AGENZIA TUTELA SALUTE (ATS) - (DGR n. X/4469 del 10.12.2015)

Viale Indipendenza n. 3 - 27100 PAVIA Tel. (0382) 4311 - Fax (0382) 431299 - Partita I.V.A. e Cod. Fiscale N° 02613260187

DECRETO N. 474/DGi DEL 20/12/2018

IL DIRETTORE GENERALE: Dr.ssa Anna PAVAN

OGGETTO: Piani di Zona 2018-2020: sottoscrizione dell'Accordo di programma per la creazione di un nuovo Ambito territoriale costituito dal Piano di Zona di e dalla Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese.

Codifica n. 1.1.02

Acquisiti i pareri di competenza del:

DIRETTORE SANITARIO F.F. Dr. Vittorio DEMICHELI (Firmato digitalmente) DIRETTORE AMMINISTRATIVO Dr.ssa Francesca Laura FANCELLI (Firmato digitalmente) DIRETTORE SOCIOSANITARIO Dr.ssa Maria Elena PIROLA (Firmato digitalmente)

Il Responsabile del Procedimento: Responsabile U.O.C Governo della Presa in carico e dei percorsi assistenziali Dr.ssa Loredana Niutta (La sottoscrizione dell'attestazione è avvenuta in via telematica con password di accesso)

Il Funzionario istruttore: Collaboratore Amministrativo Cristina Cordini

Assistente sociale Mariuccia Ghizzoni L'anno 2018 addì 20 del mese di Dicembre

IL DIRETTORE GENERALE

Visto il Decreto Legislativo del 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni ed integrazioni, avente ad oggetto il riordino del Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.);

Vista la Legge Regionale n. 33 del 30.12.2009 "Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità" e successive modifiche e integrazioni;

Vista la Legge Regionale n. 23 del 11 agosto 2015 "Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009 n. 33 (testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)";

Vista la DGR X/4469 del 10 dicembre 2015, costitutiva dell'A.T.S. di Pavia;

Vista la DGR X/4616 del 19.12.2015 di conferimento dell'incarico di Direttore Generale dell'A.T.S. di Pavia;

Visto il decreto aziendale n. 392/DGi del 31/10/2018 avente per oggetto: "Assegnazione Budget Economico definitivo in parte corrente per l'anno 2018 e contestuale assegnazione Budget Economico provvisorio in parte corrente per l'anno 2019";

Premesso che il Responsabile del procedimento riferisce quanto segue:

- la Legge n. 328 dell'8 novembre 2000 " Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", all'art. 19 stabilisce che i Comuni negli Ambiti Territoriali provvedono a definire il Piano di Zona a tutela dei diritti della popolazione, d'intesa con le Aziende Sanitarie Locali (ora ATS), nell'ambito delle risorse disponibili per gli interventi sociali e socio-sanitari; individua le funzioni del Piano di Zona;

- la Legge Regionale n. 3 del 12 marzo 2008 "Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale" all'art. 18 prevede che "I Comuni attuano il Piano di Zona mediante la sottoscrizione di un accordo di programma con l'ASL territorialmente competente e, qualora ritenuto opportuno, con la Provincia. Gli organismi rappresentativi del Terzo Settore, che hanno partecipato alla elaborazione del Piano di Zona, aderiscono su loro richiesta all'accordo di programma";

- la L.r. n. 23 dell'11 agosto 2015 "Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)" modifica la L.R. n. 3/2008 e regolamenta, tra l'altro, i nuovi assetti istituzionali e organizzativi per l'evoluzione del welfare sociosanitario lombardo, volti ad adeguare il sistema anche relativamente all'integrazione tra le prestazioni sociosanitarie e sanitarie con quelle sociali di competenza dei Comuni: in particolare,all'art.7 bis, prevede la realizzazione di nuovi Ambiti distrettuali e più precisamente: () I distretti sono articolati dalla ATS in Ambiti distrettuali, comprendenti ciascuno una popolazione di norma non inferiore a 80.000 abitanti. Nelle aree ad alta densità abitativa tale rapporto è elevato fino a 120.000 abitanti. Nelle aree montane e nelle aree a scarsa densità abitativa, l'Ambito può comprendere una popolazione minima di 25.000 abitanti () attraverso un percorso di aggregazione laddove esistono condizioni favorevoli sotto il profilo territoriale, gestionale, organizzativo, programmatorio e di accesso ai servizi;

- la DGR. n. 7631 del 28/12/2017 all'all.1 "Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello

Pagina 1 di 5 locale 2018/2020", oltre a individuare i compiti e le funzioni dell'ATS, il cui ruolo di "governance" è stato rafforzato dalla L.r. 23/2015, riporta analiticamente: A) le indicazioni, gli obiettivi per la nuova triennalità di programmazione e i ruoli dei diversi attori coinvolti; B) l'articolazione dei livelli di premialità e le modalità di erogazione delle relative risorse stanziate in ragione degli obiettivi strategici raggiunti; C) le modalità di incentivazione del raggiungimento degli obiettivi strategici di interesse quali: uniformità di regolamentazione degli accessi, compartecipazione alla spesa, individuazione di omogenei indicatori di appropriatezza e qualità dei servizi e degli interventi, realizzazione di progettualità innovative;

- la L.R. n. 23/2015 consente di sviluppare un percorso evolutivo verso nuovi ambiti distrettuali nel rispetto della specificità e autonomia del territorio al fine di potenziare rapporti di cooperazione sovra-zonale che nel corso degli anni e delle precedenti triennalità sono andati a formarsi, con l'obiettivo di rafforzare e uniformare aspetti fondamentali dei servizi in territori simili per caratteristiche socio/economiche e contigui in termini di confini territoriali/amministrativi;

- l'ATS di Pavia attraverso la Cabina di Regia ha svolto uno specifico ruolo di regia per la programmazione sociale e l'implementazione dell'integrazione tra i diversi livelli istituzionali nei processi di analisi e di risposta al bisogno, favorendo altresì il processo di ridefinizione degli Ambiti, volto a incentivare lo sviluppo e il potenziamento di politiche sociali integrate nei modelli di governance, nelle azioni e nelle reti di realizzazione, ponendo particolare attenzione alle condizioni territoriali, gestionali, organizzative, programmatorie e di accesso ai servizi;

- il Piano di Zona del Distretto di Voghera attualmente è collocato nel territorio dell'Oltrepò Pavese e comprende due aree con caratteristiche geografiche differenti, l'una prevalentemente pianeggiante e l'altra collinare-montuosa. I Comuni del territorio sono 23, di cui 14 fanno parte della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese. La Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese è costituita da 19 Comuni. La presenza di 14 Comuni su 19 nell'ambito distrettuale di Voghera, con 1 nell'ambito distrettuale di () e 4 nell'ambito distrettuale di (, , , ) non garantisce all'interno della Comunità Montana uniformità e unitarietà nella gestione della governance delle politiche sociali sul territorio;

- la L. R. n. 23/15 e la D.G.R. n. 7631/2017 costituiscono un'opportunità per potere adottare un nuovo assetto di programmazione territoriale e per pensare ad un modello maggiormente integrato e meno frammentato, a partire proprio dal modello di governance delle politiche e dei processi relativi al territorio di Voghera e di tutti i Comuni facenti parte della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese;

- tale ipotesi di creazione di un nuovo ambito territoriale, Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese, che veda uniti gli attuali Comuni compresi nell'ambito distrettuale di Voghera e i n. 5 Comuni attualmente nell'ambito distrettuale di Broni (Ruino) e nell'ambito distrettuale di Casteggio (Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Montalto Pavese) si inserisce nella programmazione sociale a livello locale 2018/2020 che conferma la centralità del Piano di Zona come strumento di programmazione in ambito locale del sistema di offerta sociale, per il buon funzionamento della governance locale, per rispondere al meglio al bisogno sociale che la comunità locale manifesta, per coordinare la programmazione sociale con gli altri strumenti di programmazione esistenti e per ottimizzare le politiche sociali del territorio;

- il coordinamento del nuovo assetto di programmazione territoriale si collega alla pianificazione proposta dal di e dai 14 Comuni membri del Partenariato di Progetto che ha presentato la Candidatura Area Interna Appennino Lombardo - Alto Oltrepo Pavese;

- nell'ottica di armonizzare l'assetto dei servizi sul territorio dell'intera Comunità Montana il nuovo

Pagina 2 di 5 ambito territoriale provvederà a definire nella nuova programmazione interventi specifici destinati alla popolazione residente nei 19 Comuni, individuando azioni dedicate all'ambito montano con il riconoscimento della specificità territoriale;

- l'Assemblea dei Sindaci dell'Ambito Territoriale di Voghera, in data 17/12/2018, in relazione a quanto previsto dalla L.r. 23/15 e dalla DGR. n. 7631/2017, ha manifestato la volontà di procedere alla creazione del nuovo assetto territoriale, composto dai Comuni della Comunità Montana e dai Comuni dell'Ambito territoriale di Voghera, al fine di costituire il nuovo Ambito Territoriale di Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese;

- l'ATS di Pavia ha partecipato all'Assemblea distrettuale dei Sindaci per l'approvazione della programmazione locale 2018-2020 tenutasi in data 17/12/2018 presso il Comune di Voghera e ha sottoscritto l'Accordo di Programma con l'Ambito Territoriale di Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese;

- l'Ambito Territoriale di Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese, con nota prot. pec n. 58669 del 20/12/2018 ha trasmesso all'ATS di Pavia il verbale dell'Assemblea distrettuale e i documenti approvati;

Richiamato quanto sopra riferito, il responsabile del procedimento propone :

- di prendere atto dell'Accordo di Programma dell'Ambito Territoriale di Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese e del Piano di Zona relativo alla programmazione locale 2018-2020;

- di trasmettere alla Direzione Generale Politiche Sociali, Abitative e Disabilità di Regione Lombardia la documentazione sopra citata;

- di provvedere all'assolvimento degli obblighi di pubblicazione di cui agli arti. 26 e 27 del decreto legislativo n. 33/2013 e smi;

- di dare atto che dal presente provvedimento non discendono oneri per l'Agenzia;

- di non procedere ad alcuna contabilizzazione considerando che dall'attuazione del presente provvedimento non derivano costi/ricavi;

Ritenuto di fare propria la proposta del responsabile del procedimento Responsabile U.O.C Governo della Presa in carico e dei percorsi assistenziali Dr.ssa Loredana Niutta che, con la propria sottoscrizione, attesta che il presente provvedimento, a seguito dell'istruttoria effettuata, nella forma e nella sostanza, è legittimo;

Acquisito ai sensi dell'art. 3 del D.L.vo 502/92 e succ. mod. ed integrazioni, su richiesta del Direttore Generale, il parere favorevole, espresso per competenza dal Direttore Sanitario, dal Direttore Amministrativo e dal Direttore Sociosanitario;

D E C R E T A

Per le motivazioni indicate in premessa che qui si intendono integralmente riportate:

1.di prendere atto dell'Accordo di Programma dell'Ambito Territoriale di Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese e del Piano di Zona relativo alla programmazione locale 2018-2020;

2. di trasmettere alla Direzione Generale Politiche Sociali, Abitative e Disabilità di Regione Lombardia la documentazione sopra citata;

Pagina 3 di 5 3. di provvedere all'assolvimento degli obblighi di pubblicazione di cui agli arti. 26 e 27 del decreto legislativo n. 33/2013 e smi;

4. di dare atto che dal presente provvedimento non discendono oneri per l'Agenzia;

5. di unire quale parte integrante e sostanziale la seguente documentazione: All. 1 Verbale assemblea distrettuale dei Sindaci con allegati l'Accordo di programma e Piano di Zona relativo alla programmazione locale 2018-2020;

6. di demandare, per il tramite della struttura competente, la trasmissione dell'elenco nel quale è incluso il presente provvedimento al Collegio Sindacale, che potrà visionare l'atto nell'area del sito internet aziendale al link Amministrazione Trasparente - Provvedimenti;

7. di demandare al Responsabile del procedimento l'attuazione del presente provvedimento.

IL DIRETTORE GENERALE (Dr.ssa Anna PAVAN) (Firmato digitalmente)

Ai sensi dell'art. 17 comma 6 della legge regionale 30 dicembre 2009 n. 33 e smi, il presente provvedimento, non soggetto a controllo, è immediatamente esecutivo e sarà pubblicato all'Albo pretorio on line con l'osservanza della vigente normativa in materia di protezione dei dati personali, ai sensi del Regolamento UE n. 679/2016.

Pagina 4 di 5 PUBBLICAZIONE

Si attesta che il presente decreto sarà pubblicato sull'Albo pretorio on line per la durata di giorni quindici consecutivi e sarà successivamente sempre reperibile alla voce Provvedimenti della sezione Amministrazione Trasparente del sito internet aziendale.

Pavia lì 20/12/2018

Il Funzionario addetto

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ALL. 1 Si attesta che il presente documento è allegato al verbale dell’Assemblea dei Sindaci del 17.12.2018 del quale è parte integrante.

IL DIRIGENTE DEL SETTORE SERVIZI SOCIALI E ISTRUZIONE ______

PIANO DI ZONA AMBITO DISTRETTUALE VOGHERA E COMUNITÀ MONTANA OLTREPÒ PAVESE

ACCORDO DI PROGRAMMA TRA I COMUNI DI , , BORGO PRIOLO, BORGORATTO MORMOROLO, , , , , E BASTIDA, FORTUNAGO, , , MONTALTO PAVESE, , , , , , , RUINO, SANTA MARGHERITA DI , , , , VALVERDE, VARZI, VOGHERA, , L’ATS DI PAVIA

PER

L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328 “LEGGE QUADRO PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI”- PIANO DI ZONA 2018/2020.

PREMESSO

- Che l’art. 6 della legge n. 328/2000 stabilisce che i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale e concorrono alla programmazione regionale, adottando sul piano territoriale gli assetti più funzionali alla gestione, alla spesa ed al rapporto con i cittadini, secondo le modalità stabilite dal D.Lgs. n. 18 agosto 2000, n. 267; - Che l’art. 18 della citata legge specifica che il Governo predispone ogni tre anni il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali e che le Regioni adottano il Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali, provvedendo in particolare all’integrazione socio- sanitaria, in coerenza con gli obiettivi del piano sanitario regionale, nonché al coordinamento delle politiche dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro; - Che l’art. 19 statuisce che i Comuni associati a tutela dei diritti della popolazione, d’intesa con le Aziende Sanitarie Locali, provvedono, nell’ambito delle risorse disponibili per gli interventi sociali e socio-sanitari secondo le indicazioni del piano regionale, a definire il piano di zona;

CONSIDERATO

- Che il D.Lgs. n. 267/2000 all’art. 34, relativo alla disciplina degli accordi di programma, prevede che per la definizione e l’attuazione di opere, interventi o programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l’azione integrata e coordinata dei Comuni e di altri soggetti pubblici, l’Ente promotore promuove la conclusione di un accordo di programma per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinare i tempi, le modalità, il finanziamento ed ogni altro connesso adempimento;

1 VISTA la D.G.R. n. 7631/2017 “Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2018 – 2020” che all’Allegato 1 riporta analiticamente: a) le indicazioni, gli obiettivi per la nuova triennalità di programmazione e i ruoli dei diversi attori coinvolti; b) l'articolazione dei livelli di premialità e le modalità di erogazione delle relative risorse stanziate in ragione degli obiettivi strategici raggiunti; c) le modalità di incentivazione del raggiungimento di obiettivi strategici di interesse quali: uniformità di regolamentazione degli accessi, compartecipazione alla spesa, individuazione di omogenei indicatori di appropriatezza e qualità dei servizi e degli interventi, realizzazione di progettualità innovative; e da atto che il percorso evolutivo verso nuovi ambiti distrettuali prende avvio nel rispetto della specificità e autonomia del territorio;

VISTA la Legge Regionale 12 marzo 2008 n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale”;

VISTO l’art. 4, comma 5, e l’art. 5, comma 4, del D. Lgs. n. 267/2000;

PRESO ATTO degli incontri sulla programmazione del Piano di Zona effettuati tra i Comuni e con le Associazioni e i soggetti del terzo settore del territorio; viene definito il seguente Accordo di Programma:

ART. 1 – FINALITÀ

Gli Enti firmatari del presente accordo si propongono la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali con riferimento agli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare nell’ambito locale, da porre alla base del presente Accordo di Programma, attraverso l’integrazione delle rispettive competenze ed in particolare per quanto attiene l’attuazione di quanto stabilito nel Piano di Zona 2018-2020 che s’intende far parte integrante e sostanziale del presente accordo.

ART. 2 – AMBITO TERRITORIALE

Il presente accordo è finalizzato alla realizzazione del “Piano di Zona” nell’ambito del Distretto di Voghera.

ART. 3 – ENTI FIRMATARI DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA, ENTE CAPOFILA

I soggetti dell’accordo sono i Comuni di Bagnaria, Brallo di Pregola, Borgoratto Mormorolo, Borgo Priolo, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Corana, , Fortunago, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montalto Pavese, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera, Zavattarello e l’ATS di Pavia. Assume il ruolo di Ente Capofila, per portare a buon fine il presente Accordo di Programma, il Comune di Voghera.

ART. 4 - ORGANI DI GOVERNO DEL PIANO DI ZONA

L’Assemblea dei Sindaci dell’ambito distrettuale, composta dai Sindaci dei Comuni aderenti o loro delegati, viene individuata quale organo politico di programmazione.

2 A tale organo compete la definizione delle strategie di politica sociale del territorio di riferimento ed il controllo sull’attuazione tecnica degli indirizzi, con esercizio anche delle funzioni di vigilanza di cui all’articolo 34, settimo comma, del TUEL. Il funzionamento dell’Assemblea dei Sindaci è normato dai criteri della D.G.R. n. 5507/16 “Attuazione l.r. 23/2015: regolamento di funzionamento della conferenza dei sindaci, del consiglio di rappresentanza dei sindaci, dell’assemblea dei sindaci di distretto e dell’assemblea dei sindaci dell’ambito distrettuale”. Fatto salvo il rispetto dei criteri normati da tale D.G.R., l’Assemblea può dotarsi di un regolamento “integrativo” per agevolarne il funzionamento. All’Assemblea dell’ambito distrettuale possono partecipare, di norma, rappresentanti di ATS e/o di ASST, a seconda degli argomenti trattati.

ART. 5 - ORGANIZZAZIONE DEL PIANO DI ZONA: IL SUB-AMBITO MONTANO

L’Assemblea dei sindaci dell’ambito distrettuale riconosce la necessità di definire un sub-ambito montano attraverso il riconoscimento di un presidio politico, organizzativo, economico ed amministrativo dedicato e rivolto al riconoscimento della specificità montana, con sede presso la Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese.

ART. 6 – IMPEGNI DEI SOGGETTI FIRMATARI

Gli Enti concorrono nel triennio all’applicazione del programma annuale, definendo le priorità di intervento e garantendone la verifica, dichiarando la disponibilità a momenti di raccordo con gli ambiti distrettuali limitrofi, in applicazione della Legge n. 328/2000. Ferme restando le competenze di ciascun sottoscrittore, le parti firmatarie del presente Accordo di Programma si impegnano: - a realizzare, per gli aspetti di competenza, le azioni del Piano di Zona nel rispetto dei criteri e delle modalità definite nel Piano stesso; - alla reciproca collaborazione per lo sviluppo di azioni che ampliano i soggetti coinvolti e interessati alla programmazione zonale come la scuola, il terzo settore, le organizzazioni sindacali, anche attraverso protocolli di intesa e accordi laddove ritenuto opportuno, per la più ampia e diffusa realizzazione delle azioni previste; - a favorire, programmandola, la partecipazione dei propri operatori ai diversi tavoli tecnici di confronto, monitoraggio e valutazione della programmazione; - a individuare le forme più opportune di scambio di dati e di informazioni utili ai processi di monitoraggio, verifica e programmazione delle iniziative in campo sociale e socio-sanitario; - a partecipare alla messa in rete dei propri servizi, alla preparazione e attuazione di regolamenti comuni, protocolli d’intesa e progetti che verranno approvati dall’Assemblea dei Sindaci In particolare, i Comuni: - partecipano all’Assemblea di ambito distrettuale attraverso il Sindaco o delegato; - rendono disponibili le risorse economiche, umane e strumentali per la realizzazione degli obiettivi e delle azioni contenute nel Piano Sociale di Zona e definite annualmente dall’Assemblea dell’ambito distrettuale e supportano il consolidamento dell’Ufficio di Piano dell’Ambito; - garantiscono i Livelli Essenziali ex art. 22 della Legge n. 328/2000 e quant’altro contenuto nell’allegato Piano di Zona.

ART. 7 – GLI STRUMENTI E LE MODALITÀ DI COLLABORAZIONE CON IL TERZO SETTORE

3 Gli Enti firmatari del presente accordo, come auspicato dalla L. n. 328/2000, concordano nel ritenere indispensabile per la realizzazione dei diversi interventi, la collaborazione di altri soggetti individuati all’art. 1 della citata Legge n. 328/2000. L’Ambito distrettuale Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese aderisce al Tavolo Unico di Consultazione del Terzo Settore costituito presso l’ATS di Pavia, quale spazio specifico di confronto e consultazione.

ART. 8 – RISORSE ECONOMICHE

La programmazione del Piano di Zona e l’attuazione degli obiettivi e delle azioni previste è sostenuta da diversi canali di finanziamento che concorrono alla copertura dei costi: - Fondo Nazionale Politiche Sociali - Fondo Sociale Regionale - Fondo per le Non Autosufficienze - Risorse autonome dei Comuni - Altre risorse (assegnazioni a seguito di intese a livello nazionale; concorso alla spesa da parte dell’utenza, finanziamenti da altri enti concordati a livello di programma o di intese, ecc.). E’ prevista la compartecipazione di ciascun Comune facente parte dell’Ambito distrettuale alle spese relative al funzionamento dell’Ufficio di Piano secondo la quota capitaria di € 1,00 per abitante (popolazione al 31 Dicembre dell’anno precedente).

ART. 9 – DURATA DELL’ACCORDO E SUA CONCLUSIONE

Il presente accordo ha validità dal 1.01.2019 ed è valido sino al 31.12.2020. Periodicamente si procederà alla verifica e all’aggiornamento del Piano in funzione degli obiettivi raggiunti e alle nuove esigenze che emergeranno, con approvazione formale dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale.

ART. 10 – OBIETTIVI E PRIORITÀ

La programmazione del sistema locale di servizi ed interventi sociali dell’Ambito distrettuale ha come obiettivo prioritario la conferma dei servizi attivati, assicurando la continuità degli interventi agli utenti già in carico. Il Piano di Zona stabilisce obiettivi di innovazione a medio termine, da realizzarsi compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, orientati a sviluppare risposte innovative a bisogni emergenti.

ART. 11 – GESTIONE ASSOCIATA DI FUNZIONI

I Comuni dell’Ambito distrettuale programmano la gestione associata delle attività socio- assistenziali inerenti la tutela minorile in convenzione con la Fondazione Adolescere di Voghera e la Fondazione San Germano di Varzi. La scelta e l’adesione alla convenzione è facoltà del singolo Comune che approva direttamente l’atto con la Fondazione.

ART. 12 – L’ORGANIZZAZIONE DELL’UFFICIO DI PIANO. LE RISORSE UMANE, STRUMENTALI E FINANZIARIE

L’Ufficio di Piano è l’organismo di supporto tecnico ed esecutivo alla programmazione, responsabile delle funzioni tecniche, amministrative e della valutazione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona.

4 L’Ufficio di Piano è costituito presso il Comune di Voghera, individuato quale Ente capofila del Distretto, ed è coordinato dal Dirigente del Settore Servizi Sociali del Comune di Voghera, che assicura il supporto tecnico all’Assemblea dei Sindaci, gestisce attraverso il Piano Esecutivo di Gestione dell’Ente i finanziamenti assegnati all’ambito ed è responsabile dell’esecuzione dell’Accordo di Programma. L’Ufficio di Piano garantisce un sistema integrato di servizi, attraverso: - la programmazione, pianificazione e valutazione degli interventi; - la costruzione e gestione del budget; - l’amministrazione delle risorse complessivamente assegnate (Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondo per le non autosufficienze, quote dei Comuni e di altri eventuali soggetti); - il coordinamento della partecipazione dei soggetti sottoscrittori e aderenti all’Accordo di Programma. L’Ufficio di Piano garantisce le funzioni di servizio sociale professionale, le funzioni di segretariato sociale, l’espletamento di prestazioni professionali previste dal Piano di Zona, l’informazione dell'utenza, l’accompagnamento all’acquisto di prestazioni, il monitoraggio degli enti accreditati, il supporto nella gestione amministrativa e contabile, il supporto nella redazione dei monitoraggi e delle rendicontazioni regionali. L’Ufficio di Piano risponde, inoltre, nei confronti dell’Assemblea dei Sindaci, dell’ATS e della Regione, della correttezza, attendibilità e puntualità degli adempimenti previsti rispetto ai debiti informativi regionali.

ART. 13 - COLLABORAZIONE CON IL TERZO SETTORE E TAVOLI D’AREA TEMATICI

Il terzo settore partecipa all'attuazione dell’accordo i programma mantenendo la presenza stabile nell'ambito dei Tavoli tematici e di rappresentanza del Terzo Settore, che rappresentano il luogo di confronto tra programmatori istituzionali e realtà sociali garantendo la partecipazione dei soggetti previsti dall’Art. 3 della L.R. n. 3/08 e così come riconosciuto dalla D.G.R. n. 7631/2017. Per poter riconoscere ed agevolare il ruolo delle organizzazioni, così come previsto dalla Legge nn. 328/00, dalla D.G.R. n. 7631/2017 e per l’applicazione del principio di sussidiarietà, tali tavoli dovranno essere convocati regolarmente.

ART. 14 – MODALITÀ DI VERIFICA E MONITORAGGIO DELL’ATTUAZIONE DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA. COLLEGIO DI VIGILANZA

L’Assemblea dei Sindaci è responsabile del monitoraggio e della verifica degli obiettivi, dell’allocazione delle risorse, in relazione con gli obiettivi del Piano e delle priorità. Ai sensi dell’art. 34, comma 7, del D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 la vigilanza sull’esecuzione dell’Accordo di Programma è svolta da un collegio composto dai Sindaci dei Comuni di Bagnaria, Brallo di Pregola, Borgoratto Mormorolo, Borgo Priolo, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Corana, Cornale e Bastida, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montalto Pavese, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera, Zavattarello, o loro delegati, ed è presieduto dal Sindaco del Comune capofila. L’Ente capofila provvede a fornire al Collegio di Vigilanza il supporto tecnico necessario. Può essere convocato su richiesta di qualunque Ente o soggetto aderente. Svolge funzione di prima conciliazione di contenziosi o di ricorsi da parte di sottoscrittori, aderenti o soggetti privati, su cui si pronuncia, anche sentite le parti, nel termine di 30 giorni. Per la risoluzione di eventuali controversie insorte durante le fasi di attuazione del Piano di Zona e non composte bonariamente, ai sensi dell’art. 34, comma 2, del D. Lgs. n. 267/2000 si farà ricorso all’arbitrato.

5 La votazione del Collegio di Vigilanza avviene a maggioranza assoluta.

ART. 15 – PERIODO TRANSITORIO

I Comuni di Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Montalto Pavese e Ruino gestiranno gli interventi e i servizi già organizzati e attivati, ai sensi della programmazione approvata dai rispettivi ambiti territoriali, per un periodo transitorio fino al 31.12.2019 o comunque non oltre la conclusione dell’erogazione dei servizi e delle prestazioni in corso.

ART. 16 – PUBBLICAZIONE

Il Comune di Voghera in quanto Ente capofila, si impegna a pubblicare per estratto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia il presente Accordo di Programma e a tenere a disposizione tutta la documentazione per gli Enti sottoscrittori e gli altri soggetti aventi diritto, secondo la normativa vigente.

ART. 17 - TUTELA PRIVACY

Gli Enti sottoscrittori del presente Accordo di Programma, in ottemperanza alle disposizioni del Regolamento UE 679/16 (GDPR) in materia di protezione dei dati personali, quali Titolari del Trattamento ai sensi dell'art. 4m, comma 7 e 24, del GDPR, dovranno nominare singolarmente ai sensi dell'art. 28, comma 4 e 29, del GDPR i propri Responsabili e Incaricati Autorizzati del trattamento dei dati personali per la seguente finalità: attività connesse per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, socio-assistenziali, di welfare e socio-sanitari previsti dal Piano di Zona 2018-2020. Ai sensi dell'art. 32 del GDPR, gli Enti sottoscrittori, nell'ambito del trattamento dei dati e del relativo perimetro di attività, adottano misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio del trattamento dei dati personali.

Voghera, 17.12.2018.

Per il Comune di Bagnaria Il Sindaco ______

Per il Comune di Borgo Priolo Il Sindaco ______

Per il Comune di Borgoratto Mormorolo Il Sindaco ______

Per il Comune di Brallo di Pregola Il Sindaco ______

Per il Comune di Casei Gerola Il Sindaco ______

Per il Comune di Cecima Il Sindaco ______

Per il Comune di Codevilla Il Sindaco ______

Per il Comune di Corana Il Sindaco ______

Per il Comune di Cornale e Bastida Il Sindaco ______

6 Per il Comune di Fortunago Il Sindaco ______

Per il Comune di Godiasco Salice Terme Il Sindaco ______

Per il Comune di Menconico Il Sindaco ______

Per il Comune di Montalto Pavese Il Sindaco ______

Per il Comune di Montesegale Il Sindaco ______

Per il Comune di Ponte Nizza Il Sindaco ______

Per il Comune di Retorbido Il Sindaco ______

Per il Comune di Rivanazzano Terme Il Sindaco ______

Per il Comune di Rocca Susella Il Sindaco ______

Per il Comune di Romagnese Il Sindaco ______

Per il Comune di Ruino Il Sindaco ______

Per il Comune di Santa Margherita di Staffora Il Sindaco ______

Per il Comune di Silvano Pietra Il Sindaco ______

Per il Comune di Torrazza Coste Il Sindaco ______

Per il Comune di Val di Nizza Il Sindaco ______

Per il Comune di Valverde Il Sindaco ______

Per il Comune di Varzi Il Sindaco ______

Per il Comune di Voghera Il Sindaco ______

Per il Comune di Zavattarello Il Sindaco ______

Per l’A.T.S. di Pavia ______

7 ALL. 2 Si attesta che il presente documento è allegato al verbale dell’Assemblea dei Sindaci del 17.12.2018 del quale è parte integrante.

IL DIRIGENTE DEL SETTORE SERVIZI SOCIALI E IST RUZIONE ______COMUNE DI VOGHERA Provincia di Pavia

AMBITO DISTRETTUALE VOGHERA E COMUNIT MONTANA OLTREPÔ PAVESE

Comuni di Bagnaria, Brallo di Pregola, Borgoratto Mormorolo, Borgo Priolo, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Corana, Cornale e Bastida, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montalto Pavese, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera, Zavattarello

PIANO DI ZONA 2018-2020

INDICE

1. Introduzione. La nuova programmazione 2018 œ 2020 3 2. Contesto demografico e sanitario della provincia di Pavia 10 3. Contesto socio-economico della provincia di Pavia 34 4. Valutazione dei risultati della triennalità 2015-2017 37 5. Il nuovo Ambito Distrettuale Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese 53 6. La Governance del nuovo Ambito Distrettuale: funzione e composizione degli organismi di programmazione 62 7. Contesto demografico 65 8. Associazioni di volontariato, di promozione sociale,e di solidarietà familiare 68 9. L‘analisi del bisogno del nuovo Ambito Distrettuale per il triennio 2018-2020 70 10. Gli obiettivi della nuova programmazione 2018-2020 Obiettivi di policy e obiettivi strategici 74 11. Programmazione annuale delle risorse economico finanziarie destinate alla realizzazione degli obiettivi del piano 79

2 INTRODUZIONE LA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2018 œ 2020

A partire dalla loro creazione con la Legge 328/2000, i Piani di Zona si sono imposti come attori fondamentali per il disegno e la realizzazione delle politiche sociali a livello locale. Nel corso di questi diciotto anni il loro ruolo è cresciuto esponenzialmente, ponendoli al centro della rete del welfare locale e determinandone il ruolo indispensabile per ciò che concerne le politiche sociali. Al cuore del Piano di zona e del suo funzionamento vi è il modello della gestione associata, ossia un approccio secondo il quale gli enti comunali possono raggiungere risultati migliori - dal punto di vista dell‘efficacia e dell‘efficienza della gestione economica e di erogazione dei servizi - mettendo in comune e condividendo alcune funzioni. Il Piano di zona è quindi uno strumento di governance che svolge precisamente questa funzione, consentendo a tutti i Comuni, anche e soprattutto ai più piccoli, di poter realizzare politiche sociali ed erogare servizi che, dopo l‘esplosione della crisi economica e il cambiamento del quadro socio-economico diventano sempre più essenziali. In un contesto come quello lombardo e in particolare della provincia di Pavia, caratterizzato da una grande frammentazione nel numero dei Comuni, il ruolo dell‘Ambito Distrettuale è strategico per tutto ciò che concerne la definizione ed erogazione delle politiche sociali. La centralità dell‘Ambito Distrettuale risiede anche nel bisogno del territorio di armonizzare misure e fonti di finanziamento provenienti da diversi livelli di governance con le politiche sociali programmate dagli enti locali. I Piano di zona si sono trovati ad affrontare un momento storico particolarmente complesso, segnato dalla grande crisi socio-economica del 2008, coincisa con una drastica riduzione delle risorse disponibili per programmare i servizi. A livello lombardo i Piano di zona si sono inoltre dovuti confrontare con la riforma del sistema sociosanitario disegnata dalla Legge 23/2015, che ha cambiato in modo profondo la governance complessiva del sistema di welfare, portando alla nascita delle ATS e delle ASST. Un cambiamento che inevitabilmente riguarda anche la dimensione sociale, oltre che quella sanitaria, data la natura di —rete“ che caratterizza il welfare lombardo. Per quel che concerne gli obiettivi macro di sistema, Regione Lombardia ha disegnato una parte sostanziale delle proprie politiche con l‘obiettivo di affrontare il tema della disabilità, della fragilità e della vulnerabilità socio-economica dandosi come obiettivo strategico l‘adeguamento del sistema sociosanitario lombardo alle nuove complessità emergenti, cercando di delineare un sistema in grado di fornire risposte innovative, flessibili e appropriate alle persone fragili, in molti casi soggetti che la tradizionale rete dei servizi non riusciva a prendere in carico.

3 La stessa Legge Regionale n. 23/2015 sistematizza la centralità della presa in carico della persona, riconoscendo l‘essenzialità del processo di valutazione multidimensionale del bisogno. I temi dell‘accesso alla rete, della sua flessibilità funzionale e la capacità di affrontare fragilità e bisogni multipli sono aspetti essenziali e obiettivi strategici per i Piano di zona. In questo quadro la D.G.R. n. 7631/17 che determina le linee di indirizzo per la programmazione zonale 2018-2020, ha voluto cogliere il senso dell‘evoluzione del welfare lombardo agganciando a questo cambiamento l‘evoluzione del ruolo dei Piano di zona. Prima di tutto la D.G.R. n. 7631/17 opera in continuità con la precedente n. 2941/14, riconoscendo l‘essenzialità dell‘approccio teorico alla base di quelle linee di indirizzo, ossia la necessità di ridurre la frammentazione del sistema e potenziare la dimensione dell‘integrazione. L‘elemento della presa in carico è quindi essenziale perché mira a risolvere proprio una delle maggiori criticità del sistema lombardo, ossia il problema della frammentazione del sistema. La precedente triennalità 2015-2017 si poneva quindi come obiettivi principali di: 1. ricomporre le informazioni e la conoscenza per programmare in modo integrato, 2. ricomporre i servizi per facilitare i percorsi degli utenti, 3. ricomporre le risorse per ottenere più efficacia e ridurre gli sprechi. Questi tre obiettivi sono stati riconfermati anche dalla D.g.r. 7631 proprio perché si riconosce una continuità strategica tra questi temi e gli obiettivi che si pone la nuova triennalità. In primo luogo la D.G.R. n. 7631 riconosce per la prima volta, compiendo un atto forte dal punto di vista politico- amministrativo, il ruolo strategico del Piano di zona in quanto attore fondamentale nel welfare lombardo. Se gli Uffici di Piano sono nati con un‘ottica prettamente orientata verso la gestione/erogazione, tale ruolo si è nel corso del tempo evoluto ed ha determinato un cambio di passo sostanziale. Questo perché appare evidente quanto a livello di Piano di zona vi sia una concentrazione di funzioni sempre più ampia: la gestione, la programmazione, l‘analisi del bisogno oltre che l‘erogazione di alcune misure nazionali e regionali. Considerando questo elemento è facile spiegarsi perché riecheggi a più riprese nella D.G.R. n. 7631 il richiamo al fatto che l‘obiettivo di lungo medio-lungo periodo è quello di procedere ad un rafforzamento sostantivo dell‘Ufficio di Piano, ovvero in prospettiva consolidarne le capacità di programmazione, regolamentazione, gestione e implementazione delle politiche sociali: la necessità è che i Comuni, in raccordo con la Regione, riconoscano l‘essenzialità della funzione svolta dal Piano di zona, conferendo più risorse allo stesso. Il meccanismo innovativo alla base delle nuove linee di indirizzo è quello della premialità. Regione Lombardia ha deciso di individuare due tipi di obiettivi essenziali che, una volta raggiunti, danno diritto al Piano di zona di poter acquisire un determinato ammontare di risorse economiche.

4 Al cuore della nuova programmazione vi è l‘obiettivo di rivedere la governance dei Piano di zona e quindi i loro confini, spingendo per arrivare ad una migliore dimensione ottimale d‘ambito, anche in ossequio alle previsioni normative espresse dalla Legge 23/2015. Questa revisione dei confini attraverso percorsi di azzonamento non deve però essere vista come un mero adempimento normativo, quanto come l‘opportunità di rivedere la scala e l‘efficacia delle politiche sociali locali. Prima di tutto il principio alla base della creazione dei nuovi Ambiti Distrettuali è quello di istituzionalizzare reti già consolidate di cooperazione e coordinamento tra Piano di zona, supportando l‘idea che chi già opera insieme e/o condivide interessi ed obiettivi possa trovare nel nuovo Ambito gli strumenti adatti ad affrontare le nuove sfide. Infatti la D.G.R. fornisce una importante finestra di opportunità per rivedere la governance dei servizi e quindi rafforzare quel processo di territorializzazione del welfare che ormai caratterizza da alcuni anni molti sistemi di welfare locale in Europa. Il punto centrale di questo processo è la ricerca dell‘equilibrio ottimale tra la necessità di ridurre una frammentazione perniciosa per l‘efficacia e la bontà dei servizi e il bisogno di portare questi servizi il più possibile vicino ai cittadini, anche nell‘ottica di una personalizzazione dell‘intervento e di una maggiore corresponsabilizzazione dell‘utente. L‘obiettivo della D.g.r. non è quindi semplicemente di rivedere il numero di Piani, quanto piuttosto dare ai nuovi Ambiti la dimensione e gli strumenti adatti ad affrontare le sfide sociali che sono costretti a fronteggiare. Piani più forti e strutturati sono il prerequisito essenziale affinché sia possibile fornire una più efficace risposta al bisogno. La pima quota premiale supporta la creazione di questi nuovi Ambiti, sostenendo coloro che si sforzano nel ridisegno del sistema di governance delle politiche sociali. Il raggiungimento di questo primo livello è quindi propedeutico all‘accesso ad un secondo livello di premialità che è invece strettamente legato alla costruzione delle politiche sociali e dei servizi, in un‘ottica di innovazione sociale. In particolare la D.G.R. individua tre tipi di obiettivi strategici che gli Ambiti possono considerare all‘interno della loro programmazione: l‘investimento su progetti di innovazione sociale, l‘innalzamento della qualità dei servizi e il potenziamento della capacità di accesso ai servizi. Per accedere a questa seconda finestra è necessario aver raggiunto il primo obiettivo sulla dimensione d‘Ambito. Questa scelta può essere spiegata con la necessità di legare ancora di più la dimensione di governance alla programmazione/realizzazione delle politiche, con l‘idea che la prima influenzi necessariamente la seconda. Un Ambito più ampio, meglio organizzato e più strutturato nei suoi organismi può meglio operare al fine di raccordarsi con i diversi attori del territorio per individuare i bisogni e le criticità territoriali, e procedere ad una programmazione più innovativa e meglio legata alle necessità dei cittadini.

5 Si impone così un nuovo paradigma nella programmazione sociale, che vede l‘ente locale e la sua struttura di governance come il motore di un nuovo modello di produzione e gestione delle politiche, con l‘attore pubblico locale chiamato a coordinare e ad innovare le misure/politiche in cooperazione con i diversi attori della rete. Il lavoro di potenziamento dell‘Ufficio di Piano è pensato proprio perché è da esso che passano le risposte ai bisogni sociali. Un Ambito che cresce e si dota di nuovi strumenti di governance è in grado di lavorare meglio in settori quali l‘analisi del bisogno, l‘emersione delle situazioni di esclusione sociale particolarmente critiche e non immediatamente visibili, la definizione di una programmazione basata su questi bisogni e infine un impiego ottimale di risorse scarse. Questo doppio canale di intervento vuole creare una combinazione in grado di fornire all‘attore pubblico gli strumenti adatti per produrre risposte articolate e flessibili a bisogni sociali (più o meno espressi) complessi, integrando le risorse disponibili provenienti da diverse fonti di finanziamento e valorizzando il ruolo dei vari attori sociali, potenziando la strutturazione delle arene di governance in una logica di sempre maggiore cooperazione tra pubblico e privato. La D.G.R. pone una certa enfasi sul ruolo delle ATS, in particolare per quel che concerne la loro funzione di governance e di regia su molte attività sociali, con una certa enfasi sul loro ruolo nei processi di integrazione. Non casualmente richiama la funzione essenziale svolta dalla Cabina di Regia al fine di raccordare il funzionamento della rete sociosanitaria con quella sociale, anche per il tramite del coinvolgimento delle ASST in quanto ente erogatore di servizi e prestazioni. La Cabina di Regia è il luogo istituzionale per eccellenza nel quale vanno raccordati gli attori e le politiche, e nel quale si deve svolgere l‘analisi delle criticità e degli obiettivi di medio-lungo periodo, al fine di rafforzare l‘integrazione e il governo dei servizi e della rete. Non ultimo è richiamato il ruolo del Terzo Settore come partner strategico nel lavoro quotidiano di programmazione e realizzazione degli interventi a carattere sociale. Proprio l‘interazione tra Piano di zona e Terzo Settore è considerato un passaggio strategico al fine di implementare le opportunità aperte da questa nuova programmazione, al fine di rafforzare la dimensione territoriale del welfare e quindi la sua capacità di migliorare l‘accesso alla rete a tutti i cittadini in stato di fragilità o a rischio di scivolamento verso una condizione di bisogno. Le linee di indirizzo si inseriscono quindi nel più ampio percorso di riforma del welfare regionale e hanno l‘ambizione di essere un elemento utile per collegare in modo più efficace il complesso dei (nuovi) bisogni con la programmazione e l‘organizzazione delle risorse, in particolare tramite una profonda riorganizzazione territoriale. Riorganizzazione che vede nell‘attore regionale uno stimolo al cambiamento ma che lascia alla totale autonomia e protagonismo dei territori, le scelte dei confini, delle forme, delle modalità e dei tempi con cui approcciare questo cambiamento.

6 Per i nuovi Piani di zona questa nuova triennalità rappresenta l‘occasione giusta per ripensare la loro centralità nel sistema dell‘offerta sociale, in particolare perché è in capo ad essi che gravitano molte funzioni, quali quella di —svolgere con continuità un‘analisi integrata dei bisogni sociali territoriali, espressi e sommersi, e dei fattori di rischio emergenti, programmando le risposte in un‘ottica preventiva, attraverso la realizzazione delle azioni e degli obiettivi inseriti nel documento di Piano“ (D.g.r. 7631/17). Ë pertanto essenziale che il Piano di zona disegni una programmazione degli interventi sociali alla luce del bisogno emerso e sommerso, attraverso una approfondita lettura della domanda territoriale, facendo leva su azioni sociali innovative e sperimentali. Queste parole individuano dei problemi concreti sui quali è necessario lavorare con attenzione e abnegazione, integrando le diverse aree di policy per rispondere a bisogni sempre più complessi, in particolare guardando alle sfide fondamentali del prossimo futuro quali la lotta contro la vulnerabilità socio-economica, la lotta alle nuove forme di povertà, la tutela delle persone fragili e l‘inclusione sociale. Sono questi i campi su cui i nuovi Ambiti devono mostrare la loro capacità di intervento e, ove possibile, di prevenzione, ben consci che i limiti attuali sono uno stimolo per progettare nuove soluzioni a problemi complessi. Il varo della l.r. 23/2015 ha sancito il riordino del sistema di welfare regionale con l‘obiettivo di riformare i pilastri organizzativi del sistema, definire nuovi obiettivi strategici di lungo periodo e sistematizzare il quadro della governance del sistema per offrire nuove risposte ai bisogni complessi, rafforzare la dimensione della programmazione e potenziare il livello di integrazione tra i settori sanitario, sociosanitario e sociale. Da queste premesse prende necessariamente forma la nuova programmazione zonale 2018-2020. Il passaggio da un sistema centrato sull‘offerta ad uno focalizzato sull‘analisi del bisogno significa potenziare un modello di welfare costruito sulla risposta integrata ai bisogni œ ormai di natura multidimensionale œ del cittadino, inteso come singolo e la sua famiglia quali soggetti facenti parte di una rete ampia. Nel passaggio di principio —dalla cura al prendersi cura“, è all‘interno del sistema di offerta sociale - composta da attori pubblici, privati, profit e non profit, in integrazione con la rete sanitaria e socio-sanitaria, che il cittadino deve trovare il sostegno necessario ad evitare lo scivolamento o l‘acuirsi delle condizioni di vulnerabilità (sia essa sanitaria e/o socio-economica), e una rete capace di fornire una presa in carico complessiva in grado di accompagnare il soggetto nel suo percorso all‘interno del sistema di welfare. Gli indirizzi regionali degli ultimi anni si sono mossi per l‘appunto in questa direzione,strutturando il sistema lungo due direttrici principali: - un sistema basato sulla presa in carico globale della persona; - un sistema articolato di risposte ai bisogni della persona e della famiglia, fondato sull‘offerta consolidata costituente il primo pilastro del welfare e dall‘insieme di risposte integrate, flessibili e modulabili governate dal sistema.

7 Con la D.G.R. n. 116/13, Regione Lombardia ha istituito il Fondo regionale a favore della famiglia e dei suoi componenti fragili con lo scopo di valorizzare la famiglia, a partire dal supporto alle attività che già svolge in un‘ottica sussidiaria: tutelare il benessere di tutti i componenti della famiglia, anche in presenza di situazioni di fragilità e di problematiche complesse; tutelare la salute delle persone fragili, non autosufficienti e/o con patologie cronico- degenerative che si trovano in condizione di povertà. Questo è il riconoscimento di un ruolo strategico della famiglia come attore e risorsa del nuovo welfare di comunità, con un ruolo in costante evoluzione in parallelo allo sviluppo del nuovo welfare. I diversi provvedimenti regionali assunti, affrontando il tema della disabilità, della fragilità e della vulnerabilità, hanno avuto come obiettivo prioritario quello di adeguare il sistema sociosanitario lombardo alle nuove complessità emergenti, fornendo risposte innovative, flessibili e appropriate alle persone fragili, in molti casi non prese in carico dalla tradizionale rete dei servizi. La l.r. n. 23/2015 sistematizza ulteriormente la dimensione centrale della presa in carico della persona basata sulla valutazione multidimensionale del bisogno; una presa in carico costruita sull‘universalismo selettivo per l‘accesso ai servizi. L‘elemento della presa in carico è essenziale perché, nei fatti, raccoglie una delle maggiori criticità del sistema lombardo, ossia il problema della frammentazione del sistema, in termini di offerta, di accesso al sistema, di risorse, di conoscenza e di processi. La L. R. n. 23/2015 fornisce gli strumenti e il quadro sistemico per realizzare l‘integrazione che, alla luce delle evoluzioni normative degli ultimi anni, può essere intesa come la capacità delle diverse reti di lavorare in una logica sinergica e cooperativa, costruendo filiere di servizi e di interventi coerenti e capaci di promuovere un modello di welfare che sostenga le persone fragili, affiancando sia loro che, ove presenti, i rispettivi nuclei famigliari, in modo integrato e con continuità garantita nel tempo . Nell‘ottica del rafforzamento di questi elementi e di una maggiore territorializzazione del welfare quale nuovo modello di governance atto ad avvicinare i servizi ai cittadini, si sono mosse anche le ultime due triennalità dei Piani di zona. La triennalità 2012-2014 —Un welfare della sostenibilità e della conoscenza“, ha promosso a livello locale politiche di welfare in grado di realizzare un sistema di rete territoriale in grado di sostenere la famiglia, diversificare i servizi fornendo risposte personalizzate, razionalizzare e ottimizzare l‘impiego delle risorse disponibili, superare le logiche organizzative settoriali e la frammentazione. La triennalità 2015-2017 —Un welfare che crea valore per le persone, le famiglie e la comunità“, si è posta come obiettivi principali quelli di ricomporre le informazioni e la conoscenza per programmare in modo integrato, i servizi per facilitare i percorsi degli utenti, le risorse per ottenere più efficacia e ridurre gli sprechi. In un quadro in cui risultano strategici il superamento della frammentarietà degli interventi e delle risorse impiegate, la lettura integrata del bisogno (affidata ai territori in quanto attori principali nell‘analisi dei nuovi bisogni) e

8 l‘appropriatezza delle risposte, appare rilevante il ruolo dell‘innovazione sociale come strumento strategico per il potenziamento del sistema di welfare. L‘innovazione sociale può essere vista come un modello articolato di cambiamenti che raccoglie strutture, servizi e interventi che, in chiave singola e/o coordinata - tramite efficaci modelli sperimentali -, riesce a produrre risposte nuove, appropriate e centrate sui bisogni emergenti, coinvolgendo i diversi attori territoriali in una logica di cooperazione integrata e sussidiarietà . In quest‘ottica Regione Lombardia ha già definito una cornice programmatoria con interventi quali, ad esempio, la D.G.R. n. 5060/16, nella quale vengono stabiliti dei principi rispetto al tipo di interventi forniti quali la personalizzazione, la tempestività, la temporaneità e la corresponsabilità. L‘innovazione sociale concerne quindi il ruolo degli attori pubblici (capacità di programmazione, attivazione, definizione di obiettivi strategici di lungo periodo, flessibilità negli interventi, coordinamento della rete nei suoi diversi aspetti, implementazione delle politiche, valutazione della qualità dei servizi e dell‘appropriatezza degli interventi), quello degli attori privati e del territorio (nuove partnership pubblico - privato e privato œ privato, sperimentazione di nuovi modelli di intervento e nuovi servizi, monitoraggio dei nuovi bisogni sul territorio, radicamento territoriale della rete, mobilitazione di nuove risorse, sperimentazione) e quello dei cittadini (non più semplice consumatori ma centro del sistema, produttori di welfare, soggetti attivi nella rete dei servizi). L‘innovazione sociale diventa quindi la bussola su cui orientare il sistema nei prossimi anni perché è un modello di azione che può coniugare un miglior utilizzo delle varie risorse a disposizione, potenziare la sinergia tra gli attori e negli interventi, fornire flessibilità nelle risposte e mettere realmente al centro del sistema il cittadino fragile e la sua famiglia. La programmazione sociale inoltre deve connettersi anche con gli ulteriori strumenti programmatori messi in campo da regione Lombardia che coinvolgono gli enti locali del territorio e con le altre iniziative di promozione.

9 CONTESTO DEMOGRAFICO E SANITARIO DELLA PROVINCIA DI PAVIA

Si ringrazia il Dott. Pietro Perotti di ATS Pavia per l‘elaborazione dei dati di contesto demografico e sanitario della provincia di Pavia.

Analisi dell‘offerta sociosanitaria e sociale

Ë stata effettuata un‘analisi della distribuzione delle Unità di Offerta (UdO) sociosanitarie e sociali allocate sul territorio provinciale, con particolare attenzione all‘area anziani, all‘area disabili e alla riabilitazione. Le UdO sono state stratificate per i tre Distretti della ATS di Pavia e i relativi Ambiti distrettuali, coincidenti con gli attuali nove Uffici di Piano. Di seguito sono descritti: a) Gli indicatori di struttura della popolazione residente al 01/01/2018 (fonte dati ISTAT) sul territorio provinciale, stratificati per i tre Distretti e i relativi Ambiti distrettuali; b) La mappatura al 01/01/2018 delle Unità di Offerta sociosanitaria e sociale suddivisa per target (Anziani, minori, disabili…);

Popolazione Residente La Tabella 2.1 descrive la struttura della popolazione residente, con particolare riferimento agli indici di invecchiamento, vecchiaia e carico sociale, nel periodo 2009-2018.

Tabella 1. Struttura della popolazione residente

Indice Invecchiamento Indice Invecchiamento Indice vecchiaia Indice di carico sociale 75+ 65+ ANNO 2009 2015 2018 2009 2015 2018 2009 2015 2018 2009 2015 2018 Pavia 12,1 13,0 13.3 23,6 24,3 24.5 204,9 209,2 213.0 54,3 55,9 56,3 Certosa 6,4 7,4 7.8 14,1 15,9 16.7 87,3 96,6 104,3 43,4 47,8 48,9

10 Corteolona 9,7 11,0 11.4 19,8 21,1 21.7 147,1 155,8 159.1 49,8 53,1 54,5 Pavese 9,8 10,7 11.1 19,8 20,8 21,3 147,3 153,0 158.5 49,7 52,5 53,4 10,6 12,0 12.5 22,0 23,3 23.6 164,4 170,5 175.8 54,9 58,7 59,0 11,9 13,6 14.1 23,5 25,3 26.0 196,2 220,1 232.8 54,9 58,1 59,4 Mortara 12,0 13,4 13.7 23,0 24,9 25.5 186,6 205,1 214.0 54,7 58,8 59,9 Lomellina 11,3 12,8 13,3 22,7 24,3 24,8 178,8 192,0 199.9 54,8 58,5 59,3 Voghera 14,0 15,2 15.7 26,6 27,7 28.1 246,9 254,8 259.5 59,8 62,9 63,9 Broni 14,2 15,0 15.3 26,3 26,8 27.0 242,0 239,5 242,4 59,3 61,1 61,8 Casteggio 13,3 14,6 15.0 25,8 26,7 27.4 232,3 238,5 250,7 58,4 61,0 62,1 Oltrepò 13,9 15,0 15.4 26,3 27,2 27,6 241,9 246,3 252.4 59,3 61,9 62,9 Provincia 11,4 12,5 12.9 22,5 23,6 24.1 179,7 187,0 193,4 53,9 56,8 57,7 Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

Indice Invecchiamento75+: Pop. ≥75aa/Pop Tot*100 Indice Invecchiamento 65+: Pop. ≥65aa/Pop Tot*100 Indice vecchiaia: Pop. ≥65aa/Pop.0-14aa *100 Indice di carico sociale: Pop. 0-14aa + Pop. ≥65aa) /Pop.15-64aa*100

Al 01/01/2018 l‘indice di vecchiaia della provincia è pari a 193.4, cioè per ogni residente da 0 a 14 anni in Provincia di Pavia si contano circa 2 ultra sessantacinquenni.

Si evidenzia il trend in crescita di tutti gli indicatori dal 2009 al 2018 a conferma del progressivo invecchiamento della popolazione residente. Il Grafico 1 restituisce un quadro eterogeneo: nel distretto socio-sanitario Pavese la popolazione anziana rappresenta una percentuale fra il 3 e il 13%, nei distretti Lomellina e Oltrepò gli anziani costituiscono invece una quota più elevata della popolazione, fino a rappresentare in alcuni Comuni il il 30% circa dei cittadini.

11 Grafico 1. Percentuale di popolazione anziana nel territorio ATS Pavia, anno 2016.

Fonte: Atlante Geografico Sanitario della Provincia di Pavia.

Il Grafico 1 conferma il trend demografico di invecchiamento generale della popolazione. Si evidenzia infatti un tasso di natalità (che esprime la percentuale di nati vivi rispetto agli assistiti totali) superiore al 7% nel distretto Pavese, mentre i territori Lomellina e Oltrepò si caratterizzano per una natalità sistematicamente più bassa (inferiore al 3% in diversi Comuni). Il Grafico 3 descrive l'indice di carico sociale, ovvero il rapporto tra la popolazione infantile più quella anziana rispetto alla popolazione tra 15 e 64 anni.

12 Il valore del rapporto indica la consistenza del "carico sociale" degli anziani e dei bambini rispetto alla teorica popolazione in età lavorativa. Valori più alti quindi indicano un maggior carico sociale. Dal Grafico 3 si evince un carico sociale sostenibile nel distretto Pavese, a fronte viceversa di valori più elevati in alcune zone della Lomellina e in Oltrepò. Questi dati rilevano in modo alquanto chiaro come per i territori della Lomellina e dell‘Oltrepò, gli anziani rappresentino la prima voce di intervento da parte della rete sociale e sociosanitaria. Tale preminenza, specialmente in rapporto all‘indice di carico sociale, ci spiega quanto la struttura socio-economica e produttiva della provincia non possa che risentire di tale distribuzione anagrafica (si rimanda ai dati sul contesto socio-economico e al dato sulla forza lavoro potenziale), influendo anche sulla quantità di risorse territoriali disponibili da investire nel sociale e sociosanitario e sulla loro allocazione. La Provincia di Pavia è la terza Provincia per estensione (2.960 Kmq pari 12% del territorio regionale con un territorio pianeggiante per il 74%) e per numero di Comuni (188) molti dei quali sono agglomerati urbani di piccole dimensioni, specie nelle zone collinari e montuose. La popolazione è costituita prevalentemente da persone fragili, sole ed anziane. L‘assistenza primaria sul territorio è erogata grazie a una rete composta da 386 Medici di Medicina Generale (473.891 assistiti) e 60 Pediatri di libera scelta (53.698 assistiti

Tabella 2. Proiezioni sulla popolazione Lombarda (scenario mediano)

Lombardia 15-64 65 e più 85 e più Età media Tasso di Indice di Indice di Indice di della natalità dipendenza dipendenza vecchiaia popolazione strutturale degli anziani 2017 63,9 22,2 3,2 44,8 8 57 35 159 2027 62,9 24,7 4,5 46,7 8,1 59 39 199 2037 57,9 29,7 5,3 48 8,6 73 51 239 2047 54,6 32,6 6,4 49 8,3 83 60 253 2057 54,9 32,3 8,9 49,4 8,2 82 59 254 Fonte: demo.istat.

13 La popolazione della provincia di Pavia così come per il resto della Lombardia, andrà incontro nei prossimi decenni ad un progressivo invecchiamento, con gli indici di dipendenza strutturale e di dipendenza degli anziani che preannunciano un carico sociale di notevole entità. Questo significa che il disegno e la progettazione dei (nuovi) servizi dovrà tener conto sin da ora della necessità di intervenire in modo preventivo rispetto a questa prospettiva e agli evidenti bisogni sociali e sanitari che produrrà. Da questo punto di vista sola una corretta programmazione, frutto dell‘integrazione tra le varie reti, potrà produrre una risposta che sia realmente efficace e non un semplice tampone dinanzi all‘emergenza. La Provincia di Pavia è caratterizzata da un graduale invecchiamento della popolazione I dati di seguito riportati si riferiscono alla popolazione residente al 31/12/2013, non essendo ad oggi disponibile la popolazione del 2014. L‘indice di vecchiaia della provincia è pari a 183,5 contro un valore di 179,7 riscontrato nel 2009. Inoltre, all‘interno della provincia, il territorio dell‘Oltrepò mostra un indice di vecchiaia molto elevato (242,7). L‘indice di dipendenza senile provinciale è 36,1: anche in questo caso l‘Oltrepò presenta un indice molto elevato (43,3), ma anche la Lomellina mostra un dato più elevato (37,6) rispetto al dato provinciale. L‘indice di carico sociale provinciale è pari a 56,1 superiore; sia l‘Oltrepò (61,1) che la Lomellina (57,7) mostrano indici maggiori. Nello specifico la popolazione residente al 31/12/2013 è costituita da 549.502 individui di cui 66.928 (12,2 %) ultra settantacinquenne.

14 Grafico 2. Tasso di natalità œ valori per 1.000 assistiti [(N. nati vivi)/(N. assistiti)] (x 1000), anno 2016

Fonte: Atlante Geografico Sanitario della Provincia di Pavia.

15 Grafico 3. Indice di carico sociale (N. assistiti con età tra 0 e 14 anni o con 65 anni e più )/(N. assistiti con età tra 15 e 64 anni)] (x 100), anno 2016.

Fonte: Atlante Geografico Sanitario della Provincia di Pavia.

16 Figura 1. Assistiti totali al 31-12-2017.

Fonte: Piano Integrato Locale di Promozione della Salute, anno 2018.

17 Figura 2. Offerta di assistenza primaria in provincia di Pavia, anno 2018.

Fonte: Piano Integrato Locale di Promozione della Salute, anno 2018.

Strutture Sociali Le strutture sociali presenti sul territorio provinciale sono complessivamente 307 e si distinguono per aree di servizio, come di seguito riportato (Tabella 3.): Minori: Comunità Educative, Comunità Familiari, Alloggi per l‘Autonomia, Nidi, Micro Nidi, Centri Prima Infanzia, Nidi Famiglia, Centri di Aggregazione Giovanile, Centri Ricreativi Diurni. Disabili : Comunità Alloggio, Centri Socio Educativi (CSE), Servizio di Formazione all‘Autonomia per persone disabili (SFA). Anziani : Centri Diurni Anziani, Alloggio Protetto Anziani

18 Tabella 3. Unità di Offerta Sociali al 01/01/2018.

TIPOLOGIA UDO TOTALE UDO TOTALE POSTI Asili Nido 96 2865 Micronidi 20 194 Nido Famiglia 15 75 Centri Prima Infanzia 1 20 Comunità Educative 42 366 Comunità Famigliari 7 33 Alloggio per Autonomia 31 92 Alloggio Protetto Anziani 9 199 Centri Diurni Anziani 4 70 Centri di Aggregazione Giovanile 2 115 Centri Ricreativi Diurni 71 5.035 Centri Socio Educativi 3 55 SFAD 3 84 Comunità Alloggio Disabili 3 26 TOTALE 307 9.229 Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

Strutture sociosanitarie Le strutture sociosanitarie sul territorio provinciale sono complessivamente 238 (Tabella 4.): forniscono prestazioni di tipo sociosanitario mediante percorsi assistenziali integrati, dando risposte ai bisogni di salute della persona/famiglia che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire la continuità della cura anche per bisogni di lungo periodo.

19 Tabella 4. Unità di Offerta Sociosanitarie al 01/01/2018.

TIPOLOGIA UDO TOT UDO TOT posti/prestazioni TOT posti/prestazioni autorizzati accreditati RSA 85 5.913 5.692 RSD 10 256 255 CSS 12 110 110 HOSPICE 7 85 85 Cure Intermedie 5 427 317 RIA (posti res/DH) 6 22 20 RIA Dom 9.730 9.730 RIA Amb 60.905 52.265 RIA D.C. 40 25 CDI 28 715 695 CDD 15 400 370 TOX Semiresidenziale 2 33 33 TOX Residenziale 13 314 299 SERT 3 C.F 17 ADI 25 UCPDOM 10 TOTALE 238 78.950 69.896 Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

Di seguito una descrizione dettagliata dell‘offerta socio-sanitaria e sociale per le persone anziane, disabili e per i minori, a cui si aggiungono: - le strutture per persone con dipendenze (13 comunità residenziali, per un totale di 314 posti; 2 comunità semi- residenziali, per un totale di 33 posti); - le strutture per malati terminali (7 hospice, 85 posti letto); - le strutture sociali residenziali non in rete (comunità alloggio, case albergo), evidenziate in blu:

20 - 11 Comunità alloggio, con una capacità recettiva totale di 109 posti letto, e cosi distribuite nei tre Distretti: 6 nel Pavese (79 posti letto), 2 in Lomellina (16 posti letto) e 3 in Oltrepò (23 posti letto) di cui 2 (15 posti letto) allocate nella Comunità Montana; - In Oltrepò sono inoltre allocate 4 Case albergo con 108 posti letto, 3 si trovano nel Distretto Pavese (79 posti letto) e 2 in Lomellina, con 48 posti letto.

Area anziani AL 01/01/2018 le RSA presenti sul territorio provinciale sono 85 con 5.881 posti letto autorizzati di cui 5.292 a contratto, allocati prevalentemente in Lomellina, così come descritto in Tabella 5. Le RSA a contratto sono 76 di cui 37 in Lomellina: l‘indice di copertura a livello provinciale è pari a 0.28 (Lomellina 0,39 œ Oltrepò 0,29 œ Pavese 0,17).

Tabella 5. Residenze Sanitario Assistenziali (RSA) anno 2018.

N RSA N POSTI LETTO Ambito Distrettuale/Distretto AUTORIZZATE DI CUI A CONTRATTO AUTORIZZATI DI CUI A CONTRATTO Garlasco 21 20 1.288 1.216 Mortara 13 12 870 825 Vigevano 5 5 454 419 Lomellina 39 37 2.612 2.460 Broni 6 6 535 519 Casteggio 5 4 286 207 Voghera 19 18 1.052 976 Oltrepò 30 28 1.873 1.702 Certosa 6 6 514 514 Corteolona 6 3 412 258 Pavia 4 2 470 358 Pavese 16 11 1.396 1.130 TOTALE 85 76 5.854 5.292 Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

21 La saturazione dei posti letto a contratto nelle RSA è prossima al 100% in tutte le 76 Unità di Offerta con un valore complessivo provinciale peri a 98.9%. Gli alloggi protetti per anziani, strutture sociali dedicate ad anziani autosufficienti, sono invece (Tabella 6.) più frequenti nel pavese dove sono allocati il 76% dei posti letto.

Tabella 6. Alloggi Protetti per Anziani (APA) anno 2018.

ALLOGGI PROTETTI ANZIANI Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco 1 7 Mortara Vigevano Lomellina 1 7 Broni 2 29 Casteggio Voghera 1 11 Oltrepò 3 40 Certosa 1 10 Corteolona 2 36 Pavia 2 106 Pavese 5 152 TOTALE 9 199

Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

22 Per quanto riguarda le strutture semiresidenziali per anziani si contano a livello provinciale 28 Centri Diurni Integrati (Tabella 7) e 4 Centri Diurni per anziani (Tabella 8) senza una significativa differenza di distribuzione nei tre territori.

Tabella 7. Centri Diurni Integrati (CDI) anno 2018.

N CDI N POSTI Ambito AUTORIZZATE DI CUI A CONTRATTO AUTORIZZATI DI CUI A CONTRATTO Distrettuale/Distretto Garlasco 4 4 65 65 Mortara 3 3 45 45 Vigevano 1 1 40 40 Lomellina 8 8 150 150 Broni 4 4 130 90 Casteggio Voghera 5 4 120 100 Oltrepò 9 8 250 190 Certosa 2 2 55 55 Corteolona 4 3 118 66 Pavia 5 5 142 114 Pavese 11 10 315 235 TOTALE 28 26 715 575

Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

La saturazione dei posti a contratto nei CDI è complessivamente pari a 73.8%.

23 Tabella 8. Centri Diurni Anziani anno 2018.

CDA Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco Mortara Vigevano 1 14 Lomellina 1 14 Broni Casteggio 1 20 Voghera Oltrepò 1 20 Certosa 2 36 Corteolona Pavia Pavese 2 36 TOTALE 4 70

Tabella 9. Riabilitazione Socio-sanitaria: volumi di prestazioni per tipologia.

Ambito Distrettuale/ RIABILITAZIONE SOCIOSANITARIA Distretto DIURNO DOMICILIARE DAY RESIDENZIALE RESIDENZIALE AMBULATORIALE CONTINUO HOSPITAL CURE MINORI MINORI INTERMEDIE Garlasco Mortara Vigevano 6.000 Lomellina 6.000 Broni Casteggio 30 Voghera

24 Oltrepò 9.250 9.730 95 Certosa Corteolona Pavia 42.515 25 10 254 15 Pavese 42.515 25 10 254 15 Totale 57.765 25 9.730 10 349 15

Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

Area disabili Nel territorio della provincia di Pavia si registra nell‘anno 2018 la presenza di: - 10 Residenze sanitario assistenziali per disabili (RSD), per un totale di 48 posti autorizzati, di cui 161 in Oltrepò (territorio con maggiore incidenza di strutture, Tabella 10). L‘indice di copertura di posti letto a contratto in RSD provinciale è pari a 0,04 (Lomellina 0,02 œ Oltrepò 0,08 e Pavese 0,02); - 12 Comunità socio-sanitarie per disabili (CSS), per un totale di 110 posti autorizzati, concentrate nei territori pavese 85 per 47 posti) e Oltrepò (6 per 53 posti, Tabella 11); - 15 Centri diurni per disabili (CDD), per un totale di 400 posti autorizzati, con sostanziale equa distribuzione sui tre territori (Tabella 12). Le strutture sociali per disabili a livello provinciale sono complessivamente 10 (3 Servizi di Formazione Autonomia, 3 Centri Socio Educativi e 4 Comunità Alloggio Disabili).

Tabella 10. Residenze Sanitario Assistenziali Disabili (RSD) anno 2018.

N RSD N POSTI Ambito AUTORIZZATE DI CUI A CONTRATTO AUTORIZZATI DI CUI A CONTRATTO Distrettuale/Distretto Garlasco 1 1 11 11 Mortara 1 1 18 18 Vigevano 1 1 18 18 Lomellina 3 3 47 47 Broni 1 1 20 20 Casteggio 1 1 36 36

25 Voghera 3 3 105 104 Oltrepò 5 5 161 160 Certosa Corteolona Pavia 2 2 48 48 Pavese 2 2 48 48 TOTALE 10 10 256 255 Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

Tabella 11. Comunità Socio-Sanitarie Disabili (CSS) anno 2018.

N CSS N POSTI Ambito AUTORIZZATE DI CUI A CONTRATTO AUTORIZZATI DI CUI A CONTRATTO Distrettuale/Distretto Garlasco Mortara Vigevano 1 1 10 10 Lomellina 1 1 10 10 Broni 3 3 30 30 Casteggio Voghera 3 3 23 23 Oltrepò 6 6 53 53 Certosa Corteolona 1 1 10 10 Pavia 4 4 37 37 Pavese 5 5 47 47 TOTALE 12 12 110 110 Fonte: Elaborazioni ATS Pavia.

26 Tabella 12. Centri Diurni Disabili (CDD) anno 2018.

N CDD N POSTI Ambito AUTORIZZATE DI CUI A CONTRATTO AUTORIZZATI DI CUI A CONTRATTO Distrettuale/Distretto Garlasco 1 1 30 30 Mortara 1 1 30 30 Vigevano 3 3 60 60 Lomellina 5 5 120 120 Broni 1 1 30 30 Casteggio Voghera 2 2 55 55 Oltrepò 3 3 85 85 Certosa 2 1 60 30 Corteolona 1 1 30 30 Pavia 4 4 105 105 Pavese 7 6 195 165 TOTALE 15 14 400 370

Sul Distretto Oltrepò insiste una delle 3 CSE, con 30 posti nel Comune di Stradella (54,5% del totale provinciale), una Comunità Alloggio disabili nel Comune Montano di Godiasco (6 posti - 20% dei posti provinciali) e un Servizio di formazione Autonomia, situato anch‘esso a Stradella con 14 posti sugli 84 provinciali (16,6%).

Area minori Le Comunità educative per minori prevalgono (Tabella 13) nel Distretto Pavese (23 - con 200 posti), segue il Distretto Lomellina con 12 Comunità Educative e 97 posti e il Distretto Oltrepò con 7 UdO e 69 posti. Le Comunità Familiari sono invece (Tabella 14) 7 con 33 posti allocati prevalentemente nel Distretto Pavese (6 UdO e 29 posti). Nel distretto Oltrepò si trova una sola Comunità Familiare con 4 posti, mentre in Lomellina non esistono al 2018 comunità familiari.

27 Tabella 13. Comunità Educative per Minori (CE), anno 2018.

N COMUNIT EDUCATIVE Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco 6 42 Mortara 2 20 Vigevano 4 35 Lomellina 12 97 Broni 1 10 Casteggio Voghera 6 59 Oltrepò 7 69 Certosa 2 20 Corteolona 6 51 Pavia 15 129 Pavese 23 200 TOTALE 42 366

Tabella 14. Comunità Familiari, anno 2018.

N COMUNIT FAMILIARI Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco Mortara Vigevano Lomellina 0 0 Broni 10 Casteggio Voghera 1 4 Oltrepò 1 4 Certosa 2 11 Corteolona 1 6

28 Pavia 3 12 Pavese 6 29 TOTALE 7 33

Gli Alloggi per l‘Autonomia in tutta la provincia sono (Tabella 15) 31 con 92 posti letto e sono prevalentemente dislocati nel distretto Pavese (19 UdO e 62 posti letto) e in quello della Lomellina (8 UdO e 25 posti). In Oltrepò si contano 4 Alloggi per l‘Autonomia con 5 posti, tutti localizzati nell‘Ambito di Voghera. Nel territorio provinciale esistono inoltre (Tabella 16) 96 Asii nido, per un totale di 2.685 posti, con maggiore prevalenza nel Pavese (48 strutture per 1.474 posti) e in Lomellina (28 strutture, per 924 posti). L‘Oltrepò registra un‘offerta inferiore (20 strutture per 467 posti complessivi). I Micro-nidi esistenti sul territorio provinciale sono (Tabella 17) pari a 20, per 194 posti totali, equamente presenti su tutti i territori. I Nidi Famiglia sono invece (Tabella 2.18) 15 per un totale di 75 posti, concentrati in particolare nel Pavese/4 strutture, 95 posti) e in Lomellina (5 strutture, 25 posti) œ 1 sola struttura in Oltrepò con 5 posti disponibili.

Tabella 15. Alloggi per l‘Autonomia, anno 2018.

ALLOGGI AUTONOMIA Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco 4 11 Mortara 1 5 Vigevano 3 9 Lomellina 8 25 Broni Casteggio Voghera 4 5 Oltrepò 4 5 Certosa 3 6 Corteolona 4 12 Pavia 12 44 Pavese 19 66 TOTALE 31 92

29 Tabella 16. Asili Nido, anno 2018.

ASILI NIDO Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco 5 139 Mortara 3 140 Vigevano 20 645 Lomellina 28 924 Broni 7 129 Casteggio 3 50 Voghera 10 288 Oltrepò 20 467 Certosa 16 463 Corteolona 6 104 Pavia 27 907 Pavese 48 1.474 TOTALE 96 2.865

Tabella 17. Micro-nidi anno 2018.

MICRONIDO Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco 2 19 Mortara 1 10 Vigevano 3 30 Lomellina 6 59 Broni 2 18 Casteggio 1 8 Voghera 3 30 Oltrepò 6 56 Certosa 2 20 Corteolona 4 40

30 Pavia 2 19 Pavese 8 79 TOTALE 20 194

Tabella 18. Nidi Famiglia, anno 2018.

NIDI FAMIGLIA Ambito Distrettuale/Distretto N STRUTTURE N POSTI Garlasco Mortara 1 5 Vigevano 4 20 Lomellina 5 25 Broni 1 5 Casteggio Voghera Oltrepò 1 5 Certosa 5 25 Corteolona 1 5 Pavia 3 15 Pavese 9 45 TOTALE 15 75

Misura B2: benefici erogati nell‘anno 2017 e confronto con gli anni precedenti

La DGR N. 7856 del 12/02/2018 definisce i destinatari della misura B2 declinando due aree specifiche: 1) persone con disabilità grave, 2) persone in condizione di non autosufficienza. La DGR prevede che il target della Misura B2 è così costituito: - Persone di qualsiasi età, al domicilio, che evidenziano gravi limitazioni della capacità funzionale che compromettono significativamente la loro autosufficienza e autonomia personale nelle attività della vita quotidiana, di relazione e sociale; - Persone in condizione di gravità così come accertata ai sensi dell‘art. 3, comma 3 della legge 104/1992;

31 oppure - beneficiarie dell‘indennità di accompagnamento, di cui alla legge n. 18/1980; - con valore ISEE come definito dai regolamenti degli Ambiti territoriali/Comuni. Nel caso di progetti di vita indipendente il valore ISEE è ≤ ⁄ 20.000.

Tali concetti sono stati discussi durante le riunioni della Cabina di Regia presso l‘ATS Pavia con l‘intento di fornire criteri univoci e condivisi di individuazione del target e del potenziale bisogno. In sintesi, per l‘anno 2018, sono stati individuati e condivisi i seguenti criteri di acceso alla domanda per la misura B2: 1) Dichiarazione ISEE fino a ⁄ 15.000; 2) Possesso dell‘indennità di accompagnamento; 3) Riconoscimento, sulla base della valutazione effettuata dagli operatori, di una disabilità grave o non autosufficienza, equivalente dall'esito "dipendenza totale" o "dipendenza severa", in almeno una delle due scale di valutazione ADL/IADL.

L‘analisi del flusso rendicontativo relativo alla Misura B2 negli anni 2015, 2016 e 2017 è stata la base di partenza per riflette sul potenziale bisogno per l‘anno 2018. Nel 2017 complessivamente 663 cittadini nel territorio ATS Pavia hanno usufruito di almeno uno dei benefici previsti dalla misura B2 (Tabella 19), in linea con la stima effettuata dalla ATS di Pavia che prevedeva per l‘anno 2017 la presa in cura di circa 700 cittadini a livello provinciale: 285 risiedono in uno dei tre Ambiti del Distretto Pavese (42.9%), 167 in Oltrepò (25.2%) e 211 in Lomellina (31.8%). Si evidenzia a livello provinciale un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2016 quando si contavano 700 cittadini: 275 residenti nel Pavese (39.3%), 194 in Oltrepò (27.7%) e 231 in Lomellina (337%). Analizzando la distribuzione per fascia di età per l‘anno 2017 e per l‘anno 2016 è evidente, sia a livello provinciale che nei 9 Ambiti territoriali una prevalenza di oltre il 50% di persone ultrasessantacinquenni.

32 Tabella 19. Misura B2 anno 2017: distribuzione dei cittadini con benefici per fascia di età entro Ambito di residenza

Distretto/Ambito FASCIA DI ETA' N° persone <14 14-17 18-24 25-44 45-64 65-74 75 + Garlasco 2 2 4 17 11 2 25 63 Mortara 17 7 5 6 14 3 8 60 Vigevano 19 6 10 15 17 6 15 88 LOMELLINA 38 15 19 38 42 11 48 211 Broni 4 3 4 6 9 3 13 42 Casteggio 3 3 1 5 7 6 28 53 Voghera 12 2 2 3 11 6 36 72 OLTREPO 19 8 7 14 27 15 77 167 Certosa 15 3 6 22 14 15 38 113 Corteolona 3 2 10 9 10 5 14 53 Pavia 5 1 7 29 30 12 35 119 PAVESE 23 6 23 60 54 32 87 285 PROVINCIA 80 29 49 112 123 58 212 663

33 CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA

I dati del Ministero dell‘Economia e delle Finanze, mostrano come il PIL pavese stia conoscendo una ripresa costante dopo gli anni della crisi economica (Tabella 20). Il primo trimestre 2017 indica una risalita vicina ai livelli conosciuti prima della recessione. Questo delinea un quadro di sostanziale ripresa del contesto economico pavese.

Tabella 20. Prodotto Interno Lordo (PIL), comparazione media Italia, Lombardia e provincia di Pavia.

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 (I° trimestre) Pavia 23.8 22.5 20.6 20.9 21.7 20.8 20.6 21.4 21.6 21.6 22.033,1 Lombardia 31.7 32.8 31.2 32.2 32.7 31.9 31.3 31.6 32.2 32.86 33.545,4 Italia 24.7 25.0 24.0 24.3 24.7 24.3 23.9 23.9 24.4 24.88 25.405,7 Fonte: dati MEF.

La provincia di Pavia registra nel 2016 un reddito imponibile medio pro-capite pari a 21.119,00 euro, a fronte di un reddito medio pro-capite lombardo pari a 23.065,00 euro.

Per quel che concerne l‘occupazione, il dato della provincia di Pavia sia in miglioramento, più o meno netto, per tutti gli indicatori considerati. Il tasso di attività che misura l'offerta di lavoro, ed è calcolato tramite il rapporto tra popolazione attiva e popolazione in età lavorativa, rileva una costante crescita negli ultimi cinque anni: un dato che pone Pavia in linea con la media lombarda. La forza lavoro potenziale pavese per l‘anno 2017 è stata stimata in 473.441 unità, con una sostanziale equivalenza tra uomini e donne. Il tasso di occupazione si è mantenuto quasi costante negli ultimi anni, attestandosi al 65% negli ultimi due anni, 2 punti sotto la media regionale. Più incoraggiante il dato che concerne il tasso di disoccupazione che, cresciuto durante gli anni della crisi, è calato al 6% nel 2017 (perfettamente in linea con la media lombarda).

Nell‘ottica della prevenzione/intervento nel settore della vulnerabilità socioeconomica, possiamo notare come il livello più alto di disoccupazione si riscontri nella fascia degli over 50.

34 Questo sebbene il dato provinciale mostri una certa omogeneità in tale tasso, rispetto alle quattro classi considerate. Eccezion fatta per la fascia superiore ai 50 anni, le donne rappresentano la maggioranza dei disoccupati nella fascia 15-49. Questo dato può essere ricollegato ad un dato proprio del contesto sociale, secondo il quale i compiti di cura familiare gravano ancora per larga parte, sulle spalle della popolazione femminile. Un elemento che deve spingere ad una riflessione sul potenziamento di strumenti quali le misure di conciliazione, al fine di garantire alla popolazione femminile una maggiore continuità/stabilità/permanenza nel mondo del lavoro, senza dover essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro.

Per quel che concerne la dinamica del mercato del lavoro pavese, il saldo netto tra avviamenti e cessazioni di posti di lavoro è positivo, benché non si riesca a riscontrare un trend chiaro. Ad esempio nel primo trimestre 2017, a fronte di un numero maggiore di avviamenti rispetto allo stesso periodo del 2016, osserviamo un aumento sostanziale delle cessazioni (tra i più alti nel periodo considerato). Questo dato sembra indicare che la dinamica nel mercato del lavoro sia ancora alquanto fluttuante e che il mercato del lavoro provinciale non si è ancora pienamente stabilizzato dopo l‘uscita dalla crisi.

Considerando un contesto socio-economico in mutamento a causa dei cambiamenti prodotti dalla crisi economica, risulta importante che i nuovi Ambiti considerino nella loro programmazione economica e di policy, modelli di intervento consolidati e innovativi (soprattutto per le fragilità multiple) al fine di contenere, superare o prevenire condizioni cronicizzate di esclusione sociale ed evitare l‘approfondimento di condizioni di vulnerabilità socio- economica.

Politiche abitative e della casa.

Con la nuova Legge Regionale n. 16/2016 di disciplina dei servizi abitativi, si prevede un nuovo campo d‘azione per il cosiddetto —welfare abitativo“, spingendo le amministrazioni locali verso una logica di programmazione e gestione dei servizi abitativi a livello di Ambito. In particolare è rilevante il cambiamento nel sistema delle assegnazioni delle unità abitative, il quale determina il passaggio da un sistema frammentato basato su bandi comunali a un sistema sovracomunale integrato con la rete dei servizi alla persona; per la prima volta le politiche abitative sono concepite come politiche connesse alla programmazione sociale dei Piani di zona. In particolare è importante approntare strumenti che permettano di delineare un quadro conoscitivo del territorio che definisca: il livello dell‘attuale offerta abitativa, il fabbisogno abitativo, il patrimonio immobiliare destinato a servizi

35 abitativi pubblici e sociali, le strategie di sviluppo dell‘offerta abitativa, le modalità di contrasto del disagio abitativo e dell‘emergenza abitativa e per l‘accesso e il mantenimento dell‘abitazione principale. Ad esempio vediamo in Tabella 3.8 una ricognizione delle Unità immobiliari non utilizzate nell‘anno 2015 nel territorio dei Piano di zona pavese (si tratta di u.i. classificate come —in ristrutturazione“, —non utilizzato“, —inutilizzabile“). Una elaborazione utile a dimostrazione di quanto sia fondamentale avere un quadro conoscitivo strutturato di ciò che è presente nel territorio dell‘Ambito (in questa direzione andava anche l‘obiettivo sovrazonale —banca dati emergenza abitativa“, definito dai Piano di zona pavesi per la triennalità 2015-2017) al fine di procedere verso una migliore programmazione delle nuove politiche per la casa. Sebbene l‘incidenza delle u.i. non utilizzate sia contenuta, appare fondamentale per i nuovi Ambiti compiere uno sforzo di revisione delle politiche, al fine di integrare questo aspetto con le altre politiche socio-economiche, proprio per rispondere al problema delle fragilità multiple.

Tabella 21. Unità immobiliari pubbliche diversamente non utilizzate al 2015, per Piano di Zona e per incidenza sul totale del patrimonio dell‘Ambito.

Ambito N. Unità Incidenza Incidenza u.i. non utiliz. N. u.i. totale Incidenza sul totale Immobiliari u. i. sul sul totale delle u.i. (utilizz. e delle u.i. (utiliz. e non totale (utiliz. e non utiliz.) a non utilizz) utiliz.) a livello livello di Ambito regionale Certosa 24 0,2% 5% 524 0,24% Corteolona 24 0,2% 7% 365 0,17% Pavia 121 0,8% 6% 2179 1,00% Garlasco 45 0,3% 7% 606 0,28% Mortara 43 0,3% 7% 660 0,30% Vigevano 11 0,1% 7% 166 0,08% Broni 28 0,2% 12% 241 0,11% Casteggio 44 0,3% 10% 422 0,19% Voghera 80 0,5% 8% 948 0,44%

Fonte: Rapporto Polis —Supporto all‘analisi delle modalità di attivazione di servizi abitativi sociali, di housing sociale e di welfare abitativo“.

36 VALUTAZIONE DEI RISULTATI DELLA TRIENNALIT 2014/2017

Per il triennio 2015/2017 i nove Piani di Zona della provincia di Pavia, coordinati dall‘ASL di Pavia, hanno collaborato alla redazione degli obiettivi sovra-zonali attraverso la partecipazione a 3 tavoli tematici per i target di età: 0/17 anni per l‘area minori, 18/64 per l‘area adulti, over 65 per quella anziani. Esaminati gli obiettivi indicati nella precedente triennio, tutti i tavoli hanno concordato sulla necessità di impostare in modo diverso la programmazione per la triennalità 2015-17, in funzione delle indicazioni di Regione Lombardia sul tema. Si è ritenuto quindi importante individuare come obiettivi sovra-zonali esclusivamente quelli innovativi e di cambiamento/potenziamento, lasciando quelli di mantenimento dello status quo nella parte specifica di ogni Piano di zona. In virtù di questa scelta metodologica, si è perciò deciso di procedere nella direzione di un modello di programmazione capace di impostare il superamento della frammentazione presente nella rete territoriale del welfare , aprendo così la strada ad un processo di integrazione della conoscenza, delle risorse e dei servizi, nel solco di ciò che è stato indicato da Regione Lombardia. Il primo obiettivo individuato dai tavoli di lavoro è il pensare ad una ricomposizione del processo di costruzione delle politiche di welfare locale, cominciando proprio dal percorso di programmazione in quanto propedeutico alla riuscita di una vera presa in carico integrata delle persone e delle famiglie. Per ottenere questo risultato e potenziare la programmazione zonale, ASL e Ambiti hanno rafforzato il processo di condivisione e confronto approntando un metodo di scambio e interazione costante nel percorso di analisi e progettazione, rilevando così come la condivisione di conoscenza, informazioni e buone prassi sia il primo passo fondamentale per procedere ad una ricomposizione generale del sistema. Il confronto scaturito dal lavoro dei tavoli ha fatto sì che i Piano di zona declinassero l‘obiettivo della ricomposizione funzionale anche in chiave di innovazione delle azioni da intraprendere nella prossima triennalità, non limitandosi al proseguimento delle linee classiche di intervento, ma ponendosi come traguardo nuovi interventi capaci di rispondere in modo più efficace ed integrato ai nuovi bisogni presenti sul territorio.

37 TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI ESITI DELLA PRECEDENTE TRIENNALIT œ OBIETTIVI SOVRAZONALI LAVORI DEI TAVOLI TEMATICI P

Interventi/ Titolo Tipologia di azioni di Risultati obiettivo obiettivo Tempistica sistema

1. Specifico Condivisione Triennio Gli ambiti territoriali, ATS, ASST, gli Enti e le Associazioni del territorio hanno promosso: Creare un strategie di - iniziative di sensibilizzazione per la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco e la sistema interventi distribuzione capillare su tutto il territorio di materiale informativo: integrato di ASL/Ambiti - il raccordo con i Servizi delle dipendenze concorrendo ad assicurare l‘accoglienza, la valutazione interventi diagnostica, la presa in carico e cura, il reinserimento sociale della persona affetta da GAP e il sostegno ai sovra-zonali familiari; per la - interventi di formazione Ass Comunali etc., anno 2016 Vigevano-Mortara-Garlasco, anno 2017-18 Pavia prevenzione e allarga la formazione a tutto il territorio. Collaborazione ulteriormente implementata con i bandi di il contrasto sviluppo e consolidamento di azioni di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza dal gioco delle d‘azzardo lecito (D.d.u.o n 1934/15 DG Territorio). Evidenza documentale relazione PIL per GAP 2016 ludopatie GAP D.D.U.O. N. 2370/2017 Progetti in essere anno 2017-2018: Provincia di Pavia: —Facciamo il nostro gioco“, Comune di Pavia: —Pavia Gioca Sano“, Comune di Pavia: —Formazione e ricerca in rete“, Comune di Stradella: —Mettiamoci in gioco“, Comune di Voghera: —A che Gioco Giochiamo“, Comune Voghera: —Voghera NO SLOT“, Comune di Vigevano: —Il filo rosso del gioco“, Ambito Territoriale di Vigevano —Attenti al gioco“, Ambito Territoriale di Garlasco —Occhio al gioco“, Ambito Territoriale di Mortara —Non giocarti la vita“

La Commissione per la Prima Infanzia - composta da ATS Pavia, Università di Pavia e strutture per la 2. Generale Condivisione 1 anno per prima infanzia pubbliche e private della provincia di Pavia - si è riunita con cadenza mensile da novembre Valutare in sovra-zonale costituire la 2015 a maggio 2017. In una prima fase, il lavoro della Commissione si è concentrato sulla condivisione e modo degli standard commissione, i scambio delle esperienze reciproche nel settore prima infanzia, importante premessa per analizzarne i uniforme il qualitativi due successivi bisogni e le criticità esistenti. In una seconda fase, la Commissione ha analizzato una selezione di livello per completare questionari di customer satisfaction per il servizio prima infanzia individuati sia in Lombardia che altrove, qualitativo l‘obiettivo esaminandone i punti di forza e le lacune. In una terza fase, si è proceduto all'organizzazione di focus delle strutture group sul territorio, realizzati dall'Università di Pavia, presso le strutture partecipanti ai tavoli di lavoro, per la prima per indagare i bisogni delle famiglie: sono stati realizzati complessivamente 9 focus group presso i nidi infanzia pubblici/privati di Voghera, Rivanazzano, Casteggio, Vigevano, Pavia, Garlasco, , Mortara presenti sul e Belgioioso (uno per ogni Piano di Zona). Sono stati coinvolti mediamente 8 genitori per ogni focus territorio a group realizzato, così come stabilito in fase progettuale. I dati raccolti sono stati analizzati dall'Università livello sovra- di Pavia e condivisi in Commissione. In una quarta fase, a partire dalla griglia di analisi qualitativa zonale preparata dall'Università e contenente parole chiave e concetti pari all'80% dei contenuti emersi dai focus group, la Commissione ha costruito un questionario di soddisfazione uniforme per il territorio della provincia di Pavia, comprensivo di domande migliorate e mirate all'emersione della qualità percepita dalla famiglie-utenti delle strutture prima infanzia. La Commissione ha inviato il questionario ai Piani di Zona e ha poi proceduto con la somministrazione "pilota" del questionario presso le strutture prima infanzia pubbliche e private che hanno ospitato i focus group.

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3. Strategico Condivisione di Triennio Protocollo "linee guida e indicazioni procedurali relative all‘organizzazione del lavoro nelle aree della Realizzare un procedure tutela minorile, del penale minorile e delle adozioni" in fase di elaborazione (Ambiti - ASST -ATS). protocollo ASL/Piano di d‘intesa fra zona ASL/Piano di zona per l‘area minori (tutela dei minori, penale minorile, adozioni)

4. Strategico Condivisione Triennio L'Università di Pavia ha realizzato i contenuti del bando per l‘accreditamento delle Strutture Residenziali Condividere strategica per Minori. Il bando vede il recepimento dei criteri definiti da Regione Lombardia e la definizione di criteri uniformi dell‘obiettivo tra standard innovativi comuni a tutta la provincia (ad esempio sul PEI e il personale). Tale bando è il frutto per ASL, Piano di di un lavoro di raccordo effettivo tra i Piani, ed è basato su un‘analisi approfondita della realtà territoriale accreditare le zona e Comuni della provincia, condivisa in modo innovativo con tutti gli attori coinvolti. L'Università di Pavia ha: 1) strutture coordinato il Tavolo di lavoro Università/Comunità per Minori sul PEI, per la definizione dei requisiti residenziali inerenti al Piano Educativo Individualizzato (PEI) per l‘accreditamento delle Comunità e la definizione di per minori procedure uniformi per la redazione del PEI; 2) coordinato il Tavolo di lavoro Università/Comunità per Minori sul personale, incentrato sull‘analisi delle criticità legate al rapporto tra il dettato normativo e la realtà quotidiana del lavoro delle Comunità, e delle loro necessità rispetto al tema del personale sia strutturato che volontario, anche negli aspetti relativi alla formazione; 3) coordinato il Tavolo di lavoro Università/Comunità per Minori sulla qualità, vertendo sull‘opportunità di disporre di strumenti, che siano uniformi per tutte le Comunità per minori e che, al contempo, possano essere utilizzati selezionando quelli maggiormente rispondenti alle caratteristiche degli ospiti della Comunità; 4) preparato la bozza del bando con relativi allegati.

5. Strategico Coordinamento Triennio ATS Pavia ha svolto uno studio articolato con conseguente analisi delle fragilità a cui sono maggiormente Creare una ASL/Ambiti soggetti i minori nella provincia di Pavia. Lo studio ha preso in considerazione diverse variabili salienti: banca dati anno di inserimento in struttura, presenza di abuso e maltrattamento, provvedimento del Tribunale uniforme e Minorile, inserimento in specifici percorsi di cura psicoterapeutici, in trattamento con psicofarmaci/farmaci integrata per i per uso di sostanze, inserimento in comunità terapeutica sanitaria o per tossicodipendenti. Il report ha minori, basata evidenziato i fattori di rischi/problematicità, fornendo una valida matrice di analisi/intervento rispetto al sulla bisogno. categorizzazio ne delle Udo in funzione dei servizi erogati

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6. Strategico Condivisione 1 anno (con Si è provveduto a costruire una prima serie di indicatori integrati utili a monitorare vari aspetti del disagio Monitorare il sovra-zonale e aggiornamento minorile (lavoro fatto consultando i Piani di Zona). disagio con ASL delle successivo minorile informazioni semestrale) attraverso la disponibili costituzione e l‘aggiornament o di una banca dati uniforme e integrata

7. Strategico Programmazion Triennio Costituzione di sportelli ADS attivi su tutto il territorio pavese, presso: Vigevano, , Mortara, Potenziare la e condivisa Sannazzaro De' Burgondi, Mede, Garlasco, Pavia, Corteolona, Voghera, Broni-Stradella. rete di ASL/Ambiti; protezione Condivisione giuridica ADS sovra-zonale sul territorio delle strategie di interventi

8. Specifico Condivisione Trienniio L‘Università di Pavia ha contribuito alla strutturazione di una banca dati in grado di fornire una Condividere le sovra-zonale conoscenza approfondita sia in termini quantitativi che qualitativi del fenomeno definito come —emergenza buone prassi delle buone abitativa“. Il lavoro di costruzione di tale banca dati si è basato su un percorso partecipativo e di per gli prassi e delle condivisione del lavoro metodologico con i Piani di Zona, al fine di costruire uno strumento in grado di interventi di strategie di rispondere alle esigenze conoscitive degli Uffici di Piano e che possa essere il meno oneroso e macchinoso emergenza intervento possibile nella sua compilazione/aggiornamento. Sulla base di quanto emerso si sono definiti alcuni punti abitativa cardine da cui partire nello strutturare tale banca dati; si è così proceduto a un lavoro di raccolta delle opinioni/suggerimenti/sensibilità/necessità nei singoli Uffici di Piano. Dopo numerosi interventi sul territorio e molteplici aggiornamenti in sede di lavoro di équipe, è stata formulata una versione della banca dati integrata, efficace e completata dal confronto con gli Uffici di Piano. Uno strumento omogeneo utile per tutti i Piano di zona, che consente una ricomposizione delle conoscenze inter e intra Ambito

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9. Generale Condivisione Almeno 1 Le evoluzioni della normativa relative al fenomeno della povertà (dall‘introduzione del Sia alla nuova Costituire un sovra-zonale di incontro misura del REI) non hanno ancora consentito di fare il punto sulla condivisione sovra zonale tavolo sulle esperienze/buon annuale per nuove povertà e distretto e condividere prassi/sperimen le buone tazioni avviate pratiche nei distretti, al fine di definire un ventaglio di modalità d‘azioni diversificate che ogni Ambito può attuare in base ai bisogni e ai dati del proprio contesto territoriale

10. Specifico Condivisione Triennio Implementazione ulteriore di: - protocollo interistituzionale antiviolenza (capofila Comune di Pavia) - rete Mettere a degli interventi antiviolenza(capofila Comune di Pavia) - da 1 a 3 centri antiviolenza - unità abitative messe a sistema con Piano di disposizione di donne che hanno avviato un percorso con i centri antiviolenza A partire dal 2016, grazie ai interventi di zona, ASL, fondi stanziati ai sensi della DGR 4531/2015, sono stati avviati i progetti di ristrutturazione di immobili da assistenza a Centri mettere a disposizione di donne vittima di violenza e/o soggetti socialmente fragili. In particolare, nel favore di antiviolenza, biennio 2017-2018 sono divenuti operativi: - un'immobile ristrutturato, di proprietà del Comune di Pavia, donne vittime Consultori e destinato a nuova sede del centro antiviolenza di Pavia (il centro si è trasferito ufficialmente alla fine di di abusi Tribunali maggio 2018); - n. 4 unità abitative ristrutturate, di proprietà del Comune di Pavia, da destinarsi a soggetti fragili con priorità a nuclei mono-genitoriali (madri con figli minori che necessitano di una collocazione abitativa transitoria); - n. 3 progetti presentati dal Comune di Pavia ai sensi della DGR 6079/2016 finalizzati alla ristrutturazione di unità abitative da destinare a 1. case rifugio non segrete; 2. appartamenti per la semi autonomia/autonomia (tot. 5 appartamenti) e risultati ammissibili a Contributo. Attualmente in fase di realizzazione; - n. 1 progetto presentato dal Comune di Vigevano ai sensi della DGR 6079/2016 finalizzato alla ristrutturazione di 1 unità abitative da destinare a casa rifugio non segreta risultato ammissibile e in fase di realizzazione. A seguito di finanziamento regionale ai sensi della DGR 5878/2016 dal mese di marzo 2018 sono 3 i centri antiviolenza che insistono sul territorio provinciale, e in particolare: Centro Antiviolenza di Voghera, la cui gestione è affidata all'Ass.ne C.H.I.A.R.A; Centro Antiviolenza di Vigevano, la cui gestione è affidata è affidata alla coop. soc. Kore; Centro Antiviolenza di Pavia, la cui gestione è affidata alla coop. soc. Liberamente.

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11. Specifico Condivisione Triennio Conciliazione famiglia - lavoro: Biennio 2014-2016 - 9 Piano di zona su 9 + il Comune di Pavia hanno Consolidare la delle strategie sottoscritto l'Accordo territoriale di conciliazione per la provincia di Pavia del 28/03/2014; - 5 Piano di rete di interventi zona su 9, in qualità di Enti capofila, hanno presentato e ottenuto il finanziamento, attraverso un bando territoriale di ASL/Ambiti/Sind dedicato, per la realizzazione di 5 progetti che sono stati inseriti nel Piano territoriale di conciliazione della conciliazione acati/Associazio Provincia di Pavia 2014-2016 (Piano di zona di Garlasco, Mortara, Vigevano, Broni, Certosa di Pavia). Al famiglia-lavoro ni di 15/01/2017 tutti i progetti sono stati realizzati e rendicontati, ricevendo pertanto le quote di contributo a livello sovra- categoria/Terzo spettanti. I progetti, in prevalenza, hanno previsto e realizzato nuovi servizi rivolti a famiglie di lavoratori, zonale/provinc Settore/ con esigenze di conciliazione vita-lavoro, con figli minori (es. servizi di tipo ludico-ricreativo disponibili nei iale Università/Provi periodi estivi e invernali di chiusura delle scuole). Tutti i 5 Piano di zona hanno messo a disposizione una ncia, attraverso quota di cofinanziamento, dal 25 al 46% del costo complessivo, sia in termini di valorizzazione che in l‘Accordo termini monetari. Biennio 2017-2018: - 9 Piano di zona su 9 + il Comune di Pavia hanno confermato territoriale di l'adesione all'Accordo territoriale di conciliazione per la provincia di Pavia sottoscritto il 28/03/2014, come conciliazione e il previsto dalla DGR n. 5969/2016; - 4 Piano di zona e 1 Comune hanno presentato e ottenuto il Piano di azione finanziamento, in qualità di Enti capofila, attraverso un bando dedicato, per la realizzazione di 5 progetti territoriale per che sono inseriti nel Piano territoriale di conciliazione della Provincia di Pavia 2017-2018 (Piano di zona di la conciliazione Garlasco, Vigevano, Broni, Certosa di Pavia e il Comune di Pavia): tutti i progetti sono stati avviati entro il 15/07/2017, le azioni sono in corso e proseguiranno fino al 15/01/2019. I progetti, in prevalenza, hanno previsto e realizzato servizi rivolti a famiglie di lavoratori, con esigenze di conciliazione vita-lavoro, con figli minori (es. servizi di tipo ludico-ricreativo disponibili nei periodi estivi e invernali di chiusura delle scuole, attivazione di modalità di lavoro flessibile, predisposizione di spazi do co-working, servizi di "pronta cura"). Tutti gli Enti hanno messo a disposizione una quota di cofinanziamento, dal 30 al 50% del costo complessivo, sia in termini di valorizzazione che in termini monetari.

12. Strategico Condivisione di Triennio Tutti gli Ambiti territoriali hanno posto particolare attenzione alla definizione di un ISEE omogeneo su Favorire il criteri comuni tutto il territorio provinciale per l‘accesso agli strumenti relativi alla Misure che favoriscono il mantenimento per l‘accesso ai mantenimento delle persone a domicilio come segue: VALORE ISEE non superiore ai 15.000,00 euro per delle persone servizi: Buoni sociali caregiver familiare, assistente familiare e voucher minori. Protocollo operativo per la non strumenti di valutazione multidimensionale integrata in fase di revisione. autosufficienti valutazione e a domicilio, soglia ISEE mediante una uniforme; presa in carico Programmazion integrata e condivisa ASL/Ambiti di prestazioni/Serv izi in relazione alla normativa di riferimento

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13. Strategico Attuazione degli Triennio Procedura per l'attivazione di misure a favore di gravissime disabilità, disabilità gravi o anziani non Promuovere e interventi autosufficienti, persone fragili Residenzialità leggera e RSA. Integrazione sociale e sociosanitaria a livello attuare misure innovativi a istituzionale, gestionale ed operativo - funzionale. (In fase di revisione) innovative a sostegno della sostegno della famiglia: famiglia con - RSA aperta, componenti - residenzialità fragili, leggera mediante una presa in carico integrata

14. Generale Potenziamento Triennio Tramite un progetto congiunto ATS Pavia - Università di Pavia - ASST Pavia, è stato realizzato uno studio Facilitare al dell‘attività di di fattibilità rispetto alla creazione di uno sportello unico del welfare, per l'accesso integrato ai servizi. cittadino accoglienza e Obiettivi dello sportello unico del welfare sono: - governare l‘accesso ai servizi sanitari, sociosanitari e l‘accesso a orientamento sociali, - collocare in un unico punto la raccolta delle istanze del cittadino per la loro successiva evasione, servizi sociali del cittadino, - raccogliere informazioni e fare uno screening completo su eventuali bisogni del cittadino, - fornire e socio- all‘interno della orientamento alla rete dei servizi, informare, - facilitare il percorso supportando assistiti, famiglie e care sanitari rete dei servizi givers; - potenziare l‘integrazione dei servizi territoriali. Il report ha fornito una ricognizione e mappatura tramite PUA e completa del modello organizzativo riguardante l‘erogazione di tutti i servizi oggetto di indagine. Tutti i CEAD servizi sono stati suddivisi in tre aree di cui raccogliere i dati: logistica, personale e accessi. Sono state poi ricostruite per tutti i servizi le attuali procedure (ricostruzione delle tipologie di intervento esistenti, procedure, normative, strumenti utilizzati), sono state definite le attività svolte dagli operatori allo sportello, relazione tra front-office e back office. In conclusione sono presentati degli scenari e dei possibili percorsi di fattibilità per questo sportello, per ognuno degli scenari proposti.

Per la triennalità 2015-2017, i nove Piani di Zona della provincia di Pavia in collaborazione con la ex ASL, hanno definito una serie di obiettivi sovra-zonali da raggiungere durante la triennalità della programmazione. Come si evince dalla tabella, gli obiettivi definiti erano molto ambiziosi anche perché destinati a coprire diversi aspetti del bisogno sociale e sociosanitario del territorio provinciale. Tranne l‘obiettivo 9 concernente la costituzione del tavolo sulle povertà, tutti gli obiettivi definiti nel 2015 sono stati raggiunti o parzialmente raggiunti, delineando così una buona capacità programmatoria e realizzativa da parte dei Piani, in collaborazione con ATS (e ASST per le parti di competenza). Gli obiettivi hanno agito su molteplici aree di intervento: dal contrasto alla ludopatia, al potenziamento della presenza dell‘Amministratore di Sostegno, all‘innalzamento della qualità delle strutture/servizi sociali sul territorio. Un confronto a 360° con i vari aspetti che determinano la fragilità sociale in un territorio complesso e frammentato come quello pavese. A fine triennio possono essere segnalati come traguardi ragguardevoli la creazione di criteri uniformi per accreditare le strutture residenziali per minori, il potenziamento capillare dell‘ADS, l‘avvio del percorso di costruzione di un protocollo unico e integrato per l‘area minori, le numerose iniziative della rete antiviolenza e per la conciliazione, o gli

43 impegni per il mantenimento dei non autosufficienti al domicilio e lo studio di fattibilità per creazione di uno sportello unico e integrato del welfare. Questa rendicontazione mostra anche una evidente capacità dei Piano di zona pavesi di lavorare a livello sovra- zonale, evidenziando quindi delle condizioni favorevoli al fine del raggiungimento di forme aggregative capaci di soddisfare le indicazioni della D.g.r. 7631/17, ossia la presenza di una capacità di lavoro coordinato e di una rodata condivisione tra diversi Piano di zona.

44 TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI ESITI DELLA PRECEDENTE TRIENNALIT OBIETTIVI DEL PIANO DI ZONA DEL DISTRETTO DI VOGHERA

Titolo obiettivo Tipologia Interventi/azioni Risorse Strumenti Indicatori di Range di Strumenti di Tempistica di obiettivo di sistema impiegate utilizzati esito valutazione valutazione

1. Generale Inserimento Finanziarie e Procedure; N. di questionari Raggiungimento N. di questionari Triennio Conferma nell‘albo degli enti professionali Regolamento compilati ogni anno di di soddisfazione dell‘erogazione accreditati per il per l‘accesso rispetto al n. di almeno il 50% di somministrati in di voucher servizio di voucher Anno 2015: ai titoli questionari questionari un anno; sociali per il ⁄ 60.454,29 sociali; PAI; somministrati compilati rispetto N. di questionari mantenimento a Anno 2016: Cartelle alle di soddisfazione domicilio della ⁄ 120.164,69 sociali; somministrazioni restituiti in un persona fragile, Anno 2017: Relazioni anno. garantendo ⁄ 119.714,00 sociali; supporto alla Graduatorie di N. di utenti Raggiungimento Analisi delle

Conoscenza, Conoscenza, famiglia nel suo TOTALE punteggio; soddisfatti ogni anno di risposte al Risorse e Servizi Servizi e Risorse compito di ⁄ 300.332,98 Questionario rispetto al n. di almeno l‘80% di questionario assistenza di rilevazione utenti totali che soddisfazione annuale di della ricevono il degli utenti rilevazione della soddisfazione servizio soddisfazione Raggiunto 100% degli utenti degli utenti.

2. Generale Inserimento Finanziarie e Procedure; N. di voucher Raggiungimento Dati dall‘anagrafe Triennio Conferma nell‘albo degli enti professionali Regolamento erogati rispetto ogni anno di esistente sul dell‘erogazione accreditati per il per il al n. di domande almeno il 50% trasporto sociale; di voucher per il servizio di Anno 2015: trasporto valide pervenute dell‘erogazione N. di voucher trasporto sociale trasporto sociale ⁄ 2.966,87 sociale; del servizio in erogati in un finalizzato ad Anno 2016: Invalidità base alle richieste anno; assicurare le ⁄ 7.363,00 civile al 100% ammissibili N. di domande esigenze di Anno 2017: e/o pervenute valide pervenute mobilità di ⁄ 8.407,81 documentazio in un anno. carattere ne sanitaria. Raggiunto 100% sanitario/terape TOTALE Risorse e Servizi Servizi e Risorse utico/riabilitativo ⁄ 18.737,68 /sociale di utenti che si trovano in situazioni di bisogno

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3. Specifico Inserimento Finanziarie e Procedure; N. di voucher Raggiungimento Dati dall‘anagrafe Triennio Conferma nell‘albo degli enti professionali Cartelle erogati rispetto ogni anno di esistente sui dell‘erogazione accreditati per il sociali; al n. di domande almeno il 50% voucher per di voucher per servizio di voucher Anno 2015: Criterio ISEE, valide pervenute dell‘erogazione anziani non anziani non ⁄ 16.682,00 invalidità del servizio in autosufficienti; autosufficienti in Anno 2016: civile al 100% base alle richieste N. di voucher Centro Diurno ⁄ 14.865,00 e età minima ammissibili erogati in un Integrato, al fine Anno 2017: 65 anni. pervenute anno; di fornire ⁄ 13.652,00 N. di domande all‘anziano un valide pervenute servizio che TOTALE Raggiunto 100% in un anno. risponda in ⁄ 45.199,00 Risorse e Servizi Servizi e Risorse maniera adeguata e continuativa ai bisogni di supporto quotidiani

4. Specifico Prosecuzione della Finanziarie Convenzione Esistenza di un SI/NO Comunicazioni Triennio Conferma del Convenzione con la con la flusso di dati cartacee; servizio di Fondazione Anno 2015: Fondazione relativo agli Raggiunto 100% Dati. Pronto Adolescere di ⁄ 5.000,00 Adolescere; inserimenti intervento Voghera, per Anno 2016: Segnalazioni proveniente minori per accogliere i minori ⁄ 0,00 utenti; dalla Fondazione rispondere a trovati in stato di Anno 2017: Monitoraggi. Adolescere situazioni di abbandono sul ⁄ 5.000,00 emergenza sul territorio in attesa territorio che i casi siano TOTALE presi in carico con ⁄ 10.000,00 Conoscenza e Risorse Risorse e Conoscenza uno specifico progetto psico- sociale.

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5. Specifico Rendicontazione Finanziarie Schede di Adeguatezza Raggiungimento Dati contabili Triennio Conferma del delle spese rendicontazio dell‘erogazione ogni anno di Fondo di sostenute dai Anno 2015: ne agli enti locali in almeno il 20% Solidarietà Comuni inferiori a ⁄ 0,00 relazione alle copertura delle costituito per i 5.000 abitanti Anno 2016: spese da essi spese tramite il Comuni inferiori ⁄ 25.000,00 sostenute Fondo Nazionale a 5.000 abitanti, Anno 2017: Politiche Sociali al fine di ⁄ 0,00

Risorse Risorse concorrere agli Raggiunto 100% oneri derivanti TOTALE dalle rette per i ⁄ 25.000,00 minori sottoposti a procedimento dell‘Autorità Giudiziaria

6. Specifico Contributo Finanziarie e Procedura; N. di buoni Raggiungimento N. di buoni sociali Annuale, si Erogazione del finalizzato a professionali Regolamento; sociali erogati ogni anno di erogati in un rinnova gli Buono sociale sostegno delle Documentazio rispetto al n. di almeno il 40% anno; anni per famiglie famiglie numerose, Anno 2015: ne cartacea; domande valide dell‘erogazione N. di domande successivi in numerose con per sostenere le ⁄ 18.229,17 Criterio ISEE. pervenute del buono in base valide pervenute base alla quattro o più pari opportunità di Anno 2016: alle richieste in un anno. disponibilità figli accesso ai servizi ⁄ 15.000,00 ammissibili economica integrativi. Anno 2017: pervenute

Risorse e Servizi Servizi e Risorse ⁄ 15.000,00 Raggiunto 100% TOTALE ⁄ 48.229,17

7. Specifico Verifica Finanziarie e Procedura; N. di voucher Raggiungimento N. di voucher Annuale, si Erogazione del dell‘accreditamento professionali Emissione erogati rispetto ogni anno di erogati in un rinnova gli voucher alle presso il Comune Bando al n. di domande almeno il 50% anno; anni famiglie con dove è ubicata la Anno 2015: Criterio ISEE. valide pervenute dell‘erogazione N. di domande successivi in bambini 0-3 anni Udo prima infanzia ⁄ 30.000,00 del servizio in valide pervenute base alla iscritti presso Anno 2016: base alle richieste in un anno. disponibilità unità di offerta ⁄ 24.884,00 ammissibili economica per la prima Anno 2017: pervenute infanzia ⁄ 624,53 pubbliche o Raggiunto 100% private TOTALE Risorse e Servizi Servizi e Risorse accreditate (asili ⁄ 55.508,53 nido, micro-nidi, nidi famiglia, centri per la prima infanzia)

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8. Specifico Contributo Finanziarie e Procedura; N. di voucher Raggiungimento N. di voucher Annuale, si Erogazione di finalizzato a professionali Emissione erogati rispetto ogni anno di erogati in un rinnova per voucher a sostegno delle Bando al n. di domande almeno il 50% anno; gli anni sostegno delle famiglie con figli di Anno 2015: Criterio ISEE. valide pervenute dell‘erogazione N. di domande successivi in famiglie con figli età 0-13 anni, per ⁄ 0,00 del servizio in valide pervenute base alla da 0 a 13 anni sostenere le pari Anno 2016: base alle richieste in un anno; disponibilità finalizzato a opportunità di ⁄ 49.218,00 pervenute. Verifica economica sostenere le pari accesso ai servizi Anno 2017: documentazione opportunità di integrativi. ⁄ 782,00 Raggiunto 100% delle spese Risorse e Servizi Servizi e Risorse accesso ai sostenute. servizi TOTALE integrativi ⁄ 50.000,00

9. Specifico Trasferimento Finanziarie e Procedura; Stabilità dei Mantenimento di Confronto con il Triennio Conferma degli economico ai professionali Banca dati; trasferimenti almeno il 50% del piano di interventi Comuni di Piano di economici ai budget disponibile finanziamento attivati residenza degli Anno 2015: finanziamento Comuni rispetto all‘anno dell‘anno nell‘ambito della utenti disabili, ⁄ 30.237,00 ; precedente precedente legge n. 162/98 finalizzato al Anno 2016: Relazioni in continuità con sostegno delle ⁄ 30.237,00 sociali; Raggiunto 100% i progetti a famiglie nella cura Anno 2017: Criterio

Risorse e Servizi Servizi e Risorse sostegno al domicilio tramite ⁄ 30.237,00 invalidità al dell‘handicap operatore 100%. grave specializzato TOTALE ⁄ 90.711,00

10. Specifico Inserimento Finanziarie e Procedure; N. di voucher Raggiungimento N. di voucher Triennio Conferma nell‘albo degli enti professionali PAI; erogati rispetto ogni anno di erogati in un dell‘erogazione accreditati per il Cartelle al n. di domande almeno il 50% anno; di voucher a servizio di voucher Anno 2015: sociali; valide pervenute dell‘erogazione N. di domande sostegno della ⁄ 13.555,38 Relazioni del servizio in valide pervenute disabilità grave Anno 2016: sociali; base alle richieste in un anno; (0-64), per ⁄ 46.107,00 Graduatorie in ammissibili Dati dall‘anagrafe garantire Anno 2017: ordine di pervenute esistente sui prestazioni ⁄ 48.933,72 presentazione voucher a personalizzate di della sostegno della sostegno alla TOTALE domanda; Raggiunto 100% disabilità grave. persona disabile ⁄ 108.596,10 Criterio ISEE

Conoscenza, Conoscenza, e di sollievo alla e invalidità Risorse e Servizi Servizi e Risorse sua famiglia civile al 100%; Questionario di rilevazione della soddisfazione degli utenti.

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11. Generale Prosecuzione della Finanziarie Convenzione Verifica delle SI/NO Analisi della Triennio Conferma Convenzione con la con la spese inerenti rendicontazione dell‘attività del Cooperativa Finis Anno 2015: Cooperativa l‘attività di Raggiunto 100% pervenuta Centro Servizi Terrae, a favore di ⁄ 6.000,00 Finis Terrae; progetto Immigrati, in tutti i 23 Comuni Anno 2016: Documentazio convenzione con del Distretto, con i ⁄ 15.000,00 ne relativa al la Cooperativa relativi Sportelli a Anno 2017: progetto Finis Terrae Voghera e a Varzi, ⁄ 15.000,00 —Centro e dei relativi servizi Servizi offerti al territorio TOTALE Immigrati per come il supporto ⁄ 36.000,00 il distretto di alle scuole. Voghera“ ai sensi della

Risorse Risorse legge n. 40/98; Monitoraggio delle rendicontazio ni; Flusso di dati provenienti dalla Cooperativa sui fruitori del servizio.

12. Specifico Prosecuzione della Finanziarie Convenzione; Controllo dei SI/NO Flusso di dati ogni Triennio Conferma del Convenzione con la Report report trimestrali trimestre servizio di Asilo Caritas di Tortona, Anno 2015: trimestrale dell‘utenza Raggiunto 100% Notturno sede di Voghera, e ⁄ 14.250,00 dell‘utenza. inviati dalla Pensionato l'Opera Pia Casa Anno 2016: Caritas di Zanaboni Onlus del PaneAsilo ⁄ 13.750,00 Tortona di Voghera per Notturno Anno 2017: assicurare Pensionato ⁄ 15.000,00

Risorse Risorse ospitalità ZanaboniOnlus di temporanea ai Voghera. TOTALE cittadini ⁄ 43.000,00 residenti in situazione di emergenza abitativa

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13. Specifico Prosecuzione della Finanziarie Documentazio Verifica SI/NO Flusso di dati Triennio Conferma di collaborazione con ne relativa al dell‘attività prosecuzione del la Prefettura di Anno 2015: progetto; svolta Raggiunto 100% Progetto Pavia e la ⁄ 15.000,00 Relazione Promozione alla Fondazione Anno 2016: conclusiva Salute —A scuola Adolescere, relativi ⁄ 15.000,00 annuale e nel territorio“ all‘attività di Anno 2017: dell‘attività ai sensi della prevenzione ⁄ 12.000,00 svolta legge n. 285/97 indirizzata ai presentata e della legge n. soggetti che TOTALE dalla 45/99 vengono segnalati ⁄ 42.000,00 Fondazione dalla Prefettura per Adolescere la violazione della Conoscenza e Risorse Risorse e Conoscenza legge sugli stupefacenti con particolare attenzione agli adolescenti.

14. Specifico Collaborazione con Finanziarie e Segnalazioni N. di interventi Raggiungimento N. di interventi Triennio Conferma degli il Dipartimento di professionali del realizzati ogni anno di realizzati in un Interventi a Salute Mentale Dipartimento rispetto al n. di almeno il 50% anno; favore della dell‘AO di Voghera Anno 2015: di Salute segnalazioni dell‘erogazione N. di segnalazioni domiciliarietà di ⁄ 12.907,52 Mentale; prevenute del servizio in pervenute in un soggetti con Anno 2016: PAI; base alle richieste anno; disagio psichico ⁄ 16.524,00 Relazioni ammissibili Dati dall‘anagrafe Anno 2017: sociali; pervenute esistente dei ⁄ 12.341,48 Cartelle soggetti con sociali; Raggiunto 100% disagio psichico. Conoscenza, Conoscenza,

Risorse e Servizi Servizi e Risorse TOTALE Documentazio ⁄ 41.773,00 ne cartacea pervenuta dagli utenti; Banca dati.

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15. Generale Accoglimento del Finanziarie e Procedure; N. di utenti Raggiungimento N. di utenti in un Triennio Conferma della bisogno, professionali Banche dati; rispetto al n. di ogni anno di anno; gestione in informazione e Cartelle interventi di almeno l‘80% di N. di interventi forma associata orientamento Anno 2015: sociali. informazione e interventi effettuati in un del servizio di all‘utenza ⁄ 104.842,00 orientamento effettuati anno. segretariato Anno 2016: effettuati sociale ⁄ 104.842,00 Raggiunto 100% Anno 2017: Conoscenza, Conoscenza,

Risorse e Servizi Servizi e Risorse ⁄ 104.842,00

TOTALE ⁄ 314.526,00

16. Strategico Studio della spesa Professionali Incontri N. di incontri Realizzazione ogni N. di incontri in Triennio Integrazione dei sociale comunale; cadenzati; realizzati anno di almeno n. un anno; servizi sociali Stesura Anno 2015: Tavoli 1 incontro N. di progetti svolti dai singoli progettazione; ⁄ 66.798,00 operativi. elaborati in un Comuni al fine di Riunioni operative; Anno 2016: N. di progetti Elaborazione di anno; programmare Stesura schemi di ⁄ 66.708,00 elaborati almeno n. 1 Documento finale. l‘erogazione di accordi e Anno 2017: progetto

Conoscenza Conoscenza servizi gestiti in convenzioni. ⁄ 66.552,00 forma associata Raggiunto 100% dal Piano di TOTALE Zona ⁄ 200.058,00

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17. Specifico Approvazione del Finanziarie e Costituzione Somministrazion Raggiungimento Report di Triennio Conferma degli Piano operativo professionali di equipe di e scheda filtro di almeno l‘80% monitoraggio interventi valutazione Triage da parte di previsti dal Anno 2015: multidimensio dell‘operatore somministrazioni Piano operativo ⁄ 276.623,47 nale di schede filtro di Anno 2016: ASL/Comuni/P programmazione ⁄ 273.114,81 iano di zona; degli interventi e Anno 2017: Regolamento Raggiunto 100% delle risorse del ⁄ 208.340,50 per l‘accesso Fondo per le Non ai titoli Autosufficienze TOTALE sociali; ⁄ 758.078,78 Utilizzo delle procedure; Modalità operative;

Risorse e Servizi Servizi e Risorse Scheda filtro Triage, ADL/IADL; PAI; Cartelle sociali; Relazioni sociali; Graduatorie di punteggio.

18. Generale Prosecuzione della Finanziarie e Convenzione; Controllo dei SI/NO Flusso di dati Triennio Conferma della Convenzione con la Professionali Report report gestione Fondazione dell‘utenza. dell‘utenza Raggiunto 100% associata delle Adolescere e la Contribuzione attività socio- Fondazione San a carico del assistenziali Germano singolo inerenti la tutela Comune Risorse e Servizi Servizi e Risorse minorile

52 IL NUOVO AMBITO DISTRETTUALE VOGHERA E COMUNIT MONTANA OLTREPÔ PAVESE

La Regione Lombardia con la D.G.R. n. 7631/2017 ha approvato le —Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2018/2020“. Tali Linee di indirizzo riportano analiticamente: a) le indicazioni, gli obiettivi per la nuova triennalità di programmazione dei Piani di Zona e i ruoli dei diversi attori coinvolti; b) l‘articolazione dei livelli di premialità e le modalità di erogazione delle relative risorse stanziate in ragione degli obiettivi strategici raggiunti; c) le modalità di incentivazione del raggiungimento di obiettivi strategici di interesse quali: uniformità di regolamentazione degli accessi, compartecipazione alla spesa, individuazione di omogenei indicatori di appropriatezza e qualità dei servizi e degli interventi, realizzazione di progettualità innovative. Nel quadro del generale riordino del sistema socio-sanitario regionale, la L. R. n. 23/2015 interviene anche sugli ambiti territoriali dei Piani di Zona per ciò che concerne i loro confini e quindi la loro logica di azione. All‘articolo 7 bis la legge prevede che: (…) —I distretti sono articolati dalla ATS in ambiti distrettuali, comprendenti ciascuno una popolazione di norma non inferiore a 80.000 abitanti. Nelle aree ad alta densità abitativa tale rapporto è elevato fino a 120.000 abitanti. Nelle aree montane e nelle aree a scarsa densità abitativa, l‘ambito può comprendere una popolazione minima di 25.000 abitanti. Per la Città Metropolitana di Milano i distretti e le relative articolazioni in ambiti distrettuali tengono conto delle articolazioni territoriali funzionali della stessa.“ La possibilità per i Comuni di adottare un nuovo assetto territoriale di programmazione territoriale e nuove partnership, apre al confronto sull‘opportunità di pensare ad un modello maggiormente integrato e meno frammentato, a partire proprio dal modello di governance delle politiche e dei processi. Nei fatti la L. R. n. 23/2015 fornisce lo spazio normativo per potenziare rapporti di cooperazione sovra-zonale che nel corso degli anni e delle precedenti triennalità sono andati a formarsi, con l‘obiettivo di rafforzare e uniformare aspetti fondamentali dei servizi in territori simili per caratteristiche socio/economiche e contigui in termini di confini territoriali/amministrativi. Questo significa pensare alla cooperazione orizzontale come ad un modello di governance da potenziare ulteriormente, mobilitando risorse al fine di incentivare la strutturazione di tali rapporti.

53 Il processo di ridefinizione degli ambiti non deve essere visto come un adempimento normativo di tipo burocratico, ma come una finestra di opportunità utile per istituzionalizzare modelli cooperativi sviluppatosi e rinsaldatosi negli anni, e come occasione per crearne di nuovi. Questi sono requisiti propedeutici al fine di razionalizzare le risorse nell‘ottica dell‘investimento sociale œ ossia pensare il welfare non come una semplice —spesa“ nel bilancio ma come un investimento che prevede un ritorno in termini socio-economici nel lungo periodo œ e dell‘innovazione (non può esserci innovazione senza apertura e scambio costante con altri soggetti della rete). La nuova dimensione di Ambito può consentire ai Comuni di ridefinire sempre più l‘attenzione sul sociale potenziando ulteriormente la gestione associata dei servizi. Il processo di definizione degli Ambiti distrettuali dell‘ATS, di cui all‘art. 7 bis della L. R. n. 23/15, deve essere frutto di una condivisione tra l‘ATS e i Comuni, e tenere conto non esclusivamente dei parametri di popolazione previsti dalla normativa, ma anche di altri elementi quali ad esempio il territorio, le caratteristiche sociali, le forme di collaborazione in essere tra Comuni, ecc.. L‘individuazione di ambiti distrettuali condivisi tra Comuni e ATS è condizione necessaria per favorire l‘integrazione tra le politiche sociali e sociosanitarie, così come auspicato dalla legge n. 328/2000 e dalla L. R. n. 23/15. Attualmente il Distretto di Voghera è collocato nell'Oltrepò Pavese, una delle tre aree territoriali della provincia di Pavia, insieme a Pavese e Lomellina. La provincia pavese è lambita dai fiumi Po e Ticino e l'Oltrepò, con il suo territorio appenninico, completa il quadro morfologico del territorio. La provincia di Pavia, costituita da 2965 Kmq. di superficie, presenta una popolazione pari a quasi 500.000 unità con un grado di urbanizzazione poco elevato. L'Oltrepò Pavese è un cuneo di territorio lombardo collocato tra Emilia e Piemonte, confinante con le province di Alessandria e Piacenza. Diviso dal resto della provincia pavese dal Po, si estende per circa 1100 Kmq dei quali un terzo sono di pianura ed il restante due terzi sono ripartiti tra collina e montagna. Il Distretto di Voghera è delimitato da un lato dalla Valle del Ghiaia di Montalto e dall'altro dalla Valle Staffora che raggiunge Varzi e Santa Margherita di Staffora attraverso la Val di Nizza. La posizione geografica del territorio di Voghera attraversato dalla via Posturnia (prosecuzione della via Emilia) verso Genova allo sbocco della Valle Staffora, ha sempre influito positivamente sulla economia locale sostenuta dalle continue correnti di traffico. Il Distretto di Voghera comprende due aree con caratteristiche geografiche differenti, l'una prevalentemente pianeggiante e l'altra collinare-montuosa. I Comuni del Distretto sono 23: Bagnaria, Brallo di Pregola, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Corana, Cornale e

54 Bastida, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Romagnese, Santa Margherita di Staffora, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera, Zavattarello. La città di Voghera, Ente capofila del Distretto, è situata sulla sponda sinistra del torrente Staffora ed è posta tra il corso del Po a nord ed i primi rilievi appenninici a sud. Voghera è ben collegata tramite le ferrovie dello Stato con le principali città del nord d'Italia: Milano, Genova, Torino, Bologna ed è ben servita dalla rete autostradale con i caselli di Voghera sulla A21 (Torino œ Piacenza - Brescia) e di Casei Gerola sulla A7 (Milano - Genova). La Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese si estende nella posizione sud-occidentale della Lombardia ed interessa quelle zone collinari e montagnose che s'incuneano tra il Piemonte e l'Emilia. La Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese è costituita da 19 Comuni (di cui 14 facenti parte del Distretto di Voghera): Bagnaria, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Brallo di Pregola, Cecima, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montalto Pavese, Montesegale, Ponte Nizza, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Zavattarello. E‘ un Ente Locale di diritto pubblico, espressione della popolazione delle valli che la compongono, che ha per fine essenziale la valorizzazione delle zone montane ed in particolare si prefigge di: - promuovere la crescita sociale e civile delle popolazioni; - difendere l‘ambiente ed agire per la difesa del suolo; - attuare l‘assetto del territorio, nel quadro di un razionale sviluppo sociale; - tutelare il paesaggio, il patrimonio naturale, storico, artistico e culturale; - operare per lo sviluppo economico e per il superamento degli squilibri esistenti; - promuovere il progresso della cultura. I 14 Comuni della Comunità Montana dell'Oltrepò Pavese che aderiscono al Piano di Zona del Distretto di Voghera sono i seguenti: Bagnaria, Brallo di Pregola, Cecima, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montesegale, Ponte Nizza, Rocca Susella, Romagnese, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Zavattarello. L'economia e la struttura produttiva del Distretto di Voghera riflettono l'evolversi dell'economia della provincia pavese che presenta un carattere prevalentemente agricolo-rurale, l'occupazione agricola nel territorio ha sempre registrato tassi elevati. La zona non ha mai avuto una forte tradizione imprenditoriale, i grossi insediamenti che hanno caratterizzato gli anni settanta erano nati dall'iniziativa di industriali di altre zone attirati in Oltrepò dai vantaggi offerti dalla legge che individuava la nostra zona fra quelle depresse. Negli anni il venir meno delle agevolazioni e la crisi economica generale hanno portato alla chiusura di molte ditte. Nel corso di questi anni vi è stata una sostituzione di attività con dispersione degli occupati in varie attività industriali

55 di piccole e medie dimensioni che negli ultimi tempi risentono del periodo di crisi generale. La zona del Vogherese è caratterizzata da un tessuto industriale eterogeneo. Nella Comunità Montana, l'economia, sempre essenzialmente agricola, ha goduto delle generali innovazioni apportate dall'evoluzione del settore, le attività extra agricole hanno potenziato la loro presenza sul territorio con notevoli miglioramenti per quanto concerne il quadro sociale. A questi aspetti positivi si accompagna un movimento demografico in netta fase discendente, soprattutto dagli anni Trenta ad oggi, dovuto alla diminuzione della natalità ed alla emigrazione dei giovani verso i più grandi centri abitati della pianura.

La presenza di 14 Comuni su 19 nell‘ambito distrettuale di Voghera, con 1 nell‘ambito distrettuale di Broni (Ruino) e con 4 nell‘ambito distrettuale di Casteggio (Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Montalto Pavese) non garantisce all‘interno della Comunità Montana uniformità e unitarietà nella gestione della governance delle politiche sociali sul territorio.

La L. R. n. 23/15 e la D.G.R. n. 7631/2017 costituiscono un‘opportunità per potere adottare un nuovo assetto di programmazione territoriale e per pensare ad un modello maggiormente integrato e meno frammentato, a partire proprio dal modello di governance delle politiche e dei processi relativi al territorio di Voghera e di tutti i Comuni facenti parte della Comunità Montana dell‘Oltrepò Pavese. La revisione del modello di governance e la necessaria ridefinizione organizzativa, rappresentano un obiettivo strutturale importante da conseguire per il nuovo Ambito e rappresentano uno sforzo rilevante per ridurre la frammentazione e potenziare l‘integrazione (anche con il livello sociosanitario e sanitario, per quel che concerne i servizi) in un territorio complesso e articolato.

Tale ipotesi di creazione di un nuovo ambito territoriale, Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese, che veda uniti gli attuali Comuni compresi nell‘ambito distrettuale di Voghera e i n. 5 Comuni attualmente nell‘ambito distrettuale di Broni (Ruino) e nell‘ambito distrettuale di Casteggio (Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Montalto Pavese) si inserisce nella programmazione sociale a livello locale 2018/2020 che conferma la centralità del Piano di Zona come strumento di programmazione in ambito locale del sistema di offerta sociale, per il buon funzionamento della governance locale, per rispondere al meglio al bisogno sociale che la comunità locale manifesta, per coordinare la programmazione sociale con gli altri strumenti di programmazione esistenti e per ottimizzare le politiche sociali del territorio. Il coordinamento del nuovo assetto di programmazione territoriale si collega alla pianificazione proposta dal Comune di Varzi e dai seguenti 14 Comuni membri del Partenariato di Progetto che ha presentato la Candidatura Area Interna

56 Appennino Lombardo - Alto Oltrepo Pavese: Bagnaria, Borgoratto Mormorolo, Brallo di Pregola, Fortunago, Menconico, Montesegale, Ponte Nizza, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Valverde, Zavattarello. 12 Comuni rientrano nell‘ambito distrettuale di Voghera, Borgoratto Mormorolo e Fortunago nell‘ambito distrettuale di Casteggio, Ruino nell‘ambito distrettuale di Broni. Il documento presentato per la Strategia Nazionale Aree Interne Appennino Lombardo œ Alto Oltrepò Pavese evidenzia, nell‘ambito della sanità e del sociale, la criticità significativa in relazione all‘estensione dei Piani di Zona sul territorio dell‘Oltrepò: —Sul territorio dell‘area interna operano 3 differenti piani di zona: Piano di Zona di Voghera (comuni della valle Staffora e della montagna appenninica); Piano di Zona di Casteggio (Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Montalto Pavese); Piano di Zona di Broni (Ruino). Tale criticità genera la difficoltà di sviluppare politiche strategiche unitarie per tutto il territorio che, nonostante presenti una popolazione limitata, è fortemente frastagliato e frammentato.“ Nell‘ambito del Progetto è previsto un coinvolgimento diretto del Comune di Voghera individuato, come capofila del Piano di Zona, quale beneficiario/attuatore dei Bandi —Una comunità coesa e solidale in Alto Oltrepò“ e —Inclusione disabili in Alto Oltrepò“. Nell‘ottica di armonizzare l‘assetto dei servizi sul territorio dell‘intera Comunità Montana il nuovo ambito territoriale provvederà a definire nella nuova programmazione interventi specifici destinati alla popolazione residente nei 19 Comuni, individuando azioni dedicate all‘ambito montano con il riconoscimento della specificità territoriale. Le linee di intervento, entro le quali si svilupperanno le azioni ed i servizi della nuova programmazione sono così articolate: - definizione di un sub-ambito montano attraverso il riconoscimento di un presidio politico, organizzativo, economico ed amministrativo dedicato e rivolto al riconoscimento della specificità montana: la dimensione organizzativa di sub- ambito definisce la propria funzionalità quale perimetro ottimale di riferimento ai fini di promuovere il coordinamento e la partecipazione delle singole amministrazioni e di diverse possibili aggregazioni della funzione sociale che potranno essere definite nel corso del biennio; - la Comunità Montana quale ente referente del sub-ambito è tenuta ad interpretare le seguenti funzioni: - coordinamento tecnico mediante l‘individuazione di un operatore con specifiche competenze nel settore sociale in grado di divenire referente per le funzioni sociali erogate nel sub-ambito; - coordinamento amministrativo in relazione alle componenti gestionali connesse ai servizi di sub-ambito. - l‘Ente referente di sub-ambito dovrà designare un operatore quale coordinatore tecnico di sub-ambito che: può partecipare ai lavori dell'Ufficio di Piano; coordinare il gruppo degli operatori di sub-ambito secondo gli indirizzi del

57 Piano di Zona; implementare le politiche distrettuali nel livello locale; curare gli eventuali aspetti amministrativi e contabili connessi al sub-ambito; - nell‘ambito di tale obiettivo, sarà prevista l‘assunzione a tempo determinato (o altra forma di collaborazione) della figura dell‘assistente sociale, dedicata al sub-ambito con sede distaccata presso la Comunità Montana dell‘Oltrepò Pavese che, a rotazione, presidi e supporti le Unioni ed i Comuni della CMOP ed in modo particolare i Comuni della Val Coppa e di Ruino che ora dispongono di sportelli locali dei Piani di Zona di Casteggio e Broni; - in fase di prima attuazione del piano, tale figura, rientrerà nell‘ambito dell‘ approvazione del Piano di attuazione locale per l‘impiego della —Quota servizi del Fondo Povertà“ œ annualità 2018“, destinata al finanziamento dei servizi per l‘accesso al REI, per la valutazione multidimensionale finalizzata ad identificare i bisogni del nucleo familiare e per i sostegni da individuare nel progetto personalizzato del REI; - Ri-definizione e congrua allocazione delle spese sociali relative agli abitanti del territorio della Comunità montana dell‘Oltrepò Pavese a valere sui servizi e le attività dedicate al sub-ambito; - Ri-definizione di modalità e criteri di funzionamento, attivazione, accesso ed erogazione dei servizi sociali afferenti al sub-ambito montano; - predisposizione e rafforzamento di tutti quei servizi sociali erogati nelle precedenti annualità da parte dei Piani di Zona di Broni e Casteggio per i comuni di Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Montalto Pavese, Ruino. La diffusa presenza di situazioni di fragilità e di una popolazione molto anziana, l‘estensione del territorio della CMOP di 474,34 Kmq dove costi di assistenza socio-assistenziale e socio-sanitaria sono ben al di sopra delle soglie di riferimento regionale, nonché la necessità di un‘attenzione continua e costante al rilevamento dei bisogni primari e all‘attivazione degli interventi di sostegno, rendono necessari gli interventi sopra descritti. La creazione di un nuovo assetto territoriale che veda uniti i n. 5 Comuni della Comunità Montana ai Comuni già facenti parte dell‘ambito distrettuale di Voghera è conforme all‘obiettivo di ragionare in modo univoco e funzionale allo sviluppo e governo del territorio dell‘Alto Oltrepò Pavese. Tale ipotesi di allargamento del territorio di riferimento appare sostenibile in presenza di tutte le condizioni favorevoli sotto il profilo territoriale, gestionale, organizzativo, programmatorio e di accesso ai servizi. Il nuovo Piano di Zona dell‘ambito territoriale di Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese rientra nei parametri previsti dalla L. R. n. 23/2015 e rientra nell‘ottica della valorizzazione di strategie virtuose di programmazione sociale di Ambito distrettuale per favorire l‘omogeneità dei criteri di presa in carico, l‘ottimizzazione delle risorse e l‘efficacia delle politiche attuate e il consolidamento delle capacità dei Comuni in tema di programmazione, regolamentazione e gestione delle funzioni sociali, valorizzando azioni e obiettivi che si inseriscono nel solco dell‘innovazione sociale. La nuova programmazione terrà conto di eventuali specificità e dei casi in carico per garantire continuità di accesso agli utenti dei 5 Comuni interessati con particolare riferimento all‘utilizzo della quota premiale prevista dalla D.G.R. n. 7631/2017, a beneficio dello sviluppo e del consolidamento della capacità di tutti i Comuni dell‘ambito nel

58 programmare e attuare gli obiettivi indicati dalle linee guida, a sviluppare l‘aggregazione zonale e il raggiungimento della nuova dimensione di Ambito ex L. R. n. 23/2015. Saranno effettuati tutti gli approfondimenti tecnici per garantire agli utenti dei 5 Comuni la continuità dei servizi e il graduale passaggio alla presa in carico con i nuovi operatori. Il nuovo ambito distrettuale nasce con l‘obiettivo di dotarsi di uno strumento di governo delle politiche sociali maggiormente strutturato e in grado di avviare un nuovo processo per quel che concerne la gestione del welfare locale. Un processo non semplicemente basato sulla dinamica domanda-risposta, quanto sul rafforzamento della catena —analisi del bisogno-programmazione-erogazione e implementazione-monitoraggio“. Solo questa catena di policy può garantire un approccio integrato e multidimensionale ai problemi socio-assistenziali, favorendo l‘emersione dei nuovi bisogni complessi e la cura delle fragilità multiple. Solo un Piano di zona così articolato è in grado di allargare proficuamente la rete della lettura/programmazione/intervento spingendosi verso un coinvolgimento attivo e completo degli attori e delle risorse sociali presenti sul territorio, nell‘ottica del potenziamento di un vero welfare di comunità. La scelta di creare questo nuovo Ambito non è dovuta semplicemente alla necessità di adempiere ad una indicazione normativa, ma è piuttosto il risultato di una presa di coscienza rispetto al fatto che per affrontare i bisogni sociali, più o meno complessi, presenti sul territorio è ormai ineludibile approntare strumenti di governance nuovi e più efficaci. Bisogna superare il particolarismo e la frammentazione e potenziare la territorializzazione del welfare e la flessibilità/prontezza della risposta al bisogno. Il nuovo Ambito è l‘opportunità concreta per ridurre le differenze territoriali garantendo ai cittadini interventi integrati di protezione sociale (fatto salvo alcune specificità territoriali in termini di bisogni). Cogliendo lo spirito della D.g.r. 7631, il territorio ha stabilito di dare una spinta decisa verso la riduzione della frammentazione dato che la costituzione di un solo Ambito consentirà di ridurre la dispersione a livello di governance, permetterà di unificare i servizi associati sul territorio e procedere ad una seria ricomposizione delle informazioni e della conoscenza. Tutto ciò consentirà un migliore impiego delle risorse e un potenziale effetto moltiplicatore, in particolare perché costruire un nuovo Ambito più strutturato può fornire l‘opportunità di potenziare la capacità di raccogliere risorse da fonti terze (es. identificandosi come capofila consolidato di progettualità che possano coinvolgere una rete di stakeholder territoriali ancor più significativa). Questo processo di ricomposizione riguarderà anche gli attori che operano nella rete dell‘offerta sociale perché li metterà a confronto con un solo attore istituzionale: ciò rappresenta un passo decisivo per migliorare la capacità di coprogettazione e corealizzazione degli interventi.

59 In questo quadro l‘Ambito opererà nel prossimo triennio al fine di raggiungere alcuni traguardi specifici quali: 1. la revisione della governance, dei modelli e dei processi organizzativi che governano l‘Ambito (struttura e funzionamento dell‘Ufficio di Piano, rapporti con i Comuni, funzioni associate ecc.), 2. l‘omogeneizzazione dell‘accesso ai servizi e alle prestazioni nei confini del nuovo Ambito Distrettuale, 3. il potenziamento della capacità di progettazione in partnership con gli attori sociali del territorio e non, 4. il potenziamento della rete dell‘offerta sociale (per la parte di competenza del Piano di zona), 5. un‘opera di integrazione e coordinamento tra le varie misure/interventi nazionali e regionali, con le politiche prodotte dall‘Ambito.

Definito questo quadro, è necessario esaminare e affrontare le difficoltà di tipo sistemico. Queste sono soprattutto legate a: a) la molteplicità delle fonti di finanziamento che rendono complicata la ricomposizione e il miglior impiego possibile delle risorse, b) il fatto che molti interventi e funzioni sociali sono ancora prevalentemente comunali, presupponendo così modelli di gestione e di intervento diversificati. Su questo punto il nuovo Ambito, approfittando anche dell‘obiettivo strategico numero 1 definito da Regione Lombardia, potrà impegnarsi al fine di accompagnare il territorio verso un ulteriore processo di ricomposizione. Il nuovo Ambito Distrettuale può finalmente rappresentare uno spazio ideale per progettare e gestire politiche sociali di più ampio respiro, posizionandosi in sostanziale equilibrio nel trade-off tra la necessità di trovare una dimensione ottimale a livello territoriale e la necessità di portare i servizi il più possibile in prossimità del cittadino, unico modo per migliorarne l‘efficacia e la pervasività. Questo processo di miglioramento e di riduzione della frammentazione concerne anche il contributo che l‘Ambito Distrettuale può dare per migliorare l‘integrazione tra le dimensioni sanitaria, sociosanitaria e sociale, in modo tale da potenziare l‘integrazione delle reti e costruire effettivamente una vera filiera dei servizi a disposizione del cittadino. Da questo punto di vista risulta strategica la collaborazione con le strutture dell‘ATS e della ASST, in modo tale da agire in modo coordinato a livello di Ambito e di Ambito Distrettuale, utilizzando tutto il potenziale della Cabina di Regia. In questo quadro è parimenti importante la fattiva collaborazione con i molteplici attori sociali del welfare locale che nel corso degli anni hanno mostrato la loro capacità di agire sul territorio e di proporre strumenti e modalità innovativa nel campo delle politiche sociali.

60 Il nuovo Ambito, tramite questo documento di Piano, si dà degli obiettivi di governance e di policy ben chiari da perseguire nel prossimo triennio. Una triennalità che sarà dedicata alla costruzione, al consolidamento e all‘innovazione sia degli aspetti sistemici/di governo sia delle politiche e dei servizi da mettere in campo. L‘Ambito Distrettuale dovrà operare per sviluppare una convergenza ottimale tra le modalità e le aree di intervento al fine di arrivare alla conclusione del triennio ad un modello organizzativo pienamente integrato. Seguendo le indicazioni della DGR 7631/17 e gli interventi messi in campo da Regione nella X legislatura (ad esempio le misure Reddito di Autonomia), la lotta all‘esclusione sociale e al rischio di scivolamento nella fragilità socio- economica saranno tra gli obiettivi strategici su cui il nuovo ambito dovrà lavorare, considerando anche le nuove competenze nel campo delle politiche abitative. Proprio questo ultimo aspetto rappresenta un esempio delle sfide che dovrà affrontare il nuovo Ambito Distrettuale, dovendo integrare una nuova competenza all‘interno delle politiche di cui tradizionalmente si occupano i Piani. Centrale è quindi l‘attenta analisi dei bisogni territoriali, in modo da uscire dalla mera gestione dell‘offerta territoriale per tentare di intercettare i bisogni per poi incrociarli con l‘offerta di servizi innovativi, in modo tale da intervenire sull'area della vulnerabilità nel suo complesso, come obiettivo strategico che coinvolge altre aree del bisogno (disoccupazione, problemi di reddito, fragilità sociosanitarie, ecc.).

61 LA GOVERNANCE DEL PIANO DI ZONA FUNZIONE E COMPOSIZIONE DEGLI ORGANISMI DI PROGRAMMAZIONE

Il Piano di Zona si configura come uno strumento che persegue processi di programmazione condivisa. La L. R. n. 3/2008 prevede la consultazione dei soggetti che concorrono alla programmazione, progettazione e realizzazione delle unità di offerta sociali e sociosanitarie, in particolare i soggetti del Terzo Settore, le organizzazioni sindacali e gli altri soggetti di diritto privato che operano in ambito sociale e sociosanitario. Consci del cambiamento prodotto dal nuovo assetto dell‘Ambito, la revisione e strutturazione della governance nel corso della nuova programmazione, è da considerarsi come un obiettivo in divenire durante il biennio 2019/2020. Premesso ciò, gli elementi costitutivi la governance del Piano di Zona sono i seguenti:

TERRITORIO DI RIFERIMENTO: Comuni di Bagnaria, Brallo di Pregola, Borgoratto Mormorolo, Borgo Priolo, Casei Gerola, Cecima, Codevilla, Corana, Cornale e Bastida, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Menconico, Montalto Pavese, Montesegale, Ponte Nizza, Retorbido, Rivanazzano Terme, Rocca Susella, Romagnese, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Silvano Pietra, Torrazza Coste, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Voghera, Zavattarello.

ORGANISMO POLITICO, individuato nell‘Assemblea dei Sindaci dell‘ambito distrettuale, normato dalla D.G.R. n. 5507/16 e dal Regolamento adottato dal Distretto. Si riconferma l‘identificazione dell‘organismo politico nell‘Assemblea dei Sindaci che rappresenta il luogo "stabile" della decisionalità politica per quanto riguarda i Piani di Zona. L‘Assemblea dei Sindaci è chiamata a: approvare il documento di Piano e suoi eventuali aggiornamenti; verificare annualmente lo stato di raggiungimento degli obiettivi di Piano; aggiornare le priorità annuali, coerentemente con la programmazione triennale e le risorse disponibili; approvare annualmente i piani economico-finanziari di preventivo e i rendiconti di consuntivo; approvare i dati relativi alle rendicontazioni richieste dalla Regione per la trasmissione all‘ATS ai fini dell‘assolvimento dei debiti informativi.

ORGANISMO DI SUPPORTO TECNICO ED ESECUTIVO, rappresentato dall‘Ufficio di Piano, quale soggetto di supporto alla programmazione, responsabile delle funzioni tecniche, amministrative e della valutazione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona. L‘Ufficio di Piano è costituito presso il Comune di Voghera, individuato quale Ente capofila del Distretto, ed è coordinato dal Dirigente del Settore Servizi Sociali del Comune di Voghera che assicura il supporto tecnico

62 all‘Assemblea dei Sindaci, gestisce attraverso il Piano Esecutivo di Gestione dell‘Ente i finanziamenti assegnati al Distretto ed è responsabile dell‘esecuzione dell‘Accordo di programma. In conseguenza dell‘alto livello assegnato alla programmazione zonale, appare fondamentale che la pianificazione sia presidiata attraverso professionalità qualificate e modelli organizzativi che consentano di dare valore a tale funzione. L‘Ufficio di Piano garantisce un sistema integrato di servizi, attraverso: la programmazione, pianificazione e valutazione degli interventi; la costruzione e gestione del budget; l‘amministrazione delle risorse complessivamente assegnate (Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Sociale Regionale, Fondo per le Non Autosufficienze, quote dei comuni e di altri eventuali soggetti); il coordinamento della partecipazione dei soggetti sottoscrittori e aderenti all‘Accordo di programma. L‘Ufficio di Piano risponde, inoltre, nei confronti dell‘Assemblea dei Sindaci, dell‘ATS e della Regione, della correttezza, attendibilità e puntualità degli adempimenti previsti rispetto ai debiti informativi regionali. In funzione del ruolo sempre più rilevante assegnato rispetto alla programmazione zonale, viene rivolta particolare attenzione all‘organizzazione dell‘Ufficio di Piano, in modo da rendere tale struttura sempre più adeguata, in termini di risorse umane ed economiche assegnate e di tempo dedicato, ai compiti richiesti. Alla struttura dell‘Ufficio di Piano coordinata dal Dirigente e integrata dai servizi amministrativi del Settore Servizi Sociali del Comune di Voghera, viene riconosciuta la quota del 2% del budget annuale per le attività di coordinamento. L‘Ufficio di Piano garantisce le funzioni di servizio sociale professionale, le funzioni di segretariato sociale, l‘espletamento di prestazioni professionali previste dal Piano di Zona, l‘informazione dell'utenza, l‘accompagnamento all‘acquisto di prestazioni, il monitoraggio degli enti accreditati, il supporto nella gestione amministrativa e contabile, il supporto nella redazione dei monitoraggi e delle rendicontazioni regionali. L‘Ufficio di Piano coordina le attività del sub-ambito; il coordinatore delle attività territoriali del sub-ambito è considerato parte dell‘Ufficio di Piano. L‘Ufficio di Piano risponde, inoltre, nei confronti dell‘Assemblea dei Sindaci, dell‘ATS e della Regione, della correttezza, attendibilità e puntualità degli adempimenti previsti rispetto ai debiti informativi regionali.

SUB-AMBITO MONTANO attraverso il riconoscimento di un presidio politico, organizzativo, economico ed amministrativo dedicato al riconoscimento della specificità montana e collocato presso la Comunità Montana. La dimensione organizzativa di sub-ambito definisce la propria funzionalità quale perimetro ottimale di riferimento ai fini di promuovere il coordinamento e la partecipazione delle singole amministrazioni e di diverse possibili modelli di aggregazione della funzione sociale, strettamente connessi alle specificità sociali e morfologiche del territorio.

63 TAVOLI TECNICI E I TAVOLI DI RAPPRESENTANZA DEL TERZO SETTORE, rappresentano il luogo di confronto tra programmatori istituzionali e realtà sociale; è prevista la presenza di tavoli tematici come momenti stabili lungo tutto il percorso dell‘attuazione del Piano di Zona. Verranno coinvolte nella fase di attuazione le Associazioni di volontariato, di promozione sociale e di solidarietà familiare del territorio per la partecipazione attiva a tavoli tematici di condivisione e confronto (affidi, costituzione di una rete informale di famiglie volontarie come potenziale bacino nell‘ambito dell‘affido familiare e come risorsa per un‘accoglienza e un supporto meno formalizzati nei confronti di altre famiglie e minori in condizione di fragilità, donne e minori vittime violenza, coinvolgimento della scuola).

64 CONTESTO DEMOGRAFICO

POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31.12.2017 SUDDIVISA PER FASCE DI ET Tabella 21.

COMUNE 0-18 ANNI 19-64 ANNI OLTRE 65 ANNI TOT. BAGNARIA 89 367 210 666 BORGO PRIOLO 182 894 399 1.475 BORGORATTO MORMOROLO 53 258 116 427 BRALLO DI PREGOLA 32 251 297 580 CASEI GEROLA 353 1458 655 2.466 CECIMA 29 132 76 237 CODEVILLA 137 587 270 994 CORANA 96 468 240 804 CORNALE E BASTIDA 121 499 249 869 FORTUNAGO 43 186 139 368 GODIASCO SALICE TERME 412 1.902 944 3.258 MENCONICO 28 171 158 357 MONTALTO PAVESE 125 486 285 896 MONTESEGALE 33 145 107 285 PONTE NIZZA 86 447 252 785 RETORBIDO 276 923 347 1.546 RIVANAZZANO TERME 837 3.195 1.294 5.326 ROCCA SUSELLA 21 117 76 214 ROMAGNESE 37 299 333 669 RUINO 68 359 281 708 S. MARGHERITA DI STAFFORA 35 213 230 478 SILVANO PIETRA 100 391 183 674 TORRAZZA COSTE 257 958 431 1.646

65 VAL DI NIZZA 54 321 251 626 VALVERDE 29 150 110 289 VARZI 371 1.725 1.098 3.194 VOGHERA 5.717 23.048 10.589 39.354 ZAVATTARELLO 89 560 374 1.023 TOTALI 9.710 40.510 19.994 70.214

Tabella 22. Indicatori demografici (provincia di Pavia).

2012 2013 2014 2015 2016 2017 tasso di natalità (per mille abitanti) 8,5 8 7,6 7,7 7,2 6,9 tasso di mortalità (per mille abitanti) 12,3 12 11,6 12,9 12,2 13 Crescita naturale (per mille abitanti) -3,9 -4 -4 -5,2 -5 -6,1 saldo migratorio con l'estero (per mille abitanti) 4,6 3,2 3 3,3 3,7 4,5 saldo migratorio totale (per mille abitanti) 11,1 20,1 4,8 3,8 3,8 3,4 tasso di crescita totale (per mille abitanti) 7,3 16,1 0,7 -1,5 -1,2 -2,7 Numero medio di figli per donna 1,4 1,37 1,32 1,38 1,31 .. speranza di vita alla nascita - maschi 78,8 79 79,6 79,2 79,7 .. speranza di vita alla nascita - femmine 83,9 84 84,5 84,2 84,4 .. speranza di vita alla nascita - totale 81,3 81,4 82 81,7 82 .. popolazione 0-14 anni al 1° gennaio (valori 12,7 12,7 12,7 12,6 12,6 12,5 percentuali) - al 1° gennaio popolazione 15-64 anni (valori percentuali) - al 1° 64,3 64 64 63,8 63,6 63,4 gennaio popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 23 23,2 23,3 23,6 23,9 24,1 1° gennaio indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) 55,5 56,2 56,3 56,8 57,3 57,7 - al 1° gennaio indice di dipendenza degli anziani (valori 35,8 36,3 36,4 37 37,6 38 percentuali) - al 1° gennaio indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° 181,3 182,2 183,6 187 190 193,3

66 gennaio età media della popolazione - al 1° gennaio 45,6 45,7 45,8 46 46,2 46,4 Fonte: demo.Istat.

L‘età media della popolazione è in lenta ma costante crescita con un tasso di natalità che continua a calare e un tasso di crescita naturale saldamente negativo. Tale dato è bilanciato esclusivamente dal saldo migratorio totale, che rende meno deficitario il dato inerente alla crescita della popolazione provinciale. Alcuni dati in particolare vanno letti con attenzione, perché concernono direttamente il disegno e la programmazione dei servizi nei prossimi anni. L‘aspettativa media di vita si alza e con essa anche l‘indice di vecchiaia, un dato che rappresenta il rapporto di coesistenza tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni). Questo numero ci indica il peso della popolazione anziana in un dato contesto: nel nostro caso vediamo una crescita costante e molto sostenuta, arrivando alla punta record di 193,3 nel 2017 (basti pensare che la media lombarda per il 2017 è 159). A questo valore dobbiamo aggiungere l‘indice di dipendenza degli anziani che rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche (età>=65): anche qui osserviamo un dato in crescita, sebbene in modo meno marcato. Ben più rilevante è l‘indice di dipendenza strutturale che rappresenta un dato di valenza socioeconomica e segnala il numero di ragazzi e anziani di cui la popolazione attiva deve occuparsi complessivamente. In pratica tale indice ci fornisce una misura del livello di vulnerabilità degli individui fragili in una società. Anche per questo valore vediamo come a livello provinciale esso tenda a salire, segnalando una situazione di vulnerabilità complessiva su cui è necessario operare non solo in modo contenitivo, ma cercando di prevenire lo scivolamento verso condizioni di vulnerabilità più ampia. Benché il quadro presentato sia a livello provinciale, esso ci rende una fotografia di una situazione realistica e valida per tutto il territorio; una condizione di avanzamento della fragilità che richiede risposte puntuali e innovative, sia dal punto di vista del governo dei processi sia dal punto di vista delle risposte previste. L‘insieme di questi dati richiama la necessità di costruire un modello di lettura integrata dei bisogni che consenta di superare a monte la frammentazione degli interventi, in una logica di approccio realmente multidimensionale.

67 ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO, DI PROMOZIONE SOCIALE E DI SOLIDARIET FAMILIARE

Elenco delle Organizzazioni di volontariato, delle Associazioni di Promozione sociale, delle Associazioni di Solidarietà familiare, iscritte nel Registro Regionale Sezione Provincia di Pavia

Organizzazione/Associazione Indirizzo CAP Comune VIA FURINI, 50 C/O PARROCCHIA DIVIN GESÚ A. A. ALCOLISTI ANONIMI LAVORATORE 27058 VOGHERA A.I.D.O. GRUPPO COMUNALE DI VOGHERA VIA EMILIA 259 27058 VOGHERA

AMICI DELLA FONDAZIONE VARNI AGNETTI - ONLUS VIA ARDIVESTRA 3/5 27052 GODIASCO SALICE TERME

AMICI DI CHIARA - FILO DI VITA VIA FAMIGLIA CIGNOLI 1 27058 VOGHERA

ANTEAS PAVIA VIA RICOTTI, 5 27058 VOGHERA

ARCA DEGLI ANIMALI VIA TORRAZZA COSTE 27058 VOGHERA

ASSOCIAZIONE C.H.I.A.R.A. VIA PLANA, 97 27058 VOGHERA ASSOCIAZIONE DI FAMIGLIE DI DISABILI INTELLETTIVI E RELAZIONALI A.N.F.F.A.S.- SEZ. VOGHERA VIA SORMANI GAVINA 7 27058 VOGHERA

ASSOCIAZIONE DI SOLIDARIET DIMBALENTE VIA BELLOCCHIO, 19 27058 VOGHERA

ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE VIA REPETTI 2 27057 VARZI SANTA MARGHERITA DI ASSOCIAZIONE FAMIGLIARE NOVA CANA FRAZIONE CASANOVA SINISTRA 25 27050 STAFFORA

ASSOCIAZIONE INSIEME VIA BELLOCCHIO 19 27058 VOGHERA

ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI NIVIONE C/O CASA CANONICA PARROCCHIALE NIVIONE 27057 VARZI ASSOCIAZIONE VOLONTARI PRO FAMILIA MARIA TERESA SPINELLI VIA DAL VERME 12 27058 VOGHERA

AUSER "FILO D' ARGENTO" VIA F. CIGNOLI 1 27058 VOGHERA

AUSER RETORBIDO PIAZZA ROMA, 11 27050 RETORBIDO

AUSER RIVANAZZANO VIA INDIPENDENZA 20 27055 RIVANAZZANO TERME

68 AUSER SANTA MARGHERITA DI STAFFORA FRAZIONE CASANOVA DI DESTRA 27050 S. MARGHERITA DI STAFF.

AUSER SOLIDEA TORRAZZA COSTE VIA CADELAZZI 2 27050 TORRAZZA COSTE

AVIS COMUNALE VOGHERA VIA EMILIA 259 27058 VOGHERA

BAMBINI CON LA CCAM VIALE DEL LAVORO, 18 27058 VOGHERA

C.A.A.P. ONLUS VIA CARLO PEZZANI, 44 27058 VOGHERA

CENTRO DI ACCOGLIENZA ALLA VITA VOGHERESE VIA MENTANA 43 27058 VOGHERA

CROCE AZZURRA ROMAGNESE VIA ZAVATTARELLO SNC 27050 ROMAGNESE

CROCE SAN FRANCESCO ONLUS PIAZZA CORNAGGIA 67 27055 RIVANAZZANO TERME FEDERAZIONE REGIONALE LOMBARDA DELLA SOCIET DI SAN VINCENZO VIA GARIBALDI 27058 VOGHERA

OLTRE NOI ONLUS VIALE REPUBBLICA 25 27058 VOGHERA

TALITA' KUM (MC 5,35 - 43) ONLUS VIALE MONTEBELLO 19 27058 VOGHERA

UNITRE - UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA' DI VOGHERA PIAZZA DUOMO 70 27058 VOGHERA

URIP-UNRAMOINPIÚ VIALE RETORBIDO, 20 27050 CODEVILLA

69 ANALISI DEL BISOGNO DEL NUOVO AMBITO PER IL TRIENNIO 2018-2010

L‘Analisi del bisogno è uno strumento a disposizione non solo di Comuni, Province e Regioni, ma anche di tutte le altre organizzazioni istituzionali (come ad esempio le aziende sanitarie, gli organismi di formazione, …), del Terzo Settore e del volontariato, per migliorare la programmazione dei servizi offerti ai cittadini in un‘ottica di promozione del benessere sociale e di prevenzione dei processi di esclusione. L‘utilizzo di questo strumento è, pertanto fondamentale nella fase di programmazione del Piano di Zona per il triennio 2018 œ 2020. In primo luogo, è necessario individuare il target di riferimento, che è in un certo qual modo portatore di una domanda, di una esigenza particolare rispetto ad uno specifico ambito e in relazione alla quale dovranno essere poi progettati gli eventuali interventi volti a migliorarne la situazione. A tal fine l‘analisi della spesa sociale a livello di ambito (rendiconto consuntivo 2017) si rivela utile strumento per descrivere le aree di intervento che sottendono una maggiore domanda territoriale negli ultimi anni. Questa analisi ci consente di individuare le aree strategiche di intervento, i settori da potenziare, quelli per cui rivedere la spesa e quelli su cui sarà necessario fare un maggiore lavoro di convergenza rispetto alla vecchia governance.

Tabella 23. Spesa sociale Piano di Zona œ Anno 2017

Famiglia e Disagio Attività Disabili Anziani Multiutenze TOTALI minori Adulti Servizio sociale professionale 8.946,00 8.946,00

Interventi per l'integrazione sociale 12.000,00 12.000,00 dei soggetti deboli o a rischio

Assistenza domiciliare 6.763,00 116.240,00 46.336,00 32.602,00 201.941,00 Voucher socciale

Servizi di supporto 2.441,00 4.068,00 1.627,00 8.136,00 Trasporto sociale

70 Famiglia e Disagio Attività Disabili Anziani Multiutenze TOTALI minori Adulti Contributi economici integrazioni a rette per strutture semi-residenziali Contributi economici a 20.297,00 204.450,00 13.652,00 54.551,00 292.950,00 integrazione del reddito familiare Contributi e integrazioni a rette per centri diurni

Strutture comunitarie e residenziali Strutture di accoglienza per 5.000,00 15.000,00 20.000,00 persone senza dimora

Segretariato sociale, informazione e porta unitaria 131.173,00 131.173,00 per l'accesso ai servizi Centro servizi immigrati

TOTALE 44.060,00 323.131,00 64.056,00 112.726,00 131.173,00 675.146,0

Il tema del contrasto alla povertà e all‘esclusione sociale, punto strategico delle politiche nazionali e regionali (REI e politiche Reddito di Autonomia), risulta essere il settore in cui il nuovo Ambito dovrà pensare a nuovi modelli di convergenza e di impiego delle risorse. Questo nuovo fronte del bisogno potrebbe essere il terreno adatto per sperimentare due obiettivi strategici del nuovo Ambito: l‘integrazione di misure e risorse provenienti da diverse fonti e canali di finanziamento, e la sperimentazione di politiche innovative, anche in connessione con il piano povertà approvato dalla Regione Lombardia œ D.G.R. n.

71 662/2018 -, che punta ad una maggiore integrazione tra servizi e misure al fine di realizzare una vera presa in carico integrata dei soggetti vulnerabili e fragili (una fragilità che è, per l‘appunto, di tipo multidimensionale). il tema dell‘invecchiamento della popolazione e delle forme di fragilità multipla, date dall‘avanzare dell‘età, dalla vulnerabilità socioeconomica e dalla solitudine, saranno alcune delle sfide che il nuovo Ambito dovrà affrontare nei prossimi anni. L‘età media della popolazione in provincia di Pavia è in lenta ma costante crescita con un tasso di natalità che continua a calare e un tasso di crescita naturale saldamente negativo. Tale dato è bilanciato esclusivamente dal saldo migratorio totale, che rende meno deficitario il dato inerente alla crescita della popolazione provinciale. Alcuni dati (Fonte: demo.Istat) vanno letti con attenzione, perché concernono direttamente il disegno e la programmazione dei servizi nei prossimi anni. L‘aspettativa media di vita si alza e con essa anche l‘indice di vecchiaia, un dato che rappresenta il rapporto di coesistenza tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni). La popolazione anziana è in crescita costante e molto sostenuta, arrivando alla punta record di 193,3 nel 2017 (basti pensare che la media lombarda per il 2017 è 159). A questo valore dobbiamo aggiungere l‘indice di dipendenza degli anziani che rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche (età>=65): anche qui osserviamo un dato in crescita, sebbene in modo meno marcato. Ben più rilevante è l‘indice di dipendenza strutturale che rappresenta un dato di valenza socioeconomica e segnala il numero di ragazzi e anziani di cui la popolazione attiva deve occuparsi complessivamente. In pratica tale indice ci fornisce una misura del livello di vulnerabilità degli individui fragili in una società. Anche per questo valore vediamo come a livello provinciale esso tenda a salire, segnalando una situazione di vulnerabilità complessiva su cui è necessario operare non solo in modo contenitivo, ma cercando di prevenire lo scivolamento verso condizioni di vulnerabilità più ampia. Benché il quadro presentato sia a livello provinciale, esso ci rende una fotografia di una situazione realistica e valida per tutto il territorio; una condizione di avanzamento della fragilità che richiede risposte puntuali e innovative, sia dal punto di vista del governo dei processi sia dal punto di vista delle risposte previste. L‘insieme di questi dati richiama la necessità di costruire un modello di lettura integrata dei bisogni che consenta di superare a monte la frammentazione degli interventi, in una logica di approccio realmente multidimensionale. Nell‘ottica del mantenimento delle azioni consolidate e dell‘impostazione di nuove azioni innovative, l‘Ambito Voghera e Comunità Montana Oltrepò Pavese si pone l‘obiettivo strategico di dare un forte impulso allo sviluppo dei servizi e degli interventi destinati alle persone fragili ed alle loro famiglie, riconoscendo queste ultime come un fulcro centrale nell‘intervento sociale (riconoscimento del —diritto alla fragilità“).

72 Questo perché è nella famiglia che spesso si manifestano diversi livelli ed elementi di fragilità, ed è nello stesso nucleo famigliare che spesso si trovano le —risorse“ che producono una parte sostanziale del welfare. Ciò significa definire un approccio articolato di risposte ai bisogni della famiglia, che interseca l‘offerta consolidata (rete delle strutture accreditate) costituente il primo pilastro del welfare con l‘insieme di risposte integrate, flessibili e modulabili governate dal sistema di voucher che trova il suo fondamento nell‘istituzione, con la D.g.r. n. 116/2013, del Fondo per la famiglia e i suoi componenti fragili, costituente il secondo pilastro del welfare. A queste risorse vanno integrate le nuove competenze degli Ambiti in tema di politiche abitative e il coordinamento/integrazione delle misure nazionali e regionali (REI, Reddito di Autonomia, politiche di conciliazione ecc.) Il nuovo Ambito proseguirà, e approfondirà rispondendo ai bisogni del territorio, la strada aperta da Regione Lombardia proprio con la D.g.r. 116. Con questo atto la Giunta ha istituito il Fondo regionale a favore della famiglia e dei suoi componenti fragili, con lo scopo di valorizzare la famiglia, a partire dal supporto alle attività che già svolge in un‘ottica sussidiaria: tutelare il benessere di tutti i componenti della famiglia, anche in presenza di situazioni di fragilità e di problematiche complesse; tutelare la salute delle persone fragili, non autosufficienti e/o con patologie cronico-degenerative che si trovano in condizione di povertà. Il solco da percorrere a livello territoriale è proprio quello del riconoscimento del ruolo centrale della famiglia, anche in collaborazione con gli attori sociali territoriali e il Terzo Settore.

73 GLI OBIETTIVI DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2018-2020 OBIETTIVI DI POLICY E OBIETTIVI STRATEGICI

La programmazione 2018-2020 considera le seguenti aree di intervento: anziani, minori, disabili, immigrazione, povertà ed emarginazione, dipendenze, salute mentale. Nell‘individuazione di bisogni, obiettivi e priorità, il —sistema famiglia“ viene considerato al centro della programmazione e degli interventi di promozione della qualità della vita, prevenzione, sostegno e assistenza. Di seguito per ogni singola area vengono indicati gli obiettivi e le priorità di intervento. L‘ambito distrettuale si pone come obiettivo prioritario la conferma dei servizi attivati, compatibilmente con le risorse a disposizione, per assicurare la continuità degli interventi agli utenti già in carico. Per ogni intervento sono state valutate modifiche e integrazioni regolamentari atte a migliorare l‘efficacia dei vari procedimenti, sulla base dell‘esperienza dei trienni precedenti. Tutte le azioni previste saranno sviluppate in una logica di forte integrazione interistituzionale e operativo-funzionale, nonché di inclusione e di coesione sociale, promuovendo la messa in rete dei soggetti che operano sui territori per sviluppare iniziative e nuove opportunità a sostegno delle famiglie.

AREA ANZIANI Obiettivi e priorità di intervento

1) Conferma del Voucher sociale per gli anziani, con l'obiettivo di favorire la permanenza a domicilio sviluppando una rete integrata di servizi idonea a permettere alla persona in condizione di fragilità di scegliere la risposta più adeguata alle sue esigenze, ritardando per quanto possibile l'istituzionalizzazione e promuovendo la deistituzionalizzazione precoce 2) Conferma del Voucher per il Trasporto sociale, servizio finalizzato ad assicurare le esigenze di mobilità di carattere sanitario, terapeutico, riabilitativo e sociale di anziani che si trovino in situazioni di bisogno 3) Voucher per anziani non autosufficienti in Centro Diurno Integrato, per favorire la frequenza presso i Centri diurni integrati presenti nei Comuni del Distretto gestiti da Enti accreditati, al fine di fornire all‘anziano un servizio che risponda in maniera adeguata e continuativa ai bisogni di supporto quotidiani 4) Conferma degli interventi previsti dal Piano operativo di programmazione degli interventi e delle risorse del Fondo per le Non autosufficienze

AREA MINORI Obiettivi e priorità di intervento

74 1) Conferma del Voucher sociale quale strumento a favore delle famiglie con minori per assicurare il necessario sostegno al domicilio 2) Conferma del Pronto intervento minori per rispondere a situazioni di emergenza sul territorio segnalate dalle Forze dell'Ordine, dalla Magistratura Minorile, dai Servizi Sociali comunali o dall‘ATS. Il servizio istituito nel primo triennio dal Piano di Zona per coprire un bisogno del territorio è garantito dalla Congregazione delle Suore Benedettine della Divina Provvidenza di Voghera e si caratterizza per la disponibilità ad accogliere 24 ore su 24, minori trovati in stato di abbandono sul territorio del Distretto, in attesa che i casi siano presi in carico con uno specifico progetto psico-sociale 3) Conferma del Voucher per il Trasporto sociale, servizio finalizzato ad assicurare le esigenze di mobilità di carattere sanitario, terapeutico, riabilitativo e sociale di minori che si trovino in situazioni di bisogno 4) Conferma del Fondo di Solidarietà costituito per i Comuni inferiori a 5.000 abitanti al fine di concorrere agli oneri derivanti dalle rette per i minori sottoposti a procedimento dell‘Autorità Giudiziaria 5) Conferma del Buono sociale per famiglie numerose con quattro o più figli, per sostenere le pari opportunità di accesso ai servizi integrativi 6) Conferma della gestione associata delle attività socio-assistenziali inerenti la tutela minorile

AREA DISABILI Obiettivi e priorità di intervento

1) Conferma del Voucher sociale per i disabili, con l'obiettivo di sostenere e sviluppare tutta l'autonomia e capacità possibili, rimuovendo gli ostacoli che aggravano la condizione di disabilità e sostenendo le famiglie anche nel percorso di emancipazione del disabile dalla tutela familiare 2) Conferma del Voucher per il Trasporto sociale, servizio finalizzato ad assicurare le esigenze di mobilità di carattere sanitario, terapeutico, riabilitativo e sociale di disabili che si trovino in situazioni di bisogno 3) Conferma degli interventi attivati nell‘ambito della legge n. 162/98 in continuità con i progetti a sostegno dell‘handicap grave consistenti in un sostegno alle famiglie nella cura al domicilio della persona diversamente abile tramite operatore specializzato 4) Voucher a sostegno della disabilità grave, per garantire prestazioni personalizzate di sostegno alla persona disabile e di sollievo alla sua famiglia 5) Conferma degli interventi previsti dal Piano operativo di programmazione degli interventi e delle risorse del Fondo per le Non autosufficienze 6) Conferma degli interventi previsti dal Programma operativo regionale per la realizzazione degli interventi a favore di persone con disabilità grave prive del sostegno familiare - dopo di noi - L. n. 112/2016

75 AREA IMMIGRAZIONE Obiettivi e priorità di intervento

1) Conferma dell‘attività del Centro Servizi Immigrati, in convenzione con la Cooperativa Finis Terrae, a favore di tutti i 28 Comuni del Distretto, con i relativi Sportelli a Voghera e a Varzi, e dei relativi servizi offerti al territorio come il supporto alle scuole

AREA POVERT ED EMARGINAZIONE Obiettivi e priorità di intervento

1) Realizzazione di interventi a favore di persone in situazioni di povertà estrema aventi come finalità l'accoglienza e l‘assistenza delle fasce deboli e marginali, la progettazione e realizzazione di azioni positive riguardo all'integrazione sociale di persone in stato di disagio e povertà. In convenzione con la Caritas di Tortona, sede di Voghera, e l'Opera Pia Casa del Pane Asilo Notturno Pensionato Zanaboni Onlus di Voghera verrà assicurata ospitalità temporanea ai cittadini residenti in situazione di emergenza abitativa

AREA DIPENDENZE Obiettivi e priorità di intervento

1) Conferma degli interventi di prevenzione effettuati in prosecuzione del Progetto Promozione alla Salute —A scuola e nel territorio“ ai sensi della legge n. 285/97 e della legge n. 45/99, in collaborazione con la Fondazione Adolescere, con attività di prevenzione indirizzata ai soggetti che vengono segnalati dalla Prefettura per la violazione della legge sugli stupefacenti con particolare attenzione agli adolescenti 2) Conferma degli interventi di contrasto alla ludopatia

AREA SALUTE MENTALE Obiettivi e priorità di intervento

1) Conferma del Voucher sociale per gli utenti con disagio psichico 3) Conferma degli Interventi a favore della domiciliarietà di soggetti con disagio psichico, finalizzati a supportare la persona nell‘acquisizione di un‘autonomia abitativa attraverso l‘acquisto di beni strumentali o servizi destinati a favorire l‘autonomia della persona. Gli obiettivi dell‘intervento riabilitativo prevedono il rafforzamento delle abilità di base, la capacità di gestione della propria salute psichica, l‘organizzazione e la cura degli ambienti. Destinatari degli interventi sono i soggetti residenti nei Comuni facenti parte del Distretto, segnalati dal Dipartimento di Salute Mentale, per i quali è stata valutata l‘impossibilità di inserimento in struttura residenziale

76 e/o che abbiano problematiche abitative; il progetto è rivolto a soggetti con patologie psichiatriche con discreto grado di autonomia funzionale e relazionali

AREA CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE 1) Conferma della partecipazione alla Rete Interistituzionale Territoriale Antiviolenza 2) Conferma della collaborazione con l‘Associazione/Centro Antiviolenza C.H.I.A.R.A. Onlus finalizzato all‘attuazione di servizi specialistici mirati a sostenere le donne vittime di violenza

OBIETTIVI STRATEGICI. Seguendo le indicazioni programmatorie della DGR 7631/17, l‘Ambito distrettuale ambisce ad accedere anche alla seconda premialità dedicata al raggiungimento di obiettivi strategici. L‘Ambito ha individuato alcune possibili aree di intervento (a cui potrebbero aggiungersene altre) rispetto alle quali valuta di proporre dei progetti a Regione Lombardia nei prossimi mesi, attraverso il format allegato alla DGR.

Gli obiettivi definiti sono:

Obiettivo Strategico 1: Definizione dei requisiti di accesso/compartecipazione ai servizi e agli interventi erogati dall‘ambito distrettuale attraverso l‘adozione l‘uniformità di regolamenti, criteri di accesso, soglie ISEE, fattore famiglia, ecc.. In particolare, l‘impegno del nuovo Ambito si concentrerà nel definire criteri omogenei tra tutti i comuni dell‘ambito in alcuni servizi ritenuti fondamentali, secondo una logica di sperimentazione graduale legata alla articolazione del nuovo ambito e alle specificità del suo territorio.

Obiettivo Strategico 2: Al fine di potenziare l‘efficacia delle azioni, degli strumenti e delle politiche erogate dall‘ufficio di piano dedicate all‘inclusione e coesione sociale (si citano servizi quali ad es. supporto al reddito di autonomia, politiche dedicate agli anziani e disabili, politiche abitative), il nuovo Ambito Distrettuale si pone come obiettivo la costituzione di una progettualità volta alla misurazione della qualità e dell‘efficacia dei servizi erogati attraverso la definizione di requisiti parametri e indicatori comuni.

Obiettivo Strategico 3: Al fine di rispondere alla necessità di tutela dei minori in situazioni di pregiudizio, attivazione di percorsi di formazione e di confronto finalizzati a individuare ed affrontare adeguatamente i problemi che coinvolgono i minori con

77 particolare riferimento alle modalità di segnalazione all'Autorità Giudiziaria anche attraverso la condivisione di protocolli operativi tra gli attori direttamente interessati pubblico-privati.

DEI TAVOLI

78 PROGRAMMAZIONE ANNUALE DELLE RISORSE ECONOMICO FINANZIARIE DESTINATE ALLA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO LAVORI DEI TAVOLI La programmazione del Piano di Zona e l‘attuazione degli obiettivi e delle azioni previste è sostenuta da diversi canali di finanziamento che concorrono alla copertura dei costi: - Fondo Nazionale Politiche Sociali - Fondo Sociale Regionale - Fondo per le Non Autosufficienze - Risorse autonome dei Comuni - Altre risorse (assegnazioni a seguito di intese a livello nazionale; concorso alla spesa da parte dell‘utenza, finanziamenti da altri enti concordati a livello di programma o di intese, ecc.). Per il triennio 2018/2020 è prevista la compartecipazione di ciascun Comune facente parte del Distretto alle spese relative al funzionamento dell‘Ufficio di Piano secondo la quota capitaria di ⁄ 1,00 per abitante. Viene confermato il Fondo Sociale di Solidarietà a favore dei Comuni con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti facenti parte dell'ambito, per il sostegno degli oneri per gli interventi obbligatori derivanti dall'affido familiare o dall'ospitalità in strutture residenziali per i minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria in materia civile e amministrativa. Il fondo sarà ripartito in base ai criteri approvati dall‘Assemblea dei Sindaci. Le risorse del Fondo Nazionale Politiche Sociali e del Fondo Sociale Regionale sono assegnate al Comune di Voghera, Ente capofila, che curerà la gestione dei fondi secondo criteri di massima trasparenza.

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