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III PERCORSO Da Gela Ad Agrigento

III PERCORSO Da Gela Ad Agrigento

III PERCORSO

CRISTIANIZZAZIONE NEL TERRITORIO AKRAGANTINO da Gela ad Angelo Ferraro

per sottrarsi alla violenza delle inva- sioni vandaliche che a metà del se- colo avevano funestato l’intero terri- torio dell’isola, quasi a prefigurare il crollo definitivo che vent’anni dopo avrebbe interessato l’organizzazione politico-amministrativa dell’impero d’Occidente. Per quanto riguarda l’abitato paleo- cristiano e bizantino di Agrigento, come ha riconosciuto Ernesto De Naro, Il territorio compreso tra Gela ad Miro, sono ancora pochi gli elemen- necropoli in contrada Canale Agrigento, con il suo entroterra, ha ti per poterne definire con certezza (III.5.a) restituito una serie di testimonianze l’organizzazione anche se il quartie- del processo di cristianizzazione che re ellenistico-romano in contrada si è manifestato attraverso la fonda- S.Nicola ha rivelato i segni di un ri- zione di edifici di culto, di necropo- utilizzo da parte di comunità cristia- li e di insediamenti rupestri. ne fino all’età bizantina. Probabil- Nella piana e nelle colline che cir- mente l’abitato bizantino si è suc- condano Gela, sono state rinvenute cessivamente concentrato in contra- fattorie e necropoli di epoca greca, da Balatizzo nei pressi della collina romana e tardo-romana. di Girgenti. Le basiliche del territo- Quest’insediamenti si spingono fino rio akragantino (quella di Sofiana, all’entroterra; a , ad esempio, che oggi ricade nel territorio di Cal- in contrada Priorato, nella parte alta tanissetta, e quella del vallone Akra- della collina, fu impiantata nel VI gàs) confermano l’origine martiriale sec. a.C. una fattoria, che dopo vari del più importante tipo architettoni- adattamenti ospitò nel II sec. d.C. co paleocristiano, ma il dato più si- una necropoli. E proprio da Butera gnificativo è che le presenze paleo- proviene una significativa testimo- cristiane di questo territorio denun- nianza epigrafica delle prime comu- ciano influenze esercitate dalla cul- nità cristiane: si tratta di un vaso del tura artistica e architettonica africa- V sec. d.C., con incise le formulazio- na, sia per le tecniche costruttive, ni di alcune preghiere. che per le forme artistiche. Si tratta Questo documento epigrafico è di influenze trasmesse in prevalenza messo in relazione con le migrazio- attraverso le vie commerciali, per- ni delle popolazioni che fra il III e il corse non soltanto da mercanti ma IV sec. si spostarono dalle contrade anche da gruppi di esuli che abban- di Butera al territorio di Gela, per- donavano le terre nordafricane, tor- ché più fertile e ricco d’acqua, per mentate dalle lotte scaturite dalle poi ritornare nella zona di Butera, controversie religiose.

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Il percorso inizia da Gela (CL) e in par- possono ammirare nelle vetrine 25 e ticolare dal Museo Archeologico Regionale 26 i reperti della zona di Sofiana (sta- sito in corso Vittorio Emanuele I n.1, al- tio nell’itinerarium Antonini) ritrovati l’estremità orientale della città. Da Cama- all’interno dell’impianto termale el- rina si raggiunge Gela attraverso la lenistico, della basilica paleocristiana SS115 percorrendo 41km. (I-V sec. d.C.) e della piana di Gela. Nella città di Gela (III.1) il Museo A circa 8 km a Nord da Gela (CL) fra Archeologico Regionale (III.1.a) il Castelluccio e il complesso di Case del è ubicato in un edificio realizzato Mastro si trova il complesso catacombale negli anni Cinquanta del Novecento di Grotticelle. Si raggiunge percorrendo la ed ampliato nel 1984 per l’incre- SS117 bis per . mento del materiale proveniente da- Il complesso catacombale di gli scavi. Nel 1995 ha inoltre avuto Grotticelle (III.1.b) si estende per un rinnovamento dei percorsi espo- circa 19 metri lungo l’asse Nord- sitivi e didascalici, dividendo i due Sud e 15 metri lungo l’asse Est- piani in otto sezioni secondo un cri- Ovest. Vi si accede da occidente, at- terio cronologico e tematico che ini- traverso un corridoio che porta alla zia dal VI sec. a.C. con i corredi di parte centrale dell’ipogeo. necropoli, antefisse gorgoniche, ter- Attorno a questa parte centrale si recotte, per attraversare in ogni ve- strutturano una serie di tunnel e lo- trina tutti i luoghi che raccontano la culi formanti un sistema approssi- storia di Gela e dell’entroterra sino mativamente cruciforme. Sempre all’età medievale con la fondazione nello spazio centrale, vi è la presen- di Heraklea, oggi Terranova. Al pia- za di tombe che apparterrebbero ad no superiore nella galleria sud-ovest un più recente periodo. vengono analizzati i territori di A Nord si trova la parte più estesa e , dalla prima età del Bronzo complessa del sito, a Sud quella me- alla fase greco romana (vetrina 16) no sviluppata, costituita da cunicoli con reperti di facies domestica. Conti- e piccole cellette. A Nord-Est in nuando all’interno dell’ala sud si uno spazio comunicante con il com-

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CRISTIANIZZAZIONE plesso più grande si riconosce una so fronte contenenti ciascuna cin- NEL TERRITORIO AKRAGANTINO piccola catacomba simile a quella di que sepolture. Nel primo ambiente Manfria. Secondo G. Fiorentini le tre delle cinque sepolture sono di- piccole catacombe con cella rettan- sposte longitudinalmente e due tra- golare, di cui era composto il sito in sversalmente. Nel secondo ambien- un primo momento, furono succes- te quattro sepolture sono disposte sivamente inglobate in un più ampio longitudinalmente mentre una è sul sistema cimiteriale, a pianta centrale, fondo in posizione sopraelevata. che si può collocare in un periodo G. Fiorentini, dalla sintesi dei dati contemporaneo ai complessi del ra- acquisiti nella zona, fa notare che gusano e dell’agrigentino. nel sito non è stato ritrovato alcun Ai confini della piana di Gela (CL), a reperto tranne una lucerna del tipo circa 10 km si trovano le colline di Man- africano. Nella stessa area è stato in- fria (dove sorge l’omonima torre), che si vece trovato un cippo funerario di raggiungono da Gela percorrendo la pietra calcarea, di provenienza paga- SS115 lungo la costa verso per 7.5 na, appartenente ad una necropoli km, quindi a sinistra per altri 2 km. molto estesa. Le modeste dimensio- La posizione del complesso collina- ni della necropoli di Manfria fanno re di Manfria fra la piana di Gela e il pensare che nel territorio di tradi- mare, nei pressi di due arterie stori- zione pagana si erano insediate pic- che come quelle di Agrigento-Sira- cole comunità cristiane. cusa e -Agrigento, ha favori- to gli insediamenti abitativi dal prei- Lasciando Gela e percorrendo la SS115 e storico al Medioevo. la SS626 per 21 km, continuando a de- In questo territorio è stato rinvenu- stra per altri 12 km, fino a giungere a to un complesso catacombale Mazzarino (CL), a circa 8 km, verso est, (III.1.c) di epoca paleocristiana nel sito di Pitrusa, su una collinetta di una che Paolo Orsi ha datato al V-VII piana che si sviluppa dalla collina Alzacu- sec. d.C.. da a Val Canonico, si trova la Basilica Nel versante occidentale del com- paleocristiana di Sofiana. plesso su due balze sovrapposte, so- La Basilica di Sofiana (III.2.a),a no posti due gruppi di catacombe tre navate e con abside centrale ri- (ipogei “A” e “B”), costituiti da una volta ad est, presenta un protiro e singola sala di forma quadrangolare una cripta funeraria formata da due con delle sepolture longitudinali al celle. Dall’analisi delle murature centro ed una o due trasversali (sul emergono quattro differenti fasi co- fondo). In particolare nell’ipogeo struttive: alla metà del IV sec. d.C. si “A”, che si apre nella parte inferiore possono fare risalire l’abside e il trat- della parete rocciosa e il cui ingresso to iniziale della navata centrale; nel è in direzione della parete divisoria IV sec. d.C. viene accostato alla cella fra due delle tre sepolture disposte un ambiente rettangolare coinciden- longitudinalmente si trova un’altra te con la navata centrale; alla fine del sepoltura in posizione sopraelevata VII sec. d.C. vengono aggiunte le e disposta trasversalmente. navate laterali; infine, il protiro viene L’ipogeo “B”, nella balza superiore, aggiunto in età medioevale. è composto di due sale fra loro co- I conci della muratura dei primi due municanti e con ingresso sullo stes- metri della navata centrale e dell’ab-

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mana, vi è la testimonianza di un’al- CRISTIANIZZAZIONE tra struttura basilicale databile intor- NEL TERRITORIO AKRAGANTINO no al V sec. d.C.; di essa sono state ritrovate le tracce di due piccole ab- sidi e di una vasca battesimale.

A pochi chilometri da Mazzarino, ritor- nando veso la costa meridionale, si arriva a Butera nel cui territorio ricade la contra- da Priorato. L’insediamento in contrada Prio- rato (III.3.a) conserva la testimo- nianza più interessante nella fase di età greco-romana, anche se sulla Sofiana, collina più alta esisteva già un villag- basilica paleocristiana gio indigeno. Nel VI secolo a.C. fu (III.2.a), impiantata una fattoria della quale pianta side hanno come legante la malta; rimangono tracce nei resti di uno nel resto della muratura della nava- dei muri perimetrali. ta, pur mantenendo lo stesso spes- All’epoca di Timoleonte (seconda sore, è usato come legante l’argilla. metà del IV secolo a.C.) sorse una Di spessore più sottile sono i muri nuova fattoria sulle rovine della pre- della navata laterale, dove è sottoli- cedente, costituita da diversi am- neato il carattere di aggiunta dei bienti disposti attorno ad una corte. raccordi fra le navate laterali e quel- Nel II secolo d.C. l’area dell’antico le centrali. insediamento produttivo (abbando- Secondo l’analisi di Luigi Bonomi, nato già nel 310 a.C.) venne riutiliz- l’abside e la parte contigua della na- zata come necropoli. vata erano inizialmente un marty- rium, in seguito trasformato in basi- Da Mazzarino (CL) bisogna percorrere lica con la creazione della navata 12 km prima di raggiungere la SS626, centrale e delle navate laterali. L’i- percorrendola per circa 20 km, si prosegue potesi del monumento martiriale è per altri 12 km attraverso la SS115, rafforzata dal cimitero, dello stesso quindi altri 3 km a destra si giunge a Li- periodo, che si trova attorno alla ba- cata, dove in via Dante n.12, si trova il silica. Ad Ovest della navata meri- Museo Archeologico della Badia. dionale si trova la cripta, cui si acce- Nel cinquecentesco convento cister- de attraverso due porticine poste ad cense di S.Maria del Soccorso di Li- Est. Le due celle che costituiscono cata (III.4), trasformato da amplia- la cripta sono divise da un muro menti nel Seicento con la costruzio- dello spessore di circa 0.45 metri; la ne del chiostro, e nel Settecento, con copertura delle celle è formata ri- la nuova ala su Piazza S.Angelo, ha spettivamente da quattro e da tre la- sede il Museo Archeologico della stre di pietra. Badia (III.4.a), nato inizialmente A circa un centinaio di metri a come antiquarium. L’allestimento Nord-Est, sovrapposta ad alcuni segue un criterio geografico che illu- ambienti di una struttura termale ro- stra la storia e i caratteri del territo-

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CRISTIANIZZAZIONE rio di Licata con reperti provenienti variabile di loculi, scavati su un pia- NEL TERRITORIO AKRAGANTINO dalla campagna di scavi eseguiti ne- no orizzontale che dista dal piano gli ultimi anni. Superata la scala d’in- di calpestio circa 0,70 metri. L’ipo- gresso che raccoglie materiale relati- geo, attraverso un varco aperto nel vo alla vita del convento, ritrovato dromos, mette in comunicazione nel restauro del 1989, si entra nella con un’area semicircolare che si tro- sala che raccoglie reperti che vanno va ad Ovest, attorno alla quale sono dall’età protostorica, provenienti sette nicchie. dalla montagna di Licata, a quelli di L’ipogeo A è comunicante con quel- età bizantina provenienti dalla con- lo confinante B per mezzo di un fo- trada di Casalicchio. Nel chiostro ro che collega le nicchie dei due ipo- sono esposte statue del XIV-XV gei. L’ipogeo B si differenzia dagli sec. e una Madonna del Soccorso di altri per un corridoio che piega. Domenico Gagini del 1470. L’ingresso dell’ipogeo C di forma trapezoidale è quello originale; l’a- Da Licata percorrere per 36 km la pertura ha un’altezza di circa 1,40 SS115 lungo la costa. All’altezza di Pal- metri e presenta una base inferiore ma di Montechiaro imboccare la SS410 di un metro e una base superiore di verso l’interno e dopo 16 Km circa si giun- 0,80 metri. Il corridoio è costituito ge a Naro. da un dromos esterno di 6,5 metri e Sul versante sud del colle che domi- da una parte interrata di 13,50 metri; na Naro (III.5), in contrada Canale la larghezza di questo corridoio va- si trova un complesso catacomba- ria da 1,80 ad un metro mentre l’al- le (III.5.a) costituito da quattro tezza varia da 1,80 a 2 metri. ipogei (A, B, C, D), di cui solo due Nel dromos sono stati trovati fram- (A e C) sono totalmente in luce; gli menti di tegole di epoca bizantina, altri due (B e D), pure se non del utilizzate probabilmente per una co- tutto indagati, sono ritenuti molto pertura a protezione delle sepolture, simili. Ciascuno dei quattro ipogei, lungo le due pareti, realizzate in fase indipendenti l’uno dall’altro, ha in- successiva all’ipogeo stesso. gresso autonomo e si interra con Spostandoci ad Ovest si individua orientamento nord-sud, con dro- l’ipogeo D dove la parte centrale ri- mos e ingresso a sud. Ogni ipogeo è spetto a quella settentrionale si pre- costituito da un corridoio centrale, senta in cattive condizioni, a causa alto 2 metri circa e con un’estensio- di crolli strutturali; sugli ipotetici 20 ne di circa 20 metri. Lungo i corri- metri ne sono stati portati in luce doi si fronteggiano due serie di nic- 17,30 metri di corridoio. chie, all’interno delle quali si presen- L’attenta riflessione di Maria Rosa- tano vari loculi. ria La Lomia, che ha diretto un’im- Noto agli abitanti di Naro come la portante campagna di scavi, annota “Grotta delle Meraviglie”, l’ipogeo A è che sulla base di alcune lucerne ri- il più grande del complesso cata- trovate nel 1977 e nel 1984 si può combale. Lungo il suo corridoio, ipotizzare che l’ipogeo fosse in pie- largo circa un metro, si fronteggia- no uso già nella metà del IV sec. ed no sette nicchie per lato; all’interno utilizzato fino all’inizio del V sec. di ogni nicchia, di differente pro- mentre più tardi si continuarono ad fondità, trova alloggio un numero utilizzare le pareti del dromos.

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Proseguendo verso Nord a circa 45 km da lievemente rigonfie, la porta della CRISTIANIZZAZIONE Naro per mezzo della SS189 si arriva a tomba è stata cambiata con un’arca- NEL TERRITORIO AKRAGANTINO che si trova nel territorio di Calta- ta ribassata con piedritti in cima alla nissetta. quale vi sono accenni di capitelli. Ta- Sutera (III.6) sorge in una zona le arcata secondo A. , risulta collinare, ai piedi del monte San successiva ai dipinti delle pareti ese- Paolino, rilievo su cui si trova l’omo- guiti a tempera applicata a secco, nimo santuario, che è il principale presenti all’interno della cella. Cono- monumento sacro della città. Un sciuti come “i Figureddi ” , essi figura- chilometro ad est da Sutera, a circa no Gesù fra la Madonna e S.Paolino 660 metri sul livello del mare, su e i quattro evangelisti. Date le ridot- un’altura rocciosa gessosa chiamata te dimensioni della cella, che ha colle San Marco si trova una necro- un’altezza di circa un metro, i santi, poli del periodo protostorico. Una contornati da una cornice a dente di delle sue grotte, fu successivamente sega, sono raffigurati fino al ginoc- trasformata in oratorio rupestre chio. Lo stesso A. Messina sostiene (III.6.a). Esso è stato scavato in una inoltre che i dipinti sono frutto di cima di gessi cristallini, e vi si giunge un’opera spontanea di gusto popola- attraverso gradini scolpiti nella roc- resco, databili al XVI secolo. cia. Il sistema è composto di un arco Secondo lo storico locale C. Ferlisi a sesto acuto, che fa da facciata al ve- la cappella è giustificata dalla pre- stibolo della cella, che si trova ad un senza in zona di monaci basiliani, piano di calpestio superiore rispetto eremiti in contrada San Marco tra il a quello del vestibolo stesso. L’inter- VI e il XII sec.. no della cella presenta delle pareti Da Sutera, percorrendo circa 4 km verso , si percorre la SS118 verso sud per 20 km, svoltando a sinistra e prose- guendo per altri 6.5 km si giunge a Favara. Nei dintorni di Favara (III.7), alle falde settentrionali di Monte Calta- faraci, in contrada Saraceno si trova- no i resti di una villa romana in contrada Saraceno (III.7.a). L’in- sediamento ha subito, nel tempo, vari rifacimenti: in una prima fase è stata edificata la villa residenziale con annesso complesso agricolo (II- IV sec. d.C.); in seguito ad un grave incendio, fra la seconda metà del III secolo e gli inizi del IV secolo, è sta- to ristrutturato il nucleo termale poi scomparso nel complesso rurale ar- tigianale. Nel V secolo d.C. la villa viene trasformata in fattoria; vi sono Sutera, oratorio rupestre ancora alcune tracce di due dei cin- nella collina di S.Marco (III.6.a), que basamenti circolari in calcare, pianta e veduta della cella

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CRISTIANIZZAZIONE la , nel Parco archeologico NEL TERRITORIO AKRAGANTINO di Agrigento. Il segno più forte della cristianizza- zione di Agrigento è sicuramente la trasformazione in chiesa del Tempio della Concordia (III.8.a). Ubicato nella collina dei templi, a circa settecento metri a ovest del Favara, insediamento in con- tempio di Giunone Lacinia, il Tem- trada Saraceno (III.7.a), pio della Concordia è uno dei templi veduta del sito più completi del mondo greco, in- che servivano per sorreggere le an- sieme al Theseion di Atene e al co- fore, pithoi, adatti alla custodia di siddetto Posidonion (ora ricono- prodotti alimentari. sciuto come tempio di Era) di Pae- In seguito alle invasioni barbariche stum. Costruito tra il 440 e il 430 della metà del V secolo la fattoria è a.C. il tempio (periptero, esastilo, stata abbandonata. con cella doppiamente in antis) è Nella prima metà del VI secolo d.C. conosciuto, in realtà, con un toponi- la fattoria è in piena attività: a con- mo convenzionale, Concordia, deriva- fermarlo alcuni locali con pavimen- to da un’iscrizione latina della prima to in opus spicatum e la scoperta di ce- età imperiale con dedica alla Con- ramica e lucerne africane con Croce cordia degli Agrigentini (Concordiae Cristiana. Dello stesso periodo è Agrigentinorum Sacrum Respublica Lili- una piccola cappella absidata, dove betanorum Dedicantibus), trovata ac- sono stati trovati parti vetrose di ca- canto al tempio e con questo erro- lici e una croce di ferro. neamente messa in relazione. L’ec- cezionalità dello stato di conserva- Uscendo da Favara dopo 5 km si percorre zione dell’originario edificio di culto la SS640 in direzione sud per 3.5 km, greco è dovuta alla sua trasforma- uscita a destra, e dopo 2.5 km si giunge al- zione in chiesa cristiana, conversio-

Agrigento, Tempio della Concordia (III.8.a), veduta da sud ovest

224 La diffusione del cristianesimo e le prime sedi vescovili nell’area meridionale e sud orientale III PERCORSO ne operata dal vescovo di Agrigentum insediato all’inizio del suo vescova- CRISTIANIZZAZIONE Gregorio alla fine del VI secolo d.C. do. Non si hanno, infatti, notizie di NEL TERRITORIO AKRAGANTINO (forse il 596). Secondo la narrazione altre chiese cattedrali fino all’epoca del suo biografo, Leonzio, Gregorio normanna, quando Ruggero rico- fu allontanato da Agrigento a segui- struisce il vescovado e Gerlando edi- to di accuse frutto di calunnie e mal- fica la nuova cattedrale (1093). dicenze. Ritornato nella sua città do- L’antico tempio, comunque, conser- po una inequivocabile riabilitazione, vò i caratteri dell’edificio di culto in forza dell’editto dell’imperatore cristiano per circa undici secoli. Nel Teodosio II del 435, che autorizzava 1788, infatti, il nobile palermitano la modifica dei templi di proprietà Gabriele Lancillotto Castello e Gi- demaniale in chiesa, Gregorio non glio, Principe di Torremuzza, chiese volle più occupare l’antica Cattedra- al re Ferdinando III di Borbone di le (le cui tracce sono state rinvenute restituire il tempio alla sua forma a poche centinaia di metri dal sito di iniziale. Così, furono abbattuti i mu- un moderno albergo, Villa Athena), ri che chiudevano gli intercolunni, decidendo di occupare l’antico tem- furono rimosse le croci e le campa- pio pagano. Il vescovo, dunque, ne, ma non poté essere restituita scacciò i demoni che si erano nasco- l’integrità ai muri della cella, né quel- sti nelle statue della cella e trasfor- la patina di stucco che lo faceva ap- mò il tempio nella chiesa dedicata ai parire marmoreo. Santi Apostoli Pietro e Paolo. La lapide che ricordava questo inter- Di poco successiva alla riconversio- vento di restituzione promossa in ne “liturgica” sarà stata quella “archi- ambito borbonico, venne asportata tettonica”, con l’adeguamento degli dai patrioti durante i moti del 1848. spazi, soprattutto quelli interni. Fu Uno studio diverso dell’edificio, invertito l’orientamento, portando condotto dall’architetto Lucio Triz- l’ingresso sul lato ovest e spostando zino, ha condotto ad una differente a oriente il presbiterio; nei muri del- ricostruzione della chiesa gregoria- la cella furono aperte dodici arcate, na. Secondo Trizzino, l’accesso alla conferendo all’aula basilicale così ot- basilica avveniva tramite una scali- tenuta la distribuzione in tre navate nata, che portava allo stilobate posto (quella centrale coincidente con la al centro del fronte occidentale. Da vecchia cella, le due laterali con i questo punto attraverso due passag- portici dei lati maggiori del peristi- gi (ricavati ai lati della parete dell’e- lio). Consistenti modifiche furono pistodomo) si accede al sagrato sco- apportate al settore orientale, forse perto, dove Gregorio pose una cro- per sistemarvi anche modesti alloggi ce per purificare l’edificio. Dal sa- per il vescovo e per i suoi aiutanti. crato si passa nel nartece e final- Non si hanno notizie certe sulla du- mente, attraverso un piccolo spazio rata dell’utilizzo del tempio come fra le torri, si guadagna l’aula a tre cattedrale della diocesi agrigentina. navate della basilica. Questa proba- Probabilmente dopo la morte di bilmente presentava volte a crociera Gregorio, avvenuta nel 630 d.C., la sopra la navata centrale e solai lignei sede episcopale venne trasferita nel- sopra le navate laterali, le tre navate la vecchia chiesa sita nell’abitato clas- sfociavano in due sacelli e nell’absi- sico, dove lo stesso Gregorio si era de, dopo avere oltrepassato un pic-

SICILIA ROMANA E BIZANTINA 225 III PERCORSO

CRISTIANIZZAZIONE colo pseudo-transetto. La residenza da questa a Nord e a Sud si dirama- NEL TERRITORIO AKRAGANTINO del vescovo si trovava nell’area so- no due sistemi che sfruttano altre ci- vrastante la chiesa, alla quale si acce- sterne di epoca greca e le riutilizzano deva da Est attraverso una scalinata come nicchie e sepolcri. che portava al crepidoma; da qui tra- Proseguendo verso Sud dal primo mite una scala si raggiungeva un var- silos lungo il corridoio principale, co, sulla parete nord della torre set- sui cui lati si fronteggiano due vani tentrionale, nella quale si trovava la contenenti delle sepolture, si giunge scala d’accesso all’episcopio. ad un’altra cisterna, più grande della Nella parte Est della collina dei Templi prima, dove sul tetto vi è un oculo e del Parco archeologico di Agrigento, tra il al posto della conca di sedimenta- Tempio della Concordia e il Tempio di Er- zione, posta al centro della sala, è cole, si trova un complesso catacombale di stata ricavata una piccola sepoltura grande interesse. per un bambino; sempre nel pavi- Il complesso catacombale mento trovano sistemazione altre (III.8.b) formato dalla Necropoli sepolture di varia grandezza; ad Est Giambertoni, dalla Grotta di Fraga- del silos un corridoio conduce ad un pane e dalla Necropoli sub divo, si cubicolo monumentale con nicchie trova a ridosso della collina dei tem- e tombe. Procedendo verso Sud il pli. Caratterizza l’ipogeo di Fragapa- corridoio attraversa una regione più ne il riutilizzo di alcuni silos di età fitta di tombe dove si fronteggiano greca. Esso è attraversato da una lun- due ambienti di diversa grandezza, ga galleria che si estende lungo l’asse quindi si giunge alla parte della ne- Nord-Sud; il corridoio è delimitato cropoli ellenistico-romana. da due accessi dove ancora oggi si R. M. Carra conduce un’attenta ed possono individuare soglia e stipite, a interessante analisi del sito, scaturita nord del quale si trova la necropoli dagli scavi del 1985, dando confer- sub divo, a sud quella di Giamberto- ma a quanto intuito dagli studiosi in ni. Percorrendo un passaggio a cielo precedenza. Dai dati evince che l’a- aperto (un dromos), attraverso la ne- bitato ellenistico-romano succede cropoli di sub divo, si varca l’ingres- alla necropoli sub divo sul finire del so a Nord, incontrando la prima ci- III secolo d.C., ed è utilizzato fino al sterna, sul cui soffitto si trova un V sec. d.C., cioè fino alle incursioni oculo occluso; sul pavimento trovia- vandaliche. A testimonianza di que- mo disposte simmetricamente quat- ste incursioni, negli scavi è stato rile- tro sepolture; altre sepolture si trova- vato uno spesso strato di bruciato, no alle pareti. Ad Ovest si apre una per questo motivo il sito non è stato galleria che conduce ad una rotonda, usato più come cimitero.

Agrigento, necropoli Giambertoni (III.8.b), veduta del sito (a sinistra)

Agrigento, grotta di Fragapane (III.8.b), interno di una rotonda (a destra)

226 La diffusione del cristianesimo e le prime sedi vescovili nell’area meridionale e sud orientale III PERCORSO

CRISTIANIZZAZIONE NEL TERRITORIO AKRAGANTINO

Agrigento, Basilica nel vallone del fiume Akragas (III.8.c), pianta del primo momento (a destra), e del secondo momento (a sinistra) (da E. De Miro, 1980)

Sempre secondo R. M. Carra la par- E. De Miro annota la presenza di te più antica del cimitero di Fragapa- elementi caratteristici della basilica ne è quella fra i due silos, sul corri- paleocristiana cimiteriale: il piano doio principale, in rapporto con la dell’abside sopraelevato rispetto alla necropoli sud divo attraverso l’in- cella e il breve protiron delimitato fra gresso a nord. In seguito la necessi- due robuste ante e infine, a sottoli- tà di nuovi spazi produsse il collega- neare l’origine cimiteriale, due loculi mento, per mezzo dell’ingresso a rettangolari all’interno della navata. Sud, con la necropoli ellenistico-ro- Un terzo, a cassa, databile intorno il mana di Giambertoni. V sec. d.C., è stato ritrovato all’e- Nel versante orientale della collina dei tem- sterno della basilica lungo il lato pli, vicino al fiume Akragas, si trova una nord. De Miro distingue due mo- basilica paleocristiana del IV secolo d.C.. menti costruttivi, il primo di età co- Godendo della bellissima vista sul stantiniana cui appartengono i due parco archeologico della valle di gradini che elevano l’abside, delimi- S.Biagio, si può ammirare il piccolo tati dai due pilastri che sostengono monumento sepolcrale di m l’arco trionfale; il secondo nel quale, 9,20x6,15, probabilmente una basi- probabilmente a causa di un incen- lica (III.8.c) del III-IV sec. d.C.. La dio, le cui tracce sono state ritrovate pianta rettangolare presenta un’uni- sui conci, i pilastri furono rimontati ca navata absidata ad ovest. Come si allineati con il margine del gradino. vede dai resti murari, la struttura era A questa seconda fase, databile in- realizzata con grossi conci di arena- torno al 370, appartiene il restringi- ria legati con malta. mento della cella.

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