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Un doveroso ringraziamento al dott. Generoso Conforti, all'Arci Postiglione e a quanti con questi hanno collaborato. Senza il loro enorme lavoro non ci sarebbe stato il nostro piccolo opuscolo. Prefazione Il simbolo più rappresentativo delle vicende che hanno afflitto la storia della Fasana, è lo scudo scolpito ai lati dell’altare al Cardoneto: vi è uno scudo bipartito, con il fagiano sulla destra, ma sulla sinistra un braccio che impone uno scudo più piccolo, al cui interno si intravede, per la cura del tempo, San Michele. Esprime il senso dell’imposizione, provata dalla comunità ottatese, per aver dovuto accettare lo stemma del compromesso santangiolese. Spiega perché non si trova in paese alcuna riproduzione di questo, mentre la nostra Fasana è dappertutto, tranne dove dovrebbe essere. Impone alle nostre coscienze di porre finalmente rimedio. Nel 1781, al momento della dedicazione della parrocchiale a San Biagio, monsignor Zuccari, vescovo di Capaccio, fece collocare una epigrafe che, tra l’altro, risolse la secolare questione circa la primogenitura di Fasanella, con la frase: ecclesiam hanc () Phasanellae primogenitam, cuius insignia, honorificentissima haec optatensium possidet universitas()1. Atteso che Sant’Angelo, nullius dioecesis, non apparteneva alla stessa diocesi, ed inoltre nel 1443 era già censito, assieme a Fasanella, fra le terre del Principato Citra, e Bellosguardo fu fondato dopo il 1266. Ottati, il casale più antico, esibisce la Fasana sui suoi monumenti più vetusti, la parrocchiale e il convento. Proprio il capitello della prima colonna, nel chiostro del convento, reca lo scudo con il fagiano: la fattura della Fasana, la storia del convento, creato ampliando la struttura di un antichissimo ospedale, la diversità dei materiali utilizzati per i due piani del chiostro, ci invitano ad ipotizzare che questa sia la riproduzione più antica della Fasana, risalente addirittura alla fondazione di Ott ati. Per quanto riguarda la primogenitura di Fasanella numerosi si sono adoperati, e ancora lo fanno, ad esprimere la loro opinione in libri e libelli, fra i tanti i maggiori: Lucido Di Stefano, nel 1781, e Ferdinando Ughelli, nel 1659. Ughelli e Di Stefano, nell’intento di supportare ad ogni costo tesi incomprensibili, incorrono in svariate contraddizioni, e vedono 1 Questa chiesa primogenita di Fasanella della quale le insegne, onorificentissime, questa università degli ottatesi possiede. smentite le loro argomentazioni temerarie dalle proprie affermazioni fondate su verifiche documentali. L’uomo sembra aver sviluppato un interesse a falsificare la storia non meno formidabile di quello di scoprirla. Delle diverse l’unica tesi plausibile è quella espressa dal parlamento dell’università di Ottati già nel 1556: Fasanella madre comune, e il titolo di baronia che spettava solo ed esclusivamente ad essa. Fasanella come un ulivo, di quelli più antichi, invece di morire si scinde, nella parte più interna del fusto rinsecchisce e si crepa ma nella parte esterna si sviluppa e germoglia: i nuovi ceppi procedono in maniera autonoma, non si può dire che siano estranei al fusto primigenio ma non si può dire che siano ancora quello: del tronco originario si riconosce ancora il principio. I luoghi della nostra valle attraverso i loro nomi ci raccontano un passato tanto remoto quanto denso di significati: Auso, Phasi, Phasis, Fasanella, Ottati, Corleto racchiudono in sé lo scorrere di eventi che hanno segnato non solo le nostre piccole comunità alburnine, ma i destini e le fortune dell’intera civiltà occidentale. La poetica Ausonia1, la mitica Colchide2: mito e realtà si confondono; il labile confine tra la storia e la leggenda si perde nella nebbia del tempo. Solo resta una traccia in un nome, in un simbolo, in un significato recondito che riporta alla mente fatti ed eventi. Antichi coloni greci, traendo ispirazione dal mito degli Argonauti, chiamarono Phasi il fiume che sgorga dalla risorgenza Auso, posta sul versante meridionale degli Alburni, nel territorio di Ottati. Lungo il corso del 1 Gli Ausoni (in greco antico: Αὔσονες) erano una delle più antiche popolazioni che abitavano la penisola italica, ausa = fonte. 2 La Colchide era nella mitologia greca la destinazione degli Argonauti. fiume, su un colle tra questo e il torrente Cellino, fu edificato un castello, per difendere il confine del territorio di Paestum con un sistema di torri, cui diedero lo stesso nome. Nel corso del tempo attorno al castello sorsero abitazioni e il nome mutò in Phasanella3. Il ritrovamento nel 1838, poco lontano, in località Bisconte, di un tumulo di larghi mattoni con vasi di creta pieni di monete greche d’argento, conferma l’antica presenza greca nella zona. Un fagiano è raffigurato su una delle monete. Il poeta Marziale4 dimostra che il fiume della Colchide prende il suo nome dall’abbondanza di fagiani, originari della regione. Nel medioevo Phasanella fu sede dell’omonima baronia, nel 1238 Pandolfo ne era il feudatario. Questi fu al servizio dell’imperatore Federico II, prima come podestà a Novara, poi come capitano generale della Toscana. Era l’epoca dei conflitti fra guelfi e ghibellini, Pandolfo, dopo il concilio di Lione e la deposizione dell’imperatore, fu di parte guelfa e aderì alla congiura ordita contro Federico. Fasanella 3 Istoria dell'origine, stato e fine della Baronia di Fasanella sita in Principato Citra, antica Lucania, G. Siribelli, Ottati 1846, a cura di G. Conforti, Postiglione 1993. 4 Istoria dell'origine, stato e fine della Baronia di Fasanella sita in Principato Citra, antica Lucania, op. cit.. Marziale, Epigrammata Lib. XIII. pagò caramente la fedeltà al Papa, le truppe imperiali la misero a sacco, distruggendo il castello e le mura, era il luglio del 1246. Pandolfo venne privato del feudo. Questo è uno dei momenti cruciali nella storia della valle: Fasanella comincia lentamente a decadere mentre i suoi casali si affacciano alla storia. Le origini di Ottati si fanno risalire attorno all’anno mille5, abitato da pastori provenienti da Fasanella per la sua particolare posizione topografica; l’insediamento originario era costituito, nella parte più antica, dalle case dei guardiani. Alla sua fondazione fu edificato un Ospedale6 col titolo della SS. Annunziata sotto la cura di un Rettore Ecclesiastico; questa struttura, adeguatamente ampliata, divenne nel 1480 il convento dei Domenicani. La Fasana, l’antica insegna di Ottati, 5 Don Raffaele Tardio e la parrocchia di San Biagio in Ottati, Generoso Conforti, Postiglione 1994 6 Don Raffaele Tardio e la parrocchia di San Biagio in Ottati, op. cit. Era una delle numerose Case di Santo Spirito, di origine antichissima, dipendente dai Frati Ospedalieri di Santo Spirito in Saxia di Roma. Portale della casa dei guardiani, vicolo Fasanella Anno 1178 adottata7 sin dalla sua origine, è scolpita sulla prima colonna del chiostro. Nella prima metà del 12008 i Benedettini eressero presso la Grotta di San Michele un monastero, il territorio donato9 alla Badia di Cava, godeva dello status di nullius dioecesis10, successivamente nelle vicinanze del monastero abitanti di Fasanella edificarono delle abitazioni, il casale venne denominato Sant’Angelo, perciò il suo emblema originario fu l’Arcangelo San Michele11. 7 Della valle di Fasanella nella Lucania, L. Di Stefano, Aquara 1781, Arci Postiglione 1994. Dapoiche Ottato poté bene dalla sua prima origine, come figlio di Fasanella, adottare la dilei Insegna. 8 Acta imperii inedita seculi XIII, E. Winkelmann, Innsbruck 1880, vol.I, p.225. n. 245. 9 Don Raffaele Tardio e la parrocchia di San Biagio in Ottati, op. cit. Nel 1134 Lampo di Fasanella dona la chiesa di San Nicola lo Frascio, con tutti i suoi beni, alla Badia di Cava. 10 Della valle di Fasanella nella Lucania, op.cit. La bolla di Alessandro III Som. Pont.. del 27 gennaio 1168 esenta dalla giurisdizione vescovile il monastero di Cava e le chiese sottoposte ad esso. Istoria dell'origine, stato e fine della Baronia di Fasanella, op. cit. la bolla del Papa Celestino III del 1191 dava al monastero di Castel San Lorenzo la superiorità su vari ritiri benedettini tra cui quello di San Nicola di Fasanella. 11 Della valle di Fasanella nella Lucania, op.cit. Il Liber Focorum Regni Neapolis12 nel 1443 riporta per il Principato Citra 127 terre, tra cui Fasanella cum casalibus sine Cornetum 222 fuochi, Sanctus Angelus de Fasanella cum casalibus 309 fuochi13. Sant’Angelo era già una terra, un’entità a sé stante. Nel 1266 dopo la battaglia di Benevento e la sconfitta delle truppe ghibelline di Manfredi, Pandolfo ottenne la restituzione del feudo. Nell’atto di reintegra nel possesso del feudo, Ottati venne censito per la prima volta, contava trenta fuochi , per un valore di III once. Pandolfo, riavuti i suoi feudi, fece fondare sul colle detto di Bellosguardo un casamento, Palazzo Vecchio, e ciò fu causa che molti di Fasanella ci fondarono delle case e la Chiesa parrocchiale col titolo di San Michele, anche perché Fasanella, dopo i danni sofferti da Federico II, aveva cominciato a mutare d’aspetto14. 12 Conservato in copia manoscritta presso la Biblioteca Civica Berio di Genova. 13 L’evoluzione storica della popolazione negli Alburni, Francesco Timpano, Il Postiglione a. VI n. 7, giugno 1994. 14Istoria dell'origine, stato e fine della Baronia di Fasanella sita in Principato Citra, antica Lucania, op. cit.. Notizie scritte da D. Vincenzo Fasano di Ottati, che si conservano da d. di Stefano di Aquara. REINTEGRA NEL POSSESSO DELLA BARONIA DI PANDOLFO FASANELLA (1266) Istoria dell'origine, stato e fine della Baronia di Fasanella sita in Principato Citra, antica Lucania, G. Siribelli, Ottati 1846, a cura di G. Conforti, Postiglione 1993 La Baronia venne assegnata a Tommaso Sanseverino nel 1291 alla morte di Pandolfo, privo di eredi. Armi della famiglia Fasanella erano un Fasano d’argento in campo azzurro. Il bianco (argento) e l’azzurro sono colori guelfi, simboleggiano la fedeltà al Papa nelle secolari lotte fra il papato e l’impero germanico. L’esodo degli abitanti da Fasanella fu un processo graduale e si diresse verso i vicini casali di Ottati, Ottatello, Sant’Angelo e Bellosguardo.