ARMIDA Dramma Per Musica in Tre Atti
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Gioacchino Rossini ARMIDA Dramma per musica in tre atti Libretto di Giovanni Schmidt PERSONAGGI Goffredo duce dei Crociati tenore Rinaldo condottiero dei Crociati tenore Idraote mago re di Damasco basso Armida maga, nipote di Idraote soprano Gernando condottiero dei Crociati, norvegio tenore Eustazio fratello minore di Goffredo tenore Ubaldo Crociato tenore Carlo Crociato tedesco tenore Astarotte diavolo basso Coro di paladini, guerrieri, demoni, larve, soldati franchi, damasceni seguaci di Armida Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo 11 novembre 1817 1 Rossini: Armida - atto primo ATTO PRIMO (Campo di battaglia. In distanza la città di Gerusalemme) Scena I° (Le trombe annunziano la presenza del supremo duce, ed i Franchi, uscendo dalle rispettive tende, si schierano, facendogli i militari onori. Comparisce Goffredo dalla sua tenda, accompagnato da un numero di paladini primari) CORO DI PALADINI Donna real, piangente, Lieto, ridente oltre l’usato, Or di venirti al piede In oriente si mostra il dì. Aita ad implorar. PARTE DEL CORO GOFFREDO Forse la gloria, di pace allato, Venga. La tua vittoria previen così. (Eustazio parte) CORO Maggior conforto La tua vittoria previen così. Che in sollevare un core Assorto nel dolore, GOFFREDO Alma non può trovar. Ah! no: sia questo Di tregua il giorno; CORO DI PALADINI Dover funesto Suol di virtude in porto Si compirà. L’esempio tuo, signore, Arditi, all’ire Ogni anima guidar. Farem ritorno. Per or l’ardire Scena III° Ceda a pietà. (Preceduta e seguita da molti guerrieri, fra’ quali Eustazio, comparisce Armida sopra un cocchio, CORO DI PALADINI accompagnata da Idraote sotto spoglie di Arditi, all’ire privato, e da picciol seguito di Damasceni a Farem ritorno. Per or l’ardire cavallo. Ognuno le se affolla d’intorno) Ceda a pietà. CORO GENERALE Quell’astro mattutino, GOFFREDO Forier de’ rai del giorno, Di tanta luce adorno All’estinto Dudon le nostre cure. Funebre pompa all’onorata salma Del volto peregrino Oggi la tomba dia. Laudi, sospiri L’angelica possanza E tributo di pianto Ogni splendore avanza, Il sentier di virtude agli altri addita. (Armida scende, e guidata da Eustazio si presenta Scena II° a Goffredo). (Eustazio. I precedenti) ARMIDA EUSTAZIO Signor, tanto il tuo nome ovunque suona, Germano, a te richiede 1 Rossini: Armida - atto primo Avvien che desti in petto Il venerato segno, Sensi di maraviglia e di rispetto. E poi si pensi al tuo perduto regno. Del trono di Damasco in me l’erede. (fra sè) (Armida mostra di piangere, Idraote freme, Eustazio ed un numero di paladini danno segni di ramma- La cui sventura eccede Ogni più ria sventura. rico) (Forte) io ti presento. ARMIDA Il barbaro Idraote, Sventurata! or che mi resta Di sangue a me congiunto, il serto avito Se pietà non trovo in te? Non sol pensa involarmi, Della morte, più funesta Che insidia i giorni miei. È la vita omai per me. Se magnanimo sei, che tal ti credo, Quanto sei valoroso, GOFFREDO Da te sperar mi giova il mio riposo. Calma il duolo; per te spenta La speranza ancor non è. GOFFREDO La promessa mia rammenta: Principessa gentil, che far poss’io? Parla. Prendi in pegno la mia fé. ARMIDA IDRAOTE La tua pietade Io reclamo. Fra tanti, (fra sè) Che qui ti fan corona, eccelsi eroi, La desolata Armida Non tradirmi, amica speme; Dieci eletti campioni a te richiede. Non stancarti o mio furor. Questi a ripormi in sede Bastanti son. Fedele il popol mio, EUSTAZIO, CORO Attende solo chi l’inciti all’armi; (fra sè) E se avvien ch’io mi mostri di Damasco Non ha core chi non geme Con tal prodi alle mura, Al suo pianto, al suo dolor. Duce, la mia fortuna è appien sicura. aspetta la ARMIDA risposta di Goffredo) (Fra sè) Per me ognun sospira e geme IDRAOTE Preda omai d’un folle amor. (fra sé) Che dirà? (A Idraote) Vieni. EUSTAZIO (fra sè) EUSTAZIO Quella voce, i mesti accenti Dove? Penetran l’alma mia. ARMIDA GOFFREDO Ove mi guida (dopo aver pensato) Il rigor d’avversa stella. Reina, senti. EUSTAZIO In servigio del cielo, (ad Armida) Sangue e sudor da noi si spande. Rieda In libertà Sionne; su quel monte Ferma... Di nostra fede ondeggi 2 Rossini: Armida - atto primo IDRAOTE EUSTAZIO Ahi misera donzella! German, se togli al campo Breve drappel di noi, EUSTAZIO (a Goffredo) De’ Franchi al trionfar. All’oppugnate mura Deh! german, pietà d’Armida. Restino i duci eroi; Guerrier noi di ventura, CORO Possiam per lei pugnar. (a Goffredo) IDRAOTE Deh! pietà di lei, signor. Pietà, dover c’invita Gli oppressi a sollevar. GOFFREDO (fra sè) CORO Or che farò? Ceder dovrò? Gloria il sentier ci addita M’assisti, o ciel. Che noi dobbiam calcar. ARMIDA GOFFREDO Speme non ho, (dopo breve pausa) Regger non so... Cedo al comun desio: Fato crudel! Fian paghi i voti suoi. EUSTAZIO, IDRAOTE ARMIDA (fra sè) E sarà ver? Il suo martir, ARMIDA, EUSTAZIO, IDRAOTE Alma non ha. CORO ARMIDA Veder languir Per me propizio il fato, Infra’ sospir Rallenta il suo rigore. Real beltà... Ah! sì, questo mio core Comincia a respirar. EUSTAZIO, IDRAOTE, CORO (fra sè) TUTTI, FUORCHÉ GOFFREDO Oh crudeltà! Per te propizio il fato, Rallenta il suo rigore. Armida, il tuo bel core GOFFREDO Cominci a respirar. (fra sè) M’assisti, o ciel. GOFFREDO (fra sè) ARMIDA Un moto inusitato, un gelido timore, Fato crudel! Presagio di dolore, Mi sento in sen destar. CORO Signor, pietà. (Forte) Cedei, guerrieri, è ver; però voglio 3 Rossini: Armida - atto primo Che dalla vostra schiera ARMIDA Si elegga un successor del duce spento. (fra sè) Ei scelga a suo talento Fra voi dieci campioni. Il chiesto dono Ho vinto. Sappia ciascuno che si concede a lei Da’ vostri sì, non da’ consigli miei. (Accompagnata da Eustazio, Armida entra in delle principali tende con Idraote, col seguito de’ (Goffredo parte con seguito di guerrieri, e le schiere Damasceni e con parecchi paladini) si ritirano. Frattanto un numero di paladini va con Eustazio in disparte e parlano alquanto fra EUSTAZIO loro). Compagni, al suon di più festose grida Si proclami Rinaldo. Scena IV° (Parte col rimanente de’ paladini) (Eustazio, Armida, Idraote, paladini, ecc. Ger- nando) Scena V° (Gernando) EUSTAZIO (avanzandosi) GERNANDO Opportuna è la scelta: Successor di Dudon Rinaldo sia. Come! a Dudon costui succede? Il grado, GERNANDO (fra sè) Che tanto a te sovrasti?... Ah! non sia mai. Rinaldo!... Il vero ascolto?... Oh rabbia! Per questa spada il giuro; Alma di gloria accesa ARMIDA L’ire frenar non sa. (Fra sè) E questi son gli allori Dovuti a’ miei sudori? Oh nome! Ahi quale, avverso il fato, Caro nome e fatal! Cruda mercé mi da! IDRAOTE VOCI IN DISTANZA (sotto voce ad Armida) Viva Rinaldo!... Questi è l’oggetto In cui, prima d’ogni altro, oggi vorrei, GERNANDO Per antico desio, Sbramar lo sdegno. Decisa è la mia sorte. ARMIDA VOCI COME SOPRA (fra sè) ... L’eroe ch’egual non ha! Questi è l’idol mio. GERNANDO Oh duol ch’egual non ha! EUSTAZIO Fiero destin tiranno! Real donzella, il campo A te per or serva d’asilo. Accinto ALTRE VOCI Viva Rinaldo, il forte. Splendor di nostra età. 4 Rossini: Armida - atto primo GERNANDO (forte) Ah! tutti v’unite, Deh! vanne... Miei sdegni, in quest’alma, Che, priva di speme, (fra sè) La calma perdé. Miei sdegni, venite: Ove son io! Vi bramo con me. (forte) (Parte) Spera... chi sa?... Scena VI° IDRAOTE (Idraote, Armida) Figlia diletta, addio. IDRAOTE (Parte dal campo). Sorte ci arride. Ove celata stasi Scena VII° (Rinaldo, Armida) Dell’Asia la vendetta a che non posso Compiere appien! RINALDO Principessa, sei tu! Nel rivederti ARMIDA Fra’ lacci, I tuoi disastri intesi, e il cor ne geme. Dieci non sol, ma cento Ah! perché mai non cadde Fia che portino il piè. Nutre ciascuno, Sionne ancor! Forse al rapito soglio D’appianarti la strada Nell’anelante petto Saria l’onor concesso a questa spada. Di seguirmi il desir. Ma sdegnosa mi guardi, e non rispondi? IDRAOTE ARMIDA Ma di Rinaldo... Nello stato in cui sono, Opre, non vani detti, a me fan d’uopo. ARMIDA Oh quanto è mai diverso Ah! Dal tuo questo mio cor! Barbari noi Chiama la vostra Europa; Ma barbaro non è colui che vita IDRAOTE Può dare a un’infelice, e non l’aia? Sospiri! perché? RINALDO ARMIDA Senti: l’altrui favore Facil ti credi Duce mi vuol di prode schiera... Quell’anima domar? Vedi, IDRAOTE La miglior preda Colpa non ho se fra’ seguaci tuoi... Fia che manchi a Idraote? ARMIDA ARMIDA Taci... non proseguir; schernirmi vuoi? Eccolo... RINALDO (Fra sè) Io schernirti? T’inganni. Oh come mi balza il cor! Dal dì che ti mirai, 5 Rossini: Armida - atto primo Rispetto e... RINALDO Amor... me trajo el amor. (fra sè) (fra sè) (quasi amor dicea) Possente nome! (forte) Come risuoni, oh come serbai. Su quel soave labbro, Nel mio dolente cor. (fra sè) ARMIDA Ah pur troppo l’adoro! Ti die natura in sorte, ARMIDA Recami pur la morte, Va’, spietato! RINALDO RINALDO Di che m’accusi? Armida... ARMIDA (fra sè) Fingi Oh ciel! Non comprender miei detti? o ti scordasti Quando in ermo sentiero ARMIDA Smarrito cavaliero, e in qual momento?... Che vuoi? RINALDO RINALDO Tutto, non dubitar, tutto rammento. Tua magica possanza Chiede il destin... Sottrasse i giorni miei De’ nemici al furor. ARMIDA Grata quest’alma, Che mai? Costante la memoria Ognor ne serberà. RINALDO Ch’io fugga i tuoi be’ rai: ARMIDA Dover mel comandò. Ma in cupo oblio ARMIDA Fuggirmi!... Eppur gli eroi Che la sua debolezza Sovente amor piagò. Ti fe’ palese.