2012 Perry GG and the Italian South in a Cold War Contest Incontri.Pdf
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Metauro © 2012 by Metauro Edizioni S.r.l. – Pesaro (Italy) http://www.metauroedizioni.it [email protected] ISBN 978-88-6156-???-? È vietata la riproduzione, intera o parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. incontri cinematografici e culturali tra due mondi a cura di antonio c. vitti Metauro 4 5 Prefazione Maestri e cinema del passato Perché una raccolta di saggi sul cinema, sulla letteratura e sulla cultu- ra italiana in senso lato, scritti da critici che operano tra due mondi, e che per giunta apparentemente non hanno un tema specifico che possa mettere in luce l’insieme? Da questa domanda che poi è diventata una vera sfida, è nato il seguente volume. Sono ormai passati tanti anni dall’ultima raccolta di saggi che ho curato, e che era nata da una collaborazione tra studiosi di cultura italiana tra le due sponde dell’oceano Atlantico. A giudicare dalle rea- zioni dei lettori, dei recensori e dei colleghi che hanno utilizzato il volume precedente, ho ritenuto opportuno che una nuova raccolta di saggi rispecchiasse il desiderio e i bisogni di studenti e insegnanti e che colmasse una lacuna didattica e offrisse un aggiornamento sui nuovi film usciti in questi ultimi dodici anni, e che inoltre presentasse un aggiornamento sulle nuove ricerche su film, registi e scrittori che come Giose Rimanelli e Helen Barolini hanno trascorso la loro vita artistica tra due mondi. Il volume rispecchia anche il desiderio dei miei studenti di stu- diare i film del passato da prospettive diverse e di conoscere il nuovo cinema italiano, i suoi nuovi protagonisti, le nuove tendenze e temati- che. L’iniziativa ha anche lo scopo di avvicinare gli studenti e gli stu- diosi alla cultura italiana della crisi economica e istituzionale e della fine delle ideologie e del postmoderno. L’Italia vista da fuori sembra un paese che deve reinventarsi, andare oltre l’immagine da cartolina del passato, e lo scopo di questa raccolta era di cercare di capire come si autorappresentasse nel nuovo millennio, ma anche com’è vista da chi l’ama ma non la vive direttamente. Lo scopo era di confrontarsi per capire e per realizzare un possibile processo che Andrea Camilleri ha definito: 6 Nei momenti di crisi più nera, mentre tutto crolla, la vita comunque continua e i rapporti umani tendono a rafforzarsi: allora da questo schifoso momento potrebbe venirne anche un gran bene. L’Italia da fuori sembra un paese in ginocchio e in deriva, senza guida e senza fantasia che si barcamena tra tante difficoltà. A mio avviso il cinema dell’oggi non riflette i trionfalismi dei politici al potere ma sembra aver ripreso l’autobus di cui parlava Cesare Zavattini nel pro- vocare i registi e gli sceneggiatori ad avvicinarci alla gente per non far morire gli ideali del neorealismo. La parte del volume dedicata al cinema contemporaneo voleva anche verificare se qualcosa fosse cambiato dalle constatazioni fatte nel duemila dallo storico Gian Pie- ro Brunetta che sul cinema italiano alla fine del secolo aveva scritto: Registi e autori di soggetti e di sceneggiature sembrano aver scelto una sorta di navigazione a vista, continuando a privilegia- re storie minimaliste, in ogni caso muovendosi senza strumenti o bussole comuni per quanto riguarda la rotta del presente. Alla mancanza di visione di cui si lamenta Brunetta si potrebbero aggiungere le difficoltà di distribuzione, la mancanza di dialogo tra produttori e autori, la mancanza del sopporto critico che gli autori lamentano nei confronti dei critici, che continuano a mandare ana- temi sul nuovo cinema. In realtà c’è da chiedersi che resta del cine- ma e della cultura italiana oggi nel mondo della globalizzazione? Le interviste incluse nell’ultima parte del volume pongono queste e altre domande, ma offrono anche risposte che vanno ben oltre l’aspetto estetico. Il regista Giuseppe Piccioni, pur consapevole delle difficoltà del cinema italiano, parlando del Festival di Venezia e della giuria presieduta da Quentin Tarantino, ha biasimato il riprovevole atteg- giamento dei gestori del festival che invece di valorizzare al meglio il cinema italiano assumono un comportamento così descritto: Per assurdo chi dovrebbe, per statuto, valorizzare al meglio il cinema italiano finisce con il fare delle scelte opinabili per quanto riguarda le opere selezionate e anche sulla scelta dei giurati stessi. Questo credo sia un problema perché non ci dovrebbero essere considerazioni personali nella scelta di un film. È sempre stata una mostra attenta ad assecondare certi 7 poteri; quelle due o tre produzioni che hanno già una forza sul mercato ne escono rafforzate quando invece la mostra dovreb- be avere un altro tipo di atteggiamento. E quindi generalmente è una mostra vecchia dove il cinema italiano esce fortemente sciupato, un’immagine che secondo me è molto distante dalla realtà perché quello italiano è anche oggi un cinema che ha un suo reale valore che in molti casi è quantomeno apprezzabile. Malgrado tutte le critiche, a mio avviso, il cinema italiano contem- poraneo sembra che aver dato una risposta forte ai critici superando il cinema minimalista che criticava Brunetta. Benché si sia parlato e scritto molto del neo-neorealismo o addirittura del neo-neo-neorea- lismo e di rinascita del cinema italiano, e si sia tentato di spiegare i due fenomeni, per chi ha curato il volume mancava ancora una vera discussione sugli aspetti nuovi di questa rinascita oppure svolta del cinema italiano contemporaneo. Il volume per chi avrà la bontà di leg- gerlo presenta una vasta ricerca sul cinema italiano del presente e del passato ma va anche oltre. La prima parte è infatti dedicata ai Maestri e al cinema del passato, raccoglie un saggio sulle radici udaiste del neorealismo di Enrico Bernard che riapre il dibattito su quell’intra- montabile fenomeno culturale e artistico. Lorenzo Borgotallo presen- ta una lettura nuova del capolavoro I bambini ci guardano, di V. De Sica nell’analizzare il processo sovversivo di orfanizzazione che la storia del film presenta. Ben Lawton offre una provocante rilettura della commedia di costume di Pietro Germi attraverso il contrasto tra omertà e società civile. Alan Perry ci presenta un tema poco discusso, trattando il Meridione nel contesto della Guerra Civile dalla prospetti- va di Giovannino Guareschi. La commedia italiana è ben rappresenta- ta dal saggio di Gaia Capecchi sulla “poetica dell’ovosodo” di P. Virzì e dal saggio di Claudio Mazzola che attraverso uno studio comparati- vista paragona la provincialità della rappresentazione della gioventù italiana del dopoguerra all’anticonformismo di James Dean e di Mar- lon Brando. Il passaggio tra il vecchio e il nuovo è presentato dallo storico Gian Piero Brunetta con un saggio su un progetto di un film mai realizzato di E. Olmi e la sua collaborazione con Rigoni Stern per l’adattazione del Sergente nella neve. Peter Brunette citando B. Bertolucci ripercorre l’importanza del cinema di Roberto Rossellini. Partendo dai classici della letteratura occidentale, Andrea Cicca- relli ci porta alla scoperta di come il cinema italiano contemporaneo 8 utilizza il viaggio e la stasi. Federico Pacchione riscopre l’influenza di Federico Fellini nel film Stanno tutti bene di Giuseppe Tornatore. Anthony Tamburri analizza Nuovomondo di Emanuele Crialese attra- verso le opposizioni tra il Vecchio Mondo e quello Nuovo che sono al centro del racconto filmico. Maria Rosaria Vitti-Alexander tratta di come il cinema contemporaneo racconta il Meridione ne La terra di Sergio Rubini. Marguerite Waller offre una lettura postcoloniale di Luna e l’altra di Maurizio Nichetti e Vito Zagarrio nell’era del neo- neorealismo trova il “neorealismo prima del neorealismo”. In un volume che si pone di presentare anche il contemporaneo, difatti la nuova generazione è presente con una riflessione sul docu- mentario con La Paura di Pippo Delbono di Maura Borgonzoni. Fla- via Brizio-Skov affronta il quesito se esiste un nuovo cinema politi- co italiano oggi, invece Tania Convertini analizzando Anche Libero va bene di Kim Rossi Stuart, ci presenta la difficile partita familiare dell’oggi di un padre e di un figlio. Il documentarista Salvo Cuccia raccontando anche le sue espe- rienze e l’apprendistato con il compianto maestro De Seta narra come attraverso la poesia del reale e il documentario d’autore De Seta ha mostrato la trasformazione della società e del Meridione. Cosetta Gau- denzi, con La giusta distanza di C. Mazzacurati discute di come il film promuove artisticamente il superamento dei pregiudizi e la conviven- za culturale. Roberta Rosini offre una rilettura filosofica deIl ladro di bambini di Gianni Amelio attraverso il viaggio meridiano. Manuela Gieri con il suo saggio sull’urgenza della storia analizza come il cine- ma italiano contemporaneo rivive e la storia del Paese, mentre Alicia Vitti con Il resto di niente, Through the Lens of Antonietta De Lillo ci riporta alla Repubblica Napoletana e a Fonseca. Paola Lorenzi illustra Io sono l’amore del 2009 diretto da Luca Guadagnino come “Italian Antidote to the American Cinema of Aliens, Mutants & Vampires”, mentre Diana Parisi presenta il cinema di Mimmo Calopresti come cinema di ricerca, riflessione, rivoluzione e dell’esserci. La parte letteraria del volume è arricchita dal saggio di Sheryl Postman, su La terra dei padri tra le ultime opere di Giose Rimanelli, scrittore italiano tra i più importanti nel Nord America. Daniela Privi- tera con Dal silenzio imposto al riscatto della parola traccia percorsi di sicilianità da G. Verga ad A. Camilleri. Flavia Laviosa con ritmi e danze del Sud indica il percorso dalle periferie alla “world music” dei musicisti mediterranei. 9 Il volume offre anche due saggi critici di due noti scrittori italiani: Giacomo Pilati riflette sul ruolo delle Siciliane metaforicamente sin- tetizzato con “il silenzio e l’urlo” ed Ermanno Rea ci offre una rifles- sione sul centocinquantesimo anniversario dell’unificazione.