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Lo Spettatore Pagante 2016 Di Vittorio De Agrò e Roberto Sapienza A Gigia, Mario, Salvatore, Giuseppe Anche quest’anno Io e Vittorio ci presentiamo al Vostro cospetto per presentarVi la raccolta delle nostre recensioni, appunti e soprattutto le emozioni di un anno vissuto intensamente, ricco di incontri e di sensazioni straordinarie ed uniche. E’ stato un 2016 vissuto di corsa passando da un evento all’altro, accumulando esperienza, ricordi, amicizia e tante soddisfazioni. Abbiamo avuto di conoscere tante belle persone che hanno arricchito le nostre vite e soprattutto facendoci scoprire se possibile, ancora di più, come la nostra avventura si sia rivelata felice e vincente sul piano umano. Vi ringraziamo di cuore per averci seguito con interesse, curiosità ed interesse rendendo il nostro “lavoro” sempre stimolante e facile nonostante la fatica e la stanchezza fisica oltre che creativa di poter sempre all’altezza delle Vostre aspettative. Come ogni anno cercheremo di raccontarvi, a modo nostro, quello che è stato il 2016 e come l’abbiamo noi visto e vissuto. Non possiamo ovviamente non ringraziare chi quest’anno ha collaborato a quest’avventura mettendo a nostra disposizione il proprio talento, tempo e disponibilità. Grazie di cuore a: Lucas, Laura Laportella, Polifemo, Leon Sapienza, Lorenzo Del Re, Ambra Azzoli per il loro importante contributo. Sperando di non volervi annoiare con i freddi numeri, “Lo Spettatore Pagante 2016” è : 308 film, 5 corti, 44 libri, 38 programmi televisivi, 26 spettacoli teatrali, 2 concerti, 18 Festival ( Berlino, Bari, Cannes, Fiuggi, Venezia, Roma Fringe Festival, Festival Internazionale del Cinema Povero( De Agrò Giurato) Festa del Cinema di Roma, Torino Film Festival, Giornate Professionali del Cinema di Sorrento, Roma Fiction Fest, Festival del Cinema Nordico, David di Donatello e Nastri d’Argento, Festival Nordic Cinema, L’Isola del Cinema, Festival Pesaro Docu, Pesaro Film Festival). Non sono state da meno le presentazioni a cui siamo stati presenti ed in alcuni casi ci è capitato di essere anche protagonisti. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare giovani talenti del cinema italiano ed internazionale. Questo è il nostro dono per il 2017, certi che per noi tutti il meglio debba ancora venire. Con affetto e stima. Vittorio De Agrò Roberto Sapienza. CINEMA Tutto è relativo direbbe il buon Albert Einstein, figuriamoci nel campo della critica cinematografica. Noi italiani siamo tutti c.t della nazionale di calcio, sappiamo tutto noi e abbiamo la verità in tasca. Ci siamo chiesti quale fosse il criterio migliore per giudicare un film. Dopo lunghe riflessioni e anche grazie al prezioso consiglio dell’amico Giovanni abbiamo trovato la soluzione. Siamo spettatori paganti? Ebbene abbiamo ancora una volta valutato ogni film consigliando che tipo di biglietto d’acquistare. Oggi andare al cinema è costoso,un biglietto può costare anche 11 euro per un film in 3D. Per una famiglia di quattro persone un cinema può significare accendere un piccolo mutuo se comprendiamo l’inevitabile acquisto di coca cola e popcorn. Ergo pensateci bene prima di acquistare un biglietto, ponderate con attenzione. Così ecco le nostre tipologie di biglietto: 1)Neanche regalato: Un film talmente brutto, noioso, mal scritto, insipido e recitato da cani che è da evitare anche se Belen Rodriguez o Raoul Bova vi proponessero una serata a due in un cinema deserto. 2)Omaggio: Film bruttino , scritto con i piedi, dialoghi inesistenti, regia scolastica, ma c’è un attore o un’attrice che vi ha salvato dalla serata con un interpretazione degna di nota e soprattutto vi ha evitato di addormentarvi e di russare provocando la risentita reazione del vostro compagno/a. 3)Di pomeriggio: Film dignitoso per trascorrere un pomeriggio altrimenti destinato a guardare in TV una replica della fiction del cuore. Una sceneggiatura povera, regia semplice, ma gli attori danno peso e anima al prodotto e magari il finale non è così prevedibile e scontato. 4)Ridotto: Film che merita anche un’uscita serale magari prendendo prima un buon caffè per paura di addormentarsi nel secondo tempo. Sceneggiatura interessante, regia di buon livello, recitazione di qualità, peccato per un finale al di sotto delle aspettative e per un ritmo non costante che alla fine sa di lentezza che fa pensare ad altro, magari alla bolletta da pagare il giorno dopo. 5)Sempre: Film che rivedresti anche il giorno dopo perchè ti ha soddisfatto di pancia, mente e di cuore Sceneggiatura, recitazione, regia, ritmo e finale sono tutti perfetti e hanno dato vita a un prodotto talmente bello che non solo ti ha tenuto sveglio, ma dopo hai voglia di parlarne con gli amici e soprattutto con gli estranei. Hai visto un opera d’Arte e sei contento dei soldi spesi. # Con Riserva: Intendiamo quelle pellicole per pregi o difetti non rientrano pienamente nella categoria indicata nella raccolta. Film (rigorosamente in ordine di uscita nelle sale italiane o di prossima uscita nel 2017), biglietto: Sempre Biglietto : Sempre 1) “Perfetti Sconosciuti” (Febbraio) è un film del 2016 di Paolo Genovese, scritto da Paolo Genovese, Rolando Ravello, Filippo Bologna, Paola Mammini, con Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Benedetta Porcaroli, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak Tra pochi sarà San Valentino e molte coppie s’interrogheranno se e come festeggiarlo. Un modo originale potrebbe essere vedendo il nuovo film di Paolo Genovese. Attenzione però, non pensiate di assistere alla solita commedia romantica e melensa che strizza l’occhio ai buoni sentimenti e faccia sospirare la vostra compagna. “Perfetti Sconosciuti” è tutt’altro che un inno all’amore, semmai per una coppia potrebbe diventare una sorta di sfida da lanciarsi per stabilire se il loro rapporto è davvero solido o se in fondo presentano dei lati oscuri cause di possibile rottura. Genovese, insieme agli altri autori, s’interroga quale sia la formula più giusta affinché un rapporto, un matrimonio funzioni e regga a qualsiasi problema. Parlare? Raccontarsi tutto? Dire la verità sempre e comunque? O Amarsi è invece piuttosto un equilibrio tra omissioni e piccoli segreti. Immaginate di trascorrere una serata in compagnia dei vostri amici più cari e di decidere, per noia o solo per curiosità, di sfidarli a mettere sul tavolo i rispettivi cellulari e di far leggere e ascoltare a tutti i presenti ogni mail, sms, what’s up che riceviate. Cosa mai potrebbe succedere? Siete certi di avere nulla da nascondere? Lo spettatore in questo modo diventa divertito osservatore della cena tra vecchi amici composta dalle coppie Eva (Smutniak) e Rocco (Giallini), Carlotta (Foglietta) e Lele (Mastandrea), Bianca (Rohrwacher) e Cosimo (Leo) e dal neo divorziato Peppe (Battiston). Eva, psichiatra brillante ma incapace di comunicare con la figlia Sofia (Porcaroli), lancia la sfida/provocazione agli amici di vivere una serata diversa e di dimostrare se davvero tra di loro non ci siano segreti e che la loro amicizia sia davvero sincera e limpida. Il resto del gruppo, seppure riluttante, accetti la provocazione dando vita a una serie di confessioni laiche su loro stessi e sulla natura dei rapporti dagli sviluppi imprevisti in alcuni casi comici e in altri drammatici. E come se i protagonisti fossero obbligati a denudarsi non dei vestiti bensì della propria anima e di raccontare ai presenti le difficoltà personali e soprattutto la complessità e contraddizioni dello stare insieme. Negli ultimi due anni il cinema italiano prima con“Il Nome del figlio” di Francesca Archibugi e dopo “Dobbiamo Parlare” di Sergio Rubini ha tentato, con successo, di mettere in scena le dinamiche della coppia italiana mettendola dentro uno spazio chiuso cercando di sollevare uscire la polvere dal sotto il tappeto. Paolo Genovese, però pur proponendo lo stesso schema teatrale nel suo impianto narrativo, è riuscito a dare al suo film un taglio più frizzante e vivace senza mai essere statico e bloccato. Seppure girato in un unico ambiente, il regista, con bravura e talento, permetta allo spettatore, come lui stesso ha dichiarato in sala stampa, di essere parte coinvolta della discussione tra i diversi personaggi, fornendoli differenti prospettive con delle felici e riuscite scelte registiche. Ha saputo unire al meglio la teatralità del testo con una direzione, semplice e naturale di stile televisivo ma efficace e incisivo. La sceneggiatura è sicuramente il punto di forza del film, ben scritta, calibrata, curata e mai banale, capace di costruire le personalità e sfumature dei singoli personaggi in maniera credibile e veritiera. L’intero cast si rivela adeguato al compito di mettere in scena un film corale, mettendo in risalto affiatamento, sintonia e soprattutto evidenziando a seconda delle scene i rispettivi talenti e capacità interpretative con grande forza e intensità. Le scenografie sono degne di menzione per come siano riusciti, seppure in un solo spazio, a dare calore ed effetto alla visione d’insieme. Il finale è amaro e soprattutto sorprendente, che non sveliamo come richiesto da Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, lascia allo spettatore se soprattutto in coppia la fatidica risposta se al posto dei protagonisti, accetterebbero di rischiare e di guardare in faccia la cruda verità. 2) Race-Il colore della vittoria” (Marzo) è un film del 2016 diretto da Stephen Hopkins, scritto da Joe Shrapnel e Anna Waterhouse, con Stephan James, Jasom Sudeikis, Jeremy Irons, William Hurt. Sport e politica dovrebbero rimanere due mondi separati e distinti. Le Olimpiadi sono il momento sportivo più importante e fascinoso che possa esistere per un atleta. Eppure accade sempre più spesso che i politici vogliano mettere le mani sullo sport speculando sulla cassa di risonanza. Un esempio evidente di questa manipolazione furono le Olimpiadi di Berlino 1936 quando il regime nazista puntava a celebrare se stesso e la sua delirante ideologia di fronte a tutto il mondo. Una terribile ambizione spazzata via da solo uomo e dal suo talento: Jesse Ownes capace di vincere ben quattro medaglie oro ed essendo anche di colore di gelare la cosiddetta superiorità della razza ariana.