Boiardo 6.Pdf
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Lettura dell’Inamoramento de Orlando (o Orlando innamorato) - 3 Marfisa l’amazzone - presentazione 28. 29. 30. Dal mar de l'oro, ove l'India confina, Marfisa la donzella è nominata, Ed eran questi il re de Sericana, Vengon le gente armate tutte quante. Questa ch'io dico; e fo cotanto fiera, Dico Gradasso, che ha tanta possanza, La prima schiera con molta roina Che ben cinque anni sempre stette armata Ed Agricane, il sir de Tramontana, Mena Archiloro il Negro, che è gigante; Da il sol nascente al tramontar di sera, E Carlo Mano, imperator di Franza. La seconda conduce una regina, Perché al suo dio Macon se era avotata La istoria nostra poco adietro spiana Che non ha cavallier tutto il levante Con sacramento, la persona altiera, Di lei la forza estrema e la arroganza, Che la contrasti sopra della sella, Mai non spogliarse sbergo, piastre e maglia, Sì che al presente più non ne ragiono, Tanto è gagliarda, e ancor non è men bella. Sin che tre re non prenda per battaglia. E torno a quei che gionti al campo sono. Contesto alteritario: c’è anche Marfisa regina Gagliarda, non men bella, la donzella: nb termini che la descrivono Marfisa l’amazzone – presentazione – contesto alteritario I xvi 31. I xvi 32. I xvi 33. Con romor sì diverso e tante crida Che fo gigante di molta grandezza, Portava il Negro un gran martello in Passato han Drada, la grossa riviera, Né alcuna cosa mai volse adorare, mano, Che par che il cel profondi e se divida. Ma biastema Macone e Dio disprezza, (Ancude non fu mai di tanto peso), Dietro alle due venìa l'ultima schiera; E a l'uno e l'altro ha sempre a minacciare. Spesso lo mena, e non percote in vano: Re Galifrone la governa e guida Questo Archiloro con molta fierezza Ad ogni colpo un Tartaro ha disteso. Sotto alle insegne di real bandiera, Primeramente il campo ebbe assaltare; Contra di lui è mosso il franco Uldano Che tutta è nera, e dentro ha un drago Come un demonio uscito dello inferno E Poliferno, di furore acceso, d'oro. Fa de' nemici strazio e mal governo. Con due tal schiere, che il campo ne è Or lui vi lascio, e dico de Archiloro, pieno; Ciascuna è cento millia, o poco meno. Marfisa l’amazzone – presentazione – sua arroganza (I xvi) I xvi 55. I xvi 56. I xvi 54, 5-8 Tanto il core arrogante ha quell'altiera, (Era questa di lei sua cameriera): Or sappiati che la dama Marfisa Che non volse adoprar la sua persona Disse Marfisa: - Intendi il mio sermone: Ben da due leghe è longi alla Contra ad alcuno, per nulla mainera, Quando vedrai fuggir la nostra schiera, battaglia; Se quel non porta in capo la corona; E morto o preso lo re Galafrone, Alla ripa del fiume sopra a l'erba E per questo ne è gita alla rivera, E che atterrata fia la sua bandiera, Dormia ne l'ombra la dama superba. E sotto un pin dormendo se abandona; Alor me desta e mename il ronzone; Ma prima, nel smontar che fie' di sella, Nanzi a quel ponto non mi far parola, Queste parole disse a una donzella, Ché a vincer basta mia persona sola. - I xvi 57. Dopo questo parlare il viso bello Colcasi al prato, e indosso ha l'armatura; E come fosse dentro ad un castello, Così dormiva alla ripa sicura. Marfisa l’amazzone – presentazione – sua forza (I xvii) I xvii 58 I xvii 59. I xvii 60. Essendo gionti al gran fiume di Drada, Ai compagni se volse Fiordelisa Unde a voi tutti so ben racordare Videro un cavallier, che in dosso avia Dicendo: - S'io non fallo al mio pensiero, Che non entrati di giostra al periglio: Tutte arme a ponto, ed al fianco la E se io ramento ben questa divisa, Spacciànci pur de adrieto ritornare. spada: Quel che vedeti, non è un cavalliero, Credeti a me, che bene io vi consiglio: Una donzella il suo destrier tenìa; Anci una dama, nomata Marfisa, Se non ci ha visto, potremo campare, Però che alor montava in arcïone, Che in ogni parte, per ogni sentiero, Ma se adosso vi pone il fiero artiglio, Quella teniva il freno al suo ronzone. Quanto la terra può cercarsi a tondo, Morir conviensi con dolore amaro, Cosa più fera non si trova al mondo. Ché non si trova a sua possa riparo. - I xvii 61. Nb connessione con il contesto animale Ride Ranaldo di quelle parole, E del consiglio la dama ringraccia, Ma veder quella prova al tutto vôle; Prende la lancia, il forte scudo imbraccia. Marfisa l’amazzone – presentazione – sua forza I xvii 62. I xviii 4. I xviii 5. Marfisa riguardava il fio de Amone, Una grossa asta portava Marfisa Era il foco ordinato in tal maniera Che li sembrava ardito cavalliero; De osso e de nerbo, troppo smisurata; Che ardeva con romore e con gran vento; Già tien per guadagnato il suo Nel scudo azuro aveva per divisa Quando essa entrava alla battaglia fiera, ronzone, Una corona in tre parte spezzata; Più gran furor menava e più spavento; Ma sudar prima li farà mestiero. La cotta d'arme pure a quella guisa, Ogni malia che ha in dosso e ogni lamiera Fermosse l'uno e l'altro in su lo E la coperta tutta lavorata; Tutti eran fatti per incantamento; arcione E per cimer ne l'elmo, al sommo loco, Da capo a piedi per questa armatura Per trovarse assettato al scontro fiero; Un drago verde, che gettava foco. Era diffesa la dama e sicura. E già ciascuno il suo destrier voltava, Quando un messaggio in su il fiume arivava. Eneide, VII 785-8 Esso tra i primi vigoroso Turno Ipse inter primos praestanti corpore Turnus vibrasi in armi e tutto il capo ha sopra. vertitur arma tenens et toto vertice supra est. Il suo di tre criniere elmo crinito cui triplici crinita iuba galea alta Chimaeram una Chimera inalbera che soffia sustinet Aetnaeos efflantem faucibus ignis; fuochi etnei da le fauci e allor piú freme tam magis illa fremens et tristibus effera flammis e piú lampeggia furïosa quando quam magis effuso crudescunt sanguine pugnae. aspre le pugne piú corrono sangue. Marfisa l’amazzone – presentazione – sua forza (I xvii) 6. I xviii 7. I xviii 8. Fu il suo ronzone il più dismisurato Da l'altra parte il franco fio de Amone Gionse Ranaldo la dama diversa Che giamai producesse la natura: Con una lancia a meraviglia grossa In fronte a l'elmo, con molta tempesta; Era tutto rosigno e saginato, Vien furïoso, quel cor di leone, Sopra alle groppe adietro lo riversa, Con testa e coda ed ogni gamba scura; E proprio nella vista l'ha percossa; Tutta ne l'elmo gli intona la testa. Benché non fosse per arte affatato, Ma, come avesse gionto a un torrïone, Ora ha Marfisa pur sua lancia persa, Fu di gran possa e fiero oltra a misura. Non ha piegata Marfisa, né mossa. Perché se fraccassò sino alla resta; Sopra di questo la forte regina A tronchi ne andò l'asta con romore, In cento e sei battaglie era lei stata Con impeto se mosse e gran roina. Né restò pezzo de un palmo maggiore. Con quella lancia, e sempre era durata. Dama Rovenza: Dama Rovenza nell’Inamoramento de Carlo Magno VII 42, 4-5: Per sì gran forza dice l’auttore Chi mai potrà contra sua potenza / diversa e grande che par una Rompe la lanza el possente signore torre Ma de suo piede non l’ebe mutata Parea una tore quela dama altana (6 16, 7-8, 17, 1-2) Marfisa l’amazzone – presentazione – sua forza (I xvii) I xvii 9. I xviii 10. I xviii 11. Ora se roppe al scontro furïoso: Venga un di voi, e lasciasi vedere, Mentre che la orgogliosa sì minaccia, Ben se ne meraviglia la donzella, E pigli a suo piacer questa diffesa, E vuol disfare il celo e il suo Macone, Ma più la ponge il crucio disdegnoso, Ch'io farò sua persona rimanere Ranaldo ad essa rivolta la faccia, Perché Ranaldo ancora è in su la sella. Qua giù riversa e nel prato distesa. Che era stato buon pezzo in stordigione, Chiama iniquo Macone e doloroso, Voi non voliti mia forza temere, E de gire a trovarla se procaccia; Cornuto e becco Trivigante appella: Perché là su non posso esser ascesa; Ma lei, che non stimava quel barone, - Ribaldi, - a lor dicea - per qual Ma, se io prendo il camino, io ve ne Quando contra di sé tornare il vide, cagione aviso, Altieramente disdignando ride. Tenete il cavalliero in su lo arcione? Tutti vi occido, ed ardo il paradiso. - Marfisa l’amazzone – presentazione – sua forza (I xvii) I xvii12. I xviii 13. I xviii 14. - Ora ché non fuggivi, sciagurato, Cotal parole usava quella altera; Lei per quel colpo nïente se muta, Mentre che ad altro il mio pensiero Il pro' Ranaldo risponde nïente. Ma un tal ne dette al cavalliero ardito, attese? Esso zanzar non vôl con quella fera, Che batter li fie' il mento alla barbuta: Forse hai diletto indi esser pigliato, Ma fa risposta col brando tagliente; Calla nel scudo, e tutto l'ha partito. Perché altrimente non trovi le spese? E, come fu con seco alla frontera, Maglia, né piastra, né sbergo lo aiuta, Ma, per mia fede! sei male incapato, Non pose indugia al suo ferir nïente, Ma crudelmente al fianco lo ha ferito. Ed al presente te dico palese, Ma sopra a l'elmo de Fusberta mena: Quando Ranaldo sente il sangue ch'esce, Come io te avrò tutt'arme dispogliate, Marfisa non sentì quel colpo apena.