La Leggenda Messicana Dere La Patria»
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l'Umtà^a gina 11 Storia dei mondiali dietro le quinte degli azzurri/3 Oltre le staffette, l'emozione della finalissima, £1970 le «bombe» di De Sisti," le fìnte di Potetti:.. GlglRIva e Pierluigi Cera dopo Italia-Messico 4 a 1 •a Giù il sombrero. Dopo trenta Uno sguardo veloce alla semifi quattro anni di amarezze e di illu nale contro la Germania, vista dal sioni deluse la nazionale italiana campo, con gli occhi di Picchio De toma nell'Olimpo del pallone, e Sisti: «Devo dire la verità, quella per la prima volta dopo i successi - partita non è stata eccezionale fino del periodo fascista. Secondi solo r al 90', fino al gol di Schnellinger. al divino Pelè; e ancor prima capa Poi però quegli incredibili supple ci di giocare e di vincere la più bel- ' mentari... Quando Muller ha se la partita di calcio mai disputata gnato il 3-3, con Rivera che stava nella storia di questo sport, la semi- ' sulla linea di porta e che l'avrebbe finale contro la Germania, i supple- ' potuta tirar fuori quella palla, ci sia mentari, il gol del 4-3 di Rivera, i'ur-, mo girati tutti a guardarlo, senza di lo di gioia suo e di tutta l'Italia, un re una parola. E Gianni ha detto: urlo che ti si strozza in gola ancora i ; "Vabbè, allora vuol dire che devo adesso, forse per pudore, a rivede- andare a fare gol". Sembra incredi re quelle immagini. S'è parlato e scritto molto di quel meraviglioso < bile. Palla al centro, Boninsegna mondiale in Messico, nel 1970. E , passa a Rivera, Rivera a me, io pas sempre, immancabilmente, pun- . so a Facchetti, lancio per Boninse tuale come un gol di Gigi Riva, ci è ' gna sulla fascia, dentro per Rivera caduto addosso i! Problema con la e gol. Un minuto. E l'aveva pure p maiuscola: la micidiale staffetta <' detto! Era scritto in cielo che do- tra Mazzola e Rivera. Di questa sto- " vessimo-vincerla quella partita». ria ormai sappiamo tutto, dettagli, - ; Stadio Azteca, 21 giugno 1970, sfumature, sottintesi. Abbiamo ». finalissima Brasile-Italia. Il Brasile sentito chiedere a tutti cosa ne « dei Pelè, dei Rivelino, Jairzinho, pensavano e tutti hanno risposto, Gerson, Carlos Alberto. «La più for negli ultimi ventiquattro anni. Ne te squadra che abbia mai parteci hanno parlato Mazzola e Rivera, , pato ad un campionato del mon anzitutto; e poi Valcareggi, e tutti '• do» - sentenzia Gigi Riva. Ancora gli azzurri che erano 11, e i giornali De Sisti svela un aneddoto della vi sti, gli esperti, i tifosi... Ormai è di gilia: «Una delle cose che metteva ventata un'associazione •, d'idee, più paura a Valcareggi erano le fin un'equazione matematica, un'os- • te di Rivelino, ve le ncordate? Beh, sessione: Messico '70 uguale staf- * il giorno prima della finale ce l'ha fetta Mazzola-Rivera. Francamen- • fatta provare a tutti. E nessuno di te, non sapremmo cos'altro rac noi c'è riuscito. Non dico io, ma contarvi. In quel mondiale, invece, -• nemmeno Mazzola, Rivera, gente è successo ben altro. Di splendido, v che col pallone faceva quello che ma anche di vergognoso. Come la • voleva. Gli altri poi... Poletti casca furiosa e cieca contestazione riser va sul pallone ogni volta che ci pro vata alla nazionale al rientro in Ita- v vava». E le sensazioni entrando in lia, al di la della fondatezza delle critiche. Vicecampioni del mondo? campo? «Avevamo la pelle d'oca - E giù sassi contro i calciatori, ba ricorda Picchio -. Entrando in stonate, pomodori, insulti. Qualcu quello stadio mi sentivo come un no è anche finito in ospedale. Peg soldatino che va al fronte a difen gio del dopo-Corea. La colpa degli La leggenda messicana dere la patria». Boninsegna ci rimu azzurri? Aver illuso il popolo italia gina ancora su: «Ogni volta che n- no che tanto aveva bisogno di sod- ' penso a quella finale toma il ram disfazioni perdendo contro il Brasi marico per non avercela fatta, per le di Pelè. Buffoni, traditori, incom-t essere arrivati ad un passo dalla vit petenti, «ah se ci fosse stato Rivera -'. Vicecampioni del mondo. E i tifosi insorgono toria». Domenghini: «La partita è ri in campo». E la semifinale con la ' masta in bilico fino all'1-1, a mez Germania? Una vittoria «dovuta» ai - z'ora dalla fine. E fino ad allora il tifosi. Vincere, solo vincere. Arriva- * Brasile non aveva certo giocato re secondi, dal 1970, non basta L ri cosi in Italia?" "lo no, e tu?" Poi con più piacere di tutto il mondia meglio di noi». però arrivavano Riva, Domenghini, , ANDREA OAIARDONI le». Ancora Riva: «È stata una quali più. Forse è cominciata da 11 la de- • Del rientro in Italia degli azzurri generazione < del tifo calcistico, • Prati e tiravano contro il muro di to con Valcareggi. Una persona che Anastasi si era sentito male al due pareggi senza gol contro Uru ficazione sofferta, forse perché non una casetta bassa che stava prima abbiamo già parlato. Ma i nostri Pembrione della violenza che negli ~ umana che cercava sempre il dia l'ultimo momento. Ma se lo conte guay e Israele. Ecco Domenghini, eravamo abituati a giocare in quel calciatori, sono più tornati in Mes anni a seguire ha invaso i nostri , degli spogliatoi. Beh, sembravano logo. Ci trattava come fratelli mino sto come allenatore non posso che autore dell'unico e decisivo gol le condizioni. Poi col Messico sia cannonate». sico? Giancarlo De Sisti no, ma vor stadi. Il definitivo smarrimento del ri». Giudizio solo in parte condiviso parlarne bene come uomo: Valca contro la Svezia: «Sono state quelle mo esplosi». C'è molto Riva in quel rebbe: «SI, mi piacerebbe, ma non senso della misura, dell'obiettività, ' Un gruppo straordinario nei ri-. 4-1 contro i padroni di casa che cordi di Angelo Domenghini: «Era da Roberto Boninsegna: «Ho sem reggi era un fior di persona». le partite decisive, le più difficili, è mai capitata l'occasione. Rivede della sportività. - • • — ' • •- pre faticato ad entrare nelle sue Cominciano le gare e per l'Italia quando devi vincere a tutti i costi, . spalancarono all'Italia le porte del re quella Basilica bella in piazza, vamo forti come collettivo ancor la semifinale, al di là dei due gol Ma, dicevamo, di quel mondiale •>• prima che come squadra, eravamo ' grazie. A quei mondiali, tanto per non si mette granché bene: una vit- • ma sei teso e nervoso e invece devi non ricordo il nome, oppure il dime una, sono andato solo per- toria di misura contro la Svezia, poi farcela. Sono le partite che ricordo • segnati. Sentite come De Sisti parla mercatino o magari leggere il mio ci sono anche pagine splendide da uniti, compatti. No, le polemiche ' del suo compagno di nazionale: leggere. L'arrivo della comitiva az della staffetta non ci creavano pro nome sulla targa all'Azteca, in ri blemi. Guardate Rivera, che per «Riva era il nostro grandissimo fiore cordo di Italia-Germania». L'ultima zurra a Città del Messico ce lo rac all'occhiello. La stampa messica conta Giancarlo De Sisti, cardine • me resta il più grande giocatore di parola a Gigi Riva: «Ci sono torna del centrocampo di Valcareggi. tutti i tempi: ha accettato i famosi , La Coppa Rimet prende la strada di Rio de Janeiro na, ne! presentare i mondiali, dava to, si, in occasione dei mondiali «Avevamo la lingua sotto i piedi - sei minuti contro il Brasile dando pagine intere solo a due calciatori: : dell'S6. Ma è stata una delusione. una straordinaria prova di serietà, Brasile, per la terza volta Brasile. Che conquista cosi il segnare il gol del pareggio. La svolta a venticinque Pelè e Riva. E Gigi non era solo uno Avevo lasciato un paese verdissi racconta Picchio -, facevamo fati- - diritto di conservare la Coppa Rimet Stavolta tocca - ca a respirare 11 a duemila metri. " ai professionismo, chiamatelo co minuti dalla fine, con il gol di Gerson. Stavolta gli straordinario calciatore. Aveva fa mo, con l'aria fresca, limpida. Inve Però qualche vantaggio c'era. Alla me volete. Un grande esempio, per all'Italia assistere al trionfo di Sua Maestà Pelò, uno azzurri vacillano, si buttano In avanti con la forza della scino, trascinava la squadra, gli av ce ho trovato una città sfasciata, il fine degli allenamenti ci fermava tutti». E Gigi Riva: «Ma si, si stava be giocatore al mondo ad aver vinto nella sua carriera tre disperazione, ma cinque minuti dopo Jairzinho spezza versari lo temevano. Il prototipo cielo sempre grigio, un inquina titoli mondiali. All'Azteca, quel 21 giugno del 1970, mo sempre un po' a calciare in ne tra noi. Eravamo una buona l'Illusione di Riva e compagni di raggiungere di nuovo del Dio greco con le spalle quadra mento che ti soffoca, che ti fa veni squadra, eravamo campioni euro c'erano 105.000 spettatori. Ovviamente tutto il tifo porta, lo e Juliano non avevamo " Il pareggio: 3-1, partita Anita. L'ultimo, spettacolare te che si mette a giocare a pallone, re il mal di testa dopo mezz'ora un gran tiro, magari preciso, ma ' pei in carica. Insomma, sapevamo del messicani ò per I «fratelli» del Brasile. Passano con quella potenza che non ho che stai per strada». Ma qualcuno, ; qual era il nostro valore anche se . gol di Carlos Alberto fissa II risultato sul 4-JL Nella • non certo potente. Invece li, con ; dlclotto minuti e Pelò mette il primo sigillo alla finale. mai più trovato in altri calciatori. a Città del Messico, si ricorda anco l'aria rarefatta, - partivano certe t non pensavamo di arrivare cosi in L'Italia non si fa Intimidire e ricomincia a tessere la finale per II terzo e quarto posto, la Germania Ovest Era davvero un piacere giocarci as ra di Gigi Riva? «SI, qualche vec schioppettate..