Estratti Dalla Stampa Locale 12, 13 E 14 Gennaio 2019
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IL MESSAGGERO VENETO 12 GENNAIO 2019 Scontro su futuro e fondi per la Tav lungo la Venezia-Trieste Il leghista: cancellata dal Pd. La dem: fatte scelte ragionevoli Alta velocità Fvg Tra Fedriga e Serracchiani è guerra di cifre Mattia Pertoldi UDINE. La Tav in Friuli fa litigare in diretta televisiva (pur a distanza) l'attuale presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e l'ex governatrice Debora Serracchiani con lo scontro che, successivamente, si sposta sui social a colpi di post e tweet.Andiamo con ordine. Tutto comincia ieri mattina quando Fedriga, rimasto a Roma dopo l'incontro con Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini per il rinnovo dei Patti finanziari con lo Stato, è ospite di Agorà, programma televisivo della Rai. In trasmissione si discute delle tensioni tra M5s e Lega sui principali temi governativi tra cui c'è anche il destino dell'alta velocità. Il governatore, da sempre favorevole all'opera, ha di fronte a sé l'ex ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ed è giocando di sponda su di lei che affonda il primo colpo. «Mi sembra surreale - attacca - che oggi il Pd vesta i panni del grande sostenitore della Tav quando in Fvg la tratta ad alta velocità Venezia-Trieste non si farà più. E sapete chi lo deciso? Proprio il Pd con Serracchiani che all'epoca festeggiava la cancellazione di quest'opera».Fedriga, nel dettaglio, si riferisce all'accordo firmato a fine 2016 tra la Regione e l'allora ministro dei Trasporti Graziano Delrio che, in sintesi, conteneva l'ok alla velocizzazione dell'attuale linea che da Venezia (Mestre) porta a Trieste - passando per la Bassa friulana, Latisana e Cervignano - grazie a una serie di interventi propedeutici sul traffico ferroviario e un pacchetto di lavori successivi con l'obiettivo di arrivare, entro il 2025, a definire una tratta da poco più di un'ora di viaggio. Un'operazione, questa, da 1,8 miliardi di euro - con però soltanto 200 milioni già messi a disposizione - al posto degli 8 miliardi necessari alla realizzazione della Tav. A questo punto in trasmissione interviene telefonicamente Serracchiani che replica alle accuse. «Fedriga sa benissimo - dice - che la Venezia-Trieste si può fare e che gli ho lasciato in eredità la Valutazione di impatto ambientale completata. Il problema è che all'epoca non c'erano gli 8 miliardi necessari e, d'accordo con Luca Zaia, intanto abbiamo trovato il miliardo e 800 milioni per la velocizzazione della tratta. Se Fedriga tiene tanto alla Tav, invece di andare ogni giorno in televisione, trovi i fondi necessari alla realizzazione dell'opera e intanto spenda i soldi che ha disposizione come sta facendo il suo collega Zaia».Pronta la controreplica di Fedriga. «In televisione ho poco tempo di andarci visto che sono sempre in ufficio - attacca -, ma al di là di questo faccio notare come a bilancio ci siano soltanto 200 milioni visto che il miliardo e 800 milioni di cui parla Serracchiani è soltanto programmato. Ricordo poi all'ex presidente che il gruppo consiliare del Pd, nel momento in cui in Aula ho presentato le linee programmatiche della legislatura, mi ha attaccato, compreso il suo ex numero due Sergio Bolzonello (il quale ha poi smentito di aver mai parlato di Tav invitando il governatore a «soppesare meglio le parole, prima di attribuirle ad altri» ndr), proprio perché stavo riproponendo la Tav».Fedriga, però, non si ferma qui e a stretto giro di posta il suo staff recupera un tweet di Serracchiani pubblicato sul profilo della dem il 25 ottobre. Parliamo, cioè, del giorno in cui la commissione Lavori pubblici del Senato garantisce il via libera allo schema di contratto di programma 2017-2021 tra il ministero dei Trasporti, ora in mano a Danilo Toninelli, e Rfi in cui, secondo il capogruppo grillino a palazzo Madama Stefano Patuanelli, è contenuto il definitivo altolà alla Tav sulla Venezia-Trieste. In realtà il blocco era avvenuto due anni prima con Delrio come ricorda proprio Serracchiani. «L'invasiva Tav Venezia-Trieste - si legge nel tweet di fine ottobre - è sparita da anni con il governo di centrosinistra, ma i #M5s oggi spacciano come novità che è merito loro: bugiardi. Ci sono già risorse per velocizzare la linea, facciano uscire Toninelli dal tunnel e cominci a occuparsi del Nordest #sciecomiche». Fedriga, dunque, ha gioco facile a ripescare quel "cinguettio", pubblicarlo sul proprio profilo Facebook per attaccare l'ex governatrice. E non è finita qui perché Serracchiani nel pomeriggio rivendica di «essere stata favorevole alla Tav, e di avere fatto scelte ragionevoli e realistiche, dal punto di vista delle risorse, dei tempi di realizzazione e della sostenibilità ambientale». Scelte che «ho condiviso con il governatore Zaia dopo che per anni la Tav Venezia-Trieste era rimasta solo sulla carta». Colpo finale in mano a Fedriga, però, visto che in serata pubblica un video in cui viene montata la puntata di oggi di Agorà assieme ai tweet e agli interventi sui giornali di Serracchiani (e di alcuni esponenti del gruppo dem) in cui si rivendica la scelta di abbandonare il vecchio progetto della Tav. L'assessore parla del futuro del sistema. E sul raddoppio della tratta da Mestre dice: non ho trovato nemmeno un euro, ma solo un progetto Pizzimenti: «In ritardo di lustri nei collegamenti via treno» l'intervista «Il Fvg è in ritardo di qualche lustro nel trasporto su rotaia». Parola dell'assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, che lamenta anche di non aver trovato «neppure un euro sulla Venezia-Trieste, c'è solo un'idea progettuale. Per cui per il raddoppio della linee bisognerà aspettare anni».Quello dei trasporti è un settore particolare, «in cui non puoi pensare un progetto e realizzarlo in poco tempo - ha spiegato l'assessore -: ci vogliono anni, accordi, studi, progetti». Ora dunque siamo in ritardo, «è un fatto innegabile - ha aggiunto -. Ma io non ho trovato un euro sulla Venezia-Trieste, c'è solo un'idea progettuale tant'è che quest'anno in commissione parlamentare è passato l'ok allo studio per la velocizzazione. Vale a dire il via libera alla possibilità di fare lo studio di fattibilità economica. Vuole dire che non c'è neanche un progetto».Ma una speranza c'è e passa dal nuovo contratto. La Regione ha già deciso che si procederà con un affidamento diretto, bypassando quindi la gara europea, per un impegno di dieci anni, rinnovabile per altri cinque. La partita dovrebbe chiudersi già entro marzo, nelle intenzioni dell'assessore. Il contratto sarà decennale e potrebbe aggirarsi sui 400 milioni, ma la presenza di due contendenti - Trenitalia e Arriva (Gruppo Deutsche Bahn) - potrebbe consentire risparmi. Di sicuro l'affidamento diretto sbloccherà gli investimenti, fermi da due anni a causa della proroga del contratto. «Con la firma del contratto ci giochiamo molto - è l'opinione di Pizzimenti - perché in base all'accordo potrebbe essere migliorato il servizio sia in qualità sia in quantità. Cerchiamo un aumento delle corse e treni migliori. Anche con l'orario cadenzato sarebbe più opportuno pensare alle coincidenze a Mestre e in base a quelle ripensare le nostre corse in modo da offrire treni a lunga percorrenza efficienti».Sul contratto di servizio del trasporto su rotaia per il Fvg hanno accesso i riflettori Trenitalia (attuale gestore) e Arriva (che si è già accaparrata il servizio su gomma). E questa è una notizia positiva per la nostra regione che potrà contrattare su corse e costi. Ovviamente in caso di vittoria del gruppo tedesco si potrà pensare a un'integrazione modale rotaia-gomma, viceversa no. Ma Trenitalia, dati alla mano, ha dimostrato di lavorare bene in questi anni, nonostante gli investimenti siano mancati e l'utilizzo del parco rotabile di proprietà della Regione sia a costo zero.«Ho avuto diversi incontri con i responsabili di Trenitalia, mentre da Arriva ho ricevuto soltanto una letterina, nessuno è mai venuto a parlarmi - ha sottolineato Pizzimenti -. Ma mi pare chiaro che entrambi abbiano manifestato voglia di sedersi al nostro tavolo. Per cui a breve incontrerò le parti per sentire le singole offerte e se ce ne sarà una che soddisferà la stragrande maggioranza delle nostre richieste, allora procederemo con l'affidamento diretto che potrebbe arrivare nel giro di un paio di mesi. Non ho invece mai avuto contatti da Italo». Nel frattempo la Regione ha studiato, gomito a gomito con Trieste airport e l'Azienda dei trasporti di Gorizia, un sistema per consentire a tutti i viaggiatori in partenza o arrivo a Ronchi di spostarsi con il treno o con il bus senza attese. «È stato un lavoro molto impegnativo, ma siamo riusciti a mettere d'accordo tutti e le soddisfazioni non mancano - ha detto il titolare regionale dei Trasporti -, ma ora la sfida passa anche dalla cessione delle quote dell'aeroporto che rappresenterà un momento strategico per il rilancio dello scalo e non soltanto». L'amministrazione regionale finanzia il servizio con 43 milioni di euro l'anno Il costo è di 36 euro per residente. Senza contributi pubblici addio Frecce Ma nel trasporto ferroviario il Friuli è periferia dell'impero Michela Zanutto UDINE. C'è un vecchio adagio che circola fra gli addetti ai lavori: «L'Italia ferroviaria inizia a Mestre». E, infatti, il Friuli Venezia Giulia - da ormai troppi anni - è una regione tagliata fuori dal resto del Paese a causa di collegamenti troppo scarni. Per evitare l'abbandono totale del nostro territorio, la Regione nel solo 2018 (ma il medesimo copione vale per gli anni precedenti e le giunte precedenti) ha pagato 46 milioni a Trenitalia (43 milioni per il contratto regionale più 3 per assicurarsi le Frecce), oltre a concedere in comodato gratuito dodici treni di proprietà (i "famosi" Caf).