DI BRALLO DI PREGOLA PROVINCIA DI

PGT Piano di Governo del Territorio ai sensi della Legge Regionale 11 marzo 2005, n 12

DdP 8 Documento di Piano

RELAZIONE ILLUSTRATIVA Fascicolo DEL DOCUMENTO DI PIANO

allegato alla deliberazione di Consiglio Comunale n. del

SINDACO PROGETTISTA dott. Bruno Tagliani dott. arch. Mario Mossolani

COLLABORATORI ASSESSORE ALL’URBANISTICA dott. ing. Marcello Mossolani dott. Arch. Osvaldo Ravetta geom. Mauro Scano

SEGRETARIO dott. Sandro Sciamanna

STUDI NATURALISTICI dott. Niccolò Mapelli

Tecnico Comunale geom. Silvano Re

STUDIO MOSSOLANI urbanistica architettura ingegneria via della pace 14 – 27045 (pavia) - tel. 0383 890096 - telefax 0383 82423 – www.studiomossolani.it

PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP– Relazione illustrativa

COMUNE DI BRALLO DI PREGOLA Provincia di Pavia PGT Piano di Governo del Territorio DOCUMENTO DI PIANO

Relazione illustrativa

INDICE

PARTE I RIFERIMENTI NORMATIVI, PROCEDURE E CONTENUTI ...... 6 1. PREMESSA E QUADRO NORMATIVO ...... 7 1.1. PGT DI BRALLO DI PREGOLA ...... 7 1.2. NUOVA LEGGE URBANISTICA REGIONALE ...... 7 1.2.1. DOCUMENTO DI PIANO ...... 7 1.2.2. PIANO DEI SERVIZI ...... 7 1.2.3. PIANO DELLE REGOLE ...... 8 1.3. PROCEDURA DI APPROVAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO ...... 8 1.4. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEL PGT ...... 9 1.5. SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE ...... 9 1.6. PARTECIPAZIONE AL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA ...... 10 1.6.1. PROPOSTE DEI CITTADINI E LA FASE DI PARTECIPAZIONE ...... 10 2. CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO ...... 11 2.1. COMPITI DEL DOCUMENTO DI PIANO ...... 11 2.1.1. QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO SOVRACOMUNALE...... 11 2.1.2. QUADRO CONOSCITIVO COMUNALE E TERRITORIALE ...... 12 2.1.3. DETERMINAZIONI DI PIANO ...... 12

PARTE II QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO SOVRACOMUNALE ...... 13 3. ATTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA ...... 14 4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (PTR) ...... 15 4.1. CONTENUTI DEL PTR ...... 15 4.2. PTR E PGT DI BRALLO DI PREGOLA ...... 16 5. PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE ...... 18 5.1. CONTENUTI DEL PPR ...... 18 5.2. PPR E PGT DI BRALLO DI PREGOLA ...... 18 6. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE ...... 20

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7. INDICAZIONI DEL PTCP ...... 21 7.2. AMBITI TERRITORIALI TEMATICI ...... 22 7.3. TEMI DEL PTCP A BRALLO DI PREGOLA ...... 24 7.4. TEMI DEL PTCP A BRALLO DI PREGOLA ...... 26 8. IL PIANO CAVE PROVINCIALE ...... 33 9. IL VINCOLO IDROGEOLOGICO ...... 36 10. PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE DELLA COMUNITÀ MONTANA DELL’OLTREPÒ PAVESE ...... 38

PARTE III QUADRO CONOSCITIVO COMUNALE E TERRITORIALE ...... 40 11. QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO ...... 41 11.1. GEOGRAFIA POLITICA ...... 41 11.1.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL COMUNE ...... 41 11.1.2. LA COMUNITÀ MONTANA DELL’OLTREPÒ PAVESE ...... 42 11.1.3. CONFINI AMMINISTRATIVI ...... 43 11.2. OROGRAFIA E CORSI D’ACQUA ...... 44 11.2.1. OROGRAFIA ...... 44 11.3. IDROGEOLOGIA E CORSI D’ACQUA ...... 46 11.4. GEOLOGIA ...... 48 11.5. CLASSIFICAZIONE SISMICA ...... 50 11.6. CLIMA ...... 51 11.7. MOBILITÀ ...... 52 11.7.1. TRASPORTO PUBBLICO ...... 52 11.7.2. RETE STRADALE ...... 53 11.9. ANALISI DEL CENTRO STORICO E DEI NUCLEI STORICI ...... 87 12. QUADRO CONOSCITIVO STATISTICO ...... 89 12.1. DEMOGRAFIA ...... 89 12.2. SISTEMA ECONOMICO ...... 89 12.3. AGRICOLTURA ...... 90 12.4. ABITAZIONI ...... 90 12.5. IL TURISMO ...... 91 13. QUADRO CONOSCITIVO E NORMATIVO DEL SISTEMA RURALE- PAESISTICO-AMBIENTALE ...... 92 13.1. LA LEGGE 12/2005 E GLI SPAZI DEL «NON COSTRUITO» ...... 92 13.1.1. «SISTEMA RURALE-PAESISTICO-AMBIENTALE» DEL PTR ...... 92 13.2. IL SISTEMA RURALE-PAESISTICO-AMBIENTALE DI BRALLO DI PREGOLA ...... 95 13.2.1. ANALISI DEL TERRITORIO AGRO-FORESTALE ...... 95 13.2.2. AMBIENTE NATURALE: VEGETAZIONE ...... 96 13.2.3. ALBERI MONUMENTALI ...... 97 13.3. ASSENZA DI SITI DI RETE NATURA 2000 A BRALLO DI PREGOLA ...... 98 13.4. RETE ECOLOGICA REGIONALE RER ...... 99 13.4.1. INDICAZIONI GENERALI DELLA RER ...... 99 14. QUADRO CONOSCITIVO DI VINCOLI E TUTELE ...... 102 14.1. VINCOLI DEL PATRIMONIO CULTURALE ...... 102 14.2. ALTRI VINCOLI ...... 102 14.2.1. LIMITI DI RISPETTO CIMITERIALE ...... 103 14.2.2. VINCOLI DEGLI ELETTRODOTTI AD ALTA TENSIONE ...... 103 14.2.3. VINCOLI DEI POZZI IDROPOTABILI ...... 103 14.2.4. VINCOLI DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE ...... 103 14.2.5. PRESENZE ARCHEOLOGICHE ...... 103 15. QUADRO CONOSCITIVO DEL SISTEMA INSEDIATIVO URBANO...... 104 15.1. STRUMENTI URBANISTICI PRE-VIGENTI ...... 104 15.1.1. INDAGINE ECOGRAFICA SU TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE ...... 104 15.1.2. IL SISTEMA DELLO SPAZIO COSTRUITO ESISTENTE ...... 105 15.2. SERVIZI PUBBLICI RESIDENZIALI ...... 106

PARTE IV DETERMINAZIONI DI PIANIFICAZIONE ...... 107 16. OBIETTIVI STRATEGICI DEL PGT ...... 108 17. STRUTTURA ED AZIONI DEL PGT ...... 109 17.1. STRUTTURA DEL PGT ...... 109 17.2. AZIONI DEL DDP ...... 109 18. DEFINIZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ...... 110 18.1. AZIONI PER GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ...... 110

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18.2. DEFINIZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ...... 111 18.3. COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE ED INCENTIVAZIONE URBANISTICA ...... 112 19. DIRETTIVE PER IL PIANO DELLE REGOLE ...... 113 19.1. SISTEMA DELLO SPAZIO COSTRUITO ...... 113 19.1.1. CITTÀ STORICA ...... 113 19.1.2. CITTÀ CONSOLIDATA ...... 113 19.2. SISTEMA RURALE PAESISTICO AMBIENTALE ...... 114 20. DIRETTIVE PER IL PIANO DEI SERVIZI ...... 115 20.1. OBIETTIVI DEL PIANO DEI SERVIZI ...... 115 20.2. INDIRIZZI PER IL PIANO DEI SERVIZI ...... 115 21. NORMATIVA DI PIANO ...... 116 22. CAPACITA’ INSEDIATIVA E DIMENSIONAMENTO DEGLI AMBITI PRODUTTIVI DEL PGT ...... 117 23. CONTENUTI DI TUTELA PAESAGGISTICA DEL DDP ...... 118 23.1. PIANO DEL PAESAGGIO: QUADRO DI RIFERIMENTO ...... 118 23.2. LA TUTELA DEL PAESAGGIO NEI DOCUMENTI DEL PGT DI BRALLO DI PREGOLA ...... 118

INDICE DELLE FIGURE

Figura 1 Brallo da Sud a Nord (da: Flavio Chiesa: “In volo sull’Oltrepò”, Brallo di Pregola 2011) “In volo sull’Oltrepò”) ...... 10 Figura 2 Schema della struttura del PTR ...... 15 Figura 3 Alta Valle Staffora, da Sud verso Nord...... 17 Figura 4 Alta Valle Staffora, d Nord Verso Sud...... 19 Figura 5 Ambiti unitari di paesaggio in provincia di Pavia, secondo il PTCP, con l’ubicazione di Brallo di Pregola ...... 21 Figura 6 Ambiti di concertazione in provincia di Pavia, secondo il PTCP, con l’ubicazione di Brallo di Pregola ...... 28 Figura 7 Monte Lesima ed il suo radar ...... 29 Figura 8. Tavola 3.1 del PTCP ...... 30 Figura 9 Tavola 3.2 del PTCP ...... 31 Figura 10 Tavola 3.3 del PTCP ...... 32 Figura 11: Piano cave provinciale: Recupero «R p06», scheda ...... 33 Figura 12: Piano cave provinciale: Recupero «R p06», planimetria ...... 34 Figura 13: Piano cave provinciale: Recupero «R p07», scheda ...... 34 Figura 14: Piano cave provinciale: Recupero «R p07», planimetria ...... 35 Figura 15 Il monte Lesima visto dalla strada che da Cortevezzo va a Corbesassi ...... 35 Figura 16: Le aree soggette a vincolo idrogeologico di Brallo di Pregola (Tavoletta IGM 1:25.000 allegata al PTCP)...... 36 Figura 17: La tav. 6b del PGT di Brallo di Pregola contenente le aree soggette a vincolo idrogeologico ...... 37 Figura 18: Particolare della tav. 6b del PGT di Brallo di Pregola (porzione Nord Ovest) ...... 37 Figura 19: Le aree a bosco nel territorio di Brallo di Pregola individuate dal Piano di Indirizzo Forestale. (Tav. 2-c – Copertura del suolo) ...... 39 Figura 20 Brallo di Pregola nella provincia di Pavia ...... 41 Figura 21 Brallo di Pregola nella MONTAGNA dell’Oltrepò Pavese ...... 42 Figura 22 Brallo di Pregola nella provincia di Pavia ...... 42 Figura 23 Brallo di Pregola nell’Oltrepò Pavese ...... 42 Figura 24 Brallo di Pregola nella distretto di ...... 42 Figura 25 Brallo di Pregola e la Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese...... 43 Figura 26 I confini di Brallo di Pregola verso la provincia di Piacenza ...... 43 Figura 27 I confini di Brallo di Pregola verso la provincia di Piacenza ...... 44 Figura 28 Lo schema orografico di Brallo di Pregola ...... 44 Figura 29 Provincia di Pavia: carta oro-idrografica del 1881 ...... 45 Figura 30 Il profilo delle montagne di Brallo di Pregola da una vecchia cartolina ...... 45 Figura 31 I corsi d’acqua di Brallo di Pregola ...... 46 Figura 32 Vincoli Galasso dei corsi d’acqua secondo il S.I.B.A. a Brallo di Pregola ...... 46 Figura 33 Torrente Staffora, verso Sud ...... 47 Figura 34 Il Torrente Avagnone ...... 47 Figura 35 Trebbia, nel punto in cui fa da confine, vicino al ponte di Ponte Organasco...... 47 Figura 36 Torrente Staffora, ai piedi di Cencerate ...... 48 Figura 37 Brallo di Pregola: classi di fattibilità geologica ...... 50 Figura 38 Zonazione sismica del territorio italiano – fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – 2003 ...... 50 Figura 39 Zone sismiche (livello di pericolosità) ...... 51 Figura 40 Precipitazioni medie annue in Lombardia ...... 52 Figura 41 Temperature medie annue in Lombardia ...... 52 Figura 42 Le linee di autobus del servizio pubblico di Brallo di Pregola ...... 53

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Figura 43 La classificazione funzionale regionale nella provincia di Pavia ...... 54 Figura 44 Individuazione della viabilità provinciale di Brallo di Pregola ...... 55 Figura 45 Brallo di Pregola: classificazione tecnico-funzionale (NUOVO CODICE DELLA STRADA) ...... 55 Figura 46 : classificazione funzionale regionale ...... 56 Figura 47 Brallo di Pregola: orografia, corsi d’acqua, strade e nuclei abitati ...... 57 Figura 48 Brallo di Pregola: i 20 nuclei abitati ...... 58 Figura 49 Barostro, anni 90 del XX secolo, panorama ...... 59 Figura 50 Barostro, anni 90 del XX secolo, panorama ...... 59 Figura 51 Barostro, anni 30 del XX secolo, panorama ...... 59 Figura 52 Bocco, scorcio invernale ...... 60 Figura 53 Bocco, panorama ...... 60 Figura 54 Bocco, cartolina con timbro postale 1948, panorama ...... 60 Figura 55 Bralello, scorcio invernale ...... 61 Figura 56 Bralello, scorcio estivo ...... 61 Figura 57 Bralello, cartolina degli anni 40 del XX secolo, panorama ...... 61 Figura 58 Casone, panorama ...... 62 Figura 59 Panorama da Casone ...... 62 Figura 60 Cencerate ...... 63 Figura 61 Cencerate ...... 63 Figura 62 Cencerate, panorama ...... 63 Figura 63 Cencerate, vista invernale ...... 64 Figura 64 Cencerate, panorama estivo ...... 64 Figura 65 Cencerate, panorama, cartolina con timbro postale 1959 ...... 64 Figura 66 Cencerate, panorama ...... 64 Figura 67 Cima Colletta ...... 65 Figura 68 Cima colletta, Rifugio Nassano ...... 65 Figura 69 Cencerate, panorama ...... 65 Figura 70 Cima colletta,strada d’inverno ...... 66 Figura 71 Cima colletta, strada in autunno ...... 66 Figura 72 Cima colletta, pascoli e boschi ...... 66 Figura 73 Cima colletta, con il monte Lesima sullo sfondo...... 66 Figura 74 Cima colletta,i crinali dolci delle montagne ...... 66 Figura 75 Cima colletta,il bosco d’inverno ...... 66 Figura 76 Colleri, panorama estivo ...... 67 Figura 77 Colleri, panorama invernale ...... 67 Figura 78 Colleri, scorcio panoramico, cartolina con timbro postale 1954 ...... 67 Figura 79 Colleri, scorcio panoramico, cartolina con timbro postale 1954 ...... 68 Figura 80 Collistano, scorcio panoramico invernale ...... 68 Figura 81 Collistano, panorama ...... 68 Figura 82 Corbesassi, scorcio invernale ...... 69 Figura 83 Corbesassi, scorcio estivo ...... 69 Figura 84 Corbesassi, scorcio ...... 69 Figura 85 Corbesassi, panorama ...... 69 Figura 86 Corbesassi, scorcio panoramico, anni 30 del XX secolo ...... 70 Figura 87 Corbesassi, panorama, inizio del XX secolo ...... 70 Figura 88 Cortevezzo, panorama ...... 70 Figura 89 Cortevezzo, scorcio invenrale ...... 70 Figura 90 Feligara, panorama d’inverno ...... 71 Figura 91 Feligara ...... 71 Figura 92 Lama, panorama ...... 71 Figura 93 Brallo, panorama ...... 72 Figura 94 Brallo, scorcio d’inverno ...... 72 Figura 95 Brallo, panorama d’inverno ...... 72 Figura 96 Brallo, scorcio di fine inverno ...... 72 Figura 97 Brallo, scorcio anni 60 del XX secolo ...... 73 Figura 98 Brallo, scorcio anni 40 del XX secolo ...... 73 Figura 99 Brallo, Albergo Appennino...... 73 Figura 100 Brallo: Albergo Appennino...... 73 Figura 101 Passo del Brallo, panorama, 1935 ...... 73 Figura 102 Passo del Brallo, parte del borgo, 1935 ...... 74 Figura 103 Brallo, osteria del Brallo, 1935...... 74 Figura 104 Brallo, 1930. La nuova strada carrozzabile, veduta da est ad ovest...... 74 Figura 105 Brallo, 1930. La nuova strada carrozzabile, da ovest ad est...... 74 Figura 106 Brallo, anni 40 del XX secolo. Panorama da sud...... 75 Figura 107 Brallo, anni 40 del XX secolo. Panorama da sud...... 75 Figura 108 Brallo, anni 30 del XX secolo. Panorama invernale da Sud...... 75 Figura 109 Brallo, 1935. Piazza del Municipio...... 76 Figura 110 Brallo...... 76 Figura 111 Pianellette ...... 77 Figura 112 Ca’ del Capitano ...... 77 Figura 113 Piani del Lesima (Prodongo) ...... 78 Figura 114 Piani del Lesima (Prodongo) ...... 78 Figura 115 Piani del Lesima (Prodongo) ...... 78 Figura 116 Piani del Lesima (Prodongo) ...... 78 Figura 117 Tomba ...... 79 Figura 118 Pietranatale, Valle Inferiore, Tomba...... 79 Figura 119 Pietra Natale ...... 79 Figura 120 Tomba ...... 79

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Figura 121 Ponti ...... 80 Figura 122 Ponti, 19851. Panorama...... 80 Figura 123 Pratolungo ...... 80 Figura 124 Pregola vista da Nord verso Sud ...... 81 Figura 125 Pregola ...... 81 Figura 126 Pregola ...... 81 Figura 127 Pregola ...... 82 Figura 128 Pregola, panorama, cartolina con timbro postale 1947 ...... 82 Figura 129 Pregola, 1959-60, campeggio estivo prima del centro tennis...... 82 Figura 130 Pregola, 1962, il centro tennis ...... 82 Figura 131 Pregola, 1959-60, il primo edificio del centro tennis, ...... 82 Figura 132 Pregola, 1962, il centro tennis ...... 83 Figura 133 Rovaiolo Nuovo ...... 84 Figura 134 Rovaiolo Vecchio ...... 84 Figura 135 Selva ...... 84 Figura 136 Selva ...... 84 Figura 137 Someglio ...... 85 Figura 138 Someglio ...... 85 Figura 139 Valformosa ...... 85 Figura 140 Valformosa ...... 85 Figura 141 Valformosa, anni 40 del XX secolo, panorama ...... 86 Figura 142 Valle superiore ...... 86 Figura 143 Valle Superiore ...... 86 Figura 144 Panorama da Ponti ...... 87 Figura 145 Panorama da Pregola ...... 88 Figura 146 Panorama da Corbesassi: il paesino è Ponti ...... 91 Figura 147 Panorama di Colleri visto dai Piani del Lesima ...... 91 Figura 148 Panorama da Brallo ...... 91 Figura 149 Articolazione del sistema rurale-paesistico-ambientale secondo il DdP del PTR ...... 93 Figura 150 Panorama da Brallo ...... 94 Figura 151 Panorama da Pregola ...... 94 Figura 152 Scheda Pavia relativa all’albero monumentale di Ponti ...... 98 Figura 153 Castagno del “bosco dei giganti” ...... 98 Figura 154. SIC “Val Boreca, Monte Lesima” a (PC) ...... 99 Figura 155 Panorama dalla strada che da Cortevezzo va a Corbesassi ...... 101 Figura 156 Panorama da Bocco ...... 103 Figura 157 Panorama da Cencerate ...... 106 Figura 158 Panorama da Cima Colletta: Cencerate e Barostro...... 106 Figura 159 Il monte Lesima visto dal centro di Corbesassi ...... 109 Figura 160 Il monte Lesima visto da Corbesassi ...... 112 Figura 161 Panorama da Cima Colletta: in fondo Cencerate e Barostro ...... 114 Figura 162 Panorama da Lama ...... 115 Figura 163 La croce sulla vetta del monte Lesima ...... 116

INDICE DELLE TABELLE

Tabella 1 Indirizzi generali della proposta di Piano Territoriale Regionale per il sistema rurale- paesistico-ambientale ...... 93 Tabella 2 Struttura del PGT ...... 109

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PARTE I RIFERIMENTI NORMATIVI, PROCEDURE E CONTENUTI

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1. PREMESSA E QUADRO NORMATIVO

1.1. PGT DI BRALLO DI PREGOLA Il presente documento costituisce la relazione illustrativa del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio di Brallo di Pregola. Questo PGT viene predisposto ai sensi della l.r. n. 12/2005. 1.2. NUOVA LEGGE URBANISTICA REGIONALE Le norme fondamentali che regolano i contenuti e la procedura di approvazione del PGT sono costituite dalla «Legge urbanistica nazionale» n. 1150 del 1942 e dalla «Legge urbanistica regionale» n. 12 del 2005. La normativa regionale prevede che i comuni deliberino l'avvio del procedimento di adeguamento dei loro PRG vigenti entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge e procedono all'approvazione di tutti gli atti di PGT. Gli strumenti urbanistici comunali vigenti conservano efficacia fino all’approvazione del PGT e comunque non oltre la data del 31 marzo 2011. La legge opera sulla base del rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento statale e comunitario, nonché delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche della Lombardia e si ispira ai criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione, collaborazione, flessibilità, compensazione ed efficienza e sottolinea in particolare il principio della sostenibilità ambientale. Il Piano di Governo del Territorio (denominato PGT) definisce l'assetto dell'intero territorio comunale ed è articolato nei seguenti atti: - il documento di piano (DdP) - il piano dei servizi (PdS) - il piano delle regole (PdR)

1.2.1. DOCUMENTO DI PIANO Il documento di piano sviluppa l'analisi del territorio ed individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione alla scala comunale, il recupero delle aree degradate o dismesse ed i principali elementi caratterizzanti il paesaggio ed il territorio. Il documento di piano non contiene previsioni che producano effetti diretti sul regime giuridico dei suoli, ha validità quinquennale ed è sempre modificabile.

1.2.2. PIANO DEI SERVIZI Il piano dei servizi è redatto al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, le eventuali aree per l'edilizia residenziale pubblica, le eventuali localizzazione dei campi di sosta o di transito dei nomadi e le dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste. Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche, nell'ambito delle risorse comunali e di quelle provenienti dalla realizzazione diretta degli interventi da parte dei privati. Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere prescrittivo e vincolante. Il piano dei servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

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1.2.3. PIANO DELLE REGOLE Il piano delle regole individua e definisce le regole per gli ambiti consolidati o di completamento e gli edifici tutelati nonché le eventuali aree a rischio e le valutazioni in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica. Esso individua le aree destinate all'agricoltura, le aree di valore paesaggistico - ambientale ed ecologiche e le aree non soggette a trasformazione urbanistica. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile. 1.3. PROCEDURA DI APPROVAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Gli atti del Piano di Governo del Territorio sono adottati ed approvati dal consiglio comunale. Prima di avviare la redazione del Piano di Governo del Territorio il comune pubblica un avviso di avvio del procedimento stabilendo il termine entro il quale chiunque abbia interesse, singolo o parte di un gruppo o associazione, può presentare suggerimenti. Vale ricordare che il termine benché perentorio in quanto previsto per legge non impedisce di tenere in considerazione anche le istanze pervenute successivamente nello spirito di massima collaborazione tra cittadini e Amministrazione comunale. In considerazione di ciò l'Amministrazione Comunale ha continuato a raccogliere e classificare le istanze fino all'ultimo tempo tecnico disponibile. La nuova Legge Urbanistica Regionale prevede inoltre, come ulteriore forma di partecipazione, la consultazione delle parti sociali ed economiche prima dell'adozione degli atti di PGT. A seguito dell'adozione del Piano di Governo del Territorio ed entro novanta giorni gli atti di PGT sono depositati, a pena di inefficacia degli stessi, nella segreteria comunale per un periodo continuativo di trenta giorni, ai fini della presentazione di osservazioni nei successivi trenta giorni. Del deposito degli atti è fatta, a cura del comune, pubblicità sul Bollettino Ufficiale della Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale. E' questa la seconda fase di raccolta delle opinioni dei cittadini a qualsiasi titolo conseguente alle scelte operate dal Consiglio Comunale. Il documento di piano, contemporaneamente al deposito, è trasmesso alla Provincia, la quale, garantendo il confronto con il Comune interessato, valuta esclusivamente la compatibilità del PGT con il proprio Piano Territoriale di Coordinamento entro centoventi giorni dal ricevimento della relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali la valutazione si intende espressa favorevolmente. Qualora il comune abbia presentato anche proposta di modifica o integrazione degli atti di pianificazione provinciale, le determinazioni in merito sono assunte con deliberazione della Giunta Provinciale. In caso di assenso alla modifica, il comune può sospendere la procedura di approvazione del proprio documento di piano sino alla definitiva approvazione, nelle forme previste dalla vigente legislazione e dalla presente legge, della modifica dell'atto di pianificazione provinciale di cui trattasi, oppure richiedere la conclusione della fase valutativa, nel qual caso le parti del documento di piano connesse alla richiesta modifica della pianificazione provinciale acquistano efficacia alla definitiva approvazione della modifica medesima. In ogni caso, detta proposta comunale si intende respinta qualora la provincia non si pronunci in merito entro centoventi giorni dalla trasmissione della proposta stessa. Il documento di piano, contemporaneamente al deposito, è trasmesso anche all'A.S.L. e all'A.R.P.A., che, entro i termini per la presentazione delle osservazioni, possono formulare osservazioni, rispettivamente per gli aspetti di tutela igienico - sanitaria ed ambientale, sulla prevista utilizzazione del suolo e sulla localizzazione degli insediamenti produttivi.

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Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, il consiglio comunale decide sulle stesse, apportando agli atti di PGT le modificazioni conseguenti all'eventuale accoglimento delle osservazioni. Contestualmente, a pena di inefficacia degli atti assunti, provvede all'adeguamento del documento di piano adottato, nel caso in cui la Provincia abbia ravvisato elementi di incompatibilità con le previsioni prevalenti del proprio piano territoriale di coordinamento ovvero ad assumere le definitive determinazioni qualora le osservazioni provinciali riguardino previsioni di carattere orientativo. Qualora nel piano territoriale regionale vi siano determinazioni che devono obbligatoriamente essere recepite da parte del comune nel documento di piano, lo stesso è tenuto nei confronti della Regione a quanto previsto per la Provincia. La deliberazione del consiglio comunale di controdeduzione alle osservazioni e di recepimento delle prescrizioni provinciali o regionali non è soggetta a nuova pubblicazione. Gli atti di PGT, definitivamente approvati, sono depositati presso la segreteria comunale ed inviati per conoscenza alla Provincia ed alla Giunta regionale. Gli atti di PGT acquistano efficacia con la pubblicazione dell'avviso della loro approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale della Regione, da effettuarsi a cura del comune. Nel periodo intercorrente tra l'adozione e la definitiva approvazione degli atti di PGT si applicano le misure di salvaguardia in relazione a interventi, oggetto di domanda di permesso di costruire, ovvero di denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni degli atti medesimi. 1.4. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO DEL PGT Gli indicatori per il monitoraggio del PGT sono i valori di riferimento per la fase del monitoraggio prevista dal Rapporto Ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica e sono illustrati in specifico documento che fa parte della Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano. Le varianti al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole dovranno preventivamente verificare, da parte loro, l’evoluzione degli indicatori che le stesse andranno a modificare e definire le proprie azioni in funzione dell’incidenza sui medesimi nella direzione del loro mantenimento o miglioramento. Per tale motivo si fa riferimento agli indicatori di monitoraggio contenuti nella VAS allegata al Documento di Piano. 1.5. SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE Il presente Piano del Governo del Territorio è stato costruito con l’ausilio del Sistema Informativo Territoriale (SIT) della Regione Lombardia. Il SIT è lo strumento attraverso il quale "...la Regione, in coordinamento con gli enti locali, cura la realizzazione del Sistema Informativo Territoriale integrato, al fine di disporre di elementi conoscitivi necessari alla definizione delle scelte di programmazione generale e settoriale, di pianificazione del territorio e all'attività progettuale" (art.3 l.r. 12/05). I sistemi informativi territoriali consentono di associare alle basi geografiche di riferimento (cartografie, ortofoto aeree, immagini satellitari...) dati di varia natura (socio- economici, statistici, catastali, ambientali, reti tecnologiche...) costituendo così un utilissimo strumento a supporto del governo del territorio. Il SIT è inoltre uno strumento di comunicazione sullo stato del territorio e sulle scelte programmatiche che lo riguardano. Il PGT, inoltre, farà parte della “Infrastruttura per l'Informazione Territoriale” della Lombardia (I.I.T.), quale insieme delle politiche, accordi, tecnologie, dati e persone, che facilita l'accesso alle informazioni territoriali raccolte ed elaborate per la condivisione e l'uso efficiente delle conoscenze acquisite. L'Infrastruttura mette in rete i dati resi disponibili da parte degli enti e delle organizzazioni che partecipano all'iniziativa (dei quali sono parte i nostri comuni) e fornisce servizi geografici all'utenza pubblica e privata.

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1.6. PARTECIPAZIONE AL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA La legislazione regionale prevede in modo specifico forme di partecipazione all'elaborazione degli atti di pianificazione territoriale comunali. Sono previsti due momenti specifici ed obbligatori: il primo è la raccolta dei suggerimenti di chiunque abbia interesse ad esprimere valutazioni in fase di avvio del processo di costruzione del Piano di Governo del Territorio; il secondo momento è quello successivo all'adozione di raccolta delle osservazioni al Piano giunto al primo dei due stadi costituenti l'approvazione.

1.6.1. PROPOSTE DEI CITTADINI E LA FASE DI PARTECIPAZIONE 1. PROCEDIMENTO PGT L’amministrazione comunale ha reso noto l’avvio del procedimento relativo alla redazione del Piano del Governo del Territorio con i seguenti atti: - Avvio del procedimento relativo alla redazione degli atti del PGT e pubblicizzazione dello stesso: - deliberazione Giunta Comunale - affissione all’albo pretorio - pubblicazione su periodico a diffusione locale - affissione di manifesti - esame delle proposte dei cittadini Le proposte prevenute sono state esaminate e rappresentate su specifico elaborato. 2. PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA L’amministrazione comunale ha provveduto al processo di Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano con i seguenti atti: - Avvio del procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS) per la formazione del Documento di Piano Avvio del procedimento relativo alla redazione degli atti del PGT e pubblicizzazione dello stesso: - affissione all’albo pretorio - pubblicazione su periodico a diffusione locale - affissione di manifesti - Prima conferenza di VAS – scoping e obiettivi strategici principali - Seconda conferenza di VAS - presentazione della bozza di Documento di Piano e analisi matrici di valutazione - Conferenza finale di VAS - rapporto ambientale, documento di monitoraggio – esame finale Documento di Piano - Consultazione delle parti sociali ed economiche prima dell'adozione degli atti di PGT durante la conferenza finale di VAS

Figura 1 Brallo da Sud a Nord (da: Flavio Chiesa: “In volo sull’Oltrepò”, Brallo di Pregola 2011) “In volo sull’Oltrepò”)

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2. CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO

2.1. COMPITI DEL DOCUMENTO DI PIANO Il Documento di Piano, secondo quanto indicato dall’articolo 8 della legge urbanistica regionale 11 marzo 2005, n. 12, ha il compito sia di definire il quadro ricognitivo, conoscitivo e programmatorio del Comune sia di individuare gli obiettivi e i criteri di sviluppo, miglioramento e conservazione del territorio comunale. Il Documento di Piano è infatti il primo degli atti costituenti il PGT e, dopo una attenta analisi del quadro economico, sociale, territoriale e programmatorio all'interno del quale si situa il comune, definisce gli obiettivi da conseguire per mezzo degli altri strumenti del PGT stesso (Piano dei Servizi, Piano delle Regole e Piani Attuativi) e le modalità di verifica della loro coerenza con i contenuti della pianificazione. In base alla legge urbanistica n. 12/2005 ed ai documenti applicativi regionali, la presente relazione definisce pertanto le strategie di piano, le azioni previste e le modalità per la loro attuazione Viene demandato al Piano dei Servizi l'esame più dettagliato della dotazione e della distribuzione dei servizi pubblici, di interesse pubblico e generale ed al Piano delle Regole l'approfondimento delle condizioni e la precisazione della disciplina relativi al tessuto edilizio di antica formazione, al tessuto urbano consolidato ed alle aree agricole. Esso è basato sulle fonti e sui dati che l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione, oltre che sulle analisi specifiche condotte per l’estensione del PGT e tiene conto dei risultati degli incontri e delle discussioni che si sono tenute lungo il percorso di formazione del piano, specie nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica. Il Documento di Piano deve pertanto contenere, in aggiunta al quadro della conoscenza del territorio, la ricerca delle possibili invarianti ambientali, insediative ed infrastrutturali sulle quali si reggerà l’assetto del comune, la definizione delle scelte relative alla strategia di sviluppo del territorio, l’individuazione delle aree la cui disciplina preveda piani attuativi, le politiche di intervento per la realizzazione di tutte le previsioni. Le scelte e le politiche del PGT devono essere ispirate a criteri di perequazione, compensazione ed incentivazione. Il Documento di Piano del PGT è stato strutturato in elaborati conoscitivi, ossia quelli nei quali si rende conto dell’analisi e della lettura del territorio comunale e delle sue relazioni intercomunali, ed in elaborati prescrittivi, nei quali sono contenute le previsioni del Documento di Piano. Il Documento di Piano fornisce strategie e scenari e non contiene previsioni che producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. La presente Relazione è suddivisa nelle seguenti parti: a) QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO SOVRACOMUNALE b) QUADRO CONOSCITIVO COMUNALE E TERRITORIALE c) DETERMINAZIONI DI PIANO, a loro volta suddivise in: - AZIONI DI PIANO - COMPATIBILITÀ DELLE POLITICHE DI INTERVENTO CON LE RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI I paragrafi successivi indicano i punti essenziali di tali argomenti che, quando necessario, sono stati affrontati con particolare dettaglio e riportati in specifici fascicoli.

2.1.1. QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO SOVRACOMUNALE La ricognizione riguarda gli aspetti strutturali delle trasformazioni economiche e sociali e le loro ricadute territoriali e gli indirizzi di trasformazione, conservazione, qualificazione

11 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP– Relazione illustrativa contenuti nella strumentazione urbanistica e più in generale nel sistema di vincoli di scala sovracomunale. Il capitolo è volto a definire il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune. Esso documenta la collocazione del comune nel territorio, per comprenderne i caratteri e capire le relazioni fra le dinamiche di trasformazione e sviluppo del contesto e le tendenze presenti nel Comune. Esso tiene conto degli atti di programmazione provinciale e regionale, senza trascurare le proposte dei cittadini singoli o associati descritte nei precedenti paragrafi.

2.1.2. QUADRO CONOSCITIVO COMUNALE E TERRITORIALE Il quadro conoscitivo del territorio comunale è la risultante delle trasformazioni avvenute e la individuazione dei grandi sistemi territoriali, del sistema della mobilità, delle aree a rischio o vulnerabili, delle aree di interesse archeologico e dei beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale e relative aree di rispetto, dei siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, degli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, della struttura del paesaggio agrario e dell'assetto tipologico del tessuto urbano e di ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo.

2.1.3. DETERMINAZIONI DI PIANO Il documento di piano determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT. Nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l'utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della definizione dell'assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale. 1. AZIONI DI PIANO Il documento di piano determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l'edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale (articolo 15, commi 1 e 2, lettera g) della legge regionale 12/2005) individua e determina le finalità del recupero e le modalità d’intervento delle aree degradate o dismesse, può individuare, le aree nelle quali il piano dei servizi prevede la localizzazione dei campi di sosta o di transito dei nomadi, ed infine individua i principali elementi caratterizzanti il paesaggio ed il territorio, definendo altresì specifici requisiti degli interventi incidenti sul carattere del paesaggio e sui modi in cui questo viene percepito. 2. COMPATIBILITÀ DELLE POLITICHE DI INTERVENTO CON LE RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI Il documento di piano dimostra la compatibilità delle proprie politiche di intervento e della mobilità con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione, anche in relazione agli effetti indotti sul territorio contiguo. Gli impegni economici si riferiscono, in tutti i casi, alla realizzazione dei servizi e, di conseguenza, la valutazione della sostenibilità economica sarà descritta nel Piano dei Servizi.

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PARTE II QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO SOVRACOMUNALE

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3. ATTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

Gli atti di pianificazione sovraordinata sono costituiti dalle indicazioni e prescrizioni contenute nei piani di gestione del territorio presenti nella Regione Lombardia e nella Provincia di Pavia. Essi forniscono una visione complessiva degli aspetti strutturali e delle strategie di pianificazione in atto, oltre al quadro di insieme dei vincoli presenti sul territorio, con riferimenti diretti anche alla scala comunale. I piani principali approvati dagli Enti di livello superiore che coinvolgono il territorio del comune sono sostanzialmente: - Piano Territoriale Regionale (PTR) - Piano Paesaggistico Regionale (PPR) - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), - Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese (come Piano di Settore) - il Piano Provinciale delle Cave Provinciale Il comune di Brallo di Pregola è situato al confine nord della provincia, ai limiti territoriali provinciali di Milano, nel quadrante Est, al confine con la provincia di Lodi. Il documento di piano PGT di Brallo di Pregola affronta con i seguenti elaborati del Documento di Piano, gli studi di livello sovracomunale di cui si è detto:

Atto di pianificazione Fascicoli Tavole grafiche

Atlante 1 (Pianificazione Fascicolo 2 Piano Territoriale sovraordinata): RAPPORTO DEL PGT CON Regionale Tavola 4 IL PIANO TERRITORIALE PTR Carta della pianificazione REGIONALE territoriale regionale PTR

Fascicolo 6 Atlante 1 (Pianificazione Piano Paesaggistico PAESAGGIO E RAPPORTO sovraordinata): Regionale CON IL PIANO Tavola 5 PPR PAESAGGISTICO Carta della pianificazione REGIONALE paesaggistica regionale PPR

Tavola 2 PTCP di Pavia La presente relazione Carta del PTCP di Pavia: sintesi complessiva PAI (Piano stralcio per Tutte le tavole di progetto e l'assetto idrogeologico del Studio tecnico-geologico tavole dei vincoli bacino del fiume Po) Piano Provinciale delle Tutte le tavole di progetto e Cave della Provincia di La presente relazione tavole dei vincoli Pavia

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4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (PTR)

Il piano territoriale regionale (PTR) è atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della programmazione della Regione e di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province. Il Piano Territoriale Regionale è stato approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione del 19 gennaio 2010, n. 951 ed ha acquistato efficacia dal 17.2.2010, a seguito della pubblicazione dell’avviso di approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. 4.1. CONTENUTI DEL PTR Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico. In particolare, il PTR indica: - gli obiettivi principali di sviluppo socio-economico del territorio regionale; - il quadro delle iniziative inerenti alla realizzazione delle infrastrutture e delle opere pubbliche di interesse regionale e nazionale; - i criteri operativi per la salvaguardia dell'ambiente, in relazione alle previsioni dei piani territoriali di coordinamento dei parchi regionali, della disciplina delle aree regionali protette e degli atti di regolamentazione e programmazione regionale e nazionale in materia di salvaguardia delle risorse idriche, geologiche, idrogeologiche, agro-forestali, ecologiche, della riduzione dell'inquinamento acustico ed atmosferico, dello smaltimento dei rifiuti; - quadro delle conoscenze delle caratteristiche fisiche del territorio. Il PTR, nella sua valenza di piano territoriale paesaggistico, secondo il dettato ripreso all'art. 76 della Legge urbanistica regionale n° 12 del 2005, persegue gli obiettivi, contiene le prescrizioni e detta gli indirizzi di cui all'articolo 143 del DLgs. 22 gennaio 2004, n. 42. Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione. Il Piano Territoriale Regionale della Lombardia si compone delle seguenti sezioni: - Presentazione, che illustra la natura, la struttura e gli effetti del Piano - Documento di Piano, che contiene gli obiettivi e le strategie di sviluppo per la Lombardia - Piano Paesaggistico, che integra e aggiorna i contenuti del Piano Paesistico vigente (2001) - Strumenti Operativi, che individua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi proposti - Sezioni Tematiche, che contiene l'Atlante di Lombardia e approfondimenti su temi specifici - Valutazione Ambientale, che contiene il rapporto Ambientale e altri elaborati prodotti nel percorso di Valutazione Ambientale del Piano

Figura 2 Schema della struttura del PTR

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Il Documento di Piano è l'elaborato di raccordo tra tutte le altre sezioni del PTR poiché, in forte relazione con il dettato normativo della l.r. 12/05, definisce gli obiettivi di sviluppo socio economico della Lombardia individuando 3 macro-obiettivi (principi ispiratori dell'azione di Piano con diretto riferimento alle strategie individuate a livello europeo) e 24 obiettivi di Piano. La declinazione degli obiettivi è strutturare secondo due logiche: dal punto di vista tematico e dal punto di vista territoriale. La declinazione territoriale è effettuata sulla base dell'individuazione di sistemi territoriali considerati come chiave di lettura del sistema relazionale a geometria variabile ed integrata, che si attiva e si riconosce spazialmente nel territorio: - Sistema Metropolitano, - Sistema della Montagna, - Sistema Pedemontano, - Sistema dei Laghi, - Sistema della Pianura Irrigua - Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura. Il Documento di Piano definisce le linee orientative dell'assetto del territorio regionale identificando gli elementi di potenziale sviluppo e di fragilità che si ritiene indispensabile governare per il perseguimento degli obiettivi. La definizione degli orientamenti è costruita in riferimento agli obiettivi prioritari di interesse regionale, identificati ai sensi dell'art. 19, comma 2 lett. b della legge 12/2005: poli di sviluppo regionale, zone di preservazione e salvaguardia ambientale e infrastrutture prioritarie. Il Documento di Piano determina effetti diretti e indiretti la cui efficacia, in relazione al perseguimento degli obiettivi, è valutata attraverso il sistema di monitoraggio e dall'Osservatorio permanente della programmazione territoriale previsto dalla l.r. 12/05. Tuttavia, in relazione ai disposti di cui all'art. 20 della l.r. 12/05, il Documento di Piano evidenzia puntualmente alcuni elementi del PTR che hanno effetti diretti in particolare: - gli obiettivi prioritari di interesse regionale - Piani Territoriali Regionali d'Area l Documento di Piano identifica infine gli Strumenti Operativi che il PTR individua per perseguire i propri obiettivi. 4.2. PTR E PGT DI BRALLO DI PREGOLA Il rapporto tra il PGT di Brallo di Pregola ed il Piano Territoriale Regionale è stato esaminato dal Documento di Piano nei seguenti elaborati specifici: Fascicolo 2 RAPPORTO DEL PGT CON IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Atlante 1 (Pianificazione sovraordinata) - Tavola 5 Carta della pianificazione territoriale regionale PTR

In essi, oltre a descrivere le cartografie che riguardano Brallo di Pregola, vengono affrontati i seguenti argomenti: A) GLI OBIETTIVI TEMATICI E I SISTEMI TERRITORIALI • OBIETTIVO TEMATICO TM 1: AMBIENTE • OBIETTIVO TEMATICO TM 2: AMBIENTE • OBIETTIVO TEMATICO TM 3: ASSETTO ECONOMICO/PRODUTTIVO • OBIETTIVO TEMATICO TM 4: PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE • OBIETTIVO TEMATICO TM 5: ASSETTO SOCIALE B) I SISTEMI TERRITORIALI • SISTEMA TERRITORIALE PEDEMONTANO E SISTEMA DELLA PIANURA IRRIGUA CON ANALISI SWOT ED OBIETTIVI C) COMPATIBILITÀ DEL PGT CON IL PTR • IL PTR COME QUADRO DI RIFERIMENTO

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• IL PTR PRESCRITTIVO: OBIETTIVI PRIORITARI DI INTERESSE REGIONALE O SOVRAREGIONALE • POLI DI SVILUPPO REGIONALE • OBIETTIVI PRIORITARI PER IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ • ZONE DI PRESERVAZIONE E SALVAGUARDIA AMBIENTALE D) RIEPILOGO DEGLI OBIETTIVI PRIORITARI DI INTERESSE REGIONALE O SOVRAREGIONALE • IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE DEL PTR ED IL PGT • PIANI TERRITORIALI REGIONALI D'AREA E COMUNE DI BRALLO DI PREGOLA

Figura 3 Alta Valle Staffora, da Sud verso Nord. Il territorio di Brallo di Pregola è a sinistra. Da: Tozzi,”L’Oltrepò Pavese”

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5. PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

5.1. CONTENUTI DEL PPR Il Piano Territoriale Regionale (PTR) ha, ai sensi della l.r. 12/2005, natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico. La Giunta regionale ha provveduto ad integrare ed aggiornare il precedente Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, come parte del Piano Territoriale Regionale. La Regione Lombardia ritiene che l’individuazione delle "bellezze naturali e panoramiche", o dei "valori paesistici e ambientali" debba essere superata dalla nuova tipologia di piano, definita come "piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici e ambientali" che consente di estendere la formale efficacia delle disposizioni paesistiche del piano all’esterno delle aree sottoposte a vincolo, implicando il superamento del sistema binario vincolo/non vincolo, o quanto meno la sua armonizzazione con un sistema di tutele più articolato. Pertanto il nuovo diagramma di lavoro è dato da: - la pianificazione paesistica considera tutto il territorio; - rientra nei compiti della pianificazione paesistica stabilire diversi gradi di tutela e di controllo, e definire gli ambiti spaziali ai quali tali diversi gradi si applicano, utilizzando categorie e metri di giudizio pertinenti alle specificità dei territori interessati. Nei termini più generali, la Pianificazione Paesistica della Regione Lombardia persegue tre grandi finalità: - la conservazione delle preesistenze e dei relativi contesti (leggibilità, identità ecc.) e la loro tutela nei confronti dei nuovi interventi; - la qualità paesaggistica degli interventi di trasformazione del territorio (la costruzione dei "nuovi paesaggi"); - la consapevolezza dei valori e la loro fruizione da parte dei cittadini. Queste tre finalità - conservazione, innovazione, fruizione - si collocano sullo stesso piano e sono tra loro interconnesse. Il Piano del Paesaggio lombardo è quindi costituito dall’insieme delle varie fasi di lavoro: - il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR.); - il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) a specifica valenza paesistica; - i Piani di Parco regionali o nazionali, là dove previsti e gli atti inerenti le riserve naturali; - i progetti di sistemazione paesistica di dettaglio; - i decreti di vincolo ai sensi delle leggi 1497/1939 e 1089/1939 e gli atti di revisione dei vincoli e i relativi criteri di gestione, ai sensi degli artt. 1 e 2 della l.r. 27.5.1985, n. 57 e successive modifiche e integrazioni; - ogni altro atto del quale sia riconoscibile la specifica valenza paesistica. 5.2. PPR E PGT DI BRALLO DI PREGOLA Il rapporto tra il PGT di Brallo di Pregola ed il Piano Paesaggistico Regionale è stato esaminato dal Documento di Piano nell’elaborato specifico: Fascicolo 6 PAESAGGIO E RAPPORTO CON IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Atlante 1 (Pianificazione sovraordinata )- Tavola 5 Carta della pianificazione paesaggistica regionale PPR

Vengono affrontati i seguenti argomenti: - Il piano paesaggistico regionale PPR - Contenuti del PPR - Il vecchio PTPR e il nuovo PPR - Il Piano Paesaggistico Regionale e il comune di Brallo di Pregola

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- I paesaggi della Lombardia del PPR - Tavola A del PPR: ambiti geografici e unità tipologiche - Tavola B del PPR: elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico - Tavola C del PPR: istituzioni per la tutela della natura - Tavola D del PPR: quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale - Tavola E del PPR:viabilità di rilevanza paesaggistica - Tavole F, G ed H - Tavola I del PPR: quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge (art. 136-142 d.lgs. 42/04) - L’abaco del PPR riferito al comune di Brallo di Pregola - Degrado e compromissione del paesaggio - Il concetto di degrado e compromissione paesistica - Individuazione dei principali fenomeni di degrado/compromissione paesistica in base alle cause che li determinano - Elementi detrattori - Cartografia del PTR sul degrado paesaggistico - TAVOLA H: CONTENIMENTO DEI PROCESSI DI DEGRADO PAESAGGISTICO: TEMATICHE RILEVANTI - TAVOLA H.1 : AMBITI DI DEGRADO PAESISTICO PROVOCATO DA DISSESTI IDROGEOLOGICI E DA AVVENIMENTI CALAMITOSI E CATASTROFICI - NATURALI O PROVOCATE. - TAVOLA H.2: AMBITI DI DEGRADO PAESISTICO PROVOCATO DA PROCESSI DI URBANIZZAZIONE, DI INFRASTRUTTURAZIONE E DI DIFFUSIONE DI PRATICHE E USI URBANI - TAVOLA H.3: AMBITI DI DEGRADO PAESISTICO PROVOCATO DALLE TRASFORMAZIONI DELLA PRODUZIONE AGRICOLA E ZOOTECNICA - TAVOLA H.4: AMBITI DI DEGRADO PAESISTICO PROVOCATO DA SOTTO- UTILIZZO, ABBANDONO E DISMISSIONE - TAVOLA H.5: AMBITI DI DEGRADO PAESISTICO PROVOCATO DA CRITICITÀ AMBIENTALI - Schema di presenza delle condizioni di degrado. - Tavole di sintesi F e G. - Tavola F: Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale. - Tavola G: contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale - Contestualizzazione delle situazioni di degrado ed azioni per il loro contenimento nel territorio del comune di Brallo di Pregola

Figura 4 Alta Valle Staffora, d Nord Verso Sud. Da: Tozzi,”L’Oltrepò Pavese”

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6. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

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7. INDICAZIONI DEL PTCP

Un inquadramento delle tematiche ambientali (e non solo) è fornito dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). Il PTCP vigente è stato approvato dalla Provincia di Pavia con DCP n. 53/33382 del 7 novembre 2003, ed è entrato ufficialmente in vigore il 31 dicembre 2003, data di pubblicazione sul BURL. In estrema sintesi, il PTCP è costituito dalle seguenti tre tavole grafiche: Tavola 3.1. “Sintesi delle proposte: gli scenari di piano”. Tavola 3.2. “Previsioni di tutela e valorizzazione delle risorse paesistiche e ambientali”. Tavola 3.3. “Quadro sinottico delle invarianti”. Le Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PTCP dettano il quadro normativo relativo ai temi individuati nelle tavole grafiche. 7.1. AMBITI UNITARI Il comune di Brallo di Pregola fa parte dell’Ambito Unitario H: - Montagna (Ambito Unitario H), disciplinato al Titolo IV, art. 31, lett. H) delle NTA del PTCP, che ne individua i caratteri connotativi e stabilisce specifici indirizzi.

Figura 5 Ambiti unitari di paesaggio in provincia di Pavia, secondo il PTCP, con l’ubicazione di Brallo di Pregola

Si richiamano le caratteristiche dell’Ambito Unitario H evidenziate nelle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP.

MONTAGNA (AMBITO UNITARIO H) Caratteri connotativi - Si estende a sud della linea Varzi-, e comprende l’alta valle Staffora e l’alta Val Tidone. - Tipica zona di montagna, associa ampie formazioni forestali di elevato interesse naturalistico a zone di insediamento agricolo organizzate in relazione al variegato e particolare assetto morfologico. Indirizzi - Tutela e valorizzazione, sia a scopo turistico che didattico, degli elevati valori naturalistici e paesistici presenti nell’area, con particolare riguardo ai seguenti sistemi: A) LA DORSALE DA NIVIONE A CASTELLARO;

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B) I RILIEVI MONTUOSI CHE SI ESTENDONO AL DI SOPRA DELLA LINEA CASTELLARO, CEGNI, MOLINO DEL LAGO, VALFORMOSA, BRALELLO, CORBESASSI, AVAGNONE; C) I RILIEVI DA BRALLO ALLA CIMA DI VALLESCURA, MONTE ALPE E MONTE CALENZANO; D) SASSI NERI E MONTE PIETRA DI CORVO. - Conservazione dinamica degli assetti paesistico-ambientali presenti alle quote inferiori rispetto all’orizzonte sensibile determinato dalle aree di cui sopra; in particolare vanno tutelati, oltre agli aspetti naturalistici esistenti ed in evoluzione, gli elementi tipici del paesaggio agrario quali: terrazzamenti, presidi, ecc. - Disincentivo alla edificazione sparsa, a vantaggio dei nuclei o centri esistenti che costituiscono uno dei caratteri fondamentali dell’area. - L’espansione dei nuclei va verificata sotto il profilo morfologico, in relazione alla matrice originaria ed al sito di appartenenza. - Sviluppo delle tipologie edilizie (anche in ordine ai volumi) e delle tecnologie tipiche dei luoghi. - Controllo dell’impatto paesistico dei progetti con particolare riferimento a quelli relativi ad opere infrastrutturali ed a quelli di risanamento idrogeologico. 7.2. AMBITI TERRITORIALI TEMATICI Il Comune di Brallo di Pregola fa parte degli Ambiti Territoriali Tematici n. 4, 22 e 23: Ambito della Valle del Torrente Staffora (n. 4), disciplinato al Titolo III, art. 26, punto 4 delle NTA del PTCP, che definisce gli obiettivi e stabilisce specifici indirizzi. Ambito della Comunità montana Oltrepò Pavese (n. 22), disciplinato al Titolo III, art. 26, punto 22 delle NTA del PTCP, che definisce gli obiettivi e stabilisce specifici indirizzi. Ambito dei comuni interessati dall’attuazione dell’obiettivo 2 (n. 23), disciplinato al Titolo III, art. 26, punto 23 delle NTA del PTCP, che definisce gli obiettivi e stabilisce specifici indirizzi. Si richiamano le caratteristiche degli Ambiti Territoriali Tematici n. 4, 22 e 23 evidenziate nelle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP.

AMBITO DELLA VALLE DEL TORRENTE STAFFORA Obiettivi e finalità degli indirizzi - Riqualificazione del sistema urbano e territoriale connesso all’ambito fluviale. - Valorizzazione ambientale dell’asta fluviale, risanamento e sistemazione idrogeologica. - Valorizzazione e tutela degli spazi e delle attività agricole. - Realizzazione progetto Centro Europeo di Allenamento e Cura del Cavallo. Indirizzi - Adeguamento della pianificazione urbanistica di livello comunale rispetto alle problematiche di tutela e valorizzazione ambientale dei territori compresi nell’ambito fluviale. - Definizione di interventi di riassetto idrogeologico. - Definizione di interventi di difesa idraulica e di messa in sicurezza dei centri abitati. - Progettazione di interventi per il ridisegno e la riqualificazione urbanistica ed ambientale degli ambiti urbanizzati ed edificati di fondovalle che presentano relazioni di diretta contiguità con i corsi. - Progettazione di interventi di potenziamento dell’offerta di servizi di livello locale e di rilevanza sovracomunale. - Contenimento del consumo di suolo e riduzione della pressione insediativa sugli ambiti di fondovalle e sugli spazi legati alle attività agricole. - Incentivazione al recupero e al ripristino di fabbricati e insediamenti di origine rurale per funzioni di agriturismo. - Inserimento urbanistico ed ambientale del progetto di nuova viabilità relativo al completamento della tangenziale sud di Voghera ed il collegamento in direzione Rivanazzano con attraversamento del torrente Staffora.

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AMBITO DELLA COMUNITÀ MONTANA OLTREPÒ PAVESE Obiettivi e finalità degli indirizzi - Incremento della stabilità della popolazione residente. - Valorizzazione ambientale e turistica del territorio. Indirizzi - Istituzione di un’Agenzia di sviluppo per la promozione di progetti finalizzati alla creazione d’attività economiche legate agli obiettivi di valorizzazione delle produzioni agricole locali. - Promozione di progetti finalizzati alla crescita dell’imprenditoria giovanile, con particolare riferimento alle attività di valorizzazione turistica, alla produzione agricola, alla gestione di servizi di valorizzazione ambientale. - Contenimento del consumo di suolo e riduzione della pressione insediativa sugli ambiti di fondovalle anche attraverso politiche e programmi di riuso e ristrutturazione di nuclei e tessuti residenziali dismessi o sottoutilizzati. - Progettazione d’interventi di riqualificazione dei centri storici e dei nuclei minori con particolari finalità di recupero degli insediamenti a fini turistico-ricettivi. - Sviluppo di programmi di recupero degli insediamenti d’origine rurale in funzione della qualificazione agrituristica dell’offerta ricettiva. - Interventi di riassetto e consolidamento delle aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico. - Progettazione, di concerto con le Comunità Montane delle Province di Alessandria e di Piacenza, di politiche per la valorizzazione di percorsi d’interesse turistico ed ambientale.

AMBITO DEI COMUNI INTERESSATI DALL’ATTUAZIONE DELL’OBIETTIVO 2 Obiettivi e finalità degli indirizzi - Integrazione degli interventi previsti nell’ambito del Documento Unico di Programmazione Regionale per l’attuazione delle politiche finalizzate all’Obiettivo 2, rispetto a contenuti e obiettivi di riequilibrio urbanistico-territoriale, valorizzazione e tutela paesistico-ambientale previsti dal PTCP. Indirizzi - Nel rispetto delle specifiche competenze e dei reciproci livelli di autonomia affidati dal Documento Unico di Programmazione Regionale agli Enti e ai Soggetti abilitati alla promozione e al coordinamento degli interventi e dei progetti previsti dalla Normativa Comunitaria in oggetto, si auspica la massima integrazione degli effetti e delle ricadute territoriali derivanti dall’attuazione degli interventi rispetto ai contenuti e obiettivi previsti dal PTCP. In particolare, tale integrazione è affidata agli indirizzi di seguito elencati :per quanto riguarda tutti i progetti promossi nell’ambito degli Assi 1 e 2 (“competitività del sistema economico lombardo” e “territorio ed ambiente”), tutti gli interventi che comportano azioni di recupero, trasformazione, localizzazione, delocalizzazione di insediamenti e/o infrastrutture, dovranno essere configurati nel rispetto: a) del sistema di valori problemi ed indirizzi sintetizzati nell’ambito degli elaborati del PTCP che costituiscono la Carta Unica e Condivisa del Territorio provinciale e del Quadro Territoriale di Riferimento; b) della compatibilità tra usi e destinazioni d’uso del suolo rispetto agli scenari e agli indirizzi di Piano previsti dal PTCP e sintetizzati nella Tavola 3.1 e nel presente articolo 26 delle NTA; c) dei criteri insediativi e dei criteri paesistico-ambientali di cui al successivo art. 28 delle presenti NTA (Indirizzi per la redazione dei Piani Regolatori Comunali), anche in presenza di interventi e trasformazioni del territorio che non comportino la redazione di strumenti e varianti generali. - Per quanto riguarda tutte le altre categorie di intervento previste dal Documento Unico di Programmazione Regionale, con particolare riferimento alle Misure 1.1.3 (iniziative a sostegno diretto all’implementazione e qualificazione dei servizi), 1.2.1 (infrastrutture per lo sviluppo sostenibile del territorio), 2.1.1 (sostegno e promozione dello sviluppo turistico) e 2.1.2 (aiuti per la tutela ambientale), la scelta delle tipologie, la programmazione e la promozione dei progetti dovrà contenere adeguate stime ed analisi finalizzate alla evidenziazione degli effetti di lunga durata

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dell’intervento in oggetto sia per quanto riguarda gli effetti e i benefici di natura territoriale e ambientale, sia per quanto riguarda la capacità di gestione economica e di auto sostentamento dell’iniziativa, oltre il quinquennio cui si riferisce il programma di erogazione e stanziamento dei fondi destinati dal programma comunitario. 7.3. TEMI DEL PTCP A BRALLO DI PREGOLA Si prendono ora in esame i temi relativi al Comune di Brallo di Pregola evidenziati dalle Tavole del PTCP. 1. TAVOLA 3.1 La Tavola 3.1 individua: Centri e nuclei storici I centri e nuclei storici coincidono con il capoluogo e le frazioni: - Brallo, Barostro, Bocco, Bralello, Casone, Cencerate, Colleri, Collistano, Corbesassi, Cortevezzo, Feligara, Pianellette, Piani del Lesima, Pietranatale, Ponti, Pratolungo, Pregola, Rovaiolo, Selva, Someglio, Valformosa, Valle Superiore. Corsi d’acqua principali I corsi d’acqua principali sono tutti vincolati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lett. c) del D.Lgs. n. 42/2004 (le “fasce Galasso” di 150 metri sono riportate nella Tavola 3.3 del PTCP): - Torrente Staffora - Torrente Trebbia - Torrente Avagnone - Fosso delle Ronche (detto a monte anche di Cuneo) - Fosso e Rio di Prejo - Fosso Libbione o del Canale - Torrente Montagnola, Fosso Cagnassi delle Cascine e Fosso Fego - Fosso Taverna e Vermagna o Selva Magna - Fosso delle Fracie e Quagliolo - Fossi Castelletto, Fosso Bergasso e Fosso Nancio - Fossi Molino e della Allià

Emergenze naturalistiche (NTA del PTCP, art. 34, commi da 1 a 9) Fanno parte degli “ambiti di tutela” soggetti a “prescrizioni”. Si tratta di aree caratterizzate da un alto valore naturalistico, ecologico ed ambientale, in cui deve essere perseguito l’obiettivo dell’assoluto rispetto e della naturale evoluzione degli equilibri ecologici. Di conseguenza, in queste aree sono vietate tutte le attività che possono modificare lo stato dei luoghi; in particolare, non è ammessa la realizzazione di nuovi edifici, nonché gli interventi sugli edifici esistenti diversi dalla manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione (senza aumento di volume). Il PGT individua queste aree come “ambiti delle emergenze naturalistiche”, che fanno parte degli “ambiti di salvaguardia paesaggistica e ambientale”. Il PGT recepisce le prescrizioni di tutela del PTCP sopra richiamate. Questi ambiti, inoltre, sono inseriti nel progetto di “Rete Ecologica Comunale (REC)” elaborato ai sensi della DGR n. 10962/2009, e sono prioritariamente destinati alla realizzazione di interventi di rilevanza ecologica e di incremento della naturalità.

Aree di elevato contenuto naturalistico (NTA del PTCP, art. 34, commi da 10 a 20) Fanno parte degli “ambiti di tutela” soggetti a “prescrizioni”. Si tratta, anche in questo caso, di aree caratterizzate da un alto valore naturalistico, che può tuttavia essere mantenuto e valorizzato anche in armonia con le attività esercitate dall’uomo.

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Le norme del PTCP consentono, in queste aree, la pratica delle normali attività agro-silvo- pastorali; è inoltre ammessa la realizzazione di nuove strutture aziendali connesse all’attività agricola, a condizione che siano definiti specifici criteri di compatibilità ambientale. Per quanto riguarda le attività non agricole (destinazioni residenziali, artigianali e terziarie), il PTCP prevede che sia disincentivata l’edificazione sparsa, favorendo il recupero e il completamento del tessuto edilizio esistente. Per gli edifici esistenti, sono ammessi interventi di ampliamento “una tantum” in misura non superiore al 20%. Il PGT individua queste aree come “ambiti agricoli di elevato contenuto naturalistico”. La realizzazione di nuove infrastrutture agricole, secondo gli indici ed i parametri di cui agli articoli 59 e seguenti della Legge Regionale n. 12/2005, è subordinata all’attuazione, da parte dei titolari dei permessi di costruire, di interventi compensativi di rilevanza ecologica e di incremento della naturalità, nella misura stabilita dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole.

Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici (NTA del PTCP, art. 33, commi da 6 a 14) Fanno parte degli “ambiti di tutela” soggetti a “indirizzi”. Si tratta di aree aventi caratteristiche simili alle “aree di elevato contenuto naturalistico” trattate al paragrafo precedente, e per le quali le norme del PTCP stabiliscono criteri di pianificazione del tutto analoghi. Il PGT individua queste aree come “ambiti agricoli di consolidamento dei caratteri naturalistici”. La realizzazione di nuove infrastrutture agricole, secondo gli indici ed i parametri di cui agli articoli 59 e seguenti della Legge Regionale n. 12/2005, è subordinata all’attuazione, da parte dei titolari dei permessi di costruire, di interventi compensativi di rilevanza ecologica e di incremento della naturalità, nella misura stabilita dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole.

Aree di particolare interesse paesistico (NTA del PTCP, art. 33, commi da 26 a 31) Fanno parte degli “ambiti di tutela” soggetti a “indirizzi”. Si tratta di aree aventi caratteristiche simili alle “aree di elevato contenuto naturalistico” e alle “aree di consolidamento dei caratteri naturalistici” trattate ai paragrafi precedenti, e per le quali le norme del PTCP stabiliscono criteri di pianificazione del tutto analoghi. Il PGT individua queste aree come “ambiti agricoli di particolare interesse paesistico”. La realizzazione di nuove infrastrutture agricole, secondo gli indici ed i parametri di cui agli articoli 59 e seguenti della Legge Regionale n. 12/2005, è subordinata all’attuazione, da parte dei titolari dei permessi di costruire, di interventi compensativi di rilevanza ecologica e di incremento della naturalità, nella misura stabilita dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. Rete viabilistica Infine, la Tavola 3.1 del PTCP individua la Strada Provinciale n. 186 come appartenente alla “rete viabilistica di livello complementare e provinciale”, sottolineando la necessità di riqualificare la sede stradale. Non ci si sofferma su una descrizione delle infrastrutture, di cui ci si occuperà in apposito Capitolo del PGT, estendendo l’analisi anche a quelle non evidenziate nella cartografia del PTCP. 2. TAVOLA 3.2 La Tavola 3.2 individua gli stessi temi posti in rilievo dalla Tavola 3.1, con l’aggiunta delle seguenti indicazioni:

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Viabilità storica principale Il PTCP segnala l’opportunità di tutelare e valorizzare la “viabilità storica principale”, di cui fa parte la Strada Provinciale n. 186.

Percorsi di fruizione panoramica e ambientale Il PTCP segnala l’opportunità di tutelare e valorizzare i percorsi di fruizione panoramica e ambientale (Strade Provinciali n. 88, 89, 131). Tali percorsi saranno evidenziati nella “Carta del paesaggio” del PGT.

3. TAVOLA 3.3 La Tavola 3.3 individua: Vincoli paesaggistici I vincoli paesaggistici, disciplinati dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D.Lgs. n. 42/2004) sono trattati in dettaglio in apposito Capitolo del presente Rapporto Ambientale.

Zone di interesse archeologico: areali di rischio, areali di ritrovamento Si tratta di aree, situate in varie parti del territorio comunale, in cui sussiste la probabilità di rinvenire reperti archeologici (articolo 32, commi 53-54-55 delle Norme di Attuazione del PTCP). Questi ambiti sono evidenziati nelle tavole del PGT, e disciplinati delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole: prima dell’esecuzione di opere di qualsiasi tipo che comportino lo scavo del terreno, dovrà essere preventivamente avvisata la competente Soprintendenza Archeologica.

Aree di particolare interesse ambientale Si tratta di aree di pregio paesaggistico ed ambientale, nelle quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata. Gli obiettivi di tutela di queste aree sono indicati nelle norme del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), che vengono recepite dal PGT.

Zone di ripopolamento e cattura Si tratta di ambiti, destinati prevalentemente all’attività agricola e situati nella zona di campagna compresa tra Brallo di Pregola, Feligara e Colleri, individuati dal Piano Faunistico Venatorio provinciale (redatto ai sensi della Legge n. 157/1992 e della Legge Regionale n. 26/1993), allo scopo di regolamentare l’attività venatoria e tutelare la fauna selvatica. I contenuti e gli obiettivi del Piano Faunistico Venatorio sono richiamati all’articolo 22, commi 8-9-10 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP.

Il PGT non si occupa della disciplina dell’attività venatoria. Tuttavia, ai sensi della DGR n. 10962/2009, la aree in oggetto sono state inserite fra gli ambiti agricoli di supporto alla Rete Ecologica Regionale: la tutela della fauna selvatica è fra gli obiettivi prioritari della RER, recepiti dal PGT. 7.4. TEMI DEL PTCP A BRALLO DI PREGOLA

Si prendono ora in esame i temi relativi al Comune di Brallo di Pregola evidenziati dalle Tavole del PTCP.

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1. TEMA 3 - CONCERTAZIONE TRA GLI ENTI

1.1. INDICAZIONI DEL PTCP La concertazione è disciplinata dagli articoli 16, 17, 18 e 19 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP

ARTICOLO 16 - DIRETTIVE PER LA CONCERTAZIONE TRA ENTI … I momenti di concertazione previsti dal PTCP sono: a) il processo di formazione dei PTA (Piani Territoriali d'Area); b) le fasi di attuazione dei Progetti strategici e operativi; c) gli ambiti tematici per problematiche territoriali; d) l'attuazione dei criteri e degli indirizzi previsti dagli artt. 17 e 18.

CONCERTAZIONE PER PREVISIONI DI VALENZA SOVRACOMUNALE

ARTICOLO 17 - TIPOLOGIA DEGLI INSEDIAMENTI E PREVISIONI PER LE QUALI SI RICONOSCE LA VALENZA SOVRACOMUNALE Nell'ambito delle trasformazioni d'uso del territorio e delle previsioni urbanistiche comunali il PTCP individua i seguenti casi di previsioni allocative di cui si riconosce la rilevanza sovracomunale, esclusivamente ai fini dell'applicazione della norma per il coordinamento, per le quali si farà ricorso a procedura di concertazione tra gli Enti, secondo quanto previsto all' art. 16, comma quarto: a) localizzazione di nuove aree e poli produttivi o varianti che prevedano il riuso di aree produttive dismesse, con dimensioni superiori a: A.1) MQ. 10.000 DI SUPERFICIE LORDA DI PAVIMENTO (SLP) PER COMUNI <2000 ABITANTI; A.2) MQ. 20.000 DI SLP PER COMUNI COMPRESI TRA 2001 E 5000 AB.; A.3) MQ. 40.000 DI SLP PER COMUNI COMPRESI TRA 5001 E 10000 AB.; A.4) MQ. 50.000 DI SLP PER COMUNI > 10000 AB. Con la finalità di salvaguardare e tutelare il principio di equilibrio nelle relazioni e nelle dinamiche di sviluppo territoriale tra Comuni contermini, le soglie di cui sopra sono da intendersi elevate in proporzione del 50% per i Comuni di cui ai punti a.1) e a.2) confinanti con centri urbani di cui ai punti a.3) e a.4); b) ambiti di valorizzazione e tutela di aree agricole, corsi d'acqua, formazione di parchi di interesse sovracomunale; c) impianti tecnologici, quali ad es. impianti per la gestione, il trattamento, lo smaltimento di acque e rifiuti; impianti per la produzione e trasformazione di energia c/o riscaldamento; d) insediamenti della media e grande distribuzione e centri commerciali con s.l.p. > 1.500 mq. per Comuni < 10000 ab. e > 2500 mq. per Comuni > 10000 ab.. La dimensione del comune è definita in base alla popolazione residente risultante al 31 dicembre dell'anno precedente.

ARTICOLO 18 - CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLA RILEVANZA SOVRACOMUNALE DELLE SCELTE RELATIVE ALLA ALLOCAZIONE DI NUOVI INSEDIAMENTI Il PTCP, definisce il carattere di funzione e/o insediamento con rilevanza sovracomunale, quanto a: - Dimensione - Localizzazione - Mobilità/Accessibilità - Tutela paesistico-ambientale

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ARTICOLO 19 - PROCEDURE PER L'APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI COORDINAMENTO E DI SUSSIDIARIETÀ NELLA PIANIFICAZIONE DI SCELTE E PREVISIONI DI RILEVANZA SOVRACOMUNALE. Con questo articolo, il PTCP definisce con puntualità le procedure da seguire ai fini della concertazione. Tutte le fasi della procedura dovranno concludersi nell'arco di tempo massimo definito in 60 giorni. Il verbale della concertazione deve essere allegato all'eventuale proposta di PRG, od alle sue varianti ed inviato alla Provincia.

CONCERTAZIONE DELLE POLITICHE PAESISTICO-AMBIENTALI

ARTICOLO 40 - AMBITI DI CONCERTAZIONE DELLE POLITICHE PAESISTICO- AMBIENTALI Il PTCP definisce definiti gli ambiti che, per estensione e collocazione geografica, per rapporto di reciprocità strutturale, percettiva, storico-culturale o naturalistico ambientale, costituiscono unità paesistiche inscindibili o comunque strettamente correlate con ambiti limitrofi appartenenti ad altre realtà Provinciali o facenti parte di territori soggetti a specifica tutela (aree dei Parchi). Si tratta in particolare di: a) ambiti golenali del Po e del Sesia; b) collina Banina; c) ambiti di contiguità con il Parco Sud Milano; d) ambiti di contiguità con il Parco del Ticino; e) ambiti del sistema interregionale delle "Dorsali Appenniniche Nord-Occidentali". Relativamente a queste aree la Provincia attiverà iniziative di coordinamento delle previsioni di Piano con gli strumenti di pianificazione e di programmazione dei territori contermini al fine di: a) rendere coerenti le previsioni di tutela delle risorse presenti; b) concertare le azioni volte alla valorizzazione delle risorse stesse.

Figura 6 Ambiti di concertazione in provincia di Pavia, secondo il PTCP, con l’ubicazione di Brallo di Pregola Il comune di Brallo di Pregola è soggetto alla concertazione del gruppo E: ambiti del sistema interregionale delle dorsali appenniniche nord-occidentali.

1.2. CONCERTAZIONE RELATIVA AGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI E COMMERCIALI PREVISTI DAL PGT DI BRALLO DI PREGOLA Il comune di Brallo di Pregola ha provveduto ad una seduta di concertazione durante il procedimento per la redazione del Piano di Governo del Territorio, anche se il PGT non prevede l’individuazione di nuove aree per insediamenti produttivi aventi valenza

28 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP– Relazione illustrativa sovracomunale, in quanto la loro superficie lorda di pavimento SLP è superiore al valore di soglia, individuato dalle norme tecniche del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. La concertazione si è tenuta presso il Municipio di Brallo di Pregola. Sono stati invitati i comuni contermini e la Provincia di Pavia.

Figura 7 Monte Lesima ed il suo radar Da Google Earth

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Figura 8. Tavola 3.1 del PTCP

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Figura 9 Tavola 3.2 del PTCP

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Figura 10 Tavola 3.3 del PTCP

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8. IL PIANO CAVE PROVINCIALE

In provincia di Pavia è in vigore il “Piano cave della provincia di Pavia - settori merceologici della sabbia, ghiaia, argilla, calcari e dolomie, pietre ornamentali e torba”, approvato con deliberazione del Consiglio della Regione Lombardia n. VIII/344 del 20 febbraio 2007. Esso è stato elaborato in conformità ai criteri e alle direttive per la formazione dei Piani provinciali delle cave» emanati dalla Regione Lombardia con d.g.r. n. 6/41714 del 26 febbraio 1999 e n. 6149320 del 31 marzo 2000, in applicazione dell'art. 5 della l.r. n. 14 dell'8 agosto 1998 e nel rispetto dei contenuti dell'art. 6 della medesima legge e persegue, inoltre, l'attuazione delle prescrizioni e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) approvato con d.c.p. n. 53/33382 del 7 novembre 2003. Il nostro comune non è interessato da alcun ambito estrattivo, ma a due ambiti di “Recupero” (1): - Recupero «R p06»; pietrisco di calcare del Monte Antola; località prato della Bula - Recupero «R p07»; pietrisco di brecce ofiolitiche; località Casone

I settori merceologici considerati nel Piano Cave della Provincia di Pavia, e nella relativa Normativa di Attuazione, sono i seguenti: - sabbia e ghiaia - contraddistinto dalla lettera g - argilla - contraddistinto dalla lettera a; - torba - contraddistinto dalla lettera t; - pietra ornamentale - contraddistinto dalla lettera o; - calcari e dolomie per calce e cemento - contraddistinto dalla lettera c; - pietrisco - contraddistinto dalla lettera p.

Figura 11: Piano cave provinciale: Recupero «R p06», scheda

(1) Cava di recupero: corrispondente in generale ad una o più cave cessate in cui è consentita la temporanea ripresa dell'attività estrattiva al solo fine di consentirne il recupero ambientale secondo tempi e modalità stabiliti nel progetto di sistemazione ambientale. Sono individuate nell'Allegato B e contraddistinte dalla sigla R + settore + numero progressivo (es. R g1 ).

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Figura 12: Piano cave provinciale: Recupero «R p06», planimetria

Figura 13: Piano cave provinciale: Recupero «R p07», scheda

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Figura 14: Piano cave provinciale: Recupero «R p07», planimetria

Figura 15 Il monte Lesima visto dalla strada che da Cortevezzo va a Corbesassi

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9. IL VINCOLO IDROGEOLOGICO

Il vincolo idrogeologico è stato istituito dal R.D. 30 dicembre 1923 n. 3267 "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani" e dal R.D. 16 maggio 1926 n. 1126 "Regolamento per l'applicazione del R.D. 30 dicembre 1923 n. 3267". Successivamente il carattere di difesa dell'assetto idrogeologico è andato progressivamente prevalendo sul carattere di vincolo forestale, dopo il trasferimento della materia alle Regioni (D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616). Nella provincia di Pavia è presente su gran parte del territorio montano e su alcuni comuni collinari. In Lombardia, per le opere in ambito soggetto a vincolo idrogeologico, vale la Legge Regionale 5 dicembre 2008 , n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale) che, all’art. 44 (Vincolo idrogeologico e trasformazione d'uso del suolo), regolamenta gli interventi nelle aree soggette a vicolo idrogeologico, affidando le trasformazione d'uso del suolo (2) ai comuni (3), alle province ed alle comunità montane. Nel caso del comune di Brallo di Pregola, l’autorizzazione è in capo alla Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese.

Figura 16: Le aree soggette a vincolo idrogeologico di Brallo di Pregola (Tavoletta IGM 1:25.000 allegata al PTCP).

(2 ) La “trasformazione d'uso del suolo” comprende ogni intervento artificiale che comporta una modifica permanente delle modalità di utilizzo e occupazione dei terreni soggetti a vincolo idrogeologico. (3) Le autorizzazioni di competenza comunale sono relative a: a) interventi su edifici già presenti per ampliamenti pari al cinquanta per cento dell'esistente e comunque non superiori a 200 metri quadrati di superficie; b) posa in opera di cartelli e recinzioni; c) posa in opera di fognature e condotte idriche totalmente interrate; linee elettriche di tensione non superiore a 15 Kw; linee di comunicazione e reti locali di distribuzione di gas; posa in opera di serbatoi interrati, comportante scavi e movimenti di terra non superiori a 50 metri cubi; d) interventi comportanti scavi e movimenti di terra non superiori a 100 metri cubi, di sistemazione idraulico- forestale, di ordinaria e straordinaria manutenzione della viabilità agro-silvo-pastorale e di realizzazione di manufatti di sostegno e contenimento.

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Nel comune di Brallo di Pregola, le aree soggette a vincolo idrogeologico interessano una superficie di ha 3.675, pari al 79% circa del territorio comunale. Ne sono esclusi, spesso, solo i centri abitati maggiori e le aree limitrofe. L’abitato di Pregola è com,preso nel vincolo. Le mappe catastali regionali sono riportate nella seguente Tavola di PGT:

Tavola 6 b Mappa del vincolo idrogeologico scala 1: 10.000

Figura 17: La tav. 6b del PGT di Brallo di Pregola contenente le aree soggette a vincolo idrogeologico

Figura 18: Particolare della tav. 6b del PGT di Brallo di Pregola (porzione Nord Ovest)

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10. PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE DELLA COMUNITÀ MONTANA DELL’OLTREPÒ PAVESE

1. GENERALITÀ Come si legge nella relazione del nuovo P.I.F. della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese (4) Gli obiettivi di fondo della programmazione e della pianificazione forestali sono indicati nella legge regionale 27/2004, che li individua nel “mantenimento ed incremento della biodiversità ,delle potenzialità delle superfici forestali ed nella economicità della gestione” (art. 1 comma 4). Gli obiettivi specifici del PIF sono ribaditi nell’articolo 8, dove si specifica che “Il piano di indirizzo forestale costituisce uno strumento di analisi e di indirizzo per la gestione dell’intero territorio forestale ad esso assoggettato, di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale, di supporto per la definizione delle priorità nell’erogazione di incentivi e contributi e per la individuazione delle attività selvicolturali da svolgere; inoltre, contiene le previsioni di cui all’articolo 4, commi 5 e 6, (definizione del quadro delle trasformazioni e delle compensazioni, N.d.R.) ed all’articolo 12, comma 4 (alpicoltura, N.d.R.)” (art.8 comma 3). Il PIF, inoltre, si raccorda con la pianificazione territoriale che insiste sul territorio oggetto del Piano e costituisce esso stesso un piano territoriale di settore del PTCP della provincia cui si riferisce: ”I piani di indirizzo forestale sono redatti in coerenza con i contenuti dei piani territoriali di coordinamento provinciali, dei piani paesaggistici di cui all’articolo 135 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), dei piani di bacino e della pianificazione regionale delle aree protette di cui alla legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 (Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale). Il piano di indirizzo forestale costituisce specifico piano di settore del piano territoriale di coordinamento della provincia cui si riferisce” (art. 9 commi 1 e 2). Esistono altri due riferimenti legislativi di fondamentale importanza per la redazione dei Piani di Indirizzo Forestale: la D.g.r. 1/08/2003 – n.7/13899 “Approvazione dei criteri per la redazione dei piani di indirizzo forestale” e la D.g.r. 21/09/2005 – n. 8/675 “Criteri per la trasformazione del bosco e per i relativi interventi compensativi”, che introduce alcune modifiche al precedente testo e ne fornisce in allegato il testo coordinato. Queste due deliberazioni normano con precisione gli obiettivi del PIF, la struttura e i contenuti del Piano, la modalità di redazione del Piano e le competenze professionali necessarie, le procedure tecnico-amministrative e i controlli. Entrambi questi testi sono stati, come è peraltro necessario, posti alla base della stesura della presente Variante. In particolare il riferimento principale è stato fatto all’Allegato 1 della D.g.r. n. 8/675/2005, che riporta il testo coordinato della norma. Come premesso, l’inquadramento normativo delle singole sezioni della Variante è riportato in calce ai vari capitoli. Si precisa, in questa sede, una breve considerazione in merito alla definizione di bosco. Questa tematica costituisce un “punto dolente” di tutta la normativa forestale di livello nazionale e regionale. La materia è stata oggetto di successivi interventi legislativi, e tuttavia conserva ancora un certo grado di confusione soprattutto in merito alla definizione ai fini forestali (di competenza regionale) o di quelli paesaggistici (di competenza nazionale).

2. IL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE DELLA COMUNITÀ MONTANA DELL’OLTREPÒ PAVESE La Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese è dotata di P.I.F. vigente. Ne è stata predisposta una variante, che è in fase di approvazione.

(4) Elaborato nel 2010-2012 dal dott. Gabriele Sguazzini, “Studio agroforestale Terra Viva” di (PV)

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La Variante del PIF rispetto allo stesso piano in scadenza nel 2010 è stata promossa per prendere in esame solo alcuni aspetti di tutto il sistema forestale, in ragione del fatto che negli ultimi anni sono scaturite precise esigenze in merito a: 1. redazione del Piano della Viabilità Agro-Silvo-Pastorale (VASP); 2. definizione dei termini della trasformazione del bosco ai sensi della L.R. 27/04 art. 3; 3. definizione del PIF all’interno della pianificazione e programmazione ai sensi della L.R. 27/04 artt. 8-9; 4. aggiornamento dei Tipi Forestali della Lombardia; 5. fattibilità per la creazione di una filiera-distretto bioenergetico forestale in Oltrepò. Nello stesso momento questa variante è l’occasione per includere alcuni dati fondamentali dati riferiti a: - carta dei Tipi Forestali della Regione Lombardia (2006); - indicazioni gestionali dei Tipi Forestali della Regione Lombardia (2003); - cenni sui mutamenti climatici degli ultimi anni nell’Oltrepò Pavese.

Figura 19: Le aree a bosco nel territorio di Brallo di Pregola individuate dal Piano di Indirizzo Forestale. (Tav. 2-c – Copertura del suolo)

Le indicazioni del P.I.F. sono cogenti per gli strumenti urbanistici e, conseguenza, è stato necessario attuare un buon coordinamento tra la variante del Piano di Indirizzo Forestale e il nostro PGT. In particolare, tutti i confini dei boschi riportati nelle tavole del PGT, derivato dagli shape file del P.I.F.

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PARTE III QUADRO CONOSCITIVO COMUNALE E TERRITORIALE

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11. QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO

11.1. GEOGRAFIA POLITICA

11.1.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL COMUNE Il Comune di Brallo di Pregola è situato in Lombardia, provincia di Pavia. Esso si trova nel Comprensorio dell’Oltrepò Pavese (5) che ha come capoluogo Voghera ed in particolare in quel tratto di Appennino che si usa indicare come "delle quattro province", luogo d'incontro dei dialetti e delle tradizioni liguri, lombarde, emiliane e piemontesi, ricco di suggestioni e di memorie storiche, alle quali fanno da sfondo scenari naturali di incomparabile, selvatica bellezza. Brallo di Pregola domina infatti da una parte l’alta Valle Staffora e dall’altra la Val Trebbia, con un susseguirsi di situazioni contrastanti: pinete e boschi si alternano a vasti pascoli, dai monti e dai crinali si scende agli innumerevoli corsi d’acqua, con ben venti frazioni sparpagliate tra le montagne. Brallo di Pregola ha superficie territoriale di 46,38 Km². Pari a 4.638 ettari e 70.917 pertiche milanesi. L’altitudine va da 371 ( confine Sud con il Fiume Tebbia) a 1724 m (cima del Monte Lesima)

Figura 20 Brallo di Pregola nella provincia di Pavia L'Unità Socio Sanitaria Locale A.S.L. di appartenenza coincide con tutta la Provincia di Pavia. Il Distretto scolastico è il n. 106 che fa capo sempre a Voghera. Le distanze fra i centri vicini più importanti sono: ƒ Piacenza : 60 km ƒ Voghera : 55 km

(5) Oltrepò Pavese, già “Vecchio Piemonte”, è l'area territoriale meridionale più grande della Provincia di Pavia che si spinge fino ai monti, formando un cuneo tra le Province di Alessandria e Piacenza. Al di là del Po, si estende per circa 70 km a sud della sponda destra del fiume da oriente a occidente e verso sud è montuosa. Dal fiume si allontana per quindici miglia circa fino a raggiungere a est il territorio di Piacenza, mentre a ovest è delimitata dai territori di Tortona, Alessandria e del Monferrato al di là del Tanaro. Ha una superficie complessiva di 109.815 ettari ed è costituita da pianure, colline e montagne. La zona collinare raggiunge i 300 metri di altitudine, costellata di castelli tipici, con una piacevole varietà e ricchezza di paesaggi. La viticoltura occupa principalmente la zona collinare, i cui fianchi sono fittamente solcati da filari di viti, disposti secondo le curve di livello e secondo la massima pendenza con una vegetazione rigogliosa e grappoli opulenti. Su tutta la linea di colli che sovrastano il Po nella pianura della Via Emilia, sorgono i 78 comuni oltrepadani con cittadine, paesi rurali e castelli, fra campi e vigneti dove si coltivano le varietà di vitigni che danno i vini tipici e pregiati dell'Oltrepò Pavese, onore e vanto di questa generosa terra.

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ƒ Tortona : 50 km ƒ Varzi : 16 km Il Comune è costituito da un capoluogo, con diciotto nuclei abitati o frazioni sparpagliate tra le montagne.

Figura 21 Brallo di Pregola nella MONTAGNA Figura 22 Brallo di Pregola nella provincia di Pavia dell’Oltrepò Pavese

Figura 23 Brallo di Pregola nell’Oltrepò Pavese Figura 24 Brallo di Pregola nella distretto di Voghera

11.1.2. LA COMUNITÀ MONTANA DELL’OLTREPÒ PAVESE Brallo di Pregola fa parte della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, che si trova a Sud Ovest della Lombardia ed interessa le zone collinari e montagnose della provincia di Pavia che s’incuneano tra il Piemonte e l’Emilia. La Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese si estende nella fascia montana e nell'alta collina dell'Oltrepò, comprendendo la valle Staffora, la parte alta della val Tidone e la parte alta della Valle del Coppa e una piccola porzione in val Trebbia. Confina a sud e ad est con la Comunità montana Appennino Piacentino e ad ovest con la Comunità montana Terre del Giarolo. La comunità è costituita da 19 Comuni, come si vede nella figura seguente. In precedenza i comuni erano 44, suddivisi in tre fasce: montana (comprendente 9 comuni), collinare (comprendente 7 comuni) e bassa (comprendente 28 comuni). L'area è stata ridotta a 19 comuni per effetto della legge regionale 19/2008 concernente il riordino delle comunità montane in Lombardia, con effetto dal 6 giugno 2009. La comunità montana si propone di: - Promuovere la cultura - Difendere l'ambiente e il suolo - Incentivare lo sviluppo economico - Tutelare il patrimonio comune: naturale, storico, artistico, culturale e paesaggistico - Promuovere la crescita civile e sociale della popolazione

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Sono presenti un servizio di vigilanza ecologica volontaria e un servizio antincendio boschivo volontario.

- - - - Brallo di Pregola - - - Godiasco - - - - - - - - S.Margherita di Staffora - - Valverde - Varzi

Figura 25 Brallo di Pregola e la Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese

11.1.3. CONFINI AMMINISTRATIVI Brallo di Pregola è posto all’estrema punta sud Est dell’Oltrepò Pavese, al confine con la provincia di Piacenza.

Figura 26 I confini di Brallo di Pregola verso la provincia di Piacenza

I confini amministrativi di Varzi sono pertanto dati dai seguenti comuni: - Santa Margherita di Staffora - Zerba (PC) - (PC) - (PC) - (PC)

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Figura 27 I confini di Brallo di Pregola verso la provincia di Piacenza 11.2. OROGRAFIA E CORSI D’ACQUA

11.2.1. OROGRAFIA Brallo di Pregola è il comune con la maggiore escursione altimetrica (1.349 m) della Provincia di Pavia. Lo seguono Santa Margherita di Staffora e Varzi. La zona viene considerata, dal punto di vista geomorfologico, zona interna di alta montagna. Essa è posta in parte nell’alto bacino del Torrente Staffora che culmina nei monti Chiappo (1699 m) e Lesima (1724 m). La sua orografia è infatti costituita da due valli parallele, con andamento nord-sud: ad Est la valle del torrente Avagnone e ad Ovest la valle del Torrente Staffora. Esse sono separate dalla dorsale spartiacque orientale dello Staffora che dal Monte Lesima, attraverso il Passo del Brallo, raggiunge a nord-est il Monte Penice. La valle dello Staffora ha come proprio spartiacque occidentale, la dorsale che dal Monte Chiappo si allunga verso nord fino al Monte Boglelio (1491 m). L’alveo dello Staffora incide profondamente la valle, molto di più dell’alveo dell’Avagnone, che si getta nel fiume Trebbia, che lambisce anch’esso il territorio comunale.

(1) Cima Colletta (2) Monte Lesima (3) Monte Chiappo (4) Monte Boglelio (p) Passo del Brallo

Figura 28 Lo schema orografico di Brallo di Pregola

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Sono raggiungibili da Brallo di Pregola: monte Chiappo (m. 1699), monte Ebro (m. 1701), monte Boglelio (m. 1490), monte Carmo (m. 1547), monte Giarolo (m. 1473), monte Penna (m. 1735), monte Bue (m. 1780) e monte Maggiorasca (m. 1810). Le montagne più importanti sono Cima Colletta (m. 1493) e Monte Lesima (m. 1724).

CIMA COLLETTA E’ sicuramente una delle località più importanti non solo del territorio comunale del Brallo di Pregola ma anche di tutto l’Appennino. Qui si trovano gli impianti di risalita per la pratica dello sci ed il Rifugio del C.A.I. di Voghera dedicato a Vittorio ed Aristide Nassano. Proprio il Rifugio è stato costruito Sui ruderi di una casermetta militare utilizzata nell’ultima guerra mondiale.

IL MONTE LESIMA Il Monte Lesima è per eccellenza la ‘cima’. La cima più importante dell’Appennino in quanto con i suoi 1724 metri d’altitudine è la vetta più alta del crinale che separa la provincia di Pavia con quelle di Piacenza, Genova, Alessandria. Il Monte Lesima è beni riconoscibile grazie a quella cupola bianca che è stata sistemata sulla punta: si tratta di un grande radar utilizzato per il controllo del traffico aereo e qui posizionato negli anni novanta. Questo monte si presenta al turista in due versioni davvero opposte tra loro: da un lato la montagna appare con pendii dolci ricoperti in parte da boschi e in parte da pascoli; dall’altro precipita con una parete di rocce stratificato. Sul finire di queste rocce si trova adagiato alle pendici del monte il paese di Corbesassi. In cima al monte, all’altezza di una croce, passano i confini tra le province di Pavia o Piacenza. Dal Monte Lesima si gode di un panorama davvero incantevole verso la Va Trebbia e verso la Valle Staffora. Nelle giornate più limpide, si domina l’intera catena delle Alpi.

Figura 29 Provincia di Pavia: carta oro-idrografica del 1881

Figura 30 Il profilo delle montagne di Brallo di Pregola da una vecchia cartolina

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11.3. IDROGEOLOGIA E CORSI D’ACQUA L'idrografia della provincia di Pavia appartiene interamente al bacino del fiume Po, che suddivide il territorio provinciale in due porzioni ben distinte dal punto di vista idrografico: la pianura a nord e la zona collinare e montana dell’Oltrepò a sud. I corsi d’acqua della zona dell’Oltrepò Pavese, che è sita in riva destra del Po, sono tutti a regime torrentizio e connessi a bacini idrografici di estensione limitata. Essi sono: il torrente Curone, che scorre in territorio piemontese ed entra in Provincia di Pavia nel Comune di e sfocia nel Po in Comune di , il torrente Staffora, il torrente Luria, il torrente Coppa, il torrente Scuropasso, il torrente Versa e il torrente Bardonezza, oltre al Torrente Tidone che interessa solo per un breve tratto la nostra provincia. I corsi d’acqua presenti a Brallo di Pregola hanno tutti carattere torrentizio. Il loro elenco, desunto dallo studio sul reticolo idrografico minore, comprende i seguenti 20 corsi d’acqua:

1 Fiume Trebbia 2 Torrente Staffora 3 Torrente Avagnone 4 Rio Castelletto 5 Fosso Bergasso 6 Fosso Neneio 7 Fosso delle Fraccie 8 Fosso Quagliolo 9 Fosso delle Ronche 10 Fosso del Molino 11 Fosso dell'Allià 12 Fosso di Prejo 13 Fosso del Canale 14 Fosso Taverna 15 Fosso Selva 16 Fosso Val Magna 17 T.Montagnola 18 Fosso Freddo 19 Fosso dei Cognassi 20 Fosso delle Cascine

Figura 31 I corsi d’acqua di Brallo di Pregola

VINCOLO PAESAGGISTICO DEI CORSI D’ACQUA I corsi d’acqua presenti sono tutti soggetti a vincolo paesaggistico come “aree tutelate per legge” (art. 142 del codice dei beni culturali - D.Lgs. 42/2004 -, comma 1, lett. c: fiumi, torrenti, corsi d’acqua): “Costituiscono oggetto di tutela e valorizzazione paesaggistica “i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua pubblici ... e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”.

1 Torrente Staffora 2 Torrente Trebbia 3 Torrente Avagnone 4 Fosso delle Ronche (detto a monte anche di Cuneo) 5 Fosso e Rio di Prejo 6 Fosso Libbione o del Canale 7 Torrente Montagnola, Fosso Cagnassi delle Cascine e Fosso Fego 8 Fosso Taverna e Vermagna o Selva Magna 9 Fosso delle Fracie e Quagliolo 10 Rio Castelletto, Fosso Bergasso e Fosso Nancio 11 Fosso Molino e della Allià

Figura 32 Vincoli Galasso dei corsi d’acqua secondo il S.I.B.A. a Brallo di Pregola

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Il torrente Staffora nasce dalla cosiddetta Fontana di S. Giacomo (m. 1343) , nei pressi del Passo del Giovà, e confluisce direttamente nel Po ad occidente di (m. 72), dopo un percorso di 58 Km. La sua portata d'acqua variabile è evidente: mc. 0,7 al secondo in periodo di magra, mc. 675 in periodo di piena: ben mille volte superiore! Il suo bacino imbrifero si estende su di una superficie di Kmq. 337,5: quindi i fossi e i torrenti che in esso confluiscono sono parecchi. Si tratta di un tributario di destra del Fiume Po il cui bacino idrografico, limitatamente all’Oltrepò Pavese, presenta un’estensione areale di circa 310 Km2. Tutti i corsi d'acqua di Brallo di Pregola scorrono a ventaglio prevalentemente da Sud verso Nord; solamente il torrente Avagnòne ha una direzione opposta, cioè da Nord verso Sud. Nasce a Sud del Passo del Brallo e sfocia nel Trebbia, presso Ponte Organasco, dopo 7 Km. circa di percorso.

LE SORGENTI A Brallo di Pregola sono presenti numerose sorgenti che hanno favorito l’insediamento delle numerose frazioni. Nel periodo anteriore agli anni '50 alimentavano mulini, fontane e lavatoi pubblici. Esse sono essenziali anche ora in quanto alimentano gli acquedotti consortili delle varie frazioni.

Figura 33 Torrente Staffora, verso Sud Da Google Earth

Figura 34 Il Torrente Avagnone Da Google Earth

Figura 35 Trebbia, nel punto in cui fa da confine, vicino al ponte di Ponte Organasco. Da Google Earth

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Figura 36 Torrente Staffora, ai piedi di Cencerate Da Google Earth

11.4. GEOLOGIA Il comune di Brallo di Pregola è dotato di Studio Geologico, redatto a cura del geologo dott. Marco Degliantoni, in attuazione della L.R. 12 del 11 Marzo 2005, della DGR n. 8/1566 del 22 Dicembre 2005 e della DGR n.8/7374 del 28 Maggio 2008. La fattibilità geologica è intesa come la capacità di un territorio di ricevere senza significative compromissioni le scelte di urbanizzazione di tipo insediativo, produttivo o terziario e di mantenere un corretto processo evolutivo territoriale. Le analisi e le valutazioni per definire il grado di fattibilità sono svolte sulla base della normativa vigente, seguendo le direttive e le metodologie previste nella Deliberazione Regionale n. 7/6645/01. Vengono evidenziati e valutati la pericolosità e il rischio geologico, riassumendo con il termine “geologico” i seguenti elementi territoriali: idraulico, idrogeologico, pedologico, geotecnico, antropico.

CARTA DELLA FATTIBILITÀ GEOLOGICA La Carta della Fattibilità Geologica per le azioni di piano è stata redatta sulla base delle indicazioni contenute nel D.G.R. n. 9/2616 del 30 Novembre 2011 (Aggiornamento dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio, in attuazione dell'art.57, comma 1, della L.R. 11 marzo 2005 n.12"). L’elaborazione della carta di fattibilità geologica delle le azioni di piano in scala 1:10.000 è stata elaborata sulla base degli elementi di criticità e di rischio idrogeologico e geomorfologico emersi da uno studio specifico su base aerofotogrammetrica. In tale carta è stata riportata la suddivisione del territorio comunale in classi di fattibilità geologica, individuate dal punto di vista delle condizioni geologiche, geotecniche ed idrogeologiche, ciascuna definita da proprie limitazioni e destinazioni d’uso ed accompagnata da specifiche norme geologiche di attuazione. La zonazione distingue il territorio nelle classi di fattibilità I, II, III, IV (da quella meno vincolante a quella più restrittiva) previste dalla normativa regionale, introducendo nell’ambito di ciascuna di esse delle sottoclassi, in funzione delle situazioni geomorfologiche ed idrogeologiche locali. In base alla D.G.R. sopra citata è stata anche applicata una specifica simbologia sul territorio comunale laddove sono emersi gli scenari di pericolosità sismica locale di I livello. Tale sovrapposizione non comporta un cambio della classe di fattibilità geologica, ma rimanda alla normativa specifica. Nel territorio comunale di Brallo di Pregola sono state riconosciute le classi II, III e IV che sono di seguito descritte e distinte in sottoclassi.

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CLASSI DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA

CLASSI AMBITO

CLASSE 2 – Fattibilità con modeste limitazioni. La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa. classe 2 aree comprendenti i principali nuclei abitati e solo in limitati casi esterne al limite dell’urbanizzato

CLASSE 3 – Fattibilità con consistenti limitazioni. La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa.

aree di versante a pericolosità geomorfologica,idrogeologica e idraulica media (per acclività classe 3a dei versanti compresa tra 15° e 35° e/o natura dei terreni) e/o adiacenti a zone con pericolosità più elevata e caratterizzate da condizioni geostatiche locali o generali precarie

classe 3b aree interessate dalla presenza di frana stabilizzata (Fs)

CLASSE 4 – Fattibilità con gravi limitazioni. L'alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, ivi comprese quelle interrate, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.

classe 4a aree coinvolgibili da fenomeni di inondazione con pericolosità molto elevata (Ee)

classe 4b aree interessate dalla presenta di frana attiva (Fa)

classe 4c aree interessate dalla presenta di frana quiescente (Fq)

aree caratterizzate da elevata pericolosità per dissesto idrogeologico (aree soggette a frane superficiali diffuse, colamenti e smottamenti non cartografabili, ecci). Aree con instabilità classe 4d generale dei versanti, sensibilità dei terreni a fenomeni di ritiro e rigonfiamento,saturazione delle coltri, scarsa copertura vegetale, erosione accelerata, notevole trasporto detritico in occasione di eventi meteorici intensi

aree caratterizzate da acclività del versante elevata, maggiore di 35°, con possibilità di classe 4e innesco di scivolamenti superficiali e/o crolli di materiale

classe 4f aree di conoide attivo non protetto (Ca)

area dell’abitato di Ravaiolo Vecchio, trasferito dato lo stato delle abitazioni e le condizioni di Classe 4g stabilità dell'area

aree con presenza di emergenze geomorfologiche rappresentate dai più evidenti ed estesi Classe affioramenti ofiolitici, i quali rappresentano una peculiarità 4h geologica/geomorfologica da conservare e che consentono allo stesso tempo di valorizzare il paesaggio

Classe 4i aree di tutela assoluta di sorgenti ad uso idropotabile

Le classi e le sottoclassi vengono meglio descritte nelle “Norme Geologiche di Attuazione” (parte integrante del presente studio) con le corrispettive prescrizioni e precise indicazioni in merito alle indagini di approfondimento, alle tipologie costruttive e alle eventuali opere di mitigazione del rischio da realizzarsi.

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Figura 37 Brallo di Pregola: classi di fattibilità geologica 11.5. CLASSIFICAZIONE SISMICA In base all'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Lombardia n. 14964 del 7-11-2003, il territorio comunale di Brallo di Pregola rientra in “classe sismica 2”: “zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti”.

Figura 38 Zonazione sismica del territorio italiano – fonte Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – 2003 Nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 viene fornita la nuova zonizzazione sismica del territorio nazionale che sostituisce quella del

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D.M. 5 Marzo 1984. L’OPCM 3274 fornisce anche le normative tecniche da utilizzare per le costruzioni nelle zone sismiche. La nuova classificazione è articolata in 4 zone, di cui le prime tre corrispondono alle zone di sismicità alta (S=12), media (S=9) e bassa (S=6), secondo gli adempimenti previsti dalla Legge 64/74, mentre la zona 4, di nuova introduzione, consente alle regioni di imporre l’obbligo della progettazione antisismica. I suddetti Criteri prevedono che in prima applicazione, sino alle deliberazioni delle Regioni, le zone sismiche siano individuate sulla base del documento “Proposta di riclassificazione sismica del territorio nazionale”, elaborato dal Gruppo di Lavoro costituito sulla base della risoluzione della Commissione Nazionale di Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi nella seduta del 23 aprile 1997; alcune precisazioni fanno sì che i Comuni già classificati prima dell’ordinanza non possano essere assegnati ad una zona di pericolosità inferiore. Lo scopo di tale Ordinanza è quello di elaborare una nuova mappa nazionale di riferimento, espressa in termini di accelerazione orizzontale di picco al suolo. Tale mappa sarà la base per gli aggiornamenti degli elenchi delle zone sismiche attuati dalle Regioni. Ai sensi dell’ordinanza n. 3274 - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 Marzo 2003 – “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” e successive integrazioni il territorio comunale di Brallo di Pregola è inserito in Zona 3 “Comuni che possono essere soggetti a scuotimenti modesti ”.

Figura 39 Zone sismiche (livello di pericolosità) 11.6. CLIMA Il clima è di tipo appenninico: presenta cioè minori escursioni termiche (differenza algebrica tra la temperatura minima e massima) e precipitazioni più abbondanti che non nel Vogherese, cioè la zona di pianura, il cui clima è di tipo subcontinentale.

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Per la posizione geografica, marginale rispetto alla grande pianura, l'Oltrepò Pavese montano non trae beneficio dalle precipitazioni provenienti dal Mare Adriatico; similmente, a causa dei rilievi meridionali che fungono da nodi di condensazione dell'umidità atmosferica, beneficia in minore quantità delle piogge provenienti dal vicino Mar Ligure che non l'alta VaI Trebbia e d'Aveto, valli situate a Sud del confine lombardo. A mano a mano che dalla montagna si scende verso la collina e la pianura, le precipitazioni diminuiscono. In base ai dati pluviometrici, forniti dal Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici, dal confine Sud della Comunità fino alla conca, di Varzi circa, si registra una quantità di precipitazioni media annua variabile dai 1400 ai 1000 mm. circa (Casal Staffora mm. 1418. Casanova mm. 954); mentre, scendendo verso i limiti settentrionali, la piovosità varia tra i 1000 e i 750 mm. circa Montesegale mm. 766, Montalto Pavese mm. 764). Il regime pluviometrico, cioè la quantità di pioggia che cade mensilmente nell'arco di un anno, è generalmente di tipo sub-litoraneo appenninico con i massimi in autunno e in primavera e i minimi in estate e in inverno. Ovviamente le precipitazioni nevose interessano tutto il nostro territorio, ma in modo speciale le montagne più elevate (Penice, Brallo, Colletta, Giovà), dove è possibile lo sfruttamento turistico invernale. D'estate, non sono rare le grandinate in Val Versa, Coppa e Ardivestra. Per quanto riguarda il vento, altro elemento del clima, si può affermare col Senatore G. Medici che: « nella zona di pianura e di bassa collina i venti più frequenti sono quelli di parallelo, spostati verso Sud o verso Nord, in funzione della disposizione delle colline, mentre nella zona montana la frequenza dei venti è imprecisata per il diverso andamento delle valli ». La nebbia, in montagna, è un fenomeno passeggero, non paragonabile certamente alle nebbie della bassa pianura. Capita a volte di poterla vedere in basso e sembra un mare calmo; altre volte invece, la si vede avvinghiare i monti più alti.

Figura 40 Precipitazioni medie annue in Lombardia Figura 41 Temperature medie annue in Lombardia

11.7. MOBILITÀ Il sistema della mobilità di Brallo di Pregola è illustrato nelle seguenti tavole del Documento di Piano:

scala 1: 10.000, Tavola 1 Inquadramento territoriale e viabilistico 25.000, 50.000

11.7.1. TRASPORTO PUBBLICO 1. TRASPORTO PUBBLICO FERROVIARIO Non esistono linee ferroviarie a Brallo di Pregola.

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2. .TRASPORTO PUBBLICO SU GOMMA Le altre forme di mobilità alternative al mezzo privato, sono costituite, com'è ovvio, dagli Autobus delle Linee pubbliche, presenti qui con linee in servizio da e per Voghera (verso Nord) ed Ottone (Verso Sud), con alcune corse giornaliere. A tutt'oggi esistono: -

Gestore: Società ARFEA SpA - n. 123 Ottone-Colleri- Brallo-Varzi-Voghera

Figura 42 Le linee di autobus del servizio pubblico di Brallo di Pregola

11.7.2. RETE STRADALE Le strade possono essere classificate in diversi modi: a) classificazione amministrativa, prevista dall’art. 2 commi 6 e 7 del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 “nuovo codice della strada”, il quale dispone che “le strade si distinguono in Statali 6, Regionali, Provinciali, Comunali”. In Regione Lombardia non esistono strade “regionali”. b) classificazione tecnico-funzionale delle strade, indicata dall’art. 2 comma 2 del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 “nuovo codice della strada”: strada extraurbana o urbana a carreggiate indipendenti Autostrada tipo A o separate da spartitraffico invalicabile strada extraurbana strada a carreggiate indipendenti o separate da tipo B spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due principale corsie di marcia strada extraurbana strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per tipo C secondaria senso di marcia e banchine

strada urbana di strada a carreggiate indipendenti o separate da tipo D scorrimento spartitraffico strada urbana di tipo E strada ad unica carreggiata con almeno due corsie quartiere

strada urbana od extraurbana non facente parte degli strada locale tipo F altri tipi di strade

(6) Si ricorda che, con D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 461 (Individuazione della rete autostradale e stradale nazionale a norma dell’art. 98, c. 2, del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 12) e con DPCM 21 febbraio 2000 (Individuazione e trasferimento, ai sensi dell’art. 101, c. 1, del D.Lgs. n. 122 del 1998, delle strade non comprese nella rete autostradale e stradale nazionale), tutte le strade statali della provincia di Pavia sono state affidate alla provincia, ad eccezione del tratto di SS 526 dell’”est Ticino” che congiunge l’autostrada A7 (Milano- Genova) con l’Autostrada A4 (Milano-Torino).

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tipo destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e itinerario ciclopedonale ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a F-bis tutela dell’utenza debole della strada strada affiancata ad una strada principale con funzione strada di servizio di sosta, accesso, manovra d) Classificazione funzionale regionale delle strade, ai sensi dell’art. 3 della l.r. 4 maggio 2001, n. 9, il quale dispone che le strade devono essere identificate secondo l’”interesse” che esse assumono per il territorio di cui fanno parte. A sua volta questo “interesse” costituisce, da un lato, un orientamento per la programmazione della spesa per gli interventi sulla rete stradale (art. 3 comma 5 della legge) e, da un altro lato, individua l’Ente competente all’esame delle istanze di autorizzazione paesaggistica (secondo il “codice dei beni culturali” e la “legge regionale sul governo del territorio”) e all’esame della compatibilità ambientale dei progetti (secondo la legge regionale sulla “valutazione di impatto ambientale”). La classificazione delle strade secondo questo criterio è stata approvata con delibera della Giunta Regionale n. VII/19709 del 3 dicembre 2004. La classificazione funzionale regionale è la seguente:

Autostrada non classificata Strada di interesse regionale di primo livello tipo R1 Strada di interesse regionale di secondo livello tipo R2 Strada di interesse provinciale di primo livello tipo P1 Strada di interesse provinciale di secondo livello tipo P2 Strada di interesse locale L

In provincia di Pavia la classificazione dell’intera rete è indicata dalla figura successiva.

Figura 43 La classificazione funzionale regionale nella provincia di Pavia

Classificazione amministrativa delle strade di Brallo di Pregola Le strade provinciali di Brallo di Pregola sono le seguenti: S.P. n. 48 S.P. 186 (Brallo) -Casanova Staffora -Passo del Giovà L S.P. n. 88 Brallo -Cima Colletta-Passo del Giovà L S.P. n. 89 Brallo -S.S. 461 del Penice P2 S.P. n. 131 Bralello-Barostro-Pianostano P2 S.P. n. 186 del Brallo P2

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Figura 44 Individuazione della viabilità provinciale di Brallo di Pregola

Classificazione tecnico-funzionale (NUOVO CODICE DELLA STRADA)

Figura 45 Brallo di Pregola: classificazione tecnico-funzionale (NUOVO CODICE DELLA STRADA)

Classificazione regionale La rete stradale dell’area montana dell’Oltrepò Pavese si struttura parallelamente allo sviluppo dell’Appennino e si dirama in penetrazione lungo le valli verso. Le problematiche tipiche di questa impostazione spaziale sono l’attraversamento degli abitati di fondo valle e l’assetto idrogeologico dei versanti (con la conseguente richiesta di varianti agli abitati ed opere di riqualificazione dei tracciati e di consolidamento dei versanti). La classificazione regionale delle strade definisce, come si è visto, la maglia strategica della rete stradale, che non vede alcuna strada di interesse regionale (R1) nel territorio del nostro comune, ma solo strade di interesse provinciale di secondo livello (tipo P2) o strada di interesse locale (L)

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Figura 46 Varzi: classificazione funzionale regionale In definitiva, le nostre strade provinciali sono così classificate, in base ai criteri prima indicati:

Strada Classificazione in base alla Norma di riferimento provinciale nuovo Codice della Strada classificazione funzionale regionale (7) S.P. n. 89 P2 S.P. n. 131 P2 F extraurbana secondaria con capacità S.P. n. 186 P2 ridotta S.P. n. 48 L S.P. n. 88 L

11.8. LE FRAZIONI ED I NUCLEI ABITATI DI BRALLO DI PREGOLA

I principali nuclei abitati (o frazioni), oltre a Brallo, sono quelli caratterizzati dal fatto di costituire parrocchia:

(7) Questo criterio di classificazione delle strade è stato approvata con delibera della Giunta Regionale n. VII/19709 del 3 dicembre 2004

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1 Cencerate 2 Colleri 3 Corbesassi 4 Pregola

I cimiteri presenti sono invece 8: 1 Barostro 2 Cencerate 3 Colleri 4 Corbesassi 5 Cortevezzo 6 Lama 7 Pregola 8 Someglio 9 Valformosa

Figura 47 Brallo di Pregola: orografia, corsi d’acqua, strade e nuclei abitati

Il paese è frazionato in circa 24 nuclei abitati:

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Figura 48 Brallo di Pregola: i 20 nuclei abitati

1 Barostro 13 Passo del Brallo Pianellette (Cà del Capitano – 2 Bocco 14 C.na Colombaia) 3 Bralello 15 Piani del Lesima / Prodongo Pietranatale (C.na Pianazza – C.na Il Bosco – C.na Tomba – C.na Rei 4 Casone (Groppo) 16 Russo) 5 Cencerate 17 Ponti 6 Cima Colletta 18 Pratolungo (C. Moggione) 7 Colleri 19 Pregola 8 Collistano 20 Rovaiolo (Rovaiolo Vecchio) 9 Corbesassi 21 Selva 10 Cortevezzo 22 Someglio 11 Feligara 23 Valformosa 12 Lama 24 Valle superiore Le pagine successive descrivo succintamente ogni nucleo abitato.

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1. BAROSTRO Barostro si trova a 1080 metri di altitudine e dista 7 chilometri dal capoluogo, il Brallo, nella valle dello Staffora. E’ una località molto tradizionale: si tratta di un paesino adagiato sul contrafforti dell’Appennino e ormai semi abbandonato. Sono rimaste intatte le proprie caratteristiche. E’ tagliato in due dalla strada ed ospita la Chiesa di San Fermo. Oggi Barostro conta soltanto pochissimi abitanti.

Figura 49 Barostro, anni 90 del XX secolo, Figura 50 Barostro, anni 90 del XX secolo, panorama panorama Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2009):

Figura 51 Barostro, anni 30 del XX secolo, panorama Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

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2. BOCCO E’ una piccola frazione che si incontra lungo la strada provinciale 88 che dal Brallo sale a Cima Colletta, circa un chilometro dopo l’abitato di Bralello. Posizionato a 1085 metri di altitudine, offre un panorama molto vasto: domina dall’alto il Passo del Brallo e il Monte Penice e a destra le frazioni di Feligara e di Colleri. Bocco è l’ultimo paesino nato sulla mulattiera che porta a Cima Colletta. Secondo una leggenda non lontano dal borgo si dovrebbe trovare una grotta che permette di entrare all’interno del monte su cui sorge l’abitato, ricca di stalattiti e stalagmiti ma murata in quanto pericolosa.

Figura 52 Bocco, scorcio invernale Figura 53 Bocco, panorama Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2009)

Figura 54 Bocco, cartolina con timbro postale 1948, panorama Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

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3. BRALELLO Bralello si trova lungo la strada che dal passo sale a Cima Colletta. Posto a 997 metri di altitudine, è vicinissimo al Brallo (solo 500 metri). Il suo nome deriva chiaramente dal diminutivo del Brallo. Vi si trovano strutture sportive e ricettive ed in particolare ristoranti e pizzerie. Un sentiero permette di raggiungere senza difficoltà il capoluogo. Bralello sorge sull’incrocio della strada che scende a Pianostano con quella che sale verso il Passo del Giovà. L’agricoltura consente ancora buoni risultati. Vi si trovano allevatori di bestiame e caseifici.

Figura 55 Bralello, scorcio invernale Figura 56 Bralello, scorcio estivo Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2009)

Figura 57 Bralello, cartolina degli anni 40 del XX secolo, panorama Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

4. CASONE (GROPPO) Casone è un piccolo borgo posto ad 899 metri di altitudine. E’ il primo centro di una certa rilevanza che s’incontra salendo da Varzi verso il Brallo sulla S.P. n. 186. Dista 800 metri dal bivio della provinciale del Brallo e 1,8 chilometri dal Passo del Brallo. E’ posto sulla sinistra di questa provinciale ed è molto vicino a Pregola a cui è collegato con una strada comunale. Molte abitazioni di Casone sono realizzate in pietra a vista. Vi si trova la piccola chiesa dedicata a San Rocco. Groppo, invece, è molto piccolo e disabitato da

61 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa diversi anni. Le case, divise in due nuclei (Groppo di Sopra e Groppo di Sotto) sono ormai in gran parte diroccate e ricoperte da rovi e da altri arbusti.

Figura 58 Casone, panorama Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

Figura 59 Panorama da Casone

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5. CENCERATE Si trova nel versante opposto al Brallo, al margine dei profondi burroni creati dallo Staffora che scorre silenzioso sotto le case di Cencerate. I contrafforti dell’Appennino in questo tratto sono irti e severi. Il paese è posto a 946 metri di quota s.l.m. e dista 10 chilo dal Brallo. Una volta era chiamato “Zenzalario”. Era feudo dei Malaspina di Val Borbera e di Val Scrivia. Nel 1659 dipendeva invece dai marchesi Malaspina di Pregola e di Santa Margherita e dai Malaspina di Pozzolo. Nel 1788 il paese era feudo dei Malaspina di Santa Margherita. Nel 1523 la parrocchia di Cencerate era unita a quella di Negruzzo. In passato, sino al 1785, la via più comoda per arrivare a Cencerate era quella lungo il letto del torrente Staffora. A Cencerate si trova la chiesa di San Rocco, edificata nell’ottocento. Nel 1533 era chiamato “Sincerato” e contava 23 fuochi.

Figura 60 Cencerate Da: Tozzi (“L’Oltrepò Pavese”, Pavia 1994)

Figura 61 Cencerate Figura 62 Cencerate, panorama Da: Tozzi, Paesaggi e Itinerari Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, dell’Oltrepò Pavese, Pavia 1994 Varzi 2009)

63 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 64 Cencerate, panorama estivo Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Figura 63 Cencerate, vista invernale Varzi 2009) Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

Figura 65 Cencerate, panorama, cartolina con timbro Figura 66 Cencerate, panorama postale 1959 Da: A. Disperati (“Brallo di Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2002)

64 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

6. CIMA COLLETTA E’ sicuramente una delle località più importanti non solo di Brallo di Pregola, ma di tutto l’Appennino pavese. Vi si trovano impianti di risalita per lo sci ed il Rifugio del C.A.I. di Voghera dedicato a Vittorio ed Aristide Nassano. Questa rifugio fu costruito sui ruderi di una casermetta militare utilizzata nell’ultima guerra mondiale. Poco oltre il Rifugio si trova una cappelletta votiva e l’albergo ristorante Colletta. La località di Cima Colletta si raggiunge dal Brallo (da cui dista 6 chilometri) seguendo la strada provinciale numero 88. Vi si trovano grandi specie floreali, boschi misti di latifoglie, faggi, conifere. L’area è circondata da pascoli e suggestivi scenari di alta montagna.

Figura 67 Cima Colletta Da una vecchia cartolina, 1950 circa

Figura 68 Cima colletta, Rifugio Nassano Figura 69 Cencerate, panorama Da: A. Disperati (“Brallo di Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Pregola”, Varzi 2009)

65 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 70 Cima colletta,strada d’inverno Figura 71 Cima colletta, strada in autunno Da Google Earth Da Google Earth

Figura 72 Cima colletta, pascoli e boschi Figura 73 Cima colletta, con il monte Lesima sullo Da Google Earth sfondo Da Google Earth

Figura 74 Cima colletta,i crinali dolci delle Figura 75 Cima colletta,il bosco d’inverno montagne Da Google Earth Da Google Earth

66 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

7. COLLERI La frazione di Colleri si incontra dopo il Passo del Brallo, scendendo verso il fiume Trebbia. Colleri è la frazione più popolata del Comune del Brallo ed è posta ad un’altitudine di -900 metri sul livello del mare. Anche Colleri si trova la nuova chiesa parrocchiale edificata nel 1951, dedicata a Sant’Innocenzo.

Figura 76 Colleri, panorama estivo Figura 77 Colleri, panorama invernale Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi Da: A. Disperati (“Brallo di 2009) Pregola”, Varzi 2009)

Figura 78 Colleri, scorcio panoramico, cartolina con timbro postale 1954 Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

67 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 79 Colleri, scorcio panoramico Da Google Earth

8. COLLISTANO Collistano dista 4,5 chilometri dal Brallo di Pregola. Qui si trova un’antica chiesa che, da anni sconsacrata e abbandonata, sta andando a pezzi, mantenendo comunque ancora intatto un bel campanile. Collistano, come altri centri del Brallo, ha conosciuto negli ultimi anni un forte abbandono. Il nome di Collistano si riferisce chiaramente a quello di Colleri. “Stano” indica molto probabilmente la posizione del paese in basso, come a voler significare che questo centro sorge al dì sotto di Colleri. E’ posizionato ad un’altitudine di 307 metri s.l.m. e lo si raggiunge dal Brallo scendendo verso Colleri.

Figura 80 Collistano, scorcio panoramico invernale Figura 81 Collistano, panorama Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi Da: A. Disperati (“Brallo di 2009) Pregola”, Varzi 2009)

68 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

9. CORBESASSI Corbesassi è un bel paesino arroccato fra i monti, all’ombra (letteralmente) del Monte Lesima, che, d’inverno, non permette ai raggi solari di illuminarlo. Corbesassi, in passato, è stata una delle più popolate località di tutto l’Appennino. Il nome di Corbesassi farebbe pensare a “sassi neri” anche se non vi sono conferme su tale ipotesi. Vi si trova la chiesa parrocchiale di San Colombano, annessa a quella di Colleri. Corbesassi, posizionato alle spalle del Brallo, a 904 metri di altitudine, ha mantenuto le sue caratteristiche di piccolo centro arroccato sull’Appennino dai contenuti armoniosi. Corbesassi compare già nel codice Diplomatico di Bobbio nel 1186. Nel 1197 Miglione e Giovanni di Corberassi erano vassalli dei Marchesi Malaspina di Val Trebbia e di Val Borbera. Nel 1788 Corbesassi faceva parte del feudo di Santa Margherita. Corbesassi è posto lungo la vecchia mulattiera che dalla piazza del Passo del Brallo che sale a Prodongo, passando vicino a Cortevezzo.

Figura 82 Corbesassi, scorcio invernale Figura 83 Corbesassi, scorcio estivo Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2009)

Figura 84 Corbesassi, scorcio Figura 85 Corbesassi, panorama Da: A. Disperati (“Tra le colline e i monti Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, dell’Oltrepò Pavese”, Varzi 2006) Varzi 2009)

69 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 86 Corbesassi, scorcio panoramico, anni 30 Figura 87 Corbesassi, panorama, inizio del XX del XX secolo secolo Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002) tempo”, Varzi 2002)

10. CORTEVEZZO Cortevezzo è una piccola frazione posta lungo la strada che dal Brallo porta verso Corbesassi. Dal Brallo si sale verso Bralello ma poco prima di raggiungere questa località, si volta a sinistra e si prende la strada diretta a Corbesassi. Dopo pochi chilometri s’incontra il bivio per Cortevezzo. Un paesino composto da poche case da cui si possono ammirare le frazioni di Somegli, Collistano, Colleri e Pratolungo. Il nome Cortevezzo deriva dalla parola “Corte” mentre il suffisso “vezzo” significa terreno riservato.

Figura 88 Cortevezzo, panorama Figura 89 Cortevezzo, scorcio invenrale Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2009)

70 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

11. FELIGARA Feligara è un’altra piccola frazione distante un chilometro e mezzo dal Brallo,lungo la strada pro vicinale che dopo il Passo porta verso il Trebbia. A Feligara si trova un oratorio, chiamato di San Rocco, edificato pochi anni fa. Feligara si trova proprio dirimpetto al Monte Lesima, sotto la strada provinciale

Figura 90 Feligara, panorama d’inverno Figura 91 Feligara Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: Capecchi, “un altro Oltrepò Pavese” Varzi 2009)

12. LAMA Lama è una piccola frazione che dista ben 10 chilometri dal Brallo ed è posta a 540 metri di altitudine. Si trova nella valle dell’Avagnone, a destra della strada provinciale n. 186 del Brallo, scendendo dal Passo del Brallo verso il Trebbia. Questa frazione è composta da alcune case e da una piccola cappelletta.

Figura 92 Lama, panorama Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

71 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

13. (PASSO DEL) BRALLO Il Brallo domina la Valle Staffora da una parte e la Val Trebbia dall’altra. Il Passo del Brallo è nato proprio a cavallo dell’Appennino, sul “passo” che porta dall’alta valle dello Staffora alla valle dell’Avagnone e quindi nella valle del Trebbia. La strada provinciale numero 186 che arriva da Varzi taglia in due la piazza del Passo, posta a 951 metri s.l.m. Fino all’arrivo di questa strada, nel 1932, esistevano solo poche case. Poi nacquero gli alberghi (il primo fu l’albergo Appennino) e le strutture turistiche estive ed invernali. Essendo collocato nel baricentro del suo vasto territorio, il passo del Brallo divenne il capoluogo delle venti frazioni che vi si trovano. Vi furono costruiti il nuovo municipio (che dapprima era a Pregola e poi in altro vecchio edificio di Brallo), le scuole (spostandole dal primo piano di una vecchia casa), la chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo e la farmacia. Gli anni sessanta e settanta furono il periodo più importante per lo sviluppo turistico. E’ proprio in quegli anni che furono realizzati gli alberghi, i ristoranti e gli impianti di risalita.

Figura 93 Brallo, panorama Figura 94 Brallo, scorcio d’inverno Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi Da: A. Disperati (“Brallo di 2009) Pregola”, Varzi 2009)

Figura 95 Brallo, panorama d’inverno Figura 96 Brallo, scorcio di fine inverno Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) 2009)

72 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 97 Brallo, scorcio anni 60 del XX secolo Figura 98 Brallo, scorcio anni 40 del XX secolo Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) Varzi 2009)

Figura 99 Brallo, Albergo Appennino. Figura 100 Brallo: Albergo Appennino. Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel Varzi 2009) tempo”, Varzi 2002).

L’albergo Appennino, della famiglia Alpegiani, fu costruito nel 1935. E’ stato il primo albergo importante della zona.

Il borgo formato da poche case si è ingrandito dopo la costruzione della strada proveniente da Varzi. Si noti in basso la strada per Bralello e per il Monte Colletta,in alto le mulattiere per Pregola e Dezza. La pineta che oggi ricopre la montagna a norde del Brallo non si nota ancora. E’ stata piantumata in quegli anni dal consorzio “Alta e Media Valle Staffora”, cotituito dai sindaci della valle nel 1927, allo scopo di regolamentare i corsi d’acqua.

Figura 101 Passo del Brallo, panorama, 1935 Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

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E’ evidente che in quell’anno 1935, fra albergo Appennino (Lato destro) e il borgo vecchio non vi era nessuna costruzione. Non è ancora stata costruita la strada per Corbesassi e il Monte Colletta. Non vi sono gli edifici con i negozi ed i portici che ora la fiancheggiano. Non vi è l’attuale sede municipale. Si scorge solo una persona intenta a giocare a bocce in un rudimentale campo. Nella prima casa a sinistra al piano superiore vi era la scuola elementare e la sartoria di Pietro Cavanna. Al piano terra vi era il negozio di commestibili e tabaccheria di Nando Alpegiani.

Figura 102 Passo del Brallo, parte del borgo, 1935 Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Osteria del Brallo: così veniva chiamato l’albergo Normanno. E’ ben visibile la prima cabina elettrica i Brallo, costruita nel 1927.

Figura 103 Brallo, osteria del Brallo, 1935. Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Figura 104 Brallo, 1930. La nuova strada Figura 105 Brallo, 1930. La nuova strada carrozzabile, veduta da est ad ovest. carrozzabile, da ovest ad est.

Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002) Progettata nel 1884, iniziata nel 1907. Per lotti successivi, giunse al Brallo nel 1933.

74 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

L’originario centro si sta ingrandendo. In primo piano la strada per il Monte Colletta percorsa da un mulattiere con due muli caricata a soma.

Figura 106 Brallo, anni 40 del XX secolo. Panorama da sud. Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

La pineta verso Pregola, piantumata nel 1932, sta prendendo consistenza.

Figura 107 Brallo, anni 40 del XX secolo. Panorama da sud. Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Sulla sinistra l’albergo Appennino, sulla destra l’albergo Normanno, al centro – dal basso verso l’alto – il vecchio municipio, la scuola elementare e la caserma delle guardie forestali, costruita insieme con la piantumazione della pineta.

Figura 108 Brallo, anni 30 del XX secolo. Panorama invernale da Sud. Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

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La strada carrozzabile ormai raggiunge il Brallo, nel punto in si trovano molti sacchi di carbone di legna prodotto in zona, pronti per esse portati a valle con il carro ed il cavallo, senza dover più utilizzare i muli. L’edificio in corso di costruzione è l’attuale albergo Normanno.

Figura 109 Brallo, 1935. Piazza del Municipio. Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Figura 110 Brallo. Sullo sfondo gli speroni del Monte Lesima. Da: Tozzi (”L’Oltrepò Pavese”, Pavia 1994)

76 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

14. PIANELLETTE (CÀ DEL CAPITANO – C.NA COLOMBAIA)

Pianellette è l’ultima frazione del territorio comunale del Brallo di Pregola prima del fiume Trebbia, nella valle dell’Avagnone. Posta ad un’altitudine di 414 metri dista 12 chilometri dal Brallo. In fondo all’abitato di Pianellette scorre il torrente Avagnone che nasce proprio sotto il Passo del Brallo e che, poco dopo questa frazione, si va a gettare tra le limpide acque del fiume Trebbia. L’abitato è composto da poche case poste su di un doppio tornante della provinciale numero 186 che proprio all’altezza del ponte sul fiume Trebbia va a sconfinare nella vicina provincia di Piacenza.

Figura 111 Pianellette Figura 112 Ca’ del Capitano Da internet Google Earth Da internet Google Earth. Foto di Lele Besostri

15. PIANI DEL LESIMA / PRODONGO Superato l’abitato di Corbesassi (8) la strada con qualche tornante guadagna quota fino a raggiungere Prodongo o quello che viene comunemente chiamato Piani o Prati del Lesima. Una zona incantevole pianeggiante, che si fa largo proprio sotto la parete della montagna per eccellenza del Brallo, il Monte Lesima che con i suoi 1724 metri domina incontrastata. In questa località si trova un albergo con ristorante e piscina estiva ed anche un moderno agriturismo, oltre ad alcuni nuovi piccoli chalet. Qui prevalgono estese faggete mentre in quota si fanno largo ampie praterie. Il luogo è davvero particolare e incantevole. Di qui una strada piuttosto stretta e a tratti accidentata permette di sconfinare in provincia di Piacenza e di raggiungere Zerba. Prodongo dista dal Passo del Brallo circa 8 chilometri.

(8) Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

77 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 113 Piani del Lesima (Prodongo) Figura 114 Piani del Lesima (Prodongo) Da internet Google Earth Da internet Google Earth. Foto di Lele Besostri

Figura 115 Piani del Lesima (Prodongo) Figura 116 Piani del Lesima (Prodongo)

16. PIETRANATALE (C.NA PIANAZZA – C.NA IL BOSCO – C.NA TOMBA – C.NA REI RUSSO)

Pietranatale, Valle Superiore, Inferiore e Tomba sono quattro minuscole frazioni separate, site nel fianco sinistro della valle dell’Avagnone, verso il fiume Trebbia. Si tratta di nuclei con poche abitazioni che non vengono considerati veri e propri paesi. Queste località sono sorte sui poderi isolati delle aziende agricole coltivate dai loro abitanti. Questi centri sono molto suggestivi, tutti posti a circa 500 metri di altitudine s.l.m.. Per raggiungerli bisogna seguire la strada provinciale numero 136 (che scende dal Passo del Brallo verso il Trebbia) e lambisce Colleri, Pratolungo e Lama. Pietranatale è composta da tre-quattro case. La strada qui prosegue sino alle altre poche case di Pianazza. La strada termina qui. Tomba, con il suo piccolissimo gruppo di edifici, si affaccia sul fiume Trebbia.

78 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Figura 117 Tomba Figura 118 Pietranatale, Valle Inferiore, Tomba. Da internet Google Earth Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

Figura 119 Pietra Natale Figura 120 Tomba Da internet Google Earth Da internet Google Earth

17. PONTI Il paese di Ponti si trova subito dopo Corbesassi (9). Lasciata sulla destra la strada che sale a Prodongo, da Corbesassi si prende a sinistra la strada che scende agli 837 metri di Ponti che si affaccia verso Colleri. Si tratta di una frazione dalle dimensioni piuttosto consistenti. Giunti in questo paese la strada praticamente non ha alcuno sbocco anche se da qui partono tutta una serie di sentieri che permettono di scoprire posti incantevoli, come quello che scende verso il torrente Avagnone.

(9) Da: A. Disperati, op. cit.

79 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Ponti dista circa 6 chilometri dal Passo del Brallo. Nel 1789 a Ponti (in quel periodo chiamato Ponte) si trovava l’oratorio di Sant’Anna.

Figura 121 Ponti Figura 122 Ponti, 19851. Panorama. Da internet Google Earth Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

18. PRATOLUNGO (C. MOGGIONE) Pratolungo e un paesino adagiato tra i monti che, per la sua particolare posizione, riceve la luce del sole per gran parte della giornata. E’ posto sul versante opposto della valle dell’Avagnone. E’ un borgo costituito da poche case lungo la strada che conduce alla Chiesa di Pieve di Montarsolo, già in provincia di Piacenza. Il paese di Pratolungo è posto a 780 metri di altitudine: deve la sua importanza perché si trova lungo la provinciale che conduce a Marsaglia. di oltre 950 anni chiamata “rovere grossa”. Pratolungo dista dal Brallo 6 chilometri e mezzo.

Figura 123 Pratolungo (in secondo piano Corte Brugnatelli) Da internet Google Earth

80 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

19. PREGOLA Per chi arriva da Varzi, Pregola è raggiungibile dalla strada che, pochi chilometri prima del Brallo, si stacca sulla sinistra della S.P. n. 186. Per questa frazione transita anche l’antica strada che dal Brallo porta al Penice. Pregola dista dal Brallo un chilometro e mezzo. E’ un bellissimo agglomerato di case variopinte, poste sul fianco della montagna, sovrastate da due ripidi e rocciosi coni di roccia basaltica. La parola Pregola è diminutivo di Pietra: nelle antiche carte si trova col nome di Petra Congrua. Pregola era sede di marchesato ed un tempo aveva funzione di guardia e di controllo con diritto di pedaggio del transito fra la Valle Staffora e la Liguria. Il feudo originario era assai vasto, con torri e castelli, tutti distrutti e saccheggiati, nel tempo, dalle lotte interne della famiglia Malaspina. A Pregola si trovava anche un castello dei medesimi Malaspina, abbattuto nel 1571. Con i materiali recuperati venne edificato un nuovo alla fine del 500. Qui si trovava un tempo il Municipio del Brallo. A Pregola si trova la Chiesa parrocchiale di Sant’Agata Vergine e Martire.

Figura 124 Pregola vista da Nord verso Sud Da: Tozzi, “L’Oltrepò Pavese” In primo piano la chiesa e, a destra il geosito petrografico "Monadnock di Pregola. In secondo piano, in mezzo, l’abitato del Brallo e, sullo sfondo, a destra, la Cima della Colletta, e il Monte Lesima con i suoi poderosi contrafforti verdi

Figura 125 Pregola Figura 126 Pregola Studio Mossolani Da Google Earth

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Figura 127 Pregola Figura 128 Pregola, panorama, cartolina con Da: A. Disperati (“Tra le colline e i timbro postale 1947 monti dell’Oltrepò Pavese”, Varzi 2006) Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Il centro tennis fu voluto dal Prof. Oberti che vi portò in campeggio per alcuni anni gli alunni della scuola media Valchieri di Alessandria

Figura 129 Pregola, 1959-60, campeggio estivo prima del centro tennis. da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Il centro tennis fu voluto dal Prof. Oberti che vi portò in campeggio per alcuni anni gli alunni della scuola media Valchieri di Alessandria

Figura 130 Pregola, 1962, il centro tennis da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

Il Prof. Oberti, coinvolgendo alcuni genitori dei suoi alunni, costruì il primo edificio adibendolo a direzione e luogo di intrattenimento per gli allievi. Un servizio di pensione in appoggio al centro era situato nel paese per iniziativa di Maria Santina Scabini. che vi portò in campeggio per alcuni anni gli alunni della scuola media Valchieri di Alessandri Figura 131 Pregola, 1959-60, il primo edificio del centro tennis, da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

82 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

In quell’anno l’attività veniva già patrocinata dalla “FIT” (Federazione Itaiana Tennis): Venne costruito anche il centro direzionale ed entrò nella società la famiglia Alberti.

Figura 132 Pregola, 1962, il centro tennis da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

20. ROVAIOLO E ROVAIOLO VECCHIO Il paese è diviso in due parti: Rovaiolo Nuovo, che sorge sulla sponda sinistra del torrente Avagnone e Rovaiolo Vecchio che invece sorge sulla sponda destra, proprio di fronte a Rovaiolo Nuovo. Rovaiolo Nuovo sorge a 500 metri di altitudine a ridosso della strada provinciale 186 ed è composto da abitazioni nuove. Riprendiamo dal Corriere della Sera del 6 dicembre 2013 (10): «Lungo la «Via del Sale», dove l'Oltrepò pavese confina con l'Emila, c'è un paese sospeso nel tempo. Nonostante gli anni, l'incuria e diversi saccheggi, case, stalle e recinti sono così come erano quasi 50 anni fa, quando Rovaiolo Vecchio, frazione del Comune di Brallo di Pregola, estremità sud della Provincia di Pavia, venne abbandonato dai suoi abitanti per paura di una frana che minacciava di staccarsi dal monte Lesima. La frana, però, non cadde e quel villaggio contadino, abbandonato in fretta e furia, si è trasformato in un vero e proprio borgo fantasma. Le case sono pressoché intatte. Sia fuori,che dentro, tanto che il sindaco, Bruno Tagliani, parla di un vero e proprio «museo a cielo aperto» … Rovaiolo non è raggiungibile in auto, ma soltanto a piedi o in bici. Oppure a cavallo. Era una posizione strategica, un tempo, la sua. Crocevia per pellegrini, mercanti e spalloni lungo la «Via del Sale», un intreccio di sentieri che collegavano la pianura Padana al litorale ligure: prima giù verso i porti della costa per vendere lana e armi e poi su, verso casa, con il prezioso carico di «oro bianco», indispensabile per la conservazione degli alimenti. Rovaiolo, per chi arrivava da Pavia o Milano, era un passaggio quasi obbligato. Il sentiero iniziava a Varzi e terminava a Recco, o Genova. Rovaiolo non aveva locande per la notte, ma qui i viaggiatori si fermavano per mangiare e bere prima dello strappo finale. Oggi, l'unica cosa che testimonia questo passato è un pugno di abitazioni contadine, abbandonate per paura e dimenticate in un angolo della valle. Nel 1960 la Prefettura, dopo avere registrato alcuni movimenti sospetti della montagna, diede l'ordine di sgombero. I contadini non si fecero pregare e nel giro di poche ore, incentivati anche da sostanziosi aiuti pubblici, si trasferirono a Rovaiolo Nuova, sull'altra sponda del fiume Avagnone, uno degli affluenti del Trebbia. Ironia della sorte, un frana cadde proprio lì. Ma non fece danni, e siccome tutti gli sfollati avevano trovato una sistemazione, nessuno tornò nella parte vecchia. Oggi Rovaiolo Vecchio conta una mezza dozzina di case in pietra arroccate a 500 metri sul livello del mare. Ci sono anche un vecchio forno, una fontana con abbeveratoio, una recinto per i maiali e le stalle. «Sono un'eccezionale testimonianza di architettura spontanea del mondo rurale – prosegue il sindaco, presidente anche della Comunità montana – ed è ancora più eccezionale averle qua, sotto i nostri occhi, intere e tangibili»…

(10) Corriere della Sera del 6 dicembre 2013: “Rovaiolo Vecchio, il paese abbandonato in fretta e furia per paura della frana”, di Riccardo Rosa

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Figura 133 Rovaiolo Nuovo Figura 134 Rovaiolo Vecchio Aerofoto da Google Earth Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009) 21. SELVA Selva è un minuscolo ma quanto mai caratteristico paesino di montagna, a 905 metri di altitudine, dai vicoli in sasso e dalle case ancora in parte col tetto in lastre di pietra. Selva si trova pochi metri sotto il Passo del Brallo. Dalla piazza del passo si procede in direzione di Colleri e al bivio dopo circa 300 metri si gira a destra per una lunga discesa che, dopo 200 metri, arriva nella piccola piazza del paese, che ha al centro un’antica fontana in sasso, molto caratteristica.

Figura 135 Selva Figura 136 Selva Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, 2009) Varzi 2009) 22. SOMEGLIO Il paese oggi conta solo tre abitanti (11). Someglio, più di qualsiasi altra frazione del Brallo, è il simbolo dell’abbandono della montagna. Una piccola e stretta strada asfaltata si fa largo tra pini, faggi e robinie. Una lunga discesa porta alla piccola ma quanto mai caratteristica frazione di Someglio, che conserva intatta una Chiesa ed un campanile, entrambi davvero spettacolari e ben conservati. Someglio si trova sotto il Monte Lesima, nella Valle dell’Avagnone, in fondo ad una strada comunale che si dirama dalla S.P. n. 88 due chilometri dopo il Passo del Brallo. A Someglio si trova una chiesa con campanile romanico, di rara ed austera bellezza. Si presume che il nome di Someglio indichi “campi seminati” a voler testimoniare che gli abitanti del luogo svolgessero come attività principale l’agricoltura.

(11) Da: A. Disperati, op. cit.

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Figura 137 Someglio Figura 138 Someglio Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

23. VALFORMOSA Valformosa è situata nella valle dello Staffora, a 4 chilometri dal Brallo, sotto Bralello, da cui si giunge con la strada provinciale 131 che poi porta a Barostro e Cencerate. Valformosa è posta a 953 metri sul livello del mare. Essa è la frazione che ha mantenuto maggiormente le caratteristiche medievali del paese. Durante l’inverno è quasi completamente spopolata e rinasce un poco durante l’estate. Le stradine sono selciate e le case sono in pietra. Vi si trova una antica fontana in sasso. Anticamente Valformosa costituiva parrocchia, ma fu poi unita alla parrocchia di Pregola. A Valformosa era amministrata dai Marchesi di Santa Margherita. Qui si trova la tomba dell’abate Fabrizio Malaspina. Campanile e Chiesa di colore amaranto risaltano fra le case del paese. La tradizionale coltivazione della patata è particolarmente intensa nei campi di Valformosa. Da Valformosa si apre uno spettacolare scenario verso l’intera Valle Staffora, verso le pinete del Colletta e verso la zona di Pregola e del Passo Penice. Valformosa in passato era chiamata Feimusa. Molto probabilmente il nome deriva dalla parola “Fei” che significa faggio.

Figura 139 Valformosa Figura 140 Valformosa Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi 2009)

85 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Si notino i tetti delle case ancora ricoperti rigorosamente con lastre di pietra (“ciapp”).

Figura 141 Valformosa, anni 40 del XX secolo, panorama Da: F:Debattisti (“Un viaggio nel tempo”, Varzi 2002)

24. VALLE SUPERIORE Come Pietranatale e Tomba, Valle Superiore è una minuscola frazione, sita alle pendici della valle della riva sinistra dell’Avagnone, verso il fiume Trebbia. E’ posto a circa 500 metri di altitudine s.l.m. Per raggiungerli bisogna partire da Lama, dopo aver percorso la strada provinciale numero 136 (che scende dal Passo del Brallo verso il Trebbia). Valle Superiore è composta da poche case. Da qui la strada prosegue verso Pietra Natale, dove si dirama verso Pianazza e verso Cascina Tomba.

Figura 142 Valle superiore Figura 143 Valle Superiore Da: A. Disperati (“Brallo di Pregola”, Varzi Da: aerofoto di Google Earth 2009)

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11.9. ANALISI DEL CENTRO STORICO E DEI NUCLEI STORICI La definizione del quadro conoscitivo storico è stata approfondita nel seguente specifico fascicolo: Fascicolo 13 Analisi storica e inventario dei beni culturali

Fascicolo 12 Rilievo ecografico dello stato di fatto: tabelle

Fascicolo 13 Analisi storica e inventario dei beni culturali

Fascicolo 14 Analisi fotografica dei centri storici

1) Barostro 6) Colleri 11) Groppo 16) Pregola

2) Bocco 7) Collistano 12) Lama 17) Rovaiolo Vecchio

3) Bralello 8) Corbesassi 13) Passo del Brallo 18) Selva

4) Casone 9) Cortevezzo 14) Ponti 19) Someglio

5) Cencerate 10) Feligara 15) Pratolungo 20) Valformosa

Rilievo ecografico dello stato di fatto Atlante 2 CITTA’ STORICA

1) Barostro 6) Colleri 11) Groppo 16) Pregola

2) Bocco 7) Collistano 12) Lama 17) Rovaiolo Vecchio

3) Bralello 8) Corbesassi 13) Passo del Brallo 18) Selva

4) Casone 9) Cortevezzo 14) Ponti 19) Someglio

5) Cencerate 10) Feligara 15) Pratolungo 20) Valformosa Tavola 18 Numero piani fuori terra Tavola 19 Destinazione d’uso prevalente Tavola 20 Destinazione d’uso al piano terra Tavola 21 Stato di conservazione Tavola 22 Grado di utilizzazione degli edifici Tavola 23 Morfologia degli edifici

Figura 144 Panorama da Ponti

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Nel fascicolo 13 vengono affrontati gli argomenti che concorrono alla comprensione della città in rapporto alla sua evoluzione storica. I temi trattati sono: 1. ANALISI STORICA - CENNI DI STORIA − STORIA DELL’OLTREPÒ PAVESE − STORIA DI BRALLO DI PREGOLA − TOPONIMI E STEMMA − LE ISTITUZIONI STORICHE ED ECCLESIASTICHE DI BRALLO DI PREGOLA − ISTITUZIONI STORICHE DI PREGOLA − LE ISTITUZIONI ECCLESIASTICHE - INDIVIDUAZIONE DEL CENTRO STORICO − ABACO DEL PPR − DATI DELL’ATLANTE DEI CENTRI STORICI DELL’ICCD − TAVOLETTE IGM PRIMA LEVATA: INDIVIDUAZIONE DEL CENTRO STORICO - ANALISI DEL CENTRO STORICO − INDAGINE FOTOGRAFICA − INDAGINE ECOGRAFICA − TABELLE E DATI QUANTITATIVI - LA CARTOGRAFIA STORICA − CARTOGRAFIA PRIMA DEL CATASTO − CARTOGRAFIA DOPO IL PRIMO CATASTO − CARTOGRAFIA AUSTRIACA − CARTOGRAFIA PIEMONTESE − LE TAVOLETTE DELLA CARTA TOPOGRAFICA PIEMONTESE A BRALLO DI PREGOLA − LA CARTOGRAFIA DELL'IGM, DOPO L’UNITÀ D’ITALIA − LA VIABILITÀ STORICA - ANALISI DELLE DIMORE AGRICOLE − TIPOLOGIA DEGLI INSEDIAMENTI RURALI. − ANALISI DELLE TIPOLOGIE RURALI − ANALISI TIPOLOGICA DELLE DIMORE AGRICOLE DI BRALLO DI PREGOLA 2. INVENTARIO DEI BENI STORICI E CULTURALI - CATEGORIA (I): BENI CULTURALI − VINCOLO MONUMENTALE: CLASSIFICAZIONE DEL CODICE DEI BENI CULTURALI − IMMOBILI DI PARTICOLARE INTERESSE NON COMPRESI NEI VINCOLI DEL CODICE DEI BENI CULTURALI − VINCOLI ISTITUITI CON SPECIFICO PROVVEDIMENTO − VINCOLI “OPE LEGIS” - CATEGORIA II: BENI PAESAGGISTICI − CLASSIFICAZIONE DEL CODICE DEI BENI CULTURALI − SISTEMA INFORMATIVO BENI AMBIENTALI (SIBA) − VINCOLI DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE − VINCOLI PAESAGGISTICI A BRALLO DI PREGOLA − AREE TUTELATE PER LEGGE (ART. 142 DEL CODICE): LETTERE C, G E D

Figura 145 Panorama da Pregola

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12. QUADRO CONOSCITIVO STATISTICO

Il quadro conoscitivo del territorio comunale è il secondo grande tema che il Documento di Piano deve affrontare, secondo quanto indicato al comma b) dell’articolo 8, che ne propone la definizione “come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo, ivi compresi le fasce di rispetto ed i corridoi per i tracciati degli elettrodotti”. Sono state affrontate in modo il più possibile approfondito le tematiche di tipo demografico ed economico nei seguenti elaborati del Documento di Piano:

Fascicolo 3 DEMOGRAFIA, ABITAZIONI E ATTIVITÀ ECONOMICHE: DATI STATISTICI

Fascicolo 7 SISTEMA COMMERCIALE

Mappa del sistema economico locale: attività economiche e allevamenti, Tavola 8 Scala 1: 5.000

I dati sono stati esaminati con riferimento a: - comune di Brallo di Pregola - bacino territoriale di influenza - comprensorio Pavese - provincia di Pavia - Lombardia. 12.1. DEMOGRAFIA Le tabelle ed i grafici del Fascicolo 3 forniscono un quadro chiaro e sintetico della realtà demografica di Brallo di Pregola nel corso degli ultimi anni, anche in relazione alla situazione provinciale e regionale: - popolazione residente, nati, morti, emigrati ed immigrati in diverse serie storiche - struttura della popolazione in rapporto alle classi di età - popolazione nelle fasce di età scolastica - popolazione straniera - rapporto fra le varie classi di età presenti Si sottolinea la gravissima perdita di abitanti di Brallo di Pregola, che non si arresta da molti anni, fino a portarsi al minimo storico attuale (meno di 700 abitanti). Il massimo storico è attestato al 1911, anno in cui la popolazione era di 2913 abitanti. 12.2. SISTEMA ECONOMICO Lo sviluppo di una società è condizionato principalmente dalla sua evoluzione economica, che deve essere valutata nel contesto locale e sovralocale (anche regionale e nazionale), per consentire una più chiara individuazione delle possibili scelte tecniche e politiche di tipo economico, urbanistico ed edilizio. Come ripreso dalla relazione regionale al programma triennale per il commercio 2006- 2008, la situazione dell'industria lombarda, segue l’andamento di quella nazionale, le cui difficoltà sono note.

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Alla crisi di trasformazione della grande impresa manifatturiera, che si trascina da circa un decennio, si è aggiunta negli ultimi anni la forte difficoltà per i settori tradizionali del made in rispetto alla concorrenza dei Paesi a basso costo della manodopera. Particolarmente critica risulta la situazione del tessile abbigliamento, dei mobili e della ceramica. L'analisi effettuata dal presente lavoro ha cercato di approfondire (per quanto era possibile in base ai dati disponibili) sia la storia recente che l'evoluzione del settore produttivo dell'economia del comune di Brallo di Pregola. Il Comune di Brallo di Pregola ha una economia di tradizione agricola, che comunque è di tipo molto modesto. Scarsa è la presenza produttiva. Molto importante, invece, anche se in preoccupante crisi, è il turismo. Le tabelle ed i grafici del Fascicolo 3 forniscono: - quota di occupati rispetto al totale della popolazione residente - occupati nell'industria manifatturiera, nell'agricoltura e nei servizi - lavoro nelle diversi rami di attività economica - tassi di occupazione 12.3. AGRICOLTURA L'agricoltura è l'attività economica meno importante. Infatti anche l'esame dei dati relativi al numero di addetti in questo settore al nei confronti fra vari periodi, confermano che, già molto basso negli anni passati, la percentuale di addetti al settore agricolo è in continua diminuzione. Analogamente, il tasso di occupazione agricola (rapporto per addetti all'agricoltura e popolazione attiva), valutato nella Provincia di Pavia, è anch'esso in diminuzione. Questo significa che la tendenza in atto è quella di tendere ad una continua diminuzione, portandosi al valore medio regionale, già limite del collasso fisiologico nel settore. Ciò non è necessariamente solo un sintomo della meccanizzazione agricola e della automatizzazione di gran parte delle attività agricole, legate al tipo di coltura, ma di una generale crisi occupazionale, legata sia all'abbandono della terra da parte dei giovani sia al cambiamento di indirizzo delle attività economiche, sia all'abbassamento della età media pensionabile. Questi aspetti hanno considerevoli risvolti sul territorio: se da un lato le colture specializzate stanno trasformando il passaggio agrario (con la progressiva uniformità di coltura nelle varie zone agrarie, con il cambiamento dell'aspetto stesso dei campi coltivati), dall'altro questa stessa specializzazione zonale è sintomo di vitalità e fa nascere il bisogno di potenziare gli impianti per la trasformazione e la distribuzione dei prodotti agricoli. L'evoluzione del sistema economico locale ha ridefinito i ruoli dei differenti settori economici. Le tabelle ed i grafici del Fascicolo 3 forniscono: - superficie agraria - allevamenti

MALGHE E ALPEGGI Non sono presenti, nel territorio di Brallo di Pregola, né malghe né alpeggi. In provincia di Pavia se ne trovano solo in comune di Santa Margherita Staffora e di Romagnese.

12.4. ABITAZIONI L’aspetto relativo alle abitazioni in rapporto alla loro utilizzazione è stato affrontato, come si è detto, con uno specifico rilevamento, a cui può essere utile affiancare l’analisi dei dati scaturiti dal censimento delle popolazione e delle abitazioni, l’ultimo dei quali disponibile risale al 2001 (i dati del censimento 2011 non sono ancora stati diffusi).

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12.5. IL TURISMO

Il turismo ha assunto, da parecchi d'anni, un significato non trascurabile nell'economia della zona. Si tratta principalmente di presenze estive di pavesi e milanesi che desiderano un contatto con la natura. Non sono trascurabili neppure le presenze più continuative, che hanno portato alla costruzione e, nella maggior parte dei casi, alla ristrutturazione, di vecchie case, in tutte le frazioni. Il turismo di Brallo di Pregola è inoltre incentivato dalla presenza di modeste ma rinomate stazioni sciistiche (quali quella della Cima Colletta) e di particolari strutture sportive, quale quella, in modo particolare, del “Centro Sportivo Turistico Il Brallo”, che vanta una lunga tradizione nell'ambito del turismo giovanile. Possiede un'ampia dotazione di impianti tennistici. Esso è sede di Centro Federale Tennis e Junior Camp. Sono comunque necessarie anche nuove strutture di tipo turistico. Si può stimare che le presenze turistiche estive non siano inferiori alle 5.000 unità. Questo dato, fornito dall’ufficio anagrafe del comune, è stato calcolato sulla base delle utenze acquedotto.

Figura 146 Panorama da Corbesassi: il paesino è Ponti

Figura 147 Panorama di Colleri visto dai Piani del Lesima

Figura 148 Panorama da Brallo

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13. QUADRO CONOSCITIVO E NORMATIVO DEL SISTEMA RURALE- PAESISTICO-AMBIENTALE

13.1. LA LEGGE 12/2005 E GLI SPAZI DEL «NON COSTRUITO» La legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio” detta le norme e i criteri per orientare lo sviluppo del territorio lombardo, nel rispetto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano la regione. La legge si ispira a criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione, flessibilità e compensazione. Obiettivi primari della legge sono: - promuovere un uso più corretto del territorio per soddisfare le esigenze insediative senza compromettere il territorio libero - contenere il consumo di suolo, promuovendo un miglior uso di quello già compromesso o sottoutilizzato, anche attraverso il recupero e la riqualificazione delle aree dismesse - salvaguardare il territorio libero e il paesaggio assicurandone la tutela e la valorizzazione, tenendo conto degli aspetti relativi alla sicurezza (assetto idrogeologico, sismico, ecc ....). Il PGT affronta l’argomento con il Piano delle Regole, che deve avere il compito di assicurare un coerente disegno pianificatorio delle aree destinate all’agricoltura (art. 10, comma 1, l.r. 12/05) in coerenza con gli ambiti destinati all’attività agricola, come definiti a livello provinciale e con la strategia paesaggistica regionale, provinciale e comunale. Il Piano dei servizi ha il compito di assicurare la dotazione globale di aree a verde, per i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e edificato.

13.1.1. «SISTEMA RURALE-PAESISTICO-AMBIENTALE» DEL PTR Il Documento di Piano del PTR (paragrafo 1.5.1) orienta la pianificazione del territorio regionale a partire dalla visione sistemica e integrata degli spazi del “non costruito”, che prima venivano considerati per ambiti frammentati e per approcci settoriali (con categorie quali: valore paesaggistico, ambiti assoggettati a vincoli di varia natura, zone agricole o di interesse ecologico-ambientale). Gli spazi del non costruito compongono in realtà un sistema complesso, che assolve a funzioni diverse, sovente compresenti, e che pertanto non deve essere considerato “territorio libero”, locuzione che fa pensare ad ambiti “disponibili” per altri usi, per trasformazioni, per accogliere quanto viene espulso dal territorio urbanizzato. Per questo motivo, nella definizione dell’organizzazione territoriale, il PTR ritiene fondamentale considerare le relazioni tra le diverse parti del territorio libero secondo la pluralità di funzioni presenti, in quanto tali ambiti possono essere identificati come elementi fondamentali di un sistema più ampio che può essere denominato “sistema rurale-paesistico-ambientale”, che interessa il territorio prevalentemente libero da insediamenti o non urbanizzato, naturale, naturalistico, residuale o dedicato ad usi produttivi primari. Gli spazi territoriali che concorrono a formare la totalità del territorio regionale, sono quindi costituiti dagli ambiti che appartengono ai tre sistemi fondamentali: - sistema del tessuto urbano consolidato - sistema degli ambiti di trasformazione - sistema rurale-paesistico-ambientale Il PTR identifica come fondamentale il riconoscimento di tale visione di sistema all’interno di tutti gli strumenti di governo del territorio e come orientamento delle politiche di settore, con una lettura multiscala, le cui funzioni vengono definite ai diversi livelli di dettaglio e approfondimento.

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1. ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA Come si è riportato nello specifico fascicolo del presente PGT relativo alla Rete Ecologica (regionale e comunale), sia il documento regionale RER (approvato con DGR n. 8/8515 del 26 novembre 2008, e successivamente integrato con DGR 10962 del 31 dicembre 2009) sia il documento regionale relativo ai criteri per la definizione degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico nei PTCP (approvato con DGR 8/8059) riprendono le indicazioni del PTR relativo al sistema rurale-paesistico-ambientale e ne confermano la seguente “Articolazione del sistema rurale-paesistico-ambientale”:

Sistema rurale paesistico Nell'ambito del sistema rurale-paesistico-ambientale le aree possono essere assoggettate a differenti regimi giuridici, che ne determinano le destinazioni funzionali e le possibilità di trasformazione o d'uso. A ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (PTCP) B ambiti a prevalente valenza ambientale e naturalistica (ambiti dove vige un regime di efficacia prescrittiva e prevalente, dettato da norme regionali, nazionali e comunitarie C ambiti di valenza paesistica del Piano del Paesaggio Lombardo D sistemi a rete: il PTR promuove la realizzazione della Rete Verde Regionale e della Rete Ecologica Regionale E altri ambiti del sistema: gli ambiti che non appartengono alle categorie A, B, C, D, rinviati alla disciplina degli altri strumenti di pianificazione.

Gli ambiti A, B, C e D possono essere parzialmente sovrapposti

Figura 149 Articolazione del sistema rurale-paesistico-ambientale secondo il DdP del PTR 2. AMBITI DESTINATI ALL’ATTIVITÀ AGRICOLA NEI PTCP L’art. 15 comma 4 della l.r. 12/05 affida ai PTCP il compito di definire gli ambiti destinati all’attività agricola analizzando le caratteristiche, le risorse naturali e le funzioni e dettando i criteri e le modalità per individuare a scala comunale le aree agricole, nonché specifiche norme di valorizzazione, di uso e di tutela, in rapporto con strumenti di pianificazione e programmazione regionale, ove esistenti. Nella nostra provincia è ancora in corso la definizione degli ambiti agricoli strategici del PTCP. Essi dovranno seguire i seguenti indirizzi:

SISTEMA RURALE - PAESISTICO – AMBIENTALE Indirizzi generali della proposta di PTR Ambiti a prevalente valenza Ambiti destinati all'attività agricola di Ambiti ambientale e naturalistica e interesse strategico paesistica FUNZIONI AMBIENTALE E PAESAGGISTICA ECONOMICA-PRODUTTIVA PREVALENTI AMBITI B, C, D AMBITI A

- Minimizzazione del consumo di suolo agricolo - Conservazione delle risorse agroforestali Consolidamento e valorizzazione delle - Incremento della competitività del Sistema attività agricole non esclusivamente agricolo lombardo votate alla produzione, mirate a OBIETTIVI - Tutela e diversificazione delle attività agro- tutelare sia l'ambiente (presidio forestali finalizzate al consolidamento e ecologico del territorio) che il paesaggio sviluppo dell'agricoltura che produce reddito e a garantire l'equilibrio ecologico - Miglioramento della qualità di vita nelle aree rurali

Tabella 1 Indirizzi generali della proposta di Piano Territoriale Regionale per il sistema rurale-paesistico- ambientale 3. INDIRIZZI REGIONALI PER IL PGT DI BRALLO DI PREGOLA Il PGT recepisce nel piano delle regole e nel piano dei servizi le indicazioni del PTR e del PTCP inerenti l’intero sistema rurale-paesistico-ambientale, attribuendo efficacia conformativa al regime giuridico dei suoli con particolare riferimento alle potenzialità edificatorie.

93 PGT del Comune di Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

Al momento attuale, non essendo ancora stato approvato il PTR e non essendo ancora stato adeguato il PTCP della provincia di Pavia alle indicazioni della legge regionale 12/2005, ci si limita a seguire le indicazioni del PTR approvato dalla Giunta della Regione Lombardia

3.1. Piano dei servizi Il Piano dei Servizi del PGT identifica in particolare i corridoi ecologici, nonché il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e territorio edificato, con riferimento alla Rete Ecologica Regionale e al disegno di Rete Ecologica Provinciale.

3.2. Piano delle regole Le aree non soggette a trasformazione urbanistica non devono essere considerate residuali o di scarso interesse in quanto alla loro corretta gestione è legata la sicurezza e la vivibilità del territorio comunale. La non trasformabilità urbanistica non deve pertanto tradursi in assenza di interventi di valorizzazione ambientale e paesaggistica, privilegiando in tali aree la localizzazione di misure compensative. Nelle aree non soggette a trasformazione urbanistica il Piano delle Regole individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’uso e di intervento. In tali aree sono comunque ammessi, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, o di uso generale (rifugi) prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agroforestali e ambientali. Relativamente alle norme in materia di edificazione nelle “aree destinate all’agricoltura” nei Piani delle Regole si rimanda invece a quanto espressamente previsto al Titolo III – Norme in materia di edificazione nelle aree destinate all’agricoltura (artt. da 59 a 62) e VI – Procedimenti speciali e discipline di settore (art. 89 – Interventi su aree destinate all’agricoltura) – Parte II della l.r. 12/05, nonché alla DGR 1681/2005 “Modalità applicative per la pianificazione comunale” parag. 4.3.2. tenendo conto di quanto previsto al parag. 1.3.2. (PGT e paesaggio) e nell’allegato “Contenuti paesaggistici del PGT” (SO7).

Figura 150 Panorama da Brallo

Figura 151 Panorama da Pregola

94 Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

13.2. IL SISTEMA RURALE-PAESISTICO- AMBIENTALE DI BRALLO DI PREGOLA

13.2.1. ANALISI DEL TERRITORIO AGRO-FORESTALE La definizione del quadro conoscitivo del sistema rurale-paesistico-ambientale è stata preceduta, oltre che dagli studi sul paesaggio descritti in successivo paragrafo ed in altri fascicoli del presente PGT, di cui si è parlato e di cui si , anche da uno studio specifico sul territorio agrario e forestale e sugli ambiti di maggiore naturalità del comune, composto dai seguenti elaborati:

Analisi del territorio agro-forestale e degli ambiti a maggiore Fascicolo 4 naturalità

Analisi del territorio naturale ed agro-forestale: Tavola 13 scala 1: 10.000 Carta di uso del suolo 1. OBIETTIVI E CONTENUTI DEL FASCICOLO 4 L’iter del processo di analisi seguito per i settori di indagine può essere schematizzato dai seguenti passaggi: - Reperimento dei dati e delle fonti - Indagini sul territorio - Integrazione dei dati raccolti - Analisi delle singole componenti e degli assetti - Costituzione delle cartografie tematiche - Individuazione delle criticità e delle eccellenze - Linee guida e proposte gestionali Affinché la lettura del territorio assuma caratteristiche di dinamicità e di interattività con altre basi informative si è adottato l’utilizzo di un Sistema Informativo Geografico (GIS dall’inglese Geographic Information System). In questo caso, con l’ausilio dello strumento informatico, si è prevista la formazione di un data base territoriale progettato a partire dalle proprietà spaziali e topologiche del dato territoriale. Si è reputato inoltre, che a partire dal PGT, mediante un idoneo equipaggiamento hardware (PC) e software (GIS, Dbase, foglio elettronico), il Comune potesse disporre in breve tempo di un moderno strumento in grado di rendere più rapide ed analitiche le attività di pianificazione e gestione del territorio. 2. ANALISI AFFRONTATA DAL FASCICOLO 4 Lo studio approfondisce i seguenti argomenti: a) VALENZE AGRICOLE DEL TERRITORIO - Pedopaesaggi - La fertilità dei suoli - Sostanza organica - Fertilità - Granulometria b) ANALISI DEL COMPARTO AGRICOLO - Quantità e caratteristiche delle aziende - Numero di aziende attive - La natura giuridica - Ripartizione delle aziende per tipo di produzione prevalente - Modalità di conduzione delle superfici agricole - Uso delle superficie agricole - Sostenibilità ambientale del settore agricolo

95 Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

c) ANALISI DEL SISTEMA NATURALISTICO - FORESTALE - Aree boscate - Sistema verde fuori foresta - Fasce o macchie boscate - Filari - Siepi - Arboricoltura da legno - Rete ecologica locale - Percorso metodologico - Fauna minore e agricoltura

13.2.2. AMBIENTE NATURALE: VEGETAZIONE L’ambiente naturale costituisce la principale risorsa turistica di Brallo di Pregola, in quanto il paesaggio della montagna, poco contaminata da costruzioni “moderne”, conserva ancora la sua antica bellezza. Il mosaico della vegetazione è composto di prati, arativi, pochissimi vigneti, pascoli, macchie di alberi e soprattutto foreste di faggio, castagno, quercia, robinia e conifere. Ampi gli squarci verso l’orizzonte che è vasto e profondo, con vedute sempre diverse per la forma dei crinali e la profondità delle conche. Risultano relativamente importanti le aree libere dai boschi e preordinate all’agricoltura, che ha importanza rilevante per l’economia della zona, ma che, per la eccessiva acclività dei poderi e per la limitata fertilità dei suoli non ha mai consentito e non consente neppure ora – pur con la meccanizzazione – di sostentare agevolmente la popolazione. L’emigrazione ha toccato per questo punte molto elevate e ha lasciato totalmente disabitati la maggior parte dei gloriosi antichi borghi, presidiati da pochi coraggiosi agricoltori. 1. FINO A 800 M Nella nostra zona dell'Appennino settentrionale e fino a 800 metri, la vegetazione spontanea delle colline che delimitano la pianura è caratterizzata dalla presenza di Roverella, albero termofilo che si insedia sui pendii caldi ed asciutti. I boschi sono stati ridotti a boscaglie cespugliose: formazioni boschive vere e proprie rimangono solo sulle superfici difficilmente sfruttabili dall'agricoltura. La Roverella forma boschi misti in cui è accompagnata da specie arboree ed arbustive quali Carpino nero, Nocciolo, Biancospino, Viburno, e da liane come Edera e Clematide. Il sottobosco ospita specie spesso appariscenti e a fioritura precoce come l'Epatica, piccola pianta dai grandi fiori viola-azzurro che fiorisce in quantità all'inizio della primavera quando gli alberi sono ancora spogli, l'Eritronio o Dente di cane, le cui foglie caratteristicamente macchiate di bruno persistono a lungo dopo la fioritura, la Melittide, labiata dai grandi fiori rosa che cresce ai margini dei boschi e, in stazioni molto localizzate. Raro, ma presente in stazioni di molti individui, si può trovare il Pungitopo, arbusto tipicamente sub mediterraneo, probabilmente introdotto in tempi passati. Alle quote più elevate la Cerreta si compenetra con la Faggeta ospitando le sue specie tipiche Nei secoli passati su suolo con basso contenuto in argilla e umidità sufficientemente elevata, il bosco di querce caducifoglie è stato ampiamente sostituito dal Castagneto che ha costituito per molto tempo una base economica di valore per le popolazioni delle montagne medie e basse. 2. TRA 800 E 100 M Oltrepassato il limite del bosco misto, tra 800 e 1000 metri di altitudine, si entra nella fascia del Faggio, specie mesofila la cui vita è legata a condizioni climatiche ben definite: temperatura media compresa tra 5° e 12°C e precipitazioni di almeno 900, 1000 mm annui. Periodi di gelo o di aridità estiva limiterebbero la capacità competitiva del Faggio.

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I boschi di Faggio sono sempre stati sfruttati dall'uomo con tagli periodici e solo localmente esistono fustaie. A Brallo di Pregola sono stati realizzati (negli anni 30 del XX secolo) vasti impianti di conifere con conseguente grave alterazione della vegetazione naturale dell'Appennino. 3. PASCOLI L'uomo ha alterato, nel tempo, il paesaggio, allargando sempre più i pascoli di altitudine, facendo scomparire la fascia di transizione e spostando il limite superiore della Faggeta a quote nettamente inferiori. Nelle praterie di altitudine crescono specie ben conosciute come la Genziana gialla, l'Arnica e molte orchidee. 4. BOSCHI Il bosco, a differenza delle foreste vergini, deve essere curato dall’uomo, e con il taglio l’uomo governa e tratta il bosco. In relazione al modo di governo si possono avere boschi d’alto fusto o boschi cedui. − Bosco d’alto fusto o fustaia: è il bosco costituito da piante nate esclusivamente da seme e quindi rinnovatesi per via gamica. − Bosco Ceduo: è il bosco costituito da piante rinnovatesi in modo agamico cioè mediante polloni (fusti che si originano dalle ceppaie di latifoglie dopo il taglio). In provincia di Pavia i boschi occupano circa il 13% della superficie territoriale e sono prevalentemente situati nelle zone di montagna. Nel comune di Brallo di Pregola i boschi occupano circa il 47% della superficie territoriale, e sono costituiti da fustaie di resinose (circa 8%), fustaie di latifoglie (circa 12%), fustaie miste (circa 10%), oltre che da cedui, che sono la maggioranza (circa 70%).

13.2.3. ALBERI MONUMENTALI La Provincia di Pavia ha iniziato nel 1989 l'esperienza guida del censimento degli alberi monumentali della Regione Lombardia, organizzando un gruppo di lavoro interdisciplinare costituito da botanici, agronomi, architetti, forestali, paesisti e storici. Nella prima fase di censimento, da cui sono state escluse tutte le aree già tutelate comprese nel Parco del Ticino e nelle risene naturali, sono state valutate 247 schede di censimento, di cui 133 derivanti dal censimento precedente (di questi ultimi sono stati ritrovati solo 110 esem- plari). Le schedature hanno riguardato 14 specie diverse, per lo più collocate in ambiente urbano o in giardini privati. Solo il 20% si riferisce a segnalazioni in ambienti boschivi. La specie numericamente più rappresentata è il bagolaro o spaccasassi (Celtis australis), seguito dal castagno (Castanea sativa) e dal cipresso calvo (Taxodium disticum). Nel capitolo della provincia di Pavia contenuto nel volume edito dalla Regione Lombardia Pavia (12), viene segnalato – a titolo di esempio - un albero monumentale di Brallo di Pregola. Si tratta di un castagno, che vive nei boschi di Ponti (scheda della Figura 152 successiva). Alessandro Disperati (13) segnala la presenza di alberi di castagni secolari nel cosiddetto “bosco dei giganti” che si trova lungo il “sentiero dei briganti” che da Bralello scende a Fego (vedi Figura 153).

(12) Vedi: Bruno Sparpaglione, capitolo in “Momenti verdi di Lombardia”, ed. Il Verde Editoriale, Milano 2004

(13) Da: A. Disperati, op. cit.

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Sia il sito internet del comune che Desperati citano una rovere della Pieve, poco oltre l'abitato di Pratolungo, vecchia di novecento anni, maestosa, sotto la quale si celebra la funzione religiosa di fine Agosto, chiamata la “rovere grossa”.

Figura 152 Scheda Pavia relativa all’albero monumentale Figura 153 Castagno del “bosco dei giganti” di Ponti

13.3. ASSENZA DI SITI DI RETE NATURA 2000 A BRALLO DI PREGOLA A Brallo di Pregola non sono presenti siti di Rete Natura 2000. Il sito di Rete Natura 2000 più vicino a Brallo di Pregola si trova nel Comune confinante di Zerba, in Provincia di Piacenza. Si tratta del SIC “Val Boreca, Monte Lesima”, classificato con il codice IT4010012 nell’Allegato G alla DGR della Regione Emilia Romagna n. 512 del 20 aprile 2009 “Aggiornamento dell’elenco e della perimetrazione delle aree SIC e ZPS della Regione Emilia Romagna”. Nella figura seguente è rappresentato graficamente il SIC di Zerba, adiacente al confine meridionale di Brallo di Pregola. L’ente gestore del SIC di Zerba è la Provincia di Piacenza. I centri abitati di Brallo di Pregola sono piuttosto lontani dal SIC “Val Boreca, Monte Lesima” di Zerba: si può pertanto escludere che le previsioni del PGT possano causare ripercussioni ambientali sul sito. Si aggiunge, inoltre, che la sostenibilità ambientale delle scelte viene comunque dimostrata in sede di VAS (rapporto ambientale, ecc.). In seguito ad espressa richiesta da parte del sindaco di Brallo di Pregola, la Sezione Territorio della Provincia di Piacenza, in qualità di ente gestore del SIC sopra citato, ha affidato al comune di Brallo di Pregola ogni decisione, in quanto non ha ravvisato la necessità di effettuare tale studio.

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Figura 154. SIC “Val Boreca, Monte Lesima” a Zerba (PC)

13.4. RETE ECOLOGICA REGIONALE RER

13.4.1. INDICAZIONI GENERALI DELLA RER La Regione Lombardia, con la DGR n. 8/8515 del 26 novembre 2008 e con la DGR n. 8/10962 del 30 dicembre 2009, ha approvato la Rete Ecologica Regionale (14). Essa è costituita dai seguenti documenti: - Rete Ecologica Regionale della Pianura Padana e dell’Oltrepò Pavese (con schede descrittive e tavole dei 99 Settori interessati) - Rete Ecologica Regionale di Alpi e Prealpi (con schede descrittive e tavole dei 66 Settori interessati) - “Modalità per l’attuazione della Rete Ecologica Regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli enti locali”, che integra e completa il precedente documento approvato con DGR n. 6415/2007, fornendo indicazioni metodologiche e schemi tecnici necessari per l’attuazione degli elementi della Rete Ecologica; La Rete Ecologica Regionale (RER), è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale PTR (15), ne fa parte integrante e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale, dopo la l’approvazione del PTR stesso con DCR n. 951 del 19/01/2010.

(14) come già previsto nelle precedenti deliberazioni n. 6447/2008 (documento di piano del PTR contenente la tavola di Rete Ecologica) e n. 6415/2007 (prima parte dei Criteri per l'interconnessione della Rete con gli strumenti di programmazione degli enti locali). (15) Le infrastrutture prioritarie per la Lombardia sono: - Rete Verde Regionale (Ob. PTR 10, 14, 17, 19, 21); - Rete Ecologica Regionale (Ob. PTR 7, 10, 14, 17, 19); - Rete Ciclabile Regionale (Ob. PTR 2, 3, 5, 7, 10, 17, 18); - Infrastrutture per depurazione delle acque reflue urbane (Ob. PTR 1, 3, 4, 7, 8, 16, 17); - Infrastrutture per la mobilità (Ob. PTR 2, 3, 4, 12, 13, 24); - Infrastrutture per la difesa del suolo (Ob. PTR 7, 8, 14, 15, 21); - Infrastrutture per l’Informazione territoriale (Ob. PTR 1, 2, 8, 15); - Infrastrutture per la banda larga (Ob. PTR 1, 2, 3, 4, 9, 22); - Infrastrutture per la produzione ed il trasporto di energia (Ob. PTR 2, 3, 4, 7, 8, 16).

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E’ stato affrontato, nel presente Documento di Piano, uno studio specifico sul tema delle reti ecologiche, costituito dai seguenti elaborati:

Fascicolo 5 RETE ECOLOGICA REGIONALE E RETE ECOLOGICA COMUNALE

Carta della Rete Ecologica e rapporto con la Rete Tavola 11 scala 1: 10.000 Ecologica Regionale (RER)

La RER, e i criteri per la sua implementazione, si propongono di fornire al Piano Territoriale Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell'ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale; aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione di indirizzo per i PTPC provinciali e i PGT/PRG comunali; aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, aiutandoli ad individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico; anche per quanto riguarda le Pianificazioni regionali di settore può fornire un quadro orientativo di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per individuare azioni di piano compatibili; fornire agli uffici deputati all'assegnazione di contributi per misure di tipo agroambientale indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema. Il citato Fascicolo 5 "La Rete Ecologica Regionale e la Rete Ecologica Comunale" illustra la struttura della Rete e degli elementi che la costituiscono. L’indice del documento ed i contenuti della relativa tavola sono i seguenti: A) RETE ECOLOGICA REGIONALE E PROGRAMMAZIONE ENTI LOCALI - LA RETE ECOLOGICA ED IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE - LA RETE ECOLOGICA REGIONALE - LE RETI ECOLOGICHE COMUNALI (REC) B) METODI COMUNALI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA RETE ECOLOGICA COMUNALE (REC) - LA PEREQUAZIONE - LE COMPENSAZIONI - GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE - RETI ECOLOGICHE COMUNALI: QUADRO CONOSCITIVO COMUNALE - GLI ELABORATI TECNICI PER LA REC - RETI ECOLOGICHE E INDIRIZZI SETTORIALI - CRITERI SPECIFICI PER LA REALIZZAZIONE DELLE RETI ECOLOGICHE - ASSETTO ECOSISTEMICO A LIVELLO LOCALE - AREE AGRICOLE - CORSI D’ACQUA E PERTINENZE - VIABILITÀ E FASCE LATERALI - INSERIMENTO ECOSISTEMICO DI INSEDIAMENTI C) RETE ECOLOGICA REGIONALE E INDICAZIONI TECNICHE - LE INDICAZIONI DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALE - PIANURA PADANA E OLTREPÒ PAVESE - LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ - LA FRAMMENTAZIONE DEGLI HABITAT - LA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ IN LOMBARDIA - LA RETE ECOLOGICA REGIONALE (RER) DELLA LOMBARDIA - AREA DELLA RER - RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DELLA RER - GLI ELEMENTI DELLA RER - ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO - ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO COMPRESI NELLE AREE PRIORITARIE PER LA BIODIVERSITÀ - ALTRI ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO - GANGLI PRIMARI

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- CORRIDOI PRIMARI - VARCHI - ELEMENTI DI SECONDO LIVELLO - LE SCHEDE DESCRITTIVE D) INQUADRAMENTO DI BRALLO DI PREGOLA NELLA RER - INQUADRAMENTO - ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO - ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO COMPRESI NELLE AREE PRIORITARIE PER LA BIODIVERSITÀ - ALTRI ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO - GANGLI PRIMARI - CORRIDOI PRIMARI - VARCHI - ELEMENTI DI SECONDO LIVELLO E) SETTORI E SCHEDE DELLA RER DI BRALLO DI PREGOLA - INQUADRAMENTO - ELEMENTI DELLA RER A BRALLO DI PREGOLA - ELEMENTI DI PRIMO LIVELLO - CORRIDOI ECOLOGICI PRIMARI A BASSA O MODERATA ANTROPIZZAZIONE - ELEMENTI DI SECONDO LIVELLO - AMBITI DI TRASFORMAZIONE CHE RICADONO IN ELEMENTI DELLA RER G) RETE ECOLOGICA COMUNALE (REC) - LA PEREQUAZIONE - LE COMPENSAZIONI - PIANO DEI SERVIZI ED ONERI DI URBANIZZAZIONE - PIANO DEI SERVIZI - GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE H) ALLEGATI: SETTORI 59, 60, 79 E 80 (SCHEDE E MAPPE)

Figura 155 Panorama dalla strada che da Cortevezzo va a Corbesassi

101 Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

14. QUADRO CONOSCITIVO DI VINCOLI E TUTELE

La complessa articolazione del sistema di vincoli che hanno un rapporto con il territorio si sviluppa, per il comune di Brallo di Pregola, nei temi riportati di seguito, che si aggiungono a quelli derivanti dal Piano Paesaggistico Regionale: - Vincoli del patrimonio culturale - Altri vincoli: - LIMITI DI RISPETTO STRADALE; - LIMITI DI RISPETTO CIMITERIALI; - LIMITI DELLE ZONE DI RISPETTO DELLE SORGENTI IDROPOTABILI 14.1. VINCOLI DEL PATRIMONIO CULTURALE La definizione del quadro conoscitivo dei vincoli del patrimonio culturale, come si è detto, è stata approfondita in specifico capitolo dei seguenti fascicoli:

Fascicolo 12 Rilievo ecografico dello stato di fatto: tabelle

Fascicolo 13 Analisi storica e inventario dei beni culturali

Fascicolo 14 Analisi fotografica dei centri storici

Qui vengono affrontati gli argomenti che concorrono alla comprensione della città in rapporto alla sua evoluzione storica. I temi trattati sono: 1. INVENTARIO DEGLI EDIFICI DI CARATTERE STORICO E ARTISTICO E DEI VINCOLI MONUMENTALI E PAESAGGISTICI 1.1. QUADRO NORMATIVO E DESCRIZIONE DEL PRESENTE CAPITOLO 1.2. CATEGORIA I: BENI CULTURALI 1.2.1. VINCOLO MONUMENTALE: CLASSIFICAZIONE DEL CODICE DEI BENI CULTURALI 1.2.2. IMMOBILI DI PARTICOLARE INTERESSE NON COMPRESI NEI VINCOLI DEL CODICE DEI BENI CULTURALI 1.2.3. VINCOLI ISTITUITI CON SPECIFICO PROVVEDIMENTO 3.2.4. VINCOLI “OPE LEGIS” 3.2.5. ELENCO DEGLI EDIFICI DI VALORE STORICO O ARTISTICO NON COMPRESI NEI VINCOLI 3.3. CATEGORIA II: BENI PAESAGGISTICI 2. CLASSIFICAZIONE DEL CODICE DEI BENI CULTURALI 3. SISTEMA INFORMATIVO BENI AMBIENTALI (SIBA) 4. VINCOLI DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE 5. VINCOLI PAESAGGISTICI A BRALLO DI PREGOLA 5.1. BELLEZZE INDIVIDUE 5.2. BELLEZZE D’INSIEME 6. AREE TUTELATE PER LEGGE (ART. 142 DEL CODICE) 6.1. FIUMI, TORRENTI, CORSI D’ACQUA - ART. 142, COMMA 1, LETT. C). 6.2. FORESTE E BOSCHI - ART. 142, COMMA 1, LETT. G). 63. TERRITORIO APPENNININO AL DI SOPRA DI 1.200 M SUL LIVELLO DEL MARE 14.2. ALTRI VINCOLI Tutti i vincoli sono riportati nella seguente tavola del documento di piano:

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Tavola 6 Mappa dei vincoli amministrativi, paesaggistici e monumentali

14.2.1. LIMITI DI RISPETTO CIMITERIALE Si tratta delle fasce di rispetto della zona destinata alle attrezzature cimiteriali definite dall'articolo 338 del Testo Unico delle leggi sanitarie approvato con R. D. 1265/1934 e successive modificazioni ed integrazioni.

14.2.2. VINCOLI DEGLI ELETTRODOTTI AD ALTA TENSIONE Non esistono elettrodotti ad alta tensione nel territorio comunale.

14.2.3. VINCOLI DEI POZZI IDROPOTABILI A Brallo di Pregola sono presenti: - numerosi punti di captazione di acqua da sorgenti, per alimentare la rete dell’acquedotto di molte frazioni

14.2.4. VINCOLI DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE Nel Comune di Brallo di Pregola non è presente alcun impianto di depurazione, ma tutte le frazioni sono dotate di vasche di tipo imhof.

14.2.5. PRESENZE ARCHEOLOGICHE Nel territorio comunale sono indicati dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale i siti di ritrovamento archeologico, che sono delimitati da un perimetro ampio (“Zone di interesse archeologico - Areali di rischio”) che contiene un perimetro ridotto (“Zone di interesse ar-cheologico - Areali di ritrovamento”), che a Brallo di Pregola sono presenti in alcune situazioni, riportate nella tavola dei vincoli.

Figura 156 Panorama da Bocco

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15. QUADRO CONOSCITIVO DEL SISTEMA INSEDIATIVO URBANO

15.1. STRUMENTI URBANISTICI PRE-VIGENTI Il Comune di Brallo di Pregola è dotato di Piano Regolatore Generale vigente dal consiglio comunale con deliberazione n. 20 del 13 agosto 2005. Il precedente (e primo) primo strumento urbanistico generale del comune di Brallo di Pregola fu un Piano Regolatore Generale, approvato dalla Giunta Regionale della Lombardia con deliberazione n. 30011 del 3 marzo 1988. Esso fu oggetto di alcune varianti parziali ai sensi della legge regionale 23 giugno 1997, n. 23, relative a situazioni residenziali e ad alcune situazioni di aree pubbliche.

15.1.1. INDAGINE ECOGRAFICA SU TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE Le fasi che si sono seguite per arrivare alla costruzione degli elaborati di analisi dello stato di fatto sono la fase preparatoria, il rilievo territoriale, la creazione del database e l'elaborazione cartografica. La parte urbanizzata del territorio comunale è stata divisa in isolati dotati di codice numerico; ad ogni edificio posto all’interno degli isolati, a sua volta, è stato associato un ulteriore codice numerico progressivo e univoco. Nella fase del rilievo territoriale, per ogni isolato è stata preparata una planimetria a scala 1:2.000 in cui sono state riportate le informazioni raccolte da una osservazione diretta del territorio. A queste planimetrie sono state associate le tabelle degli edifici che costituiscono la parte fondamentale del rilievo. Gli elaborati prodotti saranno soggetti ad un continuo aggiornamento, anche con la collaborazione dei cittadini, che possono riconoscere, con la loro specifica sensibilità, sia elementi positivi sia fattori di degrado che, segnalati all'ufficio tecnico del comune, potranno arricchire la documentazione e, di conseguenza, la conoscenza del territorio. L’analisi è descritta nei seguenti specifici fascicoli e tavole del Piano delle Regole del PGT:

Fascicolo 12 Rilievo ecografico dello stato di fatto: tabelle

Fascicolo 13 Analisi storica e inventario dei beni culturali

Fascicolo 14 Analisi fotografica dei centri storici

L’analisi comprende: - suddivisione dei lotti; - codice degli edifici; - destinazione funzionale degli edifici (residenziale, artigianale, industriale, agricola, speciale, standard); - numero dei piani fuori terra; - dati di superficie, volume, densità edilizia residenziale, industriale e commerciale. - altre informazioni utili per l'inquadramento dell'area. La numerazione dei lotti e degli edifici ed i dati quantitativi e descrittivi sono riportati graficamente nelle seguenti tavole:

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Tavole RILIEVO ECOGRAFICO DELLO STATO DI FATTO centri storici:

Atlante 2 Rilievo ecografico dello stato di fatto - CITTA’ STORICA – Scala originale 1: 1.000

Tavola 18 numero piani fuori terra

Tavola 19 destinazione d’uso prevalente

Tavola 20 a destinazione d’uso al piano terra

Tavola 21 stato di conservazione

Tavola 22 grado di utilizzazione degli edifici

Tavola 23 morfologia degli edifici tessuto urbano consolidato:

Atlante 3 Tavola 24 numero piani fuori terra Tavola 25 destinazione d’uso prevalente

15.1.2. IL SISTEMA DELLO SPAZIO COSTRUITO ESISTENTE Il sistema dello spazio costruito è costituito dal tessuto urbano consolidato, quale insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprese le aree libere intercluse di trasformazione o di completamento. Al suo interno, si suggerisce la seguente suddivisione, in base alle caratteristiche delle diverse parti della città: a) Città storica b) Città consolidata, a sua volta suddivisa in: - tessuto residenziale - tessuto produttivo A Brallo di Pregola non esiste il cosiddetto “tessuto da consolidare”, che fa sempre parte dello spazio costruito e che si riferisce, quando esiste, alle parti di territorio interessate da piani attuativi in corso. 1. CITTÀ STORICA: CENTRO STORICO L’individuazione è stata effettuata tenendo conto della cartografia di prima levatura dell'Istituto Geografico Militare Italiano (IGM prima levata 1877-1899), secondo le indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale (art. 35 - “Individuazione e tutela dei centri e nuclei storici”). Con l’ausilio della suddetta base cartografica e delle altre carte in scala di maggior dettaglio, sono stati individuati i perimetri dei centri delle frazioni e dei nuclei, comprendenti gli eventuali spazi aperti pubblici e privati interclusi, ed esterni adiacenti, nonché gli edifici isolati e i manufatti di rilievo storico-ambientale. Il procedimento è stato dettagliato nel Fascicolo 13 già citato. 2. NUCLEI E FRAZIONI STORICHE Con il confronto del rilievo aerofotogrammetrico attuale con le tavolette IGM di prima levata sono state individuate le frazioni storiche. La campagna di Brallo di Pregola è costellata di piccoli nuclei isolati, quasi tutte di impianto storico, maggior parte dei quali è poco abitata ed in cui viene svolta tuttora, anche se in misura molto ridotta rispetto al passato, l’attività agricola.

105 Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

3. ATTIVITÀ PRODUTTIVE E ARTIGIANALI Le attività produttive sono state localizzate nella seguente tavola del Documento di Piano: - Mappa del sistema economico locale: attività scala 1: 2.000 Tavola 8 economiche e allevamenti 1:10.000

All’interno del territorio di Brallo di Pregola non si trovano insediamenti produttivi, se non di deposito di materiali edili e di prima lavorazione del legname. 15.2. SERVIZI PUBBLICI RESIDENZIALI Il sistema dei servizi è esaminato con dettaglio dal Piano dei Servizi, con i seguenti documenti:

Fascicolo 19 SCHEDE DI VALUTAZIONE DEI SERVIZI ESISTENTI

Fascicolo 20 RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEL PIANO DEI SERVIZI

Tavola 32 a- scala 1: 5.000 Carta dei servizi b-c e 1: 2.000

Figura 157 Panorama da Cencerate

Figura 158 Panorama da Cima Colletta: Cencerate e Barostro

106 Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

PARTE IV DETERMINAZIONI DI PIANIFICAZIONE

107 Brallo di Pregola DdP – Relazione illustrativa

16. OBIETTIVI STRATEGICI DEL PGT

Obiettivo generale del PGT è la valorizzazione della qualità urbana del capoluogo e dei nuclei abitati esistenti, concentrando l'attenzione, e quindi le risorse di intervento, sugli elementi fondamentali delle formazioni storiche e sulla razionalizzazione delle situazioni più recenti. La traduzione dell'obiettivo generale in scelte urbanistiche comporta la sua articolazione per temi di assetto territoriale e urbano che vengono raccolti, per brevità, nei punti seguenti: - Recupero e valorizzazione dei complessi edilizi degradati e dismessi (presenti in quasi tutte le località), per la quale è previsto il recupero con destinazione residenziale. Le normative comunitarie, statali e regionali, ed in particolare il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con D.C.R. n. 951/2010, a cui si aggiunge la dGR n. IX/999 del 15/12/2010, suggeriscono di limitare il più possibile il consumo di suolo agricolo, privilegiando gli interventi di recupero (anche con cambio di destinazione d’uso) rispetto agli interventi di nuova costruzione. - Recupero e valorizzazione dei centri storici e degli edifici di pregio monumentale ivi presenti. Il perimetro del tessuto storico del capoluogo, delle frazioni e dei nuclei isolati viene individuato attraverso la consultazione della cartografia storica (mappe del catasto teresiano, tavolette dell’Istituto Geografico Militare di prima levata, ecc.) ed i rilievi fotografici in sito. La perimetrazione dei centri storici viene effettuata allo scopo di definire precise modalità di intervento (restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione, ecc.) a ciascun edificio, salvaguardando e valorizzando, in tal modo, i caratteri connotativi storici delle architetture di pregio (chiese, oratori, castelli, cascine, ma anche semplici abitazioni dotate di caratteristiche particolari). Tale indagine è estesa anche ai ponti storici, i vecchi mulini, le edicole e le pitture votive, le piazze e i giardini di pregio, ecc. - Moderata e razionale espansione residenziale del capoluogo di Brallo di Pregola e della frazione di Pietragavina, avendo cura di non alterare la compattezza dell’attuale forma urbana. La previsione di nuovi insediamenti residenziali sarà accompagnata da una congrua dotazione di aree per servizi pubblici e dall’incremento e razionalizzazione delle infrastrutture stradali. - Definizione di una disciplina urbanistica puntuale e rigorosa per il territorio libero (i vecchi “ambiti agricoli”), ed in particolare per tutti gli ambiti che costituiscono il cosiddetto “sistema rurale-paesaggistico-ambientale” (definizione del PTR). Tale disciplina terrà conto anche delle indicazioni della Rete Ecologica Regionale (RER), approvata con DGR n. 10962/2009 e del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), con la valorizzazione dei grandi fiumi presenti (Fiume Po e Lambro) e della rete delle rogge e dei canali. Le nuove edificazioni in ambiti agricoli caratterizzati anche da pregio ecologico, paesaggistico e ambientale dovranno essere accompagnate da interventi di rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. Le aree entro cui localizzare tali interventi saranno definite nell’ambito del progetto di Rete Ecologica Comunale (REC), all’interno del Piano dei Servizi del PGT. Saranno inoltre definite norme cautelative specifiche anche per gli ambiti agricoli collocati all’interno o in prossimità dei centri abitati, per diminuire il più possibile le eventuali criticità ambientali (ad esempio: in conformità alle norme del Regolamento Locale di Igiene, saranno vietati i nuovi allevamenti di bestiame che non siano sufficientemente lontani dalle abitazioni esistenti).

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17. STRUTTURA ED AZIONI DEL PGT

17.1. STRUTTURA DEL PGT Le scelte urbanistiche del Documento di Piano, che derivano dalla condivisione dei principi di cui si è parlato, si inquadrano nei seguenti grandi sistemi strutturali di pianificazione urbanistica del territorio, disciplinate dagli atti del Piano di Governo del Territorio a fianco indicati:

Atto del piano di governo del territorio SISTEMA STRUTTURALE Documento Piano delle Piano dei di piano regole servizi

Città storica SISTEMA DELLO SPAZIO Città consolidata COSTRUITO Città da trasformare

SISTEMA DI SERVIZI

SISTEMA RURALE-PAESISTICO-AMBIENTALE

Tabella 2 Struttura del PGT 17.2. AZIONI DEL DDP Le azioni del PGT orientano il Documento di Piano con una strategia di valorizzazione di tutto il territorio comunale, esplicitata con le proprie direttive, raggiungibili con le opportune azioni dettate dagli obiettivi specifici per ogni sistema strutturale che derivano dagli obiettivi strategici elencati nel precedente capitolo 16. Inoltre, in base alla propria specifica natura, il Documento di Piano ha i seguenti compiti: a) Definire i cosiddetti “ambiti di trasformazione”, ossia delle aree individuate come sede delle scelte strategiche del Piano di Governo del Territorio. b) Fornire le direttive per la redazione del Piano delle Regole: definizione degli obiettivi principali di riqualificazione degli spazi pubblici e privati della città consolidata. c) Fornire le direttive per la redazione del Piano dei Servizi: definizione degli obiettivi principali di valorizzazione delle attrezzature pubbliche esistenti, individuando la localizzazione più idonea per nuovi servizi pubblici di cui la città risulta carente. Gli obiettivi e le azioni vengo descritte nei successivi capitoli della presente relazione.

Figura 159 Il monte Lesima visto dal centro di Corbesassi

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18. DEFINIZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE

18.1. AZIONI PER GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE Il PGT ha durata quinquennale, ma le sue previsioni non possono essere limitate a questa soglia temporale, in quanto le operazioni di sviluppo urbanistico ed edilizio comportano quasi sempre tempi più lunghi. Ad esempio: - i piani di lottizzazione, per norma, possono durare fino a dieci anni - la costruzione di un semplice edificio residenziale, a partire dalla fase progettuale e da quella di ottenimento delle autorizzazioni fino alla costruzione vera e propria, difficilmente riesce a completarsi in cinque anni. Il Documento di Piano è utilizzato come strumento di promozione degli interventi di trasformazione di aree ritenute strategiche per il conseguimento degli obiettivi enunciati nei capitoli precedenti.

1.1. Azioni per gli ambiti di trasformazione residenziali 1. Verificare il fabbisogno abitativo generato dal saldo naturale e migratorio di un arco temporale di dieci anni, e confrontarlo con l’esigenza di consentire la sopravvivenza del paese, in cui il fenomeno dello spopolamento presenta aspetti drammatici; 2. Offrire soluzioni per la casa, in modo che il paese non muoia e non solo sopravviva, ma si sviluppi, in rapporto alle esigenze di tipo “endogeno” e alle offerte nel settore turistico (seconde case o case di vacanza di tipo familiare); 3. Localizzare le nuove aree edificabili intorno ai nuclei urbani consolidati per razionalizzare la situazione di frangia e confermare la qualità dell’attuale disegno urbano dei piccoli nuclei delle frazioni; 4. Verificare gli indici di fabbricabilità, allo scopo di contenere l'espansione in termini di sfruttamento delle superfici fondiarie e, nello stesso tempo, garantire la massima coerenza tra il tessuto residenziale esistente e il tessuto di nuova formazione. 5. Favorire la costruzione di edifici di modesta altezza, conformemente alle caratteristiche tradizionali. 6. Confermare le nuove aree edificabili del PRG vigente, semplificando le procedure mediante l’eliminazione dei suoi pochi piani di lottizzazione, riducendo le superfici ed utilizzando le procedure dei permessi di costruire convenzionato

1.2. Azioni per gli ambiti di trasformazione per attività terziarie e turistiche (COMMERCIALI, RICETTIVE, DIREZIONALI) 1. Individuare gli obiettivi principali per il terziario, che vede la desertificazione nelle frazioni più piccole e la preoccupante diminuzione del numero delle attività ricettive, nei tre temi fondamentali: - di tipo economico, per consentire la sopravvivenza e lo sviluppo del settore; - di tipo sociale, per offrire a tutti, residenti e turisti, un adeguato servizio che migliori la qualità della vita collettiva ed individuale; - di tipo territoriale ed ambientale, con localizzazione dei punti di vendita in forme compatibili con le diverse caratteristiche del territorio del comune. 2. Soddisfare il fabbisogno delle esigenze di tipo “endogeno”, manifestate nella loro scala territoriale sovracomunale, definita dal bacino dell’utenza 3. Valutare, di conseguenza, di: - consentire nuovi esercizi commerciali di vicinato (alimentari e non alimentari) in tutti gli ambiti di trasformazione residenziali

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- consentire nuovi esercizi commerciali anche di media distribuzione, nel numero calcolato dallo studio specifico contenuto nel fascicolo “Il commercio” del Documento di Piano

1.3. Azioni per gli ambiti di trasformazione per attività PRODUTTIVE 1. Nel territorio del comune non sono presenti poli produttivi, in quanto l poche attività presenti sono limitate a quelle legate all’edilizia ed alla prima lavorazione del legno. Il PGT, rendendosi conto che la conformazione orografica del territorio e i modesti collegamenti viari non consentono di prevedere attendibili cambiamenti, non prevede nuovi insediamenti produttivi, ma conferma quelli esistenti. 18.2. DEFINIZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE

1.1. Ambiti di trasformazione: definizione Ai sensi dell’art. 8, comma 2, lett. e) della Legge Regionale n. 12/2005, il Documento di Piano: “individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli “ambiti di trasformazione”, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva”. Gli “ambiti di trasformazione” si riferiscono ad aree libere nelle quali sono previste trasformazioni urbanistiche soggette alla modalità di attuazione del permesso di costruire convenzionato, come indicato nella seguente tabella.

Tipologia dell’ambito di trasformazione Modalità di attuazione

1 aree non edificate, già parzialmente servite Permesso di costruire convenzionato (PCC) dalle opere di urbanizzazione primaria

1.2. Ambiti ATR-PCC: localizzazione

La “Carta delle previsioni di piano” individua 5 ambiti di trasformazione residenziali soggetti a permesso di costruire convenzionato (ATR-PCC), che sono così localizzati: ƒ Ambito ATR-PCC 1, a frazione Casone; ƒ Ambito ATR-PCC 2, a frazione Colleri; ƒ Ambiti ATR-PCC 3-4-5, a frazione Pregola.

Superficie territoriale

Sigla ambito Località St m² ATR-PCC 1 Casone 1.941 ATR-PCC 2 Colleri 3.568 ATR-PCC 3 Pregola 5.198 ATR-PCC 4 Pregola 5.276 ATR-PCC 5 Pregola 5.536 TOTALE 21.519

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1.3. Ambiti ATR-PCC: modalità di attuazione

Gli ambiti di trasformazione ATR-PCC sono soggetti a permesso di costruire convenzionato, secondo la procedura illustrata nelle Norme Tecniche di Attuazione del Documento di Piano. L’attuazione degli interventi può essere regolata da una Convenzione o, in alternativa, da un atto di impegno unilaterale sottoscritto dai soggetti attuatori. 18.3. COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE ED INCENTIVAZIONE URBANISTICA I principi della perequazione e della compensazione vengono affrontati dal Documento di Piano applicando l’articolo 11 della legge regionale 31 marzo 2005, n. 12, con le seguenti definizioni riportate nelle norme tecniche di attuazione del Documento di Piano:

1.1. Compensazione urbanistica

La compensazione urbanistica è l’istituto che persegue l’equa distribuzione dei diritti edificatori riconosciuti dal PGT e degli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali, tra tutte le proprietà oggetto di trasformazione urbanistica, prescindendo dall’effettiva localizzazione, sulla proprietà, della capacità edificatoria e dei vincoli d’inedificabilità per la dotazione di spazi da riservare ai servizi. La compensazione urbanistica consiste nell’applicazione dello stesso indice di edificabilità It (o di utilizzazione Ut) alla superficie territoriale St di ciascun ambito di trasformazione individuato dal Documento di Piano, così come definita dalle norme tecniche, indipendentemente dalla destinazione d'uso che sarà effettivamente assegnata dallo strumento attuativo. I volumi (o le SLP) derivanti dall’applicazione di tale indice saranno poi realizzati sulle aree effettivamente edificabili, definite in sede di pianificazione attuativa. I diritti edificatori di ciascun ambito di trasformazione, attribuiti a titolo generico o a titolo di compensazione, si generano a favore dei privati proprietari solo se vengono cedute gratuitamente al Comune le aree destinate alla realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, e se vengono rispettati tutti gli impegni previsti dalla convenzione.

1.2. Incentivazione urbanistica

L’incentivazione urbanistica è l’istituto che attribuisce, ai singoli ambiti od edifici sottoposti a pianificazione attuativa o titolo abilitativo convenzionato, un incremento di capacità edificatoria a fronte dell’impegno dei proprietari delle aree o dei soggetti attuatori degli interventi a conseguire benefici pubblici, aggiuntivi rispetto a quelli dovuti.

Figura 160 Il monte Lesima visto da Corbesassi

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19. DIRETTIVE PER IL PIANO DELLE REGOLE

Il Piano delle Regole si occupa dei seguenti sistemi: - sistema dello spazio costruito: - città storica - città consolidata - sistema rurale-paesistico-ambientale 19.1. SISTEMA DELLO SPAZIO COSTRUITO

19.1.1. CITTÀ STORICA Per la città storica, il Piano delle Regole dovrà prevedere azioni di: 1. Definizione del perimetro dei centri del capoluogo e delle frazioni, riferendosi al tessuto edilizio esistente nella cartografia di prima levatura dell'Istituto Geografico Militare Italiano(IGM). 2. Conservazione del complesso del bene paesistico che il centro storico rappresenta, con interventi di recupero del patrimonio edilizio. 3. Potenziamento del sistema delle funzioni residenziali e commerciali, 4. Riqualificazione degli spazi aperti, ossia del sistema delle piazze e delle strade, del sistema delle corti e dei cortili storici. 5. Massima semplificazione delle procedure, senza rinunciare a nessuna garanzia di tutela e a nessuno degli obiettivi di qualificazione proposti, con l’attribuzione di precise modalità di intervento su ogni singolo edificio 6. Catalogazione di tutti gli edifici di valore storico, architettonico od ambientale per tutelare le presenze monumentali e i caratteri connotativi del paesaggio storico.

19.1.2. CITTÀ CONSOLIDATA Per la città consolidata, costituita dal tessuto edificato esterno al centro storico, il Piano delle Regole dovrà operare efficace traduzione normativa dei diversi tipi di tessuto urbano esistente, con attenzione alla morfologia e alla destinazione d’uso. 1. RESIDENZA 1. Confermare le zone residenziali esistenti ed eliminare le porosità, fornendo indicazioni normative per adeguarsi alle diverse tipologie costruttive e per una semplificazione delle possibilità di ristrutturazione e di ampliamento degli edifici esistenti. 2. Attuare una verifica del residuo di Piano Regolatore Generale, ossia di quante possibilità edificatorie assegnate dal vecchio PRG non sono state esaurite e sono assorbite dal PGT come diritti pregressi. 3. Limitare il consumo di suolo alle reali esigenze abitative. 6. Confermare e disciplinare le aree attualmente destinate ad orto e giardino 2. ATTIVITÀ PRODUTTIVE 1. Confermare le pochissime attività produttive in atto, che non presentano conflittualità con il tessuto circostante, con i necessari ampliamenti finalizzati unicamente al soddisfacimento di esigenze insediative delle imprese già insediate nell’ambito della componente endogena 3. ATTIVITÀ COMMERCIALI E TERZIARIE 1. confermare le attività ricettive (bar, ristoranti, alberghi) esistenti;

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2. consentire nuovi esercizi commerciali di vicinato (alimentari e non alimentari, senza limitazioni di numero) in tutti gli ambiti residenziali della città consolidata. 19.2. SISTEMA RURALE PAESISTICO AMBIENTALE Come si è detto in un precedente capitolo, il sistema rurale-paesistico-ambientale (spazi aperti) comprende le parti di territorio comunale alle quali è riconosciuto un prevalente ruolo di garanzia della continuità della rete ecologica, e quelle dove l’uso agricolo è ancora determinante nella strutturazione del paesaggio e per l’attività economica del paese. Per il sistema rurale-paesistico-ambientale, il Piano delle Regole dovrà sviluppare una precisa puntualizzazione di: 1. di riqualificazione e ricomposizione della trama naturalistica 2. Predisposizione di un’ipotesi di Rete Ecologica Comunale (REC), in recepimento delle indicazioni di carattere sovracomunale della Rete Ecologica Regionale (RER): aree da tutelare come corridoi di connessione ecologica e preferenziali per lo sviluppo della biodiversità. 3. Conservazione e potenziamento dei corridoi ecologici dei corsi d’acqua principali, mediante individuazione e formazione di fasce di rispetto inedificabili e destinate unicamente a interventi di protezione delle sponde e di incremento della naturalità. 4. Mantenimento e potenziamento del sistema dei filari di alberi e cespugli, dei boschi e di tutti gli ambiti di elevato valore paesaggistico. 5. Riqualificazione dei vecchi sentieri e della antiva via del sale. 6. Suddivisone dei territori agricoli in base alle specifiche attività consentite ed alle azioni di riqualificazione della rete ecologica. Qui le uniche attività consentite saranno le attività agricole, riferite alle opere realizzate in funzione della conduzione del fondo e destinate alle residenze dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti dell’azienda, nonché alle infrastrutture e attrezzature produttive necessarie per lo svolgimento delle attività agricola (LR 12/2005, art. 59). 7. Realizzazione di opere di mitigazione e compensazione ambientale per gli interventi che intaccano o sono prossimi agli ambiti agricoli o di rilevanza naturalistica, individuando, a protezione dei nuclei abitati, aree di “frangia urbana”, per ottenere una separazione armonica tra città e campagna. 8. Valorizzazione e conservazione dei caratteri connotativi delle frazioni storiche, con specifica individuazione e specifica disciplina delle destinazioni d’uso e delle modalità di intervento sui singoli edifici e sulle aree libere. 9. Definizione le possibilità edificatorie delle dimore agricole e, più in generale, di tutti gli edifici in ambito agricolo non più adibiti ad uso agricolo (o che non sono mai stati adibiti a tale uso), e possibilità di ampliamenti o di cambi di destinazione d’uso. Le Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole del PGT detteranno particolari prescrizioni sui materiali da costruzione, che dovranno essere esclusivamente di tipo tradizionale.

Figura 161 Panorama da Cima Colletta: in fondo Cencerate e Barostro

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20. DIRETTIVE PER IL PIANO DEI SERVIZI

20.1. OBIETTIVI DEL PIANO DEI SERVIZI Il Piano dei Servizi è stato definito come lo strumento che non solo tradizionalmente “fa la somma” dei servizi esistenti, previsti, attuati e non attuati, ma deve legare lo sviluppo del territorio al benessere dei cittadini ed al sistema dei servizi pubblici e privati. Il Documento di Piano ha operato scelte di carattere urbanistico importanti per il potenziamento del sistema dei servizi, anche se l’attuale congiuntura economica rende difficile qualsiasi ipotesi di nuovi grandi investimenti nel campo delle infrastrutture. Ma v’è di più: qualunque nuova attrezzatura prevista rischia di essere considerata “superflua” in rapporto alla grave situazione economica italiana e mondiale. Il Piano dei Servizi, pertanto, dovrà perseguire i seguenti obiettivi, con valore di prescrizione anche per gli ambiti di trasformazione inseriti all’interno del Documento di Piano: 1. raggiungimento di un equilibrio territoriale tra insediamenti, bisogni e servizi; 2. realizzazione di edilizia bioclimatica, perseguimento del risparmio energetico ed in generale delle risorse territoriali; 3. definizione di aree all’interno degli ambiti di trasformazione destinate a dotazione di servizi, in una quota minima stabilita a seconda della destinazione d’uso prevista, da reperire in loco o monetizzare parzialmente 20.2. INDIRIZZI PER IL PIANO DEI SERVIZI Il Documento di Piano affida al Piano dei Servizi, nel quadro delle finalità attribuitegli dalla LR 12/2005, il compito di: a) recepire le aree per servizi ed infrastrutture individuate all'interno degli ambiti di trasformazione; b) precisare le azioni da intraprendere per la qualificazione del sistema degli spazi pubblici nelle aree della città consolidata, individuate nella tavola dal titolo: "Carta delle previsioni di Piano"; c) definire gli interventi necessari per l’attuazione della rete ecologica comunale REC nell’ambito del sistema rurale-paesistico-ambientale tenendo conto delle indicazioni del Documento di Piano. Il Piano dei Servizi ha inoltre il compito di: d) definire l’assetto conformativo dei suoli nel rispetto dei limiti e delle quantità delle presenti norme; e) indicare il sistema delle aree per servizi pubblici, di interesse pubblico o di interesse generale di livello comunale nella quantità necessaria per raggiungere il valore minimo indicato dalle presenti norme per le diverse destinazioni d’uso. f) definire le quantità minime parametriche di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico, nel caso di cambi di destinazione d’uso.

Figura 162 Panorama da Lama

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21. NORMATIVA DI PIANO

Il Documento di Piano è accompagnato da proprie disposizioni normative, rivolte principalmente ad indirizzare l'attuazione degli ambiti di trasformazione ed a regolare i rapporti fra i diversi documenti che compongono il PGT. Si rimanda dunque ai fascicoli “Schede per l’attuazione degli interventi negli ambiti di trasformazione” e “Norme tecniche di attuazione del Documento di Piano”. Una particolare attenzione è riservata alla tutela paesaggistica, cui sarà dedicato apposito capitolo delle norme.

Figura 163 La croce sulla vetta del monte Lesima Da Google Earth

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22. CAPACITA’ INSEDIATIVA E DIMENSIONAMENTO DEGLI AMBITI PRODUTTIVI DEL PGT

La capacità insediativa di PGT, il dimensionamento degli ambiti produttivi e degli ambiti commerciali di PGT sono indicati nel fascicolo:

VERIFICA DELLA CAPACITA’ INSEDIATIVA E DIMENSIONAMENTO DEL Fascicolo 18 PGT

La capacità insediativa residenziale di piano è risultata dalla somma delle capacità insediative di tutte le aree residenziali o parzialmente residenziali previste dal piano, stimate secondo i seguenti criteri. - Si assume come capacità insediativa il numero degli abitanti residenti, quali rilevati dai comuni al 31 dicembre del 2011, aumentato del numero di abitanti insediabili, in relazione alla possibilità di incremento del volume rispetto a quello esistente, risultante dagli interventi di trasformazione urbanistica consentita dal piano, compresi anche gli interventi di recupero urbanistico connessi a mutamenti della destinazione d'uso. - Si calcola il volume teorico in termini “virtuali”, moltiplicando la superficie lorda di pavimento per una altezza “media virtuale” di m 3,00. Si precisa che anche il rilievo dello stato di fatto è stato effettato con questo tipo di misurazione. - Il volume ammesso dal PGT è ottenuto moltiplicando la superficie dei lotti (liberi o edificati) per i rispettivi indici di edificabilità massima consentita. L’incremento di volume è ottenuto sottraendo al volume massimo consentito il volume esistente. - Il numero di abitanti insediabile in ogni ambito è ottenuto dividendo l’incremento di volume per i valori di volume pro capite (mc/abitante) previsti ed indicati nel fascicolo 6. I valori sono diversi a seconda dell’ambito interessato, e sono stati assunti in base ai valori medi rilevati per le diverse tipologie di ambito nel territorio comunale di piano.

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23. CONTENUTI DI TUTELA PAESAGGISTICA DEL DDP

23.1. PIANO DEL PAESAGGIO: QUADRO DI RIFERIMENTO Al piano urbanistico comunale viene attribuito un particolare valore conclusivo del processo di costruzione del complessivo sistema di tutela del Codice dei Beni Culturali (D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42), assunto anche dalla l.r. 12/2005 e dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR) che, come si è detto, fa parte integrante del Piano Territoriale Regionale della Lombardia (PTR). Si assume la definizione di “paesaggio” contenuta nell’articolo 131 del codice dei beni culturali: «Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni.» 23.2. LA TUTELA DEL PAESAGGIO NEI DOCUMENTI DEL PGT DI BRALLO DI PREGOLA Il tema del paesaggio, nel territorio di Brallo di Pregola, è stato affrontato dal Documento di Piano nei seguenti elaborati:

Fascicolo 6 PAESAGGIO E RAPPORTO CON IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Tavola 12 Carta del paesaggio scale varie

Il fascicolo sul paesaggio, oltre al rapporto tra il PGT ed il Piano Paesaggistico Regionale del PTR, affronta i seguenti argomenti, con particolare riferimento alle indicazioni regionali contenute nell’allegato “Contenuti paesaggistici del P.G.T.” della DGR 29 dicembre 2005, n. 1681 “Modalità per la pianificazione comunale”: A) IL PIANO DEL PAESAGGIO SECONDO LE “MODALITÀ PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE” • IL QUADRO CONOSCITIVO - FASE 1: RICOGNITIVA (ART 8 COMMA 1 LETTERA B) - FASE 2: VALUTATIVA (GIUDIZIO DI RILEVANZA E GIUDIZIO DI INTEGRITÀ) • LETTURA INTERPRETATIVA DEL PAESAGGIO • COSTRUZIONE DELLA CARTA DELLA SENSIBILITÀ PAESAGGISTICA DEI LUOGHI B) ELEMENTI STORICI DEL PAESAGGIO NEL CONTESTO TERRITORIALE • I NUCLEI STORICI • LA CARTOGRAFIA STORICA • LA VIABILITÀ STORICA C) LE SCELTE DEL PIANO DEL PAESAGGIO DEL PGT • IL PAESAGGIO NEL DOCUMENTO DI PIANO - strategia paesaggistica del DDP - valutazione delle possibili ricadute paesaggistiche - valutazione dei rischi, delle potenzialità e delle opportunità paesaggistiche - caratteri paesaggistici qualificanti del PGT - obiettivi di qualità paesaggistica del DDP

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- piano delle regole - piano dei servizi • RIFERIMENTI NORMATIVI - la struttura delle norme del piano paesaggistico regionale • VERIFICA DEL RECEPIMENTO DEL PPR NEL PGT - indicazioni normative del PPR - prescrizioni del PPR - indirizzi del PPR - inquadramento paesaggistico e descrizione dei caratteri connotativi del patrimonio locale - componenti del paesaggio fisico: - componenti del paesaggio naturale: - coltivazioni: - aree verdi - rete idrografica artificiale - nuclei di antica formazione - cascine storiche: - edifici storici - rete ferroviaria locale e sue attrezzature. - tracciati stradali storici e loro supporti (ponti, cippi, altre opere d’arte): - luoghi di episodi storici - strade panoramiche: - laghetti di cava - antenne per la telefonia mobile - OBIETTIVI DI TUTELA PAESAGGISTICA DEL DOCUMENTO DI PIANO - INDICAZIONI PER IL PIANO DEI SERVIZI E PER IL PIANO DELLE REGOLE • ALLEGATI: INDIRIZZI DI TUTELA DEL PTR - UNITÀ TIPOLOGICHE DI PAESAGGIO, ELEMENTI COSTITUTIVI E CARATTERI CONNOTATIVI - UNITÀ TIPOLOGICA: Pavese - INDIRIZZI UNITÀ TIPOLOGICA: Pavese. - STRUTTURE INSEDIATIVE E VALORI STORICO CULTURALI DEL PAESAGGIO - insediamenti e sedi antropiche - centri e nuclei storici - elementi di frangia - elementi del verde - presenze archeologiche - infrastrutture di rete, strade e punti panoramici - viabilità storica - luoghi della memoria storica e della leggenda - principali luoghi di culto e di devozione popolare.

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