seo cii Seattle©Ministero e presentato dei beni e codelleme attività tale alla culturali mostra e del dedi turismo­ -Bollettino3) Sul d'Artegruppo di bronzi appartenuti all'Eieurice, oltre la cata agli Ultimi Medici da Detroit e Firenze. 6l lo quel­ ~ del c:aralogo deJh mostra Gli Ultimi Mttbci op. dr. ~ on a~ uno studio definitivo sempre di J. MowTAc;u' l'occ.azione la Montagu tracciò la vicenda storico­ The Bronze Groups mode for the Eltctress Palatlne, in K.unst critica del gruppo, individuandone l'appartenenza alla des Barock in der Toskana. Studitn zur KuttSl unter dtn leutm serie di bronzi creati per Anna Maria Luisa de' Medici, Mtdid. Mllnchtn 19'76, pp. 126-136. dal 4) Le fotografie sono del Gabineuo Fotografico della Soprin­ e indicando come il Battesimo fosse stato ~guito tendenu e tianno, nell'ordine, i seguenti numeri di negativo: Foggini nel 1723, secondo la testimonianza del Baldi­ 25 12QS(o6/07/o8fog. nucci. 7l Dopo la ricomparsa del gruppo firmato dallo 5) Op. cir. a nota 3, p. 135: " Ndh Camera dove dormiv.a scultore fiorentino, J. Montagu lo ha pubblicato nel suo S : A : El : e defunta ndl'lnvemo detta della Rovere. AJJa &­ miglia Medid . Un puppo di Bronzo di paù figure di rilievo che saggio su tutto il gruppo dei bronzi appartenuti al­ rappresenta S: 1 G10: Sarta: che Battezza Nostro Signore nel l'EJenrice, 8) ritenendolo l'originale eseguito per lei li.WDe Giordano Opera di Gio:Bata:FogJini posa sopra baK dal Foggini. La studiosa infatti rimarca la prese~ di Nero di FW!dn ornato di bronzi dorau ,. 6) Catalogo dt. n. 13. della firma, che non com~ sull'esemplare di Seattle, 7) U testo di F. S. Baldinucci, contmuto io un Ms. ddh quella delle ali nell'angtoletto del gruppo fiorentino, Biblioteca Nu. ~ntrale di Firen%e, ~ tra.Serilto ìn l...uo:H.EIT, la qualità della fattura che, dalla fotografia, le sembrava op. cit., a nora 2, p. 237, doc. 48. più alta. n confronto con l'esemplare negli Stati Uniti 8) Vedi nora 3· 9) Vedi MONTAGU, op. cit., a nota 3 p. 129 e fig. 5· dimostra infatti, in molti dettagli di fattura nel bronzo 10) Vedi c:awogo mostra Gli Ultimi Medici, cir., nn. 27--28. di Pitti, che questo fu lavorato con più cura: basti con­ u) Per l'i.mportan:a rivestita chi bronzi fiorentini dd Set- frontare il modellato del panneggio nei OWlti di Cristo e tecento e

idee da lui adottate nelle scale, la cita, mettendone gibili ancora le tre sillabe terminali: " ... Ili 11 ; e penso in risalto i vantaggi che offriva: "Nella Tavola 17 a Cesare Castelli, 63) l'impresario che con Giovanni la Scala rapportasi della Casa di Campagna, espressa Bonino aveva già sottoscntto la prima istruz;ione del nella Tav. 86 delle Istruzioni elementari suddette. S9l Vittone; e in quella si precisava che il Bonino si sotto­ Atteso la poca altezza che in questo caso si aveva dal scriveva solo con un segno, perché incapace di scri­ Piano di terra a quello del Salone esistente di rio­ vere il suo nome. 641 Forse era stata se.gnata sul foglio contro all'Atrio A, stimato si è di quella formare ad ancora altra firma, di cui non è rimasta traccia? Quella ambe le parti in due rami disposti, come si vede, at· del Vittone? Potrebbe essere; perché nel punto in cui torno ai lati dell'Ingresso, comoda in tal modo venen­ il disegno è lacunoso anche sul lato sinistro, lungo dosi ad avere, ed uniforme per l'una e l'altra parte, il margine inferiore, ai bordi di altro strappo, in corri­ l'ascesa al ripiano B, che serve di Preambolo, e dà spondenza esatta allo strappo sul lato destro, si scorge accesso al detto Salone, libero insiememente, ed am­ qualche confuso residuo d1 segni, in cui parrebbe di pio restando nel mezzo il passaggio, per portarsi poter decifrare un "Ber... , (Bernardo). Comunque nel Cortile, col comodo inoltre, che nelle Case di cam­ credo che almeno sulla lettura della prima firma non pagna richiedesi, di potersi portare in cocchio fino possa sorgere dubbio alcuno; e questo dato permette, al piede di detta Scala, senza aversi ad esporre allo poiché il conte firmatario Giovan Francesco Grosso

scoperto 11• 6o) morì il 19 settembre 1740, 6S> di riportare con sicu­ Il progetto del superbo scalone, di cui il Vittone rezza anche questo foglio ad una data antecedente al pose con compiacimento in rilievo quanto si adattasse 1740: prossima, certo non molto più tarda, della data alle esigenze ambientali, non fu però mai messo in marzo-aprile 1738 dei primi disegni datati. opera; chè più tardi, morto il Vtttone e mutato il Il foglio del progetto - contratto, rispetto alla committente, venne scelta proposta di altro architetto. precedente pianta cui si rifà, è ravvivato da una serie Nell'ultima pianta ideata per il "Piano di Terra, di volte segnate in proiezione su ambienti l?iù o sono progettati per la prima volta anche due ingressi meno ampi; tra esse risalta per fantasiosa levttà la laterali al palazzo, cut si accedeva attraverso scale volta segnata sul secondo vano dell'atrio. Ma oggi i dilatate ed ampie. Posti al centro dei due lati nord e segni di questo fo~lio riuscirebbero appena vagamente sud della fabbrica, in corrispondenza perfetta con le decifrabili senza il sussidio della tavola delle Istru­ aperture già progettate nella pianta precedente sui zioni elementari (fig. IJ) e delle due tavole dell'Archi­ lati dell'atrio, offrivano, a chi entrasse da uno degli tetto civile (fig. 18 e Jtg. 19), che ne riproducono con ingressi laterali, la visione dell'atrio, e al di là di quello fedeltà tutti i particolari. la fuga prospettica fino all'altro ingresso laterale e Solo nel foglio - contratto per altro il progetto è all'altra scala di accesso. Altra scalea è progettata anco­ ampliato sul lato ovest in vista di più vasti appezza­ ra sulla facciata interna (ovest), più ampia di quelle menti di terreno; e davanti alla facciata interna del laterali e più articolata, a colmare il dislivello del palazzo è disegnato nitidamente, con duplice colore terreno da quella parte scosceso. ad acquarello verde chiaro e verde scuro, che riceve E cosl con questa pianta definitiva attraverso i mol­ spicco sul colore grigio con cui sono contraddistinte teplici disimpegni la planimetria del palazzo veniva le strutture del palazzo, un ampio giardino. E anche scandita con limpida chiarezza in tuttt gli ambienti. a questo riguardo il foglio - contratto è documento In essa per altro è progettato per la prima volta prezioso, perché, a quanto mi risulta, è l'unico disc· all'esterno· del palazzo, in corrispondenza dell'ingresso gno di giardino che ci sia pervenuto, progettato dal sud, il passaggio ad un vasto recinto rettangolare, Vittone per una destinazione specifica. Eppure ai aperto nel lato estremo verso valle.; una scala perpen­ giardini il Vittone dedicò un paragrafo delle Istruzioni dicolare a quell'apertura permetteva di accedere più diverse, proponendo " diverse idee , : " di Giardini facilmente alla proprietà dei Grosso a chi vi salisse a semplici compartimenti, a semplice brodecia, ed a dal pendio che ancor oggi degrada dietro il palazzo. compartimenti e broderia insieme applicati, Queste proposte ritornano tutte nel foglio che servi distribuzione in essi di vasi, ed alberi, oi~ltte:bandAt, per la stipulazione del contratto (fig. I 5)1 conservato e fontane , i osservando per altro che " con gli altri all'Archivio Comunale di Riva 6tl. Pur­ agli alberi e vasi, notare, doversi li troppo il foglio è oggi fatiscente; eppure non solo buire in modo, che serbando tra loro di fila in riesce di vivo interesse in quanto offre la definitiva stessa, o eguale distanza, qualunque sia la planimetria vittoniana del palazzo; ma è notevolis­ cui si mirino, tutti ordinati appaiano in uno simo per la vaghezza e l'alta qualità che ancora vi si filo, o almen concordi in formare una qualche possono cogliere. Tutto lacero e sbiadito, con fram­ dilettevole figura ,. 66) È una maniera di COillCCIU menti ormai perduti ed altri staccati, anche se già di pura accezione architettonica; le vaghe e rimontato su tela da vecchia data; aperto in molti voli figure che compartimenti, broderie, punti in corrispondenza di evidenti antiche piegature vasi formano nei giardmi, nascono, secondo il e ripiegature, ho stentato a decifrarlo, e tanto più a dal loro reciproco rapporto; da non diversa farne condurre la fotografia, pur cercando di dtsten­ zione scaturiva la fantasiosa " bizzarria, delle derlo e di accostarne i poveri lacerti.È menomato inoltre tetture sacre vittoniane. Proprio questa s~ da strappi marginali, slabbrature, rifilature 62) i più mentis portò del resto il Vittone a proporre at.. deprecabile lo strappo sul lato destro lungo il mar­ architetti reticoli modulari come suscitatori didi gine inferiore, che rende difficile la decifrazione delle gini; 6?> la stessa pianta del palazzo Grosso nella incisione©Ministero delle dei beniIstruzioni e delle attivitàelementari culturali è escandita del turismo -Bollettinotone a Riva d'Arte preparava su incarico del Consiglio comu­ da reticoli a maglia quadrata, che ritornano pure in nale il disegno dell'arma del Comune da porre sul una delle due incisioni dell'Architetto civile. Nessuna " Torchiere " di rame. 68) Del resto nel medesimo incisione dei trattati vittoniani riferentesi a questa volger di tempo la _presenza del Vittone è segnalata "Casa di Campagna, presenta però l'immagine del anche nella vicina Chieri, ove veniva richiesto di un giardino proposto dal Vtttone nel foglio - contratto parere tecnico nella verteoza sorta tra la Confrater­ davanti alla facciata interna del pala~~o; e il giardino nita e il capomastro Bernardino Leone per il crollo nel foglio - contratto non è scandito dai reticoli della volta della chiesa di San Bernardino, che il Leone modulari che scandiscono i motivi di giardino proposti stava erigendo su disegno dell'ingegnere Quadro; e nella T avola 26 delle Istruzioni diverse. Ma se si pone proprio a seguito del parere del Vittone si addivenne mente al fatto che con quel disegno l'architetto pre­ poi l'n settembre a quell'accordo tra i due conten­ sentava al committente il suo progetto definitivo, denti, secondo il quale il capomastro s'impegnava a aprare logico che non vi lasciasse più traccia alcuna compensare il danno subito dalla Confraternita e a de segreto metodologico da cui era maturata la sua ricostruire secondo un nuovo progetto preparato dal sintesi formale. Vittone. 69> Il giardino progettato sulla facciata occidentale del pala~o di Riva consta di un " semplice comparti­ Il 19 settembre 1740 cessava di vivere colui che era mento , , delineato secondo una " figura , ben pre­ stato committente della fabbrica, l'ancor giovane cisa nei contorni; e ai due lati è disposta una sequenza conte Giovan Francesco Grosso; 10> e gli succedeva di alberi che dai limiti estremi della facciata discendono nella proprietà del palazzo e in tutti gli altri beni e di­ con il pendio " tutti ordinati... in uno stesso filo ,. . ritti, essendo Giovan Francesco morto senza eredi Il " compartimento , si incurva sui due lati lunghi diretti, il fratello Marco Antonio. È probabile che a paralleli alla facciata del palazzo, con concavità più seguito di quegli eventi ci sia stata una battuta di ar­ accentuata dal lato al palazzo opposto; da esso si di­ resto nei lavori della ricostruzione del palazzo, forse partono ampie terrazze degradanti nel loro vario, prolungatasi poi anche in rapporto alle condizioni fantasioso sventagliare. particolari che si erano create in Piemonte a causa Il giardino non fu costruito; costruito per contro della guerra di Successione Austriaca, che anche il fu, in corrispondenza all'ingresso sud, il passaggio al Piemonte mise in armi, e combattuta a quando negli terreno cintato posto ad esso di fronte; e fu costruita stessi territori del re di Sardegna ne desolò il paese, alla sua estremità la scala che colma il dislivello per gravato inoltre da balzelli straordinari per sostenerne chi risalga il pendio in quell'estremo lato; passaggio l'onere. Tempi duri per lo Stato Sabaudo quelli inter­ e scala che di fatto sono in loco ancor oggi a documen­ corsi tra il 1741 e il 1748, anno in cui la pace di Aqui­ tare che presero forma secondo il progetto del Vittonej sgrana veniva a conferire nuovo prestigio al suo re, poiché i giardini ideati oltre cinquant'anni dopo dal­ estendendone il dominio. l'architetto Pollack, nella medesima ubicazione e se­ Ma se pure in quei travagliati anni la ricostruzione condo la medesima impostazione di insieme, a causa del palaz~o di Riva dopo la morte del primo commit­ del volger tempestoso dei tempi non furono mai co­ tente subi forse una pausa; quando la vita riprese a struiti, né il giardino all'inglese nel recinto rettangolare poco a poco in Piemonte, e con essa l'esuberante fio ­ sul lato sud, nè quello grande nel pendio che scende ritura architettonica dell'inizio del secolo, anche i dal prospetto interno del palazzo. Per disegnarli lavori alla fabbrica di Riva dovettero venir ripresi l'architetto viennese era stato appositamente chiamato con fermo intento da parte del nuovo proprietario di dalla Lombardia, ove esercitava la sua attività in opere appianare ogni difficoltà che potesse sorgere e di risol­ di grande prestigio, a Riva di Chieri, al fine di soddi­ vere ogni eventuale problema inerente al palazzo. sfare, interprete delle nuove mode e dei nuovi gusti, Un documento conservato all'Archivio Comunale i desideri dell'esigente signora del palazzo, la contessa di Chieri informa di una convenzione stipulata in Faustina Ma~~etti . Ed è di vivo interesse rendersi data r8 xnaggio 1752 tra la Comunità di Riva e il conte conto di ~uanto le proposte del Vittone e la loro par­ Marco Antonio Grosso, arbitro della nuova contesa ziale realizzazione abbiano condizionato l'impianto il " vice Intendente , appositamente trasferitosi a base dei più tardi, fantasiosi progetti preparati da Riva. La Comunità accettava di cedere al conte - Leopoldo Pollack in termini già preromantici. contro ogni precedente rivendicazione, da lei avan­ zata, di destinazione ad uso pubblico - il legittimo La rapidità con cui si susseguirono richiesta di diritto di proprietà, di uso, di passaggio riguardo ad perizia, atti di visita giudiziale, istruzioni del Vittone, un portone wcorporato io vecchie case acquistate proposte di progetti, contratto, testimonia la viva dal conte; nonché di cedergli parte del sito della sollecitudine con cui il conte Giovan Francesco s'adope­ piazzetta ad esso adiacente. A sua volta il conte si im­ rava, nel ricordo del tragico incidente che l'aveva reso p,egnava a " cedere a beneficio di detta Comunità orfano, alla ricostruzione dell'avito palazzo; e inclinano ' dalla parte verso la suddetta porta , , un tratto del a. P~nsare che, stipulato il contratto, fossero incomin­ suo orto, di cui veniva definita con esattezza la misura, ~tl . subito i lavori; del che del resto è indizio sicuro " acciocché la Comunità possa valersene et unire al dtdascalia della pianta parziale del 11 Piano Nobi­ restante suo sito rer far fare una piaz~a ad ornamento le, (fig. 12), di cui abbtamo riferito. E il Vittone e benefizzio de pubblico ,. 1•> ~oÌette via via seguirli - come era previsto nella Da altri documenti, contratti di acquisti stipulati D nstruzione , - recandosi ripetutamente a Riva. dal conte, si precisava, " nel suo palazzo , , risulta r·~~mentata è la sua presenza a Riva nel 1740· al- in modo sicuro che il nuovo edificio almeno dal 1751 ~10 .della primavera, il momento della ripresa an­ era già in parte stato costruito, se pur non ancora ~utlpe .d' ogni lavoro costruttivo in un clima come quello condotto a termine. 72) Comunque note di acquisti e e te monte: secondo Ordinati del 19 ma~o il Vi t- permute conclusi a partire da quella data inducono a pensare che negli anni successivi l'ulteriore sistema­ altri inerenti alla costruzione del palauo, neiJ' Archi­ zione del palauo e il riscatto dei terreni limitrofi vio Comunale di Riva 84) (fig. 22). Si tratta di altra occupassero©Ministero un dei postobeni e dellepreminente attività culturali nell'animo e del turismo e nelle -Bollettino pianta d'Arte dell'atrio, ma orientata da sud verso nord; in cure del conte Marco Antonio. Ed è presumibile, essa il vano centrale è visto dall'ingresso già aperto anche se non è documentato, che l'architetto Vittone dal Vittone nel lato sud del palazzo, ma con la prospet­ continuasse a seguire i lavori quale sovrintendente tiva, dall'altro lato dell'atrio, a nord, dello scalone alla fabbrica, di quando in quando trasferendosi a che porta ai piani superiori; e proprio l'intuizione di Riva. come suggestiva potesse riuscire la sistemazione dello Parrebbe del resto confermare tale supposizione la scalone a fondale prospettico dell'atrio per chi entrava sua frequenza in quegli anni anche in altri luoghi dall'ingresso mendionale del palazzo, penso abbia prossimi a Riva. A Chieri dopo la costruzione della indotto il Bays a riprendere dalla pianta del Vittone chiesa di San Bernardino (t74o-1744) il Vittone pro­ l'idea delle aperture sui lati dell'atrio, quella sud in gettava l'edificio dell'Orfanotrofio femminile e dava corrispondenza all'ingresso laterale, quella nord di disegni "per la perfetione della fabbrica della ... chiesa, passaggio ora alla scala, di cui veniva mutata l'ubica­ ~ià costruita in l?recedenza da altro architetto; 731 zione rispetto al definitivo disegno vittoniano. mtorno al '50 vemva consultato per un parere circa Certo è che alla morte del Vittone atrio e scalone il modo di riparare lesioni nell'antica chiesa di San non dovevano aver ricevuto ancora sistemazione de­ Giorgio 74>; nei pressi di Chieri ideatore e costruttore finitiva; infatti dall'esame del foçlio del Bays ci si rende della cappella del Cipresso 7Sl e forse dell'architettura conto che dopo le ripetute vananti proposte dal Vi~ ­ originale della villa 76); sempre a Chieri, dal '57 al tone e l'accettazione di una di esse da parte del com­ '59, progettatore ed esecutore della cappe!Ja de!Ja mittente, fu realizzato invece il nuovo progetto; chè Beata Vergine delle Grazie nel Duomo; nr nella vicina ad esso corrispondono le attuali strutture. Buttigliera richiesto nel '58, mentre vi attendeva alla Al Bays credo sia da riportare ancora altro disegno, fabbrica della chiesa della Confraternita di San Mi­ non firmato nè datato, conservato all'Archivio Comu­ chele, di un parere circa il previsto ampliamento nale di Riva8sl (fig. 21), quale progetto anteriore al deiJa chiesa parrocchiale. 78l foçlio già preso in esame, prima idea balenata all'ar­ Documentate poi sono frequenti presenze del Vit­ chttetto di una sistemazione d eU' atrio a partizioni tone a Riva di Chieri a partire dal 1760. In quell'anno semplici e regolari, nel cui contesto più logica si inse­ il Comune in vista di una ripresa dei Javon di rico­ risse la nuova ubicazione che andava vagheggiando struzione deiJa parrocchiale sui disegni preparati Ida dello scalone. N el successivo disegno - la pianta Plantery fin dal 1725, lavori che erano proceduti molto firmata - la scansione dell'atrio, ulteriormente sem­ lentamente, in una seduta del 13 settembre 1760 de­ plificata nella successione degli spazi e degli elementi cideva che " si dovevano fare diligenti ricerche per portanti, si fece ancora più razionale e coerente rispetto ritrovare il disegno della volta di questa chiesa par­ al sito deUo scalone: il vano dell'atrio, da cui allo sca­ rocchiale fatta dal fu ingegnere Planteri ed in caso lone si accede, è definitivo da pilastri più robusti, che il suddetto non si trovi si manda di far trasferire come più robusti sono quelli posti nelle zone estreme un architetto per fare nuovo disegno anche con tra­ sulle fronti est ed ovest del palazzo. Agli angoli dei sferta ove sia d'uopo, formazione d'istruzione e cal­ tre vani più brevi, tra quelli in cui è scandito l'atrio, colo della spesa per prendere poi sovra di ciò ulte­ sia del vano centrale che dà adito aiJo scalone, sia dei riori determinazioni sopra la terminazione di detta vani adiacenti ai due ingressi principali (est e ovest) chiesa e che ritrovandosi detto disegno, di pagare ciò sono proiettate in pianta piccole volte circolari, con che sarà dovuto alli eredi di detto ing. Planteri ,. 79) ogni probabilità riprese dal primo progetto del Vitto· La P.resenza del Vittone a Riva in quell'anno, presu­ ne. Oggi ne appaiono solo quattro nelle zone estreme, miblie in base a siffatta decisione del Consiglio Co­ certamente poste in opera almeno una quindicina munale, o quale erede dello zio Plantery, o quale. even­ d'anni dopo il progetto Bays, quando l'ormai mutato tuale architetto di nuovi progetti, è confermata da orientamento del gusto indusse a realizzarle illusioni· altro Ordinato del Comune di Riva del 176x, che lo sticamente ad affresco, con efficace resa, dipinte per· dava trasferito a Riva, ove per il Comune aveva a sino le ombre portate. quella data già preparato nuovi disegni per la ripresa Da questi disegni del Bays si è indotti a pensare dei lavori della chiesa parrocchiale Bo): i quattro fogli, che il problema dell'atrio e dello scalone del palazzO rinvenuti e pubblicati dali'Olivero, 81 > che ottennero di Riva sia stato problema tormentato, a lungo dial'. l'approvazione del Consiglio. 82 ) Conclusa la conven­ scusso. Forse il conte Marco Antonio, succeduto zione con l'impresario, sorsero però altre difficoltà; fratello, non ne condivideva le ambiziose cosicché, iniziati i lavori, pare, nel '66, nel '67 il Co­ di grandiosità? mune commetteva al Vittone di preparare ancora La scelta da parte del conte Marco Antonio altri progetti, che a lui - più fortunato dello zio chitetto Bays per una consultazione circa l' Plantery - venivano regolarmente pagati. 83) palazzo di Riva depone della sua oculatezza; tetto Giacinto Bays del resto doveva in Ma per l'architetto si approssimava il termine della essere ben noto anche a Riva per aver or<>~ettal~ vita; senza che si fosse concessa mai, fino alla fine, costruito nella vicina Chieri su · alcuna sosta nella fervida ideazione di ~rogetti e nella dri della Compagnia di Gesù la chiesa di Sant' ininterrotta stesura di instruzioni, d improvviso si nio. 86) Iniziata nel 1767, nel '6g i lavori . spegneva. Bernardo Vittone cessava di vivere il xg ot­ interrotti, per mancanza di fondi, suppone il tobre 1770; il 30 aprile dell'anno seguente, 1771, mer; più probabilmente, penso, per le os~ure a soli sei mesi deUa sua morte, l'architetto Giacinto che si andavano addensando all'orizzonte det Bays - in realtà si firmava " Inginiere, - firmava Ma a quella data la chiesa era ormai rn<~r1iUl<òlo e datava già un nuovo disegno, conservato, con gli costruita anche la originalissima volta, se pure era stata©Ministero eseguita dei ancora beni e delleinteramente attività culturali la decorazio­ e del turismo -Bollettinola fabbrica d'Arte del Vittone. Non tutti i fogli di questa se­ ne; fl?l fabbrica di alto prestigio, che fu per tanto tem­ rie recano didascalia; ma sono tutti facilmente ripor­ po attribuita, se pure erroneamente, allo Juvarra e tabili al loro fine progettuale: la "Facciata verso in parte al Vittone. Levante, 100> (fig. 23), la 11 Facciata di Ponente ror), Interrotti nel '69 i lavori nella chiesa di Sant' Anto­ (fig. 24), la "Pianta del Piano nobile •oa), (fig. 27), nio, il Bays era presente a Chieri almeno ancora l'anno il " Taglio e Profilo , per il lungo to3l (fig. 25), il successivo; risulta che nel '70 vi preparava una serie " Taglio di traverso , 104) (fig. 26), il taglio di traverso di mappe della città, og~i conservate all'Archivio delle sale laterali con il profilo della scala e la sua Comunale, 88> In questo grro di tempo, ~uando già pianta 105) (fig. 30), due particolari di decorazione a aveva interrotto la fabbrica della chiesa dt Sant'An­ stucco, l'uno di parete e volta di sala ro6l (fig. 28), tonio 89> e tuttavia era presente a Chieri im.Peçnato in l'altro di scala e pianerottolo terminale •01> (fig. 29). lavori di minor rilievo, dovette ricevere nch~esta da E se pure solo cinque di questi otto fogli portano la parte del conte Marco Antonio Grosso di un parere scritta " Contessa Mazzetti fece 1778 , , sono tutti circa la sistemazione dell'atrio del palazzo di Riva; ad evidenza condotti dalla stessa mano, e tutti devono e a seguito dovette preparare il nuovo progetto in pressapoco cadere nel medesimo giro di tempo; al più due successivi fogli. I due disegni eseguiti dal Bays si potrebbe supporre che quelli che propongono solo per il palazzo Grosso di Riva ven~ono così ad a~giun­ particolari decorativi, sui quali non è segnata né scritta gersi alle opere dal Pommer rivendicate ali archi­ né data alcuna, siano stati via via preparati sotto lo tetto. stimolo immediato della realizzazione. Una svolta decisiva nella fabbrica del palazzo segnò A risolvere, o almeno a chiarire, la problematica e la morte del conte Marco Antonio, deceduto il 20 ot­ discussa questione attributiva del palazzo di Riva, tobre 1778; 90) il giorno precedente, forse colto da credo di potere con buona attendibilità riportare 1 grave malore, testava, 9 ) nominando, essendogli già questi dise~ni a Mario Ludovico Quarini sulla base premorti i due figli maschi, 113) erede particolare la di innegabdi affinità formali che vi si colgono con moglie contessa Dorotea Matilde Avogadro di Collo­ progetti sicuri dell'architetto. Essi costituiscono per biano ed erede universale la fiçlia Faustina, andata altro l'aspetto più strano delle proposte attributive al sposa al conte Carlo Mazzetti di Montalero. 93) Nep­ Quarini dell'intero palazzo di Riva, di cui ho all'inizio pure un anno dopo moriva anche la contessa Dorotea riferito; ché nessuno degli scrittori che le ha avanzate Matilde Avogadro (8 agosto 1779), 94) avendo già dà notizia di questa serie di progetti quariniani testato pochi mesi dopo la morte del marito a favore preparati a seguito di quelli del Vittone; anzi, della figlia (19 marzo 1779); 9sl il 1° settembre del '78 non mi risulta che questi fogli siano mai stati si era spenta anche la nonna paterna di Faustina, la consultati e studiati, se non in tempo recente dall'ar­ contessa Teresa Nomis. 96> Eppure tra tanti lutti ed chitetto Pozzetto, che tra i molti disegni concernenti afflizioni, la nuova erede ancora negli ultimi mesi del il Jilalazzo conservati presso il municipio di Riva di rn8, a seguito immediato della morte del padre, Chieri ha però in modo particolare rivolto il suo inte­ faceva preparare progetti architettonici per una ri­ resse ai progetti ideati dal Pollack per i giardini, co­ strutturazione del palazzo di Riva, orgogliosamente me da sua relazione orale sull'argomento, anticipo segnandoli: " Contessa Mazzetti fece 1778,. di una pubblicazione di più vasto respiro. ro8) Donna che si rivela di non comuni qualità volitive, Mario Ludovico Quarini godeva già d1 larça fama di vivo interesse artistico, di squisito gusto, di fervido quando gli fu affidato dalla contessa Mazzettl l'inca­ desiderio di portare innanzi l'aggiornamento archi­ rico di preparare progetti per una ristrutturazione del tettonico e la decorazione del palazzo di Riva da lei palazzo. Egli è ancora oggi considerato nella vicina _ intrapresa non appena ancora in giovane età 97l fu Chieri " gloria di campanile, 109) e proprio con la­ libera alla morte del padre di disporne a suo arbitrio, vori nella vicina Chieri aveva iniziato la sua prima, an­ non si peritò, neppure al profilarsi poi all'orizzonte di cor timida collaborazione professionale con il Vittone tempi inquieti e perigliost anche ~r il Piemonte, 9S) in qualità di disegnatore, nel '59 alle sue prime armi, di far convenire a Riva architetti, pittori, scultori, per la cappella vittoniana di Santa Maria delle Grazie decoratori, artigiani di ogni tipo allo scopo di ristrut­ nel Duomo di Chieri. Ma già fin da quel lontano tem­ ~urare il palazzo e di condurne la decorazione secondo po (1758-1759) in Chieri aveva costruito anche una il più moderno orientamento del gusto; di progettare opera autonoma, la facciata con cui - al di là dell'arco e far eseguire mobili di stile intonato alla struttura e ctnquecentesco, unico superstite, tra i molti annove­ alla decorazione delle sale; di scegliere stoffe per rati un tempo, aUe distruzioni perpetrate dai Fran­ l'arredo; di far preparare tappezzerie cinesi su disegni cesi alla fine del secolo diciottesimo - la chiesa di San appositamente condotti; di commissionare lampadari Filippo prospetta sulla contrada centrale della città. no) d~ forme ben precise, che intonassero con la decora­ Entrato poi nell'orbita del Vittone, con lui aveva colla­ Zio~e ambientale; di far preparare progetti di giardini borato alla realizzazione dei suoi progetti, acquistando ad~trittura favolosi per il piccolo centro di Riva, piena autonomia di orientamenti e di opere solo alla tah da richiamare alla memoria, dalla descrizione morte del maestro. progettuale e dai diseçni conservati, pur nel mutato Se copie da architetture dello Juvarra aveva eseguito g~to, i mirabili luoght di delizia dei Principi Sabau­ anche negli anni in cui svolgeva opera a fianco del 99 di. ) Di tutte queste fervide cure rivolte al palazzo è Vittone, attraverso le realizzazioni vittoniane· e al COnservata documentazione precisa all'Archivio Co­ di là di quelle guardando allo Juvarra come a suo con­ munale di Riva. geniale modello, alla morte del Vittone si andò orien­ Il pr~mo problema che ci si presenta circa i lavori tando verso una viva aspirazione alla luce, perdurante COndottt dalla contessa Mazzetti, e perentorio, riguar­ eredità juvarriana in Piemonte; ma non la luce mute­ tbf.er .altro. l'individuazione dell'architetto che esegui vole e imprevedibile, suscitatrice di originalissime 1 disegm del 1778 quale progetto per ristrutturare fantasie architettoniche, delle fabbriche sacre del Vittone - dal Valinotto a San Bernardino di Chieri, della facciata si diparte un'ampia scalinata a doppia a Santa©Ministero Chiara didei Bra beni -; e delle ma attivitàun lume culturali limpido e del e turismounifor ­-Bollettinorampa d'Arte di largo respiro; motivo forse ancora di ispi­ me, radente levigate superfici di più semplici strutture, razione juvarriana, se pur più vaga; quasi l'architetto qualificate da un finissimo gusto decorativo. Da tali avesse voluto proiettare al di fuori, nella libera atmo­ predilezioni guidato il Quarini proprio a Chieri aveva sfera, il suggestivo scalone del palazzo torinese. Ac­ portato innanzi e condotto a termine la ristruttura­ canto a questi disegni, in modo speciale caratterizzanti zione del Palazzo Comunale, già commessa al Vittone, le predilezioni dell'architetto riescono i due delicati e dal Vittone tosto interrotta al sopraggiungere della progetti di particolari decorativi, che reggono il con­ morte; i disegni preparati dal Quarini cadono tutti fronto con altri sicuri del Quarini. 1141 111 dal 15 luglio al x8 a~osto 1771i ) ad essi è presumi­ bile tenesse dietro tmmedtatamente l'esecuzione. I disegni del Quarini dovettero riuscire bene ac­ Questa opera autonoma realiz~ta in Chieri subito cetti alla nuova signora del palazzo di Riva, la contessa dopo la morte del Vittone dovette suscitare vasti, Faustina Mazzetti. Sul clima culturale e artistico, immediati consensi; chè a poco più di un anno di cui conformò le sue aspirazioni novatrici l'ultima erede distanza dai progetti di ristrutturazione del Palazzo della famiglia Grosso nell'avita dimora, prospetta Comunale, il 9 gennaio 1773 il Quarini datava pro­ insperata luce un brano delle manoscritte Memorie ~etti preparati per altro incarico di ristrutturazione spettanti al luogo di Riva di Chieri. liSI Dopo aver tn chiave settecentesca di precedente edificio, commes­ accennato alla fabbrica del palaz2;o, l'estensore del sagli da parte di una delle famiglie di più alto lignaggio manoscritto passando a trattare delle decorazioni della città, i conti Biscaretti di Ruffia; opera purtroppo interne esegwte, egli scrive, "dall'eccellente pennello oggi pressocché distrutta mJ (fig. 31 e ftg. 33). dei fratelli T orricelli del lago di Como 11 , si intrattiene Le affinità strutturali e decorative che ancora ci su una figura di grande prestigio, sotto la cui stimo­ è dato cogliere tra i progetti prepa.rati dal Quarini lante direzione, moderna e aggiornata, furono condotti i P.er le due costruzioni civili di Chieri ed i. progetti per lavori intrapresi dalla contessa: il conte Pio Grisella di tl palazzo di Riva datati 1778 inducono a riportare Cunico, Cavaliere dei Santi Mau~io e Laz2;aro, nel senza esitazione anche questi all'architetto. Alla ro­ 1975, precisa, Inviato straordinario del re di Sardegna bustezza delle fabbriche civili del Vittone sottentra presso la Repubblica di Genova, nel 1780 Consigliere già nei palazzi chieresi del Quarini una levità nuova, del Re, Riformatore del Magistrato delle Riforma della che ritorna, più sensibile, nei più tardi disegni del Regia Università degli Studi di Torino, appassionato palazzo Grosso di Riva; e sulla stesura tersa delle viaggiatore, colto ammiratore delle antichità di Erco­ superfici ·si distende una decorazione esile e raffina­ lano e di Pompei, da lui visitate per studio, come per tissima, che, allegerendole, impreziosisce le strutture. studio e per officio visitò altri luoghi dell'Italia e di 11 confronto diretto che si può condurre tra i pro­ paesi oltramontani. Le noti2:ie intorno a questo emi­ getti del palazzo di Riva datati 1778, che non esito a nente personaggio offerte dalle Memorie sono avva­ riportare al Quarini, e i precedenti progetti vittoniani lorate dal Manno, che lo ricorda anche addetto alla riesce del resto indicativo. Quanto essenziale, unitaria, Legazione di Roma (23- febbraio 1771) 116) - il De­ pur nell'aggettazione del corpo centrale e dei due la­ rossi nel 1781 lo elencava tra i Riformatori dell'Uni­ terali, si presenta la facciata di levante progettata dal versità 117) -; e ricevono del resto conferma sicura da Vittone, altrettanto scompartita e dilatantesi nella fonti ufficiali, quattro Patenti Regie conservate all' Ar­ uniforme stesura in superficie quella preparata qua­ chivio di Stato di Torino. l18) Il lungo passo, che a lui rant'anni dopo; essa è adorna di un balcone a pilastrini è dedicato nel brano riferentesi al palazzo dei conti alla finestra centrale del salone, e ai lati estremi di Grosso, fa risaltare per altro questa nobile figura con balconcini a trame leggere di ferro, riprese anche nei ruolo preminente di protagonista nella vicenda costrut­ cancelli degli ingressi aperti ai lati estremi della fac­ tiva e decorativa della fabbrica di Riva di Chieri; per ciata al piano terreno; vasi e statue ne coronano i por­ cui non è possibile, anche per il prestigio che gli de­ tali. E se si pone a confronto con il " Taglio per Lon­ rivava dagli importanti incarichi ufficiali assolti presso go 11 del Vittone il " Taglio o sia Profilo , del Quarini la Corte di Torino e per il suo studioso, aggiornato si colgono eguali divergenze; alla stringatezza scarna orientamento di cultura, non vederlo, sulla scorta e salda delle strutture e della stessa decorazione, alle delle Memorie, come primo ed essenziale ispiratore strutture sempre intrinsecamente subordinata, del del çusto, di cui il palazzo di Riva si rivela un unicum Vittone, nella comune concezione del grande salone prez1oso in Piemonte. conglobante due ordini, si contrappone nel Quarini Il conte di Cunico dovette per altro trovare nella ampio respiro di più lievi strutture; in lui la decora­ contessa Faustina una fervida seguace, disposta • zione delle pareti e le balconate contro luce si pongono pronta a cogliere tutte le novità verso cui lo · elementi qualificanti di tutto l'ambiente. Il confronto aperto e ricco di interessi e le non comuni oc,casl101.., potrebbe continuare; per altro tra questi disegni di di vita nell'ambito della Corte avevano u· lu••u.-• tardo Settecento del palazzo di Riva più alto e sugge­ l'illustre ospite. stivo si pone il Rrogetto della facciata di ponente - Dalla conoscenza della frequentazione del palauo il Vittone non l aveva condotto - , che può riuscire Grosso a Riva da parte di questo personagçto di addirittura esemplificativo del gusto e della fantasia piano nella vita del tempo in Piemonte st un•IU,.._~ dell'architetto. Penso che l'ispirazione prima di questo per altro di inspecata luce anche episodi . progetto felice possa risalire ad una reminiscen~ che mi si erano presentati un tempo casuali, dallo Juvarra, le vetrate degli ampi finestroni centrali da non riuscire a coglierne i moventi primi: nella rifrazione luminosa rieccheggiando la juvarriana alle incombenze progettuali commesse a Mario facciata di quel Palazzo Madama, di cui il Quarini vico Quarini dalla Corte di T orino a partire fu chiamato più tardi a preparare progetti di amplia­ Finché fu collaboratore del Vittone il mento. 113) Dal balcone mediano del corpo centrale allacciò nessun rapporto con la Corte; quando

272 giovane©Ministero nell'ufficio dei benidel eVittone, delle attività il Vittone culturali avevae del turismo già -Bollettinofosse stat d'Arteo affi~~to ad un architetto non regio, contro tnterrotto ogni contatto di' lavoro con il Sovrano da tutta una tradtuone della Corte Sabauda, 125l l'inca­ quasi vent'anni, le commissioni regie a lui affidate rico impegnativo dei progetti di luminaria alla Palaz- nsalendo agli anni precedenti al 1740, o intorno 2:ina di Stupinigi per nozze principesche. Nel Regi­ a quella data. Per contro dopo la sua morte il Quarini stro del Congresso degli Edili fio trovato testimonia.nza già nel 1773 riceveva l'incarico di preparare i disegni che ancora due anni dopo, nella seduta del 23 apri­ ed eseguire le incisioni delle soleruu esequie cele­ le 1775, discuntendosi sulla "Illuminazione da farsi brate nell'aprile di quell'anno in Duomo in onore di in questa nostra metropoli in occasione del solenne Carlo Emanuele III (20 febbraio); ng) nel medesimo matrimonio tra il Principe di Piemonte e la Reale anno, nell'estate, il re Vittorio Amedeo III gli affi­ Principessa di Francia per la facciata di S. Carlo ed dava l'allestimento della luminaria nella Palauina di Illuminazione delle Carmelite , , '' si raccomandava caccia di Stupinigi per le feste che vi si celebrarono nel­ il ~no del Signor Architetto Querini , , accanto l'ottobre in occasione delle nozze della principessa ad altn incarichi affidati - è precisato - al Dellala Maria T e resa di Savoia con il conte Carlo Filippo d'Ar ­ di Beinasco, al conte di Robilant, al Martinez. ~~ tois; incarico che al Quarini riuscì ben congeniale, sti­ Quel " si raccomandava , suona in modo del tutto molandone l'estro fantastico e il raffinato gusto: tanto particolare al confronto di incombenze agli ·altri archi­ è vero che la documentazione che ne lasciò in vari tetti già commesse; e m'induce a vedere la ·raccoman­ album rimane tra le più alte del genere in Piemonte. uol dazione quale pressione in favore del Quarini eser­ Anni fervidissimi di opere per l'architetto, impegna­ citata presso il Congresso degli Edili da parte di auto­ to, dopo la morte del Vittone, a riprendere e a portare revole personaggio, che alla luce di quanto documen­ innanzi fabbriche già al Vittone commesse. Oltre alla tano le Memorie non esito ad identificare con il Con­ ristrutturazione del Municipio di Chieri già ricordata, sigliere del Re; il cui intervento dovette riuscire di in Chieri il Quarini attese in quel giro di tempo alla non lieve peso se il Quarini esegui poi i progetti che trasformazione della chiesa di quell'Ospizio di Ca­ ci sono pervenuti. 1211 rità (1772), cui doveva aver lavorato il Vittone; 121l E 9uando a seguito del passaggio nel 1778 della al Vittone sottentrò a per portare a termine propnetà del palazzo di Riva alla Contessa Faustina l'antico Palazzo Comunale e l'annesso campanile il conte Pio Grisella di Cunico, che doveva già in pre­ (1771), e a seguito del Vittone ivi diede poi opera anche cedenza frequentare la famiglia Grosso e il palazzo nella parrocchiale (1772); l:n) a San Benigno condusse di Riva, assunse ruolo di guida esclusiva di tutti i innanzi il rifacimento della chiesa dell'antica abba­ lavori e il Quarini fu incaricato di preparare nuovi zia (1771), già iniziato dal Vittone per il cardinale disegni architettonici - forse idea già anteriormente delle Lanze; e per l'illustre committente ivi progettò ventilata? -, le incombenze affidate all'archi tetto poi a novo la sacrestia, e più tardi attese alla ricostru­ dalla Corte e dai nobili intorno alla Corte gravitanti zione del palazzo abbaziale; 133l a Torino riprese i si succedettero con ritmo sempre più frequente sino lavori, dal Vittone appena iniziati, per l'arretramento alla sua nomina a Regio Architetto il25 ottobre 1785 US>. della facciata del Collegio dei Gesuiti su via Dora­ A quella data il Quarini aveva già offerto a Riva buona grossa, che continuò più tardi, dopo la soppressione prova delle sue doti con i progetti e i lavori in corso della Compagnia di Gesù (1776), con il progetto e la per la ristrutturazione del palazzo vittoniano, progetti costruzione della galleria di accesso e del corridoio a e lavori che dovevano aver appagato a pieno la contessa quella ortogonale che adduce all'attuale facciata della Mazzetti e dovevano avergh ingraziato maggiormente cappella dei Mercanti. t24l E sulla scorta di questi l'animo del conte di Cunico; chè nella sua nomina a dati sicuri sarei incline a pensare che anche il conte Regio Architetto non si P.uò non cogliere, a se~uito di Marco Antonio Grosso alla morte del Vittone avesse quanto siamo venuti rilevando, conferma di quale commesso al Quarini, al più forse dopo breve inter­ influente appoggio l'architetto avesse trovato presso vallo di tempo, l'incarico della direzione dei lavori del il suo protettore. palazzo di Riva. La presenza del Bays, di cui testi­ Altro progetto del Quarini può del resto offrire moniano i due disegni presi in esame, si porrebbe ancor più valida attestazione degli influenti rapporti quindi come consultazione temporanea, conforme da lui allacciati a Riva: il " Progetto per ridurre la ad un'usanza di frequente praticata; i lavori del Bays Congregazione al primo piano della R. Università a Chieri avrebbero offerta al conte Grosso l'occasione ad uso di Museo , , tag) E se al tempo in cui rinvenu­ di sottoporre a giudizio di un architetto di prestigio tolo tra i disegni della collezione Anselma di Roma, i progetti dell'atrio, le strutture del palazzo più di­ donde passò poi al Museo Civico di Torino, inedito scusse fin dai primi disegni del Vittone. lo pubblicai, mi apparivano problematichc le ragioni Nella prospettiva di tali coincidenze c induzioni per cui un siffatto incarico progettuale fosse stato acquista attendibilità, per non dire certezza, l'ipotesi affidato proprio al Quarini, oggi anche su quell'epi­ che fosse stata proprio la frequentazione della nobile sodio riverberano luce nuova le manoscritte Memo­ so~età , con cui era venuto a contatto a Riva nel palazzo rie della Biblioteca Reale di Torino, che puntualiz­ d.et conti Grosso, ad offrire al Quarini insperata occa­ zano i vari incarichi esercitati presso la Corte dal con­ stone di appoggio e di presentazioni presso l'ambiente te Pio Grisella di Cunico. Tra gli uffici assolti presso tella Corte. Mi è sempre parso strano del resto che la Corte più pertinente ci.rca la parte dal conte avuta '?85~ stato incaricato di condurre i disegni e le inci­ nell'ideare la progettazione di un museo nell'Univer­ Slom delle solenni esequie del re Carlo Emanuele III sità e nell'affidarne l'incarico al Quarini riusd certo ftroprio Mario LudoVICO Quarini, allora libero pro­ la carica di '' Riformatore del Magistrato della Rifor­ ~t.onista, e non piuttosto il conte Dellala di Beinasco, ma degli Studi di Torino, e Consigliere S.M. , . Già ,.eg1o Architetto, al quale per altro era stata affidata Vittorio Amedeo II aveva istituito il 20 settem­ l ~combenza di preparame la dettagliata rela2:ione bre 1729 il " Magistrato della Riforma degli Stu­ SCritta. E del pari potrebbe apparire iospiegabile che di,; IJO) ma solo con le Costitu~ioni emanate nel 1771

273 (g©Ministero novembre dei) da beni Carlo e delle Eman attivitàuele culturali III ll• le gli del studi turismo presso -Bollettino d'ArteNell'ambito dei rapporti del Quarini con il conte l'Università della capitale sabauda presero davvero Pio Grisella, che godeva di cosi alto prestigio alla un indirizzo nuovo. Parallelamente, auspice Vittorio Corte di Carlo Emanuele III, si pongono accanto al Amedeo II, "circa l'anno 1720, era stato istituito progetto per il Museo dell'Università, altri disegni il Museo di Antichità di Torino, l3al i cui monumenti susseguitisi a rapido ritmo di progettazione da parte in questo primo inizio di vita erano stati collocati dell'architetto in quello stesso giro di anni: il " Pro­ nell'atrio del palazzo dell'Università. Ma solo Carlo getto di Teatro per il Rondò di Palazzo Reale,; •36l Emanuele ITI nelle " Costituzioni... per l'Universi­ il 11 Profilo del Casino eseguito nel Giardino di Mon­ tà , del 1771 dedicava un intero capitolo al Museo calieri con la Sala Interna , , progetto di cui ci sono e al suo funzionamento: "Del Direttore del Museo,; pervenute due copie di mano del Quarini, una conser­ e da un brano di esso si può arguire che il Sovrano vata presso il Museo Civico di Torino, 137) l'altra già aveva in animo una più idonea sistemaziope delle presso la Biblioteca Reale ; l38l il " Piccolo Teatro opere in un vero e proprio ambiente museale. l33l che dovrebbe erigersi all'occorrenza nella Galleria di L'idea del Consigliere del Re, nonché Riformatore Leva.nte del Castello di Moncalieri , ; '39l il ' 1 Progetto del Magistrato della Riforma degli Studi di Torino di Scalone con atrio per S.M. il Re di Danimarca, ; •40l di far preparare, affidandone l'incarico al Quarini, la " Scala eseguita nel cortile del Palazzo del sig. Con­ un progetto per ridurre la Congregazione dell'Univer­ te di Cigliè d'ordine di S.C. il Principe Jussopof sità ad uso di museo collimava quindi con la legisla­ Ambasciatore Plenipotenziario di S.M. Caterina II zione emanata da Carlo Emanuele III, riflettente una Imperatrice di tutte le Russie, per una festa da ballo esigenza sentita in modo più perentorio dopo che le data a S.M. il Re di Svezia in occasione che si portò collezioni reali erano state arricchite dalle raccolte di a Torino nell'anno 1784 ,; pianta con cui si accom­ antichità e~zie riportate da Vitaliano Donati nel 1750 pagna altro foglio, " Ellevazione della Sala in traspa­ 11 dal suo vtaggio in Oriente, che era stato indotto renti secondo la precedente pianta , , firmata Il Mario da Re Carlo Emanuele III ad intraprendere, . Quarini R. Arch.to ,; 141l ed ancora un progetto di In questa prospettiva prese forma l'idea di far con­ sala in pianta ed elevazione per incarico a quello af­ durre un " Progetto per ridurre la Congregazione al fine, uno tra i più delicati e suggestivi disegni del primo piano della R. Università ad uso di Museo, . Quarini. · ~l Il progetto non è firmato nè datato; ma non può Con questi progetti eseguiti dal Quarini per com­ nascere dubbio sulla attribuzione al Quarini; ed è mittenti di così alto rango sociale legano anche i fogli databile con buona approssimazione, rerché fu con­ relativi al " Disegno dell'amplia~one del Reale Ca­ dotto di certo in una data posteriore a 178o, anno in stello, (Palazzo Madama) '43l, consistente nell'ag­ cui il conte di Cunico fu incaricato dell'officio di" Ri­ giunta di ali destinate a dimora dei Principi; amplia­ formatore , , e con ogni probabilità ante 1785, perché zione per cui aveva preparato disegni lo Juvarra, e di è presumibile che altrimenti il Quarini si sarebbe cui era stato poi incaricato l'Alfieri; ma i loro progetti firmato in calce con la qualifica di Regio Architetto. non avevano avuto seguito. La nuova incombenza Comunque siamo indotti a riconoscere che: l'idea affidata ad un tempo al Quarini e all'architetto Rana, di far condurre il progetto di un ambiente museale, al fine indubbio di offrire al Sovrano possibilità di che realizzasse le aspirazioni e la legislazione eli Carlo scelta, penso sia da riportare al 1788; che in data 5 mag­ Emanuele III di dare più conveniente sede alle colle­ gio di quell'anno veniva spedita dalla Segreteria di zioni d'arte, sistemate ancora all'aperto nel cortile Stato all'architetto di Robilant una lettera con inclusi dell'Università, nacque nella cerchia dei frequentatori i disegni dei due progettisti, per sottoporli, in confor­ del palazzo della contessa Mazzetti, in quel clima di mità al volere del Re " alla disamina del Congresso , aggiornata cultura, aperto alle nuove esigenze che gli degli Edili. E dalla risposta del Congresso in data spiriti più illuminati sentivano. " Torino li 1o-12-14-15 maggio 1788, - e suscita Il disegno del Quarini per il Museo dell'Università ammirato stupore la rapidità con cui venivano, beati (fig. 32) propone in pianta un unico grande vano elit­ tempi, espletate le pratiche -, una lunga relazione tico, riecheggiante il refettorio juvarriano del mona­ compilata a seguito delle quattro sedute del Congresso, stero di Sant'Andrea di Chieri, che il Quarini aveva risulta quasi sempre preferito il progetto del Rana rilevato in un disegno pervenutoci 134l; del resto a quel a quello del Quarini, cui sono anzi mossi rilievi sfa· modello egli già aveva guardato anni prima per la vorevoli o addirittura negativi. 144) progettazione di un'opera chierese, la Sala dell'Insi­ Il responso del Congresso degli Edili dovette riu­ nuazione del ristrutturato Municipio. Rispetto alla scire al Quarini cosl ingrato e umiliante dopo ~li anni Sala dell'Insinuazione il progetto di Museo si presenta della rapida e fortunata carriera, che a immediato se· però più allungato ed agile e di maggior respiro, anche guito egli rivolgeva al re domanda di essere disp~to se quel colonnato proposto - con possibilità di altra "dall'ulteriore proseguimento dell'incarico,; e Vst: variante -all'interno, parallelamente al muro perime­ torio Amedeo III gli concedeva la dispensa con PatalU trale, a formare nel vano un'altro vano apert,o eppur già del 12 luglio di quell'anno. 145l E se pure 11 distinto, gli conferisce una solennità insohta, che non del congedo il re volle dargli un pubblico N'111m.-• caratterizzava il meno impegnativo progetto della sala segno del gradimento che hanno presso di noi del Municipio di Chieri. Sul muro perimetrale appaiono trati i ben distinti di lui servizi e della stima che già proiettate in pianta balconate che girano tutt'intorno ciamo della di lui abilità , accordandogli " l'au•:uw• e chiuse scansie a quelle legate nel ritmo alterno; un d'annue lire seicento allo stipendio di lire sei.CCIIlW particolare nella parte superiore del foglio meglio ne cui gode, riservandoci d'averlo presente per . definisce l'aspetto con cui si configurano 13:5). narlo, all'occorrenza di apertura alla direzione di Il progetto del Quarini non risulta sia stato realiz­ che regia fabbrica , , da questo momento il zato; ma la storia delle generazioni non si intessa solo interruppe bruscamente ogni progettazione delle idee che trovano pratica attuazione. Corte e per l'ambiente che intorno ad essa

274 per dedicarsi di nuovo in modo esclusivo aJJa libera zione del Vittone. In sostituzione delle capricciose attività professionale.©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettinocornici ondulate, d'Arte dal Vittone proposte alle finestre A seguito dell'increscioso episodio dovettero però il Quarini dispose intorno alle aperture quadrate del: guastarsi anche i rapporti dell'architetto con il suo l'ordine sovrastante il piano nobile cornici rettilinee, protettore " Consigliere del Re,; e venutasi di ri­ segmentate ad angolature rette. Da architravi lineari, flesso a creare a Riva una situazione imbarazzante per semplicissimi, di vaga reminiscenza quattrocentesca, lui e per i suoi committenti, il Quarini abbandonava sono definite le finestre d~l piano ~o~ile, tran.ne quelle anche la direzione dei lavori del palaz;z;o. I documenti del corpo centrale, su cut ttmpant trtangolan a lato si offrono una concatenazione di fatti così stretta e pro­ affiancano al timpano ricurvo al centro, inserita ogni bante che non si può fare a meno di accettare come finestra in un ampio arco appena profilato. La liscia valide tali induzioni. Al palauo di Riva compare a e nitida superficie della facciata è scandita ripetuta­ seguito immediato l'architetto Filippo Castelli; chè mente da marcapiani sottili, interrotti solo nella parte se i tre disegni dal Castelli preparati per il palaz;zo centrale a riflettere all'esterno lo spazio unitario del Grosso, custoditi presso l'archivio Comunale di Riva, vasto salone del piano nobile. portano come vedremo, la data 1797, un contratto da Scompare il grandioso cornicione centrale proget­ lui stipulato con Pietro Casella nel 1790 per l'esecu­ tato dal Vittone a coronamento della facciata; chè zione dello sternito di marmo dell'atrio del palazzo nella realizzazione, come nel progetto del Quarini, Grosso 1461 documenta che almeno da quell'anno il il profilo terminale della facciata est è netto e non pre­ Castelli era già subentrato al Quarini nella direzione senta struttura alcuna al di sopra degli ordini. Al ri­ dei lavori. guardo si deve però rilevare che già nelle tavole del­ l' Architetto Civile e delle Istruzioni elementari, in cui Ma prima di volgerei ad indagare i motivi che pote­ sono riprodotti i disegni vittoniani del palazzo di Riva, rono suggerire la scelta del Castelli ed a precisare la per il profilo terminale della facciata sono proposte vera entità ed i caratteri formali dell'opera da lui due soluzioni: l'una affine a quella del progetto di condotta a Riva, si pone perentoria la domanda di facciata preparato dal Vittone per il committente; quali fossero state concretamente le ristrutturazioni l'altra eguale al più tardo disegno e alla realizzazione condotte dal Quarini nella fabbrica vittoniana. Da del Quarini; per cui nasce il sospetto che già il Vittone un confronto dei progetti del Vittone e di quelli del in fase costruttiva avesse al riguardo prospettato - for­ Quarini con la fabbrica attuale si constata che l'im­ se dietro istanza del conte Grosso'? - anche altra pianto di base rimase quello vittoniano. soluzione, seppur a lui meno congeniale. Il Quarini aveva invertito l'orientamento del palazzo Nelle due ali ai lati del corpo centrale della facciata rispetto a guello del Vittone, elevando a ruolo di fac­ è stato dal Quarini, in rispondenza al progetto pro­ ciata princtpale la facciata ovest verso il giardino da posto, alterato nelle finestre il vittoniano " ordine al cui accedevano gli ospiti, divenuto il palazzo al tempo mezzo , . Nel disegno del Vittone le finestre erano della contessa Mazzetti centro di frequentazioni qua­ cinque per ogni ala e tutte ad eguale intervallo; il Qua­ lificate e continue. Conseguente quindi l'impegno con rini invece le riduce a quattro, nelle due più vicine cui l'architetto aveva progettato quella facciata, apren­ al corpo centrale realizzando una più pausata sequenza, do su di essa l'ampia e ariosa scalinata attraverso la ed intervallando con spazi più brevi le due finestre quale gli ospiti avrebbero dovuto accedere all'interno estreme, che unifica per altro in unità a sè stanti con del palaz;zo. la definizione di due paraste ai lati. Ma il progetto preparato dal Quarini non fu realiz­ Per contro non fu più costruito il solenne balcone zato se non in parte; e cosi venne svilita l'ideazione alla finestra centrale del primo piano proposto nel piu valida dell'architetto per il palazzo di Riva, nella progetto quariniano, come non furono più realizzati quale, forse anche perché libero da rèmore di prece­ alle due finestre estreme i balconcini dalle esili trame dente disegno vittoniano, si era espresso con etù ge­ in ferro battuto. niale fantasia. Davvero felice nel disegno del Quarini Nel progetto del Quarirti danno respiro alla fac­ l'ariosa apertura del corpo centrale, che acquista ri­ ciata sulla piazza i portoni laterali di accesso al giardino, salto proprio perché costretto ai lati dalle due ali più che ancora non erano previsti nel primo progetto del chiuse, in cui, per il loro ruolo esclusivo di quinte, Vittone. Ma già si profilano nelle tavole dei Trattati; l'architetto non si era peritato di riprendere le strut­ il rapido estendersi della proprietà dei Grosso dalla ture e le partizioni progettate sui lati della facciata parte del pendio antistante la facciata interna del pa­ est, che pure aveva concepito con ben altro carattere. laz;zo forse aveva spinto il conte Giovan Francesco Nella realizzaz;ione solo le ali furono costruite in modo ad utilizzare quei terreni in maniera diversa da quella fedele al progetto quariniano; il corpo centrale, esem­ ad orto cui, meno estesi, erano destinati; induzione plare del gusto dell'architetto, fu alterato, sostituendo del resto confermata dalla pianta eseguita dal Vittone alla proposta del Quarini il motivo da lui progettato per la stipulazione del contratto, in cui compare per al centro della facciata est, ricalcato per altro in modo la prima volta il giardino. Comunque il portale anonimo, ad evidenza non più sotto la sua direzione; di destra non fu mai costruito, ed il palazzo ri­ e della scalinata che si apriva sul giardino dalla fine ­ mase dalla parte della chiesa monco, evidentemente a jtra centrale non fu più colta neppure un'eco vaga e causa deJJe condizioni imposte dal Comune ai conti ontana; né fu più realizzata altra, di ben altro carat­ Grosso. 147) !ere, progettata più tardi (1797) da Filippo Castelli Si può concludere quindi che la facciata sulla piazza tn sos~ituzione dt quella. sub i davvero una ristrutturazione secondo i progetti del Fu mvece realizzato integralmente, o quasi, il pro­ Quarini, per quel tanto almeno che permetteva il già g~tto quariniano della facciata est del palazzo prospi­ cost.ruito palazzo vittoniano e in rapporto, è evidente, ~e~te la piazza; ne riflettono ancora la fedele esecu­ alla diversa sistemazione dello spa.zio interno imposta Uone le attuali strutture, semplificate rispetto all'idea- dalla proprietaria.

275 In quanto all'atrio, nel disegno del Quarini si pre­ il Castelli e Pietro Casella, in cui lo scalpellino si im­ senta©Ministero diviso deiin benidue esoli delle spazi; attività s culturaliul lato enord del turismodel vano -Bollettino pegnava d'Arte a " fedelmente eseguire il disegno rimessogli 11 più ampio, in linea con l'ingresso sud del paiano, è dall'architetto (Appendice n. IO), testimonia in modo progettato lo scalone che conduce al piano superiore, sicuro che almeno da quella data Filippo Castelli ubicato quindi in modo fedele al progetto Bays, se aveva assunto al palazzo di Riva l'officio tenuto prima pure del progetto Bays il Quarini non conservava la dal Quarini; potrebbe però anche essere stato incari­ rigorosa scansione dell'atrio. Sul vano più ampio, che dà cato di dirigere i lavori sin dall'anno precedente, accesso allo scalone, il Quarini proiettò di nuovo la bella poiché la contessa Mazzetti non aveva certo difficoltà volta già proiettata sulla pianta del Vittone. Ma la volta di scelta nel sostituire l'architetto che si ritirava. non fu costruita, nè fu realizzata nell'atrio la scansione Filippo Castelli era di due anni più giovane di Mario proposta dal Quarini in due soli vani, che avrebbe Ludovico Quarini - il Quarini nacque nel 1736, il spalancato un'ampio e suggestivo ambiente a volta Castelli nel 1738 -; ma mentre il Quarini, compiuti di fronte al visitatore che entrasse nel palazzo dalla gli studi a Torino, si era tosto le~ato al Vittone (1758- facciata interna, divenuta ormai facciata principale, 1759), Filippo Castelli, terminatt gli studi, si era tra­ per salire attraverso lo scalone al piano nobile. Fu sferito nel 1757, non ancora ventenne, a Roma a far realizzato invece il progetto Bays nella rigorosa scan­ pratica di architettura. 148> Erano gli anni della pole­ sione degli spazi; l'attuale atrio lo riflette ancora fe­ mica anti barocca; nel '55 era approdato a Roma il delmente, come lo riflettono, in che modo realizzate Winchkelmann, il più assoluto assertore di una diversa già abbiamo visto, le volticelle rotonde sui lati estre­ concezione artistica, che rispecchiava nuove correnti mi. di pensiero, collimanti per altro con il vivo interesse Del modo tipico quariniano era improntato in guisa per gli scavi intrapresi ad Ercolano (1738}, a Pompei rilevante anche il disegno di spaccato del piano (1763}, e condotti nella stessa Roma sul Paladino (172o- nobile; in tutti gli ambienti vi si coglie quel gioiso 1727) e a Villa Adriana (1742), di cui era stata larga­ gusto di aprire, di alleggerire, di distendere lisce e lu­ mente diffusa la conoscenza attraverso i numerosi minose le pareti per intesservi sopra trame esilissime scritti comparsi in tutta Europa, rendiconti di viaggi di raffinate decorazioni a stucco, sempre contenute per e di scoperte archeologiche, raccolte di disegni di altro in geometriche partizioni. Scompaiono le cornici reperti tornati in luce, che venivano assunti a ruolo ricurve care al Vittone; un rigore limpido e misurato di ideali modelli. 149> Proprio a Roma, centro di conver­ impronta le ultime fantasticherie decorative del capric­ genza in quegli anni della cultura europea, aveva cio rococò. E in questa estrema sopravvivenza, pri­ preso forza di convinzione e di diffusione una tendenza ma di estinguersi del tutto, acquistano una raffinatezza, al più rigoroso purismo, concepito come meditata una levità mirabile, l'incanto fuggevole delle cose che sublimazione di ogni realtà contingente, carattere, pur stanno per scomparire. Si veda ad esempio tra gli altri negli esiti diversi, comune a tutte le opere della sta­ disegni del Quarini l'esile ed elegante decorazione gione neoclassica: alla ispirazione istintiva e spontanea parietale del particolare di scala al piano nobile; le verso una forma semplice, lieve, raffinatissima dei pareti su cui la decorazione si distende pare non ab­ decenni che seguirono alla metà del Settecento, verso biano corpo e sostanza, ridotte a puri schermi d i luce, la fine del secolo subentrò la concezione intellettuali­ senza più peso. stica di una '' sublimità , fuori del tempo. Non Ma questi progetti del Quarini non furono messi sempre riscattata da un'intima adesione. in opera; ché già negli ultimi anni in cui diresse i In questo clima si era avviato all'architettura Filippo lavori in qualità di architetto del palazzo di Riva la Castelli; l'humus culturale in cui si formò gli riusd Contessa Mazzetti, sensibile al rapido evolversi del di stimolo alla visita di Ercolano e di Pompei, divenute gusto in quella travagliata fine di secolo, li metteva consuete tappe di aggiornamento agli studi i da questo da parte per affidare a pittori il compito di decorare viaggio il Castelli aveva anzi riportato, frutto e docu­ ad affresco i vari ambienti. Anche il grande salone cen­ mento, bozzetti di architetture e di sculture destinati trale cosl luminoso ed aperto, con le lievi balconate a nobile committente romano 15o>. disposte a giro e adorne delle eleganti decorazioni di L'interesse archeologico e il conseguente orienta· di stucco, ambiente ben rappresentativo dell'architet­ mento di quegli anni facevano di Filippo Castelli, pu tura del Quarini, non fu più attuato secondo il suo dopo il ritorno nel nativo Piemonte, l'architetto piA disegno. Oggi sull'ampio, solenne ambiente che con­ adatto a corrispondere alle predilezioni e allo studiOSO globa i due ordini, delle balconate da lui ideate non impegno del conte di Curuco, l'autorevole ispiratore prospettano più che brevi tratti, che si affacciano sulla di Faustina Mazzetti nella sistemazione del pa~ di sala rigidi e composti; sistemazione che si confà cosi Riva; vale del resto a convincersi dell'affinità tra l'indi· intimamente nel gusto che l'ha ispirata ai progetti ri:tZo culturale in cui si era formato l'architetto e pervenutici di Filippo Castelli per la scala esterna gusto dell'ambiente di Riva il rileggere, a seguito verso il giardino, da mdurmi a riportarla senza dubbio brano che il compilatore delle Memorie alcuno ai lavori da lui diretti dopo l'allontanamento della Biblioteca Reale di Torino dedica al del Quarini. Nella volta e sulle pareti al di sotto dei Cunico, quanto a sua volta su Filippo Castelli palchi furono condotti affreschi a soggetto mitologico il Daneo in una delle Vite di San Damianesi alternati a riquadri decorativi con motivi diversi. nelle Scienze, nelle Lettere e nelle Arti. 151l 1790 per altro Filippo Castelli aveva già acQtuiSICO~ Può riuscire del resto indicativa del nuovo indirizzo Torino fama di architetto qualificato per con cui fu portata innanzi la ristrutturazione del pa­ ad impegnative opere pubbliche; chè se laz:z;o di Riva dopo che se ne fu allontanato il Quarini ziata la sua attività torinese con la cappella la scelta stessa del successore nell'architetto Filippo dale di San Giovanni (1763), in epoca Castelli. Il contratto per lo sternito di marmo dell'atrio nel 1786, aveva preparato un progetto per stipulato in data " Torino Il 4 febbraio 1790, tra torre del Palazzo Comunale - abbattuta ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

RriiQ dr Chim. Pola::o ComWIDit, gra Radrcall di Bro:olo - B. Vmon~L . QUMuu: l - faccù1.1 Ytrso ~ pr.uu; :r - f.lcoa1.1 mltrna ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

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3 - Riva di Clum, Palo::o Comunalt, guJ Rud~eati di Bro:olo -Bollettino G. Bays: l':urro 4 - Rruo dr Chrerr, Pala::11 Comunale. Nrd Radicali dr Bro:o/o G. Bays- B. Viuone: lo scalone: o) con la pr~petuv:~ dell'ingresso sud; b) p:~rtrcoi.Jrt dell~ decora:rone con l'rllusava archrteuur:~ gotro d'Arte

'5 - Tlwotrum Sraruum S obuudiar . ._ Ve.lu'a di Riva di Ch1er1, parhcol.uc del P~Luzo Gl'OSilO ,, ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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RiiJO d1 Chieri, Pala:!ro Comunale 6 - B. Vinone: progeno tecnico pu il ricostruendo Pah:::o Grosso dt Rjv;a con le strade e le pro· pneù ltmtuofe 7 -B. Vinone: progetto della fac· cut;~ dt levante del Pabuo Grosso di Riv;~ 8 - B. Vittone: tagho per lungo del POllano Grosso di Riva ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Riva di Chiui, Palazzo Camuna/t 9- G. B. Giannoui- B. Viuone: pianta delle antine del Palazzo Grosso di Riva 10 - B. Vinone: pianta del piano di tura del Palazzo Grosso di Riva

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13-14- B. Vittone: Altri progetti ddla pianta del piano di terra del Palazzo Grosso di Riva

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22 - G. Bays: Pi.lnt3 dell'atrio e dello scalone del P3Jaz:o Grosso di Riva ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

L. Q\Wini- Palazzo Grosso di Riva: 23 -progetto dJ ristrununzione ddh bCICÙtll d1 l~nte; 24 - progetto di ristruttura~•one della bcciatll intuna ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

L. Quarini: PJuuo Grosso di Rivl - 25 - taglio pt.r lungo; 2Ci - tJgho di travtrso ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino_ .d'Arte ...... J - ~ ~ ... • ~r~; - .. d&~ ~ ~DB&~ -k - !"': -: ': .:=:1 ,. + ., 1- ... + f-

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L. QIW'Ùli: rJ- pW!ta per il pW!o terren.o dd Palaz:%o Gros­ so di Riva 28 - motivi decorativi di parete e di volta del salone 29 - motivi decorativi delle pareti dello scalone ~ ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte :> 0:: ~ ;;;... l) !l al 2 .!!.. 8. .,-.; ..c t E .,-.;" :c~ ..8 ..; "': ~ o 6 .. .. ' "' a:~ :a l Cl

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Tormo, Musto Civico: 32 - L. Quarini- Progeuo pe:r ridurn la Coogreg;uione al primo piano ddb R. Univusirà ad uso di Museo

33 - L. Quarini: Volta dell'atrio dd chierese Pabuo già Biscaretti di Rufful

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34 - F. Castelli: Aluo progetto di sc:alin•ua in (acclara del Palazzo Grosso di Riva. Pro6Jo e pianta 35- F. Castdli: dd canale per il giardino dd Pab::o Grosso dJ Riva Progetto dJ scalnura in facci:ua del P.tlazzo Grosso dt Rtva ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte seguito del rettilineamento di via Doragrossa -; e Altro progetto del Castelli è conservato ancora al­ l'anno dopo ne aveva in~iato la costruzione, lavorando l' Archivio Comunale di Riva incollato sullo stesso nello stesso tempo all'ampliamento del palazzo sul foglio del secondo disegno di scala, firmato, e datato lato nord. 'Sal La nomina a membro del Congresso de­ con la stessa data degli altri due; ma di diversa natura gli Edili 1'8 gennaio 1788 aveva poi aggiunto nuovo rispetto a quelli, rivela esperien~e dell'architetto lustro al suo nome. 1535 anche in campo idraulico: •• Profilo del Canale , e Per altro misura delle sue doti di architetto egli " Pianta del canale , •57> (fig. 34). Questi progetti aveva dato in modo particolare nella realizzazione, idraulici dovevano esser stati preparati per i giardini, portata innanzi negli anni più fervidi della sua .at­ di cui il Pollack aveva ricevuto incarico dalla contessa tività, 1777-1781, di un'incombenza affine proprio Mazzetti nel 1796, ai cui progetti attendeva ancora nel a quella a cui fu poi chiamato a Riva di Chieri; il 1797, l'anno stesso in cui il Castelli datò il profilo e la conte Tapparelli d'Azeglio gli aveva commesso l'am­ pianta del canale; giardini che conosciamo dai bei pliamento e la totale ristrutturarione in chiave tardo­ disegni ad acquarello preparati dal Pollack e dagli settecentesca del palazzo torinese che aveva acquistato scritti auto~rafi di lui; essi riflettono la sensibilità dal marchese di Breme in contrada del Teatro d'An­ romantica t1pica dei giardini all'inglese, che tanta for­ gennes (l'attuale via Principe Amedeo). E il Castelli tuna ebbero in Europa sul finire del secolo, proprio aveva trasformato il secentesco palazzo del Garove, perché davano forma all'intima aspirazione verso già costruito per il marchese Marolles, sostituendo una natura libera, più vaga ed impreClSa nei suoi con­ all'esuberanze formali dell'età precedente una linea­ fini, cui accrescevano fascino serpeggianti corsi rità semplice di superfici lisce, scandendo gli spari a d'acqua e solitari !aghetti. Anche per i giardini di Riva regolari partiture ornate da finissimi stucchi, con un il Pollack aveva ideato un " canaletto , " di sua discorso strutturale che attingeva a quel gusto di sem­ natura scosceso, per il giardino all'inglese, di cui plificazione e ad un tempo di controllata eleganza, cui tratta nell'Avverteru:a ed indice , del 1796 i •sgl per aspiravano gli uomini culturalmente più asperti ed questo penso, anche sulla base della data, giugno 17971 evoluti di quegli anni. che il progetto del Castelli di un canale di corso cosi È vero che a seguito della ristrutturarione del pa­ uniforme si riferisse piuttosto a quel " canale che lazzo torinese, in altre zone del Piemonte più appar­ scorrerà in forma di fiumicello ... al suo odierno sbocco tate culturalmente; ove la trafuione settecentesca senza alterazione alcuna , del giardino grande, su postvittoniana sopravviveva tenace, Filippo Castelli cui si intratteneva il Pollaek nelle "Avvertenze, ne aveva accolto ancora, in costruzioni d1 fabbriche datate u Milano li I2 Febbraio 797 ,, . I6o) sacre, palesi infiueoze, se pur attenuandole con timide Negli anni precedenti ai disegru del Castelli e ai semplificazioni- indicativi esempi la parrocchiale di progetti di giardini del Pollack la contessa Mazzetti Cavaglià (1779-1787) e la parrocchiale di San Martino aveva intanto già fatto condurre, in parte o integral­ d'Azeglio di pochi anni posteriore (1786-1790) - ;'54) mente, non sappiamo, la decorazione pittorica del pa­ ma se anche queste opere tarde valsero a procurare lazzo. all'architetto un buon prestigio professionale, certo Con ragione la Dalmasso ha posto in rilievo che la dovette essere il precedente felice esito della ristruttu­ decorazione pittorica del palazzo di Riva ' ' rappre­ rarione del palazzo d'Azeglio a Torino a indurre la. senta un esempio molto felic.e di quella composita contessa Faustina Mazzetti, intorno al 1790 a far cultura volta al recupero degli stili più disparati che cadere su di lui la sua scelt1. tocca punte estreme di intelligente bizzarria nell'Eu­ All'Archivio Comunale di Riva sono conservati due ropa fine secolo: Roma e il gotico, il cinese e l'etrusco disegni preparati dal Castelli in data " Torino li x6 giu­ si alternano a Riva con perfetta disinvoltura... " •6t) i gno 1797, a seguito del nuovo incarico assunto; piut­ dato che non fu solo di natura culturale, ma indizio tosto schematici, non mantengono a una quind1cina e riflesso di una sottile inquietudin,e, del vago presen­ d'anni di distanza il livello della realizzazione del timento di un mondo che veniva meno; di H la spinta palazzo torinese; si direbbe che la fresca vena della verso l'immaginosa evasione dalla realtà contingente giovanile maturità si fosse a quella data nell'architetto verso forme di tempi remoti e lontani, già passati ormai attenuata o spenta. L'uno, firmato " Filippo al vaglio dei secoli. Tuttavia, pur nel comune indirizzo Castelli Arch. to Edile , prospetta una scalinata di culturale, credo difficile il poter riportare tutte le de. accesso al palazzo e relativa pianta •ss> (fig. 35); il corazioni del palaz:z:o di Riva nel loro complesso ad secondo, non firmato, offre altra variante dello stesso un unico stile di resa pittorica, come accetta dal motivo •56> (fig. 34); tutti e due ad evideoza preparati Vesme la Dalmasso, pur distinguendo nei pittori T or­ come nuova proposta, rispetto al non ancora eseguito ricelli, che vi avrebbero atteso, due personalità diverse progetto del Quarini, di scalinata aperta sulla facciata e con diversi compiti. •6al verso il giardino. Questi fogli servirono a stipulazione È vero che le Memorie riportano gli affreschi del di contratto; infatti io calce a destra sotto la firma e palazzo di Riva genericamente ai " fratelli T orricelli , , la data del Castelli vi è segnata altra firma di Pietro e in una data I786; attribuzione ripresa anche nella Layoa (o La~na?), che doveva essere il capomastro epigrafe in lingua greca apposta sul lato destro del­ di quegli anru al palazzo di Riva, perché il suo nome l'altrio; la firma "Torricelli, è del resto leggibile è apposto anche su alcuni progetti coevi di piccole ancor oggi sul collare del cane dipinto sotto una fi­ costruzioni preparati dal Pollack per i giardini (1797) i nestra della saletta "della caccia,, l'estrema nel lato ed altra firma ancora di un certo Boerio, che segna sud del palazzo verso la piazza. Ma gli affreschi che dopo il nome "per la Si.ra Contessa, nell'uno e ornano questo ambiente a motivi di uccelli, animali, "pr.e (procuratore) della Si.ra contessa, nell'altro. piume di struzzo, intrecci di racemi e di foglie-mo­ Entrambi i disegni sono caratterizzati da una compo­ mento particolarmente felice dei Torricelli rispetto ad stezza fredda e un po' anonima, che qualifica modesta­ esempio alla grande impresa decorativa del coro del mente la tarda attività dell'architetto. duomo di Lugano - nescono più morbidi e freschi 277 1 hel colori©Ministero e di maggior dei beni enaturalezza delle attività checulturali non e le del decora­ turismo -Bollettinodallo d'Artestesso Pollack preparati disegni di piccoli monu­ zioni della bella volta della '' sala-cinese , , a disegni menti architettonici (Archivio Comunale di Riva di stereometrici, e sui lati uccelli, vasi, simboli di una Chieri), t66l che dovevano offrire improvvise, insospet­ assolutezza quasi di forme araldiche, campiti su un tate prospettive nei vari, mutevoli percorsi tra il verde. illusorio, immoto spazio. E neppure legano con la Oltre questi piccoli edifici, i cui disegni erano stati decorazione della " sala etrusca 11 a motivi in prevalenza preparati direttamente dall'architetto Pollack, anche scultorei; e ancora meno con le pitture della sala che statue avrebbero dovuto ornare i giardini del palazzo segue a quella cinese verso la piazza, di delicata raffina­ di Riva, ai cui progetti attesero scultori; ce ne rende tezza nelle piccole vedute a colori chiari e freddi come sicura testimoruanza una nota in data " Torino il di porcellane preziose; e non hanno alcun riscontro primo di marzo 1797 , , un " Calcolo ... della spesa di modi con le decorazioni della " sala delle feste , , presentato da " Vittorio Amedeo Bernero Schultore , dello scalone e dell'atrio, che meritano altro discorso (Appendice n. 12). E anche per le sculture la commis­ a parte. In questi ambienti un vivace trompe-l'oeil sione era stata affidata ad artista di riconosci uta fama, rende fantastlcamente illusorio o~ni aspetto e ogni chè Vittorio Amedeo Bernero a quella data era già motivo proposto; nell'atrio addinttura sorprendente annoverato, con il fratello Luigi, tra i direttori dell' Ac­ la dissueta decorazione della piccola raccolta di cademia di San Luca a Torino t67l. La nota elenca pro­ marmi ed epigrafi antiche illusivamente sorrette alle getti di statue, lapidi, bassorilievi, di alcuni dei quali pareti da sostegni di ferro - e abbiamo già rilevato è ancor possibile, dal confronto con gli scritti del Pol­ come illusionisticamente ad affresco siano state tradotte lack, conoscere la destinazione precisa per cui erano anche le volticelle che erano state progettate dal Bays stati al Bernero commessi e da lui progettati. Valga come strutturali -; lo scalone è trasformato da una per tutti l'esempio delle "due Sfingi di Marmo Big­ finta architettura gotica, che sfonda ariosame:nte le gio di Frabosa, con piedestallo e zoccolo; elencate pareti; nella "sala delle feste, sulle pareti e sul nella nota del Bernero, compaiono nella sistemazione soffitto scene mitologiche su finti teloni illusionistica­ per loro progettata dal Pollack nell'" Avvertenza ed mente appuntati a cornici si alternano a decorazioni tndice, del 1796 pertinente il giardino all'inglese: architettoniche di stile pompeiana; e bisogna ammet­ "L'entrata principale del giardino sarà di contro la tere che, rispetto a queste, quelle sono rese in modo facciata laterale del castello ... lvi si incontra un can­ piuttosto modesto. Gli affreschi di questi tre ambienti cello di ferro fiancheggiato da due pilastri semplici ed sono attribuiti a dei non meglio identificati " fratelli ornati con Sfingi... simboli della custodia ... , . Rocba luganesi , , e in una data 1790, posteriore '\uindi Ma anche Vittorio Amedeo Bernero non dovette a 9.uella offerta dalle Memorie per l'opera dei ' fra­ più assolvere l'incarico commessogli; chè con l'en­ telh Torricelli,, dall'estensore di un piccolo foglio trata dei Francesi a Torino, 1798, le opere ancora in manoscritto rinvenuto nel sottotetto durante recenti progetto o appena intraprese per la fabbrica di Riva restauri {Appendice n. n). La rozzezza e spontaneità non ebbero più seguito; e d'improvviso venne meno della nota inducono a considerarla memoria lasciata il continuato e fervido impulso che aveva spinto la da qualche artigiano impegnato nei lavori del palazzo, famiglia Grosso a ricostruire con tanto impegno e ad e di conseguenza bene informato sui frescanti che do­ ornare con ogni cura attraverso il succedersi di gene- . . il la t 68) veva aver visti al lavoro. Di altra mano ancora i finti raztoru suo pa zzo. VITTORIA MocCAGATTA carboncini che con inganno ottico paiono inchiodati alle pareti della saletta detta " di legno , , perché interamente foderata di finte boiseries, dalla Dalmasso 1) Riguardo alla tarda fortuna critica di Mario Ludovico riportati al Palmieri; t69l e di altra mano le due teste Quarini rimando alla specifica bibliografia ragionata in Appen­ femminili (divinità?), nitide come pittura su vetro, drce n. 9· 2) V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini • ivi dipinte in tondi al centro di due pareti che si fron­ le sue opere, in Atti e Rassegna Tecnica delia Societd degli In· teggiano, e le fresche storie figurate delle altre due gegneri ed Architetti ·in Torino N. S., Anno XII, n. 5, maggio pareti. 1958. .. 3) V. M ocCAGATTA, Vittone Bernardo Antonio. Problemi attri· L'indagine critica delle decorazioni ad affresco del butivi e nuovi contributi, in Palladio, Anno XIX, nn. I-III, palazzo di Riva presenta quindi incertezze ben più Gennaio-Settembre 196g, Pf· 33-128, ove bo approfondito l'inda· gravi e complesse di quelle pertinenti le strutture ar­ gine delle opere eseguite da Quarini a continuazione di incarichi chitettoniche; così da giustificare il giudizio avanzato già affidati al Vittone, in particolare per quanto concerne i lavori del Collegio dei Gesuiti a Torino; della parrocchiale, del campa• dalla Dalmasso: "A ve.ro dire, tutto il complesso di nile, della Casa comunale di Montanaro; la ristrutturazione Riva è problematico ... ,. r64) Si aggiunga che mentre settecentesca dell'Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Gana· all'Archivio Comunale di Riva sono conservati nume­ vese e la fabbrica del Palazzo Comunale di Chieri. cui 4) V. MocCAGATTA, Bernardo Antonio Vittone... , 1969, pP- rosi progetti strutturali, di mi è stato possibile a 32-47ì V. MoccAGATIA, La chiesa dei Santi Martiri di TortntJ. poco a poco stabilire una sequenza attributiva e cro­ Architettura, decorazione, arredo, in Bollettino S.P.A.B.A., nologica, perché preparati da architetti di cui sono N.S., Anni XV-XVI, 1971-1972, pp. 67-1o8; V. MocCAGATTA, note altre opere; per contro delle decorazioni eseguite La chiesa dei Santi Martiri. Aggtunte attributive, nuove attrl· dai vari membri della famiglia T orricelli scesi a lavo­ buzioni, precisazioni, in Bollettino S.P.A.B.A., in corso di staJDplo 5) I disegni del palazzo di Riva di Chieri e alcune carte ad rare in Piemonte ci sono pervenute cosi incerte e esso pertinenti furono donate dal conte Giuseppe Radicatl di scarse reliquie da aver dato luogo a confusione di per­ Bro:z:olo, che ne era venuto in possesso per via ereditaria, al Co· sona tra i vari pittori di quella famiglia; e dei fratelli mune di Riva di Chieri nel 1934 tramite don Angelo Fasap(J' cappellano dell'ospedale San Salvario di Riva. Ricavo 1a notislà Rocha luganesi persino il nome è ignoto alla letteratura da una lettera dell'allora Podestà indirizzata al conte Giusepplt artistica. t6sl rinvenuta nella cartella in cui al Municipio di Riva sono ~ vati disegni e carte. Nella lettera il Podestà non solo pro~e. Come elementi integranti dei ~iardini, i cui progetti al conte Radicati di " conservare gelosamente i preziosi dT:f conosciamo attraverso le belle ptante e le circonstan­ ili,; ma anche di continuare a prendersi cura del res~~__.; ziato da un anno del " Castello , , che " a causa ~ ziate " Avvertenze, dell'archttetto Pollack, furono delle gravissime spese che comportava, era stato per CJOPIIO ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte tempo d~enticato, (Appendice . n. 1). Dal C uno spazio ad uso della sua corte 8) C. BRAYDA - L. COLI - D. SESIA. Ingegneri e Architetti del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, ad voc~m, p. s~; sotto rustica di larghezza non minore di piedi 4 e t liprandi, ma l'anno Riva di Chierì, p. 93· Non sono venuta a capo di quale s1a stata seguente la vedova di lui, contessa Benedetta Solaro, in qualità la fonte neppure prendendo contatto diretto con gli autori. morto il conte, di tutrice del nipote Giovan Francesco, minore, g) M. BERNARDI, Torino. Guida storica della città e dintorni, dovette a sua volta ~agare per il pupillo la ... somma di lire 800 Tori~o 1965, ·f· 255· Egli P.rop~>ne anche ,una datazione "fra alla predetta Comumtà, che ebbe a ritirar/e con promessa di quelle circa li 1740 e 1 1786 ";e attnbu~one e datazione conferma ancou impiegare neiia fabbrica di detta nuova Chiesa ... Questa contesa nella più recente edizione della Guida: M. BI!RNARDI, Torino­ tra il Comune e i conti Grosso non dovette essere ultima tra le Storia e Arce. Guida della Città e dintorni, Torino 1975, p. 163. cause per cui si protraSSero a lungo i lavori di ricostruzione della ro) N. PI!DR!Nl, Il palazzo residenziale di una favorita di Carlo chiesa parrocch.iile progettati dal Plantery nel 1725. Emanuele l a Riva di Chieri, in Atti e Rassegna Tecnica della 28) Il testamento fu redatto dalla contessa Mazzetti in data Società degli Insegneri ed Architelti in Torino, N.S., Anno XIX, 2 dicembre 1826 (rogato Gastaldi). Il brano con cui la contessa n. 8, agosto 1965, pp. 255-258. nominava i cugini Radicati di Brozolo suoi eredi universali fu n) G. CASALts, Dizionario storico, statistico, commerciale degli dai conti Radicari prodotto, tra le altre documentazioni in loro Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, ad vocem, Torino 1847, vol. favore, nella causa contro il conte Frichignono {Archivio Radi­ XVI, p. 246. caci di Brozolo, vol. rilegato n. I, p. 53 e segg. (Appendice n. 4). La causa non ebbe per altro esito del tutto favorevole ai conti 12) Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis, Radicati di Brozolo, chè essi ottennero solo il feudo di Riva; Amsterdam 1682, vol. I, Riva di Chieri. l'altra parte dei beni, giudicata fidecommissaria, passò, contro la 13) Le Patenti di nomina di Carlo di Castellamente ad Ar­ disposizione testamentaria della contessa Mauetti, ai Frichi­ chitetto Ducale furon.o emanate nel 1615, l'anno stesso della gnono di Castellengo. A. MA1mo, Il patriziato... vol. XIII, morte del Vitoz2i. C. BRAYDA-L. Cou-D. SESIA, Ingegneri ed P· 594· architetti, 1963, ad vocem, p. 26. 29) Tra i documenti prodotti dai conti Radicati d1 Brozolo a 14) Anzi, il Pedrini ne trae opposta conclusione: Vi è da pen­ sostegno del loro buon diritto contro le pretese avanzare dal con­ sare che la spesa sarebbe Slflta eccessi!'a con un risultato pi~ .adatto_ te Frichignono vi è la copia della " consegna e nota dei beni ai fasti della Corte in Tonno. Cosi nmase come alla su ongme, COJ soggetti a primogenitura e fidecommisso ", presentata dal conte suoi moduli passati di moda. Francesco Giuseppe Grosso, colui che aveva istituito il diritto 15) A. CAVALLARI MURAT, Antologia Monumentale di Chieri di primogenitura con istrumento del 12 settembre 172J (Archi­ a cura dell'Istituto San Paolo di Torino, Torino 1968, p. 104. vio Radicali di Brozolo, vol. rilegato n. x, p. 53). r6) Bibliot~ca ~eale di Tprìno, Miscell. Patri~, tomo 5~, n. 7 30) Albero genealogico della famiglia Grosso (Appendice bis. Sono set pagmette scr1tte con una grafia hnda e chl3ra. n. 3); A. MANNO, Il patriziato ... , vol. XIII, p. 594- 17) A. BAUDI di VBSME, L'arce in Piemonte dal XVI al 31) Archivio Radicati di Brozolo, quaderno n. 4, p. 82 ss. XVIII secolo (Schede Vesme), Torino 1968, vol. III, alla voce (Appendice n. 5). Torricelli, p. 1053· 32) AI'chivìo Radicati di Brozolo, quaderno n. 3, p. 93 ss. 18) F. DALMASSO, Alcuni problemi relativi al Palazzo Comu­ (Appendice n. 7). nale di Riva presso Chieri, in Bollettino S.P.A.B.A., N.S., An­ 33) La notizia è offerta dal Manno, A. MANNo, Il patriziato... , ni Xlll- XIV, 1969-1970, p. 197, nota 7 e p. 202, nota 31. vol. XIII, p. 594· 19) Scrive in proJ>?Si!o: A vero dire tutto il complessl! d~ J!iva, 34) A soli quattro anni d'età: chè il conte Giovan Francesco è problematico, a co11Unctare dall'architettura stessa, altrtbutbtle al era nato a Torino (San Giovanni) il 18 luglio 172::1 (A. MAN­ Quarini. F. DALMASSO, Alcuni problemi... , 196g-1970, p. rg6. NO, R patriziato... , vol. XIll, p. 594). Il padre, conte Nicolao 2o) Il Vesme inspiegaçilmente o~ett.e, nel riP?rtl!re il b~ano J3rofessionista se ancora prima del ~io di quell'anno rìceveva il pagamento di L. 6o per il progetto; viaggio a Roma, nel1730, il prmcipe Vittorio Amedeo di Savoia­ Il 6 luglio era di persona a Chieri per accertare il disegno. Con ogni a lui affidava il progetto di una staccionata a divisione probabilità fu quella l'occasione per il Quarini di entrare in rap­ del suo ~ dal giardiilo. Di ritorno da Roma, per incarico porto con lui. Il padre di Mario Ludovico, Bernardino, cono­ dei Padn Teatini dall'aprile del 17~3 attese all'edizione postuma sceva il Vittone da quasi vent'anni, anzi, doveva essere in dimi­ dell'Architettura Civile del Guariru, che vide la luce nel 1737· stichezza con lui, poiché era stato Rettore e in seguito Vicerettore Nel '37 preparava l'Apparato della Quarantore per la chiesa dei della Confraternita del Nome di Gesù in San Bernardino di Padri Gesu1ti di Torino; cadono all'incirca in quell'anno e nei Chieri proprio negll anni in cui il Vittone alla chiesa di San Ber­ seguenti intorno al 1740 gli incarichi regi dell'Ospedale di Carità nardino aveva dato la sua opera; riesce quindi attendibile pensare di Casale, del Collegio delle Provincie di Torino, del Ricovero che avesse approfittato della presenza a Chieri del Vittone nel dei Catecumeni di Pinerolo. Per altro proprio nello stesso anno luglio del '57 per adoprarsi a sistemare nel suo ufficio il giovane in cui gli veniva affidato dal conte Grosso l'incarico di ricostru­ Mario LudOVICO, anche se a quella data era ancora studente; zione del palazzo di Riva il Vittone riceveva dal banchiere An­ solo due anni dopo, nel 1759, consegui infatti le Patenti di appro­ tonio Facio l'incombenza della progettaZione e costruzione del vazione quale Architetto civile. Comunque è sicuro che nel '57 Santuario del Va.linotto nel territorio di Carignano; inco1nben~ Mario Ludovico Quarini era entrato nello studio del Vittone, che realizzò senza soste negli anni 1738-1739. perché nell'agosto il Vittone gli affidava già un prin1o, modesto 40) Archivio Comunale dì Riva di Chieri. A penna ed acque­ compito: agosto 1757. Al sig. Luigi (sic) Quarino per carta e co­

rello grigio e giallo. Misure: cm. ~~ x 4$1 8. Inedito. piatura di disegni L . 5. Del resto di questa incombenza affidata al 41) Archivio Comunale di Riva d1 Chien. A penna ed acque­ giovane aiuto riferiva il Vittone anche in una lettera indir~ta rello grigio e giallo. Misure: cm. 30,8 x 46,8. Inedito. poco tempo dopo al priore committente della cappella, Onorato 42) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed acque­ Leotardy, per scusare con benevola indulgenza l'mesperienza del rello grigio, çiallo e rosa. Misure: cm. 29 8 x 46,2. Inedito. giovane cui aveva affidato la copiatura del progetto: Per i lavori 43) Archiv1o Comunale di Riva di Chien.1 A penna ed acque­ di disegno ho prestato al Quarino quell'attenzione che fu necessaria rello grigio. Misure: cm. 31,8 x 46. Inedito. attesa la sua pocha esperienza che esso tiene ancora in tali cose, la 44) Archivio Comunale di Riva di Chieri. Entrambi senza di lui bona volontd ne farà meglio riuscire in avvenire li suoi lavori didascalia e senza data. L'uno a penna ed acquerello grigio e giallo. e perd compatird per questa volta la di lui insufficienza e la debolezza Misure: cm. 30 X 43,5; l'altro, quello che risulterà definitivo, delle mie idee. Archivio Capitolare del Duomo di Chieri. V. VA­ a penna ed acquerello grigio. Misure: cm. 31 x 46,7 (ha su­ LIMBBRTI, Spunti Storico-Religiosi sopra la città di Chieri, Chieri bito J?er altro uno strappo nella parte inferiore del fo~lio) . Ine­ 1928, p. 151; V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Ludovico diti. E probabile che questi sei disegni avessero in ongine tutti Quarini... , 1958, p. 154 e nota 16. le stesse misure, o misure pressapoco eguali; presentano infatti 56) N. CARBONERI, Appunti sul Vittone... , 1964, p. 6r. evidenti profilature. · 57) Fa parte della sene di queste piante del Piano di terra e 45) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penn.a ed acque­ del Piano Nobile un particolare ancora di pianta del Piano No­ rello giallo filettato di rosso. Mlsure: cm. 23,5 x 46,5; in calce bile (fig. 12), non datato, in cui sono disegnati solo gli ambienti a sinistra la scritta: D. Gianni Francesco Grosso di Riva. Inedito. sul lato destro del palazzo, cioè gli ambienti posti, com.e riferi­ 46) La grafia delle aggiunte posteriori, tra cui la didascalia sce la didascalia, al di sopra della scala che saliva, sulla destra, Pianta del Piano delle Grotte, è riferibiJe al Vittone. dal terreno al piano nobile, nella estrema parte ovest della fab­ 47) G. Rooouo. Notizie inedite den'architetto Bernardo Vitto­ brica. Dagli ultimi tre numeri della didascalia si apprende che ne, m Atti e memorie del primo Congresso della Societd Piemontese era rimasta temporaneamente in sospeso la costruzione di due di Archeologia e Belle Artie. _Cavallermaggiore 1932, Torino stibi in attesa della definitiva decisione circa un corridoio dal 1933, l?· 449; A. CAVALLARI MURAT, Alcune Architetture Pie­ conte prospettato, che avrebbe per altro llmitata l'ampiezza della montesi del Serrecento e una raccolta di disegni del Plantery, del camera grande sopra il Scalone. Archivio Comunale di Riva di Vittone, e del Quarini, in Torino 1942, Anno XXI, n. 5, p. 8; Chieri. A penna ed acquerello grigio scuro. Misure: cm. 25,7 c. N. CARBONERI, Appunti sul Vittone, in Quaderni dell'Istituto di x

ùn.i circa le misurazioni da lui condotte a Torino nella fabbrica P. PORTOGHESI, Bernar~o Antonio Vittone ... , 19661 p. 170; N. deUe suore di Santa Chiara depone in modo sicuro della parte­ CARBONERJ, Bernardo V1ttone ... , 1967,_p. 25. Solo A. CAVALLARI cipa:rione del Castelli in qualità di capomastro ancora a quella MURAT, Antologia Monumentale ... , 1968, in proposito avanza un costruzione tarda del Vittone. G. RonOLFO, Notizie ineclite ... generico nel '44... lavor6 all'Orfanotrofio femminile (p. 1o6) 1933, pp. 451-452 per il Conùni; p. 457, nota 31 per la testi­ dando poi per contro grande rilievo alla configurazione della eu~ monianza offerta da Cesare Castelli in suo favore. Il Vittone pola della chiesa, che, nella chiesa, sola attribuisce in modo spe­ nelle Istruzioni elementari tratta anche del rapporto dell'archi­ cifico al Vittone (p. 107). Per altro consultando i disegni pubbli­ tetto con i Capi Mostri, sottolineando le qualità di intelligenza e cati dal Brayda riesce difficile ammettere che il Vittone delineasse di esperienza di cui dovrebbero essere sempre dotati, e, premi­ così schematicamente, come in essi risulta, i contorni della chie­ nente su tutte, della capacità di mantenersi fedeli al disegno del­ sa annessa all'Orfanotrofio, se avesse avuto l'incarico di costruir­ l'architetto: Resta sovra il tutto finalmente poi necessario, che tutta la; in ben altro modo egli proponeva in pianta jl progetto delle s'adoperi dai Capi Mostri l'attenzione in far che ogni cosa venga sue architetture sacre l Documenti rinvenuti riordinando l'ar­ esattamente eseguita secondo il disegno, e f/iusta il pensiero dell'Ar­ chivio dell'Orfanotrofio dal Caselle, che li pubblicherà prossi­ chitetto che l' hil prodotto. Cesare Castellt, che lavorò per il Vit­ mamente, e che me ne ha gentilmente concessa la consultazione, tone in qualità di capomastro documentatamente dal 1738 sino ben altrimenti depongono sulla vicenda costruttiva della chiesa. alle estreme opere dell'architetto, doveva essere un capomastro Quando il Vittone riceveva l'incarico della costruzione del Col­ davvero di non comune valore. Circa i rapporti tra architetti e le ~io deUe Orfanelle la chiesa era già stata da tempo costruita da capomastri nei trattati vlttoniani: A. CAVALLARJ MORAT, Aggior­ Gto. Antonio Sevalle, che il volume tante volte citato di C. namento tecnico e critico dei Trattati vittoniani, in Bernardo Vittone BRAYDA - L. Cou - D. SESIA, Ingegneri e Architetti..., 1963 e la disputa tra Classicismo e Barocco nel Settecento, Torino 1972, (ad vocem, p. 64) informa essere stato Regio Architetro. Tra .i vol. I, p. 531, nota 3· fogli rinvenuti dal Caselle v'è una Capiculazione tra li SS.ri Di­ 64) Appendice n. 8. rettori deputati dalla Congregazione et li capi Mostri ms Francesco 65) Albero genealogico della famiglia Grosso; A. MANNO, Chiarino del luogo di Lugano et Gio Rovello et Giuseppe Chiarino Patriziato ... , vol. XIII, p. 594· Il Manno termina il brano che del luogo di detto Lugano conclusa in data 19 magg1o 1726 per dedica al conte Giovan Francesco proprio con la notizia: Edi­ la costruzione della nuova Chiesa. In particolare al capoverso r8 fica il bel palazzo di Riva. si precisava che i capomastri si dovevano attenere scrupolosa­ 66) B. VITTONE, Istruzioni diverse, p. 156. mente ai disegni sottoposti dal sig. lngeniere Gio' Antonio Sevalle ... 67) B. VITTONE, Istruzioni elementari ... , pp. 472-476: Meglio in numero di tre, et contengono uno la pianta, l'altro il spaccato, per6 {'Otrd di talveritd accertarsi [dell'utilità del método modulare o sii proffillo, et l'altro la facciata della nova Chiesa. Sono poi do­ da lu1 proposto], se la pena si dard di metterlo in pratica, mentre cumentati negli anni 1726-1727 ripetuti pagamenti aU'archi­ verrd a conoscere quanti, e quanto a ben condurlo valevoli siano i tetto Sevalle; nel 1727 la ch1esa veniva consacrata. Non pos­ suggerimenti, che gli manda la mente, e Quanto più grandi se ne sono quindi sussistere dubbi che la pianta di chiesa schematica­ possa i vantaggi promettere di quel, ch'io Rli sappia con parole rap­ mente delineata dal Vittone nei fogli del progetto dell'Orfano­ trofio corrispondesse alla pianta della chiesa ~ià costruita: Per presentare, ed es~rimere... (p. 475). li Vittone spiega poi il me­ altro risulta che i lavori venivano più tard.i tlpresi. In data yo todo in modo piu dettagliato nelle Istruzioni diverse ... , pp. 68-7.2. luglio 1744 è conservata altra Capitulacione conclusa tra l'Orfa­ A. CAVALLARI MURAT, Aggiornamento ... , 1972, vol. I, p. 464. notrofio e i capomastri Francesco Chiarino e Antonio Lautier, 68) F. OuVERo, La parrocchia ... , 1925, p. 20. che sl impegnavano a compire perfetramente tan.to in rustico, che 69) A. Bosio, Memorie storico-religiose e di belle arti del Duo­ stabiliture e sternito la gid principiata chiesa del Monistero sudet­ mo e d~>lle altre chiese di Chieri, Torino 1878, pp. 227-229; A. to, con far atomo alla médesima tutti li labori soprascritti, et CAVALLARI MORAT, L'architettura sacra del Vittone, in Atti e altri necessari}, per ridur detta chiesa in stato perfetto ... Pare di Rassegna Tecnica ... , Anno X, 1956, p. 14; A. CAVALLARI MURAT, dover arguire che la chiesa del Sevalle non fosse stata condotta l monumenti barocchi di alta classe e la scena urbana chierese in del tutto a termine, sebbene consacrata e quindi già adibita Atti e Rassegna ùcnica ... , Anno XIV, 1962, p. 4 e pp. 6-8; N. al culto; e la si volesse con nuovi lavori ridurre. in stato perfetto. CARBONERI, Architettura ... , 1963, p. 58; P. PORTOGJ:IESI, Ber- 11 documento definisce dettagliatamente tutti i particolari della nardo Antonio Vittone ... , 1966, pp. 103-107; N. CARBONE.Rf, nuova convenzione stipulata i tra l'altro vi è precisato (capoverso 2) Bernardo Vittone architetto. Catalogo della Mostra di Vercelli, che i capomastri si impegnavano a eseguir tutti li dtsegni, che Torino 1967, pp. 22-23; A. CAVALLARI MORAT, Antologia per detta fabbrica verranno rimessi; m! puotranno quelli in alcuna Monumentale ..., 1969, p. 104 e pp. 13o-133· bench~ minima parte variare, senza il parere e sentimento del 70) 11 conte Giovan Francesco mori in giovane età, appena signor Giuseppe Antonio Riva, qual per parte del suddetto Moni­ diciottenne; era nato il 18 luglio del 1722. stero si ~ nominato, et elletto per preposto, et assistente della su­ 71) La Comunità dava garanzia al conte che n.on avrebbe m.ai deta fabrica .... Ma quali disegni? Più innanzi per la decora­ usato i siti da lui ceduti ad innalz'lr alcuna fabbrica, ma !asciarli zione (capoverso 5) viene disposto: Li ornamenti si faranno liberi per uso e beneficio del pubblico in form'l di piazzale; POneva più sottilmente di rustico che si puossi, giuste le sagome, quali per altro a sua volta ancora la condizione che il conte dovesse veraMo a detti mostri dal sudetto sig. Riva rimesse; invece chiudere la ~a del s~to... giardino e non possa mai più sia esso circa la cupola (8) veniva precisato: n coperto si farà nella con­ che sudetti s1gg. successori apprire alcuna porta dalla parte verso la figurazione portata dal sudetto disegno, qual però puotrà riguardo detta Chiesa inserviente per il passaggio a introduzione di carri e delle altre opere, e fatture in qualche parte variarsi, sentendo il bestie cariche, ma soltanto siagli lecito di far formare e tenere una parere e il sentimento di detto signor Riva ... ; cioè il disegno era portino come meglio stimerd per servizio e passaggio d'esso sig. vincolante per le strutture del coperto i le altre opere, decora­ Conte( famiglia, domestici, e successori ... ; clausola che condizio­ zione e fattura, potevano venire mutate " in qualche parte , nerà o sviluppo del palazzo del lato verso la chiesa. Archivio secondo il parere del Riva. E ancora (15): La volta ... da farsi Storico del Còmune di Chieri, Sezione Atti Pubblici-Riva, vol. 36, con fascie, e lunette come risulta per ìl disegno ... ; disegno cui 1751-1753· non si fa invece riferimento alcuno per cornici, architravi, sa­ 72) Archivio Storico del Comune di Chieri, Sezione Atti gome, finestre, zoccoli, ecc. elencati singolarmente per la pre­ Pubblici-Riva, vol. 36, 1751-1753· Sono documentati contratti cisazione esatta del costo (dal capoverso 17 al capoverso 35). di acquisti e permute stipulati dal conte nel proprio palazzo di Insomma, dal tenore della Capitulatione non si può non dedurne Riva, nel palazzo dell'/ll.mo Signor Conte, in data 24 agosto che spettino al Riva la direzione dei lavori e tutte le decora­ 1751 (p. II2), 26 novembre 1751 (p. 149), 18 novembre 1752 zioni; ma ad altro architetto di cui, nella Capitulatione non si (p. 414), 4 dicembre 1752 (p. 415), 31 gennaio 175~ (p. 416), fa il nome, il disegno della volta. Negli anni immediatamente 7 mag~o 1753 (p. 434 v.), 1° settembre 1753 (p. 464). I con­ precedenti, 1741-17441 Giovanni Antonio Riva aveva atteso, tratti SI prot~gono anche negli anni successivi; nel vol. 37 - m qualità di assistente ai lavori di ricostruzione della vittoniana 1754-1758 in data 26 marzo 1754 (p. 33), 17 luglio 1754 (p. 200), cupola di San Bernardino, alla sua fantasiosa decorazione - 6 dicembre 1754 (p. 2QS), 22 dicembre 17'54 (p. 206); ed altri e anche su questo ar~omen to dei rapporti intercorsi tra Ber­ sono ancora testimoniati negli anni immediatamente posteriori. nardo Vittone e Antoruo Riva e delle loro rispettive competenze 73) Rinvenne e pubblicò due piante preparate dal Vittone per nella costruzione della cupola di San Bernardino è in corso di l'Orfanotrofio femminile di Chieri il Brayda, che al Vittone attri­ stampa altro contributo del Caselle -; come non essere indotti buiva anche la chiesa, proponendo per questi lavori una data a pensare che nella chiesa dell'Orfanotrofio, ove la ripresa del verso il 1744: C. BRAYDA, Opere inedite di Bernardo Antonio lavori tenne dietro immediatamente agli esiti di San Bemar­ Vittone, in Bollettino S.P.A.B.A., N. S., n. t, 1947, p. 87 e ta­ dino1 si fosse prolungata la stessa comunione di lavoro tra lo vole 62 e 63. L'attribu:rione del Brayda fece testo; la ripropose architetto, Bernardo Vittone, e l'assistente, già ideatore della Per primo il Cappelletto: G. CAPPELLETTO, Architettura di trasfigurante decorazione di quella cupola, Giovanni Antonio Chieri, s.d. (1961), precisando, non so su quale base, la data in Riva? Sarei persino propensa a credere che proprio la presti­ 1744; e dopo di lui l'accolsero A. CAVALL,.RI MORA'I', l monu­ giosa configurazione della cupola di San Bernardino avesse · menti barocchi di alta classe... 1g62, p. 2o6; C. BRAYDA - L. indotto i Direttori dell'Orfanotrofio a riprendere i lavori nella Cou -D. SESIA, Ingegneri e Architetti .•• , 1963, ad vocem, p. 68; loro chiesa; e si fossero rivolti per i disegni delle strutture a.ncora incomplete al Vittone e a Giuseppe Antonio Riva per 88) Archivio Stodco del Comune di Chieri. T ipi e Mappe. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte la direzione dei lavori e per tutta la decorazione. R. PoMMER, Eighteenth-Century ... , 19671 pp. 24o-241. 74) C. BRAYDA, Opere inedite ... , 1947, p. 87; A. CAVALLARJ Sg) I lavori per condurre a termine la chiesa furono poi ripresi MURAT, Antologia Monumentale, ... 196g, p. 106. dal Bays solo nel 1775, dopo che, a se~uito della soppressione 75) E. OLIVERO, Le opere di B.A. Vittone ... , 1920, pp. 104-105; della Compagnia di Gesù nel 177~, 1 beni del Collegio dei A. CAVALLARI MURAr, I monumenti barocchi... , 196:z, pp. 208- Gesuiti di Chieri e l'annessa chiesa dt Sant'Antonio erano passati 209; C. BRAYDA- L. CoLI - D. SESIA. Ingegneri e ArChitetti. .. , di proprietà dei Minori Osse.rvanti. Il 13 agosto 1776 la chiesa 196~, p. 68; A. PEDRINI, Ville piemontesi del Sei e Settecento, veniva consacrata; doP.O quella data non risulta più documento Tonno 1965, p. 298; P. PORTOGHESI, Bernardo Vittone, ... 1966, alcuno di lavori architettonici. Una nota precisa che in data p. n8 e p. 225; N. CARBONERI, Bernardo Vittone ... , 1967, 16 luglio '76 l'architetto riceveva già il residuo pagamento de p. 26; A. CAVAl.LARl MURA T, Antologia Monumentale ... , 1968, Dissegni della Chiesa (Pommer, p. 245). Del resto nel dicembre p. xo6. di quell'anno il Bays veniva a morte; il Pommer riporta ancora 76) A. CAVALLARI MVRAT, I monumenti... , 1962, pp. 204-205. in data 6 dicembre 1777 una postilla: Pagate alla Sig.ra Vedova 77) A. Bosio, Memorie storico-religiose... , 1878, pp. 81-82; Bays per disegni e lavori fatti per la fabbrica della Chiesa dal E. OuVERo, Sopra alcune architetture di Bernardo Vittone, in fu di lei Marito come mandato del/i 3 Marzo anno corrente (L.) Bollettino S.P.A.B.A ., Anno VIII, nn. I-II 1924, p. 12-16; 750; al dicembre 1776 del resto era già genericamente riportata V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , 1958, la morte del Bays da C. BRA YDA- L. CòLI - D. SEStA, Ingegneri p. 154; C. BRAYDA- L. CoLI - D. SESIA, Ingegneri e Architeui... , e Architetti... , rg63, p. 14, senta per altro addurne al solito 1963, p. 6g; N. CARBONBRI, Architettura ... , 1963, p. 61; P. fonte alcuna. PORTOGHESI,, Bernardo Vittone... , 1o66, p. 227; N. CARBONERI, go) Albero genealogico della famiglia Grosso; A. MANNo, Bernardo VIttone ... , :1967, p. 32; À. CAVALLARI MURAr, Anto- Il Patriziato, vol. XIII, p. 594i Archivio Storico del Comune logia Monumentale ... , xg68, p. xo6; V. MoCCAGATTA, Bernardo di Chieri, Atti Pubblici, Vol. 44, 1778-1780; Riva, p. 121. Antonio Vittone ... , 1969, p. 103 e nota 41. 91) Il testamento del conte Marco Antonio Grosso (Notaio 78) T . Cmuso, Buttiglieria Astigiana, Torino 1875, p. xo Michele Antonio Goffis) è conservato pre.sso l'Archivio Storico e nota x, pp. 129-130; E. 0LIVERO, Le opere di Bernardo Antonio del Comune di Chieri, Atti Pubblici, Vol. 44, 1778-1780, Riva, Vittone ... , 1920, pp. 94-95; V. MOCCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , 1958, P{>· I7o-171; C. BRAYDA - P· 9~foa ll 'albero genealogico della famiglia Grosso risulta che L. CoLI- D. SESIA, Ingegneri e Archrtetti 1963, p. 69 e p. 83; il figlio primogenito Nicolao Giuseppe era morto il 7 gennaio P. PORTOGHESI, Bernardo Vittone ... l 1966, r· 152 e p . 228. 1773; il secondogenito Giuseppe Nicolao il 17 marzo 1775· 79) I1 Plantery aveva cessato di vivere i 26 aprile 1756. 93) Testamento del padre, conte Marco Antonio Grosso Per il Plantery si veda la nota 20. (nota 86); A. MANNo, Patriziato ... , vol. XIII, p . .594· So) Archivio Comunale di Riva. Ordinati, busta 59-II, 94) Archivio Storico del Comune di Chie.ri, Atti Pubblici, foglio 23. Inconsultabili. La notizia è riportata da B. OLIVERO, Vol. 44, 1778-178o, Riva, p. 303. (Nelle Testimoniali ad aper­ Lti Parrocchia ... , 1925, p. 20. tura del testamento). 81) E. OLIVERo, La Parrocchia ... , 1925, pp. 19-20. E. OLIVBRO, 95) Archivio Storico del Comune di Chieri, Atti Pubblici, Le Opere di Bernardo Antonio Vittone, 1920, pp. 98-gg; A Vol. 44, 1778-178o Riva, p. 229. questa fonte attinsero tutti gli studiosi posteriori: A. CAVALLARI 96) Archivio Storico del Comune di Chieri, Atti Pubblici, MURAT, Architettura sacra ... , 1956, p. 12; A. CAVALLARI MURAr, Vol. 44 1778-178o, Riva, p. 159 (nell'Ano di accettazione Gian Giacomo Plantery ... , 1957, p. 335; C. BRAYDA- L. CoLI- D. dell'eredità da parte della contessa, Faustina Maz2;etti). SESTA, Ingegneri e A.rchitetti, 1963, p. 69; N. CARBONERI, Archi· 97) Era nata a Torino il 14 feboraio 1750. A. MANNo, Il tettura ... , 1963, p. 62; P. PORTOGHESI, Bernardo Antonio Vittone... , patriziato ... , vol. XIII, p. 594· 1966 pp. 152-154 e p. 228. g8) L'ansia e l'inquietudme che turbavano gli animi alle 82) E. OLIVERO, La Parrocchia ... , 1925, p. 20. notizie che ~iungevano dalla Francia traspaiono persino in una 83) E. OuvERo, La Parrocchia ... , 1925, p. 20. Mentre non rozu nota rmvenuta nel sottotetto del palaz2;o durante un re· avevano avuto il dovuto compenso le opere dello zio, lo ricevet· cente restauro; nota in cui un artigiano elencava lavori eseguiti rero i progetti del nipote: errare humanum est, perseverare... in loco. diabolicum r 99) Rimando ad esempio alla descrizione del Parco - il Regio 84) Archivio Comunale di Riva di Chie.ri. A penna ed acque­ Parco - (iniziato da Emanuele Filiberto nel 1567-1568, ripreso rello grigio, rosa e nero. Misure: cm. 32,6 x 48,3. Inedito. poi e portato innanzi da Carlo Emanuele 1), che lasciò nel 16o8 85) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed acque­ Fedenco Zuccari nel Diporto per l'Italia: D. HE!xAMP, I viaggi rello grigio, rosa e nero. Misure: cm. 28,6 X 4,3. Inedito. di Federico Zuccari, in Paragone, n. 105, settembre 1958, pp. 86) La chiesa di Sant'Antonio di Chieri attribuita tradizio­ 47-so; alla descrwone che ne diede il Coppino nel r6r3; nalmente allo fuvarra e al Vittone è stata dal Pommer rivendicata Aquilini Coppini in Ticinensi Gymnasio Artis Oratoriae Regij a Giacinto Bays. R. PoMMER, Eighteenth-Century Architecture Interpretis Epistolarum libn' sex, Mediolani, 1613, pp. 47--63. in . The Open Structures of ]uvarra, Alfieri and Vittone, Più di mezzo secolo dopo il Castellamonte descriveva gli New York-London, 1967, p. 88 e Appendice X, pp. 239-245· altrettanto favolosi giardini di Venaria Reale: A. CASTELLAMONTE, Prima dell'apporto fondamentale di questa pubblicazione le Venaria Reale Palazzo. di piacere e di Caccia, Ideato dall'Altezza opere di Giuseppe Giacinto Bays erano mal definite e parzial­ Reale di Carlo Emqnuele Il, T orino 1674, pp. 72;-76. mente conosciute; per addurre solo un esempio indicativo 100) Archivio Comunale di Riva di Chiert. A penna ed acque· tra tutti, in quanto riflette i risultati della critica fino a quel rello grigio. Misure: cm. 34 x 49· In calce a destra: Contessa momento, ancora nel 1963 ìl tante volte citato volume degli M azzetti fece 1778. Inedito. Ingegneri e Architetti del Sei e Settecento in Piemonte configu­ 101) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed acque· rava l'attività del Bays in un elenco delle incombenze ufficiali da lui rello grigio. Misure: cm. 33 x 4713. In calce a destra: Con· esercitate per la Corte di T orino, solo aggiungendo sotto il 1762 tessa M azzetti fece 1778. Inedito. la direzione dei lavori per la chiesa della Natività della Vergine 102) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed acque· a Venaria; e sotto il 1772 un ProJI.etto, come architetto di opere rello gri~io. Misure: cm. 31,4 x 49· In calce a destra: Conussa per la Bea/era di Caluso. Nella ncostruzione della lioera1 atti­ Mazzettl fece 1778. Inedito. vità professionale del Bays condotta dal Pommer attraverso 103) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed acque• documenti e disegni l'attribuzione più nuova e più interessante rello grigio e rosa. Misure: cm. 33 X 44,8. In calce a destra: riesce proprio quella della chiesa di Sant'Antonio di Chieri. Contessa Mazzetti fece 1778. Inedito . Il Pommer ha dgorosamente dimostrato che la ricostruzione 104) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed acque· sulla precedente chiesa gotica fu iniziata per i Gesuiti, allora rello grigio e rosa. Misure: cm. 31,8 x 46,4. In calce a destra: ivi insediati nell'annesso convento, da Giacome Bays nel 1767; Contessa Mazzeti fece 1778. Inedito. rispetto all'attribuzione tradizionale sostenendo che al ptù 105) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed ac9ue· si P7; l agile mOdello a superfici curviltnee può, secondo l'autore, rello grigio e rosa. Misure: cm. 33,1 X 46,4- Non~· sptegare perché la volta sia stata per tanto tempo attribuita er­ scalia, nè altra scritta in calce. Fine disegno deco.ranvo. ~~ • roneamente al Vittone, pur riuscendo affine, piuttosto che alle roS) La relazione fu tenuta presso la S.P.A.B.A. il 19 maiPD volte vittoniane, ai tipi di volte usate dagli architetti in Pie­ 1973; circa la pubblicazione, M. PoZZETTO, Ville della~ monte a copertura di atri sui modeHi progettati dal Plantecy. era di Torino, Sisar, Milano, pare per il momento sospesa· - ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte qui rivolgere un vivo rinçraziamento all'architetto Pouetto detto il conte di Aramengo. Riformatore dell'Università (17Bò 2 per avermi concesso, all'iniza.o della mia ricerca, di far condurre Giugno); addetto alla Legazione di Roma (1771, 23 Febbrafo). da suoi negativi copie fotografiche di alcuni disegni fra quelli II7) O. DERossJ, Nuova Guida per la città di Torino, Torino conservati all'Archivio Comunale di Riva di Chieri. 1781, p. 12~· 109) Mado Ludovico Quarini rimase sempre legato a Chieri, I z8) Archavio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Patenti anche quando la sua attiviti professionale lo portò a Torino (di Controllo Finanze, 178o, Reg. 58, foglio 140. Sono quattro cui fin dal 1770 aveva ricevuto la cittadinanza onoraria) e in Patenti: 1) 1771 - 23 Febbraio. Trattenimento di L. 10m. con altre località del Piemonte. Ancora nel 1792 per Chieri proget­ obligo di portarsi a risiedere in Roma sotto la direzione del Conte tava Ia facciata della chiesa di San Bernardino; proprio nei Ver­ di Rivera Ministro presso Sua Santità. II) 1776 - 24 Gennaio. bali della Confraternita del Nome di Gesù, che in San Bernar­ Inviato Straordinario presso la Repubblica di Genova. III) 178<>-2 dino ha sede, vi sono brani che depongono in modo preciso del­ Giugno. Riformatore n.el Magistrato della Riforma degli Studi l'attaccamento del Quarini alla città natale (e ringrazJO il Caselle di Torino, e Consigliere di S.M. IV) 1780- 9 Giugno. Pensione di avermeli fatti conoscere). Nei Verbali del1792 ai ID di novem­ di L. 800 per Servizi prestati nella Diplomazia. In modo parti­ bre, p. 230, ove si tratta appunto della nuova facciata, è segr1ato: colare pertinente all'argomento trattato riescono per altro le ... come risulta dal dissegno e calcolo del Signor Architetto Regio Patenti di Riformatore nel Magistrato della Riforma degli Studi Mario Quarini, confratello zelantissimo, e degnissimo di detta di Torino, e Consigliere di S.M. Ne trascrivo il testo: Alle co­ Compatnta. E a p. 230, verso: ... per le sole spese forzose di tra· stanti assicurate prove di singolare talento, scelta erudizione, e sferte del prefato Signor R". Architetto Mario Quarini, che regalò prudenza nel maneggio di affari importanti, che ha date il Conte il Dissegno della facciala; calcoli, ed onorari di essi e della collo­ Pio Grisella di Cunico nelle onorevoli commissioni prima di Assi­ d azione, e per il doJ!pio dissegno e pagamento degli Espressi, per stente al Nostro Ministro Plenipotenziario nella Corte di Roma, le occorse Istruzioni favorite dal medesimo L. 63: n. Cioè i1 Qua­ e poscia di Nostro Inviato Straordinario presso la Repubblica di rìni era cosi zelante confratello di quella Confraternita, di cui Genova da lui con molta lode eseguite, corrispondendo la nostra il padre Bernardino era stato Rettore (vedi nota 50), che regalò premura di dargli un distinto contrassegno del gradimento, che ce il disegno della facciata della chiesa; e dalla Confraternita gli ne risulta1 e di rendere vieppiù palese il favorevole concetto, che f~rono fimborsate ~· 63,. l I per le SOle spese forzose, per le spese abbiamo ai lui formato, Ci siamo disposti ad eleggerlo Riformatore vave, duemmo no1 ogga. nel Magistrato della Riforma degli Studi, essendo persuasi, che uo) V. MoccAGATIA, L'architetto Mario Ludovico Quarini•.. , sarà egli per continuare a far uso delle virtuose sue Qualità e delle 1958, p. 154; C. BRAYDA- L. Cou- D. Ss.sxA,Ingegneri e Archi· molte cognizioni acquistate a vantaggio del Pubblico, ed a Maggior tetti... , 1963, P· sa e p. Bs; N. CARBONERI, Architettura.•. l I96'1, lustro, e decoro della Nostra Università. Epperò colle presenti, p. 81; A. CAVALLARI MORAT, Antologia Monumentale ... , 1968, di nostra scienza, ed Autorità Regia, avuto il parere del nostro p. 106. Consiglio, eleggiamo, costituiamo, e deputiamo il Suddetto Conu Ili) V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini••• , Pio Grisella di Cunico per Riformatore del Magistrato della Ri­ 1958, p. r65; V. MocCAGATTA, Bernardo Antonio Vittone ..., I969, forma di questa nostra Università degli Studi, ed anche nostro pp. I07-H5· Consigliere con tutti gli onori, privilegi, prerogative, autorità, utili id altre cose, che ne dipendono, da cominciare dal primo dello II2) Il palazzo già Biscaretti di Ruffia sito a Chieri in via scaduto Marzo e continuando in avvenire durante il nostro bene­ Principe Ainedeo 6 fu in epoca recente abbattuto, e della costru­ placito, con ciò che presti il dovuto giuramento. Mandiamo pertanto zione quariniana fu solo conservato l'atrio, che riproduco per a tutti li nostri Ministri, Magistrati, principalmente al suddetto la bella volta planteriana che lo ricopre, affine a QUella dal Quarini della Riforma, ed agli Uffiziali di essa Università, e generalmente progettata .. per l'atrio del palazzo Grosso di Riva, e poi non Chiunque sia spediente di riconoscere, e riputare il detto Conte costruita. Tra i disegni conservati di quella ristrutturazione qua­ Grisella di Cunico per Riformatore, e Consigliere nostro, come riniana pubblico, perché più indicativo del gusto dell'architetto, sovra, da Noi deputato, con farlo e /asciarlo godere delle cose il "Profilo del Salone preso nel traverso d'esso, , firmato suddette; Che tal è nostra mente. Ar.to Mario Ludovico Quarini e datato Torino li 9 gennaio 1773; Data alla Veneria Li due di Giugno 178o, e del nostro Re,no disegno di alta qualit.à, preparato per il contratto, chè in calce l'Ottavo. V. Amedeo V. Lanfranchi PP. e reg.te-V. De RoSSI di a sinistra è firmato dal conte Roberto Biscaretti e da un Cario lonengo-V. Di Cravanzana Corte. Scabella, edidentemente impresario. A penna ed acquerello 119) Le tre incisioni sono conservate, provenie.nti dallo grigio chiaro e grigio scuro. Misure: cm,. 37 X ~~.per altro incol­ Archivio Reale, all'Archivio di Stato di Torino, Sezione I, lato da tempo su alt.ro foglio più grande, che porta il Profilo Cerimonie Funebri, mazzo 3, insieme con la Relazione, stesa della casa nel mezzo dell'atrio, corte civile e fabrica P.er granaj, dal conte Dellala di Beinasco, Re.gio Architetto, di tutto l'appa­ datato e firmato nello stesso modo. Inedito. Ringrazio t1 geometra rato funebre. Circa l'attribuzione e la qualità di queste incisioni Manolino, attuale proprietario delle strutture superstiti dello V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , 1958, antico palazzo, nonchè dei vari progetti preparati dal Quarini, p. 167. p~r ave~mi. concesso di eseguire la forografia ~el disegno. I;.'a;­ 120) Due album dei disegni per Ia lumirtaria di Stupinigi tno fu gaà raprodotto da G. CAPPELLETTO, Architettura di Chterl, sono conservati all'Archivio di Stato di Torino, Sezione I, 1961, ove, oltre l'atrio del palazzo allora in buono stato di con­ Reali Palazzi; uno alla Biblioteca Reale di Torino, Storia Patria servazione, fu pubblicato anche lo "scaloncino, che portava 96o; al Museo Civico di Torino sono sonservati due fogli stac­ al piaf!o nobile, ogg_i non più esiste.nte, Circa il palazzo Bisca­ cati evidentemente da altro album. I primi progetti sono stati retu dt Ruffia oltre al Cappelletto: A. CAVALLARl MURAT, Storia preparati su fogli sciolti, otto disegna a matita conservati al Monumemale ... , 1968, p. I07, (p. Io6 per lo schema della volta); Museo Civico di Torino. I dise~ni di questo Museo sono in V. MOCCAGATTA, Bernardo Antonio Vittone ... , 196g, p. 111. fase di riordinamento, per cui ne e meno facile la consultazione. II3) Circa i progetti di ampliamento di Palazzo Madama Questa la causa per cui alcuni disegni sono ricordati senza preparati dal Quarìni, anche i1 Congresso degli Edili, quando fu le relative misure. chiamato ad esaminarli, nella sua relazione rilevava che nel 121) V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , prospetto verso ponente il Quarini si era ispirato alla facciata 1958, pp. 165 -I66. prospetticamente incisa in Roma ... dall'Abate D. Filippo ]avara. 122) V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , L'incisione in rame su disegno dello st~o ]uvarra (1721) 1958, pp. 17o-I7I. Il Portoghesi ha avanzato dubbi sull'attri­ presenta un progetto di palazzo più ampio di quello costruito buzione al Vittone di tutta Ia chiesa: P. PoRTOGHESI, Bernardo (Biblioteca Reale di Torino. U.I. 70); A. PEYROT, Torino nei secoli, Vittone ... , 1966 p. 152. E l'attribuzione infatti è erronea, chè Torino 1965, n. 126; A. PEYRoT-V. VIALE, Immagini di Torino ho potuto prectsare,1 sulla base di dati di archivio, che nella nei secoli Torino 1973, n. I49· Circa il progetto del Quarini: chiesa di San Nicolao di Montanaro al Vittone spettano solo A. CAVALLAR.I MURAT, Il progetto di Mario Ludovico Quarini ... , le strutture che ampliarono la chiesa dalla parte verso il pre­ I942, p. 139; V. MocCAGATTA. L'architetto Mario Ludovico sbiterio, al di là della rtavata unica con cappelle laterali, che fu Quarini ... , 1958, pp. 186-x88. conservata dalla precedente chiesa secentesca costruita da Carlo II4) Si pensi, tra gli altri, ad alcuni motivi decorativi di ferri Morello V. MocCAGATTA, Bernardo Antonio Vittone•. . , I96g, battuti, dal Quarini preparati per le incisioni delle Istruzioni pp. 6r-8g (in una data z641-r649 secondo Ia testimonianza diverse del Vittone; alla decorazione della Sala dell'insinuazione offerta in C. BRAYDA - L. CoLI - D. SESIA, Ingegneri e del Municipio di Chieri: V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Architetti... , 1963, p. 51). Il Cavallari Murat per contro riporta Ludovico Quarini... , 1958, rispettivamente p. 156 e p. 165; ancora tutta la chiesa di San Nicolao al Vittone, ma con guesta e alla decorazione del salone del palazzo Biscaretti di Ruffia, riserva: n più semplice e forse meno vittoniano degl{ edifici sacri che pubblico. del Vittone, è la parrocchiale di San Nicolao a Montanaro ... : 115) Rimando all'Appendice n. 2, ove le Memorie sono ripor­ A. CAVA.LLARl MURA T, Fra Serra d'Ivrea, Orco e Po, Torino 1976. ta~e nel loro testo integrale per tutto il brano pertinente la fami­ 123) V. MoccAGATTA, L'architetto Mario Ludollico Ouarini... , gha Grosso e il suo palazzo di Riva di Chieri. 1958, p. rsg-I62; P. PORTOGHESI, Bernardo Antonio Vittone ... , .n6) A. MANNo, Patriziato ... , vol. XIII, p. 573; P!'o Maria 1966, pp. 173-174 e pp. 23<>-23Ii V. MOCCAGATTA, Bernardo Vmcenzo (nato a Casale, 1731; senza t linea, 9 Gennato 1796), Antonio Vittone... , 1969, pp. 9I-Io6; A. CAVA.LLARI MURAT, Lungo la Stura di Lanzo, Torino 1973, pp. 261-264. Il Cavai­ 131) 9 novembre 1771. Costituzione di Sua Maestà per l'Uni­ lari Mur©Ministeroar a proposito dei beni d~l e dellerifacimento attività culturalidella chiesa e del abbazialeturismo -Bollettino versitd d'Arte di Torino. Originale. Archivio di Stato di Torino, sez. I, ritorna all'ipotetico progetto portato da Roma dal cardinale, Editti, mazzo ~9, n. 29, 1170 in 1771. E in data 13 giugno 1n2, su cui il Vittone avrebbe proposto modifiche; e offre anche la Costituzione dr Sua M aestd per l'Universitd di Torino, in doppio pianta del presunto prOfetlO - che per altro non mi pare proprio testo italiano e francese, a mano e rilegata. Archivio di Stato di possa riferirsi alla chiesa abbaziale, si osservi ad esempio la Torino, Sezione I, Editti Originali, mazzo 40, xn2-1774, ubicazione non pertinente dell'antico campanile -; progetto n. I0= 2o. di cui scrive che si era conservato nella parrocchiale fino a poco I 32) Questa data per la fondazione del Museo di Antichità tempo fa con indicazioni metrologiche non piemontesi (p. 262). di Torino è offerta in una Relazione, Cenni Storici sulla Regia Ma il disegno conservato nella parrocchiale fino a poco tempo fa Università di Torino, Torino, Stamperia Reale, 1872, di cui mi era il dise.gno della sezione longitudinale della chiesa in data ha gentilmwte informata il Soprintendwte prof. Curto, che mi 24 gennaio xnt, già citato dal Boggio come unico disegno ha concesso la consultazione d~lla copia esistente presso la Bi­ esistent~ (C. BoGGto, Le chiese del Canavese, Ivrea I9IO, p. 85); blioteca del Museo Egizio (Soprintendenza alle Antichità, Egit­ disegno che nel '69 attribuivo, pubblicandolo per la prima tologia, Torino 2, lnvent. n. 7658); e vivamente lo ringrazio volta (pp. 93-94, fig. 59), al Quarmi, come disegno condotto a del suo consiglio e del suo aiuto. Senza nome di autor~, la rela­ stipulazione, dopo la morte d~l Vittone, di nuovo contratto zione fu preparata a seguito di richiesta del Ministero della Pub­ tra Filippo Nicolay, a nom~ del cardinal delle Lanze, ~ i capo­ blica Istruzione al Rettore d~lla Re~ia Università di Torino in mastri cb~ dov~vano es~guire i lavori. Preparato in scala di palmi vista della Esposizione Universale di Vienna del maggio 1873. roman.i - e ne spiegavo il presumibile motivo (p. 9;1) -, era E fu alla Mostra di Vienna esposta, come si ricava da una Ap­ infatti conservato sotto vetro nella sacrestia quarimana della pendice (Sopraintendenza alle Antichità, Egittologia, Torino 2, chiesa fino a poco tempo fa; e andò smarrito mentre era fuori Invent. n. 7659) condotta, per aggiornamento delle aggiunte sede per un temporaneo prestito a scopo culturale, scrivevo nel '69 e delle mutazioni avvenute dopo il 1872, a se~uito di nuova ri­ (nota 71 p. 104) nella speranza che venisse ancora ritrovato; e chiesta del Ministero della Pubblica Istruzione 10 vista della scelta oggi, a scanso d'ogni equivoco, devo precisare che fu inspie­ da condurre delle varie serie di oggetti che potranno essere ammessi gabilmente sottrano nel 1967 a Vercelli mentre vi si preparava alla Mostra Generale Italiana, che doveva aver luo~o proprio a la Mostra dei disegni del V1ttone nella chiesa di Santa Chiara. Torino nel 1874. La Relazione del 1872 riferisce d1 tutte le vi­ La scomparsa di quel disegno ba potuto cosi dar nuovo credito cende d~lle Raccolte Reali di Antichità fino a qu~lla data; pertj­ alle fantasiose divagazioni ottocentescbe, proposte già dubbiosa­ nente all'argomento di cui si tratta è la prima parte: La istitu­ mente anche dal Boggio, che ne dava notizia. zione del Museo di antichitd di Torino, auspice Vittorio Amedeo Il, 124) V. MocCAGATTA, Bernardo Antonio Vittone ... , 1969, risale circa l'anno 1720; e le raccolte componevansi di monumenti pp. 47--59· Pur arricchendo per la prima volta il catalogo delle di scultura, di medaglie e monete, e della bella serie di iscrizione opere eseguite dal Vittone per i Gesuiti di Torino con l'attribu­ lapidarie, che, riunite e ordinate da Scipione Maffei, vennero col­ Zione a lui della bella volta che ricopre la sacrestia della chiesa locate e fissate nell'atrio del palazzo universitario. Quali fossero dei Santi Martiri, riportavo invece ai quarini le strutture ese­ veramente le opere d'arte, si in marmo come in bronzo, non è dato guite nell'interno dell'edificio del Collegto a s~guito dell'arretra­ rintracciare con sicurezza nelle memorie torinesi del passato secolo: mento della facciata su via Doragrossa, in contrasto con la pre­ certo vi si ammirava il Cupido Giacente, la troppo decantata Ta­ cedente attribuzione al Vittone avanzata da P. PORTOGHESI, vola isia.ca, e non poche anticaglie che avevano Jormato le private Bernardo Antonio Vittone•.• , 1966, f• 174 e pp. 229-230. collezioni dei Duchi di Savoia. Molti oggetti che s'andavano di­ 125) Ad esempio Carlo Emanuele affidò tutte le incombell%e scoprendo sia nella Sardegna, sia nel Piemonte, e specialmente nel di aréhitettura civile e militare, cui rivolse l'impegno, ad Ascanio sito dell'antica cittd di Industria, M altri monwnenti acquistati Vitozzi nostro Architetto et Ingegnere. Si veda in proposito la d'altronde, arricchirono di continuo il Museo, il quale cominciò a.d Patente di Leçittimazione di Angela Lucrezia, figlia di Ascanio essere in particolar modo additato agli Archeologi per la raccolta Vitozzi, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Pat~nti di antichitd egiziane, che nel 176o aveva procacciate il Dottore Piemonte, Reg. 35, foglio 29, pubblicata dal Carboneri, e dalla Vitaliano Donati da Padova, indotto da Re Carlo Emanuele lll quale appunto il Carboneri prese l'avvio per la ricostruzione del­ ad intraprendere un viaggio scientifico in Oriente. l'attività dell'architetto. N. CARBONERI, Ascanio Vitozzi. Un ar­ 133) Al Titolo XII, cap. II, n . 5 era prescritto: Si aprird chitetto tra M anierismo e Barocco, Roma 1966; per la Patente il Museo ogni qua/volta qualche Luterato, o nobile Forestiere mo­ citata pp. 217-220. strerd desiderio di veder/o, o che per tal fine si presenteranno altre 126) Archivio Storico del Comune di Torin.o. Registro del persone distinte e ben conosciute. Congresso degli Edili 1774-1817, Vicariato n. 812. V. MocCA­ 134) Museo Civico di Torino. Porta la didascalia di mano GATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini..• , 1958, pp. 169-:170. del Quarini: Reffe.ttorio, nel Monastero di S. Andrea di Chieri. A 127) Museo Civico di Torino. Disegni Quarmi, II Plico Tai­ penna ed acquerello grigio chiaro e grigio scuro. Misure: m. bell. Facciata della Chiesa di S. Carlo, firmata Mario Quarini 44,3 X 27,8. Pubblicato in V. MoccAGA'TTA, Bernardo Antonio Vit­ Arc.to. In piccolo: eseguito su Tela. A penna ed acquerello grjgio tone •.. , 19691 p. tog-r ro, fig. 70. Il monastero di Sant'Andrea di chiaro, grigio scuro e un po' di rosa nella pianta sottostante. Chieri fu distrutto con la chiesa durante l'occupazione francese Misure: cm. 49,7 x 36.4 {ma mal profilato). E Facciata della alla fine del secolo XVIII. Chiesa delle Carmelite nella Piazza S. Carlo di Torino, non fir­ 13~) Nessun ambiente dell'attuale Università di Torino serba mato. A penna ed acquer~Jlo grigio chiaro e grigio scuro. Misure: tracCia di una costruzione di tal fatta; parrebbe per altro proba­ cm. 50,7 x 35,8. v. MoccAGATTA, L'architetto Mario LudovictJ bile che la Congr~gazione al primo piano dell'Università fosse Quarini..• , 1958, p. 170. situata nell'ala lunga dl front~ aU'ingresso di via Po, dove oggi 128) Le Patenti di nomina sono conservate all'Archivio di sono le sale del R~ttorato. Nelle Costituzioni di Carlo Emanu~­ Stato di Torino, Sezioni Riunite, Patenti e Biglietti, 1785, f. 35- le III della fi.ne del 1771 sotto il titolo Dell'Oratorio deli'Uni­ 36. Già trascritte dal Vesme. Schede Vesme, vol. III, 1968, p. 881. versitd, al capitolo I VI si stabiliva: Per l'esercizio della cristiana V. MoCCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , 1958, pietà vi sard nell'Università un Oratorio, in cui si farà la Congrs­ pp. 183-184. fazione degli Studenti in tutte le Domeniche.•. ecc •.. L'Oratorio 129) Museo Civico di Torino, Disegni Quarini, I Plico Tai­ m cui il Sovrano nelle Costituzioni disponeva si radunasse tutte bell, tav. 4· A p~nn.a ed acquerello grigio chiaro, ~rigio scuro e le domeniche e gli altri giorni festivi la Congregazione degli stu­ rosa la pianta, a penna l'elevazion~ in alto a sintstra. Mìsure: denti era la cappella dell'Università, per la quale su disegno ddlof cm. 41,2 x 55,2. V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Juvarra sono documentati lavori di costruzione a partire dal I~ Quarrni.•. , 1958, p. 186. Presso l'Archivio di Stato di Torino, (V. VIALE, Regesto della vita e delle opere di EiliJ'po ]uvarra, lll Sezione l, Art. 183, 1742, f. 59 è registrato un pagamento al architetto e scenogra/o, Torino r966, P· 73)• Vittone per lavori da lui compiuti nel 1742 all'Università di n orano delle Costituzioni al riguardo riesce dubbio o ahnalOda Torino; e nella raccolta Simeon sono conservati ~gni per una gweri~ .sull'entità della cappella, se già ~sist~nte, o .an~ra torre w una scala all'Università: R. PoMMI!l!, Eighteenth-Cen­ costru1.rs1 come farebbe pensare quel vi fard nell' Untvertltd IDI tury architecture in Piedmont..• , 1967, p. 12;3; t't! altro anche Oratorio. Per altro da un Brev~ pontificio in data 1774. 4 maT~ quei progetti rientravano, come gli altri già cttaU di regia com­ (Archivio di Corte, Istruzione Pubblica in gwere, "MazZIO missione, nell'attività del Vittone intorno al 1740 - questi cad­ d'addizion.eJ1 Breve d'indul8enza perpetua concessa dal PonW/11# dero esattamente nel 1741 -; e furono quindi eseguiti dal Vittone Clemente .;uV per la cappella dell'Univertitd di Torino,- 8 ~ quasi vent'anni prima cb~ il Quarini entrasse nel suo studio. che sono indotta a supporre fosse stato fatto S?lleçita!C WUN 130) Manifesto del Magistrato della Riforma dello Studio della stesso Carlo Emanuele III a seguito delle CosutuZIODI da "ff Regia Universitd per la pubblicazione delle Costituzioni per la me­ emanate - parrebbe dover arguke che l'edificio sacro, per CUI desima " in data 20 settembre 1729. [Archivio di Stato di Torino, se­ Pontefice conc~deva l'indulgenza plenaria nel marzo rn4.!..~ zione !,Editti a stampa, mazzo 56, n.126, 1729 in 1730]. E" 1730. quindi doveva a quella data già esser stato non solo oosu­ 2 Ottobre. Magistrato della Riforma degli Studi di Torino. Appro­ ma anche consacrato, non essendo presumibile che avesse aY'I.:f. vazione del Regolamento. Archivio di Stato di Torino, Sezioni progettazione e costruzione in cosl breve volger di ~dpoé:adO Riunite, Patenti Controllo Finanze, 1729, r~g. 7, f. 47· giro neppure di un anno e mezzo dalle Costituziom t ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte Emanuele III, altro non fosse che la cappella ideata dallo Ju­ 149) M. PR.u, Gusto neoclassìco, Firenze 1940; la recente varra, di cui fin dal 1730 si erano iniziati i lavori di costru:~;ione . .nuova edizione, accresciuta ed ampliata, Milano 1975. 136) Museo Civico di Torino. Disegni Quarini, I Plico Tai­ 150) F. DANEO, Vite di San Damianesi. :., t88Q, pp. 71-75; beU, tav. 62. A penna ed acquerello grigio e rosa. Misure: C. BRAVDA - L. COLI - D. SESIA, Ingegnerr e Archrtetti... , 1963, cm. 4913 x 38,3. V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico p. 28; A. CAVALLARI MURA'!', Tra Serra d'Ivrea... , 1976, p. 443· Quarini... , 1958, p. 186 e fig. 46. 151) Il Daneo di Filippo Castelli scriveva: Mentre il giovane 137) Museo Civico di Torino. Disegni Quarini, I Plico Castetli attendeva agli studi di sua arte nella Citta Eterna, presso Taibell, tav. 13. A penna ed acquerello verde, grigio chiaro e la non lontana Napoli incominciavansi con grande ardore gli scavi grigio scuro tanto il Profilo che il P/afone al di sotto. Misure: della sepolta Pompei, e perseguivansi quelli di Ercolano; onde colà c~: 51 x 37· V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Qua­ traevano da ogni parte letterati, artisti e archeologi, per investigare rtm.••. , 1958, pp. r85-r86, fig. 45· in quelle rovine i monumenti dell'arte e dell'antica civiltd greco­ 138) Biglioteca Reale di Torino, Saluzzo 867, Studi di Archi­ latina. n nostro Castelli anch'egli vi si J!Ortò con grande entusiasmo tettura civile e militare, in Progetti e disegni dt Moncalieri. A penna in compagnia di un amico e fece disegm e bozzetti dal vero di pa­ ed acquerello verde, ~rigio chiaro e ~ rigio scuro l'Alzato; a pen­ recchi pezzi di architettura e di scultura, specialmente del teatro di na ed acquerello grigJo chiaro e grigto scuro la pianta al di sotto Ercolano, per commissione di un Principe Roman.o... : F. DANEo, Misure: 32,1 X 24•7· Porta scritta autografa: Progetto CafU Vite dei San Damianesi ... , 188g, p. ?L haus del Giardino di Moncaglieri e la firma Mario Quarini A"r­ 152) C. BRAYDA- L. Cou- D. SESIA, ingegneri e Architetti..• , chi.to. Inedito. 1963, p. 86; per le vicende della torre municipale V. MocCAGAT· 139) Museo Civico di Torino, Disegni Quarini, l Plico T ai­ TA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , 1958, p. 184. bell, tav. 12. A penna, matita ed acquerello grigio. Misure: 153) Filippo Castelli fu nominato membro del Congresso cm. 27 x 36,5. V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico degli Edili in sostituzione del professore di matematica Miche­ Quarini ... , 1958, p. 18~. lotti, a seguito del suo decesso, come precisa il Regio Biglietto 140) Museo Civico dt Torino, Disegni Quarini, I Plico Tai­ di nomina, datato Torino li 8 gennaio 1788. Archivio Storico del bell, tav. 19. A penna ed acquerello grigio chiaro e grigio scuro. Comune di Torino, Collez. X, n. t, f. 27· Misure: cm. 36,8 x 53· V. MoccAGATTA, L'architetto Mario 154) N. CARBONERI, Architettura ... , 1963, pp. 86-S7, da cui Ludovico Quarini... , 1958, p. 185, fig. 44- Databile post qul!m riprendo le datazioni delle due costruzioni sacre. Sulla parroc­ per la firma preceduta da R0Arch (25 ottobre 1785). chiale di San Martino d'Azeglio è ritornato di recente A. CA · 141) Già coli. Anselma di Roma, ora Museo Civico di To­ VALLARI MuRAT, Tra Serra d'Ivrea... 1976, pp. 442-443. rino. A penna ed acquerello grigio e rosa la pianta. Misure: 155) Archivio Comunale di Riva di Chleri. A penna ed acque­

cm. 46.4 X 5919· V. MOCCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico rello grigio profilato di rosa. Misure: cm. ~2 ,2 X 46 c. (nel lato Quarini... , 1958, p. 185, fig. 42· A Qenna ed acquerello grigio destro il foglio è malamente ritaRliato). Inedito. chiaro e grigio scuro l'Ellevazione. Misure 59,5 x 4613. Solo 156) Archivio Comunale•di Rtva di Chieri. A penna. Misure: esto pro~etto tra quelli di siffatta destinaztone preparati dal cm. 2~,7 x 34· Inedito. • uarini è n ferito ad una data precisa :1784. Per altro i due disegni 157) Archivio Comunale di Riva di Chieri. A penna ed e ci sono pervenuti pur di mano dell'architetto, dovettero acquerello rosa, a%:1;ur:ro chiaro, anurro scuro, beige. Misure: ~ 1 essere condotti postenormente, a ricordo di quella costruzione cm. 31,6 x 3416. È datato in calce a destra: Torino li 16 giugno di vita effimera in quanto legata al pretesto occasionate di una 1796; sotto la data la firma: Filippo Castelli A.rch.to Edile; e vi principesca festa da ballo: nell'Elleva.zione .infatti il Quarini si accompagnano di nuovo le firme di Pietro Layna e dì Luigi si firma già Ru Arch.to; il che li data con sicureua post Boerio in qualità di procuratore dell!l contessa. Non risulta 25 ottobre 1785. altra documentazione, oltre questa, di un'attività svolta da 142) Già col!. Anselma di Roma, ora Museo Civico di Torino. Filippo Castelli quale architetto idraulico; mentre sono invece A penna ed acquerello grigio chiaro e grigio scuro. Misure: largamente documentate le opere idrauli.che del padre, Giuseppe, cm. 34,7 x r8,6. V. MocCAGATTA, L'arcliitetto Mario Ludovìco che v.issuto fino al 1766, potè lasciare eredità d'insegnamento, Quarinì•.• , 1958, p. 185, fig. 43· oltre che di esempi, al figlio. Per Giuseppe Castelli, F. DANE01 143) Il Quarini condusse parecchi progetti per questa incom­ Vite dei San Damianesi... , 1889, pp. 65-71; C: BRAYDA -L. Cou­ ben:1;a. Una tavola con la facciata verso ponente è conservata D. SESlA, Ingegneri e Architetti... , 1963, p. 28. alla Biblioteca Reale di Torino, U, I, 43, firmata in calce Mario 158) F. DALMASSO, A Riva di Chieripercapire Leopoldo Pollack, Quarini Archi.to di S.M. A penna ed acquerello grigio chiaro e in Piemonte Vivo, 1973, n. 6, dicembre, pp. 37- 41; F. DALMASSO, grigio scuro. Misure: cm. 52,6 X 90,4. V. MOCCAGATTA L'ar­ Due giardini del Pollack, in Arte Illustrata, Anno Vl, n . 52, chitetto Mario Ludovico Quarini. .. , 1958, p. 188, fig. 4fl. Tre ta­ febbraio 197~, pp. 37- 46. vole sono al Museo Civico di Torino: Disegni Quarini, l Plico 1 59) Archivio Comunale di Riva (nella cartella dei disegni) t Taibell, tav. 16, 17, t 8· di esse una porta la facciata verso po­ Avvertenza ed indice per il disegno dell giardino di Riva, nente come la tavola della Biblioteca Reale di Torino; le altre due dell'Lopoldo Polaki. Autografa. Già pubblicata in Appendice portano entrambe la facciata verso la Contrada di Po; di essa da F. Dalmasso in Due giardini del Pollack... , 1973, pp. 40 44· più finita nel disegno l'una, a penna ed acquerello grigio chiaro e 16o) . Archivio Comunale di Riva di Chieri (nella cartella dei grigio scuro. Misure: cm. 25,5 x 42,1. V. MoccAGATTA, L'ar­ disegni): Avvertenze, firmate in calce alla data Poli. Arch.tto chitetto Mario Ludovico Quarini... , 1958, p. r88, fig. 49; l'altra, Autografe. Anche le Awertenze furono già pubblicate in Appen· di disegno più sommari.o, a penna ed acquerello grigio chiaro e dice da F .D.uMAsso, Due giardini del Pollack... , 1973, pp. 45- 46. grigio scuro. Misure: cm. 33,9 x 38,8. Al riguardo il Cava!lari Il Pollack progettò altri giardini oltre quelli tdeau per il Murat nel 1942 informava che per ogni prospetto del Reale Ca­ palazw della Contessa Ma:1;zetti a Riva di Chieri: il giardino dì stello il Quanni aveva condotto diverse varianti, ch'egli aveva Villa Belgioioso, poi Palazzo Reale, ora Comunale a Milano veduto riunite in un album di quattordici tavole di proprietà (1790), il giardino di Villa Pesenti Agliardi a Sombreno (1798), del Politecnico di Torino. L'album purtroppo è andato perduto quello di Palazw Sorrnani a Milano, e forse i giardini della Vìlla negli spostamenti del periodo belltco. A. CAVALLARI MURAT, Belgioioso a Lecco (1794) e della Villa omonima a Belgioioso Il progetto di Mario Ludovico Quarin( per il Palazzo Madama, in (r813) (Langè). Riguardo l'attività in genere de.! Pollack in Bollettino Storico Bibliografico Subalpino, Torino 1942, p. 139. Lombardia, ove lavorò quasi esclusivamente: A. OTriNO DELLA 144) Archivio Storico del Comune di Torino, CoU. X, n. r. Cllms.A, L'Etd Neoclassica in Lombardia, Como 1959, pp. 58-61 1!t5) Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Patenti e (con precedente bibliografia); A. ZADOR, Leopoldo Pollack, Big!1etti, 1785, f. 35· Queste Patenti furono già trascritte dal I7')1- t8o6, in L'Arte, luglio-dicembre 1963, pp. 347-364; G: 'Zesme, Schede Vesme ... , vol. III, 1968, p. 881. Per tutta questa MEzZANOTTE, Architettura Neodassica in Lombardia, Napoli VIcenda: V. MocCAGATTA, L'architetto Mario Ludovico Quarini... , 1966, pp. L71-204; C. PEROGALLJ - M. G. SANDRI, Ville delle 1958, pp. t8&-t88. 'Provincie di Bergamo e Brescia, Milano r96g, pp. 216-220; 146) Archivio Comunale di Riva di Chieri. Contratto stipu­ Dizionario Enciclopedico di architettura e urbanistica, vol. IV, lato Torino li 4 Febbraio 1970 tra Filippo Castelli accettante a 1g6g, p. 484; S. LANGÈ, Ville della Provincia di Milano, Milano n~me de/l'lll.ma Sig.ra Contessa Mazzetti e Pietro Casella, che 1972, p. 43 e fig. a pp. :z8-2g; F. DALMASSo, Due giardini del SI impegnava a fedelmente eseguire il dissegno rimessoli. Per il te­ Pollack, in Arte fllustrata, Anno Vl, n. 5.2, febbraio 1973, sto completo del contratto rimando all'Appendice n. to. pp. 37- 46. 147) In particolare nella conven:1;ione stipu nta con il conte r61) F. DALMASSO, Alcuni problemi attributivi ... , tg6g-1970, Grosso il 18 maggio 1752 (p. 20 e nota 66). p. 197· 148) F. DANEoL.. Vite di San Damianesi segnalati nelle Scienze, 162) Schede Vesme, ad vocem Torricelli, vol. III, 1968, pagine Lettere ed Arti, l orino 188g, p. 71; C. BRAYDA - L. CoLI - 1052-1054i F. Da! masso, Alcuni problemi attributivi..., 1969-1970, D. SESIA, Ingegneri e Architetti... , 1963, p. 28; N. CARBONEJU, p. 197· Architettura •.. , 1963, P· 86; Dizionario Enciclopedico di Archi­ 163) F. DALMASSO, Alcuni problemi attributivi... , 1969-1970, tettura e Urbanistica dtretto da P. Portoghesi, ad vocem, vol. l, pp. 199-202· 1968, p. so8; A. CAVALLARI MORAT, Tra Serra d'Ivrea •.. l 1976, 164) F. DALMASSO, Alcuni problemi attributivi... 1 1969-1970, p. 443· p. 196. 165) ©MinisteroNe riferimento dei beni alcuno, e delle ne attività veruna culturali notizia esono del turismoriuscita -BollettinoE. OLIVERO d'Arte , La Parrocchia di Riva di Chieri, in Boll. a rinvenire su questi decoratori, neppure a seç-uito delle più S.P.A.B.A., Anno IX, 1925, pp. 19-21. diligenti ricerche bibliografiche, indagmi di fonti, informazioni attinte da studiosi luganesi e direttamente a Lugano. B. V ALIMBERTI, Spunti Storico-Religiosi sopra la città di 166) F. DALMASso, Due giardini ... , 1973, p. 38-40 e relative Chieri, Chieri 1928. tavole (pp. 42-43). A. FASANO- G. BURZIO, Notizie storico-religiose sul San­ 167) Schede Vesme, ad vocem, vol. I, 1963, p. 128, cui riman­ tuario della Madonna della Fontana e su altre chiese do anche per l'attività posteriore del Bernero. r68) Il 9 çennaio 1796 era morto colui ch'era stato l'ispira­ del territorio di Riva di Chieri, Torino 1930. tore e la gwda dell'orientamento culturale e artistico dì tutti A.E. BRINCKMANN, Theatrum novum Pedemontii, Diissel­ i lavori eseguiti nel palazzo di Riva al tempo dell'ultima erede dorf 1931. contessa Faustina Mazzetti, il conte Pio Grisella di Cunico; egli non vide cosi il re lasciare Torino due giorni dopo l'entrata dei A. BAUD1 di VESME, L'arte negli Stati Sabaudi, in Atti Francesi in città. S.P.A.B.A., Anno XIV, 1932. G. RoDOLFO, Notizie inedite dell'architetto Bernardo Vit­ tone, in Atti S.P.A.B.A., Anno XV, 1933, pp. 446-457. 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PoMMER, Eighteenth-Century Architecture in Piedmont. Riva presso Chieri, The Open Structures o/ ]uvarra, Alfieri and Vittone, Comune New-York-London 1967. RivA PRESso CmERJ 18 febbraio 1934-XII A. CAVALLARI MURAT, Antologia Monumentale di Chieri, Prot. n. 5834 a cura dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, Torino rg68. Il Rev.w• Teol. Don Angelo Fasano, Cappellano di Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica di­ cotesto Ospedale S. Salvario, che si diletta di cose antiche retto da P. Portoghesi, Roma 1968-196g. con vantaggio specialmente di questo suo paese d'ori­ V. MocCAGATTA, Bernardo Antonio Vittone. Problemi at­ gine, mi ha rimesso da Lei consegnatigli, i disegni che tributivi e nuovi contributi, in Palladio, Anno XIX, già concorsero alla costruzione ed i bozzetti dei F.lli nn. I- Ili, Gennaio-Settembre 1969, pp. 33-r28. Torricelli che concorsero alla decorazione di questo in­ F. DALMASso, Alcuni problemi relativi al Palazzo Comu­ signe Castello degli Antenati di V.S. nale di Riva presso Chieri, in Bollettino S.P.A.B.A., Nel porgere i più vivi ringraziamenti; ci tengo assicu­ Anni XIII-XIV, 1969-t970, pp. 196-202. rare V.S. 111. che conserverò gelosamente i preziosi ci­ L. FIRPo, Torino. Ritratto di una città, Torino 1971. melii, come da un anno a questa parte ho iniziato la si­ stemazione, per la sua miglior conservazione, del Ca­ A. CAVALLARI MuRAT, Aggiornamento tecnico e critico nei stello stesso, il quale, a causa essenzialmente delle gra­ trattati vittoniani, in Bernardo Vittone e le disputa tra vissime spese che comportava, era stato per troppo tempo Classicismo e Barocco nel Settecento, in Atti del Con­ dimenticato. vegno internazionale promosso dall'Accademia delle Scien­ Mi voglia credere, Ill. Sig. Conte, come con la massima ze di Torino, Torino 1972, vol. l, pp. 457-6oo. osservanza professomi. S. BENEDBTTI, L'architettura dell'Arcadia: Roma 1730, in Bernardo Vittone e la disputa tra Classicismo e Ba­ Dev.m• rocco nel Settecento, in Atti del Convegno interna.zionale IL PODESTÀ promosso dall' Accademin delle Scienze di Torino, Torino (fumato) 1972, vol. I, pp. 337-391. H. MrLLON, La formazione piemontese di Bernardo Vit­ All'Ill. Signor tone fino al 1742, in Bernardo Vittone e la disputa tra RADICATI DI BRO:Z:OLO CONTE GIUSEPPE Classicismo e Barocco nel Settecento, in Atti del Convegno internazionale promosso dall'Accademia delle Scienze di Via Principe Amedeo n. 16 Torino, Torino 1972, vol. I, pp. 443-456. TORINO W. 0.ECHSLIN Il soggiorno roman.o di Bern.ardo Antonio Vittone, in Bernardo Vittone e la disputa tra Classicismo APPENDICE N. 2 e Barocco nel Settecento, in Atti del Convegno interna­ zionale promosso dall'Accademia delle Scienze di To­ MEMORIE STORICHE SPETTANTI AL LUOGO rino, Torino 1972, vol. I, pp. 393-441. DI RIVA PRESSO CHIERI R. WITTKOWBR, Le cupole del Vittone, in Bernardo Antonio (Biblioteca Reale di Torino, Vittone e la disputa tra Classicismo e Barocco nel Sette­ cento, in Atti del Convegno internazionale promosso dal­ Miscellanea Patria, tomo 56, n. 7 bis) l'Accademia delle Scienze di Torino, T orino 1972, vol. ! , pp. 17-32· Partendo da Chieri alla volta d'Asti dopo due miglia A. PEYROT-V. VIALE, Immagini di Torino nei secoli, To­ incontrasi il castello di Riva posto in luogo alquanto ele­ rino 1973. vato dalla pianura, che si crede dal suo sito esser stato denominato, ed è in gran parte circondato da' fossi ri­ A. CAVALLARI MURAT, Lungo la Stura di Lanzo, a cura pieni d'acqua. Dicesi in latino Ripa, ed in Francese Rive. dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, Torino Quattro porte davano l'ingresso anticamente a questo 1973· castello, che del Confugio, di S. Lorenzo, di S. Gio­ F ..DAL~Asso, A Riva di Chieri per c.apire Leopoldo Pollack, vanni, e di S. Grato son dette, alle quali per due ponti m P1emonte Vivo, 1973, n. 6, dtcembre, pp. 37-41. si perveniva. Altra piccola porta eravi allato la Chiesa parrochiale detta il Guicetto, o particella. Fu Riva fab­ fù nel 1544 uno dei Rettori dello Spedal Maggiore di bricata©Ministero nel sito, dei ovebeni eravie delle l'anticoattività culturali Contado e del di turismo Porcile -Bollettino Carignano; d'Arte Giulio Cesare Grosso fù Consigliera, e Se­ proprio dei Conti di Briandràta, che erano pure padroni natore nel Senato di Torino; Francesco fù Presidente nel di Poyrino, e del sito, ove fu di poi fabbricata Buttigliera; senato di Savoia; Giuseppe Francesco Conte di Bru­ havvi ancor di presente una contrada, che Porcevera vien zòlo fu Consigliere di Stato, e Referendario di S.A.R. denominata. Fu questo Castello, che aveva sette torri for­ il duca di Savoia nel 1670· Il conte Mare'Antonio Grosso tificato dai Gibellini d'Asti, che erano stati scacciati dalla di Riva, e Brozolo Signore di Chianoc, formò nel 1755 Patria, contro i quali si mosse Ugone del Balzo Sene­ i bandi Campestri pel suo feudo, e territorio di Riva; scalco del Re Roberto di Napoli con grosso nerbo di che furono dal Senato di Torino interinati lo stesso anno, soldatesca, fra la quale eravi molti Guelfi Astigiaru, che e stampati nella Stamperia Reale. La Famiglia de' Grossi spinti dal desiderio della preda dal Generale promessali fu sempre da tutti per nobile riputata, e stimata fra le entrarono nel Castello con tanta animosità, che fù im­ principali e più volte si congiunse in Matrimonio coi Val­ possibile di potergli trattenere, onde impossessatisi della perga, Provana, Solari, Avogadri, Mazzetti, ed altre no­ terra, ed ogni cosa sacheggiata furono tutte le case date bilissime famiglie. Fondò in Riva un Convento agli Ere­ al fuoco, e gli Abitanti messi a fil di spada. mitani di S. Agostino della Congregazione di Lombardia, Senza perdonal'ia neppure a figliuoli lattanti, come sendo Vicario Generale per la seconda volta il Reveren­ scrive Francesco A~ostino della Chiesa Vescovo di Sa­ dissimo P. Bartolomeo Falcombello d'Avigliana, e lo dotò luzzo nella sua stona M.SS. del Piemonte. Ciò segui del di competenti entrate sendo preposto Priore a tal Con­ 1316 ai 25 di Luglio, come ritrovo in una Cronaca sin­ vento il P. Giulio Grosso figlio del Conte Francesco, crona 1316: in Festo S. ]acobi combusta fuit coca Villa come ne fanno ampia fede le postele Iscrizioni lapidarie: Ripae per D. Ugonem De Baucio; un totale incendio sulla porta d'ingresso del convento leggevasi: soffri pure Riva dall'Imperatore Federico II detto L'Eno­ barbo nel II55· Ricavasi pure dalla Cronaca di Rivalta, AETERNA Ml!MORIA FRANCISCI GROSSI che ai 23 di novembre dell'anno 1399 furono eziandio CUJUS MUNIFICENTIA incendiate le aje di Riva dagli Armagoachi. Simile: scia­ ET ORNATUM AEDIFICOS, ET DOTATUM REDDJTIBUS gura le toccò pure altre fiate nelle guere civili, che in HOC CAENOBIUM EST. quei tempi frà i Marchesi di Monferrato, e le Republi­ FF AUGUSTINIANI PP. ANNO D.NI MDCXXXVI che di Chieri, e d'Asti crudelissime ardevano. Ciò non FR. JULIO GROSSO GIUSD. FRANCISCI FILIO ostante dalle rovine sollevòssi, e fu di nuovo rifabbri­ PRIORE cata alla moderna con spaziose strade rettilinee, e sel­ ciate, guernite di cospicui edifizi, e competente piazza. Sulla Facciata della Chiesa eravi questa memoria: Il cantone, o strada Baudracco credo sia stata denominata da Baldracco Solaro nobile Astigiano, che fù nel 1296 HANE. 'IEMPLI. FACIEM Vicario di Chieri, oppure da Baldracco Malabaila, che EXCLUSO. CORPORE. SACELLISQUE. E]USDEM nel 1344 fu vescovo d'Asti. Un antico monumento Ro­ NICOLAUS. GROSSUS mano ritrovòssi fral!e Rovine del Castello, egli è un AEDIFICANDUM CURAVIT. marmo parallelipedo, su cui è scolpita nel centro una DIE-20. NOVEMBRIS. l 648. sedia Curule, al di cui lato sonovi due antiche alabarde, ed è sormontato da due Delfini, che suppongo essere stata una lapida posta in onore d'un qualche magistrato. Allato del Maggior altare nel presbitero di detta Chiesa Maggiore convien credere fosse anticamente il circuito sorgeva il busto in marmo del Conte Nicolò Grosso con delle sue mura, mentre le Chiese rovinate, di S. Giorgio, questo Elogio: di S. Dalmazzo, e dl S. Berna.rdino, si crede fossero nel D.O.M. recinto; la prima principalmente, che si crede fosse l'an­ FRANCISCO. ET. NICOLAO. DE. GROSSIS tica sede Parrochiale, ove di quando, in quando s'in­ AVO, ET. PATRI contrano frantumi di ossa umane. PIETATE,, NOBILITATEQUI! CONSPICUIS I primi Signori di questo Luogo furono, come si disse HAC. A. CAROLO. V. IMPERATORE AUREI CALCARIS li Conti di Briandàta, che ricevendo nel 1290 la Citta­ TORQUE. SANCITA dinanza d'Asti, lo cedettero a quel Comune, insieme a n.LA. HOC TEMPLO. ET. CAENOBIO. A, FOND. E.RECT. Poirino, Monteu o monte acuto, la Montàta de' fanghi, li..LUSTRATA Canale, e S. Stefano detto poi dai Rotari S. Stefano AETERNITATJS, ET. PAMILIAE PARTO TROPHAEO Rovèro luogo di loro giurisdizione: Abbiamo dalle an­ UT. HONORJ, ET VIRTUTI. SUUM. ADSIT MONUM. tiche memorie del 1200. Uberto Biandrà padre di Gui­ JOSBPH. FRANCISCUS. GROSSUS done, Conte di Porcile, Signor di Riva, di Poirino, ove HOC. NICOLAI. SIMULACRUM l'antica Chiesa Parrochiale detta di S. Maria Maggiore FILIUS. MABSTISS. POS. AN. M.D.C.LXIV. denominavasi anticamente S. Maria Purcillarwn etc. Produsse questo Castello mercanti ricchissimi, che nelle Acquistarono quindi nel 1630 il contado di Riva, ove parti di Fiandra, ed in altre provincie oltremontane co' fecero so.rgere un nobilissimo Palazzo d'ordine jonico­ suoi negozi fecero molti guadagni. Il Feudo di Riva fu composto, e col soccorso della moderna Architettura dal Duca Carlo Emanuele Primo detto il Grande con­ l'abellirono sul disegno del Architetto Bernardo Vittone, cesso in Titolo Marchionale a Madama Margherita Ros­ e fU dalla vivente Contessa Faustina Mazzetti di Mon­ sillion de Chatelàr Savojarda madre di Don Gabriel di talero Uruca Superstite della Famiglia Grosso, fatto or­ Savoja figlio naturale d'esso Duca, Generale d'armata nare, e dipingere dall'eccellente pennello dei fratelli Tor­ nelle Truppe di Savoja, Marchese di Riva. Passò quindi ricelli del Lago di Como l'anno 1786. Sotto la direzione in Titolo di Contado ai Grossi nobili di Carignano, la del Conte, e Cavagliere dè Santi Morizio, e Lazaro D. di cui famiglia sendosi Estinta, ne fù investito il Duca Pio Grisella Conte di Cunico, che fu nel 1779 Inviato d'Aosta figlio di Vittorio III Ré di Sardegna, con titolo straordinario di S.M. Sarda alla Repubblica di Genova, di Principe di Riva. e nel 1780 Consigliere di S.M.; e Riformatore della Fra le Famiglie, che questo luogo illustrarono, devonsi Regia Università degli Studi, e cessò di vivere nel 1795, porre i Grossi, che venuti di Francia qui fissarono il !or come scorgesi dalla Greca Iscrizione posta nel su~~~ci soggiorno nel Castello denominato La Martina; Quindi Atrio del Palazzo ornato di pezzi d'antichità, e Mo:­ su Carignano .P.Ortatisi fecero acquisto dei Contadi di ricavati dalle Ruine di Pompeja, ed Ercolano, che ... Bruzòlo, S. Gtorio, S. Didier, e Chianocco nella valle mirò detto Cavaliere ne' suo1 eruditi viaggi in lta!i!;,::! di Susa, e sono sempre stati da tutti per nobili riputati, Oltremonti, ove acquistò moltissime Cognizioni, e stimati. Il nobile Bertene Grosso Signor di Bruzòlo rasi in detto atrio un'eccellente Pittu.ra di Minerva, c:ba pare Basso©Ministero Rilievo, dei colla beni eStatua delle attività d'Antinoo culturali ed ealtre del turismoanti­ -BollettinoDa esso d'Arte risulta che: chità: Ecco l'Iscrizione Posta dai pittori t Francesco Giuse~pe Grosso di Brozolo, erettore del diritto di primogerutura con instrumento del 12 settem­ A Il e A fJoi T A Y P OK F.J11llOI bre 1721, testante il 7 settembre 1723, morì il 25 luglio 1726. Il figlio primogenito di lui, Nicolò Bonaventura, gli premorl nel luglio del 1723. Dei due figli di Nicolò Bonaventura l'uno, Giovan Francesco, succeduto in ogni ErPATJ\.1~A Y1 diritto al nonno, mori senza eredi il 19 settembre 1740; l'altro, Marco Antonio, succeduto in tutti diritti al fra­ """'- X . l HT H # I Il.- TA Il A [j tello, mori il 20 ottobre 1778. Dei figli di Marco Antonio i primi due, Nicolò Giuseppe e Giuseppe Nicolò, gli premorirono senza eredi nspettivamente il 7 gennaio Il magnifico scalone, che da adito agli appartamenti è 1773 e il 17 marzo I775i per cui alla sua morte, il 20 ornato di due statue Egizie, e di due Leoni, che pajono ottobre 1778, gli successe in tutti i diritti la figlia terzo­ di Perfido, ed è dipinto con architettura Gotica; Il su­ genita Faustina Mazzetti fino alla sua morte (18 marzo perbo salone rappresenta nel soffitto Giove colle sue tra­ 1827). sformazioni in Toro quando Predò Europa, in Cigno lorchè ~odette Leda, in Aquila quando rapi Ganimede, ed in ptoggia d'Oro, quando andò trovar Danae: Castore, APPENDICE N. 4 e Polluce sù bellissitru corsieri; sulle pareti in grandi tele scorgonsi Bacco, ed Arianna, Ercole colla Conocchia, e BRANO DEL TESTAMENTO DELLA CONTESSA Jole colla Clava con parecchie sue azioni in varj com­ partimenti, ed altre favole eccellentemente dipinte. L a MAZZETTI PRESENTATO DAI CONTI Gran Sala dà adito a quattro appartamenti magnifica­ RADICATI DI BROZOLO A SOSTEGNO mente mobigliati, con arazzi, Tavole di marmi forastieri DEI LORO DIRITTI SUL PALAZZO GROSSO ed altri finissimi adobbi. Siegue una Camera dipinta sul DI RIVA gusto Etrusco co' mobili corrispondenti con due Statue dell'A pollino di Belvedere, e della Venere Callipiggia (Archivo Radicati di Brozolo, Scolpita da Apollod6ro Ateniese, che travasi nella gal volume rilegato n. x - il volume porta sul dorso leria di Firenze. la scritta Brosolo-Castellengo, p. 53 e seg.) Finalmente instituisco e nomino in miei coeredi univer­ APPENDICE N. 3 sali per egual parte e porzione li Conte Filippo Radicati di Brosolo, e Contessa Metilde nata Bertola di Gambarana ALBERO GENEALOGICO sua consorte, miei dilettissimi cugini, ed amici, ed in caso di premorienza di uno di essi, ordino e voglio, che la mia DELLA FAMIGLIA GROSSO eredità passi per intero al sovra vivente, incaricando perciò (Archivio Radicati di Brozolo, li detti giugali Radicali di Brosolo miei coeredi di adem­ quaderno n. 2, p. 14, a stampa come tutti gli altri pire puntualmente a tutto ciò e quanto viene prescritto da documenti riportati da quell'archivio) questa mia testamentaria disposizione.

FAMILIJE GROSSO A BRUZOLO APPENDICE N. 5 STEMMA CoMES FRANCISCUS ] OSEPH GROSSO A BRU:Z:.OLO (Dall'archivio Radicati di Brozolo, • die as julli 17:16, primogeniorum ertctor instrumento ra septembris 172r, quaderno n. 4, p. 82 e seg.) ac testamento 7 septembris 1723 • Ragionamento per li Signori Conte Filippo e Contessa Metilde Bertola di Gambarana Consorti l Radicati di Brosolo contro il Signor Conte Adolfo Nicolaus Bonaventura Joseph Maria Ignatius Maria Constantia Frichignono di Castellengo. • mense juliì 17:13 • anno t?So • dle 23 xbrill 1766 nupta Dal capo quarto, o. Comiti Ragioni del Conte, e Contessa Brosolo sul castello, e l Hectorl Joonni Ftlchi1Jnono recinto di Riva a Castellengo Joannu Franciscus Marcus Antonius + dit II aPTills ...... • die 19 7bris • die :ao Sbrls 17$8 Quanto sovra premesso resta che si esamini di qual 1740 1778 tempra siano ~li aumenti, e miglioramenti, della cui se­ parazione, e nmborso si tratta, onde conoscere se siavi l l luogo alla !or ripetizione malgrado il non fatto inventaro. Comes Antonlus • die r6 xbris tTJS E fatto capo da Castello di Riva se questo fosse e per Nicolaus Joseph Joseph Nicolaus Faustina Mazzettl l se, e per riguardo al sito che occupa identico coll'antico • die 7 jan. + die 17 mar. • die 18 mar. palazzo primogeniale descritto nel consegnamento del 26 1773 t77S 1827 maggio 1724, fatto daUo stesso erettore della primogeni­ -:---'---.- tura contrattuale, e riferito al num. 291 e seguenti del­ l'aggiunta di somm. (pag. 53) non potrebbe cader dif­ Joannes Cusar Joannes Maria ficoltà intorno al rilascio del medesimo. • di e 22 l ul. B:irrholom.aeus Ma se a vece di un palazzo di antica, difettosa, ed ir­ t Boa regolare costruzione, di un palazzo ristretto, ruinoso e cadente, eretto oggi si vede, e fa di se pomposa mostra, magnifico, vasto, e spazioso castello. Se per dare comoda sede al nuovo maestoso edifizio, Adulpbus Faustina Maria si fece acquisto di case, e terreni adiacenti all'antico pa­ " Cortanze. lazzo. Se©Ministero tutto ciò deisi fece beni ae dellegrandi attività cure, culturali ed a tutta e del spesaturismo dei -Bollettino Aggiunsero d'Arte in fine il Conte e la Contessa Brosolo la Conti di Riva, e Brosolo, autori del Conte, e Contessa prova che offersero di dare prima per via d'interpellanza, Radica ti. poscia di notorio, e per ultimo di capitolo, siccome ef­ Chi negherà a questi ultimi la ragione, se non di avere fettivamente è cosa pubblica e notoria in Riva presso per sè il nuovo castello giacente per la ma~gior parte Chieri, che il palazzo desc.ritto nel consegnamento, ed in sito libero, e proprio dei medesimi, di rttenerlo al­ · atti di visita gtudiciale avanti riferiti, si fece demolire meno sino al compito pagamento dell'attuale suo valore, sin dalle fondamenta negli anni successivi al 1737, nè deduzione fatta del valore dell'antico palazzo primoge­ più vi rimane porzione o vestigio di quel palazzo, e si niale di Riva'? fece a sua vece costrurre l'attuale castello in sito diverso, Or bene si è appunto di queste circostanze di fatto con diversità di facciata, e di esposizione (agg. di somm. notorie nel luogo d1 Riva, che il Conte, e Contessa Bro­ n. 173). solo offersero la prova negli atti, e sulla cui base conchiu­ Trattasi, Eccellenze, di cosa che cade sotto i sensi, e sero dichiararsi non essere massime per ora luogo al­ questa almeno pare a noi non dovrebbe essere contestata. l'immissione in possesso del castello di Riva a favore del Se i testimoni affermano, se giudicano i periti, che il Conte Frichignono, e dichiararsi bisognando competer nuovo castello non è, e non può essete l'antico palazzo loro il beneficio di ritenzione sino alla compita soddisfa­ qual'è descritto nel consegnamento del 1724, e nei suc­ zione di quanto resta loro dovuto (Aggiunta di somtn. cessivi atti di visita giudiciale per la diversa sua positura, num. 15, e x8). esposizione, costruzione, forma, ed ampiezza, convien ben Consta, Eccellenze, quale fosse lo stato, l'ampiezza, e credere, che tale sia la verità della cosa'? situazione dell'antico palazzo di Riva, da tre documenti E se il nuovo castello è di un valore molto superiore a in causa prodotti da Conte, e Contessa Brosolo;: cioè: quello del vecchio palazzo demolito, egli è ben giusto, 1°. Dal suddiviso consegnamento della primogenitura che si faccia ragione al Conte, e Contessa Brosolo di contrattuale, fatto dall'erettore il ~6 maggio 1774 questo maggior valore che loro appartiene, come loro (Agg. di somm. num. 292, e 293). pure rigorosamente apparterrebbe la parte del castello 2o. Dagli atti di visita giudiciale, che ebbero luogo giacente in libero suolo? ». in luglio 1725 all'occasione della lite, che vertiva tra lo stesso erettore della primogenitura, la Comunità, e la APPENDICE N. 6 Chie.sa parocchiale di Riva (num. 425 e seguenti). ?o· E più. par~ic?lar.mente dagli al~ri at~ di visita RICHIESTA DA PARTE DEL CONTE giud1cale, testlmomah di stato, ed estimo m data 12 agosto 1737, cui si procedette in eseguimento del rescritto GIOVAN FRANCESCO GROSSO DI UNA Senatorio del 3 agosto di quell'anno. VISI T A GIUDIZIALE CHE SI PRONUNCIASSE Apparisce dall'ccennato verbale del 12 agosto 1737, SULLO STATO ED ESTIMO quale fosse la struttura, e composizione dell'antico pa­ DEL PALAZZO DI RIVA lazzo di Riva, com'esso fosse da ogni lato minacciante prossima, e. totale ~ovina, e ~ome a vece di ~re~dere .a (Archivio Radicati di Brozolo, riJ?arare cos1 vecchto, sdrusctto, e C'adente edifizto, mt­ quaderno n. 3, p. 93). ghor consiglio si fosse il rifarlo dalle fondamenta, onde dare al nuovo fabbricato quella comoda e regolare forma Atti di visita giudiziale, stato ed estimo architettonica, che il vecchio non aveva. del palazzo di Riva preceduti da rescritto Da questo verbale risulta, quel che più di tutto monta Senatorio, 1737. di ritenere, come non potesse il vecchio palazzo valutarsi • Narrò al Reale Senato il signor Conte di Bru- in maggior somma di lire quindici mila. 538 solo e di Riva Francesco Gioanni Grosso, seco giunto Ritenuti questi autentici, ed irrefragabìli risultamentì, 539 il sig. Cavaliere di Brusolo Giuseppe Grosso suo zio i quali ci somministrano l'importa.nte dato della strut­ e curatore per atto delli 9 luglio 1736 rogato Bruna, tura, forma, ampie.zza, situazione, stato, e valore del­ possedere detto signor Conte un palazzo situato nel l'antico palazzo di Riva, altro non ci rimane, se non di detto luogo di Riva in coerenza a levante della strada fame il confronto coll'attuale castello. pubblica1 a mezzogiorno e ponente l'ajra e giardino Ed è questo confront~ del cas ~ell? a~t~ale di Riv~ col­ di detto sig. Conte, ed a mezzanotte la Chiesa Paro­ l'antico palazzo, quale nsulta dat rifent1 documenti, che chiale tramediante la via, soggetto a primogenitura il Conte e la Contessa Brosolo chiesero farsi mezzo di 5'4° instituita dal fu sjg. Conte Francesco Giuseppe Grosso perito, pers1;1asi che la . semplice oculare ispeziC?ne .por­ di Brusolo di lui avo paterno nel suo ultimo testa­ rebbe in chtaro, come il castello attuale posto m Situa­ mento 7 settembre 1723 rogato al Notaio Scaram_pi, zione per la maggior p~rte div~rsa dalla ~iacitura de~­ qual palazzo oltre d'essere d'architettura molto lf­ l'antico palazzo, avente la facc1ata con dtversa esposi­ regolare, minacciava in più luoghi rovina, onde non zione solare, e ben altramente costrutto si nelle fonda­ si poteva ora mai più abitare senza evidente pericolo menta, che nella sua elevazione, nul~a. ha di comune col­ di qua1che infausto accidente, e ciò non solo a ca- l'antico .palazzo, tranne forse una mm1ma parte del suolo 54' gione d'insufficienza, e mala costruzione delle fon­ su di cu1 giace, e che a più doppi maggi~re si è. il ya~or.e damenta del medesimo, che per lo scoligamento delle del medesimo, anche non fatto caso degli egregt dipmtt, muraglie, e per altri essenziali difetti, di maniera che ed altre cose di arte onde esso è sontuosamente ornato le restava indispensabile . per render lo abitabile, _ed ed arricchito. in una forma di regolare architettura di farne demolire Accompagnarono inoltre il Conte e la Contessa Brosolo la maggior parte, ed indi riedificarlo, ma perché re­ questa loro instanza pel confronto del nuovo castello stava detto palazzo soggetto alla primogemtura come col palazzo desc:;ritto nei rifer.iti atti, co!la pr~duzion~ sovra stata instituita dal sig. Conte di Brusolo avo tanto dell'istruziOne data agli Impresari Cap1-Mastr1 5~ paterno del sig. Conte, lo esponente ad affetto pe.r_ò Cesare Castelli e Gioanni Bonino in data del 4 maggio di poter a suo tempo gioire delle detrazioni dei JD1• 1738 per la costruzione del castello da eseguirsi in dive.rsi 543 glioramenti, che esso signor Conte intendeva fare al anni cominciando dallo stesso anno 1738 (agg. somm. detto palazzo colla rispettiva riedificazione, e restau- nn. s85 e seg.), quanto dei due instrumenti del 2:0 set­ razione del .medesimo, raccorse perciò, e . tembre 1726, e 3 ottobre 1751, in virtù de' quali era per­ Chiese commettersi a chi meglio pa.reva al M.ags: venuto ai Conti di Riva dalla Comunità e Parocch1a di 544 strato, acciò assunto ex-officio uno o più esp~ru, 51 quel luogo; e dai fratelli Tascheri il sito, su cui venne in avesse a procedere alla visita, stato ed estimo di ~etto parte co~locato il ~uovo cas~ell?, lasc~at,o a~endo avanti palazzo, con ridurre il tutto in scritt.i, dandoli per il medes1mo quel s1to, su cu1 gtacevast l antico palazzo. ciò fare l'autorità necessaria ed opportuna, ed

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Ottenne decreto Senatorio controdato, col quale ~i 8. Discesi in altra cantina attigua alla torre suddetta, S4S commise al Giudice della Città di Chieri, di proce­ 5'f7 vedersi le muraglie della medesima mancanti al luogo dere agli atti supplicati •· dei materiali, e li mattoni per l'assaggio fattone cascare in terra come se fossero stati riposti gli uni sopra gli altri, e la scala di essa in maggior parte rovinata. APPENDICE N. 7 9· Ascesi nell'appartamento del primo piano attiguo alla torre suddetta, ed in una camera vtcina ad essa VERBALE DELLA VISITA GIUDIZIALE 558 vedersi nella muraglia che sosteneva il di lei volto una marcatura di lunghezza d'un mezzo trabucco, DEL 12 AGOSTO 1737 e di larghezza d'un quarto di traversa. (Archivo Radicati di Brozolo, 10, 1 r, r2, 13. Più entrati nella seconda camera quaderno n. 3, p. 95 e seg.) 559 dell'a,t>partamento, in un'altra ed in un gabinetto ivi attigw, nel granaro esistente dissopra l'atrio deUa por­ 546 • Narrò il detto signor Conte Francesco Giuseppe ta del palazzo, ed in altro granaro, si è constatato ve­ Grosso di Brusolo, e Riva assistito dal predetto sig. dersi le rispettive mura con marcature, con mattoni Cavaliere Giuseppe Grosso di Brusolo suo curatore slogati e sconnessi, e con diverse spaccature e slogo­ il sovra tenorizzato raccorso col decreto Senatorio menti in diverse parti di esse ivi mdicate. avanti citato del 3 a~osto 1737 al signor Giudice di Quindi defertosi il giuramento alli suddetti Chia- Chieri delegato, ed m seguito aJJ'instanza del pre­ s6o berto, Bonino, Levi, e Pizze.ra esperti, che hanno detto sig. Cavaliere curatore, ebbe il predetto signor prestato dopo avere come sovra assistito alla visita 547 Giudice a trasferirsi nel luogo di Riva, e nell'abita­ del suddetto palazzo, e diligentemente il medesimo zione di detto signor Conte assunti per esperti d'uf­ visitato, deposero, cioè: ficio eletti il signor Gian-Battista Chtaberto agrimen­ Li Chiaberto, Bonino, e Levi, che la muraglia di sore di Riva ed in Chieri abitante, unitamente alli s6• cui al capo primo di detta visita era minacciante ro­ 548 capi mastri da muro Gioanni Bonino e Simone Levi vina in tutte le parti di essa, nè potersi la medesima Biellesi, e mastro da bosco Gioanni Valsesiano, ove riparare, salvo mediante la sua nuova costruzione per essere più o meno fuori piombo, quantunque non I. Trasferitisi tutti sull'indicazione di detto sig. possa vedersi in tutte le parti, attesa la stabilitura, 549 Cavaliere nel giardino di detto palazzo verso ponente, che v'era sopra, ed inoltre era la medesima marcia ed in attinenza del corpo di fabbrica del medesimo s62 in specie nelle fondamenta, come l'avevano ricono­ verso la Chiesa Parochiale si constatò vedersi la mu­ sciuto con più assaggi, onde non construendosi a raglia che sosteneva detto corpo di fabbrica composta nuovo, la spesa della riparazione asce.ndeva a poco di tre piani, compreso il pian terreno con diverse meno di quanto richiedevasi per farla nuova, stante spaccature a luo~o a luogo per la maggior parte della che facendola nuova, buona parte dei materiali vecchi muraglia sopra li voltini delle finestre, facendo detta potevano servire, e poi più o meno fosse riparata non muraglia dalla parte dell'angolo verso ponente un go- s63 poteva re.ndersi in tstato, che non fossero necessarie sso mito per la fuga di mezzo trabucco tutta fuori di quasi annuali riparazioni, atteso il mal stato di detta piombo con spaccatura di essa dal coperto sino alla muraglia, quale, come una delle due muraglie di testa, sommità delle finestre del piano di terra. che sostenevano l'appartamento più nobile, e spazioso 2. Più dalla parte di detto palazzo verso notte in di detto palazzo venendo a rovinare portava la totale attinenza della strada, che quello intermedia dalla rovina dell'appartamento. 551 Chiesa suddetta, vedersi una piccola torre alta, e Deposero, che la muraglia della piccola torre, di porgente sopra il coperto di detto palazzo di 4 piedi 564 cui al capo 2 , quantunque nella parte, che si vedeva liprandi, con spaccatura indicante slogamento di detta sconnessa in attinenza del mem.bro ivi descritto, e torre colla muraglia del palazzo per la fuga di tra­ perché non pativa altro difetto, che di detto sloga­ bucchi 2 circa. mento, potesse con facilità, e poca spesa ripararsi, 3· Dalla parte di detto palazzo, ed in attinenza per altro avendo assaggiato le fondamenta di detta torre, quelle avevano riconosciute guaste, e marcie S52 della strada pubblica verso levante, vedersi una trave formante sostegno della murag.lia maestra di detto s6S talmente, che richiedevano un spesa eccessiva per pala.zzo, in cui esistevano diverse crepature indicanti, ripararle, ed era più utile di devenire alla sua demo­ 5S3 che detta muraglia minacciava rovina. lizione, quale per essere di forma antica difformava piuttosto, che abbellire detto palazzo. Che li materiali 4· Più nel cortile del palazzo in testa del quale si di detta torre si potevano impiegare nella costruzione trovava il giardino suddetto verso ponente, interme­ della nuova fabbrica, che intendeva il signor Cava­ diante esso cortile da due corpi di edifizi laterali uniti liere di Brusolo di far formare, ciò che diminuiva ad altro corpo di edificio porgente verso la strada molto la spesa della compra dei materiali, attesochè pubblica e verso levante, si è riconosciuto vedersi s66 tutti quelli di detta torre potevano servire nel detto nella muraglia che sosteneva le camere dell'apparta­ nuovo edificio. mento, marcante per la fuga di trabucchi due e mezzo, Deposero, che la muraglia maestra porgente la e per l'estensione di 4 piedi circa, slogata e sconnessa s61 strada pubblica, e verso levante, quale sosteneva da tal con mattoni crollanti. parte l'appartamento suddetto sostenuto verso ponente 554 5· Più nell'andito per cui si discendeva nella can­ da quella attinente al giardino puntellata col trave tina, vedersi la muraglia quà e là con spaccature, ed suddetto, per li difetti rilevati nella visita minacciava in diverse parti crollante. rovina, e non si poteva riparare salvo che coll'inte- s68 graie nuova costruzione della medesima, perché la 6. Più vedersi 10 gradini della scala della cantina sua riparazione abbisognava non minor spesa, che a m in maggior parte disfatti, e le muraglie di essa so­ farla nuova, valendosi però nella costruzione della stenenti il corpo di casa in più luoghi rotte, e con nuova dei materiali della medesima. spaccature e crollanti. Deposero, che le muraglie di cui al capo 41 per le 7· Più nel salone quale si trovava fra le muraglie s69 rilevate marcature penetranti da parte a parte, non 5S6 descritte nelli capi I e 3, vedersi nella muraglia di che di quelle del camerino, di cui al capo II, per lo testa di esso verso ponente, e sopra il volto di una stesso motivo non potevansi ridurre m buon stato delle due finestre esistenti in detta muraglia una spac­ salvo formandole nuove; catura continuante per tutta l'estensione del suddetto Cosi pure le muraglie delle cantine, di cui alli capi volto. 570 6 e 8, del salone, di cui al capo 7, della piccola camera, ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte e muraglie, di cui al cap 10, ed altre dei granai, di APPENDICE N. 8 cui ai capi 12 e 13, dovevano per li rilevati difetti, e per essere anche insufficienti le muraglie di fonda­ menta, riformarsi a nuovo per richiedere la loro ri­ (Dall'archivio Radicati di Brozolo, parazione quanto, ed anche dì più di ciò, che si ri- quaderno n. 3, p. 101 e segg.) 57• chiedeva per farle nuove. Deposero inoltre dopo ave.r visitato il detto pa- Instruzione alli Impresari, Capi Mastri Cesare Castelli, 572 lazzo anche nelle parti non descritte nella visita, e li e Gioanni B onino per l'esecuzione, e costruzione delli difetti di esse, di avere ritrovate altre muraglie, e infrascritti lavori per la formazione del palazzo signorile fondamenta di altri membri in diverse parti marcie, del signor Conte di Riva da fabbricarsi nel detto luogo e mancanti, per riparare le quali si richiedevano spese ripartitamente in diversi anni principianti nel 1738 eccessive, non potendo poi nemmeno accertare, che detto palazzo fosse poi con dette riparazioni riparato I. Le demolizioni, e cavo, come pure il discalci- m da buon padre di famiglia, stante che nel 1692 essendo s86 namento dei materiali, e corda per il pozzo, e stato il luogo di Riva, e particolumente detto palazzo cavatura del medesimo, come anche la chioderia ne­ incendiato dalle Truppa Francesi, come erano stati cessaria per li centini da ricavarsi dai solari, e tetti informati, era cosa facile, che le di lui muraglie aves­ della demolizione, sarebbe tutta stata a carico del sero sofferti danni tali, che non potevano cadere sotto sig. Conte. la loro cognizione, ma che col tempo potevano appor- 574 tare qualche rovina, come soleva accadere nella case 2. Che fosse pur tenuto il medesimo a provvedere state incendiate. s87 agli Impresari li boscami necessari per li ponti, ed Deposero che il detto palazzo oltre esser vecchio, armature di dette fabbriche, con che ne avessero cura, 57~ e pencolante come sovra era irregolare in quasi tutti né potessero appropriarseli. Li suoi membri di antica struttura, e architettura con 3· Dovessero nel formare i centini, ed armature le gallerie esteriori fatte in specie di mosaico, quali s88 servirsi delli boscami vecchi, purché idonei, ed usare davano comunicazione alle camere, e costrutte di cal­ tutta l'economia neU'impiega.re in essi tavole nuove, ce, e mattoni, e colligate colle muraglie maestre per e chioderia, nè potessero formare tutta l'armatura di mezzo di chiavi di ferro, quali gallerie aggravando un appartamento in una sol volta, ma servirsene notabilmente dette mura antiche, aventi le fonda­ a misura delli centini già fatti per le altre armature. menta maggior parte guaste, e marcie, era facile la loro rovina. 4· Le muraglie da costruirsi fossero a sola fattura, Deposero inoltre dopo aver visitato tutto il detto 589 provvedendo il signor Conte li materiali, sabbia, e 576 corpo di casa non solo in· ciò, che risguardava l' abi­ calcina, e dovessero li impresari impiegare li mate­ tazione civile, esclusi li giardino, e muraglia di cinta riali vecchi, e di inferior qualità nei luoghi, che sa­ al medesimo, ma ogni altra appendice della medesima, rebbesi giudicato non danneggiare alla fabbrica, gli previa trabuccazione delle muraglie, coperti, sterniti, angoli, e volti dovessero essere di materiali scielti, e siti, volti, soffitte, e voltine, e fatti H debiti riflessi costrutti secondo la buona arte, ed il bisogno, e circa giudicavano essere detto corpo civile, e membri d'abi­ le muraglie dovessero essere ben scagliate, massime tazione, esclusi però sempre il giardino, rustico, e S90 dove s'avrebbe dovuto imfiegare mattoni vecchi, nè 577 fabbrica in esso esistente, come pure escluso il sito, fosse lecito per scagliarli i rompere mattoni, ma do­ ossia suolo dove esisteva detta fabbrica civile, del vessere servirsi di quei frantumi provenuti dalle de­ valore di lire 15.ooo compresi li coperti della mede­ molizioni servibili. sima: S· Le muraglie, ed ogni lavoro di mattoni doves- Se poi si avesse voluto lasciare in essere detta fab- 591 sere essere ben bagnate ec. 578 brica con farvi quei miglioramenti semplicemente ne­ 6. Li impresari dovessero a suo tempo, e luogo cessari, e renderla in miglior stato possibile, fatto 592 mettere in opera le chiavi, bolsoni, grappe, e crati minuto conto delle spese, che si richiedevano, non era per le finestre, che loro sarebbero state provviste se­ necessaria minor spesa usando eziandio tutta l'eco- condo il dovere dell'arte. 579 nomia, che di lire 7000 circa, e quella riparata più o meno quasi annualmente conveniva farli qualche ripa­ 7· Ove si dovessero far smorze, queste dovessero razione nelle muraglie luogo a luogo guaste, e marcie 593 farsi a scalini di lunghezza di un piede, acciò si po­ come avevano deposto, mentre riparandosi in un anno tesse facilmente colligare col rimanente deJI'opera ecc. da una parte, attesa la mala qualità di esse in u.n altro 8. Si dovessero lasciare le imposte dei volti in fab- 58o conveniva ripararle da un'altra, e cosi a poco a poco 594 br!ca in tutte le camere secondo era portato nei pro­ farle nuove, _non potendo nemmeno accertare la per­ fili ecc. manenza di quelle muraglie, che a loro giudicio pa­ revano buone, per essere state soggette al sovra alle­ 9· Sarebbe sempre stato in facoltà dell'Architetto 595 l'accrescere, o diminuire le muraglie in corso della gato incendio. fabbrica, e fare variazione del disegno secondo le AJI'opl?osto venendosi a demolire, e riedificare detta sarebbe piaciuto, ciò che si vietava agli impresari. sB• civile ab1tazione con moderna struttura, ed architet­ tura, quantunque la spesa fosse maggiore di quella, xo. Occorrendo provvisione di materiali dovessero che avrebbero richiesto le riparazioni sovra deposte, 5~ li impresari darne avviso per scritto, acciò a debito stante che li materiali, boscami, e ferramenta di detta tempo ne potessero avere. ss:a abitazione che veniva demolita, potevano covertirsi I I. Che si dovesse passare alla griglia la sabbia, ed nella costruzione del nuovo edificio, e giu.nta la mo­ 597 impiegare per le fondamenta calce di Superga sino derna architettura, non solo detto edificio veniva ad all'altezza di piedi 2 fuori di terra ec. essere del valore della somma che si spendeva nella 12. Le volte dovesse.ro farsi nel modo che loro sa- sua costruzione, ma eziando molto di più. 598 rebbe stato indicato dall'Architetto e c. Epperciò giudicavano essere cosa utile, e vantag- 583 giosa, e da buon padre di famiglia di devenire alla 13. Che il tutto dovesse farsi secondo l'arte, ed oP demolizione, e successiva nuova costruzione di detto 5119 lavoro non espresso nel partito infrascritto s'intendeSS8 civile edificio per le cause sovra allegate. a semplice fattura, e gtudizio d'Esperto. E previa lettura si è il Misuratore Chiaberto col 14. In fine della fabbrica d'ogni muro dov~ 584 Pisera sottoscritto, e li Bonino, e Levi con croce 6co fedelmente consegnare ogni cosa al fattore del SJio segnati per essere illiterati ». Conte, sotto pena d'ogni danno.

292 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 15. Occorrendo qualche difficoltà circa li disegni, od (G.F. BARUFFI, Passeggiate nei dintorni di Torino Torino 001 altro, dovessero li impresari parteciparne al sig. Conte, 1885, vol. II, p. 45)· Nel 1878 il Bosio citava de{ Quariai ed Architetto per averne le debite provvidenze: doves­ le opere di Chieri già rivendicategli, la facciata di San sero li Impresari provvedersi quei mastri idonei per Bernardino e quella della chiesa di San Filifpo (A le opere, ed ornamenti, che non fossero fatti con Bosio, Memorie storico-religiose e di belle arti de Duom~ mattoni smurati, il tutto ad opera collaudata. e delle altre Chiese di Chieri, Torino 1878; p. 230 e p 16. Le stabiliture dovessero farsi all'Italiana ben 276) ; nel x8g2 il Manno ricordava il Quarini quale ar~ chitetto della parrocchiale di Balangero e gli attribuiva 6o2 unite1 e liscie, le quadrature dovessero essere be·ne a piomoo, e li sterniti a tutta perfe~ione. le incisioni del Duomo di Asti e quelle dell'arco di Chieri (A. MANNo-V. PROMIS, Bibliografia Storica degli Stati della 17. Che tutte dette opere dovessero eseguirsi nel Monarchia di Savoia, vol. • III, Torino 1891, p. 13, 6o3 miglior modo portato dall'arte, come anche i coperti n. II709, vol. H, 1891, p. 368, n. 10909 e vol. IV, 1892, secondo le particolari istru~ioni, o disegni, che di P.· 417, . n: 18ox7). Il çtaretta ne~ 1893 dava ~o~ia che tempo in tempo loro sarebbero stati dati dall'Archi­ al Quarant era stato allievo del Vattone, e attrabuategli le tetto, restando sempre il tutto stabilito a giu~io di fabbriche già all'architetto rivendicate della facciata di Esperto, o dell'Architetto, ed a collauda:~;ione del me­ San Filippo di Chieri, del Duomo di Fossano, del pre­ desimo come sopra. sbiterio e del coro della parrocchiale di Grugliasco, a lui Segue iJ partito degli Impresari per detti lavori alli per primo riportava le incisioni del 1773 per i funerali di 6o4 prezzi infrascritti, con che il signor Conte di Riva Carlo Emanuele III nel Duomo di Torino e quelle _per la provvedesse tutti li materiali, boscami, e ferramenta luminaria di Stupinigi (G. CLARETTA, l Reali di Savoia per li centini, corda per il pozzo, demolizioni disal­ munijici fautori delle arti, in Miscellanea di Storia Italiana, cinate, e cavi di terra fatti come nella detta instru­ Torino, XXX, 1893, p. 102). Nel1910 il Bog!{io ava~ava ~ione, cioè per cadun trabucco di muraglia II. 3 xo. l'ipotesi che al Quarini fosse da attribuire la ncostruzione Torino li 4 mar~o 1738 della parrocchiale di San Benigno (C. BoGGlO, Le chiese Sottoscritti Ant.0 Bernardo Vittone - D. Gio. Fran­ del Canavese, Ivrea, 1910, p. 86). li corpus delle opere del cesco Grosso di Riva - Gius.• Grosso di Brusolo Quarini si ampliò e altre noti~ie si aggiunsero sulla vita 6oS curatore - Cesare Castelli - segno del suddetto Gio. dell'architetto a seguito del fervido lavoro di ricerca ar­ Bonino illiterato - Carlo Ant.° Crivelli testimonio - 0 chivistica del Baudi di Vesme, che ripropose le attribu­ Fran. Tommaso Massatorta testimonio - Gio. Giu­ ~ioni al Quarini già rivendicate; ma a lui attribuiva ancora seppe Saluz~ scrittore, e testimonio ». il campanile di Buttigliera e un maggior numero di inci­ sioni e disegni; oltre le incisioni per le esequie in Duomo di Carlo Emanuele III e quelle della luminaria di Stupi­ APPENDICE N. 9 nigi, le incisioni del Duomo di Asti, l'album del Duomo di Fossano, le incisoni per le Istruzioni diverse del Vittone; LA VICENDA CRITICA DELL'ARCHITETTO offrl inoltre docume.ntazione che in data 21 febbraio 1759 il Quarini aveva presentato il disegno di una chiesa per MARIO LUDOVICO QUARINI ottenere ~resso l'Università di Torino le Patenti di Ar­ Se tra gli scrittori contemporanei di Mario Ludovico­ chitetto CJvile; che con Patenti del 25 ottobre 1785 Vitto­ Quarini il Craveri e il Bartoli non fecero ancora a lui rio Amedeo III lo aveva nominato Regio Architetto e che riferimento alcuno (G. CRAVBRI, Guida de' forestieri per con altre Patenti del 12 luglio 1788 lo aveva dispensato la real città di Torino, Torino 1753; F. BARTOLI, Notizia dai lavori del Reale Castello pur accordandogli un au­ delle pitture, sculture ed architetture che ornano le Chiese mento di L. 6oo annue sullo stipendio che percepiva. e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia, Le Schede del Vesme rimasero a lungo manoscritte; p_ar­ Venezia 1776), altri invece già ne ricordavano il nome, ~ialmente pubblicate nel 1932 (A. BAUDI di VESME, L arte altri ne citavano qualche opera. li Derossi nel 1781 lo negli Stati Sabaudi, in Atti della S.P.A.B.A., Torino annoverava tra gli architetti patentati presso l'Univer­ 1932), furono ripubblicate in stesura pressocchè integrale sità di Torino dal 1738 fino a quella data (0. DERossi, solo in data recente (A. BAUDI di VESME, L'arte in Pie­ Nuova guida per la città di Torino, Torino 1781, p. 139); monte da.l XVI al XVIII secolo, a cura delJa S.P.A.B.A., il Grossi nel primo volume del 1790 non lo nominava Torino 1963-1968, per il Quarini, vol. III. 1968, p. 881). ancora; ma l'anno dopo" nel secondo volume (1791), dava Per altro, pur ancora manoscritte, le Schede Vesme ave­ ampia notizia delle O{'ere, al Quarini attribuendo il di­ vano offerto contributo di dati preziosi agli scrittori che a segno del Brambilla 10 una data 1789; parte del con­ quelle testimonianze poterono rifarsi; cosi che a seguito vento degli Agostiniani a Chieri, ivi la chiesa dei Filippini di una più esatta l?recisazione delle opere e di una più (in realtà solo la facciata è stata da lui progettata) e la ampia documentaztone dei fatti salienti della vita la facciata di San Bernardino; lo diceva patrizio Chierese, figura del Quarini andò via via prendendo maggior rilievo. e il Quarino poneva tra le famiglie nobili che a Chieri Nel 1912 lo Chevalley lo ricordava allievo del Vittone, abitavano le case della Prepositura; a lui rivendicava la Regio Architetto, autore delle viJJe del Priè e del BrambiJJa, paternità della villa del Priè, d\ cui lodava in particolare gli riç:onosceva il progetto del Duomo di Fossano, delle il grande atrio; lo citava quale Regio Architetto; gli ri­ chiese, a Chieri, dt San Bernardino e di San Filippo (per conosceva la proprietà di una villa in val di Sassi, il Qua­ altro di queste due chiese chieresi gli spettano solo le fac­ rino; informava che a Torino abitava in casa Monte­ ciate) e a Chieri del convento degli Agostiniani, della col­ grosso, nei pressi della pia~za del Principe di Carifnano; leggiata di Rivoli, del presbiterio e del coro della parroc­ e in fine al volume, nelle Correzioni e variazioni, a Qua­ chiale di Grugliasco; accettava l'attribuzione a lui di tutti rini, Regio Architetto, riconosceva ancora la ristruttura­ i disegni e le incisioni già rivendicategli; per altro gli attri­ zione del coro e del presbiterio della Parrocchiale di Gru­ buiva ancora l'altare di San Sebastiano nella yarrocchiale gliasco (A. GROSSI, Guida alle cascine e vigne del territorio di San Nicolao a Montanaro e, rifacendosi a Boggio, al di Torino e suoi contorni, vol. II, Torino 1791, p. 30, p. 47, Quarini rivendicava la direzione dei lavori di ristruttura­ P· 48, pp. 5<>--51, P• ;>4t P· 137, p. 139, p. 184). Nell'Ot­ ~tone della chiesa dell'antica abbazia di Fruttuaria a San tocento crebbe via vaa il numero delle opere rivendicate Benigno Canavese, commessi dal cardinal delle Lanze all'architetto. Il Casalis gli attribuiva il Duomo di Fos­ (F. CHEVALLEY, Gli architetti, l'architettura e la decora­ sano, la facciata di San Bernardino di Chieri, la torre di zione delle ville piemontesi del secolo XVIII, Torino 1912, Buttigliera d'Asti (G. CASALis, Dizionario storico, stati­ P.· 143 e nota 2 a p. 53). Ma solo l'Olivero nel 1920 con stico, commerciale degli Stati di Sua Maestà il Re di Sar­ t! brano che dedicava al Quarini nella monografia del degna, vol. IV, Torino 1837, pp. 776-777); a seguito il Vittone, in cui al Quarini riconosceva un ruolo originale Baruffi avanzava un giudizio positivo sulla villa del Priè ed eminente tra gli altri architetti piemontesi del Sette-

293 cento, segnava un primo avvio alla piena sua rivalutazione; e ancora il Carboneri nel 1963, nel Catalogo delta Mostra accogliendo notizie e dati già in preceden.za offerti ne por­ del Barocco Piemontese al Quarini riconosceva il legitti­ tava ancora©Ministero innanzi dei benila conoscenza e delle attività della culturali vita e e delle del turismo opere. -Bollettino mo posto d'Arte che gli compete tra gli architetti piemontesi del Informava che lavorò moltissimo, che visse sino a tarda Settecento (N. CARBONERI, Architettura, in Mostra del età, che il Corpo Decurìonale dì Torino il 31 dicembre Barocco Piemontese, Torino 1963, vol. I, pp. 81-83) e 1770 gli aveva conferito la cittadinanza torinese; per la in altra sede al Quarini attribuiva la stesura dei disegni pnma volta ricordava del Quarini l'incisione della Biblio­ per le incisioni dell'Architetto civile, inedito Trattato del teca Nazionale di Torino del progetto di facciata del Reale Vittone (N. CARBONERI, Appunti sul Vittone, in Qua­ Castello e i tre progetti dell'Archivio Storico del Comune derni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, Roma, Se­ di Torino per la Torre del Civico Palazzo (E. OLIVERO, rie X, fascicoli 55-60, 1963, p. 64 e p. 67). Nel 1965 il Le opere di Bernardo Vittone, Torino 1920, pp. ~9-20). Pedrini pubblicava con belle riproduzioni le ville del Nel 1931 il Brinckmann riprendeva le · notìzte proposte Priè e del Brambilla costruite dal Quarini (A. PIIDRINI, dagli studiosi che l'avevano preceduto, per altro avvalo­ Ville nei secoli XVII e XVIII in Piemonte, Torino 1975, randole con una qualche intenzione critica. (A. E. BRINCK­ rispettivamente pp. 346-348 e pp. 354-355); l'anno se­ MANN, Theatrum Novum Pedemontii, Diisseldorf 1931, ~uente nella monografia del Vittone il Portoghesi negli p. 27). Non portava altri contributi oltre quelli offerti tnevitabili cenni al Quarini, ne formulava un giudizio dal Vesme, dallo Chevalley, dall'Olivero nel 1933 la voce piuttosto negativo (P. PORTOGHESI, Bernardo Vittone. del Thieme-Becker (tranne il riferimento a presunti la­ Un architetto tra Illuminismo e Rococò, Roma 1966, vori del Quarin.i nella palazzina di caccia di Stupinigi, p. 152 e p. 155). Nel 1969 anch'io ritornavo sul Quarini non più ripreso dalla storiografia posteriore: THIEME­ a proposito di alcune fabbriche già iniziate dal Vittone e ·BECKER, Allgemeines Lexicon der Bildenden KUnstler, vol. dalla sua morte dal Quarini portate innanzi (V. MoccA­ XVII, 1933, p. 500). Nuovi contributi attributivi avan­ GATTA, Bernardo Antonio Vittone. Problemi attributivi zava per contro il Cavallari Murat nel 1942; proponeva e nuovi contributi in Palladio, Anno XIX, nn. I-III, di riportare al Quarini alcuni tra i cento fogli dì un album Gennaio-Settembre 1969, pp. 33-128); del 1969 è la del Museo Civico dì Torino, già proptietà Scaffini (A. voce Quarini del Dizionario Enciclopedico di Architettura CAVALLARI MuRAT, Alcune architetture piemontesi in una e Urbanistica diretto da P. Portoghesi (Roma 1969, raccolta di disegni del Plantery, del Vittone e del Quarini vol. V, fP· 98-99). In precedenza, nelr968, su opere chie­ in Torino, XXX, n. 5, maggio 1942); pubblicava quattor­ resi de Quarini si era intanto intrattenuto il Cavallari dici tavole dì progetti quariniaru per il Reale Castello Murat nella antologia di Chieri (A. CAVALLARI MURAT, raccolte in un album già conservato presso la Biblioteca Antologia Monumentale di Chieri a cura dell'Istituto Ban­ del Politecnico di Torino, poi smarnto e insieme altre cario San Paolo dì Torino, Torino rg68, pp. ro6-ro7 e tre tavole dì progetti per il Reale Castello allora in colle­ p. 1 12); su altre del Canavese ritornava nel 1973 (A. CA­ zione privata a Roma, passate in seguito al Museo Civico VALLARI MURAT, Lungo la Stura di Lanzo a cura dell'Isti­ di Torino (A. CAVALLARJ MURAT, Il progetto di Mario tuto Bancario San Paolo dì Torino, Torino 19731 pagine Ludovico Quarini per il Palazzo Madama (1781-1789), 63-64, 73-74 e 76); e su altre ancora dì recente (A. CA VAL­ in Bollettino Storico Bibliogra[zco Subalpino, Torino 1942, LARI NURAT, Tra Serra d'Ivrea, Orco e Po a cura dell'Isti­ p. 139). Nel 1949 il Carbonen, ricollegandosi ad uno spun­ tuto Bancari

294 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 7° E finalmente che debba sottoporsi alia misura, sia. costo la detta Sopcimenta di tola milla e più lire pie­ che verrà formata in di lui contraddittorio dopo seguita montesi. delle novità di questo secolo vi è la Francia la collaudaz.ne di detta opera di sternito. tuta ribelata el fratello del re di Francia e a torino con sua moglie figlia del re regnante vitodo amedeo III re di Torino li 4 Feb.o 1790 Sardegna ducha di Savoia e prencipe di Piemonte. Pietro Casella accentante ed obbli.g.to quanto sopra Arch.to Castelli accettante a nome della IU.ma Sig.ra APPENDICE N. I2 Contessa Mazetti 11• A seguito di questo documento nell'Archivio Comunale di Riva di Chieri è conservata anche l' "Istruzione da NOTA DI SPESA PRESENTATA DALLO osservarsi dallo Scalpellino nell'esecuzione delio Sternito SCULTORE VITTORIO AMEDEO BERNERO IN in Larizzo proposto nell'atrio del Castello dell'Ill.ma Sig.ra Contessa Massetti di Riva , ; in otto numeri, sot­ DAT A 1° MARZO 1797 toscritta " Pietro Casella 11 ; cui si fa riferimento al nu­ (Archivio Comunale di Riva di Chieri) mero primo del contratto. Torino il primo di marzo I797· APPENDICE N. n Calcolo fatto della spesa, e dare tutto terminato in un anno si è come il disegno. Fare il gruppo di marmo statuario bianco cioè statua NOTA RINVENUTA NEL SOTTOTETTO vaso e cane secondo il disegno e le misure. DURANTE I LAVORI DI RESTAURO Fare le due sfingi di marmo biggio di frabosa e pure i (Archivio Comunale di Riva di Chieri) suoi piedestalli con zoccolo di saviccio. Fare l'urna di biggio con cornice intagliata e zocolo Questo salone fu terminato lane del Signore 1790 dalla saviccio. jlu.ma sig.ra contesa mazeti e contesa ereditaria propria Fare i due bassirilievi di marmo bianco statuario. di riva e i pitorori (sic) che di.pingero il detto salone e sca­ Le due lapidi su fianci di xnarmo bianco, incisi i carat­ lone e Attrio furono li frateli Rocha lugnanesi e i telari teri, e masticati col nero. che lo bano coprite di tela per ripararlo dalle acque fu­ Col modello in picolio di terra cotta rono Giusepe Farazino di pinerolo telaro in chieri e Gio­ . Totale Lire ottomille vani batista Righo di Santa Maria diornocio di val se- Firmato: VITTORIO AMEDEo BERNBRO, Schultore

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