Regione Autonoma della Sardegna Committente: DI Assessorato dei Lavori Pubblici

Comune di San Gavino Monreale Responsabile del procedimento Dott. Ing. Alessandra Piras Provincia del Medio Campidano

REGIMAZIONE IMPLUVI NELL'ABITATO DI S.GAVINO MONREALE OPERE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO SUL RIO PARDU

APPALTO DEL SERVIZIO DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI

I TECNICI:

Dott. Ing. Marcello Angius (Capogruppo RTP) ALLEGATO ALL. 1.1 SCALA

Dott. Ing. Luigino Medda (Mandante RTP) Relazione Tecnica Generale

Ed. Data Descrizione Dis. Contr. Appr.

INDICE

1 PREMESSA ...... 2

2 INDIVIDUAZIONE DELL'AREA DI INTERVENTO ...... 2

3 DESCRIZIONE DEI LAVORI DA REALIZZARE ...... 4

3.1 GENERALITÀ ...... 4

3.2 CARATTERISTICHE DELLE OPERE DA REALIZZARE ...... 4

4 ZONE INTERESSATE DALLE ATTIVITA' DI BONIFICA BELLICA ...... 8

5 CENNI SULLA NATURA GEOLOGICA DEL TERRENO ...... 9

5.1 CARATTERISTICHE GEOLITOLOGICHE ...... 9

5.2 CARATTERISTICHE GEOPEDOLOGICHE ...... 10

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1 PREMESSA

La presente relazione riguarda l'appalto di servizi di bonifica da ordigni bellici per l'area interessata dai lavori di sistemazione idraulica del Rio Pardu in agro del Comune di San Gavino Monreale.

2 INDIVIDUAZIONE DELL'AREA DI INTERVENTO

L'area in esame, che comprende il settore posto a Nord dell'abitato di San Gavino Monreale, è localizzata nella Sardegna centro-meridionale e con riferimento alla toponomastica regionale, nell'Alto Campidano. Essa è individuabile nella Carta Topografica d'Italia in scala 1:25.000 (serie 25 edizione 1 IGMI), Foglio n° 547 sez. IV (San Gavino Monreale), e nella Carta Tecnica Regionale Numerica, in scala 1:10.000 Sezione 547020 - San Gavino Monreale Nord.

FIGURA 1 - Inserimento opere su cartografia CTR

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FIGURA 2 - Inserimento opere su Ortofoto

3 3 DESCRIZIONE DEI LAVORI DA REALIZZARE

3.1 Generalità

La soluzione di progetto prevede di realizzare un canale che impedisca al deflusso raccolto principalmente dal rio Pardu e dal rio S’Arrideli di confluire verso l’area urbana in occasione di eventi meteorici particolarmente intensi. In sintesi l'intervento consiste nella realizzazione di un nuovo canale di gronda al fine di proteggere la porzione di abitato di San Gavino Monreale che oggi è interessata dal percorso del Rio Pardu.

3.2 Caratteristiche delle opere da realizzare

Come si evince dai dettagli riportati nelle tavole di progetto è stata individuata un’unica livelletta per il canale in progetto. La sezione trasversale del canale sarà del tipo doppio trapezia con savanella avente base minore di 2.00 m, base maggiore di 2.90 m e altezza di 30 cm. La golena ha una larghezza di 10 m e le sponde avranno una scarpa con pendenza del 3 su 2.

FIGURA 3 - Sezione tipo alveo in terra senza argini

In alcuni tratti sono stati previsti rilevati arginali che avranno un’altezza variabile fra qualche decina di centimetri e 2 m. Tali argini dovranno garantire il deflusso delle piene duecentanarie con il franco idraulico minimo previsto dalle norme (pari nel caso in argomento a 1.11 m). Tali rilevati potranno essere realizzati con la terra proveniente dagli scavi, opportunamente vagliata e selezionata.

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FIGURA 4 - Sezione tipo alveo in terra con argini

In corrispondenza delle quattro intersezioni stradali relative al prolungamento della via Roma, della via Giovanni Pascoli, della via Oristano e della strada provinciale per dovranno essere previsti altrettanti attraversamenti (ponti) aventi luce netta variabile da 16 a 22 m. Gli attraversamenti saranno realizzati con travi prefabbricate con profilo a “V”. In corrispondenza dei citati ponti è stata prevista la realizzazione di una protezione antierosione costituita da massi ciclopici così (come richiesto dall’ufficio SAVI della RAS con la D.G.R. n. 30/43 del 12/07/2011).

FIGURA 5 - Sezione ponte sul prolungamento della via Roma

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FIGURA 6 - Sezione ponte sulla strada comunale via Pascoli

FIGURA 7 - Sezione ponte sulla strada comunale via Oristano

FIGURA 8 - Sezione ponte sulla strada provinciale San Gavino-Pabillonis

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Nella configurazione finale l’opera dovrà essere realizzata secondo i criteri dell’ingegneria naturalistica, con riguardo particolare per:  piantumazione con talee di essenze arbustive autoctone;  rinverdimento delle sponde con biostuoia e idrosemina;  realizzazione delle fasce tampone vegetate;  realizzazione degli stradelli ai lati dell’alveo.

Tali opere di mitigazione ambientale, insieme alla realizzazione di due ulteriori ponti su strade comunali, dovranno comunque essere rimandate a successivi lotti di intervento a causa della limitazione del finanziamento disponibile.

Nel presente progetto di primo stralcio l’intervento si limiterà alla realizzazione delle seguenti opere:  pulizia del tratto di alveo interessato dall’intervento;  scavo di sbancamento per formazione della sezione del canale;  realizzazione di soglie sul fondo alveo con gabbioni in pietrame;  realizzazione, in corrispondenza dei nuovi attraversamenti, della protezione del fondo dell’alveo con la messa in opera di massi ciclopici sciolti;  realizzazione di rilevati arginali;  realizzazione di attraversamenti stradali (nel progetto è stata prevista la realizzazione di quattro attraversamenti rispetto ai sei totali necessari, i rimanenti due verranno realizzati a seguito di ulteriori finanziamenti);  opere concernenti la viabilità interpoderale;  opere concernenti le infrastrutture aeree e interrate esistenti con attraversamenti in subalveo.

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4 ZONE INTERESSATE DALLE ATTIVITA' DI BONIFICA BELLICA

Il tracciato individuato per la costruzione del nuovo canale comporterà, in funzione della livelletta di progetto da ottenere, la realizzazione di parti in scavo ed alcune parti in rilevato con la realizzazione di argini. Le profondità di scavo massime da raggiungere per la realizzazione del nuovo canale sono di circa 4 metri. Per quanto di interesse nel presente progetto di bonifica da ordigni bellici, sono state individuate le zone interessate da operazioni di scavo. Nelle tavole 4.1, 4.2 e 4.3 sono state indicate, differenziandole per colorazione: 1. nella Tav 4.1 le aree totali interessate da bonifica da ordigni bellici di tipo "superficiale", che sono pari a 39.790 mq; 2. nella Tav 4.2 e 4.3 le aree totali interessate da bonifica da ordigni bellici di tipo "profonda". Le aree di cui al punto 2 sono state (nelle tavole 4.2 e 4.3) ulteriormente suddivise in due sottoaree: - la prima sottoarea, pari a 39.790 mq, essendo interessata da profondità di scavo inferiori a -3 m, sarà oggetto di bonifica profonda sino alla profondità di 300 cm; - la seconda sottoarea, essendo interessata da profondità di scavo superiori a 3m e inferiori a 5m, comporterà l'esecuzione di 226 perforazioni progressive di altezza pari a 200 cm (così come previsto dalla " GEN-BST-001-Direttiva tecnica sulla Bonifica Bellica Sistematica Terrestre" approvata in data 23/05/2017 dal Ministero della Difesa).

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5 CENNI SULLA NATURA GEOLOGICA DEL TERRENO

Per maggiori dettagli si rimanda alla consultazione della relazione geologica allegata al presente progetto (All 1.2).

5.1 Caratteristiche Geolitologiche

La geologia della zona considerata è abbastanza semplice dal punto di vista stratigrafico e strutturale. La successione dei terreni è infatti costituita da sedimenti per lo più quaternari sovrapposti ad elementi terziari che però non si rinvengono se non a notevole profondità oppure nel margine collinare posto nella parte apicale del bacino (Formazione della Marmilla). Da un punto di vista geologico generale e con riferimento alla cartografia e legende ufficiali, si osserva che dal basso verso l’alto la successione geologica può essere così distinta: • FORMAZIONE DELLA MARMILLA. Marne siltose alternate a livelli arenacei da mediamente grossolani a fini, talvolta con materiale vulcanico rimaneggiato. AQUITANIANO - BURDIGALIANO INF. Affiorano in un piccolo lembo di terra posto a ridosso di Cuccuru Casu poco prima del confine con il territorio di e si sviluppano sul bordo del terrazzo antico reinciso su una fascia disposta in direzione NE-SW e sul fondo del Canale di Cuccuru Casu. • Litofacies nel Subsintema di (SINTEMA DI PORTOVESME). Ghiaie alluvionali terrazzate da medie a grossolane, con subordinate sabbie. I ciottoli sono di natura marnoso-arenacea o di vulcanite dell’apparato vulcanico di Sardara o addirittura paleozoici. PLEISTOCENE SUP. Tali litofacies si appoggiano al substrato oligomiocenico della Formazione della Marmilla. Affiorano distintamente nella parte apicale del bacino idrografico a Est di Cuccuru Casu in località Terra Perdu Podda e sulle sponde del canale di Cuccuru Casu • Depositi alluvionali terrazzati. Ghiaie con subordinate sabbie. Sono presenti in maniera subordinata ciottoli prevalentemente marnoso-arenacei. OLOCENE. • Depositi alluvionali terrazzati. Sabbie con subordinati limi ed argille. OLOCENE • Depositi alluvionali terrazzati. Limi ed argille. OLOCENE. Su tali depositi si sviluppa gran parte dell’abitato di San Gavino M. • Depositi alluvionali. Ghiaie da grossolane a medie. OLOCENE La successione del comparto può essere meglio definita anche a seguito delle indagini geofisiche e geognostiche eseguite. In via generale si osserva uno strato superficiale di suolo sovrapposto a sequenze alluvionali sabbiose sino alla profondità di circa 4-5 metri dal pc, più diffusamente nel settore est del tratto proposto per la realizzazione del canale. Nel tratto Ovest, quindi oltre l’Ospedale, comincia a diminuire lo spessore delle sequenze

9 sabbiose superficiali (che mostrano una potenza di circa 2.0 metri) a vantaggio di quelle argillose e a tratti argillo sabbiose o sabbioso-argillose, intercalate nella sequenza per decine di metri. Nella zona posta in prossimità della Strada Provinciale per Pabillonis aumentano la presenza di sequenze sabbioso argillose legate agli apporti del corso d’acqua principale.

5.2 Caratteristiche Geopedologiche

I terreni oggetto di studio sono costituiti esclusivamente da alluvioni recenti e terrazzate. Su questi sedimenti si sono formati, generalmente, suoli potenti, con orizzonti pedologici distinti a medio-alta percentuale di minerali argillosi. In generale, il settore in studio si suddivide in diversi settori pedologici che sono riferibili alla diversa composizione e granulometria della roccia madre. Nelle alluvioni terrazzate del settore del bacino idrografico posto a monte dell’abitato e che si sviluppano in gran parte delle aree di bacino, sui depositi maggiormente grossolani rappresentati da ghiaie con subordinate sabbie, si sviluppano principalmente suoli ascrivibili ai Calcic e Petrocalcic Palexeralfs e Haploxeralfs, subordinatamente Xerofluvents che si estendono sempre su morfologie da subpianeggianti a pianeggianti. La tessitura di questi suoli è in genere variabile da franco sabbioso argillosa ad argillosa ma spesso si rinvengono concrezioni calcaree talvolta di spessore pari a – 2 metri. Lo scheletro è talora abbondante e la permeabilità tende ad essere moderata sino ad essere limitata laddove aumenta la frazione limo – argillosa che mantiene i clasti. Il drenaggio è quindi in genere lento e lo spessore come già detto a tratti elevato. Tali suoli occupano una superficie pari a circa il 50% del bacino idrografico di riferimento e la parte terminale della nuova area proposta per il canale a partire dalla via Oristano sino alla confluenza con il Rio Flumini Malu. Vaste aree del bacino (anche prossime all’area urbana) sono invece rappresentati da suoli che possono essere meglio classificati nell’ambito dei Vertic, Aquic e Mollic Xerofluvents, che si estendono lungo le depressioni (dove si sviluppano anche i principali compluvi) o in zone perfettamente pianeggianti. Questa tipologia di suolo si presenta con una tessitura da sabbioso-franco a franco-argillosi, il drenaggio è lento; localmente si osserva un eccesso di scheletro che va dai ciottoli alle sabbie grossolane sebbene sia la frazione limo-argillosa quella preponderante. La permeabilità dei suddetti suoli è in genere bassa. La superficie occupata da tale tipologia di suoli è di circa il 50% dell’intero bacino idrografico. Da quanto sopra descritto si può asserire che nel complesso i suoli in oggetto sono caratterizzati da un variabile contenuto argilloso, sono in genere poco permeabili e risentono del cambiamento stagionale. In particolare, durante la stagione estiva questi sono soggetti a forte disidratazione con formazione di fessure che interessano parte degli orizzonti del suolo, e un rigonfiamento durante la stagione delle piogge tipico dei Vertisuoli. Nei terreni incolti si nota che le fessure presenti nel suolo permangono anche durante il

10 periodo invernale, quando le piogge non sono abbondanti. Talvolta però la presenza di tale fessurazioni nel terreno permette la penetrazione delle acque meteoriche negli strati profondi, alimentando le falde più superficiali, che nel territorio in oggetto hanno una superficie piezometrica molto vicina al piano di campagna, talvolta anche affiorante.Tali suoli sono diffusi in via generale, in maniera particolare nel tratto iniziale e sino alla Via Oristano. La situazione evidenziata è stata comunque meglio analizzata a seguito dello scavo dei pozzetti e dei sondaggi geognostici eseguiti. Si osserva che quindi la variabilità è notevole anche in ambiti ristretti e che la concentrazione maggiore dei suoli carbonatici è comunque posta nelle aree dell’immediato intorno della Via Oristano.

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