Memoria Storica Sulla Tragedia Italiana

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Memoria Storica Sulla Tragedia Italiana I B [W ?J L R.AR\ OF 1 TUE UNIVERSITY E3 C *I OF ^wl ÉHBì| ILLlXOISJiJ mS^^m^^ 9rs8 O^^^JÈBm Ifrom th: library or @NP ANT°NP CAVAGNA SM-GVEAM1)1 G\ALDANA A l M l l L 2 LAM B R. G\ARDO PVKCHA SID 192] 1 1 850.92 V*15hlb Digitized by the Internet Archive in 2012 with funding from University of Illinois Urbana-Champaign http://archive.org/details/memoriastoricasuOOwalk MEMORIA STORICA SULLA TRAGEDIA ITALIANA DI GIUSEPPE COOPER-WALKER INGLESE VERSIONE ITALIANA i„ : . I ! BRESCIA '• V PER NICOLÒ BETTONI fu : MDCCCXl i yy ish TÈ MEMORIA STORICA SULLA TRAGEDIA ITALIANA DAI PRIMI SUOI TEMPI SINO AI PRESENTI CON ESEMPI ED ANALISI DELLE PIÙ CELEBRI TRAGEDIE CON OSSERVAZIONI SUGL' ITALIANI TEATRI E CON BIOGRAFICHE NOTIZIE SOPRA I PRINCIPALI SCRITTORI TRAGICI DELL' ITALIA DI GIUSEPPE COOPER-WALKER INGLESE FRA GLI ARCADI ROMANI EUBANTE TIRINZIO DAL TESTO ORIGINALE INGLESE FEDELMENTE RECATA IN ITALIANO CON GIUNTA DI ALCUNE NOTE ' DA BARTOLOMMEO BENINCASA 545254 IL TRADUTTORE JL/ue aspetti, che danno a quest'Opera un vero non lieve pregio per gV Italiani , lianno determinato un Ita- liano ad intraprenderne la traduzione. Il primo è l' esser essa l' accurato lavoro di un Inglese in materia di letteratura italiana , come in italiana storia son tali F opere di un altro celebre In- glese, Roscoe , autor della Vita di Lorenzo de' Me- dici , e di Leone X. Può riguardarsi quest' opera del Cooper-Walker , come un nuovo omaggio alla digni- tà italiana renduto da uomini del bello e del inerito illuminati conoscitori , che all' Italia estranei per ogni conto, pur ne hanno con particolare diligenza studiata la lingua , amati e celebrati i fasti : il che dev' essere oggetto di giustissima compiacenza per gì' Italiani , tra' quali non molte son l'opere di tale natura, che tanta laboriosità e favore presentino. L' altro motivo che può aver fatto trovare ben de- gno cotesto libro d' essere agi' Italiani amanti di patria erudizione comunicato , è che secondo il non raro co- stume degl' Inglesi , i quali spesso parte di loro ricchez- ze impiegano in letterarie imprese , F autor di questa , Cooper-Walker , unendo molto studio a vaste ricerche ed acquisti di libri rari e curiosi nel suo favorito ar- gomento , ha potuto arricchirlo di notizie nuove , e di non poche critiche emende. Il tempo il ed luogo non han dato agio al tradut- tore di far più e meglio che tradurre , aggiungendovi, del suo. Ma egli non ha potuto né voluto che limi- tarsi a poche ovvie correzioni: ed ha pensato, per consolarsi di non aver 1' fatto di più , che Italiano troverà piacere in quella bonaria familiarità, senza veruna importanza d'autore, con cui il Cooper-Walker parla al suo lettore , abbandonandosi a tutta quella spontanea sconnessione d' idee e mescolanza di stile che alla sola conversazione appartengono : e potrà pur di- lettare una certa sua poetica vivacità d' espressioni , effetto in lui di un ingenuo e facondo sentimento. Quindi non si voluto è alterar troppo il testo lette- rale onde , conservasse dell'esotica aria sua quanto basta per rendere men comune il modo in argomento di per se stesso tanto comune e noto. Molto meno poi si voluto è metter penna ne' giudizj suoi, dei quali la stranezza divertirà talvolta il lettore, ed ecciterà ri- flessioni sulle tanto agitate questioni intorno al bello assoluto e relativo, al sublime, al patetico, e simili, sempre oscuri metafisici argomenti. Le non molte e non lunghe note appiè di pagina in corsivo, indicate dall'asterisco * e dalle lettere ini- ziali N. B. sono del Traduttore , le sole che egli ha potuto apporre, trovandosi sfornito di libri. v • MEMORIA STORICA SULLA ITALIANA TRAGEDIA i INTRODUZIONE Oepolte giacquero le Bell'Arti sotto le maestose rovine del Romano Impero sino al principio del dodicesimo seco- lo. Invitate, confortate dalla voce amabile della pace, né più temendo le armi devastatrici , osarono avventurarsi a rialzare la fronte. Quelle umane facoltà che hanno per oggetto bellezza ed eleganza, cominciarono a svolgersi; poco stettero a far tentativi , e i lor primi sforzi diressero alle drammatiche composizioni. Il Vasari descrive quello di una drammatica rappresentazione sin dall'anno 1304. in Firen- ze (i) : ma né il Crescimbeni , né il Tiraboschi vogliono (i) Vite dei Pittori tom. i. pag. 385. Questa rappresenta- zione , in cui troviamo gli spettatori imbarcati per andarsene all' ardente golfo d' Inferno , ci "vien descritta minutamente 1 dall Ammirato , di cui credo bene riportar qui le parole. » Mentre , secondo l" usanza delle feste die si solevano h celebrare a Kaleude di Maggio , quelli di Borgo di San Friano x . altro vi sono dello bellezze, e tra queste riconosce" il Si- gnorelli una viva pittura delle umane passioni. Ma in un in cui non era certamente tempo , come il secolo XIV. considerabile la porzione della gente illuminata, le indu- delinear le passioni . strie del Mussato , per muovere o non potevan essere generalmente sentite o gustate : perchè bellezze loro la lingua , di cui servivasi , nascondeva le agli occhi della moltitudine (a> Duravano ancora i misterj o le moralità, ora dal clero rappresentate, ora sotto la divertimenti sua direzione : e sole formavano i drammatici del popolo. Questi rozzi spettacoli ordinariamente eran di di terra muti , e le figure eran fatte di legno , cera , o Girolamo di matita , come la Conversion di San Paolo da grottescamente vestiti in diversi Genga (3) , o da uomini 1 caratteri. Disgustato il Magnifico Lorenzo dell assurdità 1 e polizia , egli di quest uso , mentre , per serbar quiete approvava quelle rappresentazioni che tanto gli dispiace- soggitigne « ma un cattivo originale non potea lare che una pm •> cattiva copia ». elessero (2) Osserva l'Aliate di Sade, che Dante e Petrarca usata di scrivere <« in lingua volgare, perchè la latina non più » nel conversare, era intesa soliamo dalla gente dotta: ed essi " volevano essere intesi da tutti". Tom. 1. p. 74. il Genga diinorava in (3) Riporta il Vasari , che mentre fece Valli, villaggio presso Urbino , « per non star in ozio, cavalli » di matita una Conversione di S. Paolo , con ligure e a»3. •/ assai ben grandi e con bellissime attitudini ». Tom. 5. p. Il Cecca famoso ingegner fiorentino , che mori nel 1499- , era , eccellente nel disegnare spettacoli di questa sorte. Ne <Tiiest uso è interamente cessato in Italia , e diversi esempj provano la tut- mia osservazione . Il presepio , che si rappresenta a Napoli del tora , altro non è che un mistero muto. Mostra la nascita •Salvatore con tutte le circostanze che 1" accompagnarono 5 vano , andava meditando e preparando la riforma del dram- ma italiano (i). Si presentò favorevole occasione di eseguire il suo piano , ed ei la colse. Nel 1488. Maddalena sua 1 •iiglia sposò Francesco Cibo , nipote d Innocenzo Vili. In vece delle solite mute rappresentazioni che davansi in fe- ste simili, egli diede un dramma intitolato S. Giovanni e S. Taolo , scritto, e dagli stessi figliuoli suoi recitato, nel suo palazzo di Firenze. Gli Eroi del dramma sono due Eunuchi del seguito della figlia di Costantino il grande , messi a morte da Giuliano Apostata, per essere Cristiani. Quella piccola composizione, fatta per edificare nel tempo stesso e divertire , è ripiena di morali e politici luminosi precetti. Ma lì non fermossi Lorenzo. Egli intimò la guer- ra ai demonj , agli angeli , ai santi , che infestavano da tanto tempo la scena italiana. « Tra i poemi ch'io pubbli- » co in line dell'opera, dice l'egregio suo biografo Roscoe» 3) talun si legge da cui parrà che Lorenzo abbia commesso » l'attentato di sostituire ai santi e a i martiri della Chiesa •» le greche e romane divinità (2) -, ma il geloso tempera- fi) Alludo allo spettacolo rappresentato nella Chiesa dello Spirito Sarto a Firenze , all' occasione della visita di Ga- leazzo Sforza, Duca di Milano, nel 1471. Stor. Fior. p. a~6\ ediz. j.55o (2) Vedi gli Amori di Venere e Marte , che spettano anche al genere delle mascherate , e trovansi aggiunti al secondo volume della più volte citata opera di Roscoe. L"1 oggetto principale di Lorenzo in quella piccola composizione sembra essere stato di correggere il reo disordine pur troppo tuttora assai comune in 1' Italia , infedeltà conjugale. Apollo , al momento di scoprir Marte e Venere in solazzo amoroso, esclama: Ingiuria è grande al letto romper fede : Non sia chi pecchi, e di', chi '1 saprà mai? Che "1 sol, le stelle, el Ciel, la Luna il vede. 6 mento della religione sembra aver ritardato per alcun tempo i progressi , che in questa parte della letteratura potevansi a buon diritto aspettare». Alcuni anni dopo la morte df Lorenzo, Bernardo Accolti fece un più deciso progressivo sforzo col suo dramma della Virginia , il cui argomento è tolto da una delle novelle del Boccaccio (i). Ma I" amabile autore in certo modo distrugge 1" oggetto istesso che sembra avere in mira, e gli si oppone: tal è il bel garbo con cui descrive il prepararsi di Venere a ricever 1' amante, e il lascivo calore che spiran gl'inviti della diva impaziente Marte, se oscure ancor ti paron Tore, Vienne al meo dolce ospizio ch'io l'aspetto: Vulcan non v" è che ci disturbi amore. Vien, ch'io t'invito nuda in mezo il letto, Non indugiar, eh' el tempo passa e vola, Coperto m' ho di fior vermigli il petto . (i) Fanno menzione onorevole dell' Accolti 1' Ariosto nel Furioso , cant. &6. ott. io e il Castiglione nel Cortig. pag. io. Ldiz. Lyon. i553. Questo dramma, a cui Roscoe attribuisce un effetto sì fortunato, fu la prima volta rappresentato a Siena, per le nozze di Antonio Spannocchi .
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