Babel Film Festival 2019 Anna Karina, Il Volto
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_ n.3 Anno IX N. 79 | Gennaio 2020 | ISSN 2431 - 6739 Politiche educative e formazione culturale Anna Karina, il volto iconico passato e futuro cinematografica per i giovani in Germania della Nouvelle Vague Danimarca 1940 – Parigi 14 Dicembre 2019 Il cinema educa alla in programma dall'8 di questo mese al 1° mar- vita! zo prossimo. Se n'è andata il 14 dicembre, die- Dopo una visita a fine Novembre a Francoforte ci giorni dopo l'inaugurazione dell'atelier (ben sul Meno di una delegazione di Diari di Cine- successivo alle loro comuni imprese in cop- club, la responsabile delle attività di alfabetiz- pia) di Godard, "Le Studio d'Orphée" alla Fon- zazione del dipartimento di educazione cine- dazione Prada. Aveva appena fatto in tempo matografica del DDF - DeutschesFilminstitut & Bergamo a volerla come ospite d'onore e sog- Filmmuseum, Christine Kopf interviene per getto presente e parlante della propria retro- raccontare la storia e le politiche culturali dell’i- spettiva nella scorsa edizione, come Cannes a stituto di cinema tedesco dedicarle il manifesto e Bologna a... cineritro- varla l'anno precedente. A oltre sessant'anni Nei 124 anni della sua esi- dalla sua esplosione, la nouvelle vague si sta pro- stenza, il cinema ha subi- gressivamente quanto inesorabilmente conge- to cambiamenti incredi- dando. Nella tragedia, col suicidio di Jean Se- bili. Già dalle sfarfallanti berg (1979); nel dramma, con le scomparse brevi sequenze delle pri- premature di Truffaut (‘84) e Demy ('90); per me immagini, quelle che naturale uscita dalla vita, come nei casi di sono state lanciate da Chabrol e Rohmer (2010), più di recente di Ri- proiettori rumorosi sugli Non è riuscita a vedere e a farsi vedere, come vette (2016), Jeanne Moreau (2017) e Agnés schermi di sale fieristi- si attendeva e ci si augurava, alla retrospettiva Varda pochi mesi or sono. Ma il caso di Anna che, ai tanti lungome- godardiana che la Cinémateque Française ha segue a pag. 8 Christine Kopf traggi artisticamente ri- gorosi e apprezzati del Festival periodo del cinema muto, si può notare una differenza enorme. Ma anche successivamen- te a tale periodo il cinema ha avuto la capacità Babel Film Festival 2019 di reinventarsi più e più volte come specifica Il Babel Film Festival è caratterizzava l’esistenza di quel gruppo e che forma d’arte - a un ritmo assai rapido -, prima il primo concorso cine- nel tempo del progresso ha rischiato di per- grazie al sonoro e successivamente con l’intro- matografico internazio- dersi. L’ONU ha dichiarato il 2019 l’anno delle duzione del colore è riuscito a perfezionare nale destinato esclusiva- minoranze linguistiche proprio perché sotto- ancor di più il linguaggio visivo e la stessa nar- mente alle produzioni linea l’urgenza di una consapevolezza misura- razione. Oggi col moderno cinema in digitale cinematografiche che ta sul rischio che entro la fine di questo secolo, esso continua ancora costantemente a rinno- Antonello Zanda guardano e racconta- delle 6700 lingue parlate nel mondo, tra il 50 e varsi. Il DFF - DeutschesFilminstitut & Filmmu- no le minoranze lin- il 90% morirà, al ritmo di scomparsa di una seum, che nasce dal DeutschesInstitut für Fil- guistiche. È una novità rilevante in un conte- lingua ogni due settimane. Il Babel Film Festi- mkunde (DIF), fondato da Hanns Wilhelm sto cinematografico mondiale in cui le grandi val ha appena chiuso la sua 6ª edizione lavoran- Lavies il 13 aprile 1949 a Wiesbaden, ha accom- produzioni si ostinano a parlare lingue omo- do per impedire questo progressivo impoveri- pagnato per 70 anni questo processo cinema- logate e universali, che appiattiscono, in un mento culturale. Ha mantenuto le promesse di tografico attraverso la ricerca e la conservazio- certo senso, l’universo dell’espressione uma- un programma ampio e articolato, ricco nei ne. Il 7 giugno 1984, su iniziativa di Hilmar na. La lingua minoritaria è una lingua che vive contenuti e che rende ragione di una vitalità Hoffmann, allora capo del Dipartimento di della sua diversità e della ricchezza che resti- creativa nel rapporto tra cinema e lingua rea- Cultura, il Museo del cinema tedesco è stato tuisce nel suo vivere, non solo nella vita che le le. Il festival promosso dalla Società Umanita- inaugurato davanti alla riva del fiume nel Mu- garantisce il parlante, ma anche nella vita che ria – Cineteca Sarda di Cagliari ha ricevuto seo della banca di Francoforte. Le collezioni le rinnovano le arti poetiche. Il cinema, che in anche quest’anno il riconoscimento della me- del Museo si sono basate inizialmente sull’ac- passato non ha mai valorizzato le parlate loca- daglia di rappresentanza della Presidenza del- quisto da parte della città di Francoforte delle li se non in relazione alla capacità di restituire la Repubblica e della Presidenza della Camera proprietà cinematografiche storiche del colle- la caricatura di un modo di vivere stratificato dei Deputati. Organizzato con l’Associazione zionista Paul Sauerländer, che consistevano in (in termini sociologici e antropologici), da di- Babel, grazie al sostegno della Regione Auto- 1300 copie di film in pellicola, 2000 poster ci- versi anni è stato in qualche modo vivificato noma della Sardegna e della fondazione Sar- nematografici, 7000 foto e altre diverse nume- dall’incontro con le parlate locali, con le lingue degna Film Commission, il festival è stato in- rose attrezzature cinematografiche d’epoca. e i dialetti che sopravvivono nelle aree lingui- trodotto da film prodotti dal Babel, due con il La villa Gründerzeit di Schaumainkai è stata stiche spesso periferiche di tutto il mondo. Le concorso Kentzeboghes, per progetti cinema- riprogettata dal punto di vista architettonico comunità hanno consolidato il senso dell’iden- tografici nelle lingue e dialetti della Sardegna, per adattarsi al meglio al Museo, per ospitare tità anche in forza di una lingua che in passato segue a pag. 6 segue a pag. successiva [email protected] n. 79 segue da pag. precedente più vecchio festival cinematografico una biblioteca pubblica sulla storia del cinema per un pubblico di giovani in Germa- e il “Kommunales Kino” (il cinema comunale). nia, da diversi anni fa sempre più affi- A seguire, sotto la direzione di Claudia Dil- damento su formats partecipativi, che lmann, il DIF e il DeutschesFilmmuseum sono grazie a ciò il DFF sta ulteriormente al- stati riuniti in un unico Istituto a partire dal largando un rapporto concreto con il 2006. Il DeutschesFilmmuseum nell’occasione è pubblico giovanile. In questo festival stato riconvertito in un nuovo spazio di mo- viene presentata la più recente produ- stra cinematografica permanente. Dopo il ri- zione cinematografica internazionale tiro dal lavoro della Dillmann, a diventare di- supportata dalla presentazione dei film rettrice dell’istituto è stata Ellen Harrington, in programma, adattata a bambini che che già in precedenza aveva assolto compiti di vanno dai 4 anni fino agli adolescenti, responsabile della prestigiosa Academy Mu- integrata da un programma cinemato- seum of Motion Pictures di Los Angeles. E’ pro- grafico con i classici del cinema e una prio Ellen Harrington a completare la fusione serie di rassegne tematiche in parte formale dell’istituzione iniziata nel 2006, ren- progettate dagli stessi giovani. L’edu- DFF – Deutsches Filminstitut & Filmmuseum - Schaumainkai 41 dendola formalmente riconosciuta come uni- cazione al cinema deve far parte in 60596 Frankfurt am Main ca entità culturale proprio nel 2019, acquisen- modo naturale dell’educazione cultu- do il nuovo nome DFF – DeutschesFilminstitut rale più generale. Tuttavia, poiché stia- & Filmmuseum. Il Dipartimento di educazione mo parlando di un mezzo tutto som- cinematografica, istituito nel 2013, ha rag- mato ancora giovane, a volte è ancora gruppato e ampliato le numerose attività di necessario insistere per sostenerne il educazione museale, che dal 1984 offriva già bisogno. Letteratura, arti visive, musi- www.dff.film corsi formativi per asili, scuole, famiglie e ca e arti dello spettacolo fanno parte del calen- cinematografiche o nelle sale del laboratorio adulti. Sei anni dopo l’educazione cinemato- dario scolastico degli alunni. Al contrario, il del museo stesso. Più oggi i giovani hanno grafica è diventata uno dei pilastri fondamen- cinema non si presenta quasi mai come mez- l’opportunità di vedere film, sceneggiature, tali del profilo DFF insieme ai progetti di digi- zo di esperienza estetica e raramente lo si uti- generi o sperimentazioni estetiche diverse, talizzazione dell’audiovisivo. Il Dipartimento lizza come oggetto specifico di analisi critica più essi hanno la possibilità di intraprendere è riuscito a elaborare progetti educativi inno- dei media. L’educazione al cinema e ai media ‘viaggi’ nella storia del cinema e delle cinema- vativi, trasformandoli in proposte e pratiche in generale in Germania l’educazione al cine- tografie mondiali, più è facile per loro attra- nella vita culturale quotidiana e attirando per verso l’esperienza descrivere e valutare ciò questo molti finanziamenti per la loro realiz- che hanno visto, fare confronti e stabilire rela- zazione. Il Dipartimento è ora sempre più at- zioni. In sostanza, questo è un approccio di la- tivo sia a livello nazionale che internazionale, voro che serve ai giovani per educarli alle pro- contribuendo a far assumere nello specifico prie scelte, che è poi la base del pensiero critico. al DDF una funzione sovra – regionale. Il lavo- Il Dipartimento di educazione cinematografi- ro educativo del DFF propone oggi ad un pub- ca