Relazione Tecncica
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1 1. PIANO DELLE REGOLE Il Piano delle Regole disciplina urbanisticamente tutto il territorio comunale, fatta eccezione per i nuovi interventi negli ambiti di trasformazione. Esso in particolare: a) individua i nuclei di antica formazione, facendo riferimento alla puntuale disciplina che indica le modalità di conservazione e recupero, i criteri di riqualificazione e valorizzazione, le condizioni di ammissibilità degli interventi innovativi, integrativi e sostitutivi b) definisce e disciplina, sotto il profilo tipologico e funzionale, gli ambiti di tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti del territorio già edificato, comprendendo in esse le aree libere intercluse o di completamento destinate ad usi diversi ascrivibili tuttavia agli ambiti urbani. Determinando gli opportuni parametri quantitativi di progettazione urbanistica ed edilizia ed i requisiti qualitativi degli interventi, ivi compresi quelli di integrazione paesistica, di efficienza energetica, di occupazione del suolo, di permeabilizzazione. c) riconosce e valorizza le aree e gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa vigente regionale e statale d) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante e) contiene prescrizioni in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica f) individua: 1) le aree destinate all’agricoltura e per esse detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e salvaguardia. Per gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, detta le normative d’uso. 2) le aree di valore paesaggistico – ambientale ed ecologico e per esse dispone norme di salvaguardia e valorizzazione in coerenza con la pianificazione sovraordinata 3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica. Per tali aree definisce la disciplina d’uso ammettendo in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici e prevedendo eventuali interventi di mitigazione e compensazione agro-forestali ed ambientali. Gli atti sopradescritti, sono elaborati in forma autonoma sia per quanto riguarda le previsioni che per quanto riguarda le modalità attuative tuttavia attraverso le continue verifiche di coerenza e di reciproco rapporto con il Documento di Piano si attua una costante interazione tra di essi che conduce ad una sinergia di intenti. 2 ELEMENTI CONOSCITIVI Inquadramento Territoriale 2 Il comune di Borgoratto Mormorolo appartiene alla Provincia di Pavia ed è posto nella porzione mediana dell’Oltrepò Pavese. Esso confina da nord con i comuni di: Borgo Priolo, Montalto Pavese, Ruino, Fortunago,. La sua estensione è di circa 16,03 Kmq . Il territorio è inserito nella Zona Altimetrica classificata “Collina Interna” e presenta una quota minima di 177 m. s.l.m. ed una quota massima di 551 m. s.l.m. con un’escursione altimetrica di 374m. La sede municipale è posta all’interno del capoluogo alla quota di 326 m. s.l.m. Il paese è individuato dalla coordinate geografiche Gaaus Boaga ad una latitudine di 44°55'53"76 N ed una longitudine di 09°11'39"48 E. Esso dista dal capoluogo provinciale 28,10 Km. e dal capoluogo regionale 59,90 Km. Ai fini della sua caratterizzazione si riportano il Codice ISTAT : 018017 ed il Codice Catastale: B030 Geomorfologia, Idrografia ed Idraulica Il territorio comunale fa parte dell’ambito pedeappenninico dell’Oltrepò Pavese e si pone in posizione geografica di raccordo fra i primi rilievi collinari e la pianura vogherese. Esso trova la sua collocazione nei riferimenti cartografici regionali (CTR sez. B8b4, B8b5, B8c4, B8c5) ed IGM. I limiti territoriali ripercorrono in linea di massima i tracciati delle emergenze morfologiche più significative quali l’asta del torrente Ghiaie di Montalto ad Est e la linea di spartiacque tra la valle dello stesso torrente Ghiaie di Montalto e il Torrente Coppa . Lo studio Geologico allegato, redatto dal Geologo Dott. Luca Giorgi, suddivide il territorio comunale di Borgoratto, a grandi linee, <<in due ambiti principali definiti dalle forme del paesaggio e dalle relative tendenze evolutive. -la fascia pedecollinare che comprende le aree poste sui fondovalle dei torrenti Entro questo ambito intensamente sfruttato dal punto di vista antropico si rileva lo sbocco delle incisioni torrentizie del reticolo principale e minore; non sono presenti fenomeni di instabilità dei versanti e le condizioni di drenaggio superficiale delle acque sono complessivamente buone. -la collina. In questa zona si rilevano diverse conformazioni del paesaggio, determinato dalle morfostrutture legate alle caratteristiche litologiche e giaciturali delle formazioni. Dove prevalgono litologie fortemente erodibili essi determinano più consistenti spessori di coltri di alterazione che danno origine a forme del paesaggio con una morfologia addolcita ed arrotondata a seguito di ripetuti movimenti gravitativi (versante sinistro della valle del t. Ghiaie di Montalto). Litologie arenacee determinano invece le linee di dorsale morfologica ed i versanti dotati di acclività più accentuata, come nel caso dell’abitato di Boiolo. 3 L’assetto strutturale della fascia collinare e montuosa dell’Oltrepò deriva dal movimento di appilamento, con senso di trasporto da SE a N-NO, di una serie di unità tettoniche appartenenti a domini paleogeografici alloctoni; tale azione ha determinato un marcato arco strutturale fra i limiti esterni dell’appennino e la pianura che si immerge a settentrione sino alla verticale approssimativa di Pavia. La configurazione strutturale descritta sarebbe il risultato, secondo alcuni autori, della collisione avvenuta durante l’orogenesi alpina fra il continente europeo e quello insubrico, originariamente separati dall’Oceano Ligure-Piemontese e protrattasi dal Cretaceo superiore sino al presente, come confermato dall’attività sismica e dal sitema di deformazioni che localmente interessano anche i depositi alluvionali. Nel contesto del complesso sistema a falde di ricoprimento appennico definito dalle Toscanidi e dalle Liguridi (esterne ed interne) il territorio definito come “Appennino Vogherese” risulta separato strutturalmente dal Bacino terziario del Piemonte da una linea tettonica di importanza regionale, la Villavernia-Varzi. Questa ha determinato la separazione evolutiva dei due ambiti menzionati; in particolare nell’area appenninica vogherese, al di sopra dei Melanges basali posti al contatto con le Liguridi, si trovano le Unità Epiliguridi che comprendono le formazioni dalle Marne di M. Piano (Eocene medio-sup.) alle Arenarie di M- Vallassa (Miocene medio) sormontate al loro volta dalla serie monoclinale pedeappennica che comprende formazioni databili dal Messiniano sup. al Pliocene. In questo tratto di margine dell’appennino sono presenti, entro le strutture deformate, i melanges sedimentari di natura prevalentemente argillosa noti come Complesso indifferenziato geneticamente legati alla dinamica evolutiva a ricoprimenti e sovrascorrimenti. Nel contesto dinamico descritto gli elementi strutturali seguono un’orientazione secondo la direzione appenninica NO- SE, mentre i contatti erosivi nella porzione più esterna dell’appennino vogherese ed in particolare nella zona di Borgoratto Mormorolo hanno determinato fratture a direzione N-S e NE-SO di tipo inverso e trascorrente. Dal punto di vista idrogeologico l’ambito territoriale comunale si rileva la presenza di due aste torrentizie principali , i torrenti ghiaie di Montalto e Coppa, entro cui confluisce i reticolato idrografico minore drenante i versanti collinari. Il regime dei torrenti e dei rii è fortemente influenzato dalle precipitazioni stagionali e varia da fasi di secca quasi totale a fasi di colmo che hanno generalmente una breve durata temporale. Gli impluvi secondari hanno carattere intermittente ed in generale si trovano in condizioni di abbandono, con alvei ostruiti dalla vegetazione e dai detriti Non esistono dati significativi relativi al sistema idrogeologico sotterraneo della collina, ma si identifica una zona nell’intorno degli abitati di Inveriaghi dove possono localizzarsi gli acquiferi entro gli orizzonti rocciosi miocenici che alimentano i locali bacini idrografici. Ulteriori falde, a carattere esclusivamente stagionale, si localizzano al passaggio fra le coltri eluviali di copertura ed il substrato sottostante e si instaurano a seguito della progressiva saturazione della componente fine. Tale processo, unitamente alle locali configurazioni morfologiche e litostratigrafiche, può essere all’origine di movimenti gravitativi di versante>>. L’ambito comunale risulta essere classificato in Zona Sismica 3 “Zona con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti”. La storia 4 La toponomastica Seppure non rimangono tracce fisiche del primo insediamento ligure, si può ritenere che il nucleo più antico fosse localizzato sull’altura denominata “Marmarola L’origine ligure è avvalorata anche da una ricerca etimologica sul significato dei riferimenti topografici ( TOPONOMASTICA DELL’ANTICA LIGURIA di C.Goggi – Genova 1966) dalla quale emerge che il nome originario di “Marmarola”, oggi Mormorolo, deriva dalla ripetizione in senso rafforzativo dell’aggettivo “mar” (bello, di bell’aspetto) che assume qui il valore di superlativo a designare “ la più bella” ovvero “la località più bella tra le circostanti”. Il borgo di Borgoratto inizia invece a delinearsi a partire dall’alto medioevo. La denominazione Borgoratto nasce dall’unione di due termini di origine germanica: “Burgo” cioè borgo e “Rat” ( consiglio) a designare il “Borgo del Consiglio”