B3 – Sistema Delle Risorse Naturali
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Unione dei Comuni Terre e Fiumi Aggiornamento: 10/2013 Adozione: Delibera di C.U. n. 45 del 28/11/2013 Controdeduzione: Delibera di C.U. n. 47 del 23/12/2014 Approvazione: Delibera di C.U. n. 42 del 29/09/2015 Ruolo Soggetto Firma Presidente: Nicola Rossi Segretario: Rossella Bartolini Responsabile Area Gestione Territorio: Silvia Trevisani Consulente Arch. Pietro Pigozzi responsabile tecnico: U.TE.CO. Soc. Coop. Sede c/o Casa della Cultura Protocollo Via del Lavoro, 2 - 44039 Tresigallo (FE) Via Mazzini, 47 - 44034 Copparo (FE) Tel. 0532/383111, int. 930 e 931 Sito WEB www.unioneterrefiumi.fe.it E-mail [email protected] PEC [email protected] Piano Strutturale Comunale Quadro Conoscitivo B – Matrice Ambientale B3 – Sistema delle Risorse Naturali Ruolo Soggetto Ente Presidente: Nicola Rossi Sindaco del Comune di Copparo Giunta: Dario Barbieri Sindaco del Comune di Tresigallo Marco Ferrari Sindaco del Comune di Formignana Antonio Giannini Sindaco del Comune di Ro Elisa Trombin Sindaco del Comune di Jolanda di Savoia Eric Zaghini Sindaco del Comune di Berra Pagina 1 Piano Strutturale Comunale Quadro Conoscitivo B – Matrice Ambientale B3 – Sistema delle Risorse Naturali Attività/Ruolo Soggetto Area/Ufficio o Studio Coordinatore Responsabile: Silvia Trevisani Area Gestione del Territorio/Ufficio di Piano Collaboratore: Roberto Bonora Consulente responsabile tecnico: Arch. Pietro Pigozzi U.TE.CO. Soc. Coop. Cartografia Responsabile: Anna Coraini Area Gestione del Territorio/Ufficio SIT Collaboratore: Giorgio Chiodi Collaborazioni/Studi Rete Ecologica: Prof. Carlo Blasi Università “La Sapienza” di Roma Dot. Riccardo Copiz Dot. Laura Zavattero Studio Geologico: Dot. Geol. Marco Condotta G.T.E. Geologia Tecnica Estense Dot. Geol. Roberta Luetti Synthesis s.r.l. Studio Archeologico: Dot. Xabier Gonzàlez Muro Pegaso Archeologia Dot. Stefania Soriani Gruppo Archeologico Ferrarese Dot. Cecilia Vallini Economista: Prof. Pasquale Persico Università degli Studi di Salerno VALSAT: Arch. Pietro Pigozzi U.TE.CO. Soc. Coop. Dot. Rita Benetti Arch. Francesco Vazzano Censimento edifici di valore culturale: Arch. Michele Ronconi Classificazione Acustica: Dot. Geol. Loris Venturini Geaprogetti s.a.s. Pagina 2 Piano Strutturale Comunale Quadro Conoscitivo B – Matrice Ambientale B3 – Sistema delle Risorse Naturali Paragrafo Titolo Pagina B.3.1. Acque sotterranee e superficiali 4 B.3.1.1. Normativa di riferimento e inquadramento territoriale 4 B.3.1.2. Acque superficiali 8 B.3.1.3. Sostanze pericolose: metalli e fitofarmaci 15 B.3.1.4. Acque sotterranee 18 B.3.1.5. Qualità delle acque superficiali e sotterranee 22 B.3.2. Aria e clima 63 B.3.2.1. Normativa di riferimento e inquadramento territoriale 63 B.3.2.2. Analisi meteoclimatica 65 B.3.2.3. Qualità dell’aria 76 B.3.2.4. Campi elettromagnetici 105 B.3.3. Suolo 144 B.3.3.1. Normativa di riferimento e inquadramento territoriale 144 B.3.3.2. Analisi dello stato del suolo 148 B.3.3.3. Microinquinanti nei suoli superficiali della provincia di Ferrara 178 B.3.3.4. Salinità del suolo 188 Pagina 3 Piano Strutturale Comunale Quadro Conoscitivo B – Matrice Ambientale B3 – Sistema delle Risorse Naturali B.3.1. Acque sotterranee e superficiali Fonte: sito Autorità di Bacino del fiume Po, Annuario regionale dei dati ambientali 2010 pubblicato da ARPA Emilia Romagna, progetto di Piano Provinciale di Tutela delle Acque di Ferrara. B.3.1.1. Normativa di riferimento e inquadramento territoriale Il contesto nazionale e regionale. La Direttiva Quadro sulle Acque (Direttiva 2000/60/CE) ha l’obiettivo di istituire in Europa un quadro per la protezione delle acque al fine di ridurre l’inquinamento, impedire un ulteriore deterioramento e migliorare l’ambiente acquatico, promuovere un utilizzo idrico sostenibile e contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità. La Direttiva prevede che, entro il 2015, gli Stati membri debbano raggiungere un buono stato ambientale per tutti i corpi idrici e individua il Piano di Gestione come lo strumento conoscitivo, strategico e operativo attraverso cui gli Stati devono applicare i suoi contenuti a livello locale. La normativa allora vigente in Italia (DLgs 152/1999) prevedeva per le acque superficiali dei corpi idrici significativi che gli obiettivi da raggiungere o mantenere erano “buono”, entro dicembre 2016, e “sufficiente”, quale obiettivo intermedio al 2008. Per le acque superficiali con il DLgs 152/99 si definiva uno stato ecologico (SECA) e uno stato ambientale (SACA), valutando quindi sia il livello dei parametri base e dei nutrienti (i macrodescrittori) integrati con la valutazione dell’Indice Biotico Esteso (IBE), sia la presenza di inquinanti chimici che alterano lo stato ambientale. Per le acque sotterranee si definiva uno stato ambientale derivante dall’integrazione dello stato quantitativo della risorsa e dello stato chimico, distinguendo per quest’ultimo se la scarsa qualità è determinata da condizioni naturali o da pressioni antropiche. Il nuovo DLgs 3 aprile 2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale” (che ha abrogato il DLgs 152/1999), e s. m. i., ha recepito la Direttiva Europea 2000/60/CE, ha suddiviso il territorio nazionale in Distretti idrografici (tra questi il distretto idrografico padano) e ha previsto per ogni Distretto la redazione di un Piano di Gestione, attribuendone la competenza alle Autorità di Distretto idrografico. In attesa della piena operatività dei distretti idrografici, la Legge 27 febbraio 2009, n. 13 recante “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente” ha previsto che l’adozione dei Piani di gestione di cui all’art. 13 della Direttiva 2000/60/CE sia effettuata dai Comitati Istituzionali delle Autorità di Bacino di rilievo nazionale, sulla base degli atti e dei pareri disponibili, entro e non oltre il 22 dicembre 2009. L’articolo 8, comma 1, del D.L. 194/2009 ha differito al 28 febbraio 2010 il termine per l’adozione dei Piani di Gestione. Nel distretto idrografico del fiume Po, le attività previste sono realizzate insieme al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), alle Regioni del distretto e alla Provincia Autonoma di Trento. Il punto di partenza del processo di elaborazione del Piano è costituito dagli strumenti di pianificazione vigenti a livello distrettuale e sub distrettuale: in particolare i Piani di Tutela delle Acque regionali per quanto riguarda la tutela e gestione della risorsa idrica e il Piano per l’Assetto Idrogeologico per quanto riguarda gli aspetti di gestione del rischio alluvionale e di tutela dell’ambito fluviale, di cui si tratta nei Paragrafi D.1.7. e D.1.8 della Matrice della Pianificazione del presente PSC. Pagina 4 Piano Strutturale Comunale Quadro Conoscitivo B – Matrice Ambientale B3 – Sistema delle Risorse Naturali Come previsto dalla Direttiva 2000/60/CE l’elaborazione, l’aggiornamento e la revisione del Piano sono, inoltre, condotte con il più ampio coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate. In data 24 febbraio 2010, il Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del fiume Po ha adottato il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po - PdGPo, che sarà successivamente approvato con D.P.C.M. Il contesto locale. l Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia Romagna prevede che ogni Provincia adegui il proprio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) alla pianificazione regionale in materia di risorse idriche, attraverso l'adozione di un Piano Provinciale di Tutela delle Acque. Il PPTA costituisce dunque Piano stralcio del PTCP ed, essendo uno strumento di pianificazione, segue le disposizioni normative della LR 20/2000. La Provincia di Ferrara ha voluto avviare (con l'incontro pubblico del 22/11/2010) una fase di partecipazione ancora prima della definizione del Documento Preliminare e degli altri documenti della Proposta di Piano - da sottoporre alla Conferenza di Pianificazione - per far sì che anche i primi contenuti siano elaborati in modo partecipato e condiviso, e che nessuna decisione sul Piano sia stabilita a priori. Per questo è in via di definizione un calendario di incontri pubblici (che si svolgeranno nei prossimi mesi) nel corso dei quali saranno presentati gli elementi salienti del Quadro Conoscitivo, con l’obiettivo di stimolare la discussione e soprattutto di raccogliere proposte di azioni per tutelare la risorsa idrica. Proprio all’interno della bozza di Quadro Conoscitivo, pubblicata sul sito provinciale, vengono descritte le caratteristiche del sottobacino di riferimento, quello di Burana – Po di Volano, che occupa tutto il territorio provinciale di Ferrara, oltre ad alcuni territori delle province di Bologna, Mantova, Modena e Revenna, e che di seguito si riportano: L’estensione totale del bacino è di 324.000 ha, tutti in pianura; di questi, oltre 130.000 ha, sono situati a quota inferiore al livello del mare (aree in azzurro blu nella figura di seguito riportata); le pendenze sono generalmente minime spesso inferiori allo 0,05 per mille. Pagina 5 Piano Strutturale Comunale Quadro Conoscitivo B – Matrice Ambientale B3 – Sistema delle Risorse Naturali L’esame dell’altimetria rivela attraverso il disegno delle isoipse ad equidistanza di 1 m, l’andamento dei paleoalvei, la posizione delle rotte fluviali , la colmata delle valli e la successione delle linee di costa. Un tempo caratterizzato dal predominio delle valli e paludi, il territorio del bacino Burana – Volano è oggi interamente soggetto alla bonifica;