Carlo Campitelli Tutor: Prof. Stefano Andretta Co-Tutor

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Carlo Campitelli Tutor: Prof. Stefano Andretta Co-Tutor DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA (POLITICA, SOCIETÁ, CULTURE, TERRITORIO) XXIV CICLO BARTOLOMEO CAVALCANTI (1503-1562). DIPLOMATICO, ESULE E LETTERATO Carlo Campitelli Tutor: Prof. Stefano Andretta Co-tutor: Prof. Alain Tallon Coordinatore: Prof. Mario Belardinelli SOMMARIO Abbreviazioni p. 3 Prefazione » 5 1. La formazione intellettuale e politica » 25 1.1 Gli anni della giovinezza e le prime missioni diplomatiche » 26 1.2 La missione in Francia e l‟assedio di Firenze » 47 1.3 L‟Orazione alla milizia e il crollo della Repubblica » 65 2. Alle origini dell‟esilio » 86 2.1 Gli anni „oscuri‟ a Firenze: dal principato di Alessandro ai colloqui di Napoli » 87 2.2 Il „tirannicidio‟ e la partenza da Firenze » 101 2.3 Gli ultimi mesi da ambasciatore in Francia » 115 3. Gli anni a Ferrara » 137 3.1 La vita da intellettuale a corte, tra amicizie e polemiche » 138 3.2 Le traduzioni da Polibio e la Retorica » 156 3.3 L‟attività politico-diplomatica » 177 4. Fra Roma e Parma al servizio dei Farnese » 195 4.1 I consigli a Paolo III e la missione al re di Francia » 196 4.2 I memoriali per il papa e la missione ad Ottavio Farnese » 213 4.3 Il conclave che elesse Giulio III e la guerra di Parma » 228 5. La guerra di Siena » 241 5.1 L‟arrivo a Siena e la riforma del governo cittadino » 242 5.2 Le vicende belliche e il governo del cardinale Ippolito d‟Este » 260 5.3 L‟arrivo di Piero Strozzi e la ripresa del conflitto antimediceo » 276 6. Gli ultimi anni » 291 6.1 Gli ultimi incarichi diplomatici di rilievo e la congiura di Pandolfo Pucci » 292 1 6.2 Il distacco dai Farnese e l‟Oratione alli fuorusciti di Fiorenza » 307 6.3 Il ritiro a Padova i Trattati » 327 Epilogo » 340 Appendice » 343 Fonti manoscritte » 406 Fonti edite » 410 Bibliografia » 417 2 ABBREVIAZIONI AGS: Archivo General de Simancas ASF: Archivio di Stato di Firenze ASN: Archivio di Stato di Napoli ASP: Archivio di Stato di Parma ASS: Archivio di Stato di Siena ASV: Archivio Segreto Vaticano BAM: Biblioteca Ambrosiana di Milano BAV: Biblioteca Apostolica Vaticana BEUM: Biblioteca Estense Universitaria di Modena BLL: British Library of London BMP: Bibliothèque Mazarine de Paris BNCF: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze BNCR: Biblioteca Nazionale Centrale di Roma BNMV: Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia BNN: Biblioteca Nazionale di Napoli 3 BNP: Bibliothèque Nationale de Paris BRF: Biblioteca Riccardiana di Firenze BTM: Biblioteca Trivulziana di Milano DBI: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell‟Enciclopedia Italiana, 1960 e seguenti 4 PREFAZIONE Noto letterato nutritosi della cultura del Machiavelli e fine studioso dei grandi classici greci e latini, Bartolomeo Cavalcanti fu un insigne traduttore, un celebre oratore e un arguto diplomatico, al servizio di alcune delle più importanti dinastie italiane. Uomo dalle molte anime, egli fu però soprattutto uno dei maggiori esponenti della diaspora fiorentina successiva al crollo dell‟ultima repubblica nel 1530: esule a partire dal 1537, infatti, fu attivo per tutta la vita nel gruppo dei fuoriusciti antimedicei, collaborando sempre con quelle forze che sembravano poter svolgere ancora un ruolo contro l‟assetto politico uscito dalle guerre d‟Italia e vivendo appieno le questioni legate alla crisi del modello culturale e politico incarnato dalla Firenze quattro-cinquecentesca. “Messer Baccio” fu dunque un esule repubblicano, un intellettuale sradicato dalla propria patria e un abile diplomatico cui, tuttavia, non è stata riservata dalla storiografia l‟importanza che avrebbe meritato. Non a caso, alla metà degli anni ‟60 del secolo appena passato, Christina Roaf segnalava giustamente e con un certo disagio come la figura di Cavalcanti fosse poco nota.1 L‟affermazione purtroppo resta ancora oggi veritiera, poiché, nonostante gli studi della stessa Roaf e pochi contributi che si sono aggiunti nell‟ultimo quarantennio, manca una compiuta biografia del Cavalcanti e molti dei suoi manoscritti giacciono, mai pubblicati e poco conosciuti, nei fondi dei più importanti archivi italiani e stranieri. Il presente lavoro nasce dunque dall‟esigenza di fare chiarezza sulle complesse vicende della vita del fiorentino, ancora perlopiù oscure e indeterminate, e nel contempo mira ad approfondire l‟importante questione storico-politica del fuoriuscitismo fiorentino. Questione che, a ben vedere, è rimasta essenzialmente disattesa dalla storiografia italiana, pur essendo una problematica di non poco conto laddove si consideri che l‟esilio politico è stata una categoria costante della storia nazionale. Con ciò non si intende dire che gli storici non si siano occupati e spesso in modo serio dell‟argomento, ma semplicemente si vuole evidenziare come l‟attenzione degli studiosi sia stata, almeno fino agli anni ‟80 del XX secolo, o episodica e marginale oppure 1 Cfr. B. CAVALCANTI, Lettere edite e inedite, a cura di Christina Roaf, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1967, p. XIII. 5 complessiva ma indiretta, ossia in funzione e nel quadro di altri interessi che costituivano il tema centrale delle loro indagini. Ben diverse sono state invece le tendenze generali di altre storiografie, da quella francese, da sempre particolarmente sensibile al problema dell‟emigrazione politica italiana, e fiorentina in particolare, che ebbe un ruolo importante nel mezzo secolo di guerre di religione, a quella anglo- americana e tedesca, che attorno al mitico Rinascimento fiorentino ha prodotto spesso testi di notevole interesse e complessità. Ad aver avviato gli studi sull‟esilio politico nell‟Italia quattro-cinquecentesca è stata per prima la storiografia francese, che già tra fine ‟800 e inizio ‟900 ha elaborato i primi scritti degni di nota, grazie ad Hippolyte André Charpin-Feugerolles che si è dedicato all‟analisi della comunità fiorentina di Lione2 e ad Emile Picot che ha elencato e descritto, seppur brevemente, tutti gli italiani che si erano trasferiti in Francia nel corso del XVI secolo e che erano stati a stretto contatto con la corte transalpina.3 Agli stessi anni risalgono anche le ricerche di Henri Hauvette che si è occupato della figura di Luigi Alamanni, un personaggio che faceva parte di quella cerchia di intellettuali fiorentini che, per motivi politici, dovette abbandonare la patria per rifugiarsi oltralpe, dove ottenne prestigio e onori, contando sulla protezione della corte francese.4 Fonti ancora oggi indispensabili per l‟analisi della presenza italiana in terra di Francia nel corso del ‟500, i testi di Charpin Feugerolles e di Picot, pur contenendo spesso poco più che un elenco di nomi, hanno permesso di capire quale fosse la consistenza dell‟emigrazione politica da Firenze, mentre gli scritti di Hauvette hanno mostrato per la prima volta l‟utilità delle monografie sui singoli protagonisti di quel variegato fenomeno che fu il fuoriuscitismo antimediceo. Dopo questi primi studi, tuttavia, l‟interesse dei francesi verso gli esuli fiorentini, pur rimanendo vivo, è in parte diminuito e, per qualche decennio, sono mancate opere dedicate interamente all‟emigrazione italiana in terra transalpina. Notizie sui fuoriusciti fiorentini sono apparse però in alcuni testi incentrati su momenti 2 Cfr. A. CHARPIN FEUGEROLLES, Les florentins à Lyon, Lyon, Librairie Ancienne De Louis Brun, 1893-1894. 3 Cfr. E. PICOT, Les italiens en France au XVIe siècle, «Bulletin Italien», I, 1901, pp. 92-137 e 269-294; II, 1902, pp. 24-147; III, 1903, pp. 7-36; XVII, 1917, pp. 61-75 e 160-184; XVIII, 1918, pp. 28- 36. 4 Cfr. H. HAUVETTE, Un exilé florentine à la Cour de France au XVIe siècle. Luigi Alamanni (1495-1556), sa vie et son œuvre, Paris, Hachette, 1903; ID., Nuovi documenti su Luigi Alamanni, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», LI, 1908, pp. 436 e sgg. 6 significativi o personaggi importanti della storia del regno di Francia nel XVI secolo: è il caso degli scritti di Lucien Romier sulle guerre di religione5 e di quelli di Michel François su Albizzo del Bene e sul cardinale François de Tournon, grande alleato dei repubblicani toscani.6 A mutare questo stato di cose e a rinnovare l‟interesse della storiografia francese verso l‟emigrazione italiana e la diaspora politica fiorentina sono stati, a partire dagli anni ‟70, gli studi di Richard Gascon, che si è occupato del commercio a Lione, dominato dai mercanti fiorentini,7 e di Michel Plaisance, la cui pluriennale attività ha portato a contributi fondamentali nell‟analisi dell‟Accademia Fiorentina e, più in generale, della politica culturale di Cosimo I de‟ Medici.8 Sulla scia di questi studi sono così apparse più di recente opere dedicate all‟indagine della presenza italiana oltralpe9 e all‟approfondimento delle dinamiche dello Stato toscano.10 Inoltre è stato organizzato dall‟Università di Provenza un convegno sull‟esilio nella cultura italiana, nel corso del quale, esaminando il fenomeno dall‟epoca di Dante, Guittone d‟Arezzo, Brunetto Latini e Guido Cavalcanti, fino al XV e XVI secolo con Coluccio Salutati, la famiglia degli Strozzi e Jacopo Corbinelli, si è cercato di mostrare la rilevanza dell‟esilio politico nella 5 Cfr. L. ROMIER, Les origines politiques des guerres de religion, 2 voll., Paris, Perrin et C.ie, 1913-1914; ID., Le royaume de Catherine de Médicis, 2 voll., Paris, Perrin et. C.ie, 1922. 6 Cfr. M. FRANÇOIS Albisse del Bene, in “Bibliothèque de l‟École de Chartres”, vol. XCIV, 1933; ID., Le rôle du cardinal François de Tournon dans la politique française en Italie de janvier à juillet 1556, in “Mélanges d‟Archéologie et d‟Histoire”, vol. L, n. 1, 1933, pp. 293-333; ID., Correspondance du Cardinal François de Tournon: 1521-1562, Paris, Champion, 1946; ID., Le Cardinal François de Tournon. Homme d’Etat, Diplomate, Mécène et Humaniste (1489-1562), Paris, E. De Boccard, 1951. 7 Cfr. R. GASCON, Grand commerce et vie urbaine au XVIe siècle. Lyon et ses marchands, environ de 1520 – environ de 1580, 2 voll., Paris, Ecole Pratique des Hautes Études et Mouton, 1971.
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