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Mastino, Attilio (2007) Il Aidu 'entos e gli della Barbaria sarda. Aidu Entos, Vol. 1 (3), p. 27-32. ISSN 2037- 6103.

http://eprints.uniss.it/7056/

Documento digitalizzato dallo Staff di UnissResearch , l AIDU ENTOS , ,

ARC H EOLOG I A E BENI C U LTURALI Studi e ricerche Il Nuraghe Aidu 'entos e gli Ilienses della Barbaria sarda

Rg. 1 - L'iscrizione romana sull'architrave del nuraghe Aldu 'entos.

I resti del protonunuraghe Aidu 'entos ('il valico I problemi di interpretazione sono complessi e non dei venti') si trovano sull'altura di Crostu Littu nel tutti adeguatamente risolti: ne ho potuto discu­ territorio comunale di Bortigali, in loc. Funtana de tere sul posto quasi vent' anni fa con Lidio Gaspe­ Reno, a breve distanza, a circa un chilometro, dal rini e Geza Alfoldy, più di recente con Marc villaggio di Mulargia l'antica Mo/aria, una stazione Mayer. Scartata l'ipotesi di un epitafio con ono­ sulla strada romana a Turre Kora/es al margine mastico indigena, legato al riuso funerario in età meridionale dell'altopiano della Campeda. Nella imperiale della torre nuragica, deve considerarsi cartografia ottocentesca il nuraghe (a corridoio, improbabile anche un riferimento alla vicina con un vano naviforme) segnava il confine tra il strada romana per Kara/es ; si deve invece pen­ comune di Bortigali e il territorio dell'antico co­ sare ad un'indicazione confinaria della popola­ mune soppresso nel 1866 di Mulargia. È stato giu­ zione locale degli llienses, uno dei popoli stamente ipotizzato che questo confine può forse celeberrimi di Plinio, che nell'età di Augusto non proseguire una più antica delimitazione romana, era ancora del tutto pacificato, almeno a giudizio collocata esattamente sulla linea spartiacque, dello storico Tito Livio: gens nec nunc quidem guardando dall'alto le vallate precipiti che arri­ omni parte pacata. In Sallustio e nelle fonti da lui vano fino a Bortigali ed alla valle del Tirso. derivate si immagina una "parentela etnica" dei Un'iscrizione incisa sull'architrave del nuraghe, ci Sardi lIienses con i Romani. riprendendo lo leg­ conserva l'esatta localizzazione nel I secolo d.C. genda delle origini troiane e del naufragio di del popolo barbaricino degli llienses . Il testo è Enea nelle acque del Mar di Sardegna, che sem­ stato letto con alcune difficoltà: lIi(ensium) iur(o) bra sia stato raccontato per lo prima volta negli in / nurac Sessar, / (passus) mc. Anna/es del poeta Ennio, il centurione al quale

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Silio Italico attribuisce l'uccisione di Hostus, il figlio nei secoli lo libertà promessa per sempre dall ' ora­ di , avvenuta nel 215 a.C.; un ana­ colo di Apollo ad Eracle per i suoi figli che aves­ logo contributo alla "romanizzazione" ed alla "ci­ sero raggiunto la Sardegna, dove non avrebbero vilizzazione" degli /Iienses barbari, eredi dei Sardi dovuto subire il dominio di altri popoli. Diodoro Si­ Pelliti coperti della caratteristica mastruca, po­ culo, scrivendo nel I secolo a.C., poteva consta­ trebbe esser dovuto anche alle Origines di Ca­ tare che gli 10lei-lIienses avevano mantenuto fino tone, pretore in Sardegna nel 198 a.C. Utilizzando ai suoi tempi quella libertà che era stata loro ga­ come sue fonti Ennio e Catone, Silio Italico esalta rantita dall'oracolo: «il dio aveva profetizzato che nel corso del Bellum Sardum contemporaneo alla tutti quelli che avessero partecipato alla coloniz­ guerra annibalica il ribelle Hampsagora-Hampsi­ zazione e i loro discendenti sarebbero stati per coro, princeps di un territorio che aveva come sempre liberi, il che si è puntualmente verificato capitale la città di Comus, oggi Santa Caterina fino ai nostri giorni. Infatti, con l'andar del tempo, Pittinuri: egli vantava un'origine troiana, perché essendosi frammisti nella colonia molti barbari, il originario del popolo degli lIienses (SIL. IT. 12,344; popolo si imbarbarì e, trasferitosi in luoghi mon­ vd. anche 361-2, Teucri). tani, fece dimora in luoghi inaccessibili». La fera­ La leggenda troiana risponde all'esigenza di fa­ cità delle "amenissime pianure lolee" attirò vorire una assimilazione degli lIienses nella roma­ ripetuta mente la cupida attenzione di molti po­ nità e di spiegare la straordinaria civiltà nuragica poli, finché i Cartaginesi, con varie battaglie, riu ­ alla luce di una mitica origine troiana, che impa­ scirono ad impadronirsene. Ma g li lolei, ormai rentava i Sardi con Enea e con i Romani: essa è imbarbaritisi, rifugiatisi nella regione montana ed più recente della versione ellenistica che voleva abitando in dimore sotterranee da loro costruite gli lIienses imparentati invece con i Greci, perché ed in gallerie, si dedicarono alla pastorizia, nutren­ identificati con gli lolei del mito, i figli di Eracle e dosi di latte, di formaggio e di carne e facendo a delle Tespiadi giunti in Sardegna al seguito di meno del grano. Seppero dunque conservare lolao: in questo modo i Greci si potevano appro­ quella libertà che, ai Tespiadi, era stata effettiva­ priare delle monumentali testimonianze della ci­ mente assicurata, in eterno, da Apollo. Benché viltà nuragica, in particolare rivendicando dunque i Cartaginesi e, successivamente, i Ro­ all'eroe Dedalo la nascita dell'architettura iso­ mani, muovessero in forza contro d i loro, mai riu ­ lana. Gli lo/aeis, gli lolaeoi, gli lolaioi avrebbero scirono a sottometterli. dato il nome di 10100 alle pianure della Sardegna Va esclusa ovviamente un'origine troia no per gli e secondo Diodoro Siculo avrebbero mantenuto lIienses, dato che si è potuto accertare una pare-

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Ag. 3 - Disegno dell'Ingresso del nuraghe con l'architrave Inscrltto.

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Rg. 4 - Fac simile dell'Iscrizione. timologia dotta per il nome di questo popolo, da lIai a Noragugume o 1I0i a Sedilo) . Questa catena riferirsi alla fine dell'età repubblicana, comunque montuosa, che ha separato in età moderna il risalente ad epoca che precede le Storie di Sallu­ Capo di Sopra (il SQssarese) dal Capo di Sotto (il stio: gli llienses sardi del resto erano noti ai Romani Cagliaritano), prend~ il nome dal fatto che segna da almeno due secoli, fin dalla campagna di il confine (margo) trCl le zone montane ad econo­ Marco Pinario Rusco nel 181 a.C., allorché si mia pastorale della Campeda e le pianure a valle erano ribellati assieme ai Corsi; Pomponio Mela delle città romane di Macopsisa e Mo/aria. L'area afferma espressamente che gli llienses sono il po­ risulta particolarmente turbolenta già dai primi polo più antico dell'isola (in ea [] popu/o­ anni dell'occupazione romana, allorché si rese rum antiquissimi sunt lIienses) e dunque necessario provvedere a congiungere con una sicuramente si tratta di una tribù locale, in qual­ strada interna il porto di Olbia con le ricche colo­ che modo "autoctona" e barbara: è possibile che nie fenicio-puniche della costa occidentale del­ essa debba essere dunque decisamente riferita l'isola, attraversando lo Campeda ed il Monte ad ambito indigeno o meglio barbaricino, in Acuto ed aggirandO il Montiferru: il Marghine (e un'area caratterizzata dalla presenza dei Montes forse anche proprio ìl Montiferru, più vicino a Cor­ /nsani, da identificarsi forse con la catena del nus) è con tutta probabilità da identificare con il Marghine, sulla base del passo di Floro con riferi­ territorio occupato dai Sardi Pelliti visitato da mento alla vittoria di Tiberio Sempronio Gracco: Hampsicora alla vigilia del definitivo scontro con Sardiniam Gracchus arripuif. Sed nihil illi genfium Tito Manlio Torquato nel corso della guerra anni­ feritas /nsanorumque - nam sic vocantur - imma­ balica; del resto lo stesso Hampsicora, originario nifas montium profuere. di Cornus, per Silio Italico poteva chiedere l'ap­ L'epigrafe incisa dall'autorità romana sull'archi­ poggio dei Sardi Pelliti solo perché egli stesso si ri­ trave del nuraghe Aidu 'entos di Mulargia con­ teneva di stirpe indigena e più precisamente sente lo localizzazione di questo popolo nell'area credeva o vantavo un'origine dal popolo degli del Marghine, tra l'altopiano della Campeda ed il llienses: ortum ab Iliaca iactans ab origine nomen. Tirso (per meglio dire tra Macomer e Bolotana): in­ Dopo lo sconfitta dei Cartaginesi e dei Sardi loro tanto alcuni elementi toponomastici sopravvissuti alleati fu promosso da parte dei Romani una sembrerebbero riferire il dominio degli llienses fino vasta operazione di sistemazione catastale delle alle pianure alle pendici meridionali della catena terre sottratte ai vinti, divenute ager pub/icus po­ del Marghine (si vedano ad esempio le località puli Romani, i fundi nell'area di Comus ma anche

AIDU ENTOS n. 3, Settembre-Dicembre 2007 nel territorio dei Sardi Pelliti-llienses: conosciamo i popolo degli llienses in età storica: menzionando Giddilitani, gli Uddadaddar(itani) , i l'ultima migrazione di popoli mediterranei in Sar­ [M]uthon(enses) , i [---]rarri(tani) ed altri populi en­ degna, il periegeta ricorda lo presenza nell'isola trati in età imperiale nel latifondo della gens Nu­ di profughi Troiani, una vicenda mitica nata forse mlSla, popoli che per il Cherchi Paba alla fine dell'età repubblicana, per spiegare eti­ "rappresentarono lo più progredita e combattiva mologicamente, con un accostamento alla di­ parte delle popolazioni protosarde che tanto lot­ struzione di Ilio, il nome della popolazione tarono contro Cartagine e contro Roma per lo indigena degli lIienses. La tempesta avrebbe al­ loro indipendenza, di cui Amsicora fu lo sfortunato lontanato da Enea un gruppo di Troiani, che sa­ vessillifero" . rebbero stati sbattuti dai venti sull'isola. In Tale ricostruzione pare fortemente raccoman­ Sardegna essi si unirono ai Greci che già vi si tro­ data dalla localizzazione riferita da Pausania al vavano, costituendo una coalizione contro gli in-

Flg.5 -Localizzazione di Mo'aria e Macopsisa e del nuraghe Aidu 'entos.

AIDU ENTOS n. 3. Settembre-Dicembre 2007 Studi e ricerche digeni barbari: le due parti furono costrette a con­ millennio a.C.; il toponimo Sessar è attestato nella vivere pacificamente, disponendo di forze pres­ forma Sessa ancora oggi in Sardegna, a Cuglieri. soché uguali; i territori dei Greci e dei Troiani dunque nel territorio di Comus interessato dalla erano separati da quelli dei barbari dal corso del guerra di Hampsicora, a breve distanza da Mular­ fiume Torso. Molti anni questi avvenimenti, i Libii gia. sarebbero passati di nuovo in Sardegna con una Non va comunque esclusa in questa fase un'altra forte flotta ed avrebbero sconfitto i Greci, stermi­ possibilità, che parrebbe in parte fondata, legata nandoli quasi completamente. I Troiani invece alla posizione del nuraghe in rapporto alla grande avrebbero trovato rifugio sui monti resi inaccessi­ viabilità romana in zona: si è detto che lo vicina bili dalle valli profonde, dalle rupi e dai precipizi, Malaria era una stazione sulla strada che colle­ dove vivevano ancora al tempo di Pausania, de­ gava Karales a Turris: se il numerale andasse letto nominandosi "lIiesi", simili ai Libii per le armi, ben di­ milia (sottintendendo passuum) centum, non ci al­ stinti però dai seguaci di 10100, da tempo lontaneremmo di molto dall'èffettiva collocazione scomparsi. Ora, il riferimento al fiume Torso ap­ di Malaria sulla strada in questione, dal momento pare veramente prezioso: proprio il Tirso è oggi il che il punto culminate della Campeda (circa 14 fiume che separa lo catena del Marghine, verso km. a N del nuraghe) ha un miliario con il numero occidente, sulla quale si affaccia il nuraghe Aidu 109 da Karales e lo località Code, in comune di 'entos e lo stesso villaggio di Mulargia, al margine Torralba, il miglio 118. Partendo da altre conside­ della Campeda, dalle colline della Barbogia e razioni, non tutte condivisibili. Emilio Belli ha recen­ del Nuorese, verso oriente: su queste colline erano temente ritenuto di poter fissare il miglio 99,398 da insediate alcune popolazioni locali, tra le quali si­ Karales per il villaggio di Molaria, che abbiamo curamente quella dei Nurr(itani) , i cui fin(es) sono detto si trovava a circa un km. a Nord del nura­ ricordati su un cippo di confine trachitico, rinve­ ghe Sessar; ciò anche se lo somma delle distanze nuto in località Porzo/u in comune di Orotelli, qual­ parziali nell'Itinerario Antoniniano (che conser­ che chilometro al di là del Tirso, in piena area vano però alcuni errori) consentirebbe di collo­ barbaricina. care Malaria al miglio 115. Sembra evidente che l'iscrizione conservi il ricordo 1/ nuraghe sarebbe dunque il segnacolo scelto dai di un antico confine, collocato a quel che pare soldati romani per incatenare gli J/ienses barbari­ a 1100 passi (1626 metri) dal nuraghe, là dove si cini al territorio, nel tentativo di controllarne gli supera il valico sulla sommità della catena del spostamenti e limitarne il brigantaggio in un mo­ Marghine (vicine sono le fortezze puniche di mento che segna in qualche modo lo fine di una Badde 'e Salighes e di Mularza Noa in territorio di resistenza durata per lunghissimi secoli sui Montes Bolotana) e ci si dirige, dall'estremo limite meridio­ Insani della Sardegna . • nale dell'altopiano della Campeda, verso le pia­ nure di Abbasanta, controllate più ad occidente da Macomer, l'antica Macopsisa, dove era l'unica possibilità di transito verso Sud, nella valle che segna il confine anche tra il Marghine e lo Bibliografia Planargia. La numerazione (MC) non sarebbe ec­ BONElLO LAI M . 1993. /I territorio dei populi e delle civitates cezionale, dato che ritorna in altre iscrizioni latine indigene in Sardegna in La Tavola di Esterzili, /I conflitto di questo genere, pure in Sardegna, collocate dai tra pastori e contadini nella Barbaria sarda a cura di A. proconsoli o dai governatori equestri per limitare Mastino, Sassari, pp. 161-164. il nomadismo e incatenare al territorio i pastori GASPERINI L. 1992, Ricerche epigrafiche in Sardegna (/), in Sardinia antiqua, Studi in onore di Piero Meloni in occa­ transumanti. Questo è il caso del cippo dei Boiari, sione del suo settantesimo compleanno, . pp. altra popolazione indigena ricordata dalle fonti 303-306 nr. 5. letterarie come alleata degli flienses fin dal 178 LIGIA M . 1990, Macomer, tra storia e leggenda, Macomer, a.C.: in questo caso possediamo l'indicazione di pp. 48 ss. una distanza del finis dalla rupe naturale inscritta MASTINO A. 1993, Analfabetismo e res istenza: geografia epigrafica della Sardegna, in "L'epigrafia del villaggio", a DlfII di passi. cura di A. CALBI, A. DONATI , G. POMA (Epigrafia e Antichità, In questo quadro andrà spiegata l'abbreviazione 12), Faenza, pp. 457- 536. iur, da intendersi credo iur(a), più che iur(isdictio) , MORAVETTI A. 1998, Ricerche archeologiche nel Marghine­ nel senso di 'territorio di pertinenza degli llienses'. Planargia, Il Marghine-Monumenti, I, Sassari, p. 237 nr. 24. Il locativo in nurac Sessar è prezioso perché con­ PAUUS G . 1993, La forma protosarda della parola nuraghe alla luce dell'iscrizione latina di Nurac Sessar (Mo/aria) , in serva (un millennio prima dei condaghi logudo­ "L'epigrafia del villaggio", a cura di A. CALBI, A. DONATI, G. resi) lo forma nurac con lo gutturale sorda finale, POMA (Epigrafia e Antichità, 12) , Faenza, pp. 537-542. che appare come l'originaria denominazione pa­ PITTAU M . 1994, L'iscrizione nuragica in lettere latine del nu­ leosarda del nome che designa il "nuraghe", lo raghe Aidu 'Entos, in Ulisse e Nautica in Sardegna e altri costruzione megalitica originaria della Sardegna, saggi, Nuoro, pp. 189-20.9 che nel nostro caso sembra risalire all'inizio del I

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