FABRIZIO "Salvator mundi salva nos" BIFERALI La pala di Liberale da nella Cattedrale di S. Lorenzo a Viterbo

1. Una controversa attribu- Nel 1902, ribadendo poi il suo senza remore le due tavole viter- zione riconoscimento nel celebre testo bese e romana al pennello del Italian pictures of Renaissance maestro veronese, riaprendo al- La tavola centinata collocata (19321, Bernard Berenson assegna l'improvviso forti dubbi sulla pa- nella navata sinistra della Catte- la tavola viterbese, secondo lui di ternità delle due opere (7). drale di Viterbo, opera di ampie notevole memoria squarcionesca, Con Longhi, qualche anno più dimensioni (cm. 275x1801, con- alla mano di Girolamo da tardi, si schiereranno il Laclotte templa le figure di Cristo benedi- Cremona, verso il 1470 attivo a (De Giotto ù Bellini, Parigi 1956, cente, quattro santi alle sue spalle Siena, con Liberale da Verona, per p.601, il Del Bravo (Liberale a Sie- e, situato presso il piano limite del l'esecuzione di alcuni corali per il na, "Paragone", XI, n.129, settem- dipinto, un donatore a mani giun- Duomo (4). Grande credito a que- bre 1960, p.27), il Volpe (L'apice te di profilo verso sinistra; sul po- sta proposta ha attribuito nel 1950, espressionistico ferrarese di Li- dio sul quale insiste il Nazareno, in un importante articolo apparso berale da Verona, "Arte Antica e piuttosto in ombra, possiamo an- su "Bollettino d'Arten, Federico Moderna", nn.13-16, 1961, p.157) cora leggere la scritta elegante, in Zeri, che assegna a Girolamo da e 1'Eberhardt (Liberale da Verona, lettere capitali, "SALVATOR MUN- Cremona, sulla scorta di confronti in P.Brugnoli, Maestri della pittura DI SALVA NOS MCCCCLXXII". stilistici con alcune tavolette all'in- veronese, Verona 1974, p. 104), se- La pala, una sorta di luminosa circa coeve (Ratto di Elena al condo un filone critico che toc- meteora nel panorama abbastanza Museo di Le Havre, Ratto dEu- cherà, in anni molto più recenti, variegato della pittura viterbese ropa al Louvre, Partita di scacchi studiosi come il Tumidei (Liberale del tempo, ha alle spalle una vi- al Metropolitan Museum of Art di da Verona: un'aggiunta per gli

cenda attributiva a dir poco tor- New York), sia il dipinto di Viterbo anni senesi, "Nuovi Studi - Rivista tuosa, a tuttoggi decisamente irri- che quello, decisamente più debo- di Arte Antica e Moderna", I, n.2, solta. Tra i vari elenchi dei dipinti le ma senz'altro contemporaneo, 1996, p.6). Al partito di Berenson, esistenti nel Duomo viterbese stila- con la Madonna col bambino, invece, faranno ancora riferimento ti negli anni che vanno dal 1850 al Angeli e i Santi Benedetto e lo Strinati, che nel 1983 distingue 1861, particolare attenzione è po- Francesca Romana di S.Francesca due autori differenti per le tavole sta sulla tavola di "S. Giovanni Romana a Roma (5). Identica posi- di Viterbo e Roma, rispettivamente Battista", ovvero la nostra, attribui- zione critica, in data 1954, caratte- identificati con Girolamo da ta senza mezzi termini alla mano rizza il giudizio del Faldi sulla pa- Cremona e Liberale da Verona (8), di (1). Stessa im- la viterbese, restaurata nel 1946 al e più recentemente il Gottardi pegnativa attribuzione, con qual- pari del quadro romano succitato ( Viterbo. Guida storico-artistica, che maggiore cautela, propone (6). Risale al 1955, apparso sulla ri- Viterbo 1992, p.50) e il Quercioli nella sua breve guida di Viterbo vista "Paragone", l'articolo di (Viterbo, "Itinerari dei Musei, del 1894 lo studioso Cesare Pin- Roberto Longhi che confuta secca- Gallerie, Scavi e Monumenti zi(2), mentre al principio del mente le letture stilistiche prima di d'Italian, a cura dell'Istituto Poli- Novecento, evidentemente non Berenson quindi di Zeri; relegan- grafico e Zecca dello Stato - Libre- ancora a conoscenza dell'autore- do la personalità di Girolamo da ria dello Stato, n.45, Roma 1997, vole parere del Berenson, il Cremona - i cui dipinti, secondo il p.28), mentre voce isolata, direi Carosi, altro studioso di Viterbo, critico piemontese, avrebbero l'a- quantomeno discutibile, risulta nel sottolinea come la pala sia "dai più spetto di "miniature indebitamente 1962 quella del Signorelli, che, fi- attribuita al celebre Mantegna, da ingrandite" - in secondo piano ri- dandosi ancora ciecamente della altri al famoso Giovanni (sic!) spetto a quella "intensamente poe- storiografia artistica di fine XIX se- Botticelli" (3). tica" di Liberale, Longhi restituisce colo, ricorda la tavola viterbese

1 M.Signorelli, Il Palazzo papale e la Girolamo da Cremona, in "The study Civico di Viterbo, Viterbo 1954, p.39. 7 R.Longhi, Un apice espressionistico cattedrale di S.Lorenzo, Viterbo 1962, and criticism of Italian art", Il serie, La tavola di Viterbo è stata restaura- di Liberale da Verona, in "Paragone", pp.159-60. Londra 1902, p.97; Id., Italian pictures ta ad opera del Matteucci per conto VI, n.65, 1955, pp.5, 7. 2 C.Pinzi, I principali monumenti di ofRenaissance, Oxford 1932, p. 170. della Soprintendenza alle Gallerie del 8 11 Quattrocento a Viterbo, catalogo Viterbo, Viterbo 1894, p.88. 5 F. Zeri, Una pala d'altare di Gero- Lazio (Ibid.), mentre quella di Roma, della mostra tenuta presso il Museo 3 C.Carosi, Della chiesa cattedrale sot- /amo da Cremona, in "Bollettino eliminata la ridipintura ad olio di ini- Civico di Viterbo nel 1983 per il ciclo to il titolo di S.Lorenzo m. e dell'an- d'Arte", XXXV, IV, 1950, pp.36-39. zio XIX secolo, è stata ripulita massic- "Il Quattrocento a Roma e nel Lazio", nesso Palazzo vescovile in Viterbo, 6 I.Faldi-L.Mortari, La pittura viterbe- ciamente sotto la direzione del Prof. Roma 1983, p.204. Viterbo 1906, p.1 l. se dal XIV al XVI secolo, catalogo del- de Rinaldis della Soprintendenza alle 4 B.Berenson, An altarpiece by la mostra tenuta presso il Museo Gallerie di Roma (F.Zeri, Op.cit., p.41). come sicura opera del Mante- suo stile per ricercatezza estrema e Benaglio (ca.1432-1485/90), mag- gna(9,. raffinatezza spesso di memoria tre- gior pittore veronese dopo il pe- Accostandoci, seppur breve- centesca, vanno senza dubbio an- riodo tardogotico e prima dell'av- mente, all'opera del maestro vero- noverati Pisanello, autore di capo- vento di Liberale, servì al nostro nese Liberale di Jacomo sino e in- lavori assoluti in Verona come per avvicinarsi cautamente alle no- torno a quel fatidico anno 1472 ri- l'Annunciazione a fresco nel mo- vità decisive del maestro patavino. portato sulla pala, credo che una numento sepolcrale di Niccolò Anche le incisioni di Mantegna, parte delle incertezze sull'autogra- Brenzoni in S. Fermo Maggiore molto diff~~senel territorio veneto fia della tavola viterbese verrà fii- (1426) o gli affreschi a tema caval- tra XV e principio XVI secolo, eb- gata, considerando inoltre alcune leresco nella cappella Pellegrini in bero il loro peso sulla formazione importanti notizie storiche e docu- S.Anastasia (1433-381, e il venezia- di Liberale, che da questi fogli, mentali a pieno vantaggio del no Michele Giambono, da citare mescolati alla legnosità linearistica grande pittore veneto. soprattutto per lo straordinario af- di alcune tavole di Bartolomeo fresco nel presbiterio di S. Ana- Vivarini e Giovanni Bellini (in pri- 2. Formazione dell'artista e ra- stasia (1432), di grande importan- mis il grande polittico di S. Vin- gioni di una scelta attribu- za per gli esordi miniatori di cenzo Ferrer per la basilica vene- zionistica Liberale (13). Ben altra influenza, ziana dei SS.Giovanni e Paolo), comunque, dovette ricevere il no- muoverà i primi passi di una certa Liberale, nato a Verona intorno stro dalle officine vivacissime di importanza. al 1445 (lo), fu costretto a misurar- centri come Padova e Ferrara, città Primo lavoro documentato del si con un clima artistico locale in rivitalizzate dagli innesti di rottura nostro, in cui confluiscono le varie profonda crisi, soprattutto nel pe- assoluta di artisti come Donatello, influenze stilistiche succitate e che riodo compreso tra il 1460 e il Mantegna e Cosmè Tura (14); da indubbiamente prepara il periodo 1480 (11,. Ricordato dal Vasari co- questi maestri, che lasciarono il senese, è la serie di miniature per me discepolo di tal Vincenzo di segno ben oltre il limite geografico il monastero olivetano di S.Maria Stefano, probabilmente da identifi- in cui operarono e che scavalcaro- in Organo a Verona (14651, opera care con un figlio del grande no con prepotenza la soglia del che apre all'artista grandi prospet- Stefano da Zevio, più noto come XV secolo, Liberale assorbì in spe- tive e commissioni rilevanti (16,. I1 Stefano da Verona, ma soprattutto cial modo un taglio espressionisti- rapporto con gli Olivetani, sottoli- elogiato dall'aretino per la sua for- co spinto quasi all'estremo, di un'i- neato anche dal Vasari (l'), diverrà mazione entro l'ambito della pittu- casticità difficile da riscontrare in tra settimo e ottavo decennio piut- ra di Jacopo Bellini (autore della altri pittori a lui coevi. Realizzato tosto stretto, tanto da far supporre bella Crocifissione a fresco per il tra il 1457 e il 1459 per l'altar mag- che proprio Liberale, o qualcuno Duomo veronese, oggi nel Museo giore della basilica di S.Zeno, il ce- della sua cerchia a lui molto vici- di Castelvecchio) (lz), Liberale lebre trittico del Mantegna scosse no, possa essere l'autore della ri- guardò nella sua gioventù artistica bruscamente la scuola pittorica ve- cordata pala di S. Francesca ai molti e notevoli esempi di mae- ronese, come ben dimostra un trit- Romana a Roma, basilica al tempo stri tardogotici attivi a Verona a ri- tico di Francesco Benaglio, in data officiata da questo importante ra- dosso della sua nascita. Tra i pitto- 1462, per la chiesa veronese di mo dell'ordine benedettino. ri che dovettero incidere più a fon- S.Bernardino, opera fortemente in Già nel 1467, quindi prima del do sulla maniera del giovane vero- debito con il capolavoro mante- trasferimento a Siena, Liberale in- nese, caratterizzando da subito il gnesco (15,; proprio il filtro del viava alcuni corali per l'Archi-

9 M. Signorelli, Op.cit., p.93. 12 G. Vasari, Le vite de' più eccellenti 14 C. Volpe, L'apice espressionistico 16 Dizionario della pittura e dei pitto- 10 Un registro delllAnagrafe veronese pittori, scultoriearchitettori(Firenze, ferrarese di Liberale da Verona, in ri, vol.lll K-N, Torino 1992, p.209; del 1455 lo dichiara decenne 1568"). vol.V, Milano 1964, 'Vite di fra "Arte Antica e Moderna", nn.13-16, H.J.Eberhardt, Op.cit., p.101. (H.J.Eberhardt, Liberale da Verona, in locondo e di Liberale e d'altri verone- 1961, pp.154-55. 17 G.Vasari, Op.cit., p.69. P.Brugnoli, Maestri della pittura vero- si', p.66. 15 L.Rognini, Francesco Benaglio, in nese, Verona 1974, p.101). 13 C. Del Bravo, Liberale a Siena, in P.Brugnoli, Op.cit., p.83. 11 M.Lucco, La pittura del secondo "Paragone", XI, n.129, settembre Quattrocento nel Veneto 1960, p.17. occidentale, in La pittura in Italia. Il Quattrocento, vol.1, Milano 1987, p.148. Viterbo, Cattedrale di S. Lorenzo, "Salvator mundi"

cenobio di Monte Oliveto Maggio- re, oggi al Museo di Chiusi (18); il suo soggiorno senese, inoltre, sembra sia stato favorito, se non addirittura richiesto, dal Generale degli Olivetani in persona (19). I1 maestro veronese è ampia- mente documentato a Siena tra il 1468 e il 1476, anno in cui l'Opera del Duomo chiude i conti per i suoi libri miniati e l'artista risulta già di ritorno, dopo un breve pe- riodo presso il monastero di Monte Oliveto Maggiore, nella sua città natale (20). Tra il 1468 e il 1470, quando a Liberale si unì nel- l'esecuzione dei graduali commis- sionati dal cardinale Francesco Todeschini Piccolomini - nipote di papa Pio I1 - il "creato" di Man- tegna Girolamo da Cremona (zl), il nostro realizzò le straordinarie pa- gine miniate dei graduali A I Dominica post Pentecostes e A Dominica Septuagesime, volume quest'ultimo nel quale compare la celebre immagine dell'Aquilone (c.36~)(22). In questi capolavori di pittura, conservati presso la Libreria Piccolomini nel Duomo senese, i colori assumono tinte vi- tavola di Viterbo, contrassegnata della pala viterbese, identica fisio- vide e cangiantismi spettacolari, soprattutto da una meticolosità nomia e con la mano sinistra scor- tra panneggi all'antica, fluttuanti, che tradisce vistosamente la for- ciata, la destra benedicente ed un che avvolgono i personaggi con mazione dell'autore come miniato- panneggio awiluppante al pari di svolazzi inaspettati; queste caratte- re. Un paio di splendide miniature quanto possiamo osservare nel no- ristiche, tipiche di Liberale intorno del graduale A I Dominica post stro quadro. al 1470 ed in parte desunte dalla Pentecostes, ovvero quella entro Verso il 1470-72, a stretto ridos- pittura e dalla scultura senese di l'iniziale della parola "Protector" so dall'esecuzione della tavola di quel tempo (basti citare, a tal pro- con Respicite volutilia coeli (c.73r) Viterbo, Liberale enfatizza alcune posito, maestri come Francesco di e quella entro l'iniziale della paro- caratteristiche del suo già in- Giorgio, il Vecchietta, il Federighi, la "Respice" con il Lebbroso risa- confondibile stile, come la fluidità o la serie di pittori attivi nel setti- nato che bacia il piede a Cristo del panneggio e l'acidità estrema mo decennio nella Cattedrale di (c.67v), raffigurano il Redentore dei colori, aumentando inoltre l'e- Pienza) (23, tornano puntuali nella nella stessa posizione e gestualità spressività dei suoi personaggi.

18 Dizionario della pittura ..., op.cit., 20 C. Del Bravo, Liberale da Verona, 22 C. Del Bravo, Liberale da Verona, 23 C. Del Bravo, Liberale da Verona, p.209. Firenze 1967, pp.14-27; Dizionario op.cit., pp.16-17. op.cit., p.14; Id., Liberale a Siena, 19 H.J. Eberhardt, Op.cit., p.lO1. della pittura ..., op.cit., p.209. op.cit., p.18; S.Tumidei, Liberale da 21 Dizionario della pittura e dei pitto- Verona: un'aggiunta per gli anni se- ri, vol.ll D-J, Torino 1990, p.618. nesi, in "Nuovi Studi-Rivista di Arte Antica e Moderna", 1, n.2, 1996, p.6. Molto evidenti, in questo momen- ché sovrapponibili a quelli presen- re Venturino d'Andrea da Milano to della sua attività artistica, risul- ti nel nostro dipinto. (che sostituì Girolamo da Cremo- tano i riferimenti alla pittura ferra- Tutt'altra maniera, in questi an- na) (28), interrompendolo solamen- rese, soprattutto del Tura e del ni, mostra invece l'altro miniatore te nel 1476, secondo il Vasari "cac- Cossa, all'opera pittorica e grafica attivo per il Duomo di Siena, ossia ciato dall'invidie e dalle persecu- del Mantegna (penso, in primo Girolamo da Cremona, forse sco- zioni" (29); tornato nella sua luogo, al celebre trittico degli modato impropriamente per il ca- Verona, Liberale avvierà immedia- Uffizi, o a fogli ricchi di drammati- polavoro di Viterbo. Un esempio tamente una bottega floridissima, cità come la Deposizione nel sepol- su tutti, proprio in data 1472, cre- nella quale si formeranno i mag- cro o il Cristo risorto tra i Santi do possa allontanare ogni dubbio giori pittori veronesi attivi nella Andrea e Longino, incisione dai sulla paternità del quadro in que- prima metà del XVI secolo, dal panneggi e gestualità abbastanza stione: goffa, arcaizzante in ogni Torbido al Caroto fino ai più estro- prossimi a quelli della nostra pa- dettaglio, compressa in un invaso si Nicola Giolfino e Paolo Mo- la), e addirittura, come ha fatto spaziale dawero improbabile, la rando detto il Cavazzola (30). An- giustamente notare il Del Bravo - Nativitù di Maria di Girolamo nel- cora in opere come le sessantotto che ipotizza un breve soggiorno la Libreria Piccolomini (cod. 28.12, xilografie per 1'Esopo del 1479, emiliano da parte del maestro ve- c.61) è distante anni luce dalla bi- stampato a Verona dall'editore ronese -, al completamento del- lanciata composizione di Liberale, Giovanni Alvise (31), o nella bellis- l'Arca di S. Domenico a Bologna straordinario prodotto di anni di sima Madonna col bambino e ad opera di Niccolò dell'Arca (24). differenziate esperienze e frutto di quattro Santi di Berlino (Neue Esempi straordinari di questa una cultura ben piìl ampia di quel- Gemaldegalerie), eseguita a Ve- nuova concezione stilistica, rispet- la esibita dal miniatore cremone- nezia e datata 1489 sul basamento tivamente risalenti al 1471 e al se (26). del trono, Liberale esibisce parte 1473, sono la miniatura a piena Tra il 15 giugno del 1471 e il 25 del suo trascorso pittorico centroi- pagina con la Crocifzssione per un agosto del 1472, Liberale non è taliano, mostrando caratteri decisa- Messale romano oggi presso la documentato per nessun lavoro mente affini a quelli presenti nella Biblioteca degli Intronati a Siena nei registri di pagamento del- tavola viterbese. (ms.x.II.3) e il graduale Commune l'Opera del Duomo di Siena (27): Quanto al lascito artistico del Sanctorum della Libreria Picco- considerata l'assoluta regolarità maestro veronese nel territorio to- lomini (25); se nel primo lavoro ci- dei saldi da parte dei committenti scano e laziale, bisogna ricordare tato, in realtà più una pittura che senesi, è da supporre che proprio l'influenza di Liberale soprattutto una miniatura (il formato è di cm. in questo tempo il pittore verone- su opere come l'Incoronazione 35,2x23,7), Liberale rappresenta se si sia spostato verso Viterbo ed della Vergine di Francesco di Gior- un cielo che si trascolora sul gene- abbia realizzato, direttamente in gio per il monastero di Monte Oli- re di quello del Tura nella magni- situ, la pala per la Cattedrale di S. veto Maggiore (1472), oggi alla fica Pietà del Museo Correr di Lorenzo. Pinacoteca Nazionale di Siena, il Venezia (ca.1465), in anticipo sul Tornato a Siena nella tarda esta- Cristo risorto del Vecchietta per la cielo alle spalle dei personaggi te del 1472, ormai con un bagaglio sua cappella funebre in S.Maria della tavola viterbese, in un foglio culturale ed artistico veramente della Scala a Siena (14761, varie del graduale, con una Santa mar- ragguardevole, Liberale riprenderà pale e miniature di Benvenuto di tire (c.23v), il panneggio e l'accen- il suo impegno per i volumi del Giovanni verso il 1470-75 e, per- tuazione fisionomica sono presso- Duomo a fianco al nuovo miniato- ché no, alcuni dipinti di An-

24 C.Del Bravo, Liberale da Verona, 27 C.Del Bravo, Liberale da Verona, 30 G.Vasari, Op.cit., p.71; Di2 vionario 31. N.Tedeschi, Nuove attribuzioni a op.cit., pp. 19-20. op.cit., p.21. della pittura ..., op.cit., p.2 10. Liberale da Verona, in "I quaderni del 25 K.Christiansen - L.B. Kanter - C.B. 28 Dizionario della pittura ..., vol.lll, conoscitore di stampe", n.21, marzo- Strehlke, La pittura senese nel op.cit., p.209. aprile 1974, p.46; H.J.Eberhardt, Rinascimento 1420-7500, CiniSell0 29 G.Vasari, Op.cit., p.69. Op.cit., p.104. Balsamo (MI) 1989, p.307; C.Del Bravo, Liberale da Verona, op.cit., p.21. 26 C.Del Bravo, Liberale da Verona, op.cit., p.27. Viterbo. Cattedrale di S. Lorenzo, "Salvator mundi" (particolare).

toniazzo Romano dell'ottavo e no- se i nomi succitati furono in con- no decennio del secolo (ricordo, tatto con il cardinale di Nicea su tutti, un S. Vincenzo Ferrer e Giovanni Bessarione, a Viterbo nel donatore, collocabile verso il 1466, ancor più legati all'intellet- 1480, conservato nel Museo del tuale greco furono, nel centro del- convento di S.Sabina a Roma). l'alto Lazio, Giovanni Battista Almadiani (protonotario apostoli- co, è stato effigiato nel 1510 da 3. Cenni sulla storia culturale Andrea della Robbia in un bel bu- a Viterbo nel XV secolo sto in terracotta conservato nel Museo Civico di Viterbo), Valerio I1 clima umanistico di Viterbo, Simonelli detto Flacco (archiatra di piuttosto legato ai centri di Siena e Paolo I1 e Sisto IV), Sante Cerasa, Firenze almeno dal tardo il noto astronomo Regiomontano e Medioevo, è dominato sin dalla il grammatico Gaspare da Verona, metà del Quattrocento da letterati, trasferitosi nel 1472 dall'università per lo più grandi latinisti, come Ficino su commissione del Magni- di Roma, dove insegnava "Ret- Pietro Paolo, Giovanni di Gallese, fico (35). torica", a quella di Viterbo, e fa- Giovanni di Atene, Tito Manno Personaggi di spicco nella Vi- moso per essere stato precettore di Veltri e soprattutto Pietro Lunense, terbo tardoumanistica e antichiz- Rodrigo Borgia, futuro papa nominato cancelliere a vita del co- zante, nella quale non tardò a svi- Alessandro VI(39). mune viterbese, collaboratore lupparsi, grazie alle ricerche stori- Particolari privilegi ed esenzio- molto stretto di papa Niccolò V e co-archeologiche e filologiche non ni, a dimostrazione dell'apertura in frequente contatto epistolare sempre inappuntabili di Annio e culturale della città, ottennero, a con personaggi del calibro di poco oltre Egidio da Viterbo, una partire dagli Statuti del 1469, tutti Leonardo Bruni e Poggio Brac- sorta di "etruscologia" che consi- gli artisti forestieri che si fossero ciolini (32). Nella seconda parte del derava 1'Etruria come denominato- trasferiti a Viterbo per realizzare secolo, specialmente durante i re comune tra Firenze e Roma (361, qualche opera (40); questo vantag- pontificati di Paolo I1 e Sisto IV, furono senza dubbio il cardinale gio, a ben considerare, dovette fa- papa stando al racconto del Bussi Nicolò Perotti da Sassoferrato, ar- re piuttosto comodo al giovane che "nudriva un grande amore per civescovo di Siponto, rettore del Liberale, attivo nel territorio sene- la città di Viterbo" (j?), il centro Patrimonio viterbese tra il 1464 e il se da circa tre anni prima del suo della Tuscia assunse il ruolo di po- 1469, raffinato poeta latino nonché ipotizzato soggiorno viterbese a lo culturale alternativo a Roma, grande amico di Pomponio Leto e cavallo tra l'estate del 1471 e quel- con una produzione libraria dav- degli esponenti romani della sua la del 1472. vero sorprendente ed eclettica (34); celebre Accademia - chiusa da Decisamente vincolati alla Chie- a partire all'incirca dall'ottavo de- Paolo Ii e riaperta da Sisto IV - (37), sa di Roma, quasi soffocati dal cennio, perciò quasi in contempo- il cardinale Nicolò Forteguerri ed il punto di vista meramente politico- ranea con le prime produzioni a noto cronista locale Nicolò della amministrativo, gli ordini religiosi stampa in Italia, vennero pubblica- Tuccia, spesso priore della città tra più importanti nella Viterbo della ti straordinari incunaboli con le sesto e settimo decennio e raffigu- seconda metà del Quattrocento, in Favole di Fedro e con il Corpus rato da Lorenzo da Viterbo negli conclusione, furono senza ombra Hermeticum di Ermete Trismegi- affreschi della cappella Mazzatosta di dubbio gli Agostiniani del con- sto, tradotto per la prima volta dal in S.Maria della Verità (1469) (38); vento della SS.Trinità, officianti an-

32 M.Miglio, Cultura umanistica a patrimonio bibliografico di Viterbo 37 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., la città di Viterbo, Firenze 1872, pre- Viterbo nella seconda metà del secondo XV secolo, si veda C.Scaccia- pp.15-16. fazione, pp.lX, XV. Quattrocento, in Cultura umanistica Scarafoni-A.Davoli, Notazione biblio- I rettori del Patrimonio, rappresen- 39 GSignorelli, Viterbo nella storia a Viterbo, Atti della giornata di stu- grafica degli incunabuli conservati tanti ufficiali dell'autorità pontificia, della chiesa, vol.ll.1, Viterbo 1938, dio per il V centenario della Stampa a nella Biblioteca Comunale di Viterbo, coadiuvati da tesorieri a loro subordi- pp. 160-62; Il Quattrocento a Viterbo, Viterbo, 12 novembre 1988, Viterbo Reggio Emilia 1934. nati, esercitavano il controllo politico op.cit., p.17. 1991, pp.16, 20. 35 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., e amministrativo in città (Il Quat- 40 U. Congedo, Vita e costumi a Viter- 33 F.Bussi, Istoria della città di Viterbo, pp.16, 18. trocento a Viterbo, op.cit., p.15). bo nel secolo XV, Livorno 1917, p.6. Roma 1742, p.275. 36 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., 38 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., 34 Per farsi un'idea della ricchezza del p.18. p.15; I.Ciampi, Cronache e statuti del- che nella cappella del Palazzo del Durante l'arcipretura del Cor- nella Cronaca di Nicolò della Tuc- Comune e presso i quali si for- delli, ma anche qualche anno ol- cia (48). mò Egidio da Viterbo, futuro tre, i lavori di restauro si concen- Una nuova serie di ristruttura- Generale dell'ordine, i Dome- trarono essenzialmente sull'illumi- zioni, durante l'arcipretura di nicani di S. Maria in Gradi, che nel nazione delle tre navate di origine Andrea Spiriti, fu awiata nel 1490 1469 ottennero anche l'affidamen- romanica e sul tetto. Nel 1460 fu- per volontà del vescovo di Viterbo to della neonata S.Maria della rono eseguiti interventi alle navate Francesco Maria Settala - perso- Quercia, e i Serviti di S. Maria del- centrale e sinistra, al fine di illumi- naggio sul quale torneremo pii1 la Verità (41). narle maggiormente, vennero co- avanti - e subito interrotta a causa struiti nuovi altari per la nave sini- della morte del prelato di origine stra, fu realizzata la pittura del tet- milanese. L'architetto e urbanista 4. La ristnitturazione rinasci- to a travi lignee da parte del mae- incaricato di realizzare i lavori, mentale della Cattedrale di stro viterbese Paolo di Matteo, au- concentrati soprattutto sulla zona S. Lorenzo a Viterbo tore nel 1491 della pittura del tetto del coro e sul problema del rad- di S. Maria della Verità; sul tetto drizzamento del lato sud della In data 1434, un decreto dei della Cattedrale, ove sfila anche un piazza antistante la Cattedrale, era priori del Comune viterbese stabilì emblema araldico non bene iden- tal Mastro Danese di Cecco, viter- per ogni cittadino una sorta di tas- tificabile, compaiono lo stemma di bese, impegnato allo scadere del sa a favore della fabbrica della papa Pio I1 Piccolomini e la data secolo nei notevoli cantieri delle Cattedrale, consistente nell'elargi- 1460, anno in cui il pontefice se- chiese di S. Maria in Gradi, S.Maria zione di un fiorino ogni mille lire nese celebrò nell'edificio il mistero Nuova e S. Maria della Quercia di spesa (42); il decreto fu confer- dell'Assunzione (46). Nel 1465 ven- nonché nella fabbrica del Palazzo mato in seguito da papa Eugenio ne quindi restaurata la navata de- del Comune (49). IV, il quale, constatando durante stra, dotata di un magnifico pavi- I1 fronte definitivo dell'edificio, una sua visita del 1445 il totale sta- mento a mattonelle invetriate, sul come gran parte delle strutture ad to di abbandono del Duomo di tipo di quello della cappella esso pertinenti, spetta all'interven- Viterbo, nominò commissario del- Mazzatosta in S.Maria della Verità, to del cardinale Gambara concluso l'intera fabbrica l'arciprete Battista ad opera del lombardo Stefano entro il 1570, come d'altronde re- Cordelli, che si occupò ininterrot- Beltrami, presente peraltro nei cita la scritta in lettere capitali che tamente di questa incombenza si- maggiori cantieri viterbesi del tem- corre sulla parte alta della faccia- no alla morte nel 1461 (43). po, come il Palazzo Comunale o le ta (50). A muovere gran parte delle do- Terme (47). nazioni e dei lasciti in favore di un Nel 1471, quasi a simbolica con- 5. Un dipinto "contra Diabo- restauro della fatiscente Cattedrale, clusione di questa prima massiccia lum". Iconografia e ipotesi edificio consacrato nel lontano campagna di lavori al17edificio,la di committenza per la pala 1192 (44), fu, come raccontano i Cattedrale fu dotata della ricca pi- viterbese di Liberale cronisti, un miracolo avvenuto nel la marmorea per il fonte battesi- 1442, owero il sangue sgorgato, a male ad opera di Francesco d'An- La collocazione originaria della causa di uno sfregio compiuto da cona e dei suoi due aiuti Girolamo tavola di Liberale, ricordata tra XIX un forestiero con un coltello, da da Firenze e Lazzaro da Carra- e M( secolo prima nella sala prin- un'immagine del Salvatore custo- ra, pezzo talmente pregiato da es- cipale della residenza dei Canonici dita in S.Lorenzo (45). sere ricordato con parole di lode quindi dentro la sagrestia (51)' do-

41 Cfr. nota 37. 11 Quattrocento a 45 F.Bussi, Op.cit., p.246; M.Signorelli, 48 l. Ciampi. Op.cit., p.101; Il Quat- so Il Quattrocento a Viterbo, op.cit., Viterbo, op.cit., p.14. Op.cit., p.81; l/ Quattrocento a trocento a Viterbo, op.cit., p.94. p.94. 42 M.Signorelli, Op.cit., pp.77-78. Viterbo, op.cit., p.93. 49 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., 51 C.Pinzi, Op.cit.. p.88; C.Carosi, 43 lbid.; I/ Quattrocento a Vjterbo, 46 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., pp.86, 94; C.Pinzi, Op.cit., pp.82-83; Op.cit., p.94. op.cit., pp.41, 94. p.94; C.Pinzi, Op.cit., p.82. A.Carosi. Op.cit., scheda n.7-chiesa di S-Lorenzo. S.P. 44 A.Carosi, Chiese di Vjterbo, Viterbo 47 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., 1995, scheda n.7-chiesa di S.Lorenzo, P.94. S.P. Viterbo. Cattedrale di S. Lorenzo, "Salvator mun- di" (particolare con il ritratto del committente).

veva essere con ogni probabilità è rappresentata anch'essa su un nella navata sinistra, dedicata al podio non troppo rialzato, Libe- Salvatore e ospitante una cappella rale la realizzò con il Suntilntonio intitolata ai Santi Giovanni Battista da Padova e quattro Santi, opera e Giovanni Evangelista, personag- gotica, la veneratissima reliquia eseguita a fine XV secolo e con- gi che il maestro veronese ha rap- della mandibola; in origine murata servata in S. Fermo Maggiore a presentato rispettivamente ai lati nella cosiddetta cappella "della Verona, ad ulteriore conferma, destro e sinistro della composizio- Madonna", la prima della navata qualora ce ne fosse ancora biso- ne; situata presso il fonte battesi- destra, questa epigrafe è oggi cu- gno, della piena autografia della male, oggi in realtà spostato al stodita nel nuovo Museo Colle del pala viterbese. Appena alla sinistra principio della navata destra, la Duomo (53). Nel 1469, a dimostra- del Cristo benedicente, con lo cappella dei SS. Giovanni Battista zione dell'importanza attribuita a sguardo rapito verso l'alto, si sta- ed Evangelista fu istituita, durante questa preziosa reliquia, negli glia sul cielo oltremarino uno dei il pontificato di Eugenio IV e con Statuti di Viterbo si richiese santi più amati nel territorio viter- esplicito riferimento dei due santi espressamente la costruzione di bese, ossia San Leonardo, vissuto titolari al proprio nome, dal pado- una sorta di ciborio per protegger- addirittura nella Gallia a cavallo tra vano Giovanni di Americo il la ed esaltarne il valore (54). Non è il V e VI secolo; protettore dei Canusio, che la fece fabbricare da- affatto casuale, ritengo, che pro- carcerati, poiché secondo le fonti - gli eredi e stabilì che in essa ve- prio la figura del Battista, dalla soprattutto l'anonima Vita suncti nisse sempre nominato un cappel- straordinaria affinità con i perso- Leonardi, databile intorno al 1030, lano da parte del vescovo in cari- naggi legnosi ed emaciati di e tutte le sue riedizioni tardome- ca a Viterbo (52). Francesco del Cossa nel coevo po- dievali e rinascimentali - ottenne La presenza del discepolo predi- littico Griffoni (ricordo, in primis, dal re Clodoveo la facoltà di libe- letto del Nazareno, Giovanni proprio la figura del Battista, con- rare prigionieri lungo il suo cam- Evangelista, è sempre funzionale servata alla a mino ed opera di proselitismo cri- ad un'iconografia fortemente cristo- Milano), unica in questa posizione stiano (jj), Leonardo è qui raffigu- logica come quella di Liberale; nel- tra i divini astanti, sia rappresenta- rato con ceppi e catene, secondo la nostra immagine, il suo ruolo di ta con il capo quasi di profilo, in la più tipica delle iconografie (ri- quarto scrittore delle vicende della modo da evidenziare la dura man- cordo, a titolo puramente esempli- Rivelazione viene sottilmente ricor- dibola e il mento prominente e ficativo, la figura del santo france- dato dal viluppo in basso a sinistra quindi rimandare, tramite un sotti- se nella serie di santi in marmo della bianca veste del Redentore, le gioco allusivo che definirei pre- della cattedrale di Tuscania - fine efficacemente richiusa su se stessa lottesco, alla tanto venerata reli- XV secolo - o nei cosiddetti Quat- a formare un rotolo che ci richiama quia conservata nella Cattedrale. tro Santi del Correggi0 al Metro- alla mente proprio un sapienziale Dietro la figura del Redentore, politan Museum of Art di New Vangelo, serrato come da buona York - ca.1517 - ). 1 sulla cui gestualità e iconografia tradizione paleocristiana. torneremo in seguito, chiudono l'i- Incastonato a perfezione nel cu- Di sentita devozione, passando deale esedra umana altri due santi neo di cielo tra il Nazareno e il ora alla figura del precursore di di grande rilievo, più difficili da Battista, coperto dalla bianca e ne- Cristo, godeva a Viterbo sin dal identificare poiché seminascosti ra tonaca tipica dell'ordine, un ri- tardo Medioevo S. Giovanni Batti- dalla triade in primo piano; una flessivo santo domenicano con un sta, del quale si conservava nella composizione davvero prossima a libretto nella mano sinistra, con Cattedrale, ricordata da un'epigra- questa, in unlimpostazione spazia- ogni probabilità proprio Dome- fe del 1376 in elegante scrittura le simile in cui la figura principale nico di Guzman, viene a trovarsi

52 M. Signorelli, Op.cit., pp.78, 82. 54 M. Signorelli, Op.cit., p.90. 55 Bibliotheca Sanctorum, a cura 53 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., dell'lstituto Giovanni XXIII della p.204; A.Scriattoli, Viterbo nei suoi Pontificia Università Lateranense, monumenti, Roma 191 5-20, p.136; vol.VII, Roma 1966, 'Leonardo di A.Carosi, Le epigrafi medievali di Nobiliacum (o di Limoges)', ~011.1198- Viterbo (secc. VI-XV), Viterbo 1986, 99. p. 124. esattamente in asse con il busto di seguito scartato l'ipotesi di una da fine settembre, quando il Set- profilo del comrnittente/devoto, ri- committenza da parte del vescovo tala si recò ufficialmente a Viterbo, tratto purtroppo mutilo, non saprei Settala, personaggio fuori luogo a dicembre; inoltre, come ricorda- dire da che epoca, di parte del nella nostra iconografia e piuttosto to in precedenza, l'artista veneto braccio sinistro e soprattutto di inviso al popolo viterbese. Tra- era di nuovo a Siena in quel pe- una porzione delle turgide mani sferito da Terni a Viterbo il 31 ago- riodo), il Settala era peraltro un giunte. I1 misterioso personaggio, sto del 1472, Francesco Maria minore francescano, nota davvero abbondantemente qualificabile, Settala - ramo minore della fami- stonata se consideriamo che, pro- per gli attributi del sontuoso ve- glia Visconti di Milano - si insediò prio in asse con il ritratto del pre- stiario ecclesiale, come vescovo, ufficialmente nella città della lato, vi è verosimilmente, come viene rappresentato in maniera Tuscia, come racconta brevemente detto, il santo fondatore dell'Or- molto simile, ma coperto da una Nicolò della Tuccia, alla fine di dine dei Predicatori; della memo- mano protettiva e divina, a quella settembre dello stesso anno, fa- ria del vescovo lombardo, morto adottata da Piero della Francesca, cendo il suo ingresso quasi trion- nel dicembre del 1491 (61), i viter- all'incirca nello stesso periodo, per fale da Porta S.Lucia e dirigendosi besi vollero con ogni probabilità la raffigurazione di Federico I1 da a cavallo, circondato da un mani- disfarsi ben presto, tutt'altro che Montefeltro nella celebre pala cen- polo di alti religiosi, verso la capaci di accettarne la presenza tinata della Pinacoteca di Brera; Cattedrale di S.Lorenzo (58). Poco ingombrante in un dipinto, di no- egli è volutamente sotto la tutela fi- dopo aver ottenuto il potere ve- tevoli dimensioni e straordinaria sica e spirituale del santo spagnolo, scovile di Viterbo, il Settala, ricor- qualità, conservato nel luogo reli- straordinario predicatore che visse dato dal della Tuccia come "scalco gioso di maggior rilievo in Viterbo, e morì in pieno XIII secolo com- di papa Sisto", si trasferì a Roma e la gloriosa Cattedrale di S.Lorenzo. battendo l'eresia soprattutto nella lasciò in loco un suo vicario, tal Arciprete di S.Sisto sin dal 1437 penisola iberica e nella Francia me- Gabriello da Vetralla (59); fece però e fino alla morte (la carica, assie- ridionale (56). 11 santo di Calaruega, in tempo, ancora secondo il rac- me a quelle di commendatario e a suo completo agio in un'icono- conto del della Tuccia, a derubare protettore a vita, gli fu confermata grafia come vedremo del tutto sal- di circa 20 mila ducati d'oro il pa- nel 1460, a Siena, da Pio II), Pietro vifica e antiereticale, ricopre inoltre trimonio cardinalizio della chiesa di Francesco Gennari fu uomo di il ruolo di degnissimo protettore viterbese di S.Sisto, suscitando le grande cultura, al punto di essere del committente, che ritengo possa ire di papa Sisto IV, che lo fece im- scelto da papa Eugenio IV per l'in- identificarsi con il presule di prigionare per un breve periodo in segnamento presso le scuole isti- Viterbo, in carica tra il 1460 e il Caste1 Sant'Angelo (60). tuite per il clero a Viterbo; scelto 1472, Pietro di Francesco Gennari Assolutamente impermeabile al- verso la fine del 1456 per guidare (o Pier Francesco Jennari). le vicende di Viterbo, reo di un una delegazione di ambasciatori Inizialmente fuorviato dal gravissimo furto in uno degli edifi- viterbesi davanti a papa Callisto Pietrini, dal Signorelli e dallo ci sacri più amati dal popolo viter- 111, al quale dovevano chiedere la Strinati, che hanno identificato il bese, giunto troppo tardi nella no- remissione di pesanti ammende - religioso, forse mescolando in mo- stra città per poter commissionare 30 mila ducati - comminate a do confuso i nomi di Pietro di un'opera del livello della pala di Viterbo a seguito dell'uccisione del Francesco Gennari e Francesco Liberale e che porta data al 1472 governatore Guglielmo Gatti, il Maria Settala, con un fantomatico (è impensabile, direi, una sua rea- Gennari riuscì brillantemente nel- Pietro Settala lombardo t57), ho in lizzazione in circa tre mesi, ossia l'impresa, guadagnandosi grandi

56 Per la figura di S.Dornenico riman- 58 I. Ciampi, Op.cit., pp.104-05; 60 1. Ciampi, Op.cit., p.111. do, soprattutto e senza bisogno di ul- G.Signorelli, Op.cit., p.168. 61 G.Signorelli, Op.cit., p.186. teriori commenti, alle pagine straor- 59 1. Ciampi, op.cit., p.105; G. dinarie della Legenda Aurea di Signorelli, Op.cit., p.169. Jacopo da Varagine. 57 Mons. F.Pietrini, I vescovi e la dio- cesi di Viterbo, Viterbo 1948, p.60; M.Signorelli, Op.cit., p.93; Il Quattrocento a Viterbo, op.cit., p.202. Viterbo, Cattedrale di S. Lorenzo, "Salvator mundi" (particolare).

benemerenze sia nella sua città Monte Amiata e quindi a Pien- che a Roma (62). Durante l'arcipre- za (66). La festa del Corpus Domini tura a S. Sisto, prima dell'elezione di Viterbo è ricordata come una vescovile, il Gennari ottenne da delle più importanti rappresenta- Eugenio IV che il palazzo annesso zioni sacre e teatrali del alla chiesa, al tempo officiata dal Rinascimento italiano, come un clero secolare, fosse riservato ad vero e proprio esempio da imitare abitazione dei Canonici e rafforzò per ricchezza di apparati effimeri e di molto la giurisdizione della plasticità scenica; porte ed archi li- chiesa di Viterbo su quella di gnei, sparsi ovunque nella città, Celleno; per il suddetto edificio torcie accese avanti il Corpo di furono - addobbati Con festoni di presso Porta Romana, inoltre, egli Cristo con tutto il clero di Viterbo fiori e frutta, mentre l'odore del- aumentò enormemente il numero e reliquie de' Santi, preti e frati, an- l'incenso si spargeva ovunque da- ' di reliquie e suppellettili sacre e dorno in sino a S.LorenzoV;il papa, gli altari e veri e propri "tableaux commissionò, verso il 1457, una "portato in una bella sedia in su le vivants" recitavano con enfasi le bella tavola al fiorentino Neri di stanghe", narra ancora il della scene della Passione di Cristo (67), Bicci, tuttora in situ - in fondo alla Tuccia, "entrò in S.Lorenzo all'alta- Se il mantegnesco festone di fiori e navata destra - e raffigurante la re grande, ove cantò certe orazio- frutta, intrecciato a fili di rosso co- Madonna col bambino e santi, in ni, e poi diede la benedizione al rallo e sormontato da una testa di cui la figura del Battista, nodosa e popolo" (65). Questo episodio si- cherubino (elementi simbolici che con la gamba sinistra protesa in gnificativo, che testimonia del rimandano immediatamente alla avanti, anticipa nettamente il santo grande interesse per Viterbo da Passione), è nella nostra pala una analogo di Liberale (63,. parte di Pio I1 e della notevole im- sottile allusione agli apparati tea- Meritatamente, dopo forti pres- portanza politica e religiosa del trali della festa del 1462, della qua- sioni da parte del devoto popolo nuovo vescovo, anticipa di un paio le la tavola di Liberale celebra ma- viterbese, il Gennari fu nominato d'anni quello che fu senza dubbio gnificamente il decennale, quella vescovo di Viterbo e Toscanella il momento più alto della carriera sorta di reliquiario in oro e cristal- nel giugno 1460, succedendo al del Gennari, owero la festa del lo sopra la testa di Cristo, a sparti- defunto Giovanni Cecchini Caran- Corpus Domini celebrata da papa re in due il ricco festone, è un col- zoni; entrato solennemente da Piccolomini nel giugno del 1462. to omaggio al solenne atto conclu- Porta S.Lucia nel giorno 22, su un A Viterbo sin dal mese di mag- sivo della cerimonia del Corpus baldacchino condotto da 32 cittadi- gio, per curare con le acque ter- Domini, in cui Pio 11, stando al ni viterbesi e da alcuni religiosi lo- mali la tremenda gotta, Pio I1 ven- della Tuccia, "pigliato il Santissimo cali, il neoeletto vescovo fece un ne raggiunto dai cardinali residen- corpo di Cristo nostro signore in breve ingresso nella Cattedrale e ti a Roma solo al principio dell'e- un tabernacolo piccolo di cristallo quindi tornò nella sua S. Sisto (64). state del 1462, quando nella città ornato d'oro fino, lo portò con sue I1 rapporto con il pontefice di capitolina scoppiò un'epidemia di mani, e così s'awiò verso la chie- Corsignano Pio I1 Piccolomini, che peste falcidiante; già a luglio, rag- sa di S.Lorenzon (68). Colore domi- lo nominò vescovo nel giugno giunta dalla peste anche la zona nante della festa, secondo i detta- 1460, si strinse ulteriormente nel della Tuscia, il pontefice e il suo mi già stabiliti ad Avignone da settembre dello stesso anno, quan- seguito di porporati fuggirono da pontefici come Clemente V e do, secondo il racconto del della Viterbo - dove l'epidemia fece cir- Giovanni XXII, fu anche a Viterbo Tuccia, il nuovo presule viterbese ca duemila vittime -, riparando inequivocabilmente il bianco (69); ed il papa "con la processione e prima a Capodimonte, poi sul la veste del Redentore di Liberale,

62 G.Signorelli, Op.cit., p.148; Mons. 63 A.Carosi, Chiese di Viterbo, op.cit., 65 l. Ciampi, Op.cit., p.81. 67 F. Bussi, Op.cit., pp.262-65; C. F.Pietrini, Op.cit,, p.56; L.P.Bonelli- scheda n.18-chiesa di S.Sisto, S.P.; 66 C. Pollastrelli, La processione del Pollastrelli, Op.cit., p.82; G.Signorelli, M.G.Bonelli, Chiesa di San Sisto, L.P.Bonelli-M.G.BoneIli, Op.cit., Corpus Domini realizzata a Viterbo Op.cit., pp.151-52. Viterbo 1995, p.13. pp.13, 35. da Pio Il nel 7462. Un eccezionale 68 l. Ciampi, Op.cit., p.86. 64 Inciampi, Op.cit., p.80; F.Bussi, evento politico e religioso, in 69 C. Poiiastreiii, op.cit., pp.80, 82.

I Op.cit., p.261; G.Signorelli, Op.cit., "Informazioni", periodico del Centro pp.147-48. di Catalogazione dei Beni Culturali- Amministrazione Provinciale di Viterbo, anno VI11 n.16, gennaio-di- cembre 1999, p.81; GSignorelli, Op.cit., pp.151-53. tra i punti più alti del virtuosismo ma ottomano da parte di città im- carica, Sisto IV, spronato alla guer- pittorico esibito dal veronese nella portanti come Firenze e Venezia, ra antiturca soprattutto dal sunno- pala, è di un bianco purissimo, ancora pienamente coinvolte nelle minato cardinale Bessarione, spe- glaciale, a memoria della cromia di rotte commerciali con l'impero di se solo per allestire la flotta l'enor- valore liturgico del giorno del Maometto I1 (73). Nel gennaio del me cifra di 144 mila ducati d'oro, Corpus Domini. 1460, poco prima che la signoria affidandone il comando ad Le opulente celebrazioni viter- dei Paleologhi fosse annientata in Oliviero Carafa; il 28 maggio del besi, oltre che un valore stretta- Morea e che il Partenone venisse 1472, giorno del Corpus Domini, il mente liturgico-devozionale, furo- trasformato, da chiesa di S.Maria, cardinale e ammiraglio Carafa, alla no senza alcun dubbio anche un in moschea, Pio TI annunciò con presenza del papa e della sua cor- grande manifesto ideologico a fa- una bolla una guerra triennale al te, celebrò una messa solenne in vore della crociata contro i turchi, nemico ottomano; nella primavera S.Pietro, facendo benedire al pon- capaci di conquistare in un sol col- del 1463, sotto l'egida del condot- tefice Della Rovere la bandiera po, nell'estate del 1458, la Morea, tiero Maometto 11, i turchi conqui- della flotta crociata, formata in l'Attica, Atene e Corinto (70). starono anche la Bosnia, spingen- gran parte da navi veneziane e na- Nell'ottobre dello stesso anno, da do finalmente la repubblica mar- poletane (77). Considerando atten- poco eletto pontefice, Pio I1 pro- ciana a schierarsi con l'alleanza tamente questi fatti, specialmente clamava ufficialmente, attraverso crociata sotto il segno di papa la valenza esorcistica che assunse la solenne bolla Vocavit nos pius, Piccolomini (74). La partenza per la la festa del Corpus Domini del una crociata antiottomana; nel crociata, sancita nell'autunno del maggio 1472, mi sembra ancor più maggio del 1459, a Mantova, si av- 1463 con una bolla pontificia, fu plausibile, nella pala di Liberale viava inoltre un concilio per discu- stabilita per il 18 giugno 1464 dal (che in questo periodo doveva es- tere le modalità e le forze in cam- porto di Ancona; procrastinata di sere ad un buon punto nell'esecu- po per l'offensiva contro gli infe- un paio di mesi per il ritardo della zione), un riferimento globale alle deli musulmani (71). Tra i maggiori flotta veneziana, la crociata fu ab- celebrazioni cristologiche del '62 e fautori della crociata, sin dal prin- bandonata alla metà di agosto a del '72 e soprattutto il forte signifi- cipio, vi fu ovviamente il cardinale causa dell'improwisa morte di Pio cato salvifico assegnato all'imma- Bessarione, brutalmente cacciato 11, che quindi non riuscì a corona- gine del maestro veronese. da Costantinopoli nel 1453 (72); il re il suo sogno di rivalsa contro I1 Cristo di Liberale, come ha porporato greco, come è noto, era l'odiato nemico infedele (75). giustamente sottolineato lo Strinati in rapporto d'amicizia con molti Dopo qualche timido tentativo (anche se non motivandone ade- intellettuali viterbesi del tempo e sotto il veneziano Paolo 11, soprat- guatamente le ragioni), è rappre- non è improbabile, a questo pun- tutto grazie al coraggio dell'eroico sentato su un basamento circolare to, che un acceso clima antiturco e albanese Skanderbeg, una nuova poggiante sulla testata di una cro- di riflesso pro-crociata si respiras- seria proposta di crociata antiturca ce, i cui bracci sostengono le figu- se già tra sesto e inizio settimo de- fu avanzata proprio a ridosso del- re dei Santi Giovanni Evangelista e cennio nella città di Viterbo. Le l'esecuzione della nostra tavola vi- Battista (78). Questa croce, oltre sessioni del concilio mantovano, terbese, a seguito della fondamen- che scontato riferimento allo stru- aperto nella Cattedrale solo nel tale conquista ottomana nell'estate mento di dolore del Nazareno, ri- settembre del 1459, procedettero del 1470 del Negroponte (Eubea), badisce la necessità e il desiderio, con molta fatica, soprattutto a cau- cuore commerciale di Venezia in da parte dell'autorità pontificia che sa del totale disinteresse al proble- Oriente (76). I1 nuovo pontefice in il vescovo Gennari incarnava in

70 L. Pastor, Storia dei papi, vol.11, 75 L.Pastor, Op.cit,, pp.244, 260, 270- Roma 1911, p.3. 71, 274. 71 L.Pastor, Op.cit., pp.10, 17-18, 46. 76 L.Pastor, Op.cit., pp.338-46, 412. 72 L.Pastor, Op.cit., p.49. 77 L.Pastor, Op.cit., pp.444, 449. 73 L.Pastor, Op.cit., pp.53, 59, 63. 78 11 Quattrocento a Viterbo, op.cit., 74 L.Pastor, Op.cit., pp.73, 209, 227, p.205. 236. quel momento a Viterbo, di una del cronista Giovanni di Iuzzo, più le e accudire le speranze di un po- crociata contro gli infedeli di volte ambasciatore presso Pio I1 e polo sconvolto dagli eventi, stretto Maometto 11, giustificando ulterior- Sisto IV: "puossi dire a Viterbo", tra la morsa asfissiante dello Stato mente la figura del cacciatore del- sostiene il di Iuzzo, "ora sei venu- pontificio e la minaccia tangibile, l'eresia per antonomasia quale fu ta in esterminio, perché in te non ma anche potentemente simbolica, San Domenico, protettore del c'è Iddio, laonde ove non c'è l'or- del nemico infedele alle porte del- committente e ostinato nel com- dine esso Iddio vaca. Regiva in la Cristianità. battere, oltre due secoli prima, al- Viterbo, poeticamente dicendo, il I1 primo devoto al Redentore è tri temibili e pervicaci eretici. I1 dio Marte, e in questo tempo re- naturalmente il committente del- Redentore, rappresentato dal pitto- gnano quelli che hanno roba: non l'immagine sacra, il vescovo Pietro re veronese, in maniera piuttosto fanno stima de' sapienti, non de di Francesco Gennari: il presule vi- desueta, privo di stigmate (79) nel- vecchiezza, non de virtù. Solo è terbese è qui rappresentato stanco, l'atto di benedire con la destra e di beato quello che può imparentare vecchio e grinzoso, poco prima proteggere il vescovo devoto con con uno che abbia denari. Tristo della morte, che sappiamo awe- la sinistra, è l'unico personaggio quello che è povero" (81). Contro nuta al principio d'agosto del 1472 che guarda fissamente l'osservato- l'usura, il lusso e le doti troppo al- all'età di sessantacinque anni, re, trasportandolo in una dimen- te, predicò nella Cattedrale di quanti in effetti gliene daremmo sione ultraterrena con grande au- Viterbo, durante la Quaresima del nello straordinario ritratto fiam- torità e fermezza; egli, nell'econo- 1472, il frate minore Paolo da mingheggiante di Liberale, dopo mia della tavola viterbese, assolve Brescia, promuovendo inoltre l'i- dodici anni di onesto vescovato anche ad altri compiti di natura stituzione di un Monte di Pietà, av- (84). I1 Gennari, infossato come se prottetiva o puramente devoziona- venuta nell'agosto dello stesso an- fosse già nel sepolcro, ha indosso le, in un contesto territoriale piut- no ma con l'esclusione dei signori una ricca stola molto simile a quel- tosto funestato da eventi luttuosi feudali (82). Ad attutire la feralità la del busto-reliquiario di S.Sisto in di una certa rilevanza. del clima viterbese, apparve tra il argento dorato portato da lui in Dopo una serie di cruente lotte gennaio ed il febbraio del 1472, processione, nel 1467, verso il san- intestine tra le famiglie viterbesi con una certa regolarità, una stella tuario di S. Maria della Quercia e dei Gatteschi, dei Monaldeschi e cometa "bianca e chiara", posizio- oggi conservato presso il Museo dei Tignosini, soprattutto durante nata stando al della Tuccia con la Colle del Duomo (85). 11 vescovo l'ultima parte del pontificato di Pio testa ad Oriente e la coda ad viterbese, pur di fronte alla morte 11, Viterbo registrò allo scadere del Occidente; il segno, nonostante e al giudizio divino, pronosticato, settimo decennio una violentissi- l'oscuramento della luna osservato considerando la rassicurante mano ma sequela di epidemie, culmina- spesso in concomitanza con l'ap- protettiva di Cristo, come assoluta- te nel 1469 con una memorabile parizione della cometa, fu plausi- mente benevolo nei suoi confron- carestia, in parte tamponata dal bilmente interpretato dagli astro- ti, non rinuncia nei suoi ultimi mo- vescovo Gennari, benefattore in- nomi come del tutto positivo e sin- menti all'orgoglio da parata del stancabile nei confronti della po- tomatico di una parziale remissio- grande ecclesiastico; egli, ai nostri polazione più indigente (80). ne delle colpe da parte di Viterbo occhi, è da ricordare soprattutto, a Ancora al 1469, anno in cui ven- e della sua popolazione (83). parte i suoi meriti contingenti, per nero cacciati dalla neonata S.Maria La cometa "bianca e chiara" del- aver patrocinato un'opera straordi- della Quercia alcuni frati Gesuati la quale parla il della Tuccia non è naria, vero capolavoro di tecnica e poiché, secondo il della Tuccia, altro che il Cristo statuario di contenuto, come la tavola di "superbi, avari e lussuriosi", risale Liberale, vero e proprio "re tauma- Liberale da Verona nella Cattedrale la dura critica alla città di Viterbo turgo" capace di consolare il fede- di Viterbo.

79 Questa rara iconografia, come mi conservate a Venezia (Civico Museo 81 I.Ciampi, Op.cit., prefazione, 84 1. Ciampi, Op.cit., p.104; G. Si- ha fatto giustamente notare il Dott. Correr) e Napoli (Gallerie Nazionali di p.XLIII; U.Congedo, Op.cit., pp.27, 30. gnorelli, Op.cit., p.167; B.Gams, Series Luciano Arcangeli, sembra senz'altro Capodimonte), in cui il Redentore, 82. U. Congedo, op.cit., p.43; I.Ciampi, Episcoporum Ecclesiae Catholicae, più adatta alla rappresentazione del- privo di stigmate, indossa una veste op.cit., p.103. Ratisbona 1873, p.737; C.Eubel, la scena evangelica della Trasfi- bianca, in tutto simile al sudario, pro- 83 I.Ciampi, prefazione, p.~~~~,Hierarchia Catholica, vol.11, Regen- gurazione, nella quale il Nazareno, in prio come quella dipinta, con un pan- pp.101-02. berg 1901, p.295. effetti, non porta ancora i segni del neggio da grande virtuoso del pen- 85 B.Mechelli, Il Museo Colle del martirio della croce. A tal proposito, nello, da Liberale. Duomo di Viterbo. I tesori, Acqua- come esempi, vorrei segnalare al let- 80. F. Bussi, Op.cit., pp.265, 269, 275; pendente (VT) 2000, p.59. tore le due eccezionali versioni della U.Congedo, Op.cit., p.3; GSignorelli, Trasfigurazione di Giovanni Bellini, Op. cit., p.165.