elle speciale

Ragazza

Occhi blu, capelli biondi e lisci, pelle perfetta con un filo d’orodi trucco (che si toglie ogni sera). Dakota Fanning,18 anni (quasi), ha l’entusiasmo di un’adolescente e la maturità di una donna. Sarà per questo che Marc Jacobs l’ha scelta come volto della sua ultima fragranza?

d i g iovanna m a s e l l i

fashion week a New York. A diciassette anni, ha l’entusiasmo di Hollywood. Anzi, confessa che il Nel frenetico alternarsi di un’adolescente, ma anche la ma- miglior trucco che ha imparato sotto delle sfilate, fra turbini turità di chi sta per diventare una i riflettori è ricordarsi di toglierselo di lustrini e paillettes, in- donna adulta, forte dei sani principi ogni sera! contrare una bellezza fre- che la madre le ha trasmesso fin da Ora Dakota è protagonista della Dakota Fanning, 18 Èsca e non costruita come quella di bambina. Sono passati dieci anni campagna di Oh Lola!, il nuovo anni il 23 febbraio. Dakota Fanning dona un piacevole da quando Dakota ha fatto la pri- profumo di Marc Jacobs. Lo stilista Attrice (la vedremo nell’attesissimo senso di realtà. Abitino di seta rosa ma apparizione sul grande scher- americano non poteva fare scelta The Twilight Saga: a fiori, sandali con cristalli gioiello e mo a fianco di Michelle Pfeiffer e più azzeccata: la personalità solare Breaking Dawn - come unici accessori un filo di truc- Sean Penn in I am Sam. Da allora ed effervescente della giovane attri- Parte 2) e modella, m a g e s

i presta il suo look co e un orologio dorato che riprende la sua carriera è stata costellata da ce e la freschezza fruttata con note fresco e malizioso il biondo dei suoi capelli lisci, l’at- continui successi, ma lei non sem- di vaniglia, magnolia e ciclamino al profumo Oh Lola! trice è una ragazza acqua e sapone. bra troppo interessata al glamour della fragranza rappresentano un di Marc Jacobs. contour/getty

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binomio perfetto. È la seconda volta che presti il tuo volto a Marc Jacobs: cinque anni Dakota Fanning in un momento del fa alla collezione moda e ora al backstage della profumo Oh Lola! Com’è andata campagna stampa in questa occasione? di Oh Lola!, firmata «La prima volta ero molto pic- Juergen Teller. cola: avevano dovuto rifare i vestiti nella mia taglia. Ora invece sono lungo possibile». scuola pensavano che dipendesse entrata nell’abito senza problemi. Sembri a tuo agio con il tuo corpo. dal fatto che sono un’attrice, ma è il Sono da sempre una grande fan dei Niente insicurezze adolescenziali? contrario: è la memoria ad avermi profumi di Marc, e avere l’occasione «Mia mamma mi ha insegnato sempre aiutata nella recitazione». di rappresentare qualcosa che amo che la bellezza importante è quel- Tua sorella minore, Elle, ha intra- davvero è fantastico». la interiore: si può esser belli fuori preso la tua stessa carriera. Le fai Cosa ti piace dei suoi profumi? solo se lo si è anche dentro. In linea un po’ da mentore? «Innanzitutto le bottiglie: sono di massima sono sempre stata bene «Sembrerebbe naturale, vero? La davvero splendide. Ho tutte quel- con me stessa, non cambierei nien- mia sorellina non è poi così picco- le di Daisy, di Lola e adesso anche te del mio corpo. Ma naturalmente la: è più alta di me! E, cosa strana, quella di Oh Lola! ovviamente. anch’io ho i miei giorni no, quelli in sembra più grande. Quindi è lei Posseggo anche il primo flacone di cui mi sento brutta, oppure i capelli che dovrebbe proteggermi! Io sono Gardenia: mia madre lo portava e proprio non stanno a posto. Come sempre stata bassa e minuta, men- quello è il primo ricordo che ho di oggi: l’umidità è insopportabile!». tre Elle ha iniziato nel mondo della un profumo. Da piccola mi piaceva Ti sei appena trasferita a New York moda prima di me, anche per via indossarlo per sentirmi già adulta. per studiare psicologia al college. del suo aspetto». Quindi, in un certo senso, posso di- Come mai questa scelta? Avete stili differenti? re di essere stata sempre legata alle «Mi piaceva già al liceo e sentivo «Sì. Lei conosce tutti i capi degli fragranze di Marc». il bisogno di approfondire la mate- stilisti, collezione per collezione. Al- Dai molta importanza al flacone? ria. E poi è utile anche per il mio cuni sono perfetti per un servizio «Sì! A volte perfino più che lavoro, che consiste nell’interpretare fotografico, ma non ti sogneresti di alla fragranza stessa (ride). diversi personaggi, con i loro pro- portarli nella vita quotidiana. Bene, Ma nel caso di Oh Lola! pen- blemi». mia sorella lo fa. Ha appena preso “Mi sento a mio agio con il mio aspetto. Ma, ovviamente, ho anch’io le mie giornate no”

so che siano entrambe perfette». La tua professione ti ha fatto cre- un cappellino di paglia che si porta La tua idea di bellezza? scere più in fretta? dietro la testa e si lega attorno allo «Secondo me non è tanto legata a «Penso di essere più matura del- chignon con dei nastri. Lo trovo fan- un canone estetico specifico, quanto la mia età, molte cose le ho fatte pre- tastico, ma non me lo metterei certo. allo stare bene con se stessi. Trovo sto: ho iniziato a leggere a soli due Invece Elle lo indossa per andare a anche importante avere un aspetto anni. Quindi per certi versi penso scuola o per uscire a pranzo». “fresh”. Spesso le ragazze si trucca- di essere più grande delle mie coe- Capita che vi scambiate i vestiti? no troppo per sembrare più grandi, tanee. Ma per altri, più piccola: per «Lei non prende in prestito mentre gli adulti farebbero di tutto esempio, adoro Hello Kitty». la mia roba, la ruba... (ride). Sì, ci pur di tornare indietro negli anni. Hai doti naturali che ti hanno scambiamo le cose, anche i consigli. Quando sei giovane, hai il viso li- aiutato nella tua carriera di attrice? Io però, a volte, prendo i suoi con scio e sei bella anche appena alzata, «Ho sempre avuto una buona le pinze: rischierei di uscire vestita mi sembra giusto esserne felice. E memoria fotografica: basta che ve- “da pazza”... come lei!». cercare di far durare la cosa il più a da o legga qualcosa e la ricordo. A Giovanna Maselli

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About Organizzatissimi, anche a livello politico; protagonisti di serie web e documentari: sono i nuovi YOUNG FARMERS

Come gli attivisti di Occupy, reagiscono al clima di incertezza. Ma scegliendo l’eco-imprenditoria

www.vogue.it/uomo-vogue/news

a produzione di cibo è raddoppiato, solo i costi per avviare sembra risiedere nel fatto che le nuo- cambiata di più negli ul- l’attività risultano spesso proibitivi. ve generazioni sono sostanzialmente timi 50 anni che nei pre- Gli incentivi governativi esistono, ma diverse da quelle precedenti. Nel cedenti 10.000», afferma sono concepiti per venire incontro al- 2011, numerosi documentari come Robert Kenner all’iniz- le necessità di modelli su larga scala, “Grow!” e “The Greenhorns,” ma io di “Food Inc.”, l’al- e prevedono ben poche soluzioni per anche la serie web “Young farmers”, larmante docu-inchiesta chi è interessato a coltivare piccoli diretta dall’attore Adrian Grenier una comunità cooperati- sono sostenuti dalla comunità locale L sullo stato dell’industria appezzamenti, ovvero proprio la ti- (“Entourage”), hanno presentato i va invece che competiti- che s’impegna a pagarli prima del agroalimentare statunitense, candi- pologia che riguarda i più giovani. giovani contadini con un’immagine a va». «Facciamo parte di raccolto per aiutarli a far fronte alle dato agli Oscar 2010. Uno studio Come conferma l’Usda, le aziende dir poco rivoluzionaria. «L’interesse un network di perso-ne spese). Williamsburg, quartiere new- dell’Usda, il Dipartimen- disposte a darsi una ma- yorkese giovane per eccellenza, è to dell’Agricoltura ame- no, sempre», dice Justin, emblematico: gli orti sui tetti sono in ricano, rivela che se nel voga da molto prima che Michelle secolo scorso il modo di di questi ragazzi è più rivolto a cam- Obama desse il buon esempio alla coltivare la terra era ra- biare il mondo che al guadagno per- A MILANO Casa Bianca; Smorgasburg, il merca- dicalmente differente, lo sonale», spiega Joe Lamp’l, autore di to locale che offre prodotti biologici era anche chi la coltiva- “Growing a greener world”, il pro- fino al 15/1: e spuntini gourmet, è stato sopranno- va. Rispetto al 1910 il gramma di Pbs sulle tendenze agroa- “La faccia giovane minato la “Woodstock del cibo” dal numero di agricoltori è limentari negli Stati Uniti che ha de- New York Times; da Roberta’s, la diminuito di due terzi ed dicato una puntata alle nuove leve. dell’agricoltura pizzeria che produce tutto in un giar- è invecchiato in propor- «La maggior parte è laureata: inizial- dino sul retro, c’è sempre un’attesa di zione: oggi in Usa ci so- mente avviati a diventare dottori, av- lombarda”, www. ore. Tantissimi sono i ragazzi poi che no 2 milioni di contadini, vocati e ingegneri, hanno poi scelto di museoscienza.org da Brooklyn hanno deciso di trasfe- la loro età media è 57 abbracciare l’agricoltura in cerca di rirsi nell’Upstate New York per colti- anni, e a ogni minore di un lavoro “spiritualmente” più remu- «ci stiamo battendo per obiettivi co- vare la terra. Per usare le parole di 35 anni ne corrispon- Anche in nerativo». muni». Per avere voce in capitolo a Anthony + Masterson, i registi di dono ben 6 con più di Italia: per Washington bisogna innanzitutto “Grow!”: «I contadini sono le nuove 65. Nell’ultimo decennio In un clima d’incertezza economica diffondere la voce: figli dei tempi rockstar». (In queste pagine. Immagi- le politiche governative chi vuole e sociale, insomma, si avverte l’ur- moderni, i giovani non esitano a ni dalla serie web “Young farmers” e lanciate per incoraggiare lavorare in genza di mobilitarsi per evitare che sfruttare gli strumenti che il marke- dai documentari “Grow!” e “The Gre- il ricambio generaziona- una fatto- un disastroso futuro diventi il pre- ting mette a loro disposizione, dai enhorns”. Ph. courtesy growingagre- le sembrano aver otte- ria o vi- sente. La filosofia agricola biologica blog ai social network, dalla carta enerworld.com) Giovanna Maselli nuto ben pochi risulta- gna, info attira i giovani perché offre una so- stampata agli e venti ti, e oggi il messaggio è su www. luzione sostenibile nel tempo, e al speciali. Un vero e chiaro: servono nuove wwoof.it contempo consente uno stile di vita proprio attivismo da leve, e di corsa. sano e socialmente utile; non è un inquadrarsi nell’ottica caso che associazioni come Wwoof, del “Good Food Mo- L’interesse giovanile impegnate a promuovere il lavoro vement” che, finanzia- per i mestieri agricoli è presente ed è aperte negli ultimi anni nelle fattorie bio del mondo, riscuo- to da organizzazioni anche in costante aumento, sottolinea occupano superfici mol- tano successo soprattutto tra gli stu- non governative, mira la National Young Farmers Coalition to più ridotte rispetto al denti dei college. Paige Withering- a cambiare lo status (Nyfc) non senza qualche sorpresa. passato, con una media ton e Justin Dansby, che gestiscono quo agendo dal basso Secondo l’organizzazione, gli ostacoli di 201 ettari rispetto ai insieme la Serenbe Farm in Georgia, e promuovendo urban maggiori per gli aspiranti agro-im- 418 nazionali. Come confermano quest’analisi. Con un farming, mercati a fi- prenditori sono di natura e conomica. spiegare quest’inversio- passato in ingegneria biodinamica liera corta e program- In un paese in cui nel giro di dieci an- ne di tendenza? Il noc- lei e in informatica lui, sottolineano mi di successo come il ni il prezzo della terra coltivabile è ciolo della questione l’importanza «di sentirsi parte di Csa (in cui i contadini 92 93

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Style La principale scuola di eleganza maschile: la sartoria italiana raccontata in tutti i suoi aspetti

Cosa rende gli uomini italiani i più ammirati al mondo? Un’apparente nonchalance combinata a all’ossessione per i dettagli e gli accostamenti

e l’eleganza è quella qua- zioni paiono evidenti. Questo perché tempo si definisce nella ricerca d’infi- lità del comportamento la sartoria consiste in un abbiglia- niti dettagli che sono esclusivi al sin- che trasforma la massi- mento che deve certo rispondere a golo, e di conseguenza anche alla co- ma quantità di essere in una serie di codici prestabiliti e pres- munità cui appartiene. La visione fi- apparire, come diceva soché universali, ma che allo stesso nale d’insieme consente una lettura Jean-Paul Sartre, è

senz’altro nella sar- GIANNI Agnelli S toria che si ritrova la sua essenza. L’abito su mi- sura non è nient’altro che filo- sofia applicata al vestire e si esprime mediante la stretta collaborazione artistica tra l’architetto del gusto, il sarto, e il suo mecenate, il cliente. La personalizzazione di tessuti, forme, colori e tagli, è il frut- to di una ricerca del sapere che predispone, innanzitutto, un’educazione dell’occhio al vedere tali minuziosi dettagli. È un costante invito a non fermarsi all’apparenza perché nell’abito sartoriale è impor- tante il visibile, ma ancor di più quel che visibile non è. Come in una perfetta sintesi dell’ata- vica dicotomia tra vita attiva e contemplativa, l’aspetto fun- zionale è al pari del superfluo e il pratico ha importanza tanto quanto il teorico: l’abito, infatti, non deve solo rispondere a ca- noni estetici ben precisi, ma an- che essere pertinente all’occa- sione e, soprattutto, valorizzare chi lo indossa. Nel giro di due secoli, da quando fu istituzio- nalizzato da Lord Brummell a inizio ’800, pur rappresentando sempre il cardine fondamenta- le del vestire maschile, l’ensem- ble giacca-pantaloni ha visto ben poche variazioni. Eppure persino a occhi inesperti le dif- ferenze di stile tra le varie na- 10300

STYLE SARTORIALE VU1.indd 1 23-12-2011 9:15:22 Luca nella tailor room Sfilata al Waldorf Astoria di milano durante la New York World’s Fair del 1964 Style gli INTERNi In sartoria il dentro è preso in considerazione tanto quanto il fuori. I rivestimenti interni non sono incollati come nella grande distribuzione ma cuciti a mano per consentire al tessuto di essere più morbido e resistente, dargli la giu- sta curvatura e aderire meglio alle linee del corpo. Oltre all’ago, le forbici e il ditale, l’altro strumento fondamentale dell’arte sartoriale è infatti il ferro da stiro, a vapore. Perché se nella grande produzione il processo viene ci, fondatore della London House, velocizzato dall’uso di presse, nella sartoria l’atelier al servizio della nobiltà loca- ogni singolo pezzo è stirato a mano per dargli la giusta forma personalizzata per il cliente. le, e il sarto alle sue dipendenze, Vin- Anche le fodere, meglio se in seta naturale, cenzo Attolini, “svuotarono” il capo- sono applicate e cucite singolarmente. Piccoli accorgimenti di materiali diversi sono usati spalla del suo interno e ne modifica- invece per le rifiniture del giro manica, intorno rono le forme, avvenne una vera e al collo oppure all’attaccatura del bavero. propria rivoluzione. Nacque così la giacca napoletana come la conoscia- mo oggi: spalla morbida, quasi o to- prende quindi che la massima talmente priva di spalline; interni se- espressione del concetto di sprezza- mi o interamente sfoderati; una linea tura si trovi proprio a Napoli, e che i più accostata al corpo, con grandi napoletani, Antonio De Curtis e Vit- maniche importanti e una pince cen- un sarto prende le misure a torio De Sica in testa, siano i suoi trale sul davanti che scende fin giù Clark Gable presso l’Atelier Brioni Le fasi: il tempo del massimi interpreti. Sede di una gran- all’orlo. Definita opportunamente dell’uomo a 360 gradi con i suoi usi, dall’etimologia inequivocabile, co- de scuola del taglio e cucito, forte di giacca-camicia, perché per la sua na- costumi e valori morali. In Italia la niato da Baldassare Castiglione nel secoli di esperienza impiegati a sod- tura destrutturata, fa sì che indossata averla lanciata sul piano internazio- bespoke sartoria è variegata come la storia del Cinquecento per indicare un com- disfare le richieste dell’aristocrazia la si avverta più come una seconda nale. Fu solo quando Brioni fece sfi- Il tempo è oro, e si dice che ci suo popolo. Secoli di regni regionali portamento da adottare a corte «che partenopea e della vecchia esigente lare negli anni 50 i primi modelli ma- vogliano ben 72 ore per costruire pelle che come un capospalla. un abito su misura. La manifattura e occupazioni straniere hanno co- nasconda l’arte e dimostri ciò che si casa reale, oggi la città è la capitale schili sulle passerelle (fino ad allora artigianale comporta il seguire un struito un territorio la cui cultura ri- fa e dice venir fatto senza fatica e dell’artigianato vecchio stampo. Le mblema di una leggerezza e una esclusiva dell’haute couture femmi- percorso suddiviso in fasi impor- E tanti, essenziali alla buon riuscita siede nei forti particolarismi dei di- quasi senza pensarvi», la sprezzatu- strade della città pullulano di uomini disinvoltura che contraddistinguono nile), che l’attenzione si spostò defi- del lavoro finale. Tutto ha inizio versi dialetti, pietanze tipiche e usan- ra si distingue dal suo corrispettivo ben vestiti e le botteghe sartoriali so- l’eleganza rilassata napoletana, e nitivamente dall’asse Londra-Parigi con la scelta della tipologia ze locali. Nel bene e nel male è l’indi- britannico, l’understatement, per no ancora tra le più fiorenti nella pe- perfetta interprete del clima e a quello Roma-Napoli. Il concetto dell’abito e dei tessuti, dove si prenderanno le misure del cliente vidualismo quello che più contraddi- una sottile differenza. Se l’eleganza nisola, forti di una clientela locale e dell’attitudine culturale del luogo. stesso di Italian Style, che grazie al valutando i suoi difetti, i suoi pregi, stingue l’indole italiana e, di conse- inglese condanna la vanità predili- internazionale, e con una domanda Ma se a Napoli va il merito di aver cinema di quegli anni fu glorificato il suo portamento, ma anche il suo guenza, anche il suo abbigliamento. gendo un maggiore rigore silenzio- costantemente ben superiore all’of- da ambasciatori del calibro di Mar- stile di vita. Grazie all’abilità tecni- rivoluzionato la sartoria italiana, a ca il buon sarto sa usare accorgi- Rispetto alle forme impettite del “su- so, il gusto italiano esige per natura ferta. Del resto fu proprio “l’inven- Roma bisogna ascrivere quello di cello Mastroianni, è merito della menti per slanciare la figura di chi it” all’inglese, nel bel paese invece un’esaltazione della bellezza e del zione” della giacca na- vestirà l’abito: non è un caso se Antonio De Curtis appariva sem- l’abito classico ha una foggia tenden- piacere visivo che modera velata- poletana a trasforma- pre molto più alto del suo metro e zialmente molto più rilassata. Lo stile mente con la nonchalance. Non sor- re la storia del costu- sessanta. Seguiranno il taglio, l’as- me maschile nel pri- I sarti semblaggio delle parti (quarto, italiani dietro manica e bavero) e la mo novecento, riu- prima prova. Si smonterà il tutto Come per scendo a spodestare hanno per eseguire le apposite correzioni, l’Inghilterra che fino attirato per poi passare al rimontaggio e a una seconda prova. Sarà in que- Gianni ad allora era stato una clien- sta fase che l’abito prenderà l’unico paese ad avere tela inter- forma con i suoi primi dettagli, si Agnelli. proverà una terza volta e infine si voce in capitolo in nazionale, passerà al finissaggio. Si tratta di La trasgressione ha campo di stile e a con molte diverse fasi distribuite in lunghe cambiare le sorti del settimane di lavoro, finalizzate alla senso solo quando star del costruzione di un capo esclusivo Made in . Quan- cinema e unico, proprio perché personaliz- si ha perfetta do Gennaro Rubinac- zato. (Nelle foto, la sartoria Tommy & Giulio Caraceni, Roma) padronanza delle regole da eludere sartoria ferdinando caraceni, MilaNO

maschile della penisola è erede della tradizione britannica, ma si distingue da esso perché riflesso di una cultura sprezzante dell’ordine e delle regole. Non a caso per descrivere il savoir faire italiano si fa ricorso appunto al concetto di “sprezzatura”. Termine

104 105 Montgomery Clift e Vittorio de sica

STYLE SARTORIALE VU1.indd 2-3 27-12-2011 14:17:24 La giacca Style napoletana è destrut- tocchi chic La grandezza sartoriale è fatta di piccolissimi turata. dettagli che l’etichetta vuole non essere mai Una quali- ostentati. Le asole della manica della giac- ca per esempio, che nella confezione sono tà che la spesso finte per via della loro funzione unica- rende por- mente ornamentale, sono lasciate funzionan- ti e rigorosamente cucite a mano. Tuttavia è tabile come la base dell’abito, il segno di cattivo gusto farlo notare lasciando una cami- sbottonato il primo bottone. Nella giacca gli spacchi possono essere laterali o centrali, cia, senza dando un tocco di disinvoltura generale, la rigidità TESSUTo oppure nessuno per un look più impostato, La scelta dipende dalla sensibilità perso- ma inevitabilmente più scomodo. Il taschino di alcuni nale e dall’uso che si prevede dell’abito. è destinato solo ed esclusivamente alla capispalla Le tonalità dei grigi e dei blu sono le cro- pochette, quindi inserirvi penne o altro è mie più in voga dell’abito classico, e se fuori luogo. La qualità dei bottoni è di vitale costruiti per l’inverno si prediligono stoffe più importanza, predilige spesso materiali natu- pesanti come le lane pettinate e cardate, rali come il corno e una cucitura incrociata. l’estate apre le porte invece a lini e cotoni. Nel monopetto a due bottoni si allaccerà Bisogna tenere conto del peso e della solo il primo, nel tre bottoni, solo quello cen- mano del tessuto, ovvero il corpo della trale o i primi due. L’abbottonatura nel dop- stoffa, perché maggiore è la leggerezza Modello Brioni sfila a Pitti nel 1952 piopetto a sei bottoni è invece centrale. del tessuto, maggiore sarà l’abilità artigia- nale richiesta al sarto per poterlo struttura- Herbert von karajan re. Le più grandi aziende di stoffe sono ita- liane e inglesi, e tra le prime figurano i ve. Con antenati illustri come la Nor- la figura di chi la indossa. In ogni ca- nomi storici di Ermenegildo Zegna (nella folk jacket, la giacca predilige un ta- so il colletto è la parte più importan- foto una scelta di tessuti couture) Loro glio classico monopetto, in tessuti te perché la sua ampiezza determi- Piana, . che spaziano dal tweed al velluto nerà il nodo della cravatta, e la sua d’inverno, e al cotone e al lino nel altezza dovrà essere in piena armo- periodo estivo. La qualità intrinseca nia con il bavero e i revers della giac- della camicia è il suo contributo a ca. Se il cotone è il materiale per ec- Il gusto di chi porta definire il profilo generale di un abi- cellenza, le varietà sono declinate il completo a due to. Per questo la camicia su misura è all’infinito: twill, battista, Oxford, ma terreno fertile per grande creatività anche mix con lana, lino, e seta. Il ve- pezzi si misura e la sua scelta richiede grande cura. stire classico predilige i monocromi sugli abbinamenti Diverse sono non solo le tipologie di tessuto, ma anche la serie di detta- camicia La tradizione inglese voleva che gli che la compongono. Il davanti fosse un tipo di abbigliamento rele- può essere con il cannoncino o sen- È il pezzo gato solo alle campagne, ma oggi, in za; il dietro invece si può scegliere li- che si vede seguito al cambiamento delle regole scio, con le pinces, con le pieghe op- sociali e al diffondersi di abitudini pure con il cannolo centrale; grande subito. sempre più casual, lo spezzato è si- attenzione al polso che può essere Perciò non si può nonimo di eleganza anche quando costruito per esempio come un dop- indossato in città. Il contesto, come pio gemello classico, oppure come sbagliare nella sua Leopoldo Pirelli sempre, è essenziale nel dettare le un polso gemello semplice senza il regole. Se la giacca sportiva, abbi- doppio risvolto. La camicia è essen- selezione. Anche per how to scuola romana. È nella capitale che nel capoluogo lombardo la moda è nata al pantalone, è l’ideale per i ziale che calzi a pennello e valorizzi lei, regole precise furono tolte le pinces e i risvolti al imperante, la sartoria non è di minore momenti casual, appropriata per combine pantalone, assottigliati i baveri delle importanza seppur rispecchiando ne- eventi dove l’abito sarebbe una bianco e blu e le stampe con colori Linee guida di massima indicano giacche, come pure le linee. Non era cessità e caratteristiche del luogo, piut- scelta troppo formale, sul luogo di Marcello Mastroianni in 8 1/2 tenui e disegni poco appariscenti, co- che nello spezzato, se la giacca è un caso che Vincenzo Attolini si fosse tosto differenti dalle altre scuole della lavoro è invece generalmente am- me righini e quadrettini molto sem- chiara, il pantalone sarà scuro (e formato proprio anche nelle sartorie penisola. Metropoli industriale, Mila- messa solo nelle professioni creati- plici. Preziosi dettagli che corredano viceversa), e che, nel caso s’indos- romane di Domenico Caraceni, prima no è la città che è rimasta più fedele l’opera sono i bottoni di madreperla si una stampa, la si abbinerà a un

di scendere a Napoli in quelle di Ru- alla tradizione britannica, proprio per- Ermenegildo zeGNA e le asole assolutamente cucite a ma- colore solido. L’accostamento più binacci. Ma se lo stile della città eterna ché la vita lavorativa è contraddistinta no. Il buon vestire vuole che un dito formale, anche se bisogna sempre ha una silhouette morbida vicina a da una realtà corporate che richiede e mezzo di camicia esca sempre fuori ricordare la sua origine sportiva, quella meridionale, ha un’esuberanza uno stile internazionale più istituzio- dal collo della giacca. Dalla manica si ha con i pantaloni di lana grigia, decisamente più temperata. Nell’im- nalizzato. Come i cosiddetti “power invece deve uscire un dito di polsi- mentre meno lo sono quelli di ga- maginario collettivo Dolce Vita e Ma- suit”, ovvero gli abiti strutturati e for- no, che mette in risalto la parte bas- bardine e twill di cotone, ma anche de in Italy sono sinonimi dello stesso mali per cui la sartoria di Ferdinan- sa della giacca. Indirizzi: Merolla, di velluto a costine nei più classi- vocabolario di idee che crearono le do Caraceni (con lo stesso cognome Battistoni, Sabatini, Ballini. (Foto ci bianco, grigio e beige, oppure in basi poi per quella ricca industria del- del sarto romano, ma non imparenta- Giuseppe Pino/Contrasto, Mark tonalità pastello dei rosa e az- la confezione che conosciamo oggi, e to) è diventata famosa, e che per an- Seliger, Corbis, Gettyimages, Rubi- zurri. Sotto la giacca, camicie tra- di cui Milano è ormai capitale. Ma se ni hanno vestito politici e industriali. nacci Club) Giovanna Maselli dizionali oppure polo e dolcevita. 106 107

STYLE SARTORIALE VU1.indd 4-5 2-01-2012 9:22:04 Style NON SOLO L’ABITO FA IL MONACO. La raffinatezza nel vestire si riconosce anche nella scelta degli accessori

Dalle calzature fino alle cravatte. Gli ombrelli e i cappelli. L’eccellenza italiana dell’handmade si distingue per una predilezione per i particolari

el panorama panorama dell’ab- dell’ab- bigliamento maschile maschile classico si potrebbe di-di- re che che sia sia proprio proprio la la calzatura quella quella rima- rima- sta più più legata legata alla alla tra- tra- dizione inglese. La fon- N damentale differenza differenza tra i modellimodelli nordeuropeinordeuropei ee quelliquelli italiani sta nel fatto che i primi tendano a essere più appuntiti, mentre i secondi sono più arroton- dati. Per quanto riguarda la co- struzione, le lavorazioni più in uso sono la Goodyear oppure la Bla- ke. La prima, detta anche tecnica “a guardolo” è quella classica di origine inglese, fatta per durare nel tempo, e prevede diversi step nella realizzazione. La seconda prevede l’assemblaggio delle tre parti (tomaia, sottopiede e suola) in un unico passaggio, e il risultato finale sarà una scarpa più leggera ed esteticamente piacevole, una lavorazione diffusa in Italia per via del clima meno rigido rispetto al PER OGNI momento, TALBINIO BERLUTI CON EDDY CONSTANTINE una scarpa. resto del continente. Qualsiasi sa- tomaia invece è cucita, si parla di Quelli da portare rà la costruzione scelta, le parti co- modelli Oxford con allacciatura munque saranno cucite e non in- chiusa e Derby con allacciatura solo di giorno sono collate. La suola deve essere di aperta. Nei colori del marrone e i modelli punzonati cuoio, mentre la gomma è riserva- del nero, le stringate sono le scar- ta alle calzature sportive. La strin- pe classiche per eccellenza, un gata liscia senza cuciture, costruita passe-partout: dall’abito formale a da un unico pezzo di pelle, fu quello più casual. Elementi deco- un’invenzione del 1895 di Alessan- rativi consistono in dettagli come dro Berluti, un calzolaio italiano la punzonatura, ovvero una serie che si trasferì a Parigi alla fine del di fori decorativi sulle scarpe, che secolo per dare inizio a quella che però secondo un precetto del Prin- oggi è una tra le più grandi case di cipe di Galles non dovrebbero mai eccellenza mondiali. Quando la indossarsi dopo le 6 di sera. Se una

MEMBRI DEL CLUB SWANN DEDICATO ALLA CURA DELLE SCARPE 113

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volta i mocassini erano relegati assolutamente al tempo libero, oggi per via della loro como- dità sono indossati an- che sotto gli abiti da uf- ficio. Restando in tema di accessori, la cravatta, come la maggior parte degli indumenti maschi- li, ha origini rintracciabi- li nell’abbigliamento mi- litare. Apparsa inizial- mente tra i legionari ro- Cenni di storia e mani, fu poi prerogativa poche, semplici regole dei soldati croati del ’600 che, arruolati dal re di Francia del tempo, la in- MODI trodussero nel paese. Si- mile nelle forme a un foulard, la cravatta croa- & NODI Sono tantissimi i modi in cui anno- ta divenne presto popo- dare la cravatta. Americano, In- lare nella corte di Luigi glese, Churchill, Scappino sono XIII per poi diffonder- solo alcuni dei tantissimi nomi di si in tutte le altre regge nodi presenti, ma probabilmente i europee, rivoluzionan- più noti e diversi tra loro sono due: dosi nei secoli per tra- il semplice e il WINDSOR. Il nodo sformarsi nella forma semplice è quello più diffuso per attuale. Oggi la cravatta ANTONIO DE CURTIS via della sua versatilità e, come fa è uno degli accessori intuire il nome stesso, facilità di del guardaroba maschi- esecuzione. Dall’aspetto conico e le che consente di giocare maggior- allungato, dovrebbe essere inver- mente con il proprio estro creativo. samente proporzionale alla dimen- Ogni dettaglio, dalla scelta del tes- sione della cravatta: se questa sa- FITTING suto alle forme e lavorazioni diver- La scarpa su misura è prerogativa di rà larga, il nodo sarà più stretto e tantissime botteghe artigiane sparse se, è di essenziale importanza e con- viceversa. Il nodo Windsor prende sulla penisola. Da Riccardo Freccia tribuisce al colpo d’occhio finale. Bestetti (nella foto) a Vigevano, alla il nome dal famoso Edoardo VIII, Calzoleria Rivolta a Milano, passando ma contrariamente a quanto si po- per il più noto Santoni, si potranno sce- imensione, tensione e angola- D trebbe pensare, non fu invenzione gliere una varietà di pellami, tonalità di zione sono le caratteristiche che dif- colore e forme diverse, e il risultato sarà del duca, il suo merito fu semplice- ferenziano lo stile di ogni nodo, che sempre unico e personale. Come per gli mente quello di renderlo popolare. abiti bespoke, il processo consiste in deve essere scelto tenendo in consi- Dal volume importante, è consi- una serie di passaggi distribuiti nell’arco derazione molti fattori tra cui: il col- di diversi mesi. Questo è essenziale alla gliato per le occasioni di altret- costruzione di una scarpa ad hoc dise- lo della camicia, le caratteristiche tanto rilievo, magari con cravatte gnata secondo canoni estetici ma fisiche personali (così da scegliere anche ortopedici che consentirà una molto sottili abbinate a colletti uno stile che slanci la figura), il con- calzata perfetta. Nella prima fase verran- con le punte molto scostate tra lo- no prese quindi le misure per realizzare testo in cui la si indosserà e la tipo- ro. Di difficile realizzazione, se una forma costruita in base al piede e al logia della cravatta stessa. Alcune modello della calzatura. Questo servirà eseguito bene nasconderà il primo regole di massima vogliono che la a creare una scarpa di prova che verrà bottone della camicia. Un piccolo indossata, scucita, e in base alla quale lunghezza della punta arrivi all’in- gioiello di ARTIGIANATO è la cra- verranno apportate le giuste modifiche circa all’altezza della cintura, più in per realizzare il modello finale. vatta a sette pieghe napoletana: alto o più in basso, a seconda della un unico pezzo di seta che viene conformazione del busto, ma mai piegato sette volte, e la cui tecnica dentro i pantaloni. I tessuti, che mai è rimasta invariata per quasi un devono essere coordinati con quelli secolo, in una sorta di origami della pochette, sono più chiari di partenopeo. Nelle botteghe di Na- giorno e più scuri la sera. Per quan- poli, come quella di MARINELLA to riguarda le stampe, i motivi pic- (nella foto, alcune cravatte) o dei coli sono preferiti sugli abiti, mentre F.LLI CILENTO , questa cravatta viene fatta rigorosamente su misu- 114 ra per una clientela di intenditori.

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quelli grandi sugli spezzati. Prima ta oltre che dalla degli anni Cinquanta era impensa- possibilità di poter bile vedere un uomo senza cravat- scegliere un cap- ta, e ancor di più senza cappello. A pello su misura, partire dalla seconda metà del No- anche dall’atmo- vecento, il progressivo rilassamen- sfera di altri tempi to dei costumi ha reso questo ac- che si respira. La cessorio meno ubiquitario, ma cer- storia italiana è tamente non l’ha privato della sua ricca di contributi importanza cardine nell’eleganza eccezionali a que- maschile. Il cappello è e rimarrà sem- st’arte, ma è nel pre un complemento fondamenta- nord che è stata più le del guardaroba di un gentleman. fiorente, e luoghi come la Cappel- Fu solo nel ’700, quando entraro- leria Melegari a no in voga modelli particolari co- Milano, oppure il me il bicorno e il tricorno, che la Cappellificio Cer- manifattura di copricapi diventò vo a Biella (che ha una materia a sé tenuta in gran rilevato il marchio conto e ben distinta da quella sar- Barbisio) sono in- toriale a cui fino allora era stata dirizzi da segnare. associata. Oggi questo mestiere ar- In questi laborato- tigianale è in via di estinzione. ri artigiani la torni- Sono pochissime le cappellerie tura e la sagomatu- rimaste nella penisola, e in que- ra del copricapo av- ste botteghe l’esperienza è detta- vengono tuttora e- seguiti a mano, ma si possono anche ripa- rare e mettere a nuo- vo i vecchi modelli.

mano e ogni oggetto richiede un PREZIOSI, estenuante numero di ore per rea- lizzarlo. Si usano solo legni rarissi- i materiali mi e pregiati, curvati a vapore per del lusso creare leggerissimi manici in canna di malacca, oppure lavorati ad arte artigiano. in bastoni particolari in radice di Vigogna e cervo castagno scortecciata. Tutti gli om- brelli sono rifiniti con una punta in Un pezzo da rivalutare: per i cappelli. corno, dalla perfezione millimetri- Corno e argento ca, in cui non percepisci mai, al tat- HATS ON to o alla vista, lo scalino del puntale. Le parti principali di un cappello sono la per gli ombrelli Pochissimi sono gli esemplari che tesa e la cupola: in dimensioni e modellatu- lasciano il negozio ogni anno: per- re diverse creano le varie fogge note ai più. e la concezione di eleganza ma- ché questa è l’eccellenza del fatto a I materiali da prediligere sono lana, casto- S ro, cashmere, vigogna, cervo, lepre lavorati schile è di derivazione britannica, misura che segue le linee della na- in feltro. Di fondamentale importanza sono nell’armadio del perfetto gentiluo- tura e della bellezza, e non quelle le rifiniture esterne come i nastri di raso e (Foto di Antonio velluto, e quelle interne che richiedono stof- mo non può certo mancare lo spazio della produzione. fe resistenti e di buona qualità. L’etichetta per l’ombrello. Ironia della sorte pe- de Curtis Corbis) Giovanna Maselli vuole che si tolga sempre quando si entra rò, i migliori al mondo sono costruiti in luoghi chiusi, quando si saluta, e quando ci si siede al tavolo. La fedora è il modello proprio in una terra che la pioggia la ALCUNI OMBRELLI più classico. Conosciuto anche come vede di rado: Napoli. Nella loro bot- DI MARIO TALARICO “Borsalino”, per via del successo che l’omo- tega artigiana di via Toledo, Mario nimo marchio italiano ebbe nel Novecento, va quasi con tutto, ma non è fatto per pas- Talarico e il nipote Mario Talarico Jr sare inosservati. Del resto Alain Delon è realizzano ombrelli con materiali indimenticabile nel film “Borsalino & Co.” anche per via del suo cappello. Il trilby, sfo- rari e preziosi che sono tuttora ricer- derato e con una piccola falda, è più infor- cati da nobili, aristocratici e persino male, e spesso ripiegabile così da portarlo il Papa. Tutto è dipinto e costruito a in tasca. E per il tempo libero, la coppola, indossata con un abbigliamento più spor- tivo e con tessuti come il velluto. (Nella foto, un modello di Cervelt, Borsalino) 116

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