Parole Per Cesare
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foto Maurizio Galimberti CON L’ULTIMA INTERVISTA INEDITA di STEFANO LORENZETTO 10 . VIII . 2018 INDICE 2 foto Maurizio Galimberti 6 Paolo Baratta 44 Paolo Di Mizio 9 Pierluigi Battista 46 Giuseppe Fantasia 11 Mario Baudino 48 Federica Fantozzi 13 Claudio Bertorelli 49 Piero Fassino 14 Gianfranco Bettin 50 Carlo Feltrinelli 15 Irene Bignardi 52 Giuliano Ferrara 16 Mario Biondi 54 Gian Arturo Ferrari 17 Enrica Bonaccorti 60 Massimo Fini 18 Alberto Bonisoli 63 Giorgia Fiorio 19 Alberto Bovo 68 Chiara Gamberale 20 Luigi Brugnaro 70 Gabriella Genisi 2 1 Giampietro Brunello 71 Marco Gervasoni 23 Michele Bugliesi 74 Francesco Giavazzi 24 Errico Buonanno 77 Lisa Ginzburg 25 Massimo Cacciari 79 Lella Golfo 29 Domenico Cacopardo 80 Silvana Grasso 32 Ilaria Capua 83 Paolo Isotta 33 Francesco Chiamulera 88 Anna Kanakis 34 Annalisa Chirico 89 Camillo Langone 35 Antonio Costa 92 Giulio Lattanzi 38 Giovanni Costa 94 Enrico Letta 40 Stefania Craxi 95 Giuseppe Lupo 41 Giuliano da Empoli 9 9 Claudio Magris 42 Annalisa De Simone 102 Carlo Mastelloni 43 Marco Di Marco 103 Luca Mastrantonio INDICE 105 Paolo Mauri 151 Rosario Rizzuto 107 Paolo Messa 152 Andrea Romano 108 Ezio Micelli 153 Riccardo Ruggeri 110 Stefano Micelli 155 Alessandro Russello 112 Paolo Mieli 158 Maurizio Sacconi 115 Alberto Mingardi 1 5 9 Marco Sassano 116 Franco Miracco 161 Giuliano Scabia 119 Giovanni Montanaro 166 Giuliano Segre 122 Giulio Mozzi 168 Mattia Signorini 124 Giampiero Mughini 170 Francesco Specchia 126 Michela Murgia 173 Angelo Tabaro 127 Giorgio Napolitano 175 Susanna Tamaro 128 Alessandra Necci 177 Jacopo Tondelli 130 Massimo Ongaro 178 Chiara Valerio 131 Manuel Orazi 1 7 9 Marcello Veneziani 134 Fortunato Ortombina 180 Gian Mario Villalta 135 Carlo Ossola 181 Giuseppe Zaccaria 141 Stefano Parisi 184 Alessandro Zaccuri 142 Giovanni Pelizzato 185 Luca Zaia 143 Nicola Pellicani 188 Matteo Zoppas 146 Angelo Petrella 189 Filiberto Zovico 147 Stefano Petrocchi 148 Enrico Remmert 192 Stefano Lorenzetto 149 Mario Rigo In cerca d'autore. 150 Gianni Riotta L’ultima intervista inedita 270 foto Cristina Fiorentini PAOLO BARATTA 6 INEDITO I rapporti di amicizia possono assumere forme diverse. Vi può essere l’assidua frequentazione con la quale si condividono fatti quotidiani e si affinano gusti comuni, vi possono essere sodalizi intellettuali nei quali continuamente vi è scambio di idee e di opinioni, ma vi possono essere anche legami che operano per così dire più alla distanza, caratterizzati da assonanze di spirito e di valori e dalla comunanza di percorsi. In questi legami si ottiene più che una piena conoscenza, il senso appagante della presenza dell’altro. E poi una conoscenza iniziata da giovani e non abbandonata nelle vicende successive, predispone a un’intesa meglio garantita. Ho conosciuto Cesare negli anni dell’università. L’ho conosciuto la prima volta come fratello di Gianni, in anni in cui l’impegno nelle associazioni universitarie ci offriva occasioni di incontro e di condivisione di interessi, io a Milano loro a Padova. Conobbi in quell’epoca anche i loro genitori. Poi a Venezia, dopo tanti anni, iniziarono le nostre esperienze parallele; lui da tempo impegnato nel far crescere la sua creatura, la Marsilio, io inviato alla Biennale. Certamente ci fu prolungata collaborazione tra la Biennale e la Marsilio in occasione di numerose mostre per la composizione e la redazione dei cataloghi e delle pubblicazioni. Ma il filo rosso che ci univa e la “collaborazione” che si sviluppò tra noi fu di altra natura e riguardava il modo e il fine del nostro operare nel rapporto con la città dove operavamo, la città di Venezia: un ricco sistema arterioso nel quale ahimè circola molto meno sangue di quello che potrebbe. Lui produceva libri ed emergeva come editore stimato e indipendente, dimostrando così che a Venezia possono svilupparsi attività imprenditoriali nel campo della produzione culturale e quindi perché no anche scientifica e tecnologica ecc., ecc. Io, per contro, 7 PAOLO BARATTA INEDITO nel dedicare molti anni della mia vita alla Biennale ho voluto sempre dimostrare che Venezia può essere luogo ideale per iniziative e istituzioni che abbiano lo sguardo rivolto al mondo e aspirino a dialoghi con il resto del mondo. Molti libri lui ha pubblicato molte iniziative abbiamo noi avviato e affinato: un catalogo esaltante quello della Marsilio un catalogo esaltante quello della Biennale. Costituiva sottofondo di un reciproco apprezzamento l’energia e il senso di missione con cui ciascuno andava arricchendo il proprio lavoro. Ci dividevamo sul tema dei ruoli possibili del privato e del pubblico nella produzione culturale, ma con esito paradossale: al dunque, infatti, quello di noi due che si trovava a capo di una istituzione pubblica cercando di imprimerle l’energia di una impresa privata riconosceva l’affinità con l’amico che svolgeva la sua attività privata con un elevatissimo senso della missione pubblica del suo impegno. Cesare non voleva essere solo letterato né solo imprenditore, ma energia della città, energia produttiva incalzante la città di fronte ai suoi problemi, alla sua vita culturale e politica ai progetti possibili, insomma stimolo alla sua vitalità; il tutto svolto con la credibilità che gli derivava dall’esempio da lui stesso fornito nella sua intrapresa. È anche nello spazio urbano di Venezia che la sua scomparsa lascia un vuoto e il senso di una mancanza. Conosceva Venezia da vero amante e attraverso lui si poteva conoscere Venezia più lucidamente di quello che consentono i tanti improvvisati spasimanti che vanno e vengono e ne parlano e scrivono quasi quotidianamente. Conosceva bene la Biennale e la sua storia, era aperto e curioso rispetto agli indirizzi che si seguivano in questi anni. La Biennale voleva essere riconosciuta per lo spirito di ricerca che la animava, coraggiosa nelle scelte PAOLO BARATTA 8 INEDITO ma non esibizionista di giudizi critici. È stata una vera fortuna la presenza a Venezia come compagno di ventura di un letterato anch’egli amante della ricerca più che delle sentenze e del potere che ne può derivare. Il suo disincanto qualche volta aspro lasciava ampi spazi all’utopia e all’energia creativa. Anzi sembrava esserne il motore primo. 9 PIERLUIGI BATTISTA 13 . VIII . 2018 CORRIERE DELLA SERA « Cesare De Michelis la passione delle idee » Cesare De Michelis, l’editore della prova, ti costringono ad essere più ri- Marsilio scomparso qualche giorno fa, goroso. Gli intellettuali si frequentano era uno degli ultimi interpreti di un’ar- tra loro quanto più si somigliano, o la te sempre più rara: l’arte della discus- pensano allo stesso modo: perciò non sione appassionata. Poteva discutere sanno capire chi la pensa in modo dif- senza sosta con fervore e tenacia, sem- ferente, e considerano il dissenso una pre nel rispetto dell’interlocutore. Al- malattia da disprezzare. De Michelis zava la voce accalorandosi, ma mai con no: era un liberale nell’animo, che sa- aggressività arrogante. Non insinuava peva bene come dalla discordia e non mai, non faceva processi alle intenzio- dalla concordia armonica nascono e ni, rispettava il dissenso, non delegitti- crescono le idee migliori. Ma voleva mava il suo contraddittore, non era un sfidare chi non era d’accordo con lui. presuntuoso che ostentava, come spes- Sembrava che dicesse: fammi vedere so accade nel ceto dei colti, il sussiego come argomenti, mettiti alla prova. ridicolo della superiorità morale, ma Un osservatore superficiale, vedendolo chiedeva a chi contrastava le sue idee disputare con passione e calore, poteva di essere all’altezza del suo ruolo, di sa- dire: Cesare sta litigando. Non stava per articolare un argomento con forza litigando, stava discutendo con gusto. e coerenza: altrimenti non si divertiva Sapeva usare le armi che rendono più a batterti. Amava il conflitto delle idee, efficace il discorrere: l’ironia, il sarca- sapeva che dal contrasto delle opinio- smo, il paradosso. ni gli argomenti vengono messi alla Non insultava mai, ma non te ne faceva PIERLUIGI BATTISTA 10 13 . VIII . 2018 CORRIERE DELLA SERA passare una. Esercitava un’arte in via di sultano, non stanno al punto, vomita- estinzione. Si dice che i social mettano no. Cesare De Michelis era l’opposto, in contatto solo quelli che la pensano per questo mancherà. Mancherà la sua allo stesso modo, e che quindi si mon- retorica sapiente, il suo accento, la sua tano a vicenda, senza contraddittorio. voglia di appassionarsi alle idee e ai È vero il contrario: per la prima volta libri. Mancheranno le discussioni, che milioni di persone entrano in contatto migliorano chi le fa: non immagina con altre persone che la pensano all’op- nemmeno cosa si perde, chi invece non posto, ma non sapendo discutere in- le sa fare. 11 MARIO BAUDINO 11 . VIII . 2018 LA STAMPA « Addio a De Michelis editore umanista e cacciatore di talenti » «Meglio vendere i libri che si fanno 75 anni il prossimo 19 agosto. Nato a che fare i libri che si vendono», ha Dolo, sulla Riviera del Brenta da una scritto quasi a congedo nel suo recente famiglia valdese, fratello di Gianni, il pamphlet Editori vicini e lontani, usci- politico e ministro socialista, cinefilo, to nel 2016 per le eleganti Italosvevo appassionato della figura del grande edizioni. Ed è un’ottima definizione tipografo umanista Aldo Manuzio, che rivendica per se stesso, editore era prima di tutto uno smisurato e «d’istinto», di fiuto, all’occorrenza an- avidissimo lettore, fino a mille volu- che di libertinaggio intellettuale. Cesa- mi l’anno. Aveva anche, va da sé, una re De Michelis era un uomo spiritoso biblioteca sterminata, di oltre cen- e disincantato, coltissimo, che amava tomila volumi. E l’idea che nei libri, la letteratura e l’editoria come fossero pur nella loro apparente marginalità – quasi – una cosa sola. Ha fatto della economica «si specchia il mondo che Marsilio, casa editrice nata dal sogno c’è e bisogna essere contenti che così di un gruppo di neo-laureati veneti, sia, perché questa è la premessa di un editore che sa stare sul mercato tutte le libertà».