. Partita in sordina nel visibile” degli anni novecento- Tesio in uno dei saggi più pre- 2011, questa collana di quader- sessanta), o in cui è stato messo gnanti, significativamente inti- ni salgariani, che ha più o meno in discussione il ruolo di poeta tolato Il Novecento della poesia una cadenza biennale, si sta (paradossalmente da parte di in dialetto tra identità e alteri- facendo apprezzare sempre più 241 tra gli appassionati e gli studiosi Miscellanea di storia delle gli scapigliati protagonisti. In per il ricco materiale presentato esplorazioni, XL, a cura di quelle pagine Salgari ne pian- e per i contributi decisamente Francesco Surdich, Genova, ge la scomparsa in Amazzonia, interessanti, dove non mancano Bozzi Editore, 2015, pp. 254. perché il povero bohèmien vi notizie inedite e puntualizzazio- era tornato in cerca di fortu- ni importanti. Prosegue con puntualità la na nel 1900, al seguito di una I testi sono firmati, nell’ordi- ormai classica collana di stu- seconda spedizione commer- ne, da Felice Pozzo, Gian Paolo di di storia delle esplorazioni ciale. Sinora si è creduto che Marchi, Fabio Negro, Corinne fondata e diretta da France- fosse sparito senza lasciare trac- D’Angelo, Fabiana Dimpflmeier, sco Surdich dell’Università di cia e che perciò ne fosse stata Emanuele Marazzini, Maurizio Genova, comprendente i noti dichiarata la morte presunta. Il Daniele, Livio Belli, Cristiano volumi della Miscellanea che saggio rivela ora la triste verità, Daglio e Oreste Paliotti e toc- contengono saggistica di auto- grazie a una scoperta recente e cano argomenti vari, riferiti sia ri diversi. Hanno collaborato a una più attenta lettura della alla vita che all’opera del famo- a questo volume M. Castel- citata Bohème di Salgari. so romanziere, con un intrigante novi, M. Romano, F. Romeo, Lino Robbiano apparato iconografico. D. Arecco, C. Pampaloni, F. Gian Paolo Marchi, dell’U- Pozzo, S. Zangrandi. Sono di niversità di Verona, presenta ad scena la geopolitica, l’universo Nino Costa, Don Bòsch e altre esempio documenti riferiti alla narrativo di Tiziano Terzani, la poesie religiose piemontesi, madrina di battesimo di Salgari, geografia reale e immaginaria introduzione di Giovanna Carlotta Barbarani, che secondo di Umberto Eco, Il Milione di Viglongo, Torino, Viglongo, la più recente biografia salga- Marco Polo come testo porto- 2015, pp. 65. riana (2011) è ritenuta madre lanico e altri argomenti d’in- dell’insigne poeta veronese Emi- dubbio fascino. La nuova edizione di questo lio Barbarani, mentre la realtà Per quanto riguarda la par- classico della letteratura in pie- è ben diversa. Altri contributi te più strettamente piemontese, montese, esce con traduzione ristabiliscono verità, sfatano Felice Pozzo, nel suo saggio Il in italiano, note e notizie sto- leggende e dicerie o offrono misterioso Quintino in cerca di riche, per celebrare il bicente- nuove suggestioni. Compare lavoro in Amazzonia. Con brevi nario della nascita di San Gio- per la prima volta, tra l’altro, note salgariane, si occupa (per vanni Bosco, 16 agosto 1815, e una breve ma dettagliata bio- opportuni aggiornamenti) di il settantesimo della morte del grafia del giornalista e pittore Quintino Pene, nato a Caluso grande e popolare poeta del Carlo Tallone (1879-1961), che nel 1869, figlio della pittrice Novecento piemontese Nino fu amico di Salgari, insieme a Ifigenia Camino, fratello del Costa, 5 novembre 1945. una sconosciuta fotografia di pittore Lorenzo Pene, noto La “piccola storia” del “libret- “Casa Rebora” dove entrambi per aver restaurato il castello to” è raccontata in apertura da abitarono per lo stesso perio- di Agliè, e nipote del famoso Giovanna Viglongo, cui segue la do a Sampierdarena nel bien- pittore Giuseppe Camino. prefazione, Don Bòsch, seren e nio 1898-1899. Da Torino il Geometra disoccupato, facessios…. La prima edizione romanziere gli scrisse nel 1903: Quintino ebbe notorietà per della plaquette con il titolo Poe- gli chiedeva aiuto per rintrac- aver partecipato nel 1899 ad sie religiose piemontèise appar- ciare a Milano il fratello Paolo una spedizione in Amazzonia ve per i tipi della Selp (Studio al quale, tempo addietro, aveva condotta da Augusto Franzoj e Editoriale Librario Piemonte- prestato un’ingente somma che rientrata frettolosamente a cau- se, da cui scaturirà, nel 1945, non riusciva a farsi restituire. sa della febbre gialla, che costò la casa Editrice Viglongo), nel Pagine ricche di sorprese la vita al torinese Guido Gui- 1934, nell’ambito delle celebra- e scoperte dunque, frutto di done, figlio dell’attrice Adelai- de Tessero. Ma il suo ricordo zioni per la canonizzazione di un’attività svolta con pazienza è stato reso imperituro da Sal- Don Bosco e del Cottolengo. e passione lontano dai riflettori, gari nel romanzo autobiografi- Siglava quella prima edizione che non mancheranno di appas- co La bohème italiana (1909), Saverio Fino, che “presentava sionare i lettori. ambientato a Torino e dintor- la luminosa religiosità della Lino Robbiano ni, dove Quintino compare tra poesia in lingua piemontese 242 di Nino Costa”. La fortunata della letteratura in piemonte- Franco Loi nella collana bianca raccolta venne poi ripubblicata se…? Tanto più che l’anno di Einaudi (2004, pp. 67-93). nel 1988, per il centenario della scorso il “Corriere della sera” Questo è dunque il secon- morte di Don Bosco; nel 1993, ha ripresentato nella Collana do libro postumo e sulla sua per il conferimento della citta- “La Biblioteca di Papa Fran- origine più che sobrie sono dinanza onoraria di Chieri a cesco”, l’antologia Cento poe- le informazioni che Giovan- Celestina, l’unica figlia di Nino sie piemontesi di Nino Costa ni Tesio fornisce nel saggio Costa (dopo la morte del figlio (cfr. recensione di M. Chiesa finale: «nulla nei quaderni da Mario, caduto nel 1944, in una in “Studi Piemontesi”, XLIII, cui Remigio Bertolino ed io azione partigiana sul Génévry); 2, 2014, p. 512). abbiamo tratto poteva aiutarci nel 1998, per l’Ostensione della a datare con precisione, ci sia- Sindone. Albina Malerba mo pertanto affidati a un’unica In questa quarta edizione il norma: allestire questa raccolta nuovo titolo è mirato a legare postuma prelevando i soli testi l’iniziativa alla ricorrenza, ma Bianca Dorato, Sël finagi, (di tempi più che presumibil- anche a sottolineare il legame Torino, Nino Aragno Editore, mente diversi) finora inediti di consonante sentire tra il poe- 2014, pp. 148. in volume» (p. 137). Poiché si ta della religiosità popolare e il legge «i soli testi», si dovrebbe Santo della gioventù. Le poesie, Forse non è inutile, almeno dedurre che sono tutti i testi, o meglio “i poemetti” raccolti per coloro che – opportuna- inediti in volume, presenti in sono: Don Bòsch (“…Sempre mente impegnati in quelle uti- un numero imprecisato di qua- ‘l prim a marcé, sempre ‘l pì li attività che ci permettono di derni; resta anche il desiderio di fòrt/ përchè a stërmava na virtù vivere confortevolmente, non sapere se, oltre quei quaderni, segreta:/ la gran virtù dij Sant possono seguire assiduamente esistano carte che contengono e dij poeta,/ cola ‘d brusé ‘l sò le vicende di quella cosa, inutile altri testi in stesura definitiva cheur fin-a a la mòrt…”); Ël anche se indispensabile, che è o abbozzati. preive ‘d Don Bòsch; Ël Coto- la poesia – non hanno potuto Una prima constatazione: è lengo (Costa nell’Armanach del seguire passo passo la carrie- un libro che sta alla pari con i 1942 definiva se stesso “poe- ra poetica di Bianca Dorato precedenti: c’è quella continui- ta del Cottolengo”); la poesia (1933-2007), forse, dicevo, tà di cui scrive Tesio e insieme forse più toccante per i tori- non è inutile ricordare qui i quella capacità di conseguire in nesi La Consolà (1924); e tre libri pubblicati in vita. L’esor- ogni lirica qualcosa di nuovo, sonetti dedicati alla Madonna: dio, dopo la presenza in varie approfondendo i temi, sco- La Consolà, sonetto omonimo, riviste, avvenne nel 1984 con prendo inediti modi di far ‘gio- già pubblicato su “Il Birichin” Tzantelèina, la sottile raccolta care’ le immagini e la lingua. nel 1910; La Madòna ‘d Don pubblicata dal Centro Studi Una eccezione rispetto a que- Bòsch (Maria Ausiliatrice), La Piemontesi: è uno dei molti sta continuità mi sembra Amis Madòna. ‘regali’ fatti al Piemonte da (p. 84), così fuori dalle sue “Don Bosco – scrive Gio- Renzo Gandolfo la rivelazione corde da apparire, almeno al vanna Viglongo – per la sua di questa grande poetessa; fu sottoscritto, un’interpolazione immensa ed intensa opera di lui infatti a ‘lanciarla’ inserendo (traduzione? esercizio su sol- divulgatore di cultura oltre quel suo primo libro nella col- lecitazione di qualcuno?). Una che di straordinario narrato- lana «Letteratura Piemontese parziale novità è forse l’affac- re, venne proclamato patrono Moderna». Seguirono Passagi ciarsi, in A ven la neuit (p. 106), degli editori, il suo ispiratore, e Drere ’d lus nel 1990, Fiòca del mare, anche se non visto ma San Francesco di Sales, degli e òr nel 1998, Travërsera nel solo sentito (e più con l’animo scrittori”. Quali credenziali 2003, Signaj nel 2006. Dopo la che con le orecchie) dagli ulive- migliori per la protezione di morte, ha visto la luce nel 2008 ti e dai boschi posti alle rèis dla questo piccolo intenso libro, la raccolta I lenti giorni. Da non montagna. Visto che non si trat- si chiede la Viglongo, che dimenticare infine, perché ha ta di una produzione minore, festeggia con questa pubblica- significato la sua definitiva con- il lettore può fare supposizioni zione i settant’anni della Casa sacrazione a livello nazionale, la sulle ragioni che possono aver Editrice, da sempre impegnata scelta di sue poesie nei Nuovi indotto la poetessa a tenere nel per la diffusione della lingua e poeti italiani 5 selezionati da cassetto questi versi; in qualche 243 caso sembra di poter tentare adornate per la luce: ed i serpi capacità sa fare un dono agli ipotesi: forse una religiosità / del Sole, abbacinanti, cerche- altri. E questo spiega come, riti- troppo dichiarata e connotata ranno / il nero segreto altale- ratosi in una piccola comunità per Natal (p. 44); forse ancora nare / del bosco profondo)”, che non lo conosceva, questa un che di troppo ‘espresso’, un pp. 102-103. lo sentì ben presto come suo, simbolismo di morte conside- Il libro si legge e rilegge len- facendo di lui in breve l’anima rato troppo dichiarato ha trat- tamente, con il passo di chi sale delle iniziative culturali. tenuto tra gli inediti il Singial in montagna; l’intensità della In questa sede sembra giu- di p. 20; come può essere stata poesia di una delle grandi poe- sto metter ancora una volta considerata troppo esplicita la tesse italiane del secolo scorso in luce il trentennio delle sue dichiarazione «montagna – mè (al nome di Antonia Pozzi, fat- ricerche sul teatro in piemon- cheur, mè silensi –» (p. 46). to da Tesio nella postfazione, se tese, cominciate con l’identi- Una seconda considerazione ne potrebbero aggiungere due ficazione del Tana autore del può fare il lettore: Bianca Dora- o tre, non di più) e la densità Cont Piolet, proseguite con to è stata ben severa nel sele- del linguaggio non permettono l’immenso lavoro di scavo e zionare le poesie da pubblicare di procedere celermente. di studio sull’attività teatrale nelle raccolte da lei preparate: del secondo Ottocento sfo- Mario Chiesa la quasi totalità di quelle che ciato nelle edizioni di Garelli, si leggono in questo libro non Toselli, Zoppis, Pietracqua, e danno per nulla l’impressione prima di Bersezio, e nel saggio Gualtiero Rizzi (Torino, di ‘pezzi d’officina’, di esercizi, complessivo del 1991: Patetiche 30 maggio 1927 - San di qualcosa di minore, di meno illusioni. Il Teatro in piemon- Sebastiano da Po, 14 marzo riuscito: l’intensità dell’ispira- tese 1862-1911; una attività e 2003). Seminario a dieci anni zione e la sua traduzione in una produzione che meritereb- dalla scomparsa. Atti, San immagini e linguaggio poetico bero di essere prese in esame Sebastiano da Po, Comune di sono le stesse che troviamo nei per mostrare il fondamentale San Sebastiano da Po, 2014, libri già conosciuti. Si legga, contributo che hanno offerto pp. 39. per esempio, la strofa conclu- al progresso degli studi. siva di Amont (pp.80-81): “E peui, it ciamo/ mach na leuva Una vita dedicata al teatro Mario Chiesa ’nté sté/ ferìa ’d gòj/ un tër- come attore, come regista, come molé sburdì/ a le possà dla lus dirigente del Teatro Stabile di (E poi, ti chiedo / soltanto un Torino e poi come studioso L’Italia a pezzi. Antologia dei luogo dove ristare / ferita di del teatro piemontese: questo poeti italiani in dialetto e in gioia / un tremore spaurito / ci dicono di Gualtiero Rizzi gli altre lingue minoritarie tra agli impeti della luce)”. interventi di Albina Malerba Novecento e Duemila, a cura Oppure la strofa centrale di (con una bibliografia provviso- di Manuel Cohen, Valerio A l’é anviscasse la neuit, la liri- ria degli scritti, ma anche così Cuccaroni, Giuseppe Nava, ca nella quale notte invernale e già ricchissima), di Pietro Cri- Rossella Renzi, Christian nuova vita primaverile, annun- vellaro (con un repertorio delle Sinicco, Camerano (Ancona), ciata da segnali colti nel buio, sue interpretazioni come attore Gwynplaine edizioni, 2014, trattano il tema del contrasto alla radio e alla televisione), di pp. 745. primordiale ed eterno fra tene- Giuseppe Navello, interventi bre e luce e la certezza della che costituiscono la parte più Sembra più che mai utile poetessa di pervenire alla luce, sostanziosa di questo volume citare dall’Introduzione alcune definitivamente. “E tòst l’alba dal punto di vista degli studi. righe per spiegare il signifi- a ciamerà/ torna ’l montagne: Ma da questi contributi e dalle cato che i curatori attribui- a vniran/ àute, le crëste, le tàu- altre testimonianze (Piera Biro- scono al titolo: «i pezzi della le/ parià për la lus: e j’ëscurs/ lo, Giuseppe Busso, Rolando presente antologia sono quelli dël Sol, sbalucant, a sërcran/ ël Picchioni, Osvaldo Guerrieri, di un Paese unito e unico sì, baudissé giaj, stërmà,/ creus dël Giuseppe Bava, Roberto Gas- ma policentrico e polimorfo, pinere (E tosto l’alba chiamerà sino, Giovanni Tesio) vien fuori nelle modalità e culture comu- /di nuovo le montagne; verran- ancor più il ritratto di un Rizzi ni e diverse, vicine e lontane, no, / alte, le creste, le mense / che delle sue doti, delle sue che caratterizzano le lingue 244 e i loro parlanti» (p. 12): un Attilio Brilli, Il grande tratto più accidentato della nuovo libro dunque nel terri- racconto del viaggio in Italia. route royale», là dove scorre «il torio (non depresso negli ultimi Itinerari di ieri per viaggiatori Roja, un torrente che quando decenni) della poesia in dialet- di oggi, Bologna, Il Mulino, si disfanno i ghiacci precipita to o nelle lingue minoritarie. 2014, pp. 452, ill. nelle viscere delle Alpi» tra Questa antologia vuole essere «due argini di altissime rupi e decisamente orientata verso la Al Piemonte, regione di burroni cavernosi». contemporaneità «selezionando transiti rapidi dei pellegrini e Brilli assegna il titolo di gli autori tra i nati dal 1950 in viaggiatori un tempo prove- «migliore» compagno di viag- poi» (p.14); c’è tuttavia una pri- nienti dalla Francia e dall’In- gio a Sthendhal, l’«amante ma sezione – «Pezzi di memo- ghilterra, e dunque “ceneren- appassionato delle città italiane» ria» – in cui sono presentati tola” del Grand Tour nella il cui conciso quadernetto com- «autori ed autrici nate prima penisola, l’Autore di questo pilato per il parente Romain del 1950, che ancora necessita- elegante e corposo lavoro, cor- Colomb «anticipa le funzioni di no di collocazione storiografica redato da un superbo corredo un moderno vademecum». Vali- e di valutazione critica» (p. 14); illustrativo, dedica poche ma cato il Moncenisio, il viaggiatore concetto non chiarissimo, alme- suggestive pagine proprio nel arriva a Susa, ove è d’obbligo no per il sottoscritto, se si nota, “cuore” del volume (cap. VI, «osservare delle antichità» che per esempio, che tra i 34 autori pp. 169-182). tornando da Roma parrebbe- della sezione ci sono i piemon- Dopo aver spiegato come ro troppo modeste: «vedere tesi Remigio Bertolino e Bianca nasce l’idea del viaggio in Ita- nell’andata un mucchio di cose Dorato e che, senza far torto al lia e aver descritto i preparativi che farebbero alzare le spalle primo, sopra tutto la seconda ha della meravigliosa avventura, al ritorno» è infatti «una delle ormai una sua collocazione ben il corredo e i mezzi necessa- principali norme» del viaggio definita nella poesia del secon- ri per affrontarla, il piacere italiano. Percorsa la pianura, do Novecento. In questa prima dei comfort, le angustie degli la tappa successiva è Torino: sezione i poeti sono disposti in imprevisti e le incognite del- «uno dei più importanti ingres- ordine alfabetico; la seconda le soste, Attilio Brilli, grande si in Italia». Torino, affermano sezione – «L’Italia a pezzi» – esperto di letteratura odeporica Valéry e Du Bois-Melly, esige è invece articolata per regioni; e brillante scrittore, attingendo «una sosta protratta»: solo il Piemonte è rappresentato dalle narrazioni suggestive dei vincendo l’«impazienza» che da Dario Pasero, Annamaria celebri travellers del passato, spinge «verso le più lusinghiere Balossini, Michele Bonavero, illustra nelle citate pagine Gli sirene mediterranee» è possibi- Nicola Duberti (di cui il Centro itinerari storici, le capitali e le le cogliere la vera natura della Studi Piemontesi ha pubblicato città rituali. E qui, dalle prime «più piccola capitale regale nel 2013 J’òmbre ’nt le gòmbe). battute, ci si trova coinvolti nel d’Europa» e la sua funzione Le regioni più ‘produttive’, cimento del «tribolato ingresso di raccordo tra la «grigia atmo- secondo questo censimento, in Italia attraverso la barriera sfera europea [e] quella densa, sono Friuli-Venezia Giulia (14 delle Alpi» – segnatamente del calda, luminosa della penisola». presenze), Veneto (12), Sicilia Moncenisio – di uomini e don- La città dei Savoia, pervasa da (10). Accanto ad autori ormai ne costretti, «sulla soglia di un un «riserbo ancora nordico», affermati si trovano voci giovani mondo nuovo», a pagare «una e tuttavia informata al «gusto come quelle della siciliana Dina sorta di obolo» fatto di fatiche, parigino» non senza qualche Basso (1988) e del sardo Omar di imbarazzi e di spavento ripa- «margine di prosaicità», è capa- Ghiani Saba (1984). gato tuttavia dallo stupefacente ce di svelare ai suoi estimatori Un utile lavoro di ricogni- approccio a «una grandiosità la propria autentica natura di zione questo, che volentieri sublime». Una prova iniziatica, «realtà culturale ben caratteriz- presentiamo, in un’area come che in taluni suscita «un senso zata, gelosa delle sue tradizioni di spaesamento e di fragilità». quella della poesia in dialetto, e allo stesso tempo animata da Brilli cita Gibbon e Creuzé quanto mai frastagliata e quindi un soffio cosmopolita». Come de Lesser, de Saussure e Ugo difficile da seguire nel continuo non ricordare l’entusiasmo di Foscolo: che nelle Ultime let- Nietzsche o l’emozione di Hen- affacciarsi di nuovi autori. tere di Jacopo Ortis (1802) ry James, per i quali Torino Mario Chiesa trasporta chi legge lungo «il «riesce a far vibrare una corda 245 del cuore»? Non sono che pic- del mattino, le radure boschi- autogestite, fuori dai “manua- cole perle che l’Autore, prima ve aperte alla presenza sempre li di buone pratiche” e forse di addentrarsi in magici altro- intuibile del Rosa, il fruscio anche dagli strumenti urbani- ve, andando poi incontro «alle dei faggi lungo le mulattiere stici, abbiano prodotto disastri frontiere del mito» e agli «itine- lastricate tra i borghi di altura (la chiusura delle logge per rari di culto», regala in questo – sembrava disegnato da un illu- ricavare nuovi ambienti dagli volume alla nostra terra: bella, stratore di fiabe. Avrei appreso anni Sessanta è stato tra i casi tenace, accogliente e laboriosa, anni più tardi che quel contesto, più frequenti: d’altra parte dava capace di sedurre e trattenere così netto nel suo distinguersi modo di affittar camere per un i viaggiatori di ieri e finanche dall’altro Piemonte, doveva la turismo estivo gramo ma ricor- quelli frettolosi di oggi. propria singolarità a un affina- rente, specie dal Novarese e mento culturale riportato sul dalla vicina Lombardia); accan- Rosanna Roccia luogo dagli artigiani migranti, to alle ristrutturazioni corrive le e da una relativamente tarda nuove costruzioni denunciano annessione alle terre sabaude: il prevalere dei luoghi comuni Enrica Ballarè, Frazioni e il catasto antico, là, è ancora dell’edilizia, quello del villino casali intorno a Borgosesia. quello teresiano. singolo, del porticato oscuro Architettura e paesaggio, Dopo gli studi sul capoluogo e del rustico alpino a buon Borgosesia, Comune di (2011), Enrica Ballarè (docente mercato. Insieme a una sobria Borgosesia, 2013, pp. 240, ill. di Storia dell’Arte laureata in denuncia, lo studio di Enrica Architettura allo IUAV, specia- Ballarè si pone il compito di Manco dalla Valsesia da mol- lizzata alla Cattolica di Milano e essere (ed è) uno strumento di to tempo: mi recavo da ragaz- membro della Società Valsesia- sensibilizzazione per la tutela zo – con non molta frequenza na di Cultura) esamina edifici e del paesaggio inteso come bene – sulle propaggini collinari tra tessuto ambientale sulle colline culturale (il paesaggio come Valduggia e Borgosesia, a visi- intorno al Borgo, conferendo opera dell’uomo), a fronte di tare dei lontani parenti rimasti programmaticamente a entram- un target turistico e di un’uten- lassù, e di quegli antichi con- bi pari dignità. Il riferimento za sovente disinformati. tatti mi rimangono il ricordo puntuale in premessa – che L’autrice racconta così un’al- netto e la sorpresa di un conte- ricorda gli studi di Giuseppe tra realtà: quella del molto che sto molto diverso da quello che Ciribini, Vera Comoli, Roberto resta da salvare, tessuto e pae- potevo vedere nelle più vicine Gabetti, Giampiero Vigliano, saggio, contesto e contrappunto mete domenicali tra Monferra- con un “focus” sul convegno di all’“alpestre natura dei luoghi” to e Valsusa. Luoghi e costru- Varallo del 1960 – individua, a annotata da Ciribini negli anni zioni avevano un’aura insolita livello metodologico, l’interesse Quaranta. A valle della premes- – anche nell’edilizia minore, per la tutela esteso dal singolo sa il libro snocciola un percorso sempre eseguita con cura e a elemento all’intero tessuto che attraverso le frazioni collinari suo modo ingenuamente ricca; costituisce l’ideologia portan- e quelle di sponda destra del il tema con variazioni delle case te della tesi di laurea di Vera Borgo (alcune inglobate poi con la loggia, quello delle deco- Comoli, a valle del nascente nel territorio dal Regime con razioni murarie, dei taragn con i indirizzo di tutela per i centri la soppressione di alcuni muni- tetti in paglia e gli stipiti in gra- storici formulato nel convegno cipi), rilevando con attenzione nito, la sorpresa degli spettaco- di Gubbio del 1960. I padri minuta le molte tessere che lari trompe-l’œil generosamente nobili degli studi valsesiani sono compongono il mosaico. Si trat- sparsi negli interni odorosi d’u- quindi molti – a quelli citati si ta di un censimento da leggere mido di chiese e cappelle: tutto aggiungono per l’argomento in modo integrato attraverso esprimeva un mondo familiare trattato Luigi Ravelli e Casimiro note, didascalie e immagini: ma in qualche modo altro, e per Debiaggi – e l’autrice li riporta una lettura fatta col garbo e questo affascinante. Mio padre, subito tra i riferimenti di studio, l’attenzione di chi conosce per che aveva passato lassù le più quasi a riprendere un discorso lunga frequentazione luoghi, felici estati della propria infan- interrotto. bibliografie e archivi pubblici zia, diceva che quel paesaggio Il contesto attuale rivela e privati. Certamente un tessuto – con le ondulazioni dolci delle purtroppo come la speculazio- “minore” rispetto alle mete note colline sfumate nella nebbiolina ne edilizia e le ristrutturazioni della bassa Valle ma altrettan- 246 to ricco di stimoli e capace di di buone pratiche, o di qualcosa volume, Percorsi periferici. Stu- suscitare emozioni, tra mulat- come gli studi propositivi fatti di e ricerche di storia dell’arte tiere, piloni votivi con lacerti tempo fa da Doglio e Maurino in Piemonte (secc. XV-XVIII), di affreschi, cappelle e chiese per le valli cuneesi, senza con edito nel 1985 dal Centro Stu- maggiori e minori, cimiterini questo creare il manierismo di di Piemontesi, presentato nella postnapoleonici, edilizia rurale una corrente espressiva mar- sede dell’Istituto, sabato 1° feb- e palazzotti di villeggiatura per catamente e folcloristicamente braio 1986 da Guido Gentile e imprenditori o per artigiani di valligiana: se la Valle d’Aosta Gianni C. Sciolla e ricordato in ritorno. Veri “sogni di pietra” registra relativamente pochi ma un bell’articolo su “La Stampa” costati a volte molto ai loro pro- altisonanti casi di architettura (Gli affreschi del Frate, a sigla motori, che hanno arricchito le alpina “firmata”, è altrettanto v. sin., 2 aprile 1986, p. 18). loro case di una grazia e di un vero che la normativa voluta da All’epoca il quotidiano era assai garbo forse “un po’ vecchiotto, Berton alla fine degli anni ses- più letto. Forse anche lo spa- provinciale, fresco” ma variega- santa ha prodotto un paesaggio zio dedicato ad aspetti storico- to e tuttora assai godibile, indi- percettivamente non offensivo culturali ed artistici meritevoli viduato con cura capillare, ove anche se, purtroppo, sovente (oggettivamente) di attenzione, è stato possibile, financo negli ed eccessivamente declinato sul contribuiva a guadagnare alla interni e negli arredi. E poi vernacolare. C’è quindi da augu- testata un pubblico di lettori ci sono le testimonianze degli rarsi che questi studi informino interessati. Oggi, invece, tante interventi colti, quelli dei Gilodi gli strumenti urbanistici, con notizie ed attenzioni “cultura- e degli Allegra, e quelle perva- l’adozione di good practises e la li” quasi sembrano destinate a sive dell’archeologia industriale, salvaguardia di un contesto indi- un target di “non lettori”, vale con le manifatture e gli opifici viduato complessivamente come a dire di fruitori che proba- a Sud (Fenera col Fornacione) tessuto, prima ancora che come bilmente solo saltuariamente zoning. Costituiscono, intanto, e a Ovest (Aranco e Agnona), comprano un quotidiano (se una piacevolissima guida per un la Fornacina per la calce e la lo comprano). turismo informato e per nulla cartiera del Baraggione i cui Il volume, che si inserisce in “minore”. interni coi macchinari sembra- un ampio progetto di valorizza- no immobilizzati da un “fermo Enrico Moncalvo zione del patrimonio artistico e immagine” di cinquant’anni fa. culturale del paese, è introdotto Concludono il libro alcune dal sindaco Agostino Bottano, riflessioni sulle tipologie architet- Arabella Cifani, Franco che sottolinea come la cappel- toniche, con un sintetico riferi- Monetti, Marco Piccat, la, con i suoi affreschi, abbia mento alle raccomandazioni per Carlotta Venegoni e Augusto una rilevanza storico-artistica le addizioni e le ristrutturazioni riprese dagli studi di Domenico Cantamessa, La cappella di livello non solo locale ma Bagliani. D’altra parte, mentre di Santa Maria di Missione “europeo”. gli Allegra e i Gilodi a inizio di Villafranca Piemonte. La denominazione di cappel- Novecento costruivano ex novo Un capolavoro del gotico la di Santa Maria di Missione, o realizzavano embellisements al internazionale italiano, Torino o Missiglione è la sola corret- Borgo e intorno al Borgo, oggi [etc.], Umberto Allemandi & ta, anche se alcuni storici del i Matteo Thun costruiscono C., 2014, pp. 207, incluse 64 passato hanno parlato di Santa comprensibilmente in alta Val- tav. di fotografie a colori; 92 Maria della Missione o delle le alle pendici di Monterosaski. ill. in b/n n. t. Missioni, precisano in apertu- In assenza di esempi alti si tratta ra del primo capitolo Cifani e qui di un tessuto edilizio da pre- L’interesse per il patrimonio Monetti. L’edificio religioso servare, e da integrare armoni- artistico di Villafranca (come trae, infatti, il proprio nome da camente col nuovo, in presenza quello per altri luoghi poi un toponimo, «ad Muxilonum». piuttosto di esigenze di aggior- oggetto di successive indagini) Esso sorge a pochi chilometri namento per un target residen- e il primo delinearsi di alcuni dal centro di Villafranca. Si trat- ziale o per le seconde case di un futuri studi di due degli autori ta di una costruzione isolata e turismo sovente distratto. Forse del presente volume, Arabella di modesta mole che, ove lo in questo caso sarebbe giovevole Cifani e Franco Monetti, han- sguardo si fermi al suo aspetto a fianco dello strumento urbani- no origini lontane. Già se ne esterno, non presenta speciali stico la presenza di un manuale trovavano anticipazioni nel loro motivi di interesse: un’ordina- 247 ria chiesetta rurale, si potrebbe te incompiuta, si deve ad altro dipinti, manufatti, suppellettili pensare, anche se si possono artista e risale al 1474. e arredi cerimoniali. Le foto- tuttora rilevare sulla facciata e Marco Piccat, assiduo ed au- grafie che illustrano il volume sulla parete sud tracce, sia pure torevole collaboratore di “Stu- sono di Paolo Robino. ormai labili, di affreschi di evi- di Piemontesi”, è autore di un Il risultato delle indagini con- dente qualità originaria. La pri- importante saggio dal titolo La dotte in luoghi che, a priori, non ma impressione è destinata ad marcia forzata dei «Vizi Capita- sono necessariamente individua- essere completamente stravolta li» [verso la bocca dell’inferno] e ti come scrigni di testimonianze una volta varcata la soglia. Allo la sequela delle «Virtù», in cui artistiche di speciale interesse, sguardo del visitatore s’impone è fornito, tra l’altro, un detta- dimostra, con un nuovo esem- un apparato di affreschi che gliato quadro comparativo, in pio, che molti centri periferici sono, scrivono i due studiosi, base a differenti scelte artisti- del Piemonte sono sede di un «autentici capolavori dell’arte che, simboliche e letterarie, con patrimonio di non scontata rile- italiana del Quattrocento: le affreschi analoghi presenti nei vanza, spesso di valore e respi- “Virtù” e i “Vizi”, l’ “Annun- territori franco-sabaudi e liguri- ro internazionale, costituente ciazione”, il “Compianto sul piemontesi. un’opportunità per il territo- Cristo morto” e ancora molti Alla storica dell’arte Carlot- rio meritevole di essere sempre santi e sante […]». Sino ad oggi ta Venegoni si deve l’indagine più valorizzata, tutelata, meglio la cappella non era stata stu- La documentazione fotografica conosciuta e divulgata. diata in modo esauriente. Non della cappella di Santa Maria di Certo non sfugge a nessuno mancavano, al suo riguardo, Missione degli ultimi 120 anni. (grazie, tra l’altro, alla rilevan- studi e approfondimenti (tra Numerosi fotografi di valore, za e diffusione degli studi di i quali si deve menzionare, a a partire da Secondo Pia, sono Andreina Griseri e di altri stori- fianco della vasta bibliografia stati attratti da questo fascino- ci dell’arte) l’interesse interna- utilizzata e citata dagli autori, la so soggetto, il cui stato attuale zionale rivestito, nel territorio pregevole tesi di laurea trienna- è ora documentato attraverso buttiglierese, dalla chiesa della le in Scienze dei Beni Culturali gli eccellenti scatti di Augusto Precettoria di Sant’Antonio di di Ornella Graffione, La cappel- Cantamessa. Hanno contribu- Ranverso, sulla quale Cifani ito alla stesura e revisione dei la di Santa Maria di Missione a e Monetti si soffermano nella testi, con gli autori, anche Enri- Villafranca Piemonte. Fortuna terza e conclusiva parte del ca Coffano, Stefano Grosso e critica, Università degli studi volume. Il complesso ecclesiale Allegra Carlone. di Torino, Facoltà di Lettere ed ospedaliero, da sempre caro e Filosofia a.a. 2003/2004, rel. Gustavo Mola di Nomaglio a casa Savoia (la chiesa origi- naria fu fondata da Umberto Elena Rossetti Brezzi) ma solo III nel 1188) fu assegnato dal- ora si dispone di una tratta- la dinastia nel 1776, quando zione organica, complessiva e Arabella Cifani e cessò l’Ordine Antoniano, comparata. Franco Monetti, con la all’Ordine dei Santi Maurizio Le più antiche notizie certe collaborazione di Carlotta e Lazzaro. Qui l’associazione dell’edificio rinviano al 1037, ma Venegoni, Buttigliera Alta. tra il ciclo di affreschi di Gia- l’impianto parrebbe ancor più Tesori d’arte e di storia, como Jaquerio, che decora antico. Gli affreschi di maggior Torino [etc.], Umberto abside, presbiterio e sacrestia pregio risalgono alla prima metà Allemandi & C., 2014, e uno splendido polittico di del ’400 e sono opera del pittore pp. 245, ill. Defendente Ferrari, non solo si Duxaymo (Aymo Dux, Duce), impone all’attenzione di cultori al servizio della corte sabauda Gli autori, avvalendosi del e appassionati d’arte, ma anche dell’epoca «[…] che non ave- concorso di un gruppo di stu- costituisce una risorsa turistica va nulla da invidiare a quelle diosi composto da Lorenza di primo piano, a patto che sia […] italiane del tempo […]» Santa, Natale Maffioli, Enri- incisivamente “comunicata”. (p. 28). Non per caso spiccano, ca Coffano e Stefano Grosso, Prima di lasciarci alle spalle perciò, nel ciclo pittorico anche si soffermano sul patrimonio Ranverso, si deve rilevare che soggetti particolarmente cari ai artistico e architettonico rap- gli autori ritengono, sulla base Savoia, come San Maurizio. Il presentato dagli edifici religiosi di recenti ritrovamenti docu- completamento della decora- di Buttigliera e dal loro conte- mentali circa i quali si ripro- zione, rimasta presumibilmen- nuto in opere d’arte, affreschi, mettono di fornire maggiori 248 dettagli in prossimi studi, che Castello di Rivoli. Guida alla Per ogni sala, alla descrizione si debba antedatare l’esecu- Residenza Sabauda. Guide artistica si affianca la segnalazio- zione del ciclo jaqueriano al to the Savoy residence, a ne di curiosità o elementi par- periodo 1396-1406, mentre cura di Alessia M.S. Giorda, ticolari e una scheda di appro- in precedenza vari studiosi ne Rivoli - Roma, Castello fondimento sui personaggi più avevano «[…] proposto con- di Rivoli Museo di Arte significativi per la storia del troverse sistemazioni cronolo- Contemporanea - Robin Castello, siano essi esponenti di giche, su base squisitamente Edizioni, 2014, pp. 53, Casa Savoia o artisti che lascia- stilistica, in mancanza assoluta con dvd. rono la loro impronta nelle sale. di documentazione storica». Il volume si basa su una soli- Anna Maria Brizio congetturò Il Castello di Rivoli festeg- da Bibliografia ed è uno stru- che esso fosse stato eseguito nel gia i trent’anni di attività del mento utile e gradevole per chi secondo quarto del ’400; Mar- Museo di Arte Contempora- voglia approfondire le cono- ziano Bernardi tra il 1429 e il nea e in quest’occasione pub- scenze di base sulla dimora. 1440; Griseri, con particolare blica una guida bilingue, nata riguardo alla cappella maggiore da un’idea di Beatrice Merz e Giulia Pennaroli «sicuramente dopo il 1426» (p. Silvano Bertalot, dedicata non 125). Rileggendo alcuni scritti al contenuto – le collezioni di almeno di quest’ultima autrice, arte contemporanea allestite al Una montagna viva. Mondo meritano di essere soppesate Castello fin dagli anni Ottanta rurale, industria e turismo alcune sfumature che, forse, – ma al contenitore, il castello, nelle Valli pinerolesi nei secoli possono attenuare il contrasto importante residenza sabauda XVII-XX, a cura di Claudio cronologico di fronte all’indivi- dalla metà del Duecento fino Bermond, Torino-Perosa duata successione di interventi, alla fine dell’Ottocento, e ora Argentina, LAReditore, 2014, non tutti di mano di Giacomo. sede di uno dei più importanti pp. 253, ill. Nella prima parte dell’opera musei d’arte contemporanea a gli autori descrivono la chiesa livello europeo. Finalmente chi La ricostruzione della storia parrocchiale di San Marco visita il Castello di Rivoli ha la economica e sociale delle valli evangelista con le sue cappelle. possibilità di apprezzare il per- alpine di confine del Pinerolese La seconda parte è dedicata, in corso di visita anche dal punto degli ultimi tre secoli è condotta due distinti capitoli, alla cap- di vista storico e artistico. focalizzando l’attenzione sulle pella della Madonna dei Boschi La guida, curata da Alessia connessioni con la vita religiosa (anche detta della Madonna Giorda, responsabile per la dei suoi abitanti. Le comunità Addolorata) e ad altri edifici valorizzazione del patrimonio cattoliche e valdesi, e i singoli religiosi del territorio di But- artistico e storico del Castel- credenti, talvolta favorirono tigliera (San Grato, San Roc- lo, si apre con alcune pagine e accelerarono i cambiamenti co, Santi Sebastiano e Nicola, dedicate alle vicende storiche sociali ed economici, talvolta li e architettoniche del Castello Madonna della Cintura di Villa frenarono: si conferma ancora che, residenza di loisir di Casa Carron di San Tommaso, Sacro una volta il ruolo fondamentale Cuore di Gesù di Ferriera). Nel Savoia per oltre sei secoli, fu soggetto poi a un lungo perio- giocato dalle componenti spiri- corso dell’indagine gli autori tuali e religiose nell’indirizzare pongono in luce opere generi- do di degrado fino a quando non venne restituito al pubbli- lo sviluppo economico. camente di pregio e, in qualche L’analisi inizia a fine Sei- caso, autentici capolavori, talo- co, nel 1984, come Museo di Arte Contemporanea. cento, dall’ultimo periodo del ra dovuti a committenze priva- dominio francese, che interessò te, in primis – e con interventi Alla presentazione generale segue la parte più corposa del- le testate delle Valli, compresa davvero rilevanti – quelle dei quelle del Chisone e della Dora Carron, conti di Buttigliera, la guida, secondo un percorso storico e artistico che si dipa- Riparia, al 1713. affiancati dalla comunità, con- Dopo aver tracciato la dina- fraternite, personaggi e famiglie na di sala in sala, così che, chi mica del mondo rurale monta- locali, quali quella dei Moitre, visita il Museo di Rivoli possa no, da momenti di crescita nel che fece erigere la cappella del non solo apprezzare le collezio- corso del Settecento a fasi di Crocifisso nella parrocchiale. ni conservate ma anche appro- fondire gli aspetti architettonici rallentamento e di declino nel Gustavo Mola di Nomaglio e artistici di ogni ambiente. corso della seconda metà del 249 Novecento, passa ad esamina- Riv alla svedese Skf e Gianni lavoro di fabbrica, consigliando re l’affermazione dell’industria Agnelli lascerà la carica di sin- ai propri fedeli di intrapren- di modello manchesteriano nel daco di Villar Perosa. La costru- dere la via dell’emigrazione settore cotoniero. La nascita zione di Sestriere si inseriva in piuttosto che quella del lavoro nel 1833 della prima manifattu- un più ampio processo sociale, operaio. I sacerdoti cattolici ra a Pralafera, nei pressi di Tor- che stava prendendo piede in sembrarono avere posizioni re Pellice, per iniziativa degli quel periodo e che consisteva meno rigide verso l’industria- svizzeri Grainicher e Trog e del nell’avvio delle attività turistiche: lismo, anche se puntarono poi lusernese Malan avviene su un élitarie dapprima e, poi, a partire sulle organizzazioni solidaristi- collegamento anche di natura dal miracolo economico, di mas- che ed economico-sociali per religiosa che, nel corso dei due sa, con il correlato sviluppo edi- lenire le difficili condizioni di secoli successivi, avrà numero- lizio, legato alla costruzione delle vita dei lavoratori. Sono gli se imitazioni. Si trattò di un’i- seconde case, di grande effetto anni in cui i giovani sacerdoti niziativa precoce che gettò le visivo e di rilevante influenza sul democratico-cristiani andavano basi per un diffuso e intenso paesaggio montano. E con que- organizzando le nuove istitu- sviluppo industriale, che avreb- ste dinamiche si arriva agli anni zioni sociali ed economiche del be caratterizzato il Pinerolese ’70 e ’80 del Novecento, che movimento cattolico (società di per più di un secolo e mezzo. vedono la scomparsa pressoché mutuo soccorso, casse opera- Anche nel settore minerario, totale dalle Valli dell’industria ie, unioni agrarie, casse rurali l’intervento di banchieri valde- tessile, la tenuta della meccanica e attività solidaristiche parroc- si, quali i De Fernex, dette una e la crescita del turismo. Ma gli chiali) per contrastare gli effetti spinta significativa allo svilup- anni della “nuova grande crisi”, nefasti dell’industrializzazione, po del comparto estrattivo del manifestatasi nel nostro paese ma anche per prefigurare un talco e della grafite nelle valli. dal 2008, avrebbero ridisegnato modello di sviluppo alternati- Con l’inizio del Novecento, in termini drammatici il modello vo a quello liberistico che sta- si affermarono l’industria idro- di sviluppo. va prendendo piede nel nostro elettrica e la meccanica e, anche Viene poi esaminato il com- paese. Nel Pinerolese, questi in questo caso, l’iniziativa del portamento delle comunità giovani sacerdoti troveranno “valligiano” Giovanni Agnelli cattoliche e di quelle valdesi di un certo consenso, anche se più ebbe un ruolo determinante fronte al fenomeno dell’indu- contenuto rispetto a quanto era nella localizzazione della Riv strializzazione che, nel Pinero- avvenuto in altre regioni dell’I- in val Chisone. Viene descritto lese, si presentò in modo dirom- talia settentrionale, in particola- con minuzia l’avvio dell’azienda pente sul finire dell’Ottocento, re in Lombardia e nel Veneto. dapprima a Torino e poi a Villar quando la minoranza valdese Dopo una presentazione e, successivamente, le complesse raccoglieva circa un quarto della degli enti patrocinatori, tra operazioni sociali e finanziarie popolazione complessiva. Men- i quali spiccano la Società di poste in atto da Agnelli per tre molti credenti di estrazione studi valdesi e l’Archivio dio- declassare la figura del fonda- borghese, affascinati dalle nuove cesano di Pinerolo, il volume tore, Roberto Incerti, e assumere tecnologie e dall’ampia disponi- si snoda attraverso i seguenti il controllo dell’azienda produt- bilità di beni di consumo che si contributi: Mario Miegge, La trice di cuscinetti, che si stava stava diffondendo, guardavano Riforma e la nascita della socie- rivelando molto promettente in modo benevolo alla nascente tà capitalistico-industriale in sul piano delle vendite e molto industria, gran parte dei fedeli Europa e nelle Valli pinerolesi; redditizia per quanto riguarda- di estrazione popolare e, con Paolo Sibilla, Tenuta e declino va i profitti. Da quel momento, loro, molti pastori e sacerdoti del mondo rurale alpino nei la presenza economica, sociale vedevano le fabbriche, e le nuo- secoli XIX e XX; Claudio Ber- e politica degli Agnelli in val- ve abitudini che esse propone- mond, L’evoluzione economica le diventerà prominente. Con vano, come nemiche dell’etica e sociale delle Valli dal Seicento la costruzione di molte opere cristiana. al Novecento; Giovanni Balcet, sociali e l’avvio della stazione Particolarmente degno di Imprenditori esteri e imprese sciistica di Sestriere, la loro nota fu l’atteggiamento di multinazionali nella storia indu- influenza diventerà sempre più alcuni pastori riformati che striale delle Valli; Renata Allio, rilevante almeno sino al 1979- vivevano in aree rurali, i qua- I valdesi e l’industrializzazione 80, allorquando cederanno la li si opposero decisamente al delle vallate alpine; Giorgio 250 Grietti, La Chiesa cattolica pine- cità di questo lavoro. La Treves, da una lunga esperienza di inse- rolese e l’industrializzazione; autrice di un recente illuminan- gnamento scolastico cercando Renata Allio, Roberto Incerti te saggio dedicato alla presenza di tenere aperto un dialogo con e l’origine della Riv; Claudio ebraica in Alessandria, sua cit- i propri studenti nel nome del- Bermond, Sestriere 1930-1990. tà di origine (Una comunità in la necessità civile del gesto del Una “villanova” contemporanea estinzione. Tracce storiche della fare memoria. per gli sport invernali. presenza ebraica in Alessandria, Aldo Perosino ricostrui- in “Studi Piemontesi”, XXXIX, sce sinteticamente i passaggi Anna Cantaluppi 2 (2010), pp. 549-561), segna- costruttivi principali del cimi- la come l’indagine sul “prato tero ebraico, evidenziando il dell’eternità” della città pie- primo, principale intervento Carmen Ugo, Aldo Perosino, montese si proponga anzitutto ottocentesco, il cosiddetto Il cimitero ebraico di come opportunità per riflettere “Antico reparto” articolato nei Alessandria, Alessandria, sulla tradizione religiosa e civi- sei campi indicati con le lettere Edizioni dell’Orso, 2014, le di una intera città e di una da A fino a F, fino al “Vecchio pp. 248, ill. comunità che, a partire dal XV reparto” e all’ampliamento più secolo, è sempre stata di grande recente, risalente al 1936. Segue Il volume accoglie i risultati importanza per la sua vita, il suo la sezione molto ampia dedica- di una ricerca promossa dall’Ar- sviluppo civile, la sua evoluzione ta al censimento puntuale delle chivio del costume e delle tra- economico-sociale. singole sepolture: si tratta di dizioni ebraiche Benvenuto C’è poi un secondo valore 417 schede descrittive, ciascuna e Alessandro Terracini, il cui che si svela completamente in accompagnata da un’appendice presidente, Marco Luzzati, sot- un passaggio della Treves e che fotografica e archivistica. tolinea nella Presentazione come richiede la citazione integrale: Lo schema in base al qua- la ricerca dei coniugi Perosino si “Questo libro per me, fuggita da le è stata redatta ogni scheda inquadri nel contesto degli studi Alessandria nel 1939 con la mia prevede: cognome e nome del sulla storia locale delle comunità famiglia, tornata ad essere un defunto, data di nascita, gene- ebraiche del Piemonte. ebreo errante, mi ha condotto ralità dei genitori, informazioni In realtà, già i contributi a riscoprire la dimensione della biografiche (se presenti), data introduttivi di Alberto Cava- memoria; gli epitaffi sulla tomba di morte, trascrizione dell’even- glion, storico dell’Università di dei miei morti sono stati come tuale epigrafe. Per ognuna delle Firenze, e degli urbanisti Fran- filtri per intercettare una real- unità descrittive esiste almeno co Lattes e Alessandro Martini tà intertemporale intimamente un’immagine fotografica. Tra le del Politecnico di Torino, rico- connessa alla processione di sepolture maggiormente signi- noscono agli autori il merito di quelli che mi hanno preceduto ficative sotto il profilo artistico: avere indagato un’area geogra- e di quelli che non hanno tomba Elia Levi De Veali, Giacomo fica la cui bibliografia è forse ma che sono rimaste sconosciute Foa, Graziadio Vitale, Samuel più povera di altre realtà, ma ceneri in terre ostili e straniere Pugliese, Alessandro Torre, soprattutto quello di ricostruire (citando Spoon River)”. Elisa Ottolenghi, i coniugi un tessuto complesso, fatto di Le parole di Liliana Tre- Aron ed Enrica Jona, memorie rese finalmente leggi- ves, dedicate a un cimitero che Attilio Finzi, per arrivare infine bili e poste in grado di aprire sopravvive a una comunità che si alle tombe delle famiglie Jona scenari e interpretazioni nuo- va estinguendo, sottolineano un e Pugliese. Ognuna di queste ve, quelle, ad esempio, legate valore di identità e di memoria testimonianze richiama perso- ad alcune peculiarità dell’e- da tutelare, esattamente come sta naggi e gruppi famigliari che braismo alessandrino verso la facendo ormai da anni la Comu- hanno fatto la storia dell’ebrai- dimensione della socialità, quali nità ebraica di Torino, di cui smo alessandrino, già ricostruito la filantropia, l’interesse per le quella di Alessandria è diventa- dai classici studi di Salvatore scuole professionali, gli asili per ta sezione, come è avvenuto per Foa, fin dal 1959, e dello stes- l’infanzia abbandonata. molte altre comunità piemontesi so Aldo Perosino in tempi più Ma è soprattutto l’intervento estinte o ridotte a poche unità. recenti. Particolarmente signi- del coordinatore redazionale del Prezioso diviene dunque il ficativa la scheda n. 84 con la volume, Liliana Treves, a defini- lavoro dei due autori, appas- colonna che ricorda la tragedia re con esattezza il valore e l’uni- sionati ricercatori, accomunati che avvenne nel ghetto cittadi- 251 no il 5 giugno 1835, quando Benedetto Croce - Giovanni ospitava alcuni degli esponenti il crollo di una casa in cui si Gentile, Carteggio, I, 1896-1900, più rappresentativi. celebrava un matrimonio pro- a cura di Cinzia Cassani Nondimeno, a ben vedere, la vocò la morte di 28 persone e e Cecilia Castellani, valutazione di Croce, condivisa il ferimento di circa 50. introduzione di Gennaro del resto dallo stesso Gentile, Altri 32 fotocolor di grande Sasso, Torino, Nino Aragno appare di portata più generale, formato precedono e seguo- Editore, 2014, pp. XLI-500. poiché finisce per investire con no questa parte del volume, severità la cultura storico-specu- offrendo una documentazione Primo di un impegno edi- lativa e scientifica che allora si dettagliata dei principali valo- toriale gravoso, certo utile agli veniva affermando nelle univer- ri storico-artistici presenti nel studiosi non solo del pensiero sità. Egli giungeva anzi ad augu- cimitero, ma proponendo altre- e dell’attività dei due corri- rarsi (nella missiva a Gentile del sì una chiave di lettura forte- spondenti, il volume riunisce 12 luglio 1914) di poter meritare mente legata ai già citati valori le lettere che Benedetto Croce post mortem il seguente elogio: memoriali ed emotivi. e Giovanni Gentile si scambia- «Tolse la letteratura e la filoso- Fondamentale tanto per il rono dal 1896 al 1900 per un fia dalle mani dei professori uni- visitatore quanto per lo studio- totale di 283 documenti epi- versitari…» (B. Croce, Lettere a so è poi l’Elenco alfabetico delle stolari. Lettere del resto note Giovanni Gentile (1896-1924), sepolture con i dati relativi alla agli studiosi, essendo state pub- a cura di Alda Croce, Milano, collocazione delle stesse: numero blicate, a partire dal 1972, in Mondadori, p. 475). Tale spirito scheda, reparto, campo, muro, due distinti epistolari, ma che crociano, condiviso a suo modo fila, vecchio codice di identifica- intrecciate insieme come nel dallo stesso Gentile, pervade e zione. Tale utilissimo strumento volume in argomento costitui- anima il rapporto intellettuale e dev’essere utilizzato incrocian- scono – scrive Gennaro Sasso personale dei due protagonisti done i dati con quelli della map- nell’introduzione – «un’espe- del nostro neoidealismo filoso- pa topografica in appendice al rienza nuova e importante» fico e culturale. volume. L’elenco dei 27 ebrei per la migliore conoscenza di alessandrini deportati e il reper- due protagonisti della cultura Giancarlo Bergami torio delle fonti bibliografiche e e della filosofia italiane tra la archivistiche completano il qua- fine dell’Ottocento e i primi dro degli strumenti critici che decenni del Novecento. Galisia 1944-2014. Claretta corredano il lavoro. Eloquente, nella lettera di Coda, I prigionieri inglesi in Resta infine da dire che la Gentile del 13 gennaio 1899, Canavese e la tragedia del ricerca di Ugo e Perosino, oltre il giudizio sullo storico dell’e- Colle Galisia. Ricostruzione a colmare un vuoto storico, si conomia Corrado Barbagal- storica; Maria Elena inserisce in un più generale per- lo (1877-1952; docente della Coha, Alpine Partisan. La corso di riscoperta e valorizza- stessa disciplina a Torino dal sopravvivenza del soldato zione dei cimiteri ebraici delle 1947), definito «socialista Alfred Southon di Vivian province di Alessandria e Asti, arrabbiato, non ha altri dei che Milroy, Introduzione di intrapreso nel 2006 da Luisa e Loria e Lombroso» (p. 210). Lo Gianni Oliva, Cuorgné, Lucilla Rapetti con il volume stile, si direbbe l’icasticità della Edizioni CORSAC, 2014 Il cimitero israelitico di Nizza scrittura, denota la profondità (Orco Anthropologica, 21), Monferrato (2006), proseguito e la sicurezza di giudizio dei pp. 436, ill. con Il cimitero ebraico di Acqui corrispondenti nei confron- Terme (2009) e I cimiteri ebraici ti di esponenti e campioni di Il volume rievoca i dram- di Casale Monferrato (2013). correnti e tendenze filosofiche, matici eventi del novembre nonché scuole accademiche 1944, quando un gruppo di Roberto Livraghi coeve. Diretta, ad esempio, la ex-prigionieri inglesi del campo presa di distanza di Croce nei di lavoro allestito a Spineto in confronti del positivismo nelle Canavese e di altri campi pie- sue diverse incarnazioni o della montesi, unitamente ad alcuni scuola del metodo storico che partigiani, persero la vita nella nell’ateneo torinese, anche al di traversata del Colle Galisia. là del campo storico-letterario, L’opera si apre offrendo, «per 252 la prima volta in maniera inte- vere e non pensano che ha lo Inchiesta su Gramsci. grale e fedele», la traduzione stesso accento degli avieri che Quaderni scomparsi, abiure, del libro Alpine Partisan. The bombardano Torino». conversioni, tradimenti, Survival of Trooper Southon: Accanto allo scritto di Sou- leggende o verità?, a cura testo pubblicato a Londra nel thon, l’opera propone i risultati di Angelo d’Orsi, Torino, 1957, a cura del giornalista di un ampio lavoro di ricerca Accademia University Press, Vivian Milroy che ha raccol- condotto, tanto sul campo 2014, pp. XXXVI-220. to la testimonianza di uno dei quanto sui documenti, da pochi superstiti, l’inglese Alfred Claretta Coda. L’autrice, inse- L’«inchiesta» qui raccolta Southon. Questa meritevole gnante di storia presso il Liceo scaturisce dall’esigenza di veri- traduzione si deve agli studen- di Rivarolo, si è avvalsa per ficare nuove ipotesi di lavoro, ti del Liceo Scientifico “Aldo questo lavoro della collabora- e approfondire alla luce del Moro” di Rivarolo Canavese, zione di altri studiosi del luogo dibattito recente momenti seguiti dalla docente Maria e, in particolare, di testimoni cruciali della vicenda politi- Elena Coha nel contesto di un e di soci del Centro Ricerche ca e intellettuale gramsciana, laboratorio storico-linguistico Studi Alto Canavese. Seguendo o anche solo dall’intento di e di «Educazione alla Cittadi- questo percorso sono state rac- saggiare svolte e sviluppi della nanza». Il racconto del “solda- colte le ultime testimonianze, biografia del comunista e pen- to Southon” – sopravvissuto sul territorio canavesano, della satore politico sardo. alla tragedia della Galisia con presenza degli ex-prigionieri Pur nella disomogeneità amputazione agli arti inferiori inglesi e del Campo di Lavoro dei contributi e nello scarso e alle dita della mano destra – di Spineto. Le dichiarazioni e approfondimento dei nodi e secondo quanto scrive Gianni i documenti presentati – alcuni contenuti da decenni dibattuti, Oliva nell’Introduzione «non dei quali, inediti, giunti dall’e- non mancano in alcuni inter- indulge a millanterie guerriere, stero – hanno permesso di venti punti di vista avvertiti e né ad autocommiserazioni, né approfondire il quadro della talora stimolanti come quelli a moralismi scontati: la prosa è Resistenza nelle vallate sopra espressi, ad esempio, da Gui- secca, essenziale, una sequenza Castellamonte e Cuorgné. do Liguori, o da Aldo Agosti e di fatti fotografati con imme- Dall’insieme di questa docu- Marco Albertaro, che invitano diatezza, secondo lo stile della mentazione, inoltre, si sono a diffidare dei presunti scoop su narrazione di guerra inglese. E cercati elementi validi per col- Gramsci che, negli ultimi lustri, proprio in questo approccio sta locare nella «sua giusta dimen- hanno costituito una sorta di la forza del volume». Alfred sione storica» la tragica traver- «genere letterario», fondato Southon, ricorda sempre Oli- sata dal Colle Galisia. Di fronte sulla suggestione di presunte va, «non è uno storico e non si a quei quaranta giovani uomini scoperte piuttosto che su prove propone di interpretare i signi- che persero la vita «a due passi verificabili e ben fondate. ficati di quanto racconta, ma dalla libertà» – affermano nelle Del pari acquista pregnan- è un testimone e le sue parole Riflessioni conclusive Giovanni za la dialettica che oppose hanno il valore di un documen- Bertotti e Claretta Coda – «si è Gramsci a Togliatti nell’ottobre to». Esemplari e sicuramente provato a ricostruire la vicen- 1926, dando vita a un dissenso evocative, sono in proposito le da, a soppesare le variabili, a non chiarito né composto nel pagine dedicate ai rapporti tra vederne il gioco e l’interazione periodo successivo. Contrasto la popolazione civile canave- reciproca, ad ascoltare testimo- che prosegue – osserva Guido sana e gli ex-prigionieri entra- nianze, a ricercare e a confron- Liguori – dopo il congresso ti nelle bande dei partigiani tare documenti di varia prove- nazionale del partito (Lione, o rifugiati in qualche cascina. nienza, editi e inediti... al di qua 23-26 gennaio 1926), e «a Sono pagine che parlano del- e al di là delle Alpi»: un lavoro partire dal trasferimento di meticoloso per elaborare una le «piccole» ma fondamentali Togliatti in Unione Sovietica», perdita tanto dolorosa quanto «scelte quotidiane della gente in un tempo in cui le dimensio- inspiegabile; ora, concludono, comune»: di quei contadini ni nazionale e sovranazionale non rimane che onorarne la e montanari canavesani «che nel comunismo erano «tanto memoria, in un doveroso silen- nel soldato inglese fuggito dal intrecciate da costituire un zio. «E lasciarli andare...». campo di prigionia vedono un tutt’uno» (p. 68). Nodo che “uomo” da aiutare a sopravvi- Franco Quaccia diverrà via via più intricato e 253 che verrà superato solo con la Musiołek e Cristian Peccheni- posita personalità. Ritroviamo caduta del regime sovietico in no. E soprattutto come si evin- dunque in queste pagine sia Urss e con la fine dei rapporti ce dall’ampio diario tenuto da l’imprenditore illuminato sia di dipendenza dei partiti comu- Ferruccio Francesco Frisone l’«utopista tecnicamente prov- nisti nazionali nell’Internazio- per più di seicento giorni, e veduto», accanto al Sindaco e nale stalinizzata. che nel volume è corredato e al deputato al Parlamento. Per arricchito dai 109 disegni rea- Giancarlo Bergami Ferrarotti, Olivetti fu prima di lizzati durante l’internamento. tutto un «operatore sociale», La predisposizione di Friso- ovvero «un uomo politico nel ne per il disegno (egli «è nato Ferruccio Francesco Frisone, senso pieno, che sul terreno per la matita», nota E. Gobetti) dell’organizzazione industriale Binario morto. Diario di un è illustrata da Gobetti nel ritrat- pittore internato a Semlin, aveva trovato il primo campo to FFF, pittore (pp. 49-57). Nei su cui sperimentare un pensiero Versen e Fullen, a cura di Eric campi di Versen e nel Lazarett Gobetti, Victoria Musiołek, complesso, ma coerente in ogni di Fullen, Frisone ha modo di sua parte»; questo pensiero Cristian Pecchenino, Cuneo, mettere a frutto la sua passione avrebbe abbracciato «organica- ArabAFenice, 2015, pp. 560, ill. e il suo studentato di disegno: mente il piano della comunità dapprima a Berna per due anni, territoriale, con i suoi problemi Il volume si inscrive a buon in seguito nel triennio di iscri- titolo tra i compiti statutari zione e frequentazione dell’Ac- urbanistici e amministrativi, il – e si può aggiungere scien- cademia milanese di Brera («ma problema delle funzioni fon- tifico-culturali – dell’Istituto senza raggiungere il diploma»). damentali di una convivenza piemontese per la storia della A Versen e Fullen, Ferruccio democratica», nonché il pro- resistenza e della società con- Francesco Frisone utilizza i suoi blema della ristrutturazione temporanea «Giorgio Agosti», ritratti «come merce di scam- dello Stato, di fronte alle nuove offrendo una fonte ulteriore e bio» per alleggerire sia pure esigenze della società moder- un contributo artistico-docu- in minima parte la condizione na. Su questo quadro di fon- mentario per la storia degli di prigioniero, avendo persino do, l’autore cerca di chiarire la internati militari italiani, dopo modo di curare «la scenografia ragione fondamentale dell’iso- le precedenti pubblicazioni di alcune commedie e spettaco- lamento culturale e politico di antologiche uscite in tedesco, li messi in scena dagli internati, Adriano Olivetti e insieme del italiano e olandese. oltre che illustrare gli inviti per «disagio» vissuto da molti suoi L’Istituto piemontese ha le partite di calcio fra i compa- stretti collaboratori. A emerge- dunque promosso opportuna- gni di prigionia» (p. 53). re con forza dalla equilibrata mente l’edizione nell’ambito analisi condotta da Ferrarotti è delle iniziative per il settante- Giancarlo Bergami tuttavia il tema della comunità: simo anniversario della resi- la comunità di cui parla Olivetti stenza, con il contributo del che viene a porsi quale “nuova Consiglio regionale del Piemon- Franco Ferrarotti, La concreta misura”, «il punto di suprema te - Comitato per l’affermazio- utopia di Adriano Olivetti, convergenza, in cui si ritrova- ne dei valori della resistenza e Bologna, EDB – Edizioni no, e riacquistano, insieme con dei principi della Costituzione Dehoniane Bologna, 2013, la reciproca garanzia, la propria repubblicana, e dell’Associazio- pp. 104. funzione e il proprio significato ne nazionale ex internati (Anei) la persona e lo Stato, l’efficien- - sezione di Torino. La scelta Franco Ferrarotti, professo- za amministrativa e la tensione della grande maggioranza degli re emerito di Sociologia all’U- ideologico-politica, il passato internati militari italiani di non niversità di Roma La Sapienza, storico e l’ambiente socio-fisi- è stato dal 1948 al 1960 tra i più aderire al fascismo rinato nella co». Considerando l’insieme stretti collaboratori di Adriano Repubblica sociale non fu facile dei giudizi riportati, Adriano e fu pagata al prezzo di 40.000 Olivetti (1901-1960). Alla figura Olivetti rimane sicuramente morti e con la dura sofferenza del celebre industriale epore- uno degli italiani più originali della quotidianità del campo, diese Ferrarotti ha dedicato l’a- e consapevoli del Novecento. come dimostrano i curatori del gile volume, in cui ripercorre i volume Eric Gobetti, Victoria principali aspetti della sua com- Franco Quaccia 254 Elisabetta Lurgo, La beata Per Elisabetta Lurgo si è i vari conventi che si richiama- Caterina da Racconigi trattato, dunque, di «interpre- vano alla “santità” della stessa fra santità e stregoneria. tare storicamente il visionario taumaturga. Carisma profetico e autorità profetismo di Caterina», ovvero La parte conclusiva del volu- istituzionale nella prima età di avvicinarsi alla memoria e al me si concentra sulla lettura moderna, Firenze, Nerbini, pensiero di una mistica. La pre- dell’itinerario mistico di Cateri- 2013 (Biblioteca di Memorie messa rimanda al tentativo di na, ovvero della sua spiritualità Domenicane, 7), pp. 352. individuare a quale tradizione «così come ci è restituita dal si richiamassero, «anche incon- Compendio di Pico, studiato Il volume pone in evidenza il sciamente», la stessa Caterina e alla luce della riflessione filo- tema del riconoscimento della quanti la seguivano. Vengono sofica del suo autore, e dalla santità inteso quale fenomeno presi in esame sia i fermenti Legenda domenicana»: opere collettivo, ovvero come «fatto profetici che alimentarono la che ripropongono «l’universo sociale che metteva in gioco spiritualità mendicante in area visionario di Caterina, erede di l’esistenza di una comunità subalpina (nel contesto della una lunga tradizione ma non e il suo immaginario religio- riforma domenicana dell’os- privo di nuclei tematici origi- so». L’autrice con una lunga servanza) sia l’emergere nel nali». L’Autrice si sofferma su e articolata ricerca si soffer- Piemonte tardomedievale della due aspetti – carisma profetico ma sulla vicenda storica della mistica femminile (con figure di e stregoneria – che sembrano beata Caterina Mattei (Racco- profetesse mistiche che vanno convivere «nel concreto della nigi 1486 - Caramagna 1547) dalla vercellese Ugolina a Cate- religiosità quotidiana delle clas- – meglio nota come Caterina da rina Canzoni da Savigliano, da si subalterne»: in queste ultime, Racconigi – penitente domeni- Maddalena Panettieri da Trino infatti, «gli elementi di ambi- cana, profetessa e mistica pie- Vercellese a Maria Margherita guità in figure come Caterina montese. A rendere significati- Dalfino da Garessio). Esami- non erano sempre percepiti va la figura della penitente qui nati i canoni entro i quali può come un ostacolo alla santità». studiata è l’importante materiale collocarsi il profetismo fem- Incerto, dunque, ed estrema- agiografico, in parte inedito, che minile pedemontano, l’autrice mente labile sembra mostrar- la riguarda. Si possiedono di affronta gli ambiti politici in si il confine «fra ortodossia e Caterina, infatti, una Legenda cui agì il carisma profetico di eterodossia, fra santità e posses- apologetica di un suo diretto- Caterina: dai signori di Racco- sione diabolica». Riguardo poi re spirituale – il domenicano nigi – in particolare di Claudio Gabriele Dolce da Savigliano all’insieme di «luoghi comuni» – e una biografia composta da «protagonista di primo piano inerenti alla mistica femminile, uno dei suoi protettori – Gian- della corte sabauda e portavoce quali si incontrano nelle visio- francesco Pico della Mirandola delle rivendicazioni dell’aristo- ni della beata di Racconigi, un – fra il 1526 e il 1532, e ultimata crazia piemontese» (p. 112) – posto privilegiato occupereb- da Pietro Martire Morelli fra il ai marchesi del Monferrato e bero «tre temi che, più di ogni 1548 e il 1563. Come si appren- di Saluzzo (in cui è ravvisabile altro, decretavano la totale con- de dalla Presentazione di Ange- anche il tema del filofrance- formità di una donna a Cristo: lo Torre, la studiosa colloca le sismo di Caterina o della sua il rinnovamento del cuore, le ricostruzioni agiografiche della cerchia di devoti). L’autrice si nozze spirituali e le stigmate» beata «in un’avvincente catena interroga sull’effettiva natura (p. 239). Interessanti, sempre di dipendenze, di interpolazio- politica del profetismo della su questo versante dell’indagine, ni e manipolazioni in grado di mistica, chiedendosi in parti- si mostrano le osservazioni in farci percepire con nettezza le colare «se e in che modo tale merito al culto verso la Trinità, forze e gli interessi che si muo- natura fosse effettivamente per- associato nel caso di Caterina «a vevano intorno a Caterina e, cepita dai contemporanei» (p. tre iconografie molto particolari, probabilmente, intorno a tante 168). A rendere esaustiva questa una delle quali, quella della Tri- giovani donne accomunate da sezione del lavoro, non manca nità come vecchio con in mano un’analoga sensibilità religiosa uno sguardo al «ruolo attivo», una spada a tre tagli», non sem- e da una capacità di lettura del e nel contempo «strumentale», brerebbe attestato altrove (p. mondo circostante in termini svolto da Caterina sia nei con- 277). Nella serrata analisi delle di rapporto possessivo con la flitti interni alla comunità di visioni attribuite alla penitente divinità». Racconigi sia nei contrasti fra di Racconigi si coglie dunque 255 il tentativo di andare oltre all’i- gia. La confezione è pregevole, illustrativo (p. 133 della tesi). Il dentificazione di modelli «che l’apparato fotografico discreto. rilievo del gruppo di Varallo è tornano ogni volta, sempre Il volumetto si dichiara non tratto invece dal saggio di Tilia, uguali», per giungere a isolare documento di ricerca storico- pubblicato in Gaudenzio Fer- quei brani che lasciano «emer- artistica, bensì semplice rac- rari e la Crocifissione del Sacro gere qualcosa di incontrollato, colta antologica che tenta di Monte di Varallo, a cura di Ele- che consente di districare l’in- realizzare, tramite il mosaico na De Filippis, Torino 2006, p. treccio di vero, falso e finto che degli studi esistenti, un “con- 239. Manca infine all’appello costituisce la trama del nostro certo corale”. delle fonti il mio saggio Un sapere» (pp. 246-247). Nonostante i propositi, tut- documento inedito per la storia In chiusura una riflessione tavia, la trattazione di quelle del Monte Calvario conservato sul mancato successo nella pro- fonti così basilari risulta insod- a Novi Ligure, pubblicato su mozione del culto di Caterina disfacente. Per scelta editoriale questa rivista “Studi Piemon- fra età barocca e XIX secolo: la non sono presenti note a pié tesi”, XLI, 2 (2012), pp. 525- cui figura «inquietante», in cui pagina, e gli studiosi titolari 533. Il documento del titolo è si mischiavano «santità e stre- delle “voci argomentanti” com- quello del 1595, basilare per goneria con un’ambiguità non paiono per nome in pochissimi la datazione di ventun statue più comprensibile nella Chiesa casi, lasciando i giudizi dell’au- del complesso. Forse l’autore postridentina», venne pian pia- tore a basarsi o confrontarsi non è frequentatore assiduo di no «riassorbita nel rassicurante con informazioni dalle origini riviste specializzate, tuttavia il profilo di “santa di corte”, pro- nebulose, tratte dalla tradizio- documento era già stato reso tetta dalla dinastia sabauda ed ne orale o lasciate a livello di noto nella tesi sopraindicata, di esaltata come “gemma preziosis- sentito dire anche quando sono cui, si è visto, questa guida ha sima dell’ordine domenicano”, solidamente documentate (pp. fatto tacitamente uso. Ma certo in una serie di monotone agio- 26, 27, 35, 81, 91, 99). Ristagno lo avrà riscoperto da grafie che lasciarono nell’ombra In secondo luogo, si scopre sé, peccando solo di distrazione il significato storico della sua che in bibliografia alcuni testi nella lettura della tesi e d’invo- esperienza mistica» (p. 294). hanno generalità incomplete o lontaria omissione nei confron- errate: mancano infatti di anno ti della testata. Franco Quaccia e luogo di pubblicazione, uno In conclusione, accogliendo addirittura di co-autore (è il l’intento esposto in premessa, caso de La Maddalena di Novi non si vuole considerare il volu- Mario Ristagno, L’Oratorio Ligure. Il restauro del Monte metto un testo di natura scien- della Confraternita di Calvario, di Spantigati e dell’as- tifica né cercare di applicarvi i Santa Maria Maddalena e sente Merlano, Novi Ligure dovuti parametri. Ma si ritiene del Santissimo Crocefisso, 1989 e non Torino 1977 come che una corretta ed esaustiva Genova, Sagep Editori, 2014, indicato). dichiarazione delle fonti sia pp. 104. Sono prive di fonti anche requisito di ogni pubblicazio- tre immagini di provenienza ne a carattere saggistico, così Gioiello d’arte cinque-set- esterna. Si tratta dei disegni di come un editing perfetto e la tentesca che risentì di influssi pp. 37, 44 e 45, tratte dalla mia cura ortografico-grammaticale sia piemontesi sia liguri, unico tesi di laurea, discussa nel 2011 del linguaggio; requisiti che, per la sua scenografia absida- presso l’Università Cattolica di leggendo la guidina del bell’O- le, l’Oratorio della Maddalena Milano – relatore Prof. Bona ratorio novese, risultano soven- necessitava da decenni di una Castellotti e correlatore Prof. te disattesi. guida che fornisse al visitato- Villata. L’inedita proposta di re uno strumento informativo ricostruzione del Compianto Elisabetta Zana aggiornato. La pubblicazione è stata interamente da me rea- di Ristagno riesce nell’intento lizzata per il testo (pp. 84-86). di riassumere in maniera com- Il rilievo stilizzato del Calvario patta i contributi precedenti, è una versione semplificata di aggiungendo molte descrizio- quelli pubblicati nel Quaderno ni e, per gli amanti del genere, di Spantigati e Merlano (pp. qualche nozione di numerolo- 35, 37, 39), presentato a scopo 256 Ariela Robetto, Riti e quando poco prima del 1950 Nel volume sono pubblicate tradizioni delle Valli di Lanzo. una famiglia di Viù si trasferì in forma antologica le tesi vin- Una maschera sul volto. a Robassomero (20 chilometri citrici del Premio Gianni Ober- Carnevale e Quaresima fra da Torino, sulla strada per le to 2013. Elisa Tonda tratta del trasgressione e ordine, Lanzo Valli in questione), tra gli altri carteggio (283 lettere) tra i figli Torinese, Società Storica delle problemi di ambientamento di Carlo Ignazio Giulio, Emilio Valli di Lanzo, 2015, pp. 142, ill. che i tre fanciulli incontrarono, e Carlo, e la madre Carlotta, come mi raccontava poco tem- dal quale emerge il profilo di Dopo due studi specifici po fa uno di loro, vi fu anche una famiglia dell’alta borghesia dedicati ai due carnevali più quello linguistico: abituati ad colta: le lettere mostrano una importanti delle Valli di Lan- esprimersi in patois, trovarono grande familiarità con la scrit- zo, quello di Mezzenile e quello difficoltà ad entrare in relazio- tura e la lettura (anche attraver- di Chiaves, la Società Storica ne con noi che parlavamo il so citazioni implicite); oltre le delle Valli di Lanzo pubblica piemontese, che essi capivano prevedibili notizie relative alla ora questo bel volume nel qua- poco e non sapevano parlare; salute e alle vicende pratiche, vi le viene delineato un panora- ora noto che le due versioni si trovano temi appartenenti alla ma complessivo del carnevale della Martina riportate nelle sfera della letteratura, dell’arte e nell’intero territorio valligiano. pagine 126-127, raccolte a Viù della cultura in genere, temi dei Il libro si articola in due parti: negli anni Settanta, mescolano quali i corrispondenti conver- nella prima (pp. 9-48), docu- piemontese e italiano, sen- sano con evidente coscienza di mentaria, frutto di un paziente za tracce, se non mi sbaglio, una superiorità culturale. lavoro di ricerca, sono descrit- di patois; segno di quanto la Dopo aver sinteticamente te, valle per valle, paese per situazione linguistica sia cam- richiamati gli atti legislativi paese, le manifestazioni «di biata in quattro-cinque lustri. di Emanuele Filiberto sull’u- un tempo con un accenno al Ecco allora l’importanza di una so dell’italiano (e del francese presente» (p. 8); nella seconda ricerca come questa: registrare nelle regioni francofone) negli (pp. 49-117, Due mondi in con- in un lavoro complessivo paro- atti amministrativi, Andrea trasto: indagine su Carnevale e le e gesti di cui non sappiamo Musazzo, che ha esaminato gli Quaresima), storico-interpreta- quale sarà il destino fra due o atti notarili vercellesi redatti dal tiva, le testimonianze locali sono tre decenni. E a rafforzare que- XIV al XVIII secolo, constata collocate nel quadro delle tradi- sta testimonianza giova assai la una generale osservanza dei zioni occidentali, «seguendo il ricca e bella documentazione dettati ducali fin dall’inizio; loro sviluppo e i mutamenti di fotografica. conduce un esame della lingua significato nel corso del tempo». attestata per gli aspetti foneti- In appendice (pp. 119-139) sono Mario Chiesa co, morfologico e sintattico e raccolti i testi che è ancora stato offre una antologia di testi. possibile recuperare dei canti e Stefano Ghirardo espone le delle recite in uso. Le fonti sono Elisa Tonda, Le Cicalate linee essenziali del progetto che in parte orali e in parte scritte, artistiche e letterarie di ha elaborato nel corso del dot- tratte dalla bibliografia corrente una famiglia borghese. La torato di ricerca, la costruzione e dai settimanali locali. distinzione intellettuale del Vocabolario elettronico dei Un’osservazione di un letto- nelle pagine del carteggio Dialetti del Piemonte (VEDiP), re pigro: nella prima parte, se Giulio (Torino, 1859-1869); uno strumento molto utile ai per ogni testimonianza ripor- Andrea Musazzo, L’italiano a fini di qualsiasi ricerca sulla lin- tata trovassi sempre, indicata Vercelli nel 1561. I notai e la gua: è molto importante infatti nel testo, la data in cui è stata ricezione degli Ordini Nuovi poter confrontare opere diverse raccolta, mi risparmierei la pic- di Emanuele Filiberto; Stefano e il trattamento elettronico dei cola fatica di cercarla in nota; Ghirardo, Vocabolario testi lo agevola assai. Nella pri- dove qualche volta la citazione elettronico dei dialetti del ma parte del lavoro sono state sintetica obbliga a ricerche un Piemonte: uno strumento per studiate le problematiche con- po’ più complicate. E non avrei la ricerca linguistica e lessicale, nesse al passaggio dalla forma trovato fuori luogo una biblio- Torino, Consiglio regionale cartacea a quella digitale, giun- grafia, particolarmente delle del Piemonte, Centro Gianni gendo a definire un processo fonti. Infine una constatazione: Oberto, 2014, pp. 169. razionale di digitalizzazione dei 257 dizionari piemontesi, con una na di Iornea in Valle Soana a San Boggio e da , il curato- validità generale. La seconda Besso nella Valle di Campiglia. re, in appendice a determinati parte offre la descrizione del Dassano, in attesa di uno studio paragrafi del libro, ha inserito processo di realizzazione del sistematico sul territorio, con- «opportuni aggiornamenti, progetto presentando alcuni clude affermando che per ora relativi ad altrettante realtà esempi di scheda. si è «puntato sulla scientificità cittadine, contraddistinti da delle emozioni». Dal libro vie- un diverso carattere tipografi- Mario Chiesa ne pertanto l’invito a proseguire co». Utili, infine, le dettagliate nella ricerca sia per salvare un notizie biografiche riguardanti prezioso patrimonio di cultura gli autori dell’opera. Fabrizio Dassano, Ex sia per non dimenticare. voto della Grande Guerra Franco Quaccia nell’eporediese e nelle Franco Quaccia valli alpine canavesane, Castellamonte, Editrice Baima Rantantiro. Il Gruppo Pifferi & Ronchetti, 2015 (Collana Ivrea e dintorni. 1914-2014, e Tamburi dello Storico Canavèis/5), pp. 143, ill. Ivrea, Tipografia Ivrea Carnevale di Ivrea, Ivrea, Grafica, 2014, pp. 165, ill. Amargine Edizioni, 2015, pp. Questo volume vuole essere 127, ill. un «piccolo esercizio di memo- Per iniziativa del Rotary ria», con lo sguardo rivolto agli Club di Ivrea viene ristampato Il volume propone un ritrat- ex voto della Grande Guerra – il libro Ivrea e dintorni di Gia- to, tra lo storico e il letterario, custoditi nelle chiese del Cana- como Boggio e di Luigi Gabriel del gruppo di suonatori di vese – «in un testo a metà tra il edito dallo Stabilimento tipo- piffero e tamburo del Carne- libro di storia e il racconto di litografico Lorenzo Garda nel vale eporediese: un gruppo viaggio». Ripercorrere le vicen- 1914. Lorenzo Faletto, curato- che rappresenta un elemento de individuali dipinte su legno re di questo progetto editoriale, di continuità insostituibile e di quei giovani combattenti nell’Introduzione ricorda come unificante della celebre mani- canavesani, commenta Lucio il volume di Boggio e Gabriel festazione di Ivrea e che si pre- Fabi nella Prefazione, «può – «ormai raro ed ancor oggi senta quale erede delle piccole forse farci capire l’infondatezza ricercato dagli appassionati formazioni musicali che gravi- del crudele gesto di uccidere il di memorie locali» – traman- tavano attorno alle Badie di un prossimo, che in guerra sembra di «un compiuto ritratto della tempo. Sono ricordate le dina- diventare atto non solo possi- città agli inizi del suo decollo stie che hanno avuto o hanno bile, ma auspicabile, addirittura industriale» e possieda «più di ancora componenti nel gruppo inevitabile». Una ricerca dun- un requisito per essere ripropo- da numerose generazioni, ed è que, quella di Fabrizio Dassa- sto agli eporediesi ed “ai fore- parimenti accennato alle “sona- no, profondamente motivata e stieri”». Nella medesima guida, te” che compongono il reperto- che rimanda al ricordo di quanti ampio spazio viene dedicato rio musicale – vivo e in perenne non tornarono a casa: l’autore, sia alla tradizione storica sia trasformazione – della banda. per compierla, si è avvalso del- al patrimonio artistico e cultu- Due suonatori, Simone Boglia la fattiva collaborazione di Elisa rale della città, «che vengono e Franco Gili, si soffermano Benedetto (insegnante eporedie- esposti con ragionata atten- sulle caratteristiche costruttive se da tempo impegnata a racco- zione» in un percorso di visita degli strumenti. Arricchisce il gliere i “segni” lasciati dal primo «completo e ricco di partico- volume il suggestivo racconto conflitto mondiale). Testimo- lari». Non mancano poi inte- di un giovane scrittore epore- nianze di una fede popolare, ressanti osservazioni in merito diese, Guido Bertino, dal titolo volta a raccontare la salvezza alle attività economiche e alle Il testimone solenne. Le foto- insperata, individuate soprat- istituzioni sociali dell’epoca, grafie, belle e numerose, sono tutto presso i santuari: dalla «con dati e notizie difficili da di Marianna Giglio Tos; le Madonna del Monte Stella in reperire altrimenti». Per evi- immagini storiche provengono Ivrea alla Madonna della Neve denziare quali cambiamenti dalla Collezione di Raimondo di Beirano, da Santa Maria del siano intervenuti, rispetto alla Mazzola. Un supporto audio- Carmine a Samone alla Madon- città eporediese descritta da visivo propone filmati e musi- 258 che del gruppo. È presente una Preziosissimo dono agli abbo- E a seguire il profilo dei vari traduzione del testo in inglese. nati del giornale“ Il Monferrato” comuni che si succedono nel per l’anno 2015, questa Guida libro spunta in filigrana la storia Franco Quaccia del Monferrato, a cura di Luigi e l’anima di un territorio, viene Angelino e Dionigi Roggero fuori l’identità e la peculiarità, per la parte storica e culturale, quasi la sua personalità cultu- Rinaldo Doro, Sonador da di Anna Maria Bruno per il capi- rale. E certo qualche decennio Coscrit e da Quintët, San tolo Camminare il Monferrato e fa non so davvero chi avrebbe Giorgio Canavese, Edizioni di Marco Bertoncini e Chiara De potuto sospettare una tale fitta Atene del Canavese, 2014, Vido per le schede informative e rete di riferimenti di spunti di pp. 335, ill. turistico-commerciali, è davvero accenni di valenze culturali insiti un vademecum insostituibile per nel Monferrato, una terra certo L’autore affronta la ricerca chi voglia conoscere e percorrere onusta di ricordi storici blaso- sulla musica popolare in Cana- il “suol d’Aleramo”, da poco nati e famosi e di cui è sempre vese e Valle d’Aosta «seguendo come è noto dichiarato Patri- stata nota la bellezza, che aveva il sentiero tracciato da Ameri- monio dell’Umanità dall’U- avuto degli illustri estimatori e go Vigliermo», fondatore del NESCO. La Guida contiene in dei valenti scrittori che ne ave- Centro Etnologico Canavesa- ordine alfabetico le schede dei vano studiato le vicende. Ma è no. Le testimonianze raccolte Comuni interessati, da Alfiano indubbio che non era ancora da Rinaldo Doro sono dunque Natta a Villanova Monferrato, e stata visitata anzi contemplata volte a far rivivere, «restituen- per ogni Comune c’è una breve e rivissuta nei particolari come si dola alla gente», quell’antica ma precisa sezione per la storia, è fatto in questi ultimi decenni. cultura orale che caratterizza- l’arte, i luoghi notevoli, un elen- E tra i più importanti contributi va questo lembo del territorio co dei servizi e delle manifesta- e i più decisivi avvii per questa subalpino. Il paziente lavoro di zioni, un ricordo dei personaggi nuova ampia visione culturale recupero del passato si avvale in qualche modo ragguardevoli, saranno certo da rammentare i tanto di interviste ai suonatori o indicazioni dei prodotti tipici, e pioneristici e benemeriti “viaggi ai loro eredi (in parte già pub- un breve compendio in ingle- d’autore” della coppia Angeli- blicate, in parte inedite) quanto se: il tutto accompagnato da un no-Roggero, pubblicati su “Il della descrizione di strumenti vivacissimo corredo illustrativo Monferrato” e poi raccolti in musicali. e iconografico. volume, che, con una ricerca Viene inoltre proposto un Una Guida quindi ricchissima minuta e documentata sul ter- buon numero di spartiti antichi di notizie di ogni genere tali da ritorio, hanno davvero svelato che l’autore studia e archivia da soddisfare il più disparato ed tutto un côté del Monferrato tempo. Rendono esaustiva l’at- eccentrico turista o semplice- inedito e prima insospettato. mosfera di quel mondo ormai mente il viaggiatore curioso, sia Naturalmente in questa bella lontano le molte immagini in l’appassionato d’arte e ricercato- terra ci saranno ancora filoni appendice, ove dominano i re di tracce letterarie e culturali, da scoprire, sentieri da percor- coscritti con la loro spensierata che l’amante del bel paesaggio rere, ma questo, della Guida giovinezza e i loro oggetti rituali. e della buona cucina. Notizie del Monferrato, è proprio un A questo omaggio alla Musi- storiche, artistiche, architettoni- ragguardevole traguardo. ca del mondo contadino – un che: chiese castelli musei; precisi mondo svelato e compreso nel Pier Massimo Prosio elenchi di servizi pubblici; liste suo reale valore – è unito un di ristoranti e punti di ritrovo. CD che contiene 18 brani ese- Davvero chi ama il Monferrato guiti da complessi tradizionali Il nostro futuro ha radici e vuole girarlo e direi gustarlo (le registrazioni sono effettuate profonde. 150 anni del ha trovato un sicuro compagno da Amerigo Vigliermo). Liceo classico Cesare Balbo, alle sue peregrinazioni e alle sue a cura di Andrea Testa, Franco Quaccia meditazioni. Di questo utilissimo Casale Monferrato, Istituto baedeker, tutto utile e azzeccato, Superiore ‘Cesare Balbo’, s.d. anche nella scelta fotografica e [ma 2014], pp. 367. La guida del Monferrato, nell’impaginazione, la parte cul- Casale Monferrato, Editrice Il turale è affidata a Luigi Angelino Con R. Decreto del 22 otto- Monferrato, 2014, pp. 255. e Dionigi Roggero. bre 1814, il Lycée impérial, che 259 una decina di anni prima era 201; F. Meni, “Con sincera, anche per la ricca presentazione stato trasferito da Alessandria spontanea e sollecita collabora- di documenti, è dichiarata nella a Casale, in seguito alla caduta zione”: il Regio Liceo Ginnasio Prefazione. Essa “vuole, fin ove di Napoleone venne soppresso. Balbo al tempo del fascismo e possibile, allargare gli orizzonti, Nella stessa data però veniva delle leggi razziali, pp. 203-238; offrire notizie, riflessioni, circa istituito un R. Collegio di edu- S. Favretto, Il Regio Liceo classi- la storia di Costigliole, anche se cazione con annesso Collegio di co negli anni 1940-1945, pp. 239- ‘limitata’ ad un ambito speci- scuole pubbliche, che con l’a.s. 258; III B 1975 – L. Curino, F. fico quale quella ecclesiatica” 1851-52 diventa ‘Nazionale’. In Ferrando, G. Gorrino, F. Negro, (p. 3) benché “unitamente alle virtù del R. Decreto n. 3725, P. Olliaro, M. L. Vernoni, Post vicende ecclesiatiche potranno noto come Legge Casati, nel hoc ergo propter hoc, pp. 263- essere fornite anche informa- 1860 iniziavano la loro attività 272; E. Cappellano, Centocin- zioni interessanti inerenti la un R. Liceo e un R. Ginna- quant’anni del Liceo Balbo, pp. vita sociale e civile del paese” sio che nel 1865 diedero vita 275-277; D. Caprioglio, Gli anni (ibid.). Questo primo volume, insieme al R. Liceo-Ginnasio, romantici del Liceo classico Bal- dato alle stampe – come si legge intitolato l’anno dopo a Cesare bo (1949-1952), pp. 279-283; G. nella dedica (p. 2) – in occasio- Balbo. In occasione dei cento- Nicosia, Quarta ginnasio – Terza ne della ricorrenza del bicente- cinquant’anni di attività si sono liceo (1946-1950), pp. 285-288. nario dell’inizio dei lavori per voluti affidare a un volume, A seguire gli Elenchi completi la ricostruzione della chiesa impreziosito da una notevole dei presidi, degli insegnanti e del parrocchiale (aprile 1812 – Appendice documentaria (pp. personale ATA (pp. 341-343) e novembre 1816) comprende, 289-327) e da una decina di degli studenti e delle studentes- dopo la Prefazione l’indipen- se frequentanti le classi terminali pagine (pp. 329-339) di foto- sabile tavola in cui sono sciol- grafie, elementi della sua sto- del Liceo (pp. 345-367). te le Abbreviazioni (p. 5) delle ria e tracce di ricordi. È nato Renato Gendre fonti utilizzate nella dovizia di cosí Il nostro futuro ha radici citazioni del materiale archi- profonde, con i contributi di P. vistico e le Indicazioni sugli Filippi, Il senso di un impegno, p. 7; R. Calvo, Aperti al futu- Paolo Prunotto, Cronologia archivi (pp. 7-10), le vicende ro e ben radicati nel passato, sacra delle Chiese di storiche di Costigliole d’Asti, pp. 9-11; G. Abbate, Ricordi Costigliole d’Asti. La chiesa del suo territorio e della Chiesa di ‘Presidenza’, pp. 13-16; M. parrocchiale e i parroci dagli parrocchiale di Costigliole (pp. Gatti, Liceo classico ‘Balbo’: inizi al XIX secolo, volume 11-442) secolo per secolo, con 150 anni e non li dimostra, pp. primo, Montafia d’Asti, in piú, dopo il XIII, la descri- 17-18; R. Ghiringhelli, Cesare La Fotocomposizione di zione (non il grafico) dell’al- Balbo il riformatore moderato, Durando G., 2013, pp. 467. bero genealogico di alcune pp. 19-27; M. Scagliotti, Qual- famiglie: Asinari e Verasis (sec. che appunto sulla scuola italiana L’Autore, parroco di Mon- XIV), Bosco. Ramo dei conti negli ultimi 150 anni, pp. 29-50; techiaro d’Asti, ma di origini di Ruffino (sec. XV), Schiara. D. Roggero, L’istituzione napo- costigliolesi, con questo volu- Consignori di Burio (sec. XVI), leonica del «Lycée impérial» di me, a cui ne seguiranno altri due Formento (sec. XVII), Lanza- Casale Monferrato tra libertà di nell’arco di un biennio, intende vecchia. Consignori di Burio insegnamento e controllo del- offrire un omaggio alla terra che (sec. XVII). Seguono i Parroci la scuola negli anni del Regno gli ha dato i natali. L’opera si (pp. 443-447) e i Viceparroci d’Italia (1805-1814), pp. 51-70; presenta in bella veste tipogra- di Costigliole (p. 448), quat- D. Demichelis, Il Regio Liceo- fica (grande formato, carta pati- tro Appendici (I vicari foranei, Ginnasio di Casale dal 1849 al nata, grafici, figure policrome) p. 449; Le Visite Pastorali al periodo fascista, pp. 71-89; D. anche se la lettura risulta un po’ vicariato costigliolese, p. 451; Demichelis, Le nostre Scuole faticosa a causa di un testo distri- Sacerdoti originari di Costiglio- (1892) di Evasio Comello: una buito su due colonne, in caratte- le, pp. 452-456), le Planimetrie proposta educativo-didattica, pp. ri minuti e, conseguentemente, della prima Chiesa Parrocchia- 91-112; A. Testa, La vita scola- in pagine molto fitte. La finalità le 1567-1576 (pp. 458-459), stica del Regio Liceo dal 1860 al che l’Autore persegue nella sua della seconda 1590-1811 (pp. 1940 attraverso le relazioni dei impresa, che sarà – ma già la si 460-461) e di quest’ultima un Presidi e dei Docenti, pp. 113- coglie – di considerevole mole, raffronto con l’attuale (p. 462). 260 L’Indice dei nomi degli archi- il commercio dei libri italiani Torino, Istituto Italiano dei Castelli, tetti, artisti e maestranze (pp. in America e quello di immor- 2014, pp. 63, ill. 465-466) chiude il volume. talare il proprio nome con l’I- Nell’elegante opuscolo si dà conto talian Opera House, il primo della storia della sezione con notizie Renato Gendre teatro riservato al melodramma sui presidenti e sui consiglieri che si sono succeduti nel mezzo secolo tra- in America. Lorenzo della Chà scorso; si ricorda l’attività svolta: visite ricostruisce la vicenda nell’In- di studio, mostre, pubblicazioni, con- Lorenzo Da Ponte, Storia troduzione (pp. VII-XXXVIII); vegni, corsi, conferenze; infine si pos- incredibile ma vera (1833), a pubblica il testo del pamphlet sono leggere le schede sui castelli di cura di Lorenzo della Chà, (pp. 3-81) seguito (pp. 89-154) Lagnasco, Casale Monferrato, Quart Torino, Società Subalpina scelti dall’Associazione per le Giorna- da un fitto apparato di note. In te nazionali dei Castelli 2014. Editrice - Viglongo, 2014, pp. appendice offre la riproduzio- XXXVIII-216. ne fotografica dei due cataloghi Piergiuseppe Menietti, Le lapidi nelle (1830 e 1831) di libri italiani vie di Torino, Torino, Editrice il Punto- Il catalogo delle opere italiane che Da Ponte aveva fatto venire Piemonte in Bancarella, 2014, pp. 248, pubblicate negli Stati Uniti nel dall’Italia. ill. Novecento vede tra gli autori In occasione di questa ele- più stampati Giuseppe Giacosa, Diviso in otto itinerari, il libro è una gante pubblicazione, le edizioni guida alla scoperta delle lapidi collocate non perché lo scrittore goda di Viglongo hanno utilizzato il logo su palazzi storici e semplici case, per ri- una particolare fortuna critica della Società Subalpina Editrice cordare personaggi e avvenimenti. L’ap- nel nuovo continente, ma per- parato illustrativo è costituito da utili (già STEN), riaffermando così i piantine topografiche, sulle quali è indi- ché è autore di famosi libretti legami tra la vecchia Casa torine- cata la collocazione delle lapidi, e dalle musicati da Giacomo Puccini, se e la Viglongo, che a suo tempo riproduzioni di quelle più interessanti. continuamente ristampati in ne aveva assorbito l’attività. occasione della loro messa in Mario Chiesa Italia 61. Esposizione internazionale scena. Un grande contributo per il primo centenario dell’Unità d’I- alla affermazione dell’opera talia, a cura di Mario Abrate e Piero lirica italiana in America è stato Henry Comba, Visita Torino. 28 gioi- D’Alessandro, Torino, Consiglio re- dato da un librettista che lavo- elli architettonici da non perdere, Gru- gionale del Piemonte, 2015, pp. 48. gliasco, Arti Grafiche San Rocco, 2015, rò anche con Mozart, Loren- Catalogo della mostra, ospitata pres- pp. 32. zo da Ponte (1749-1838), che so la Biblioteca della Regione Piemonte (18 marzo-24 aprile 2015), di docu- all’inizio dell’Ottocento emigrò Henry Comba è un ingegnere appas- menti relativi all’esposizione del 1961, negli Stati Uniti, dove si dedicò sionato di arte e storia piemontese; dopo organizzata a cura dell’Associazione all’insegnamento dell’italiano e i volumi sui musei torinesi usciti negli “Amici di Italia 61”. scorsi anni, ora presenta un volumetto alla diffusione della conoscen- dedicato alle opere architettoniche più za della lingua, della letteratu- significative di Torino, dalle Porte Pala- Rubiana. Fiabe e boschi 2014, Torino, tine ai palazzi della Torino barocca fino ra e del melodramma italiano: Aghepos, 2014, pp. 55, ill. ai grattacieli di Intesa San Paolo e della Lorenzo della Chà da oltre Regione Piemonte e alla Nuvola Lavazza vent’anni dedica i propri studi È il catalogo della rassegna di pittu- ancora in fase di progetto. ra promossa dal Comune di Rubiana a Da Ponte, ha curato la pub- Ad ognuno dei 28 edifici è dedicata su iniziativa del grande pittore France- blicazione di varie sue opere e una scheda bilingue, in italiano e in in- sco Tabusso per la conoscenza dell’ar- glese, con le notizie storico-artistiche te figurativa contemporanea. in Lorenzo Da Ponte. Una vita più importanti accompagnate da un’il- tra musica e letteratura (2010) ne lustrazione fotografica. ha tracciato la biografia. Questa Il volumetto offre una sintetica ma Luigi Nobili, Un gatto sul Sabotino. interessante panoramica sull’architet- Storia incredibile ma vera, ulti- Pagine dal diario di guerra, a cura di tura torinese; scopo dichiarato dell’au- Simonetta Satragni Petruzzi, Torino, mo scritto in prosa, pubblica- tore è far conoscere ed apprezzare la T-Art, 2015, pp. 128. to in italiano in prima e unica città ai torinesi, offrire uno stimolo a chi non la conosce, un ricordo ai visi- edizione a «Nuova-Jorca» nel Il pittore Luigi Nobili partecipò alla tatori che l’hanno amata. 1833, è un pamphlet contro Grande Guerra e tenne, rivelando an- Vincenzo Rivafinoli, «malardi- Giulia Pennaroli che una notevole capacità di scrittura, to intraprenditore», che con i un diario illustrato da molti disegni e fotografie; qui troviamo una scelta an- suoi soprusi causò la definitiva 50 anni di castelli. L’attività della tologica dello scritto e una selezione rovina di due progetti di Da Sezione Piemonte Valle d’Aosta dell’I- dei disegni e delle foto. Ponte, quello d’incrementare stituto Italiano dei Castelli 1964-2014, 261 Alessia Giorda, Francesco Ganora, Marco Soria e Marica Canavese voce. vite, all’uva, alla vendemmia, all’im- Donne in guerra. Mogli, compagne e fem- Tra le tradizionali: Teresin Tersinòta, bottigliamento. Con una digressione mes de plaisir, Torino, Ananke, 2014, Pelegrin ch’al vèn da Roma, Le tre sore- su un’antica famiglia di Canej (Canel- pp. 112. lin-e, registrate dal vivo a la “Matra” di li): i Giovine. Tagliolo Monferrato; e altre della tra- Un libro destinato in particolare a dizione popolare, tutte arrangiate da Marco Soria; la voce sempre di Marica coloro che si impegnano nelle rievoca- Canavese. Insieme a loro altri musicisti Rolando Argentero, I percorsi della zioni di battaglie, ma che sopra tutto come Guido Guglielminetti, Andrea fede in Canavese. Ivrea & dintorni, Ivrea, vuole far emergere dalla storia delle Bertino, Elio Rivagli, Alberto Parone, Hever Edizioni, 2015, pp. 215, ill. guerre una componente, quella fem- Carlo Gaudiello, Massimo Scoca, Lu- minile, che resta di solito nell’ombra. ciano Alì, Claudio Rossi, Beppe Lom- Questo volume costituisce il primo bardi, Greg Cohen. di una quadrilogia, con cui l’editore e Il Cd è accompagnato da una pla- l’autore hanno inteso raccontare la se- Actes du 14e colloque des langues dialec- quette che pubblica tutti i testi delle colare storia degli edifici sacri della ter- tales, Principauté de Monaco, Académie canzoni in piemontese, con traduzione ra canavesana. Le successive tre opere des Langues Dialectales, 2014, pp. 384. in italiano e in inglese. della collana riguarderanno, rispettiva- Un lavoro che conferma l’impegno di Amemanera sulla strada della tradi- mente: le Valli Dora, Chiusella e Sacra; Contiene le relazioni presentate al zione rivisitata e vivificata, di un rinno- Rivarolo e il Chivassese; Cuorgnè, il Colloque del 24 novembre 2012, sul vamento nella continuità, con lo sguar- Valpergato e le Valli dell’Orco e Soana. tema “La transmission des langues patri- do aperto alla realtà internazionale. Il volume riporta un Prologo di monsi- moniale set les outils multimedias”, tra gnor Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di le quali si segnalano: Federica Diémoz, Ivrea. Education et ouverture aux langues patri- Agenda dël Piemont 2015/ Piedmont’s moniales: de l’enseignement des parlers Diary, da un’idea di Massimiliano Pam- Franco Quaccia francoprovençaux et oïliques à la prise paloni, Villastellone, Associazione cultu- en compte de la variation linguistique; rale “Luigi A. Oliviero”, 2014, ill. Dominique Bon, La bande dessinée et Roberto D’Angelo, Ivrea, quelli del- la langue monégasque: Trucy, dessinateur Si tratta di un’agenda che racconta, la riva sinistra, Lavis (Tn), Litotipogra- dans Coeur Vaillants; Stéphan Maggi, Le in ogni pagina (in italiano e in piemon- fia Alcione, 2014, pp. 302, ill. TBI (Tableau blanc interactif) en classe de tese), una piccola curiosità sulla storia langue; Pierrette Berengier, Présentation del Piemonte: da cenni storici riguar- Con il precedente volume (Ivrea, du travail de mise à jour du “Tresor dou danti importanti personalità (Cristo- quelli della riva destra) l’autore aveva Felibrige” par le Counsèu de l’Escrit Mi- foro Colombo) all’importanza della ampiamente documentato il territorio stralen; Remy Gasiglia, Deux chansons lingua piemontese; dalle scoperte e urbano che andò sviluppandosi, verso inédites de 1696 en dialect nissart. Edi- invenzioni più moderne (come l’inven- la metà del Novecento, oltre l’antica tion, analyse linguistique et commentai- zione dell’mp3) alle specialità culinarie Porta Torino. Ora, sempre attingendo al res; Andres Kristol, Le francoprovençal piemontesi (come il caffè Lavazza fa- prezioso materiale fotografico raccolto e et l’âge des fragmentations dialectales moso in tutto il mondo, la bagna càuda, catalogato in decenni di lavoro, Roberto des espaces galloromans: le témoinage i fagioli e molto altro), poesie, racconti, D’Angelo si sofferma sulla “riva sinistra” toponymique; Jean Claude Ranucci, proverbi, giochi di parole, paròle an- della Dora (dove è sorta la città). Le fo- Quelques réflexions sur la langue d’Oc croisà e ovviamente il calendario con tografie e le cartoline presentate hanno du XVIe siècle dans la région niçoise à tutti i santi del Piemonte. permesso di organizzare tematicamente travers les règlements communaux de La le diverse zone urbane, costruendo – Bollène-Vésubie. Tra le “Communica- come ricorda Gianni Cimalando nella tions hors colloque”: Fiorenzo Toso, La Antonio Tavella, Franco Luigi Ca- Prefazione – per ciascuna di esse una rena, Tra ’l rèis dël bussolin. Tra le ra- communauté tabarquine de Tunis. Entre diacronia che rende possibile “legge- dici del biancospino, Torino, Edizioni la mémoire et l’oubli; Laurenç Revest, re” l’evoluzione della realtà eporediese Mille, 2014, pp. 224. Caractéristiques linguistiques de l’occi- a partire dall’ultimo quadro del secolo tain alpin (ou gavot) maritime de la basse XIX. Corredano le immagini note mira- È la seconda raccolta di racconti te a meglio contestualizzare quanto rap- vallée du Var et de la Vallée de l’Estéron, antichi di streghe, di masche, di fate e presentato. Francesco Gioana, con sicu- suivi d’une anthologie d’ethnotextes de di storie arcane del Piemonte scritte, ra professionalità, ha curato il progetto e toutes les communautés de l’aire. in piemontese, con traduzione a fron- la realizzazione grafica dell’opera. te, da Antonio Tavella e illustrate da Franco Luigi Carena. Franco Quaccia Amemanera, Bèica ‘n po’, Cd, info@ amemanera.com, 2014. Beppe Sinchetto, Ël sacrifissi e ‘l tra- Saluti e ricordi da San Maurizio Cana- Amemanera, la coppia Marica Ca- vaj, Moncalieri, EEE-book, 2014, pp. vese 2. Cartoline e immagini testimoni navese e Marco Soria, ha realizzato un 28. del tempo, San Maurizio Canavese, Ami- nuovo cd di canzoni piemontesi, Bèica ci di San Maurizio, 2014, pp. 185, ill. ‘n pò: 12 pezzi tra canzoni della tradi- zione e canzoni nuove scritte e musicate È il racconto in piemontese di Bep- da Amemanera. pe Sinchetto su ciò che era solito fare Come dice il ‘2’ del titolo, è il secondo Tra le nuove Òj s’a veuj, La Furmija, con suo nonno: il vino. Sinchetto ri- volume (il primo fu pubblicato nel 1987) Ël cheur che l’hai pa pì, e la canzone percorre con un linguaggio affettivo e nel quale troviamo la riproduzione di che dà il titolo al cd: testi e musica di tecnico il lavoro del “vignareul”: dalla cartoline con immagini del paese in pro- 262 vincia di Torino, stampate nel corso del sta manoscritta. Nella seconda parte care i mestieri e i volti ma anche per Novecento. Molte sono ‘viaggiate’, cioè Elisa Avanzinelli e Giuseppe Castelli ripercorrere le abitudini della società spedite, in particolare dai soldati del vi- trattano della ricomparsa dei lupi nelle mezzenilese di molto tempo fa. cino Campo militare; nel paese poi, nella Valli di Lanzo nei decenni recenti. Pietro Bruneri (1844-1926), appas- villa Viarana, erano ospitati gli alti co- sionato di montagna e socio del CAI, mandi. Nelle prime pagine sono ripro- può considerarsi il pioniere della foto- dotte alcune antiche mappe del paese a Ritratti al lavoro. Mestieri e occupa- grafia di montagna. Con l’arrivo dell’in- partire dall’età napoleonica. zioni a Usseglio, a cura di Bruno Gu- dustrializzazione a Mezzenile anche la glielmotto-Ravet, con la collaborazio- sua opera fotografica cambia e si avvici- ne di Luigina Longhi Borla e Daniela na così a ritratti di volti e scenari quoti- Marilena Saudino Duca, Brosso. An- Berta, fotografie di Enzo Isaia, Lanzo diani della vita mezzenilese. vetto? Cofetto?. Parlata brossese, Collana Torinese, Società Storica delle Valli di Giovanni Casassa, detto “Netu” (1917- Strade della Valchiusella, 2014, pp.136, Lanzo, 2014, 2 voll., pp. 109 e 119, ill. 1982), inizia l’attività di fotografo a ill. con un cd allegato. livello amatoriale: è affascinato dalle Enzo Isaia ha fotografato coloro che feste campestri, dalle attività sportive “La Val ëd Breuss situà ‘nt un-a nei nostri giorni lavorano a Usseglio: e dalle montagne. Dopo la guerra la dle posission pì bele dël Piemont…”: dal segretario comunale alla sarta, dal sua bottega attraversò un periodo di scrive così di Brosso, Valchiusella, uno malgaro al ristoratore, e così via; i suoi crisi che superò anni dopo. Dalla sua scrittore piemontese che le antologie scatti formano uno dei due volumi di morte, nel 1982, non operarono più questa ricerca; alcune altre fotografie citano come “Solitari dla Val Breuss” fotografi professionisti a Mezzenile. di circa un secolo fa sono inserite nel (Giuseppe Ellena), autore che pubbli- testo dei saggi: un percorso tra i me- ca per lo più sul “Parnas Piemontèis”. stieri documentati del passato si leg- Citiamo questo originale scrittore in Giorgio Tourn, Le Parrocchie delle ge nel saggio di Guglielmotto-Ravet; Valli Valdesi nella Grande Guerra, To- lingua piemontese per segnalare il la- centrati invece sul presente gli altri (di rino, Claudiana, 2015, pp. 64, ill. voro di Marilena Saudino Duca sulla Luigina Longhi Borla, Ariela Robetto, parlata di Brosso, illustrato da belle fo- Pier Paolo Viazzo, Giulia Fassio, Va- Il volumetto, edito per la ricorrenza tografie d’antan. L’autrice ha raccolto lentina Porcellana, Daniela Berta) che parole, modi di dire, stranòm, curiosi- raccontano il lavoro in montagna oggi, del XVII febbraio, pubblica la relazio- tà, filastrocche, nomi di negozi, botte- le scelte di chi vi rimane e di chi venen- ne tenuta a Torre Pellice nel settembre ghe, bettole, poesie, nella parlata loca- do da lontano vi si è insediato. del 2014, riguardante la partecipazio- le, con un prezioso vocabolarietto di ne dei militari evangelici delle Valli parole che l’autrice sente come tipiche Valdesi alla Grande Guerra. L’autore del paese. Qualche esempio: anquè, Aldo Audisio, Vittorio Romanetto, descrive la situazione delle parrocchie oggi; artifolà, elegante; belao, adesso; Claudio Santacroce, A dorso di uomo. valdesi all’inizio del Novecento e l’im- garja, gallina; marora, anziana; masmè, Gerle e garbin delle Valli di Lanzo, fo- patto che la guerra ebbe sulle stesse. se; slurba, bevuta; teussi, amaro; trocio- tografie di Bruno Guglielmotto-Ravet nar, barare; viat, una volta, ecc.. e Piero Chomon, Lanzo Torinese, So- Una ricerca come dichiarazione cietà Storica delle Valli di Lanzo, 2013, Mario Garlando, Casorzo Monferrato. d’affetto alla terra, al paese, alla sua pp. 73, ill. Storia e racconto, Novi Ligure, Jocker gente. Un amore per Brosso e “ij Fo- Edizioni, s.d. [ma 2013], pp. 245. lit”, e “ij Brusa fer”, come erano so- Nei territori montani senza car- “Mario Garlando, nato a Casorzo prannominati i brossesi, per il lavoro rozzabili e con sentieri scoscesi, il l’8 aprile 1928. Maestro elementare nelle miniere delle Valle, distintisi nel trasporto dei materiali, dagli alimenti per 37 anni, è stato Sindaco di Casorzo mondo, come è stato dimostrato dagli alla legna, ai materiali da costruzione, studi e dalle ricerche di Bianca Gera. per 25 anni”: cosí si legge nel risvolto avveniva a dorso di mulo e, quando il di copertina del volume, scritto nel mulo era un lusso cioè nella maggior tentativo “di comprendere […] e far parte dei casi, a dorso di uomo; ger- capire, a chi vorrà leggere il libro, l’in- Scorrevano ingordi et arrabbiati lupi. le e garbin erano alcuni degli attrezzi dole, la natura della gente” e anche a Dalle grazie operate da Sant’Ignazio di che ‘facilitavano’ questi trasporti. Nel “far crescere interesse e amore per il Loyola nel Seicento all’odierno ritorno libro si rievoca questa attività e l’am- paese di Casorzo” (p. 7). È il racconto, dei lupi nelle Valli di Lanzo, a cura di pio apparato fotografico documenta il che talvolta si fa storia, di un paese e Ezio Sesia, Lanzo Torinese, Società Sto- passato e illustra le fasi di costruzione di una comunità attraverso una serie rica delle Valli di Lanzo, 2014, pp. 61, ill. di questi attrezzi da parte degli ultimi di brevi capitoli, spesso illustrati, che montanari che ne conoscono i segreti. si chiudono, di tanto in tanto con versi Nella prima parte del libro Bruno di poeti (San Francesco, Lorenzo de’ Guglielmotto-Ravet rievoca la figura Medici, Marino) e dell’Autore stesso. di Giovanni Battista Teppato, parroco Ezio Sesia, Pietro Bruneri e Giovan- Il volume manca dell’Indice, ma ha di Mezzenile all’inizio del Seicento, che ni Casassa fotografi a Mezzenile (1870- una breve Bibliografia (p. 245) e una introdusse nelle Valli di Lanzo il culto 1945), Lanzo Torinese, Società Storica pagina di spiegazioni grafiche e foneti- di Sant’Ignazio; ed è anche autore di delle valli di Lanzo, 2013, pp. 80, ill. che (Nota dell’Autore, p. 243). Per chi una relazione, edita nel 1632, e qui ri- volesse interessarsi alle vicende stori- stampata, sulle grazie ottenute per in- In queste pagine troviamo una rac- che di Casorzo segnaliamo due altre tercessione del Santo, particolarmente colta di scatti d’epoca, di due fotografi opere. Uno è un volume pubblicato contro le aggressioni dei lupi; di seguito di paese, Bruneri e Casassa, esposti in in proprio dall’Autore, Anna Maria è pubblicata un’analoga relazione, da- una piccola mostra nel Castello Fran- Musso (Casorzo: la sua gente, la sua tata 1694, di un anonimo gesuita, rima- cesetti di Mezzenile per non dimenti- storia nei documenti e nei ricordi, s.d. 263 [ma 2001], pp. 272) che raccoglie e P. Giacinto Burroni, O.F.M., La Beata Frutto di un minuzioso lavoro di ri- presenta notizie e fatti storici fino alla Paola Gambara Costa Signora di Bene, cerca svolto dal gruppo «La nostra ter- Prima guerra mondiale (interessante la Carrù, e Trinità, terziaria francescana, ra», il libro riproduce fotografie scat- parte relativa al diffondersi e all’affer- Bene Vagienna, Tipolitografia Benese, tate in occasione dei raduni di ‘leva’, marsi nel paese della Chiesa evangelica 2015, pp. 111, ill. da quello della classe 1857 al 1993; per [pp. 220-226] che ancora oggi ha una ogni fotografia si è tentato di identi- certa diffusione). L’altro (Pietro Gallo, È la ristampa, a 500 anni dalla mor- ficare le persone ritratte (operazione Popolo e nobiltà a Casorzo e nel Mon- te, della biografia della Beata Paola difficoltosa e quindi con molte lacune ferrato nel Settecento, Comune di Ca- (1473-1515) pubblicata la prima volta per le classi più vecchie); le schede di sorzo, 2004, pp. 64) è un opuscolo in nel 1951. Pietro Uscello forniscono informazio- carta patinata in cui l’Autore riferisce ni ricavate dagli archivi parrocchiali e in quattro capitoli quanto ha potuto comunali sul numero dei nati (e nate, ricavare su Casorzo e il Monferrato Francesco Ravera, Notizie storiche anche se nelle foto le donne compaio- nel sec. XVIII soprattutto dall’ atten- sulla Beata Paola Gambara Costa si- no solo a partire dagli anni Trenta) nel to e scrupoloso scandaglio del Fondo gnora di Bene, Carrù e Trinità, Bene singolo anno e sull’attività e le vicende Magnocavalli, ma anche dai Fondi De Vagienna, Etichettando, pp. 79. di alcuni personaggi che è stato possi- Conti, Vidua e, in modo sporadico, bile identificare. Mossi Pallavicino e Della Valle, tutti Ristampa dell’opuscolo, pubblica- conservati presso l’Archivio Storico di to la prima volta nel 1999, nel quale Giovanni Boine, Adelaide Coari, Casale Monferrato. l’Autore fornisce notizie sulla famiglia Carteggio (1915-1917, cura di Andrea Gambara, l’educazione della Beata Aveto, Novi Ligure, Città del Silenzio, Renato Gendre nella famiglia d’origine, la sua carità, 2014, pp. 270. i prodigi a lei attribuiti. Mauro Pedron, La città di Asti e i Adelaide Coari (Milano 1881-1966), educatrice e giornalista, tra le protago- suoi dintorni. Un affascinante percorso Marzia Verona, Pascolo vagante. Pâtu- attraverso i rioni, i borghi e i comuni niste del movimento femminile catto- rage nomade (2004-2014), Savigliano, lico, nell’estate 1915 si stabilì a Udine del Palio, fotografie di Sergio Dall’O- L’Artistica Editrice, 2014, pp. 240, ill. lio, Baldissero d’Alba (Cuneo), 2014, per collaborare alle opere umanitarie a pp. 143, ill. favore dei soldati promosse dal barna- Il volume di grande formato, in edi- bita padre Giovanni Semeria; Giovanni zione in italiano e in francese, pubblica Boine (Finalmarina 1887-Porto Mau- Pregevole opuscolo che si racco- le bellissime fotografie di Marzia Vero- rizio 1917) era giunto nelle immediate manda per le sintetiche informazioni e na che attraverso l’immagine “raccon- retrovie del fronte per osservare le vi- la bellezza delle fotografie. ta” la sua maladia: la passione per le cende della guerra; tra i due nacque una pecore. Dal 2004 segue ogni aspetto fraterna amicizia testimoniata da questo del “pascolo vagante” e vi partecipa carteggio, che costituisce un nuovo ca- Giampiero Buffa, Storia dell’Abba- in prima persona: dalle pratiche buro- pitolo della biografia del poeta ligure. zia di Santa Maria del Tiglieto 1120- cratiche all’allattamento degli agnelli. 2011, s.l., Accademia Urbense, 2015, Con la fotografia è riuscita a celebrare pp. 163. questo mondo in maniera efficace il- Osvaldo Gaiotto, Strello. Il girasole lustrando chi sono i pastori, i pasco- che non voleva girarsi, Tricase (LE), You- Dopo aver illustrato sinteticamente li, le feste che ne fanno da corollario, canprint Self-Publishing, 2015, pp. 284. la storia del monachesimo occidentale, ma soprattutto gli animali che ne sono l’autore ripercorre le vicende dall’ab- protagonisti. Ambientata negli anni Sessanta, la bazia cistercense fondata nel 1120 favola parla di girasoli che non voglio- nella valle dell’Orba (oggi provincia no girarsi e che sopra tutto non voglio- di Genova), ne ripercorre le vicende Francesco Guicciardini, Storia d’I- no diventare olio per friggere. Parlano della prosperità fino al Quattrocento, talia: la Novara rinascimentale. Scelta in piemontese (che così risulta sparso quando fu abbandonata dai monaci e antologica nella lingua italiana di oggi, in molte pagine) con un ragazzo, Gel- affidata ad abati commendatari. a cura e con presentazione di Claudio somino, che insegna al girasole Strello Groppetti, Novara, Interlinea, 2014, a camminare e lo aiuta a fuggire dal pp. 183. campo. Giovanni Vacchetta, Bozzetti d’au- tore, Bene Vagienna, 2014, ill. Dal capolavoro del Guicciardini il curatore ha estratto le pagine che ve- Nell’opuscoletto sono riprodotti dono Novara in primo piano o sullo Marco Di Bartolo, Mauro Novare- bozzetti di Giovanni Vacchetta (Cuneo sfondo e, per renderle più fruibili al sio, Il mio albero genealogico, Milano, 1863-Fossano 1940), maestro di disegno comune lettore, le ha ‘tradotte’ nella Gribaudo, 2014, pp. 141. nell’Accademia Albertina, noto per i di- lingua d’oggi. segni nei quali documentò le emergenze A chi voglia ricostruire la storia della artistiche e architettoniche del territorio propria famiglia il libro fornisce infor- piemontese tra fine Ottocento e primi … a leve spiegate. I coscritti di Li- mazioni, indica le fonti da consultare decenni del Novecento. I disegni qui vorno Ferraris dal 1857 in poi nelle (archivi comunali, parrocchiali, di stato pubblicati lo mostrano invece intento a immagini spiegate da Pietro Uscello, e ora anche la rete internet) e illustra i cogliere, quasi di nascosto, figure umane. Livorno Ferraris, Comune di Livorno metodi di ricerca. Ferraris [2014], pp. 162. 264 “Bollettino del C.I.R.V.I. (CENTRO la rubrica “Avvenimenti”, anticipazio- Livido) (1865-1914), con una piccola Interuniversitario di Ricerche sul Viag- ni sulla mostra Torino internazionale. antologia poetica; di Valerio Rollone, gio In Italia)”, n. 67, gennaio-giugno Grandi Expo tra ‘800 e ‘900, curata dal una nota sulla questione dell’attribu- 2013, con, tra gli altri, i contributi: Mar- Centro Studi Piemontesi in collabo- zione a Guido Gozzano della traduzio- co Marchetti, Percorsi terreni di un viag- razione con il Consiglio regionale del ne in piemontese del sonetto Ij toton: giatore celeste: Emanuel Swedenborg in Piemonte, allestita alla Biblioteca della Gosan e ’l piemontèis. Italia (1738-39); Pier Massimo Prosio, Regione Piemonte dal 10 giugno al 25 Il n. 80, dzèmber 2014, ricorda (fin “The Valley of Decision”: il Piemonte di settembre 2015. dall’illustrazione di copertina) Vittorio Edith Wharton. Fenocchio, Tòjo Fnoj, con testimonian- ze di Censin Pich, Giuseppe Goria, “Piemontèis ancheuj”, mensil ëd Rita Giacomino, Albina Malerba, Da- “Annali della Fondazione Luigi Ei- poesìa e ‘d coltura ‘nt le lenghe dël niela Piazza, Sergio Donna. naudi”, XLVII-2013, tra i saggi e gli Piemont, in apertura del n.1, genna- In ogni numero le puntate dell’e- studi, Andrea Bosio, Un’istituzione io 2015, presenta il resoconto di Mi- dizione critica, a cura di Dario Pase- di Antico Regime tra Restaurazione e chel dij Bonavé del convegno di studi ro, delle poesie di Pare Ignassi Isler; riforme Carlo-albertine: il vicariato di “Cattedra delle Parole”, tenutosi il 22 e la traduzione Da la Sacra Scritura, Torino (1814-1848). novembre a Pianezza come chiusura “confrontà con ël test Ebràich ma- delle manifestazioni della “Festa dël sorétich” di Mario Gallina e Giovanna Piemont”, voluto e organizzato da Vit- Gribaudi. Una ricca messe di notizie, Su “Notizie”, periodico d’informa- torio Fenocchio, con la collaborazione recensioni di libri, poesie e prose, zione della Regione Piemonte, n. 3, del Centro Studi Piemontesi-Ca dë tutto scritto rigorosamente in lingua 2014, Federica Calosso scrive dei 150 Studi Piemontèis; ultimo impegno del piemontese. anni di fondazione della Croce Rossa; Cav. Fenocchio, che neanche un mese Mario Bocchio ricorda la partecipa- dopo improvvisamente tornava alla zione dei nostri contadini alla Seconda casa del Padre. Tra gli altri articoli, tut- Su “In… Forma”, periodico dell’As- Guerra Mondiale, Dal Piemonte rurale ti scritti in un bellissimo vivo piemon- sociazione Seniores del Comune di To- al fango delle trincee; seguono alcuni tese: Giovanni Delfino, Pinin Pacòt rino, n. 3, 2014, un articolo di Alberto interventi sul conflitto e un’intervista, tra poesìa, pròsa e editoria; Donatella Bersani, Torino e il Piemonte: guardiani a cura di Carlo Lomonte, allo storico Cane, Alberto Franchetti (Turin, 1860 - delle Alpi; Guido Giorza scrive de Le Aldo A. Mola. La rubrica “Giacimen- Viareggio, 1942); Santacros ëd Civass, Borgate a Nord-Ovest. ti culturali” propone un viaggio tra le San Morissi e la legion Tebea. Il n. 1, 2015, ha la nota di Alfonso Pievi del Piemonte, a cura di Gianni Sul n. 2, 2015, Le vos ëd j’amis për Adda, 1864-2014. I 150 anni della capi- Boffa e un’intervista a Carlo Tosco, Tòjo Fnoj: ricordo di Vittorio Fenoc- tale da Torino a Firenze; Guido Giorza Direttore della scuola di specializza- chio con testimonianze di Michel dij continua il suo viaggio nelle borgate zione in Beni architettonici e del pae- Bonavé, Gianni Davico, Sergio No- torinesi: Le borgate ad Ovest. saggio del Politecnico di Torino. tario, Primo Culasso, Virgilio Virano, Il n. 4, dicembre 2014, ha l’edi- Clara Nervi. Santacros ëd Civass scri- toriale firmato dalla scrittrice Paola ve di Guglielmo Marconi an vacansa an “L’ordine informa”, rivista dell’Or- Mastrocola, L’economia della nostra Val d’Ala; di Giovanni Delfino la con- dine dei Consulenti del Lavoro di To- vita; Carlo Tagliani scrive dell’anniver- tinuazione dell’articolo su Pinin Pacòt. rino, pubblica sul n. 35, 2015, a cura di sario della nascita di don Bosco, con Sul n. 3, marzo 2015, la prima par- Gabriella Marengo, la terza parte di un una mappa dei “luoghi piemontesi” te di una nota di Giovanni Delfino su articolo su L’assedio francese di Torino del grande santo salesiano. Federica Nino Autelli ’nt l’aniversari ch’a fa 70 del 1706 (e le spese ad esso collegate). Calosso si occupa di castelli e ville ëd sò amassidi; Santacros ëd Civass si “eredità” dei Savoia: Invito a casa Sa- occupa dell’Italianisassion an Piemont voia, un patrimonio unico, potenziale e Val d’Osta; di Donatella Cane la nota Su “R.A.C.I”, Registro Ancêtres Club motore per l’economia, come emerge Ij fachin ëd viù e ’l professor Cesare Italia, n. 2, 2014, un ritratto di Stefano anche dall’intervista all’Assessore alla Lombroso (Turin, 1879). In ogni nu- Bricarelli: un grande fotografo dimentica- Cultura e al Turismo della Regione mero la rubrica di Carlin Pòrta, Andé to, di Paolo Giusti; Antonio Carella scri- Piemonte, Antonella Parigi. a “parolé” an sa, an là e ’n sl’aragnà; Ij ve di 120 anni di sport automobilistico Il n. 1, 2015, dedica alcuni interven- castej “minor” dël Piemont di Beppe a Torino, e della Prima Scuola Guida a ti all’Ostensione della Sindone, con Lachello; la pagina Piemontèis ant le Torino dell’ing. Emilio Marenco, isti- un’intervista a Monsignor Giuseppe scòle; prose, poesie in lingua piemon- tuita nel 1904, con sede in via Madama Ghiberti, Un mistero che interroga atei tese, notizie di teatro, attività, manife- Cristina 155. E ancora Carella ricorda e credenti; Daniela Roselli scrive del stazioni inerenti la lingua e la letteratu- che l’8 novembre 1894 nasce il Touring nuovo Museo Egizio, Viaggio fra le ra in piemontese. Club Ciclistico Italiano. Ogni articolo meraviglie del Faraone, cui segue l’in- è illustrato da documenti e fotografie tervista a Evelina Christillin, presidente d’epoca. della Fondazione Museo delle Antichi- “La Slòira”, arvista piemontèisa, tà Egizie di Torino; Laura Dellocchio scartari 79, stèmber 2014, apre con una scrive del Polo Reale: 40.000 metri qua- nota di Censin Pich, Comemorà a Tu- Il “Bollettino della Società Storica dri coperti; Carlo Lomonte presenta il rin ij màrtir dë stèmber, a 150 anni dai Pinerolese”, XXXI, 2014, pubblica gli Salone internazionale del libro 2015. luttuosi fatti del 21 e del 22 settembre articoli: Simone Bonicatto, La parroc- Domenico Cerabona, presidente della 1864; Ezio Girardi ricorda gli Stant’ani chiale di San Vito a Piossasco; Fabien Fondazione Giorgio Amendola, ricor- da la mòrt ëd Sinigaglia; di Dario Pasero Ronchail, Les Paysans d’Usseaux, de da Carlo Levi, un “torinese del sud”. Per un ritratto di Giovanni Gastaldi (Tito Balboutet et du Laux de la vallée du haut 265 Valcluson. À la vieille de la cession de la Ines Pontet, Il “paniere Gusta Monvi- sfaccettature dialettali, invece, l’arti- vallée au Royaume du Piémont en 1713 so”. Un esempio di turismo sostenibile. colo di Noemi Marcolongo, La varietà à partir des Registres Catholiques de la Sul n. 82, febbraio 2015, gli artico- della parlata di Viù nella percezione dei Paroisse Saint Pierre; Giorgio Grietti, li: Matteo Scali, Trent’anni di Radio parlanti; chiude il volume Cristina Ta- Don Lorenzo Cot (Chambons, 1825-Vil- Beckwith evangelica; Matthew Nofke, lenti, che tratta di opere pittoriche in la Colon, 1868). Appunti per un primo La conversione al cattolicesimo di Jean Pittura di paesaggio a Lanzo Torinese approccio alla sua figura; Gian Piero Ca- Balcet e Challier. Ministri valde- nel XIX secolo: Giovanni Battista De sagrande, L’oste e l’avvocato. Suggestio- si in val Pragelato nel Seicento; Maria Gubernatis. ni rivoluzionarie dal Fondo Polliotti; Pa- Rosa Fabbrini e Luca Pilone, In Ame- olo Cavallo, L’organo Pietro Barchietti rica, con nostalgia. La vita del pastore della Chiesa Parrocchiale di San Michele Teofilo Daniele Malan; Gianluca Toro, “Iulia Dertona”, n. 108, 2014, rac- in Buriasco (1878-79): committenza, Il colore come qualità intrinseca. Ergot, coglie gli Atti del Convegno di Torto- struttura fonica, opere di manutenzione, carbone della graminacee e canapa; Al- na, 9 marzo 2013, su: Industria e Socie- organisti; Elena Massimino, Le origini berto Corsani, Incontri con la beidana: tà a Tortona. La responsabilità sociale dell’Istituto delle suore Protette di San genti delle valli valdesi; Federica Cu- degli imprenditori e la figura di Wilmer Giuseppe di Pinerolo; Gian Vittorio gno, Convegno “Lingue e culture della Graziano. Queste le relazioni: Alberto Avondo, Giovinezza, giovinezza… I ti- montagna” a Bobbio Pellice. Cassone, Responsabilità sociale d’im- midi esordi dello squadrismo pinerolese presa: fondamenti teorici ed esperienza e gli uomini che lo costituirono, parte I, applicativa; Claudio Bermond, Gli in- Il fascismo della prima ora 1919/1926; «Roch üss», n° 1, 2014, pp. 53. È dustriali piemontesi fra etica sociale e Diego Priolo, Pinerolo nella leggenda, il periodico dell’Associazione Storico paternalismo; Cesare Raviolo, La situa- appunti. Un itinerario tra i luoghi con- Culturale Cumianese dedicato alla zione politica e sociale di Tortona negli templati in questa cornice; Piero Andrea storia e alle storie del territorio di Cu- anni dell’esperienza imprenditoriale Martina, Notizie su un passo terenziano miana; svariati gli argomenti toccati in di Wilmer Graziano; Cesare Raviolo, in piemontese. Recensioni. questo numero, dagli statuti alle cave L’industria manifatturiera tortonese tra di pietra, dai Tre Denti (la montagna ricostruzione e globalizzazione. che chiude parte dell’orizzonte) alle Sul n. 109, 2014, gli articoli: Italo Sul “Bollettino della Società di Stu- acque, dalla compagnia di Sant’Isi- Cammarata, Un vescovo di traverso. di Valdesi”, n. 215, dicembre 2014, gli doro (il protettore dei contadini) alle Giovanni Barbavara fu vittima della articoli: Federico Emidio Bo, I mano- testimonianze della Sindone. volontà sforzesca di monopolizzare la scritti valdesi e le valli del Piemonte. distribuzione dei benefici ecclesiastici; Nuove prospettive sugli antichi luoghi Fausto Miotti, I Pernigotti di Serraval- di conservazione nelle Valli oggi dette Su “Studi Chivassesi”, rivista an- le Scrivia; Enzo Basiglio e Donatella valdesi; Gianmario Italiano, Discerne- nuale della Società Storica Chivasse- Gabba, La scoperta di un artista di casa re il vero dal falso: percorsi eterodossi se, n. 5, 2014, sei articoli riguardanti Borromeo: Cristoforo Giussani. In cat- della predicazione periferica in area problematiche di storia locale dal Me- tedrale a Tortona e nell’oratorio di San bresciana, attraverso il processo inquisi- dioevo alla Resistenza: Claudio Ansel- Sebastiano a Voghera; Cesare Goglino, toriale del minore conventuale Daniele mo, Joseph Jean Ferro. Un brandizzese La Cassa rurale di San Donnino Mar- Baratta alla metà del XVI secolo; Gio- nell’Armée; Silvio Bertotto, Una tribù tire; Ernesto Stramesi, Un guazzorese vanni Tarantino, Gli eccidi dei valdesi straniera dal volto abbronzato. Per una medaglia d’argento. Mario Megardi nella propaganda antigiacobita di Gil- storia degli zingari nel Piemonte d’Anti- (1898-1941); Massimo Galluzzi e Ni- bert Brunet e John Lockman; Stefano co Regime; Davide Bosso, Una plaza de coletta Busseti, Tortona, 1920: il delit- Villani, Dal Galles alle Valli: Thomas poca importancia y conseguencia. L’as- to Bassi; Corrado D’Andrea, Il giorno Sims (1785-1864) e la riscoperta britan- sedio di Chivasso del 1639: una nuova delle “Pantere”. Le Waffen-SS a Tortona nica dei valdesi. Tra le “Note e docu- prospettiva storica; Armando Bua, Il nel settembre 1943; Ottavio Pilotti, Ar menti”: Matteo Rivoira, Daniele Tron, prefetto della RSI, Raffaele Manganiel- fieu ad l’avucat. Un sonetto inedito di Il francese nel repertorio linguistico lo. A settant’anni dalla morte, cattura Luigi Silvi (Luiséin). Lorenzo Perosi a dei valdesi alpini. Tra le “Cronache”: e uccisione di una fascista della prima Tortona nel 1953. Anderson Magalhaes, Vingt ans déjà… ora; Francesca Marino, Viabilità di pia- Giornata di studio su Enea Balmas. nura nel Medioevo: la strata Francesia a Chivasso; Fabrizio Spegis, Fiscalità e Il “Quaderno di Storia Contempo- società a Chivasso nel XV secolo: am- ranea” dell’Istituto per la storia della “La beidana”, cultura e storia nelle ministrazione monferrina e sabauda a Resistenza e della società contempora- Valli Valdesi, n. 81, novembre 2014. confronto (seconda parte). nea in provincia di Alessandria “Carlo Tra gli articoli: Valentina Porcellana Girardenghi”, n. 56, 2014, è in larga e Pier Paolo Viazzo, Vent’anni dopo parte dedicato – come scrive in apertura “Gens du Val Germanasca”. Studi an- “Pagine nuove. Giovani autori per il Direttore Laurana Lajolo – alla “rivi- tropologici sulle valli valdesi; Elisa la rivista della Società Storica delle sitazione critica dei temi e degli studi Gosso, La cucina delle valli valdesi. Di- Valli di Lanzo”, n. 4, 2015, quattro sulla Resistenza italiana e sulla Prima mensioni simboliche e culturali del cibo contributi storiografici: il tema mu- guerra mondiale”. Si segnalano gli arti- nelle valli valdesi; Giulia Fassio, Al- sicale è centrale nei due studi inediti coli: Vittorio Rapetti e Antonio Visconti, pigiani della val Pellice fra mutamenti di Flavio Giacchero, La tradizione La resistenza dei militari: ricerca storica e demografici e tradizione familiare; Ma- musicale nelle Valli di Lanzo: il suono memorie personali; Agostino Pietrasan- ria Anna Bertolino, Bellezza, rovine, amico, e di Lionella Favretto, Tracce di ta, L’azione politica del gruppo dosset- paesaggio. Antropologia del recupero e musica in una comunità dell’alta Val- tiano (1947-1951); Fabrizio Meni, “Vai della valorizzazione dei villaggi alpini; le di Viù: Usseglio; è incentrato sulle Girardengo, grande campione…”. La 266 storia vista dal manubrio di una biciclet- Bussolino, Ricordo del pittore Mario Ma- in memoria; Gian Giacomo Fissore, ta; Franco Castelli, “Bim bim bom – al serati; Marcello Ghiglione, Pozzolo nella La precoce attestazione della presenza rombo del cannon…”. La Grande Guerra lotta tra Francia e Spagna per la conquista ebraica nell’Astigiano. L’edizione nella fucina di canti; Cesare Manganelli, La dell’Italia; Gian Camillo Cortemiglia, La pergamena 1 dell’Archivio capitolare strage del carcere di Alessandria, la lotta pianta del castello di Tortona in un dise- di Asti; Luigi Ghia, Un tempo abitato armata e la strategia politica dei Nuclei ar- gno del 1675; Pierfranco Malfettani e dalla speranza. Francesca Baggio; Paolo mati proletari (1974-1975); Laurana La- Sergio Pedemonte, Dall’Oltregiogo alla Cavallo, L’apporto artistico, didattico e jolo, Insegnare la Resistenza settant’anni gloria; Andrea Sisti, Con Mario Chiane- organizzativo alla cappella musicale del dopo; Antonella Ferraris, Due colpi di se; Davide Arecco, Alice D’Albis e An- duomo di Asti del magister capellae An- pistola e un’immane catastrofe. Storiogra- drea La Cava, Libri settecenteschi a Novi: tonio Domenico Berruti di Portacomaro fia recente sulla Prima guerra mondiale; una prima ricognizione; Silvio Zavattoni, (1736-1749); Carla Forno, Da un affre- Franco Castelli e Maria Luisa Caffarelli Ugolino Marengo e la riforma del Carme- sco mai nato al Teatro della Rivoluzione; ricordano l’artista e poeta Giovanni Ra- lo tra Novi e Multedo. Barbara Molina, La valorizzazione dei petti (1922-2014). Chiudono il numero beni culturali e delle fonti; Maria Vitto- le recensioni e la rubrica “Judaica”. ria Gatti, Angelo Porta e Marco Devec- “Il platano”, rivista di cultura astigia- chi, I viali della rimembranza dei caduti na, XXXIX, 2014, pubblica in apertura della Grande guerra: il caso di Montafia; “URBS”, trimestrale dell’Accademia due testi inediti o rari di Renato Bor- Agnese Lanzetti, Tesori astigiani da ri- Urbense di Ovada, n. 3-4, settembre- done: Dal territorio alla città: un avvio scoprire: i cetacei astigiani presenti nella dicembre 2014, pubblica, tra gli al- della lezione di Renato Bordone, a cura collezione del Museo Regionale di Scien- tri, gli articoli: Bruno Chiarlo, In una di Ezio Claudio Pia; Gli insediamen- ze Naturali di Torino; Giorgia Bella e lettera a Cicerone (43 a.C.) D. Bruto ti nell’Astigiano. Seguono gli articoli: Francesco Scalfari, Scienza e Società: scrive “Antonius… ad Vada venit”: un Anna Ghia, Asti 1803. Un censimento custodia dei beni comuni, capitale uma- palese riferimento ai guadi di Ovada (terza parte); Ezio Claudio Pia, Medioe- no e sviluppo locale; Alberto Borghini, e non a Vada Sabatia (Vado Ligure); vo astigiano: il percorso di una rinascita; Petr. Satyr. LXIII 2 sgg. e un’attestazio- Alessandro Laguzzi, Carlo Barletti a Aldo Gamba, Guido da Montefeltro, un ne folklorica astigiana. Segnalazioni, Pavia e “L’art d’ensegner la Physique” ghibellino in esilio ad Asti; Elda Rasero, la rubrica di segnalazioni artistiche; dell’Abbé Nollet; Pier Giorgio Fassi- I Serviti in Asti (1273); Giovanni Dona- Itinera, a cura di Angelo Mistrangelo. no, Giuseppe Avezzana, antesignano di to, Tra Asti, Alba e Genova. Le torri, il Nell’ultima sezione “Ricordi”: Gian- Garibaldi, successore del ministro Buffa palio, la cultura urbana; Debora Ferro, franco Monaca, Giuseppe Ratti; Pippo nel comando della Guardia Nazionale Il Missale Anticuum della Biblioteca del Sacco, Aris d’Anelli. Recensioni. genovese e combattente risorgimenta- Seminario di Asti; Bianca Roggero, Con- le; Paola Piana Toniolo, Le campane siderazioni sulla convenzione del 1512 dell’Annunziata di Ovada; Sergio Ardi- tra Goffredo e Amedeo Roero; Vittorio “Rivista Diocesana Astese”, n. 85, ti, Alcune nuove tracce del “Maestro di Croce, Francesco Panigarola Vescovo 2013, pp. 288. Organo ufficiale del Ve- Sant’Innocenzo”; Alessandro Laguzzi, di Asti. Riflessioni a margine del conve- scovo e della Curia di Asti, si pubblica Daniele Sanguineti, Anton Maria Mara- gno astigiano; Ivana Bologna, Asti nel a cadenza annuale. La parte consi- gliano Insignis sculptor Genue. L’ultimo Seicento. Artisti e committenti in una stente è riservata alla vita della Chiesa volume di Sanguineti sul Maragliano ci città di frontiera: la Grande Bellezza di astigiana, tuttavia non mancano con- fornisce gli strumenti per ricapitolare la Asti nel XVII secolo; Daniela Nebiolo, tributi che riguardano problemi e fatti presenza dell’artista nell’Ovadese e in Inventari post-mortem delle biblioteche di valenza nazionale, come la rinuncia Oltregiogo; Francesco Caneva, L’organo private astigiane (sec. XVII); Cristina di Papa Benedetto XVI (pp. 8-16) o Serassi-Bianchi dell’Oratorio della SS. Destefanis Quaranta, Vicende giudizia- l’elezione di Papa Francesco (pp. 17- Annunziata di Ovada; Aurora Petrucci rie di una discussa figura di sacerdote 64); la vita sociale (pp. 231-239) con, Tabò, Invito a una sacra conversazione. nella campagna astigiana del Settecen- per esempio, Due stimolanti interven- L’Oratorio della Annunziata di Ovada; to; Flavio Ratti, La confraternita di San ti alla scuola di formazione politica; la Francesca La Grutta, Lettere di Giusep- Rocco di Antignano; Franco Zampicini- storia della chiesa locale (pp. 249-262); pe Ferraro a Giuseppe Pitré, quando gli ni, Letterati ed eruditi di Montechiaro aspetti di forte attualità, come la liber- interessi comuni si trasformano in amici- d’Asti tra Seicento e Novecento; Pieran- tà religiosa o la legge contro l’omofo- zia; Gian Luigi Bruzzone, Una preziosa gelo Manuele, Giacomo Bove. Gran- bia (pp. 240-248). (Renato Gendre). testimonianza su Antonio Rebora; Cin- de marinaio ed esploratore astigiano; zia Robbiano, Ovada in festa. Dublino, Claudio Bruschi, Giuseppe Morando: 1913; Giovanni Calderone, Un citta- architetto militare astigiano; Secondo Sulla “Rivista Biellese”, 1, genna- dino di Silvano d’Orba nella Grande Petitti, Memorie della Grande guerra. io 2015, gli articoli: Anna Bosazza, Guerra (1914-1918); Ivo Gaggero, Ri- Il racconto di Secondo Petitti poeta con- Dizionario con sviste: a proposito di cerche sull’ovadese Liliana Bonfatti, at- tadino. Prima parte; Claudio Di Lascio, un pamphlet pubblicato da Amosso trice del Cinema Italiano degli anni ’50; Un eroe fra Asti e Lucca. Le due vite di sull’opera di Goffredo Casalis; Ange- Ivo Gaggero, Cinema Italiano di oggi. un’opera di Maria Antonietta Pogliani; lo Stefano Bessone, L’abate Freppaz Attori ovadesi (I): Franco Ravera; Cin- Pippo Sacco, Il complesso degli edifici attraverso le montagne: passi dal dia- zia Robbiano, La signora del Turchino. del “Casermone”; Pippo Sacco, Asti ed rio di Jean-Baptiste Freppaz, parroco i Bersaglieri; Valter Franco, Mussolini a di Saint-Vincent, sulla discesa di Na- colori; Laurana Lajolo, Davide Lajolo. poleone in Italia; Alfredo Santovito, Su “In novitate”, periodico semestra- Trent’anni dopo; Carla Cuminetti, San Alessandra Marin, Anna Selvaggi, le del Centro Studi “In novitate” On- Damiano D’Asti: nascita di un acquedot- Flavio Zanellati, Massimiliano Del- lus, XXIX, 2014, fascicolo II (58), tra to; Emanuele Bruzzone, Gianni Goria. pero e Gabriella Sella, Nel DNA di gli altri, gli articoli: Paola Maria Russo Ricordando un amico davanti a un libro Postua: ricerca demografica e genetica 267 condotta dall’Università di Torino nel le eccellenze del Marchesato di Saluzzo; mo Bartoletti, La decorazione pittori- paese valsesserino; Arnaldo Colombo, Rinaldo Comba, 1929-2014: una ricor- ca dal Trecento al primo Cinquecento; La risaia di Ada Negri: la “maestrina renza, una realizzazione, un impegno Sofia Uggé e Paola Comba, I risultati di Lodi” fu una delle voci di denun- da proseguire; Rinaldo Comba, Andrea dell’indagine archeologica. cia sulle critiche condizioni lavorative Longhi, Enrico Lusso, Le basi scien- delle mondine a fine Ottocento; Paolo tifiche dei modelli di edifici storici nel Sorrenti, Quando l’Unesco salì a Oro- Museo della Civiltà cavalleresca. Su “Chiusa antica”, n. 26, dicembre pa: testimonianze sull’iter percorso 2014, Ezio Castellino illustra l’Allesti- dal Santuario riconosciuto Patrimonio mento multimediale per l’antica chiesa dell’Umanità; Francesco Alberti La Il n. 86, 2014, de il “Presente e la certosina della Correria in Valle Pesio. Marmora e Elena Gallo, Sotto la torre storia”, rivista dell’Istituto Storico del- Tra gli altri articoli: Antonio Ambrogio, ottagonale: ricordi biellesi dello scrit- la Resistenza e della Società Contem- Quel giorno Giolitti ci disse: “bravi fiöi”; tore Guglielmo Alberti nel cinquante- poranea in Provincia di Cuneo “D. L. Igor Violino e Enrica Vaschetti danno simo anniversario della morte; Simone Bianco”, apre con l’editoriale di Ga- conto dei restauri della facciata della Riccardi, Tramonto di una scuola pit- stone Cottino, Franco Antonicelli: una Certosa; Rino Canavese si occupa degli torica: appunti e aggiornamenti su tre testimonianza, un ricordo. La sezione Affreschi sacri della valle, parte VII. Pa- dipinti biellesi tra Cinque e Seicento. “Studi e documenti” pubblica l’ampio gine di storia e microstoria locale. Per la rubrica l’“Archivio di Stato” a saggio (pp. 15-131) di Giuseppe Fari- cura di Anna Silombra Jaselli, 1927: netti, “Senza esitazione né tregua…” In arriva il chewing gum: materiale do- ricordo di Leonardo Cocito professore “Coumboscuro”, periodico della mi- cumentario relativo all’installazione in partigiano. Grazie a minuziose ricer- noranza provenzale in Italia, n. 510/511, città del primo distributore di gomma che d’archivio ricostruisce la biografia 2014, dedica il paginone centrale ad un americana. di Cocito (Genova 1914), professore articolo di Dario Pasero, De Mistral ai Sul n. 2, aprile 2015: Alberto Galaz- di Lettere al Liceo Classico Statale Brandé: il poeta Pinin Pacòt fondò “Ij zo, Ritorna l’Adelina: l’opera dell’Ot- “Giuseppe Govone” di Alba, fino al 7 Brandé” ispirato dall’ideale mistraliano, tocento di Pietro Generali; Carlo settembre 1944, il giorno in cui fu im- unendo Piemonte e Provenza per il ri- Dezzuto, L’altare dai novantaquattro piccato per rappresaglia dai tedeschi, scatto delle proprie lingue e civiltà. Lui- volti: l’opera lignea tardo seicentesca a Carignano. In una ampia appendice gi Massimo per “Architettura Val Va- della chiesa di San Cassiano a Biella; conclusiva l’autore raccoglie alcune racho” scrive di Sampeyre; Christophe Giuseppe Simonetti, Lassù un fotogra- Note Storiche, utili sia come appro- Bernard continua il suo studio su L’o- fo: ricordo di Gianfranco Bini, erede fondimento del testo, sia come “tenta- pera dei Cappuccini nell’alta Varaita per dello studio Dossena in Biella; Gian- tivi di fornire indizi per dare risposte, contrastare il diffondersi della Riforma. ni Valz Blin, Gli anni di formazione spesso e purtroppo soltanto su base Sul n. 512-13, Serge Brisard scrive di dei fratelli Mosca Moro: i due pittori congetturale, ai misteri che avvolgono Micoulau Saboli, il maestro di cappella sordomuti originari di Rosazza; Mau- le ultime settimane di vita di Cocito”. di Avignone, musicista, poeta, “canta- ro Fanelli, Allarme rosso tra acqua e Tra gli altri studi: Andrea Gandolfo, to e amato dal popolo”: 16/14/2014. terra: nove sono le specie di Anfibi a L’occupazione italiana di Mentone, dal Il canto natalizio provenzale giunto in rischio nel nostro territorio; Massimi- giugno 1940 al settembre 1943; Fran- Europa e nelle valli. Continua, parte liano Franco, Arriva la polizia: il corpo cesco Germinario, La necessità di can- 4, lo studio di Christophe Bernard, su di pubblica sicurezza istituito a Biella cellare il nemico. Su alcuni aspetti della Capucins et Protestantisme. nel 1852; Stefano Cavaliere, Echi della pubblicistica di estrema destra italiana Il n. 516-517, 2015, ha un ricordo corte sabauda a Masserano: affinità sti- davanti alla Resistenza; per la sezione di Michele Ferrero, Grasie Mounsu listiche tra palazzo Ferrero Fieschi e il “Fonti”, Gianluca Cinelli, Costruzione Michel, di Mario Bruna; l’intervento Castello del Valentino. e decostruzione dell’immagine eroica del cantautore Davide Van De Sfroos, In ogni numero le rubriche “Segna- del combattente della Grande Guerra che ha incontrato i “fiét de l’Escolo de lazione”, “Lo scaffale” a cura di Anna attraverso le lettere e le testimonian- Coumboscuro”. Il paginone centrale è Bosazza e Maurizio Russo, “Archivio ze: Omodeo, Revelli, Procacci; per “I dedicato al 1915-1917, con un estrat- di stato” a cura di Federico Zorio e “In giorni e i fatti”, Omaggio a Vincenzina to dal Diario dell’ufficiale degli alpini cucina” a cura di Mina Novello. Vanzetti a vent’anni dalla morte. Vittorio Emanuele Bollati, con note e testo critico di Massimo Robotti. In ogni numero, poesie, prose in pro- “Alp”, vos ëd l’arvira piemontèisa, “Studi Monregalesi”, rivista di sto- venzale, recensioni di libri e CD sulla nùmer ùnich 2015, ricorda, con alcuni ria, archeologia, arte, antropologia cultura alpina. scritti e poesie, i cinque anni dalla scom- e scienze del territorio, dedica il n. parsa del poeta piemontese Tavo Burat. 1 e 2, 2012-2014, a Villanova, Santa Caterina. La storia di un luogo, di un Da “Le Colline di Pavese”, rivista edificio e del suo restauro (1983-2013). del Centro Pavesiano Museo casa na- Il “Bollettino della società per gli Con i saggi: Lorenzo Mamino, Santa tale, n. 144, ottobre 2014, si segnalano, studi storici, archeologici ed artistici Caterina: un edificio di eccezione e un tra gli altri, gli articoli: Antonio Catal- della provincia di Cuneo”, n. 151, 2° grande impegno di restauro. Presenta- famo, Riaperto il dibattito sulla crono- semestre 2014, pubblica una Guida al zione degli studi e dei lavori; Annalisa logia delle opere dello scrittore albese. Museo della civiltà cavalleresca. Il Mar- Di Stefano, Santa Caterina a Villanova: Una testimonianza di Ferrarotti su Fe- chesato di Saluzzo e l’Europa, a cura di la chiesa, la comunità. Indagine, fonti noglio; Francesco De Napoli, L’episto- Rinaldo Comba e Massimiliano Calde- e fasi di costruzione; Giuse Scalva, La lario di Cesare Pavese (2a parte); Sergio ra. Tra gli articoli: Mauro Calderoni, lunga storia delle vicende di Santa Cate- Rapetti, Una gloria italiana: il Liceo Per il museo della Civiltà Cavalleresca; rina. Come ricucire anni di spicconature Classico “Govone” di Alba; Franco Paolo Allemano, Un invito a conoscere senza ricoprire quanto emerso; Massi- Zampicinini, Le processioni nelle cam- 268 pagne piemontesi tra passato e presente. o dell’Oratorio nel Vercellese: il caso di Il n. 11, 2013 di “Ligures”, rivista di Un ampio spazio è riservato al Premio Crescentino; Casimiro Debiaggi, Casi- Archeologia, storia, arte e cultura Ligu- letterario “Cesare Pavese”, giunto alla miro Vicario: un pittore-decoratore ver- re dell’Istituto Internazionale di Studi XXXI edizione. cellese del primo Ottocento lontano dal- Liguri raccoglie, a cura di Josepha Co- la sua terra; Maria Luisa Ronco, Palazzo sta Restagno, una serie di studi dedicati Buronzo di Asigliano-Pasta e la sua sto- a San Bernardino di Albenga. Tra questi Su “Le nòstre tor”, n. 4, 2014, Lui- ria recente. Recensioni e segnalazioni. segnaliamo: Simona Damonte, L’affre- sa Bianchi illustra la mostra di Mauro sco del Giudizio Universale. Tommaso Chessa nel palazzo Comunale di Alba, e Matteo Biazaci: due pittori itineranti allestita per Rievocare la Resistenza con «Lo Flambò/Le Flambeau», revue tra Piemonte e Liguria; Giovanni Pue- le immagini; Dario Pasero traccia un du Comité des Traditions Valdôtaines, rari, Canavesio e Biasacci. Documenti breve profilo, con antologia, di Sergio n. 1, 2015, ha in apertura, dopo l’edi- dell’Archivio di Stato di Savona. Bellino (1930-2010), uno scrittore e po- toriale di Alessandro Celi, l’articolo di eta piemontese tra Torino e la Sardegna. Joseph-César Perrin, La naissance de Il n. 1, 2015, ha un articolo, con belle la «Jeune Valée d’Aoste»; e, tra gli altri Su “Annali Romagna”, 2015, supple- fotografie a colori, di Edoardo Borra, articoli di vita, tradizione, cultura val- mento n. 79 di “Libro aperto”, 2015, Ritratto di un artista in camera oscura. La dostana: Enrcio Tognan, Portés disparus una nota di Antonio Patuelli, Il Cardi- fotografia di Aldo Agnelli; Silvia Gallara- (Les soldats valdôtains dans l’ex Urss; 15 nale Legato a Luigi Amat (in margine to scrive di Teobaldo, ciabattino e santo juillet 1941-30 janvier 1943). Recensioni all’articolo di Carlo M. Fiorentino pub- protettore di Alba, in margine alla mo- di libri, commemorazioni e di Reymond blicato in “Studi Piemontesi”, XLVII, stra del Museo Diocesano di Alba, che Vautherin, un ricordo di Marc Gal. 1, 2013). Camillo Venesio ripercorre ricorda Teobaldo Roggeri in occasione alcuni momenti della sua amicizia con del ritrovamento del suo reliquiario. Di Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, Luisa Bianchi, San Rocco Cherasca nella “Nouvelles du Centre d’Études Fran- in Antonio, io e l’ABI. ricerca scolastica di una bambina degli coprovençales René Willien”, n. 70, anni Cinquanta; Dario Pasero, per le pa- 2014, pubblica gli interventi dell’incon- gine dedicate alla “nòsta lenga”, scrive tro tenutosi a Courmayeur il 6 settembre “Nice Historique” dedica il n. 3-4, di Angelo Brofferio (1802-1866). 2014, su La littérature francoprovençale 2014, a Les peintres anglais et la Rivie- en hommage au prof. Gaston Tuaillon et ra. Un voyage pittoresque XVIIIe-XIXe à ses études: Jean-Baptiste Martin, Faire siècles, con bellissime illustrazioni a connaître la littérature francoprovença- “Bollettino Storico per la Provincia colori. In chiusura un’ampia recensio- le depuis ses débuts jusqu’à nos jours. di Novara”, rivista della Società Storica ne del volume di Pierangelo Gentile, La collection “Régionales”; Dorothée Novarese, CIII, 2012, pubblica sul n. 1-2 Alla corte di re Carlo Alberto (edizione Aquino-Weber, Regards indigènes sur la Centro Studi Piemontesi - Fondazione uno studio Sulle testimonianze novaresi littérature francoprovençale suisse roman- del 1859 e dintorni, offerte da due mili- Filippo Burzio), di Simonetta Tom- de (1801-1912; Jean-Claude Bouvier, La baccini Villefranque. tari dello Stato Maggiore e dallo scrittore traduction de Mirèio de Mistral en fran- Luigi Gramegna, nonché corredate da coprovençal; Christian Abry, Œuvres importanti lettere per Giuseppe Torelli, narratives de tradition orale dans l’est du “Lou Felibrige”, rivista sul movimen- a cura di Giulio Quirico e Bianca Ma- domaine francoprovençal: Trois ou Qua- to mistraliano che si pubblica a Aix-en- ria Sguazzotti; tra le ricerche, l’analisi tre Poucets Tricksters au ciel des contes; di Cinque lettere di Carlo Colli a Enrico Alexis Bétemps, Le théâtre francopro- Provence, dedica il n. 285, 2014, al cen- Tornielli; la presentazione di un prezioso vençal en Vallée d’Aoste: ses racines et tenario della morte di Frédéric Mistral. carteggio, Interludio con Giuseppe Terel- son actualité. Da segnalare il contributo di Francesca li. Un’importante serie di lettere autogra- Celi, Le Tresor dóu Felibrige de Frédéric fe presso il Fondo Molli della Biblioteca Mistral à l’Académie Française. Il n. 286, Marazza di Borgomanero; infine, un ap- Su “Storia in rete”, novembre-di- 2015, ha un contributo di Daniel Viar- profondimento sulla figura de Il generale cembre 2014: Marco Zacchera, E, quasi gues su Le parler marchois, son identité Paolo Solaroli aiutante di campo e braccio per caso, nacque la Repubblica della et sa nature. In ogni numero notizie delle destro della iniziativa diplomatica di Vit- Valdossola; Luciano Garibaldi, Sogno, attività linguistiche, poetiche, culturali torio Emanuele nel 1859. l’eroe partigiano poco amato dai parti- di tutta la Provenza, recensioni e segna- giani. Sul numero di febbraio-marzo lazioni di libri. 2015: Elena Percivaldi, Felice V, l’ulti- Sul “Bollettino storico vercellese”, n. mo antipapa. Il numero di aprile 2015 83, 2014, gli articoli: Silvia Faccin, Baci- ha diversi contributi riguardanti La Sin- “Presence Savoisienne”, organe d’ex- li romanici incisi nel Tesoro del Duomo done. Mistero che non vuole farsi svela- pression régionaliste et fédéraliste du di Vercelli: aggiornamenti e nuovi studi; re: Luca di Bella, Il mistero che divide; Cercle de l’Annonciade, n. 157-158, Massimiliano Caldera, Favole e miti per Carlo Mafera, Chi è l’uomo della Sindo- 2014, pubblica, tra gli altri, gli articoli: una dimora vercellese del Rinascimento: ne?; Massimo Centini, “Non dipinte da Pierre de Riedmatten, Le Saint Suaire de una proposta per Bernardino Lanino mano umana”. Tra gli altri articoli: Aldo Turin; Bernard Coutin, Patrimoine en e la sua Scuola nelle case dei Centori; A. Mola, Gli “altri” Savoia; Patrizia De- péril; Georges Trolliet, La Sardaigne de Simone Riccardi, Spunti di riflessione abate, Chi ispirò il “Benjamin Button”?: 1800 à 1814; Odette Duborgel, Le légu- sull’interesse di Bernardino Lanino per probabilmente Fitzgerald si ispirò al ro- me préféré des Savoyards pout leur repas la Sant’Anna di Leonardo; Giovanni manzo del poeta e scrittore piemontese de Noël; siglata O.D. una breve nota su Ferraris, Edizioni e varianti degli Or- Giulio Gianelli, Storia di Pipino nato Le nouveau Musée Opinel a Saint-Jean de dini Nuovi stampati a Vercelli dai Pel- vecchio e morto bambino. Maurienne. lipari; Mario Ogliaro, I Padri Filippini 269