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REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA-GIULIA

PROVINCIA DI

COMUNE DI

STUDIO GEOLOGICO PER LA VARIANTE GENERALE AL P.R.G.C. DI CAPRIVA DEL FRIULI

RELAZIONE GEOLOGICA

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INDICE

1. PREMESSA ...... 3 1.1 Indagini geognostiche ...... 3

2. ASPETTI GEOLOGICI (TAV. 1) ...... 4 2.1 Inquadramento geologico ...... 4 2.1.1 Formazione del Flysch eocenico ...... 4 2.1.2 Depositi alluvionali ...... 5 2.1.3 Terreni di riporto...... 6

2.2 TETTONICA E SISMICITÀ ...... 6

2.3 ASPETTI PEDOLOGICI ...... 7

2.4 PERMEABILITÀ DEI TERRENI SUPERFICIALI ...... 7

3. ASPETTI MORFOLOGICI E IDROLOGICI (TAV. 2) ...... 8 3.1 Elementi morfologici ...... 8 3.2 Elementi idrologici ...... 8 3.3 Idrogeologia ...... 11

4- VINCOLI NATURALI PER L'USO DEL TERRITORIO (TAV. 3) ...... 13 4.1 - Rischio geostatico a geologico ...... 13 4.2 -Rischio idraulico ...... 13

4.3 -Vincoli di carattere idraulico derivanti dal P.A.I...... 16

NORMATIVA...... 18

ALLEGATO 1. ... ESTRATTO DEL PROGETTO SISTEMAZIONE IDRAULICA DEL TORRENTE VERSA ...... 22

ALLEGATO 2. INDAGINI GEOGNOSTICHE ...... 26

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1. PREMESSA

Il presente studio geologico, su incarico dell’Amministrazione comunale, viene redatto per la Variante Generale al Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) di Capriva del Friuli. Si è proceduto alla caratterizzazione litologica, idrologica e geomorfologica del territorio comunale. La presente relazione, i protocolli delle indagini geognostiche e le tavole grafiche che la corredano (realizzate utilizzando i fogli della Carta Tecnica Regionale), illustrano uno studio che tiene conto dei diversi contenuti geognostici e geologici conosciuti. Questo studio prende a riferimento le seguenti fonti bibliografiche:

− Studio geologico per il “Piano Regolatore Generale Comunale”, Studio Associato di Geologia dott. Paviz Daniele e dott. Soica Renzo -1996; − Relazione geologica per la Variante n.6 al PRGC – R. Ponta 2005; − Carta geologico-tecnica Direzione centrale ambiente e lavori pubblici – Servizio geologico Regione – 2005; − Progetto per la sistemazione idraulica del Torrente versa nel tronco non classificato, in di Capriva del Friuli (2003); − Progetto per lavori di inalveazione Torrente Cristinizza, costruzione canali di racolta acque meteoriche, sistemazione Torrente Bisinta nei comuni di Capriva, Cormons, , Mossa, Isontino (2005).

1.1 INDAGINI GEOGNOSTICHE Nel territorio comunale sono state eseguite nel passato diverse campagne geognostiche, con l’obiettivo di indagare i primi metri di sottosuolo; sono stati realizzati sondaggi elettrici (S.E.V.), prove penetrometriche dinamiche e sondaggi meccanici. Per integrare i risultati a disposizione si è ritenuto utile eseguire una serie di indagini a carattere diretto mediante l'esecuzione di scavi geognostici spinti fino alla profondità massima di circa 4.30 m. Questa scelta è stata effettuata per l’interesse specifico che assume il livello superficiale di sottosuolo nelle scelte dello strumento urbanistico. In allegato sono riportate le schede degli scavi geognostici, le prove elettriche e quelle penetrometriche.

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2. ASPETTI GEOLOGICI (TAV. 1)

2.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO

Il territorio del comune di Capriva del Friuli è compreso tra la piana alluvionale del fiume Isonzo ed i rilievi eocenici del Collio Goriziano. Si distingue una zona collinare circondata da una ampia fascia di depositi pedecollinari. La piana di base è dovuta agli alluvionamenti del Versa che, prima delle opere di bonifica (anni '30), trasportava a depositava su una ampia fascia i depositi limo argillosi, provenienti dal suo bacino. Al di sotto dei depositi alluvionali fini del torrente Versa sono presenti depositi quaternari del fiume Isonzo, che hanno continuità fino alla zona di Medea dove si ha il contatto tra le alluvioni isontine con quelle del fiume Natisone. La stratigrafia di un sondaggio eseguito presso Russiz di Sopra indica 5 metri di argilla giallastra, seguita da 9.5 m di ghiaia pulita e ghiaino con argilla, quindi da 4 m di argilla (da -14.5 a -18.3 m), cui segue il basamento marnoso alla profondità di -20.5 m. Nella piana meridionale, a valle del rilevato ferroviario, un sondaggio riportato nel Catasto Regionale pozzi (Dir. Reg. Ambiente) indica 1.9 m di terreno vegetale seguito da 14 m di ghiaia e da alternanze di strati argillosi e ghiaie da -16 a -40 m. Un sondaggio effettuato vicino alla SS. 56, ha attraversato 1 m di argilla e circa 30 m di ghiaia e sabbia, individuando il substrato marnoso ad una profondità di circa 40 m dal p.c.. Questi dati rilevano una certa complessità nella struttura profonda della piana, con alternanze di ghiaie riferibili al fiume Isonzo, strati argillosi di genesi ancora incerta, e dimostrano come ciò determini un’influenza sulla morfologia superficiale, l'idrografia e la disposizione delle falde.

2.1.1 FORMAZIONE DEL FLYSCH EOCENICO I rilievi collinari sono caratterizzati dalla Formazione Flysch eocenico in facies marnoso-arenacea e locale presenza di conglomerati (affioranti nella parte nord occidentale del territorio comunale al confine con Cormons). La potenza dei singoli livelli rocciosi è estremamente variabile, da pochi mm delle lamine siltose ai 10-20 cm degli strati arenacei. Le caratteristiche litologiche dei singoli livelli e, quindi, dell'associazione litologica che prevale localmente, nonché la frequenza delle discontinuità e delle giaciture,

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determinano un comportamento meccanico del substrato localmente diverso. Lungo i versanti rivolti a Sud gli strati sono generalmente a reggipoggio, mentre assumono una giacitura a franapoggio nei versanti rivolti a Nord. Il substrato roccioso è spesso coperto da una coltre di alterazione limo argillosa caratterizzata da bassi valori di coesione e angolo di attrito. Tali litotipi presentano caratteristiche geomeccaniche mediocri, potenzialmente instabili e molto sensibili alla presenza di acqua che determina un sensibile peggioramento del comportamento geotecnico.

2.1.2 DEPOSITI ALLUVIONALI Sedimenti argillosi – limosi con locale presenza di sabbie Sono presenti nella piana a ridosso dei rilievi collinari, sul fondo delle vallecole e lungo il corso del torrente Versa. Sono composti da clasti arenacei inclusi in una matrice di argilla e derivano dai processi di trasporto e accumulo al piede di rilievi o lungo i compluvi ad opera delle acque di dilavamento. Si tratta di suoli poco addensati pseudocoerenti con una resistenza al taglio (coesione) di 0.2-0.5 kg/cm 2 (angolo di attrito drenato non superiore a 20°). La compressibilità' può risultare anche elevata e lo spessore puo' variare da qualche metro fine ad un massimo di circa 5 metri nell'asse delle vallecole. La presenza di acqua influisce sui parametri geotecnici. Nella fascia prossima al corso del torrente Versa in corrispondenza del suo percorso originario e delle primitive zone di espansione, sono presenti per spessori medi di alcuni metri, terreni limo argillosi con caratteristiche piuttosto scadenti caratterizzati da una coesione variabile e da un angolo di attrito drenato non superiore a 20°. La compressibilità' può essere anche elevata.

Sedimenti prevalentemente ghiaiosi con limi, argille e sabbie Sono presenti nella parte meridionale del territorio comunale a partire poco a monte del rilevato ferroviario. E' presente, in superficie, uno strato di materiale a grana prevalentemente fine che raggiunge una profondità variabile, mediamente non superiore a 1 -1.5 metri, seguito da ghiaie sabbiose associate ad argille. Si tratta di terreni difficilmente inquadrabili sotto l'aspetto geotecnico che possono comportarsi, in funzione del litotipo prevalente, da ghiaie a medio addensamento (NSPT

20-30) fino a limi compressibili (N SPT 5-10) nell'ipotesi di fondazioni superficiali a spessori elevati della coltre coerente.

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Sedimenti ghiaiosi e sabbiosi Sono presenti nella parte meridionale del territorio comunale a partire poco a monte del rilevato ferroviario. Sono composti da ghiaie sabbiose coperte da uno strato limo sabbioso di terreno agrario generalmente poco potente (20-40 cm). Dal punto di vista geotecnico sono terreni validi, i valori di resistenza al taglio sono elevati e l'angolo di attrito interno drenato può oscillare da 30° (sabbie poco addensate) ai 38° delle ghiaie grossolane in matrice sabbiosa.

2.1.3 TERRENI DI RIPORTO Zone già sede di attività estrattive di argilla (nella zona pedecollinare) sono state oggetto di riporti con materiali eterogenei. In tale classificazione rientrano anche le cave, già utilizzate per il prelievo di ghiaie, che sono state oggetto di parziali riporti. Le operazioni di bonifica hanno modificato il corso, originariamente meandriforme del Versa, il cui andamento risulta localmente, ricostruibile dalle mappe catastali. Non si considerano terreni di riporto le zone colmate, in quanto il riempimento e stato eseguito con gli stessi materiali argillosi che possono avere raggiunto nel tempo (50 anni) una certa consolidazione.

2.2 TETTONICA E SISMICITÀ L'area comunale è inserita nel fianco Sud della piatta sinclinale del Collio il cui asse, con direzione ONO-ESE, coincide con la zona del Preval (Martinis 1962). Le giaciture degli strati sono abbastanza regolari; prevalente è comunque una direzione con inclinazioni verso N con valori compresi tra 28 e 58 gradi.

Una linea tettonica è situata al margine tra i rilievi e la piana alluvionale, con andamento NW-SE, dovrebbe separare aree a comportamento geodinamico diverso (Collio-piana alluvionale); in cartografia sono indicate alcune linee di faglia.

Il territorio è classificato con valore di sismicità di Zona 3 relativa ad un grado di pericolosità compreso tra 0.175 e 0.200. Gli epicentri più prossimi hanno interessato (max 3.6 Richter nel 1929), Cividale (max 5.7 Richter nel 1511 e 4.1 nel 1929) a Gorizia (max 3.3 Richter nel 1929), Bovec (max 5.6 aprile 1998) dati da catalogo sismico F.V.G.

Nella zona pedecollinare la presenza di una falda superficiale e la granulometria prevalente (sabbie e limi) sono elementi che possono anche determinare un

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incremento locale delle eventuali sollecitazioni sismiche.

2.3 ASPETTI PEDOLOGICI Utilizzando i criteri contenuti nella Carta Pedologica del FVG edita dalla Direzione Regionale della Pianificazione i terreni limo-argillosi e localmente sabbiosi pedecollinari risultano caratterizzati da una buona fertilità se ben drenati e coltivati.

I terreni agricoli costituiti da ghiaie con limi argille e sabbie affioranti nel centro del paese sono classificati come terreni di fertilità discreta, mentre le zone più meridionali, caratterizzate da ghiaie e sabbie sono zone agro pedologiche magre e pertanto di modesta fertilità naturale. Il limite agricolo di queste aree è sostanzialmente collegato al limitato spessore di terreno di alterazione superficiale.

I terreni collinari e pedecollinari sono molto adatti alla coltura della vite.

2.4 PERMEABILITÀ DEI TERRENI SUPERFICIALI I terreni delle zone ghiaiose, sono caratterizzati da una permeabilità media con un coefficiente (K) valutabile in 10 -1 / 10 -3 cm/s. Tale caratteristica determina problemi di scarsa ritenzione idrica e necessità di irrigazione per tali suoli.

I terreni agricoli ad elevata componente argillosa, superficiale, nonché quelli depositati dal Versa hanno una permeabilità variabile ma generalmente limitata con un assorbimento delle acque meteoriche molto lento il valore di K può essere stimato in 10 -4/ 10 -6 cm/s.

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3. ASPETTI MORFOLOGICI E IDROLOGICI (TAV. 2)

3.1 ELEMENTI MORFOLOGICI Le caratteristiche morfologiche del territorio risultano sensibilmente modificate dai numerosi interventi antropici quali il rilevato ferroviario (risalente alla fine del 1800), la bonifica del Preval, la rettifica del corso del Versa, con i relativi manufatti di attraversamento (risalenti agli anni '30 -'40).

Di epoca più recente risultano, nella parte pianeggiante a Sud del centro abitato e a Est nella zona pedecollinare denominata dei Laghetti rossi, i diversi vani di escavazione in materiali inerti quali ghiaia ed argilla a testimonianza di attività estrattive dimesse.

Le quote della zona pianeggiante passano dai circa 50 m presso il varco del Preval ai

0 circa 44 m nell'estremità' sud-occidentale con una pendenza media pari a 2.6 /00 .

Il nucleo abitativo di Capriva del Friuli risulta sostanzialmente pianeggiante ed allineato con l'andamento generale delle curve di livello. Unica eccezione per la zona compresa tra via Roma, Via Zorutti, Via Treffen e via Alpi Giulie che evidenzia una leggera depressione, rivolta verso SE, che rappresentava in passato un punto critico per il normale deflusso delle acque superficiali . A seguito dei lavori di adeguamento della rete fognaria nell'ambito del progetto di regimazione del Torrente Versa (Studio Galli, 2003), tale area non evidenzia più sostanziale pericolo.

Le morfologie naturali dell'ambito collinare, che non risultano antropizzate, sono caratterizzate da dolci compluvi con alternanze tipicamente concavo-convesse con dislivelli che non superano i 70 m rispetto al fondovalle. Le pendenze dei versanti variano da 5° a 15° con valori massimi di 25°.

L’elevata vocazione dei terreni collinari all'impianto dei vigneti specializzati ha imposto ampi rimodellamenti dei versanti con la formazione di vasti gradoni, generalmente regolari, separati da scarpate di altezza significativa.

3.2 ELEMENTI IDROLOGICI L' idrografia dell'area è rappresentata principalmente dal torrente Versa, dal rio Cristinizza, e da una sistema di fossi di scolo. La piana del Preval prima del 1933 (anno di inizio dei lavori di bonifica) aveva un aspetto di zona palustre e acquitrinosa e il torrente Versa era caratterizzato da un andamento meandriforme e aree golenali di espansione durante le piene. I lavori di

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bonifica sono stati sostanzialmente finalizzati all’uso agricolo delle aree, rendendo il corso del torrente Versa rettilineo, ristretto e arginato su entrambi i lati. Il canale artificiale che scorre al limite Nord del territorio comunale è caratterizzato da sponde con altezze superiori a 2 m, briglie in alveo e una soglia cementata in corrispondenza della confluenza del rio Oblino. Il corso del Torrente Versa in prossimità del centro centro abitato di Capriva fino all’estremità SO del territorio comunale (oltre il rilevato ferroviario), è stato recentemente oggetto di una consistente opera di sistemazione idraulica con tecniche di ingegneria naturalistica che ha previsto tra l'altro l'innalzamento delle quote arginali anche superiori a 2 m dal p.c. (in allegato estratto “Sitemazione idraulica del torrente Versa nel tronco non classificato, in Comune di Capriva del Friuli.“) La portata di magra risulta piuttosto limitata con sensibili incrementi in corrispondenza dei periodi piovosi. Il rio Cristinizza segna il limite comunale con il Comune di San Lorenzo Isontino; morfologicamente è un canale artificiale a fondo naturale, arginato e quindi pensile sulla piana, privo di aspetti morfologici di interesse e normalmente asciutto. Sono importanti per lo smaltimento delle acque superficiali i fossi che scendono dalle colline o che drenano le acque dalle piane agricole, anche se hanno un flusso idrico solo in coincidenza alle precipitazioni piu' intense.

Torrente Versa Il bacino del torrente Versa ha una superficie complessiva di km 2 71, con un percorso di circa 11 km 2, di cui in parte in territorio sloveno, raccoglie le acque provenienti dal Collio, quelle della zona del Preval e le convoglia nello Judrio. A valle del rilevato della ferrovia il corso d'acqua è arginato con manufatti di forma trapezia aventi altezze che normalmente superano i due metri. Nei tratto compreso tra la confluenza Oblino-Versa ed il ponte ferroviario la portata della piena del 1980 considerando la vegetazione in alveo (gamma 2.30) è stata calcolata dall'ing. Fornasir 1 pari a 140 m 3/s. Alla confluenza Versa-Oblino è stato calcolato un tempo di corrivazione pari a 4.70 ore ed una altezza di pioggia con Tr pari a 50 anni di 123.28 mm, mentre al ponte ferroviario è stata calcolata una portata con Tr= 50 anni di 179 m 3/s.

A valle del rilevato della ferrovia il corso d'acqua è arginato con manufatti di forma trapezia aventi altezze che normalmente superano i due metri. In fase di piena non

1 Studio del bacino del Versa – G. Fornasir, 1981

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può ricevere nessun contributo dalle zone agricole essendo pensile sulla piana. La portata di magra è stata stimata inferiore al metro cubo (Soica e Paviz, ‘96).

Rio Cristinizza Il rio Cristinizza drena le acque di un piccolo bacino collinare a nord di San Lorenzo Isontino che ha uno sviluppo di circa di km 4.5, altezza media di 55 m; in corrispondenza allo scarico nel Versa la quota è 44 m, il tempo di corrivazione 5.33 ore (Studio del bacino del Versa –G. Fornasir 1981). Non risulta siano mai state eseguite misure di portata del rio Cristinizza; sulla base delle precipitazioni è stata calcolata una portata con tr 50 anni pari a circa 12,56 m 3/s. L'attuale tracciato del rio Cristinizza è conseguente alle operazioni di bonifica realizzate dagli anni '30. Infatti sulla vecchia carta IGM 1:25.000 si rileva che il precedente percorso naturale, era prossimo alla Strada Provinciale che collega a San Lorenzo Isontino.

Acque provenienti dai rilievi collinari Il deflusso delle acque meteoriche dai rilievi avviene attraverso un reticolo di piccole aste con regime temporaneo nelle quali il trasporto solido in sospensione è significativo solo durante i periodi con piogge intense a brevi, durante le quali si hanno anche ristagni nella piana di fondovalle che viene resa acquitrinosa. Per i rii che drenano le acque dalle zone collinari di recente rimodellamento le situazioni più critiche sono quelle iniziali, data la forte erodibilità dei terreni rimaneggiati ed il conseguente trasporto solido nei fossi di raccolta. Anticamente le acque collinari della zona di Capriva del Friuli venivano drenate da due fossati: il primo (fossa di Gorna) si sviluppava nella parte orientale per defluire nei pressi dell'attuale campo sportivo, il secondo drenava le acque provenienti dalla zona collinare per defluire lungo via Alpi Giulie. I fossi eseguiti a monte ed a valle della linea ferroviaria drenano le acque provenienti dalle zone collinari e pedecollinari più occidentali (Comune di San Lorenzo Isontino). Il fosso a monte convoglia le acque presso un piccolo vano di ex cava nei pressi del sottopasso ferroviario. Gli impianti di vigneto specializzati, coprono ben oltre il 50 % del territorio collinare. L'utilizzo di tecniche di coltivazione meccanizzata richiede la realizzazione di gradoni per i quali vengono adottate pendenze trasversali atte a ottenere un rapido smaltimento delle acque superficiali a ridurre le infiltrazioni. Tali acque vengono generalmente captate mediante scoline laterali o trasversali e convogliate fino ai capifossi naturali.

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Rispetto ai terreni naturali boscati si può avere, particolarmente nella prima fase degli eventi meteorici, un tempo di corrivazione minore e quindi un certo incremento di portata, anche per il minore assorbimento per evapotraspirazione nel collettore finale. Sono possibili anche modificazioni, difficilmente quantificabili sul regime delle acque di infiltrazione nei pendii collinari. La riduzione delle infiltrazioni ed il drenaggio delle sorgenti risulta infatti indispensabile ai fini della stabilità, ma nei periodi siccitosi può indurre una certa carenza idrica nel sottosuolo.

Laghetti derivanti da attivita estrattiva Nella fascia piu' orientate, nella zona confinaria con il comune di Mossa, sono presenti tre laghetti, con acqua prossima al piano campagna, corrispondenti a vecchie cave di argilla. Pur trattandosi di morfologie non naturali i piccoli bacini, profondi alcuni metri, con sponde rinverdite naturalmente, costituiscono un elemento che si inserisce armoniosamente nel paesaggio circostante.

Bacini in zone pedecollinari In tempi recenti diverse Aziende agricole hanno proceduto allo scavo di piccoli bacini sul fondo delle valli collinari da utilizzarsi a fini irrigui per i vigneti (Tav .2). Si tratta di interventi che sono condizionati dalla rapida ricarica dell'acquifero dopo i prelievi (anche ingenti) che avvengono, ovviamente, nei periodi di maggiore siccità. Trascurando gli apporti meteorici ed essendo le zone pedecollinari costituite da terreni argillosi poco permeabili, l'utilizzo di tali microbacini appare di funzionalità incerta anche se la valutazione va rapportata alla entità del prelievo. Non va, inoltre, trascurata una certa azione di drenaggio delle falde collinari con potenziale diminuzione della umidità del terreno agricolo.

Zone di degrado ambientale Comprendono due cave di ghiaia dismesse e parzialmente ritombate ubicate nella piana meridionale oltre la strada statale. La prima sulla strada che porta all’abitato di Moraro, attualmente recintata, risulta abbandonata. La seconda, nelle vicinanze del sottopasso ferroviario di Via Garibaldi, unitamente ad una piccola zona depressa compresa tra il cimitero ed il rilevato ferroviario sono attualmente interessate dal progetto di sistemazione idraulica del rio Cristinizza.

3.3 IDROGEOLOGIA Nella parte strettamente collinare le acque di infiltrazione possono formare falde localizzate, superficiali, dotate di una velocità di movimento molto modesta, che non sempre affiorano in superficie e che alimentano piccole sorgenti a carattere semi

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perenne. Sono falde irrilevanti come utilizzo, ma la cui presenza è causa determinante di fenomeni franosi e sfavorevole per un razionale utilizzo agricolo (asfissia apparati radicali dei vitigni). In Tav.2 sono riportate le sorgenti rilevate. In alcuni casi, sono state progressivamente drenate, in ogni caso la loro presenza evidenzia terreni "umidi". Nel corso dei lavori di sbancamento è molto frequente rilevare, in profondità, terreni saturi d'acqua anche in zone superficialmente asciutte.

Nell'area pedecollinare la diffusione di strati argillosi determinano la presenza di falde molto superficiali che, nella massima escursione, possono anche oscillare da 0 a -3m dal piano campagna (Tav. 2). La falda affiora anche in corrispondenza dei laghetti (limite orientate), il rio che proviene da essi presenta un certo flusso idrico anche nei periodi di prolungata siccità. Nell'area di Capriva non sono disponibili misure periodiche di escursione della falda. Si osserva un graduale approfondimento della stessa nella zona centrale del paese, secondo fasce di profondità gradualmente crescenti e con valori superiori ai 10 m nella piana meridionale. Per la presenza di livelli argillosi superficiali e/o di ghiaie argillose è possibile che in periodi di intense precipitazioni, si formino delle falde temporanee superficiali che possono infiltrarsi negli scantinati se gli stessi non sono adeguatamente impermeabilizzati. Le condizioni per questi fenomeni sono più favorevoli nella zona pedecollinare ma in generale, visti i terreni, appaiono possibili in tutta la zona a nord del rilevato ferroviario.

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4- VINCOLI NATURALI PER L'USO DEL TERRITORIO (TAV. 3)

4.1 - RISCHIO GEOSTATICO A GEOLOGICO Nell'ambito collinare vi sono alcuni processi geostatici in atto (Tav.2) a carico di pendii prossimi ad aree di vigneto. Si tratta di scoscendimenti di modeste dimensioni. I dissesti interessano, generalmente, la coltre di copertura. La causa determinante è sempre la presenza di acqua nel terreno, proveniente da sorgenti interne non adeguatamente drenate e/o da infiltrazioni superficiali. La pendenza dei versanti non è discriminante anche se contribuisce ad incrementare il grado di instabilità. Influenti sono anche l'assetto della massa rocciosa (a franapoggio o reggipoggio), lo spessore della coltre di copertura e la presenza della vegetazione. In sintesi non sussistono, attualmente, condizioni di rischio geostatico nelle zone di interesse residenziale.

4.2 -RISCHIO IDRAULICO Allagamenti del Torrente Versa Nel passato sono numerosi gli episodi di allagamento dovuti al Torrente Versa, possono essere ricordati i seguenti eventi critici con le relative altezze idrometriche presso il ponte di Mariano del Friuli:

ALTEZZE DATE NOTE IDROMETRICHE

18/11/1935 1.70 m straripamento ludrio a Versa 6/10/1937 2.00 m 28/10/1942 1.90 m 26/11/1949 2.40 m straripamento Versa 21/10/1958 1.90 m 13/10/1958 1.95 m 24/10/1964 2.40 m allagamenti Capriva, Moraro a Medea 28/09/1965 allagamenti Capriva a Moraro

25/10/1966 allagamenti a Capriva 1-2/07/1980 2.20 m straripamenti ed allagamenti

Particolarmente grave è quello avvenuto nella notte tra 1-2 luglio 1980; eventi critici successivi si sono verificati il 29.10.1990, il 16.11.1992, ed il 1.10.1993.

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Tra il primo e due luglio 1980 cadde sul bacino imbrifero una precipitazione di 146,8 mm, con una concentrazione in circa 6 ore di 120.5 mm registrati alla stazione di Vipulzano (pari a ben 120 litri/m 2). Il Versa superò l’argine in sinistra presso la confluenza con il rio Oblino e a monte dei ponti di Spessa e di Russiz esondando nella piana a Sud e allagando l’abitato di Capriva. L'onda di piena interessò la campagna compresa tra la strada provinciale ed il corso del Versa, raggiungendo Moraro, Corona e Mariano del Friuli. Nella Tavola n.2 sono state delimitate le aree allagate e esondate storicamente. Le piene del Versa registrate strumentalmente presso l'idrometro di Mariano sono state di 124 m 3/s (novembre 1992), 42 m 3/s (dicembre 1992) a 118 m 3/s (ottobre 1993); tali dati sono stati utilizzati per la taratura delle portate teoriche calcolate sulla base delle precipitazioni che hanno interessato il bacino.

Allagamenti del Rio Cristinizza In passato la parte orientale dell'abitato a Sud del rilevato ferroviario è stata allagata a causa dello scorrimento delle acque provenienti dalla zona pedecollinare nonche' alle tracimazioni del rio Cristinizza. Non sono disponibili le registrazioni degli eventi, a memoria d'uomo risulterebbero molto critici i fatti degli anni 1950-1952, del 1971, del 1980 e del maggio a luglio 1983 e, infine, del 1992 (16 novembre). Il 16 novembre 1992 caddero nella fascia del Collio dalle 24 alle 15 del giorno seguente, 148 mm di acqua (135 mm a Gorizia a 63 mm a Cormons). Le acque superficiali e quelle derivanti dalla tracimazione del Cristinizza scorrevano nel fosso a Sud della linea ferroviaria e, causa dell'ostruzione dello stesso, interessarono le abitazioni comprese nel triangolo tra la SS n.56 a la linea Ferroviaria. La sede stradale della SS n.56 venne superata e le acque interessarono anche zone a sud della statale. L'altezza della lama d'acqua sulla sede stradale era stata valutata in circa 5-15 cm.

Allagamenti per deflusso delle acque dei rilievi collinari La zona pedecollinare orientale a monte della linea ferroviaria è sottoposta ad un accentuato scorrimento superficiale alimentato dalle acque che scendono dai rilievi; in passato una parte di esse defluiva nel fosso a monte della ferrovia in direzione di Capriva allagando anche la sede stradale con una lama d'acqua di circa 10 cm. Le acque attualmente si raccolgono in una piccola depressione presso il cimitero (ove

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attualmente è in fase di realizzazione una vasca di raccolta e sedimentazione di tali acque), in passato in condizioni piu' gravose allagavano il sottopasso ferroviario, e la zona ribassata prossima alla linea ferroviaria. Storicamente, a causa dell’insufficiente dimensionamento della rete di fognatura sono avvenuti diversi allagamenti della sede stradale e delle campagne nei punti piu' bassi nella zona sottostante via Picolit, con successivi ristagni nella fascia piu' bassa in prossimità dell'asilo comunale. Le acque provenienti dalla zona collinare a nord del Versa ristagnano sul fondovalle agricolo e defluiscono, in parte, in alcuni fossi che seguono il corso del Versa.

A seguito della realizzazione dei lavori previsti con i progetti:

⇒ “Sistemazione idraulica del Torrente versa nel tronco non classificato, in Comune di Capriva del Friuli “ (Opere completate, collaudate in data 13 agosto 2007 )2

⇒ “Lavori di inalveazione Torrente Cristinizza, costruzione canali di racolta acque meteoriche, sistemazione Torrente Bisinta nei comuni di Capriva, Cormons, Moraro, Mossa, San Lorenzo Isontino Isontino ”; (Per il Comune di Capriva, opere in fase di completamento, al 20 febbario 2008 manca solo il completamento dell’attraversamento del rilevato ferroviario in prossimità del cimitero comunale).

Si può affermare che le zone un tempo interessate da fenomeni di esondazione e allagamento, dovuti alle acque provenienti dal torrente Versa, dallo sgrondo delle aree collinari ad est di Capriva e dalle acque del rio Cristinizza, non sono attualmente soggette a significativo rischio idraulico.

2 In allegato “ESTRATTO DI PROGETTO” Studio Galli Associazione Professionale di Ingegneria, 2006.

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4.3 -Vincoli di carattere idraulico derivanti dal P.A.I. 3

Il P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo, tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate le azioni e le norme d’uso riguardanti l’assetto idraulico ed idrogeologico del bacino.

Le norme di attuazione del P.A.I. all’art. 5 al comma 1 così recitano: “ I comuni interessati adeguano i propri strumenti urbanistici alle prescrizioni del P.A.I. in applicazione dell’art.17, comma 6, della legge 18 maggio 1989, n.183. Comunque, in sede di formazione ed adozione degli strumenti urbanistici generali o di loro varianti, per le aree interessate devono essere riportate le delimitazioni conseguenti alle situazioni di pericolosità accertate ed individuate dal presente piano nonchè le relative disposizioni normative" .

Nella Tavola 11 allegata al P.A.I., una parte del territorio comunale di Capriva risulta classificato come area a pericolosità idraulica moderata P1 e area a pericolosità idraulica media P2 (tali delimitazioni sono state riportate nella TAV.3).

Vengono di seguito riportati i testi degli articoli n. 10 e n. 11 delle norme di attuazione del P.A.I..

Articolo 10 Interventi ammissibili nelle aree classificate a pericolosità idraulica e geologica moderata - P1 1. Nelle aree classificate a pericolosità moderata idraulica e geologica P1 spetta agli strumenti urbanisticicomunali eprovincialiedai piani disettore regionale prevedere e disciplinare, nelrispetto deicriteri e indicazioni generali del presente Piano, l’uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d’uso, la realizzazione di nuove infrastrutture, gli interventi sulpatrimonio edilizio esistente. 2. Le aree di paleofrana sono classificate nella classe di pericolosità P1. Articolo 11 Interventi ammissibili nelle aree classificate a pericolosità idraulica e geologica media – P2 1. Nelle aree classificate a pericolosità idraulica, geologicae da valanga media P2 l’attuazione dello strumento urbanistico vigente alla data di adozione del progetto di Piano è subordinata alla verifica, da parte dell’Amministrazione comunale, della compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità evidenziate dal Piano nonchè con le norme di salvaguardia di cui ai commi 3 e segg. Del presennte articolo.

3 Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione – Adozione della 1°variante e delle corrispondenti misure di salvaguardia (adotatto con delibera del Comitato Istituzionale n.4 del 19 giugno 2007 – Gazzetta Ufficiale n.233 del 6 ottobre 2007).

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2. Per le aree classificate a pericolosità idraulica, geologica e da valanga media P2 l’Amministrazione comunale, nel modificare le previsioni degli strumenti urbanistici generali, deve prendere atto delle condizioni di pericoloriscontrate dal Piano e pertanto la nuova disciplina dell’uso del territorio deve prevedere la non idoneità per nuove zone edificabili di espansione o per edifici pubblici o di pubblica utilità destinati ad accogliere persone che non costituiscano ampliamento, prosecuzione o completamento di strutture già esistenti. 3. In relazione alle particolari caratteristiche di vulnerabilità, nelle aree classificate a pericolosità idraulica, geologica e davalanga media P2 non può comunque essere consentita la realizzazione di: − impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti pericolosi, così come definiti dalla Direttiva CE 1999/34; − impianti di trattamento delle acque reflue diverse da quelle diverse da quelle urbane; − nuovi stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli articoli6, 7 e 8 del D.Lgs. 17 agosto 1999, n.334; − nuovi depositi, anche temporanei, in cui siano presenti sostanze pericolose in quantità superiori a quelle indicate nell’allegato I del D.Lgs.17 agosto 1999, n. 334. 4. Per gli stabilimenti, impianti e depositi, di cui al comma precedente, esistenti alla data di adozione del progetto di Piano sino all’attuazione delle opere di riduzione del grado dipericolosità, sono ammessi esclusivamente gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, di adeguamento alle normative ovvero finalizzati alla mitigazione del rischio. Un eventuale ampliamento potrà avvenire solo dopo che sia stata disposta, secondo le procedure del presente Piano, la riduzione del grado di pericolosità.

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NORMATIVA. Con riferimento alle aree inedificabili e alle aree utilizzabili con prescrizioni sono state redatte le norme di carattere geologico, di seguito riportate, che diventano parte integrante delle norme di attuazione del nuovo strumento urbanistico; non vengono riportate norme di legge che vigono al riguardo.

Disposizioni generali

In conformità alle disposizioni di legge in materia, allo studio geologico della variante generale del P.R.G.C. e al relativo parere regionale, vengono stabilite prescrizioni edificatorie con riferimento alla pericolosità geologica.

Le zone cui tali prescrizioni fanno riferimento sono individuate nella TAV.3 " Pericolosità geologica" .

Le prescrizioni di carattere geologico, di cui ai successivi articoli, prevalgono sulle norme delle zone e degli elementi lineari, di cui alle norme di attuazione dello strumento urbanistico.

1- Aree di ex cava

Corrispondono a siti caratterizzati da attività estrattive dismesse.

Prescrizioni In tali siti non è ammessa alcuna edificazione. Sono ammessi interventi che prevedono una restituzione finale del piano morfologico in analogia all’andamento dell’intorno naturale; ove questo non fosse possibile si dovrà provvedere alla messa in sicurezza dei fronti di scavo, modificando l’inclinazione delle scarpate per la loro riconfigurazione in condizioni di stabilità a lungo termine, se necessario anche con andamento a gradoni e con un adeguato sistema di drenaggio per contenere i fenomeni di ruscellamento.

2 – Corsi d’acqua, specchi d’acqua, aree golenali del Torrente Versa e del Torrente Oblino

Corrispondono alle aree ove la presenza d’acqua è significativa, in stato permanente (corsi d’acqua, specchi d’acqua e aree golenali) e in regime di temporaneità.

Prescrizioni In tali aree non è ammessa alcuna nuova edificazione. Sono ammessi interventi e opere finalizzate al miglioramento delle condizioni di

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deflusso delle acque e alla protezione del suolo da fenomeni erosivi e interventi di collegamento alla rete idrografica esistente e alle esigenze di attraversamento.

3 - Aree umide e di ristagno d’acqua

Corrispondono alle aree come delimitate in TAV.3. Si tratta di aree caratterizzate da terreni di natura coerente soggetti al ristagno di acque di provenienza meteorica e di locale scolo dei rilievi collinari.

Prescrizioni In tali aree non è ammessa alcuna nuova edificazione. Sono ammessi interventi e opere finalizzate al miglioramento delle condizioni di deflusso delle acque e alla protezione del suolo da fenomeni erosivi e interventi di collegamento alla rete idrografica esistente e alle esigenze di attraversamento.

4 - Aree di dissesto franoso e aree di instabilità diffusa su coltri detritiche

Corrispondono alle aree come delimitate in TAV.3. Si tratta di aree soggette a fenomeni franosi avvenuti e di possibile nuova evoluzione; aree con instabilità della coltre di copertura.

Prescrizioni In tali aree non è ammessa alcuna edificazione. Sono ammessi interventi e opere finalizzati al miglioramento delle condizioni di stabilità dei versanti sia con interventi di difesa attiva che con interventi di difesa passiva.

5 – Terreni con caratteristiche meccaniche scadenti

Sono aree che corrispondono alle zone in cui sono presenti sedimenti limosi, argillosi localmente sabbiosi, così come delimitate in TAV. 3.

Prescrizioni Interventi e opere dovranno tener conto della natura geotecnica di terreni, andranno quindi eseguite opportune indagini geognostiche per verificare le puntuali condizioni litostratigrafiche e le caratteristiche meccaniche dei terreni.

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6 – Aree dei rilievi collinari caratterizzate da massa rocciosa subaffiorante (flysch)

Sono aree che corrispondono alla fascia collinare come delimitate in TAV. 3.

Prescrizioni Interventi e opere dovranno tener conto della natura geotecnica di terreni e fornire particolari indicazioni in merito alla geometria di scavo e alle opere di sostegno dei fronti provvisionali e non, per garantire il mantenimento dell'equilibrio geostatico dell'area di interesse e di quelle circostanti.

7 – Aree con falda freatica tra 0-3 m

Corrispondono alle aree come delimitate in TAV.3, a monte della ferrovia e del nucleo storico dell’abitato di Capriva in cui vi è la possibilità di formazione di falde sostenute dai livelli argillosi superficiali e alimentate da acque provenienti dallo sgrondo dei rilievi collinari.

Prescrizioni In tali aree non è consentita la realizzazione di vani interrati o seminterrati ; si dovrà inoltre tener conto dell'azione dell'acqua nelle operazioni di scavo, nell'interazione terreno-struttura e di un relativo incremento nella sollecitazione sismica locale.

8 - Aree classificate a pericolosità idraulica moderata (P.A.I.) 4

Corrispondono alle aree classificate come P1 nell’ambito del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Isonzo, così come delimitate in TAV. 3.

In tali aree il P.A.I. indica che lo strumento urbanistico comunale deve prevedere e disciplinare, nel rispetto dei criteri e indicazioni generali del P.A.I. stesso, l’uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d’uso, la realizzazione di nuove infrastrutture, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. In attesa della revisione della perimetrazione delle aree a rischio idraulico del P.A.I. Alla luce delle opere di sistemazione idraulica eseguite e in parte già collaudate, si prevedono per tali aree i seguenti vincoli:

Prescrizioni In tali aree la quota del piano terra dei nuovi edifici dovrà essere posta almeno a + 0.40 m rispetto alla quota del piano stradale prospiciente; per la realizzazione di

4 (P.A.I. adottato con delibera del Comitato Istituzionale n.4 del 19 giugno 2007 - Gazzetta Ufficiale n.233 del 6 ottobre 2007 )

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eventuali vani interrati o seminterrati si dovrà prevedere opportune opere atte a impedire fenomeni di infiltrazione o allagamento. Negli interventi di ampliamento e ristrutturazione edilizia si dovrà prevedere, compatibilmente con le specifiche norme urbanistiche del P.R.G.C. vigente, una quota minima del piano terra a +0.40 m rispetto alla quota del piano stradale prospiciente.

9 - Aree classificate a pericolosità idraulica media (P.A.I.)

Corrispondono alle aree classificate come P2 nell’ambito del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Isonzo, così come delimitate in TAV. 3. Sulla base dell’art. 11 delle norme di attuazione del P.A.I., in attesa della revisione della perimetrazione delle aree a rischio idraulico del P.A.I. alla luce delle opere di sistemazione idraulica eseguite e in parte già collaudate , si prevedono per tali aree i seguenti vincoli:

Prescrizioni In tali zone non è prevedibile alcuna nuova area di edificazione di espansione o per edifici pubblici o di pubblica utilità destinati ad accogliere persone che non costituiscano ampliamento, prosecuzione o completamento di strutture già esistenti. Negli interventi di ampliamento e ristrutturazione edilizia si dovrà prevedere una quota minima del piano terra a +0.40 m rispetto al piano stradale prospiciente; inoltre non è consentita la realizzazione di:

− vani interrati o seminterrati per qualsiasi uso; − impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti pericolosi, così come definiti dalla Direttiva CE 1999/34; − impianti di trattamento delle acque reflue diverse da quelle diverse da quelle urbane; − nuovi stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli articoli6, 7 e 8 del D.Lgs. 17 agosto 1999, n.334; − nuovi depositi, anche temporanei, in cui siano presenti sostanze pericolose in quantità superiori a quelle indicate nell’allegato I del D.Lgs.17 agosto 1999, n. 334.

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ALLEGATO 1. ESTRATTO DEL PROGETTO SISTEMAZIONE IDRAULICA DEL TORRENTE VERSA

“SITEMAZIONE IDRAULICA DEL TORRENTE VERSA NEL TRONCO NON CLASSIFICATO, IN COMUNE DI CAPRIVA DEL FRIULI “

PERIZIA SUPPLETIVA A DI VARIANTE

Relazione illustrativa

(Studio Galli Associazione Professionale di Ingegneria)

(OPERE COMPLETATE, COLLAUDATE IN DATA 13 AGOSTO 2007)

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INTERVENTI DI PROGETTO ORIGINARIO IN DATA GENNAI0 2003

4.1 Riassetto idraulico dell'alveo del Torrente Versa Per l'adeguamento del corso del torrente Versa alla portata di piena centenaria nel tratto di competenza regionale in Comune di Capriva del Friuli si sono previsti sia interventi di ricalibratura dell'alveo con tecniche di ingegneria naturalistica che consentono un basso impatto delle lavorazioni c la riqualificazione ambientale dell'alveo a sia il rifacimento del ponte sulla strada Capriva-Spessa.

4.1.1Ricalibratura dell'alveo Si a prevista la regolarizzazione della capacita di portata del torrente Versa nel tronco compreso tra la confluenza Versa-Oblino a l'inizio del tronco classificato di 2 a categoria mediante una effettuata con tecniche di ingegneria naturalistica. L'intervento prevede la risezionatura dell'alveo con forma trapezia asimmetrica ottenuta attraverso il mantenimento di una delle due sponde nella configurazione esistente, l'allargamento dell'alveo ove necessario a la sistemazione dell'altra sponda con scarpa pari a 2:1. Per ottenere una ri-naturalizzazione del corso Versa si a previsto di proteggere l'alveo del nuovo corso esclusivamente con sistemi di copertura vegetale ad eccezione del tratto posto in corrispondenza del manufatto di attraversamento esistente che viene adeguato, della sponda concava della curva a minor raggio di curvatura presente a valle del ponte e delle immissioni dei principals affluenti. A protezione di tali tratti di sponda a stato previsto l'utilizzo di rivestimenti in pietrame (scogliere) in abbinamento con talee infisse negli spazi interstiziali. Dal punto di vista naturalistico a paesaggistico il rinverdimento delle sponde protette garantisce un basso impatto degli interventi. Per i dettagli relativi alle opere di protezione si rimanda agli appositi allegati descrittivi.

4.1.2 Ponte sulla strada Capriva - Castello di Spessa E stata prevista la demolizione dell'attuale ponte che presenta una luce libera al deflusso di circa 13 m. E' stato previsto il rifacimento del ponte con una luce totale pari a 32 m, su strada a doppio senso di marcia con carreggiata da 6,00 metri, marciapiede da 1,50 metri, cordoli laterali della larghezza di 0,25 metri, di seconda categoria. Per la sua costruzione si utilizzeranno due travi in acciaio ad I collaboranti con una soletta in c.a. a mezzo di connettori. Le travi saranno diaframmate da traversi reticolari agli appoggi ed in campata, mentre all'estradosso delle travi è previsto un

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controvento reticolare per la fase di montaggio.

4.2 Sistemazione degli affluenti a smaltimento delle acque meteoriche Come sopra illustrato le acque della zona agricola a dei rilievi collinari posti a Nord-Est dell'abitato di Capriva confluiscono allo stato attuale nella rete fognana mista del centro urbano sovraccaricandola a determinando l'esondazione delle acque nella zona del centro. Le acque del rilievi collinari non trovano allo stato attuale una via diretta di scorrimento verso il Torrente Versa. Il sistema di raccolta a smaltimento delle acque meteoriche dal territorio comunale gravitante sul bacino proprio del Torrente Versa è stato percio concepito secondo due componenti: una prima relativa alle superfici urbanizzate ed una seconda destinata al drenaggio dei versanti collinari a dei bacini agncoli. Quest'ultima costituisce un sistema di difesa dell'abitato di Capnva dalle piene di origine meteorica a si articola in un insieme di collettori chiusi e a cielo aperto, ovvero nuovi collettori di raccolta delle acque bianche a fossi esistenti ricalibrati. I primi sono a sezione circolare o rettangolare, i secondi a sezione trapezia con base variabile tra i 2 e i 6 m e sponde con scarpa 1:1 in modo da limitare l'impatto in termini di occupazione dei terreni attraversati. Il sistema destinato al drenaggio dei versanti collinari a dei bacini agricoli si origina in corrispondenza delle Vie Zorutti a Val Dobia e, attraverso la sistemazione idraulica dei fossi esistenti nella zona agricola "Blacis", consentira di convogliare tutte le acque captate verso l'attuale punto di imbocco nella rete fognaria mista in Via Preval. In tale punto si originera il nuovo collettore scatolare destinato a convogliare le acque captate nel canale a cielo aperto di bonifica esistente a valle di Via Roma. Tale collettore avra tracciato completamente esterno all'abitato di Capriva percorrendone il limite Nord in corrispondenza di una nuova linea stradale prevista dal P.R.G.. Le acque verranno quindi convogliate a valle del rilevato FF-SS utilizzando il canale di bonifica esistente opportunamente ricalibrato allo scopo a un nuovo canale posto a Nord del rilevato ferroviario. A valle del rilevato le acque verranno convogliate tramite un nuovo canale a cielo aperto che attraverserà la zona agricola posta a valle del rilevato FF-SS a la S.S. n. 56 fino al fosso esistente al confine con il Comune di Moraro. Tramite tale fosso le acque verranno recapitate nel Torrente Versa. Tale nuovo punto di recapito garantira condizioni di non rigurgito delle acque della rete fognaria di Capriva.

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5. OPERE SUPPLETIVE E DI VARIANTE

Con le opere suppletive inerenti alla presente perizia si realizzano opere accessorie a di completamento del progetto esecutivo di "Sistemazione idraulica del Torrente Versa nel tronco non classificato in Comune di Capriva del Friuli"; le opere previste sono di seguito riportate:

Consolidamento delle sponde e realizzazione di una soglia in massi di cava con tecniche di ingegneria naturalistica a ridosso del ponte ferroviario. E' prevista la protezione delle sponde nel T. Versa sia in destra che in sinistra idrografica a ridosso del ponte ferroviario Udine-Gorizia. Si è prevista la fornitura e posa in opera di una doppia scogliera sia per l'alveo di magra che sulla la banca; si è inoltre prevista la realizzazione di una soglia di fondo in massi di cava, finalizzata a stabilizzare le quote di fondo in corrispondenza al ponte ferroviario e creare una zona di rifugio per le specie acquatiche e l'avifauna.

Nuova condotta meteorica e ripristini stradali in Via Roma dal centro al bivio di Via Gemona E' stata prevista una nuova condotta per acque bianche del DN 600 in Via Roma dal bivio di Via Gemona fino al punto 14 (Via Centrale) completa di caditoie a bocca di lupo e ripristino dell'intera sede viaria, compreso il rifacimento del marciapiedi esistenti intervallati con delle fasce di cubetti di porfido delle dimensioni di cm 6/8 posati su letto di sabbia/cemento. Le cordonate saranno del tipo con parti a vista bocciardate e saranno complete con cunetta alla francese per lo sgrondo delle acque meteoriche.

Ripristini sottoservizi in Via Roma (fognature e cavidotto P.I.) L'intervento in Via Roma dal punto 6 al punto 13 prevede la scarifica del corpo stradale resosi necessario a seguito dell'esecuzione delle condotte previste nel progetto onginario, l'esecuzione della fondazione e la pavimentazione stradale, il rifacimento del cavidotto per pubblica illuminazione completo di plinti portapali. I marciapiedi avranno finitura in cemento lisciato con campi di 3,50 metri intervallati con delle fasce di cubetti di porfido delle dimensioni di cm 6/8 posati su letto di sabbia/cemento. Le cordonate saranno del tipo con parti a vista bocciardate e saranno complete di cunetta alla francese per to sgrondo delle acque meteoriche.

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Fig. 1: Estratto della planimetria di progetto opere di completamento della sistemazione idraulica del territorio.

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ALLEGATO 2. INDAGINI GEOGNOSTICHE

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Pozzo con stratigrafia n.1

Estratto da “Catasto regionale dei pozzi” Regione Friuli Venezia Giulia

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Scavo geognostico n.1

Estratto da “Relazione geologica per la Variante n.6 al P.R.G.C.” R.Ponta 2005

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Scavo geognostico n.2

Estratto da “Relazione geologica per la Variante n.6 al P.R.G.C.” R.Ponta 2005

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Scavo geognostico n.3

Estratto da “Relazione geologica per la Variante n.6 al P.R.G.C.” R.Ponta 2005

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Scavo geognostico n.4

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Scavo geognostico n.5

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Scavo geognostico n.6

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Scavo geognostico n.7

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S.E.V. n.1

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.2

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.3

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 39 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

S.E.V. n.4

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.5

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.6

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 42 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

S.E.V. n.7

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.8

Estratto da “Studio di determinazione, schedatura e proposte di riutilizzazione e trasformazione delle zone degradate della provincia di Gorizia” TaccheoS. Provincia di Gorizia 1987-1988

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S.E.V. n.9

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.10

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

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S.E.V. n.11

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 47 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.1

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 48 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.2

Estratto da “Indagine geotecnica per il piano particolareggiato della zona collinare del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1988

e-mail: [email protected] 49 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.3

Estratto da “Indagine geotecnica per il piano particolareggiato della zona collinare del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1988

e-mail: [email protected] 50 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.4

Estratto da “Indagine geotecnica per il piano particolareggiato della zona collinare del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1988

e-mail: [email protected] 51 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.5

Estratto da “ Indagine geotecnica per il piano particolareggiato della zona collinare del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1988

e-mail: [email protected] 52 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.6

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 53 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.7

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 54 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.8

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 55 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.9

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 56 Dott.geol. Andrea Marangon via S.Giorgio,11 – 34071 Cormons tel/fax 0481/534150

Prova Penetrometrica n.10

Estratto da “Studio geologico per il P.R.G.C. del Comune di Capriva del Friuli” Paviz & Soica 1996

e-mail: [email protected] 57