Festivaletteratura Compie Diciotto Anni
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GIOVEDì 4 SETTEMBRE 2014 - Festivaletteratura - che si terrà a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre - raggiunge la maggiore età, e con i suoi diciotto anni riafferma la propria indipendenza e riconferma la passione per la Festivaletteratura compie diciotto narrazione che l'ha sempre contraddistinto. Come suggerisce Jonathan anni Gottschall, atteso ospite di quest'anno, "la specie umana non sa resistere al richiamo della narrazione": ed è proprio il piacere del racconto a far XVIII^ edizione dal 3 al 7 settembre a Mantova muovere Festivaletteratura. Il primo evento pubblico, nell'ormai lontano 1997, non è stato altro che questo: la messa in scena -laboratoriale, partecipata, aperta - di un'idea, portata in piazza per trovare ascolto, corrispondenze, contraddizioni. LA REDAZIONE Da allora ogni anno, al principio dell'estate, il Festival incontra la città, come succede oggi, per raccontare chi saranno i protagonisti della nuova edizione, quali i temi in discussione e le sorprese attese. Ed è bello osservare come poi la voce si diffonde per biblioteche, gruppi di lettura, librerie e associazioni in tutta Italia. È la comunità di Festivaletteratura [email protected] che cresce, nella discussione, nello scambio di suggerimenti e SPETTACOLINEWS.IT impressioni, e che sostiene il festival. Ed è proprio in virtù del rapporto di fiducia costruito con la comunità dei lettori che Festivaletteratura continua, ancora indipendente e controcorrente in questa diciottesima edizione, la sfida della ricerca di nuovi talenti: sono diversi gli emergenti della narrativa italiana e internazionale su cui il festival vuole quest'anno porre l'attenzione del pubblico, una ricerca che, negli anni, ha portato alla manifestazione alcuni scrittori in anticipo sul loro successo internazionale: da Nathan Englander a Herta Müller, passando per Mohsin Hamid, Jonathan Lethem, Jumpa Lahiri. Proprio in quest'ottica, la nuova edizione di Festivaletteratura lancia le nuove proposte: la brasiliana Adriana Lisboa, tra i più significativi autori under 40 dell'America Latina; Olivier Rohe, considerato una delle promesse del romanzo francese; NoViolet Bulawayo, che con il suo romanzo d'esordio è entrata nella shortlist del Man Booker Prize 2013; Lavanya Sankaran, giovane cantatrice delle fantasmagoriche contraddizioni dell'India contemporanea, Jurica Pavi?i?, una delle voci più impegnate e in vista della letteratura croata; il tedesco David Wagner, vincitore del Leipziger Buchpreis nel 2013, l'olandese Tommy Wieringa, che la critica ha paragonato a Salinger, John Irving e Paul Auster. Pavi?i?, Rohe, Wagner e Wieringa scriveranno per il Festival un testo originale dedicato a una parola della propria lingua. L'occasione Pag. 1 / 9 sarà quella del Vocabolario Europeo, il grande vocabolario condiviso promosso da Festivaletteratura che conta a oggi oltre sessanta lemmi, ai cui incontri gli autori parteciperanno - sotto la guida di Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese - insieme a Dulce Maria Cardoso, Roger McGough, Antonio Moresco e Colm Tóibín. La città e il racconto sono due parole chiave, quasi itinerari ideali per iniziare a percorrere il lungo elenco degli ospiti dell'edizione 2014. Reinterpretare e riscrivere un genere classico, il memoir urbano, in condizione d'esilio, è caratteristica comune di alcuni tra gli autori invitati. Alla ricerca di un luogo di cui potersi appropriare, in bilico tra presente e memoria, scrive di New York e Lagos il nigeriano Teju Cole. Di Sarajevo e Chicago Aleksandar Hemon, di una lunga teoria di città mediterranee - Roma, Parigi, la natia Alessandria - André Aciman. E una riflessione sul senso e sulla forma della città, sugli elementi che la distinguono e che ne fanno un organismo vivente, il corpo di mattoni e strade di una comunità, sarà il filo conduttore degli incontri che vedranno protagonisti l'architetto Jacques Herzog e Michael Jakob, teorico del paesaggio, insieme a Luca Molinari. Il sentimento di sradicamento, di perdita della patria come sintomo della crisi di identità individuale e collettiva del nostro tempo, torna peraltro nel focus - senza pretese di esaustività - che Festivaletteratura ha voluto dedicare quest'anno alla letteratura palestinese. La Palestina, nelle pagine dei suoi poeti e narratori contemporanei, è anche, spesso, metafora dell'esilio, la condizione esistenziale di chi non può più tornare a una patria perduta, di chi deve esibire e giustificare quotidianamente la propria identità; la letteratura diventa l'unico mezzo per riaffermare la propria esistenza, come individui e come popolo. Nell'ambito del programma 2014, il Festival prevede una serie di incontri con alcuni degli autori che hanno contribuito a costruire un nuovo immaginario letterario della Palestina: Suad Amiry, scrittrice, architetto e intellettuale attiva a tutto campo nonché autrice di numerosi romanzi ricchi di sense of humour; Mourid Barghouti, uno dei poeti più apprezzati del mondo arabo; il libanese Elias Khoury, che nei suoi romanzi ha forse disegnato meglio di ogni altro la storia del popolo palestinese. Se la Palestina e la sua letteratura hanno una valenza quasi paradigmatica nel testimoniare la condizione dell'essere straniero e l'impossibilità del ritorno, molti sono gli scrittori ospiti al Festival in cui ritroviamo il tema di un'identità disconosciuta, del ritrovarsi estranei nella propria terra in seguito a tragedie assolute - come per la rwandese Scholastique Mukasonga - o a eventi meno noti e silenziosamente dolorosi, come quelli raccontati da Dulce Maria Cardoso sulla comunità portoghese rientrata dall'Angola, da Vanna Cercenà sull'emigrazione italiana stagionale in Svizzera o da Mario Desiati sui giovani albanesi che arrivano sulle nostre sponde. D'altro canto la rappresentazione della patria è stata più spesso l'invenzione di un sistema di simboli e valori collettivi cui costringere l'identità di un popolo da parte di un regime dai tratti totalitari che la sofferta conquista di una comunità. Era certo il caso dell'Unione Sovietica, che ha programmaticamente costruito un immaginario traducendo il comunismo in una favola radiosa - come racconta Francis Spufford -, addirittura in una serie di oggetti oggi religiosamente adorati dai nostalgici. Oggetti, slogan, icone che nelle mani dei più acuti scrittori contemporanei sono diventati elementi grotteschi per descrivere la Russia di oggi secondo una comicità nera - come in Vladimir Sorokin e Gary Shteyngart -, capace di mettere in risalto contraddizioni e derive di un paese che desta attrazione e inquietudine, o - come in Olivier Rohe - a disegnare parabole universali sui perversi effetti dell'eccesso simbolico, per cui uno strumento di morte come il kalashnikov può diventare allegramente un'icona pop. Una lettura storica di questo repertorio sovietico di immagini ad uso pubblico e privato sarà proposta da Gian Piero Piretto secondo il metodo dei visual studies, mentre la ricostruzione di Charles King delle intricate vicende del Caucaso Pag. 2 / 9 dall'epoca medievale ai nostri giorni e l'incontro con lo scrittore Andrei Kurkov aiuteranno il pubblico a penetrare la complessità culturale dell'Ucraina, territorio oggi al centro di una clamorosa contesa internazionale. Autori come Robert Macfarlane e Jean-Christophe Rufin ci riportano invece al viaggio come ricerca di sé ed esplorazione del mondo, assecondando una vocazione nomade dell'esistenza: è la strada, in questo caso, a diventare racconto, e la prova con cui si cimentano questi autori è quella di tradurre in parole l'ignoto che appare davanti ai loro occhi. Un'analoga e millenaria sfida è quella che ha visto l'uomo impegnato nel rappresentare la Terra su un foglio di carta - per desiderio di dominio e di conoscenza - come mostrerà Jerry Brotton ripercorrendo i principali capolavori della storia della cartografia. Il tema del confronto con i propri limiti e con quelli della natura si proporrà in modo più radicale nei racconti che Reinhold Messner ed Ermanno Salvaterra terranno sulle proprie imprese alpinistiche. Tra gli scrittori stranieri presenti a Festivaletteratura 2014 vanno senz'altro citati il premio Pulitzer Elizabeth Strout, considerata tra le più profonde e raffinate interpreti della narrativa americana contemporanea; Rafael Chirbes, scrittore che ha saputo raccontare nei suoi romanzi la complessa trasformazione della Spagna dalla fine della guerra civile al tramonto delle facili illusioni di inizio millenio; Annie Ernaux, autrice di potenti romanzi in cui l'occasione autobiografica incontra poi temi sempre universali; David B., ritenuto uno dei più grandi narratori del fumetto a livello internazionale; Julian Fellowes, universalmente noto come autore della serie televisiva Downton Abbey; Elif Shafak, narratrice che ha rivendicato alla letteratura un ruolo politico fondamentale nel superamento delle barriere culturali che dividono Oriente e Occidente. Proseguendo idealmente il dialogo avviato in occasione della loro precedente partecipazione, saranno nuovamente a Mantova Michael Cunningham, Per Olov Enquist, Colum McCann, Éric-Emmanuel Schmitt, Colm Tóibín e, tra gli autori per i ragazzi, Elvira Lindo, popolare autrice della saga di Manolito Gafotas, e i francesi Pef e Bernard Friot. La spazio principe di promozione dei giovani autori europei resta comunque Scritture Giovani. Il progetto che coinvolge come da tradizione l'Hay Festival e l'internationales literaturfestival Berlin, porterà a Mantova tre scrittori che ancora non sono stati pubblicati al di fuori del proprio paese: l'italiano Luca Giordano,