LOMBARDIA/92/2021/PRSE

SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LOMBARDIA

composta dai magistrati: dott.ssa Maria Riolo Presidente dott.Giampiero Maria Gallo Consigliere dott.ssa Rossana De Corato Consigliere dott. Luigi Burti Consigliere (Relatore) dott.ssa Alessandra Cucuzza Primo Referendario dott. Giuseppe Vella Referendario dott.ssa Rita Gasparo Referendario dott. Francesco Liguori Referendario dott.ssa Alessandra Molina Referendario dott.ssa Valeria Fusano Referendario nell’adunanza in camera di consiglio da remoto del 20 maggio 2021, ex art. 85 del decreto- legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito dalla legge 24 aprile 2020 n. 27, come modificato dall’art. 6, comma 2, del decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44”. DELIBERAZIONE nei confronti del di Alta Valle Intelvi (Co) rendiconto esercizio finanziario 2018 Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con il regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni; Vista la legge 21 marzo 1953, n. 161; Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20; Vista la deliberazione delle Sezioni riunite della Corte dei conti n. 14/2000 del 16 giugno 2000, che ha approvato il regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte

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dei conti, modificata con le deliberazioni delle Sezioni riunite n. 2 del 3 luglio 2003 e n. 1 del 17 dicembre 2004, da ultimo modificata con deliberazione del Consiglio di Presidenza n. 229 dell’11 giugno 2008; Visto il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 recante il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali; Vista la legge 5 giugno 2003, n. 131; Vista la legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, commi 166 e seguenti; Visto l’art. 3 del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213; Esaminato il Questionario sul rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario 2018, redatto dall’Organo di revisione del Comune di Alta Valle Intelvi (Co), sulla base dei criteri indicati dalla Sezione delle Autonomie; Vista la richiesta istruttoria rivolta da questa Sezione al Comune di Alta Valle Intelvi (Co) di cui alla nota, prot. Cdc n. 12643 del 01/04/2021 trasmessa a mezzo ConTe; Vista la risposta pervenuta dal Comune di Alta Valle Intelvi (Co), con nota acquisita sempre a mezzo ConTe, al prot. della Sezione Cdc n. 13445 del 16/04/2021; Visto il provvedimento del Presidente della Sezione con cui la questione è stata deferita nell’odierna camera di Consiglio svolta in videoconferenza effettuata tramite applicativo in uso alla Corte dei conti, con collegamento da remoto per adottare pronuncia ex art. 1, commi 166 e seguenti, della legge n. 266/2005; Udito il relatore, Consigliere Luigi Burti

PREMESSO CHE dall’esame del questionario relativo al rendiconto della gestione 2018 trasmesso dall’Organo di revisione del Comune di Alta Valle Intelvi (Co), al fine di verificare la situazione finanziaria e gestionale dell’Ente per il 2018, il Magistrato relatore con nota prot. Cdc n. 12643 del 01/04/2021 ha chiesto all’Ente chiarimenti in ordine a diverse criticità rilevate. Con la nota prot. Cdc n. 13445 del 16/04/2021, il comune di Alta Valle Intelvi (Co) ha riscontrato le richieste istruttorie fornendo i chiarimenti richiesti. Dalla complessa ricostruzione della situazione finanziaria e gestionale dell’Ente, riferita al 2018 sono emerse la seguente criticità:

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1. Anzianità dei residui passivi; 2. Organismi partecipati

Ciò posto, il magistrato istruttore, considerato che il contraddittorio con l’Ente si è già instaurato in via cartolare e che le criticità emerse trovano riscontro documentale, ha chiesto al Presidente della Sezione di sottoporre le risultanze dell’istruttoria svolta sul comune di Alta Valle Intelvi (Co) all’esame del Collegio come di seguito meglio evidenziate.

CONSIDERATO IN DIRITTO I) Il controllo delle Sezioni regionali della Corte dei conti

L'art. 1, commi 166 e 167, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 ha previsto, ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica e del coordinamento della finanza pubblica, l'obbligo, a carico degli organi di revisione degli enti locali, di trasmettere alla Corte dei conti una relazione sul bilancio di previsione dell'esercizio di competenza e sul rendiconto dell'esercizio medesimo, formulata sulla base dei criteri e delle linee guide definite dalla Corte. Al riguardo, occorre evidenziare la peculiare natura di tale forma di controllo, ascrivibile alla categoria del riesame di legalità e regolarità, in grado di finalizzare il confronto tra fattispecie e parametro normativo all'adozione di effettive misure correttive funzionali a garantire il rispetto complessivo degli equilibri di bilancio. Questo nuovo modello di controllo, come ricordato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 60/2013, configura, su tutto il territorio nazionale, un sindacato generale ed obbligatorio sui bilanci preventivi e rendiconti di gestione di ciascun ente locale, finalizzato a tutelare, nell'ambito del coordinamento della finanza pubblica, la sana gestione finanziaria del complesso degli enti territoriali, nonché il rispetto del patto di stabilità interno e degli obiettivi di governo dei conti pubblici concordati in sede europea. Esso si colloca nell'ambito materiale del coordinamento della finanza pubblica, in riferimento agli articoli 97, primo comma, 28, 81 e 119 della Costituzione, che la Corte dei conti contribuisce ad assicurare, quale organo terzo ed imparziale di garanzia dell'equilibrio economico finanziario del settore pubblico e della corretta gestione delle risorse collettive, in quanto al servizio dello Stato-ordinamento. L’art 3, co. 1 lett. e) del d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, ha introdotto nel TUEL l’art. 148-bis, intitolato “Rafforzamento del controllo della Corte dei

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conti sulla gestione finanziaria degli enti locali”, il quale prevede che "Le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti esaminano i bilanci preventivi e i rendiconti consuntivi degli enti locali ai sensi dell'articolo 1, commi 166 e seguenti, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per la verifica del rispetto degli obiettivi annuali posti dal patto di stabilità interno, dell'osservanza del vincolo previsto in materia di indebitamento dall'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, della sostenibilità dell'indebitamento, dell'assenza di irregolarità, suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari degli enti". Ai fini della verifica in questione la magistratura contabile deve dunque accertare che "i rendiconti degli enti locali tengano conto anche delle partecipazioni in società controllate e alle quali è affidata la gestione di servizi pubblici per la collettività locale e di servizi strumentali all'ente". In base all’art. 148 bis, comma 3, del TUEL, qualora le Sezioni regionali della Corte accertino la sussistenza "di squilibri economico-finanziari, della mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione finanziaria, o del mancato rispetto degli obiettivi posti con il patto di stabilità interno”, gli Enti locali interessati sono tenuti ad adottare, entro sessanta giorni dalla comunicazione della delibera di accertamento, “i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio”, e a trasmettere alla Corte i provvedimenti adottati in modo che la stessa magistratura contabile possa verificare, nei successivi trenta giorni, se gli stessi sono idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio. In caso di mancata trasmissione dei provvedimenti correttivi, o di esito negativo della valutazione, “è preclusa l'attuazione dei programmi di spesa per i quali è stata accertata la mancata copertura o l'insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria”. Come precisato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 60/2013), l’art. 1, commi da 166 a 172, della legge n. 266 del 2005 e l’art. 148-bis del d.lgs. n. 267 del 2000, introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera e), del d. l. n. 174 del 2012, hanno istituito ulteriori tipologie di controllo, estese alla generalità degli enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale, ascrivibili a controlli di natura preventiva finalizzati ad evitare danni irreparabili all’equilibrio di bilancio. Tali controlli si collocano su un piano nettamente distinto rispetto al controllo sulla gestione amministrativa, di natura collaborativa, almeno per quel che riguarda gli esiti del controllo spettante alla Corte dei conti sulla legittimità e sulla regolarità dei conti. Queste verifiche sui bilanci degli enti territoriali sono compatibili con l’autonomia di Regioni, Province e Comuni, in forza del supremo interesse alla legalità costituzionale - finanziaria e alla tutela dell’unità economica della Repubblica perseguito dai suddetti controlli di questa Corte in riferimento agli artt. 81, 119 e 120 Cost. Alla Corte dei conti è, infatti, attribuito il vaglio

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sull’equilibrio economico-finanziario del complesso delle amministrazioni pubbliche a tutela dell’unità economica della Repubblica, in riferimento a parametri costituzionali (artt. 81, 119 e 120 Cost.) e ai vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea (artt. 11 e 117, primo comma, Cost.): equilibrio e vincoli che trovano generale presidio nel sindacato della Corte dei conti quale magistratura neutrale ed indipendente, garante imparziale dell’equilibrio economico-finanziario del settore pubblico. Tali prerogative assumono ancora maggior rilievo nel quadro delineato dall’art. 2, comma 1, della legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1 (Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale), che, nel comma premesso al comma 1 all’art. 97 Cost., richiama il complesso delle pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, ad assicurare l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.

II) Irregolarità della gestione finanziaria

1. Anzianità dei residui passivi In riferimento alla criticità riscontrata si evidenzia che l’Amministrazione ha riferito che era consapevole della criticità relativa ai residui passivi degli anni 2017 e precedenti. L’Ente con la nota di risposta istruttoria prot. Cdc n. 13445 del 16/04/2021 in ragione della conservazione dei residui rappresenta che: “il Comune di Alta Valle Intelvi è stato istituito in data 01/01/2017 a seguito di fusione tra i Comuni di , Lanzo d’Intelvi e , per il nuovo Comune, l’analisi dei residui, sia attivi che passivi, è stata un’operazione particolarmente problematica, così come la ricognizione dei crediti ritenuti inesigibili o insussistenti”. Nel 2017 e nel 2018, non avendo avuto prontezza delle situazioni creditorie/debitorie degli ex comuni e, onde evitare la formazione di debiti fuori bilancio, è stata compiuta la scelta di mantenere quasi tutti i residui in attesa della definizione delle singole posizioni così da mantenere memoria degli stessi per una più puntuale analisi che si è conclusa solo nel rendiconto 2019”. Nella risposta istruttoria, il Responsabile dei Servizi Finanziari attesta altresì che l’evoluzione dei residui passivi ante 2019 è stata la seguente: “Spese correnti da euro 401.681,22 al 01/01/2019 a euro 65.846,07 al 31/12/2019” “Spese in conto capitale da euro 807.992,25 al 01/01/2019 a euro 92.930,95 al 31/12/2019” “Spese conto terzi da euro 47.933,61 al 01/01/2019 a euro 18.546,33 al 31/12/2019 “ Pur valutando positivamente l’iniziativa dell’Ente ed i risultati conseguiti insieme con le difficoltà determinate dalla procedura di fusione per incorporazione nel 2017 che ha coinvolto

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i Comuni di: Ramponio Verna, Pellio Intelvi e Lanzo d’Intelvi, si ricorda che al fine di garantire gli equilibri della gestione finanziaria, in presenza di residui passivi, risalenti anni indietro nel tempo e di dubbia sussistenza, occorre attivare in tempi ragionevoli idonee procedure di ricognizione e verifica delle singole posizioni debitorie finalizzate al loro progressivo esaurimento.

2. Perdite della società partecipata “Acqua Potabile Lanzo d'Intelvi s.r.l.”

In sede istruttoria, nel rendiconto 2018 è stato riscontrato, l’accantonamento al Fondo Perdite Partecipate per la somma di euro 7.664,00 relativa alla perdita risultante dal bilancio d’esercizio 2017 della società partecipata “Acqua Potabile Lanzo Intelvi srl”. In particolare, si evidenzia la situazione della “Soc. Acqua Potabile Lanzo Intelvi s.r.l.” partecipata al 100% dall’Ente locale, i cui i bilanci degli ultimi quattro anni (2015 - 2018) evidenziano sistematiche perdite d’esercizio che erodono costantemente il Patrimonio sociale come di seguito indicato: Perdita d’esercizio anno 2018 € 3.387 Patrimonio Netto al 31/12/2018 € 9.524;

Perdita d’esercizio anno 2017 € 7.664 Patrimonio Netto al 31/12/2017 € 5.248;

Perdita d’esercizio anno 2016 € 4.164 Patrimonio Netto al 31/12/2016 € 8.746;

Perdita d’esercizio anno 2015 € 4.013 Patrimonio Netto al 31/12/2015 € 8.898;

La copertura della perdita per gli esercizi 2015 e 2016, secondo quanto riportato nella relazione del Revisore,(anno 2017) è stata effettuata mediante la rinuncia del finanziamento soci, ossia alla rinuncia del credito che l’ente locale vanta nei confronti della stessa società, senza tuttavia riscontrare nel rendiconto dell’Ente la conseguente diminuzione del credito. Dall’esame del rendiconto 2018, veniva rilevato il permanere delle suddette criticità e al fine di verificare la situazione finanziaria e gestionale dell’Ente, il Magistrato relatore con nota prot. Cdc n. 12643 del 01/04/2021 chiedeva all’Ente chiarimenti in ordine alla risposta affermativa al quesito 8.3 del questionario (pag. 12) relativo alle quote accantonate al fondo perdite partecipate, ai sensi dell'art. 1, comma 551, legge n. 147/2013 e dell'art. 21, d.lgs. n. 175/2016, nonché, della risposta negativa al quesito n. 9 del questionario (pag. 19) circa di divieto di astenersi da aumenti di capitale a favore delle società partecipate non quotate che abbiano registrato, per tre esercizi consecutivi, perdite di esercizio, ovvero che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripiano di perdite anche infra-annuali (art. 14 comma 5, d.lgs. n.

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175/2016), oltre alla risposta alla domanda n. 13 del questionario (pag. 19) circa i prospetti dimostrativi di cui art. 11, comma 6, lett. j, d.lgs. n. 118/2011 dei debiti e crediti reciproci tra l'Ente e gli organismi partecipati che non recano la doppia asseverazione degli organi di revisione così come rimarcato dalla Sezione delle autonomie con la deliberazione SEZAUT/2/2016/QMIG. Con la nota prot. Cdc n. 13445 del 16/04/2021, il Comune ha riscontrato soltanto parzialmente le richieste istruttorie e le criticità contestate, fornendo in merito agli inadempimenti segnalati, la seguente giustificazione: “l’unica società in perdita, poiché non più attiva è la società Acqua Potabile Lanzo d’Intelvi srl detenuta al 100%. E’ stato istituito il vincolo di euro 7.664,00 su avanzo alla voce perdite partecipate. Non sono stati fatti aumenti di capitale, la dismissione non risulta ad oggi perfezionata e che la società acqua srl, ha preso contatti con il Comune per valutare l’acquisizione. Si è in attesa di conoscere tali valutazioni”.

Dall’esame della documentazione pervenuta, si rileva che l’Ente locale non ha ancora provveduto ad avviare la procedura di liquidazione della società, nonostante nel “piano operativo di razionalizzazione degli organismi e delle società partecipate” l’Ente, con delibera di Consiglio del Comune n. 37 del 10.10.2017, avesse disposto di porre in liquidazione la società e che già la deliberazione del Consiglio Comunale n. 9 del 19.3.2012 del Comune di Lanzo d’Intelvi (comune fuso e socio unico della società) avesse autorizzato gli organi preposti alla dismissione della partecipazione.

Tale situazione, evidenziata e confermata nella revisione delle partecipazioni ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 175/2016 effettuata nel corso dell’esercizio 2017, nella quale si prevedeva la razionalizzazione della partecipazione mediante la messa in liquidazione della stessa, si protrae anche nell’esercizio 2018 con la ricognizione effettuata il 14/12/2018 (delibera Consiglio comunale n. 28) così come nell’esercizio 2019 con la ricognizione del 30/12/2019 (delibera Consiglio comunale n. 45) e nel 2020 con la ricognizione effettuata il 30/12/2020 (delibera Consiglio comunale n. 21).

L’art. 24 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 s.m.i. (di seguito anche TUSP) prevede che le partecipazioni detenute, direttamente o indirettamente, dalle amministrazioni pubbliche in società non riconducibili ad alcuna delle categorie di cui all’articolo 4, ovvero che non soddisfano i requisiti di cui all’articolo 5, commi 1 e 2, o che ricadono in una delle ipotesi

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di cui all’articolo 20, comma 2, siano alienate o, in alternativa, oggetto delle altre misure di razionalizzazione indicate all’articolo 20, commi 1 e 2. A tal fine, la legge ha previsto che entro il 30 settembre 2017, ciascuna amministrazione dovesse effettuare la ricognizione di tutte le partecipazioni possedute alla data di entrata in vigore del decreto, procedendo, con provvedimento motivato, all’adozione di un piano di revisione straordinaria, che, per le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 611, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, costituisce aggiornamento del piano operativo di razionalizzazione adottato ai sensi del successivo comma 612. Fermo quanto previsto dall’articolo 24, comma 1, TUSP, l’art. 20, comma 1 dello stesso d.lgs. n. 175/2016 prevede che le amministrazioni pubbliche sono tenute ad effettuare annualmente, con proprio provvedimento, un’analisi dell’assetto complessivo delle società in cui detengono partecipazioni, dirette o indirette, predisponendo, ove ricorrano i presupposti di cui al comma 2, un piano di riassetto per la loro razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione. In siffatto contesto normativo, il Collegio non può esimersi dall’accertare l’inadempimento del Comune in merio all’avvio della procedura di messa in liquidazione della società “Acqua Potabile Lanzo Intelvi srl”, nonostante la messa in liquidazione sia stata più volte disposta con le deliberazioni sopra citate e il servizio idrico integrato sia svolto da altra società cui il comune partecipa; P.Q.M. La Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Lombardia sulla base dell’esame dei questionari trasmessi dall’Organo di revisione del comune di Alta valle Intelvi (Co), relativi al rendiconto 2018, redatti ai sensi dell’articolo 1, commi 166 e ss., della legge n. 266/2005

PRENDE ATTO che la mole dei residui passivi è stata oggetto di un ‘importante operazione di riduzione nel 2019 e che gli stessi sono stati sensibilmente ridotti; ACCERTA Che il comune non ha proceduto ad avviare la di messa in liquidazione della società “Acqua Potabile Lanzo Intelvi srl” sebbene la stessa sia stata prevista nelle deliberazioni di razionalizzazione richiamate in narrativa e che si sono registrate perdite di esercizio negli anni 2015, 2016, 2017 e 2018;

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DISPONE che la presente deliberazione sia trasmessa al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale e che la stessa, tramite il sistema ConTe, sia trasmessa all’Organo di revisione dell’ente; che la medesima deliberazione sia pubblicata sul sito istituzionale dell’amministrazione ai sensi dell’art. 31 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. Che la presente sia tramessa alla Procura regionale della Corte dei Conti con riferimento ai profili di cui al punto 2. Che la deliberazione di presa d’atto del Consiglio comunale sia assunta entro sessanta giorni dal ricevimento della presente pronuncia e trasmessa a questa Sezione regionale di controllo entro i successivi trenta giorni.

Così deliberato nella camera di consiglio da remoto tenutasi 20 maggio 2021.

Il Relatore Il Presidente (dott. Luigi Burti) (dott.ssa Maria Riolo)

Depositata in Segreteria il 21 maggio 2021 Il Funzionario preposto al servizio di supporto (Susanna De Bernardis)

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