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Il Parco dei CALANCHI Lucani

Veduta di (Mt) tra gli ulivi

Antonio Bavusi

e proposte per l’istituzione derati impropriamente contenito- ad ovest dal torrente Sauro ed a est del Parco Naturale Regionale ri legali o illegali di rifiuti. Il par- dal fiume Basento. Include inoltre Ldei Calanchi1, presentate in co potrebbe valorizzare gli ele- il paleo-bacino di Sant’Arcangelo sede istituzionale, mirano a ri- menti naturali, l’agricoltura e la ed i territori di , Armento, considerare alcune scelte territoriali zootecnia praticate con metodi tra- Gallicchio, Missanello, Corleto per tutelare e valorizzare un terri- dizionali, per lo sviluppo e com- Perticara, , Guardia torio interno della , con- mercializzazione dei prodotti di Perticara, San Martino d’, siderato erroneamente margina- nicchia e di quelli biologici. I Calan- , e San Mauro le. Questi ambienti, a fronte di pe- chi rappresentano l’anima geolo- Forte. L’area così individuata con- culiarità naturalistiche e geologiche gica della regione: straordinari fina, a nord-ovest, con le montagne di grande rilievo, sono purtrop- ambienti e paesaggi mutevoli “fuo- dell’Appennino Lucano, i boschi di po interessati da fenomeni di de- ri dalla consueta immobilità” sono Montepiano, e Gallipoli- grado. La bassa densità demogra- visibili nei territori di Aliano, Craco, Cognato, inclusi nell’omonimo fica costituisce un fattore di ri- , , . parco regionale. A sud est, si rac- schio per questi ambienti consi- L’area dei Calanchi è delimitata corda con il Parco Nazionale Val

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d’Agri Lagonegrese – Appennino muli principeschi hanno fatto sup- Carlo Levi, che ad Aliano trascor- Lucano, con le “piramidi di terra di porre che qui fosse ubicata la città se gli anni del confino, evocato Sant’Oronzo” (Serra di San Lorenzo di Cales, importante per la produ- nelle poesie del poeta tursitano o Sant’Oronzo - Zona di Protezione zione di oggetti aurei, posta sullo Albino Pierro. Speciale in base alla Direttiva snodo delle vie del sale che dalla co- Uccelli dell’Unione Europea). Non sta ionica risalivano le valli, lungo mancano nei calanchi “isole ferti- i fiumi. Il centro disabitato di Craco I PAESAGGI GEOLOGICI li” coltivate a frutteti e aranceti, vecchio offre una grande sugge- E CALANCHIVI con produzioni mediterranee di stione. La terra misteriosa dei grande importanza. Il territorio è Calanchi ed il mondo contadino di I calanchi appartengono a due for- attraversato dal vecchio tracciato Aliano appaiono mutevoli e lontani: mazioni geologiche distinte: le ar- della linea ferroviaria - un “mondo senza tempo e senza gille azzurre plio-pleistoceniche e Montalbano Ionico della lunghezza storia” narrato dai personaggi del le argille varicolori risalenti al complessiva di 142 Km. La ferro- “Cristo si è fermato ad ” di Cretaceo2. Le prime si sono for- via, realizzatata nel 1932 dalla Società Italiana Strade Ferrate Meridionali come prolungamento del tratto tra Matera e (1928) e Bari - Matera (1915), nel 1970 venne dismessa a causa del- lo sviluppo della rete stradale e dell’industrializzazione della Val Basento con la realizzazione del polo chimico ed estrattivo2. La re- te ferroviaria a scartamento ridot- to avente larghezza dei binari pa- ri a 0,950 m. era stata realizzata all’inizio del XX secolo con l’am- bizioso intento di collegare, se- condo una visione ancora attuale e moderna per lo sviluppo integrato dei territorio., tre mari, le coste Adriatica, Ionica e Tirrenica con i centri abitati situati all’interno del- la Puglia, Basilicata e Calabria. Insediamenti greci testimoniano il legame dei popoli del Mediter- raneo con la cultura indigena Lucana, Enotra e Bruzia. Necropoli risalenti al VI e V sec. a.C. sono sta- te ritrovate ad Aliano, Gallicchio, Guardia Perticara e Corleto Perti- cara. Scavi archeologici in località Serra Lustrante di Armento hanno portato alla luce i templi dedicati a Ercole e alla dea Mephitis. La con- siderevole quantità di monili d’o- Tra i calanchi ro ritrovati all’interno dei grandi tu-

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Tra i calanchi della Val Basento

mate per sedimentazione nel bacino detta formazione delle argille di ciali scavano solchi che man mano di Sant’Arcangelo e sono preva- Montalbano Ionico (Moscardini et diventano vallette separate da cre- lentemente composte da illite e al, 1966) appartenente al Pliocene- ste. I calanchi, impropriamente de- smectiti, minerali tipici delle argil- Calabriano. Essa costituisce uno dei finiti come aree desertiche, sono le. Le argille varicolori invece so- termini del ciclo della Fossa esposti in genere verso sud ovest. no scagliettate, contengono quan- Bradanica con sedimenti depositatisi Per la loro formazione è determi- tità più elevate di smectiti e sono sog- tra il Pliocene superiore e Pleisto- nante l’azione combinata del sole gette a rigonfiamento durante la sta- cene inferiore. In prossimità di S. e dell’acqua piovana: il sole essic- gione umida; assumono colore Maria d’Anglona sono inoltre pre- ca lo strato argilloso superficiale e rosso, viola, verde, grigio, nero e senti livelli vulcanoclastici, inter- determina la formazione di un re- bianco; ciò è dovuto alla presenza vellati a livelli siltosi tra cui è sta- ticolo di fessure erose in profondità di particolari minerali prodotti da to notata la presenza fossile di po- dall’acqua piovana. Talvolta le ac- modificazioni in ambiente super- sidonie e conchiglie. I calanchi, que meteoriche formano condotti ficiale. I Calanchi occupano in gran definiti come “forme di erosione ve- sotterranei in profondità che, col- parte l’antico fondo e l’orlo occi- loce” (Del Prete et al.,1992), occupano lassando, formano profonde inci- dentale pleistocenico della Fossa gran parte del territorio del futu- sioni che vengono ulteriormente e Bradanica e del bacino di Sant’Ar- ro parco e sono l’elemento carat- progressivamente erose dalle acque cangelo. Nell’area compresa fra teristico del paesaggio. Si origi- meteoriche. Di contro, i versanti la costa ionica e i bassi corsi dei fiu- nano in terreni prevalentemente ar- esposti a nord ospitano oliveti, se- mi Sinni ed Agri, affiora la cosid- gillosi, nei quali le acque superfi- minativi o prato-pascoli rendendo

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il paesaggio più variegato. Qui il si alla base dei versanti per dis- gille. Il nome “biancana” è stato da- processo erosivo spesso viene in- sezione trasversale di preesisten- to dai contadini toscani perché, nescato da fattori antropici e dal- ti creste calanchive. durante le stagioni estive, le cu- le arature di terreni fortemente ac- Le forme immature, invece, sono pollette di argilla sono ricoperte da clivi. I Calanchi spesso assumo- caratterizzate da una accentuata una patina bianca frutto della tra- no forme di vere e proprie scultu- asimmetria degli assi e da una sudazione salina. Una caratteri- re di grande suggestione ove la differenza di quota tra il livello stica tipica delle biancane è quel- luce disegna ambienti sempre mu- di base a monte e a valle molto evi- la di avere la sommità occupata da tevoli nel corso del giorno e nelle dente. L’azione erosiva predomi- cespugli di lentisco (Pistacia len- diverse stagioni. I cosiddetti fron- nante sulla superficie di una bian- tiscus), pianta della macchia me- ti calanchivi si sviluppano nella cana non è provocata tanto dalle ac- diterranea che, nelle aree calan- parte più ripida dei versanti ed que dilavanti, ma dall’azione mec- chive, predomina rispetto alle al- hanno una forma concava segna- canica della pioggia battente e dal tre (S. Fascetti et al. 1990). Le bian- ta da molteplici rivoli convergen- comportamento dispersivo delle ar- cane sono numerose in tutta l’area ti a ventaglio verso l’impluvio. I fos- si calanchivi, a volte, sono separati l’uno dall’altro da sottilissimi dis- pluvi che vengono per questo chia- mati a lama di coltello che si for- mano a causa dello scivolamento delle acque meteoriche lungo i fianchi dei calanchi. A quote più bas- se ci si può imbattere in forme molto particolari dette “calanchi mammellonati”. Si trovano in ge- nere alla base dei fronti calanchi- vi ed hanno un aspetto arrotondato. Le biancane sono piccoli calanchi iso- lati, chiamate così perché d’estate la trasudazione salina li ricopre di una patina bianca. Si formano a causa dell’azione combinata del- l’erosione meteorica e della vege- tazione sommitale che svolge un ruolo protettrice che conferisce la tipica forma a piramide. Le bian- cane presentano diversi gradi di ma- turità direttamente rapportabili alla propria forma geometrica. Da uno studio morfometrico esegui- to su 20 biancane (M. Bentivenga, 1999) si è potuto desumere che le forme più mature sono general- mente quelle piccole e simmetriche con assi longitudinali e trasver- sali quasi uguali. Secondo alcuni

autori (del Prete, 1993) le bianca- Veduta del convento di San Francesco dalla Rabatana di Tursi ne sono forme residue originate-

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ed occupano sempre la parte bas- un’adeguata conservazione e va- vembre-marzo, mentre d’estate sa dei versanti risultando assenti so- lorizzazione per il suo particolare prevale la siccità. pra la quota di 275 m s.l.m.. Lungo interesse stratigrafico e paleonto- Il fiume Cavone, il cui bacino si i versanti in erosione numerosi so- logico. La successione stratigrafi- estende su 684 Kmq, ha una lun- no i fossi calanchivi caratterizzati ca ricostruita in quest’area dai ri- ghezza di circa 98 Km. Presenta trat- da profili trasversali a “V”. Di fre- cercatori dell’Università di Bari e ti di interesse naturalistico e fau- quente i fossi calanchivi non sono di altri ricercatori italiani, infatti, è nistico. Partendo da Monte Cuccaro isolati, ma disposti uno accanto stata proposta come sezione di ri- (586 m s.l.m.) e procedendo verso all’altro con andamento sub-paral- ferimento internazionale per lo est, la linea di displuvio passa per lelo divisi da sottili crinali. In que- strato-tipo del limite Pleistocene in- M.Corvo, Monte La Cretagna, sti fossi caratteristica è la presen- feriore-medio. Monte Finese, Pisticci, Caporotondo, za di un sistema di drenaggio estre- Il fiume Salandrella-Cavone ed i S.Basilio per raggiungere il mare mamente gerarchizzato. suoi affluenti solcano il territorio Jonio nei pressi di Torre Salandrella. Gole profonde si possono ammirare centrale dell’area dei Calanchi. Il suo principale affluente è il dove affiorano i conglomerati e L’area del bacino del Cavone, dal Misegna. Dal suo bacino di for- sabbie; tipico esempio è la Fossa del punto di vista orografico, presen- mazione fino all’altezza di , Bersagliere presso il centro abitato ta carattere prevalentemente col- il Salandrella (Cavone) ha carattere di Aliano. Bellissime pieghe sono linare: la parte medio-alta si esten- nettamente torrentizio con ampi let- presenti lungo la sponda sinistra del de fra le quote di 100 e 500 m s.l.m., ti fluviali, in corrispondenza del- fiume Agri. I conglomerati in alcune toccando la quota di m 789 nel le confluenze dei suoi affluenti zone sono stati modellati dall’ac- territorio di , di m 908 nel minori. qua per dare vita a piramidi di ter- territorio di Stigliano, e di m 1.319 Le acque depositano materiali ar- ra spesso imponenti, come nel ca- sul Monte Impiso. Il regime delle gillosi e fango, che determinano a so di Serra S.Oronzo, nella Valle del precipitazioni piovose è piuttosto loro volta canaloni, che convo- Fiume Agri. L’area calanchiva di variabile passando da 900 mm nel- gliano a valle materiale solido: si for- Montalbano Jonico è una delle zo- l’area montana ai 400/500 mm mano così le colate di fango. Talvolta ne paesaggistiche più suggestive e nella conca valliva del Cavone. l’impetuosità dell’acqua meteori- spettacolari della Basilicata, nonché Tali precipitazioni si concentrano ca provoca lo scalzamento del pie- un sito geologico meritevole di prevalentemente nel periodo no- de dei costoni ripidi dei calanchi. Di grande interesse è la malaco- fauna plio-pleistocenica, testimo- nianza dell’antica presenza del mare. Spesso nelle argille azzurre si trovano fossili di conchiglie co- me l’Ostrea lamellosa e la Cassidaria echinophora. Numerosi sono i fos- sili nei depositi fangosi nella suc- cessione di Montalbano che possono riferirsi alle biocenosi sia del Me- diterraneo sia dell’Atlantico con comunità a Cadulus ovulum, Amy- clina semistriata e Aphorrais serre- sianus, Ditrupa aretina, Aequipecten opercularis, Turritella communis, Amussium cristatum, Corbula gib- ba, Dentalium ssp, etc caratterizza- ti in diverse comunità a briozoi Le biancate di Tursi adeoniformi, a Clio pyramidata e

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Gephyrocopsa. Le analisi condotte sul- le associazioni di micro-macroin- vertebrati e vertebrati (otoliti), con- giuntamente a quelle tafonomi- che e icnologiche, hanno permes- so di riconoscere differenti pa- leoambienti, da batiale a circali- torale superiore, e di dedurre la lo- ro evoluzione durante il Pleistocene inferiore-medio. Questo patrimonio paesaggistico- naturalistico dall’indiscusso valo- re scientifico, però, è costante- mente soggetto a fenomeni erosi- vi, a denudazione, a frane nonché ad interventi antropici deleteri quali l’utilizzo dei calanchi come discariche abusive. Affinché le future generazioni pos- Le “lame” dei calanchi sano avere la possibilità di conoscere e apprendere direttamente sul cam- Lygeum spartum e Canfora di Valle Carbone. Quest’ultimo è co- po la storia geologica dei calan- Montpellier, Camphorosma mon- stituito essenzialmente da ceppaie chi è necessaria un’attenta salva- speliaca. Ove il contenuto salino è di carpini che vegetano in prossi- guardia dell’area e un recupero maggiore si ha la prevalenza del- mità di Aliano. Lungo i corsi d’ac- delle aree più degradate. La pro- la Sueda fruticosa. Nelle aree ca- qua e le aree più umide vegetano tezione dell’ambiente geologico è ratterizzate dalla macchia medi- pioppi e salici. Rilevanti sono le il primo passo verso la realizzazione terranea domina il Lentisco, Pistacia piantagioni di ulivi, soprattutto di un turismo naturalistico, ga- lentiscus (Corbetta et. al.,1991). del genere maiatica, particolar- ranzia di una più efficace fruibili- Aree prive del tutto di vegetazio- mente belle ad Aliano, San Mauro tà del sapere scientifico nonché ne sono presenti lungo versanti Forete, Stigliano, Ferrandina, cen- fonte di occupazione, sviluppo so- esposti a sud. I versanti esposti a tri questi ove fiorente è la produ- ciale e culturale. nord ospitano la Roverella, Quercus zione di ottimo olio di oliva. Molte pubescens e nelle radure è presen- sono le piante officinali presenti: dal- te la Ginestra, Spartium junceum. I la Carlina, Carlina acaulis alla FLORA versanti del fiume Agri e del torrente Bardana, Arctium lappa, dalla Menta, Sauro sono ricoperti invece da una Menta silvestris alla Maggiorana, I ripidi versanti, l’instabilità del folta macchia mediterranea in cui Origanum majorana, dal Pulegio, terreno, i lunghi periodi di siccità predominano il Leccio, Quercus Pulegium all’Origano, Origanum selezionano una rada vegetazione ilex, l’Orniello, Fraxinus ornus, il vulgare, dal Timo, Timus vulgaris al- erbacea adattatasi alle difficili con- Carpino nelle sue diverse varietà la Liquirizia, Glicyrrhiza glabra, e dal dizioni climatiche e pedologiche3. (Carpinus spp.), il Corbezzolo, il Crescione, Nasturtium officinale La quantità e concentrazione di Ginepro, Juniperus communis, il all’Ortica, Urtica dioica. Una asso- sali di sodio e di potassio intera- Lauro, Laurus nobilis. In particola- ciazione presente in questo territorio giscono con la vegetazione che a sua re il versante destro del Sauro ha una e il polygonetum tenoreani, rinve- volta determina effetti diretti sul sua riconoscibile e affascinante fi- nuta sui calanchi ove l’esposizio- contenuto d’acqua dei suoli. La sionomia paesaggistica per la pre- ne è fresca e lungo il medio corso vegetazione erbacea prevalente è senza di boschi di Castiglione e dei fiumi Basento e Sinni: è carat- composta da Sparto steppico,

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Vipera berus. Il rospo e le di- verse specie di rana sono presenti nelle zone ricche di acqua: nei cor- si d’acqua che percorrono le valli, nei ristagni e nelle pozze è possibile rinvenire l’ululone dal ventre gial- lo e la raganella.

ARCHEOLOGIA E STORIA

Partendo dalla costa ionica e se- guendo il corso dell’Agri e del Sau- ro, i coloni greci della costa ionica avevano creato fiorenti insedia- menti in questo territorio, pla- smando la vita e la cultura degli in- digeni Lucani e Bruzi. I giardini pensili della Rabatana (Tursi) ancora in fiore. Necropoli datate tra i secoli VII e V a. C. sono state ritrovate ad Aliano, terizzata dalla presenza di Poly- racei ai rapaci diurni e notturni, tra Alianello, Gallicchio, Guardia Per- gonum tenoreanum, una specie ra- cui spiccano numerose colonie di ticara e Corleto Perticara. Ad Ar- ra a portamento suffruticoso, en- nibbi, gheppi e poiane con la pre- mento è stata ritrovata la celebre co- demica dell’Italia meridionale, a dif- senza del Falco Grillaio (areale tra rona aurea di Critonio, ora con- fusione molto localizzata, che s’in- Tursi e Pisticci). Di grande rilievo servata nel museo di Monaco di sedia alla base delle colline argil- è la presenza del Biancone o Aquila Baviera. Molti altri ritrovamenti, tra lose, spesso in situazioni di ele- dei serpenti e del Capovaccaio che cui vasi, armature, statuette rin- vata vulnerabilità ambientale a nell’area vi nidifica con una coppia. venute ad Armento ornano le sale causa sia della forte erosione che per Tra i rapaci notturni sono da indi- del Museo della Siritide di . la vicinanza di aree a forte antro- care gufi, civette, barbagianni e assioli. Tombaroli clandestini ancora oggi pizzazione quali strade e coltivi Sulle guglie di Caliuva, in territorio finiscono col depauperare un pa- (S. Fascetti, 1996) di San Martino d’Agri, volteggia- trimonio archeologico eccezionale, no gruppi di corvi e cornacchie, abbandonato all’incuria. Il parco po- mentre lungo il basso corso del trebbe difendere e valorizzare que- FAUNA Cavone sono state segnalate co- ste emergenze; portare a cono- lonie di ghiandaie marine. Negli an- scenza di tutti questi siti impro- Comuni sono il riccio, la volpe, la fai- fratti argillosi è facile trovare le priamente chiamati minori perché na, la donnola, la lepre e varie spe- due specie di vipere: Vipera aspis e mai oggetto di studi sistematici cie di mustelidi. La lontra è presente ed ampli e mai collocati in una re- lungo il corso dell’Agri. Pure cen- te di offerta culturale. I siti ar- siti sono tasso, cinghiale e istrice. cheologici di Gallicchio Vetere Serra Numerose ed interessanti sono le Lustrante e le località di Ponte Tuorro comunità (tuttora non studiate) di Guardia Perticara, Perticara, Bo- di lepiroterofauna e erpetofauna. sco Carbone e Cazzaiola in territorio La varietà di ambienti permette di Aliano testimoniano la ricchez- la sosta e la riproduzione di di- za archeologica ancora in gran par- verse specie di uccelli, dai passe- te inesplorata. La preda del Nibbio Degne di menzione da un punto di

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teristico è il rione “Dirupo”, un agglomerato, di “casalini” abitati in passato dai contadini. Sulla som- mità del rilievo montuoso è situa- to il castello e il borgo (rione Terravecchia). La chiesa di S. Antonio (ex chiesa dei Riformati) conserva tele di Domenico Guarino e dipinti di Andrea Vaccaro e Pietro Antonio Ferro. Fuori dell’abitato è situata l’Abbazia S. Maria del Casale (XII-XIII secolo) con porta- le trecentesco e rosone del 500. Nel secolo scorso Montalbano

Conchiglie fossili Ionico (292 m s.l.m., 7.991 ab.) co- stituiva un centro della Riforma Fondiaria di notevole importan- vista religioso sono anche le testi- terario che ripropone i percorsi za. Numerose erano le produzio- monianze del monachesimo bi- del legame artistico e poetico con ni agricole con frutteti e coltivazioni zantino nel corso del X sec. con la il paese dei calanchi e la Lucania. di liquirizia. Il toponimo del cen- fondazione di numerose chiese e Craco (85 m s.l.m., 796 ab.), è og- tro abitato deriva da Mons Albanus monasteri quali la Chiesa di San gi disabitato a causa di una frana che ricorda le argille bianche dei ca- Vitale ad Armento. Di grande in- che distrusse il paese nel 1963. il vec- lanchi. Le aree rurali furono abitate teresse è la mitica città di Pandosia chio paese sorge su una collina sin dal VI secolo a. C.: numerosi so- ove nel medioevo fu costruito la che fa da spartiacque tra le valli dei no i reperti archeologici oggi espo- chiesa di Santa Maria d’Anglona. fiumi Agri e Cavone. Craculum sti presso il Museo Ridola di Matera. viene indicato nel Catalogo dei Nella chiesa S. Maria dell’Episcopio Baroni (1188). Il paese abbandonato (XVI sec.) vi si trovano opere di I CENTRI ABITATI potrebbe individuato quale sede Mattia Preti, Oronzo Tisi e Simone delle nuove funzioni legate alla Oliva di Tursi. Nei pressi del Rione La popolazione dei 17 comuni che gestione del parco. Terravecchia, sul ciglio di una pro- gravitano intorno all’area calan- Pisticci (364 m s.l.m., 17.811 ab.) è fonda gola calanchiva, è situato il chiva, di poco superiore ai 63 mi- con Ferrandina il centro più po- mulino Donadio. la abitanti, si concentra prevalen- poloso dell’area. Diverse sono le ne- L’origine saracena di Tursi (210 m temente nei paesi, interessati dal gra- cropoli rinvenute in località Ancile, s.l.m., 5.510 ab.) è confermata dal- ve fenomeno di spopolamento. Simone e Santa Maria del Casale la presenza della Rabatana, (dal- Aliano (m 555 s.l.m., 1.264 ab.), ove sono state ritrovate bellissi- l’arabo rabad=borgo) insediamento popolato sino al 1123, sorse ove me produzioni ceramiche (il pae- urbano del X sec che necessita og- era ubicato un antico insediamento se diede i natali nel V sec a. C. al pit- gi di urgenti interventi di restauro umano risalente al VII sec a. C. tore di Pisticci). Intorno al mille con la rivitalizzazione di funzioni Nel 1935 ad Aliano fu esiliato il pit- fu feudo normanno e dal 1212 feu- insediative ed umane. Tursi di- tore e scrittore Carlo Levi 4. L’antico do dei Sanseverino. Importanti gli venne sede vescovile di rito greco- palazzo Caporale è sede di un pic- edifici civili e di culto, tra cui la chie- binzantino con i Sanseverino nel colo museo dedicato alla civiltà sa dei Ss. Pietro e Paolo (XVI sec) 1546 a seguito dello spopolamen- contadina, mentre l’abitazione del eretta sulla precedente chiesa del to di Anglona. Nel 1700 fu ducato confino di Levi ospita un museo sto- XII secolo. Una frana, nel 1688, dei Doria, nel 1758 degli Sforza rico. Per tutelare e valorizzare i distrusse parte del Paese che fu Visconti e nel 1781 dei Colonna di luoghi leviani è sorto un parco let- ricostruito parzialmente. Carat- Paliano. Nella parte alta dell’abitato,

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ed altre figure. All’interno è visibile Stigliano (909 m s.l.m., 5.616 ab.) un ciclo di affreschi del XV sec è un centro di origini agricole. La con figure di santi, episodi della chiesa madre ospita un polittico Genesi e dell’Arca ed un fram- di Simone da Firenze (1520). mento di affresco bizantino. In (540 m s.l.m., prossimità di Pandosia e forse in 2.306 ab.) sorge al centro di olive- prossimità dell’antico santuario ti millenari con insediamenti uma- di Demetra Kore, sorgeva un im- ni riferibili all’eneolitico ed una portante monastero basiliano de- villa romana ritrovata sul Monte di dicato San Michele Arcangelo, di- Mella. Al centro dell’abitato è situata strutto forse nel 410 dai Goti. la torre angioina con numerosi pa- Verso la Valle del Basento è situa- lazzi nobiliari e la chiesa di S. Maria ta Ferrandina (497 m s.l.m., 9.358 Assunta, attigua al monastero ab.). Il paese ha origini antichissi- Francescano. me (IV sec. a. C.). Ferrandina fu fon- Garaguso (492 m s.l.m., 1.193 ab.) data da Federico d’Aragona che sul torrente Salandrella, fu già abi- L’antica cattedrale di Santa Maria d’Anglona conferì al luogo abitato il nome tato in epoca preistorica con inse- del padre, re Ferrante. Appartenne diamenti successivi di coloni gre- che mostra i resti del castello e di quindi a Bernardo Castriota ci. Il settecentesco Palazzo Revertera una torre, sorge la chiesa della Scandenberg, ai Pignatelli ed ai in origine era un casino di caccia. Rabatana con portale del XIV sec. de Toledo. In passato ricca e fiorente Armento (710 m s.l.m., 800 ab.) in- La cripta sottostante (secc. IX e era la fabbricazione di tessuti di la- sieme a Gallicchio (730 m s.l.m., X), interamente affrescata, con- na e di cotone chiamati “felandine”. 1.018 ab.) Missanello (604 m, 613 ab.) serva un presepe in pietra di All’ingresso del paese di interesse e Gorgoglione (800 m s.l.m.,1.179 Altobello Persio. La chiesa di S. è il convento e la chiesa di S. ab.) hanno antiche origini. Filippo Neri, in via Giannone, fu Francesco (1614). All’interno del Corleto Perticara (757 m s.l.m., fondata nel 1661. Poco distante paese la Madonna dei Mali e il 3.018 ab.) deriva dal termine latino sorgono i ruderi del convento di S. convento dei Cappuccini custo- corulus, nocciolo. Sorse in età an- Francesco d’Assisi, uno dei primi discono opere pittoriche del Ferro. gioina intorno al castrum. dell’ordine monastico in Basilicata Sono inoltre visibili il Convento di Guardia Perticara, (750 m s.l.m., 758 (1441). Caratteristica nella Rabatana S. Domenico, il monastero di S. ab.) domina la valle del Sauro. Il cen- sono gli orti pensili che si affacciano Chiara, la chiesa madre o S. Maria tro abitato fu distrutto dai sarace- a strapiombo sul burrone, in un della Croce e la chiesa del ni nel X secolo. Castrum perticari paesaggio di rara bellezza che si Purgatorio. I numerosi edifici di cul- potrebbe avere origine da uno dei apre verso il mar Ionio. Nel terri- to testimoniano una presenza re- latifondi o “masse” longobarde torio di Tursi, è situata la chiesa di ligiosa importante. suddivise in “pertiche” ed affida- S.Maria d’Anglona (X sec.), con Nel paese è ancora possibile ri- te ai coloni. In località Tempe sono rifacimenti di epoca angioina, edi- trovare antichi frantoi ove si pro- state rinvenute grotte basiliane. ficata sul sito dell’antica Pandosia duce ottimo olio. Caratteristico è il centro storico con (donatrice di ogni bene) distrutta In direzione di Salandra (da il abitazioni in pietra recuperata gra- nel 410 e ricostruita in epoca sve- nome al torrente Salandrella, da ca- zie a recenti lavori di restauro. Nel va e definitivamente abbandona- landra, uccello tipico di ambienti fondovalle del Sauro è ubicata la ta nel 1310. La fabbrica è a croce la- steppici) è ubicata l’antica città di chiesa di S. Maria del Sauro (origine tina a tre navate divise da pilastri Uggiano fondata da Roberto I il XIV secolo) con una statua lignea che reggono archi pieni ed ogiva- Guiscardo con l’imponente siste- della Madonna con Bambino. li. La torre campanaria, opera di ma difensivo che si erge al centro Melchiorre da Montalbano, è a di vasti orizzonti che guardano al base quadrata con teste zoomorfe mar Ionio.

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IL PAESAGGIO RURALE

L’area delimitata tra le valli dei fiumi Basento e del Sauro è percorsa dal fiume Salandrella-Cavone che ha rappresentato in passato uno snodo naturale tra i popoli della Magna Grecia e le popolazioni in- digene ed Enotre. L’insediamento antropico, sin dall’antichità, ha trasformato questo territorio de- stinandolo alla coltivazione ed al- l’allevamento. In tempi più recenti la formazione del latifondo e del- le aziende granarie hanno contri- buito al processo di degrado del suolo geologicamente instabile, innescando fenomeni di erosione e desertificazione. Il parco costituisce Tra le colline e i terrazzi di Craco un formidabile strumento di va- lorizzazione e di riequilibrio am- NOTE

bientale in direzione dell’arresto e 1) Diverse sono le proposte per l’istituzione del Prete, Centro interuniversitario di ricerca sul- dell’inversione di tendenza del parco Regionale dei Calanchi. In ordine di tem- le frane e l’erosione, Basilicata Regione Notizie, po sono da citare: la proposta del Gruppo 1998; M. Bentivenga, Alcune Forme erosive nel- degrado del suolo e dello spopo- Consiliare dei Verdi (firmatario Giovanni l’area calanchiva di Aliano, Basilicata Regione lamento. La presenza di numero- Pandolfi) e l’Associazione Umana Dimora, Notizie, 1998; R. Esposito, i fenomeni di ero- Gruppo Consiliare dei Verdi, s. d. (ma 1998). sione calanchiva nei depositi argillosi della se masserie, strutture agricole (iaz- Sull’iniziativa si rinvia anche a: M. Bentivenga, Basilicata, Eos, rivista dell’ARPAB della zi) e oliveti ripropongono con for- Una proposta di legge per la valorizzazione del- Basilicata, n. 1, anno II, marzo 2003. Sull’argo- le suggestive aree calanchive di Basilicata, mento è utile consultare anche il volume za l’esigenza di rilanciare l’eco- Basilicata Verde, periodico informativo del Guida alle escursioni, i depositi della Fossa bra- nomia rurale: il parco costituisce un G. C. dei Verdi di Basilicata, anno 1, n. 1, ago- danica e i flysch esterni dell’Appennino lucano sto 1999. L’articolo riporta in sintesi la pro- nel territorio della provincia di Matera, 77.ma valore aggiunto, per l’economia posta del parco dei Calanchi, sull’esempio del riunione estiva, Congresso Nazionale della rurale per rilanciare il ruolo delle Parco dei Gessi e dei Calanchi di Abbadessa S.G.I. e Università di Bari, Amministrazione (Emilia Romagna) e la R. N. dei Calanchi di Provinciale di Matera, Edizioni Osanna, comunità interessate dal grave fe- Atri in Abruzzo. Nel 2004 è il WWF Basilicata Venosa, 1994. Per gli aspetti geologici si con- nomeno dell’emigrazione. Testimo- che ripropone alla Regione Basilicata, ai sulti: F. Boenzi, N. Ciaranfi, M. Maggiore, P. sensi della L. r. 28/94 un analogo progetto di Pieri, N. Walsh, osservazioni sulla neotettoni- nianze delle classi agrarie e di un legge che ne delinea i caratteri e l’estensio- ca dei Fogli 211 “Sant’Arcangelo” e 212 variegato paesaggio architettonico ne. Analoga proposta viene formalizzata “Montalbano Ionico”, C.N.R., Progetto dalla Legambiente Basilicata nel 2005. Il 19 Finalizzato Geodinamica, Sottoprogetto neo- del passato sono gli insediamenti febbraio 2005 si è tenuta a Montalbano Ionico tettonica, estratto da “contributi prelimina- agricoli quali la Grancia di San una tavola rotonda sull’istituzione del “Parco ri alla realizzazione della carta neotettonica Regionale dei Calanchi e degli Ulivi” orga- d’Italia, pubbl. 356 del Progetto Finalizzato Martino, la masseria Caputo, la mas- nizzata dal Comune di Montalbano in col- Geodinamica; F. Boenzi, N. Ciaranfi, Memorie seria di Santo Spirito e quella di laborazione con Federparchi Basilicata. Nel della Società Geologica Italiana, stratigrafia di det- corso della tavola rotonda è stata sottoli- taglio del “Flysch di Gorgoglione” (Lucania), Pisa, Castiglione. neata la funzione ecologica del parco quale Arti Grafiche Pacini Mariotti, 1970. collegamento tra il sistema dei parchi mon- 4) S. Fascetti, C. Colacino, G. De Marco (1990), basilicata regione notizie tani lucani e la fascia costiera dello Ionio. Alcuni aspetti della vegetazione dei calanchi 2) Il polo chimico ed estrattivo della Val Basento della Basilicata, 85° congresso S.B.I., Giornale è oggi in crisi. Nell’area tra Ferrandina e Bot. It., 124. Pisticci compresa nel territorio dei calanchi 5) Numerosi sono i testi consultabili sulla sto- sono ancora in funzione numerosi pozzi ria dei centri abitati e l’archeologia dell’area. estrattivi dell’ENI quali quelli denominati Per una panoramica generale si rinvia a: S. Cataldo 1 e 2; Pisticci 1-2-3-4-5-9-11-13-24- Basilicata, Guide d’Italia del T.C.I., Milano 1997, Le foto a corredo dell’articolo sono dell’autore. 28-29-30-38. Basilicata e Calabria, T.C.I., Milano 2005. 3) Numerosi sono gli studi geologici e morfo- logici sui Calanchi Lucani. Una sostanziosa bibliografia è riportata negli articoli di: M. Del

C ONSIGLIO R EGIONALE DELLA B ASILICATA

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