COMUNE DI

Provincia di

Progetto di Fattibilità Tecnica e Economica

INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI DEFLUSSO E LA RINATURALIZZAZIONE DEL RIO IS CUNGIAUS IN CORRISPONDENZA DEL CENTRO ABITATO

Allegato A

Relazione tecnica illustrativa

Il progettista

Ing. Marco Mascia

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Sommario

1. Premessa ...... 3 2. Cenni storici sulle alluvioni a Quartucciu e nel ...... 4 3. Stato di fatto ...... 9 4. Interventi previsti ...... 9 4.1. Demolizione di un tratto di tombinamento di circa 550m; ...... 10 4.2. Installazione barriere stradali in acciaio...... 11 5. Caratteri paesaggistici del contesto e dell’area d’intervento ...... 12 5.1. Inquadramento geografico ...... 12 5.2. Contesto Paesaggistico ...... 13 5.3. Indicazione dei livelli di tutela ...... 13 6. Fattibilità dell’intervento ...... 14 7. QUADRO ECONOMICO ...... 15

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1. Premessa

E’ intendimento dell’Amministrazione Comunale di Quartucciu realizzare delle opere finalizzate alla messa in sicurezza del centro abitato, per via del rischio di esondazione di acque piovane provenienti dal rio Is Cungiaus. Pertanto, il Responsabile del Servizio Lavori Pubblici del di Quartucciu affidava all’Ass. Temporanea Ing. Mascia Marco e Ing. Bruno Bottani, l’incarico per la progettazione ed il coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione di cui al D.Lgs 81/2008, degli INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI DEFLUSSO E LA RINATURALIZZAZIONE DEL RIO IS CUNGIAUS IN CORRISPONDENZA DEL CENTRO ABITATO. L’importo complessivo del finanziamento per la realizzazione di tali opere risulta essere pari a 300.000 Euro.

Nell’anno 2016 l’Ing. Bruno Bottani ha concluso la sua attività professionale, pertanto la progettazione e le successive prestazioni professionali sono state portate a compimento dall’ing. Marco Mascia.

Il progetto prevede diversi interventi, volti al miglioramento delle condizioni di deflusso delle acque del Rio Is Cungiaus, in una zona densamente popolata, interessata da diverse alluvioni, sia in tempi recenti che nel passato. A tali interventi si aggiungeranno quelli legati alla rinaturalizzazione dell’alveo, mediante la demolizione del tombinamento del rio ed il ripristino delle condizioni preesistenti, per quanto tecnicamente possibile con le somme a disposizione. Il tratto di intervento è di circa 550 m di di lunghezza, meglio indicato nelle tavole di progetto. La ridotta disponibilità di risorse non permette l’esecuzione di altre opere.

A conclusione dei lavori, l’intervento permetterà di migliorare il livello di sicurezza idraulica.

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2. Cenni storici sulle alluvioni a Quartucciu e nel Campidano

I centri abitati di Quartu, Quartucciu e sono stati interessati, nel passato e nei tempi recenti, da alluvioni che si sono ripresentatate senza particolare ciclicità ma con effetti devastanti. Nel seguito si riportano alcuni eventi ricordati dalle cronache, che hanno interessato anche l’abitato di Quartucciu:

1868 Inondazione di Selargius con distruzione di gran parte della cittadina. Quartu e Quartucciu sono fortemente danneggiate.

1881 8 ottobre: alluvione a Quartucciu. Il corso d’acqua chiamato s’Arriu (attuale Via Nazionale) che divide in due il paese esondò provocando notevoli danni (il corso d’acqua denominato s’Arriu venne deviato, pare intorno al 1910, dal centro abitato nell’attuale Rio Is Cungiaus)

1889 L'alluvione ebbe inizio all'alba del 5 ottobre, intorno alle sei, quando ad un impetuoso vento e ad una violenta pioggia, si aggiunse una fitta grandine, i cui chicchi superavano i 500 grammi di peso, che distrusse tutto ciò che colpì in particolare nei paesi di Pirri, , Selargius, Quartucciu, Quartu. Dopo non più di 2 - 3 ore di intense precipitazioni i paesi furono pressoché distrutti, si contarono decine di morti, e migliaia di senzatetto. Le vittime furono soprattutto a Quartu che fu interamente sommersa sia dalle piogge torrenziali che dai tanti torrenti, ormai straripati, del circondario. L'acqua limacciosa in certi punti superava il metro d'altezza. Le case del paese erano state costruite quasi tutte in mattoni di fango e paglia (ladiri): i muri a mano a mano che si imbevevano precipitavano nella fiumara. Persero la vita 25 persone; oltre 500 case furono distrutte; il 90 per cento dei raccolti furono perduti; circa 2.000 persone rimasero senza tetto, accolte nelle case non coinvolte nella distruzione o nelle chiese. Questa disgrazia portò come conseguenza, ancora più grave, il vaiolo che se normalmente colpiva solo i più poveri, in quel frangente, a causa delle precarie condizioni igieniche e del continuo riversarsi di numerose persone nel poco spazio disponibile, esplose colpendo individui di ogni classe sociale e di ogni età. Per commemorare i morti nel nubifragio fu posta una lapide a destra del portone principale dellaChiesa di Sant'Elena, dove si trova ancora oggi.

L’eco di questa catastrofe, amplificata dalla stampa, varcò persino il mare e raggiunse la penisola, dando origine in tutta Italia ad una gara di solidarietà che fu di grande aiuto economico, morale e di braccia alle popolazioni colpite. Arrivarono civili e soldati che sgomberarono le strade dal fango e dalle masserizie accatastate un po’ dovunque, che abbatterono i muri pericolanti e convogliarono le acque residue verso gli stagni. Privati ed enti pubblici offrirono cospicue somme di denaro per la ricostruzione materiale dei paesi danneggiati. Il Governo, per la prima volta, assunse provvedimenti eccezionali e partì la progettazione di nuove opere idrauliche.

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1892 20 Ottobre. Arrivò una tragedia più grande delle altre. L’alba non arrivò perché il cielo rimase buio anche di mattina a causa di una violenta perturbazione che interessò tutto il Campidano di Cagliari, in particolare vennero colpiti i centri di: , Decimo, San Sperate e . Le vittime in totale furono 200 e tanti centri subirono danni materiali e perdite di vite umane ma i danni maggiori si ebbero a S. Sperate che fu letteralmente distrutta. Fu un fatto davvero terrificante: dopo una lunga giornata di pioggia, verso le undici e mezza di notte, il Riu Mannu e il Riu Flumineddu (s’arriu de is argiolas) riversarono sul paese tutte le acque che avevano accumulato dai paesi limitrofi, causando enormi disastri. Il livello delle acque superò il metro e cinquanta. Nel paese, che all’epoca contava solo 1735 abitanti, i morti furono 69 e vennero tutti sepolti in una fossa comune nel cimitero di San Giovanni. I soccorsi non poterono arrivare prima del 23 ottobre poiché le acque avevano invaso anche i paesi vicini. Per fronteggiare l’accaduto, le autorità civili e religiose rivolsero un appello umanitario e molte furono le offerte destinate ad alleviare le pene degli abitanti di San Sperate.

1893 La notte tra il 28-29 Novembre un furioso nubifragio colpì tutta l’area del Cagliaritano. Pirri fu inondata e le acque toccarono il metro e mezzo. La strada per Cagliari fu interrotta e si contarono innumerevoli danni. Le cose andarono peggio per Monserrato, Selargius, Quartucciu, e Quartu S.E. sul versante orientale, mentre sul versante occidentale fu colpita Elmas dove si lamentarono 2 vittime tra i residenti, come a Selargius.

1898 Alluvione nel Campidano meridionale con distruzione del ponte della Scaffa e della Torre della Quarta Regia.

1929 La notte tra il 7 – 8 Ottobre un forte nubifragio colpì il Sud-Sudovest della Sardegna. I maggiori danni vennero registrati aUta; seguirono Siliqua, Villaspeciosa, Domusnovas, Iglesias, Decimoputzu, Villaperuccio, Vallermosa, Cagliari eNarcao. A Uta si registrarono i maggiori danni in termini umani, con il decesso di una madre e dei suoi due figlioletti.

1929 9-10 Novembre Vennero nuovamente interessate le campagne del Campidano di , gia' provate dall'alluvione del mese di Ottobre: vi furono molti danni all’agricoltura.

1930 10-14 Febbraio Precipitazioni ininterrotte per circa 5 giorni, dalle ore 6 del giorno 10 febbraio, ed interessarono in modo particolare le zone del Campidano di Cagliari, con i comuni di Decimomannu, Uta, Decimoputzu, Villasor e Villaspeciosacolpiti da un violento temporale durato quasi 12 ore consecutive. Innumerevoli danni agli edifici ed alle campagne.

1939 Il pomeriggio del 31 Agosto un violento nubifragio provocò una devastante inondazione a Pirri. Il paese fu improvvisamente sommerso dalle acque che in alcune zone superarono i 2 metri. Si contarono 2 vittime.

1946 Notte tra il 26-27 Ottobre – Piogge a forte intensità e vento interessarono soprattutto il Campidano di Cagliari, con i comuni diElmas, Assemini, e Monastir. Interessata anche la zona dell'Algherese. Una depressione investì il giorno 26 Ottobre tutta la Sardegna provocando intensissime precipitazioni su tutto il suo territorio, specialmente sui versanti Orientale e Meridionale. Le piogge cadute su Cagliari raggiunsero intensità notevoli fino a due millimetri al minuto. Gli effetti più disastrosi si ebbero nella zona di Sestu e Elmas, dove una enorme massa d'acqua dovuta alla piena violenta e del conseguente straripamento del rio Marreu, investì i centri abitati travolgendo le abitazioni e provocando una quarantina di vittime. Le costruzioni di “mattoni crudi” non riuscirono a frenare l'ondata che colpì maggiormente anziani e bambini. Le piogge in questa zona cominciarono a cadere verso le 22 del 26 Ottobre; verso le 23,30 dello stesso

5 giorno l'ondata di piena attraversò Sestu dirigendosi verso Elmas, per poi andare in direzione N-W - S-E e proseguire verso lo stagno di Santa Gilla, nel quale si trovarono nei giorni successivi buona parte dei cadaveri. A Sestu il livello delle acque raggiunse i due metri, ben poca cosa rispetto ai quattro metri registrati ad Elmas, dove in seguito alla prima ondata le acque si stabilizzarono su un'altezza di un metro circa

1951 14-19 Ottobre. Viene considerata la madre di tutte le alluvioni in Sardegna in quanto le stime parlano di 8000 kmq di territorio interessato, ben 1/3 della superficie dell’intera Sardegna. Il fenomeno avvenne dopo una serie di annate di scarse precipitazioni, che avevano ridotto al minimo le riserve idriche dell’isola. I bacini idrici, provati da siccità, smorzarono l’ondata di piena di fiumi. L’alluvione presenta i suoi aspetti di eccezionalità soprattutto per l’estensione dei fenomeni violenti che hanno flagellato ininterrottamente quasi tutta l’isola. Fu unica la durata dei fenomeni, che si perpetrarono con intensità eccezionale, nell’arco di tutte le 24 ore della giornata, per 6 giorni consecutivi, portando accumuli giornalieri diffusamente superiori ai 400 mm, con picchi di oltre 500 mm. Si registrarono frane, allagamenti e ponti crollati in Gallura, linee tranviarie interrotte. I paesi di Oliena, Arzana, Baunei, Gairo, Jerzu, Loceri, Tortolì, Taluna, Nuoro risultarono completamente isolati: i generi di soccorso vennero catapultati dagli aerei come nelle peggiori catastrofi umanitarie. Muravera, San Vito, Buddusò, Villaputzu furono le frazioni più colpite con centinaia di case crollate e migliaia danneggiate. Due paesi come Gairo e Osini vecchi, vennero addirittura abbandonati subito dopo l'alluvione. Tutto è rimasto come in quei giorni d'Autunno di quasi 60 anni fa. I nuovi paesi furono costruiti poco più a monte. Nel Cagliaritano i danni più ingenti furono a Flumini di Quartu e , dove l’esondazione interessò oltre 1200 ettari di campagne. Le vittime furono 5.

1957 22 Gennaio. L'evento interesso' l'Ogliastra, i paesi del Gennargentu, la zona di Serramanna e quella dei monti delSulcis ed il Campidano di Cagliari. A Cagliari si registrano 108 mm di pioggia, danni ingenti si registrano nelle campagne di Serramanna.

1961 22 – 23 Novembre. L'evento interesso' diversi comuni del Campidano di Cagliari tra i quali: Decimomannu, Decimoputzu, Assemini, Uta, Elmas, Sestu, Capoterra, Siliqua, Villasor, Villaspeciosa e la zona industriale di Macchiareddu. Le precipitazioni ebbero inizio nella giornate dal 22 e terminarono in pratica il giorno successivo.

1965 17 – 18 - 25 Ottobre. Dopo le piogge intense del 17-18 che colpirono le regioni settentrionali ed orientali dell’Isola i fenomeni si localizzazione nella giornata del 25 nel Campidano di Cagliari coinvolgendo oltre il Capoluogo anche i comuni di Uta, Assemini, Capoterra e Pula, in questi centri vi furono ingenti danni e molte furono le operazioni di salvataggio.

1985 28-29 Ottobre. Le precipitazioni iniziarono nella zona di Cagliari e Capoterra, nella notte tra Sabato 27 e Domenica 28 Ottobre, smisero durante la giornata del 28 per riprendere verso le 13 del giorno successivo con uguale intensità. Le piogge del giorno 29 interessarono invece la zona del Sarrabus. Alcuni ponti sulla S.S.125 crollarono.

1986 14-17 Ottobre. Zone interessate il Cagliaritano e Capoterra - le zone colpite dall'alluvione dell'anno precedente, con la differenza che esso fu molto più violento, con precipitazioni assai elevate, accompagnate da isolate trombe d'aria. La piena del rio Santa Lucia fu la responsabile dell'inondazione della piana di Capoterra-Poggio dei Pini-saline Contivecchi-Maddalena spiaggia. Determinante anche l'apporto di una certa quantita' d'acqua del rio Cixerri, il quale pero' riusci' a trovare immediatamente sbocco a mare, attraverso lo stagno di Santa Gilla. 6

1988 1 Ottobre. Localizzazione: l'evento interesso' le zone di Teulada, Domus De Maria e Pula. Le fortissime precipitazioni localizzate in precisi versanti montuosi, iniziarono nelle primissime ore del giorno 1 Ottobre. Nel volgere di poche ore sull'impervio canalone che costituisce il letto del rio Pula, si riverso' una vera e propria valanga d'acqua, proveniente dalle quote più elevate diPunta Sebera e Punta Calamixi. In queste cime per tutta la notte violenti temporali avevano ingrossato i torrenti, provocando inoltre numerosi fenomeni franosi, che avevano immediatamente avuto ripercussioni sul naturale

1990 9 Ottobre. Un'ondata di maltempo ha colpito la provincia di Cagliari, in particolare le zone attorno al capoluogo, Capoterra, Uta, Assemini, San Sperate, Sestu, Dolianova, Carbonia, San Giovanni Suergiu, Tratalias.

1999 11-12-13 Novembre - Un'ondata di maltempo ha colpito la provincia di Cagliari, in particolare le zone attorno al capoluogo,Capoterra, Uta, Assemini, il Sarrabus. La violenta perturbazione provoca un’alluvione che colpisce in particolare Capoterra , Assemini, Uta, i danni furono ingenti, ci furono 2 vittime, in 8 ore caddero 376 mm di pioggia in 8 ore

2002 9 Ottobre. Un nubifragio si abbatte su Cagliari ed hinterland a Pirri l’onda di piena provoca innumerevoli danni e pone a serio rischio la vita dei cittadini. In venti minuti cadono 28 mm di pioggia.

2002 11 Novembre. Un nubifragio si abbatte su Cagliari ed hinterland: a Pirri - allagamenti

2005 13 Novembre. Un nubifragio si abbatte su Cagliari ed hinterland. Pirri viene inondata, le acque superano il metro d’altezza.

2006 25 Settembre. Un nubifragio si abbatte su Cagliari ed hinterland durante la notte ed il primo mattino (24-25 Settembre) –Pirri viene colpita, le acque invadono il centro abitato e finiscono con inondare l’area adiacente al canale di Mammarranca, compreso il tratto ferroviario.

2006 13 Novembre ore 12.00. Un nubifragio si abbatte su Cagliari ed interland causando innumerevoli allagamenti - Per la prima volta la protezione civile interviene preventivamente in alcune aree a rischio.

2008 mattina del 22 Ottobre. Nubifragio nel settore di Capoterra e dell’hinterland cagliaritano. Gravi allagamenti a Capoterra (Poggio dei Pini, Su Loi, Frutti d'oro, Rio San Girolamo), Pirri e Monserrato. Allagamenti anche nelle campagne diSestu ed Elmas. Vittime a Capoterra e Sestu. A Quartucciu il Rio Is Cungiaus è a rischio esondazione, scongiurato dall’intervento di alcuni escavatori che rimuovono i detriti in corrispondenza del ponte sulla Via Quartu.

2013 19 Novembre. Sono 16 i morti, fra i quali 4 bambini, per il ciclone «Cleopatra», che ha messo la Sardegna in ginocchio. Una persona risulta ancora dispersa. Gli evacuati sono 2.737. La parte più colpita dell’isola è quella centrale e settentrionale, in particolare la zona di Olbia, dove le vittime sono 13. Due i morti accertati a Nuoro e uno a Oristano. Per una serie di fortunate condizioni meteorologiche il ciclone non investe la città di Cagliari e l’hinterland. I danni nella provincia del Medio Campidano ed in quella di Olbia sono ingentissimi. Alle operazioni di stima dei danni, per conto della Protezione Civile, ha partecipato anche il sottoscritto Ing. Marco Mascia.

Fonti bibliografiche: − "Il mio Paese" di Lucio Spiga − Unione Sarda − www.urbancenter.eu − La Nuova Sardegna

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− www.geologi.sardegna.it/de/news/news/artikel//cronistoria-degli-eventi-alluvionali-nella-sardegna- meridionale/ − www.lacanas.it/2012/03/12/un-vero-uragano-di-paura-l%E2%80%99alluvione-del-1892-a-san-sperate-e- assemini/ − www.sansperate.net/old-web/storia/alluvione.html − web.tiscali.it/cvargiu/quartu_storia/ − web.tiscali.it/cvargiu/quartu_storia/alluvione.htm − www.sardegnadigitallibrary.it5 − www.ccnnuorogliastra.it/foto_html/foto79.html

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3. Stato di fatto

L'intervento in oggetto interessa un tratto a pericolosità idraulica, individuata dal Piano per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.), ed è localizzato lungo il Rio Is Cungiaus nel Comune Quartucciu.

Nel tratto del Rio Is Cungiaus, in corrispondenza della via Quartu che unisce i centri di Quartu S. Elena e Quartucciu, è presente un ponte che è stato recentemente demolito e ricostruito, a causa del notevole spessore, che non garantiva una sufficiente luce libera e quindi un regolare deflusso anche per le portate relative a tempi di ritorno molto bassi (inferiori ai 50 anni), potendo causare il rigurgito della corrente e originare una situazione di pericolosità idraulica molto elevata nel tratto a monte e a valle del ponte stesso. L’intervento di ricostruzione del ponte, realizzato con travi accostate di spessore ridotto, ed il sollevamento dell’intero impalcato hanno permesso una notevole riduzione del rischio idraulico, portando il franco minimo a circa 120 cm, pari all’altezza cinetica della corrente in concomitanza della portata di massima piena corrispondente al tempo di ritorno di 500 anni, secondo le indicazioni dell’ADIS al momento della progettazione, variate in senso maggiormente prudenziale nel corso degli ultimi anni.

È opportuno ricordare che il valore della portata di massima piena può variare, a seconda delle metodologie di calcolo e dei coefficienti adottati, ma in ogni caso l’altezza della corrente è fortemente influenzata dalla scabrezza della superficie del fondo e delle pareti, che essendo in terra sono soggette a variazioni in funzione della condizione nella quale si trovano al momento in cui si verifica l’evento.

Il miglioramento delle condizioni di deflusso potrà essere garantito, oltre che dall’esecuzione delle opere in progetto, solamente con la regolare manutenzione dell’alveo mediante la pulizia, l’eliminazione della vegetazione esistente e la regolarizzazione del fondo.

4. Interventi previsti Gli interventi in progetto riguardano un tratto di circa 550 m di alveo fluviale del Rio Is Cungiaus interamente ricadenti nel Comune di Quartucciu, in corispondenza del tombinamento.

Le opere si inseriscono in un più ampio progetto di riduzione del rischio idraulico e di rinaturalizzazione dell’alveo, pesantemente compromesso da interventi antropici compiuti negli anni passati.

In particolare, gli interventi in progetto consistono in:

− Demolizione di un tratto di tombinamento di circa 550m; − Opere di sistemazione varie (recinzioni, etc.); − Installazione barriere stradali in acciaio.

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4.1. Demolizione di un tratto di tombinamento di circa 550m; L’intervento di tombinamento, realizzato negli anni ’90, ha una sezione rettangolare di circa 6.50m di larghezza interna e 2.0m di altezza, per una lunghezza di 550m. L’opera appare in netto contrasto con gli obiettivi del PAI. La sua costruzione, avvenuta con due interventi successivi, ha comportato un aumento del livello di rischio idraulico e la completa snaturalizzazione dell’alveo. Con le metodologie di calcolo oggi accettate l’opera non garantisce la sicurezza idraulica dell’abitato. In caso di eventi con tempi di ritorno pari a 200 e 500 anni, è concreto il rischio esondazione. Inoltre, l’assenza di pozzetti di ispezione per tutta la lunghezza del tunnel, ne impedisce la manutenzione e l’ispezione. La demolizione del solaio di copertura, del fondo e della muratura posta dal lato opposto alla Via Salvo d’Acquisto, appaiono come l’unico intervento tecnicamente fattibile per la riduzione del rischio idraulico. E’ previsto il mantenimento del muro di sostegno a ridosso della strada, del quale sono state verificate le caratteristiche statiche e di stabilità.

Per quanto riguarda la savanella esistente nel tratto tombinato, in progetto non è prevista la demolizione, per mancanza di fondi, la sua eventuale demolizione ed il conseguente rifacimento potranno essere valutati in seguito, qualora l’Amministrazione disponga delle somme sufficienti, come completamento dell’opera per migliorarne la funzionalità..

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4.2. Installazione barriere stradali in acciaio. Lungo il tratto interessato dagli interventi di demolizione del tombinamento sarà installata una barriera stradale del tipo:

CLASSE N2 - BORDO LATERALE IN ACCIAIO, completa di ogni accessorio, pezzo speciale, dispositivi rifrangenti, elementi terminali semplici indicati nei rapporti di prova e collegamenti con barriere di classe o tipologia diverse.

Nei ponti di Via Quartu e Via Mandas, saranno installate barriere staradali del tipo:

CLASSE H2 - BORDO PONTE IN ACCIAIO completa di ogni accessorio, pezzo speciale, dispositivi rifrangenti, elementi terminali semplici indicati nei rapporti di prova e collegamenti con barriere di classe o tipologia diverse.

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5. Caratteri paesaggistici del contesto e dell’area d’intervento

5.1. Inquadramento geografico Il bacino idrografico del rio “Is Cungiaus” ricade nel territorio comunale di Quartucciu, Quartu S.E., e e si estende per una superficie complessiva di circa 15,71 km2 con una lunghezza d’asta di 13,25 km.

Dal punto di vista cartografico è compresa nel foglio 557 CAGLIARI della carta geologica in scala 1:50.000, nella tavoletta 557 I NO-557 II SO in scala 1:25.000 e nei fogli 557070-557110 della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000.

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5.2. Contesto Paesaggistico

Stralcio Ambito 1 - .

Secondo il P.P.R. l’area ricade al confine dell’ambito n° 1 - Golfo di Cagliari.

5.3. Indicazione dei livelli di tutela La zona oggetto dell’intervento appartiene alle aree tutelate per legge ai sensi dell’ art. 142 del D.Lgs 42/04 “…omissis… i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque …omissis.. approvato con Regio Decreto del 11.12.1933 n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150m ciascuna.”.

L’alveo del canale, a monte del ponte oggetto di intervento è già stato dichiarato di irrilevante interesse dal punto di vista paesaggistico, con Delibera della Giunta Regionale n. 35/11 del 24-06-2008, riportata in Tavola 1.

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6. Fattibilità dell’intervento

Da un punto di vista di fattibilità l’intervento si configura come manutenzione straordinaria dell’alveo, e rappresenta un primo passo verso la rinaturalizzazione del rio, che potrà essere completata con risorse ulteriori mediante l’adozione di usuali tecniche dell’ingegneria naturalistica, al fine di migliorare la sicurezza idraulica dell’intera area, in recepimento delle prescrizioni del PAI.

La demolizione del tombinamento in calcestruzzo sarà il primo intervento finalizzato al miglioramento delle condizioni di deflusso e alla rinaturalizzazione dell’alveo. Inoltre saranno facilitati gli interventi di pulizia, oggi impossibili proprio a causa delle difficoltà di accesso al tratto tombinato.

Le barriere stradali in acciaio e le recinzioni in rete metallica, da installare lungo il tratto tombinato e nei ponti esistenti sulla Via Quartu e Via Mandas saranno necessarie per garantire la sicurezza del traffico veicolare e pedonale.

Il Progettista

Ing. Marco Mascia

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7. QUADRO ECONOMICO

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