Collana Del Dipartimento Di Studi Storici Università Di Torino 9

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Collana Del Dipartimento Di Studi Storici Università Di Torino 9 COLLANA DEL DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI UNIVERSITÀ DI TORINO 9 Jennifer Cooke Millard Meiss Tra connoisseurship, iconologia e Kulturgeschichte Ledizioni © 2015 Ledizioni LediPublishing Via Alamanni, 11 – 20141 Milano – Italy www.ledizioni.it [email protected] Jennifer Cooke, Millard Meiss. Tra connoisseurship, iconologia e Kulturgeschichte Prima edizione: settembre 2015 ISBN Cartaceo: 978-88-6705-370-4 ISBN ePub: 978-88-6705-371-1 Copertina e progetto grafico: ufficio grafico Ledizioni COLLANA DEL DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO DIRETTORE DELLA COLLANA: Adele Monaci COMITATO SCIENTIFICo: Secondo Carpanetto, Giovanni Filoramo, Carlo Lippolis, Stefano Musso, Sergio Roda, Gelsomina Spione, Maria Luisa Sturani, Marino Zabbia Nella stessa collana sono stati pubblicati in versione cartacea ed ePub: 1. DAVIDE LASAGNO, Oltre l’Istituzione. Crisi e riforma dell’assistenza psichiatrica a Torino e in Italia 2. LUCIANO VILLANI, Le borgate del fascismo. Storia urbana, politica e sociale della periferia romana 3. ALESSANDRO ROSSI, Muscae moriturae donatistae circumvolant: la costruzione di identità “plurali” nel cristianesimo dell’Africa Romana 4. DANIELE PIPITONE, Il socialismo democratico italiano fra la Liberazione e la legge truffa. Fratture, ricomposizioni e culture politiche di un’area di frontiera. 5. MARIA D’AMURI, La casa per tutti nell’Italia giolittiana. Provvedimenti e iniziative per la municipalizzazione dell’edilizia popolare 6. EMILIANO RUBENS URCIUOLI, Un’archeologia del “noi” cristiano. Le «comunità immaginate» dei seguaci di Gesù tra utopie e territorializzazioni (I-II sec. e.v) 7. MICOL LONG, Autografia ed epistolografia tra XI e XII secolo. Per un’analisi delle testimonianze sulla “scrittura di propria mano” 8. PAOLO VANOLI, Il ‘libro di lettere’ di Girolamo Borsieri: arte antica e moderna nella Lombardia di primo Seicento Il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino pubblica nella sua Collana ricerche relative ai seguenti ambiti: la storia, dall’antichità all’età contemporanea; le scienze archeologiche, storico- artistiche, documentarie e geografihe. I volumi sono disponibili sia in formato cartaceo sia in ePub consultabili sul sito del Dipartimento. Il volume è stato pubblicato con il sostegno del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. In loving memory of my father Derek A. Cooke Millard Meiss fotografato da Hans Namuth (1961), Archives of American Art, Washington DC. Indice Introduzione 11 Ringraziamenti 15 Abbreviazioni 16 1. Due generazioni di Kennerschaft americana 17 1.1. Richard Offner: profilo di un conoscitore sui generis 17 1.2. Offner e Berenson, i due cartografi 19 1.3. L’insegnamento di Offner, ovvero le basi per una scienza della connoisseurship 23 1.4. Da “Ugolino Lorenzetti” alla Kennerschaft negli anni Sessanta e Settanta 27 1.4.1. Questioni giovanili 27 1.4.2. “Scusi, ma sempre Duccio”: il caso della Flagellazione Frick 32 1.4.3. «The world clearly wants Giotto to be the author»: la questione assisiate 47 1.4.4. «The sharp eye of a connoisseur and the acute mind of a scientist» 59 2. L’altra faccia della luna: l’iconologia di Erwin Panofsky 63 2.1. L’arrivo di Panofsky negli Stati Uniti 63 2.2. Iconologia American Style 68 2.2.1. La ricezione degli Studies 68 2.2.2. Il disguised symbolism 72 2.2.3. La riduzione americana dell’iconologia a iconografia 77 2.3. L’influenza di Panofsky negli studi sulla miniatura 79 2.4. La chiamata di Meiss a Princeton: il synthronismus 92 2.5. «Von Haus zu Haus» 96 2.6. «L’étendue de son influence, les poids de son autorité, la solidité de son règne» 98 2.7. Percorsi di ricerca panofskiani 103 2.7.1. Arnolfini’s hat ovvero gli studi sull’arte fiamminga 103 2.7.2. Iconologia della luce 109 2.7.3. «Oology may qualify as a branch of iconology» 113 2.7.4. Il sonno meissiano 118 3. Kulturgeschichte o storia sociale dell’arte? 123 3.1. La recensione ad Antal 123 3.2. La peste e la critica negli anni Cinquanta 126 3.2.1. «L’un des ouvrages les plus originaux et les plus solides de l’histoire de l’art» 126 3.2.2. Il parere degli storici Yves Renouard, Hans Baron e Roberto S. Lopez 133 3.2.3. L’habitus non fa l’artbishop: i giudizi di Berenson e Panofsky 137 3.2.4. La stroncatura di Ragghianti e la sfortuna italiana 143 3.3. «Un libro che doveva esser conosciuto in Italia non solo dagli studiosi»: le complicate vicende di una traduzione 147 3.4. «The holes in the Meissian model have grown larger with each passing year» 153 3.5. La storia della cultura dopo la Morte Nera 157 4. Tutela, restauro e studio delle tecniche 161 4.1. L’art laboratory di Harvard 161 4.2. «America as guardian of the world’s art treasures»: l’American Committee for the Restoration of Italian Monuments 162 4.3. Gli studi sull’affresco 173 4.3.1. Il restauro e la riflessione sul distacco degli affreschi 173 4.3.2. Giornate assisiati in compagnia di Leonetto Tintori 178 4.3.3. Il progetto di un libro sulla storia della tecnica 184 4.4. Gli aiuti americani dopo l’alluvione 187 4.4.1. Un caso acuto di CRIAmania 187 4.4.2. Ugo Procacci, la “brigata Tintori” e i «tenaci antagonismi» italiani 193 4.4.3. Da The Great Age of Fresco a Firenze Restaura 198 5. ‘Meiss-fortunes’ italiane 205 5.1. Prime impressioni italiane di un conoscitore 205 5.2. Panofsky americano e candido iconologo 209 5.3. Frequentazioni meissiane 212 5.3.1. Longhi e Salmi 212 5.3.2. Il Kreis dei sovrintendenti 215 5.3.3. Un gentiluomo dell’Ottocento 217 5.3.4. Un paladino dell’iconologia e della storia della cultura 220 5.3.5. Quando a Princeton si parlava solo italiano 223 5.4. L’uomo che visse tre volte 225 Regesto bibliografico di Millard Meiss 229 Bibliografia generale 243 Saggi e monografie 243 Tesi consultate 354 Sitografia 354 Indice dei nomi 355 Introduzione* «He could have astonished but refrained from doing so; he could have allowed a powerful imagination to draw him beyond the permissible limits of the evidence; he could have disturbed the careful balance between formulation and the thought that it expressed. But he did none of these things»1. Acuto, determinato, riservato e schivo, diplomatico, ma dotato di sense of humour, John Pope-Hennessy trovò in Meiss quella misura essenziale per un buono storico dell’arte e fu colpito dalla perfetta corrispondenza tra la personalità umana e la sua statura intellettuale2. Il percorso di Meiss come studioso si caratterizzò per lo stesso sottile equilibrio nel riuscire a tenere insieme l’analisi dei valori formali, la conoscenza degli aspetti tecnico-conservativi e lo studio del significato dell’opera nel suo contesto intellettuale, storico ed estetico di produzione e fruizione, adottando un approccio multiforme e flessibile, frutto della complessa stratificazione metodologica nell’“età dell’oro” della storia dell’arte negli Stati Uniti3. Millard Lazare *1Il presente lavoro è il risultato della rielaborazione della tesi di dottorato Millard Meiss: tra Connoisseurship, Iconologia e Kulturgeschichte, tesi di dottorato in Storia della Critica d’Arte, tutor F. Varallo, Università degli Studi di Torino, XXV ciclo. Alcune parti sono state fortemente sintetizzate, altre omesse, come per esempio il capitolo sul Congresso di New York del 1961, e saranno oggetto di futuri appro- fondimenti. Anche il materiale documentario (nella fattispecie i carteggi), qui solo parzialmente restituito, sarà argomento di singoli interventi. 1 J. POPE-HENNESSY, Learning to Look, Heinemann, London 1991, pp. 305-306. 2 G. GLUECK, Art History Colleagues Honor Millard Meiss, in “The New York Times”, 15 aprile 1974, p. 38; J. COOLIDGE, Millard Meiss, Former Fogg Curator of Paintings, in «Fogg Art Museum Newsletter», XIII, 1, 1975, p. 4. 3 L’espressione, com’è noto, si deve a E. PANOFSKY, Tre decenni di storia dell’arte negli Stati Uniti. Impressioni di un europeo trapiantato, in ID., Il significato nelle arti visive, 12 MILLARD MEISS: TRA CONNOISSEURSHIP, ICONOLOGIA E KULTURGESCHICHTE Meiss (Cincinnati OH, 25 marzo 1904 – Princeton NJ, 12 giugno 1975), proveniente da una benestante famiglia ebrea dell’Ohio, si formò inizialmente come architetto a Princeton dove conseguì il Bachelor of Arts in inglese e letteratura nel 19264. Dopo aver lavorato come construction supervisor presso Schroeder and Koppel di New York, decise di intraprendere gli studi storico-artistici a Harvard, negli anni in cui Paul J. Sachs con il celebre Museum Course gettava le basi per una connoisseurship “als Kunstwissenschaft”, fondata su un’oggettiva grammatica stilistica corroborata dall’analisi della tecnica e dallo studio delle fonti5. Completò la propria formazione all’Institute of Fine Arts di New York accanto a Richard Offner, un maestro che affinò i suoi strumenti da conoscitore avviandolo allo studio dei primitivi toscani con le prime ricostruzioni del corpus di artisti quali “Ugolino Lorenzetti” e Francesco Traini. All’istituto newyorkese Meiss ebbe modo di conoscere Erwin Panofsky, il quale indirizzò le sue ricerche verso l’ars nova fiamminga e la miniatura francese, ma soprattutto stimolò il giovane studioso a spostare l’attenzione dagli aspetti formali a quelli contenutistici dell’opera d’arte. A sua volta, Meiss diede un significativo apporto all’‘americanizzazione’ del metodo iconologico, coltivando con il professore tedesco un lungo dialogo e un rapporto di collaborazione personale e professionale. Dopo il dottorato Meiss iniziò la propria carriera accademica come lecturer, prima all’Institute of Fine Arts, e poi alla Columbia University, dove divenne collega, tra gli altri, di Meyer Schapiro e Rensselaer W. Lee. Dal 1940 al 1942 assunse la direzione del prestigioso «Art Bulletin» portando una ventata di cambiamento alla storica rivista, aggiornandola a nuovi Einaudi, Torino 1962 (ed.
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