La Metropolitana leggera di Brescia e il recupero della Torre di via Verdi Relazione illustrativa

Luca Rinaldi

Il progetto della Metropolitana bresciana si svi- I nodi dell’archeologia luppa alla metà degli Anni Ottanta, con i primi stu- di di collegamento tra Brescia Due e il centro citta- Il tracciato prescelto attraversa secondo un asse dino, e successivamente verso nord con l’ nord-sud il centro storico della città. La galleria a Civile. Il progetto viene presentato in Consiglio Co- canna unica con due binari sottopassa gli strati ar- munale nel  , e ASM Brescia SPA viene incarica- cheologici, ma le due stazioni di super"cie, quella di ta dello studio di fattibilità. Il progetto ottiene solo San Faustino-Piazzale Cesare Battisti e soprattutto nel  un primo "nanziamento pubblico, su fon- quella di Piazza -Via Verdi intercettano si- di concessi dalla Legge  / , Interventi nel settore gni"cativi reperti della città medievale e cinquecen- dei sistemi di trasporto rapido di massa . La successi- tesca. Il rischio di un intervento in questi ambiti va gara d’appalto, nel  , viene annullata, mentre era già stato evidenziato dalla Soprintendenza per i nella rielaborazione del progetto la linea aveva rag- giunto quasi tredici chilometri di sviluppo. Solo nel  viene nuovamente indetto un bando interna- zionale per la realizzazione dell’opera, che ha dovu- to intanto essere rivista a seguito dell’espletamento della procedura di VIA. L’appalto viene aggiudicato al solo gruppo o#erente, l’ATI Metrobus, costituito dalle Società Ansaldo STS (mandataria), Astaldi e Ansaldobreda. Il Comune costituisce nel frattempo Brescia Mobilità SPA, incaricata dell’attuazione del progetto. L’aggiudicazione avviene nel marzo  , la "rma del contratto nell’ottobre  : le opere pos- sono avere inizio. Non si esamineranno in questa sede gli aspetti tecnici della Metropolitana leggera automatica , per i quali si rimanda alle pubblicazioni specializzate, limitandosi ad illustrare, in forma di relazione, le problematiche sorte per l’interferenza della nuova infrastruttura con gli strati archeologici e con il tes- suto monumentale del centro cittadino.

Brescia. L’angolo tra via Porcellaga, via Verdi e corsetto Sant’Agata visto da via Dante, prima degli sventramenti fascisti (1928-1929). 

Mappa del Comune Censuario della Città di Brescia (1843-1852). Particolare dell’area presso la torre che si trovava lungo la contrada di Sant’Agata, in corrispondenza dello sbocco del Corsetto.

Beni Archeologici della Lombardia nel marzo  . tardo medioevo sorgeva una vera e propria rocca. La Astaldi SPA aveva per questo commissionato alla Gli scavi recenti della Fossa Bagni per la realizzazio- Land srl di Roma  una Valutazione d’impatto arche- ne di un parcheggio interrato – operazione risolta ologico che aveva chiaramente identi"cato, sulla ba- non del tutto felicemente – avevano permesso agli se dei passati ritrovamenti e della documentazione archeologi di constatare la sopravvivenza, oltre che storico-archivistica e iconogra"ca, le singole critici- delle mura venete, di lunghi tratti delle mura quat- tutela del patrimonio architettonico tà. Si trattava peraltro di aree più volte manomesse: trocentesche e di ipotizzare anche, alle loro spalle, la quella dell’antica Porta Pile dalle modi"che dovute persistenza di resti della cortina medievale. all’abbattimento delle Mura, quella di Piazza Vitto- Gli scavi confermano l’interesse del luogo. Nel ria dagli sventramenti fascisti, il che lasciava aperta luglio  vengono liberate le arcate del ponte, la concreta possibilità di realizzare le strutture delle progettato da Rodolfo Vantini e interrato nella se- stazioni previste. conda metà del XIX secolo. Vengono inoltre rin- Questo è stato l’indirizzo seguito dalla Società venuti ampi resti della duecentesca Porta Pile e del Brescia Mobilità . canale-acquedotto di , che entrava in città scavalcando il fossato, rimasto in uso tra XV e XVII secolo. Le strutture appaiono in più punti L’area di Piazzale Battisti danneggiate dalle modi"che di tracciato dei canali e dalla realizzazione, in fase recente, dei sottoser- La stazione veniva a situarsi al termine di Via vizi cittadini. San Faustino, in una collocazione di in volta Il progetto, seguito al termine degli scavi archeo- corretta sulla base di ritrovamenti archeologici. Sia- logici dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici mo in corrispondenza di Porta Pile, il varco setten- e Paesaggistici di Brescia, prevede nel giugno  trionale delle mura medievali e poi venete, ove nel l’adattamento della struttura della stazione sostan- 

zialmente entro la larga fossa, in un’area delimitata globava un palatium sorto tra le attuali Piazze della ad ovest dalle strutture interrate del ponte vantinia- Loggia e Vittoria, forse la Curia Ducis longobarda. no – che verranno adeguatamente valorizzate – a Si trattava dunque di un’area sviluppata in età sud e a nord da scarpa e controscarpa delle Mura, medievale, nei pressi delle sponde del "ume Garza e ad est dal parcheggio di Fossa Bagni. Le prescrizioni ai margini della ristrutturazione urbanistica esegui- della Soprintendenza sono le stesse di quelle dispo- ta a seguito delle demolizioni del  - , che ave- ste per l’ampliamento del parcheggio di Piazzale Ar- va portato alla creazione di Piazza Vittoria. Nell’at- naldo, anch’esso a ridosso delle mura: conservazione terramento degli isolati medievali, nessun elemento delle strutture antiche interrate e loro valorizzazione architettonico signi"cativo era stato allora segnala- all’interno del progetto della nuova stazione. to in questo luogo, né si poteva certo identi"care la torre con quella poi ritrovata e i cui resti erano stati descritti da Gaetano Panazza all’epoca della realiz- Lo scavo di Via Verdi e la scoperta della torre zazione del parcheggio interrato Agip della piazza ( - ): questa struttura, databile ai secoli XI-XII, Lo studio allegato alla Valutazione di Impat- si trovava certamente più a est, di fronte al porticato to Ambientale del  faceva rilevare che il luogo settentrionale del Grattacielo INA. prescelto per la realizzazione della nuova stazione Nel luglio  , durante i primi lavori di cantie- al centro della città si trovava al di fuori della cinta rizzazione dell’area, viene segnalato dall’appaltatore La Torre scavata. forti"cata romana, de"nita in età augustea, ed era il rinvenimento della possente struttura di fonda- Fotopiano dei lati nord e ovest esterni. pure esterno all’ampliamento altomedievale, che in- zione di una torre, in buono stato di conservazio- ne, ad eccezione dello spigolo sud occidentale . La torre faceva parte della cortina edilizia che "no al  fronteggiava il "anco meridionale della chiesa di Sant’Agata, anche se, considerando le fotogra"e precedenti alla distruzione l’edi"cio sorto sulle sue fondamenta, non presentava apparentemente indi- zi di vetustà. Brescia Mobilità rileva subito l’incompatibilità della sopravvivenza del manufatto con il proget- to approvato, poiché esso viene a cadere proprio al centro della prevista stazione. Lo spostamento della stazione non viene ritenuto economicamente sostenibile, anche se il progetto de"nitivo, dell’ot- tobre  , non poteva essere valutato in attesa della conclusione degli accertamenti archeologici preventivi. Nel marzo  , quando la notizia dei ritrovamenti si è di#usa, viene inviata la planime- tria de"nitiva dei rinvenimenti con la richiesta di rimozione dei resti della torre. L’ipotesi ventilata dal Comune è quella di un suo smontaggio e ri- composizione in altro luogo: questo suscita subito la contestazione di Italia Nostra, che rileva l’insen- satezza di una tale soluzione e auspica una variante radicale del progetto. L’oggetto del contendere intanto si svela. Si trat- ta di un’imponente struttura di fondazione – solo il primo corso superiore era un tempo fuori terra – leggermente rastremata, impostata su un dado di circa un metro di altezza, con tracce delle casseratu- 

A) Resti della torre re lignee di cantiere. La pianta è quadrata, di nove conservati. Si tratta però di un elemento del tutto medioevale rinvenuta sul metri per lato – dieci e mezzo allo spiccato – e qua- decontestualizzato nel tessuto urbano odierno e, fianco sud della chiesa di Sant’Agata durante si uno e mezzo di spessore, assottigliato in parte in quel che più conta, sopravvissuto nella sola parte le demolizioni degli anni età post medievale per la realizzazione di una can- non destinata a restare a vista. La rimessa in luce Venti. tina voltata a botte, con due ingressi, pavimento in della fondazione di un edi"cio non può che avere

B) La Torre scavata. cocciopesto e pozzo perdente. Essa faceva parte di un interesse didattico e documentario, ai "ni della Spigolo nordovest. un isolato demolito nel  , a#acciato all’incrocio storia delle tecniche costruttive, e non può in alcun

C) La Torre. Particolare tra il Borgo e Corsetto di Sant’Agata, entro la zona modo essere scambiata per il salvataggio del monu- del paramento della di primitiva espansione urbana medievale: una zona mento medievale, che dalla dimensione delle fonda- fondazione, con i giunti caratterizzata da molte strutture similari, come te- zioni poteva raggiungere i trenta metri di altezza ma di malta non stilati, stimoniato soprattutto dagli scavi seguiti agli sven- che in epoca rinascimentale era già probabilmente debordanti dalla muratura. tramenti di età fascista. stato raso al suolo. D) La Torre scavata. La struttura, in pietra calcarea (medolo), data- Nel maggio  le Soprintendenze Archeolo- Spigolo nordovest. bile per confronti analogici al XII secolo, è straor- gica e per i Beni Architettonici e Paesaggistici si ac- dinariamente solida, il paramento a bugnato rusti- cordano per una posizione condivisa nei confronti co ben apparecchiato, i giunti di malta tenaci e ben della conservazione dei resti della torre. Si autoriz-

C tutela del patrimonio architettonico A

B D  za, sotto il costante controllo degli u+ci del Mini- sce come la torre sia “pur nella lacunosità e nei nu- stero, la rimozione e la ricollocazione dei resti, alle merosi guasti e rifacimenti, un documento signi"- seguenti condizioni: cativo dell’edilizia medievale bresciana” . A giugno comunque il Direttore Generale di set- – la struttura dovrà essere rimossa a cura di una ditta tore, architetto Roberto Cecchi, autorizza la demo- specializzata nel restauro archeologico, con esperien- lizione della torre, assecondando il parere espresso za comprovata in questa tipologia di interventi; dall’ICR. Il provvedimento viene subito impugnato – l’intervento dovrà garantire, al massimo possibile, al TAR da Italia Nostra per la sospensiva. l’attuale stato di leggibilità e di complessiva conser- vazione del manufatto; – il manufatto dovrà essere rimontato in prossimità della posizione attuale, così da garantire il più possi- Il progetto di conservazione della torre bile il suo collegamento con il contesto originario; – la struttura dovrà essere ricollocata in area atta ad Gli studi intanto proseguono. La torre rimane ospitare un apparato didattico informativo… interrata dall’agosto  al maggio  , per con- sentire l’esecuzione di altri lavori di cantiere. La ri- L’intervento è subordinato al completamento presa e il completamento dello scavo, oltre i quattro dello scavo del basamento della torre, ancora par- metri allora visibili e sino ai sei dello spiccato, con- zialmente interrato. A luglio del  la Direzione fermano l’interesse della struttura già evidenziato Regionale per i Beni Culturali della Lombardia, re- dalle Soprintendenze e inducono a un diverso pro- clamando il coordinamento dell’operato delle due nunciamento il nuovo Direttore Regionale, Gino Soprintendenze, dispone di richiedere, “con oneri a Famiglietti, a favore della “conservazione del bene carico di Brescia Mobilità”, la consulenza tecnico- rinvenuto, seppure in una collocazione diversa ri- scienti"ca dell’Istituto Centrale del Restauro (ICR) spetto a quella di rinvenimento”  (settembre  ). sulle operazioni di smontaggio e ricollocazione dei Si deve precisare che questo indirizzo era stato con- conci della torre, e di subordinare l’approvazione cordato, su sollecitazione della Soprintendenza, con de"nitiva dell’intervento a un accordo sul cronopro- il Comune e Brescia Mobilità, che pur in presenza gramma e sulle fasi dell’intervento, da sottoscrive- del formale assenso del Ministero alla totale distru- re tra Direzione Regionale e Comune, avocando di zione della torre avevano optato per la costosa ope- fatto a sé la pratica, che ha “caratteristiche a#erenti razione di rimozione e ricovero dei resti della strut- di tutela intersettoriale”. Questo intervento provoca tura, secondando il proposito di valorizzare quanto le risentite lamentele del Comune per l’inevitabile ritrovato durante gli scavi della Metropolitana. aggravio dei tempi e con ripercussioni "nanziarie Il progetto viene celermente redatto, con la con- per l’imposizione di coinvolgere l’Istituto romano, sulenza dell’ingegner Ezio Giuriani dell’Università e per l’esautoramento delle strutture periferiche del di Brescia. Vengono eseguite prove non distruttive Ministero “in grado di per sé di condurre autorevol- per caratterizzare la resistenza della malta e carotag- mente l’operazione”. gi con endoscopie per veri"care l’omogeneità della La relazione dell’architetto Gisella Capponi composizione interna della muratura, che confer- dell’ICR arriverà dopo oltre sei mesi, all’inizio di mano le ottime caratteristiche del manufatto. La marzo  . È una valutazione per certi versi sor- malta in particolare, ben costipata nei giunti, ha prendente, perché manifesta perplessità sulla previ- resistenza doppia rispetto a quelle di strutture si- sta movimentazione dei blocchi, ravvisando la pos- milari e lega perfettamente il sacco interno formato sibile insorgenza di situazioni critiche sia nel taglio da scaglie di pietra. Si sperimenta dunque non lo che nel ricovero dei conci. Per le molte trasforma- smontaggio dei singoli conci, ma il taglio di por- zioni subite, secondo la scrivente, è auspicabile ul- zioni di muratura con un sottile "lo elicoidale, uti- timare gli studi e demolire la torre “rinunciando ad lizzando la grande esperienza dei cavatori di pietra una riproposizione del manufatto in altra posizio- Botticino. Le prime veri"che confermano che il ta- ne” . Tutto ciò contrasta palesemente con le valuta- glio, di  mm. di ampiezza, è netto, non causa rot- zioni delle Soprintendenze e in particolare di quella ture o sbrecciature della pietra o sfaldamento della Archeologica, che nello stesso mese di marzo ribadi- muratura. 

I blocchi da tagliare sono suddivisi in funzione del materiale rimosso, e il suo rimontaggio “nelle della possibilità di sollevamento con gru a sbrac- immediate vicinanze della posizione originaria, pos- cio, dunque di peso non superiore alle  tonnel- sibilmente alla stessa quota”, con un allestimento late. I blocchi hanno dimensione massima di circa museale che ne garantisca l’adeguata valorizzazione , x, x, mt. I giunti verticali sono dunque per "ni culturali, secondo un progetto esecutivo da realizzati quasi ogni tre metri, mentre il taglio oriz- sottoporre alla Soprintendenza bresciana. zontale si situa lungo i letti di malta. I blocchi, ri- alzati da martinetti piatti, vengono poi sollevati da quattro cinghie di sospensione, isolate dalla mura- Note tura con angolari di acciaio e cuscinetti in te2on e appese a un telaio di acciaio con quattro bilancieri,  Cfr. almeno Metro Brescia. Un passo verso il futuro , Bre- per distribuire uniformemente il carico, che eviden- scia Mobilità, a cura di L. Zanirato, Brescia, . temente non può sopportare sollecitazioni di 2essio-  Archeologo Dario Gallina. ne-trazione o torsione. Il blocco viene poi stoccato  Questo era stato demolito in età recente, per la realizzazio- in magazzino, adagiato e ricoperto di sabbia, in at- ne di una cabina elettrica interrata in cemento armato. Non è tesa, dopo il termine dei lavori ( - anni), di essere stato in verità questo il solo rinvenimento: nell’area, oltre una nuovamente portato in cantiere. I lavori di taglio e sepoltura di età romana, sono state scavate ampie porzioni del rimozione dei blocchi, costantemente seguiti dalla cimitero altomedievale annesso alla chiesa di Sant’Agata. Soprintendenza per i Beni Architettonici, vengono  Relazione di G. Capponi, ICR-Istituto Centrale per il ultimati alla "ne di novembre  . Durante l’ope- Restauro, protocollo  / .. del .. . razione vengono evidenziate alcune peculiari tecni-  Relazione di F. Rossi e A. Breda, inviata alla Soprinten- che costruttive, come la legatura lignea interna alla denza di Brescia, prot.  del .. . struttura al colmo delle fondazioni.  L’indagine è stata condotta nei mesi di giugno-agosto Il  novembre  viene stipulato, presso il  , sotto la direzione scienti"ca della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (F. Rossi, A. Breda), Comune di Brescia, il Protocollo d’Intesa tra Co- dalla CAL-Cooperativa Archeologica Lombarda SRL di mune, Società Brescia Mobilità e Ministero per i Brescia, responsabile Fabio Malaspina. La relazione "nale, Beni e le Attività Culturali. In esso il Comune si dell’agosto  , costituisce la descrizione più completa di impegna a garantire la sicurezza e la conservazione quanto emerso dagli scavi. tutela del patrimonio architettonico

Prospetto esterno est. Rilievo. 

Pianta generale dello scavo.