Douglas William Freshfield. Di Tranquillo Giustina (Tratto Da “Le Vette E Gli Immortali” - Editrice Rendena 2004)

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Douglas William Freshfield. Di Tranquillo Giustina (Tratto Da “Le Vette E Gli Immortali” - Editrice Rendena 2004) Con giubilo d’arpa e di cetra: Douglas William Freshfield. di Tranquillo Giustina (tratto da “Le vette e gli immortali” - Editrice Rendena 2004) Vibrazioni incontenibili e perenni. ne del figlio al culto nei riguardi della Figlio unico di Henry Ray Freshfield natura. E dell’arte. (illustre avvocato ed esperto di finan­ L’incontro comunque dell’emotivo za, della Banca d’Inghilterra) Douglas fanciullo con quello che sarebbe sta­ William Freshfield era nato nei pressi to il sogno di tutta la sua esistenza - di Londra il 27 aprile 1845. la predilezione per i territori montani Condotto sin da bambino - grazie ­ avvenne, allorché le villeggiature di alla disponibilità, monetaria pater­ Henry Ray Freshfield - anche per ra­ na - in stazioni climatiche di grido, gioni professionali ­ si spostarono tra dapprima nei territori an glosassoni, le favolose Alpi svizzere ed italiane, quindi nelle Alpi Svizzere, egli andò a destando a poco a poco nel sensi bile poco a poco svi luppando in se stesso giovinetto vibrazioni incontenibili e quell’amore profondo per i monti che perenni. lo avrebbe accompagnato e conforta­ Impersonava la signora Freshfield, to fino agli ultimi giorni della sua vita. a quel tempo, oltre che la soavità com­ Avuta la debita formazione scolasti­ movente della madre, l’età intramon­ ca dapprima nell’esclusivo col legio tabile della donna entusiasta della sua di Eton, e poi all’università di Oxford maternità. Autentica maestra d’una (dove si sarebbe laurea to in diritto ci­ lingua lim pida e ricercata, essa era au­ vile ed in storia) egli divenne per l’in­ trice di deliziose guide turistiche (diari flusso fortissimo della romantica ma­ delle sue escursioni) che l’avrebbero dre, Jane Henry Freshfield - delicata posta tra le alfiere dell’escur sionismo scrittrice di montagna - un fine cultore femminile europeo. della propria lingua e uno straordina­ “Amante della montagna - scrisse rio divulgatore delle sue contempla­ di lei Valeria Azzolini in ’I resoconti di zioni. viaggio di Freshfield’- nel senso più I viaggi del singolare bambino, fino giovane e vero del la parola, la fretta all’ottavo anno di età, s’era no limita­ le era sconosciuta perché non era tan­ ti alla conoscenza e al godimento dei to il rag giungimento della vetta che la luoghi più bucolici e più suggestivi interessava, quanto l’incanto del pa­ d’Inghilterra. Viaggi che alla signora esaggio che incontrava lungo il per­ Freshfield, così doviziosamente favo­ corso, e così le ore passavano in quel rita dall’agiatezza famigliare, offrivano godimento. il presupposto primo per un’educazio­ Oltre ai membri della famiglia, poi, 19 vi era un altro protagonista nei rac­ linguista tra quanti - nell’Ot­tocento conti della signora Freshfield: la guida inglese - erano gli appassionati divul­ Michel Alphonse Couttet. E fu sicu­ gatori dell’esplorazio ne italiana. ramente in quegli anni che il giovane Ove poi - da narratore istintivo ed Freshfield capì l’importanza, in ogni ispirato ­ egli passò ad essere (come azione alpinistica, della presenza di innumerevoli volte accadde) un de­ una buo na guida”. lineatore estasiato d’ogni misterioso Solo con la convinzione, infat­ incanto alpestre, allora dalle sue con­ ti, di quanto contasse un buon ac- vincenti annotazio ni emersero quei compagnatore nelle scalate Douglas peculiari aspetti ora poetici, ora etno­ William Freshfield (giunto quasi al grafici, ora scientifici, ora caratteristici termine della sua formidabile carrie­ delle nostre Alpi che, con inimitabile ra) avrebbe potuto afferma re: “La mia sagacia, egli volle rivelare a tutta Eu­ ambizione più alta non è mai stata ropa. quella di trascorrere le intere giornate “L’agevole quota delle valli - egli in faticosi esercizi che sviluppavano i annotava facendo entrare il lettore muscoli. Nessun altro momento alpi­ nei dorati verdecupi delle Giudicarie - nistico invece era da me più apprez­ la loro solatìa espo sizione, e la gentile zato di quello in cui potevo godermi pendenza dei versanti, danno alla sce­ il panorama, mentre ad altri toccava na un’aria di opulenza che raramente aprire la via”. si trova ai piedi delle montagne nevo­ se. I frequenti villaggi ridenti, i boschi Esercitando ed affinando i suoi scritti. di castagni, i gruppi di noci, i grandi E non che fossero - queste ultime - campi di granoturco, le viti e i frutteti le serene considerazioni dettate dall’e­ lussureggianti, hanno l’attrattiva che tà. Già nel capolavoro “The Italian l’abbondanza spontanea e il colore Alps” del 1875 la ricercata abilità de­ della natura del Meridione infondono scrittiva di Douglas William Freshfield nell’abitante del più freddo e sobrio aveva avuto nell’abbandono contem­ Nord. Nessun contrasto può essere, plativo al godimento dei monti la sua nello stesso tempo, più inatteso e più consacrazione più alta. Perché proprio bentrovato di quello offerto da questi nella cruda ma veritiera realtà alpina dolci paesaggi all’occhio che ricorda il ­ anche se poi l’emozione aveva il so­ tormentato aspetto dei graniti dell’A­ pravvento ­ egli an dava esercitando ed damello”. affinando i suoi scritti di escursionista, No, nessuno mai, entrando nelle di roc ciatore, e diciamo pure di corri­ Valli Giudicariesi, aveva spa lancato spondente ante litteram, dimostran- ­ senza nulla aggiungere all’umile re­ dosi il più preparato e il più ricercato altà dolomitica - così allettanti porte. 20 Eppure pagine ancora più rivelatrici di travolte dagli eventi o, felicemente, particola rità intrinseche egli avrebbe non ancora smantellate dall’uo mo. riservato alla famigliare Rendena. “Sotto di noi - quali iniziazioni pro­ “La strada, che all’inizio alta si sno­ pedeutiche in questo brano - stava il da sul versante boscoso, do mina una dolce piano della Val d’Algone. Da un vista incantevole su tutta la valle fino lato s’ergeva la roc cia nuda, tormenta­ a Pinzolo. Frutteti e campi di grano ta, e corrosa delle Dolomiti, circonda­ separano i villaggi che si succedono ta da creste più basse, poco meno ver­ rapidamente, ed ognuno assomiglia al tiginose, ma rivestite di verde ovun­ suo vicino. Il sistema di costruzione è que al beri ed erba potessero metter origina le in questa contrada. Solo i pia­ radice. Verso Sud i lontani monti ol tre noterra, che contengono le abitazio ni, il Sarca fluttuavano con gradazioni di sono costruiti in pietra. Dall’alto dei porpora a di azzurro at­traverso il tre­ muri s’alzano verticalmen te grosse molio di luce del sole italiano. Una travi che sopportano un tetto incre­ breve serpentina attraverso un fitto dibilmente largo. Gli spazi fra le travi bosco ceduo ci portò giù sui prati. Il non sono chiusi, e l’intero edificio ha grande e solitario edificio in mezzo ad l’aria d’esse re stato iniziato con di­ essi era una vetreria. mensioni troppo grandi, completato A questo punto comincia una buo­ provvi soriamente, e munito del tetto. na carrareccia che, biforcan dosi più L’ampio fienile del primo piano è a valle, conduce tanto a Tione che a usato quale magazzino per la legna, il Stenico. Le più alte Dolomiti venne­ grano, ed ogni specie di cose secche ro presto perdute di vista dietro una ed infiammabili. Il tet­to pure è di le­ svolta, e la strada si tuffò giù per una gno, e per il fulmine è abbastanza faci­ valle stretta e profonda fra banchi di le incendiare l’intero complesso, tanto ciclamini dondolanti, rocce ardite, e che gli incendi che scoppiano per tale verdi fianchi di montagna”. causa rappresentano un avvenimento Il tutto in un contesto suggestivo e normale”. solenne, contemperato ogni volta da Righe preziose, destinate (oggi un’indissolubile grazia di poesia. più che mai) non solo a ricorda re e a “Qui la vita non è la dura lotta con testimoniare una Rendena definitiva­ una ostinata ed avara natura del con­ mente scomparsa, ma anche e soprat­ tadino di Uri o dell’Alta Engadina. Gra­ tutto ad educare l’appassionato della no e viti crescono sulla porta di casa e montagna ­ per ciò che di ineguaglia­ la montagna offre legname e pascoli bile essa offrirà sempre - a ricercare, in abbondanza. a conser vare, e a salvaguardare quelle Rimangono, è vero, sufficienti mo­ vestigia pure e primitive non ancora tivi per mantenersi in eserci zio: tor­ 21 renti da arginare, declivi da sistemare la Cima Catinaccio; Edward Robson a terrazze, gole da attraversare con Withwell (1843­1922) il trionfatore strade carrozzabili. Ma tutto ciò sta del Cimon della Pala (1870); e - tra largamente entro i limiti della vitalità tutti il più grande - il principe degli di una popolazione che unisce in som­ alpini sti d’oltre Manica, il pioniere e mo grado l’industriosità tedesca alla l’antesignano per eccellenza delle Alpi grazia italiana. Argini massicci rinser­ italiane, Douglas William Freshfield rano il torrente e proteggono i pascoli (1845-1934) “il poeta dei monti - irrigui di Pinzolo; una delle più belle come lo definì Guido Marino - che an­ strade d’Europa, costruita interamen­ cor oggi avvince”. te a spese dei comuni locali, attraver­ Già lo abbiamo detto che aveva sa le due grandi forre del Sarca. Qui nove anni (periodo nel quale ogni fan­ non ve diamo squallore, niente di quel ciullo ricerca le sue particolari predile­ senso di tolleranza della decadenza e zioni) quando fu por tato a villeggiare della rovina di ogni cosa vecchia che in Svizzera ove ebbe lo strabiliante in­ si trova, spesso, unita con lo sperpero contro con quelle Alpi, che lo avreb­ per tutto quanto è nuovo”. bero folgorato per sempre. Esperienze esal tanti che ancor oggi siamo in gra­ La convinta e convincente maestra. do, oltre che di conoscere, di rivi vere Fuor d’ogni dubbio le prime me­ grazie alle descrizioni che la madre di morabili escursioni nelle Alpi Retiche lui - la signora Jane Henry Freshfield - e Dolomitiche furono quelle dominate di volta in volta metteva sulla carta e dai nomi storici del l’alpinismo anglo­ in piacevo li edizioni faceva pubblicare sassone e tedesco.
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