“Financial Fair Play”. Aspetti Economici E Giuridici
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Dipartimento di Giurisprudenza Cattedra: Economia aziendale CALCIO ED ECONOMIA: TRA LICENZE UEFA E “FINANCIAL FAIR PLAY”. ASPETTI ECONOMICI E GIURIDICI Relatore: Candidato: Prof.ssa Izzo Maria Federica Francesco Panattoni Matricola: 106643 Correlatore: Prof. Lubrano Enrico Anno accademico 2015/2016 Indice Calcio ed economia: tra Licenze UEFA e “Financial Fair Play”. Aspetti economici e giuridici Introduzione CAPITOLO I: Stato di salute delle Leghe calcistiche europee: analisi comparatistica dall’Italia alla Spagna, passando per l’Inghilterra e la Germania. 1.1 Calcio ed economia: legame indissolubile ……………………. 9 1.2 Serie A: dal boom degli anni Novanta ………………………... 18 1.3 … alla crisi ……………………………………………………… 35 1.4 Conseguenze della mala gestione ……………………………... 50 1.5 Analisi comparatistica fra le Leghe europee: la Premier League …………………………………………………. 62 1.6 La Bundesliga ………………………………………………….. 68 1.7 La Liga …………………………………………………………. 75 CAPITOLO II: Disciplina delle Licenze UEFA e del Financial Fair Play 2.1 Licenze UEFA: gli obiettivi ……………………………………. 78 2.1.1 Gli Organi del Sistema ………………………………………… 82 2.1.2 I criteri per il rilascio delle Licenze UEFA ………………… 101 2.1.3 Considerazioni finali sulle Licenze UEFA ………………… 103 2.2 Disciplina del Fair Play Finanziario ……………………….. 119 2.2.1 Dalla sentenza del Tribunal de Première Istance alla riforma del 2015…………………………………………. 126 2.2.2 Fair Play finanziario nostrano ……………………………… 130 CAPITOLO III: I primi anni di applicazione del Financial Fair Play: aspetti positivi e negativi della normativa 3.1 Risultati del Financial Fair Play ……………………………. 139 3.2 Pregi… ……………………………………………………….. 145 3.3 … e criticità ………………………………………………….. 159 Conclusioni Calcio ed economia: tra Licenze UEFA e “Financial Fair Play”. Aspetti economici e giuridici Introduzione 20 Maggio 2008. Siamo alla vigilia della disputa della finale della UEFA Champions League, la più prestigiosa competizione calcistica continentale. Michel Platini, ex stella della F.C. Juventus degli anni ’80 ed attuale presidente dell’UEFA (Union of European Football Association), sta rispondendo alle domande di rito durante il pre-partita. Banale è la richiesta di fare un pronostico sul match, ma altrettanto non lo è la risposta che Platini dà ai giornalisti: “Spero di non vedere più una partita come questa. Dal calcio va estirpato il principio che chi fa più debiti vince”1. Il giorno successivo, infatti, si sfidano, nell’impianto “Luzhniki” di Mosca, due tra le più forti compagini inglesi, il Manchester United F.C. ed il Chelsea F.C., le quali, però, complessivamente hanno debiti per un miliardo e mezzo di sterline. Difatti il Chelsea deve al suo proprietario, il magnate russo Roman Abramovich, 720 milioni di sterline, mentre il Manchester United F.C. è stato acquistato dalla famiglia Glazer nel 2005 attraverso un’operazione di “leveraged buy-out”2, grazie ad un prestito di 836 milioni 1 Dichiarazioni prese da www.ilsole24ore.com 2 Leveraged buy out (“LBO” ): operazione tramite cui una società, costituita appositamente (in tal caso definita come “Newco.” o “Shell company”) oppure già esistente, acquisisce la partecipazione totalitaria e/o di controllo di un’altra società di capitali (società “Target” ovvero “società bersaglio” ) facendo ricorso al capitale di credito. Ciò che caratterizza l’operazione di leveraged buy out, e al contempo ne è un aspetto problematico, è il fatto che la società “Target” viene acquistata attraverso la contrazione di un debito, il quale verrà rimborsato solo successivamente all’ acquisizione con gli utili conseguiti dalla “società bersaglio”. In poche parole, effetto dell’operazione consiste nella traslazione del debito contratto sul patrimonio della società acquisita, che in sostanza assume il debito al posto della società acquirente. M. CLEMENTI, G. LUSCHI, A. TRON, Le operazioni di leveraged buy out. Aspetti legali, tributari e finanziari, IPSOA, 2006 4 di sterline erogato da fondi d’investimento e banche, garantiti dal medesimo club. Questo fu un concetto che Platini sostanzialmente ripete due settimane dopo, il 5 Giugno 2008, al quotidiano francese “L’ Equipe”: "In Champions League vince chi bara sulle regole finanziarie”; "L'obiettivo non è più vincere dei titoli, ma guadagnare denaro per ripianare i debiti. Guardate i deficit di Chelsea e Manchester United. La FIFA e l'UEFA devono battersi contro questa situazione. Perché oggi sono quelli che imbrogliano a vincere"; “Anche i grandi club possono permettersi di competere in Champions League solo a credito. Una situazione che mi imbarazza. Dobbiamo trovare un modo, insieme all'Associazione dei club europei, per aiutare le squadre a risolvere i loro problemi. Non deve più succedere che le sconfitte si trasformino in drammi finanziari"3. È da tale contesto che prende quindi vita quello che oggi è conosciuto come “Financial Fair Play”, o “Fair Play Finanziario”, oggetto della mia tesi di laurea. Tratterò la disciplina normativa tanto delle Licenze UEFA, che costituiscono il presupposto del FFP, che di quest’ultimo, non prima di effettuare una panoramica del settore calcio, italiano “in primis” ed europeo poi, individuando quelle che possono essere state le cause della crisi dello stesso. Mostrerò particolare attenzione alla regola del “break even rule” (pareggio di bilancio), soffermandomi su quali siano i ricavi e costi pertinenti e non, evidenziando, quindi, anche la differenza tra il “normale” pareggio di bilancio ed il pareggio di bilancio ai fini del FFP. La materia è stata oggetto di una recente riforma; esaminerò gli aspetti salienti, utilizzando un approccio critico, cioè chiedendomi il perché si è dovuti intervenire nuovamente. Infine valuterò l’efficienza della disciplina, scovando gli eventuali punti deboli e criticità, sfruttando le quali le società di calcio possono aggirare il FFP e le conseguenti sanzioni. Uno sguardo privilegiato verrà mantenuto sulle “super potenze” del calcio europeo, vero 3 Dichiarazioni prese da www.gazzetta.it 5 e proprio banco di prova del FFP. Non mancheranno, infine, i riferimenti ai risultati prodotti dai primi anni di applicazione della nuova normativa UEFA, nonché i relativi pregi al fine di verificare se il FFP sia il rimedio giusto per far fronte alla crisi economica che ha colpito il calcio europeo. 6 CAPITOLO I Stato di salute delle Leghe calcistiche europee: analisi comparatistica dall’Italia alla Spagna, passando per l’Inghilterra e la Germania. 1.1 Calcio ed economia: legame indissolubile A prima vista le regole del “Financial Fair Play”, e dell’ economia in generale, possono risultare estranee ad un mondo come quello del calcio e dello sport in generale, dove si è portati a pensare che il solo obiettivo da conseguire sia quello della vittoria. Che esista, però, un binomio consolidato tra economia, intesa nel suo significato più ampio, e lo sport, il calcio su tutti, è oramai indubbio. Alcuni autori parlano di “desportivizzazione” e di uno sviluppo della tendenza, nota agli esperti del settore come “commodification”, volta a trasferire con intensità sempre maggiore il “prodotto sportivo” sul campo della resa commerciale4. Viene accantonata, se non abbandonata, la visione ludica a favore di un’altra che guarda allo sport come “fenomeno che muove soprattutto denaro”5. Traducendo le parole dei docenti universitari Silvio M. Brondoni e Sergio Cherubini “i fenomeni di crescita senza frontiere della popolarità degli sport hanno, dunque, indotto numerosi sport (e particolarmente le discipline sportive con masse di praticanti, alta audience di appassionati e massivi interessi di sponsorship) a confrontarsi con le leggi dell’ economia e con le norme delle condotte competitive, attivando specifiche logiche di gestione economico-aziendali dello sport”6 7. 4 C. BUSCARINI, A. FRAU, Sport ed economia aziendale. Considerazioni a sostegno dell’importanza dei modelli di gestione aziendale nelle organizzazione sportive in Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia Aziendale, Novembre – Dicembre 2007, pagg. 617-618 5 Cfr. S. PIVATO, Lo sport nel XX secolo, Milano, Giunti, 2005, pag. 133 6 “But sport’s unrestrained growth in popularity means that many sports ( especially those with huge numbers of athletes and fans, and massive sponsorships ) have to deal with economic laws and with rules of competitive conduct by implementing specific sport management systems”. S.M. 7 Ad avvalorare la forza di questo legame, non da ultimo, vi è la crescente importanza, all’ interno delle società sportive, di termini quali marketing, “corporate social responsibility”, management, bilancio (su cui le regole del FFP agiscono), programmazione economico-finanziaria, strategia, “total quality management”, vantaggio competitivo, processi di selezione ecc8. Concentrandoci sul solo calcio, a cui il FFP esclusivamente attiene, ed effettuando un excursus storico di questa evoluzione economica del football, si possono identificare tre fasi accostabili, analogicamente, a quelle dell’era industriale. Dalla fine degli anni Ottanta alla fine degli anni Novanta assistiamo a quella che può essere definita la “Prima Rivoluzione Industriale del Calcio”. Se simbolo della Prima Rivoluzione Industriale, avvenuta tra il 1780 e 1830, fu l’introduzione della macchina a vapore e della spoletta volante, la “Prima Rivoluzione Industriale del Calcio” ha come protagonista l’avvento delle pay-tv, le quali scatenarono una veloce innovazione e un’impennata dei ricavi. Quest’ultimo aspetto induce le Leghe e i club più lungimiranti a trasformarsi in vere e proprie aziende capaci,