Via Annia Popilia, L’Antica Strada Consolare Romana

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Via Annia Popilia, L’Antica Strada Consolare Romana Premessa Un viaggio a ritroso nel tempo lungo la Via Annia Popilia, l’antica strada consolare romana. E’ quello che ha coinvolto sette Istituti della provincia di Reggio Calabria nell’anno scolastico 2010/2011, e in primis il nostro, il Convitto Nazionale Campanella, nell’ambito del progetto “Viaggio attraverso le strade dell’antichità: la Via Annia Popilia”, sostenuto dall’Ufficio scolastico provinciale, alla luce dei risultati delle ricerche dell’architetto Vincenzo Spanò. Gli studenti, con entusiasmo e curiosità e muniti di ogni attrezzatura utile al reperimento di informazioni topografiche, hanno percorso per circa 9 Km l’antico tracciato da Croce di Taverna a Seminara, a piedi e ricercando i segni dell’antico percorso. Il presente lavoro intende proporre una passeggiata emozionale lungo il tracciato della Via Annia, attraverso le principali Stationes indicate dalle fonti e le località più significative toccate dalla Via, per stimolare il desiderio della ricerca e la passione della ricostruzione storica, nell’assoluta consapevolezza che molte sono le questioni ancora aperte sulla grande arteria e dunque sempre viva deve rimanere, nei giovani e negli adulti, la volontà della riscoperta e della conoscenza del nostro passato. Nell’augurio più sentito che ci possa essere una prosecuzione del progetto con il sostegno di tutte le Istituzioni, che possa rendere fruibile una così importante traccia storica del nostro territorio, il Convitto Campanella rievoca così la Via Annia…. 2 INDICE Premessa……………………………………........……...……...pag 2 Introduzione................................................................................pag. 4 I. La via maestra: le fonti………………………………….…...pag. 6 II. La Via Annia: iter nostrum dalla citta di Reggio fino alla Piana di Gioia Tauro, passando per l’altopiano di Melia….....................pag. 9 III. La Consolare: da Vibo Valenzia alla Statio Ad Turres attraverso la Piana di S. Eufemia Lamezia, alla volta di Cosenza… .......pag. 13 IV. La Via Popilia: da Cosenza a Summurano attraverso la valle del Crati, fino a Laino Borgo/Nerulo……………….....................pag. 19 3 La costruzione delle strade fu la via Appia, iniziata da Appio fondamentale per la formazione Claudio Cieco nel 312 a.C., nel e la crescita dell’impero romano. contesto delle guerre sannitiche, Altri popoli riuscirono forse ad che doveva aprire un varco verso eguagliare i Romani nel potenzia- la Magna Grecia. le bellico o si distinsero nella pro - E in effetti fu così. Dopo la fine duzione architettonica o artistica, della seconda guerra punica, che ma nessuno come i Romani diede per oltre dieci anni aveva devasta- il giusto peso alla realizzazione di to il Sud dell’Italia da Capua a Ta- una efficiente rete stradale. Con- ranto a Rhegium, si verificò una quiste e costruzione di strade an- graduale ripresa economica, che davano di pari passo. favorì lo sviluppo dei centri in- Con il nome di viae venivano in- terni, tra i quali Volcei, Venusia e dicate le strade extraurbane che Potentia. Divenne allora evidente partivano da Roma. La loro c-o che la Via Appia non era più suffi - struzione, soprattutto per scopi ciente ad assicurare i collegamenti militari, politici e commerciali, tra le varie città, dal momento che avveniva inizialmente in modo si affermava con intensità l’e-si spontaneo, infatti prendevano il genza politica e militare di c-ol nome dalle città alle quali c-on legare alla rete viaria anche Rhe- ducevano; mentre altre avevano gium, attraversando il Bruzio. i nomi delle funzioni cui erano Per questo motivo lo Stato roma- destinate o delle popolazioni che no intraprese in soli quattro anni, dovevano raggiungere. dal 132 al 128 a.C., la costruzio- Fu a partire dal IV sec. a.C. che ne della Via Annia Popilia, che, venne avviata la costruzione di come ci ricorda l’elogio di Polla, nuove strade, dirette verso regioni attraversava, con il suo percorso, lontane e con funzioni prevalen- le città di Capua, Nuceria, Mora- temente militari, che prendevano num, Cosentia, Valentia e Rhe- il nome dai magistrati che le ave- gium. vano realizzate. Ne è un esempio Il presente lavoro, liberamente 4 ispirato alla ricostruzione dell’antico tracciato della via Annia Popilia effet- tuata tra il 2003 e il 2007 dall’architetto Vincenzo Spanò, che ha interamente percorso il tragitto sia in auto fuoristrada sia a pie- di, vuole offrire una pa-s seggiata, soprattutto emo- zionale, fra le vestigia di quest’antica “nostra” via, cercando di coglierne il rapporto con il paesaggio circostante, fatto di centri abitati, ponti, guadi e in generale di una comple-s sità orografica difficile da Il tracciato della via Anna. Carta geografica della Cala- bria (dalla Carta Generale d’Italia 1:500.000 del T.C.I.) superare. Eppure questa strada riuscì a “scavalcare fiumi e che ed economiche. a valicare montagne, attraversan- Un approdo alla civiltà per i Bruzi do, da nord a sud, le ultime pr-o di allora, questa arteria costituisce paggini dell’Appennino Lucano, ancora oggi una strada maestra, e il Pollino, la Sila, il Poro e i con- forse ripercorrerla, non solo nel- trafforti aspromontani”. la nostra fantasia, ma anche nelle Grazie a questa via, i Bruzi, anti- sue distanze reali tra una località co nome dei calabresi, riuscirono e l’altra, ci può indicare la via per a uscire dall’isolamento rispetto a valorizzare pienamente il nostro Roma e diedero vita ad una prima territorio all’insegna dell’intelli- forma di sviluppo, intensificando genza e dell’intraprendenza che il commercio e promuovendo le caratterizzarono la Roma repu-b relazioni sociali, culturali, polit-i blicana. 5 Per molto tempo la Via Annia rima- sotto l’impero di Diocleziano (284- se l’unica strada di attraversamento 305 d.C.); la Tabula Peutingeriana, nord-sud per tutte le popolazioni che una copia medievale di una mappa si avvicendarono nella regione, dal militare romana di epoca imperi-a momento che non fu possibile indi- le databile tra il II e il IV sec. d.C.: viduare alcun percorso alternativo si tratta di una mappatura lunga 21 e ci si limitò a ripristinare l’antico piedi e larga 12 pollici, che riporta tracciato della via. Dopo aver assun- tutte le strade dell’Impero, dall’Eu- to, nel corso dei secoli, nomi diversi ropa all’Africa, all’India e all’Ara- sotto i popoli che la percorsero con bia, con l’indicazione delle distanze i loro eserciti, da Carlo Magno e da - tra le varie località. Le ultime due gli eserciti di Francia e Spagna, ai testimonianze della Via provengo- Bizantini e ai Normanni, la Via per- no dalla Cosmografia dell’Anoni- se d’importanza alla fine del XVIII mo Ravennate (VII sec. d.C.) e dai sec., in seguito alla realizzazione Geographica di Guido (XII sec.). della strada borbonica, e fu definiti- In questa sede, in una sommaria ed vamente abbandonata nel XIX sec., emozionale ricostruzione del tra-c per essere poi in parte ripresa dalle ciato della Via, si farà riferimento strade asfaltate o dalla linea ferr-o soprattutto all’elogio di Polla, che viaria Reggio-Napoli; oppure ridu- riporta, dopo il Forum Popili, le cendosi talora a semplice sentiero, sole stationes di Muranum, Cosen - spesso limite di molti confini comu- tia, Valentia, Ad Fretum ad Statuam nali.Le fonti più significative a noi e Rhegium, e il cui percorso è stato pervenute dell’antico tracciato de-l interamente ripreso da tutti gli altri la Via Annia Popilia sono il Lapis Itinerari, che, più recenti, riportano Pollae, o elogio di Polla, un’antica un numero maggiore di stationes iscrizione databile tra il 132 ed il intermedie, escluso il tratto com- 128 a.C., proprio nell’arco di tem- preso tra le stationes di Nerulo e di po in cui si colloca la costruzione Muranum/Summurano e di quello della strada; gli Itinerari Antonini compreso tra Ad fluvium Angitu- Augusti n. 98-106 e 107-111, che lam, Valentia/Vibona e i Piani della sono stati presumibilmente redatti Corona. 6 Il tracciato e le stationes della via Annia in Calabria. DA CAPUA A REGGIO 321 MIGLIA E IO STESSO; PRETORE IN SICILIA, Il Lapis Pollae o elogio di Polla consi- CONQUISTAI E RICONSEGNAI 917 ste in un’iscrizione su lastra marmorea SCHIAVI FUGGITIVI DEGLI ITAL-I rinvenuta vicino alla Taverna del Passo CI E IO STESSO PER PRIMO FECI di San Pietro nell’abitato di Polla (Sa- CHE I PASTORI CEDESSERO UNA lerno), in cui si riporta in latino arcaico PARTE DEL TERRENO PUBBLICO un elogio al costruttore della strada e la AGLI AGRICOLTORI QUI FECI EDI- distanza tra le varie località espresse in FICARE UN FORO PUBBLICO” miglia: Per molti studiosi il primo rigo, mancan- “…VIAM FECEI AB REGIO AD CA- te, avrebbe riportano il nome del console PUAM ET IN EA VIA PONTEIS OM- che avrebbe fatto costruire la Strada. NEIS MILIARIOS TABELARIOSQUE Secondo il Mommsen, nella lastra sareb - POSEIVEI HINCE SUNT NOU-CE be stato inciso il nome di Publio Popil- RIAM MEILIA LI CAPUAM XXCIIII lius Laenas, console nel 132. a.C., pa-r MURANUM LXXIIII COSENTIAM tendo dalla localizzazione nella Tabula CXXIII VALENTIAM CLXXX Ad Peutingeriana di un Forum Popili, ub-i Fretum Ad Statuam CCXXXI REGIUM cato proprio presso San Pietro a Polla. CCXXXVII SUMA AF CAPUA R- E In realtà San Pietro a Polla corrisponde- GIUM MEILIA CCCXXI ET EIDEM va in epoca romana al cosiddetto forum PRAETOR IN SICILIA FUGITEIVOS populi e non al forum Popili (foro di Po - ITALICORUM CONQUAEISIVEI RE - pilio Laenas), come indicato nella Tabu - DIDEIQUE HOMINES DCCCCXVII la Peutingeriana. EIDEMQUE PRIMUS FECEI UT DE Sembra più attendibile, invece, la teoria AGRO POPLICO ARATORIBUS CE- di Vittorio Bracco, che identifica in T-i DERENT PASTORES FORUM AEDI- tus Annius Luscus, console nel 153 a.C. SQUE POPLICAS HEIC FECEI” , il costruttore della Strada, come quella di altri ancora, che considerano il preto- “UNA VIA FECI DA REGGIO A CA- re (131 a.C.) Titus Annius Rufus colui PUA E IN QUELLA VIA POSI MOL- che ne ordinò la realizzazione.
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