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VILLAFRANCA DI Storia e immagini della comunità con il patrocinio di

Comune di Villafranca di Verona storia e immagini della comunità

a cura di Pasquale Cordioli Curatore Pasquale Cordioli Indice

Collaboratori testi Lorenzo Antonini Eleonora Cigognetti Alessandro Marconcini Giancarlo Tavan Nazario Barone Maria Cristina Cordioli Martina Modena Gianni Tovo Elisabetta Benassuti Luca Dossi Gianna Negrini Luisa Vantini Antonio Benedetti Ugolino Franchini Pino Passarelli Elisabetta Zanolli Giovanni Brentegani Nedda Lonardi Sterzi Morello Pecchioli Rico Bresaola Ezio Filippi Little Sparrows Presentazione Luca Ceriani Ilaria Malini Pietro Spellini I BENI STORICO ARTISTICI a cura del Comitato di San Rocco. . . . . pag . 7 DI VILLAFRANCA Presentazione Villafranca e il suo castello a cura della Regione ...... » 8 a cura di Antonio Benedetti ...... » 56 Il primo pubblico orologio Traduzione testi Presentazione della torre ...... » 68 Traduzione dei testi in lingua inglese a cura degli alunni della 4ª A e 4ª D dell’I .I .S .S . “Ettore Bolisani a cura dell’Amministrazione Comunale . . » 9 Villafranca di Verona nel Romeo di Villafranca di Verona” con gli insegnanti Roberta Ceriani, Monica Cristini e James Thomas . L’atti- Introduzione vità di traduzione è stata inserita all’interno del percorso alternanza scuola-lavoro . e Giulietta di William Shakespeare. . . » 70 a cura di Ezio Filippi ...... » 10 Il Palazzo Bottagisio Presentazione video VILLAFRANCA DI VERONA a cura di Antonio Benedetti ...... » 72 A cura degli alunni del Liceo Scientifico Enrico Medi di Villafranca con il prof . Marco Pezzini . Storia di Villafranca Piano terra ...... » 74 a cura di Ilaria Malini ...... » 14 Piano primo ...... » 76 Fotografie Piano secondo ...... » 81 Renato Begnoni, Davide Burei e Luca Castagna Villafranca e il Risorgimento a cura di Nazario Barone ...... » 24 Il Museo del Risorgimento Altra documentazione fotografica 8-17 luglio 1859 . Le giornate e i monumenti storici Archivio Aeroporto Valerio Catullo Spa, Lorenzo Antonini, Bichel Design di Michele Bichel, Foto dell’armistizio a Villafranca . . . . . » 27 a cura di Nazario Barone ...... » 82 Bigiù, Mario Bresaola, Maria Rosa Ciresola, Collezione Morello Pecchioli, Collezione Renato Villafranca Oggi ...... » 30 I monumenti storici ...... » 86 Pozzi, Comunità Emmaus di Villafranca, di Villafranca, Pasquale Cordioli, Ezio Filippi, Evoluzione demografica ...... » 30 Lo storico Caffè Fantoni Ugolino Franchini, Fabrizio Giacomelli, Studio Lucio Merlini, Museo Balladoro di Povegliano, ...... Servizi e strutture » 31 a cura di Martina Modena ...... » 92 Museo Nicolis (Ph Comparotto, Ph A . Mainenti, Ph Ivano Mercanzin, Thomas Nicolis), Morello La casa alpina di Valdiporro ...... » 33 I Restauri ...... ». 95 Pecchioli, Silvio Prezzi, Target Notizie Villafranca, Fernando Zanetti . I Sindaci ...... » 34 Storia ...... ». 34 Il Museo Nicolis ...... » 100 Le scuole ...... ». 36 Veteran Club Enrico Bernardi . . . . » 110 © Comitato di San Rocco di Villafranca di Verona I luoghi degli sport ...... » 40 Prima edizione: maggio 2018 La saggezza antica VILLAFRANCA del sano cucinare ...... » 44 E LE SUE TRASFORMAZIONI Stampa: Tipografia La Grafica, Vago di (Verona) - www .lagraficagroup .it Il mercato ...... ». 46 Il Centro Storico ...... » 114 La Fiera di San Pietro ...... » 46 La piazza centrale ...... » 116 Proprietà letteraria riservata . Il Carnevale ...... » 48 Via Angelo Messedaglia ...... » 120 Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza il permesso scritto dell’editore . Manifestazioni ed eventi ...... » 49 Villafranchetta ...... » 121

4 5 I Teatri ...... » . 122 LE FRAZIONI Dal vecchio al nuovo aeroporto La frazione di Presentazione a cura di Ilaria Malini ...... » 212 a cura di Pino Passarelli ...... » 126 a cura del Comitato di San Rocco La Banda di Quaderni ...... » 216

LE CHIESE DI VILLAFRANCA La frazione di Rosegaferro a cura di Maria Cristina Cordioli . . . . » 220 La Chiesa del Cristo ...... » 138 I gruppi folkloristici La Sacrestia ...... » 141 di Rosegaferro: “Il Sasso” La Cantoria ...... » 141 e “I Campagnoli” ...... » 223 I Frati Cappuccini La frazione di Pizzoletta a cura di Gianna Negrini ...... » 142 a cura di Gianni Tovo Con soddisfazione presentiamo a nome del Comitato di San Rocco questa iniziativa edi- toriale della vita del Comune di Villafranca, della sua storia e del suo notevole patrimonio La Chiesa Oratorio e Elisabetta Zanolli ...... » 226 artistico culturale . della Visitazione o Disciplina La frazione di Caluri Un’operazione impegnativa e “straordinaria nel suo genere” ma piena di soddisfazioni perché a cura di Elisabetta Benassuti ...... » 148 a cura di Lorenzo Antonini ...... » 230 sono stati coinvolti, numerose persone: giovani con le loro tesi universitarie su Villafranca, Il Compianto sul Cristo Morto . . . . » 152 La Contrada Fornaci “vecchi” storici, privati con foto d’epoca e fotografi che hanno contribuito ad impreziosire la La Chiesa Parrocchiale a cura di Pietro Spellini ...... » 234 pubblicazione . a cura di Pasquale Cordioli ...... » 158 La corte principale ...... » 235 Il libro non ha pretese di essere un documento storico-scientifico esaustivo, ma vuole essere Gli altari della vecchia chiesa . . . . . » 165 La chiesetta ...... » 236 stimolo e veicolo divulgativo per la conoscenza della storia e dei beni artistico-culturali del La Via Crucis ...... » 168 La corte con le meridiane ...... » 237 Comune di Villafranca . Il coro e il grande organo ...... » 170 È stato curata volutamente la parte grafica, cercando di realizzare un libro piacevole da sfo- La frazione di Dossobuono I Brusasorzi ...... » 171 gliare e da leggere che ha ripercorso la storia lungo la “Via Postumia”, l’antica strada romana, a cura di Lorenzo Antonini ...... » 240 L’altare Maggiore ...... » 172 che attraversa tutto il territorio del nostro Comune da sud a nord dove si sono sviluppate nei La banda di Dossobuono ...... » 246 secoli le comunità di: Quaderni, Rosegaferro, Pizzoletta, Volpare, Villafranca, Caluri, Le Chè, L’Oratorio di San Rocco La frazione di Alpo Fornaci, Dossobuono, Calzoni, Alpo e Rizza . a cura di Luca Ceriani ...... » 174 a cura di Nedda Lonardi ...... » 248 La storia e la notevole documentazione fotografica lasciano ampio spazio a ricerche e approfon- Quadri e Statue dell’Oratorio . . . . » 181 dimenti che, ci auguriamo, nel tempo andranno a completare la storia del nostro Comune . È La frazione di Rizza ...... » 256 I restauri dell’Oratorio nel tempo . . » 182 un percorso che mette in evidenza le peculiarità storico-artistiche della città e delle sue frazioni . La Chiesa di San Giovanni della Paglia Spesso non vediamo e non consideriamo il “bello” che ci circonda, lasciatoci dalle generazioni CITTADINI ILLUSTRI che ci hanno preceduto, scordiamo che “il passato è radice del presente e garanzia del futuro” e, a cura di Luca Dossi e Luisa Vantini . . . » 188 DI VILLAFRANCA ...... » 264 come spesso ricordava agli amici e ai visitatori Luciano Nicolis, fondatore del Museo Nicolis: Il quartiere e la Chiesa di Madonna del Popolo “non siamo i proprietari di tutto questo, ne siamo i custodi per il futuro” . a cura di Alessandro Marconcini . . . . . » 194 Riferimenti a documenti L’interno della Chiesa ...... » 200 e pubblicazioni ...... » 276 Pasquale Cordioli Eugenio Turrini Cappello e Pozzomoretto ...... » 204 Curatore della pubblicazione Presidente del Comitato di San Rocco La Comunità di Emmaus ...... » 206 Ringraziamenti ...... » 278

6 7 Presentazione Presentazione a cura della Regione Veneto a cura dell’Amministrazione Comunale di Villafranca

Nello sfogliare le pagine di questo libro si avrà modo di intraprendere un viaggio emozionale Per festeggiare adeguatamente l’833esimo centenario della fondazione di Villafranca, il Co- nella storia di una comunità, delle sue tradizioni e delle sue radici . Le immagini raccontano il mitato di San Rocco ha voluto curare l’edizione su Villafranca del presente saggio . divenire di una città, le sue testimonianze passate, la vita dei suoi abitanti . Il volume non ha la pretesa di fare un discorso completo e minuzioso sugli otto secoli di vita La fotografia ferma l’istante, narra un momento, traduce l’attimo temporale in un ricordo da del Borgo Libero, ma ha l’ambizione di abbozzare interessanti ‘medaglioni’ che sappiano tramandare alle future generazioni . Mi complimento, pertanto, con il Comitato di San Rocco presentare al meglio la nostra bella città nei suoi più svariati aspetti (sociale, politico, eco- di Villafranca di Verona che ha promosso questa iniziativa editoriale per la valorizzazione di un nomico, religioso, ecc .), tale che possa invogliare il lettore a proseguire e allargare la propria territorio, attraverso la conoscenza approfondita delle sue bellezze architettoniche e artistiche e conoscenza, magari recandosi di persona in visita culturale . della sua cultura . Questo volume contribuisce, dunque, alla promozione turistica di un luogo Il turismo culturale, infatti è strettamente legato alla cultura di una specifica regione o paese, del nostro Veneto, che è una terra di straordinaria bellezza ‒ che mi piace spesso ricordare ‒ so- in particolare in relazione al modello di vita, alla storia, all’arte, all’architettura, alla dieta, spesa fra il cielo e la terra, dalla gente operosa, ospitale e fortemente legata alla propria identità alla religione e ad altri elementi delle popolazioni nelle specifiche aree geografiche, che con- e ai propri valori . tribuiscono a creare quel loro tipo di vita . I turisti oggi si muovono molto più facilmente ma hanno spazi temporali più ristretti, le Luca Zaia esigenze dei nuovi viaggiatori inoltre sono ovviamente molto diverse dal passato . Tale si- Presidente della Regione del Veneto tuazione, accompagnata alla forte commercializzazione del settore turistico, ha ovviamente cambiato molte cose . Il turismo culturale deve opportunamente avere una dimensione “dif- La nostra terra veneta è ricca di storia e di cultura e la Regione, anche con proprie leggi, fusa” e quindi può essere occasione di sviluppo di tante realtà periferiche che magari hanno promuove e favorisce iniziative di ricerca, di divulgazione e valorizzazione del patrimonio interessanti “patrimoni” poco valorizzati . Diversi connotati del “turismo culturale” possono culturale e linguistico, su cui trova fondamento l’identità veneta . poi contribuire a “destagionalizzare” diverse mete (e ciò vale per molte delle nostre località) Il cuore della normativa riguarda la promozione e il sostegno per seminari, ricerche, pubblica- e a rendere mediamente più fruibili le esistenti strutture alberghiere . La presente Pubblica- zioni, eventi di sensibilizzazione finalizzati a far conoscere la complessità culturale e linguistica zione inoltre vuole rappresentare il giusto riconoscimento ai moltissimi giovani universitari nella quale si possono riconoscere l’espressione ed i segni della nostra identità . Complessità che che si sono impegnati nella conoscenza approfondita del nostro territorio tale da dedicare il Comitato di San Rocco di Villafranca di Verona, nel promuovere questa pubblicazione, ha ricerche e studi che hanno riscosso la meritata approvazione del mondo Accademico . saputo cogliere appieno esaltandone le potenzialità e i riverberi culturali . Sono previste pure, grazie alla disponibilità del Corpo docente delle Scuole Superiori di Su coordinamento di Pasquale Cordioli, questa pubblicazione si è arricchita di contenuti e Villafranca e al coinvolgimento degli alunni, edizioni in lingua straniera per agevolare i nu- immagini di valore: un prezioso lavoro che ha saputo anche coinvolgere enti pubblici e privati merosi ospiti che visitano il nostro territorio . nonché singoli soggetti a titolo personale, giovani universitari e i licei del Comune di Villa- Ne è risultato un pregiato lavoro scritto in maniera divulgativa – senza per questo essere ba- franca . Ne è nato un libro significativo e di qualità che rappresenta in forma divulgativa uno nalizzante – e anche di questo vanno ringraziati gli Autori, convinti come siamo che questa spaccato di oltre ottocento anni di vita socio economico culturale del territorio che con i suoi sia la strada da seguire per una reale crescita culturale della cittadinanza . 35 .000 abitanti è il più popoloso della provincia di Verona . Cristiano Corazzari Assessore al Territorio, Sicurezza, Maria Cordioli Mario Faccioli Cultura e Identità Veneta Assessore alla Cultura Sindaco

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Si contraddistingue anche per l’atten- meno che in quel tempo il clima fosse Introduzione zione posta alle notizie proprie sulle più caldo e asciutto che ai nostri giorni . a cura di Ezio Filippi singole frazioni come la banda musicale Mi riferisco alla forma del centro abita- con majorettes e i dolci prodotti solo to: su tre grandi viali, distanti 300 metri qui, i puoti, di Quaderni, il coro dei l’uno dall’altro; sui viali si affacciavano Campagnoli di Rosegaferro, la banda i lotti di terra di 3000 metri quadrati musicale di Dossobuono, e La contrada l’uno, un rettangolo di 20 metri lungo Fornaci dei Caluri3; nonché per i 32 per- il viale, con una profondità di 150 me- sonaggi illustri segnalati . tri, concessi uno per famiglia affinché si Il Comitato di San Rocco di Villafran- ro precedente2, nel senso che riprende Quindi che cosa si deve dire di questo costruisse l’abitazione sul viale, i rusti- ca (di Verona), costituito anni fa per alcuni articoli pubblicati nel volume di volume? È un atto di buona volontà, un ci e l’orto all’interno . Mi riferisco alla festeggiare questo santo nella sua ricor- cinque anni prima, pur essendo impo- atto di amore per Villafranca e per la cul- rara presenza per lungo tempo di vaste renza – 16 agosto – e nell’oratorio a lui stato in altro modo che ne garantisce tura in generale, un mezzo per far cono- proprietà private e alla lunga durata dei dedicato, ha proseguito nella sua attività una certa originalità . scere qualcosa del territorio e della comu- beni comunali – pascolo e bosco – a be- seguendo l’evoluzione dei tempi, secon- L’opera è divisa in sette parti: 1 . Pagi- nità che nel passato e nel presente lo ha neficio della popolazione . Perciò men- do la quale la festa religiosa viene messa ne di storia su Villafranca di Verona; abitato . Si toccano argomenti di grande tre riconosco l’utilità di questo volume, in secondo piano da altre iniziative fra 2 . Villafranca oggi; 3 . I beni storico - ar- importanza quali la trasformazione della mi auguro che finalmente sia affrontato le quali le culinarie, la ristorazione . tistici di Villafranca, intendendo per tali società da agricolo-commerciale a indu- con metodo il duplice studio del terri- Ma oltre che alla festa del 16 agosto, non solo il castello, Palazzo Bottagisio e striale-commerciale e dei servizi . Si ricor- torio – storia naturale – e degli uomini propria del quartiere prossimo all’ora- il Caffè Fantoni, ma anche il Museo Ni- re spesso ad immagini per documentare che vi si insediarono – storia umana in torio, il Comitato si è impegnato in ini- colis e l’aeroporto; 4 . Le trasformazio- meglio il contenuto dei contributi, ren- senso lato – per addivenire alla cono- ziative culturali coinvolgendo studiosi ni urbanistiche ed economiche recenti dendo un servigio al lettore e tramandan- scenza profonda, specialistica, dell’alto residenti nel territorio comunale, e ot- di Villafranca, che sono state notevoli; do delle immagini i cui originali potreb- agro veronese, delle colline moreniche tenendo finanziamenti da imprenditori 5 . Le chiese di Villafranca; 6 . Le sette bero andare smarriti nel tempo . che in parte l’hanno ricoperto, e degli locali per dare alle stampe, in forma de- frazioni del Comune, compresa La Riz- La storia di Villafranca è ricca di ele- abitanti dalla preistoria ai giorni nostri . corosa, gli studi che aveva organizzato1 . za, il cui centro abitato appartiene in menti originali che in questo volume Ai promotori di questa iniziativa chiedo Il volume che si presenta rientra in que- parte anche ai Comuni di Verona e di sono accennati o trascurati . Mi riferi- quindi di ampliare il loro campo d’a- sta seconda attività del Comitato, e si Castel d’Azzano; 7 . I cittadini illustri di sco, uno su tutti, alla fondazione del zione mettendo assieme tutte le perso- avvale in una certa misura di un lavo- Villafranca . centro abitato in quel luogo, che poteva ne capaci e di buona volontà – studiosi essere soggetto alle piene del Fossà, a e finanziatori– per addivenire ad una sicura e completa conoscenza della sto- 1 Comitato di San Rocco di Villafranca, 2 Aa .Vv ., Villafranca e il suo territorio: immagini ria naturale ed umana di Villafranca di L’oratorio di San Rocco e i tesori di Villafranca di ed itinerario storico, artistico culturale lungo la Verona e del territorio, che renderebbe Verona, Vago di Lavagno, La Grafica, 2009, pp . antica via Postumia alla scoperta di Villafranca 3 L’autore del contributo, Piero Spellini, ha 194; IDEM, Madonna del Popolo in Villafranca di Verona e delle sue frazioni, Villafranca di Ve- pubblicato alcuni lavori sulla possessione, tra i onore a questa numerosa comunità . di Verona, Vago di Lavagno, Gianni Bussinelli rona, A .S .D . Polisportiva San Giorgio (Vago di quali ricordo De le Fornase nobile poesia: ricerche editore, 2014, pp . 196 . Lavagno, Tip . La Grafica), 2012, pp . 212 . e ricordi, s .l ., s .e ., 2012, pp . 99 . Ezio Filippi

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Storia di Villafranca La gorgiera della tomba eneolitica di Villafranca di Verona Nel 1913 in una cava di ghiaia presso il Castello di Villafranca veronese, alla a cura di Ilaria Malini profondità di m. 3,60 furono scoperti accanto a uno scheletro: 1 - Punta di selce rossa con riflessi violacei; 2 - Lamina sottile di argento a forma di falce lunare con estremità arrotonda- te, comunemente chiamata Gorgiera o Pettorale; 3 - Grande lama triangolare con nel mezzo una robusta nervatura in ambe- due i lati. Comunemente chiamata Alabarda, ma poteva essere anche una Punta di Falce. Il sito è databile all’Eneolitico l’epoca di Ötzi, la mummia del Semilaun. Questi otto secoli videro la nascita dell’aratro trainato da animali aggiogati, Scrivere di storia locale non è meno im- digressioni, utili per poter approfondire del carro a quattro ruote e della metallurgia. Il rame prima venne lavorato portante che scrivere di storia generale . determinati argomenti . a freddo con la martellatura; poi forgiato per creare asce, punte di freccia, Anzi spesso è più difficile perché a fron- Stabilire quando e come l’uomo pri- ornamenti. La pietra continuava a essere fondamentale, ma la prima utilizzazione di un te di interminabili ricerche di archivio mordiale cominciò a comparire a Villa- metallo stimolò scambi commerciali, nuove tecnologie, la formazione di arti- risulta particolarmente arduo esaurire franca è una questione ancora irrisolta . giani specializzati e, soprattutto, la consapevolezza del prestigio sociale lega- tutti i filoni d’indagine, come pure for- Sicuramente questa vasta pianura sab- to all’accumulo e all’esibizione di beni. La tomba di Villafranca di Verona rappresenta, in Italia, il più antico esempio nire una valida sintesi al lettore . biosa, sovrabbondante di ciottoli e sas- di pettorale con forte somiglianza con le “lunule” d’oro irlandesi. La storia di Villafranca, in effetti, raccon- si, poco feconda e afflitta da siccità era ta di piccoli eventi, vicende quotidiane piuttosto inospitale . indissolubilmente legate ad avvenimenti Ciò nonostante divenne culla dell’inse- I resti in massima parte vengono ad in- da di arroccamento destinata al rapido internazionali di più ampio raggio . diamento umano sin dall’antichità . quadrarsi nell’età del Bronzo anche se la e sicuro movimento di uomini e merci Occorrono quindi vaste competenze e E, a sostegno di questa tesi, possono loro analisi tipologica testimonia l’alto attraverso un territorio di frontiera che, una spiccata curiosità per poter intrec- bastare gli innumerevoli reperti prei- valore estetico e commerciale di mate- tagliando longitudinalmente la Pianura ciare, in un quadro unitario, la storia storici rinvenuti durante sopralluoghi riali quasi sicuramente di importazione . Padana, comportò la romanizzazione generale con memorie, cronache, dati e o recuperi di materiale in superficie, Il II secolo a .C . segna il passaggio sotto dei territori adiacenti . curiosità locali . ma anche scavi sistematici effettuati da l’egida di Roma . A causa della carenza di studi e ricer- Ma riscrivere il passato di un paese non è studiosi e specialisti ben oltre i confini E, con tutta probabilità, la scelta dei che ma anche di rinvenimenti deconte- solo un incontro all’insegna della memo- amministrativi del Comune, come pure nuovi conquistatori era ricaduta su stualizzati e sporadici, è difficile azzar- ria storica bensì uno scenario privilegia- la celeberrima “tomba di Villafranca”, Villafranca in base a criteri strategico – dare supposizioni sul ruolo svolto da to per valorizzare le bellezze ambientali, scoperta casualmente nel 1913 in una militari e redditizi – commerciali: per Villafranca in epoca romana tuttavia culturali, e infine arricchire il patrimo- cava di ghiaia di proprietà del Comm . questo si rese necessario riorganizzare i reperti più significativi sono alcune nio di un territorio e della sua gente . Luigi Valentini di Mantova . l’abitato in modo da garantire il con- iscrizioni che, pur nella loro frammen- Queste pagine ripercorrono quindi la La sepoltura ha restituito pochi frammen- trollo della popolazione, dei confini e tarietà, documentano pagine di storia storia della nostra comunità dalle pri- ti appartenenti a uno scheletro umano favorire i rapporti economici . Momen- del territorio . me attestazioni dei più antichi popoli accompagnato da un corredo composto to fondamentale per la storia di quest’a- Tra il 1872 e il 1890 nei pressi delle fon- primitivi sino ai giorni nostri, senza ri- dalla cuspide di una freccia, un pettorale rea è rappresentato dalla realizzazione damenta della torre centrale del castel- nunciare a taluni nodi, punti cruciali e d’argento e infine un’alabarda in rame . della via Postumia (148 a .C .): una stra- lo vennero alla luce quattro frammenti

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di calcare solcati da un testo . I blocchi, e la miseria anche lo sconvolgimento di di notevole peso e dimensioni, conser- ogni sistema di vita . vano le tracce di un’iscrizione onoraria Sebbene i conflitti tra i vari popoli bar- all’imperatore Tiberio (21 d .C .-30 d .C .) barici abbiano causato frequenti cam- e proprio in forza di queste considera- biamenti territoriali Villafranca, facente zioni dobbiamo supporre l’esistenza di parte della “campagna” di proprietà del un monumento di epoca romana, poi municipio di Verona, riuscì a mantene- smantellato . re una posizione di preminenza anche Sin dalla II metà del XV secolo era se- durante i secoli bui nell’Alto Medioevo gnalata l’esistenza di un cippo funerario grazie alla propria vocazione commer- inscritto, reimpiegato sotto la mensa ciale, la continuità dell’integrità territo- dell’antica parrocchiale dedicata ai S .S . riale e la vicinanza con la via Postumia . Pietro e Paolo . La stele venne in seguito Il clima di sfiducia e risentimento finì portata al Museo Archeologico del Te- per agevolare l’invasione di un popolo atro Romano di Verona, ove tuttora è germanico, i longobardi (V sec .) ma il conservata . Plausibilmente doveva de- risolutivo intervento dei franchi contri- corare un sepolcreto di carattere fami- buì ad assegnare a loro il ruolo di popo- liare collocato lungo la via Postumia . lo guida dell’Occidente cristiano . Infine non è possibile stabilire con cer- Nel contesto generale il territorio di tezza se l’iscrizione scoperta a Rosega- Villafranca, venne parzialmente scorpo- Copia settecentesca ferro possa dare conferma dell’esistenza rato ed aggregato amministrativamente a stampa dell’atto di di un accampamento romano a Villa- alla Judicaria Gardensis (o Gardesana) fondazione di Villafranca, conservata nell’archivio franca, solo nuovi rinvenimenti e ricer- distretto comprendente non solo la Balladoro a Povegliano che più puntuali potranno contribuire sponda veronese del lago di Garda, ma Veronese, prodotta in un a risolvere definitivamente la questione . anche il retrostante territorio collinare . processo per questioni di Ciò nonostante l’impero crollò ineso- La dissoluzione dell’impero carolingio decima. L’atto originale purtroppo è andato perso e rabilmente sotto i colpi delle numerose (887) diede inizio ad un complesso pe- non se ne trova più traccia. invasioni barbariche . riodo in cui, a seguito di continui con- Nell’ultimo capoverso la Verona e le sue terre furono perenne flitti, emerse la supremazia ottoniana: delibera dei procuratori campo di battaglia e la difficile fusione in particolare Verona, divenuta nel frat- di Verona: “che a Verona si faccia una città al di latini - stranieri accresceva lo stato di tempo libero Comune (1136), fu scon- sopra del fossato della disagio delle popolazioni . La decadenza volta da numerose guerre, ma ribadì campagna, che sia libera delle pubbliche istituzioni, che crollava- sempre la propria indiscussa fedeltà agli da ogni tassa pubblica di Verona, ed un mercato no sotto i colpi delle numerose incursio- imperatori del Sacro Romano Impero secondo la volontà dei ni, dissestarono commerci, agricoltura tant’è vero che Ottone I nel 952 le aveva cittadini di quella città, ed industrie, provocando con il terrore riconosciuto il ruolo di fulcro politico, e un pozzo.”

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economico, sociale e istituzionale di un setto urbanistico del paese come con- ampio spazio territoriale denominato centrato e funzionalmente complesso “Marca veronese” . perché fondato su una cinta muraria, La situazione mutò però ben presto ampie vie, un castello e la chiesa parroc- poiché nel 1154 scese in Italia il nuovo chiale dei SS . Apostoli, Pietro e Paolo . sovrano Federico I detto “Barbarossa” Dopo un periodo di tranquillità le riva- per riaffermare i diritti imperiali contro lità si riaccesero ed Ezzelino III da Ro- la libertà cittadina . mano, vicario imperiale, si fece promo- Sono le basi che giustificarono prima l’o- tore di scontri sanguinosi a danno dei stilità latente dei veronesi, poi la parte- guelfi: nel 1233 per tentare di fermare cipazione alla Lega Lombarda ed infine la ferocia dei suoi nemici assediò Vil- la conseguente vittoria a Legnano (1176), lafranca e distrusse senza pietà molte e, con l’acuirsi del conflitto tra guelfi altre ville . (sostenitori della libertà comunale) e In tali condizioni di incertezza sociale ghibellini (simpatizzanti dell’impero) e politica, e permanente conflittualità, si rafforzò ulteriormente il consiglio dei si rafforzò ulteriormente la Signoria Rettori di Verona il 9 marzo 1185 decise dei Della Scala, famiglia celebre per di fondare una nuova “villa” nella cam- lo spiccato senso organizzativo ravvi- pagna a sud della città, come antemura- sabile nella creazione del primo vero le contro Mantova . ordinamento amministrativo, sociale Il Burgus Liber poi Villa libera quindi ed economico del territorio, fondato villa franca nasceva quindi principal- sul concetto, approssimativo, della vir- mente per ragioni militari ma anche tuale eguaglianza dei cittadini di fronte con lo scopo di utilizzare nuove terre da all’autorità imperiale . coltivare per far fronte alla carestia di- Numerose fonti scritte ricordano che nel lagante . In effetti le delibere successive 1285 Alberto della Scala rinnovò l’atto di stabilivano che questo borgo di confi- fondazione di Villafranca, confermando ne, affrancato dagli oneri fiscali, dovesse i diritti formalizzati un secolo prima, in breve tempo dotarsi di un castello, come pure l’ampliamento del castello e Il catastico della decima aprire un libero mercato e consegnare ai l’erezione della muraglia difensiva detta di Villafranca è il registro che riporta i nomi delle coloni lotti di terreno demaniale da de- Serraglio, che arrivava fino a Borghet- persone che erano tenute stinare a coltura e residenza, in cambio to sul fiume Mincio proteggendo il lato a versare alla Pieve di San di un modesto censo da corrispondere sud-occidentale del territorio . Pietro la decima parte di alcuni raccolti. Consente di annualmente . Lo sviluppo economico seguì un ritmo conoscere cosa e quanto si È indubbio che motivi politico-econo- costante sia nella produzione agricola produceva nelle campagne mici contribuirono a configurare l’as- che nell’allevamento degli ovini indi- villafranchesi.

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spensabili all’industria laniera ma anche durissimi di povertà segnati anche da le lotte non conobbero sosta . ondate di malanni epidemici . Ciò nonostante, dopo il passaggio al Tuttavia l’economia villafranchese pro- Visconti e al Gonzaga, che colpirono sperò grazie al lavoro dei campi, l’intro- duramente il contado con razzie, incen- duzione di nuove colture e il rinnova- di, massacri e rapine, il borgo entrò a mento dei sistemi per lavorare la terra, far parte nel 1405, tramite abili azioni le attività artigianali, le compravendite diplomatiche, della Serenissima Repub- e infine la lavorazione della seta che blica Veneta, orientata verso una forma andò a sostituire l’attività laniera . di governo strettamente oligarchico . Nel 1501 la Repubblica Veneta venne at- La struttura amministrativa nel territo- taccata dalle potenze della lega di Cam- rio veronese, risalente nella sua compo- brai subendo una terribile sconfitta ad sizione al periodo feudale, si mantenne Agnadello (1509) ed entrando definiti- inalterata perché la dominazione vene- vamente in una fase di lenta decadenza . ziana si limitò al suo controllo tramite I veneziani, consapevoli della sopravve- l’occupazione delle principali cariche ciò nuta inadeguatezza delle difese di Ve- nonostante per quanto Venezia garantis- rona di fronte allo sviluppo delle nuove se un potere stabile e duraturo, Verona armi da fuoco, ricominciarono un’ope- perse per sempre la sua indipendenza . ra di fortificazione in linea coi tempi Seguirono pertanto quattro secoli di e ripararono rocca e muraglia di Villa- pace e benessere alternati a periodi di franca nei punti di maggior importan- guerre, carestie e pestilenze . za strategica . A Villafranca, ormai divenuta un ric- La repubblica promosse inoltre altre co Vicariato, sorgono le prime case in azioni positive in paese come il mante- muratura lungo le vie principali e nuovi nimento del mercato nel giorno di lune- monumenti come la chiesa della Di- dì mentre il mercoledì era destinato allo sciplina, San Rocco, e l’oratorio di San scambio di biade e animali, l’istituzione Giovanni della paglia, mentre il castello di uno speciale dazio per chi passava la a causa delle molteplici incursioni risul- frontiera dal “Porton” e l’esenzione com- tava piuttosto danneggiato . pleta delle imposte per dieci anni; ma Pianta di Villafranca del 1470 circa con particolari La maggior stabilità politica e l’aumen- ben presto scoppiò la peste, portata in di Villafranca: la muraglia tata libertà di mercato provocarono Italia nel 1630 dalle truppe lanzichenec- del Serraglio, “el Porton”, una crescita demografica e maggior be- che a servizio dell’impero, responsabili il Castello, il Palazzo del nessere per le classi più agiate a danno “consortium” Palazzo degli di incendi e razzie su tutto il territorio . Originari, la parrocchiale, della gente comune oppressa dalla forte Più tardi tornarono le ostilità e la guer- San Rocco e San Giovanni pressione fiscale e dal susseguirsi di anni ra di successione spagnola mise uno della Paglia.

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contro l’altra Francia e . Nono- si rifiutò di mobilitare l’esercito ed in- stante la repubblica veneta avesse deci- viare rinforzi in città . Verona, infine, il so di assumere una politica di pace ed 24 aprile fu costretta ad arrendersi . La equilibrio con le diverse potenze, che rinuncia a una difesa armata permise le permettesse di preservare la prospe- a Napoleone di conquistare Venezia il rità dei propri possedimenti, Villafran- 12 maggio 1797, firmando la pace di ca dovette soffrire numerose calamità Campoformio . I territori veneti, divisi e disagi perché gli alti comandi degli politicamente tra le 2 superpotenze di eserciti imperiali, francesi e spagnoli si Austria e Francia, saranno, in sostan- avvicendarono, con frequenti passaggi, za, maggiormente sottoposti al potere tra il 1701-1704 nelle abitazioni arrecan- francese grazie alla costituzione della do lutti e furti all’intero paese, privo di Repubblica Cisalpina e successivamen- qualsiasi difesa . te del Regno d’Italia (1805) . Il 31 marzo 1797 il generale Napoleone, Dopo la caduta dell’impero napoleoni- alla testa dell’armata di Francia con- co le nazioni vincitrici si riunirono nel tro le forze antirivoluzionarie, valicò le Congresso di Vienna il 9 giugno 1815 e Alpi segnando l’inizio della Campagna il Veneto, in virtù della sua importante d’Italia . La neutralità veneziana venne posizione strategica, passò alle dirette violata prima dalle forze austriache in dipendenze dell’Austria, fautrice del ri- ritirata, poi il 30 maggio dalle stesse pristino degli antichi privilegi nobiliari . truppe francesi che attraversarono il Tuttavia nell’arco di sessant’anni di fiume Mincio a Borghetto per dare la dominazione straniera si affermò pro- caccia al nemico . La terraferma diven- gressivamente una coscienza nazionale ne così teatro di scontro tra 2 opposte stimolo per aspirazioni indipendentiste fazioni e si creò ovunque una difficile e libertarie di fasce sempre più ampie condizione di convivenza tra le truppe di popolazione e motore pulsante del venete, la popolazione locale e gli occu- Risorgimento, movimento di lotta mi- panti rivoluzionari, sempre più aggres- rante alla cacciata dell’Austria dal suolo sivi ed arroganti . italiano e all’unificazione politica e ter- Pianta del Negri del Nonostante i proclami ducali che invi- 1713 con una completa ritoriale della penisola . rappresentazione del tavano alla calma, Verona, esasperata, Lo scoppio della guerra tra il piccolo circondario di Villafranca insorse costringendo i francesi a rin- regno Sardo Piemontese e l’impero au- con le sue frazione ed il chiudersi nelle fortezze . Il governo del striaco (1848) e le alterne vicende che serraglio. Nella carta la via “La levà” la romana via dogato, sperando ancora di evitare un verranno ad interessare il territorio ve- Postumia che attraversa conflitto aperto, seppure a prezzo del- ronese durante il periodo risorgimenta- longitudinalmente tutto il la perdita dei possedimenti terrestri, le coinvolgeranno Villafranca in diverse territorio Villafranchese.

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fasi salienti sia per la sua posizione vicino spaventosa recessione economica, infi- Il settore primario, decimato dal- al Mincio che per la strada postale che si ne alle cospicue perdite di vite umane si la diminuzione non solo del nu- snodava tra Mantova e Verona . Era ine- sommava la questione della pellagra che mero di aziende agricole e aree vitabile comunque che sia le campagne continuava a mietere vittime . coltivabili ma anche da un inade- che l’abitato subissero danni: raccolti Di conseguenza negli anni successivi si guato ricambio generazionale, ha distrutti, abitazioni incendiate, depreda- incrementò l’attività edilizia (il Duo- puntato sulla meccanizzazione e zioni e angherie degli eserciti transitanti mo venne definitivamente completato sulle nuove tecnologie . Insieme a sconvolsero la precaria vita della popola- nel 1882), vennero promosse strutture un settore commerciale tradizio- zione già oppressa dalla crisi economica, per l’istruzione, l’assistenza e lo svago, nalmente forte: piccole, medie e che cercò di arrangiarsi come potè . e infine furono presi importanti prov- grandi industrie si svilupparono Le fonti storiche ricordano in particola- vedimenti per il settore primario grazie in periferia a ritmo serrato regi- re alcuni episodi significativi . alla costruzione di una costosa opera strando una crescita importante Nel corso della prima guerra d’Indi- di canalizzazione delle acque atesine, il e numerosi investimenti . pendenza Villafranca ospitò il quar- Conagro, conclusa nel 1886 . Un’altra attività produttiva che tier generale piemontese e, da palazzo Agli albori del 900 lo scoppio del primo iniziò un sensibile processo evolu- Gandini Morelli Bugna poi Bottagisio, conflitto mondiale e in breve tempo di tivo fu l’edilizia poichè sorsero, in que- di conoscenza hanno fornito queste il generale toscano Cesare de Laugier un secondo furono la causa di innume- gli anni, l’aeroporto civile e l’ospedale pagine, viene spontaneo considerare la osservava l’offensiva asburgica vincere a revoli traumi, orrori nonché stragi e lo “Magalini” . Tuttavia il fervore di rinno- comunità di Villafranca originale, alta- . Nel 1859 prese alloggio l’im- sforzo bellico impose sacrifici anche a vamento causò anche la distruzione di mente significativa, come pure dinami- peratore Francesco Giuseppe e sempre Villafranca perchè numerosi giovani, edifici e lottizzazioni simbolo non solo ca perché tesa a creare condizioni per l’11 luglio venne firmato l’armistizio che costituivano la forza lavoro prin- della tradizione storica ma anche della rinnovare e rinnovarsi . ricordato come “Pace di Villafranca” . cipale, vennero arruolati e costretti al morfologia del territorio: esempio piut- Documenti storici, testimonianze, mo- Nel 1866 fu coinvolta nella III Guerra servizio di leva in regioni lontane . Que- tosto eloquente è l’abbattimento dell’ot- numenti e tradizioni locali aprono lo d’Indipendenza, in occasione dell’epico sti, lasciate le famiglie si ritrovarono in tocentesco Teatro Comunale (1963-66) e sguardo a una prospettiva ampia, una scontro che si svolse nei pressi dell’at- luoghi inospitali e sconosciuti, distanti di altri fabbricati del centro storico sosti- lettura complessiva che prende atto tuale via Quadrato (24 giugno 1866) tra migliaia di chilometri, e convissero con tuiti da strutture, già antica Parrocchiale, inevitabilmente anche di profonde la 16a divisione di fanteria comandata la paura, il fanatismo e l’odio . Molti di più moderne . Invece il turismo si è svi- trasformazioni, contraddizioni, luci e dal principe Umberto di Savoia a dan- loro rimasero fuori casa anche per molti luppato più tardi, favorito dalla presenza ombre . Viene quindi spontaneo for- Disegno del Castello no della cavalleria austriaca . anni e quando tornarono furono rico- di una offerta ricca e variegata sia sotto mulare l’auspicio che tali ricerche pos- di Villafranca tratto da All’indomani dell’annessione al Regno nosciuti a stento . Di altri, i più sfortu- l’aspetto ambientale che culturale . sano continuare, così da svelare eventi “Itinerario nelle provincie venete” di Marin Sanudo, d’Italia (1866) Villafranca, capoluogo nati, rimane solo la memoria . Infine numerose sono le associazioni o trame di rapporti ancora nascosti, 1483 in cui si descriveva: dell’undicesimo distretto della provincia Nell’immediato dopoguerra la situazio- che, senza scopo di lucro, operano nella e vengano ricercate e apprezzate non ”Villafranca è bellissima, veronese, dovette fronteggiare non pochi ne politica ed economica italiana era cittadina e promuovono progetti inte- solo per la curiosità che suscitano ma adornata di caxe di muro non poche. È Vicario qui problemi: il settore mercantile era riusci- gravissima ma a partire dagli anni 60, ressanti ed utili per la comunità . soprattutto per la vastità e l’eccellenza Veronese. A’ una roca, to a reggere mentre agricoltura, industria Villafranca si dimostrò in grado di co- Se, in conclusione, ci voltiamo indie- della storia e del patrimonio che testi- con molte caxe dentri,era e artigianato erano stati colpiti da una gliere nuove opportunità . tro e ripensiamo a quanto incremento moniano . habitade de Judei”.

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Villafranca e il Risorgimento a cura di Nazario Barone

Pochissime sono le città italiane che tute sulle rive del Mincio, nelle sale di possono vantare il cospicuo primato palazzo Gandini Morelli Bugna, in via che Villafranca ha avuto durante il pe- Pace, furono ospitati gli ufficiali dell’ar- riodo del Risorgimento nazionale, sia mata austriaca vincitori degli scontri . per la sua posizione geografica a “ridos- 1824: nella notte tra il 4 e il 5 febbraio, so” della linea del Mincio e quasi al cen- un corteo di condannati alle carceri del- tro della grande strada postale che univa lo Spielberg sostò a Villafranca . Verona a Mantova, due delle maggiori 1848: l’albergo il Sole fu sede del quar- città del Quadrilatero, che per gli im- tier generale piemontese e ospitò nelle portanti ospiti che si sono avvicendati proprie stanze Carlo Alberto re di Sar- tra le sue case, le sue strade, i suoi caffè, degna e suo figlio Vittorio Emanuele, L’11 luglio successivo l’incontro tra gli gimento della brigata Parma si rifugiò i suoi alberghi . futuro primo re d’Italia . imperatori Francesco Giuseppe d’Au- il principe Umberto, futuro re d’Italia, 1701: il principe Eugenio di Savoia, il Il 27 Luglio dello stesso anno dalla “tor- stria e Napoleone III di Francia, avve- durante una furiosa carica della cavalle- vincitore dei turchi sotto Vienna nel retta” del palazzo di via Pace, che ospi- nuto nello storico palazzo di via Pace, ria austriaca la quale a prezzo di pesanti 1683, alloggiò con una parte delle pro- tava il comando delle truppe toscane, pose fine alla seconda guerra per l’Indi- perdite non riuscì a rompere e a mette- prie truppe a Villafranca in occasione il generale Cesare de Laugier, l’eroe di pendenza nazionale . L’incontro, passato re in fuga la fanteria italiana . A ricor- degli scontri avvenuti nel Veronese con- Curtatone e Montanara, assisteva im- alla Storia come “la pace di Villafranca”, do dell’episodio, nei pressi dello stesso tro i francesi durante la guerra di Suc- potente alla sconfitta dei suoi ad opera fu il preludio all’unità d’Italia . luogo, un monumento vi fu innalzato cessione di Spagna . degli austriaci a Custoza . 1866: il 24 giugno, durante la terza negli anni successivi . 1796: nel mese di novembre, il generale 1859: Palazzo Gandini Morelli Bugna guerra per l’Indipendenza, davanti alla Bonaparte, durante i giorni della batta- fu sede del quartier generale austria- città si sistemarono le truppe italiane Questi gli avvenimenti, sempre vivi glia di , proveniente dall’assedio co e vi dimorò l’imperatore Francesco che comprendevano anche la 16ª divi- nella memoria collettiva della comunità Stampa dell’incontro di Mantova sostò a Villafranca e allog- Giuseppe nei giorni che precedettero la sione di fanteria al comando del prin- villafranchese, che portarono negli anni passato alla storia come giò nell’allora palazzo Comini, ora Fan- sanguinosa battaglia di Solferino e San cipe Umberto di Savoia . Attaccata dalla successivi alla costituzione di un Museo “La pace di Villafranca” fra gli imperatori: toni, in corso Vittorio Emanuele . Martino del 24 giugno, mentre nei pri- cavalleria imperiale la fanteria italiana destinato a raccogliere e a tramandare Francesco Giuseppe 1814: nel febbraio, durante una delle mi giorni di luglio fu dimora del gene- si dispose in “quadrato” di battaglio- le testimonianze di quell’importante d’Austria e Napoleone III ultime battaglie napoleoniche, combat- rale francese Mac Mahon . ne . In uno di questi, il IV del 49º reg- periodo della storia nazionale italiana . di Francia.

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8-17 Luglio 1859 12 luglio . “I Preliminari”, stabiliti a Vil- Nel novembre 1859 al sig . Carlo Gan- Le giornate dell’armistizio lafranca, messi per iscritto e firmati a Va- dini Morelli Bugna arrivano due vasi a Villafranca leggio da Napoleone III, furono portati della Manifattura Imperiale di Sèv- a Verona da un rappresentante dell’im- res, quale ricordo e segno di omaggio 8 luglio . In una stanza della locanda peratore francese e firmati da Francesco dell’imperatore Napoleone III, per l’o- Tre Corone, nella Contrada di Mezzo Giuseppe . Al rientro a Valeggio furono spitalità avuta durante il suo passaggio (poi Corso Vittorio Emanuele), i capi sottoscritti anche da Vittorio Emanue- a Villa Franca . di Stato Maggiore degli eserciti france- le II con la frase: “…accetto per quello La lettera ufficiale inviata il 7 dicem- si, austriaco e piemontese firmarono un che mi concerne” . bre 1859 e firmata dal ministro di sta- armistizio militare che consisteva nella 13 luglio . Proclama di Vittorio Emanue- to Achille Nelly arrivò, dopo un lungo cessazione delle attività belliche al fine le II agli abitanti della Lombardia per peregrinare fra le varie Villafranche, a di intavolare trattative di pace . annunciare la fine delle ostilità, e, con destinazione alla fine di dicembre . 11 luglio . Dopo le 9 del mattino, in una esse, l’unione della Lombardia al regno La busta sul fronte porta il timbro indi- sala di casa Gandini Morelli Bugna in Sardo . cante che la lettera è spedita per conto Via Ghetto (poi Via Pace), si incontra- 16 luglio . Napoleone III rientra in Fran- del Ministero di Stato a Servizio dell’Im- rono gli imperatori Napoleone III e cia . peratore, e nel retro è tempestata di tim- Francesco Giuseppe per discutere i pre- 17 luglio . Vittorio Emanuele II rientra bri postali finché venne annotato: vedi liminari per una imminente pace . a Torino . Verona per Villafranca (Trattato di) .

Da una foto del 1985 di Leon Méhédin, fotografo al seguito dell’imperatore francese, l’Albergo Tre Corone di Villafranca dove avvennero i preliminari della pace. Sullo sfondo il castello scaligero privo di orologio e merlature 7 dicembre 1859, lettera della torre; tali elementi accompagnatoria dei vennero inseriti al vasi di Sèvres inviata momento dell’installazione dal Ministero della dell’orologio, acquistato Casa dell’Imperatore, dal Comune di Villafranca segreteria generale, alla nel 1890, e nel contempo famiglia Gandini-Bugna costruite le merlature come ringraziamento per ghibelline innalzando la l’ospitalità avuta durante struttura della torre. i giorni del “Trattato di pace”.

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Villafranca Oggi

Viene chiamata la piccola Torino per la si sviluppa lungo la Strada Statale n . 62 sua forma rettangolare con strade che si “della Cisa” (l’antica via Postumia) nel intersecano a 90 gradi, formata da tre tratto Mantova-Verona e comprende: grandi contrade (vie): via Mantova ora l’aeroporto civile “Valerio Catullo” di via Angelo Messedaglia, via di Mezzo Verona Villafranca, le stazioni ferrovia- ora corso Vittorio Emanuele, Contrà rie di Dossobuono e di Villafranca sulla de Sora ora via Nino Bixio, la strada linea Verona-Mantova, e i nodi auto- che partiva dalla Stazione via Garibal- stradali tra la A22 (Brennero-Modena) e di che poi dalla piazza proseguiva col la A4 (Milano-Venezia) . L’area villafran- nome di via Pace verso Valeggio . Le chese è ritenuta tra le più competitive altre due vie erano vicolo Peroni ora del veronese e dell’Italia del nord per via Gandini e vicolo Maffei ora via Ri- spinta imprenditoriale per l’aeroporto e naldo . È questo il contesto urbano che per la collocazione geografica strategica mografica: 8 .729 (1881), 9 .635 (1901), La campagna è specializzata in colture rimarrà fino a metà del 1900 alla fine delle strade Nord-Sud e Ovest-Est . 11 .432 ( 1911), 16 .169 (1951), 19 .151 (1961), foraggiere, cerealicole, frutticoltura, in della seconda guerra mondiale . A parti- 22 .515 (1971), 24 .558 (1981), 27 .036particolare pesche, presenti sul territo- re da questo periodo inizia uno svilup- (1991), 33 .253 (2001), 33 .250 (2012) e rio dall’inizio del 1900, e kiwi . È pre- po prima lento ma poi impetuoso col Evoluzione demografica 33 .185 (2016) così dislocati nelle sette sente anche il Mercato ortofrutticolo . Il boom economico . frazioni del comune: Alpo 2 .551, Calu- vino locale è il Bianco di Custoza che in La superficie del comune di Villafranca Tutto questo ha contribuito notevol- ri, 619, Dossobuono 6 .390, Pizzoletta questi anni ha avuto un notevole incre- è di 57,32 kmq, a quota 54 m . s .l .m ., at- mente all’insediamento nel Comune di 1 .353, Quaderni 1 .829, Rizza 1 .310, Ro- mento commerciale . traversata dal fiume Tione, affluente del Villafranca di attività economico indu- segaferro 1 .489, Capoluogo 11 .928 di cui Tartaro e collocata a ridosso delle colline striali e del terziario con conseguente 5 .701 in centro storico . moreniche a Sud-Est del lago di Garda . aumento della popolazione . Numerose le imprese insediate nel ter- Servizi e strutture Oltre al capoluogo, sono compresi 7 Un dato significativo, gli abitanti pas- ritorio con prevalenza nei settori: ali- Servizi sanitari Il nuovo Complesso centri abitati o frazioni: Dossobuono, sano da 8 .729 del 1881 a 33 .185 del 2016 mentare, tessile, abbigliamento e nelle : Ospedale, Distretto Ospedaliero dopo la Quaderni, Rosegaferro, Pizzoletta, Ca- con un incremento consequenziale co- costruzioni . Numerosi gli esercizi com- socio-sanitario, Servizio Tossico dipen- ricostruzione in seguito luri, Rizza, Alpo . Il territorio comunale stante con la seguente evoluzione de- merciali . denze, Centri Prelievi . all’incendio del 2003.

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Servizi di farmacia: 2 farmacie comu- Servizi scolastici: 10 scuole d’infanzia, 9 Uffici distaccati: Camera di Commer- costante (10 .000 mq a bosco attrezzato nali in concessione e 6 farmacie private . scuole primarie, 3 scuole Primo Grado, cio di Verona, INPS, Uffici Finanziari, ed a prato con la possibilità di campeg- Servizi sociali: Casa di riposo, Asili 5 scuole secondarie di Secondo Grado . Ufficio della massima occupazione, Uf- giare) e l’ultimo piano (adibito a sala nido, Centri sociali, Centri educativi e Servizi educativi: 2 asili nido e 3 nidi fici postali, Coldiretti . giochi, palestra e teatrino) permettono soggiorni popolari, Casa famiglia, Sede integrati . di svolgere agevolmente qualsiasi attivi- comprensoriale della Protezione Civile . Servizi di accoglienza turistica: 13 al- tà anche in condizioni di tempo avver- Servizi sportivi: campo da golf, 8 cen- berghi, 4 agriturismi, 8 bed&breakfast, La casa alpina di Valdiporro so . L’ottima posizione consente nel pe- tri sportivi dotati di campi da calcio, 5 affittacamere e 1 agricampeggio . Più riodo estivo escursioni di ogni tipo sui campi da tennis distribuiti nel capoluo- di 30 ristoranti, pizzerie, numerosi bar, La Casa Alpina di Valdiporro è situa- circostanti Monti Lessini e nel periodo go e nelle frazioni, bocciodromi, campi caffè, pasticcerie e pub . ta nel Comune di invernale l’uso dei campi da sci (fondo da tamburello, campo hockey su prato, Sicurezza e Forze Armate: Comando (Verona), nel Parco naturale dei Mon- e discesa) nella vicina stazione invernale palazzetto dello sport, stadio di calcio, Compagnia Carabinieri, Comando Sta- ti Lessini, a circa 30 km da Verona ed di San Giorgio . centro natatorio con vasche interne ed zione Carabinieri, Compagnia Guardia all’altitudine di 1000 metri sul livello La Casa è agevolmente raggiungibile da La casa alpina di Valdiporro esterne, palestre . di Finanza, Comando Polizia di Fron- del mare . È corredata di tutte le attrez- Verona: uscita Verona Est Autostrada da cui sono passate Servizi culturali: Biblioteca e Centro tiera presso Aeroporto Civile, Coman- zature necessarie per l’uso in autogestio- A4 (Milano-Venezia), tangenziale della generazioni di giovani, di lettura, Museo del Risorgimento, Mu- do Tenenza della Guardia di Finanza ne da parte di gruppi, di associazioni e Valpantena, , , famiglie ed associazioni per settimane estive ed seo Nicolis dell’auto della scienza e del- presso Aeroporto Civile, Aeroporto di comunità con una ricettività di 60 Bosco Chiesanuova, Valdiporro, km 30 . invernali. Ora gestita La casa di riposo la tecnica (privato), Università del tem- Militare, Reparto Mobile di Supporto posti letto, suddivisi in camere da 2, 4, Per informazioni: www .comune .villa- dal CTG Centro Turistico Morelli-Bugna. po libero . dell’Aeronautica Militare Italiana . 6, 10 posti letto . L’ampia superficie cir- franca .vr .it Giovanile di Verona.

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I Sindaci to-Prefetto e comuni con a capo il Sin- Il sistema elettivo fu ripristinato il 7 elettori di un qualsiasi comune della Re- daco, che manteneva l’ambigua natura gennaio 1946 . Dall’anno 2000 il Sin- pubblica italiana che abbiano compiuto Nell’ordinamento italiano il sindaco è di rappresentante della collettività e di daco è eletto dai cittadini residenti nel il diciottesimo anno di età, nel primo l’organo monocratico a capo del gover- organo locale dello Stato . comune a suffragio universale e diretto giorno fissato per la votazione; quindi no di un comune, talora informalmente Il Sindaco era inizialmente nominato ed è membro di diritto del Consiglio può essere eletto Sindaco di un comune denominato anche primo cittadino . Se- con Regio Decreto e doveva essere scel- comunale . Sono eleggibili a Sindaco gli anche chi non risiede nel comune stesso . condo il Testo unico delle leggi sull’or- to fra i consiglieri comunali . Solo nel dinamento degli enti locali il sindaco è 1889 fu introdotta l’elezione da parte Elenco dei sindaci di Villafranca di Verona uno degli organi di governo del comu- del consiglio comunale tra i suoi mem- Hanno retto il Comune di Villafranca di Verona dall’Unità d’Italia ad oggi: ne, assieme alla giunta comunale e al bri; la durata del mandato era di 4 anni, consiglio comunale . con possibilità di rielezione . Rizzini Alessandro 1866-1871 Rizzotti Angelo 1933-1940 Podestà Con l’avvento del fascismo, gli organi Bertolini Francesco 1871-1872 Bresaola Vittorio 1940-1944 Podestà democratici comunali furono soppressi Mendini Vincenzo 1872-1876 Barlottini Giacomo 1944-1945 Commissario Pref. Storia e sostituiti da organi di nomina gover- Canossa Ottavio 1876-1877 Vecchietti Flavio 1945-1946 Podestà nativa e fu introdotta la figura del Po- Ciresola Policarpo 1877-1880 Arduini Francesco 1946-1951 Con il dominio napoleonico fu intro- destà . Bertolini Francesco 1880-1889 Marchi Giovanni 1951-1960 dotto in Italia un sistema di organizza- Tali leggi di riforma delinearono un Valesi Ermenegildo 1889-1895 Brunetto Arnaldo 1960-1970 zione dei poteri locali piramidale-gerar- sistema nel quale tutte le funzioni in Angelini Umberto 1895-1903 Musitelli Lisetto 24/8/1970-10/11/1970 chico, che rispecchiava quello francese: precedenza spettanti al Sindaco, alla Sangiovanni Gaetano 1903-1904 Ceriani Antonio Remo 1970-1973 il territorio era ripartito in dipartimen- Giunta e al Consiglio comunale erano Tedeschi Augusto 1904-1906 Cunico Roberto 1973-1975 ti, distretti e comuni . Al dipartimento attribuite ad un unico organo, il Pode- Fantoni Marcello 1906-1907 Bresaola Giulio 1975-1977 Cordioli Giuseppe 1907-1908 Donisi Danilo 1977-1980 era preposto un prefetto, nominato dal stà, nominato con Regio Decreto per Angelini Umberto 1908-1909 Tovo Graziano 1980-1990 ministro dell’interno, al distretto un cinque anni ma revocabile in ogni mo- Ramponi Luigi 1909-1910 Pellegrini Ermenegildo 1990-1993 sottoprefetto e al comune il sindaco, mento . Cordioli Giuseppe 1910-1913 Arduini Carlo 1993-1995 che era al contempo capo dell’ente e Il Podestà era affiancato da una consul- Fantoni Marcello 1913-1920 Facincani Maurizio 1995-2004 (elezione diretta) delegato del Governo . ta municipale, composta da almeno 6 Scapini Bernardo 1920-1923 Zanolli Luciano 2004-2007 Con la caduta di Napoleone e la restau- consultori nominati dal Prefetto, con Carozzi Giuseppe 1923-1927 Podestà Faillaci Elio 2007-2008 (Commis) razione dei precedenti ordinamenti mo- funzioni consultive su alcune materie Rossi Gaetano 1927-1933 Podestà Faccioli Mario 2008-2018 narchici, il nuovo sistema di organizza- indicate dalla legge e su tutte le altre zione amministrativa fu generalmente questioni che il Podestà avesse ritenuto Nomina con Regio Decreto e scelto fra i Consiglieri Comunali mantenuto essendosi rivelato efficiente . di sottoporgli . Elezione da parte del Consiglio Comunale Così fece anche il Regno di Sardegna, In seguito alla caduta del fascismo, l’am- Podestà, nominato con Regio Decreto per cinque anni ma revocabile in ogni momento la cui legislazione fu poi estesa a tutto ministrazione provvisoria dei comuni Sindaco eletto dai cittadini residenti nel comune a suffragio universale il territorio nazionale . Il territorio dello fu affidata, fino al ripristino del sistema Elezione diretta del Sindaco Stato era diviso in province con a capo elettivo, ad un Sindaco e ad una Giunta il Prefetto, circondari con a capo il sot- comunale, nominati dal Prefetto .

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Le scuole paio di aiutanti per ciascun maestro) . qualificazione, vi era infatti il pregiu- Le scuole maggiori erano organizzate dizio che conveniva mantenere, per ra- Nel 1814, alla caduta di Napoleone, gli nei centri maggiori per preparare all’in- gioni politiche e di affidabilità, i preti Austriaci tornano in Veneto, ripropo- gresso alle scuole tecniche o al mondo come migliori insegnanti . nendo ciò che era prima della Rivolu- del lavoro . Nel 1851 vi fu una riforma che tentava zione francese, ma con la sopravvenuta Le finalità della scuola erano ben chia- di promuovere le scuole tecniche, ma necessità di ordinare l’esistente . Il Re- re nel Regolamento: “i maestri debbono non ebbe successo e questo perché il golamento Normale per le Scuole Ele- avere speciale attenzione ad insinuare male profondo di tutto il sistema era mentari datato 7 dicembre 1818 divise agli scolari la gratitudine verso i parenti la scarsa preparazione che si aveva nelle le scuole in tre categorie, quelle minori, e l’amore verso l’arte, l’amore verso il So- scuole di base soprattutto quando era- quelle maggiori e quelle tecniche (que- vrano, e per la patria, l’ubbidienza alle no in mano ai curati . Sta di fatto che il ste ultime mai realizzate) . leggi, il rispetto ai magistrati, e la rico- Lombardo-Veneto si presentò all’Unità Le scuole minori erano obbligatorie per noscenza soprattutto, che dovevano a chi con il 64% di analfabeti, appena un 4% tutti i giovani (maschi e femmine) con loro procurava una gratuita istruzione, e in meno che la media italiana . età compresa tra i 6 ed i 12 anni . Era- cercava di nobilitare l’animo loro.” In questa sede si preferisce abbozzare no organizzate nei centri minori sotto Gli insegnanti erano obbligati a fre- una chiave di lettura del sistema scola- la direzione di un parroco ed operava- quentare una scuola di metodica ma ciò stico italiano, per meglio comprendere no con classi fino a 200 alunni (con un non era sufficiente per una maggiore le rilevanti mutazioni avvenute nel tem- po, suddividendolo in quattro fasi . Una prima fase dell’Identità culturale nazionale, va dalla nascita dello Stato unitario fino al 1920, in cui la maggio- re preoccupazione fu l’alfabetizzazio- ne strumentale della popolazione e la omogeneizzazione dell’organizzazione Centro di elaborazione e socializzazione scolastica derivata dalla frantumazione della cultura . Statale pre-unitaria . Una quarta fase dell’interculturalismo, Una seconda fase dell’orgoglio nazio- corrisponde ai giorni nostri e ha il suo nale, dura tutto il ventennio fascista . Si apice nella pubblicazione del regola- La cittadella della cultura raggiunse finalmente l’unitarità dell’or- mento sull’autonomia scolastica del con gli istituti: Liceo statale Enrico Medi, Liceo artistico ganizzazione scolastica e si fecero ulte- 1999; di fatto ogni scuola ha un pro- professionale Carlo Anti, riori passi in avanti sull’alfabetizzazione prio progetto educativo e una propria ed Ettore Bolisani con vari strumentale delle nuove generazioni . ricchezza organizzativa secondo piani indirizzi amministrativi e turistici. Non in vista sul Una terza fase dell’alfabetizzazione fun- di intervento programmati dalla scuola, La scuola media retro la Scuola Elementare zionale, che culmina con i D .D .L .L . del ma rientrando negli standard dettati dal Calvalchini-Moro Dante Alighieri. 1974, che propone l’Istituzione come ministero . di via Marconi.

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Quadro di sintesi di continua interazione con i coetanei, gli adulti, la cultura e Scuole Secondarie Inferiori (obbligatorie) Scuole Regionali del Sistema Scolastico Italiano l’ambiente che li circonda. Scuola Secondaria di primo grado Il Centro di Formazione Professionale “L. Tosoni” opera sul ter- Le scuole nel Comune “COLLODI” statale, Istituto Comprensivo Villafranca Conosciuta anche come “Scuola Media”. Ragazzi da 11 a 14 ritorio villafranchese da circa cinquant’anni. Specializzato nella di Villafranca di Verona “Cavalchini-Moro” - Capoluogo (VR) anni. Ha una durata di tre anni. Raggruppa Scuole dell’infanzia, formazione professionale nel settore meccanico, ha successiva- “ANGELI CUSTODI” statale - Istituto Comprensivo Villafranca Scuole Primarie e Scuole Secondarie di primo grado. mente esteso la propria attività formativa anche al settore elet- trico. Laboratori rinnovati e apertura alla domotica per offrire Asili nido “Cavalchini-Moro” - Caluri (VR) “CAVALCHINI-MORO” - Villafranca di Verona (VR) più opportunità ai giovani. L’asilo nido integra e sostiene l’azione delle famiglie, ricono- “L. STELLA MARIOTTO” paritaria - Alpo (VR) COOPERATIVA CULTURA E VALORI SCALIGERA FORMAZIONE SCARL - SEDE “L. TOSONI” sciute come protagoniste del progetto educativo del servizio, “M. ZOCCATELLI” paritaria - Dossobuono (VR) Scuola Media “Don Allegri” - Villafranca di Verona (VR) al fine di rispondere alle loro esigenze, per affiancarle nei Villafranca di Verona (VR) “SAN GIUSEPPE E SANTE TRENTIN” paritaria - Capoluogo (VR) “RITA LEVI-MONTALCINI” - Dossobuono (VR) loro compiti educativi. L’obiettivo di questo servizio è quello Qualifiche professionali: Operatore all’autoriparazione, Opera- precipuo, prettamente educativo-didattico, di promuovere lo “E.A. FRANCHINI” paritaria - Quaderni (VR) tore elettrico. sviluppo armonico ed unitario di tutte le potenzialità del bam- “MARIA GORETTI” paritaria - Pizzoletta (VR) Scuole Secondarie Superiori Scuole per Adulti bino avviando la formazione di una personalità libera, auto- “DON CORDIOLI” paritaria - Rosegaferro (VR) Scuola Secondaria di secondo grado. Ragazzi da 14 a 18 anni. Il noma, critica, affettivamente equilibrata, aperta alla collabo- Alfabetizzazione in età adulta in un contesto multietnico e mul- “MARIA BAMBINA” paritaria - Capol (VR) ciclo degli studi ha una durata fino a cinque anni. razione e alla solidarietà sociale, eliminando i dislivelli dovuti ticulturale. a differenze di stimolazione ambientale e culturale. Svolgono “ENRICO MEDI” - Liceo Statale - Villafranca di Verona (VR) VILLAFRANCA CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE attività socio-educative. Indirizzi di Studio: Scientifico, Scientifico Cambridge Internatio- Scuole Primarie (obbligatorie) Villafranca di Verona (VR) nal, Scientifico opzione Scienze Applicate, Linguistico, Scienze “BON BON” - Villafranca di Verona (VR) Nel Comune di Villafranca di Verona le scuole Statali dell’Obbli- Umane, Economico-Sociale Cambridge International, Classico “EBE E ALEARDO FRANCHINI S.M. e Nido” - Quaderni (VR) Scuole autonome private go sono organizzate in due Istituti Comprensivi: Cambridge International “DON GEREMIA CORDIOLI - IL GIRASOLE” • “Istituto Comprensivo Cavalchi-Moro” cui afferiscono le Scuo- ENGLISH STUDIO “STEFANI - BENTEGODI” Istituto Professionale Villafranca di Verona (VR) le dell’Infanzia “Collodi” del Capoluogo e “Angeli Custodi” È una scuola accreditata con Presa d’Atto Ministeriale. Organi- Villafranca di Verona (VR) “DOREMI” - Villafranca Di Verona (VR) di Caluri con le Scuole Primarie di Quaderni, Rosegaferro, smo di Formazione accreditato presso la Regione Veneto. Ac- Indirizzi di Studio: Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “IL DELFINO” - Villafranca di Verona (VR) Pizzoletta, Capoluogo Bellotti e Dante Alighieri e la Scuola creditato ENAC (Ente Naz. Av. Civ.) per preparazione TEA test e Secondaria Inferiore Cavalchini-Moro; “CARLO ANTI” - Liceo Artistico e Professionale Economia e Tu- training in ENGLISH for AVIATION. “IL GIROTONDO” - Villafranca di Verona (VR) • “Istituto Comprensivo Rita Levi-Montalcini” di Dossobuono a rismo - Villafranca di Verona (VR) “ENGLISH STUDIO”: Centro esami e preparazione per Trinity Col- “MARIA ZOCCATELLI” - Dossobuono (VR) cui afferiscono le Scuole Primarie di Alpo, Rizza, Dossobuono Indirizzi di Studio: Servizi Commerciali, Liceo Artistico Nuovo lege London - TOEFL - TOEIC - LCCIEB - CAPLE; Centro accredita- “MARIOTTO” - Villafranca di Verona (VR) Locchi e la Scuola Secondaria Inferiore di Dossobuono “Rita Ordinamento to ENAC Preparatory TEA test Centre - Villafranca di Verona (VR) Levi-Montalcini”. “ITIS” - Liceo Scienze Applicate Descrizione attività: ENGLISH STUDIO organizza e gestisce servizi Indirizzi di Studio: Elettronica ed Elettrotecnica, Informatica e Scuole dell’Infanzia “G. BELLOTTI” statale - Capoluogo (VR) relativi al settore lingue straniere dal 1990. In particolar modo: cor- Telecomunicazioni, Scientifico opzione Scienze Applicate si di lingue straniere, formazione docenti con TESOL , forma- “ALIGHIERI DANTE” statale - Capoluogo (VR) La scuola dell’infanzia favorisce con atteggiamenti ed azioni zione progetti F.S.E., F.I.C., ENAC., certificazioni internazionali nelle “C. MARCHI” statale - Pizzoletta (VR) “ETTORE BOLISANI” (Sezione staccata) concrete l’accoglienza dei bambini, delle bambine e dei loro Villafranca di Verona (VR) 4 maggiori lingue europee e sede d’esame, servizi di accertamento “DE AMICIS EDMONDO” statale - Quaderni (VR) genitori in un ambiente dove la disponibilità all’ascolto e l’a- Corsi serali per adulti per consegure diploma Perito Commer- linguistico in ambito di selezione del personale, servizi di tradu- pertura alla relazione sono valori fondamentali; si mira quindi a “FRANK ANNA” statale - Rosegaferro (VR) ciale (progetto SIRIO). zione ed interpretariato (compresi fra i fornitori di traduttori ed interpreti al Tribunale di Verona), stages in collaborazione con l’u- favorire una relazione di reciproca responsabilità tra genitori ed “ISTITUTO CANOSSIANO” paritaria - Capoluogo (VR) Indirizzi di Studio: Amministrazione, Finanza e Marketing, Ar- insegnanti fondata sulla condivisione di un progetto comune. niversità di Verona e l’università delle Hawaii. Italiano per stranieri, “ISTITUTO STATALE” - Alpo (VR) ticolazione Sistemi Informatici aziendali (SIA), Articolazione La scuola dell’infanzia si impegna nella formazione completa Relazioni internazionali per il Marketing (RIM), Indirizzo Tu- inglese, francese, tedesco, spagnolo, arabo, cinese, russo, hindi, della personalità delle bambine e dei bambini per farli crescere “VITTORIO LOCCHI” - Dossobuono (VR) rismo. giapponese, portoghese, bulgaro, olandese, polacco, ungherese. come soggetti liberi e responsabili, coinvolgendoli in processi “ISTITUTO STATALE” - Rizza (VR) Pino Passarelli

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I luoghi degli sport sterio”, ma ve ne era anche uno a Qua- derni ed uno a Dossobuono che pure In “principio” i luoghi degli sport a Vil- avevano proprie squadre ed in verità era lafranca e frazioni erano le corti, le stra- quella di Quaderni a ben più alto livello de, le piazze (in particolare quelle delle delle altre . Il primo campo di calcio, che chiese) ed il “castel” e le sue adiacenze . consentì l’iscrizione di una squadra al Successivamente poi, man mano che gli campionato di terza categoria fu realiz- sport si “strutturarono” con regole certe zato all’interno del castello scaligero nel e comuni ed assunsero valenza extra pa- 1927 . All’epoca vi era già una squadra di esana fu giocoforza realizzare spazi ed in- ragazzi che partecipava a partite “di vici- frastrutture ad essi dedicati . Ben prima nato” auto organizzate e che si chiamava del calcio fu il tamburello, poi ribattez- “Impero” ma la prima squadra iscritta zato in epoca fascista palla tamburello ad ad un regolare campionato si chiamò avere il suo campo . Già alla fine dell’Ot- “Turris” . Poi per gli “impianti sportivi” tocento, Villafranca aveva il suo “sferi- un lungo periodo di stasi dovuto alla

“grande depressione” degli anni Trenta fani” . Contemporanea è la realizzazione, ed alla seconda guerra mondiale che la nell’ampio orto messo a disposizione seguì . Ma fu proprio durante la guerra dalle suore dell’asilo San Giuseppe su che nel ’40, a causa del crollo delle mura Corso Vittorio Emanuele II, del campo di recinzione dell’orto della chiesa si rese di calcio “San Pancrazio” che consentì lo I nuovi impianti sportivi disponibile un nuovo spazio . svolgersi di numerosi tornei di calcio e “Centro sportivo Città di Tutto il cortile “all’ombra del campani- di altre attività sportive . Risistemata ed Villafranca” su progetto le” fu adibito a campo giochi e quando, inaugurata l’area adiacente la chiesa, inti- dell’arch. Foroni costruiti dopo la metà degli anni ’50, furono finiti tolata a San Domenico Savio, la stessa si negli anni ottanta con: campi di calcio, tamburello, i lavori della cripta e vi fu realizzato il pri- mostrò tuttavia ben presto insufficiente tennis, hockey, calcetto, mo campo di basket . In quegli anni per a soddisfare la richiesta di spazi ed infra- piscina coperta e i lavori di costruzione del cinema teatro strutture determinata dalla straordinaria all’aperto, bocciodromo, pista di atletica leggera Verdi fu attrezzata un’area sportiva in via diffusione dello sport tra i giovani . e piastra polivalente, Calcio d’altri tempi Grezzano ai “Tubi” ben presto sgombe- A metà degli anni sessanta anche il pur tutti omologati anche all’interno del castello. rata per la costruzione delle “Case Fan- grande contenitore del “castello” si mo- per gare nazionali.

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alla nostra cittadina . Vale la pena ricor- alle nostre squadre di basket e pallavolo dare che negli stessi anni furono dota- la partecipazione a tornei ad alto livello ti di nuovi impianti sportivi anche le anche nazionale . frazioni Dossobuono, Alpo, Quaderni, Dal “castel” agli impianti sportivi, dalla Pizzoletta e Rosegaferro e le prime tre vecchia palestra delle medie al palazzet- L’interno del nuovo con tanto di Palazzetto dello Sport . Poi to certo di strada se n’è fatta ma guai palazzetto Pala-Villa, si è dovuto attendere fino al 2005 per a fermarsi perché senza luoghi dedicati della capacità di circa una regolamentare pista di atletica leg- non c’è sport e senza lo sport nei giova- 1200 spettatori, di recente costruzione omologato per gera (agli impianti sportivi) ed il 2016 ni (e non solo) non c’è crescita equili- attività sportive a livello per avere anche a Villafranca un Palaz- brata che tenga . nazionale e per concerti zetto che potesse finalmente consentire Rico Bresaola e manifestazioni.

strò del tutto insufficiente alle esigenze Collodi le cui palestre, con in più quel- di due società di calcio e dei relativi set- la completamente rifatta delle scuole tori giovanili, del tennis, del tamburello medie, furono più che sufficienti per e dell’atletica leggera (all’interno delle le allora esigenze di basket e pallavolo . mura vi era stato realizzato un campo Per il calcio “minore” fu realizzato un da tennis, uno di tamburello ed alcu- campo tra le vie Magenta e Novara ma ni manufatti per l’atletica leggera) . Ed poiché era privo di spogliatoi (per un altri sport chiedevano infrastrutture: il certo tempo si usufruì dello scantinato pattinaggio a rotelle (per in quale fu re- messo a disposizione da un cittadino alizzata una pista in cemento nell’area di “buon cuore”) il suo uso per i tornei esterna del castello, fronte frati), la pal- ufficiali fu ben presto dismesso, non ap- lacanestro e la pallavolo che non pote- pena disponibili, inizi anni ’70, i nuovi vano rimanere confinati “nel cortile dei impianti sportivi realizzati “alla Siena” . preti” o nella vecchia palestra delle me- Impianti che sono stati poi completati die . In quegli anni per fortuna iniziò la con piscina coperta e scoperta, campi realizzazione del grande polo scolastico di bocce, da tennis, da tamburello ed il Primordi dell’atletica delle scuole superiori; i licei Medi e Bo- campo per l’ormai consolidato Hockey villafranchese in castello. lisani e della nuova scuola elementare su prato che tante soddisfazioni ha dato

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La saggezza antica destinate all’acquisto di prodotti ali- del sano cucinare mentari (gran parte dei quali vengo- no da oltre frontiera) e di aumentare Dal secondo dopoguerra ai giorni no- considerevolmente l’incidenza di certe stri le abitudini ed il comportamento malattie che sono favorite anche dalle alimentare degli italiani in generale e scelte alimentari . dei Villafranchesi in particolare hanno L’alimentazione veneta è dominata da abbandonato certi nostri tradiziona- quattro elementi: riso, polenta, fagioli li modelli basati sull’oculato utilizzo e baccalà, ai quali possiamo aggiungere delle risorse disponibili, per passare a le patate e gli ortaggi . Il riso arrivò dal scelte tipiche di una società opulenta, mondo arabo in seguito ai commerci, con la sempre più diffusa adozione e dalla prima metà del ’500 venne col- di “prestigiosi” modelli alimentari di tivato nelle vaste pianure (dove oggi importazione . Il risultato è stato di si produce il vialone nano) generando innalzare di oltre mille calorie la di- circa quaranta piatti diversi, alcuni dei sponibilità pro capite media giornalie- quali famosi come risi e bisi . Con la ra in energia, di moltiplicare le spese scoperta dell’America si conobbero la

farina di mais e i fagioli . Dai mari del cucina attraverso iniziative enogastro- A sinistra: oltre alle Nord, lungo le rotte del Baltico, giun- nomiche e culturali . sfogliatine nel periodo se invece il baccalà (stoccafisso), forse Ai curiosi di provare uno dei piatti tipi- natalizio il caratteristico “Nadalin” farcito o l’alimento “unificatore” della cucina ci villafranchesi, ma non molto esperti semplice fa la sua veneta . Attorno a questa base trovia- dei fornelli consigliamo di prenotate un presenza sulla tavola dei mo un ricco assortimento di prodotti tavolo in uno dei ristoranti della zona o villafranchesi. che l’abilità dell’uomo ha messo a di- del comune perché siamo più che certi A destra: “La Taiadela” sul sposizione di massaie e cuochi: salumi, che ne usciranno soddisfatti! solco della tradizione delle “paparele con i fegadini” formaggi e prodotti dell’orto, primi fra Tra i piatti e i prodotti tipici della cu- è un piatto che si è venuto tutti radicchio e cipolle, tanto è vero cina villafranchese possiamo trovare gli evolvendo condito dai che molte preparazioni dove l’ingre- gnocchi di patate, i bolliti con la pearà, più svariati e succulenti diente principale è la cipolla si dicono la pastisada de cavalo e ancora musso, condimenti secondo la fantasia dei cuochi (anatra, “alla veneziana” . salumi, nadalin, sfogliatine, ma anche sugo, funghi ecc…) tanto Per valorizzare la tradizione enogastro- polenta infasolà, risi e bisi, papparelle che negli ultimi anni c’è un nomica locale di Villafranca nasce nel con fegatini in brodo o al ragù e tanti mese di “gare” settimanali fra i vari ristoranti del 1993 l’Associazione Ristoratori, con lo altri che la feconda creatività degli chef comune per proporre la I bolliti con la “pearà” scopo di promuovere la ristorazione del ha saputo rendere famosi oltre i confi- “taidela” nelle più svariate e il cotechino. territorio e valorizzarne la tradizionale ni nazionali . declinazioni.

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Il mercato La Fiera di San Pietro per superare il grave periodo di crisi . concorso ippico interregionale nello Nata come fiera e commercio del be- scenario della piazza d’armi all’inter- Il mercato settimanale del mercoledì L’avvenimento clou del Comune di stiame e maiali negli anni trenta rag- no del castello scaligero 1975), l’Hur- trova addirittura le sue origini nell’atto Villafranca è sicuramente la Fiera di giunse importanza a livello provinciale . ricane Motor Show (1977), il concerto costitutivo del Borgo Libero del 9 mar- San Pietro di fine giugno . La Fiera af- Negli anni dopo la guerra la fiera co- dei Dik Dik in Piazza Giovanni XXIII zo 1185 in cui, oltre all’esenzione dalle fonda le sue radici all’epoca della Sere- nobbe un periodo di stasi tanto che nel (1978) . Tale piazza divenne durante la tasse si autorizzavano i cittadini di Villa nissima; le prime notizie certe di que- 1969 venne addirittura tolta dal cartel- fiera palco per concerti e spettacoli . Franca ad istituire e gestire a loro pia- sta rassegna risalgono al 1714 quando lone delle manifestazione e sostituita Il prestigioso Palazzo Bottagisio diven- cimento un mercato . Da allora nel tra- al tradizionale mercato del mercoledì ed integrata da manifestazioni sportive, ta sede, per qualche anno di mostre scorrere dei secoli il mercato settimanale venne aggiunta anche la sagra del 29 mostre d’arte; divenne vetrina per l’e- di Antiquariato a livello nazionale, di del mercoledì è sempre stato il punto di giugno, festa dei patroni Santissimi sposizione ed il commercio di attività mostre di arte, pittura stampe antiche . ritrovo e riferimento per scambi com- Pietro e Paolo . artigianali ed industriali . L’ultima serata della Fiera hanno sem- merciali per Villafranca e per la gente di Si trattava di un grande mercato in oc- Nelle varie edizioni vi furono manife- pre fatto testo gli spettacoli pirotecnici tutti i paesi del circondario . casione di una festa religiosa, concesso stazioni che rimasero storiche come: il che tutt’ora invadono il Corso .

1924, foto d’epoca Foto d’epoca del della fiera del bestiame tradizionale mercato del nel piazzale del mercoledì a Villafranca. Castello Scaligero.

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Il Carnevale spedale ed infine alla grande sfilata dei Manifestazioni ed eventi pulsante della città, sia per la presenza carri allegorici del pomeriggio dell’ul- dei contenitori storico-culturali che per Il carnevale Villafranchese dopo l’ap- timo giorno di carnevale . Nel tempo la Sfilata di Carnevale e Antica Fiera di la concentrazione di negozi e bar, che pannamento del periodo degli anni sfilata dei carri allegorici si è evoluta ed San Pietro a fine giugno in concomitan- di fatto rendono Villafranca un elegan- dell’ultimo conflitto mondiale nel 1956 ha fatto posta all’imponente sfilata in za con la festa del Santo Patrono . te ed accogliente centro commerciale a inizia una nuova vita sotto la spinta del- notturna con carri di fattura professio- Per decenni sono stati questi gli appun- cielo aperto . la Compagnia Aurora fondata dal vulca- nale, provenienti da tutta la provincia, tamenti che hanno caratterizzato e ani- Il Mercato dell’Antiquariato ogni se- nico curato don Egidio Baietta con carri che nulla hanno da invidiare agli storici mato Villafranca . A cavallo del nuovo conda domenica del mese richiama ideati e realizzati dai giovani delle con- carri di Viareggio . Fa parte integrante millennio, però, la situazione è cam- migliaia di visitatori per una stimolan- trade del paese e dalle associazioni; era del carnevale la “Rivista” messa in scena biata in maniera sostanziale . Alle due te passeggiata tra oggetti e preziosità la festa della gioventù . Famosi i comizi da oltre 60 anni dalla Compagnia Au- manifestazioni storiche locali, infatti, si d’epoca, articoli da collezionisti, pub- dal poggiolo della Casa degli Originari rora ora dopo anni di esilio a Valeggio era nel frattempo aggiunto un calenda- blicazioni rare per arricchire la propria in centro (l’attuale sede di istituto ban- ritornata a Villafranca nella nuova sala rio natalizio improntato alla tradizione biblioteca . cario) dei concorrenti alle elezioni del polifunzionale Alida Ferrarini . È il mo- del periodo . Da qui pian piano il pro- Villafranca ha puntato sulla valorizza- Castellano: votato inizialmente nei pri- mento di festa, della messa in scena di gramma è andato espandendosi, con zione del filone risorgimentale . Soprat- mi anni solamente dagli originari . Il Ca- pregi e dei difetti dei villafranchesi e dei la volontà di rendere viva Villafranca e tutto legando gli avvenimenti alle date stellano è diventato così il re indiscusso suoi politici emergenti . Serate da tutto di proporre dei momenti e dei motivi che hanno fatto la storia locale e italiana . del carnevale sempre presente alle diver- esaurito con gli utili devoluti a eventi di attrazione per richiamare visitatori In questo senso ebbe vita il concerto del se manifestazioni quali: gnoccolada, la culturali e al restauro e conservazione di all’ombra del Castello . Particolare risal- Risorgimento in occasione della ricor- visita agli asili alla casa di riposo, all’o- opere artistiche di Villafranca . to viene dato dal centro storico, cuore renza dei preliminari di pace dell’11 lu-

Istantanea della Compagnia Aurora Un’edizione del Carosello alla conclusione della Equestre del 4º Reggimento Rivista del 2018. Carabinieri a cavallo.

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ti enogastronomici o alla musica . È il che di piante e fiori, ecc… spesso sono caso dei grandi concerti al Castello, con abbinate a momenti artistici . In questo alcune autentiche invasioni di fans che panorama, l’evento clou è diventata la ogni estate apprezzano le proposte mu- Notte Bianca, appuntamento caratte- sicali del “Villfranca Festival” . rizzato soprattutto da musica ed enoga- La tradizione culinaria legata alla taglia- stronomia, proposte sportive e culturali tella viene perpetrata nel periodo di fine come il “Premio Arte”, che il primo sa- Inverno e inizio Primavera dalla rasse- bato di settembre trasforma Villafranca gna “Il giovedì a tavola con la taiadela’’ in un immenso parco dei divertimenti ospitata nei ristoranti locali . nel centro storico a cui partecipano de- Tanto spazio viene attualmente dato cine di migliaia di persone . ai mercati, l’esposizione e la vendita di prodotti tipici di eccellenze gastronomi- Giancarlo Tavan 2014, Skrillex in concerto.

glio 1859 . Spettacolari le prime edizioni smentegar Vilafranca’’ . Per molti anni con orchestre e cori ad esibirsi davan- sono andati in passerella i personaggi ti al Castello e la prima parte di corso che a vario titolo hanno dato un’im- Vittorio Emanuele trasformata in una pronta alla storia sociale, politica, spor- platea all’aperto . La ricorrenza del 150º tiva o artistica del paese . anniversario della pace è stata celebrata Il Castello ha ospitato anche più edi- con numerosi eventi, tra cui la rievoca- zioni del Carosello Equestre dei Cara- zione storica della pace di Villafranca binieri dei 4º Reggimento Cavalleggeri alla Casa del Trattato dove l’11 luglio con tanto di Carica finale a ricordo di 1859 gli imperatori Francesco Giuseppe un fatto d’armi realmente accaduto . Il d’Austria e Napoleone III di Francia fir- 30 aprile del 1848, infatti, gli ‘‘Squa- marono gli storici preliminari . Il palaz- droni da guerra’’ dei Carabinieri furo- zo restaurato, oggi ospita il Museo del no protagonisti della celebre Carica a Risorgimento e aree dedicate alle espo- che salvò il re Carlo Alberto sizioni artistiche e alla didattica . di Savoia . Un altro evento che ha rappresentato Negli ultimi anni si è imboccata deci- Notte bianca un appuntamento molto sentito nella samente la strada degli eventi popolari, a Villafranca. comunità locale, è stato “Par non de- legati in modo particolare ai prodot-

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Sopra a sinistra: manifesto della ricorrenza. Sopra a destra: “Par no desmentegar”, manifestazione in ricordo dei cittadini illustri di Villafranca. Nella foto (ante 2008) i sindaci con la targa ricordo. Da sinistra: Carlo Arduini, Ermenegildo Pellegrini, Antonio Remo Ceriani, Giulio Bresaola, Graziano Tovo, Luciano Zanolli, Danilo Donisi e Maurizio Facincani. Sotto a destra: ricostruzione storica con figuranti per festeggiare il 150º anniversario della Pace di Villafranca. Nella pagina successiva: concerto dell’11 Luglio con lo scenario del castello illuminato a festa.

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1974, mosaico eseguito sotto la guida del maestro Angelo Negrini dagli allievi della scuola museale Dante Alighieri di via Prina esposto all’entrata. villafranca e il suo castello

Villafranca e il suo Castello a cura di Antonio Benedetti

Queste pagine sono il riassunto del te- Così, in un passo dell’atto di fondazio- sto che compone i pannelli descrittivi ne del borgo di Villafranca, viene de- da poco installati nella corte d’armi scritto succintamente il castello, poco del castello con finalità di divulgazio- altro viene detto, ma per comprendere ne e spiegazione della storia del no- quest’atto fondativo occorre immagi- stro maniero cittadino con un taglio nare di trovarsi in un’aperta campagna, descrittivo volto, in particolare, alla più o meno abbandonata, in un terri- comprensione del suo funzionamento torio aspro in cui il principale segno inteso come “macchina militare” . Per umano è la presenza della via consolare una trattazione più approfondita della romana Postumia . storia di Villafranca, del suo castello Quest’ultima tuttora attraversa tutta la e dei documenti correlati, si rimanda pianura padana da Aquileia a Genova, alle precedenti pubblicazioni curate da passando per Verona, e quindi anche molti esperti e alle bellissime tesi di lau- nel territorio dell’odierna Villafranca . rea sull’argomento che diversi laureati Nel 1185, il Comune di Verona, pro- e laureate con ottimi risultati, hanno muove la costituzione dell’embrione messo a disposizione di tutti presso la primordiale dell’abitato indicandolo biblioteca comunale . Le illustrazioni ri- con il nome di Borgo Libero che più del 1185) di discrete dimensioni che, sche demolizioni asburgiche che hanno costruttive del castello sono derivate dai tardi Rinaldo Cavalchini, Villafranche- quasi centosettant’anni dopo, divenne interessato Villafranca . segni lasciati sulle murature dagli ap- se di nascita, citerà spesso come Libero parte fondamentale e integrante della Al suo massimo splendore avremmo vi- prestamenti ora scomparsi ma anche da Pagus nel suo epistolario con l’amico linea difensiva del Serraglio Scaligero sto un maniero enorme e incombente una “possibilità” che esistessero, intesa Francesco Petrarca . Contestualmente che si snodava lungo il fiume Tione fino rispetto all’abitato, estremamente arti- nel senso che tali apparati erano previsti venne deliberato di fabbricare un for- al castelletto della Gherla e, da questi, colato negli apparati difensivi, inavvi- nelle architetture militari dell’epoca . tilizio di difesa, approssimativamente proseguiva rettilineo fino a Valeggio . cinabile e sullo sfondo una gigantesca, Castello di Villafranca: stampa firmata da nel luogo dove sorge l’attuale fortezza . Quello che vediamo ai nostri giorni è il oscura e lunghissima muraglia correda- Bauernfeind, Closs e “ET HABEAT UNUM CASTRUM Si trattava di un sistema difensivo at- risultato delle ultime fasi tardoscaligere, ta di torri, il cui unico sfogo verso la Werkmeisters datata 1873, DE FORIS, SOPRA FOSSATUM . ”. torniato da un fossato (citato nell’atto ma anche veneziane e delle ottocente- campagna e il mantovano era segnato cm 18,4x13,7.

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dal “Portòn” della torre centrale che in- minazione artificiale costosissima e di quadrava la stretta strada che attraver- qualità per noi risibile, sistemi produt- sava centralmente il castello stesso e si tivi artigianali . dirigeva verso Verona . Ma nonostante tutto questo, una gran- Noi oggi vediamo in sostanza lo schele- dissima capacità organizzativa, una ri- tro di un sistema edilizio fortificato che cerca tecnologica, almeno di carattere era ampiamente completato da struttu- militare, in accelerata trasformazione, re lignee molto elaborate, con sistemi un forte desiderio di migliorarsi e assi- a sporgere, balaustre, scale, tetti per le curarsi un futuro per i figli, una gran- torri, solai all’interno delle stesse, ven- dissima spinta per le arti – architettura, tiere di chiusura tra un merlo e l’altro, pittura, poesia, canto, scultura, ecc… hourds, bertesche, soppalchi, balcona- – con largo interesse e protezione da te, abitazioni in legno, magazzini degli parte di ricchi mecenati per gli artisti: attrezzi, magazzini per proiettili e armi, come dimenticare l’amicizia tra Dante stalle per gli animali, una chiesa con e Cangrande I e prima ancora Bartolo- probabile annesso cimitero, ricoveri e, meo della Scala? ancora . . murature e/o palizzate lignee Entrando brevemente nel dettaglio, il di divisione della corte d’armi, pon- rivellino d’ingresso, che costituiva un ti levatoi sia per l’accesso carrabile che punto delicato a cui prestare molta per quelli pedonali, cancelli metallici a attenzione nei particolari costruttivi, chiusura delle porte delle torri in caso dobbiamo immaginarlo difeso da due di bisogno, possenti cancelli probabil- ponti levatoi a contrappesi, due possen- mente metallici con funzionamento a ti cancelli metallici scorrevoli a caditoia “caditoia” a chiusura supplementare dei su scanalature ricavate tra le spalle del- varchi del rivellino d’ingresso, diversi le murature, altri due cancelli metallici pozzi per l’attingimento dell’acqua, for- o lignei a due battenti e robusti pali di no e macina dei cereali per la produzio- blocco dall’interno, caditoie in quota ne del pane e molto altro ancora . per il lancio di oggetti su quanti si fos- Il tutto in un contesto in cui non esiste- sero addossati ai suddetti cancelli, mer- va energia elettrica né motori di alcun lature e feritoie per il lancio di proiettili . genere, con mezzi di trasporto primitivi In antico non esisteva il blocco che Viste dall’alto delle e per pochi, praticamente nessuna di- comprende l’attuale ingresso, né esiste- merlature e ricostruzione sponibilità di “medicinali”, né di strut- va la scaletta che porta ai piani superiori virtuale delle ventiere lignee, ballatoi delle ture di servizio sociali come le intendia- – aggiunta all’atto della trasformazione arciere interne mo ora, con sistemi di comunicazione del castello in parte ad uso residenzia- mediane e parapetti dei nemmeno lontanamente moderni, illu- le – non esistevano neppure i locali che camminamenti in quota.

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ora ospitano la cosiddetta Chiesa del Le cronache storiche tramandano la Cristo, né quelli dirimpetto che ora in- data del 1243 come anno di costruzione quadrano l’accesso pedonale . Lo stesso della torre del Mastio, ma è in dubbio piano calpestabile era a quota diversa che si trattasse dell’attuale torre – è si- dall’attuale e ciò si evince osservando il curo altresì che discrete operazioni di tratto di fondazione, tagliata per aprire manutenzione e modifica vennero rea- il varco come ora lo conosciamo, subi- lizzate in epoca scaligera, protratte per to ai piedi del secondo portale ad arco lungo tempo e in diverse occasioni . dopo quello dell’ingresso principale . La successione temporale delle opera- Del primo nucleo del castello riman- zioni, per grandi nuclei costruttivi, pos- gono poche incerte testimonianze, data siamo così riassumerla: anche l’assenza pressoché totale di de- scrizioni sulla sua conformazione, a 1 . recinto rettangolare “originario” e meno di qualche succinto richiamo . fossato; È accertato e tramandato dalla cronaca 2 . torre del mastio, torri angolari scu- che l’ampio recinto è opera scaligera, date, rivellini e innalzamento mura- così come probabilmente tutte le torri ture di difesa del recinto rettangolare oggi visibili . “originario”; Il nucleo primordiale, o almeno più an- 3 . cortina muraria della corte d’armi, tico tra quelli che rimangono, è testimo- terrapieni e fossato, Serraglio; niato dal recinto che circonda il mastio . 4 .Chiesa del Cristo, trasformazione La presenza di murature al di sotto della della torre scudata a Est in prigioni torre scudata e il muro interrotto dalla o abitazioni e formazione del porti- presenza del mastio stesso, segnano la cato nella corte del rivellino; conformazione del recinto suddetto . In 5 . costruzioni ottocentesche sul rivelli- epoca medievale ormai obsoleti a causa Risale a questo periodo l’uso del castel- buona sostanza, si trattava di un recinto no a Sud . dell’uso delle artiglierie, si limitarono le lo come residenza fissa per una discreta rettangolare con due vertici corrispon- attività a semplice e blanda manuten- comunità ebraica che, cacciata da Vero- denti alle due torri più basse e altri due Caduta la signoria scaligera, con la zione, trasformando il castello e il Ser- na, venne qui ospitata per poi fondersi a chiudere perpendicolarmente al muro sconfitta e la fuga di Antonio Della raglio in una cinta daziaria e di filtro sul nel tessuto cittadino: via del Ghetto, ora interrotto dal mastio . Scala nel 1387, e dopo una breve paren- territorio . via della Pace, ne porta testimonianza . La forma del castello di Villafranca ar- tesi viscontea, nel 1405 inizia una lun- In verità, Venezia era molto più preoc- Una delle curiosità del castello è la rivata a noi, è quasi tutta opera delle ghissima dominazione veneziana che si cupata a far sì che le estese paludi verso “strana” rotazione di 45º che manifesta- maestranze che lavorarono durante la protrarrà, non senza travolgimenti, fino Sud-Est e Grezzano non venissero bo- no le due torri poste agli angoli sudest e dominazione dei Della Scala, signori nificate in quanto erano l’unica difesa sudovest della corte d’armi . Ricostruzione virtuale alla fine della Repubblica Veneziana . del castello Scaligero incontrastati di Verona per circa cento- In questo lunghissimo periodo, vista passiva atta a contrastare la movimenta- La rotazione aveva lo specifico scopo di e della cinta del Serraglio venti anni, dal 1259 al 1387 . anche l’inutilità avanzante dei castelli di zione delle truppe nemiche . assicurare un angolo di difesa più am- sullo sfondo.

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pio possibile, sempre di 270º ma sen- castello di Valeggio, quindi scendeva al za “angoli morti” sulla visuale, ben più suo borgo fortificato per poi proseguire, agevole e aperta di quanto avrebbe con- lungo l’attuale strada provinciale, fino sentito una costruzione perpendicolare alla località “Gherla” dove sorgeva un rispetto alla cortina . castelletto poligonale (con rovine an- Nelle torri agli angoli della cortina, cora visibili) in posizione intermedia e all’altezza della prima arciera, si note- visibile da Valeggio e Villafranca . Quin- ranno altre due arciere mal costruite, di proseguiva in riva sinistra del fiume aperte facendo breccia nella muratura e Tione fino a Villafranca . Sulla riva sini- poste ai lati di quella centrale, create per stra del Tione, che formava così un val- aumentare il volume di “fuoco”, sinto- lo “naturale” fino a Villafranca, a poca Ricostruzione virtuale mo di una situazione contingente che distanza dal lato sud delle mura del ca- degli apparati lignei del provocò ansia in chi deteneva il castello, stello sorgeva il “Porton de Vila Franca” castello: ventiere tra i forse dovuta ad un intensificarsi delle che costituiva l’ingresso alla città . merli, coperture delle torri, ballatoi per le arciere azioni di guerra (la torre di sudest, che La muraglia conobbe un lungo perio- mediane e in cima alle con ogni probabilità aveva lo stesso ac- do di abbandono fino alla metà del XV murature. corgimento, crollò completamente nel secolo quando la Repubblica di Venezia 1905 e venne ricostruita nel 1925-1926) . intraprese un’opera di restauro al fine di destinarla a barriera daziaria, ma circa nel In un mondo molto più “piccolo” geo- 1850, l’Impero Asburgico ne decretò l’ab- graficamente, uno “stato” come quello battimento dei resti ritenendola un impe- Scaligero assunse un’enorme importan- dimento ad eventuali manovre belliche . za geografica, strategica e politica tanto Una grandiosa opera fortificata di con- che il successore di Cangrande I, Ma- fine, che ha pochi eguali al mondo e di stino II, nel 1345, per difendere Verona cui rimangono poche tracce visibili ma dalle incursioni provenienti dal manto- ancora presenti nelle fondamenta . vano, iniziò la costruzione di una gran- Altre interessanti antiche strutture si Ricostruzione ipotetica diosa opera fortificatoria denominata trovano al di sotto del pavimento del- della torre Nord-Est “Muro di Villafranca” per fare il “Serra- la sala a destra del rivellino d’ingresso della corte d’armi con le glio” che venne ultimato circa dieci anni (restaurata e completata nel 2007), fa- attrezzature e allestimenti di difesa. È probabile dopo, nel 1353 sotto la signoria di suo cendo sospettare che anche sotto i pavi- che tali apparati fossero figlio, Cangrande II della Scala . Il pro- menti del corridoio di accesso alla corte modificati o arricchiti getto prevedeva una grande muraglia e alla Chiesa del Cristo ci possano essere all’occorrenza e che molte parti, in tempo di pace, lunga circa 13 km, alta circa 16 metri, altri resti . venissero immagazzinate intervallata da torrioni ogni 80 metri . La parte messa in luce riguarda le fon- per la conservazione. La struttura saliva da Borghetto fino al damenta di una possente muratura di-

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fensiva che correva parallela al viale del di pesanti scontri armati con incendi iettili da lancio metallici, la sepoltura di genio castello abbattuto e ciò potrebbe rivellino e che è stata tagliata e spianata estesi e crollo del tetto e solai . due animali (un equino e un bovino) . avere attinenza con i risultati di una in epoca incerta per fare forse posto alla Presso la torre nordest lo scenario è Durante altri lavori nella corte d’armi, prospezione con magnetografo che ha struttura del rivellino stesso e succes- pressoché medesimo ma più ricco di svoltisi nel 2004-2006, sono state rileva- rilevato, sulla linea che congiunge le sivamente piano di appoggio del pavi- ritrovamenti archeologici . Le pesanti te diverse fondamenta di murature oggi due torri faro d’illuminazione, la pre- mento della saletta esistente . conseguenze di danni da guerra sono scomparse . La più interessante è quel- senza di un’altra muratura interrata e di Durante i lavori di restauro svoltisi nel evidenti, sia sulle strutture lignee che la che si estende costeggiando la cortina una struttura quadrangolare di circa ml . 2010, nella torre nordovest è riemerso su quelle murarie; al contempo è appar- muraria ai piedi del terrapieno, partendo 11x11, forse fondazione di una torre . un pavimento in ciottoli, leggermente so un uso più articolato degli ambienti dalla torre centrale lato Mantova fino a ri- Tra i reperti archeologici, il più consi- pendente verso lo sbocco di accesso . della torre . È stato scoperto un piccolo dosso della muratura dell’angolo Sud-Est stente ed emozionante si ritrova nel ba- Forse l’ambiente era destinato a rico- pozzo con probabile destinazione per la (vedasi US1 della mappa planimetrica) . samento della torre del mastio, formato vero di attrezzature o come stalla per conservazione dei cibi, battuti pavimen- Il muro è notevole e possente, largo cir- da grandi blocchi di pietra della Valpo- il bestiame . Alcune monete di epoca tali in cocciopesto, una grande quantità ca ml . 1,60 e realizzato con tecnica con- licella con una iscrizione latina scolpita . Particolare del serraglio veneziana e sforzesca testimoniano l’af- di frammenti di ceramiche per la cot- simile alle murature visibili . Ciò induce La base del mastio è infatti composta dalla stampa di Antonio Negri del 14 febbraio 1713. follarsi di dominatori e signorie diverse, tura di cibi, diversi finimenti metallici a pensare che fosse stato costruito con- per intero da uno spesso zoccolo con- In evidenza da sinistra così come il ritrovamento di punte di per animali, un abbondante numero di testualmente o in tempi relativamente fezionato con grandi pietre di un mo- la torre di Valeggio sul freccia e balestra ed estese tracce carbo- pezzi di vetro di lanterne ad olio, una vicini ad esse . Nel primo caso potrebbe numento dedicatorio all’imperatore Mincio, il Castelletto della niose di legname bruciato, al pari dei discreta quantità di monete bronzee essere stato realizzato per suddividere Tiberio, probabilmente un gigantesco Ricostruzione virtuale Gherla, il “Porton” di dell’ingresso Sud del Villafranca e la torre nelle resti delle travi lignee ancora oggi infis- scaligere e una d’argento veneziana, un internamente la corte, nel secondo caso architrave di un edificio pubblico di castello Scaligero e della campagne di Grezzano. se nel muro, sottolineano il verificarsi fischietto d’osso, punte di freccia e pro- potrebbe aver fatto parte di un primi- notevole importanza . cinta del Serraglio.

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Sopra questo possente basamento, altre lettere erano in bronzo, infisse con appo- pietre squadrate, leggermente più pic- siti tenoni sul solco di quelle scolpite – cole per un’altezza di circa tre metri sul- non trovi testimonianza locale, neppure la superficie esterna della torre, mentre di tradizione orale, né abbia il conforto all’interno il muro è in laterizio – que- di altri ritrovamenti ad essa associabili sto particolare si nota entrando nella nel territorio comunale, con ciò facendo torre e osservando il muro tagliato per propendere per un trasporto sul luogo formare l’ingresso . da altra zona, magari di ambito cittadi- Sull’origine di questi marmi, tra i qua- no veronese, dove una simile costruzio- li si possono notare i resti corrosi dal ne avrebbe avuto senso, piuttosto che in Sopra: ricostruzione del tempo di capitelli corinzi, si è molto una campagna tutto sommato aperta e lancio di oggetti dalle discusso ipotizzando una collocazione a quanto sembra scarsamente popolata . caditoie e dai varchi tra i merli difensivi e, nella foto, proprio nel territorio di Villafranca . L’iscrizione riporta il seguente testo, di- beccatelli di sostegno delle Tuttavia appare quantomeno strano che stribuito su due righe sovrapposte e, in merlature a sporgere dal una dedica così imponente e costosa – le parte, ricostruito per ipotesi: muro per la formazione delle caditoie. Sotto: panoramica del fronte del castello. Al centro il rivellino e il mastio, ai lati la cinta muraria.

1ª riga: Ti(berio) Caesari, divi Augus[ti f(ilio), Augus]to, ponti[f(ici) max(imo), tri]bunic(ia) po[test(ate) ... , co(n)s(uli) ..I]II , imp(e- ratori) VIII

2ª riga: L(ucius) Cassius, L(ucius) f(ilius), Corneo[lus, prim(us)] pil(us) bis, tr[ib(unus) mil(itum) ...,] praefect[us ... Caes]aris d(e) p(ecunia) s(ua) d(edit)

L’iscrizione è una dedica all’imperatore Tiberio da parte di Lucio Cassio Corneolo figlio di Lucio, databile tra il 21 e il 30 d.c., ed è così tradotta:

1ª riga: A Tiberio Cesare, figlio del divo Augusto, Augusto, pontefice massimo, insignito della … potestà tribunizia, console per la terza volta, acclamato imperatore per l’ottava volta

2ª riga: Lucio Cassio, figlio di Lucio, Corneolo, primipilo per due volte, tribuno militare … prefetto di Cesare, fece fare a proprie spese (La traduzione del testo dell’iscrizione latina è del Dott. Alfredo Buonopane, docente di Storia Romana presso l’Università degli Studi di Verona ed è pubblicata sulla Zeitschrift fuer Papyrologie und Epigraphik)

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Il primo pubblico orologio Effettuate le dovute richieste, atteso Dalle annotazioni delle della torre il “via libera” dalla Soprintendenza ai spese si ricavava che l’oro- Beni Culturali e le relative prescrizioni logio, che originariamente L’idea del restauro del “primo pubblico per il restauro, siamo partiti con i lavori batteva solo l’ora, era stato orologio della torre del castello” è par- e la ricerca storica . effettivamente acquistato tita da Gaetano Zanotto di Povegliano, Nella prima relazione del 2010 il For- nel 1890 dalla ditta Pietro esperto in materia per aver già restaura- lati descriveva “quell’ammasso di ferri Frassoni di Rovato e paga- to l’orologio del campanile del suo pa- vecchi ed arrugginiti come il classico se- to, in tre rate annue, per ese . Le perplessità per il restauro di un gnatempo della seconda metà dell’800 complessive Lire 944,40 . ammasso di ferraglia depositato nel ma- con suoneria delle ore e delle mezze ore Nello stesso anno risul- gazzino del Comune sono state subito a seghetto” . Seguiva una dettagliata e tavano acquistati anche superate dall’incoraggiamento di Paolo tecnica descrizione degli ingranaggi e il quadrante e le relative Francesco Forlati, esperto in orologeria della struttura del telaio e arrivava ad lampade per l’illuminazio- antica e di Agostino Vigolo valente fab- ipotizzare che provenisse dalla zona di ne costo Lire 496,14 e la bro di Villafranca . Francia Corta, Rovato, e che la ditta cornice in pietra per Lire molto probabilmente fosse C . Frassoni . 511,31 . Agostino Vigolo che oltre alla pulizia ed Recuperato dal magazzino del Comu- Solo dopo tredici anni, nel 1903, si al restauro ha rifatto alcune parti man- ne il vecchio orologio è stato porta- provvedeva all’acquisto di una seconda canti ha costruito anche il basamento di to nell’officina di Agostino Vigolo in campana per il suono delle mezze ore e sostegno dell’orologio . La pittrice Fides quel di Vanoni Remelli, mentre Mario si può affermare che l’orologio sia sta- Sometti di Povegliano ha infine com- Bonamente a effettuava la to sicuramente in funzione sino al 1921 pletato l’opera provvedendo al restauro complessa operazione di saldatura dei fino all’acquistato di uno nuovo a carica del quadrante . traversi in ghisa . Agostino smontava settimanale . Finalmente l’orologio era pronto . La l’orologio, spazzolava e contrassegnava La storia dell’orologio si ferma qui e sera dell’ 11 luglio del 2012, nel corso del ogni minimo elemento, perché ogni possiamo presumere che dopo essere Concerto del Risorgimento, con sullo singolo pezzo, essendo fatto a mano, stato calato dalla torre sia rimasto ab- sfondo lo scenario del Castello Scali- avrebbe dovuto essere rimesso solo ed bandonato in un angolo della stessa gero la Sezione dei Fanti di Villafranca, Il complesso dell’orologio esclusivamente al suo posto, dadi e viti fino agli inizi degli anni ’90, quando guidata dal suo presidente Luciano Bre- dopo il restauro eseguito comprese . per lavori di restauro del mastio e la so- saola, ha riconsegnato ai villafranchesi a cura dell’Associazione Sin dal primo intervento è emersa la stituzione della scala interna della Tor- il loro Primo Pubblico Orologio della “Fanti” di Villafranca con il suo Presidente Luciano scritta “Ditta Premiata con Medaglia re sia stato portato nel magazzino del Torre restaurato e funzionante . Bresaola, dall’artigiano D’Argento” e la data “1890” il che ha Comune dove l’avevamo rinvenuto e Emozionante risentire “la voce” degli Agostino Vigolo e consentito di restringere il campo di recuperato . ingranaggi in funzione dopo oltre no- dal supervisore Francesco Forlati ricerca storica e di consultare i registri I lavori sono stati più impegnativi del vant’anni di silenzio . attualmente esposto delle delibere di Giunta e del Consiglio previsto, ma la supervisione ed i con- Il “rottame” del vecchio presso il Museo Nicolis. comunale dell’epoca . sigli dell’esperto Forlati e la maestria di Rico Bresaola orologio prima del restauro.

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Villafranca di Verona Traducendo alla lettera le parole del preciso: una city aveva per definizione nel Romeo e Giulietta Romeo e Giulietta si avrebbe . “Vecchio un’università e/o una cattedrale, una di William Shakespeare di Villafranca”, dove per vecchio si in- town aveva un mercato ed un village tende il castello, ma i termini Free Town aveva una chiesa (a differenza dell’ham- Forse non tutti sanno che Villafranca di caratterizzano una Villafranca della fine let = borgo che ne era sprovvisto) . Oggi Verona è una città Shakespeariana, in- del 1500 che era in effetti una cittadina invece i tre concetti hanno perso queste fatti basta leggere il testo del Romeo e e non già un piccolo Villaggio, infatti connotazioni assolute e si definiscono Giulietta per rendersene conto . il veneziano Marin Sanudo, in visita invece l’uno in relazione all’altro: una L’infelice storia dei due sfortunati nel 1483 così la presenta: “Villafranca è city è più grande di una town, che a sua amanti l’autore l’ambienta nelle città di bellissima adornata di caxe di muro non volta è più grande di un village . Verona e Mantova, ma parla anche di poche. À una rocha con molte caxe dentro, un “vecchio castello di Villafranca”, Old era habitade de Judei” . Little Sparrows Free Town, dove fa operare “La corte di Shakespeare perciò chiamandola Town giustizia”; infatti: implicitamente le attribuisce un mer- cato che la faceva centro del territorio circostante . ATTO I scena 1a Ecco spiegata la ragione per la quale Entra il principe della Scala con il seguito Shakespeare, nel Romeo and Juliet, no- free Town (Il principe redarguisce i duellanti chiamandoli mina Villafranca : Lessico in- glese: city o town village e hamlet? “sudditi ribelli, nemici della pace, che profanate Qual è la differenza tra una città e un le spade col rosso del sangue cittadino”…) paese? A volte non ci sono dubbi: Lon- … dra è una città e Quaderni, tanto per Se ancora una volta oserete turbare la nostra città dirne uno a caso, è un paese . Pagherete con la vita la vostra colpa . In italiano il confine tra i due concet- Per oggi vada . Allontanatevi di qua . ti, però, non è marcato da una linea Voi Capuleti seguitemi, e voi Montecchi: netta, ma appare piuttosto come un continuum suscettibile a campanilismi trovatevi stasera nel vecchio castello di Villafranca e percezioni personali, che passa attra- dove udrete la mia sentenza per i fatti avvenuti, verso stadi intermedi e successivi quali nel luogo di giudizio ordinario . Allontanatevi, ripeto, paesetto, paesone, cittadina, frazione e pena la morte . chi più ne ha più ne metta . Il classico quadro del In inglese ci sono tre categorie principa- bacio di Giulietta e Romeo Particolare della statua di li: city, town e village . interpretato dal pittore Giulietta posta nel cortile Escono tutti [tranne Montecchi, la moglie e Benvolio] Francesco Hayez. della Casa di Giulietta In passato, in inglese britannico, ciascu- Il bacio (1859), olio su tela, a Verona. na di queste parole aveva un significato cm 112×88.

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Il Palazzo Bottagisio a cura di Antonio Benedetti

Nel marzo del 2014 si sono conclusi i co e proponiamo invece la descrizione lavori di restauro della Casa del Trattato degli apparati decorativi che ornano le di Pace, conosciuta anche come Palaz- sale della residenza storica, invitando a zo Bottagisio e riguardanti la parte che visitarla materialmente e a godere coi prospetta su via della Pace e nelle cui propri occhi di ciò che andremo a il- stanze si incontrarono i potenti impe- lustrare . Giova inoltre sottolineare che ratori alla chiusura delle battaglie della bisogna cercare di calarsi nel contesto seconda Guerra d’Indipendenza Italia- dell’epoca e pensare che l’educazione na nel 1859 . e l’istruzione delle famiglie benestanti Nella stesura della descrizione della non poteva assolutamente fare a meno Casa del Trattato si è cercato di dare un dello studio e dalla conoscenza della taglio nuovo al racconto e di esporre e letteratura e dei temi classici con tutti i descrivere quanto, dal punto di vista ar- suoi risvolti . Il racconto sotteso dei di- tistico, sia stato recentemente scoperto pinti è intriso della ricercatezza del sen- e restaurato, per dare una prima lettu- so della bellezza e della gioia della vita, ra diversa dell’insieme del palazzo che, con continui richiami alla vita all’aria no veronese, su cui gravitava la famiglia tamente non lontanissimo, in cui l’il- occorre ricordarlo, non è stato luogo di aperta, alla natura, a paesaggi agresti e Gandini e Bottagisio per fusione matri- luminazione artificiale e il conseguente soli avvenimenti di portata nazionale solari, in parole povere a niente di triste . moniale tra famiglie . rafforzamento visivo di ambienti e de- ma, prima di tutto, una abitazione pri- Non sappiamo quale artista o quali mae- È interessante notare che, in generale, cori non esisteva . Il tutto era lasciato vata di una famiglia ricca e benestante, stranze si occuparono delle decorazio- quasi tutti i dipinti del palazzo simulano, alla luce naturale o a semplici lampade e quindi rappresentativa di una parte ni pittoriche del palazzo, né è mai stata con la tecnica del trompe-l’œil, cieli aperti a olio o candele . della società cittadina, con le sue mo- tentata o cercata una risposta esaustiva, o paesaggi ariosi, con l’intento esplicito Nel presente lavoro si parte dal piano dalità di esternazione di se stessa e della stante la limitatezza delle pitture visibili di dare l’illusione di una dilatazione del- terreno e si procede con la descrizione sua cultura . almeno fino all’atto dell’ultimo restauro lo spazio . I soffitti non altissimi obbliga- dei dipinti; la nomenclatura delle stan- Vista aerea di Palazzo Bottagisio o Casa del Pertanto si rimanda alle pubblicazioni che ne ha riportato agli antichi fasti una vano a una tale scelta compositiva . ze è frutto dell’interpretazione di chi Trattato con il cortile già stampate la descrizione del palazzo buona parte; si ritiene comunque che Con un piccolo sforzo d’immaginazio- scrive e serve a segnalare “l’argomento” del tiglio, i portici nel suo aspetto architettonico e stori- essi vadano ricercati nell’ambito cittadi- ne dobbiamo tornare a un passato cer- rappresentato in pittura . ed il giardino.

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Piano terra una cornice rettangolare entro la quale è appunto inscritto l’ovale centrale . Ele- Androne e saletta attigua gante e delicato è il graticcio formato Le due colonne neoclassiche marcano il da una maglia a rete di elementi coppie passaggio dall’atrio principale al picco- semi-lunate e patere che fanno da nodi lo androne, del quale è tornata alla luce di collegamento della tessitura . una decorazione a tempera nei toni del blu e dell’azzurro: specchiature e finte Stanza degli Specula cornici a stucco, frutto probabilmente La composizione si snoda a mezzo di di un rifacimento di epoca incerta . una finta cornice rettangolare centra- Decori similari all’androne sono stati le, dagli angoli rientrati e arrotondati, riportati alla luce anche nella piccola larga e formata da più filettature con- stanza attigua . L’aspetto più interessan- centriche in colori chiari e scuri . Tan- te sono le decorazioni, visibili in tre po- genti a questa cornice e distese lungo i sizioni, che hanno fatto scoprire tracce quattro lati della stanza a farne ad essa consistenti di una decorazione molto si- sostegno, si allargano altre quattro cor- mile nella bellissima sala di Apollo e nel- nici ad arco al cui centro, per ognuno di la sala del Giardino e della Musica alle essi, è posto uno specchio bronzato con quali si rimanda . È probabile che tali colori screziati in azzurro e ruggine . Ai dipinti siano opera dello stesso artista . quattro angoli del soffitto piccole nic- chie eleganti si aprono a far posto ad al- Stanza delle Ortensie trettante alzatine dentro cui sono poste I dipinti simulano nicchie e cupole de- composizioni floreali dai colori allegri . corate con ortensie e fiori . La compo- sizione si sviluppa in due livelli: uno La scala padronale composto da una grande cornice ovale Una volta rimossa una modesta deco- centrale color ocra chiaro apparente- razione moderna, a sua volta coperta mente sostenuta agli estremi dei dia- da una banale tinteggiatura bianca, si metri principali da quattro pennacchi è riscoperta, una elegante decorazione a finto stucco con motivi floreali; negli a finti cassettoni impreziosita da me- angoli di ritaglio, tra un pennacchio e daglioni fioriti per il soffitto e da spec- l’altro la composizione viene comple- chiature geometriche ad adornare le pa- Nella pagina successiva: tata da una sottile e leggera filettatura reti verticali; il tutto con colori a calce la scala padronale che porta ai piani superiori con rosso bordeaux anch’essa confinata in e acquerello, in toni caldi, che vanno l’imponente lampadario cornici a finto stucco . I quattro pennac- dal giallo tufo dei fondali, al rosa acce- in cristallo. chi e le filettature rosse sono isolati in so-terre rosse delle cornici .

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Piano primo in forma di trompe-l’œil e di “cineserie” connotato da architetture importanti: Sala del Trattato che tanto in voga erano fino all’avvento un arco di trionfo antico con imponen- È stata restaurata a partire dal 2009, Anticamera della Sala del Trattato del neoclassicismo . ti statue, un palazzo rinascimentale, un riportandola all’aspetto che più presu- La piccola anticamera che introduce Più nel dettaglio il racconto pittorico si ponte a tre arcate con oculo di scarico mibilmente corrispondeva alla metà del alla Sala del Trattato, è interamente concentra in due riquadri contrapposti, e un castello . Questi quattro elementi 19º secolo . Diverse aggiunte incongrue decorata con tempere monocrome in sul lato est e ovest della stanza . si sviluppano su piani diversi accom- e di bassa qualità sono state rimosse per verde Verona in varie sfumature e con A est, il soggetto principe è un grande pagnando lo sguardo dell’osservatore permettere la ricomposizione figurativa Anticamera della fondi grigi chiari, raffiguranti paesaggi lago contornato da basse rive e chiuso sempre più in profondità, fino a per- più aderente all’originale . Sala del Trattato con campestri e vedute architettoniche . Le sullo sfondo da montagne e dirupi sul- dersi contro le montagne eteree sullo La sala ha svelato tracce della conforma- pitture monocrome raffigurazioni, i contesti proposti, l’as- la cui cima insistono castelli medievali . sfondo per poi tornare al primo piano zione, la geometria e persino le pitture in verde Verona sulle pareti rappresentanti semblaggio di architetture e paesaggi Piccole figure si dilettano su una imbar- della composizione scorrendo lo sguar- murali (finte tappezzerie fiorite), di pa- paesaggi agresti e pitture immaginifici, ricordano una commi- cazione e su un ponticello . Nel secondo do lungo il fiume in un bellissimo gioco reti e soffitto, presumibilmente ascrivi- La storica Sala del Trattato architettoniche. stione di note rinascimentali raccontate quadro l’ambiente è decisamente più studiato ad arte . bili al palazzo originario, già esistente al finemente decorata.

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momento dell’acquisto delle proprietà Sala del Giardino e della Musica triangoli contrapposti di riempimen- all’interno di un piccolo luogo apparta- da parte della famiglia che ce lo ha tra- Tutto il racconto pittorico si addensa to . Questo nastro viene ripetuto anche to quale è appunto il capanno in legno, mandato . sul soffitto . Dieci riquadri riportano negli spazi di ritaglio tra il cerchio e le disegnato sulla parete opposta alla fine- Le stesse porte hanno mostrato di essere ognuno un’architettura, su fondale pareti a formare scomparti a forma di stra e nel quale ci troviamo ospiti . state oggetto di cura e attenzione per il violetto a sua volta riquadrata in giallo lunette o trapezi dai lati curvi, al cui dettaglio, delicatamente adornate da un ocra; i luoghi ritratti forse sono imma- interno sono dipinti simboli apollinei, La Sala di Apollo motivo a finto marmo cipollino . ginifici o non riconoscibili ma in al- coppe e canestri di fiori, piccoli uccelli, Presenta diversi elementi descrittivi sia Le pareti, tinteggiate in un delicato meno un caso il tutto è identificabile e farfalle, un pappagallo, un uccellino in di richiamo mitologico, sia come cita- rosa, sono completate da una cornice familiare, si tratta del castello scaligero gabbia, il tutto come richiamo della vita zione di apparati decorativi probabil- a motivi floreali mentre, subito sopra di Villafranca stessa, immortalato nelle campestre, all’aria aperta e anche come mente di ispirazione romana antica . le finte lastre in marmo cipollino alla sue fattezze antecedenti la realizzazio- simbolo del controllo dell’uomo sulla Soffermandoci su quanto raffigurato sul base, una tarda decorazione, simile a ne dell’orologio posto sulla torre del natura . In quattro medaglioni viola si soffitto, attrae, in particolare, la raffigu- quella posta più in alto, è arricchita mastio nel 1890 . Dei dieci riquadri, notano altrettante aquile rampanti im- razione di Apollo-Helios alato, protetto con tondi a fondo ocra che ritraggo- sette sono giunti fino a noi abbastanza brigliate in tralci vegetali . in un tempietto affiancato da due sfingi, no luoghi probabilmente immaginari integri, gli altri, purtroppo sono andati il tutto ripetuto quattro volte (almeno in alcuni casi, ma effettivamente reali persi nel passato a seguito del crollo di Saletta della Pergola per quanto riguarda il tempietto e le La bella decorazione per altri come, ad esempio, l’Ossario una porzione di cannucciato . Il centro Il piccolo ambiente di passaggio è uno sfingi), una su ogni lato della stanza e che gira intorno alla sala di Custoza e una vista del Palazzo stes- del soffitto è completato da un armo- dei punti più suggestivi del primo piano corrispondente ai quattro punti car- del trattato. Da notare al Particolare dell’Ossario centro la riproduzione di so ripresa da via della Pace, allora via nioso cerchio, ampio, contornato da e del palazzo intero . La decorazione pit- dinali . Sul lato del soffitto rivolto alla di Custoza dipinto su una Palazzo Bottagisio ancora Ghetto, dall’estremità Sud-Ovest della un largo nastro nel cui spessore sono torica si rifà ancora ai paesaggi agresti, parete ad est, Apollo-Helios è rappre- porta di una delle stanze con la torretta (circa 1925). stessa strada . disegnati, in rosa carico, dei piccoli ma con delicatezza fa sì che ci si senta sentato con in mano una fiaccola accesa del Palazzo Bottagisio.

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portata in alto a significare il sorgere del ze fossero probabilmente destinate a ca- Piano secondo di Villafranca per la formazione del pri- sole . Dall’altro lato, adiacente alla parete mera da letto e salottino), sia per quanto mo embrione di un centro studi consul- ovest, è rappresentato con la fiaccola ab- riguarda il rapporto di fratellanza Apol- Il secondo piano è assai più rustico, tabile e dedicato a questi temi . bassata, indicando il tramonto del sole . lo-Artemide, sia come continuazione con pavimenti in semplici mattoni, logica alba-tramonto-notte (direzione ma non privo di decorazioni ancorché Tra le altre, la sola stanza ricomposta La Sala dello Zodiaco e di Artemide Est-Ovest del cammino del sole) . semplicissime e troppo abrase per esse- quasi interamente con gli originali È legata al tema dello zodiaco – raffigu- In due grossi medaglioni speculari, è re riportate alla luce, limitandosi, nei decori è quella ora destinata a luogo rato in cerchio al centro del soffitto – e riconoscibile Perseo con l’elmo alato, restauri, a lasciare visibili alcuni tasselli di conservazione dell’archivio Botta- al mito di Diana-Artemide-Selene, rap- completato con due serpenti rampanti di indagine stratigrafica a testimoniar- gisio: al di sotto dello strato di into- presentata dal viso femminile al centro a rammentare Medusa da lui uccisa . ne la presenza . naco più recente si mostra un fondo del cerchio dello zodiaco e riconoscibile In un altro punto del soffitto ecco Pega- Tutto il piano secondo accoglie ora gli a intonachino beige e decorazioni con dalla falce della luna sulla fronte . Il tema so, il cavallo alato, nato come il fratello uffici di direzione e gestione, le sale da cornicette a filetti e trecce color mar- Particolare delle Particolare della Sala del delle pitture è in stretta relazione con la Crisaore dal sangue colante dal collo di adibire ad archivio delle tesi di laurea e rone testa di moro; agli angoli delle decorazione della sala Giardino e della Musica. sala di Apollo (si ritiene che le due stan- Medusa uccisa da Perseo . studi di settore architettonico e storico specchiature . dello zodiaco e di Artemide.

80 81 il museo del risorgimento e monumenti storici

Il Museo del Risorgimento e i monumenti storici a cura di Nazario Barone

L’idea di costituire a Villafranca un cimeli storici avuta in prestito dal dott . museo del Risorgimento risale al 1959, Leone Carlotti di Cavriana (Mn), mo- in occasione del Centenario della Pace stra che sarà visitata anche dal Presi- di Villafranca, quando l’amministra- dente della Repubblica Italiana Anto- zione comunale del tempo curò l’al- nio Segni . Il 1959, primo centenario lestimento, presso la Casa del Trattato, dello storico incontro tra gli impera- di una mostra di stampe, manifesti e tori Francesco Giuseppe I d’Austria e Napoleone III di Francia, risvegliò l’interesse per quell’importante perio- do storico e si prospettò l’occasione che anche Villafranca potesse vantare un proprio museo . Su proposta del sindaco Giovanni Marchi si progettò di rendere per- manente l’esposizione allestita acqui- standone il materiale dal proprietario .

A sinistra: 11 luglio 1959, centenaro dell’Armistizio di Villafranca. Il sindaco Sopra: sala del precedente di Villafranca Giovanni museo del Risorgimento Marchi riceve il presidente presso il Castello della Repubblica italiana Scaligero. Antonio Segni. Sotto: sala dell’attuale A destra: cartolina con Museo del Risorgimento bollo ed affranco speciali recentemente sistemata emessa per la ricorrenza e restaurato presso il dell’11 Luglio. Palazzo Bottagisio.

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e mostre della locale biblioteca, ripu- restauro di tutto lo stabile . Terminato lite, restaurate, catalogate ed esposte il restauro e rese fruibili le numero- al pubblico in una mostra tenutasi, se stanze splendidamente affrescate, il al piano terra di palazzo Bottagisio, Museo, nel tardo autunno 2015, a cura nell’inverno 1986-’87 . Poi fu la volta dello scrivente è stato riallestito al pia- della radicale pulizia e catalogazione no nobile del palazzo . Solennemente dei cimeli anch’essi esposti al pubbli- inaugurato, alla presenza delle autori- co in una mostra tenutasi nell’inver- tà cittadine e del numeroso pubblico no successivo . Contemporaneamen- la sera dell’11 dicembre 2015 compren- te l’amministrazione comunale, con de, nel suo percorso espositivo, anche apposita delibera, destinò a museo la la storica sala che nel luglio del 1859 fu restaurata cantoria della chiesetta del sede del convegno dei sovrani di due Cristo adiacente al castello scaligero e, delle maggiori nazioni europee . Conve- contemporaneamente, provvide all’ac- gno che mise fine alla sanguinosa guerra quisto di vetrine e bacheche per una di quell’anno e che l’avvenimento rese razionale esposizione dei reperti . per sempre celebre . Domenica 19 novembre 1989, con una cerimonia rimasta celebre per concorso di personalità e di pubblico e alla pre- senza dei consoli austriaco e francese il Museo del Risorgimento di Villafranca fu Acquisita l’anno successivo la collezio- solennemente inaugurato . ne fu sistemata, in qualche modo, in al- Nel corso degli anni l’unico e ampio lo- cuni locali attigui alla sala del Trattato, cale nonostante il buon numero di visi- nello storico palazzo di via Pace e per tatori, soprattutto studenti, evidenziava molti anni non si pensò, per mancanza l’esiguità degli spazi espositivi e molte di locali idonei e ristrettezze di bilancio, furono le richieste per ampliarlo . di istituire un museo vero e proprio . Il Nel 2009, in occasione delle celebra- materiale rimase a palazzo Bottagisio zioni per il 150º anniversario della 1989, visita del Presidente fino al 1981 quando, in occasione della Pace di Villafranca, l’amministrazione del Senato Giovanni Spadolini al Museo prima mostra-mercato dell’antiquaria- comunale decise di trasferire il Museo del Risorgimento to, fu imballato e riposto in alcuni loca- nelle stanze al piano terra dello storico accompagnato dal li del municipio . palazzo del Trattato, acquisito anni pri- direttore dello stesso Nazario Barone e dal Passò ancora qualche anno prima che ma al patrimonio comunale . Fu subito sindaco di Villafranca le stampe e il materiale cartaceo fos- chiaro che il trasferimento era a carat- Cimeli storici Graziano Tovo. sero, a cura della Commissione museo tere provvisorio in attesa del completo in mostra al museo.

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I monumenti storici 1929 . L’acquedotto Comunale edifica- to nella zona in cui era situato il primo 1851 . La stazione ferroviaria sulla tratta convento dei frati cappuccini poi tra- Verona-Mantova-Modena inaugurata il sformato in modeste case di abitazione 5 aprile dagli austriaci del Regno Lom- denominate Le ochete; zona trasforma- bardo-Veneto in posizione esterna ad ta, su progetto dell’arch . Luciano Zanol- est della cittadina . La ferrovia ha frena- li, nell’attuale piazza IV Novembre su to nel tempo lo sviluppo edilizio ad est cui troneggia l’acquedotto Comunale . del paese verso Povegliano . 1929 . 26 maggio, il Monumento ai 1886 . Il canale del Conagro che con Caduti della Prima guerra mondiale . l’irrigazione delle campagne ha per- Progetto dell’architetto Ettore Fagioli e messo grandi risultati delle colture dello scultore Egidio Girelli . Il monu- della zona rendendo fertili i terreni per mento viene posizionato dopo accese natura sassosi . discussioni (si ipotizzò anche di erigerlo all’interno del castello) nella piazza cen- 1891 . La Scuola Comunale edificata, trale, l’attuale Piazza Giovanni XXIII . su disegno di Zucchermaglio ritenuta Ambrosini di Verona, viene costruito da un incendio nel 2003 e sostanzial- all’epoca fra le Scuole più moderne e 1947 . Il Teatro parrocchiale, intitolato con la partecipazione di tutta la popo- mente ricostruito ed ampliato dal 2011 all’avanguardia . a Giuseppe Verdi, su progetto dell’ing . lazione . Il teatro dopo periodi di splen- ai nostri giorni . dore e fasi alterne chiude nel 2000 ed ancora in attesa di ristrutturazione . 1965 . Il Cinema Teatro Metropol . Su progetto degli architetti Alberto Ave- 1948 . Posa prima pietra (28 settembre) sani di Verona e Luciano Foroni di della scuola media Cavalchini su pro- Villafranca nasce il moderno cinema getto dell’ing . E . Ronca . teatro Metropol, un pezzo di storia per Villafranca . 1961 . Inaugurazione dell’aeroporto civi- Parte di esso verrà trasformato nella di- le che nel 1987 verrà intitolato al poeta scoteca “Atrium” meta del divertimento Valerio Catullo . per diversi anni e generazioni . Recente- mente demolito lascerà il posto, proget- 1964 . 3 agosto, l’ospedale “Magalini” to dell’arch . Lucio Merlini, ad un no- Cartolina della scuola Cartolina della Stazione trasferito da Corso Vittorio Emanuele, tevole intervento edilizio in cui troverà elementare progettata ferroviaria di Villafranca dall’architetto Zuccalmaglio, che collega Verona zona della Disciplina e costruito a sud posto un moderna sala polifunzionale inaugurata nel 1891 fra a Mantova inaugurata del fiume Tione nei pressi del Castello . intitolata alla cantante villafranchese le più moderne e nel 1851. Dopo varie modifiche viene distrutto Alida Ferrarini . all’avanguardia del tempo.

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Stele del quadrato eretta a ricordo del fatto di guerra avvenuto il 24 giugno 1866 in cui gli uomini del 4º battaglione del 49º Reggimento di fanteria dell’esercito piemontese fecero “quadrato” intorno all’erede al trono, Umberto di Savoia ed al suo stato maggiore, salvandoli dall’assedio degli Ulani (soldati della cavalleria armati di lancia) asburgici. 26 maggio 1929, il Nel 1880 fu inaugurato il Monumento ai Caduti della primo obelisco. Abbattuto prima guerra mondiale. da un fulmine dopo otto Progetto dell’architetto anni, successivamente Ettore Fagioli e dello fu rifatto su disegno scultore Egidio Girelli. dell’ingegner Paolo Il monumento viene Emilio Zuccalmalio ed posizionato dopo molte inaugurato il 28 aprile 1895. discussioni (si ipotizzò L’attuale obelisco è alto anche di erigerlo all’interno complessivamente del castello) nell’attuale 17 metri. Piazza Giovanni XXIII.

88 89 i beni storico artistici di villafranca il museo del risorgimento e monumenti storici

Sopra: tiro a segno Nazionale costruito negli anni 1884-1885 in esercizio fino alla fine della seconda Guerra Mondiale. Sotto: lo storico poggiolo dell’albergo “Il Sole” (ex Palazzo degli originari, poi albergo, ora sede di istituto bancario) con in bella evidenza lo stemma (il Sole) degli originari. Nella pagina a fianco: foto storica e attuale della Casa degli originari.

90 91 lo storico caffè fantoni

Lo storico Caffè Fantoni a cura di Martina Modena

Il fiuto del signor Giovanni appare già a Padova e a Roma, deputato e senatore nell’ubicazione del locale, volutamente dal 1866 all’84, presidente dell’Accade- o no assai favorevole: al centro del paese mia dei Lincei . La casa natale, che per la e vicino alla “Consorteria”, la Casa del fama crescente dell’economista, diven- Comune, già dal XVI secolo (attuale al- terà monumento nazionale apportando bergo “il Sole”) . La fortuna aggiunge del un valore aggiunto ragguardevole, sarà suo: qui era nato 22 anni prima quello ulteriore occasione di visibilità ai meriti che sarà l’ultimo grande personaggio commerciali dell’impresa Fantoni . Mo- villafranchese, Angelo Messedaglia, in- mento clou il 13 aprile 1902 in occasio- signe economista, docente universitario ne della posa sulla facciata, della lapide

commemorativa, il cui testo fu dettato commerciali del suo proprietario infatti da Luigi Luzzatti, futuro Presidente del è da annoverare l’estro di saper cogliere La facciata del Caffè Consiglio dei Ministri e Oratore uffi- “l’aria” del momento e di volgerla a suo Fantoni dopo i recenti ciale della circostanza fu il prof . Ferraris favore . restauri con alle finestre le gigantografie di cittadini dell’Università di Padova . C’è la Restaurazione austriaca e il caffè illustri di Villafranca. L’attività commerciale di Giovanni nel suo arredo richiamerà il più possi- Dall’alto a sinistra: il critico Fantoni inizia anche a ridosso dei pri- bile l’ambiente viennese . Poi arriva il teatrale Renato Simoni, Scorcio della via di mi segnali delle rivoluzioni europee del Risorgimento e l’abile Giovanni lega Marcello Fantoni, il pittore Mezzo (ora Corso Vittorio Angelo Dall’Oca Bianca, Emanuele) con in primo 1848 e per l’Italia del periodo Risorgi- alcune sue specialità ad episodi risor- il poeta Berto Barbarani, piano il Caffè Fantoni mentale . Questo periodo, che per certi gimentali memorabili, accaduti local- lo scultore Giambattista (manca ancora l’iscrizione aspetti poteva generare negatività è in- mente, consapevole che i suoi prodotti Troiani, l’imprenditore sul tetto) e a seguire Luciano Nicolis, lo scrittore l’Ospedale, la chiesa della vece la base di partenza per una carat- godranno di quella fama . Ecco la “Torta e giornalista Cesare Disciplina e a chiudere terizzazione importante peculiare del della pace” a ricordo del celebre trattato Marchi, l’avvocato e il castello. Caffè Fantoni . Tra le indubbie capacità del 1859 e viene il sospetto che “l’Amaro filosofo Giuseppe Rensi.

92 93 i beni storico artistici di villafranca lo storico caffè fantoni

lo slogan creato da Fantoni “ovunque nei della società “bene” tipica della provin- principali caffè e restaurants” . cia e di chi, magari una volta all’anno In considerazione di questa particolare voleva “distinguersi” per un’occasione abilità può sembrare non troppo retorico particolare . Questa posizione di eccel- affermare che il Caffè Fantoni ha scan- lenza è rimasta intatta fino ai nostri dito per un periodo notevole gli accadi- giorni . Credo che se si facesse un re- menti storici d’Italia con le sue specialità . ferendum non solo tra i villafranchesi, Indubbiamente accanto ai prodotti ma in tutto il territorio che è compreso “commemorativi” ora passati di moda, fra Verona e Mantova, chiedendo se il ve ne sono altri “immortali”, primo fra Fantoni può essere considerato “stori- tutti le “Sfogliatine Fantoni”, simbolo co”, sarebbe un plebiscito . dolciario di Villafranca in ambito nazio- È stato quanto mai opportuno quindi il nale . Giovanni Fantoni fu anche capace riconoscimento regionale e ancor più il di cogliere l’importanza dell’immagine recente restauro . La riapertura del loca- come veicolo pubblicitario privilegiato, le è stata salutata da tutti con un senso lo dimostra l’episodio del carnevale villa- di sollievo: mentre era chiuso il volto, franchese del 1906 quando la pasticceria l’atmosfera di Villafranca, anche per chi Fantoni vinse il premio del miglior carro era solo di passaggio, non erano gli stes- allegorico con il “Il trionfo del Natalino” . si, mancava una componente caratteri- Valutato sulla stampa dell’epoca come stica importante . una superba opera d’arte degna di partecipare ai tradizionali carnevali di fama nazionale, realizzato su bozzetto I Restauri di Edoardo Ximenes allora conosciutis- simo disegnatore ed illustratore della ri- All’entrata sul pavimento, sono ripor- Villafranca” volesse esprimere, per con- Nel 1911, nuova specialità Fantoni: “I Bi- vista milanese “L’Illustrazione Italiana” . tate quattro date importanti nella vita tro, il rammarico che quel trattato fece scotti della Libia”, di pari passo con l’av- Per inciso, il “Natalino” può a buon di- del Caffè: 1842 la nascita, 1923 il primo nascere nei cuori di molti . ventura coloniale italiana . Su questa linea ritto essere considerato un antesignano restauro, 1991 il secondo, 2006 il terzo Uno dei pochi momenti gloriosi della l’epigono è un liquore moderatamente dei prodotti dolciari di ricorrenza creati e ultimo . sfortunata terza guerra di Indipenden- alcolico, dapprima abbastanza anonimo, da Fantoni . Il Cavalier Fantoni, seppe Gli ultimi due restauri sono stati curati za, è l’episodio del “Quadrato”, quan- assurto a fama nazionale e brevettato, curare anche le amicizie che davano vi- dall’Architetto Giorgio Forti di Verona . do i carabinieri impedirono, nei pressi quando D’Annunzio, ricevutolo in dono sibilità, fra cui: D’Annunzio, Trilussa, Nel 1991 è stata realizzata la parte più di Villafranca, che il Principe Umberto durante l’occupazione fiumana lo ribat- Fogazzaro, Renato Simoni, Berto Bar- significativa con un obbiettivo: riporta- Il grande specchio nella fosse fatto prigioniero: il cav . Fantoni tezza “Acqua di Fiume” a ricordo della bacani, Dall’Oca Bianca e altri . Ma al re il locale, quanto più possibile alla sua Il fiore “Iris” con il logo sala con dipinto lo storico GF (Giovanni Fantoni) carro di carnevale del 1906 sforna, è proprio il caso, i “Biscottini sua impresa istriana . In seguito il liquore di là di tutto il Caffè Fantoni fu, dal suo connotazione originale, al suo aspetto ricorrente nelle decorazioni “Il trionfo del Natalino”. Umberto” . sarà pubblicizzato a livello nazionale con nascere punto di ritrovo privilegiato “storico” . del caffè.

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tipica del periodo liberty, disegnato in ai servizi igienici, collocati internamen- funzione delle nuove distribuzioni . È te, dopo questa stanza . stata così usata la possibilità dell’inse- Anche nei servizi si è riproposto lo sti- rimento di stemmi con le iniziali del le liberty con i fregi, realizzati già nel fondatore Giovanni Fantoni, e di porre 1991, sulle porte . È stato sistemato il dopo le porte d’entrata le quattro date giardino esterno, una volta molto usa- suddette e sulla soglia da una stanza to e adiacente all’ex sala televisione, la all’altra sono state inserite le scritte cui edificazione 1950 ne aveva occupato “Caffè Fantoni” e “Caffè Storico” . una buona “devanture” di un negozio Al momento del rifacimento del pavi- attiguo al Caffè, adattandola alle for- mento è stato abbassato il livello dell’ul- me . Oggi parte del cortile esterno è tima stanza, aggiunta negli anni ’50, per pavimentato con gli stessi materiali di guardare i primi spettacoli della neona- pietra e mattoni usati nel piazzale del ta televisione, come “Lascia o raddop- castello . Per recuperare la memoria del pia” o il “Musichiere” . L’abbassamento Caffè Fantoni sul fondo della sala, ex è stato finalizzato anche ad agevolare i televisione, è stata posta una giganto- clienti disabili nel bisogno di accedere grafia che raffigura l’impiego del cortile

Per far questo hanno apportato un in- colli risalenti al ’900 . A questo punto del dispensabile aiuto vecchie foto e gli ar- restauro i lavori si fermarono per la ne- redi di un tempo, salvati e raccolti dalla cessità di riaprire il locale . Rimanevano proprietaria Maria Rosa Ciresola . Gli così incompleti il pavimento e i servizi La sala detta della arredi sopravissuti vennero restaurati e igienici, con l’intenzione di riprenderli Televisione con la in tono con gli stilemi “liberty” risalenti più avanti . Nel 2004 è subentrata una gigantografia d’epoca al 1923, furono disegnati il bancone e i nuova gestione la quale ha ripreso i lavo- in abiti del 1900 con l’inserimento della mobili retrostanti . ri di restauro riguardanti i pavimenti, dal proprietaria Maria Rosa Da una foto, che mostrava il ripetersi momento che solo una parte era “liber- Ciresola e l’arch. Giorgio decorativo del fiore Iris, legato alla storia ty”, un’altra ancora, assai incongruo, era Sopra: 1842-1923, 1991-2006. Forti che ha curato del Fantoni per il nome dell’omonimo a polivinilico e piastrelle con pezzatura Le date delle ristrutturazioni gli ultimi due restauri. del Caffè nei vari anni Al centro: Gino Ciresola liquore prodotto agli inizi del ’900, è sta- grossa, l’entrata, era in granito . con il logo del fondatore nipote del comm. Fantoni; ta recuperata l’idea portante della nuova La prima idea è stata di reperire sul Giovanni Fantoni (GF). a destra Marcello Fantoni; decorazione . La facciata rimase origina- mercato piastrelle simili alle origina- sul tavolino, scatola le nella parte alta con i busti degli eroi li del 1920, ma purtroppo non è stato Sotto: la storica di “Sfogliatine” sistemazione interna con una bottiglia risorgimentali, mentre la parte bassa è possibile . Si è optato quindi per un pa- del “Bancone” di “Acqua di Fiume”. stata rifatta seguendo i cartoni del Fran- vimento alla veneziana una prerogativa del Caffè Fantoni.

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in origine . Questa gigantografia è sta- L’idea fu quella di un recupero della me- La sfogliatina ta usata per sottolineare il rapporto di moria, ritrovando e rivitalizzando i segni Nella seconda metà del 1800 a Villafranca continuità fra presente e passato che è il peculiari del locale con un restauro che la Pasticceria Fantoni (1870) inizia la produ- “leit motiv” dell’ intervento . non si proponeva di riprendere nel detta- zione di un dolce particolarmente friabile e Questo recupero della memoria giocato glio il caffè primitivo, bensì mirava a far delicato, che fin da subito conquista il gusto sul rapporto presente e passato risulta riaffiorare la stessa atmosfera di un tem- degli abitanti dei paesi vicini. Da Verona, le famiglie abbienti ordinavano, per le ricor- sottolineato nella foto, con l’inserimen- po . La ristrutturazione risulta pienamen- renze, i battesimi ed i matrimoni, le sfoglia- to di due figure attuali e fondamentali te riuscita . Il cliente che oggi entra nel tine di Villafranca. nel recupero: la proprietaria Maria Rosa locale, se da un lato può godere di tutte L’inventore della sfogliatina di Villafranca fu Ciresola e l’architetto Giorgio Forti che le innovazioni tecnologiche dei nostri Marcello Fantoni, che la fece conoscere a in abiti del ’900 legano in modo indis- tempi, ha anche l’occasione di arricchire tutto il mondo e prima di tutto agli uomini di cultura che abitualmente riceveva a casa solubile il presente col passato . Nella la propria emozione sentendo aleggiare sua. Fantoni e la sua tonda creatura com- stessa immagine sono state inserite, attorno a sé atmosfere storiche, echi lon- parvero sui giornali, sulle guide turistiche di queste a colori, una scatola di sfoglia- tani, che solo i caffè storici, se rivitalizzati Verona e altre città venete. Parteciparono e tine e una bottiglia di Acqua di Fiume, da adeguati e precisi restauri come il Fan- si distinsero in fiere ed esposizioni vincendo premi e conquistando con la dolcezza e la presenze antiche e attuali insieme . toni, sanno e sapranno sempre dare . fragranza mille e mille palati. Le sfogliatine di Villafranca furono e tuttora sono citate da molti poeti, giornalisti e scrittori. Renato Simoni (critico teatrale) nel 1906 su il “Can da la Scala”, il giornale umoristico di Vero- na scrisse “La sfoiadina è tonda per amor di contrasto, essendo nata nella città del Quadrato”.

La “paparela coi fegadini”

Piatto simbolo della cucina villafranchese è la “paparela coi fegadini”, pasta fresca fat- ta in casa presente nel menù di una famosa “marenda” organizzata nel 1905 dal pastic- cere Marcello Fantoni, per la nomina a Sin- daco, alla quale presero parte illustri uomini La storica macchina di cultura veronesi come il pittore Angelo da caffè, con vetrina di dall’Oca Bianca e il poeta Berto Barbarani. cimeli e bottiglie di liquori e a fianco il quadro con Marcello Fantoni era il nipote del pasticcere la lettera di Gabriele che nel 1842 creò il prodotto tipico di Villa- D’Annunzio del 21 giugno franca: la sfogliatina, leggero dolce di burro 1921 in cui il poeta decanta a forma di ciambella. il liquore “Acqua di Fiume”.

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Il Museo Nicolis

Non è un Museo tradizionale è, piut- piani liberi: i locali interni possono tosto, uno spettacolare e modernissi- articolarsi liberamente adeguandosi mo contenitore di cultura e di idee . alle esigenze funzionali dell’esposizio- Si chiama “Museo Nicolis dell’Auto, ne museale . Le grandi facciate in vetro della Tecnica, della Meccanica”, inau- consentono alla luce di entrare a pia- gurato nel 2000 è a Villafranca di Ve- cere negli spazi interni di questo mo- rona, lo ha creato Luciano Nicolis, derno fabbricato . Un’architettura fre- imprenditore villafranchese fondatore sca, leggera per custodire le meraviglie del Gruppo Lamacart, che ha fatto della storia dell’auto . confluire in questa opera la sua grande Il museo racconta, attraverso centinaia passione per la tecnica e la meccanica; di automobili, motociclette e biciclette, il suo “sogno lungo una vita” . È uno l’evoluzione dei mezzi di trasporto degli dei più prestigiosi musei privati in Ita- ultimi due secoli . Ma c’è molto di più lia e in Europa . Aperto a varie forme in questo Museo-non-Museo: macchi- di innovazione e sperimentazione, è ne fotografiche e per scrivere, strumenti venga indicato come emblematico della un ulteriore slancio trasformando l’a- vivace promotore di cultura e punto musicali, oggetti introvabili . moderna cultura d’impresa . zienda di famiglia in un gruppo leader di attrazione per l’intero territorio . I “numeri” delle 7 collezioni sono im- I Nicolis, infatti, sono da oltre 80 anni in Europa per il recupero della carta da Gestito con criteri manageriali, è rico- portanti: circa 200 auto d’epoca, 120 imprenditori nel recupero di materie macero e un sicuro punto di riferimen- nosciuto come esempio efficace e con- biciclette, 105 moto, 500 macchine fo- prime e secondarie, l’inizio risale al to nel settore dei servizi ambientali in- creto di Museo-Impresa, cioè di istitu- tografiche, 120 strumenti musicali, 100 1934 quando Francesco Nicolis, sensibi- ternazionali . zione culturale non convenzionale che macchine per scrivere, piccoli velivoli, le a ogni forma di risparmio e dotato Ingresso al museo Nicolis promuove conoscenza e innovazione una rara collezione di circa 100 volan- di acuta intelligenza, decide di racco- Concetti quali “raccolta e riutilizzo”, con la riproduzione senza perdere di vista obiettivi di cre- ti di Formula Uno e centinaia di opere gliere ciò che gli altri gettano via: la che hanno guidato la crescita dell’im- in bronzo della mitica scita e sviluppo . dell’ingegno umano sono esposti secon- carta da macero . presa cartaria, sono gli stessi che hanno “Cotterau Populaire” del 1903. Sullo sfondo il Il progetto dell’edificio che ospita la do percorsi storici e stilistici . Con l’aiuto del figlio Luciano, l’attività alimentato la passione per il collezio- complesso del museo collezione Nicolis prevedeva di rea- Non è un caso che il Museo Nicolis rap- si espande velocemente e la nuova ge- nismo di Luciano Nicolis, consenten- progettato dall’arch. Enrico lizzare una struttura architettonica a presenti un “unicum” nel suo genere e nerazione, in pochi anni, riesce a dare dogli di vedere dei “gioielli” dove altri Zoccatelli.

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vedevano solo rottami e aiutandolo costruita appositamente per Luigi Vil- nella instancabile opera di ricerca che loresi, e le centinaia di moto, biciclette, lo ha portato a scovare in tutto il mon- strumenti musicali e fotografici, mac- do auto d’epoca, a recuperarle, restau- chine per scrivere e oggetti inediti che rarle e riportarle all’antico splendore . raccontano la storia dell’uomo e della Una passione che ha trasferito anche società degli ultimi due Secoli . alla famiglia ed ha restituito alla storia dell’automobile un patrimonio altri- Da qui, una gestione dinamica e proat- menti perduto . tiva presieduta da Silvia Nicolis, figlia di Luciano Nicolis, con un team ristret- Ne hanno innumerevoli testimonian- to di collaboratori di alta professionali- ze i visitatori del Museo che possono tà, al dialogo costante con le istituzioni ammirare, fra gli altri, la “Motrice Pia”, e il territorio, alle relazioni con le im- Foto storica: i fratelli il primo motore a benzina brevettato prese, alla collaborazione creativa con i Nicolis, Luciano e Nerino con i primi collaboratori dal veronese Enrico Bernardi nel 1882, media e il mondo della comunicazione . all’inizio dell’attività di la Isotta Fraschini del 1929, la Lancia Un’impresa volta a valorizzare la cultu- Lancia Astura raccolta della carta. Astura 1000 Miglia, unica al mondo, ra nella interpretazione più attuale e ap- Mille Miglia, 1938.

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Luciano Nicolis così raccontava:

“Ora lo ricordo con piacere, ma da piccolo Così abbiamo incominciato il nostro la- me ne vergognavo, quando facevo la ter- voro del recupero della carta”. za media, finita la scuola nel pomeriggio andavo in bicicletta a Mantova a caricare “Da giovane, una volta acquistato il pri- sacchi di carta. La guerra era finita da poco mo camioncino, mi divertivo a mettere e io a 14 anni pedalavo in cerca di fortu- i piedi sul volante sbirciando dall’ango- na, alla ricerca di sacchi ex cemento, quelli lo opposto del parabrezza, accelerando a vuoti scartati dai muratori, ne caricavo fino mano con la ghiera sotto il volante. Così a 300, rincasavo spingendo 60 kg di sudore. la gente che incrociavo si meravigliava Mi rendevano bene e mio padre era felice. Il non vedendo nessuno alla guida. fascino per la meccanica e le automobili mi Mi piaceva fare questa bravata, oggi sa- aveva stregato, volevo dare vita ai miei sogni rebbe molto pericolosa”. e realizzare le mie speranze. Quando incro- “Io stesso ho iniziato così: la mia passione ciavo una automobile pensavo – un giorno è nata smontando pezzi di automobili per avrò anch’io una bella auto… forse due… riparare il furgone che usavo nei primi passionante di “heritage”, cioè di quei macart, oggi presieduto dal figlio Tho- forse tre… anni di lavoro. In questo modo ho comin- valori e di quella eredità culturale che mas Nicolis, raccontando la vita di un “Mio padre Francesco mi aveva dato mol- ciato a capire la meccanica e mi sono ap- racconta – anche attraverso gli oggetti – uomo, Luciano Nicolis, che si è distin- ta fiducia, era soddisfatto di me. passionato alla tecnica automobilistica”. la storia delle persone, del lavoro, delle to per la sua intraprendenza lavorativa relazioni, del territorio, della società che e per il suo grande amore per le auto le generazioni del passato hanno creato d’epoca, racconta la storia del nostro per quelle del future . Paese, della sua industria e di tutte Per questo il Museo Nicolis è anche il quelle persone che si sono adoperate cuore delle relazioni del Gruppo La- per il suo sviluppo . Sopra: “L’uomo e il sogno”, Luciano Nicolis, autobiografia, 190 pagine, bianco e nero e colori, Mondadori Printing. Sotto: Luciano Nicolis nel suo studio. A chi gli faceva domande sulle sue collezioni rispondeva: “Noi non siamo i proprietari di tutto Luciano Nicolis questo, ne siamo i custodi e la moglie Renate Faccioli. per il futuro…”

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AUTOMOBILI Poche invenzioni hanno accompagnato l’evoluzione della società come l’automobile, il mezzo di trasporto per eccellenza. La sua storia racconta la storia dell’uomo, delle sue conquiste, delle sue battaglie, della formidabile corsa alla modernizzazione che ha segnato il XIX e il XX secolo. Il Museo testimonia questa evoluzione attraverso centinaia di vetture perfettamente funzionanti, molte restaurate personalmente e riportate all’antico splendore dallo stesso Luciano Nicolis.

MOTOCICLETTE Dai velocipedi ai bolidi mozzafiato. Enrico Bernardi, inventore della “Motrice Pia”, il primo motore a benzina (uno dei gioielli ospitati al Museo Nicolis) ne sistemò uno proprio sul triciclo del figlio e fu subito motocicletta. Il Museo ne racconta la storia con 100 pezzi introvabili: i primi velocipedi, il primo scooter, le moto di prima generazione, i recenti bolidi mozzafiato. Un percorso per gli appassionati, per i romantici, per gli esperti, «Noi non siamo i proprietari di tutto questo, per chi sogna Easy Rider o ama i brividi della pista. ne siamo i custodi per il futuro» 107 i beni storico artistici di villafranca

BICICLETTE I primi antenati della bicicletta comparvero nell’Ottocento: si chiamavano Draisine ed erano pezzi di legno muniti di ruote e sterzo ma senza pedali. Il primo veicolo su due ruote con i pedali venne costruito da E. Michaux nel 1865; da allora, l’evoluzione della bicicletta è stata inarrestabile e ha conquistato a questo mezzo, romantico e sportivo, appassionati di tutto il mondo. Le bici storiche del “pedalare quotidiano”, quelle dei campioni leggendari. Al Museo Nicolis, una collezione unica e irresistibile.

MACCHINE FOTOGRAFICHE Ci sono oltre 500 apparecchi fotografici nella collezione del Museo, 500 gioielli esposti con un vasto corollario di accessori e supporti tecnici. Da Barbaro a Daguerre, da Talbot a Wedgwood, per arrivare alle più complesse applicazioni dei fratelli Lumière nel cinematografo. Nella ricchissima collezione del Museo Nicolis il microscopio, il cannocchiale, il proiettore si confrontano con le più antiche e misteriose lanterne magiche e con le moderne apparecchiature fotografiche dei giorni nostri.

108 i beni storico artistici di villafranca il museo nicolis

Veteran Car Club sentato all’esposizione di Torino nel Enrico Bernardi 1884 sezione motori . Nel 1884 nella villa di Quinzano a Verona, Bernardi Il Veteran Car Club Enrico Bernardi completa il triciclo giocattolo aziona- nasce dalla volontà di alcuni soci pro- to dal motore Pia ed è il primo veicolo motori, tra i quali Luciano Nicolis, con a benzina della storia, e l’anno suc- la finalità di far conoscere con: mostre, cessivo inizia gli studi e progettazioni pubblicazioni, raduni e manifestazioni per la creazione di un motore adatto sul territorio, il mondo motoristico sto- all’“auto locomozione” . rico . Sin dal 1965, anno di fondazione Nel 1893 applica alla bicicletta del figlio del Club, è inciso sullo stemma la vet- un carrello appendice con il motore turetta di Bernardi, pioniere e inventore Lauro che fa da propulsore al primo del primo motore a scoppio alimentato a moto scooter a benzina . L’anno succes- benzina costruito nel 1882 “motore Pia” . sivo presenta ufficialmente a Padova la Questo motorino leggero verrà appli- sua vetturetta a tre ruote, prima auto- cato ad una macchina da cucire e pre- mobile italiana .

Presidenti del Club sono stati: Umberto sprietari di tutto questo, ne siamo solo i Pretti Colò, Salvatore Castelli, Antonio custodi per il futuro” esprime le finalità Riva, Saro Rolandi, Luciano Nicolis, del Club Bernardi, che opera ed ha la ora Silvia Nicolis . Saro Rolandi cultu- propria sede presso il Museo Nicolis di re della storia di Bernardi con Luciano Villafranca . Il Club Bernardi conta 950 Nicolis danno vita al libro “100 anni di soci, un parco auto e moto di oltre 1500 storia dell’automobilismo veronese” che pezzi, svolge una notevole attività in narra anche la storia del concittadino campo organizzativo, agonistico, di pro- Enrico Bernardi, nato a Verona il 20 paganda ed indirizzo tecnico per il re- maggio 1841 . Con la presidenza di Lu- cupero, il restauro e la conservazione di ciano Nicolis si moltiplicano le iniziati- un patrimonio di notevole valore storico ve atte a divulgare il motorismo storico, che sarebbe andato altrimenti disperso . Thomas Nicolis (alla del quale il Museo è segno tangibile . L’associazione è federata all’A .S .I . (Au- guida) col papà Luciano Ora l’attività del Club prosegue con la tomotoclub Storico Italiano) con sede a ad un raduno di macchine Raduno di moto d’epoca d’epoca organizzati dal presidenza di Silvia, figlia del compianto Torino, Ente preposto allo sviluppo ed organizzato dal Veteran Car Veteran Car Club Enrico presidente Luciano Nicolis . La frase che al controllo delle auto e moto d’epoca di Club Enrico Bernardi nel Bernardi di Villafranca. soleva ripetere “Noi non siamo i pro- interesse storico e collezionistico . piazzale del Museo Nicolis.

110 111 VILLAFRANCA E LE SUE TRASFORMAZIONI

Veduta aerea della Villafranca attuale con in primo piano a sinistra il nuovo ospedale, il Castello, la città e a Nord la zona industriale. il centro storico

Il Centro Storico

Gli anni 60 per Villafranca sono gli canza di ponti e sottopassaggi che ga- anni dello sviluppo economico e dell’i- rantirebbero un passaggio scorrevole . nizio della realizzazione del nuovo pia- Nel centro storico vi sono interventi no urbanistico con l’approvazione del che vanno stravolgendo le vie i cortili piano regolatore generale del 1965 . Vie- e le piazze del capoluogo: la piazza cen- ne definita un’area a nord di Villafranca trale con l’abbattimento del teatro co- destinata a zona industriale con vari in- munale e degli ambienti parrocchiali; la sediamenti di aziende industriali e arti- zona delle ex Officine Saira sul retro del gianali con centri commerciali di diver- duomo . Le Ochete l’antica zona sede so tipo e dimensione . A Sud ed a Ovest del primo convento dei padri cappuc- del centro vi è una notevole espansione cini con piazza IV novembre negozi ed edilizia civile nelle aree agricole intorno abitazioni, gli orti di via Rinaldo dove al capoluogo . ora trovano sede i Vigili urbani, gli uf- Sorgono nuovi quartieri: Madonna del fici tecnici comunali e il Centro sociale, Popolo e la Cittadella dello studio con la zona dei Broli antichi zona ovest di Sopra: foto aerea del gli Istituti Medi, Anti e Bolisani, broli via Nino Bixio con imponenti interven- centro storico con in antichi, zona attorno al nuovo ospe- ti civili, la zona intorno al castello con evidenza i capannoni delle dale che sta sorgendo dopo il suo tra- restauri dello stesso e della zona circo- Officine Saira sul retro sferimento dal centro del paese, si ini- stante e la sistemazione del piazzale an- del Duomo ed in basso la struttura del Teatro ziano anche i lavori per la costruzione tistante il convento dei frati cappuccini . Metropol con la zona di dei nuovi impianti sportivi in Località Le vecchie cartoline e fotografie ne sono Villafranchetta. Siena . La zona est rimane bloccata per la testimonianza che a volte ci fa rim- Sotto: foto aerea anni la presenza della ferrovia e per la man- piangere il passato . Sessanta con in primo piano l’ospedale in costruzione. Da notare a Nord la zona di campagna dove sorgerà l’attuale zona industriale.

114 115 villafranca e le sue trasformazioni il centro storico

La piazza La piazza (l’agorà) è sempre stata nella centrale storia e nelle civiltà il centro della vita di ogni comunità; ha vissuto e vive la vita delle comunità . È il polo urbani- stico, culturale, economico, ha visto i momenti storici più salienti, i principa- li avvenimenti lieti e tristi delle popola- zioni . Generalmente è situata al centro del sistema viario e ha, quasi sempre, mantenuto la struttura originaria intor- no alla quale una città si è sviluppata . Anche per Villafranca come si nota nella piantina del 1660 la struttura generale del centro ha mantenuto le originarie strut- ture sviluppandosi dal castello alla casa degli originati, dalla parrocchiale con le sue strutture all’Oratorio di San Rocco lungo la direttrice della via di Mezzo (l’at- tuale Corso Vittorio Emanuele) . Intorno alla chiesa sorgeva il cimitero .

Dalla litografia del Penati del 1853 si evince la struttura della piazza Sopra: foto di insieme centrale con la vecchia (ante 1929, anno della posa chiesa (trasformata del monumento ai caduti) successivamente in teatro con da sinistra il duomo, il abbattuto nel 1965) la teatro comunale, l’ingresso casa degli originari (già agli ambienti parrocchiali, i Albergo Il Sole ora sede di negozi e case di abitazione istututo bancario) a seguire fatiscenti su Corso palazzi e case che hanno Garibaldi. mantenuto l’originaria conformazione con sullo Sotto: momenti della sfondo il castello demolizione del teatro piuttosto diroccato. comunale.

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2018 La nuova piazza

Sopra: 1965, progetto dell’Architetto Luciano Foroni della nuova piazza e della sistemazione delle Realizzazione del primo strutture parrocchiali. stralcio di lavori di riqualificazione che Sotto: novembre 2017, prevede, dopo i rilievi la piazza con a destra la archeologici dell’area stazione ferroviaria che si un tempo occupata dalla intravvede alla fine di via vecchia chiesa, una Garibaldi e l’intersecazione nuova pavimentazione in con Corso Vittorio porfido a piastrelle con Emanuele. inserimento di elementi in colore diversificato per contornare il sedime della vecchia chiesa, una fontana, un palco fisso per eventi, nuove sedute e alberature. Altri stralci di progetto, successivi al primo, renderanno la piazza più ampia e godibile 4 4 allargandosi al centro storico, che tornerà ad essere centro vitale e di 1 riferimento per la città. Progetto a cura 2 3 dell’architetto Antonio Benedetti. 2 Studio e rilievi archeologici MURATURE DELLA ANTICA CHIESA dello studio Thompson RINVENUTE DURANTE GLI SCAVI SULLA PIAZZA Simon di Verona 1 - Campanile e Soprintendenza 2 - Cappelle laterali 3 - Facciata ex teatro archeologica, Belle Arti e 4 - Sepolture paesaggio di VR, VI e RO, dott. G. De Zuccato.

118 119 villafranca e le sue trasformazioni il centro storico

Via Angelo Villafranchetta Messedaglia

Masterplan di sistemazione della Cittadella della Cultura nella zona di Villafranchetta con: la nuova Piazza, edifici residenziali, la Biblioteca Comunale intitolata allo studioso villafranchese Mario Franzosi, il complesso residenziale “Metropol” con all’interno la nuova Sala polifunzionale intitolata Via Angelo Messedaglia alla cantante lirica in una foto d’epoca prima villafranchese della costruzione Alida Ferrarini e la zona del ponte sul fiume Tione di Palazzo Bottagisio e lo stato attuale. con cortile e giardino.

120 121 villafranca e le sue trasformazioni il centro storico

I Teatri

Sopra: particolare dell’area prima dell’intervento del complesso Metropol. Sotto: il Teatro Parrocchiale Verdi costruito nel 1947, parroco don Eliseo Contri, è stato per generazioni punto di riferimento per Veduta interna del spettacoli teatrali, cinema, vecchio Cinema conferenze e le più svariate Teatro Metropol attività parrocchiali. Nel e dell’attuale 2000 ha chiuso i battenti Sala polifunzionale in attesa di una sua Alida Ferrarini. riqualificazione.

122 123 villafranca e le sue trasformazioni il centro storico

Sopra: particolare dei capannoni delle ex Officine Saira prima della trasformazione. Sotto: la stessa zona, vista dalla cupola del duomo con in primo piano la statua di San Pietro protettore della città, con a sinistra le cinque torri progettate dall’arch. Carlo Aymonino e Piazzetta Lino Tosoni con il complesso immobiliare progettato dall’arch. Enrico Zoccatelli.

Sopra: l’Auditorium Comunale realizzato dalla ristrutturazione del vecchio macello comunale. Sotto: il nuovo centro sociale con la piazzetta San Sebastiano e gli uffici del Comune: Ufficio tecnico e Vigili Urbani.

124 125 dal vecchio al nuovo aeroporto

Dal vecchio al nuovo Aeroporto a cura di Pino Passarelli

L’Aeroporto di Verona-Villafranca, in- studio commissionato dalla Catullo titolato a Valerio Catullo, è situato nei Spa è emerso infatti che la stima del territori dei Comuni di Villafranca di valore della produzione generato da Verona, nella frazione di Dossobuono, ciascun passeggero dell’Aeroporto di e di , nella frazione di Verona si attesta tra i 120-370 euro di Caselle . indotto, determinando quindi un in- Dista circa 12 km dal centro della città dotto annuo di circa 400 milioni di di Verona e opera a favore di uno fra euro . Un traffico incrementale di 1 mi- i più importanti comprensori in Euro- lione di passeggeri crea occupazione fra pa . Al centro di un’area che interessa le i 1 .050 e 3 .200 addetti . province di Brescia, Mantova, Rovigo, Queste cifre descrivono il ruolo degli Vicenza, Trento, Bolzano e Verona che, aeroporti come motore dell’economia con circa quattro milioni di abitanti locale . Il turismo rappresenta un seg- raggiunge, il 12% del PIL nazionale . mento importante dell’economia lo- Giornalmente partono voli per Roma, cale . Nel 2011 le presenze turistiche re- Palermo, Catania, Olbia, Cagliari, Bari, gistrate a Verona e Vicenza sono state Napoli e, stagionalmente, anche per complessivamente 16,2 milioni, a cui Lampedusa) . si aggiungono le oltre 29,7 milioni di Per quanto riguarda i voli internazionali presenze turistiche in Trentino . La Re- ha collegamenti con Amsterdam, Colo- gione Lombardia ha registrato nel 2010 nia, Monaco di Baviera, Londra, Pari- oltre 7,6 milioni di presenze nell’area Nella pagina a gi, Francoforte sul Meno, Barcellona, bresciana e la Provincia di Mantova se- fianco: veduta aerea Bruxelles, Varsavia, Bucarest, Tirana, gnala oltre 930 mila presenze turistiche dell’aeroporto di Mosca-Domodedovo e San Pietrobur- lo stesso anno . Villafranca con la pista, le aree dell’aeroporto go-Pulkovo . Precedentemente classificato come militare, la stazione e la L’Aeroporto può considerarsi un vero Aeroporto militare dalla sua nascita frazione di Calzoni. motore dell’economia locale, da uno nell’ottobre 2011 solamente l’11 settem-

126 127 i beni storico artistici di villafranca dal vecchio al nuovo aeroporto

Le forze armate a Villafranca Oltre alla 3º Aerobrigata R.F. (Ricognitori Fotografici), denominata “Gli occhi della NATO”, conside- rato che era l’unica Aerobase, in ambito NATO, specializzata nella ricognizione aerea, a Villafranca, contemporaneamente è sempre esistito un Gruppo Artiglieria c.a.l., specializzato nella difesa antiae- rea con armi convenzionali. Questo reparto nel corso degli anni cambiò diverse volte denominazione e reparto di appartenenza (1957-1964 (3º DAT Bologna), 1964-1972 (17º Reggimento Artiglieria cal “Sforzesca” Bologna), 1972-1975 (17º Reggimento Artiglieria cal “Sforzesca” Brescia), 1975-1993 (17º Gruppo Artiglieria cal “Sforzesca” Villafranca di Verona) quando fu trasferito a Mestre, poi a Rimini e infine a Sabaudia. Villafranca di Verona dal 1975 al 1993, nella sede di Caluri prospiciente il Comando della 3a Aero- brigata, fu sede del Comando di uno dei più prestigiosi Reggimenti dell’Esercito Italiano, infatti il 17º Reggimento Artiglieria cal “Sforzesca” vanta una Bandiera di Guerra decorata con ben tre medaglie d’argento al merito. Lo stemma dei “4 gatti” L’idea dello stemma del 3º stormo risale al 1940 da una battuta del Tc. Paolo Moci comandante del 28º Gruppo: “sempre i soliti quattro gatti… in giro per il mondo”. Dopo varie trasformazioni del logo, a volte irriguardose, “i soliti 4 gatti” sono interpretati come rappresentazione del reparto che opera di giorno (due gatti su fondo chiaro) e di notte (due gatti su sfondo scuro).

bre 2008 ha assunto lo status di Aero- Con questo decreto venne assegnato Con la fine del conflitto l’Aeroporto per- (Villafranca), e dal 26 agosto 1944 iniziò porto appartenente allo Stato e aperto alla nostra provincia il compito di ospi- se gran parte dell’attività di volo, ridotta una lunga serie di bombardamenti che al traffico civile . tare uno dei sette cantieri destinati a di- ai soli movimenti della Regia Unione portarono lutti e distruzioni . La storia dell’aviazione sul territorio ventare base di appoggio per dirigibili Nazionale Aeronautica (R .U .N .A .), una A conflitto finito, nel 1949 venne fatto fra Villafranca e Sommacampagna par- dell’Esercito e della Regia Marina sorta di Aeroclub anni trenta . un inventario di ciò che era rimasto . te nel 1911 quando vi fu un importante Alla fine del 1912 il Ministero della Questa situazione tranquilla durò fino Oltre agli hangar e magazzini in gran esperimento di sorvolo di aeromobile Guerra affidò al Battaglione Aviatori all’autunno del 1943 . In seguito agli av- parte distrutti, la pista presentava una effettuato in un’area militare a ridos- lo studio per l’organizzazione dell’avia- venimenti legati all’armistizio dell’8 set- cinquantina di crateri da 7 metri di so delle colline di Custoza sulla strada zione militare in Italia, con il compito tembre e alla costituzione della Repub- diametro . Al giorno d’oggi gran poco è per Villafranca . Alle ore 6 .30 dell’11 di decidere la dislocazione delle squa- blica Sociale del 23 settembre, avvenne rimasto di quel vecchio campo di volo . luglio, un dirigibile si librò nell’aria, driglie aeree . Verona fu una delle cit- una tragica svolta per Villafranca, che Quando l’Aeronautica Militare (primi sorvolò lo spazio aereo da Villafranca tà prescelte e il Comando III Gruppo fino ad allora non era mai stata coinvol- anni 50) decise di riprendere possesso fino a Mantova, rientrando quindi nel Aeromobili del tenente colonnello Re- ta in modo diretto dalla Seconda Guer- della zona, ricostruì l’Aeroporto mili- suo hangar . sio venne schierato sul nuovo campo ra Mondiale . tare nella posizione attuale gran parte Il Regio Decreto del 13 ottobre 1911 se- di Ganfardine con due squadriglie da Nel giro di poche settimane gli an- di quello che fu l’ex campo di volo di Schieramento di aerei nel gnò l’inizio della storia aeronautica nel- ricognizione, più una sezione da bom- glo-americani compresero il pericolo Ganfardine venne cancellato, demo- vecchio aeroporto militare. la provincia di Verona . bardamento . proveniente dall’Aeroporto numero 27 lito ed inglobato dalla nascente zona

128 129 villafranca e le sue trasformazioni dal vecchio al nuovo aeroporto

CESARE ALBERTINI (GALLO) L'aeroporto e la resistenza era organizzata nei tre battaglioni Burrasca, Tuono e Fulmine. Classe 1919. Partecipa come Sono da ricordare: Ezzelino Marangoni (TUONO) che divenne nella seconda Guerra Mondiale ufficiale del 2º Rgt. Alpini alle nell’immediato dopoguerra Sindaco a Valeggio, Giacomo Fran- operazioni sul fronte russo. chini (CORIOLANO), Marcello Turrina (MARCELLO e in seguito Nei 20 mesi della Guerra di Resistenza sul territorio del Villa- Dopo la tremenda ritirata dalla franchese operavano ben due formazioni partigiane: la BRIGA- MORETTI), Raffaele Masotto, Mileo Turrina, Gino Zago (PUA), sacca del Don del gennaio ‘943 TA ANITA e la BRIGATA ITALIA, riconosciute dal FLNAI (Fronte di Giovanni Turrina (MACARINI) Luciano De Bortoli, Aldo Baldi (IL rientra in Italia con solo 243 Liberazione Nazionale Alta Italia) erano incardinate nel CZP (Co- FRANCESE) che nel 44 divenne il comandante dell’insieme delle superstiti del suo reggimento. mando Zona Pianura) e non erano espressione diretta di alcun due brigate e cioè la Divisione Lorenzo Fava. E non va certo Nel settembre dello stesso anno partito politico. A Villafranca e nei comuni limitrofi, operava la dimenticato il francese (ma di lingua tedesca) Luc Colomb che fonda a Villafranca il primo nu- BRIGATA ANITA, comandata da Cesare Albertini (nome di bat- nell’ultimo periodo della Resistenza si affiancò ai partigiani vil- cleo di partigiani diventati poi taglia GALLO) i cui uomini erano organizzati in tre battaglioni: lafranchesi e lottando con loro ottenne notevolissimi successi. la Brigata Anita di cui assumerà Lampo, Uragano e Tempesta. Tra i nomi di spicco vanno segna- Il ruolo dei partigiani della Brigata Anita fu in un primo tempo il comando sino al termine del lati almeno quello del Maestro Mario Faccincani (SPASSADORA) quello di aiutare i numerosi soldati del Regio Esercito che diser- conflitto. Nel maggio del 1945 di Giuseppe Corsini (MARCO) e dei suoi fratelli, dell’Ing. Giu- tavano. Dopo aver abbandonato l’arma in dotazione (che dai gli alleati lo chiamano a dirigere seppe Fadini (CARLO e in seguito PIO), Ugo Vincenzoni, Alfredo fratelli Corsini custodi del cimitero) veniva nascosta nelle tombe il battaglione di Villafranca del- Dalfini e soprattutto l’allora parroco don Eliseo Contri (nome di vuote) ricevevano un poco di cibo, abiti civili e venivano aiutati a la Polizia Partigiana. Conclusa battaglia ISEO) che pur non avendo mai imbracciato un mitra, tornare a casa. In seguito riuscirono ad infiltrarsi nell’aeroporto questa breve esperienza entra nel Corpo delle Guardie di P.S. molto operò e fece a favore dei partigiani. militare e a portare a termine diversi atti di sabotaggio agli aerei (oggi Polizia di Stato) dove intraprende una luminosa carriera, A Quaderni invece aveva sede la BRIGATA ITALIA, comandata o a rubare nottetempo le armi ed il munizionamento, inoltre fu- con diversi encomi ed onorificenze. Viene promosso Colonnel- da Fiorenzo Olivieri (nome di battaglia ENZO) che a sua volta rono in grado di fare un disegno, un rilievo molto molto preciso lo nel gennaio del 1973. Nel luglio dello stesso anno muore per i postumi di un infarto che lo aveva colpito poco tempo prima. Riposa nel cimitero di Villafranca.

FIORENZO OLIVIERI (ENZO) Classe 1920. Si diploma come elettrotecnico a Verona presso l’I- stituto Tecnico G. Ferraris. Si iscri- ve all’università e dopo l’otto set- di tutte le istallazioni militari attorno alla pista, disegno che ven- tembre 43 torna per breve tempo ne passato agli alleati e che fu loro utilissimo per meglio calibrare al Ferraris come insegnante. Crea i bombardamenti aerei. I compiti dei partigiani della Brigata Italia a Quaderni la Brigata partigiana erano molteplici: riuscirono ad entrare nelle fabbriche e nelle Italia e ne terrà il comando fino istallazioni militari site nel territorio valeggiano ed a provocare all’ultima sanguinosa battaglia diversi sabotaggi e rallentamenti alla produzione militare. del Monte Casale del 30 aprile Considerato che la zona operativa dei suoi battaglioni si esten- 1945. Nel 48 emigra dall’Italia e va in Argentina dove forte dei deva anche nei vicini comuni del mantovano, ebbero il compi- suoi studi trova lavoro come ca- to di ostacolare (e coi loro fasulli posti di blocco ci riuscirono potecnico presso la SNIA Viscosa. egregiamente) il traffico dei convogli di camion militari che Mantiene la cittadinanza italiana viaggiando soprattutto durante la notte, da Mantova, lungo la ed accoglie nella sua villetta tutti i sacerdoti veronesi che van- strada statale, rifornivano di benzina, merci e pezzi di ricambio no e vengono dalla missione in sud-America, chiedendo loro l’aeroporto di Villafranca. solamente di poter scambiare quattro chiacchiere in dialetto. Va infine detto che a conferma della loro effettiva pericolosità e Ci tiene a restare “uno dai Querni” Torna solo periodicamente quanto infastidissero gli occupanti tedeschi, il Comando Supe- nella sua amatissima Italia. Muore a Buenos Aires nel 2012. riore Germanico mise sulla testa dei “CAPI RIBELLI” una taglia della stratosferica (per l’epoca) cifra di 100.000 lire. Ugolino Franchini

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industriale e residenziale . ad eccezione restando dell’aeronautica militare, fu di quelle poche infrastrutture, di quei utilizzato anche per voli civili con de- muri sopravvissuti al tempo, segni di stinazioni verso il nord Europa e con un doloroso passato che ha scritto la collegamenti quotidiani con Roma . nostra storia . Fu creata pertanto nel dicembre 1978 Finita la guerra anche Caluri e Villa- la società di gestione Aeroporto Vale- franca risentirono della ripresa legata al rio Catullo di Verona Villafranca S .p .A . periodo della ricostruzione . Comincia- con partecipazioni delle provincie limi- rono ad arrivare nuove famiglie; l’Aero- trofe e Alto Adige-Südtirol . porto venne ricostruito diventando la L’Aeroporto è dotato di una sola pista base per operazioni di ricognizione ad di decollo, orientata a 044º (o a 224º ampio raggio . a seconda della direzione) ed è dotata Nel marzo del 1954 infatti il 3º Stormo del sistema di atterraggio strumentale Supporto Operativo iniziò il trasferi- (ILS), mentre sia la pista 4 che la 22 mento sull’Aeroporto di Villafranca dove sono dotate del sistema PAPI . La prima stazione dell’aeroporto civile con si insediò ufficialmente dal primo luglio . Nel 1990 il terminal passeggeri fu am- passeggeri in partenza. Nei primi anni ’60 l’Aeroporto, pur pliato per far fronte al costante aumen-

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to del traffico . Il piazzale aeromobili e i usato solo per le partenze e il Terminal 2 parcheggi auto furono ingranditi . L’ac- per gli arrivi . cesso all’Aeroporto fu migliorato inoltre È stato inoltre dotato, nel gennaio del con un collegamento al nuovo anello 2008, di un innovativo impianto per la stradale di Verona (SS 12) in occasione sicurezza dei voli in caso di nebbia (per della Coppa del Mondo di calcio . la prima volta in Italia) . Questo sistema Nel 1995 l’Aeroporto raggiunse il re- è utilizzato per la guida degli aerei a ter- cord di un milione di passeggeri annui ra e garantisce massima sicurezza . e nel 1999 conquistò il secondo grado L’Aeroporto si trova all’interno dell’area in Italia nella classifica dei voli charter, controllata dall’ACC di Padova e viene subito dietro Milano-Malpensa e Ro- gestito dalla società Aeroporti Sistema ma-Fiumicino . Il numero di passeggeri del Garda, che gestisce anche l’Aero- continuò a crescere: 2 milioni all’anno porto Gabriele D’Annunzio di Bre- nel 2001 e 3 milioni nel 2006 . scia-Montichiari . In risposta alla costante crescita del traf- Nel luglio 2016, si è concluso il rifaci- fico, si provvide ad un deciso amplia- mento del piazzale aeromobili (apron) e mento delle strutture . l’apertura di un nuovo Duty Free . Svi- Negli ultimi anni la Società di Gestione luppi futuri, a breve, prevedono pure ha realizzato il rifacimento e l’allunga- l’aggiunta di 3 finger al terminal Parten- mento della pista di volo, l’ampliamen- ze (T1) (connettore mobile chiuso tra to dei piazzali di sosta degli aeromobili gate e aeromobile), l’integrazione tra i e la costruzione di un nuovo terminal due terminal con l’aggiunta di un piano arrivi, nominato Terminal 2, inaugura- superiore, l’estensione del piazzale aero- to a maggio 2006 alla presenza dei mas- mobili . È prevista inoltre la costruzione simi vertici Regionali e Nazionali . di una stazione ferroviaria sulla linea Questo terminal è adiacente alla strut- Verona-Modena e una nuova uscita tura originale, nota come Terminal 1 . dell’autostrada A22 . Tutti sviluppi che Come risultato del programma di espan- porteranno il Valerio Catullo a diventa- sione, la capacità dell’Aeroporto è rad- re snodo di primordine nazionale, euro- doppiata . Attualmente il Terminal 1 è peo ed internazionale .

Masterplan del progetto di ampliamento della stazione Partenze-Arrivi dell’aeroporto, di prossima realizzazione.

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La Chiesa del Cristo

La chiesetta, detta del Cristo, all’inter- Settimana Santa per il “circuito dei se- no del Castello, sotto la rocca principa- polcri”: che comprende la chiesa dei fra- le, è la prima chiesa del comprensorio ti, chiesa del Cristo, Disciplina, Duo- villafranchese . mo, San Rocco . È sede spesso di mostre Attualmente poco utilizzata per pra- d’arte e manifestazioni di nicchia . tiche religiose; qualche matrimonio e Nel tempo, fino al 1806, subì diversi santa messa, in special modo durante la restauri; poi dopo un lungo periodo di Sopra a sinistra: “Il Cristo trionfante” dipinto sul soffitto della cantoria. Affresco di cm 178x178, in una cornice di stucco attribuito ad ignoto del XVIII secolo. Sopra a destra: il bellissimo altare in marmi policromi della chiesetta del Cristo. La nicchia sopra l’altare conserva un affresco del XIII secolo raffigurante: “La Crocifissione”, affresco, cm 150x103. Le immagini di Maria e San Giovanni e gli stucchi sono stati eseguiti successivamente, XVIII secolo. Sotto: interno della chiesa Nella sacrestia sono dopo i restauri con le copie raffigurati angioletti che delle pale di G.B. Lanceni sorreggono gli strumenti ora nella Sala Giunta del della passione. Comune di Villafranca.

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abbandono con il definitivo restauro del di spine e La salita al calvario di Cristo . La Sacrestia La cantoria 2003, a cura dell’architetto G . Cristinel- Opere di Giovanni Battista Lanceni li, è ritornata all’antico splendore . La (1659-1735) . Gli originali attualemente Un antico armadio accoglie il visitatore Sul soffitto l’affresco entro cornice in nicchia sopra l’altare di bellissimi marmi sono conservati in sala Giunta presso il della piccola sacrestia con le pareti deco- stucco cm 178x178 raffigurante ilCri - policromi, conserva un affresco del XIII Comune di Villafranca . La chiesa è di rate dove sono raffigurati angioletti che sto trionfante che risorge dal sepolcro. secolo raffigurante La Crocifissione, affre- proprietà del Comune di Villafranca sorreggono gli strumenti della passio- Attribuito ad ignoto del XVIII secolo . sco cm 150x103 . Le immagini di Maria e lo è sempre stata fin dall’atto della ne: La Veronica, La colonna con il gallo, È stata sede del museo del risorgimen- e San Giovanni e gli stucchi sono stati sua fondazione avvenuta a cure e spese l’angelo consolatore davanti al sepolcro, to per diversi anni fino al trasferimen- eseguiti successivamente, XVIII secolo . della popolazione cittadina, come atte- L’angelo piangente, L’angelo con i flagelli, to nella nuova sede del Palazzo Botta- Nella parete destra le tre pale raffigu- stato da documenti legali e confermato La scala, La corona di spine, attribuiti a gisio (2009) . ranti: La flagellazione, L’incoronazione dalla epigrafi affisse alle pareti . Germano Prendaglio (1735-1809) .

Tre pale raffiguranti, da destra: “La flagellazione di Gesù”, “Il Cristo deriso e coronato di spine”, “La salita al Calvario”. Opere di G.B. Lanceni (1659-1735). Gli originali sono presso la Sala Giunta del Comune di Villafranca.

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I Frati Cappuccini a cura di Gianna Negrini

L’Ordine dei Frati Minori Cappuccini necessità notificata alle autorità di Vil- sorge nel 1525 come movimento di rifor- lafranca che accolsero con entusiasmo la ma dell’ordine francescano, ritornando richiesta alloggiando i frati nell’Ospedale allo spirito della regola di San France- ed affidando loro la cura degli infermi . Il sco specialmente per quanto riguarda 28 gennaio 1586 fu fondato il monaste- l’assoluta povertà . È stato ufficialmente ro dei cappuccini di Villafranca e in quel approvato dalla chiesa con la bolla “Re- giorno vi piantarono la croce . Il terreno, ligionis zelus” di papa Clemente VII il 3 la chiesa e il monastero furono edificati luglio 1528 . a spese della comunità villafranchese che Nel XIII secolo San Francesco avviò provvide pure al mantenimento dei frati; gli ordini religiosi e ne incamerò i beni . Negli anni 1629-1630, durante la guerra una forma di vita evangelica in povertà già nel 1588 il convento poteva ospitare Il 15 maggio 1606 però i cappuccini fu- tra Venezia e l’esercito imperiale tedesco e fraternità alla quale diede il nome di numerosi frati e forestieri . Consisteva nel rono cacciati dal governo della Repub- per la conquista di Mantova, furono fat- “Frati minori” . Nella provincia di Ve- piano superiore in dodici celle per i frati blica veneta perché difendevano i diritti te prigioniere molte persone dall’eserci- rona si contavano numerosi conventi e sei per i forestieri, nel piano inferiore della chiesa non sottostando agli ordini to tedesco e per le preghiere e i buoni dei cappuccini: Verona, , Ca- c’era il refettorio, la caneva, e la cucina . della repubblica che imponeva al clero uffici di padre Amedeo da Monteforte prino, Peschiera, Monteforte, Lonigo Iniziò pure la costruzione della nuova e agli ordini religiosi di non ubbidire furono liberate . I documenti riportano e Villafranca . Oltre Verona, Villafranca chiesa che venne consacrata nel 1599 dal agli ordini del papa Paolo V che rispose di oltre cento persone, di ogni età e rifu- è l’unica cittadina che dopo tante vi- reverendissimo Alberto Valier vescovo con la scomunica; cioè sudditi liberi da giate nel convento, come ottenessero il cende abbia conservato il convento dei di Famagosta e coadiutore perpetuo del ogni obbligo di fedeltà alla repubblica, lasciapassare “una trombetta” e a piedi si Sopra a sinistra: l’antico Il crocifisso che cappuccini . Cardinale Agostino Valier vescovo di Ve- chiusura delle chiese, sospensione della recassero a Verona per il riscatto di varie convento di via Custoza troneggiava sull’entrata Per inquadrare il periodo in cui inizia- rona . La chiesa abbastanza vasta, per quei celebrazione della messa e amministra- persone prigioniere. (attuale piazza IV principale del Castello Novembre) prima della scaligero, sopra il ponte no il loro apostolato a Villafranca può tempi, misurava diciotto metri di lun- zione dei sacramenti . Dopo la pestilenza del 1630 che im- demolizione. levatoio; ora presso essere utile una sintesi storica . Nel 1540 ghezza, più il presbiterio, il coro e a destra L’anno successivo, riappacificatesi le perversò si riferisce “che a Villafranca, il convento dei Frati i conventi di Mantova e Verona, famo- la cappella della Madonna . Il complesso parti, i cappuccini ritornarono al loro nel convento, prima della peste c’erano Sopra a destra: la vecchia cappuccini. Opera di si nella storia dell’ordine, necessitavano sorgeva in via Custoza (l’attuale Piazza convento tra l’esultanza della popola- undici religiosi, dopo, quattro soli dei croce, ora sostituita, con Jacopo Tumicelli i simboli della passione 1764-1825). Olio su tavola, di un luogo a mezza strada, percorsa a IV novembre) e vi rimase fino al 1810 zione e vi rimasero in pace fino all’arri- quali due sacerdoti, un chierico e un trasferita dal vecchio cm 160x94. piedi, come tappa e collegamento . Tale quando Napoleone Bonaparte soppresse vo di Napoleone Bonaparte (1810) . laico” (idem Vs .) convento.

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Tra il 1644 ed il 1697 si eseguirono nu- condussero i padri cappuccini, fino alla loro la possibilità del ritorno a Villafran- (Arch . Conv . Fascicolo I) . Le condizioni, merosi ed importanti lavori per la co- soppressione napoleonica del 1810 non è ca . La famiglia Canossa di antichissima sollecitate dal padre provinciale di allora, struzione del convento . arrivato a noi nulla di notabile e sicuro origine, vanta figure di primo piano sot- fra Giobatta da Venezia, poste dal Mar- Nel 1678 Padre Antonio Maria da Vicen- anche perché l’archivio conventuale fu to il profilo religioso e politico . A cavallo chese risultano dalla seguente lettera… il za, guardiano, scrive: “Attesto con mio disperso e distrutto . La popolazione che del secolo XVIII e XIX, visse Bonifacio, mio convento con chiesa ed orto intero, giuramento, io infrascritto, come a que- viveva in condizione di estrema povertà è uomo religioso e saggio amministratore o quella parte di esso che possa essere a sto convento dei cappuccini di Villafranca stata assistita, difesa dall’oppressione dei dei propri beni e della cosa pubblica . senso delle loro costituzioni, sarà libera- non viene somministrata alcuna elemosi- potenti dai padri cappuccini . Sorella di Bonifacio fu Maddalena nata mente goduto dai RR . PP . Cappuccini, na per decreto pubblico del Serenissimo Nel 1832 iniziano i lavori per la costru- a Verona nel 1774 che lasciò la casa pa- senza alcun onere e peso e per mia par- Principe, ma solo viene contribuita da zione del nuovo convento dei cappucci- terna per dedicarsi al servizio dei poveri, te sarà perpetua la cessione…” . Lettera questa spettabile comunità, l’elemosina ni, a destra del castello scaligero . Scrive alla cura ed alla istruzione delle fanciul- firmata alla presenza di due testimoni L’attuale chiesa dei frati, La vecchia chiesa donata dedicata a San Giuseppe, dal marchese Bonifacio di lire 1500 l’anno previa sempre l’annua- fra Raimondo da Venezia “questa chiesa le . Istituì l’ordine delle “figlie della cari- padre Ambrogio da Villafranca e certo costruita negli anni di Canossa. Da notare il le licenza prefettizia di Verona in specie e convento fabbricati a sole spese di S .E . tà” sotto il patrocinio di Maria Addolo- sig . Carlo Morini . Seguì poi la solenne settanta su disegno piazzale, la croce, parte per carne, parte per cera, parte per Bonifacio di Canossa furono comincia- rata, approvato da Papa Leone XII . inaugurazione del convento e della nuo- dell’arch. Luciano Foroni le celle del convento, con la Madonnina, opera e la campagna che si olio, con l’obbligo di mantenere il predi- ti l’anno 1832…” . Il nome dei Marche- Il 10 settembre 1837 “fu reso noto al nobi- va chiesa dedicata a San Giuseppe . dello scultore Livio Conta, estendeva catore di quaresima come quello dell’av- si Canossa resterà per sempre legato al le marchese Bonifacio di Canossa… far- Da allora la chiesa dei cappuccini e il donata nel 1996 oltre via Nino Bixio. vento ”. Della vita che in questo convento convento dei cappuccini, perché ha dato ne solenne apertura del nuovo convento convento diventarono ben presto meta dal Gruppo Biondan.

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di pellegrinaggio di tante e tante anime Laurenzianum di Venezia affiliato alla del circondario . Il convento divenne Pontificia Università Ecclesiastica “An- anche sede del Seminario Serafico per tonianum” di Roma . l’educazione e formazione di futuri figli Dal 1996 al 1997 si procede alla ristruttu- di San Francesco . razione della cappella del seminario che Il 7 luglio del 1866 vengono soppressi in per adeguarla ad una forma più idonea Italia tutti gli ordini religiosi e congrega- alla liturgia del Concilio Ecumenico Va- zioni con l’ordine di abbandonare i con- ticano II . Viene arricchita da un grande venti e deporre l’abito; però il convento affresco ad abside raffigurante la Trasfi- di Villafranca, dopo strenua lotta con il gurazione del Signore e da altri dipinti di governo del tempo, fu l’unico a soprav- stile iconografico, opere del giovane frate vivere in quanto proprietà dei Marche- fr . Nathanael Theuma al quale si deve si di Canossa . Nel tempo giunsero altre anche il disegno della nuova cappella . trasformazioni ed utilizzo del convento . Nel settembre 2008 i giovani cappuc- Nel 1958, su disegno dell’architetto Al- cini in formazione da Villafranca ven- Foto datata dell’interno pago Novello, fu costruito il nuovo Se- gono trasferiti a Cremona e l’ala dello della chiesa dei frati prima minario Serafico, con una nuova cappel- “Studentato” comincia ad esser adibita dell’abbattimento. la, destinato alla formazione dei fratelli a iniziative di formazione ed attualmen- laici cappuccini . Resterà attivo fino ad te è sede della Scuola Media Cattolica ottobre 1967 . In seguito la struttura ver- don Allegri . La costante tradizione dei rà concessa al Comune di Villafranca e conventi cappuccini di dispensare gior- ospiterà prima il Liceo “E . Medi” e poi nalmente il pasto a poveri portò alla co- fino al 1993 la scuola media “Aldo Moro” . struzione di un refettorio che permet- Negli anni 1971-72 su progetto dell’ar- tesse ai poveri di consumare un pasto ch . Luciano Foroni viene modificata, al riparo dalle intemperie . La tradizione ristrutturata e consacrata, il 20 gennaio continua anche ai nostri giorni, i pochi 1988 da mons . Andrea di Verona, la vec- frati hanno trovato collaborazione fra la chia chiesa . gente e la Caritas; la generosa popola- Alla fine del 1993 l’ala del Seminario zione di Villafranca provvede ancora, viene progressivamente sottratta alla nelle misure più svariate al sostenta- Scuola “Aldo Moro” per lasciare il po- mento dei frati e dei poveri nel solco Il marchese Bonifacio di sto allo “Studentato”, sede del triennio della tradizione francescana . Canossa che ha donato nel di formazione dei giovani frati cappuc- 1832 ai padri Cappuccini cini candidati al sacerdozio, con l’isti- la chiesa e l’orto “senza Tratto da: “I Cappuccini a Villafranca nel cente- L’interno della chiesa onere e peso a perpetua tuzione di un biennio filosofico-teolo- nario di un convento 1837-1937” di padre Lino attuale dei Frati concessione”. gico dipendente dallo Studio Teologico M . da Rovigo, minore cappuccino . Cappuccini.

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La Chiesa Oratorio della Visitazione o Disciplina a cura di Elisabetta Benassuti

La Chiesa della Visitazione, o della Di- 1499 . La stessa Confraternita la restaurò sciplina, prende il nome di “Oratorio nell’anno 1779 . Di questo ne è testimone della Visitazione” perchè sia all’esterno un’iscrizione conservata su una parete in che all’interno vi sono opere riguar- alto della sacrestia . danti la visita della Madonna alla cugi- La funzione iniziale dell’oratorio era na Elisabetta, mentre il nome “Chiesa quella dell’assistenza e della carità, dan- della Disciplina” deriva dalla congrega- do ospitalità materiale e spirituale ai zione che la resse fino al 1806 a seguito viandanti che da Verona andavano a della soppressione delle Confraternite Mantova e cercavano un giaciglio di pa- effettuata da parte di Napoleone . La glia per dormire e un pasto caldo . Con il “disciplina” era un arnese di penitenza, tempo lo scopo principale della Confra- che consisteva in un mazzo di funicelle ternita divenne quello dell’“assistenza”: riunite attorno ad un manico con alle ai malati, che si effettuava nell’“ospeda- estremità nodi o palline di legno, usato le” annesso al Palazzo Maffei, ai poveri, nel Medioevo per ricordare la flagella- agli orfani, alle famiglie in difficoltà e La bella facciata barocca zione di Gesù Cristo, per chiedere per- nel fornire una piccola dote alle ragazze della chiesa della disciplina dono dei peccati commessi e ricordarsi povere da maritare . risalente al XV secolo. di vivere nella semplicità e povertà . Ci sono voluti quasi tre secoli per realiz- Sul timpano le sculture La Confraternita “dei Disciplinati di zare l’Oratorio della Visitazione e com- di due frati di scultore ignoto del XVIII secolo. Cristo” nasce per opera di Raniero Fasa- pletare la monumentale facciata barocca . Al centro le statue di un ni nel 1260 a Perugia e si estende in bre- Sul portale si trova il bassorilievo della papa (a sinistra) e di San ve tempo nell’Italia centro settentrionale “Visitazione” in cui si vedono Maria e la Francesco (a destra). dedicandosi al servizio dei poveri “pau- cugina Elisabetta e ai lati due angiolet- Sopra: particolare del peres Christi” . I Disciplini o Disciplinati ti; ai lati si notano la statua di un Papa bassorilievo sostenuto Rilievo della facciata della vennero in possesso di questa cappella in (ignoto) mentre sulla destra vi è la statua da due putti, sopra il chiesa della Disciplina portale, rappresentante realizzato dall’architetto seguito alla donazione del nobile Gior- di San Francesco D’Assisi (come richia- la visita della Madonna Lucio Pavan. gio fu Tommaso de’ Maffei nell’anno mo alla povertà e alla carità); in alto vi a Santa Elisabetta.

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sono le statue di due frati (ignoti) . Segui- mento di alcune finestre che davano sul rono poi altri interventi ad opera della cortile dei palazzi a fianco . Parrocchia dei Ss . Pietro e Paolo con il Oggi nella navata troviamo: lungo le V . F . contributo di enti e privati: restauro sta- pareti 14 piccoli quadri del 1750: la Via tue del gruppo ligneo-mortorio (1995), Crucis, trattasi di 14 fogli incisi da una tinteggiatura, restauro della pala d’altare bottega di Venezia molto famosa nel A . D . M . D C L V I I HORATIO FARINATO e da ultimo la facciata (2002) . 1700 (J . Wagner); sopra l’altare vi è la La navata, che risulta essere spoglia pala della “Visitazione” di Maria ad Eli- e povera rispetto alla ricca facciata sabetta (quadro ad olio su tela) dipinta esterna, è a pianta rettangolare ed è il nel 1607 da Orazio Farinati . frutto della sistemazione di strutture Sulla parete a sinistra, vi sono poi due preesistenti . Probabilmente, in origine statue risalenti al XVI secolo in legno quello stesso spazio era un cortile dove policromo di Maria in visita ad Elisa- venivano accolti i viandanti dai Disci- betta, interessante è lo sportellino di plini, poiché i restauratori hanno no- legno che Maria ha sul grembo, perchè tato alcune differenze nell’impasto dei un tempo le donne che faticavano ad muri, gli assi delle pareti non ortogo- avere figli mettevano qui dentro la loro nali rispetto alla strada e il tampona- preghiera a Maria nella speranza che ascoltasse le loro suppliche . Sotto l’edicola con le due statue si apre una finestra protetta da una grata in fer- ro: è il “Sepolcro” seminterrato che con- serva il “Mortorio”, il tesoro più prezio- so della Chiesa . Trattasi di un gruppo L’altare della Disciplina con la pala di Orazio Sopra: gruppo ligneo di nove statue di legno policromo della Farinati (1559-1616). policromo di maestro del seconda metà del XV secolo, effettuate Pala commissionata da XVI secolo rappresentante da uno scultore anonimo . Zambattista e da Ogniben la visita della Madonna a Sopra il portale d’ingresso vi è una pala Bellesio da Vila Francha. Santa Elisabetta. Da notare Rappresenta la visita di lo sportellino sul grembo del XVI (olio su tela) che ritrae “la Na- Maria a Santa Elisabetta. di Maria dove venivano tività con Santa Elisabetta” dipinta da Sul lato destro San inserite le preghiere dei un pittore anomino . Zaccaria e San Giuseppe. fedeli specialmente delle Dietro l’altare, infine, troviamo un’am- Sullo sfondo l’arco trionfale donne in attesa. pia sala delle riunioni con volta a botte con lo stemma del Comune A fianco: “Natività con e stucchi, risalente al 1400, probabil- e la firma di Horazio Santa Elisabetta”. Olio su Farinato (1607) sulla tela di cm 156x111 di pittore mente la prima chiesa dei Disciplini, colonna sinistra. ignoto del XVI secolo. contenente il presbiterio e il coro . Olio su tela, cm 300x291.

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Il Compianto vava davanti agli occhi questa scena di sul Cristo Morto morte del Cristo: l’inevitabilità della morte fisica, del Figlio di Dio che ha Di rilevante interesse storico ed artistico condiviso la nostra condizione uma- è il gruppo ligneo collocato all’interno na, del Padre che non abbandona il della cripta della chiesa della Disciplina Figlio ma lo innalza, era come dire ai o Visitazione, meglio conosciuto come credenti: “speranza, coraggio che la se- il “Compianto sul Cristo morto” . parazione dai nostri cari imposta dalla Trattasi di una delle prime opere che i morte non è definitiva! Come il Padre confratelli Disciplinati commissionaro- non ha abbandonato il Figlio, ma lo no quando giunsero in possesso dell’o- ha risuscitato dandogli lo Spirito, così ratorio a seguito della donazione da quelli che sono nel Figlio “saranno parte del nobile Giorgio Tommaso de’ risuscitati nell’ultimo giorno” (rif . Gv Maffei nel 1499 . 6,39-40)” . Storicamente, è dal 1300 che in Italia si Il gruppo ligneo policromo della Disci- sviluppa il tema iconografico del “Com- plina, è situato nella cripta che si trova pianto” o della “Pietà” con la creazione sulla parete sinistra della Chiesa pro- di statue a grandezza naturale, general- tetta da una grata di ferro . È compo- mente disposte in semicerchio attorno sto di 9 statue risalenti al XV secolo di al Cristo morto, chiamati “Mortori”, cui 8 rappresentano le figure canoniche “Compianti”, “Sepolcri” che rappresen- dei personaggi che, secondo i racconti tano la narrazione evangelica del mo- evangelici e la tradizione religiosa, han- mento dopo la deposizione dalla croce e no preso parte alle ultime fasi della Pas- prima della sepoltura . La chiesa cristiana sione di Cristo: le “tre Marie” (la Ma- cattolica utilizzava questi gruppi lignei donna, Maria di Cleofa e Maria Salomè) appoggiato al centro della cripta su un come il “donatore” Giorgio Tommaso de’ per “parlare ai fedeli”, come “mezzo di al centro della stanza inginocchiate cataletto, il cui volto non fa trasparire Maffei, molto devoto . A quel tempo era evangelizzazione”, poiché a quel tem- davanti al Cristo morto, la Maddalena, le sofferenze patite durante la passio- usanza comune che il donatore venis- po sia le celebrazioni eucaristiche che le in disparte sulla destra in uno stato di ne, ma è un volto che trasmette pace e se ritratto all’interno dell’opera d’arte . processioni erano in latino che i fedeli notevole decomposizione, l’apostolo tranquillità, di colui che è morto rivol- Questa statua rende particolare il mor- non conoscevano, così guardando le Giovanni sulla sinistra, in preghiera e gendosi a Dio come figlio “Padre nelle torio di Villafranca rispetto agli altri statue dovevano far propri i sentimenti poi i due protagonisti maschili della tue mani affido il mio spirito” (rif . Lc presenti nella Provincia di Verona . provati dai protagonisti, ripensare all’e- deposizione, a sinistra Giuseppe d’Ari- 23,46), la statua ha i piedi anneriti a se- Vi sono poi 4 ulteriori personaggi di- pisodio evangelico e riflettere sulla pro- matea, riconoscibile dall’atto di reggere guito di una bruciatura causata tempo pinti su tavole di legno sagomante, ag- Particolare delle preziose state lignee del mortorio. pria condizione di fedeli in Cristo . la corona di spine ed i chiodi e Nicode- fa da un lumino lasciato acceso; vi è poi giunte settecentesche, rappresentanti i Le tre Marie: la Madonna, Nel caso del mortorio di Villafranca lo mo sulla destra, ai piedi del Cristo, con la statua di un chierico inginocchiato, soldati romani posti a guardia del se- Maria di Cleofa e Maria scopo era di far ricordare a chi si tro- un lenzuolo sul braccio; il Cristo morto con paramenti sacerdotali, riconosciuto polcro . Salomè.

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Particolari delle statue del Mortorio.

Nelle pagine 156-157: Le statue lignee, tutt’ora oggetto di stu- Generalmente i mortori, venivano utiliz- Queste opere di arte sacra vanno lette le statue del Mortorio della dio, sono attribuibili per alcuni a scul- zati dalle varie confraternite dei Discipli- sempre con un approfondimento teolo- Disciplina, risalente al tore veronese del 1500 anonimo, mentre nati in funzione del culto e degli esercizi gico e con lo sguardo ai Vangeli . L’arte XV secolo. I personaggi: Sopra: il gruppo statuario da sinistra Giuseppe per altri ad una stessa bottega di scul- penitenziali e per le attività liturgico-po- è in grado di comunicare messaggi su del mortorio visto D’Arimatea, San Giovanni, tori veronesi, sempre anonimi, perchè polari, come la processione del Giovedì questioni che l’uomo si pone rivolgen- attraverso la grata le tre Marie, (la Madonna, in quel periodo era abitudine commis- Santo . Si narra che molto tempo fa i dosi a Dio, è capace di farci riflettere, della navata. Maria di Cleofa e Maria sionare le opere religiose ad artisti poco “veci villafranchesi” tentarono più volte dare risposte e mostrare il senso della Salomè) il “donatore” A fianco: affresco Giorgio Tommaso de’ conosciuti poiché richiedevano bassi di portare fuori la statua del Cristo, du- vita, di parlarci del dolore davanti alla raffigurante un Cristo Maffei e Nicodemo, inoltre compensi . Altri compianti, arrivati ai rante una processione del Giovedì Santo, morte, della gioia della nascita e della risorto in cornice di tufo, quattro personaggi dipinti nostri tempi e di buona fattura, si tro- ma si scatenò un violento temporale, ac- speranza della Resurrezione . recentemente restaurato su tavole settecentesche vano a Caprino, , Verona compagnato da fulmini e grandine, così che si trova nella facciata di legno sagomate, dell’ex Monte di Pietà a rappresentanti nel Convento di San Bernardino e nella la statua venne ricollocata nella cripta, da sinistra della chiesa della i soldati romani. chiesa di Santa Toscana . dove non fu più mossa . Disciplina.

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La Chiesa Parrocchiale a cura di Pasquale Cordioli

Nata come Borgo Libero con delibera La fondazione della prima Chiesa di del Consiglio dei Rettori di Verona in Villafranca con annesso ospedale e con data 9 marzo 1185, Villafranca ha visto Santo Patrono l’Apostolo Pietro è com- sviluppare, di pari passo con l’attività presa tra gli anni 1185-1188 contempora- civile anche quella religiosa secondo la nea alla fondazione del Borgo Libero . testimonia della Bolla Pontificia di Euge- Il prestigio di questa Chiesa nei secoli nio III dell’anno 1145 in cui è menzionata è riconosciuto, oltre che dall’ampiezza la cappella di Santo Andrea, al Fontanile, della decima, motivo di feroci contese, alla periferia di Villafranca, di cui attual- anche dal ruolo della locale società ec- mente rimane solo la statua del santo . clesiastica costituita da chierici, canonici

del capitolo e frati del convento di Vil- Per altre notizie certe dobbiamo atten- lafranca tutti facenti capo all’arciprete . dere il 1500 con alcune “Ducali” della Una notizia che pochi conoscono è che Serenissima dove il Doge di Venezia nella Chiesa di Villafranca Matteo Ban- emanava le sue disposizioni ed appren- dello, ispiratore del dramma “Romeo e diamo inoltre che ai primi del 1500 era Giulietta” di William Shakespeare, am- titolare della parrocchia di Villafranca bienta l’incontro tra Giulietta Cappel- tale don Venceslao da Spinimbergo che letti e il conte Paride di Lodrone, suo deceduto nel 1531 ebbe come successore fidanzato e consorte ufficiale . il 13 gennaio 1532 don Simone Zavarise . Sopra: disegno della La data di edificazione di questa Chiesa Quattro anni più tardi lo Zavarise ri- facciata della vecchia non è sicura, ma si può dire che nel mil- nunciò alla carica, entrando nell’Ordi- parrocchiale. leduecento esisteva già, perché in un do- ne dei Riformati in Venezia, ed allora A fianco: in una rara foto cumento del 1292 si nomina un tal Ogni- il Vescovo di Verona, Matteo Giberti, del 1859 di L. Mèhèdin si ben degli Azzoni, canonico della Pieve propose alla carica di arciprete della par- intravvede, da via Pace, Nella foto artistica di la facciata della vecchia di Villafranca; dal che si comprende che rocchia il celebre Adamo Fumano, che Renato Begnoni, la sagoma Parrocchiale. collegialmente era ufficiata da preti . fu poi una delle glorie più fulgide del della chiesa parrocchiale.

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Il Duomo Il Redentore a Venezia Sulla cupola: San Pietro con le chiavi della città. Sulla cupola: statua in legno Sul timpano: 3 statue rappre- rivestita in piombo del Reden- sentanti la Fede, la Speranza e tore. la Carità, acquistate con pro- Sul timpano: 3 statue rappre- babilità a Venezia nel 1843. sentanti al centro la Fede con Sul lato sinistro: bassorilievo la Croce e ai lati 2 Angeli. raffigurante San Pietro che fa Sul lato sinistro: San Lorenzo cader morti Anania e Safira Giustiniani I patriarca di Ve- per l’inganno al Capo della nezia. chiesa. Sul lato destro: Sant’Antonio Sul lato destro: bassorilievo da Padova. raffigurante San Pietro e San Sotto a fianco del portale: le Giovanni nella guarigione del statue raffiguranti San Marco paralitico. (a sinistra) e San Francesco Sotto: Statue raffigurante San (a destra) opere di Giusto Le Pietro (a sinistra) e San Paolo Court, (1627-1679). (a destra). Le misure: lunghezza dalla scalinata al coro metri 80 e dalla porta metri 68,60. Facciata: larghezza metri 28, 80, altezza metri 18, altezza al cupolino metri 36.

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Capitolo della Cattedrale di Verona . Il 14 causati dal tempo e dalle guerre, sia per to, dietro “sussidio” di 4 .000 lire, ripar- demolizione del campanile e il mate- marzo 1537 don Adamo Fumano assun- il costante aumento della popolazione, tito in quattro rate, deciso con delibera riale ricavato venne usato per costruire se la direzione della parrocchia . Fu in- non fu più in grado di far fronte alle esi- consiliare . le scuole elementari del capoluogo ed i signe letterato; tradusse le opere morali genze e pertanto nel 1340 si provvide alla Il parroco don Pietro Allegri pose al- mattoni in cotto della cuspide del cam- Rara foto durante i lavori di ed ascetiche dì San Basilio; dal greco in sua ristrutturazione e così rimarrà fino cune clausole: che la chiesa non venis- panile vennero usati per erigere il muro costruzione del duomo da latino il Commento di Areta nel Salmo al 1882 anno in cui venne consacrata la se trasformata in teatro, considerato al dell’orto dell’Asilo infantile di Corso cui spunta il campanile che 35º; ed altre opere di minore importanza . nuova chiesa, l’attuale Duomo . Intorno tempo luogo poco idoneo all’educazio- Vittorio Emanuele . verrà demolito nel 1890. Il suo capolavoro è un poema didascalico alla chiesa inoltre era ubicata l’area cimi- ne della gente e che il campanile con L’edificio della vecchia chiesa in un pri- Parte del materiale verrà usato per la costruzione sulla Logica, «Logicae, libri quinque», ri- teriale fino all’inaugurazione, avvenuta le campane dovesse rimanere proprietà mo tempo destinata a riunioni, saggi delle Scuole elementari uscito, nonostante l’aridità della materia, il 12 gennaio 1813, dell’attuale cimitero della fabbriceria . Nessuna di queste scolastici ecc… venne trasformato, con (1891). Sulla sinistra da uno dei più insigni monumenti di poesia ubicato, dopo diverse diatribe, a metà condizioni fu rispettata . il disappunto del parroco, nel Teatro notare che manca ancora Particolare di una stampa la Scuola elementare latina del millecinquecento . strada fra Villafranca e Povegliano . Il 28 gennaio 1890 il Consiglio Comu- Comunale che svolgerà la sua attività del 1860 in cui si vedono ed il castello piuttosto L’originario edificio della Chiesa par- L’ex Chiesa parrocchiale fu ceduta al nale, senza interpellare il parroco, per fino al 1967 anno della sua demolizione . i lavori del duomo in disastrato senza l’orologio. rocchiale del XII secolo, sia per i danni Comune nel 1782, senza contratto scrit- carenza di sicurezza statica decise la Nel 1769, su iniziativa del parroco don costruzione.

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Castagnaro e nel 1880 Vangadizza . L’av- Gli altari della vecchia chiesa le statue di San Valentino e di San Gio- D O. M. . ventura della costruzione del Duomo vanni Nepomuceno a quelle di Vanga- PIORVM ELEEMOSYNIS vedrà la realizzazione fra alterne vicen- Per far fronte all’impegno della costru- dizza . L’imponente altare barocco ven- VILLAE FRANCHAE de, il 7 ottobre 1882, con solenne consa- zione del nuovo tempio ed essendo duto alla parrocchia di Vangadizza con QUORUM NOMINA SCRIPTA SVNT IN COELIS crazione del Tempio da parte del Cardi- gli altari inadeguati alla struttura della ai lati le statue di San Valentino e di San HOC ALTARE nale Luigi di Canossa essendo parroco nuovo tempio nel 1877 si decise la ven- Giovanni Nepomuceno . L’iscrizioni sul DICATUM EST don Allegri . dita degli altari della vecchia chiesa per retro del tempietto riporta la data della MDCCLIX Così descriveva con entusiasmo don 6000 lire: cinque alla parrocchia di Ca- traslazione da Villafranca a Vangadizza PIORVNQUE SUMPTIBUS Germano Alberti la nuova chiesa nel- stagnaro e nel 1880 l’altar maggiore con nel 1880 . VANGADITIAE le “note storiche sulla parrocchiale di IN HANC ECCLESIAM Villafranca nel manoscritto del 1927: TRANSLATUM MDCCCLXXX “la costruzione nel suo assieme è gran- J .B . CHIAFFONI PAR . o diosa e solenne . I fasci di colonne co- rinzie che si innalzano gigantesche fin sotto il cornicione, la fuga d’archi de- gli altari laterali elegantemente inter- secati da colonne, nicchie e cornici, e soprattutto l’eccelsa cupola che si erge maestosa sopra i quattro archi trionfali della crociera, formano un complesso architettonico veramente classico, con effetti di prospettiva di un’armonia Pietro Comino iniziò l’avventura della meravigliosa” . costruzione della nuova Chiesa . Senza Da questo momento continueranno interpellare architetti vari, si pensò di anche i lavori per l’abbellimento del- riproporre, forse sotto la spinta dei fra- la chiesa: altari, pale, statue in legno e ti presenti a Villafranca, la replica del in marmo nelle nicchie, sistemazione tempio palladiano del Redentore di dell’organo, rifusione del concerto di Venezia ex voto per la peste che colpì campane, impianto di riscaldamento Sopra: l’iscrizione dietro Venezia nel 1577 . e luci, le artistiche,vetrate e tutta la il tempietto dell’altare I lavori durarono oltre 100 anni di im- normale manutenzione di una struttu- riportante la data del pegno e traversie per guerre, pestilenze ra così imponente fino ad arrivare ai trasferimento (1880). Momento della demolizione e difficoltà finanziarie . Per realizzare ri- giorni nostri con il restauro, ad opera Sotto: il sontuoso altare del vecchio teatro sorse economiche furono anche vendu- della restauratrice Eleonora Cigognet- maggiore della vecchia Comunale, della canonica parrocchiale di Villafranca e delle fatiscenti strutture ti nel 1877 per 6 .000 lire cinque altari ti, delle tele delle quattordici stazioni venduto alla parrocchia di parrocchiali. della vecchia parrocchiale alla chiesa di della Via Crucis . Vangadizza.

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Gli altari della vecchia Altare dedicato a San Biagio protettore sfondo, ben visibili, la chiesa e la piazza richiamano quelle del Bernini in San gura San Giovanni Battista nell’atto di parrocchiale venduti alla della gola dopo una spaventosa epide- di . L’altare dedicato a San Pietro a Roma, il bel paliotto . La pala battezzare Gesù . Altare di Maria Imma- parrocchia di Castagnaro: mia che colpì Castagnaro e Menà cau- Francesco è tra gli altari più preziosi e raffigurante il “Transito di San Giusep- colata, prezioso altare con quattro co- da sinistra “San Biagio con sando la morte di 149 giovani . La tela belli della chiesa per materiali utilizzati pe” è opera di Gaetano Pasetti datata lonne massicce di africano, un paliotto tela” del 1884 di Luciano Nezzo, “San Francesco, è stata realizzata da Luciano Nezzo e e la tecnica . La pala rappresenta San 1879 e richiama quella dell’altare di San in marmo rosso di Francia con inserita San Giuseppe con la datata 1884 . II dipinto rappresenta una Francesco nell’atto di ricevere le stim- Giuseppe nel duomo di Villafranca . una stupenda Madonna con Bambino in pala del Transito” del donna con il proprio bambino in grem- mate . Probabilmente di artista della Altare di San Giovanni Battista struttu- marmo di Carrara, un tabernacolo in 1879 di Gaetano Pasetti, “San Giovanni Battista bo che implora il Santo, con accanto scuola del Moretto, tardo ’500 . Altare ra realizzata con marmo rosso di Verona marco intarsiato che riprende gli anti- con la pala” del 1882 di alcuni angeli mentre, dall’alto la Ma- di San Giuseppe: la fattura tipica del e marmo giallo di Mori . La tela opera chi tempi greci . Nella nicchia una sta- Luciano Pasetti, “Maria donna prega per la sua salvezza . Sullo 1600, i marmi, le colonne intarsiate che di Gaetano Pasetti, datata 1882, raffi- tua dorata della Madonna . Immacolata”.

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La Via Crucis della chiesa, in nicchie ad una altezza di circa 7 m da terra e sono di dimen- La Via Crucis, o Via della Croce, è sioni abbastanza considerevoli (125x95 costituita da 14 dipinti su tela e raffi- cm) . Purtroppo le cornici originali in gura le stazioni della strada che Cristo legno intagliato e dorato sono andate percorse, con la Croce sulle spalle, dal perdute in tempi passati, e di esse ri- tribunale di Pilato fino al luogo della mane solamente la croce in legno do- crocifissione, sulla cima del Calvario . I rato al centro della nicchia . Si tratta di dipinti sono posizionati lungo la navata dipinti di alta qualità esecutiva, opera

di Lorenzo Rizzi (1830-1893), pittore in ferro originali), i quali tuttavia sono di cui è presente una pala in un altare stati tagliati e modificati per permet- laterale del Duomo, raffigurante San terne l’incastro nelle nicchie (modifica Pietro, Sant’Andrea, San Luigi Gonza- purtroppo non datata) . Di conseguen- ga e Sant’Elisabetta”, datata 1890 . Un za, anche i dipinti sono stati riadattati dettaglio interessante è che sulle 14 tele alle dimensioni ridotte del telaio, pie- Due tra le migliori tele delle sono state rinvenute 5 firme del pitto- gando porzioni pittoriche e ritagliando 14 stazioni della via Crucis re Rizzi, con riportati gli anni 1890 e “brutalmente” la tela in eccedenza sul recentemente restaurata. 1891 . In generale i dipinti erano in un retro del telaio . Il minuzioso restauro a Opere del pittore Lorenzo pessimo stato di conservazione con sol- cui sono stati sottoposti ha garantito il Rizzi (1830-1893) riportanti firma e data 1890-1891. levamenti di colore, funghi e muffe, consolidamento delle tele e del colore, e È questo l’ultimo intervento annerimento della vernice che rendeva l’accurata pulitura ha riportato alla luce della lunga serie di impossibile la visione del soggetto dei i colori originali dei dipinti, rivelando restauri e modifiche della dipinti, deformazioni e lacerazioni della una pittura corposa di notevole fattura . centenaria struttura e della vita del Duomo sempre tela . I telai dei dipinti sono quelli origi- curato ed amato dai nali ottocenteschi (con visibili i chiodi Eleonora Cigognetti villafranchesi.

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Il coro e il grande organo sione dei festeggiamenti per il cinquan- I Brusasorzi no di Tours a sx patrono dei viticoltori tesimo anniversario della benedizione e vendemmiatori . Sant’Antonio Abate Maestoso il coro della parrocchiale con del Duomo . Riccio Domenico (1515-1567) e il figlio al centro protettore dei contadini e alla base una serie di stalli intarsiati pro- L’organo era stato costruito dalla ditta Felice (1539-1605) detti i Brusasorzi . Ac- degli allevatori con il libro delle sacre venienti dalla vecchia chiesa . Domenico Malvestio e Figli in sostitu- cumunati nella cappella del Battistero scritture . In alto fra nuvole ed angeli Sulla cimasa dello stallo centrale è in- zione del vecchio organo proveniente del Duomo di Villafranca . la gloria della Madonna con Bambino tarsiato R (restaurato) MDCCLXXI dalla vecchia parrocchiale è composto Domenico: Sacra famiglia con San fra i Santi Pietro (patrono della città) e (1771) mentre sul leggio centrale 1736 . anche di un secondo organo posto so- Giovannino, l’affresco di cm 117x99 Francesco (presenza dei frati francesca- Imponente il maestoso organo, fra i mi- pra la bussola d’entrata . Parroco don venne staccato e salvato su pannello al ni sul territorio . gliori del veronese, inaugurato in occa- Eugenio Bottura . momento della demolizione della vecchia canonica nel 1967 . L’ipotesi dell’arch . Lorenzo Chia- relli di un’opera del Brusasorzi si verificò col restauro con moderne tecnologia il prof . Maurizio Ta- gliapietra scoprì le lettere iniziali della firma e la data: D .R .B . Do- menico Riccio detto il Brusasorzi e la data MDIXX (1519 ? proba- bilmente 1539) . Felice: pala d’alta- re di cm 333,5x193,5 . Sant’Antonio Abate fra i santi Bovo e Martino di Tours e Madonna con Bambino in gloria tra i Santi Francesco e Pietro . Opera commissionata dal “Con- sorzio degli Originari di Villa- franca” intenzionati ad affermare Sopra: Domenico la propria superiorità sui forestieri Brusasorzi, “Sacra famiglia con San Giovannino”. proponendo i santi: Sant’Antonio Abate, San Bovo e San Martino di A fianco: Felice Brusasorzi, Pala d’altare “Sant’Antonio Tour riconducibili al loro stato so- abate fra i santi Bovo ciale ed alle loro attività: allevatori e Martino di Tours e di bestiame e agricoltori . Madonna con Bambino in gloria fra i santi San Bovo a destra protettore de- Francesco e Pietro”. gli animali con un vessillo con Opera Commissionata dagli l’immagine di un bue . San Marti- Originari di Villafranca.

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Il campanile della vecchia chiesa

Il campanile della vecchia chiesa di Villafranca potè vanta- re, prima della sua sciagurata demolizione, l’apprezzamen- to di uno dei massimi architetti ed esperti internazionali del restauro dell’800: Camillo Boito. Oltre che architetto, Boito (1803-1880) fu anche scrittore. Da una sua novella, “Sen- so”, Luchino Visconti trasse la sceneggiatura per l’omonimo, celeberrimo, film. Ma più famoso di lui era il fratello Arrigo, musicista e letterato. Camillo Boito ebbe modo di apprezzare quello che per tanti secoli fu il campanile di Villafranca durante una visita nell’a- gosto del 1877 sui luoghi dove 11 anni prima si combattè la battaglia di Custoza. Villafranca e i villafranchesi gli piacquero perchè li descrisse con simpatia nel libro “Gite d’artista”. “Nel- la piazza formata dalla prima croce delle vie”, scrisse tra l’altro, “s’aprono l’una di contro all’altra due botteghe da caffè, le quali, naturalmente, si guardano con occhio di poco amore. Ma il paese è meno ciarliero di tanti altri, meno inclinato agli svaghi; i suoi abitanti sono uomini attivi, esercitati ai negozi. Girano tutti i mercati del Veneto e più in là, e fanno discreti Sopra: l’interno del Duomo affari. Si vedono anche nella stessa piazza due chiese; la prima addobbato a festa con grande, non ancora finita di costruire, che somiglia in brutto l’imponente altar maggiore, alla veneziana chiesa del Redentore, il più noioso tra i capo- il pulpito al centro della lavori del Palladio; la seconda, destinata ad essere buttata giù navata, gli artistici appena l’altra sarà compiuta, piccola, barocca, vecchia, posta confessionali in noce di sghimbescio, con accanto un antico e non brutto campanile, che si sono susseguite dopo l’unione del Veneto all’Italia fino provenienti dalla vecchia che sarebbe un peccato distruggere. Il tempio nuovo contem- ai giorni nostri. Picconi e gru di sindaci e consigli comunali più parrocchiale. pla gonfio gonfio, dall’alto al basso, la moribonda chiesetta, criminosi che miopi hanno distrutto gran parte del passato di Sotto: l’interno attuale come se la volesse già schiacciare sotto ai piedi; ma la chieset- Villafranca con la complicità o il silenzio di soprintendenze del Duomo dopo le ta, dispettosa alla maniera dei piccoli e incredula della propria e prefetture: abbattuto l’antico campanile, demolita la vec- trasformazioni secondo fine, sbircia con la coda dell’occhio la vicina impertinente, e chia chiesa, sono stati via via cancellati dalla mappa urbana le indicazioni del mormora sottovoce: Grossa rana, crepa”. lo storico Tre Corone dove fu deciso il cessate il fuoco della Concilio Vaticano su “Villafranca”, continua Camillo Boito, “n’ha viste delle belle, seconda guerra d’indipendenza prima dell’incontro degli im- progetto dall’arch. prima e dopo quella pace che fece piangere il Cavour. Ha peratori, la chiesa dei cappuccini del 1848 (fatta edificare dal Luciano Foroni e parroco mons. Ireneo Aldegheri visto passare dalle sue contrade eserciti trionfanti ed eserciti Canossa), le vestigia del cinquecentesco convento dei frati (le con: ampliamento del sconfitti; ha notato la differenza che corre tra il passo di chi Ochette), molte corti storiche (corte Custoza e ghetto com- presbitero, eliminazione insegue e il passo di chi fugge; ha sentito le bande suonare presi), palazzi e abitazioni antichi. Quali “capolavori” dell’ar- delle balaustre, riduzione il canto della vittoria e i feriti mandare gli ultimi lamenti. Ma, chitettura moderna sono stati costruiti al loro posto, sono dell’imponente altare tenuto conto dei suoi casi, Villafranca ha sofferto pochissimo: sotto gli occhi di tutti. maggiore, rinnovo dei le palle da cannone le volavano intorno, rispettandola”. Cosa banchi e dei confessionali che non hanno fatto certe nefande amministrazioni comunali Morello Pecchioli ed eliminazione del pulpito.

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L’Oratorio di San Rocco a cura di Luca Ceriani

L’antica chiesa di San Rocco, situata in to fu traslato a Venezia e collocato nella Villafranca di Verona, all’inizio della chiesa omonima . Da qui la devozione al strada principale del paese per chi vie- santo si estese a Verona e dintorni; in- ne da Verona, ha sullo sfondo il castello vocato contro le malattie del bestiame, scaligero ed è una splendida testimo- le catastrofi naturali e le epidemie . nianza artistica risalente alla seconda L’oratorio sorse come ex-voto per vole- metà del Quattrocento . re della popolazione che, grata al santo Non vi sono notizie certe sulla data di per aver fatto cessare nel 1480 la terribi- costruzione della chiesetta, ma si ipo- le pestilenza che ridusse di dieci volte la tizza che sia stata eretta fra il 1485 e il popolazione di Villafranca . 1511 come ex voto in seguito ad un’epi- Fu dato incarico ad artisti legati alla demia di peste che colpì le campagne scuola di Domenico e Francesco Mo- veronesi . Il Simeoni, nella sua guida sto- rone, due più illustri pittori veronesi tra rico-artistica della città e provincia del il Quattro e Cinquecento, di decorare 1909, data l’Oratorio alla fine del 1400, l’Oratorio; una delle più felici espressio- Sopra: 1930, la chiesa di San Rocco di ma non è improbabile che esso sia sorto ne della pittura a fresco del veronese per Marcello Fantoni, uomo qualche decennio più tardi, in occasione qualità ed ampiezza dell’area pittorica . Il appassionato d’arte, amato della peste del 1511 . Gli unici documento motivo che inquadra l’affresco della fac- dai villafranchesi, ricoprì in cui viene citata la chiesa sono le visi- ciata è un prospetto di tempio greco di la carica di primo cittadino per tre legislature. te pastorali: una del 1525 effettuata dal cui il geison segue il corso della volta a Da notare le vecchie vicario del vescovo Matteo Giberti alla capanna della chiesa . Il fregio è sostenuto piante di via Quadrato e parrocchia di Villafanca e la successiva da due colonne laterali senza plinto e di lo zoccolo della chiesa del 1532 in cui si descrive la chiesa come nessun stile . In alto, nel timpano ricca- ancora con i sassi a vista prima della zoccolatura in “abbastanza decorata e di proprietà del mente decorato con al centro del geison pietra eseguita durante i comune e degli uomini di Villafranca” . l’immagine clipeata, cioè un medaglione restauri del 1933. La devozione a San Rocco cominciò del Cristo benedicente, circondata da Sotto: la chiesetta dopo nel 1485, anno in cui il corpo del san- una ghirlanda di foglie e di frutta . gli ultimi restauri.

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A destra sopra la finestra Madonna in trono con San Rocco e San Sebastiano; affresco molto rovinato e non più leg- gibile . In basso a destra la bella finestra dà la possibilità di ammirare l’interno della chiesetta e sul fregio sotto il bancale della stessa, su un cartiglio di marmo, la scritta “Elemosina per San Rocco 1784” . Ma per renderci veramente conto della ricchezza pittorica della chiesetta di San Rocco dobbiamo portarci all’interno, nella navata che ha ritrovato l’originaria bellezza in seguito ai restauri che hanno interessato l’intero edificio in questi ul- timi decenni . Nell’arco trionfale è rac- contato l’episodio dell’Annunciazione, in cui Maria, posta sulla destra, umile, Sopra: la facciata sotto il si prostra all’annuncio dell’Arcangelo timpano Cristo benedicente in una ghirlanda Gabriele, in piedi alla sua sinistra av- di fiori e frutta. volto in un vestito sgargiante . Domina Sotto: affresco della dall’alto la scena il Dio padre, incorni- crocefissione piuttosto ciato da una ghirlanda di foglie e frutta rovinata con la Madonna e (richiamo del timpano della facciata) Sant’Antonio abate ai piedi della croce e con ai lati che soffia sulla Vergine . San Sebastiano (a sinistra) Sulla parete sinistra, separato dall’arco e San Rocco (a destra). Al centro della facciata, nella nicchia so- trionfale da una finta parasta, l’affresco Nella pagina a fianco: pra il portale, sta l’affresco di un santo, Fuga in Egitto: al centro Maria, seduta veduta d’insieme del probabilmente il titolare, sullo sfondo con il figlio sopra un asinello, preceduta presbiterio dopo i di un paesaggio agreste e di un’architet- da San Giuseppe e al suo seguito San recenti restauri a cura della “Fondazione tura turrita forse riferimento al castello . Rocco . Immagine inusuale nelle rap- Compagnia Aurora” con Di più facile lettura sulla sinistra il presentazioni dell’episodio della fuga la sistemazione della motivo della Crocifissione rappre- in Egitto ma figura onnipresente negli Madonnina del 1500 in una sentata in affresco con la Madonna e affreschi della chiesa . La figura di San teca a lato e la posa del Cristo Crocefisso del 1700 Sant’Antonio abate ai piedi della croce Rocco campeggia in questo pannello, sopra l’altare. con ai lati San Sebastiano e San Rocco . come in altri, ed è rappresentato fron-

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talmente, nell’atto di mostrare ai fedeli la piaga della peste da cui egli stesso era stato colpito, è avvolto nel tradizionale mantello, il “sanrocheto”, impugna il bastone dei pellegrini e sul capo indossa il tipico cappello . Sotto l’affresco, par- zialmente rovinato dalla finestrina: Ma- donna in trono con Bambino con a fianco un’altra Madonna in trono con Bambino con San Rocco ed inginocchiato un de- voto, probabilmente il committente . Nella parete destra dell’altare, rovina- ta dall’umidità, Madonna in trono con Bambino, a fianco un affresco total- mente illeggibile (Madonna con San Rocco?) e nel registro superiore San Rocco che mostra la piaga sulla coscia sinistra .

La volta dell’abside finemente decorata con Sopra: “Madonna in trono i simboli degli evangelisti: con Bambino e San Matteo, Marco, Luca Rocco con in ginocchio e Giovanni. il committente”. La Madonna della A fianco: l’arcangelo Misericordia riprende Gabriele, rivestito di il motivo (Piero della un abito giallo sgargiante Francesca) ricorrente della annuncia alla Vergine, Madonna che protegge i raccolta in preghiera, fedeli devoti, sullo sfondo l’evento. un paesaggio.

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Un’altra importantissima zona affre- Quadri e statue dell’Oratorio scata è l’abside con i simboli dei quat- tro Evangelisti: San Matteo rappre- Tra i quadri ancora conservati, il più sentato da un angelo, San Marco da importante è la pala d’altare recente- un leone, San Luca da un toro e San mente attribuita al pittore veronese Giovanni da un’aquila, tutti raffigura- Giovanni Crescini allievo di Alessandro ti dentro clipei ornati di foglie . Nella Turci, con San Rocco, Sant’Onofrio e lunetta della crociera, sulla parte sini- San Sebastiano, tutti Santi della carità . stra, è rappresentata la Madonna del- Altri quadri alle pareti della navata: L’ul- la Misericordia (immagine ricorrente tima cena di pittore ignoto del XVIII nella pittura che si rifà a Piero della secolo; San Carlo Borromeo, santo della Francesca), che protegge sotto il suo carità, di pittore ignoto del XVII seco- ampio manto i fedeli oranti . Chiude lo . Frate con breviario del XVII secolo . il coro un armadio a muro in noce da- Ai lati nelle nicchie statue in legno po- tato sul retro della bella cimasa intar- licromo di San Rocco del XVII secolo siata: 1747 . e di San Sebastiano del XVIII secolo . Nella piccola saletta di ingresso alcu- Sopra la bussola d’entrata due tempere ni quadretti esplicativi degli interventi su tavola con immagini della passione . Sopra: quadro lobato di di restauro eseguiti nel tempo dal Co- Madonna con Bambino con San Filippo Neri in mitato di San Rocco e la ruota, con il adorazione, di pittore Madonna con Bambino “batacchio” della campana restaurata veronese del XVIII secolo. in legno policromo del XV nel 2002 . Olio su tela cm 101x80. secolo. È una delle più Sotto a sinistra: l’incontro importanti espressioni Il ciclo degli affreschi dell’Oratorio ri- di Gesù risorto con i artistiche del periodo, salta per le delicate tinte pastello, che discepoli a Emmaus; rara attribuibile allo scultore sfumano dal rosso più acceso all’ocra, rappresentazione dei veronese Francesco al verde, all’azzurro e al viola, non tol- personaggi in cammino con Badile III. La statua, come sullo sfondo un paesaggio tramandato, probabilmente gono nulla alla francescana semplicità con la città turrita. proviene dalla vecchia e al candore dell’interno e ne affascina- parrocchiale ed è rimasta no il visitatore . Sotto a destra: pala per molto tempo all’entrata d’altare con Sant’Onofrio dell’Oratorio, poi posta con ai lati San Rocco dopo il primo restauro e San Sebastiano; del 1993, sull’altare attribuita al pittore ove è rimasta fino al veronese Giovanni Crescini 2014 quando, dopo un (1605-post 1660) con i santi successivo restauro è della carità commissionata stata posta, in una teca, a forse dopo la peste del 1630. fianco dello stesso. Olio su tela di cm 179x109,5.

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Pregevole la Madonna con Bambino e Sull’altare, ritornato all’antico splendo- San Filippo Neri, attribuibile a Pietro re dopo il restauro del 2014, è stato po- Antonio Perotti (1712-1793) allievo di sto il crocifisso del Settecento . Antonio Balestra ovale lobato, forse Le altre due statue presenti nelle nicchie proveniente da altra chiesa o risagoma- della navata, anch’esse in legno policro- to da una tela . mo di buona fattura: San Rocco è del San Carlo Borromeo, sempre Santo Settecento, mentre quella di San Seba- della carità, di ignoto del XVII secolo . stiano è un po’ più tarda . Frate con breviario di ignoto del XVII secolo . Due tele del XVIII secolo, forse dello stesso artista, l’Ultima cena e l’In- I restauri dell’Oratorio contro sulla via di Emmaus attribuite nel tempo da Stefano l’Occaso al pittore verone- se, ma di origini francesi Giuseppe Le Ai primordi la chiesa era costituita solo Grù (1715-1775); da notare la particola- da un’unica navata e dall’abside . È stato rità dell’incontro sulla via di Emmaus possibile risalire a queste informazioni rappresentata non dai tre personaggi a grazie a una cartografia di Villafranca tavola ma in cammino con sullo sfondo del Seicento rappresentante la chiesa di il paesaggio e la città . San Rocco in aperta campagna sul ret- Sul portale d’ingresso due tempere su tifilo che porta al castello . Le due aule tavola sagomata, entrambe di ignoto laterali, la sacrestia e l’altra aula, sono del XIX secolo rappresentanti: un An- state aggiunte ai primi del Settecento; gelo che regge la Veronica e un Angelo insieme a queste sono stati eseguiti i due che regge la corona di spine . portali che immettono all’interno . Alla Meritano senz’altro menzione anche le stessa epoca sono da riferirsi anche le statue della chiesa . La più antica espres- quattro finestre laterali . Nell’Ottocento sione artistica conservata è la prezio- un edificio adiacente è stato ampliato sa statua della Madonna in trono con sovrapponendolo all’abside . Nel 1933 Bambino, in legno policromo, dei primi è stato intrapreso un ulteriore restauro anni del 1500 posta sopra l’altare dopo sulla facciata esterna e sullo zoccolo, il restauro del 1992 ora, dopo il restauro senza intonaco e con tutti sassi a vista, del 2014, conservata in una teca a fianco è stata posta una zoccolatura in pietra . dello stesso . Questa statua è da conside- A partine dalla fine anni sessanta, sono Importante armadio a muro rarsi tra le più importanti sculture del stati fatti diversi interventi sia sulla in noce sovrastato da una periodo attribuita allo scultore veronese struttura che sugli affreschi: rifacimen- bella cimasa, datato sul Francesco Badile III . to del pavimento originale sostituito retro 1747.

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Ma i risultati più eclatanti di questo se Luca Dossi; l’assegnazione, dopo intervento sono stati: la scoperta da attento studio da parte dell’Ispettore parte della restauratrice Eleonora Ci- della Sovrintendenza Luca Fabbri, del gognetti, sotto l’affresco della Fuga pittore o della scuola ad alcuni quadri in Egitto dell’iscrizione, evidenziata dell’oratorio che erano stati sempre as- ai raggi ultravioletti, del committen- segnati ad “ignoto” . te l’affresco certo Matteo del fu Bar- Possiamo dire che questa è stata la “ci- Il bel crocifisso ligneo del tolomeo de Crescimbeni nel mese di liegina” sulla storia dei restauri dell’O- 1700,”dimenticato” alla parete in fianco all’entrata, giugno dell’anno del Signore…; dalla ratorio di San Rocco che lo hanno por- ora ritornato all’antico storia dei Crescimbeni ricostruita, con tato all’antico splendore per la gioia dei splendore dopo il restauro pignoleria dello storico villafranche- villafranchesi e dei numerosi visitatori . del 2014 e posto sull’altare.

(H)OC OPUS F(IERI) F(ECIT) M(A)T(H)EVS Q(VONDAM) B(AR)TOLOMEI DE CRESCIMBEN(I)S = DIE 14 ME(N)SI(S) IVNI AN(N)O D(O)M(I)N(I) … “Quest’opera venne fatta realizzare da Matteo del fu Bartolomeo “La fuga in Egitto”, de Crescimbeni nel giorno del 14 giugno dell’anno del Signore…” forse l’affresco meglio conservato e più piacevole del ciclo pittorico. con delle mattonelle in ceramica, im- più importanti hanno avuto costante Rappresenta Maria con permeabilizzazioni sul tetto ed altre scadenza dal 1904 al 2009 . in braccio il Bambino manutenzioni conservative . Dal 1994 Il 2014 segna per l’Oratorio un anno avvolto in fasce seduta sull’asinello bianco con la costituzione del Comitato di San particolare per l’intervento della Fon- condotto da San Giuseppe Rocco (che nel 2000 prenderà forma dazione Compagnia Aurora: il restau- verso l’Egitto. San Rocco, giuridica) è iniziato un continuo e co- ro di tutti gli affreschi rovinati dal sempre presente negli stante lavoro di restauro della struttura, tempo per infiltrazioni dal tetto e dal affreschi dell’Oratorio, rappresentato con il suoi dei quadri, delle statue, degli affreschi e pavimento, della Madonnina ritorna- indumenti tradizionali, della gestione dell’Oratorio . ta all’antico splendore che ha trovato quasi estraneo alla scena, I diversi restauri finanziati dal Comi- nuova locazione nella teca posta sul mostra la sua piaga. tato, da Enti ed associazioni locali, lato sinistro dell’altare e del crocifisso Sotto la scritta scoperta durante i recenti restauri dall’Amministrazione Comunale e dal- del 1700 ora ritornato al suo antico del 2014. la Fondazione Cariverona per le opere splendore sull’altare .

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La campana del Soletti della Chiesa di San Rocco in Villafranca

Descrivere la perfetta fusione di questo strumento musicale di oltre 260 anni, restaurato nella struttura che lo sosteneva sul campanile nel 2002, è molto semplice. Gode di sei trecce a for- ma di croce. Ha un diametro di bocca pari a 57 cm. Pesa 106 kg. La sua nota è Mi naturale. È stata fusa nel 1755 dai fondi- tori: Pietro Soletti padre e Alberto figlio. Alla base delle trecce una circolare fascia floreale ne sovrasta un’altra con la scritta “CHRISTUS REX VENIT IN PACE ET DEUS HOMO FACTUS EST”, “Cristo Re viene in Pace e Dio si è fatto uomo”. Seguita dalla data “MDCCLV”, (1755). Sopra l’anello sonoro sono rappresentati inoltre lo stemma del Casato che molto probabilmente ha commissionato la campana ed in posizione diametralmente opposta la targhet- ta con i nomi dei fonditori: Madonna del Rosario, San Rocco, San Zeno. Nel centro della campana sono inoltre raffigurate ben otto im- magini di santi e martiri e precisamente: Madonna del Rosario, San Rocco, San Zeno, San Fermo e Rustico, San Giovanni apo- stolo, San Sebastiano, un non ben identificato San Eusebio con alla base lo stemma del committente. L’incertezza relativamente San Sebastiano Madonna del Rosario San Rocco all’immagine di San Eusebio nasce dal fatto che in passato i fonditori modificassero gli attributi delle immagini di santi in cera per soddisfare il committente qualora ne fossero sprovvisti. Infine un magnifico crocifisso. Risulta essere un po’ più complicata la descrizione ed il reperi- dei preziosi in oro nel calderone, non tanto per migliorarne le mento di notizie relative ai fonditori di questa bella opera. Con qualità sonore, ma per sentirsi affettivamente attaccati al futuro l’aiuto del fonditore Luigi Cavadini e del collega ed instancabile suono-richiamo della campana, e quindi alla fede che a quell’e- ricercatore storico Luca Chiavegato di siamo riu- poca come adesso è motivo di sollievo per i popoli. sciti con una certa difficoltà, visto la scarsità di opere da loro La campana di San Rocco in Villafranca, dopo il restauro, a cura eseguite nella zona, a recuperare alcuni dati relativamente alla del Comitato di San Rocco, della ditta Sabaini Francesco & C. dinastia dei Soletti e alle loro opere. I Soletti erano di origine Snc è stata riposizionata sul campanile della chiesa il 20 Aprile bresciana e amavano fondere sul luogo dove venivano com- 2002. missionati i lavori, e per questo erano chiamati, a quel tempo, I pezzi in legno originali dell’epoca sono conservati nel locale erano ben attrezzati con fonderia, mentre i Soletti andavano fonditori nomadi. adiacente la chiesetta a memoria dei fatti. Anche da questi legni Molto conosciuti nel mantovano e nel bresciano, a Rovigo e da una località all’altra con gli attrezzi caricati sui carretti. A duri, ben proporzionati per l’epoca e dai chiodi vistosamente bat- Venezia, ma nel veronese hanno fuso poche campane perché la guardar bene però anche questo tipo di funzione dava la sua tuti a caldo, si riesce a dedurre che questa campana è sita su tale concorrenza era molto forte. Erano, infatti, i periodi di maggior soddisfazione artistica; infatti, alcuni ricercatori affermano che, campanile fin dal lontano 1755 anno della fusione. splendore anche dei fonditori Magi, Poni, Crespi, Larducci ed mentre il fuoco ardeva sotto il crogiolo, prima che avvenisse anche il Ruffini cominciava a fare le sue prime campane; tutti la fusione nello stampo della campana, molta gente buttava Giovanni Brentegani

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La Chiesa di San Giovanni della Paglia a cura di Luca Dossi e Luisa Vantini

È una delle chiese più antiche di Vil- veronese misura 3002 m2), edifici rusti- lafranca anche se si tratta più propria- ci e dominicali di proprietà della Do- mente di un oratorio e sembra databile mus Templi di Verona, originariamen- alla metà del XV secolo; probabilmente te sotto la giurisdizione dei Cavalieri sorge su un preesistente edificio di culto Templari che avevano sede nella chiesa ma il primo cenno di questo possedi- di San Vitale (oggi scomparsa) in Vero- mento, che faceva parte della “Com- na . In seguito alla soppressione dell’or- menda di san Vitale” risale al 1491 . dine dei cavalieri templari nel 1312 per Sotto il nome di Commenda (della effetto della bolla papale di Clemente quale la pezza di San Giovanni era una V, l’intera Commenda di San Vitale fu frazione) andavano a trovarsi appezza- incamerata nei beni dell’Ordine Ospi- menti di terreno coltivato corrispon- taliero di San Giovanni Hierosolimita- dente a 184 campi veronesi (un campo no (di Gerusalemme) che aveva come santo protettore San Giovanni Battista ed era dedito alla cura e all’assistenza

Frammento di lapide dei pellegrini poveri e bisognosi nei marmorea rinvenuto propri “ospitali” . durante i restauri del 2007 In seguito alla caduta dei regni cro- che con i nomi “Ciaia” ciati d’Oltremare e di Cipro, l’ordine e “Vitalis” testimonia il riferimento alla si trasferì nell’isola di Malta mutando Commenda di San Vitale il proprio nome in Cavalieri di Mal- e a Fra Bernardino. ta . Nonostante la Commenda di San Nella pagina a fianco: Vitale fosse passata sotto la proprietà la chiesetta di San degli Ospitalieri (Commenda del San- Giovanni della Paglia to Sepolcro) essa continuò a chiamarsi e delle case circostanti in un disegno del Perini Commenda di San Vitale per tutta la del 1724. sua storia .

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L’Oratorio conserva una pala d’altare na che era stata derubata, dal soffitto attribuita ad Antonio Balestra (1666- penetrava acqua e la casa adiacente era 1740) della scuola del Prendaglio, a sua in completa rovina . Il vescovo ordinò volta discepolo di Paolo Caliari detto il che si riparasse la chiesa e le case af- Veronese, che rappresenta il Battista av- finché non crollassero e che la stessa volto da una veste di colore rosso, con chiesa fosse tenuta chiusa1 . Anche in Il pregevole altare in marmi un agnello sotto il braccio destro ed un altri registri della Commenda di San policromi della chiesetta con l’imponente pala bastone nella mano sinistra; nell’angolo Vitale del 1618, del 1744 e 1774 si fa del Balestra (1666-1740) in basso si vedono due angioletti e uno riferimento alla piccola chiesa di San rappresentante un San di esso tiene nella mano destra una con- Giovanni della Paglia, e in questi ven- Giovanni Battista prestante chiglia e nella sinistra una spada . gono descritti i terreni circostanti l’o- ed aggressivo con un agnello sotto il braccio, Lo storico Lorenzo Tacchella riporta ratorio e gli edifici annessi . avvolto in un mantello i verbali della visita di mons . Alberto scarlatto che esce Valerio, Vescovo di Verona nel 1594: imponente dalla penombra. Piacevole il gruppo dei due essa “era costituita da due navate e al 1 L . Tacchella, Il Sovrano Militare Ordine di angioletti, in primo piano L’oratorio di San Giovanni suo interno si trovavano due altari spo- Malta nella storia di Verona, Genova, Ed . Bozzi, con spada e conchiglia della Paglia. gli . Il campaniletto mancava di campa- 1969, pp . 50-52 . del pellegrino.

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l’inventario di tutti i beni simbolo; pur non trovando una precisa restauro del 1970, testimoniato dalla della Commenda in Villa- e documentata collocazione nel tempo, lapide datata A .D . MCMLXX che, franca, Verona e Legnago e essi sono un’ulteriore conferma dell’im- con l’intento di preservare la struttura mettessero in mappa ogni portanza storica di questo luogo tra la da un possibile crollo, rese necessaria cosa; nacque così il “Ca- fine del medioevo e l’inizio dell’età mo- la demolizione dell’intonaco ormai breo della Commenda di derna . È probabile infatti che il nome pericolante con la conseguente per- san Vidal” che è conser- “San Giovanni della Paglia” richiamasse dita delle pitture parietali raffiguranti vato nell’archivio di Stato appunto la consuetudine di offrire ospi- grandi anfore color verde e della volta di Verona e che costituisce talità con cibo, acqua e un giaciglio con a botte decorata con motivi a rosone tuttora uno strumento pre- “della paglia” per la notte agli uomini di gialli su sfondo blu . zioso per conoscere que- passaggio . La proprietà fu poi acquista- Le condizioni in cui versavano le pit- sto angolo di Villafranca . ta da alcune famiglie della nobiltà vero- ture murarie, il soffitto, il pavimento Questa fonte è stata ulte- nese, gli ultimi dei quali furono i conti e la pala d’altare erano tali da rendere riormente confermata nel Cavazzocca-Mazzanti i quali nel 1919 impossibile un recupero conservativo 2007 dal rinvenimento di vendettero la proprietà a Daniele Vantini come lo si intende oggi e ciò che oggi un frammento di lapide che qui venne ad abitare nel 1921 . “San si può ammirare è il massimo che le marmorea che reca chiari i Giovanni” rimase per molto tempo un tecnologie dell’epoca hanno consentito nomi di “Ciaia” e “Vitalis”, punto di ritrovo anche per i giocolieri e di preservare . Attualmente la chiesetta con evidente riferimen- i cantastorie che durante la fiera di San viene aperta al pubblico il 24 giugno, L’ing. Nereo Vantini, a seguito di ricerche to alla Commenda di San Pietro si trattenevano presso la corte per giorno della nascita di San Giovanni personali su opere del Vitale e a Fra Bernardino una o più settimane e venivano ospitati Battista e il 29 agosto, giorno del mar- Balestra presso il Museo stesso che probabilmente sotto i portici dalle famiglie che risiede- tirio del Santo, per messe di suffragio ai di Castelvecchio di Verona, volle lasciare testimonianza vano nelle case adiacenti alla chiesetta . defunti, durante la recita del rosario nel gli Uffizi di Firenze, la Quadreria di Padova ed degli interventi realizzati . Durante la seconda guerra mondiale e mese di maggio e per la celebrazione di al libro “Balestra” Dalle mappe di Lodovico nel secondo dopoguerra si diradarono matrimoni e battesimi . Una tradizione di Marco Pollazzo Perini risulta che esisteva- le occasioni di fare festa e un po’ alla cara alle famiglie contadine della zona è (ed. Cortina 1978) sostiene: 1) l’attribuzione al Balestra no tre edifici: la chiesetta volta venne abbandonata anche l’anti- la campanella che tuttora viene suona- del San Giovanni con l’emblema dei cava- ca tradizione di dare ospitalità . L’Ora- ta all’approssimarsi di temporali estivi di Villafranca per la foglia lieri di Malta, una casa torio, come si presenta oggi, è simile come invocazione a Dio per risparmiare di vite pitturata in basso Su incarico dei Cavalieri di Malta i dominicale con rustici, orto e pozzo e al suo aspetto originario, spoglio nelle la campagna dal flagello della grandine a sinistra in quanto era la sua firma; beni, per un certo periodo, furono am- la casa dei lavoranti con rustici e pozzo . strutture murarie, ad eccezione dell’al- e come invito alla preghiera . Questa 2) il Balestra nei suoi ministrati dal senese fra Bernardino Nel corso dei lavori di restauro del 1970 tare risalente al 1570 che fu poi restau- chiesetta, che passa inosservata date le Il particolare di una foglia quadri inseriva spesso il della Ciaia, il quale inizialmente fece sono venuti alla luce due cippi funera- rato nelle sue parti marmoree nel 1661, sue esigue dimensioni e che purtroppo di vite dipinta in basso suo autoritratto e il San ricostruire o restaurare gli immobili ri di pietra effigiati con la croce a otto come testimonia la lapide in pietra nera a sinistra della pala. Giovanni di Villafranca ne è quasi sconosciuta, cela dentro di sé Rappresenta la firma con riproduce i lineamenti simili e poi incaricò un procuratore ed il pe- punte dell’Ordine dei Cavalieri di Malta che lo sovrasta . L’interno della chiesa una storia decisamente interessante ed cui il Balestra autenticava ai quadri sopra menzionati. rito Lodovico Perini affinché facessero e un frammento di lapide con lo stesso tuttavia è il risultato dell’importante in parte ancora da scoprire . i suoi quadri.

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Il quartiere e la Chiesa di Madonna del Popolo a cura di Alessandro Marconcini

Il quartiere Madonna del Popolo è si- to demografico, era sentita la necessità tuato nel territorio ad Ovest del centro di smembrare la storica parrocchia dei storico del Capoluogo . Prende il nome Santi Pietro e Paolo, ormai in affanno dalla Parrocchia costituita il primo no- nel rispondere alle esigenze religiose di vembre 1977, con decreto del Vescovo una comunità così numerosa . di Verona, mons . Giuseppe Carraro . L’allora arciprete, Monsignor Ireneo Al- In quegli anni di notevole incremen- degheri, scelse il nome “Madonna del

Pianta del quartiere Madonna del Popolo: in alto la zona di proprietà del Comune con sotto la zona chiesa, parcheggi, area verde, a destra gli interventi civili e la piazza. Nella pagina a fianco: veduta aerea del quartiere Madonna del Popolo.

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Popolo” per onorare il culto mariano, na e Tione, comprensivo delle località e benedette dal Vescovo Mons . Amari abitato per i veicoli provenienti da Va- profondamente radicato sul territorio . esterne al centro abitato collocate in il 9 settembre 1984 . La parte superio- leggio verso Sommacampagna-Verona e Sulla scelta influì anche il ritrovamen- quel versante . re, vera e propria chiesa, venne aperta viceversa . to fortuito, nell’agosto del 1972, di una Seguendo le indicazioni del piano re- al culto e in fase successiva completata A quel tempo era già stato realizzato il medaglietta con l’effige della Madonna golatore comunale degli anni settanta, nell’arredo e nell’abbellimento . nuovo Liceo Medi, a fianco del quale con lo scettro in mano, la corona sul che prevedeva una nuova chiesa ed un La parrocchia Duomo contribuì in ma- sono sorti, in seguito, l’Istituto Bolisa- capo e con in braccio il Bambino che cimitero nel quartiere ovest del paese, niera determinante alla realizzazione ni e l’Istituto Carlo Anti, formando un regge il globo, contornata dalla scritta venne individuata l’area idonea all’edi- della chiesa, lasciando in dote alla nuo- polo scolastico superiore su cui gravita- “Maria madre di Dio proteggi il tuo ficazione della nuova chiesa . va comunità parte del lascito del Dott . no migliaia di studenti ed a cui fanno popolo” e sul retro le chiavi di San Pie- Nell’ottobre 1982, ebbero inizio i lavori, Martinelli, acquistando la casa parroc- capo molte attività sportive extra-scola- tro intersecate dalla spada di San Paolo, su terreno donato dall’Amministrazio- chiale di via Labriola e donando alcune stiche nelle palestre degli istituti . patroni di Villafranca, contornati dalla ne Comunale e su progetto dell’Archi- opere d’arte per l’arredo . I parrocchiani Da un punto di vista residenziale, al scritta “Voto del popolo di Villa Fran- tetto Lucio Merlini . La nuova chiesa, stessi hanno contribuito alle opere, tra- tempo, erano già in fase di completa- La chiesa completa nella ca 1881”, che turbò molto Monsignor costruita in campagna aperta, a margi- mite una tassazione volontaria . mento le unità previste dalla Lottiz- sua struttura spicca Aldegheri . Nella diocesi di Verona, tra ne dell’area del futuro polo scolastico Col nascere della nuova chiesa, inizia- zazione “via Labriola”, approvata nel solitaria nella zona ancora l’altro, non si trova nessuna parrocchia superiore, venne completata a stralci . rono i fermenti per la formazione del 1974 e la cui costruzione iniziò nel occupata dalla campagna. Si sta già progettando dedicata alla “Madonna del Popolo” . La cappella feriale e le stanze per le ope- nuovo quartiere che, in P .R .G ., veniva 1975 . All’interno del perimetro formato Veduta aerea della piazza l’urbanizzazione Alla nuova comunità fu assegnato un re parrocchiali, collocate al piano infe- delimitato a nord ovest da una strada di dalla prevista strada, a nord della chie- della chiesa dedicata alla del quartiere. territorio ad ovest delle Vie Luigi Pri- riore, furono consegnate alla comunità piano per la circonvallazione del centro sa, in un’area di proprietà comunale “Madonna del Popolo”.

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di quasi 40 .000 mq di superficie e di Nell’arco di qualche anno, tutta la zona della parrocchia e del quartiere e orga- ci e giochi, curati dai volontari, per- forma trapezoidale, venne collocato un fu edificata . Ad ovest della chiesa sono nizzano molteplici attività . mette la raccolta di fondi che vengono Piano di Edilizia Economico Popolare stati realizzati spazi verdi e aree sportive L’evento principale, che coinvolge annualmente destinati a opere di be- di iniziativa pubblica, a completamen- attrezzate, mentre ad est è stato creato pressoché tutti i residenti e impegna neficienza, nonché alla manutenzione to del polo socio-culturale costituitosi e un ampio parcheggio a servizio sia della le energie di numerosissimi volontari e miglioramento delle infrastrutture a nel quale furono previste infrastrutture chiesa sia del quartiere in occasione di di ogni età, è la Festa Patronale della servizio della comunità . e nuove attività del terziario, con l’in- manifestazioni . “Madonna del Popolo” che ricorre l’8 A distanza di poco meno di quarant’an- tento di formare un nuovo centro, in I residenti del quartiere, per lo più fami- settembre . Ideata nel 1980, come mo- ni da quella prima scintilla che ha dato antitesi con il centro storico . glie giovani, probabilmente proprio per mento di aggregazione fra i residenti vita al nuovo quartiere di Villafranca, si L’intervento è stato progettato partendo il fatto che hanno visto nascere e crescere della neonata parrocchia, la manife- può certamente affermare che l’obiet- dall’individuazione di uno spazio pub- con loro la nuova zona, hanno svilup- stazione è andata via via crescendo, tivo di creare un nuovo centro è stato blico centrale qualificato, a valorizzazio- pato un grande senso di appartenenza e trovando gli spazi adeguati nel nuovo ampiamente raggiunto e che anzi da Bozzetto dell’interno della ne della Chiesa, un’ampia piazza, accessi- sono così sorte numerose associazioni e quartiere e coinvolgendo partecipanti un punto di vista socio-culturale “Ma- chiesa progettata dall’arch. bile solo da pedoni e destinata a divenire attività, quasi tutte collegate con la par- dall’intero comprensorio villafranche- donna del Popolo” è diventato un cuore Lucio Merlini. Da notare la forma a conchiglia che il centro socio-culturale del quartiere ed rocchia di cui usano gli spazi e le sale . se . La festa, grazie a stand gastronomi- pulsante per la vita della comunità . accompagna la vista dei è stato approvato dall’amministrazione Si sono formati gruppi di volontariato Momento di una fedeli all’altare maggiore. comunale nel febbraio 1995 . che collaborano nella manutenzione Festa Patronale.

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L’interno della chiesa conchiglia che porta lo sguardo all’alta- re dove troneggia la sontuosa statua del Una lunga e leggera rampa porta all’in- Cristo risorto opera, come tutte le altre gresso della chiesa superiore . Il portale sculture della chiesa, del maestro-scul- in legno con una sontuosa cornice di tore Paul De Dos Moroder di Ortisei . vetri colorati introduce all’ingresso dove Intorno corrono vetrate che decorano appare il retro delle vetrate dell’incon- la chiesa con motivi diversi a significare tro di Maria ed Elisabetta a significare l’infinito amore di Dio che accoglie con l’accoglienza che la chiesa dà ai suoi fe- infinita dolcezza i suoi figli . Il fonte battesimale: opera deli . Entrando colpisce l’ampio salone a Da sinistra Il rosone di facciata sim- dello scultore di Ortisei bolo della Trinità che continua nel blu Paul dë Doss Moroder. dell’universo e scende portando un sof- Vasca in bronzo con fusione a cera persa fio vitale che crea il mondo . La nicchia eseguita dalla fonderia con la statua di Madonna del popolo e artistica Fabbris e Folla la bella vetrata azzurra . A sinistra del ta- di Dossobuono, Verona (2004). bernacolo le vetrate eucaristiche con i Le vetrate del battistero: simboli dell’uva e delle spighe . A destra le acque, elemento dell’altare l’artistico fonte battesimale primordiale.“Lo spirito di con le due vetrate azzurre a significare Dio aleggia sulle acque. La splendida espressione l’acqua che sgorga e purifica e lo spirito con cui si apre il libro di Dio che aleggia sulle acque a segui- che descrive le origini re l’angolo della musica e sulla porta del mondo e dell’umanità, d’entrata la Pentecoste . Le vetrate sono evoca l’assoluta trascendenza e presenza di Opera di Albano Poli. tutte opere del progetto dell’Arte Poli Dio Creatore che dà senso Particolare della vetrata di Verona sviluppate dal maestro Alba- e contenuto alla realtà dedicata alla musica. no Poli e realizzate con vetro Lambert della vita e dell’intero “La pergamena con note Cosmo. L’acqua elemento musicali. Richiamano al prodotto artigianalmente a mano con principale della creazione, luogo ed al canto della l’antico procedimento del soffio a boc- dipende dall’iniziativa musica dove si alzano le ca . Caratteristica la via Crucis realizzata di Dio, è il segno della lodi di Dio, dove l’insieme già nei primi anni di vita della chiesa fecondazione e della vita, di voci e suoni­ di strumenti accompagna l’intera storia si librano nella luce che dal primo parroco don Giuseppe Righi- della salvezza,costituisce salgono verso il cielo. ni con la collaborazione dei ragazzi del per l’uomo il segno di una I fogli musicali sono un invito catechismo e dei loro animatori . realtà profonda. Spirito a favorire la partecipazione Nel piano sottostante la chiesa feriale ed acqua, due elementi dell’assemblea al canto, un essenziali del Battesimo: invito all’azione sacra con sale per le associazioni e le attività l’acqua e lo Spirito che la e spirituale”. A. Poli parrocchiali . feconda”. A. Poli

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Sopra a sinistra: scultura della Madonna “Madonna madre del popolo”. Ecco che la Madonna diventa madre dell’umanità tenendo in braccio il bambino Gesù, un bambino qualsiasi che potrebbe essere anche uno di noi. Scultura scolpita in legno di pero lasciato al naturale. Sopra: particolare della Ortisei, 1998. Opera di Paul statua del Cristo Risorto, dë Doss Moroder. opera dello scultore Sopra a destra: trentino Paul dë Dos acquasantiera realizzata Moroder. dall’artigiano villafranchese Sotto: veduta generale Ezio Zanchi. Sullo sfondo del lato interno est della la vetrata dell’ingresso chiesa; da sinistra la rappresentante l’incontro pentecoste, il roveto della Madonna ardente, la porta del cielo, con Santa Elisabetta. la fascia decorativa delle A fianco: medaglia votiva vetrate con sotto della Madonna del Popolo. le stazioni della Via Crucis Esemplare della medaglia già presenti nella prima fortunosamente rinvenuta chiesa-capannone nel 1972 dal figlio di Mario di via Tione. Ferrari in una corte di “Contrà Mantoana” e donata alla parrocchia del Duomo. La medaglia di mm 20x24 rappresenta sul dritto l’effige della Madonna con lo scettro in mano, la corona sul capo e in braccio il bambino che regge il globo, contornata dalla scritta “Maria madre di Dio proteggi il tuo popolo”. Sul retro le chiavi di San Pietro intersecate dalla spada di San Paolo, simboli dei Santi patroni della città contornati dalla scritta “Voto del popolo di Villa Franca 1851”.

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Cappello e Pozzomoretto modelli di realizzazione professiona- li . L’attività è andata evolvendosi e nel Dall’aprile del 1946 le contrade Cappel- tempo si sono formati due gruppi: uno lo e Pozzomoretto, facenti parte della “Gruppo carnevale Cappello Pozzomo- Parrocchia di Madonna del Popolo, si retto” che prosegue esclusivamente nella ritrovano per festeggiare la festa della ideazione e costruzione di carri allego- Liberazione ed il pericolo scampato, rici, l’altro “Gruppo culturale Cappello- nell’aprile 1945, quando i tedeschi in Pozzomoretto” con un’impronta più fuga fecero saltare le baracche, sopra la culturale con l’organizzazione di mani- borgata, piene di munizioni . festazioni come: Santa Lucia, il presepio Fu nel 1957 che il vulcanico curato vivente,la festa della befana,la festa del Don Egidio Baietta lanciò l’idea del 25 aprile e gare sportive . Il ricavato viene Carnevale Villafranchese con la fon- sempre devoluto in beneficenza al mot- dazione della Compagnia Aurora e la to di “vivere con gioia e condividere” . manifestazione dei carri allegorici di Alla soglia di settant’anni di attività i carnevale per coinvolgere la popola- due gruppi uniti, nonostante problemi zione, ma soprattutto tutti i giovani . generazionali ed organizzativi, conti- Ebbe inizio anche per Pozzomoretto nuano nell’originario solco di aggrega- e Cappello, e continua tutt’ora, l’atti- zione, di solidarietà, di impegno sociale vità dei carri allegorici giunti ormai a e civile nella comunità di Villafranca .

Sopra: i loghi del Gruppo Carnevale e del Gruppo Culturale Cappello Pozzomoretto. A fianco: momento delle premiazioni del “Memorial Marco Ceriani” (gara ciclistica MB) e di Michele Mattioli giovani di Pozzomoretto tragicamente mancati alla comunità. Nella pagina successiva: carnevale villafranchese, gruppo Pozzomoretto Cappello.

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La comunità di Emmaus in costruzione . La vecchia scuola di Poz- zomoretto dove sono state accolte le pri- Renzo Fior con la moglie Silvana Noga- me persone si mostrò non più adeguata role, dopo un campo di lavoro a Villa- e si rese necessario trovare una sede più franca, a cui avevano partecipato giova- grande per “allargare l’accoglienza” e or- ni volontari di varie nazioni, decidono ganizzare al meglio il lavoro di raccolta e di rimanere e di aprire una sede stabile vendita di materiale usato . L’impegno si dove vivere secondo lo spirito dell’Ab- è inoltre allargato per sostenere progetti bè Pierre, fondatore delle comunità di di accoglienza e sviluppo in varie parti Emmaus . L’idea fondante del servizio del mondo . A Villafranca, Emmaus par- all’uomo nel rispetto della sua dignità, tecipa attivamente alla vita sociale con La vecchia scuola di non la carità o beneficenza ma il tenta- la costituzione della Cooperativa S .O .S . Pozzomoretto dove sono state accolte le prime tivo di vivere insieme, lavorare insieme, Casa perché come diceva l’Abbè Pierre: persone si mostrò non essere solidali con coloro che la vita ha “Il problema degli alloggi non è un pro- più adeguata e si rese lasciato ai margini . blema di beneficenza o di buon cuore… necessario trovare una sede più grande per “allargare Accolti da don Giuseppe Righini, primo è una questione di giustizia, una que- l’accoglienza” e organizzare parroco di Madonna del popolo, che fece stione sacra e noi siamo dei vigliacchi se al meglio il lavoro di raccolta loro conoscere un gruppo di persone che la trasformiamo in carità . Giustizia non e vendita di materiale si sono attivate nel servizio con una col- elemosina . È un dovere sacro, perché usato. L’impegno si è inoltre allargato per sostenere laborazione attiva che dura tutt’ora . non può esserci vita degna senza abita- progetti di accoglienza Don Giuseppe non si fermò qui, ma zione decente . È dall’assenza di casa o e sviluppo in varie parti mise a disposizione dei primi mercatini di case troppo inadeguate, che partono del mondo. La casa come solidali dell’usato uno spazio nella chiesa tutte le ineguaglianze ”. diceva l’Abbè Pierre: “il problema degli alloggi non è un problema di beneficenza e di Sopra: veduta aerea buon cuore… è una dell’attuale sede di questione di giustizia, una Emmaus comunità questione sacra e noi di Villafranca con il siamo dei vigliacchi se la laboratorio, la mostra del trasformiamo in carità. mercatino, la casa della Giustizia non elemosina. famiglia Renzo Fior e la È un dovere sacro, perché struttura degli ospiti. non può esserci vita degna senza abitazione decente. Sotto: la Famiglia Renzo È dall’assenza di casa o di Fior, gli ospiti, e gli amici case troppo inadeguate della comunità Emmaus di che partono tutte Villafranca in occasione di le ineguaglianze.” una visita dell’Abbè Pierre.

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Viva viva, Villafranca! dei paesi la Regina. Tuti quanti se ghe inchina per la storia che la gà.

L’è famosa pel tratato fra Bepeto e Bonaparte qua re Umberto col Quadrato el sà fato grande onor!

Per bélessa no sen parla ghe n’è pochi dei paesi così tanto ben distesi: la par proprio una cità!

Pel comercío quasi quasi la de par sicuramente qua ben vive tanta gente con le fiere e coi mercà.

E po anca la ghe imita pel moderno con la cesa, bel disegno e ben distesa; per l’antico col Castel.

Viva dunque Villafranca dei paesi la Regina. Tuti quanti se ghe inchina la par proprio una cità.

1911 - Maestro Gaetano Marchiori LE FRAZIONI

Carta d’insieme della ”Campagna di Verona” attraversata dalla “Via Levada” la strada romana via Postumia che interseca nel suo percorso Villafranca e le sue frazioni. la frazione di quaderni

La frazione di Quaderni a cura di Ilaria Malini

Quaderni, piccola frazione di Villa- Nei secoli successivi la frazione seguì nel franca di Verona, dista 5 km dal Ca- complesso le sorti del capoluogo veneto . poluogo e al 31 dicembre 2016 conta Quaderni vanta la presenza di più mo- 1829 abitanti . Il toponimo Quaterni o numenti tra cui alcuni edifici storici . Quaterna è di origine romana e si ri- La struttura del centro abitato è sempli- collega all’antica suddivisione dell’agro ce; c’è la piazza (via Mazzini) e ci sono compiuta a seguito del Bellum Perusi- poche vie secondarie . num (41-40 a .C .) . Si consiglia, comunque, di iniziare la Molto verosimilmente, infatti, la re- visita partendo dalla chiesa di San Mat- pubblica di Roma dopo la confisca dei teo, l’opera architettonica più insigne, territori mantovani di proprietà dei ce- che deve la sua origine alla primitiva saricidi aveva deciso di creare lotti di cappella sottoposta alla giurisdizione terreno nel vicus, da assegnare ai vete- della pieve di Villafranca, restaurata ed rani nella misura di quaterna iugera ov- ampliata a partire dal 1713 . vero “4 iugeri di terreno” (ciascuno del La facciata ripropone forme e valo- valore di 2 .500 mq) . ri propri di un’arte classica severa e Nel Medioevo entrò sotto l’influenza ripetitiva mentre i suggestivi interni del Burgus Liber (9 marzo 1185) ma solo barocchi sono decorati dagli affreschi attuale intorno all’800, conserva nella votivi costruiti lungo le strade, edificati il 4 luglio 1583 ebbe la sua chiesa eretta di Federico Bellomi e parimenti dalle geometrica simmetria delle sue parti, in segno di devozione ai Santi o ricordo in parrocchia autonoma . tele della pittrice locale Dima Orando nella coreografica scenografia del gran- indelebile di un culto popolare traman- Nel 1671 si verificò una lite concernen- (1959/1979-1983) . de giardino cinto da portici e coronato dato nei secoli . te il pagamento delle decime poiché gli Da non perdere nel corso di una visita dall’Oratorio di San Giuseppe, il segno In relazione a quanto detto ricordia- abitanti di Quaderni si rifiutarono di c’è sicuramente anche Villa Suzzi-Gaz- incontrovertibile di un sicuro gusto mo che nei pressi della periferia sorge pagare le imposte a Villafranca recla- zola per la quale esiste comunque un classicheggiante . un antico oratorio edificato nel 1637 e mando un privilegio vigente prima del problema di salvaguardia e recupero . Infine, di grande suggestività e pregni dedicato alla “Regina Pacis” che custo- 1407 salvo poi dover saldare una penale Il maestoso complesso edilizio eretto di significato per la storia del piccolo disce, al suo interno, una statua della Veduta panoramica di cinquecento ducati . nel 1600 ma ristrutturato nella forma centro sono gli innumerevoli capitelli Madonna dissepolta dal terreno . di Quaderni.

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Il ciclo pittorico della parrocchiale. L’importante ciclo pittorico, parroco don Gaetano Quattrina, è opera del pittore Federico Bellomi e rappresenta: nel catino absidale “La gloria di San Matteo”, tempera grassa di mq 45 in cui è raffigurato Ma Quaderni è anche un paese molto creando nuove occasioni di socializza- l’apostolo Matteo al centro, nell’atto di scrivere il suo sensibile alle iniziative di valorizzazione e zione e gestione del tempo libero . vangelo, contornato da promozione della cultura e del territorio: Dal 1971 è attiva la Polisportiva Qua- angeli e profeti dell’antico la vivacità e l’amore dimostrati per il tea- derni una realtà associativa, nata senza Testamento che rendono omaggio al gabelliere tro, la banda e il gioco del tamburello scopo di lucro, che intende valorizzare elevato agli onori degli spesso hanno creato legami stretti e per e promuovere lo sport in tutte le sue altari. Sopra la porta di molti aspetti esclusivi, garantendo la vi- forme . Ma la frazione è stata per un ingresso “La vocazione di talità di innumerevoli proposte ricreati- certo periodo anche “capitale italiana di San Matteo” che si rifà alla scuola di Atene di Raffaello vo-formative . tamburello”, basti ricordare la suprema- in Vaticano con personaggi Fondamentale per la formazione musi- zia dell’A .T . Belladelli che ha vinto ben del paese, tempera grassa cale dei giovani è stato il Corpo Bandi- sei scudetti consecutivi nel campionato di 25 mq. Sulla volta della stico locale un gruppo fra i più antichi nazionale di serie A tra il 1961 e il 1966 . navata “Rappresentazione dei misteri del Santo del Veneto che, coadiuvato dalle Majo- Segnaliamo infine la Sagra di San Mat- Rosario “e ai lati “Cacciata rettes (1975), nel 2013 ha festeggiato teo, tradizionale festa paesana legata al di Adamo ed Eva e Cristo i 170 anni di vita . Particolare cura ed santo patrono che si tiene a fine settem- Nuovo Adamo” e quadri “Compianto sul Cristo della concittadina Dima morto”, olio su tela di attenzione è stata posta parimenti alle bre, un evento che incarna la cultura del Orando rappresentanti autore ignoto del XVI necessità sportive degli abitanti poten- territorio ed offre a visitatori ed abitanti l’Arcangelo Raffaele secolo, cm 77x96. ziando la gamma dei servizi esistenti e tante occasioni di svago e divertimento . e Tobia.

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La banda di Quaderni due complessi bandistici: “La banda Dopo trattative i due gruppi nel 1920 si vità limitata solo a pochi elementi an- dei preti” e “La banda dei socialisti” fondono; ne è la prima testimonianza che perché molti giovani erano partiti Al 1845 risale la prima notizia sulla sempre in competizione fra di loro che una foro del 1930 . In quell’anno suona- per la guerra . banda di Quaderni . È una raffigura- nelle feste di paese si esibivano davanti no a Villafranca all’inaugurazione del Passato il nefasto periodo della guerra Nella pagina precedente: zione litografica, nell’archivio storico al tabaccaio col maestro Arturo Bar- monumento ai caduti . con l’arrivo a Quaderni di un giova- la banda e il gruppo delle del “Bacanal del Gnoco” di Verona a lottini e davanti alla chiesa col mae- Durante il periodo fascista lo spirito ne curato, don Giuseppe Tosi, l’atti- majorettes oggi. cui la banda aveva partecipato . In- stro Sante Magalini o dal curato don della banda si andò affievolendo e du- vità musicale risorse aiutata anche per Sotto: la banda in una foto torno al 1900, esistevano a Quaderni Angelo Bertelli . rante la guerra quasi spegnendo; l’atti- dall’appoggio della Direzione Didattica dell’8 agosto1940.

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e dall’entusiasmo del maestro Domeni- I Puoti co De Rossi . Il 1972 segna l’entrata di A Villafranca ci sono le sfogliatine: rotonde, eleganti, multistra- di legno i bambini; e poi c’era il piatto, di cui si pregustava il alcune ragazzine come strumentiste e ti, fragranti di burro, un dolce nobile e tutti i villafranchesi ne sapore solamente a parlarne, costituito dai “puoti”. nel 1975 la grande innovazione con la sono orgogliosi. Ma si dà il caso che proprio qui, a poca distan- Erano dolci di pastafrolla dalla forma antropomorfa, impastato formazione del “Corpo bandistico folk za, ci sia un dolce che piano piano si sta facendo strada oltre con farina, uova, strutto (il maiale era stato appena ammazza- con majorettes di Quaderni” . i confini. Sono i “Puoti” di Quaderni, il dolce tipico di Santa to) e zucchero. Ogni famiglia aveva la propria ricetta segreta e Da questa data parte la rinnovata vita Lucia. Dolce poverissimo con pochi e genuini ingredienti: uova, la propria sagoma del “puoto”. del gruppo coniugando musiche di latte e aromi. Nei tempi andati, durante il lungo inverno, il lavo- Poi c’erano mele che rappresentavano salute e bellezza, l’aran- ro nei campi era sospeso,la neve ricopriva in abbondanza ogni cia contro il male, le noci come frutto e seme insieme e perciò ogni genere, arrangiate dal maestro Jan cosa; non c’erano sale giochi ed il luogo in cui ci si riuniva era la segno di vita. Al mattino era una festa,un mostrare i regali, un A fianco: particolare della Langosz e dirette dal maestro Dome- stalla. Qui, nei filò si raccontavano le storie del paese, gli avveni- piccolo morso al “puoti”. litografia “Bacanal del nico Rossi con esibizioni folkloristiche menti, ed i bambini imparavano le filastrocche in attesa di Santa Molti sono gli anni trascorsi ed ancora oggi la tradizione dei Gnoco” del 1845 in cui delle majorettes . Un successo sempre in Dopo quasi 170 anni di vita, fra alterni Lucia: “Santa Lussia la vien de note con le scarpe tute rote…” “puoti” a Quaderni è più viva che mai e il forno Vanoni da 70 viene rappresentata anche espansione ottenuto su diverse piazze in periodi di successi e di crisi la “Banda di e sognavano una bambola di pezza le bambine e un giocattolo anni è ancora il custode di questa tradizione. la banda di Quaderni. Italia e all’estero Attualmente il grup- Quaderni” ora “Corpo bandistico folk Sotto: banda e majorettes col maestro po è formato da trenta bandisti e venti con majorettes di Quaderni” continua Domenico Rossi in una majorettes, continuano i corsi, gratuiti e migliora la propria attività nel solco esibizione pubblica. di danza moderna, ritmica e di parata . tracciato dai fondatori .

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La frazione di Rosegaferro a cura di Maria Cristina Cordioli

La frazione di Rosegaferro, situata a sud Geografiche dei Musei Vaticani (1480) di Villafranca, contava al 31 dicembre il paese è segnato con il nome di Cau- 2016, 1 .489 abitanti . riana (o Cavriana) . La tradizione vuo- Ricorrenti in carte geografiche come le che il nome Rosegaferro derivi dal quella dell’Almagià (1440) ed altre . fatto che il terreno particolarmente Nella carta ad affresco che rappresen- sassoso della campagna circostante ta il Veneto nella Galleria delle Carte consumasse notevolmente i vomeri degli aratri dei contadini, da qui “ro- sega el fero” . Il primo insediamento abitativo si fa risalire all’epoca romana come testimo- nianza la lapide funeraria risalente al L’epigrafe richiama l’esistenza di una Girolamo Dottore si è sviluppato il II secolo d .C . rinvenuta nel 1968 dallo “statio” per il cambio dei cavalli dei contesto urbano della frazione for- storico villafranchese Mario Franzosi, corrieri romani posta ogni 10 miglia (15 mando quell’unica lunga arteria, oggi oggi ancora visibile nel muro perime- chilometri) che è la distanza di Villa- via Principe Amedeo, sulla quale si af- trale del complesso chiamato Palazzo o franca da Verona sulla via Postumia . faccia la maggior parte delle abitazioni Corte Roma . Intorno alla prima chiesa-oratorio posta del paese . all’inizio del paese (via Dossi) si è svi- Nell’800, Rosegaferro si venne a trova- Il contenuto specifico dell’epigrafe, decifrato solo in parte a causa della scomparsa di alcune parti luppato il primo insediamento . Su detta re in mezzo a sanguinose battaglie del del testo, riguarda il permesso di sepoltura accordato dal locale comandante della stazione ad un tale “Sosius”. chiesa non si hanno informazioni solo Risorgimento . Per la vita religiosa la Riportiamo il testo contenuto nell’epigrafe con la parziale ricostruzione fatta da Franzosi: che era dedicata a Sant’Ignazio di Loyo- frazione dipendeva dalla parrocchia dei D(is) M(anibus) PERMISSM NATIMS(impum) la e proprietà dei marchese di Canossa, Santi Pietro e Paolo di Villafranca che IUMENTARIOR(un) PORT(ea) JOV(iae) (………….) in seguito passata alla famiglia Zamboni SOSIUS (……) (….) SSFN(…) (….)URNO (….) (….)? (…..) era presente con un curato o rettore . La traduzione probabile è: e successivamente sconsacrata dopo la Diversi ed insigni i rettori che hanno la- La lapide funeraria “Agli dei Mani, con il permesso dei trasportatori di carri, “il sasso” rinvenuto costruzione della nuova chiesa (1754) . sciato il segno fino al 18 novembre 1928 aventi sede alla porta Jovia. nel 1968 dal maestro Attorno alla nuova chiesa, realizza- anno della costituzione in parrocchia . Veduta aerea del centro Sosio dedicò il sepolcro…(ad un tale il cui nome termina con “urno”)” Mario Franzosi. ta in stile barocco e dedicata a San Fra essi spicca il venerabile don Giu- di Rosegaferro.

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seppe Girelli prima rettore e poi primo pagnoli”, Gruppo 3P, Aido e Fidas sono parroco di Rosegaferro . il segno di comunità sempre pronta e Le piccole proprietà, la laboriosità della disponibile a migliorare la vita della co- popolazione, l’agricoltura (pesche, fru- munità di Rosegaferro . mento, kiwi, bestiame) hanno portato un certo benessere nella frazione . I vari parroci che si sono susseguiti han- I gruppi folkloristici no apportato diverse trasformazioni di Rosegaferro: “Il Sasso” nelle strutture parrocchiali e nella chie- e “I Campagnoli” sa trasformandola ed abbellendola di affreschi di Gaetano Miolato . Il gruppo culturale folkloristico “Il Sas- La chiesa parrocchiale del 1754 trasformata Nell’1986 con don Silvio Cordioli il so”, nato nel 1962 dall’entusiasmo di nell’attuale forma (parroco Circolo Noi, la nuova canonica e la un gruppo di giovani che per scherzo e Il maestro Quintino Cordioli, don Enrico Favalli). Al suo scuola d’infanzia parrocchiale . Di pari per compagnia decisero di costruire un fondatore alla direzione interno il grande affresco passo diverse associazioni . primo rudimentale carro di carnevale . del Gruppo corale folk nell’abside di Gaetano “I Campagnoli” Miolato (1885-1960) Le varie associazioni: Noi, Ana, Grup- Il gruppo partito per scherzo negli anni in esibizione fra “Madonna Ausiliatrice po il Sasso, Gruppo corale folk “I Cam- ha contagiato intere generazioni . i peschi in fiore. con angeli con ai piedi la campagna intorno e la chiesa di Rosegaferro”. Sul portale affresco dell’Ultima Cena di Fides Sometti. Nel presbitere: a sinistra la tela “San Girolamo, San Sebastiano e San Rocco con angelo” del XVII secolo, a destra San Girolamo tela attribuita a Antonio Giarola detto il Cavalier Coppa (1595-1665) proveniente dal vecchio Oratorio. Ai lati dell’altare due porticine dipinte del XVI secolo Contornate da una cornice di marmi colorati raffiguranti San Pio a destra e San Gaudenzio a sinistra. A sinistra entrando cappella che conserva i resti del venerabile Giuseppe Girelli.

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Oltre 150 persone partecipano tra di- Le maschere del gruppo sono il Re e la te di paese e testi del settore . I compo- segnatori, pittori, saldatori, meccanici, Regina del Sasso, e si ispirano alla tradi- nenti infatti indossano gli abiti del “dì sarti e ballerini: tutti mettono a dispo- zione che vuole il terreno di Rosegafer- di festa” dei primi 900, tipici della zona sizione la propria capacità ed esperien- ro particolarmente sassoso . di Villafranca Veronese . za nei mesi invernali, fino al carnevale, Ora il gruppo, composto da una ven- per la realizzazione di carri allegorici “Li chiameremo I Campagnoli, rappre- tina di elementi fra uomini e donne è che sono interamente ideati e costruiti sentiamo il paese in cui viviamo” con diretto con notevole perizia dal maestro nel paese . queste parole del maestro Quintino Adalberto Ferrari e guidato dal presi- Dai primi carri semplici e rudimentali, Cordioli, prematuramente scomparso, dente Ettore Cordioli . la costruzione si è via via raffinata nel inizia la vita nel 1972 del Gruppo . Nel corso di questi anni ha organizzato tempo, fino ad arrivare oggi all’uso di Il nostro repertorio comprende canti e edizioni del “Festival Internazionale del movimenti meccanici, idraulici ed ef- danze originali di una volta, tipiche del Folklore” e partecipato a numerose ma- fetti luminosi che si concretizzano in folklore Veronese e Veneto arricchiti da nifestazioni portando sempre con ono- carri allegorici ammirati e premiati nei suoni e colori originali; il tutto è frutto re ed orgoglio il nome di Rosegaferro in concorsi carnevaleschi veronesi e non . di ricerche molto meticolose fra la gen- Italia e all’Estero .

Sopra: carro allegorico in occasione del 50º anniversario di fondazione del gruppo “Il Sasso”. Foto del gruppo “I Campagnoli” in posa al Sotto: carro allegorico castello di Villafranca. del 2006.

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La frazione di Pizzoletta a cura di Gianni Tovo e Elisabetta Zanolli

La frazione di Pizzoletta si trova a sud ra; in atti del 1600 e del 1700 (Archivio del capoluogo e comprende tre contra- Comunale di Villafranca in sezione Ar- de: Pizzoletta, Volpare di Sopra e Vol- chivio di Stato di Verona) ricorrono le pare di sotto . Contava al 31 dicembre voci Picoleta, la via del Picol, e, in con- 2016 1 .353 abitanti . La frazione si trova trà del Picos . Non è da scartare l’ipotesi in una zona agricola con colture di pe- che l’etimo abbia una giustificazione schi, kiwi, foraggi . geografica con significato di “piccola Il suo nome deriva probabilmente dal lingua di terra” . gentilizio Picolus, forse derivato dal L’agglomerato principale si sviluppa nome generico del basso latino placola lungo la Statale 62 che collega Verona a (piazzola), attestato in varie scritture a Mantova ed una strada perpendicolare partire dal secolo XI . In una pergame- che si sviluppa verso Est . Le principali na dell’anno 1035 si ha un Pizolo Kau- infrastrutture: chiesa, scuola materna

ed elementare, centro sociale per mo- fu benedetta il primo Novembre 1952 . menti aggregativi della comunità, ban- L’espansione del paese è sempre stata ca, ufficio postale sono sorte nei pressi limitata solo a piccole lottizzazioni li- della chiesa e della rispettiva piazzetta . mitrofe al tessuto precedente e a piccole Sull’arteria secondaria, si sviluppa la risistemazioni dell’esistente . La storia parte residenziale arrivando alle due della comunità di Pizzoletta segue la vita borgate: Volpare di Sopra e Volpare di della parrocchia che prima (1911) è stac- Vista dall’alto della Sotto con la chiesetta e monumento a cata dalla parrocchia di Villafranca ed traversa che dal centro della frazione (la statale La piazza di Pizzoletta ricordo dei caduti costruita dagli abi- assegnata a San Zeno di Mozzecane, poi 62 della Cisa) porta alle con la chiesa, la canonica tanti della contrada con la collaborazio- dal (1951) il progetto ambizioso dell’ar- località di Volpare di Sopra e la scuola materna. ne dell’Ancr . La “Ceseta de le Volpare” chitetto Magnaguagno e del geometra e Volpare di Sotto.

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di Pizzoletta Giuseppe Ferrari di una roco don Eliseo Moschini che farà il suo nuova chiesa e strutture parrocchiali . ingresso ufficiale il 12 Settembre 1954 . Il primo Novembre 1952 viene posta Nel 1962 fu edificato il cinema parroc- e benedetta la prima pietra per la co- chiale e il “salone-chiesa”, che doveva es- struzione di un “salone tipo chiesa”; la sere provvisorio rimase definitivamente sua costruzione fu un’impresa” a cui chiesa abbandonando l’ambizioso pro- Sopra: il centro sociale di partecipò con entusiasmo tutta la po- getto iniziale . Nel 1999, su incarico Pizzoletta con il teatrino, le sale delle attività e polazione . all’architetto Luciano Zanolli, si proce- l’ampio cortile per le feste. II 5 Luglio 1953 ci fu l’inaugurazione de all’adeguamento degli ambienti par- Sotto: “La ceseta de le da parte del vescovo di Verona mons . rocchiali trasformando la facciata con Volpare” dedicata alla Girolamo Cardinale e successivamente, uno stile classico con rosone a soggetto Madonna Assunta con ultimati i lavori per la canonica, final- mariano . La chiesa è stata consacrata il il monumento ai caduti costruita nel 1952 dagli mente il 25 Aprile 1954 la curia vescovile 7 dicembre 2003 dal vescovo di Verona abitanti della borgata costituì la nuova parrocchia Maria Im- mons . Roberto Carraro, parroco don e dall’Associazione macolata di Pizzoletta nominando par- Alfonso Trettene . combattenti e Reduci.

La vecchia chiesa prima della trasformazione a cura dell’architetto Luciano Zanolli.

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La frazione di Caluri a cura di Lorenzo Antonini

La frazione di Caluri è tra le più piccole Le sue origini si perdono nella notte dei del Comune di Villafranca per nume- tempi e sul significato del suo nome vi ro di abitanti, che, al 31 dicembre 2016 sono diverse ipotesi: quadruvium (in- ammontavano a 619 dista circa cinque crocio di quattro strade), colurnus (noc- chilometri dal capoluogo e sorge a nord ciolo), quernus (quercia), ma nessuno della linea delle risorgive a m . 63 sul li- convince del tutto; molto probabilmen- vello del mare . te il significato va ricercato in Cà Luri

come contrazione (Cà Lauri) di qualche chio oratorio, fu costruita una nuova toponimo che poteva riferirsi alla colti- chiesa benedetta il 26 marzo 1911, come vazione dell’Alloro oppure a un luogo ricorda una lapide murata sulla faccia- sacro dedicato al dio Apollo . ta esterna . Nella nuova chiesa furono La prima documentazione scritta, fino- portati alcuni arredi del precedente ra nota, su questa località risale al 1530 oratorio in particolare due tele tuttora quando il vescovo di Verona Gian Mat- esistenti ai lati dell’arcata del presbiterio teo Giberti, dopo aver visitato la parroc- rappresentanti: San Francesco che riceve chia di Villafranca, mercoledì 15 ottobre, le stimmate e Sant’Antonio da Padova La nuova chiesa e la lapide a ricordo nel viaggio di ritorno a Verona fece sosta con Gesù Bambino . della sua benedizione a Caluri per visitare una chiesetta-ora- Al termine della seconda guerra mon- il 26 marzo 1911. torio privato ma aperta al pubblico che diale anche Caluri risentì della ripresa Panoramica della frazione Si intravvede, fra le dipendeva dalla pieve di Villafranca . legata alla ricostruzione del nuovo aero- di Caluri con in primo piano colture, il vecchio oratorio gli impianti sportivi abbandonato; ora di Nel primo decennio del 1900, su un porto con l’inserimento di nuove fami- ed in alto la pista di proprietà privata. appezzamento di terreno vicino al vec- glie . L’aumento della popolazione portò atterraggio degli aerei.

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alcuni servizi come la scuola materna, a destra gli apostoli Pietro, Giacomo e Nella pagina precedente: veduta generale la scuola elementare (1974) e inoltre la Giovanni e a sinistra la Madonna, Maria dell’interno della chiesa. possibilità di nuove costruzioni (1977) Maddalena e Maria di Cleofa . Sopra: 1988 il nuovo essendo la zona bloccata da servitù mi- Lo sviluppo dell’aeroporto ha inci- altare con l’affresco litare collegate all’aeroporto . so nella vita della piccola comunità di nell’abside del Cristo Nella chiesa, dedicata a Sant’Antonio da Caluri che comunque mantiene vivo il risorto con i due angeli Padova costruita nel 1911, furono ultima- contesto sociale con l’avvento di gio- ai lati e i testimoni della resurrezione con a sinistra ti i lavori del rifacimento del presbiterio vani famiglie, la dotazione di moderni le tre Marie e a destra gli con il nuovo altare (1988) e l’affresco impianti sportivi, le attività delle società apostoli Pietro, Giacomo, dell’abside, ad opera del cappuccino fra sportive, l’annuale sagra e la cura della Giovanni e Sant’Antonio Natanaele di Villafranca, rappresentante centenaria chiesa (1911) parrocchiale . da Padova patrono della parrocchia. Opera del frate Cristo risorto con ai lati due angeli e due Tratto da “Caluri nel tempo” dal secolo Cappuccino fra Natanaele gruppi di testimoni della resurrezione, “XVI al XX” di Lorenzo Antonini . di Villafranca.

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La Contrada Fornaci a cura di Pietro Spellini

Ad Est di Villafranca tra la via Postumia tanodotto ci si imbatteva in un muro . e la Grezzanella sorge contrada Fornaci, L’intervento degli archeologici portò località vincolata dalla Sovrintendenza alla luce una struttura muraria a pianta dei Beni Artistici e Ambientali per il rettangolare di circa 5x6 metri uguale complesso della corte settecentesca, con alle fornaci romane trovate in via Albe- le Meridiane e la chiesetta . re a Verona . Nel 2008 durante i lavori di scavo vi- Sempre a seguito degli stessi lavori, fu- cino alla corte, per la posa di un me- rono ritrovati tre piccoli siti, tre tom-

be, due vuote, la terza con un notevole La corte principale corredo integro . Lungo il lato Sud di questa tomba, le ossa di un cane; il pa- Una svolta decisa nella storia della con- drone e il suo cane giacevano vicini . Le trada si ebbe nel 1739 con l’acquisto tombe, con la data certa indicata dalla dell’azienda da parte dei fratelli Betti, moneta, portavano alle origini roma- che procedono alla ristrutturazione del- ne del sito e alla prova di insediamenti la corte costruendo una casa padronale, nella zona . come si usava nel 700 con pavimenti in La storia documentale della contrada, palladiana veneziana, travature quadre, a oggi, inizia con un atto con cui l’a- e pareti affrescate a festoni . Fanno parte bate di San Zeno di Verona, Riprando, della ristrutturazione Betti, che ingloba rinnovava il feudo a tal Carlaxario di una colombaia del ’600, una scuderia Cavra, indicando un appezzamento in con i pilastri in tufo bugnati e una casa L’antica fornace romana località Fornase con viti . del castaldo con una serie di meridiane . Esterno della corte con scoperta nel 2008. Dopo la colombaia a Sud e la i rilievi di rito è stata Vicino alla corte costruiscono una bella chiesetta padronale del adeguatamente ricoperta. chiesetta in puro stile settecento . 1744 a Nord.

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La chiesetta un pavimento secondo la tradizione Da allora la chiesetta ha sempre svolto La corte con le meridiane veronese, a scacchiera in marmette il suo ruolo istituzionale, collegata alla La chiesetta, opera dei Betti, è del 1744 . bianche e rosso Verona . Un gradino parrocchia di Villafranca e, da pochi Caratteristica della corte sono “siè me- Interno della chiesetta con Nell’archivio della Curia di Verona è immette nella zona dell’altare che a anni, di Caluri, per le sante messe e le ridiane che dentro in corte segna el passo in primo piano la copia del presente tutto il carteggio tra i Betti e il sua volta è sopraelevato di due gradi- varie cerimonie religiose per gli abitanti al sol”, come scrive Barbarani (scultura crocifisso di Pietro Tacca, Doge Aloisio Pisani per l’autorizzazione ni . L’altare con intarsi in marmi, allora della corte e per le borgate circostanti . a fianco posta nella corte) . (Le cante de la Madonna in bronzo di Annachiara Spellini, il civile, e tra il Betti, il vescovo di Vero- pregiati, di misura canonica si dice sia Ogni anno nel mese di maggio viene le bele nosse: le do ciesete 3º libro, IV prezioso altare in marmi na Giovanni Bragadino e il parroco di del lapicida Ranghieri, operante nel recitato il santo Rosario e alla chiusura, canzoniere) . policromi e la pala d’altare Villafranca don Giuseppe Volpe per la periodo a Verona . a fine mese, c’è la Santa Messa con la Rappresentano i vari modi di contare le del Settecento raffigurante Madonna con Bambino, parte ecclesiastica . La cura dei particolari e il puro stile set- processione tra le case della contrada e ore in voga nel Settecento . Non esiste in Angeli e San Giovanni La chiesetta, capace di contenere una tecentesco della facciata e dell’interno la Messa di vigilia di Natale è sempre Europa sito analogo di meridiane così Scultura di Berto Barbarani Nepomuceno. ottantina di persone si presenta con fanno pensare ad un architetto di fama . molto frequentata . diverse . realizzata da Luigi Spellini.

236 237 le frazioni la contrada fornaci

Le meridiane La prima segna le ore italiche, ore particolari diffuse in veneto e in friuli nel 1400, durarono fino all’abolizione di Napoleone. Il tramonto segnava la fine del giorno e l’inizio del giorno succes- sivo. Si contavano 24 ore a partire dal tramonto, il mezzogiorno variava al variare dell’ora del tramonto.

10 21 La seconda segna le ore ultramontane o europee, sistema di se- 11 gnare le ore in voga in nord Europa. Si iniziava a contare le ore 20 a ora fissa a mezzanotte, dopo dodici ore c’era mezzogiorno. 13 Sono dette anche ore francesi perché Napoleone le impose in 16 17 18 19 12 buona parte d’Europa facendo cancellare dai muri la maggior parte delle altre. Oggi rappresenta la meridiana che siamo abi- tuati a vedere dipinta sui muri delle case. 1 - Ore italiche, il mezzogiorno è alle 18, foto scattata in ottobre 2 - Ore francesi o ultramontane il mezzogiorno è alle 12. 3 - Meridiana stagionale foto dei primi di dicembre. a mezzogiorno dell’orologio, (TME), i numeri sono stati aggiunti La terza segna le stagioni del sole, “segnatempo stagionale di nelle foto. carattere agricolo” come lo definisce Forlati. (P.F. Forlati, Segna- tempo “veronensis” pg. 78-85, ed. Cariverona). Vi è riportata una parte di una meridiana con ore francesi richiuse tra il segno del solstizio d’estate e d’inverno e attraversate dalla linea equi- noziale. Al variare della lunghezza dell’ombra a mezzogiorno sul quadrante si poteva capire il variare delle stagioni.

La quarta segna le ore Babilonesi o Boeme o di levante dove il sorgere del sole dava l’inizio al giorno e quindi al contare le ore, l’italiana partiva dal tramonto, la babilonese dall’alba. L’ora letta a mezzogiorno era variabile al variare del sorgere del 4 5 sole. Era in uso più di duemilacinquecento anni or sono presso 6 i Babilonesi, si ignora quando sia arrivata in Europa, sappiamo 7 che l’imperatore Carlo V nel 1360 decretò che tali ore venissero adottate in Boemia e Ungheria.

La quinta meridiana è un segnatempo notturno lunare. Il tempo che intercorre tra due lune nuove è di circa 30 giorni. La luna fa la sua ombra nello stesso posto, ma ogni giorno sorge una ora dopo, ragion per cui scala una linea di meridiana. Per questo 4 - Meridiana babilonese, ore mobili, sorge circa alle sette del TME, 5 - Meridiana lunare, presenti pochissimi esemplari in Europa. 6 - Quadro riepilogativo o esplicativo. motivo non è possibile scrivere sulla meridiana ore che si spo- (inizio del giorno), il mezzogiorno del TME, arriva alle cinque delle stano ogni giorno. Sembra essere l’unico esemplare esistente ore babilonesi. al mondo.

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La frazione di Dossobuono a cura di Lorenzo Antonini

Abitanti al 31 dicembre 2016: 6 .390 . ma ci fosse soltanto ignoranza e mise- Nella nostra epoca, in cui sempre più ria . Nasce così negli uomini del nostro breve diventa il corso della memoria, tempo un senso di autosufficienza che parlare del passato può significare trat- li fa sentire «figli di nessuno» se non di tare di cose che sentiamo lontane . So- se stessi e questa è molto spesso la cau- prattutto per noi, abituati a pensarci sa della crisi profonda della nostra so- come gli artefici della civiltà e del pro- cietà . Cercheremo perciò di riscoprire, gresso, riesce difficile sentirci legati al per quanto sarà possibile, quel cordone passato, convinti come siamo che pri- ombelicale che, lo vogliamo o no, ci lega al passato, convinti che da questa creandosi così un luogo e uno spazio riscoperta ne uscirà più chiara e definita che da tutti era sentito proprio . Nella la nostra identità . chiesa si riunivano in assemblea, per La storia di Dossobuono, per quanto discutere e decidere sui loro problemi . ci è dato conoscere, inizia circa mille Questa assemblea, chiamata “vicinìa”, anni fa da una pergamena contenente era costituita dai capi di famiglia i qua- una atto di donazione, esattamente nel li eleggevano al loro interno un mas- 1037, ma bisogna risalire di qualche se- saro, o amministratore dei beni della colo per poter ricostruire con più pre- comunità e alcuni consiglieri . In un’e- cisione la vita di quella gente che era poca in cui lo stato non forniva nessun legata soprattutto al lavoro della terra . tipo di assistenza, ma si rendeva pun- Erano poche famiglie di contadini che tualmente presente a riscuotere impo- Mappa settecentesca La prima chiesa di lavoravano su terre di proprietà altrui, ste e tributi, bisognava provvedere alla dell’abitato di Dossobuono Dossobuono “piantata ma che sentivano in modo ben vivo manutenzione delle strade, all’aiuto realizzata per un processo e costruita” il 27 marzo di appartenere ad una comunità con reciproco in caso di cattivi raccolti o di tra il Comune di Villafranca 1311 dedicata al culto e la famiglia Vertua in della Maddalena con a una sua fisionomia . E proprio questo distruzione per il passaggio di truppe, merito all’apertura di una destra il vecchio asilo senso comunitario lo concretizzarono al mantenimento della chiesa e allo sti- osteria da parte dei due parrocchiale. con la costruzione della chiesa ne1 1311, pendio del sacerdote . contendenti.

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La parrocchiale di Dossobuono dono di Augusto e Adele Maria Mariotto, progettata dall’ing. Enea Ronca e consacrata il 25 ottobre 1945. Imponente e maestosa con all’interno il ciclo pittorico di Gaetano Miolato (1885-1960). Nel catino del presbiterio il Cristo Pantocratore adorato dagli angeli, ai lati “La moltiplicazione dei pani e dei pesci” e “L’ultima cena”, sopra il portale d’ingresso “Gesù entra trionfante a Gerusalemme” ed altri affreschi che si ispirano a Giotto ed al Beato Angelico. Inoltre tele provenienti dalla vecchia chiesa “Maria Maddalena in estasi” opera di Pietro Liberi Il paese si è costituito con la progres- amministrativa e fiscale per privilegi vorevoli . Frequente era infatti, da par- prio passato, è preoccupato a costruirsi (1605-1687) e “Pala d’altare con cinque Santi” siva unificazione di tre distinti nuclei, concessi alla famiglia Vertua . te dei lavoranti, l’indebitamento con intorno barriere e difese lasciando spes- di Anselmo Prendaglio un tempo chiamati contrade, che era- La contrada di Dossobuono che si trova il conseguente pignoramento dei beni, so ai margini quelli che pesano di più datata e firmata 1778 no rispettivamente: contrada della Tor- a metà tra le altre due, dove sorge ora essendo essi tenuti a versare l’affitto in o faticano ad accettare le nostre regole e commissionata dalla famiglia Vertua. Inoltre re, della Maddalena e di Dossobuono . la nuova parrocchiale, si sviluppò attor- denaro e/o in natura anche in caso di del gioco . due tele donate da mons. Ognuna aveva peculiari aspetti sociali no a una corte padronale dei Vertua e siccità, grandine o distruzione dei rac- Questa situazione si protrasse fino agli Alberto Piazzi nel 1998 e nel e amministrativi che la distinguevano dipendeva amministrativamente da Vil- colti . Costoro quindi partecipavano alla inizi del nostro secolo, dando vita ad 2013, una rappresentante dalle altre . lafranca . Se poi scendiamo ad analizza- vita della comunità per alcuni anni, per episodi che ci testimoniano, sia in bene “La Vergine con Bambino a figura di Santo” Villa Alessandri è così La contrada della Torre si è sviluppata re un po’ più da vicino la comunità di poi trasferirsi altrove e ricominciare . che in male, la vitalità del paese . C’era- probabilmente opera del chiamata dal nome degli infatti attorno a una domus dei Tem- Dossobuono nei secoli XVII e XVIII, Il sentirsi membri della comunità avve- no infatti anche allora invidie, rivalità frate San Felice da Cantalice ultimi proprietari, i fratelli plari, godeva di autonomia amministra- vediamo che era costituita da circa due- niva perciò per due titoli: o per apparte- e chiacchiere alimentate dal desiderio (1515-1587) e l’altra “Visione Alessandri, che non tiva formando un comune autonomo e cento persone, divise in una ventina di nenza diretta, ed era il caso delle poche prepotente di qualcuno di emergere, di Sant’Ignazio di Loyola con avendo eredi lasciarono la Sacra Famiglia” attribuita i loro beni per costruire vi sorse nel secolo XVIII l’odierna villa famiglie . Di queste famiglie, cinque o famiglie proprietarie di terre, o per ac- ma c’era anche una disponibilità reci- a Saverio Dalla Rosa l’ospedale infantile di Alessandri al centro di una vasta pro- sei, proprietarie di pochi campi di terra, coglienza, ed era questo il caso del mag- proca, fondata sul senso di appartenen- (1741-1821). Una classica Verona. Questa villa con le prietà appartenuta alla famiglia Zignoli . costituivano il nucleo stabile, mentre gior numero di persone . Nessuno però za allo stesso gruppo sociale . Significa- cripta rifacentesi alle annesse proprietà agrarie La contrada della Maddalena si svilup- le rimanenti, legate alla pastorizia o al si sentiva escluso . Cosa questa che non tivi sono due episodi . Come abbiamo basiliche romane . doveva fornire latte e All’ingresso la cappella dei verdure biologiche alle pò invece attorno alla vecchia chiesa e lavoro bracciantile, rimanevano per il avviene più nella nostra società «civile» detto, il principale segno concreto della caduti con l’altare della cucine dell’ospedale. dal secolo XVI godette di autonomia tempo in cui le situazioni erano loro fa- dove ognuno di noi, sradicato dal pro- comunità era la chiesa per i cui lavori vecchia chiesa.

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Una certa visita polemica ha invece ca- collettiva per mantenere il parroco, du- ratterizzato la comunità ogni qual volta rata dal secolo XVI al XVIII, alla costi- qualcuno abbia tentato di conculcarne tuzione, nel secolo scorso, di una cassa i diritti o di mutarne la fisionomia, ca- rurale che provvedeva a finanziare l’ac- ratteristica questa che sembra notevol- quisto di sementi e attrezzi agricoli e la mente attenuata, quasi certamente per costruzione della casa per i soci che non il progressivo annebbiarsi dell’identità erano certo dei benestanti . collettiva . Ed è proprio poco prima della scompar- Resta però la capacità di gesti di solida- sa di questo ambiente e di questo clima rietà che affondano le loro radici in un che hanno messo radici nel secolo scor- lontano passato, quando molto spes- so alcune iniziative, tra le quali merita so era la necessità a spingere in questa ricordare la Banda e la Piccola Frater- direzione . Si va infatti dalla tassazione nità .

L’oratorio privato, dedicato alla Santa Croce, fa parte della contigua corte Pantini-Bembo Ruzzenenti nella contrada Calzoni, verso l’aeroporto. I lavori di costruzione iniziarono nel 1688, su iniziativa di don Giovanni Pantini, e si conclusero nel febbraio del di ampliamento e abbellimento tutti si della canapa, che filavano alla sera du- 1690 con la celebrazione della prima messa. Durante sentivano impegnati, spesso in gara con rante i cosiddetti «filò», e che veniva poi le guerre del risorgimento Il maestoso presbiterio col altre comunità . Così quando c’erano venduta in città; mentre gli uomini, du- fu anche usato come Cristo Pantocratore con da fare lavori per la chiesa non si faceva rante l’inverno, si recavano con le car- chiesa parrocchiale, ai lati gli altari barocchi economia, nei limiti del possibile, cer- riole a prelevare sassi dalle «marogne» quando era troppo con le statue lignee della pericoloso frequentare la Madonna e del Sacro cando il meglio disponibile e spesso con per sistemare le strade o per costruire la strada statale percorsa Cuore provenienti dalla dei costi molto pesanti . Fu così che per massicciata della ferrovia . Il ricavato di dagli eserciti. All’interno chiesa di San Sebastiano ricavare i soldi necessari per tali lavori, tutto questo lavoro andava naturalmen- una tela (cm 182x99) di in Verona (adiacente alla autore ignoto del secolo Biblioteca Civica) distrutta gli abitanti escogitarono due fonti di te a finire nelle casse della comunità . Il XVIII rappresenta Cristo durante la seconda guadagno che videro tutti impegnati . volontariato quindi non è una novità crocifisso con ai piedi della Guerra Mondiale. Alle donne veniva infatti consegnata solo del nostro tempo . croce otto figure di dolenti.

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La banda di Dossobuono stri; una storia che ha contrassegnato la vita della comunità di Dossobuono . Nel Una mattina del 1921 ci fu uno scam- 1952 il Corpo Bandistico viene intitolato bio-scommessa fra un gruppo di giovani al giovane Dino Fantoni, figlio di Gia- e il parroco don Angelo Menegazzi che cinto, stroncato da grave malattia a soli accettò subito la provocazione: parteci- 15 anni . Il maestro Giuliano Bertozzo ed pazione ad una riunione in parrocchia il presidente Roberto Perrone, nel solco contro porre le basi per fondare la banda . della tradizione che dava spazio ai gio- Impegnativo l’inizio che alla fine portò vani, nel 1994 fondarono la Banda Gio- alla partecipazione della giovane banda a vane “Bandina” che rivitalizzò il gruppo sagre e feste del circondario . ponendo obiettivi sempre più motivanti Dopo la crisi degli anni di guerra, nel quali: concorsi regionali, nazionali ed 1945 l’attività della Banda riprese gra- internazionali, fino al concorso mondia- zie a Giacinto Fantoni che con Battista le di Kerkrade in Olanda . Oggi la Banda Massagrande ed il giovane sacerdote Dino Fantoni è cresciuta ed alcuni giova- don Alberto Piazzi recuperò strumenti e ni della Bandina sono diventati maestri spartiti e rimise in piedi il gruppo . Da di altre bande del circondario portando allora la storia della Banda è prosegui- qualità ed entusiasmo nelle varie attività ta ininterrottamente fino ai giorni no- collaterali e rassegne in Italia e all’estero .

Sopra: esibizione della Banda di Dossobuono all’Arena di Verona. Cartolina storica per una Sotto: la “Bandina”, esibizione della Banda di banda dei giovani, Dossobuono a Santa Lucia in un recente concorso di Verona nel 1952. per Bande Giovanili.

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La frazione di Alpo a cura di Nedda Lonardi

Abitanti al 31 dicembre 2016: 2551 . Importante per lo sviluppo del nostro Si trova a Nord-Est del capoluogo, al con- territorio la medioevale via Mantoana fine con Verona, quasi al limite dell’Alta che proveniva da Verona e attraversava Pianura Veronese che manifesta la sua il paese per dirigersi poi verso Mantova . fine già nella contrada Chiodo, dove na- Tale strada è menzionata in “La campa- sce da risorgive la fossa Piombina . gna di Verona dal secolo XII alla venuta Nell’età romana e soprattutto verso il dei Veneziani” (1405) di Giannino Fer- mille d .C . la vasta pianura era spopola- rari, a proposito della designazione dei ta; in seguito fu aggredita da gruppi di confini da parte di Grumerio podestà di famiglie che vi costruirono le loro sedi, Verona, avvenuta nel 1178 . In quel con- procedendo da sud a nord . testo si colloca anche il termine fissato alla “tegete omniun Sanctorum que est in campanea”, cioè presso la struttura esi- stente allora ad Ognissanti . Alpo non fu l’unico centro abitato . Le sue borgate: Ognissanti, Dosdegà, Ca- vilegium Heinrici IV: …et decimationem tra la Pertinenza di Sommacampagna e dellora, Comotto, Ronchi, Ca’ Bianca, ville que vocatur Alpo” del 18 giugno 1084 . l’ospedale di San Giacomo alla Tomba . Chiodo hanno avuto ciascuna un pro- Il documento originale si trova presso la La sua storia è legata alla famiglia Dal prio percorso, inizialmente legato alle Biblioteca Capitolare di Verona . Verme, documentata in Verona a parti- costruzioni delle Ca’, corti agricole . In antiche pergamene del 1300, giacen- re dal 1226 . Il nome Alpo è antico ed è ricco di rife- ti presso l’Archivio di Stato di Verona, Nel 1239 si precisano i confini delle pro- rimenti storici . Probabilmente indicava il Guastaverza riporta “de domo Alpi de prietà di Niccolò Dal Verme . Negli ul- una comunità dell’alto Medio Evo, forse Campanea Verona” . timi decenni del Trecento la ricca fami- Vista del complesso un remoto nucleo di gente longobarda . Anche Dosdegà affonda le sue origini in glia controllava diverse ville . Nel 1405 parrocchiale. La chiesa, la Rilievo posto sulla porta nuova parrocchia, il circolo d’entrata della chiesa Appare in “Monumenta Germaniae Hi- tempi molto lontani . In un atto notarile possedeva la villa di Alpo con Dosdegà Noi e la zona adiacente raffigurante storica, Diplomatum Regum et Imperato- del 18 maggio 1277 appare come Doso de e zona della Torre (Domus dei Templari) per l‘attività sportiva e il Battesimo di Gesù. rum Germaniae”, pag . 485, per un “Pri- Guà . È citato per una causa di 25 campi a Dossobuono . ricreativa.

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I beni dei Dal Verme ad Alpo, Dosso- Durante la dominazione austriaca, Il Cimitero sorse su proprietà Malaspi- in una epigrafe posta sulla facciata del- buono e Dosdegà furono confiscati dal dopo alterne situazioni, in seguito a na, accanto alla strada consortiva deno- la casa stessa . L’avvenimento è inserito Comune di Verona nel 1442 (ASVR, Ca- un nuovo compartimento territoriale minata Scaiole . nelle operazioni belliche avvenute nel mera fiscale, busta XXV, proc . n . 165) . ad opera del Regio Governo Imperiale, Negli anni 1836, 1849, 1855 si diffuse il Villafranchese durante la prima guerra Con essi, nel 1444, si estinse il Vica- nel 1818 si costituì l’assetto ancora oggi Cholera Morbus . Le cure degli ammala- di indipendenza nazionale . riato di Alpo . “Ex concessione ducali” riscontrabile ed Alpo con Ca’ dell’Ora, ti erano quasi sempre a carico dei pro- È del 1856 il voto per la cessazione del venne unito al Vicariato di Villafranca Ca’ di Fontana, Dosdegà e Ognissanti prietari dei fondi . Tra quelli di Alpo colera . Il parroco Pietro Albieri, nel 1963, (ASVR, Comune, Atti del Consiglio, passò al Comune di Villafranca . vengono citati i nobili Cattarinetti, ottenne da Paolo VI di celebrare la festa La pala di sinistra del presbiterio raffigurante reg . 56, c . 4r) . Nel 1833, resosi inadatto il vecchio Ci- Balladoro, Piccoli, ed inoltre Anna votiva in onore della B.V. Maria Salus “Nascita di San Giovanni Dal secolo XVII fino all’avvento del do- mitero che si trovava in corrisponden- Bonuzzi, Lorenzo Aprili, i conti fra- Infirmorum il 31 luglio di ogni anno . Battista”. Al centro minio napoleonico, Alpo e Ognissanti za del presbiterio dell’attuale chiesa, a telli Antonio e Paolo Erbisti, gli eredi Il 14 ottobre 1867 il Municipio di Villa- donna con Bambino con Ca’ di Fontana, identificabile con mezzo della Congregazione Municipale Beghelli, i fratelli Bassani . franca, Provincia di Verona, Regno d’I- (San Giovanni) attorniata da personaggi, Santa l’attuale località Chiodo, furono Co- della Regia Città di Verona venne - Nella speranza di occupare Verona, il talia, espose con un avviso il nuovo pia- Elisabetta assistita muni indipendenti . dato all’ingegner Giuseppe Delaini il 13 giugno 1848 i Piemontesi spiegaro- no di istituzione delle Scuole elementari da donne e a destra Il 20 ottobre 1801, assieme a Torre di contratto per il nuovo Cimitero di Alpo no l’esercito tra le frazioni di Calzoni e del Capoluogo . Nell’anno successivo, il San Zaccaria in atto di ringraziamento. Dossobuono e Custoza, persero la loro e relativi lavori . Il 10 gennaio 1831 il pe- Ognissanti . In casa Magalini, sede del 16 marzo, il Consiglio approvò il pia- Olio su tela di cm 135x190 Vista generale autonomia e vennero uniti al Comune rito Giuseppe Morelli ne aveva fissato il quartiere generale, pernottò Carlo Al- no per le Scuole Maschili e Femminili di Giuseppe Buffetti dell’interno della chiesa. di Sommacampagna . costo in Lire 2 .063,65 . berto re di Sardegna, come ricordato nelle frazioni di Alpo, Dossobuono e (1751-1812).

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per un tratto, passava attraverso il paese . gare la detta Chiesa nella facciata. Essa Per avere un quadro sufficientemen- fù dotata di Entrata delle due pezze di te completo della storia della chiesa di terra, dette le Scale, e Terminon, dal di- Alpo, occorre rifarsi alla nota scritta dal voto Fondatore Nicolò dall’Alpo, abitante Parroco Don Cunego in occasione della nel Comune di Torri sul lago di Garda, Visita Pastorale del Vescovo Avogadro il Famiglia in quel tempo, distinta, e Possi- 26 settembre 1793, ed al Pio Racconto dente, per cui detta Chiesa prese il nome Originale di Giovanni Battista Banal, di Alpo, e cessò il sopradetto in Campagna datato 5 gennaio 1834 . l’Anno, 1400. Fù Eretta Parrocchia, circa Entrambi i documenti, pur successivi l’Anno 1520.” di molto alle varie fasi di realizzazio- Il Pio Racconto aggiunge che nell’anno ne, confermano che fu la Chiesa di San 1714 fu allungato il Coro della piccola Zuanne in Campagna a modificare il vecchia Chiesa . Vi erano quattro alta- nome, non il paese, come poi erronea- ri: il Maggiore, di Maria Santissima, di mente interpretato . San Girolamo Dottore e di San Carlo La nota del Parroco don Domenico Arcivescovo, disfatti nell’anno 1779 di Cunego, in occasione della visita del comune consenso, riservando il pre- Vescovo Avogadro, afferma che dell’e- sbiterio ed il coro che servivano come rezione della primitiva Chiesa non vi oratorio ai Confratelli della Venerabile sono fondamenti certi . Si crede fosse Compagnia del SS .mo Sacramento . Quaderni . La nomina dei maestri era di un Oratorio pubblico nominato San Della primitiva Chiesa rimangono ora: cipe Federico di Saluzzo, giovane di 19 competenza del Comune . Vi era l’ob- Giovanni in Campagna . il presbiterio, parte delle murature del- anni arruolato nell’esercito francese, ca- bligo di insegnare anche nelle scuole Con un testamento, fatto nell’anno lo spazio per i fedeli, parte della torre duto mentre combatteva nelle vicinan- serali per adulti . 1400 nella villa di Sirmione da Nicolò campanaria ubicata nell’attuale sacrestia . ze di Verona . Nel 1871, dal censimento della popola- dell’Alpo, essa fu dotata di circa 40 È visibile fra il presbiterio e la parte ri- Le ville antiche di Alpo, residenze di zione e delle case indetto dal Comune campi di terra . servata ai fedeli un arco, probabilmente campagna di famiglie nobiliari e facol- di Villafranca, risultavano ad Alpo 400 Il Pio Racconto del Banal, datato 1834, sovrastante l’altare, mentre un pavimento tose, non ebbero buona conservazione . abitanti, ad Ognissanti 303, comples- così spiega: “Quelle poche Famiglie che in cotto si trova posto circa cm 50 sot- Tra gli storici proprietari: i Pindemon- Altare Madonna del sivamente nel paese 703 abitanti . Le anticamente vennero a stabilirvi la loro to l’attuale . La costruzione dell’odierna te, gli Erbisti, gli Zorzi, i Malaspina, i Rosario: i misteri del famiglie erano 141 . Alpo comprendeva dimora, fecero divotamente Edificare la chiesa iniziò nell’anno 1754 . Terminata in Cattarinetti, i Cabianca e Chiodo, gli Santo Rosario (15 riquadri) attribuiti dal Lanceni al Dosdegà, Cadalora, Termine, Comot- prima Chiesa, Dedicata a San Giovan- ottobre, offerta a Dio, benedetta lo stesso Alcenago i Piccoli, i Bortolani . Gobbini (olio su tela metà to; Ognissanti includeva Ronchi, Ca’ ni Battista … detta volgarmente molti mese il giorno 28 dell’anno 1772, fu con- Sul territorio attualmente operano va- XVII secolo) sono posti Bianca, Chiodo, Rizza, Casotto, Cano- anni, S. Zuanne in Campagna. Non si sacrata la Domenica in Albis del 10 aprile rie associazioni impegnate in attività ai lati della nicchia con ve, Piombine . trova Epoca di sua Edificazione, né meno 1774 dal Vescovo G .B . Morosini . di carattere sociale, umanitario, artisti- Pala “Annunciazione”, all’interno una statua olio su tela cm 218x131. moderna di Madonna Il 6 agosto 1877 fu inaugurata la linea a qual Parrocchia era soggetta. Accresciuti Nell’aprile 1799, ai piedi dell’altare di co e sportivo, tra cui: il Circolo Noi, il Scuola di G.B. Cignaroli, con Bambino. ferroviaria Verona-Legnago-Rovigo che, in numero li suoi Abitanti, fecero Allun- Maria Annunciata, fu sepolto il Prin- Gruppo Alpini, la Fidas, l’Aido, l’Uni- XVIII secolo.

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talsi, la Polisportiva Alpo, il Comitato Dà lustro ad Alpo anche il Circolo Sagra che nel terzo fine settimana di Tennis, fondato nel 1968 in via Sa- giugno organizza la festa del patrono luzzo da Angelo Aprili, considerato San Giovanni Battista . per espansione e per campi tra i più In via Piazzola si trovano gli impianti grandi del Veronese . Nel palazzetto, sportivi comunali dove si svolgono le dotato di tribune, si sono svolti diversi partite di calcio delle due squadre della importanti tornei con personaggi a li- frazione, incontri di pallavolo, pallaca- vello nazionale e, negli anni ’90, l’A .T . nestro, calcio a 5 e attività ginniche . Il Verona vi ha giocato il campionato di completamento del Palasport risale alla serie A . fine del 1994 . La Maschera locale, “El muso da du musi”, fu ideata dal maestro Orlandi, geniale artista con doti musicali, pit- toriche, educative . Coro e maschera trionfarono, in un baccanale intorno al 1930, alla festa dei carri in Arena . Per quell’occasione venne confezionata una camicia con due colletti e due cravatte per due facce, una davanti, l’altra dietro il capo . La figura ancora oggi rappre- senta la maschera del paese . Il testo del “Muso da du musi”, armonizzato dal maestro Preite, era una satira socio-po- litica, l’eterno conflitto tra chi detiene il potere e chi lo subisce . Il tutto in lingua veronese . Per tenere viva la tradizione, negli ul- timi anni si è costituito un gruppo che Sopra: il carro ha la sua rappresentanza nei Signori “L’Era Glaciale” vincitore dell’Alpo . Il carro allegorico da esso al- del premio “Bogon d’Oro” lestito, ispirato sempre ai cartoni della del miglior carro della sfilata di Verona. Disney, vanta la vittoria di tre “Bogon Sotto: il gruppo d’oro” alle sfilate di Verona e la posizio- organizzatore dei signori Schizzo e maschera ne ai primi posti in varie edizioni del dell’Alpo con il trofeo del Muso da du musi. carnevale scaligero . “Bogon d’Oro”.

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La frazione di Rizza

La frazione di Rizza è situata alla perife- per incarico del Conte Nogarola che ria Nord-Est del comune di Villafranca necessitava di nuovi pozzi per irrigare i ed al confine con Verona . Al 31 dicem- campi e far funzionare il mulino . bre 2016 conta 1 .310 abitanti . Anche qui, come in altre frazioni la vita Il nome originario di era della comunità si è sviluppata attorno “Insula Porcaritia” . “Insula” in quanto alla chiesa . La prima chiesetta-oratorio, l’abitato sorgeva in una spianata al di dedicata alla Madonna della Salute, di fuori dei boschi e delle paludi che cir- “La Rizza” è stata completata nel 1818 condavano la zona, “Porcaritia”, inteso per opera della famiglia Zenati per fa- come recinto di porci, in quanto questo cilitare la pratica religiosa dei propri di- era un luogo dove veniva praticato l’al- pendenti nei periodi di maggior lavoro levamento di questo animale . Nel corso e nell’inverno . Di questo oratorio si tro- dei secoli, “Porcaritia” divenne “Porca- va notizia nel 1837 per la visita pastorale rizza” . Nel 1872 gli isolani cambiarono il del vescovo di Verona Giuseppe Grasser nome del paese in Isola Rizza, dimenti- (28 Aprile) che trova “tutto in ordine” . candosi del vecchio nome considerato Il 16 dicembre 1950, durante la visita quasi volgare . In seguito però recupera- pastorale di mons . Gerolamo Cardina- rono la scrofa con il riso in bocca nello le, vescovo di Verona, è nata la proposta stemma comunale del 1932, che ripren- di una nuova chiesa e parrocchia con Sopra: la nuova chiesa deva il vecchio simbolo della comunità relative strutture parrocchiali adeguate del 1959 con a destra che è riprodotto ai piedi del campanile alle nuove necessità della frazione che si il nuovo teatro e la sede dal 1535 . andava espandendo . del Circolo Noi. Le prime notizie relative ad una locali- Viene incaricato per il progetto l’ing . Sotto: il vecchio oratorio tà chiamata “La Rizza” ce le riporta un Alberto Bianchi . Seguono anni di ten- del 1819, ora in parte documento datato 1686 in un disegno sione e di numerosi problemi economi- conglobato con abitazioni civili, donato dalla famiglia eseguito dal Perito Ordinario dei Beni ci superati dall’entusiasmo della popo- Zenati agli abitanti della Inculti di Venezia, Francesco Cuman lazione e dei sacerdoti di Azzano: don frazione.

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Nascono e si sviluppano intanto negli creatorio e si adegua il vecchio teatro anni ottanta nuove associazioni e real- alle nuove norme di legge; strutture ora tà parrocchiali: il “Co .be .f ”. Comitato gestite dalla nuova associazione “Ingra- Benefico Festeggiamenti”, per sagre e naggio” (1996) . feste della comunità, e la Polisportiva Tra il 1999 e il 2004 con il Cobef e l’im- per le attività sportive . Negli anni no- pegno della comunità si trasforma un vanta con la nascita del circolo Anspi vecchio capannone in una sala poliva- (ora Noi) si ristruttura il vecchio ri- lente di 250 posti con una saletta di 50 e trasformando l’area esterna per feste della comunità ricavando anche una piastra polivalente per attività sporti- vo-ricreativa . Come in tante piccole frazioni anche a Rizza la vita della co- munità gravita intorno alla parrocchia, ai suoi ambienti, alle numerose asso- ciazioni ed iniziative, sempre pronte ad innovazioni e sempre disponibili per il “ben essere”, lo sviluppo ed il migliora- mento della comunità .

Ippolito De Battisti e don Egidio Baiet- (decreto vescovile dell’11 ottobre 1960), ta . Storica la frase di don Ippolito per del parroco don Danilo Rudi già cura- incoraggiare i fedeli nel corso dei lavori: to di Azzano . “con la galinela e con l’oveto faremo la La frazione nel frattempo si va svilup- A sinistra: pala cesa e anca el campanileto” . pando, ormai è periferia di Verona, per “Madonna con Bambino Posta la prima pietra il 1 novembre 1956 le attività agricole (fragole), allevamento e San Giuseppe con dal vescovo di Verona mons . Giovanni di bestiame e l’insediarsi nel territorio ai piedi San Gaetano da Thiene, compatrono Urbani la chiesa viene ultimata e be- circostante di diverse attività industriali . della parrocchia nedetta il 3 ottobre 1959, dedicata alla Negli anni sessanta si porta a comple- e San Gualfardo”. L’interno della Madonna del perpetuo soccorso con tamento il Teatro parrocchiale (1961), A destra: “Madonna parrocchiale. l’insediamento, nella nuova parrocchia l’Asilo e la Scuola Materna (1968) . del perpetuo Soccorso”.

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Linea del tempo 1714 Sagra di San Pietro, 29 giugno, prima testimonianza do- zione. Il re Vittorio Emanuele III incontra le truppe ameri- 1960 Il ciclista Sante Gaiardoni è medaglia d’oro nella veloci- cumentata (Capitoli della Beccaria); cane intervenute a fianco dell’Italia; tà e chilometro da fermo alle Olimpiadi. Campione del Periodo Eneolitico - (Terzo-secondo millennio a.C.) Alcuni ri- 1754 Rosegaferro, nuova chiesa dedicata a San Girolamo; 1921 Per celebrare l’impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio, mondo velocità professionisti nel 1963; trovamenti, soprattutto quelli del 1913 di una tomba con un 1754 Alpo, inizio costruzione della chiesa attuale consacrata Marcello Fantoni crea il caratteristico liquore Acqua di 1962 Caluri, erezione a parrocchia dedicata a Sant’Antonio da ricco corredo funebre risalente al 2500 a.C. circa, suggeriscono nel 1774; Fiume; Padova; la presenza di un insediamento eneolitico nell’area dove ora 1786 Inizio dei lavori per la nuova chiesa parrocchiale, Duomo, 1921 Dossobuono, Fondazione della Banda; 1965 Inaugurazione del Cinema Teatro Metropol; sorge Villafranca. Numerosissimi ritrovamenti nel vicino territo- ultimati nel 1882; 1927 Vittorio Bozzi, l’alpino dell’Adamello, fonda il gruppo 1966 Abbattimento Teatro Comunale, delle strutture parroc- rio di Povegliano confermano che l’area offriva (acqua per la 1796 Napoleone è a Villafranca, dove pone per poco tempo il Associazione Nazionale Alpini di Villafranca; ne sarà chiali e costruzione della nuova piazza; presenza di risorgive, caccia e pastorizia) ampie condizioni di suo quartier generale; presidente fino al 1971. 1972 Rosegaferro, fondazione del gruppo folk i Campagnoli; 1982 Benedizione prima pietra parrocchia Madonna del Popolo; abitabilità. 1799-1815 - Villafranca passa sotto la Repubblica Cisalpina 1928 Rosegaferro, erezione a parrocchia; 2008 L’aeroporto viene trasformato da militare a civile. Epoca Romana - Numerose testimonianza epigrafiche. Prima (Dipartimento del Mincio), quindi sotto il Regno d’Italia 1933 Giovacchino Forzano gira per le strade del paese il film A cavallo del nuovo millennio la struttura del centro storico è di tutte i “lastroni” di pietra alla base del castello risalenti ad un (francese) e, dopo il Congresso di Vienna, sotto la domi- “Villafranca”; edificio 20-30 d.C., il ritrovamento di monete ed altri oggetti, la stata notevolmente trasformata con interventi che spesso han- nazione austriaca; 1945 Quaderni, fondazione del gruppo Majorettes; no sconvolto la struttura originaria della città. Come già illustra- fornace romana della contrada Fornaci, alcuni toponimi di chia- 1813 Costruzione del nuovo cimitero di Villafranca; 1945 Dossobuono, consacrazione della nuova chiesa donata to nelle pagine precedenti gli interventi più significativi sono ra matrice latina (Quaderni, Prabiano) confermano la presenza 1842 Giovanni Fantoni fonda lo storico Caffè Fantoni e idea la dai fratelli Adele e Augusto Mariotti; stati: il complesso parrocchiale con la nuova piazza, le Ochete, lungo la via Postumia che attraversa il territorio di Villafranca, di “sfogliatina”; 1947 Progetto del Teatro parrocchiale Giuseppe Verdi; Villafranchetta con la Biblioteca M. Franzosi, il complesso Me- un “castro” o di una “mutatio”, un piccolo centro per il cambio 1845 Quaderni, prime notizie sulla Banda di Quaderni; 1952 Pizzoletta, prima pietra della nuova chiesa e costruzio- tropol con la sala polifunzionale A. Ferrarini, il Centro Sociale dei cavalli a dieci miglia da Verona. 1847 Vengono istituiti in Villafranca l’Ospedale e il Monte dei ne della chiesetta di Volpare; con gli uffici tecnici comunali e dei Vigili urbani, e la piazza, an- 1084 Alpo è nominato in un documento storico “monumenta pegni; 1954 Pizzoletta, erezione a parrocchia; cora una volta oggetto di trasformazione. Le sue frazioni hanno germaniae historica” presso la Biblioteca Capitolare di 1848 Villafranca è teatro della prima guerra di indipendenza; 1956 Rosegaferro, ampliamento della parrocchiale; mantenuto la loro storica struttura. Verona; 1851 Si inaugura la ferrovia che collega Villafranca con Verona 9 marzo 1185 - Nascita di Villafranca, il Consiglio di Verona, su e Mantova; Elaborazione grafica abitanti proposta di Viviano degli Avvocati delibera di far costrui- 11 luglio 1859 - Fine della seconda guerra di indipendenza e Al 31 dicembre 2017 il comune di Villafranca contava 33.367 abitanti così suddivisi: Capoluogo 11.993 di cui 5.716 Centro Storico, re una nuova villa nella campagna a sud di Verona; firma della pace fra gli imperatori Napoleone III di Francia Alpo 2.540, Caluri 606, Dossobuono 6.486, Pizzoletta 1.322, Quaderni 1.863, Rizza 1.318, Rosegaferro 1.523. 1233 Le truppe ghibelline di Ezzelino da Romano assediano e e Francesco Giuseppe d’Austria presso casa Gandini Mo- distruggono Villafranca; relli Bugna in via Ghetto attuale via Della Pace; 1311 Dossobuono, costruzione della vecchia parrocchiale de- 35000 33.367 1860 Due Villafranchesi: Luigi Prina e Luigi Zanini, combattono 33.185 dicata a Santa Maria Maddalena; a fianco di Garibaldi nell’impresa dei Mille; 32.747 31.408 1345 Il Serraglio. Mastino della scala dà il via alla costruzione 1866 Episodio del Quadrato di Villafranca, uno dei più celebra- 30000 29.353 del Serraglio ultimato nel 1355; ti della Terza Guerra di Indipendenza; 1362 Alpo, da San Zuane in Campagna prende il nome di 1866 Villafranca, con il Veneto, è unita all’Italia. Primo sindaco 27.036 Alpo; dell’unità è Alessandro Rizzini; 25000 24.558 1405 Inizia il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia; 1867 Il Comune per delibera prende il nome di Villafranca di 22.515 1517 Dossobuono, trattative per il trattato di Noyon; Verona; 1583 Quaderni, erezione a parrocchia autonoma. Chiesa del 1877 Alpo, inaugurazione della linea ferroviaria Verona-Le- 20000 19.151 XVII-XVIII sec. Chiesetta Regina Pacis XVII sec.; gnago-Rovigo; 16.169 1530 Caluri, esiste già l’oratorio dedicato a San Francesco; 1890 Demolizione del vecchio campanile della parrocchiale; 15000 13.776 14.479 1585 Dossobuono, la pieve viene eretta in parrocchia; 1900 Il comune concede la sala del teatro comunale (ex chiesa) 12.269 1586 I frati cappuccini si insediano a Villafranca nell’area per il mercato coperto dei bozzoli. 11.433 10000 9.635 dell’attuale complesso di Piazzetta IV Novembre; 1911 Pizzoletta è parrocchia con San Zeno in Mozzo; 8.377 8.729 1592 La Serenissima Repubblica di Venezia concede a Villa- 1911 Caluri, costruzione della nuova chiesa; franca il mercato settimanale; 1917 L’alpino Vittorio Bozzi stampa nelle trincee dell’Ada- 5000 1630 La peste decima Villafranca. Si conteranno 900 morti su mello, con il suo torchio portatile, il giornale “La mitra- 1700 abitanti. glia”; n.d. 1688 Calzoni di Dossobuono, costruzione dell’Oratorio di 1918 A Ganfardine, all’inizio della battaglia del Piave, campo 0 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2006 2011 2016 2017 Santa Croce; di volo sul quale si schierano due squadriglie di ricogni-

260 261 CITTADINI ILLUSTRI DI VILLAFRANCA villafranca di verona. storia e immagini della comunità cittadini illustri di villafranca

Giulietta dè Capuleti (1284-xxx) novanta zecchini . Il Prendaglio fu miniatore eccellete, nelle sue composizioni cercò il chiaroscuro Eroina della produzione di William Shakespeare che ricorda nella tragedia “Giulietta e Romeo” e la luce con tinte opache e lucide; fu aggregato all’Accademia di pittura fino al 15 agosto del 1802 . il Castello Scaligero di Villafranca . Principe: “Se un’altra volta oserete turbare in questo modo le Le cronache lo descrivono come uomo “onestissimo e di pietà cristiana fornito, visse celibe fino alla nostre contrade, vi farò pagare con la vita l’infrazione alla pace . Per oggi vada così . Via tutti di qua: morte dalla quale fu sorpreso il giorno 21 maggio del 1809 in età d’anni 64” . voi, Capuleti, seguitemi e voi Montecchi, stasera vi troverete al vecchio castello di Villafranca, dov’è il nostro tribunale ordinario e là saprete la mia risoluzione in proposito . Via tutti di qua, ripeto, Tumicelli Jacopo (1784-1825) pena la morte ”. Pittore Trasferitosi ventenne a Milano, affina le proprie doti artistiche e impara i segreti della miniatura . Cavalchini Rinaldo (1291-1362) Realizza alcuni ritratti ad olio, tra cui quello di Ippolito Pindemonte . Si trasferisce quindi a Padova, Letterato e preumanista dove muore a soli quarant’anni . Di lui rimane un dipinto su tavola rappresentante Cristo crocifisso, Figlio del notaio Oliviero, è più noto come Rinaldo da Villafranca . in origine posto sopra l’ingresso del castello scaligero di Villafranca ed attualmente presso il Con- Nel 1332 Rinaldo si trasferisce a Verona, dove passa come precettore al servizio della Corte Scaligera vento dei Frati Cappuccini di Villafranca . che gli affida l’educazione e l’istruzione del figlio del Petrarca . Famosi i suoi epitaffi per Cangrande I e Mastino II . La stirpe dei Cavalchini si spegne alla fine del 1400 . Messedaglia Angelo (1820-1901) Economista e politico Pomedello Giovanni Maria (1478-1537) Frequenta a Verona il liceo, che oggi porta il suo nome, e si laurea in legge a Pavia nel 1843, dove il Incisore, pittore, medaglista governo provvisorio di Milano nel 1848 lo nomina professore di diritto commerciale . Insegna poi Nasce a Villafranca nel 1478 . Lavora per Federico II marchese di Mantova, per il veneziano Giovan- economia e statistica a Padova e a Roma . ni Emo governatore di Verona e per Lodovico di Canossa vescovo di Bajeux . Di certa attribuzione Dal 1866 al 1984 è deputato e senatore del Regno . Pubblica numerose opere di statistica, di analisi ci sono giunte sei stampe datate 1510-1534 . monetaria e catastale . La sua erudizione lo spinge a compiere anche studi di idraulica e geologia e In una sua tela, che si trova nella chiesa di San Tommaso Cantuariense a Verona, rappresentan- a cimentarsi sia nella prosa che nella poesia . Collabora a diverse riviste fra cui Nuova Antologia . te la Madonna dello spasimo con San Tommaso, si firma “Pomedellus villafrancorum aurifex È deputato al Parlamento per Verona dal 1866 al 1883 ed è nominato senatore il 10 maggio 1884 . veronensis fecit 1524” . Pomedello nei viaggi a Roma trae spunti per alcuni disegni dai reperti Muore a Roma il 5 aprile 1901 . dell’Antica Roma . Da un disegno raffigurante un sarcofago del Pantheon trae ispirazione Gio- Zanini Luigi Antonio Maria (1823-1889) vanni Battista Piranesi mentre Giovanni Battista Maini si ispira ad esso per la realizzazione della tomba di papa Clemente XII . Figlio di Giovanni, sarto, e di Maria Arduini nacque a Villafranca, al n . 22 della contrada di Mezzo, attuale Corso Vittorio Emanuele II, il 28 settembre 1823 . Prendaglio Germano (1735-1809) Nell’estate del 1835, a dodici anni, si trasferì a Verona insieme alla famiglia . Della sua giovinezza Pittore sappiamo poco ci è noto soltanto che dopo aver esercitato il mestiere del padre, per guadagnarsi Germano Prendaglio nasce a Villafranca il 15 agosto del 1735 . Per impratichirsi nella pittura frequen- da vivere fece l’attore in una compagnia di teatranti . Fu il girovagare per città e paesi del Lombar- ta lo studio di Giambettino Cignaroli nella sua scuola presso cui anche alloggia . La morte improv- do-Veneto che fecero maturare in lui quella presa di coscienza, quella ricerca di maggiori libertà, visa del suo maestro lo costringe ad impratichirsi nell’arte della pittura come autodidatta . Si specia- di espressione, di associazione, di stampa, allora negate o censurate dalle leggi dell’Imperiale e reale lizza nell’affresco e nelle pittura ad olio . Sue opere si trovano a: Valeggio nell’affresco rappresentante governo austriaco . Rimase deluso dell’esito della guerra del 1859, che lo poneva straniero in patria il Divin Redentore che scaccia i venditori dal tempio, a Villafranca, sua patria, nella piccola chiesa poiché da qualche tempo lavorava in Lombardia, diventata italiana grazie alla Pace di Villafranca . del crocefisso al Castello dove rappresenta alcuni momenti della passione del Salvatore . Si trasferisce Ai primi di maggio 1860 era a Genova insieme a centinaia di volontari, giovani e meno giovani, poi a Castelgoffredo per parecchi anni . Il Prendaglio è affascinato dalle miniature su pergamena; che avevano risposto all’appello del generale Garibaldi per accorrere in aiuto ai siciliani in rivolta . arte appresa da un frate cappuccino . Ritornato a Verona non ha grandi richieste di questa arte an- Iscritto alla 6ª compagnia dei Mille prese parte alla battaglia di Calatafimi del 15 maggio successivo che se i suoi lavori sono da paragonarsi a quelli di Girolamo dai Libri, elogiato dai contemporanei dove fu proprio l’intervento del suo reparto a terminare vittoriosamente il combattimento . Dopo per i suoi soggetti quali: teste bellissime di Madonne devote e graziose, paesaggi ed atmosfere, o di Calatafimi combattè a Palermo, a Milazzo, a Messina e via via fino a Napoli fino al novembre di fantasia . Il principe Eugenio, viceré d’Italia, avendo visto due di queste miniature le acquistò per quell’anno quando, conclusa la campagna di guerra, l’esercito garibaldino fu sciolto e i volontari

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rientrarono nei loro paesi . Zanini tornò a Milano, dove si era stabilito da tempo insieme alla moglie Troiani Gian Battista (1844-1927) e continuò nella carriera di attore di teatro . Scultore Nel 1866 rispose all’appello del Generale e a 43 anni indossò ancora la camicia rossa e si arruolò nel Nasce a Villafranca il 12 febbraio 1844 in Contrà di Sopra, ora via Nino Bixio, al numero civico 303, Corpo dei Volontari Italiani che fu impegnato nel Trentino . modificato successivamente in 360 . Rimane orfano della madre nel 1852 . Il padre si risposa con Vin- Dal 1865 godeva di un’entrata sicura: la pensione di mille lire annue che il governo aveva assegnato ai cenza Chiese che aumenta la famiglia di altri 11 figli . Giobatta, così chiamato in famiglia, di carattere superstiti dei Mille . Erano circa 83 lire al mese che sicuramente contribuirono a mantenere una vita mite e per di più orfano, viene indirizzato agli studi dal curato don Gaetano Bellotti, maestro del decorosa . Inauguratosi a Milano, nel 1872, il grandioso teatro Dal Verme, capace di ben 3400 posti, paese, che lo aiuta ad entrare nell’Istituto Don Mazza . Studia a Verona all’Accademia di Pittura e vi fu chiamato come portinaio e al Dal Verme rimase per il resto della vita, benvoluto e stimato da scultura (l’attuale Cignaroli) e si specializza a Venezia all’Imperial Regia Accademia di Belle Arti . La quanti lo conobbero . Si spense a Milano, all’età di 66 anni, all’una e trenta di martedì 24 ottobre 1889 . sua opera maggiore è la statua del Sammicheli in piazza Pradaval a Verona, ma le sue opere sono pre- senti a Boston, New York, Londra e Cagliari dove trascorre gran parte della sua vita prima di ritirarsi Prina Luigi (1830-1877) vecchio nella natale Villafranca . Riposa dal 1927 nel cimitero cittadino . A Villafranca è stato ricorda- Patriota garibaldino to con l’intestazione di una via e una pubblicazione di Renato Adami in Studi Villafranchesi (n . 17) . Luigi Prina nasce a Villafranca il 18 marzo 1830, figlio di un calzolaio e secondo di nove tra fratelli e sorelle . Dopo aver frequentato le scuole primarie a Villafranca, dati gli ottimi risultati ha potuto Zoccatelli Giovanni (1866-1892) continuare il proprio percorso di studi presso l’Istituto Don Mazza a Verona . Nell’autunno 1848 viene Pittore allontanato dalla scuola probabilmente per aver svolto “propaganda” patriottica . Pertanto, dopo aver Nato a Scuderlando (Castel d’Azzano) da una famiglia di braccianti all’età di 10 anni si trasferisce a lavorato per qualche tempo nella bottega del padre, nel 1851 è chiamato alla leva nell’esercito austriaco, Dossobuono . A 14 anni frequenta l’Accademia “Cignaroli” di Verona . Nell’anno accademico 1882-83 presso il Reggimento Arciduca Sigismondo n . 45 di stanza a Innsbruck . Nel 1855, a causa di difficoltà consegue una menzione onorevole in “pieghe di dipinto” e nell’anno 1884-85 si merita una medaglia economiche, si arruola alla carriera nell’esercito asburgico . Il 3 giugno 1859 alla vigilia della battaglia di di bronzo per nudo e dipinto, ma specialmente in disegno per teste dal vero . Ha come maestro di Magenta Luigi, affermando di non voler diventare “assassino di italiani”, diserta l’esercito asburgico . Af- pittura Napoleone Nani e di scultura Giuseppe Poli . Espone nel 1884 all’esposizione biennale della fascinato dal carisma di Garibaldi poco dopo, nei pressi di Varese, si arruola tra i “Cacciatori delle Alpi” Società di Belle Arti di Verona con tre quadri . Nel 1892, ultimo suo anno di vita, ormai minato dalla con il grado di sergente . Terminata la Seconda Guerra d’Indipendenza Luigi segue il Generale nell’Im- tisi, muore prima di poter godere del successo delle due ultime opere: “Giugno in soffitta” e “Capitale presa dei Mille, dalla partenza da Quarto, il 5 maggio 1860, sino all’incontro di Teano del 26 ottobre di Rosa”, con cui partecipa all’esposizione in onore del reggimento Savoia Cavalleria di cui si celebrava 1860 . Prina non è l’unico villafranchese a prendere parte all’epopea delle Camice rosse, ne fa parte anche il centenario . Il Comune di Verona ha il felice intuito di acquistare il Capitale di Rosa, ora esposto alla il compaesano Luigi Zanini . Il congedo per Prina giunge infine ad Asti il 18 febbraio 1861 con il grado Galleria d’arte moderna di Palazzo Forti . Quattro anni dopo la sua morte, nel 1896, per interessamento di tenente ma dato che il Veneto era ancora sotto dominazione austriaca l’ex “camicia rossa” è costretto del suo maestro di pittura Nani, gli erige nel cimitero di Dossobuono un piccolo monumento di cui a vivere in esilio in Lombardia sino al 1866 . Infatti allo scoppio della Terza guerra d’Indipendenza si oggi rimane un medaglione di marmo con il ritratto di Zoccatelli, opera dello scultore Cesare Poli . arruola nuovamente, combatte il 3 luglio 1866 presso il monte Suello, e dopo il successo italo-prussiano può finalmente tornare a Villafranca . Si spegne nel luogo natale il 25 marzo 1877 circondato dall’affetto Rensi Giuseppe (1871-1941) e dal rispetto dei compaesani ma privo di riconoscimenti ufficiali da parte dell’autorità politica . Avvocato e filosofo Tra i maggiori filosofi italiani del Novecento . Studia a Verona e si laurea nel 1893 in giurisprudenza Zuliani Giovanni (1837-1892) a Roma . A 24 anni dirige il quotidiano socialista “Lotta di Classe” . Per le sue idee nel 1898 emigra Pittore in Svizzera dove svolge la professione di avvocato e diviene deputato nel parlamento del Canton Figlio di Giuseppe, autore del celebre dizionario della lingua francese “Grammatica francese senza Ticino . Rientrato in Italia dopo la grande guerra, ricopre l’incarico di docente di filosofia morale maestro” . Giovanni Zuliani lavora giovanissimo nelle ferrovie austriache, ma si dimette per dedicar- presso l’Università di Genova . Pubblica numerosi saggi di filosofia, tra l’altro: Lineamenti di filosofia si completamente all’arte . Si trasferisce a Torino, dove apre uno studio di pittura nel 1862 . Soggior- scettica (1919), La Filosofia dell’assurdo (1924), Autobiografia intellettuale (1939) . Inviso al regime fa- na spesso a Parigi presso l’amico Tommaso Juglaris a partire dal 1875 e successivamente si trasferisce scista, dopo il 1925, viene allontanato dall’insegnamento . Muore a Genova nel 1941 . Al suo funerale a Firenze e Roma. Muore ancora giovane e in miseria nell’ospedale dei Poveri di San Salvario di vengono dispersi e schedati i pochi amici presenti; anche da morto turbava il potere . Un’epigrafe Torino . Le poche opere di lui rimaste sono attualmente conservate in collezioni private e presso la sulla tomba del cimitero di Staglieno riassume il suo stile di vita e la sua indipendenza intellettuale: Galleria d’Arte Moderna di Torino . “Etsi omnes non ego” (anche se tutti non io) .

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Girelli don Giuseppe (1886-1978) dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione di Villafranca, si impegnò nella realizzazione dei giardini Sacerdote - “L’apostolo delle carceri” pubblici nel vallo del castello scaligero che ora portano il suo nome . Alla sua morte donò al Comune di Villafranca la sua casa che dal 1980 è sede della Cooperativa Centro di Socializzazione per attività Nasce a Dossobuono ove frequenta le scuole elementari per passare poi all’Istituto Stimmate di Ve- diurne in favore di persone con disabilità . Nel 2013 la Fondazione Histoire, socio della Cooperativa, rona per i cinque anni del Ginnasio . Nel 1903 entra in Seminario Diocesano e nel 1910 è consacrato ha acquistato l’immobile dal Comune mantenendo sempre il vincolo per attività a favore dei disabili . sacerdote dal cardinale Bartolomeo Bacilieri . Dopo una prima esperienza sacerdotale a Villa d’Adige, durata otto anni, viene trasferito a Rosegaferro dove rimane per 31 anni prima come rettore (1918) e Zago Luigi (1894-1952) poi come parroco (1928) fino al 1951 . Qui organizza la “Pia Unione Sacerdotale per le missioni negli Pittore Istituti di pena” ed inizia la predicazione nelle carceri . Nel 1947 fonda il giornale “Croce Bianca”, bimestrale per i carcerati e le loro famiglie . Nel 1951 si trasferisce definitivamente a Ronco dove apre Autodidatta e successivamente allievo del pittore Vettore Zanetti Zilla . Predilige nella sua pittura il la Casa San Giuseppe per ex carcerati e fonda nel 1958 la “Sesta Opera” per l’aiuto agli ex detenuti paesaggio . Partecipa a numerose e prestigiose mostre nazionali ed internazionali: Biennale di Venezia e ai carcerati . Il 9 giugno 1959 il Ministro di Grazia e Giustizia on . Guido Gonella gli conferisce la nel 1928, 1930, 1940, Biennale di Roma, Quadriennale di Torino . Viene definito il pittore delle visioni medaglia d’oro con diploma al merito civile della Redenzione Sociale . Nel settembre 1977 si ritira di pace dipingendo paesaggi di guerra; rinomata la mostra di Milano “dal Timavo all’Adamello” . Sue all’ospedale di (Verona) dove il 1 maggio 1978, a novantadue anni, muore mentre si accin- opere sono presenti in musei d’arte moderna ed in molte collezioni private . Trasferitosi in Argentina ge a celebrare la Messa . Sepolto, per sua espressa volontà, a Maguzzano (Brescia) nella nuda terra nel 1949, lavora per il ministero delle belle arti . È conosciuto anche come “il pittore di Evita Peron” . dove vi rimarrà fino al 30 aprile 1988 per essere definitivamente traslato solennemente nella chiesa Muore improvvisamente a Buenos Aires nel 1952 . Villafranca gli rende omaggio nel 1953 con una gran- parrocchiale di Rosegaferro . È in corso, grazie all’interessamento del cav . Danilo Donisi, il processo de mostra postuma e nel 1954 con la posa di una lapide ricordo sulla facciata della natia casa Zago in via diocesano per la beatificazione . È stato dichiarato Venerabile da Papa Francesco il 27 gennaio 2015 . Pace . In una lettera all’amico G . Lastronile esprime tutta la sua nostalgia ed il suo amore per Villafranca: “Così solo, tanto solo / butà dentro stà Argentina / el cor ciapo a man franca / e lo buto a Villafranca” . Anti Carlo (1889-1961) Archeologo e docente universitario De Martini Angelo (1897-1979) Ciclista Si laurea in archeologia a Bologna perfezionandosi successivamente a Roma . Ufficiale dell’esercito italiano durante la Grande Guerra . Nel 1922 vince la cattedra universitaria di Padova, da dove pro- Proprio in una delle case “dei laorenti” di corte Bembo a Calzoni una modesta targa in marmo muove studi sull’arte antica e partecipa a numerose missioni archeologiche in Grecia, Asia Minore, ricorda la nascita di Angelo De Martini campione di ciclismo, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Libia (Cirene), Egitto (Tentynis) . Dal 1932 al 1943 è Rettore Magnifico all’Università di Padova Parigi del 1924 nella prova di inseguimento a squadre . Nel 1926 finalmente il salto tra i professio- arricchendone il museo archeologico con l’acquisto di collezioni private . nisti con numerosi successi . Angelo è famoso per il suo rush finale: un guizzo, un balzo prodigioso sulla fettuccia d’arrivo . Presto diventa un idolo internazionale . Vince nella “25 ore”, nell’americana Bozzi Vittorio (1892-1977) a coppie, nella velocità, nel mezzofondo in Italia, in Germania, in Francia . Nel 1929 a Berlino De L’alpino tipografo Martini entusiasma la folla nell’inseguimento individuale su pista: 15 incontri, 15 vittorie . Nel 1930 va a raccogliere applausi anche in Tunisia, Algeria, Marocco . Muore nel 1979 . Noto come l’alpino tipografo per aver realizzato la stampa di un foglio di guerra in una grotta a 3 .400 metri di altezza fra le trincee della Grande Guerra al Corno di Cavento sull’Adamello . Ciresola Teodoro (1899-1978) Apprendista tipografo con la passione della scrittura, arruolato in giovane età nel 6º Reggimento Latinista e poeta Alpini di stanza a Verona fu aggregato al fronte tra le nevi dell’Adamello dove con l’aiuto dell’amico tenente Marcello Garagnini, pure lui tipografo, fondò il giornalino “La Mitraglia” . Giornalino distri- Nativo della frazione di Quaderni, da una famiglia poverissima, studiò all’Istituto Don Mazza e buito in trincea composto di un foglio piegato in due, quattro paginette, unico contatto tra i soldati prese il diploma di maturità classica “d’onore”, cioè con la media del 9, al Liceo Scipione Maffei di e i loro affetti più cari . L’ultimo numero si chiuse con la notizia della vittoria di Vittorio Veneto e Verona . Nel 1922 si laureò in lettere classiche all’università di Pavia . Fu socio fondatore della Unione la fine della guerra . Al rientro a Villafranca di dedicò con entusiasmo alla sua attività di tipografo Internazionale Studiosi della latinità e collaborò con numerose riviste letterarie (Latinitas, Palaestra competendo, negli anni Trenta, con Arnoldo Mondadori . Nel 1944 dopo che la casa di abitazione e la latina, Vox latina) . Nella sua lunga carriera ottenne vari riconoscimenti: vinse tredici volte il Certa- tipografia erano state distrutte dai bombardamenti, si risollevò riprendendo l’attività ed integrando i men di Amsterdam, inoltre il Certamen Capitolinum di Roma e il Certamen Vaticanum . A Milano, pronipoti Enrico e Davide nell’azienda che, per destino, ha sede in via Adamello a Villafranca . Il suo dove per tantissimi anni insegnò al Liceo ginnasio statale Giosuè Carducci, esiste una scuola a lui impegno, da buon alpino, si rivolse anche nell’ambito civile; fondò e ne fu presidente per molti anni dedicata in viale Brianza; a Villafranca di Verona, il comune dove nacque, alla sua memoria dedicò

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una via . Morì a Milano nel 1978 . Nel 1992 Teresa, figlia di Teodoro Ciresola, donò l’archivio del scappare ad Algeri nascosto in un sacco postale . Dopo la guerra, fonda il Movimento Universale per padre all’Accademia Roveretana degli Agiati . Tale archivio contiene una esauriente documentazione una Confederazione Mondiale . Nel 1949 accoglie a casa sua George, ex detenuto che medita il sui- riguardante la biografia di Ciresola, le sue opere, articoli di riviste e giornali riguardanti la sua attivi- cidio; inizia così il movimento «Emmaus», il movimento degli Stracciaioli-Costruttori, oggi attivo tà e i premi . Si dice che abbia spesso collaborato in Vaticano, nell’estensione di documenti ufficiali in tutto il mondo . A Villafranca è presente dal 1985 una fiorente comunità di Emmaus . Nel 2005 in in latino e che avesse rapporti anche col papa Paolo VI . occasione dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario della presenza di Emmaus a Villafranca è stata concessa la cittadinanza onoraria all’Abbè Pierre per questo cosiderato cittadino di Villafranca . Pavanato Alice (1902-2001) Gallo Ettore (1914-2001) Pittrice Giurista Rimane orfana della madre e del padre in giovanissima età e viene affidata alle cure della zia Fu- Nasce a Napoli da genitori di origine romana . Rimane orfano di entrambi i genitori (il padre era morto magalli Angelina . Frequenta i corsi all’Accademia Cignaroli e al Liceo Artistico statale . La storia durante la prima guerra mondiale nei pressi del Pasubio), all’età di tre anni si trasferisce in Veneto, a di Alice pittrice inizia con la frequenza assidua alle lezioni di pittura del martedì, che, per cinque Villafranca di Verona, in casa dello zio . Allievo della Scuola Militare Nunziatella, dopo il Liceo Classico anni, dai primi anni venti, Zancolli tiene a Villafranca . Qui ottiene il primo incarico d’insegnante si laurea in Giurisprudenza ed in Scienze Politiche e vince un concorso di magistratura . Chiamato alle nel 1935 e qui rimane fino all’età di 70 anni . Caricata la bicicletta di cavalletto, tavolozza, colori, si armi, l’8 settembre del 1943 (ufficiale carrista dell’allora Regio Esercito) passa nelle file dei partigiani, in lancia in “ecologiche escursioni” alla caccia di angoli, scorci, colori nei giardini e nelle campagne vil- Veneto; aderendo al Partito d’Azione con il nome di battaglia “Maestro” . Catturato dalle truppe naziste, lafranchesi . Partecipa a varie mostre: Roma, Padova, Venezia, guadagnandosi anche un invito dalla condannato a morte, è salvato dall’arrivo degli alleati . Finita la guerra, lascia la magistratura e apre uno “Fondazione La Masa” di Venezia a partecipare alla quadriennale di Roma, alle biennali studio di avvocato a Vicenza . Professore ordinario di Diritto penale, studioso attento e appassionato, au- di Padova e Verona; tutto senza lasciarsi influenzare dalle sirene economiche . Nel 1987 Villafranca tore di numerose pubblicazioni . È nominato Giudice Costituzionale dal Parlamento il 30 giugno 1982 e successivamente, nel 1991, membro della Corte Costituzionale . Dal 1992 cittadino onorario di Villafran- le ha dedicato una mostra antologica con catalogo, a Palazzo Bottagisio . Vive a Villafranca fino alla ca, perciò considerato cittadino di Villafranca . Muore a Roma il 29 giugno del 2001 all’età di 87 anni . fine dei suoi giorni (2001) dipingendo la quotidianità . Franzosi Mario (1915-2002) artinelli iovanni (1904-1974) M G Insegnante e storiografo Farmacista Compie gli studi primari (otto classi) nella scuola elementare di Villafranca; allievo della maestra Compie gli studi elementari e medi inferiori a Villafranca e poi frequenta il Liceo Classico Maffei Elena Bozzi . Dimostra sin da ragazzo propensione per la storia, la geografia, la linguistica . Compie a Verona . Si laurea, nel 1931, in Farmacia presso l’Università di Padova e sostiene l’Esame di Stato gli studi medi presso il Collegio degli Stimmatini a Verona e si diploma come maestro nel luglio a Bologna nel 1932 . Dal primo gennaio 1938 (XVI anno E .F .) sostituisce il dott . Maraschini nella 1938 presso l’Istituto “Carlo Montanari” di Verona grazie agli immensi sacrifici della mamma, rima- gestione della farmacia “Alla Rosa” in Corso Vittorio Emanuele . Nal 1939 ne diventa proprietario sta vedova . Inizia l’insegnamento nelle scuole elementari statali . Durante la guerra presta servizio e gestore, modificandone l’intestazione in “Farmacia Martinelli” . Muore a Villafranca il 3 agosto militare, come ufficiale nell’87º Reggimento di fanteria divisione “Friuli”, di stanza ad Arezzo . 1974 . Alla morte lascia per testamento la notevole proprietà (farmacia, casa, quadri d’autore) a Sottrattosi con buona fortuna alla cattura dei tedeschi, finita la guerra inizia la serie di trasferimenti favore del Comune, della Casa di riposo Morelli Bugna, della Parrocchia e di persone che gli erano come maestro in diversi paesi e località del circondario fino al 1965 quando viene assegnato al Pa- state vicine in vita . Il lascito alla Parrocchia, la farmacia, contribuirà alla costruzione della chiesa tronato scolastico di Villafranca dove rimane fino al pensionamento . Numerosa la produzione di monografie e studi su Villafranca e paesi limitrofi in collegamento con la gloriosa e fortunata colla- della nuova Parrocchia di Madonna del Popolo a Villafranca . na “Le guide” dell’editrice Vita Veronese . Nel 2004 viene edita una monografia a cura di Giuseppe Franco Viviani, Mario Franzosi il Maestro, Ed . Croma Srl, Dossobuono . Villafranca per onorarlo Abbè Pierre (1912-2007) degnamente gli ha intestato la nuova Biblioteca Comunale in Piazza Villafranchetta . Fondatore della Comunità di Emmaus Henri-Antoine Groués, detto Abbé Pierre, nasce nel 1912 a Lione, quinto di otto figli, da una fami- Marchi Cesare (1922-1992) glia benestante . A 15 anni, durante una gita ad Assisi, decide di farsi frate cappuccino . A 19 anni en- Scrittore-giornalista tra nel convento di Lione, dopo aver distribuito ai poveri la sua parte di eredità . Nel 1942 comincia Nasce a Villafranca . Laureatosi in lettere a Padova, per anni insegna alle medie . La curiosità, l’ar- un’azione di salvataggio delle vittime della tirannia nazista: falsifica passaporti, diventa guida alpina guzia, il senso della storia, una penna straordinaria, lo portano a scrivere saggi storici, linguistici e e trasporta attraverso le Alpi e i Pirenei i fuggiaschi in pericolo . Ricercato dalla Gestapo rientra a di costume, affiancando l’attività di scrittore a quella di giornalista di fama collaborando con i più Parigi e organizza un laboratorio per la fabbricazione di documenti falsi . Viene arrestato, ma riesce a prestigiosi giornali . Il libro (1984) che gli dà maggior notorietà aprendogli anche gli studi televisivi

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è “Impariamo l’italiano” . Indro Montanelli non gli perdonò mai il fatto che un veneto avesse inse- Ex allievo dell’Istituto Don Mazza di Verona, si è sempre reso disponibile a dare il suo servizio in gnato all’Italia la lingua Italiana . Svolge tutte le sue attività senza mai lasciare la sua amata Villafran- tutti i campi del mondo mazziano: redattore della rivista e scrittore per la Casa editrice, presiden- ca dove muore improvvisamente il 7 gennaio del 1992. te del consiglio di amministrazione, e fino a poche settimane prima della sua scomparsa, direttore della Biblioteca Antonio Spagnolo, cui ha dedicato per oltre vent’anni un servizio generoso ed Piazzi mons. Alberto (1924-2015) efficace . Con l’editrice Mazziana di Verona ha pubblicato numerosi testi, tra i quali uno in parti- Prefetto della Biblioteca Capitolare di Verona colare, per sua ammissione, gli fu molto caro: il libro di poesie A desligar figure e sentimenti (1985) . È salito alla casa del Padre venerdì 27 maggio 2016 all’età di 88 anni . Nasce a Dossobuono il 15 dicembre 1924 ultimo di 8 fratelli . Compie gli studi umanistici e teologici nel seminario vescovile di Verona . Frequenta in seguito la Scuola Superiore di Scienze Storiche Nicolis Luciano (1933-2012) “L .A . Muratori” a Verona . Parroco a e per oltre vent’anni arciprete e vicario foraneo a Lona- Imprenditore e fondatore del Museo Nicolis to . Qui si occupa di ricerche storico-artistiche e di conservazione e restauro del patrimonio artistico . Nel 1982 è nominato Prelato d’onore di Sua Santità, nel 1983, canonico della Cattedrale di Verona, Già nel periodo scolastico gira in bicicletta per i cantieri edili a raccogliere i sacchi vuoti del cemen- prefetto della Biblioteca Capitolare e presidente della Commissione diocesana per l’Arte Sacra . Tra to, collaborando con il padre Francesco e il fratello Nerino . Nel 1951 acquista un vecchio camionci- il 1990 e il 2001 come arciprete-presidente del Capitolo dei Canonici promuove: il recupero delle no militare, che gli permette di incrementare notevolmente il lavoro . Il 24 Giugno 1963 costituisce case canonicali, l’ampliamento della biblioteca e del museo ed il restauro del chiostro . la ditta Lamacart di Luciano Nicolis (Lavorazione Materiale Cartario) assumendo tre operai . Nel Dal 1988 è membro della Consulta del Triveneto per i beni culturali e delegato per le biblioteche 1967 acquista 10 .000 mq di terreno nella zona industriale di Villafranca e edifica i primi capannoni . e gli archivi delle Tre Venezie . Nel 1989 è creato membro effettivo dell’Accademia di Agricoltura, Nel 1968 sposa Renate Faccioli e dal matrimonio nascono Elena, Thomas e Silvia . Scienze e Lettere di Verona e dell’Accademia “G .B . Cignaroli” di Verona . Dal 1989 per alcuni anni Nel 1978 l’azienda Lamacart diviene una società per azioni . Ha condotto l’omonimo gruppo indu- è alla direzione nazionale dell’ABEI (Associazione Bibliotecari Ecclesiastici Italiani) . Produce una striale alla leadership nel settore della raccolta e del riciclo della carta da macero, ricevendo nel 2012 serie di sedici cataloghi e di altre monografie edite dalla Biblioteca Capitolare di Verona . Scrive su il più ambito riconoscimento internazionale, il “Papyrus Award”, assegnato per la prima volta ad giornali, riviste specialistiche e su “L’Osservatore Romano” . una impresa italiana dal B .I .R (Bureau of International Recycling), associazione che riunisce le più Numerosi suoi scritti . L’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona ha curato una sua importanti società internazionali operanti nel settore del recupero . Ha costituito e guidato anche bibliografia (1952-1998) e, in collaborazione con gli operatori della Biblioteca Capitolare e i Ca- altre aziende nel settore della carta . Nel 1966 è stato tra i soci fondatori di A .S .I . (Automotoclub nonici della cattedrale, una ricca miscellanea di studi, redatti in suo onore nel 1998 da professori Storico Italiano) e nei primi anni ’80 è stato anche uno dei fondatori di A .I .V . (Associazione Im- universitari . Si ritira a Dossobuono nel 2010, e si spegne presso l’ospedale di Negrar il 20 ottobre prenditori del Comprensorio Villafranchese) . 2015 all’età di 90 anni . Numerosi sono stati i riconoscimenti, le attestazioni, le onorificenze e i premi ricevuti nel corso degli anni, tra i quali: Apollo d’Oro nel 1972, Cavaliere della Repubblica nel 1976, Grande Ufficiale Pretto Glauco (1928-2016) nel 1993, Commendatore nel 2004, Laurea honoris causa in scienze industriali nell’ambito lavo- Insegnante e letterato rativo, Louis Vuitton Classic a Parigi negli anni 1990, 1998, 2001 e 2003 nell’ambito del collezio- nismo di auto storiche . Nel 1985 inizia a concretizzarsi il sogno del suo Museo che si realizza con Glauco Pretto nato ad Albino (Bergamo) il 7 aprile 1928 da genitori veronesi, ha vissuto tutta la l’inaugurazione del 9 Settembre 2000; unico Museo in Italia e tra i pochissimi nel mondo gestito giovinezza a , Comune che nel 2008 gli ha conferito la cittadinanza onoraria da privati con criteri imprenditoriali . Oggi la conduzione delle attività della famiglia prosegue con per la valorizzazione del territorio in molta della sua produzione letteraria . Insegnante per passione i figli Thomas e Silvia . e professione, Pretto ha trascorso nella scuola gran parte della sua vita, prima come maestro ele- mentare, poi come professore di Lettere e preside nella Scuola Media . Parallelamente, ha sempre Gaiardoni Sante Giovanni - Villafranca di Verona 29-6-1939 svolto con altrettanto entusiasmo attività sociali, civiche e culturali, coltivando rapporti umani con Ciclista variegate istituzioni culturali, gruppi e associazioni di volontariato . Autore fin dagli anni Settanta di opere di divulgazione umanistica e scientifica per importanti La potenza esplosiva dei suoi muscoli da supervelocista gli ha consentito di realizzare grandi affer- case editrici nazionali, tale esperienza, unita a una particolare sensibilità poetico-narrativa in mazioni, in particolar modo da dilettante . In un palmares eccezionale, fanno spicco i due titoli di ambito letterario, a partire dagli anni Ottanta lo condusse a comporre un corpus di quasi duemila campione olimpionico ottenuti a Roma nel 1960 (velocità e chilometro, 1’07’27 record mondiale e poesie, filastrocche, epigrammi, oltre a decine di racconti, prefazioni e diversi libri di carattere olimpico) ai quali aggiunge, in quella stessa stagione, il titolo mondiale sulla pista di Lipsia dopo storiografico, nel desiderio di condividere le molte sfaccettature della sua vita e della sua cultura essere stato 2º nel ’58 e ’59 . In campo nazionale conquista il titolo tricolore del tandem nel ’58 (con di appartenenza . Bianchetto) e nel ’59-60 (con Zanetti) mentre nei Giochi del Mediterraneo ’59 si impone sia nello

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sprint che nel chilometro . Fa razzia di Gran Premi: il Trofeo Gardiol ’57, Aarhus ’58, Londra ’59, La più bella definizione della soprano Alida Ferrarini è stata data dai giornali a Bordeaux in occasio- Parigi ’60, Copenaghen ’60 e il Memorial Ellegaard ’60 . Come professionista (1961-1970) memo- ne della “Lucia di Lammermour” definendola “La celeste Alidà” . Muore a Villafranca il 26 giugno rabili match con Maspes sulla pista di Rocourt nel ’63 dove riesce a conquistare il suo unico titolo 2013 . L’amministrazione Comunale di Villafranca per onorarla l’11 dicembre 2015 le ha intitolato la mondiale (2º nel 1962 e 1970, 3º nel 1966 e 1969) . Campione d’Italia di velocità nel 1964, fa incetta nuova sala-teatro comunale . di Gran Premi nel 1961 vincendo a Roubaix, Amsterdam, Aarhus e Roma . Vive a Milano . Begnoni Renato - Villafranca di Verona 12-2-1956 Zenari card. Mario - Villafranca di Verona 5-1-1946 Fotografo “Il cardinale con la valigia” Tra i più importanti e stimati fotografi italiani viventi è impegnato da diversi anni nella fotografia Mario Zenari villafranchese di Rosegaferro, classe 1946 terzo figlio di genitori contadini completati di ricerca . Notevole la sua attività artistica che lo porta ad esporre in qualificati spazi in Italia e gli studi in seminario viene ordinato sacerdote nel 1970 . Dopo sei anni di ministero nella diocesi all’estero . Sue opere si trovano in collezioni pubbliche, private e musei in: Italia (Museo Alinari a di Verona (curato a e ) nel 1976 viene inviato a Roma dove frequenta la Ponti- Firenze, Museo della Fotografia a Brescia), alla Bibliothèque Nationale de France a Parigi, Polonia, ficia Accademia Ecclesiastica e nel 1980 si laurea a pieni voti in diritto canonico alla Gregoriana . Argentina, Museum modern of art di San Francisco USA, principato di Monaco, Canada, Germa- Inizia quindi la sua vera missione . Cinque anni come segretario di nunziatura in Senegal e Liberia nia, Unione Sovietica, Repubblica di San Marino . e tre anni come consigliere alla nunziatura in Colombia . Nel 1988 passa alla nunziatura di Bonn Nel 1995 partecipa alla XLVI Biennale internazionale d’arte di Venezia nella rassegna “L’io e il suo in Germania dove vive nel 1989 in prima persona la caduta del muro di Berlino di cui conserva doppio - un secolo di ritratto in Italia” . Presente nel 2000 alla Triennale di Milano . Nel 2002 vince ancora un pezzo nella sua casa a Rosegaferro . Nel 1992 è in Romania a Bucarest per tre anni . Passa il premio nazionale Friuli Venezia Giulia per la fotografia . Nel 2009 partecipa a San Pietroburgo e quindi a Vienna (cinque anni) come rappresentante permanente alle Organizzazioni Internazionali Mosca con la mostra: “Italia 1946-2006 dalla ricostruzione al nuovo millennio” . Nel 2011 ritorna a di Vienna (diplomazia multilaterale) dove per la Santa sede è membro dell’Agenzia Atomica . Il 12 Venezia nella LIV edizione della Biennale internazionale d’arte, Padiglione Italia . Espone in Svezia luglio 1999 a Vienna riceve la nomina ad Arcivescovo titolare di Zuglio (antica diocesi del Friuli) e con la fotografia italiana al Museo Nordiska di Stoccolma . Nel 2015, il Comune di Villafranca di a Nunzio nel continente africano per cui ritorna, in Costa d’Avorio, Burkina Faso e Niger e vi ri- Verona gli dedica una retrospettiva “La percezione della vita” opere 1985-2015, alla Casa del Trattato mane cinque anni per passare, nell’estate del 2004, in Sri-Lanka dove vive l’immane catastrofe dello di Pace, palazzo Bottagisio . Vive e lavora a Villafranca di Verona . tsunami . Dall’aprile del 2009 è a Damasco, in Siria dove sta vivendo le tragedie di questi ultimi anni . Riceve la porpora cardinalizia da Papa Francesco in occasione del concistoro del 19 novembre Grigolato Gloria - Villafranca di Verona 18-1-1971 2016 alla vigilia della conclusione del Giubileo della Misericordia . Da oltre trent’anni impegnato Prima ballerina internazionale nella diplomazia vaticana in tutti i continenti a buon diritto era denominato: “l’Arcivescovo con la Gloria nasce a Villafranca di Verona . All’età di 12 anni viene selezionata per frequentare l’Accademia valigia” ora è diventato “Il Cardinale con la valigia” . di John Cranko Schule di Stoccarda in Germania . A 18 anni si diploma e comincia la sua carriera di ballerina . Le viene offerto un contratto all’Opera di Dresda dove viene promossa prima solista . Ferrarini Alida (1946-2015) In seguito le viene offerto un contratto da Uwe Scholz all’Opera di Lipsia ballando tutti i primi Cantante lirica ruoli delle sue coreografie e del repertorio classico . Dopo alcuni anni passa a Londra, nella com- Nasce a Villafranca il 9 Luglio 1946 . Dopo gli studi musicali compiuti presso il Conservatorio “F . E . pagnia dell’English National Ballet con cui balla nei maggiori teatri del mondo: Europa, America, Dall’Abaco” di Verona sotto la guida del Maestro Enzo Cecchetelli, partecipa a numerosi concorsi Giappone, Cina, Russia . In Russia viene invitata al festival di R . Nureyev dove le viene assegnato il di canto conseguendo diversi trofei . premio come miglior ballerina del festival . Medaglia d’oro al concorso Danza Europa e al Premio Nell’estate 1975 debutta all’Arena di Verona nella “Carmen” di Bizet e successivamente i più impor- Rugantino . Ha conseguito il diploma a Londra come insegnante professionale . Attualmente è do- tanti teatri d’Italia, d’Europa e del mondo l’hanno vista protagonista . L’impegno, la costanza e la cente all’Accademia di Birmingham e selezionatrice di talenti in Italia . bravura l’hanno portata ad ampliare sempre più il proprio repertorio ed essere apprezzata in campo internazionale a fianco dei più famosi cantanti lirici quali: Luciano Pavarotti, Placido Domingo, Balsa, Bruson, Josè Carreras e nelle prime della Scala di Milano con riprese dirette della Rai . Alida Ferrarini è una delle interpreti in campo internazionale più apprezzate nel ruolo di Liù nella “Tu- randot” di Giacomo Puccini; esibendosi tra l’altro a: Buenos Aires, Sidney e Tokyo . Dell’eroina pucciniana, ricordiamo le oltre 160 recite di Micaëla nella “Carmen” nei massimi teatri italiani ed europei . All’Arena di Verona nel 1986 le viene assegnato il prestigioso Premio “Giovanni Zenatello” .

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Ringraziamenti

CLUB DI VILLAFRANCA DI VERONA Italy

La presente pubblicazione vuole essere anche un ringraziamento ed un omaggio a tutti coloro che negli anni hanno contribuito, spesso in modo silenzioso e anonimo, alla ricerca e allo svi- luppo delle comunità del nostro Comune di Villafranca . L’intento di questo lavoro è stato quello di stimolare, far conoscere e riscoprire, soprattutto ai giovani, la storia, le peculiarità e le notevoli bellezze artistiche del nostro territorio . Fam. Pacchera È necessario un doveroso ringraziamento alle diverse Amministrazioni, Enti pubblici e ai Par- Giampietro, Valeriano, Diego L’ARREDOBAGNO roci che nel tempo si sono succeduti, che con sacrificio hanno curato la costruzione, la gestione DI VILLAFRANCA e la manutenzione dei preziosi beni culturali del nostro Comune . di FILIPPI Patrizio s.n.c. Oltre ad un sentito grazie a Pasquale Cordioli, curatore del libro, e la nostra riconoscenza a quanti, numerosi amici e sponsor hanno contribuito alla realizzazione della pubblicazione è necessario fare una particolare menzione all’artista fotografo Renato Begnoni che ha impre- ziosito il libro con i suoi scatti e al dott . Pino Passarelli che ha contribuito a dare linearità al WWW.MALIBUMODA.IT FARMACIA nostro racconto . MADONNA DEL POPOLO VILLAFRANCA Eugenio Turrini Presidente Comitato di San Rocco di Villafranca di Verona

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Pasqualetto Stefano e Negrelli Luigi La Sanitaria Consulenti Finanziari di Italia Negrini lepanto.it

278 279 Finito di stampare nel mese di maggio dell’anno 2018 presso la TIPOGRAFIA LA GRAFICA EDITRICE di Vago di Lavagno (Verona) - Italia

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