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la di cheologiche ar ar ee delle car te e L QUESTO PROGETTO È COFINANZIATO DALLA COMUNITÀ EUROPEA la Valle dei Templi di Agrigento Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

4 La storia attraverso le fonti La storia attraverso gli scavi Regione Siciliana 10 La storia della ricerca archeologica Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione 1 11 Il settore occidentale della collina dei templi Dipartimento Regionale 12 Tempio di Zeus Olimpio Beni Culturali e Ambientali ed Educazione Permanente 13 Settore ad Ovest del tempio di Zeus ed area sacra ad Est di Porta V 14 Santuario delle divinità ctonie e area sacra ad Ovest Coordinamento: Margherita Rizza Coordinamento tecnico: Franco Fidelio, 15 Tempio I (c.d. dei Dioscuri) e tempio L Area sacra ad Ovest del santuario delle divinità ctonie Composizione cartografica: Franco Fidelio Progetto grafico: Guido Mapelli 16 Area sacra a Sud-Est del tempio di Zeus Testi: Armida De Miro 17 ll ginnasio Percorsi: Gaetano Tripodi Fotografie: Manlio Nocito, Angelo Pitrone, 18 Tempio di Mimmo Calabrò; archivio Orao, CRICD

2 19 La collina dei Templi 20 Tempio A (c.d. Tempio di Eracle) 21 Tempio F (c.d. della Concordia) 23 Tempio D (c.d. Tempio di Giunone) Necropoli paleocristiana e bizantina: (c.d. Grotta Fragapane)

3 24 Il quartiere ellenistico-romano e il poggio di San Nicola 25 Il quartiere ellenistico-romano 27 Il Poggio di San Nicola 28 Il Bouleuterion

4 29 La Rupe Atenea Tempio C (Tempio di Demetra) 30 Santuario rupestre Porta I e Baluardo a tenaglia Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi 31 Quartiere di Porta II Strada Panoramica dei Templi Porta II o Porta di 92100 Agrigento

32 Itinerario extra moenia Tel. 0922621611 Tempio H (Tempio di Esculapio) Fax 092226438 Tomba di Terone www.parcovalledeitempli.it Basilicula del Vallone San Biagio [email protected]

2 metri 100 200300 400 500

Il sito prescelto dai Greci quale sede della città di Akragas è costituito da un esteso plateau di natura calcarea con pendenza da Nord a Sud, delimitato da dirupi più o meno scoscesi e profondi. Il terrazzo è circoscritto lungo i margini rocciosi occidentale e orientale dai fiumi Hypsas e Akragas Tempio C (di Demetra) (odierno San Biagio), sino alla confluenza degli stessi nella vasta pianura alluvionale (estesa ai piedi Bouleuterion Santuario upestre della collina dei templi) in un unico r corso fluviale con sbocco nel mare di San Leone (la marina di Agrigento, Tempio di Falaride emporion e porto della città antica). Ekklesiasterion La città, inoltre, era delimitata a Nord dai versanti rocciosi della di collina di Girgenti (ad occidente) e della Rupe Atenea (ad oriente), acropoli del periodo greco (Polibio, IX, 27, 1-9).

Tempio G (di Vulcano)

Santuario delle divinità ctonie Tempio B (di Giove)

Tempio A (di Ercole) Tempio F (della Concordia)

Necropoli romana Tempio D (di Giunone)

Necropoli Area archeologica di Agrigento ellenistico-romana 3 La storia attraverso le fonti La storia attraverso gli scavi

Secondo la testimonianza fornita dalle fonti L’ABITATO I SANTUARI LE NECROPOLI (Tucid. VI, 4, 4 ; Schol. Pind. Ol. II, 168) Akra- Tra la seconda metà e la fine del VI A partire dalla metà del VI sec. a.C. La più antica tra le necropoli greche gas fu fondata, intorno al 582 a.C., da rodio- secolo a. C. si definiscono le linee del- si definisce il carattere sacro della collina di Agrigento è coeva alla fondazione cretesi provenienti da Gela sotto la guida della città (ceramica mesocorinzia). Ubi- degli ecisti (fondatori) Aristonoo e Pystilo. l’organizzazione urbana. La città è dei templi che accoglie, ora, piccoli edi- La città conobbe, tra il 570 e il 554 a.C., destinata a svilupparsi nell’ intera area fici e recinti sacri (santuario delle divini- cata sulla collina di Montelusa ad Ovest dopo un periodo di regime oligarchico, la della valle, dalle pendici della Rupe tà ctonie e tempietto tripartito nel setto- della foce del fiume Akragas, risulta tirannide di Falaride, al quale si ascrivono Atenea sin sotto la collina dei templi re occidentale della collina, ad Ovest di strettamente connessa non tanto al

VI secolo a.C. l’avvio di una politica di espansione del terri- ed è già concepita secondo criteri evo- porta V, tempietto arcaico sotto il tem- primo insediamento “urbano” entro i torio verso l’interno a danno dei e la luti, definiti da una scansione regolare pio di Vulcano e, nel settore orientale, confini della città arcaica e classica, definizione dei confini con le vicine colonie degli spazi e della viabilità. Il disegno tempietto di Villa Aurea). E’ solo sullo quanto piuttosto ad un emporion sorto ad oriente e ad occidente (Polieno, V, 1, 1; urbano, infatti, risulta impostato su scorcio del secolo, tuttavia, che l’assetto alla foce del fiume destinato ad essere V, 1, 3-4; Diod. XIX, 108, 1). grandi arterie con orientamento Est- monumentale comincia a delinearsi con attivo sino ad epoca bizantina quale nu- Lekythos a figure nere (sec. VI-V a.C.) Ovest (plateiai del periodo greco rical- la costruzione del primo tempio peripte- cleo commerciale collegato con il porto. cate dai decumani romani) attraversate ro di Eracle sulla collina dei templi. Alla Akragas arcaica riportano invece ortogonalmente da circa 30 stenopoi (i le due necropoli “urbane” di San Biagio cardines di epoca romana) che si adat- LE FORTIFICAZIONI e di contrada Pezzino, rispettivamente tano alle accidentalità del terreno Se pure in assenza di dati archeolo- lungo la riva destra del vallone omoni- mediante l’utilizzo di rampe e senza gici certi, all’età di Falaride si deve far mo ad oriente della città nel settore sud- una sostanziale modifica di tracciato. risalire la costruzione delle poderose occidentale della collina di Girgenti. In Il terminus ante quem per la data- mura di fortificazione, in parte tagliate particolare, la “necropoli Pezzino” si zione dell’impianto è costituito dal nella roccia e in parte costruite. Dati configura come la più ricca e vasta area Tempio di Zeus Olimpio (480-460 inequivocabili fissano con certezza lo di sepolture, destinata a svilupparsi nel a.C.) che vi risulta inserito, mentre il sviluppo dell’impianto nella seconda corso del V secolo a.C. termine della seconda metà del VI sec. metà del VI secolo (deposito di consa- In epoca arcaica è utilizzata anche la a.C. è basato sugli scavi stratigrafici crazione del 530 circa a.C. sistemato ai necropoli di contrada Mosè, località ubi- nell’area del quartiere ellenistico-roma- piedi delle mura là dove esse corrono a cata ad alcuni chilometri ad Est della no e su quelli praticati nel settore occi- ridosso del santuario delle divinità cto- città, lungo la direttrice per Gela, forse dentale della collina dei templi. Un nie; officine di coroplasti che si addos- da riferire ad un sobborgo da ricercare orientamento leggermente sfalsato pre- sono nello stesso sito, all’esterno delle sulla sovrastante collina. La necropoli, senta invece il quartiere di abitazioni mura; tempietto arcaico di Villa Aurea che nel VI secolo a.C. aveva tombe databili già dal VI secolo (ma in uso che tiene conto della linea delle mura; costruite generalmente con tegole poste sino al IV secolo a.C.) messo in luce infine, connessione del tracciato con la “alla cappuccina”, presenta il suo massi- dagli scavi Marconi nel settore nord- viabilità urbana concepita tra la metà e mo sviluppo nel V secolo a.C. occidentale della valle (collina a quota la fine del VI secolo a.C.). 192). Il nucleo di abitazioni presenta la Si tratta, nel complesso, di un’ope- particolarità di essere costituito da case ra notevole per estensione (ca. 12 km.) o gruppi di case disposte a schiera, per e chiarezza di tracciato lungo un peri- lo più monocellulari, parzialmente metro approssimativamente rettangola- ricavate nella roccia, caratterizzate re che segue la linea naturale di mag- Testa fittile di Kouros o sfinge, area del dalla presenza di pozzi o cisterne e dal- giore elevazione, la cresta delle alture e Tempio di Eracle, l’utilizzo di spazi liberi comuni. il margine superiore dei valloni. 550 a. C. circa

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Durante il regime trannico di Terone (488- EDILIZIA PUBBLICA E MONUMENTALE I TEMPLI IL CENTRO POLITICO: 472 a.C.), Akragas fu prospera sotto il pro- I CONDOTTI DI FEACE Il V secolo a.C. segna anche l’avvio L’AGORÀ SUPERIORE filo economico e potente sotto quello politi- Dapprima, sotto la tirannide di delle grandi opere monumentali: sorge Si ha ragione di credere che, duran- co e militare (Polieno VI, 51; Diodoro X, Terone, ma soprattutto durante la sta- così, nel settore occidentale della colli- te il V secolo a.C., l’altura di San 27, 3; XI, 25, 3-4; XIII, 82, 5; Erodoto, VII, gione democratica, la città conobbe l’ak- Nicola, alla quale si riconosce per il 165). Nel 480 a.C. l’annessione di na dei templi, l’imponente tempio di , attuata nell’ottica di una forte mè della sua potenza. Il 480 a.C. inaugu- Zeus Olimpio, mentre alcuni interventi periodo arcaico e classico una precipua spinta espansionistica e della ricerca di ra la stagione delle grandi opere pubbli- interessano l’area del santuario delle destinazione sacra (santuario del ter- V secolo a.C. uno sbocco sul Tirreno, determinerà l’inter- che, quale l’articolato sistema di condot- divinità ctonie; vengono eretti, inoltre, razzo sommitale distrutto dalla katato- vento dei Cartaginesi che venivano sconfit- ti d’acqua ideati da Feace. Si tratta di un sulle pendici orientali della Rupe mè (sbancamento) dell’ekklesiasterion; ti nella celebre battaglia di Himera complesso ipogeico di canali che dalla Atenea il c.d. tempio di Demetra, e sul tempietto e terrazzato sul mar- (Diodoro XI, 20 sgg; Polieno I, 28). Dopo la Rupe Atenea e dalla collina di Girgenti colle di Girgenti il tempio di Athena. gine settentrionale), costituisse anche il morte di Terone (Diodoro XI, 53, 1-2) e la scendono con varie diramazioni attra- Ma è sotto la spinta democratica, cuore della vita politica della città ripresa delle ostilità con Siracusa (Diodoro verso la valle, alcuni con sbocco nell’am- particolarmente tra il 450 e il 430 a.C., democratica (resti di costruzione al di VIII, 1-4; 26, 3), città storicamente nemica, pia depressione ubicata alla estemità che sorgono i monumenti più significa- sotto dell’edificio del bouleuterion). Akragas conobbe una lunga parentesi di occidentale della collina dei templi, Una testimonianza a favore di tale ipo- regime democratico (471-406 a.C.), nel- tivi sotto il profilo dell’immagine di l’ambito della quale si colloca l’attività filo- identificata con la Colimbetra di cui città sacra che Akragas ha tramandato tesi e interpretazione dei resti si coglie sofica e politica di Empedocle (Diodoro XI, parla Diodoro: magnifica piscina pro- ai nostri giorni: l’opera di monumenta- in un passo di Diogene Laerzio (VIII, 53, 5). fonda 20 braccia dal perimetro di sette lizzazione interessa, innanzitutto, la col- 64-65). stadi (m 180x7) nella quale, ci dice “con- lina meridionale il cui carattere sacro dottevi le acque delle fonti e dei ruscelli viene esaltato dalla costruzione dei ne venne viavaio di pesci per i banchetti templi peripteri cosidetti di Giunone e Cratere a campana a figure rosse, e la allietavano cigni e altri volatili; tra- della Concordia, eretti tra il 450 e il Testa fittile di Kore, 500-490 a.C. fine V sec. a. C. scuratasi in seguito essa interrò”. 430 a.C., quando nel settore occidenta- le, ad Ovest di porta V, il santuario cto- Spaccato del tempio di Giove Olimpio ad nio si arricchisce dei templi I (o dei Agrigento. Da Politi, Raffaello, Sul ristabilimento del gran tempio di Giove Olimpico in Agrigento e Dioscuri) ed L, mentre, al di là della sua iptera distrutto e ridotto a cortile nella Colimbetra, il sito del tempietto arcaico Dissertazione apologetica comparsa in Girgenti viene occupato da un nuovo tempio nel 1827. Venezia, tipografia di Alvisopoli, 1828. periptero (c.d. Tempio di Vulcano).

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In questo periodo, in conseguenza di un LE NECROPOLI La necropoli di contrada Mosè è scheletro di una giovane donna e il nuovo conflitto con Siracusa, gli Acragantini La storia di Agrigento arcaica e utilizzata durante il V secolo a.C., relativo corredo (Museo Archeologico furono sbaragliati presso il fiume Himera e la classica si riassume tutta in quella della pace conclusa nel 446 a.C. Durante la spedi- epoca alla quale si fa risalire una fossa Regionale). Oltre al rito della inuma- zione ateniese contro Siracusa Akragas, inve- necropoli di contrada Pezzino, il più di purificazione ricca di statuette fittili zione è attestato in due casi quello ce, rimase neutrale (415-413 a.C.). vasto e ricco tra i cimiteri agrigentini. arcaiche raffiguranti Demetra. Allo della incinerazione con pozzetti conte- Nel 406 a.C., cadute le città di e E’ ubicata nei pressi del vallone stesso periodo classico si ascrive la fase nenti il cratere cinerario Si segnala, Himera, venne conquistata e distrutta dai Hypsas, nel settore sud-occidentale del più significativa della necropoli che particolarmente, lo splendido cratere V secolo a.C. Cartaginesi di Imilcone (Diodoro XIII, 85-90; colle di Girgenti, in un’area esterna presenta caratteri di una certa monu- bronzeo a volute (Museo Archeologico 96, 3). alle mura tra le porte VI e VII. mentalità (data la natura del banco Regionale) dell’ultimo quarto del V La pace che ne seguì tra Dionisio I di Depredata nel corso del secolo scor- argilloso, si tratta per lo più di tombe secolo a.C. Siracusa e i Cartaginesi (405-404 a.C.) so, ha contribuito all’ arricchimento interamente costruite in conci squadra- sancì, a favore di quest’ultimi, il dominio delle collezioni vascolari di molti musei ti di arenaria, talvolta, quasi veri e pro- sulla Sicilia occidentale (insediamenti punici, elimi e sicani), nonchè il diritto della popola- stranieri. Gli scavi regolari intrapresi dal pri monumenti sepolcrali). In un caso zione di Selinunte, Akragas, Himera, Gela e 1985 hanno evidenziato l’organizzazione la tomba ha restituito un magnifico complessa del sito, il cui elemento carat- sarcofago marmoreo con coperchio Efebo di Agrigento Camarina di far ritorno nelle proprie città 480 a.C. senza, tuttavia, potervi ricostruire le mura e teristico e di maggiore evidenza è costi- monolitico a spioventi e acroteri agli sotto il pagamento di un tributo a Cartagine tuito dalla situazione di estremo affolla- spigoli, al cui interno furono trovati lo (Diodoro XV, 17, 5). mento delle tombe e dalla presenza di due assi stradali, uno dei quali è connes- Particolare di cratere a calice attico a figure Cratere a volute attico figure rosse con Achille so con l’arteria che usciva da porta VII rosse con la deposizione di Patroclo. Pittore di Kleophrades, 500-490 a.C. e Pentesilea, Pittore dei Niobidi, 470 a.C. (obliterata dalle tombe più recenti, modeste per numero e tipologia, che datano al IV secolo a.C.). Particolarmente ricchi e significativi i corredi databili tra il 480 e il 430 a.C., periodo corrispondente a quello di mag- giore prosperità e floridezza della città. La necropoli di contrada Pezzzino è probabilmente da identificare con quella ricordata da Diodoro (XIII, 86, 1-4) a proposito dell’assedio cartagine- se di Imilcone e Annibale, ai quali la fonte ascrive la distruzione di monu- menti funerari per la costruzione di terrapieni all’altezza delle mura allo scopo di rendere incisivo e risolutorio l’attacco alla città. Agli ultimi decenni del V secolo a.C. riportano alcuni corredi della necropoli ubicata ad una certa distanza dalla città, in località Villaseta.

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Conseguentemente alla disfatta cartagine- L’ABITATO IL CENTRO POLITICO DELLA CITTÀ: LE NECROPOLI se al Crimiso del 335 a.C., durante il Sino alla metà del IV sec. a.C. le testi- L’AGORÀ SUPERIORE Alla fine del IV secolo a.C. si riporta la governo di Timoleonte a Siracusa, si fissa monianze archeologiche documentano Una sistemazione non meno monu- necropoli urbana, dai caratteri monumen- in via definitiva lungo il fiume Alykos il con- una lenta ripresa della vita nella città, mentale riguarda il centro politico della tali di c.da Sottogas (attuale via Manzoni), fine tra l’epicrazia siracusana e quella car- città: sull’altura di San Nicola, tra il IV e il taginese, mentre un nuovo periodo di pace ripopolata dopo la distruzione senza la appena fuori porta IX. Essa era caratteriz- si inaugura per le città siceliote. possibilità che le mura venissero ricostrui- III sec. a.C., sorgono edifici di carattere zata da tombe con prospetti architettonici Akragas viene rifondata sotto Timoleonte, te. Parrebbero riferirsi a questo periodo i politico-civile: sul declivio meridionale del sul fronte della parete rocciosa, all’interno colle viene eretto, infatti, l’ekklesiasterion

IV secolo a.C. da coloni elei guidati da Megillo e Feristo resti di un settore di abitato dai caratteri della quale era ricavata la tomba a camera. (Plutarco, Tim. 35, 2); essa ritorna ad punici, messo in luce sulle pendici orien- (luogo delle assemblee popolari), su quel- L’introduzione della nuova tipolagia fune- essere attiva e vitale e può ricostruire le tali della Rupe Atenea (Acropoli), non lo settentrionale il bouleuterion (sala del raria, sino ad allora contraddistinta da mura abbattute. lontano da Porta II, in vita sino al III sec. consiglio cittadino o boulè) che occupa tombe a fossa o alla cappuccina, denote- Nel 310 a.C. diede vita ad una lega di città a.C. e sorto sulle rovine di un nucleo di l’area di un nuovo terrazzo sostenuto da rebbe una chiara influenza della cultura siceliote contro il tiranno Agatocle di abiatazioni del V sec. a.C. poderose mura. architettonica microasiatica, quale va rico- Siracusa, rimanendo, tuttavia, sconfitta nel noscendosi anche nel disegno urbano. 306 a.C. sotto la guida di Xenodico EDILIZIA PUBBLICA E MONUMENTALE (Diodoro XX, 31, 52). Nella seconda metà del IV secolo a.C., per effetto della politica illuminata di Timoleonte di Siracusa, un periodo di pace accomuna Akragas alle restanti città Busto fittile di divinità (Persefone?), Santuario siceliote comprese nell’ epicrazia siracu- di San Biagio (Agrigento), IV sec. a. C. sana. Numerosi interventi di edilizia pub- Statuetta fittile, necropoli Pezzino, IV-III sec. a. C blica e monumentale riguardano settori vitali della città: innanzitutto il circuito delle mura di fortificazione, ricostruite (opera difensiva di porta VI e torrione avanzato di porta VII); il tessuto urbano ripristinato, l’Acropoli individuata come area destinata ad attività artigianali; il set- tore occidentale della collina dei templi (complesso sacro a sud-est del Tempio di Zeus) e, infine, sulle pendici della Rupe Atenea, il santuario rupestre di San Biagio, fuori le mura.

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Tra il 289 e il 279 a.C. la città conobbe la OPERE DI DIFESA IL CENTRO POLITICO DELLA CITTA: LA NECROPOLI tirannide di Finzia che, distrutta Gela, ne Alle vicende della prima guerra AGORÀ INFERIORE E SUPERIORE Ad epoca ellenistica riportano i trasferì gli abitanti nella nuova città di punica si riporta la costruzione del- Nell’area del poggio di San Nicola, corredi della necropoli ubicata sulla Finziade, fondata presso l’Eknomos (odier- l’edificio a camerette a ridosso dello il declivio meridionale, tra il II e il I riva sinistra del vallone San Biagio, non na ; Diodoro XXII, 1 sgg; XXII, 7, 1). Akragas sarà dalla parte di Pirro, giunto in spigolo Sud-Est del tempio di Zeus secolo a.C., subisce importanti trasfor- distante da quella arcaica sviluppatasi Sicilia da nel 287 a.C. per liberare Olimpio e delle mura di fortificazione mazioni che vedono l’obliterazione sulla prospiciente riva destra. La le città siceliote dalla minaccia cartagine- connesse con Porta IV. dell’ ekklesiasterion e la costruzione di necropoli è vasta per estensione tanto se, e poi da quella dei Cartaginesi stessi un tempio prostilo di ordine ionico da riferirvi, quale estrema propaggine nel 264 a.C. divenendone, nel corso della L’ABITATO (c.d. Oratorio di Falaride); analoga- della stessa, la ripresa dell’uso di sep- prima guerra punica, una importante base Durante il periodo romano, con- mente, sul declivio settentrionale, l’am- pellire nell’area del cimitero di contra- insieme ad Eraclea Minoa (Diodoro XXII, trassegnato da una pace duratura, la pliamento del terrazzo determina da Mosè abbandonato dopo la distru- 10, 1-2; XXIII, 1, 2). Nel 261 a.C. la città città si arricchisce di monumenti per l’obliterazione del tratto occidentale zione del 406 a.C. sarà espugnata dai Romani che ne trasse- un fervore di rinnovata attività edilizia. del decumano, mentre un tempio su ro 25000 schiavi tra la popolazione A questa epoca si fanno risalire: il rias- podio di epoca agustea viene eretto (Polibio I, 16-20; Diodoro XXIII, 9). Nel 255 a.C. fu ancora assediata e conqui- setto urbanistico che rispetta le linee all’interno di una vasta area porticata. stata dai Romani che ne abbatterono le dell’ordinamento precedente (area del Sotto Augusto, anche l’area a Nord-Est mura (Diodoro XXIII, 18, 2). Durante la quartiere ellenistico-romano), ma cui si del tempio di Zeus, riceverà una siste- seconda guerra punica fu di nuovo dalla riconosce, da un lato, un forte richia- mazione definitiva con la costruzione parte dei Cartaginesi che vi installarono un mo all’urbanistica delle città microasia- di un Ginnasio (l’agorà inferiore ricor- presidio, ma fu definitivamente conquistata tiche (città terrazzata e scenografica; data in un passo di Livio?). dai Romani del console Levino nel 210 distribuzione funzionale degli spazi a.C. (Livio XXVI, 40). Nel 139-131 a.C., pubblici, già presente alla fine del IV durante la guerra servile, la città e il terri- secolo a.C.), dall’altro un attaccamento torio subirono devastazioni e, sotto la pre- alla tradizione urbanistica di ambiente tura di Verre, ogni sorta di ruberie (Diodoro magno-greco e siceliota (struttura degli XXXIV; XXXV, 2, 43; Cicerone, Verr., IV, 93- Statua marmorea di Afrodite al bagno, II-I sec. a. C. Grande piatto pestano, 350-325 a. C. 95). Nell’ordinamento romano delle provin- isolati allungati estranei alla tradizione Età ellenistico-romana III-I secolocie a.C. di Sicilia, Agrigentum fu compresa tra microasiatica). le civitates decumanae, soggetta, dunque, al pagamento di un decimo dei proventi agricoli. Sotto Augusto ebbe lo status municipale.

Area archeologica di Agrigento MENU 8 La storia attraverso le fonti La storia attraverso gli scavi

Durante i primi tempi dell’impero fu l’unica L’ETÀ IMPERIALE L’EPOCA TARDO ROMANA città ad esistere sulla costa meridionale Per l’età imperiale i dati più significa- E BIZANTINA insieme a Lilibeo (Strabone VI). Svolse, tivi si riferiscono al periodo antonino se- Nel IV secolo, in uno col venir meno inoltre, un importante ruolo eni collega- veriano (II-III secolo) e indicano il persi- della fonte di ricchezza per la crisi dell’in- menti con l’Africa settentionale romana come mostrano le fonti itinerarie (Tabula stere di una economia prospera, princi- dustria e del commercio dello zolfo, la Poetingeriana e Itinerarium Antonini) che palmente basata sull’attività estrattiva e città si avvia ad un lento declino; pertanto ne fanno il punto di arrivo delle principali sul commercio dello zolfo (tegulae sulfuris nei secoli successivi, anche in conseguen- strade della Sicilia (assi viari Catana- dal quartiere ellenistico-romano). Allo za delle incursioni barbariche, la città su- Agrigentum e Panormus-Agrigentum). stesso periodo si ascrive la necropoli mo- bisce una contrazione, sino a quando essa L’epoca bizantina è testimoniata dalle fonti numentale sviluppatasi sul declivio meri- non finirà per arroccarsi sul colle di Gir- (lettere di Gregorio I) e dalla presenza di dionale della collina dei templi, al di fuori genti, abbandonando quasi del tutto necropoli e sedi di culto. della linea di fortificazione (tomba c.d. di l’area della città classica e romana. Sarà, Nell’825 la città sarà conquistata dagli Terone). tuttavia, il diffondersi del cristianesimo Arabi. che produrrà le più significative testimo- nianze: basilica paleocristiana della quale si riconoscono due fasi sino al V secolo Età imperiale e bizantina presso il vallone San Biagio; basilica cri- Erma marmorea romana con testa di Pan stiana la cui esistenza è documentata nel- l’area della valle dei templi dal rinveni- mento di alcuni elementi architettonici e decorativi, ma della quale si hanno notizie dalle fonti; basilica dei SS Apostoli Pietro Lucerna paleocristiana e Paolo insediata, dal vescovo Gregorio alla fine del VI secolo, nel tempio della Concordia, appositamente riadattato; in- fine necropoli paleocristiana che si esten- de in una vasta area tra i templi di Giuno- ne e della Concordia (cimitero sub divo; catacomba c.d. Grotta Fragapane; ipogei per nuclei familiari; infine, arcosoli sul co- stone roccioso già utilizzato quale basa- mento delle fortificazioni della città greca). Nell’825 Agrigento sarà definitiva- mente conquistata dagli Arabi.

Area archeologica di Agrigento MENU 9 Nel XVIII secolo, in uno con l’istituzio- interventi di restauro interessarono il di Zeus, imporatnte scavo nell’area del Storia della ricerca ne della prima organizzazione di Stato tempio della Concordia sotto la guida santuario delle divinnità ctonie ecc.). del servizio di antichità in Sicilia, hanno del Direttore alle antichità arch. Importanti interventi di restauro dei archeologica inizio le prime ricerche archeologiche in Francesco Saverio Cavallari. templi agrigentini saranno intrapresi Agrigento (scavi nell’area del tempio di Il XVIII secolo segna, tuttavia, sotto la guida di Giuseppe Cultrera che Zeus e sgombero delle strutture con anche l’inizio della sistematica devasta- sarà Soprintendente alle Antichità della individuazione della pianta del tempio) zione delle necropoli agrigentine i cui Sicilia tra il 1932 e il 1934 (restauro del e gli interventi di restauro dei monu- corredi confluiti per lo più in collezioni Tempio di Giunone, della Concordia, menti (anastilosi del tempio di Giunone, private (famosa quella di Raffaello Politi del tempio di Esculapio). restauro del frontone orientale del tem- e del Ciantro Giuseppe Paniteri) Nel 1939 viene istituita la pio della Concordia). andranno presto ad arricchire le colle- Soprintendenza alle Antichità di Una data importamte, tuttavia, è il zioni archeologiche di numerosi musei Agrigento. Sotto la guida del soprinten- 1827, anno in cui viene istituita a stranieri. dente Goffredo Ricci, si avvieranno scavi la Commissione di Antichità e Nel 1864, per merito di Giuseppe nell’area della necropoli Pezzino che Belle Arti con giurisdizione su tutta Picone, nasce il primo nucleo del Museo portarono al recupero dell’eccezionale l’isola, sotto la presidenza di Domenico Civico che, dapprima ospitato nella cap- vaso attico a figure rosse del Pittore di Lo Faso Duca di : nuovi pella trecentesca del conevento di san Kleophrades con la morte di Patroclo. interventi di restauro e ricerche di scavo Francesco, sarà poi trasferito nei primi Dopo il periodo bellico, che com- Tomba di Terone ad Agrigento. Da Lo Faso furono così intrapresi (scavo del tempio del XX secolo in piazza Municipio dove Pietrasanta, Domenico, duca di Serradifalco, portò la sospensione delle ricerche, sotto Antichità di Sicilia. Palermo, di Demetra sulla Rupe Atenea, anastilosi rimarrà sino alla sua chiusura. Nei primi la guida del Soprintendente Pietro tip. del Giornale letterario presso la Reale stam- delle quattro colonne dell’angolo SW decenni del XX secolo furono intraprese Griffo, ha inizio la storia più recente peria, 1834-1842, v. 3. del tempio di Castore e Polluce). Nella importanti ricerche (nel sito dell’empo- delle ricerche archeologiche in a destra: Veduta della Valle dei templi di seconda metà dell’Ottocento, saggi di rion a San Leone, in c.da San Nicola, nei Agrigento (scavi nell’area del quartiere Agrigento. Da Lo Faso Pietrasanta, Domenico, scavo in c.da San Nicola portarono alla pressi del tempio di Giove dove venne ellenistico–romano, ricerche intorno al duca di Serradifalco, Antichità ... cit., v. 3. luce la Casa del peristilio, mentre nuovi in luce il sacello ellenistico) i cui risultati tempio di Eracle e nei pressi del Tempio vennero pubblicati dal Gabrici nel 1925. di Zeus, area sacra di porta V, ipogeo Tra il 1922 e il 1932 ha inizio un Giacatello, necropoli paleocristiane, periodo particolarmente fecondo di ekklesiasterion, necropoli di Villaseta ricerche e di studi. Sotto la reggenza di ecc.) che ancora oggi si arricchisce di Paolo Orsi, a alle Antichità di Siracusa, nuove importanti acquisizioni (scavi del ad Agrigento svolgerà la propria instan- ginnasio, del bouleuterion, della necro- cabile attività di archeologo Pirro poli Pezzino, della necropoli sub divo, Marconi. Grazie all’insigne archeologo e del santuario di Asclepio ecc.). al sostegno finanziario del mecenate inglese capitano Hardcastle furono intraprese importanti ricerche che anco- ra oggi costituiscono un caposaldo di conoscenza dell’archeologia agrigentina (ricerche al tempio di Demetra sulla Rupe, scavo dell’Oratorio di Falaride, saggi nella cella del tempio di Giunone, scavo del sacello di Villa Aurea, scavo del tempio di Esculapio e del santuario rupestre di San Biagio, scavo del tempio

Area archeologica di Agrigento MENU 10 Il settore occidentale della collina dei templi 1

La visita ai monumenti della valle ha inizio metri 100 dall’area del grande piazzale (c.d. ”posto di ristoro”) che si incontra entrando in città da Porta IV o Porta Aurea. All’interno dell’area recintata ad Ovest del piazzale, si sviluppa un importante com- plesso archeologico; esso si articola in una sequenza di aree sacre, diverse nella configurazione architettonica, ma non nella natura dei culti praticati. Questo set- tore della collina dei templi restituisce la documentazione monumentale più antica della religiosità agrigentina nel VI secolo a.C., con particolare riferimento al culto ctonio (della fertilità della terra e legato al mondo degli inferi) di Demetra e Kore, cui riportano i materiali votivi rinvenuti e le peculiarità struttive dei monumenti. La visita, per ovvi motivi di percorso, non può svolgersi secondo un itinerario stretta- mente cronologico. L’area è accessibile anche da Porta V: in questo caso, la numerazione data al per- corso non risulta più valida e la visita può avere inizio dal settore ad Ovest della Porta.

Area archeologica di Agrigento MENU 11 Il settore occidentale della collina dei templi 1

Tempio di Zeus Olimpio metri 10 204030 50 È il più grande tempio dorico dell’Occidente. La costruzione, intrapre- sa per celebrare la vittoria di Himera, non fu mai portata a compimento. Presenta soluzioni architettoniche origi- nali che ne fanno un unicum nel quadro dell’architettura greca. Oggi il monumento si presenta come un immenso campo di rovine dovute alla devastazione causata da terremoti e dal- l’essere stato utilizzato, nel XVIII secolo, come cava di pietra per la costruzione del molo di . Il tempio si ergeva su un colossale basamento di m 56,30x113,45 e vi si accedeva per un crepidoma di cinque gradini. Non è un tempio periptero di tipo canonico: presenta una pseudo peri- stasi (falso colonnato) di 7x14 semico- Area del tempio di Zeus: copia del Telamone lonne a scansione regolare lungo un ricomposto al Museo Archeologico di Agrigento muro continuo all’interno della quale è In alto: il tempio di Zeus da est collocata la cella, a pianta tripartita, i cui In basso: ipotesi ricostruttiva per i Telamoni muri presentano una sequenza di 12 (da De Waele) pilastri. A causa del numero dispari delle semicolonne sulla fronte, l’accesso, scolpiti (rispettivamente scene di impossibile al centro, è stato variamente Gigantomachia e di Iliupersis). Ad una ipotizzato ora agli angoli del lato orienta- certa distanza dalla fronte orientale si le, ora al centro di quello meridionale. trovano i resti dell’altare monumentale. La particolarità architettonica più rile- Studi recenti hanno posto in rilievo vante è costituita dalla serie di figure di un aspetto particolare del culto (forse già giganti (Telamoni) che occupavano, da praticato in epoca arcaica): si tratterebbe una certa altezza in poi, lo spazio inter- cioè del culto di uno Zeus ctonio (lo corrente tra ogni semicolonna (interco- stesso Zeus in Esiodo come largito- lumnio). Di queste figure una, ricompo- re di beni agricoli in stretto rapporto con sta nell’800 da pezzi originali, è collocata Demetra). A tale particolare natura del in una sala del Museo Archeologico (una culto riporterebbero la contiguità con i copia è stata lasciata sul posto, tra le vicini santuari di culto demetriaco e la rovine del tempio). stessa singolare concezione architettonica Il tempio, secondo la testimonianza della struttura chiusa e compatta intorno di Diodoro, avrebbe avuto i due frontoni alla grande aula interna.

Area archeologica di Agrigento MENU 12 Il settore occidentale della collina dei templi 1

Settore ad Ovest del tempio metri 10 204030 50 ellenistica, con la dedica dei due altari di Zeus ed area sacra ad Est a recinto eretti, come abbiamo detto, di Porta V sulle rovine del tempietto. Alle spalle del tempio di Zeus si D Lungo i margini orientali e sviluppa un settore di abitato sorto, settentrionali del vasto piazzale si probabilmente, in funzione del B possono cogliere i resti di un portico ad santuario stesso e un’area sacra a L (B). Fu eretto in età ellenistica ridosso della Porta V. (seconda metà del III secolo a.C.). Di L’assetto urbanistico regolare è tale portico (in parte costruito definito dalla presenza di tre assi viari A sull’originario muro di delimitazione (stenopoi) con andamento Nord-Sud del santuario, dei primi decenni del V che incrociano la grande arteria secolo a.C.), si ricostruiscono due fasi: (plateia) Est-Ovest: questa, che era la prima, con breve braccio Est-Ovest, collegata con la vicina Porta V, margina C la seconda (II secolo a.C.), con a Nord il tempio di Zeus, a Sud l’agorà prolungamento dello stesso sin sopra le inferiore e prosegue sino a connettersi, rovine di un edificio rettangolare alla estremità orientale, con la Porta II, arcaico (D), interpretato come sala di detta Porta di Gela. riunioni (lesche); sempre nell’ambito di Saggi stratigrafici hanno dimostrato ad L; a Ovest da Porta V e dall’arteria In questa fase il piazzale, tale ultima fase (II secolo a.C), si che gli stenopoi (il più orientale è in Est-Ovest che vi penetra, a Sud dal ciglio originariamente in battuto d’arenaria ascrive la costruzione dell’edificio parte obliterato dalle rovine del tempio roccioso lungo il quale corre la linea delle sino ai limiti di un probabile boschetto circolare o tholos (C), forse un edificio di Zeus) risalgono alla fine del VI secolo fortificazioni. La storia del santuario ha sacro, ipotizzato nel settore orientale, sacro con altare al centro che si a.C. e, pertanto, hanno preceduto nel inizio in epoca arcaica. venne sopraelevato a ricevere una Tempietto tripartito (A), e il piazzale lastronato loro impianto le costruzioni del A ridosso di Porta V, si riconoscono prima pavimentazione a lastroni. quartiere: questo, nella prima metà del i resti di un tempietto (A) dalle forme Infine, nella seconda metà del III V secolo, comprende per lo più edifici semplici (tipo ad ) tripartito con secolo a.C., il sacello, già da tempo in di carattere sacro o pubblico, quali sale pronao, cella e adyton, orientato a stato di rovina, conseguentemente alla per riunioni o stoai (portici). Alla Nord, sorto intorno alla metà del VI distruzione del 406 a.C., venne seconda metà del V secolo a.C. si fanno secolo a.C., in epoca anteriore alla obliterato e il livello del piazzale ancora invece risalire strutture con funzione per definizione del reticolato urbano sopraelevato mediante una nuova lo più abitativa. Lievi modifiche nella (l’edificio, infatti, non risulta allineato pavimentazione a lastre a guisa di struttura e nella funzione degli edifici al tracciato di strade del contiguo vespaio. Due altari a dado entro recinti saranno operate in epoca ellenistica. settore orientale). Conservato per lo vennero eretti nell’area del propylon. Una lunga costruzione (stoà) allineata più nei filari di fondazione, presenta L’esistenza ad Est nei pressi del allo stenopòs occidentale, separa questo rimaneggiamenti successivi: aggiunta di tempietto delle tracce (tagli nella settore dal contiguo complesso sacro. un vano quandrangolare con altare roccia) di un edificio templare (forse I limiti dell’area sacra, ad est di Porta all’interno, nella prima metà del V mai portato a compimento), fa ritenere V, (all’interno di un vasto piazzale in età secolo a.C.; monumentalizzazione della che il complesso sacro sin dalle sue arcaica pavimentato con semplice battuto facciata mediante l’aaggiunta di un origini, fosse dedicato al culto ctonio di di arenaria) sono costituiti: a Est e a propylon con pilastri e colonne nella Demetra e Kore e che di tale culto si Nord dai due bracci di un lungo portico seconda metà del V secolo a.C. perpetuasse il ricordo ancora in età

Area archeologica di Agrigento MENU 13 Il settore occidentale della collina dei templi 1

Santuario delle divinità ctonie e metri 10 204030 50 area sacra ad Ovest A È il più importante complesso di edifici sacri dedicati al culto delle B D divinità ctonie, Demetra e Kore (forse E un Thesmophorion). Era delimitato da C un muro di peribolo (recinzione) F conservato solo nel tratto occidentale. Fu in vita dall’età arcaica a quella Tempio dei Dioscuri ellenistica. Alla metà del VI secolo a.C. Edificio a tholos si fanno risalire i due recinti a cielo sovrappone all’estremità meridionale aperto, con uno o più altari all’interno, del lungo braccio orientale del portico; destinati a manifestazioni rituali, l’opera di monumentalizzazione segrete, legate alla particolare natura Tempio L dell’area, infine, tra la secoda metà del del culto: A III e gli inizi del II secolo a.C Recinto 1 ( ) A pianta rettangolare, comprende la serie di edicolette sacre ingresso a Nord (settore interessato da addossate al muro esterno un crollo), articolato in più ambienti collegati da un angusto corridoio settentrionale del braccio Est-Ovest del della lunghezza e aperto sul lato tripartiti con pronao, cella, e adyton: portico e prospicienti sulla plateia. trasversale. Si tratta di un edificio, con orientale; è dotato di due altari interni, tempietto 1 (C) e tempietto 2 (D). Un Il portico a L per la sua struttura altare circolare al suo interno che, per i uno circolare e uno rettangolare. terzo edificio (tempietto 3, (E) c. d. chiusa e compatta (interrotta da caratteri assai particolari della stesura Alla stessa epoca, o poco dopo, si oikos), a ridosso del lato orientale del semplici aperture sul piazzale), nonchè planimetrica, trova confronti ascrivono i numerosi altari circolari e tempietto 2, ha invece la cella più larga per la presenza al suo interno (lungo il significativi in ambiente cretese. B quadrati (per cerimonie rituali che lunga, successivamente ingrandita. braccio Nord-Sud), di muri delimitanti Recinto 2 ( ) Poco più a Sud, ha forme all’aperto) disseminati nell’area Alcuni tagli nella roccia (F), visibili a ambienti, di una vasca-fontana e di più semplici, simili a quelle di un sacello arcaico; è bipartito nel senso circostante, oltre a due tempietti ridosso del lato orientale del tempietto cisterne, è stato interpretato come ad oikos, sono ascrivibili ai tentativi luogo di sosta e di consumazione di Area del Santuario, altare quadrato e circolare Recinto 1 operati nella seconda metà del VI pasti sacri (c.d. Estiatorion-katagogion). secolo a.C. e successivamente, agli inizi del V secolo a.C., di costruire un grande tempio periptero, tuttavia non L’itinerario prosegue sino alla vicina portato a compimento. Porta V. L’area della porta è attualmente occupata dall’imponente crollo dei muri di spalla esteso in parte anche alla piccola depressione attraverso la quale saliva la via di penetrazione che si connetteva all’arteria Est-Ovest che margina da nord questo settore occidentale della collina dei templi.

Area archeologica di Agrigento MENU 14 Il settore occidentale della collina dei templi 1

Tempio I (c.d. dei Dioscuri) cronologia è proposta su base Area sacra ad Ovest del metri 10 204030 50 e tempio L tipologica e non sui dati di scavo). santuario delle divinità ctonie Durante il V secolo a.C. si assiste ad Si tratta di un tempio dorico, Si tratta di un’area sacra che occupa una definizione del complesso esastilo, con tredici colonne sui lati l’estremità occidentale del terrazzo che monumentale con la costruzione, lunghi (m 13,40x31); alcuni elementi si affaccia sulla Colimbetra. intorno al 450 a.C., di un nuovo tempio architettonici sono ascrivibili ad un Da tale area, in periptero (tempio I); si conserva restauro di epoca tardo ellenistica uso già dalla fine del l’angolo nord-occidentale nella (forse nel II secolo a.C. in VI secolo a.C., anastilosi parziale, risalente al XIX concomitanza con l’ultima fase del proviene una famosa secolo, cui peraltro, si ascrivono pesanti complesso sacro contiguo ad Est). testina modellata a interventi ricostruttivi sulle colonne e la Dell’adiacente tempio L poco si mano di divinità con gradinata di accesso moderna (la conserva: solo il taglio di fondazione, alto polos di fabbrica Il tempio dei Dioscuri, particolare alcuni blocchi presso l’angolo nord- rodia o cretese della orientale ed, inoltre, numerosi tamburi fine del VII secolo di colonne disseminati nell’area a.C., interpretata dell’edificio. Non è accertata l’epoca quale reliquia portata della costruzione che potrebbe risalire dai coloni geloi al alla metà del V secolo a.C. È possibile, momento della infatti, che esso sia coevo al tempio I e fondazione della città. che l’altare, conservato sulla fronte Del santuario si colgono sul terreno roccia) e alla successiva, ascrivibile alla orientale, sia contemporaneo ai restauri alcuni resti di difficile lettura pertinenti prima metà del IV secolo a.C. operati nello stesso tempio I. È stato alla fase arcaica (oikos o recinto (ampliamento dell’oikos arcaico, ipotizzato che i due templi fossero all’angolo nord occidentale e donari dei trasformato in un sacello a due dedicati a Demetra e Kore. quali rimangono solo i tagli nella ambienti; edicola aperta ad est). Spingendosi sul ciglio settentrionale di questo settore della collina, lungo il IL CULTO quale corre la linea delle fortificazioni Una recente interpretazione dei complessi sacri sin qui esaminati lascia intravedere la possibilità che la successione delle tre aree sacre di culto ctonio fosse funzionale alla articolazione delle feste (conservata a tratti) si potrà osservare che vi si celebravano in onore di Demetra e Kore; si tratterebbe in particolare delle tesmpphorie; l’ampia depressione identificata con la tali feste, in assonanza con quelle che avevano luogo in Atene, duravano tre giorni: il primo com- vasta piscina di cui parla Diodoro prendeva l’arrivo della processione di donne che si suppone entrasse nell’area sacra da Porta V (Colimbetra); l’area, recentemente trovando, nel santuario subito ad Est di questa, il luogo deputato ad accogliere e far sostare i par- affidata al FAI (Fondo per l’Ambiente tecipanti alle cerimonie (il boschetto sacro ipotizzato avrebbe ricevuto le tende o skenai, mentre la leske avrebbe funzionato, sino alla fine del V secolo, quale luogo di assemblea delle donne; nel III Italiano), è oggetto di un interessate secolo a.C., l’edificio ad L dovette assumere, infine, la funzione di luogo di soggiorno e consuma- restauro ambientale per essere restituita zione dei pasti). Il secondo giorno, quello del digiuno, le cerimonie si sarebbero svolte nell’area alla fruizione. sacra ad Ovest della Porta, nell’area dei recinti e degli altari (recinto 1 e 2 in particolare): qui ave- vano luogo i magarizein, cerimonie che consistevano nel buttare i porcellini femmina vivi nei mega- ra o chasmata (luoghi voraginosi identificati con i borthroi o altari rotondi) i cui resti putrefatti veni- In lontananza, oltre la Colimberta, vano poi recuperati nel terzo ed ultimo giorno della festa per concimare il terreno; il terzo giorno, sul terrazzo occidentale della collina denominato kalligeneia, cioè della generazione di cose belle, avuto termine il digiuno, si svolgeva il dei templi, si possono osservare i resti pasto e forse a queste ultime cerimonie era destinata l’area sacra all’estremità occidenta- superstiti del tempio di Vulcano (vedi le della collina. pag. 17).

Area archeologica di Agrigento MENU 15 Il settore occidentale della collina dei templi 1

Spostandosi sul margine meridionale Area sacra a Sud-Est metri 10 204030 50 si segua il costone roccioso sino all’area del tempio di Zeus sacra ubicata ad Est di Porta V. Il complesso, databile alla seconda Una singolare e interessante veduta metà del IV secolo a.C., è costituito da delle fortificazioni (e dei relativi crolli), un tempietto dalle forme arcaizzanti e, si coglie affacciandosi sul ciglio della a Sud, da un piazzale cosparso di collina. All’esterno e a ridosso della piccoli bothroi e fossette votive. cortina muraria, in corrispondenza del Il tempietto, preceduto da una santuario delle divinità ctonie, erano gradinata tagliata nella roccia, è a ubicate le officine dei coroplasti pianta bipartita con pronao e cella specializzati nella produzione di sopraelevata, divisa in due navate: terracotte votive destinate alle offerte nei questa, infatti presenta al centro, lungo santuari. l’asse mediano, un pilastro con funzione di sostegno del trave centrale Si prosegua la visita sino all’Area sacra della copertura, cui corrisponde ubicata a Sud-Est del Tempio di Zeus, nei analogo pilastro al centro dell’ingresso. pressi dell’ingresso. Il piazzale che si sviluppa a Sud risulta delimitato, lungo il ciglio meridionale, da una costruzione tempietto, una costruzione oblunga ad guerra punica e alla trasformazione del oblunga (sorta di portico-fontana) che andamento obliquo si addossa allo tempio di Zeus in opera difensiva cui presenta, alla etremità orientale, una spigolo sud-est del tempio di Zeus per accennano le fonti. grande vasca per abluzioni rituali (la congiungersi con la parete occidentale costruzione ha obliterato una grande di porta IV; si tratta di un muro di A Nord-Est del tempio di Zeus si dipar- cisterna di epoca arcaica e l’antica fortificazione (c.d. edificio a camerette) te una strada battuta che conduce all’area La Colimbetra strada di arroccamento). Nei pressi del da riferire alle vicende legate alla prima del Ginnasio.

Area archeologica di Agrigento MENU 16 Il settore occidentale della collina dei templi 1

Il ginnasio ciascuno delimitato da braccioli, metri 100 200 metri 10 204030 50 È raggiungibile dall’area del Tempio mentre uno spesso strato di intonaco di Zeus. Il sito non è del tutto fruibile ricopriva i sedili che conservano parte (scavi e sistemazione complessiva in di una lunga iscrizione in lettere greche corso). di età augustea (essa si integra con quella a suo tempo trasferita al Museo È ubicato al margine settentrionale di Agrigento). Da tali sedili le autorità dell’agorà inferiore: quest’ultima, è cittadine assistevano alle esibizioni o generalmente identificata con l’area alle sfilate degli atleti. dell’attuale posteggio del Posto di Altri edifici e strutture di epoca più Ristoro, sia sulla base di rinvenimenti tarda (due edifici rettangolari speculari operati negli anni ’50, che sulla scorta con orientamento Nord-Sud e un delle fonti che collocano il foro nei pressi del Tempio di Eracle (Cicerone edificio circolare, con basi di pietra Verr. II, 4, 43) e vicino alla porta quadrangolari all’interno lungo il muro dell’emporion (Porta IV o Aurea; Livio perimetrale, che interferisce in parte XXVI, 40). con le strutture del ginnasio) sono Il sito interessato dai resti del ascrivibili ad un complesso a ginnasio era stato già parzialmente destinazione pubblica di epoca indagato negli anni ’50, quando erano costantiniana (IV secolo d.C.). stati messi in luce la porzione di un Tra la fine del V e il VII secolo, in portico, un edificio circolare e alcuni conseguenza delle invasioni vandaliche, sedili iscritti che, sulla scorta della l’area, perdute ormai le proprie dedica ad Hermes ed Eracle, erano funzioni pubbliche, viene destinata ad stati già a quel tempo attribuiti ad un attività artigianali (fornacella rinvenuta edificio identificato come ginnasio in uno degli edifici rettangolari). (l’iscrizione fu trasferita e i sedili ricomposti nel chiostro del Museo archeologico). Allo stato attuale delle ricerche, dell’edificio del ginnasio, databile ad età augustea, si conservano i resti di un esteso porticato, interpretabile come xistus (il luogo degli esercizi al coperto), allineato lungo l’arteria occidentale Nord-Sud del reticolato urbano, e una duplice fila di sedili contrapposti disposti lungo il tratto settentrionale di uno spazio identificabile con la pista allo scoperto. Ogni fila è suddivisa in due settori,

Area archeologica di Agrigento MENU 17 Tempio di Vulcano

È raggiungibile: a piedi, dal sentiero Si tratta di un tempio di epoca metri 100 200 metri 10 204030 50 che dal ciglio settentrionale del classica, sorto sui resti di un sacello santuario delle divinità ctonie scende arcaico rimasto inglobato nelle sino alla Colimbetra per risalire lungo la fondazioni (elementi della decorazione collina sino alla strada ferrata (non più fittile policroma del tetto sono esposti in uso) seguendo la quale (per un al Museo archeologico). Fu eretto, centinaio di metri verso Sud- Ovest) si intorno al 430 a.C., su un pianoro giunge al tempio; in automobile, dalla digradante da Est a Ovest che, strada Nazionale 115 (per Villaseta) sino pertanto, nel lato sul quale fu eretto il al ponte Sant’Anna nei pressi del quale, basamento dell’edificio, presenta un ad Est, si diparte una stradina in terra intaglio a tre gradini. Il tempio è battuta che conduce al tempio, passando periptero, di ordine dorico, esastilo, sotto il ponte della ferrovia. con tredici colonne sui lati lunghi. Pochi avanzi si conservano dell’elevato (due tratti del crepidoma a quattro gradini e due colonne); all’interno della peristasi si colloca la cella con pronao e opistodomo (rimangono solo tre settori trasversali di muro all’interno del perimetro del basamento, in corrispondenza dell’ingresso del pronao, del muro di fondo della cella e dell’ingresso dell’opistodomo). Alcuni degli elementi superstiti dell’elevato denotano influssi ionici (cornice con ovoli e dentelli plastici, fusto delle colonne con scanalature a spigolo battuto).

Area archeologica di Agrigento MENU 18 La collina dei Templi 2

metri 100

P

Tempio di Ercole Casa Pace

Porta IV Villa Aurea Necropoli paleocristiana e bizantina Tempio della Concordia

Tomba di Terone Ipogei bizantini

Porta III Tempio di Giunone

per il Tempio di Esculapio

Ritornati nell’area del piazzale, si inizi la visita del settore orientale della collina. Si imbocca la strada moderna che l’attra- versa (al fine di rendere più agevole il percorso di visita in salita, le guide turi- stiche generalmente scelgono il percorso inverso dall’accesso nei pressi del tem- pio di Giunone).

Area archeologica di Agrigento MENU 19 La collina dei Templi 2

Tempio A rastemazione delle colonne, carattere metri 10 204030 50 (c.d. Tempio di Eracle) del capitello schiacciato sotto il perso Come tutti i templi agrigentini è della trabeazione, ecc.). È di ordine costruito in calcare conchiglifero locale. dorico; sorge su possente basamento a Viene identificato sulla scorta di un vespaio, ha una peristasi di 6x15 passo di Cicerone (Verrine IV,43) che colonne (m 67,04x25,28 stilobate) cui ricorda un tempio dedicato a questa si accede per un crepidoma di tre divinità nei pressi del foro. È il più gradini; all’interno, è la cella con antico dei templi peripteri di pronao e opistodomo in antis (due Agrigento. La costruzione risale alla colonne tra le ante). Nello spessore dei fine del VI secolo a.C. come si evince due piloni che separano la cella dal dall’analisi formale del monumento pronao è ricavata la scala di servizio al (pianta allungata, rapporto tra il tetto. A coronamento del tetto la sima numero delle colonne dei lati lunghi e in pietra calcarea era decorata con teste quelle dei lati brevi, accentuata di leone (si conserva la serie arcaica e quella riferibile ad una ristrutturazione della metà del V secolo a.C.). La cella, nell’aspetto attuale è frutto dei pesanti interventi ascrivibili ad epoca romana. Agli anni venti risale l’anastilosi delle otto colonne conservate lungo il lato meridionale. A una certa distanza dalla fronte orientale si conservano i resti dell’altare.

Area archeologica di Agrigento MENU 20 La collina dei Templi 2

metri 10 204030 50 Tempio F (c.d. della Concordia) metri 10 204030 50 È il meglio conservato dei templi agrigentini. Deve il nome, del tutto convenzionale, ad una iscrizione latina di età imperiale con dedica alla “Concordia degli agrigentini”, impropriamente riferita all’edificio. Fu eretto tra il 440 e il 430 a.C. su basamento con vespaio interno che corregge l’inclinazione naturale del suolo. Ha una peristasi di 6x13 colonne su uno stilobate di m 39,42x16,925, cui si accede per un crepidoma di quattro gradini. Ha i caratteri del migliore stile architettonico dorico come dimostra Subito ad Est del tempio di Eracle si oltre al profilo del capitello, la doppia trova la villa signorile (c.d. villa Aurea) contrazione degli interassi che fu residenza, nei primi del angolari(correzione ottica) che riduce Novecento del colto mecenate britannico la differenza delle distanze tra le Hardcastle e oggi sede di un antiqua- colonne dei lati e quelle delle fronti. rium. Si possono visitare nell’area del Eccezionalmente conservati l’epistilio giardino, oltre ai resti di un sacello arcai- con fregio di triglifi e metope, il co (intagli nella roccia e fondazioni di un e, sulle fronti, il timpano. tempietto a pianta allungata), anche La cella (m 28,36x9,44), con pronao alcuni ipogei (c.d. ipogei minori) relativi e opistodomo in antis, è in alla vasta necropoli paleocristiana che si collegamento assiale con la peristasi. I sviluppa lungo la collina interessando la due piloni tra cella e pronao linea delle fortificazioni del ciglio meri- conservano la scala ricavata nello dionale e una vasta area a Nord, tra il spessore degli stessi che consentiva la tempio di Eracle e quello di Giunone. manutenzione della copertura, secondo una caratteristica comune ai templi agrigentini. Nell’aspetto attuale la cella conserva i segni della trasformazione del tempio in basilica cristiana dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, operata alla fine del VI secolo dal vescovo Gregorio che vi si stabilì dopo aver cacciato i demoni Eber e Raps come apprendiamo dalla biografia di Gregorio scritta dal monaco Leonzio.

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In conseguenza di tale trasformazione metri 100 l’orientamento dell’edificio venne invertito (accesso da Ovest con demolizione del muro di separazione tra cella e opistodomo) e furono aperte le arcate lungo le pareti longitudinali della cella. Rimasta in uso per un lunghissimo periodo (in epoca normanna fu intitolata a Gregorio), nel 1788 il Principe di Torremuzza, trasferito altrove l’altare, diede inizio al recupero dell’edificio classico. Il perdurare della tradizione di un culto gemino (dei simulacri pagani Lungo l’itinerario che dal tempio F Eber e Raps e della dedica ai SS. Pietro conduce al tempio di Giunone si può e Paolo) ha indotto ad ipotizzare che il osservare la serie di arcosoli e di piccole Tempio fosse dedicato ai Dioscuri camere ipogeiche, ricavate nello spessore (Castore e Polluce). del costone roccioso sul quale correva il muro di difesa meridionale, relativa alla necropoli paleocristiana e bizantina che occupa gran parte della collina sacra. Si potranno, inoltre, osservare sul ciglio roccioso i resti di una antica carreggiata di arroccamento (solchi sulla nuda roccia) che entrava in città attraverso una antica porta (c.d. porta III) della quale si conserva ancora qualche elemento, sebbene di difficile lettura a causa dei rimaneggiamenti dovuti all’impianto della necropoli bizantina.

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metri 10 204030 50 metri 100

Tempio D piloni tra pronao e cella presentavano al Ripercorrendo la “via sacra” in senso un ricorrente riutilizzo della serie di (c.d. Tempio di Giunone) loro interno scale di servizio al tetto. contrario, si può proseguire la visita attra- cisterne o di siloi di epoca greca presente L’identificazione del culto è solo Ad interventi di epoca romana si verso la strada a Nord del tempio della nell’area. L’ipogeo ha uno sviluppo da convenzionale e nasce da una errata ascrive l’aggiunta di un piano inclinato Concordia. Si potranno visitare: l’antiqua- Nord a Sud e conserva nel settore setten- interpretazione di un passo di Plinio là sulla fronte, come pure ad epoca rium paleocristiano di casa Pace (una casa trionale tracce interessanti della origina- dove il riferimento è al tempio di Hera romana, se non moderna, sarebbe da colonica che raccoglie la documentazione ria decorazione parietale dipinta (arcoso- del promontorio lacinio presso Crotone. riferire il basamento a tre gradini proveniente dalla necropoli agrigentina o li E ed I; cubicolo H). Nell’estremo set- Il tempio sorge alla estremità all’interno della cella. Nel suo aspetto da altri siti della provincia), la necropoli tore meridionale esso ha sbocco sul orientale della collina su alto attuale il monumento è frutto dell’opera paleocristiana e bizantina con la serie di declivio del colle, oltre il circuito difensi- basamento. Presenta una fondazione a di anastilosi operata nel XVIII secolo. ipogei minori, la c.d. Grotta Fragapane, il vo. Qui si aprono due ingressi perfetta- vespaio. È di ordine dorico con una Sul lato orientale sono i resti dell’altare più importante complesso catacombale mente conservati che collegano il nostro peristasi di 6x13 colonne (si conservano che aveva forme monumentali. agrigentino e il tratto in luce della necro- complesso ipogeico con il tratto di quelle del lato nord con relativo poli. Dai pressi di casa Pace si diparte un necropoli romana, detta “Giambertoni”. epistilio e parte del fregio; inoltre, sentiero (Cardo I) dal quale si può rag- alcune colonne della fronte e del lato giungere il quartiere ellenistico romano Si può ritornare sulla “Via Sacra” attra- meridionale). Lo stilobate misura (vedi itinerario 3). verso la stradina che risale verso il Tempio 38,15x16,90 m; il crepidoma è di 4 della Concordia dopo aver costeggiato gradini. Eretto intorno al 450 a.C., è un Necropoli paleocristiana e bizanti- l’edificio rurale di Casa Barbadoro. tempio classico nelle forme dello stile na: (c.d. Grotta Fragapane) architettonico (cella con pronao e Importante complesso ipogeico cata- opistodomo in antis, perfettamente combale, in uso tra il IV e V secolo (ubi- inserita all’interno della peristasi; cato a Nord-Ovest del tempio della profilo del capitello, doppia contrazione Concordia), interamente ricavato nel delle colonne angolari). Non si banco tufaceo della collina; presenta un conservano il geison e la sima, nè il tetto corridoio d’accesso a cielo aperto lungo con l’originaria copertura di tegole in il quale sono allineate le tombe della marmo. Anche in questo tempio i due necropoli sub-divo. La catacomba mostra

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L’itinerario ha come punto di parten- metri 100 za il piazzale adiacente al Museo archeo- logico. La visita ha inizio dal settore di Quartiere abitato ubicato ad Est del poggetto di ellenistico San Nicola all’interno di un’ampia area Bouleuterion recintata. Il sito può tuttavia essere rag- giunto a piedi dalla collina dei templi per- P correndo la strada in terra battuta che Museo ricalca il tracciato di una delle antiche Archeologico arterie Nord-Sud (Cardo I). Oratorio di Falaride

Ekklesiasterion

Cardo I

Ginnasio

Decumano

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Il quartiere ellenistico-romano (stenopoi di epoca greca ricalcati dai La città, dunque, aveva un Importante settore di abitato che cardines romani) larghi poco più di m reticolato urbano regolare di strade offre la documentazione più 5; di queste il Cardo I è attualmente ortogonali che delimitavano blocchi significativa della storia urbanistica di percorribile e da esso si può rettangolari (isolati o insulae) orientati Agrigento antica. raggiungere la collina dei templi; tali in senso Nord-Sud (lungo i cardines), L’intero complesso dei resti arterie si attestano a Nord su una larghi poco più di m 35 e lunghi m 280. monumentali in vista è riferibile ad grande strada (plateia del periodo All’interno del quartiere sono in vista epoca tardo-ellenistica e romana, ma greco ricalcato dal decumano romano) tre isolati e, all’interno degli stessi, alcuni saggi in profondità hanno con orientamento Est-Ovest, larga circa venti abitazioni. Gli isolati presentano, rivelato che l’impianto e il relativo m 11 (si tratta con ogni probabilità del inoltre, la caratteristica di essere disegno urbano risalgono già al VI decumano massimo) oggi ripartiti nel senso della lunghezza (ma secolo a.C. (tra la metà e la fine del corrispondente in parte alla strada talvolta anche in senso trasversale) da secolo). Nazionale (un modesto tratto di uno stretto passaggio (ambitus) che se Gli scavi condotti in estensione tra pavimentazione romana in cotto è da un lato costituiva elemento di il 1953 e il 1964 hanno messo in luce visibile, ancora, tra la casa dell’Anas e il separazione tra le diverse unità l’impianto regolare impostato, in punto di ristoro “La Promenade”). abitative, dall’altro risultava utile per il questo settore, su quattro arterie Nord- Di un secondo decumano si hanno deflusso e lo smaltimento delle acque. Le case, inoltre, erano abbellite con Sud con leggera deviazione verso Ovest tracce a circa 300 metri più a Sud. All’interno degli isolati le abitazioni intonaci dipinti e presentavano si adattano alla morfologia piuttosto pavimentazioni di tipo semplice in opus accidentata del sito e presentano signinum (in cocciopesto con inserzioni pertanto una disposizione su terrazze. di piccole tessere in marmo bianco) Esse sono di tipo vario, ma sempre nel della fine dell’età repubblicana e solco della tradizione ellenistica e sono augustea, epoca a partire dalla quale le costruite in conci squadrati secondo le pavimentazioni si arricchiscono, anche, tecniche tradizionali del sito che di bei tappeti musivi con intrecci ignorano l’uso dei laterizi e dei geometrici in nero. Ai primi secoli conglomerati tipici dell’edilizia dell’impero si datano, invece, i romana. bellissimi mosaici policromi con Durante l’età romana, rappresentazioni zoomorfe e fitomorfe. particolarmente tra il I e il IV secolo il Nel II-III secolo i pavimenti in mosaico quartiere subisce notevoli vengono, talvolta, ritagliati per far trasformazioni senza tuttavia che ne posto al centro ad un emblema (quadro risulti intaccato l’impianto generale. Al mosaicato; famoso quello proveniente I secolo a.C. si fanno risalire le case di dalla casa della Gazzella esposto al gusto ellenistico con peristilio (a loro Museo Archeologico). volta sorte su precedenti abitazioni), mentre nel II-III secolo d.C. si assiste ad una ristrutturazione generale che comportò modifiche nella struttura delle case e il prevalere dell’abitazione con corte centrale e porticus fenestrata.

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Sul Cardo II metri 10 204030 50 Sul Cardo III C. Casa della Gazzella: E. Casa del Maestro astrattista è la più presenta una serie di ricca di tutto il quartiere; presenta un vani comunicanti D atrio con pozzo al centro pavimentato abbelliti da eleganti E in cotto (opus spicatum); il portico era mosaici policromi con C decorato da un mosaico a medaglioni disegni geometrici. con animali correnti, uccelli pesci e La casa prende il nome dal bellissimo frutti; tappeti musivi decoravano anche quadro musivo in tessere minute (oggi altri vani e, tra questi, quello ad esagoni esposto al Museo) con raffigurazione B variamente decorati di gusto astrattista Sul Cardo I A della gazzella colta nell’atto di (da qui il nome dato alla casa). Come . Casa del peristilio: interessante specchiarsi in una pozza d’acqua. Si nella casa del peristilio o del perché fornisce una esemplificazione tratta di un quadro per la cui criptoportico in epoca imperiale delle trasformazioni subite nel tempo: collocazione fu ritagliato al centro l’originario peristilio viene chiuso la casa, infatti in un certo momento l’originario tappeto musivo che A mediante tramezzi in muratura inseriti della sua vita fu ingrandita a discapito decorava il vano. negli spazi tra le colonne. della contigua abitazione a Nord (c.d. casa dell’Atrio in cotto, originariamente affacciata sul Cardo I). Una tale operazione comportò l’annullamento dell’ambitus che separava le due unità D. Casa delle Afroditi: prende il nome abitative; inoltre, come nel caso della dal rinvenimento di una serie di casa del Criptoportico, il peristilio, statuette fittili di Afrodite (esposte al secondo il gusto del tempo, subisce Museo archeologico); interessante delle modifiche e viene trasformato in perché è una delle case più grandi del porticus fenestrata, mediante chiusura quartiere estesa, probabilmente sin dal degli spazi tra le colonne almeno sino suo primo impianto, su una vasta area ad una certa altezza. quadrangolare compresa tra il Cardo II e III e tra due ambitus. B. Casa delle quattro stagioni: presenta un vano decorato con un bel mosaico di tipo geometrico con medaglioni riproducenti le quattro stagioni (rimangono solo quello della Primavera e dell’Estate).

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Poggio di San Nicola ricavata nel banco roccioso con leggera metri 10 204030 50 (aree monumentali, Museo inclinazione verso Sud; presenta 19 archeologico) gradini concentrici, solo alle estremità integrati da blocchi alloggiati in Ad una quota di m 125 l’altura si appositi tagli nella roccia. qualifica nell’antichità quale area sacra Lungo il settore orientale la cavea e degli edifici pubblici (agorà risulta attraversata da tre canali di superiore). deflusso per il convogliamento dalle acque piovane nell’euripo (canale) che a) Ekklesiaterion corre alla base. Alla sommità un L’Ekklesiaterion (il Comitium di età ambulacro, largo m 1, era delimitato da romana) occupa il versante meridionale una sorta di parapetto. Una serie di del poggio. Fu eretto tra il IV e il III cavità praticate nella roccia sono, secolo a.C. Si conserva ancora oggi la invece, interpretabili come cavea a semicerchio con le estemità alloggiamento di pali lignei connessi prolungate sino ai 6/8 dell’intera con un portico di coronamento. circonferenza (diametro massimo m 48 Nulla rimane della piattaforma e minore m 15,60): essa poteva destinata all’oratore a causa di uno contenere sino a 3000 persone; è sbancamento operato in età romano- imperiale per la costruzione di una casa con peristilio (l’Ekklesiaterion era stato già da tempo abbandonato e obliterato).

b) Oratorio di Falaride rimane sconosciuta la dedica. Alla Tra il II e il I secolo a.C. trasformazione del tempio in oratorio all’abbandono della cavea durante il medioevo (in relazione con la dell’Ekklesiaterion, obliterata da un fondazione di un monastero cistercense) battuto di arenaria, segue la costruzione si ascrivono la volta a crociera e la di un tempietto con il relativo altare. finestra sul lato occidentale. Si tratta di un tempio di tipo romano su podio sagomato (alt. m 1,60) con gradinata sulla fronte, sul quale sorge l’edificio prostilo tetrastilo con cella a blocchi isodomi preceduta da un pronao con quattro colonne ioniche tra le ante (non conservate). Di fronte al tempio è l’altare verso cui prospetta una esedra semicircolare. Impropriamente denominato “Oratorio di Falaride”, in effetti ne

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Il Bouleuterion va. Tali eccezionali muri di sostruzione, metri 10 20430 050 Il terrazzo settentrionale del poggio realizzati in conci squadrati, presentano, di San Nicola si configura come un altro nel senso dello spessore, piccole camere importante settore a destinazione sacra e destinate a ripartire la spinta della massa pubblica. di terreno di riporto. All’esterno, là dove Ad epoca tardo arcaica si ascrivono i muri di sostegno prospettavano sul ter- Tempio romano poveri resti di un edificio templare eretto razzo sottostante, i conci, eccezionalmen- su di un terrazzo artificiale; dopo la te conservati per una altezza complessiva distruzione del 406 a.C. esso continua a che supera i m 3, si presentano lavorati a vivere nelle forme di un piccolo naiskos, pannello profilato ad intaglio. mentre una ulteriore trasformazione si L’edificio del bouleuterion sorge sul colloca ancora nella prima metà del IV terrazzo sommitale, a Sud. Fu eretto tra secolo a.C. la fine del IV e il III secolo a.C. Si tratta Nel IV secolo a.C, in uno con la dell’edificio di riunione della boulè o monumentalizzazione del sito, l’area del senato cittadino. Nella fase originaria terrazzo viene sopraelevata mediante un appare costituito da una struttura rettan- poderoso riempimento (che ha inglobato golare coperta (m 20,50x12,50) all’inter- gli edifici più antichi e il relativo terraz- no della quale era iscritta la gradinata a zo) sostenuto da un sistema di strutture semicerchio rivolta ad Est, costituita da ad L sui lati sud ed est della conca valli- sei ordini di sedili in pietra arenaria e proedria in basso. La gradinata è attra- Bouleuterion versata da quattro scalette radiali. Delle quattro colonne che dovevano sostenere il tetto si conservano due semicolonne appoggiate al muro curvilineo sull’asse delle testate della proedria. Ad Est, si conservano i resti di un portico (tre tam- buri di colonna e traccia dell’imposta di altre due colonne) con cortile antistante in battuto di arenaria. Appare accertato superiore retrostante l’edificio). Allo che tale portico si inserì lungo il tracciato stesso periodo risale il tappeto musivo di una strada Nord-Sud tangente al bou- policromo sul piano dell’orchestra e in leuterion. quella del portico antistante. Le trasformazioni più significative si Ad epoca augustea si ascrive, invece, ascrivono al III secolo d.C., quando un tempio di tipo romano (si conserva il l’edificio diventerà un odeon scoperto podio) eretto all’interno di una vasta (spostamento a Nord-Est dell’orchestra, area porticata (scavi recenti). dell’ala Nord della cavea, In epoca medievale il sito fu rimaneggiamento dei gradini, rampa compreso nell’area del monastero gradinata lungo il lato sud di raccordo cirstecense e in parte utilizzato come tra il livello dell’area ad Est e quello necropoli ad uso dei frati.

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È generalmente identificata con il sito resti dell’antica carreggiata di epoca greca metri 100 dell’Acropoli della città greca che la che conserva ancora i solchi prodotti nella testimonianza di Polibio colloca ad Est, “là dove sorge il sole”. Dei templi di Athena e roccia dal passaggio dei carri. Proseguendo Tempio di Demetra Zeus Atabirio ricordati dalle fonti non sono alla Chiesa medievale di San Biagio edifi- (Chiesa di San Biagio) state sinora ritrovate tracce, sebbene sia cata sui resti del tempio. comunque accertata la natura sacra del P sito (Tempio di Demetra) e scavi ancora in Tempio C (Tempio di Demetra) corso stiano svelando importanti resti. Dell’edificio templare, eretto intorno Sono noti, invece, elementi riconducibili al 470 a.C., oggi inglobato nella chiesa alla natura fortificata del sito. Si tratta dei normanna, resta a vista parte della strut- Santuario rupestre resti di due torri databili alla fine del V tura basamentale che, in corrispondenza secolo a.C. delle quali una fu obliterata dal della zona absidale, evidenzia la caratte- tratto occidentale di un muro di terrazzamento costruito nel IV secolo a.C. ristica fondazione a “graticola”. Il tem- pio era di ordine dorico con cella prece- quale sostegno di un impianto artigianale Porta I Casa Morello per la spremitura delle olive. duta da un pronao con due colonne tra le ante. È identificato quale tempio di Baluardo a tenaglia L’itinerario ha inizio dal piazzale anti- Demetra per la presenza, sul fianco stante il Cimitero di Bonamorone. Nord dell’edificio, di due altari rotondi Superato il cancello di accesso, percorren- dei quali uno con pozzo votivo (bothros) do un viottolo in terra battuta, si raggiun- ritrovato ricolmo di offerte rituali. Gli scavi (1925) hanno portato alla luce, tra Abitato ge l’area di un piccolo slargo: qui si posso- P no osservare, lungo il costone roccioso, i l’altro, elementi del geison (oggi all’inter- no della chiesa) e della sima a testa leoni- na (Museo archeologico); inoltre, da una cisterna ubicata nei pressi proviene la nota statua marmorea di Kouros, c.d. Efebo di Agrigento (Museo archeologico). Ritornando per un breve tratto si può raggiungere, attraverso una scala ricavata Porta II nella roccia, il sottostante santuario rupestre di San Biagio.

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Santuario rupestre proveniente dall’edificio rettangolare. A metri 10 204030 50 Si tratta di un importante complesso causa di movimenti del terreno il muro sacro di carattere ctonio nel quale gli della fronte orientale presenta una elementi architettonici, di particolare considerevole rotazione verso Sud-Est rilievo, anche se non di facile rispetto alla situazione d’origine. interpretazione, si integrano con le Numerose le ipotesi formulate caratteristiche naturali del sito, come relativamente alla natura, funzione e spesso si riscontra nei santuari sacri alle cronologia del complesso rupestre: divinità della terra. grotte-santuario frequentate dagli Il santuario è costituito da un edificio indigeni e monumentalizzazione operata rettangolare addossato alla parete dai greci sul finire del VII secolo a.C.; rocciosa (sottostante il tempio di santuario di epoca arcaica (VI secolo Demetra) sulla quale si aprono due a.C.), successivamente trasformato; casa- ingrottamenti comunicanti, ritrovati fontana (ninfeo) di epoca ellenistica sorta ricolmi di offerte votive. Una terza su un più antico santuario. Una recente galleria, una sorta di cunicolo era, invece, ipotesi, rilevando caratteri architettonici utilizzata come acquedotto per punici (pareti rastremate, cornici di l’adduzione dell’acqua raccolta da una coronamento, pilastri come betili), vicina sorgente nel bacino dell’antistante ricollega il santuario a quel settore di edificio. Quest’ultimo presenta una abitato databile al IV secolo a.C. Porta I e Baluardo a tenaglia pianta rettangolare allungata (m (quartiere punico) scoperto sulle stesse Della Porta I ubicata in 12,30x3); si articola su due livelli; quello pendici orientali della collina nei pressi corrispondenza del vasto vallone che inferiore, diviso in due settori, fungeva di Porta II. attraversa il costone di roccia per risalire da bacino di raccolta dell’acqua che vi in direzione della città, rimangono pochi penetrava dal foro posto all’angolo Percorrendo la stradella ai piedi del avanzi; poco oltre si incontrano i resti del Nord-Ovest. Santuario rupestre, si raggiunge Casa c.d. baluardo a tenaglia, importante Ad Est, l’edificio si apre su uno Morello (Antiquarium delle fortificazioni) opera eretta nel punto di massima spazio delimitato da un muro di peribolo nei pressi della quale scavi recenti e debolezza dell’intero sistema difensivo. (recinzione) che presenta tre pilastri sulla ancora in corso, hanno messo in luce L’opera è costituita da due settori di fronte orientale; all’interno si trova un importanti resti di un’area sacra. Da qui la muro (dei quali uno conservato per una sistema di vasche comunicanti, su diversi visita può proseguire con i resti delle lunghezza di m 55) che incontrandosi ad livelli, dove si raccoglieva l’acqua fortificazioni (Baluardo a tenaglia), e il angolo acuto formano una sorta di cuneo quartiere di Porta II raggiungibile con spigolo rivolto verso la città e costeggiando il muro del cimitero. Chi protetto all’esterno da un robusto volesse raggiungere in automobile l’area torrione (restano alcuni filari). di Porta II dovrà ritornare al piazzale del cimitero e percorrere la Strada Panoramica Da qui l’itinerario prosegue sino al che conduce all’estremità orientale della terrazzo dell’abitato di Porta II, raggiunto Collina dei Templi. Un posteggio è il quale si potranno visitare i resti del ubicato nell’area della cava antica quartiere artigianale e delle fortificazioni sottostante il quartiere di Porta II. sino a Porta II.

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Quartiere di Porta II La metà settentrionale dell’isolato è metri 10 204030 50 Si tratta di un quartiere di abitazioni la meglio conservata: vi si riconoscono del quale è stato scavato parte di un isola- quattro nuclei di abitazioni e alcune aree to disposto in senso Nord/Est-Sud/Ovest libere di pertinenza delle case attigue. La largo m 35 (non definito ancora allo stato ripartizione degli spazi è riconducibile a delle ricerche nella sua lunghezza), deli- due serie di lotti identici alternati lungo mitato a Nord-Est e a Sud-Ovest da due l’asse longitudinale: tre rettangolari (m arterie del tracciato viario urbano (steno- 9,50x17,50) e quattro a pianta quadran- poi); il quartiere risulta perfettamente golare, mentre un elemento comune inserito nella maglia urbanistica della nello schema planimetrico delle case città e presenta una connotazione di tipo esplorate è costituito dalla presenza di artigianale, come dimostra il ritrovamen- un cortile a L non in posizione centrale, to di quantità di oggetti fittili di fabbrica bensì periferica lungo il lato meridionale. locale, di pani di argilla cruda, di scarti di Due le fasi riconosciute: una di V sec. fornaci, matrici, anfore e grandi conteni- a.C., relativa al primo impianto (muri tori, nonché la presenza di numerosi tagliati nel banco di roccia sui quali si pozzi e cisterne in un’area limitata. impostano le strutture della fase successi- L’isolato, disposto su due terrazzi di va), l’altra di IV secolo a.C., quando una quota differente, risulta diviso in senso profonda ristrutturazione interessò l’inte- longitudinale da un ambitus con funzioni, ro isolato pur nel rispetto del generale tra l’altro, di raccordo del dislivello tra i schema planimetrico. L’ultima fase di due terrazzi. vita si colloca tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a.C. La tecnica costruttiva dei muri a “pseudo telaio”(così detta per l’inserimemento nei muri di grossi blocchi posti a coltello), distintiva dell’edilizia punica (essa è nota in Sicilia a Mozia, Lilibeo, Selinunte), ha indotto ad ipotizzare che questo settore dell’abitato, sorto sull’impianto classico distrutto nel 406 a.C., sia da ricollegare con l’occupazione punica della città.

Seguendo l’itinerario appositamente per un tratto le carreggiate parallele) che con torrione. Sulle pareti rocciose che predisposto lungo la linea delle dal sottostante vallone penetrava in città costeggiano la strada greca, sono ricavate fortificazioni si può raggiungere Porta II. per riconnettersi con l’importante arteria numerose nicchiette (per l’inserimento di Porta II o Porta di Gela Est-Ovest (plateia) che attraversando pinakes votivi) relative ad un santuario È ubicata in corrispondenza di un l’abitato giungeva alla Porta V. Lungo i rupestre cui riportano anche numerose taglio naturale del costone roccioso; era margini delle pareti della trincea naturale fossette sul banco di roccia sottostante e attraversata da una strada (si conservano furono eretti i muri di difesa, quello Sud un piccolo recinto quadrangolare.

Area archeologica di Agrigento MENU 31 Itinerario extra moenia

Questo itinerario comprende il tempio di piattaforma e presenta una suddivisione aprono finte porte doriche riquadrate. Esculapio, la necropoli romana con la in pronao, cella e pseudo opistodomo È probabile che il monumento in origi- tomba di Terone, nella piana di San (quest’ultimo, infatti, appena accennato, ne presentasse al disopra della trabea- Gregorio e la Basilicula del Vallone San Biagio. presenta due mezze colonne sporgenti zione dorica, quale elemento di com- all’esterno appoggiate sul muro pieno di pletamento, un’alta cuspide come in fondo della cella). Come negli asklepieia heroa africani del III secolo d.C. Tempio H (Tempio di Esculapio) greci, il tempio si inserisce in una vasta Trattandosi di monumento di età È raggiungibile dal sentiero con area monumentale che scavi degli anni imperiale rimane implicito che il riferi- accesso dalla strada panoramica. ’80 hanno messo parzialmente in luce: vi mento al tiranno Terone è del tutto facevano parte un ampio peribolo lungo convenzionale. Il Tempio di Esculapio (Asclepio o il quale si aprono numerosi ambienti Esculapio è il dio della medicina) è destinati ai pellegrini e, comunque, con- Basilicula del Vallone identificato sulla scorta di un passo di nessi con gli scopi terapeutici del santua- San Biagio Polibio che trattando dell’assedio roma- rio; una grande cisterna, un portico È ubicata ai piedi del versante sud no del 262 a.C. ricorda un tempio dedi- colonnato e un naiskos. Sulla base delle orientale della collina dei Tempi nei cato a questa divinità ubicato a otto recenti ricerche si può ipotizzare l’esi- pressi della rotatoria sotto il Tempio di stadi verso mezzogiorno (Polibio I, 18). stenza di un culto di carattere medico già Giunone. Eretto nel IV secolo a.C, è di ordine in epoca arcaica, mentre solo a partire dal Si tratta di una piccola costruzione (in grossi conci di arenaria cementati con dorico con pronao in antis; sorge su una IV secolo a. C. si può far risalire l’opera stata eretta nel luogo del martirio dei di monumentalizzazione del santuario. malta), ad aula rettangolare con abside santi agrigentini Libertino e Pellegrino. Da Cicerone apprendiamo, infatti, ad Ovest ed ingresso ad Est preceduto Nella prima metà del V secolo la costru- che all’interno del tempio era collocata da un piccolo nartece. Fu eretta nei una statua di , opera di Mirone, primi decenni del IV secolo. La presenza zione subì una violenta distruzione, forse sottratta dai Cartaginesi, restituita da di due tombe inglobate all’interno della in conseguenza delle incursioni vandali- Scipione l’Africano e nuovamente tra- navata ha fatto ipotizzare che la basili- che, e fu ricostruita, con lievi modifiche, fugata da Verre. chetta (nel sito già occupato da una tra la fine del V e gli inizi del VI secolo necropoli di II-III secolo) fosse sorta con mantenendo probabilmente inalterata la c.d. Tomba di Terone funzione di Martyrium e, pertanto, fosse funzione di basilica cimiteriale. Il monumento funerario fa parte di un vasto cimitero romano esteso dalle pendici meridionali della collina dei templi sino alla sottostante piana di San Gregorio (oltre la strada nazionale). Presenta particolarità architettoniche di un certo interesse per i richiami ad ana- loghi monumenti dell’Asia e dell’Africa. È costituito da un podio cubico con base e cornici modanate sovrastato da una architettura a tem- pietto sulle cui pareti piene, inquadrate da colonne di tipo ionico-attico, si

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