Università Di Pisa Dipartimento Di Civiltà E Forme Del Sapere Corso Di Laurea in Orientalistica: Egitto, Vicino E Medio Oriente
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Università di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Corso di Laurea in Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente Tesi di Laurea La Damnatio Memoriae tra i privati dall'Antico al Nuovo Regno egiziano: casi di studio Relatore: Prof. Marilina Betrò Candidato: Giulia Rocca Anno Accademico 2015-2016 Indice Introduzione p.4 Capitolo 1 - La damnatio memoriae nel mondo antico p.8 1.1 Cenni sulla pratica della damnatio demoriae p.11 Capitolo 2 - Elementi della cultura egiziana p.27 2.1 L'uomo e l'anima p.27 2.1.1. Khet - Il corpo e la sua conservazione p.28 2.1.2. Ren – Il nome, la scrittura p.30 2.1.3. Shut – L'ombra p.32 2.1.4. Ka – La forza vitale p.33 2.1.5. Ba - “L'anima” p.34 2.1.6. Akh – Lo spirito luminoso p.35 2.2 La tomba e le immagini p.35 2.3 Maat – L'equilibrio p.37 Capitolo 3 – I Faraoni e la damnatio memoriae p.40 3.1 Dal predinastico al Medio Regno p.44 3.2 Il secondo periodo intermedio ed il Nuovo Regno p.54 Capitolo 4 – La damnatio memoriae ed i privati nell'Antico, Medio e Nuovo Regno p.64 4.1 Antico Regno dalla IV alla VI dinastia p.64 1 4.1.1. Un principe della IV dinastia p.64 4.1.2. Tre “slab stelae” dell'epoca di Khufu da Giza p.67 4.1.3. Congiure della VI dinastia p.76 4.1.3.1. I congiurati p.76 4.1.3.2. Delitto e castigo p.99 4.1.4. Il figlio di un giudice da Giza p.108 4.2 Medio Regno p.110 4.2.1. Intefiker e la congiura contro Amenhemat I p.110 4.2.2. Alcuni monumenti minori p.116 4.3 La XVIII dinastia p.122 4.3.1. I regni di Hatshepsut e Thutmosi III p.122 4.3.2. Un vicerè di Nubia, un medico ed un Gran Maggiordomo.dal regno di Amenhotep II p.145 4.3.3. Quattro damantio memoriae da Sheikh abd el-Qurna durante il regno di Thutmosi IV. p.164 4.3.4. Due ufficiali legati ad Amon dal regno di Amenhotep III p.173 4.3.5. Parennufer e May tra Amarna e Tebe p.179 4.3.6. Due damnatio memoriae di epoca post amarniana p.185 Capitolo 5 – Conclusioni: tecniche, modalità, efficacia e motivazioni della damnatio memoriae tra i privati p.191 5.1 Le tecniche p.191 2 5.2 Le modalità p.192 5.2.1. La ricaduta della damnatio memoriae sulla famiglia del condannato p.203 5.3 Le motivazioni p.209 5.4 L'efficacia p.213 5.5 Conclusione p.215 Bibliografia p.216 Immagini p.262 3 Introduzione “Non devi neanche pensare, Winston, che i posteri ti renderanno giustizia. I posteri non sapranno mai nulla di te. Tu sarai cancellato totalmente dal corso della storia[...]. Di te non resterà nulla, né il nome in un qualche archivio, né il ricordo nella mente di qualche essere vivente. Tu sarai annientato sia nel passato sia nel futuro” 1984 - George Orwell La lunga storia degli studi egittologici è costellata da citazioni di una pratica piuttosto diffusa nella società egiziana: la damnatio memoriae. Di questa però non esiste un'opera unitaria volta a conoscerne lo sviluppo durante tutta la storia egiziana e a comprenderne le norme generali che la regolavano. Gli studi sulla damnatio si limitano, per la maggior parte, ad affrontare il problema concentrandosi sul breve periodo o sul singolo individuo; è possibile suddividere questi lavori in tre categorie: 1) Contesto cronologico limitato. Tra questi spiccano gli studi relativi alle damnatio di epoca amarniana e post amarniana come: “La “damnatio memoriae” amarnienne” di Robert Hari1; “Restaurations post-amarniennes commanditées par Ramses II: un cas d'école à Deir el-Bahari” di Philippe Martinez2, “Restorations 1 Hari 1984 2 Martinez 2007 4 and erasures in the post-Amarna period” di Marianne Eaton- Krauss3. 2) Singolo individuo. In questa categoria si riscontra una certa predilezione per i casi relativi ai sovrani e secondariamente per i personaggi privati di ragno elevato. Tra le ultime pubblicazioni: “The statue BM EA 37891 and the erasure of Necho II's names.” di Roberto Gozzoli4 e “Controlled damage: the mechanics and micro-history of the damnatio memoriae carried out in KV-23, the tomb of Ay.” di Richard Wilkinson5. 3) Soggetto secondario in un più ampio contesto. Questa è forse la categoria nella quale si inquadrano più documenti: molte opere a partire dalla fine dell'ottocento riportano la presenza di damnatio memoriae senza trattarla o analizzandola come elemento di un più ampio quadro di studio. Tra questi: “Ereasing a reign” di Ann Macy Roth6 che si inquadra nella più ampia opera “Hatshepsut: from queen ti pharaoh”7 dedicata alla più famosa donna faraone; “Tombos and the viceroy Inebny/Amenemnekhu” di Davies, W. Vivian8; “The Monuments of Senenmut. Problems in Historical Methodology” di Peter Dorman9, “Crime, cult and punishment" di Harco Willems10 3 Eaton-Krauss 2003 4 Gozzoli 2000 5 Wilkinson R. 2011b 6 Roth 2005 7 Roehring et alii 2005 8 Davies V. 2008 9 Dorman 1988 10 Willems 1990 5 Un interessante lavoro dal titolo “Iconoclasm and text destruction in the Ancient Near East and beyond”, curato da Natalie Naomi May epubblicato nel 201211, affrontata la tematica dell'iconoclastia e della damnatio memoriae nel Vicino Oriente Antico come mai era stato fatto prima. Sfortunatamente anche in questo testo la questione della damnatio memoriae nell'antico Egitto non viene approfondita ed i due articoli12, ad essa dedicati, si concentrano per lo più su tematiche già affrontate in precedenza come la damnatio di Hatshepsut ed il periodo amarniano. Al momento non esiste uno studio che tratti la damnatio tra i privati dipanandosi lungo tutta la storia egiziana e che dia informazioni su metodologie, tecniche e motivazioni, analizzando gli eventuali cambiamenti in base alle epoche e alla classe sociale di appartenenza dei singoli personaggi. Lo scopo di questo lavoro è quindi quello di cercare di ricostruire un quadro generale sull'applicazione della damnatio memoriae tra i privati, in Egitto, durante l'Antico, il Medio ed il Nuovo Regno. Per comprendere appieno il fenomeno si è ritenuto necessario affrontare alcuni temi d'interesse generale prima di dedicarsi ad alcuni casi di studio; a tal fine il primo capitolo tratterà brevemente della damnatio nel mondo antico, il secondo di alcuni elementi religiosi e culturali della civiltà egiziana ed il terzo dell'applicazione di questa pratica ai danni dei sovrani. Il quarto capitolo sarà quindi quello deputato all'analisi dei casi 11 May 2012 12 Bryan 2012; Ritner 2012 6 di studio. I dati ottenuti e la loro analisi verranno trattati nel quinto, ed ultimo, capitolo. 7 Capitolo 1 – La Damnatio Memoriae nel mondo antico La morte è la più grande delle paure esistenziali con cui l'essere umano ha da sempre dovuto confrontarsi, da ciò è derivata la costruzione di una serie di formazioni difensive e reattive destinate a placare l'angoscia connessa col termine della vita biologica. La fine della vita umana viene vissuta come la sconfitta per eccellenza, “Mors vitam vicit”13 “La morte sconfigge la vita”. Fin dalle epoche più remote l'umanità ha quindi dovuto fare i conti con quella finitezza ed incertezza che è propria di ogni essere vivente e con i timori che da essa derivano. La morte diventa quindi un fatto d'importanza primaria nella vita sociale e porta con sé significati allegorici e simbolici. Il tentativo di esorcizzare tali paure e di gestire l'angoscia dell'incerto è alla base della nascita e dell'evoluzione della cultura intesa come produzione di idee, fantasie, miti, credenze, costumi. Due degli elementi religiosi principali utilizzati per sedare tali timori sono costituiti dall'ideazione di una vita post mortem in cui l'anima del defunto sopravvive e la creazione del rito del funerale, quale passaggio che sancisce il cambiamento di status. Inoltre diviene rilevante che il ricordo della persona resti presente tra chi sopravvive e nelle generazioni future. Si genera la necessità di lasciare un segno della propria presenza nella storia umana, motivo per cui si erigono monumenti e si creano segni e simboli funerari. La radice latina della parola monumento è “moneo” il cui significato è appunto “far ricordare”. Chi ha il suo nome e la sua storia ricordati nel tempo sfugge all'oblio e alla cancellazione di sé e della sua persona, all'eliminazione stessa della 13 CLE 1331 = CIL VIII, 25006 (Cartagine, I/II sec. d.C.). 8 sua identità. Nel mondo, sopratutto in quello antico, si muore definitivamente allorquando si è abbandonati e dimenticati, quando non c'è più memoria di sé. Inoltre la memoria del singolo individuo e delle sue azioni possono con il tempo diventare parte della memoria culturale14. Questa, composta dai ricordi delle situazioni passate, ha un ruolo centrale nella definizione dell'identità di un popolo. La scelta di cosa e chi far appartenere a questo patrimonio di memorie collettive è fondamentale quindi per definire l'identità di un popolo e la damnatio memoriae è certamente un ottimo strumento atto ad eliminare personaggi o situazioni scomode che non si vogliono ammettere all'interno della definizione identitaria della propria società. La completa e totale distruzione della memoria dell'esistenza di una persona sgomenta e atterrisce, viene percepita come una seconda morte. Quale punizione peggiore può quindi essere inflitta ad un essere umano se non quella di far avverare la sua più grande paura: essere dimenticato? Proprio su questa paura fa leva la pratica conosciuta come damnatio memoriae “condanna della memoria”.