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Informazioni alle vittime di reato Informazioni alle vittime di reato

COSA E’ VIOLENZA?

Proviamo a definire che cosa s’intende quando si parla di violenza sui soggetti ‘deboli’, e cioè soggetti che – pur essendo la violenza pur- troppo esercitata su vittime di ogni genere – risultano particolarmente esposti, per la loro condizione personale e sociale, al rischio di preva- ricazioni e abusi. Viene allora in rilievo, anzitutto, la violenza contro le donne (c.d. vio- lenza di genere), espressamente riconosciuta dalla Dichiarazione di Vienna del 1993 come una violazione dei diritti fondamentali della don- na, che comprende qualsiasi atto che provochi un danno o una sof- ferenza fisica, sessuale o psicologica (minacce, percosse, coercizioni, privazioni arbitrarie della libertà, stupri, omicidi)1. La Convenzione di Istanbul del 2011, sulla prevenzione della violenza contro le donne e la lotta contro la violenza domestica, riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e uno dei principali ostacoli al conseguimento della parità di genere e dell’eman- cipazione femminile. La Direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo ricomprende nella violenza di genere la violenza sessuale, la tratta di esseri umani, la schiavitù e varie forme di pratiche dannose, quali i matrimoni forzati e la mutilazione genitale femminile. La Direttiva prevede per le don- ne vittime della violenza di genere e per i loro figli specifiche forme di assistenza e protezione, a motivo dell’elevato rischio di vittimizzazione secondaria e ripetuta, ed in ragione delle intimidazioni e di ritorsioni potenzialmente connesse a tale violenza.

La violenza sessuale comprende ogni atto sessuale attivo o passivo, che la vittima viene costretta o indotta a subire o compiere prescinden- do dal suo consenso.

La violenza domestica è un reato abituale, che comprende una serie di condotte violente e umilianti reiterate nel tempo contro una persona

1 Direttiva 2012/29/EU “Per violenza di genere s’intende la violenza diretta contro una per- sona a causa del suo genere, della sua identità di genere o della sua espressione di genere o che colpisce in modo sproporzionato le persone di un particolare genere. La violenza di genere è considerata una forma di discriminazione e una violazione delle libertà fondamentali della vittima e comprende la violenza nelle relazioni strette, la violenza sessuale (compresi lo stupro, l’aggressione sessuale e le molestie sessuali), la tratta di esseri umani, la schiavitù e varie forme di pratiche dannose, quali i matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile e i cosiddetti «reati d’onore». Le donne vittime della violenza di genere e i loro figli hanno spesso bisogno di un’assistenza e protezione speciali a motivo dell’elevato rischio di vittimizzazione secondaria e ripetuta, di intimidazione e di ritorsioni connesso a tale violenza” (considerando 17). Informazioni alle vittime di reato

della famiglia o comunque convivente o legata al suo aggressore da una relazione, tali da determinare uno stato di mortificazione e su- bordinazione della vittima, un regime di vita vessatorio. Non colpisce solo le donne ma anche altri soggetti (ad esempio bambini ed anziani, rientranti nelle c.d. fasce deboli della popolazione, ai quali si applicano le medesime norme di tutela). In questa categoria rientrano le violenze fisiche e sessuali, la violenza psicologica (quando vengono posti in essere comportamenti quali non ascoltare, minacciare, disprezzare, intimorire, colpevolizzare, offendere, controllare, isolare), la violenza economica, quando il denaro viene usa- to per sottomettere, rendendo la vittima economicamente dipendente2.

La violenza assistita è quella su un bambino costretto ad assistere ad episodi di violenza domestica. Per un bambino essere testimone della violenza, soprattutto della violenza esercitata sulla madre, è un’espe- rienza devastante. I minori che assistono alla violenza sono bambini traumatizzati, con un futuro a rischio.

Gli atti persecutori o stalking sono atti di violenza e di molestia reite- rati nel tempo (minacce, invettive scritte e verbali, aggressioni, pedina- menti), che rappresentano una condotta persecutoria nei confronti del- la vittima (ad esempio quando non si accetta la rottura di un rapporto di coppia), tali da determinare un perdurante stato d’ansia o di timore per l’incolumità propria e dei propri cari, o comunque da costringere la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.

PERCHE’ DENUNCIARE?

E’ del tutto comprensibile che la scelta di denunciare, soprattutto quando la relazione è ancora in corso, costituisca una scelta difficile. Quando, tuttavia, i fatti sono gravi o la situazione è insostenibile, la vittima deve sapere che denunciare e rivolgersi all’Autorità giudiziaria può essere l’unico percorso per riprendere il controllo della propria vita.

E’ certamente un percorso difficile, ma è solo nel processo penale che possono essere accertati i fatti, impedita la reiterazione del reato, spez- zata la spirale di violenza attraverso il riconoscimento del diritto vio-

2 Direttiva 2012/29/EU “La violenza nelle relazioni strette è un problema sociale serio e spesso nascosto, in grado di causare un trauma fisico e psicologico sistematico dalle gravi conseguenze in quanto l’autore del reato è una persona di cui la vittima dovrebbe potersi fidare. Le vittime di violenza nell’ambito di relazioni strette possono pertanto aver bisogno di speciali misure di protezione. Le donne sono colpite in modo sproporzionato da questo tipo di violenza e la loro situazione può essere peggiore in caso di dipendenza dall’autore del reato sotto il profilo economico, sociale o del diritto di soggiorno” (considerando 18). Informazioni alle vittime di reato

lato, l’allontanamento e la punizione del colpevole e, soprattutto, la definizione dei ruoli vittima-colpevole; solo il processo può ristabilire l’equilibrio compromesso dal fatto di reato e restituire alla vittima quel- la consapevolezza di sé che le permetterà di elaborare il trauma e di ritrovare dignità, fiducia, rispetto.

La legislazione attuale, nazionale e comunitaria, prevede peraltro una serie di misure a protezione delle vittime, proprio per evitare il rischio che il processo si trasformi in un’ulteriore sofferenza da aggiungere alle conseguenze del reato.

In tale prospettiva, la Procura della Repubblica di ha costitui- to un gruppo di Magistrati specializzati nella trattazione dei reati di violenza sessuale, abuso all’infanzia e maltrattamento, ed ha istituito un ‘Ufficio Fasce Deboli’ per assicurare un immediato intervento nei casi di urgenza e una diretta collaborazione con i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio.

D’intesa con l’Ordine degli Avvocati di Varese, è stato aperto, all’inter- no del Palazzo di Giustizia, uno spazio di ascolto denominato “Sportel- lo per le vittime”, riservato e gratuito, con avvocati di specifica forma- zione ed esperienza, per fornire informazioni concrete alle vittime sui loro diritti e sugli strumenti a disposizione, per consentire decisioni consapevoli e accompagnare, ove richiesto, verso la denuncia penale e verso i servizi territoriali deputati alla presa in carico a livello sanitario o psico-sociale.

All’interno dell’Ospedale di Circolo e dell’Ospedale Del Ponte di Va- rese sono state attuate misure per l’accoglienza delle vittime di atti di violenza e sono stati predisposti protocolli operativi per un intervento tempestivo con personale competente, in stretto contatto con la Procu- ra della Repubblica, anche mediante l’ausilio delle psicologhe del Cen- tro Antiviolenza ‘Amico Fragile-DICO DONNA’ e degli avvocati dello Sportello per le vittime, sempre reperibili.

Le Forze di polizia sul territorio hanno realizzato luoghi di accoglienza per le vittime, con personale specializzato ad intervenire in caso di vio- lenza, professionalmente preparato a ricevere le denunce, con l’ausilio di psicologi e anche interpreti, nel caso la vittima non sappia esprimer- si compiutamente nella lingua italiana.

E’ iniziata un’intensa collaborazione dei Centri Antiviolenza, le Case Rifugio, i Servizi Sociali con la Procura della Repubblica e le Forze di polizia. Informazioni alle vittime di reato

E’ stato formato un gruppo di consulenti e ausiliari del pubblico mi- nistero specializzati nell’audizione di minori.

Fatti concreti, dunque, finalizzati alla realizzazione sul territorio di una rete efficiente di intervento e protezione delle vittime, attraverso una stretta collaborazione tra autorità giudiziaria, servizi di polizia, avvo- catura, ospedali, servizi di assistenza sociale e associazioni di volon- tariato.

Naturalmente il processo penale è uno strumento delicatissimo, perché le giuste garanzie per gli imputati comportano una serie di passaggi ed adempimenti che le vittime possono vivere (e spesso vivono) dolorosa- mente, con sentimenti di timore, vergogna o pudore, e spesso con lo sconvolgimento dei propri punti di riferimento familiare. Vittime che sono emotivamente coinvolte, che si sentono in qualche modo colpevoli del fatto stesso di essere vittime di violenza, che si trovano a raccontare fatti che, per altro verso, stanno tentando di dimenticare, con la paura di ritorsioni.

I magistrati e le Forze di polizia fanno di tutto per evitare questo feno- meno (detto di “vittimizzazione secondaria”), riconoscendo alla persona offesa quel diritto alla protezione cui si ispirano tutte le Convenzioni in- ternazionali degli ultimi anni e raccogliendo tempestivamente elementi di riscontro a sostegno della denuncia, così da facilitare l’accertamento dei fatti sulla base di elementi aggiunti alla testimonianza della vittima. In questo modo, il processo penale tende a perdere la sua connotazione traumatica per chi ha subito la violenza (connotazione tanto più dram- matica se il giudizio deve chiudersi con l’assoluzione, come avviene quando la prova d’accusa risulta insufficiente), e può anzi assumere una vera e propria funzione riparatoria, divenendo passaggio essenziale d’un percorso di rielaborazione della violenza subìta3.

3 Direttiva 2012/29/EU “È opportuno limitare il rischio di vittimizzazione secondaria e ri- petuta, di intimidazione e di ritorsioni — da parte dell’autore del reato o a seguito della partecipazione al procedimento penale — svolgendo il procedimento in un modo coordinato e rispettoso, che consenta alle vittime di stabilire un clima di fiducia con le autorità. È op- portuno che l’interazione con le autorità competenti avvenga nel modo più agevole possibile ma che si limiti al tempo stesso il numero di contatti non necessari fra queste e la vittima, ricorrendo ad esempio a registrazioni video delle audizioni e consentendone l’uso nei proce- dimenti giudiziari. È opportuno che gli operatori della giustizia abbiano a disposizione una gamma quanto più varia possibile di misure per evitare sofferenza alle vittime durante il procedimento giudiziario, soprattutto a causa di un eventuale contatto visivo con l’autore del reato, i suoi familiari, i suoi complici o i cittadini che assistono al processo. A tal fine gli Stati membri dovrebbero essere esortati ad adottare, in particolare in relazione ai tribunali e alle stazioni di polizia, misure pratiche e realizzabili per consentire di creare strutture quali ingressi e luoghi d’attesa separati per le vittime” (considerando 53). Informazioni alle vittime di reato

In questo opuscolo spieghiamo alle vittime di reato:

• come e dove possono presentare una denuncia o una querela; • quali diritti hanno durante il processo contro la persona che ha commesso il reato; • come e quando possono chiedere allo Stato di pagare il loro avvocato; • gli altri diritti e le altre facoltà che l’articolo 90-bis del codice di pro- cedura penale prevede.

Alle vittime di qualunque reato consigliamo di leggere attentamen- te queste informazioni e, se hanno dubbi:

− di andare in un Ufficio della Polizia di Stato o dei Carabinieri − oppure di chiedere chiarimenti al proprio avvocato.

Le vittime di violenza, di maltrattamenti in famiglia e di atti per- secutori o stalking e le vittime comunque “vulnerabili” possono:

1) rivolgersi allo “Sportello per le vittime di violenza” aperto nel palazzo di Giustizia di Varese ogni mercoledì dalle 14.30 alle 16.30 (esclusi i giorni festivi). A questo sportello avvocati specializzati forniscono le informazioni utili e un accompagnamento verso altri servizi territoriali e centri antiviolenza o verso professionisti che possono aiutare le vittime di reato a livello legale, sanitario o psico-sociale. Lo “Sportello per le vittime” è raggiungibile dall’ingresso del Palazzo di Giustizia di Varese Piazza Cacciatori delle Alpi, seguendo le indi- cazioni fornite dai cartelli, oppure chiedendo al personale di vigilan- za presente all’ingresso. Le vittime di reato possono anche: − telefonare al numero 800608800 dalle ore 8.00 alle ore 20.00; − inviare una e-mail a [email protected]

2) chiedere informazioni alla Polizia di Stato, e ai Carabinieri;

3) consultare il sito online della Regione Lombardia alla voce “Cen- tri Antiviolenza”; Informazioni alle vittime di reato

4) chiamare il numero telefonico 1522 del Dipartimento per le Pari Opportunità. A questo numero risponde un esperto che può dare tutti i consigli necessari in ogni ora del giorno e della notte ed infor- mazioni su come raggiungere e contattare il centro antiviolenza più vicino;

5) collegarsi al sito www.pariopportunita.gov.it del Dipartimento per le Pari Opportunità, ove sono indicati anche altri numeri utili da contattare. In particolare: “antidiscriminazioni”, “antitratta” e “con- tro le mutilazioni degli organi genitali femminili”;

6) collegarsi al sito del Ministero della Salute: www.salute.gov.it ove si trovano informazioni dettagliate sulle strutture sanitarie utili alle vittime del reato. Informazioni alle vittime di reato

INFORMAZIONI ALLA VITTIMA DEL REATO

cioè alla persona offesa dal reato - articolo 90-bis del codice di procedura penale -

La legge riconosce alla vittima del reato diritti e facoltà4. In caso di morte della vittima del reato i suoi diritti sono esercitati: • dai parenti prossimi della vittima, cioè genitori, figli, fratelli, zii, ni- poti, coniuge, genitori e fratelli del coniuge, e da altri parenti indicati dal codice penale; • dal convivente della vittima, cioè dalla persona a cui la vittima è le- gata da una relazione affettiva stabile.

Ci sono diritti che valgono per tutte le vittime di reati.

Altri diritti sono previsti solo per chi è vittima di determinati reati, in particolare di quelli commessi con violenza o minaccia alla persona (per esempio maltrattamenti, atti persecutori o stalking, lesioni ecc.).

COME E DOVE UNA PERSONA PUÒ DENUNCIARE DI ESSERE VITTIMA DI UN REATO?

1) In che modo la vittima può denunciare un reato?

Per denunciare un reato la vittima può presentare una denuncia o una querela.

2) Che differenza c’è tra la denuncia e la querela?

• Con la denuncia la vittima del reato o un suo parente o anche un estraneo chiede alle autorità di svolgere indagini su una persona accusata di aver commesso un determinato fatto grave (reato).

4 Questo avviso (aggiornato alle modifiche introdotte dalla l. n. 103/2017) è stato predisposto con l’intenzione di attuare quanto previsto dall’articolo 90-bis del codice di procedura penale, da utilizzare necessariamente per i reati di minaccia e violenza ai danni delle donne e minori (lesioni, maltrattamenti, stalking, violenza sessuale, ecc.), anche in contesti legati a relazioni familiari o affettive. L’obiettivo è informare le vittime di reato sui diritti e sulle facoltà previste per loro dalla legge. Il linguaggio di questo avviso cerca di essere il più possibile chiaro per i destinatari e perciò usa le parole più semplici, proprie della “lingua italiana ” (ad esempio vittima del reato e non persona offesa, avvocato e non difensore). Questo avviso è ripreso, con il consenso dell’interessato, da altro già in uso, redatto con l’au- silio di esperti della comunicazione. Informazioni alle vittime di reato

Le indagini sono svolte quando il fatto descritto nella denuncia cor- risponde a reati che devono essere puniti in ogni caso, anche se la vittima non ha presentato la denuncia. Per esempio, sono conside- rati casi gravi la violenza sessuale su bambini, la violenza sessuale su minori, i maltrattamenti, la rapina, l’usura, l’omicidio, le lesioni volontarie guarite oltre i 20 giorni.

• Con la querela la vittima del reato chiede anche la “punizione dell’autore del fatto”, oggetto della querela”, cioè chiede che la perso- na accusata di aver commesso il reato ai suoi danni sia processata. Per alcuni reati, la persona accusata del reato non può essere pro- cessata se la vittima non presenta querela.

Di norma la querela è necessaria per i seguenti reati che altrimenti non vengono puniti5: − lesioni volontarie guarite prima di 20 giorni; − atti persecutori (o stalking); − violenza sessuale; − molti altri reati che la vittima può conoscere parlando con la Po- lizia di Stato, i Carabinieri e altre forze di polizia, con il pubblico ministero o con l’avvocato.

3) Chi può presentare la denuncia o la querela?

La vittima del reato può presentare denuncia o querela: − se è maggiorenne, cioè se ha 18 anni compiuti; − se ha compiuto 14 anni. Se la vittima del reato ha un’età compresa tra i 14 anni compiuti e i 18 anni da compiere, anche uno dei genitori o entrambi i genitori e altre persone indicate dalla legge possono presentare la denuncia o la querela.

La denuncia o la querela può essere presentata anche da un “procu- ratore speciale”, cioè da una persona che la vittima del reato ha in- caricato di presentare la denuncia o la querela. La procura speciale

5 In casi particolari di lesioni volontarie, atti persecutori (stalking), violenza sessuale e altri reati, il pubblico ministero procede comunque contro la persona accusata del reato, anche se la vittima non ha presentato la querela. Informazioni alle vittime di reato

deve rispettare le forme previsti dalla legge6, altrimenti la denuncia o la querela non è valida.

4) Dove può essere presentata la denuncia o la querela?

La vittima del reato può presentare la denuncia o la querela presso: − un Ufficio della Polizia di Stato; − un Ufficio dei carabinieri; nonché presso: − ogni altro Ufficio di polizia giudiziaria; − la Procura della Repubblica; − un Agente consolare presso le ambasciate o i consolati italiani all’estero.

La querela, con la firma autenticata nei modi previsti dalla leg- ge (per esempio dal proprio avvocato o presso il Comune), può es- sere spedita con Raccomandata a uno degli uffici sopra indicati. Se la firma non è autenticata, la querela non è valida.

5) Come si presenta la denuncia o la querela?

La vittima del reato può presentare la denuncia o la querela: • depositando un atto scritto (la vittima del reato può farsi scrivere la denuncia o la querela da una persona di sua fiducia); • raccontando a voce i fatti all’Ufficiale di polizia giudiziaria che riceve la denuncia o la querela (al termine del racconto, l’Ufficiale di polizia giudiziaria deve rileggere quello che ha scritto. La vittima de- ve ascoltare con attenzione e, se quello che è stato scritto non corri- sponde al suo racconto, prima di firmare deve chiedere di modificare il verbale).

6) Entro quanto tempo dal reato deve essere presentata la querela per essere valida?

La regola generale prevede che la querela deve essere presentata:

• entro tre mesi, a partire: − dal giorno in cui è avvenuto il reato che si vuole denunciare; − oppure dal giorno in cui la vittima ha saputo del reato commesso ai suoi danni.

6 La “procura speciale” deve essere: a) firmata dalla persona che presenta la denuncia o que- rela; b) rilasciata con un atto pubblico o con una scrittura privata autenticata. La persona che presenta la denuncia o la querela deve indicare esplicitamente il motivo per cui confe- risce la “procura speciale” e i fatti ai quali si riferisce; c) allegata alla denuncia o querela. Informazioni alle vittime di reato

• entro sei mesi quando la vittima del reato ha subìto i seguenti reati: 1. violenza sessuale, ad eccezione di alcuni casi in cui non c’è biso- gno della querela (per esempio, nel caso di violenza contro un mino- re di 18 anni); 2. atti persecutori o stalking, a eccezione di alcuni casi in cui non c’è bisogno della querela (per esempio, nel caso di atti persecutori commessi nei confronti di minori o persone con disabilità).

Se la querela viene presentata anche un giorno solo dopo questi ter- mini, il pubblico ministero non inizia il processo.

7) Si può ricevere una copia della denuncia o della querela presentata?

Chi presenta una denuncia o una querela può chiedere: − una ricevuta da cui risulta che ha presentato una denuncia o una querela; − una copia della denuncia o della querela con la ricevuta dell’Ufficio.

Se la vittima del reato pensa che in futuro può aver bisogno di una copia della denuncia o della querela consigliamo: − di presentarla per iscritto in doppia copia, facendosi restituire una copia con la ricevuta di presentazione; − oppure, se la vittima racconta a voce il fatto denunciato, di dire su- bito che vuole avere una copia con ricevuta di presentazione.

8) Si può ritirare la denuncia o la querela per interrompere il pro- cesso?

• La denuncia non può essere ritirata.

• La querela: > di regola, può essere ritirata dalla vittima del reato prima che il giudice emetta la sentenza di condanna definitiva nei confronti della persona accusata del reato. Può essere ritirata solo davanti a determinati uffici (Autorità giudi- ziaria che procede, Polizia di Stato, Carabinieri o altri Uffici di polizia giudiziaria). La persona accusata del reato però deve: a) essere informata che la vittima del reato vuole ritirare la querela nei suoi confronti b) accettare la remissione di querela. Informazioni alle vittime di reato

> in alcuni casi la querela non può essere ritirata dalla vittima del reato, e precisamente per i seguenti reati: 1. atti persecutori o stalking se commessi con minacce reiterate gravi o con armi, o da persona con il volto coperto, o da più persone riunite o con scritti anonimi, o con simboli, o intimidazioni derivanti da associazioni segrete, esistenti o supposte; 2. violenza sessuale.

9) La vittima del reato può nominare un avvocato per esercitare i suoi diritti e le sue facoltà previsti dalla legge. Come può nomi- nare l’avvocato?

L’avvocato può essere nominato in uno dei seguenti modi:

− nella denuncia o querela presentata alla Polizia di Stato, ai Carabi- nieri o altra polizia giudiziaria; − con un atto scritto presentato direttamente alla Procura della Re- pubblica (nell’ufficio del pubblico ministero che svolge le indagini) o al giudice che procede (autorità procedente); − con un atto scritto - spedito con raccomandata - alla Procura della Repubblica o al giudice che procede;

In alcuni casi (che sono spiegati più avanti) lo Stato può pagare l’avvo- cato della vittima.

CHI PAGA L’AVVOCATO? COME E QUANDO LA VITTIMA DEL REATO PUÒ CHIEDERE ALLO STATO DI PAGARE L’AVVOCATO?

1) Se la vittima del reato lo chiede, lo Stato paga l’avvocato quan- do la vittima:

a) ha subìto: 1. maltrattamenti da parte di familiari o conviventi; 2. mutilazione degli organi genitali femminili; 3. atti persecutori o stalking; 4. violenza sessuale; 5. atti sessuali su un minorenne; 6. violenza sessuale di gruppo; Informazioni alle vittime di reato

b) ha meno di 18 anni di età ed ha subito: 1. riduzione o mantenimento in stato di schiavitù; 2. prostituzione minorile; 3. pornografia minorile; 4. iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile; 5. tratta di persone; 6. acquisto e alienazione di schiavi; 7. corruzione di minorenni; 8. adescamento di minorenni.

Per altri reati lo Stato paga l’avvocato solo se la vittima del reato è in grave difficoltà economica, avendo guadagnato meno di una certa som- ma prevista dalla legge (€ 11.493,82 che possono essere aumentati in determinati casi, spiegati in nota)7. Per avere chiarimenti consigliamo di rivolgersi - al momento della presentazione della denuncia o della querela - a chi la riceve o all’avvocato.

In tutti gli altri casi la vittima del reato deve pagare l’avvocato.

2) Come si presenta la richiesta per far pagare l’avvocato dallo Stato?

La vittima del reato deve chiedere che lo Stato paghi l’avvocato presen- tando al giudice una domanda scritta, in carta semplice, cioè senza bolli. La domanda deve essere firmata. La firma deve essere autentica- ta dall’avvocato (oppure con le modalità previste dal Decreto del Presi- dente della Repubblica n. 445/2000). La richiesta deve contenere tutte le informazioni necessarie, pre- viste dall’articolo 79 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115/2002, che l’avvocato conosce.

7 In particolare, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 115/2000 stabilisce che lo Stato paga l’avvocato della vittima, se la vittima del reato - ai fini dell’imposta personale sul reddito - ha un reddito imponibile non superiore a € 11.493,82 (limite che viene aumentato ogni due anni). Tale reddito deve risultare dall’ultima dichiarazione dei redditi della vittima. Se la vittima del reato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito è costituito dal- la somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia, compresa la vittima stessa. L’articolo 92 del Decreto del Presidente della Repubblica citato stabilisce che in alcuni casi il limite di reddito è elevato di € 1.032,91 per ognuno dei familiari conviventi. Per calcolare i limiti di reddito, si tiene conto anche dei redditi che per legge sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta, oppure a imposta sostitutiva. Si tiene conto del solo reddito perso- nale della vittima quando i diritti della vittima sono oggetto della causa oppure nei processi in cui gli interessi della vittima sono in conflitto con quelli degli altri componenti del nucleo familiare conviventi della vittima stessa. Informazioni alle vittime di reato

CHE COSA ACCADE DOPO LA PRESENTAZIONE DELLA DENUNCIA O DELLA QUERELA?

Il pubblico ministero può chiedere: a) al giudice dell’udienza preliminare (GUP) che la persona accusata del reato sia processata davanti al Tribunale. In alcuni casi (per re- ati considerati dalla legge meno gravi) il pubblico ministero può ini- ziare direttamente il processo davanti al Tribunale o al giudice di pace; b) al giudice delle indagini preliminari (GIP) di chiudere il procedimen- to, richiedendo l’archiviazione della denuncia o della querela.

LA VITTIMA DEL REATO COME PUO’ SAPERE CHE COSA ACCADE DOPO LA PRESENTAZIONE DELLA SUA DENUNCIA O QUERELA?

La vittima del reato può sapere a che punto sono le indagini e il proces- so che la riguardano, anche tramite il proprio avvocato: a) dopo la presentazione della denuncia o querela, presso la Procura della Repubblica di Varese piazza Cacciatori delle Alpi, Ufficio Rice- zione Atti, terzo piano. In particolare, presentando copia della denuncia o della querela, dando le notizie necessarie, la vittima può ottenere informazioni (per esempio, il numero del procedimento e il nome del pubblico mini- stero che tratta il procedimento). Se presenta una richiesta scritta può ottenere un certificato da cui risultano le notizie relative alla denuncia o alla querela presentata, che contiene il numero del pro- cedimento, il nome del pubblico ministero che tratta il procedimento, il nome della persona accusata del reato contro cui si procede. Può anche conoscere, dopo sei mesi dalla presentazione della de- nuncia o querela, in quale fase si trova il procedimento (se sono state svolte indagini e queste sono concluse, se è stata richiesta una proroga per concludere le indagini, se è stato richiesto il processo per l’autore del reato, ecc.)8; b) successivamente, dopo la fine delle indagini, presso gli Uffici del Tri- bunale di Varese.

8 Facoltà prevista a seguito della modifica dell’art. 90-bis c.p.p. prevista dalla l. n. 103/2017. Informazioni alle vittime di reato

QUALI SONO I DIRITTI DELLA VITTIMA DEL REATO SE IL PUBBLICO MINISTERO CHIEDE DI NON PROCESSARE LA PERSONA ACCUSATA DEL REATO?

Se il pubblico ministero chiede di non processare la persona accusata del reato (cioè se presenta richiesta di archiviazione al Giudice per le Indagini Preliminari), la vittima del reato ha il diritto: a) di essere avvisata sempre se il delitto è stato commesso con “violenza alla persona” (per esempio, lesioni, maltrattamenti, vio- lenza sessuale ecc.). Entro 30 giorni9 da quando è avvisata, la vittima del reato può leg- gere gli atti del processo e chiedere al giudice di far proseguire le in- dagini o di far iniziare il processo, presentando al pubblico ministero una specifica opposizione; b) di essere avvisata, per gli altri reati, solo se nella denuncia o nel- la querela, o successivamente, ha chiesto esplicitamente di sapere dell’eventuale richiesta di archiviazione presentata dal pubblico mi- nistero. In particolare, può scrivere: “Chiedo di essere avvisata, ai sensi dell’articolo 408 del Codice di procedura penale, se il pubblico ministero chiede l’archiviazione”. Entro 20 giorni10 da quando è avvisata, la vittima del reato può leg- gere gli atti del processo e chiedere al giudice di far continuare le in- dagini o di far iniziare il processo, presentando al pubblico ministero una specifica opposizione; c) di essere avvisata se il pubblico ministero non considera il rea- to molto grave e ritiene il danno per la vittima talmente lieve che non deve essere punito. La vittima del reato può presentare un’opposizione chiedendo al giudice di far continuare le indagini e, comunque, ha il diritto di essere sentita dal giudice se si presenta all’udienza.

9 Termine previsto a seguito della modifica prevista dalla l. n. 103/2017. 10 Termine previsto a seguito della modifica prevista dalla l. n. 103/2017. Informazioni alle vittime di reato

QUALI SONO I DIRITTI DELLA VITTIMA DEL REATO DURANTE IL PROCESSO?

Durante le indagini e il processo, la vittima del reato ha molti altri diritti e facoltà. Tra l’altro: a) la vittima del reato ha il diritto:

• di conoscere data, ora e luogo di accertamenti tecnici irripetibili (ai quali può partecipare di persona oppure nominando un esperto di sua fiducia); • di essere avvisata della richiesta di proroga delle indagini presen- tata dal pubblico ministero (la vittima del reato deve chiedere nella denuncia o nella querela di essere avvisata dell’eventuale richiesta di proroga del pubblico ministero); • di conoscere il giorno, l’ora e il luogo in cui viene svolta la pri- ma udienza del processo contro la persona accusata del reato. Se nell’avviso non è precisato che è chiamata come testimone non ha l’obbligo di presentarsi. Non ha diritto di essere avvisata delle udien- ze successive; • di avere il rimborso delle spese di viaggio e un’indennità11, se deve rendere dichiarazioni al pubblico ministero (o alla polizia giudiziaria delegata dal pubblico ministero) e non è residente nel luogo in cui deve presentarsi. Le stesse regole su rimborsi e somme da ricevere si applicano per le persone citate a comparire come testimoni davanti al giudice.

11 Alla vittima del reato spetta il rimborso delle spese di viaggio per andata e ritorno. Il rimborso previsto è pari al prezzo del biglietto di seconda classe sui servizi di linea o al prez- zo del biglietto aereo della classe economica, se preventivamente autorizzato dall’autorità giudiziaria. Se tali servizi non esistono, il rimborso delle spese di viaggio avviene sulla base della località più vicina per cui esiste il servizio di linea. L’uso del taxi è rimborsato soltanto se espressamente e preventivamente autorizzato dall’autorità giudiziaria. Spetta, inoltre, la somma di € 0,72 per ogni giorno di viaggio e la somma di € 1,29 per ogni giorno di soggiorno nel luogo in cui è convocata. La somma di € 1,29 è dovuta solo se i testimoni sono obbligati a rimanere fuori dalla propria residenza almeno un giorno intero, oltre a quello di partenza e di ritorno. Informazioni alle vittime di reato

La richiesta di autorizzazione e quella di liquidazione delle somme, con i relativi documenti e i biglietti in originale, devono essere pre- sentate all’ufficio del pubblico ministero o del giudice che ha citato la vittima del reato.

b) nei procedimenti nei quali la persona accusata del reato chiede di sospendere il processo per essere “messa alla prova” e ottenere che il processo termini senza condanna, in caso di buon esito della pro- va, la vittima del reato ha il diritto di essere sentita dal giudice e può presentare atti scritti. Se la richiesta di sospensione presentata dalla persona accusata del reato viene accolta, la vittima del reato può chiedere al pubblico mi- nistero d’impugnare l’ordinanza del giudice oppure può impugnarla autonomamente se non è stata avvisata dell’udienza oppure non è stata sentita dal giudice;

c) la vittima del reato può: • presentare memorie, cioè atti scritti da far leggere al pubblico mi- nistero o al giudice; • indicare testimoni o altri elementi di prova (tranne nel giudizio di cassazione); • chiedere al pubblico ministero di raccogliere in anticipo alcune prove (con la procedura chiamata di incidente probatorio) quando sia necessario, come nel caso di testimonianza di persone esposte a rischi o a pressioni (come è spiegato oltre); • partecipare alle udienze e ricevere la sentenza del processo, solo se chiede alla persona accusata del reato il pagamento dei danni subiti dal reato (come è spiegato oltre).

DOPO LA DENUNCIA O LA QUERELA LA VITTIMA DEL REATO QUANDO DOVRÀ TESTIMONIARE?

Durante la fase delle indagini preliminari, il pubblico ministero può chiedere che la vittima del reato venga sentita come testimo- ne in “incidente probatorio”.

In questo caso:

• la vittima del reato viene sentita prima del processo pubblico dal giudice, presenti il proprio avvocato, il pubblico ministero, la perso- na accusata del reato e il suo difensore; • la sua testimonianza non dovrà più essere ripetuta, tranne eccezioni; Informazioni alle vittime di reato

• le sue dichiarazioni verranno inserite negli atti del processo e valu- tate dal giudice che con sentenza dovrà decidere sulla responsabilità penale della persona accusata del reato.

L’incidente probatorio della vittima del reato può essere chiesto quando:

• vi è fondato motivo di ritenere che la vittima del reato non potrà essere esaminata nel processo pubblico per infermità o altro grave impedimento; • quando, per elementi concreti e specifici, vi è fondato motivo di ri- tenere che la vittima del reato subisca violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro (o di altra utilità) per non testimoniare o per testimoniare il falso.

Le vittime di maltrattamenti, stalking, violenze sessuali, riduzione in schiavitù e comunque le vittime in condizione di particolare vulnerabi- lità possono richiedere di testimoniare in incidente probatorio in ogni caso.

Nei casi in cui la testimonianza della vittima del reato non avvie- ne con incidente probatorio, la vittima del reato viene chiamata a testimoniare nel processo pubblico dal giudice che decide se la persona accusata del reato è colpevole o innocente.

In ogni caso, la vittima dei reati di maltrattamenti, stalking, violenza sessuale, riduzione in schiavitù anche se maggiorenne, su sua ri- chiesta o su richiesta del suo avvocato, ha diritto a testimoniare senza avere un contatto visivo con l’accusato, quantomeno al riparo di un paravento.

La vittima minorenne di anni 18 ha diritto di testimoniare con modalità protette e con la presenza di uno esperto in psicologia infantile.

DURANTE IL PROCESSO CHE COSA PUÒ CHIEDERE LA VITTIMA DEL REATO ALLA PERSONA ACCUSATA DEL REATO? RISARCIMENTO DEI DANNI E ALTRO

La vittima del reato può chiedere nel corso del processo penale:

• il pagamento dei danni subiti; • la restituzione delle cose sottratte. Informazioni alle vittime di reato

Per ottenere il pagamento dei danni e le restituzioni la vittima del reato deve “costituirsi parte civile” nel processo, necessariamente con un av- vocato, come previsto dal codice di procedura penale.

La vittima può anche chiedere il pagamento dei danni e le restituzio- ni iniziando una causa davanti al giudice civile (tribunale o giudice di pace), rispettando le regole previste dalla legge che l’avvocato conosce.

QUALI SONO I DIRITTI DI CHI NON PARLA, NON LEGGE E NON CAPISCE L’ITALIANO?

Se la vittima del reato non legge, non parla o non capisce l’italiano può chiedere di far tradurre nella sua lingua gli atti del processo, con le seguenti modalità:

• se presenta una denuncia o una querela, ha il diritto di usare una lingua da lei conosciuta. • se intende partecipare all’udienza avrà un interprete (pagato dallo Stato), se ne fa richiesta; • ha diritto alla traduzione gratuita degli atti, o parti di essi, che con- tengono informazioni utili per poter esercitare i suoi diritti.

COME OTTENERE PROTEZIONE IN CASO DI PERICOLO?

Se si sente in pericolo, la vittima del reato può essere tutelata in molti modi:

a) innanzitutto la vittima può chiedere che l’indirizzo del luogo in cui abita abitualmente non venga scritto negli atti del processo. Se nella denuncia o nella querela la vittima del reato nomina un avvocato tutti gli avvisi arriveranno all’avvocato e quindi non è necessario che indichi il suo indirizzo;

b) quando viene commesso un reato, Polizia di Stato, Carabinieri e tutti gli appartenenti alla polizia giudiziaria hanno il dovere di impedire che il reato venga portato ad ulteriori conseguenze, anche proceden- do all’allontanamento della persona accusata del reato o al suo ar- resto. Pertanto le vittime del reato possono telefonare al 112 - NUE (Numero Unico di Emergenza) e chiedere l’intervento della Polizia o dei Carabinieri; Informazioni alle vittime di reato

c) nei casi più gravi, il pubblico ministero può chiedere al giudice la limitazione della libertà della persona accusata del reato. La limita- zione della libertà può andare dal divieto di avvicinare la vittima fino al carcere; d) se la persona accusata del reato è un parente o un suo convivente, la vittima del reato:

• può chiedere che la persona accusata del reato: - sia allontanata dalla casa in cui viveva con la vittima e le sia vieta- to di avvicinarsi alla vittima oppure ai luoghi dalla stessa frequenta- ti; - sia sottoposta a misure più gravi, compreso il carcere. Se la persona accusata del reato non rispetta gli ordini del giudice può essere mandata in carcere.

• ha il diritto di essere avvisata se il giudice ha adottato nei con- fronti della persona accusata del reato i provvedimenti di allontana- mento o di divieto di avvicinamento. Se la vittima conosce i provvedi- menti che il giudice ha adottato nei confronti della persona accusata del reato, può segnalare eventuali violazioni. Se la persona accusata del reato viola i provvedimenti restrittivi del giudice può andare in- contro a misure più severe per poter garantire una maggiore prote- zione della vittima; e) la vittima di reato commesso con danni alle persone (per esempio, maltrattamenti):

• può chiedere di essere avvisata (anche scrivendolo nella denun- cia o nella querela) se la persona accusata del reato: - esce dal carcere o dal luogo di detenzione perché scarcerata o per- ché ha finito di scontare la pena; - evade, cioè fugge dal carcere o dal luogo in cui è in arresto;

• ha diritto di avere comunicazione: - se sono state adottate misure nei confronti della persona accusata del reato (carcere, arresti domiciliari, divieto di avvicinamento ecc.); - se è stata richiesta la revoca delle misure sopra descritte. In que- sto caso, deve presentare al giudice un atto scritto entro 2 giorni se vuole opporsi alla revoca della misura; Informazioni alle vittime di reato

- se sono state modificate le misure emesse dal giudice; In questo modo la vittima del reato sa se la persona accusata del reato è libera o è limitata nei suoi movimenti.

Queste informazioni sono fornite alla vittima solo se ha scelto o di- chiarato il suo domicilio al momento della presentazione della de- nuncia o della querela o in un momento successivo. Se la vittima ha nominato un avvocato le comunicazioni sono fornite al suo avvocato. f) la vittima del reato può chiedere un ordine di protezione europeo. La vittima del reato che soggiorna o risiede in Italia e che dichiara di volere risiedere e soggiornare in un altro Stato dell’Unione Europea può chiedere al giudice un ordine di protezione europeo quando al- la persona accusata del reato è stato ordinato di allontanarsi dalla casa in cui viveva con la vittima o di non avvicinarsi ai luoghi fre- quentati dalla vittima del reato. La richiesta dell’ordine di protezio- ne europeo può essere presentata anche dal rappresentante legale della vittima. Nella richiesta devono essere precisati: il luogo in cui la vittima del reato risiede o intende risiedere nello Stato dell’Unione Europea, la durata e le ragioni di soggiorno. In mancanza di queste notizie il giudice non emana l’ordine di protezione; g) la vittima di sfruttamento della prostituzione o di delitti per i quali è previsto l’arresto obbligatorio (articolo 380 del Codice di procedura penale) può chiedere il permesso di “soggiorno per motivi di protezione sociale” se si trova in situazione di violenza o di grave sfruttamento; h) la vittima di violenza domestica può chiedere il permesso di sog- giorno per motivi umanitari; i) se la vittima del reato risiede in uno Stato membro dell’Unione Europea diverso da quello in cui è stato commesso il reato, il magistrato trasmette le denunce e le querele alle Autorità competen- ti dello Stato che ospita la vittima.

QUANDO LE VITTIME DEL REATO SI TROVANO “IN CONDIZIONE DI PARTICOLARE VULNERABILITÀ”? QUALI ALTRI DIRITTI HANNO?

Alcune vittime sono persone che si trovano “in condizione di partico- lare vulnerabilità” per l’età o per la presenza di malattie o di ritardo mentale o per il tipo di reato subito (maltrattamenti o stalking da par- Informazioni alle vittime di reato

te del partner o ex partner, violenza sessuale, riduzione in schiavitù, tratta, ecc.) o se il reato è stato condotto nell’ambito della criminalità organizzata o se fatto con finalità di discriminazione oppure se la vit- tima si trova in una situazione di dipendenza affettiva o economica o psicologica con l’accusato o il modo in cui il reato è stato commesso.

In questi casi, se la vittima del reato maggiorenne lo chiede, la polizia giudiziaria deve:

• sentire la vittima del reato con l’aiuto di un esperto di psicologia; • evitare qualsiasi contatto tra la vittima del reato e la persona accu- sata del reato; • assicurare alla vittima del reato che non sarà chiamata più volte per fare le sue dichiarazioni, a meno che non sia strettamente necessa- rio; • tutelare e proteggere la vittima del reato durante le indagini e duran- te il processo che seguirà dopo le indagini.

A CHI SI PUÒ RIVOLGERE LA VITTIMA DEL REATO IN CASO DI VIOLENZA E IN ALTRI CASI GRAVI?

La vittima di un reato: • può rivolgersi alla Polizia di Stato, ai Carabinieri e altri Uffici di poli- zia giudiziaria. Fin dal momento della presentazione della denuncia o della querela deve essere informata del suo diritto a nominare un avvocato come proprio difensore di fiducia e della possibilità di chie- dere che lo Stato paghi l’avvocato; • nel caso di violenza domestica o stalking da parte del partner, violenza sessuale e altri gravi reati con violenza o minaccia, Po- lizia di Stato, Carabinieri e ogni altra polizia giudiziaria hanno l’ob- bligo di mettere in contatto le vittime con i centri antiviolenza, le ca- se rifugio e i servizi presenti nel territorio ai quali chiedere sostegno, assistenza e ospitalità.

DOVE SI PUO’ RIVOLGERE LA VITTIMA IN CASO DI VIOLENZA SESSUALE O DI LESIONI?

Le vittime di violenza sessuale possono rivolgersi al Punto di primo in- tervento ginecologico dell’Ospedale Del Ponte di Varese. Medici esperti provvederanno all’accoglienza, con l’assistenza di psicologi del Centro Antiviolenza ‘AMICO FRAGILE DICO_DONNA’, e alla visita ginecologica con personale specializzato anche nella raccolta delle prove. Informazioni alle vittime di reato

Le vittime di lesioni da maltrattamento possono rivolgersi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese, ove sono presenti psico- logi esperti di ‘AMICO FRAGILE DICO_DONNA’.

I bambini vittime di maltrattamento e abuso possono essere portati al Pronto Soccorso pediatrico dell’Ospedale Del Ponte di Varese, ove personale competente ne avrà cura.

COSA SONO I CENTRI ANTIVIOLENZA E LE CASE RIFUGIO? CHI PUÒ ACCEDERVI, COSA OFFRONO?

Le vittime di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, stalking, le- sioni o percosse da parte di un familiare o del partner, sfruttamento della prostituzione, tratta di schiavi, possono rivolgersi ai Centri anti- violenza presenti sul territorio per ottenere ascolto da persone esperte e specializzate sulla violenza nei confronti delle donne, sostegno psico- logico, consulenza ed assistenza specializzata e, nei casi di grave peri- colo all’incolumità della vittima, anche ospitalità insieme ai propri figli minorenni.

Per conoscere i centri antiviolenza e le case rifugio (le strutture sanita- rie e le case famiglia), presenti nel territorio di competenza della Procu- ra di Varese le vittime del reato possono rivolgersi allo “SPORTELLO PER LE VITTIME DI VIOLENZA” realizzato dalla Procura della Repub- blica e dall’Ordine degli Avvocati di Varese presso il Palazzo di Giustizia di Varese o consultare il sito online della Regione Lombardia alla voce “Centri Antiviolenza”. Informazioni alle vittime di reato

TERMINI TECNICI

INDAGATO La persona accusata del reato nel corso dell’indagine preliminare. Se viene esercitata l’azione penale e rinviata a giudizio la persona assume la veste di IMPUTATO.

PERSONA OFFESA La vittima.

PUBBLICO MINISTERO Svolge l’indagine preliminare, promuove l’azione penale, sostiene le ragioni dell’accusa al processo. Opera a tutela dei diritti della collettività e dei sin- goli, con il dovere di agire con imparzialità e indipendenza.

INDAGINE PRELIMINARE Fase iniziale del procedimento penale nella quale il pubblico ministero e la polizia giudiziaria ricercano e raccolgono elementi di prova in ordine alla sussistenza del reato e alla responsabilità dell’indagato.

ARCHIVIAZIONE Atto con il quale viene chiusa un’indagine preliminare per l’impossibilità di celebrare utilmente un processo perché il reato non è accertato o gli ele- menti di prova raccolti non sono sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio.

RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO Atto con il quale il pubblico ministero esercita l’azione penale e chiede sia disposto un processo nei confronti dell’imputato (per reati meno gravi il pubblico ministero procede con decreto di citazione diretta a giudizio).

UDIENZA Momento e luogo in cui si svolge il processo, in contraddittorio tra accusa e difesa.

GIUDIZIO ABBREVIATO Procedimento speciale che consente di concludere il procedimento senza dibattimento, sulla base degli atti contenuti nel fascicolo del pubblico mini- stero, con lo sconto di un terzo della pena.

PATTEGGIAMENTO Procedimento speciale che consente di concludere il processo con un ac- cordo tra il difensore dell’imputato e il pubblico ministero con uno sconto di pena.

ORDINANZA DI MISURA CAUTELARE E’ un provvedimento motivato del Giudice con il quale una persona, su richiesta del pubblico ministero e per motivi di cautela, viene privata della libertà personale o della possibilità di muoversi liberamente avvicinando la persona offesa.

SENTENZA Atto che conclude il processo con la condanna o l’assoluzione dell’imputato. polizia di stato Informazioni alle vittime di reato

Pino L. M.

Curiglia Con Monteviasco

Dumenza Agra

Luino

Germignaga

Brezzo Di Bedero Cadegliano Montegrino Viconago Valtravaglia Porto Ponte Valtravaglia ia na Tresa gl za Ma sago Cugliate en Fabiasco rc is es M hirol Br ltrava Cassano Va Valcuvia o Ferrera Duno Ra n Masciago ci o Va Cuasso Bedero Al Monte Porto lcuvia Ceresio Laveno

Brenta Castello Cabiaglio o

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no Orino Salt

Sangia Viggiù Cocquio

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Comabbio ra Brunello o Taino Va Crosio D. V. Castiglione Venegono Olona Superiore

Mercallo stronn

Ca Caronno Gornate Varesino Olona io sepr o stel nate Ca Lo Ceppin Informazioni alle vittime di reato

POLIZIA DI STATO

Le denunce o querele possono essere presentate presso:

1. Questura di Varese - Ufficio Denunce Piazza Libertà n. 2 Tel. 0332801111

ove presente personale specializzato e una struttura per l’ascolto.

2. Polizia di Stato di - Ufficio Denunce Via Bernardino Luini n. 4B Tel. 0332 541911 Informazioni alle vittime di reato

Pino L. M. Tronzano Lago Maggiore Veddasca

Curiglia 15 Con Monteviasco Maccagno

Dumenza Agra 12

Luino 9 Cremenaga13 Montegrino Cadegliano Valtravaglia Viconago

Porto Ponte Valtravaglia ia na Tresa gl za Ma sago Grantola Cugliate en Brusimpiano 10 Fabiasco rc is es M hirol Br ltrava Cassano Cunardo Marzio Castelveccana Va Valcuvia o Ferrera Duno Ra 16 n Masciago Casalzuigno ci o Va Cuasso Cuveglio Bedero Al Monte Porto 11 lcuvia Ceresio Laveno Cittiglio Valganna 7 Cuvio

Brenta 14 Castello Brinzio Besano Azzio Cabiaglio o

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no Gemonio Orino Bisuschio Leggiuno Caravate Salt

Sangia 2 Viggiù Cocquio Clivio

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te Monate te Malnate Bian Cazzago B. o ezza Ranco Galliate L. 6 Ternate te

Cadr Osmate Gazzada Vedano 17 mnag Buguggia za Bodio Lentate B. Schianno Olona

Angera 18 Lo Lozza Az

no Daverio 3 ra Brunello Morazzone o Taino Va Crosio D. V. Castiglione Venegono 20 Olona Superiore

Mercallo stronn Caronno 21 Ca Gornate Varesino Olona Venegono Inferiore io Carnago Tradate sepr o stel nate

Ca 19 Lo Ceppin Informazioni alle vittime di reato

CARABINIERI

Pino L. M. Le denunce o querele possono essere presentate presso il Tronzano Lago Maggiore Veddasca Comando Carabinieri di Varese via A. Saffi 55 Curiglia 15 Con Monteviasco Maccagno ove presente personale specializzato e una struttura per l’ascolto.

Dumenza Agra 12 In ogni caso, possono essere presentate presso ogni Compagnia o Sta- zione Carabinieri del territorio: Luino 9 Germignaga 1 Stazione CC Varese via A. Saffi n. 55 tel. 0332 4501 Cremenaga 13 (Comuni di competenza: Varese, Casciago) Brezzo Di Bedero Montegrino Cadegliano Valtravaglia Viconago Porto Ponte 2 Stazione CC Arcisate via Ruzzarin n. 2 tel. 0332 470103 Valtravaglia ia na Tresa gl za Ma sago Grantola Cugliate en Brusimpiano 10 Fabiasco rc (Comuni di competenza: Arcisate, Bisuschio, ) is es M hirol Br ltrava Cassano Cunardo Marzio Castelveccana Va Valcuvia o Ferrera Stazione CC via delle Peschiere n. 21/q tel. 0332 459102 Duno Ra 16 3 n Masciago Casalzuigno ci o (Comuni di competenza: Azzate, , Brunello, Bu- Va Cuasso Cuveglio Bedero Al Monte Porto 11 lcuvia Ceresio guggiate, , Daverio, , Gazza- Laveno Cittiglio Valganna 7 Cuvio da Schianno)

Brenta 14 Castello Brinzio Besano Azzio Cabiaglio o

ri no Gemonio Orino Bisuschio

Salt 4 Stazione CC Besozzo via Michelino da Besozzo n. 14 tel. 0332 Leggiuno Caravate

Sangia 2 Viggiù Cocquio Clivio 770197

Trevisago o ri 4 o Arcisate (Comuni di competenza: Besozzo, Brebbia, Monvalle, Cocquio ss 8 Monvalle Besozzo me 1 Induno

ra Olona Co Gavirate vinate Trevisago)

ello Ba 5 Lu Brebbia Bard Cantello o Casciago lgesso an Varese 5 Stazione CC Gavirate largo Gianni Rodari n. 2 tel. 0332 425115 Ma onno

Breg (Comuni di competenza: Gavirate, , , Brega- Ispra Travedona dr

te Monate te Malnate no, , , , ) Bian Cazzago B. o ezza Ranco Galliate L. 6 Ternate te

Cadr Osmate Gazzada Vedano 17 mnag 6 Stazione CC Malnate via Giosuè Carducci n. 4 tel. 0332 Buguggia za Bodio Lentate B. Schianno Olona

Angera 18 Lo Lozza Az no Daverio 3 425115 Comabbio ra Brunello Morazzone o Taino Va Crosio D. V. (Comuni di competenza: Malnate, Lozza, ) Castiglione Venegono 20 Olona Superiore

Mercallo stronn Caronno 21 Ca Gornate 7 Stazione CC via Roberto Ticli n. 6 tel. 0332 Varesino Olona Venegono Inferiore

io 920167 Carnago Tradate sepr (Comuni di competenza: Porto Ceresio, Besano, Cuasso al Mon- o stel

nate te, Cuasso al Piano) Ca 19 Lo Ceppin

8 Stazione CC Viggiù via Salvo d’Acquisto n. 4 tel. 0332 486101 (Comuni di competenza: Viggiù, Cantello, Clivio, ) Informazioni alle vittime di reato

9 Stazione CC Luino via San Pietro n. 53 tel. 0332 542900 (Comuni di competenza: Luino, Germignaga, , Brezzo di Bedero, Brissago Valtravaglia)

10 Stazione CC Castelveccana via Guglielmo Marconi n. 8 tel. 0332 521228 (Comuni di competenza: Castelveccana, Portovaltravaglia)

11 Stazione CC Cuvio via Giuseppe Maggi n. 8 tel. 0332 650105 (Comuni di competenza: Cuvio, Cuveglio, Azzio, Bedero Valcu- via, , Duno, , Gemonio, Ma- sciago Primo, Orino, )

12 Stazione CC Dumenza via Bartolomeo Scappi n. 8 tel. 0332 517052 (Comuni di competenza: Dumenza, Agra, Curiglia con Monte- viasco)

13 Stazione CC via L. Colombo n. 24 tel. 0332 550102 (Comuni di competenza: Lavena Ponte Tresa, Brusimpiano, Ca- degliano Viconago, Cremenaga)

14 Stazione CC Laveno Mombello via Gen. C.A. Dalla Chiesa n. 9 tel. 0332 668210 (Comuni di competenza: Laveno Mombello, Cittiglio, Brenta, Ca- ravate, , Leggiuno)

15 Stazione CC Maccagno via Trieste n. 4 tel. 0332 560103 (Comuni di competenza: Maccagno con Pino e Veddasca, Tron- zano Lago Maggiore)

16 Stazione CC via Fratelli Sapori n. 3 tel. 0332 723067 (Comuni di competenza: Marchirolo, Cugliate Fabiasco, Cunar- do, Grantola, Valganna, Marzio, )

17 Stazione CC Angera via Varesina n. 43 tel. 0331 930161 (Comuni di competenza: Angera, Ispra, Taino, Cadrezzate, Ran- co)

18 Stazione CC Ternate via Roma n. 83 tel. 0332 90103 (Comuni di competenza: Ternate, Travedona Monate, , Mercallo, Comabbio, )

19 Tenenza CC Tradate Piazza Salvo d’Acquisto n. 3 tel. 0331 841465 (Comuni di competenza: Tradate, , Venegono In- feriore) Informazioni alle vittime di reato

20 Stazione CC Carnago via D. Alighieri n. 29 tel. 0331 993197 (Comuni di competenza: Carnago, Morazzone, Caronno Varesi- no, , Castelseprio)

21 Stazione CC via IV Novembre n. 1 tel. 0331 858540 (Comuni di competenza: Castiglione Olona, , Gornate Olona) OSPEDALE Informazioni alle vittime di reato

Pino L. M. Tronzano Lago Maggiore Veddasca

Curiglia Con Monteviasco Maccagno

Dumenza Agra

Luino

Germignaga Cremenaga

Brezzo Di Bedero Cadegliano Montegrino Viconago Valtravaglia Porto Ponte Valtravaglia ia na Tresa gl za Ma sago Cugliate en Grantola Brusimpiano Fabiasco rc is es M hirol Br ltrava Cassano Cunardo Marzio Castelveccana Va Valcuvia o Ferrera Duno Ra n Masciago Casalzuigno ci o Va Cuasso Cuveglio Bedero Al Monte Porto lcuvia Ceresio Laveno Cittiglio Valganna Cuvio

Brenta Castello Brinzio Besano Azzio Cabiaglio o

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no Gemonio Orino Bisuschio Leggiuno Caravate Salt

Sangia Viggiù Cocquio Clivio

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Mercallo stronn

Ca Caronno Gornate Varesino Olona Venegono Inferiore io Carnago Tradate sepr o stel nate Ca Lo Ceppin OSPEDALE Informazioni alle vittime di reato

OSPEDALI

Pino L. M. Tronzano Per visite mediche con personale specializzato e assistenza psicologica: Lago Maggiore Veddasca

Curiglia Con Monteviasco per lesioni e traumi da percosse: Maccagno

Dumenza Pronto Soccorso Ospedale di Circolo di Varese Agra Viale Luigi Borri n. 57 Varese Tel. 0332 278111

Luino per violenza sessuale:

Germignaga Cremenaga Punto di primo intervento ginecologico Ospedale Del Ponte di Varese Brezzo Di Bedero Cadegliano Montegrino Viconago Via Filippo Del Ponte n. 19 Varese Tel. 0332 299111 Valtravaglia Porto Ponte Valtravaglia ia na Tresa gl za Ma sago Cugliate en Grantola Brusimpiano Fabiasco rc is es M hirol Br ltrava Cassano Cunardo Marzio per lesioni e traumi a bambini: Castelveccana Va Valcuvia o Ferrera Duno Ra n Masciago Casalzuigno ci o Pronto soccorso pediatrico Ospedale Del Ponte di Varese Va Cuasso Cuveglio Bedero Al Monte Porto lcuvia Ceresio Via Filippo Del Ponte n. 19 Varese Tel. 0332 299111 Laveno Cittiglio Valganna Cuvio

Brenta Castello Brinzio Besano Azzio Cabiaglio o

ri no Gemonio Orino Bisuschio Leggiuno Caravate Salt

Sangia Viggiù Cocquio Clivio

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Cadr Osmate Gazzada Vedano mnag Buguggia za Bodio Lentate B. Schianno Olona

Angera Lo Lozza Az

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Comabbio ra Brunello Morazzone o Taino Va Crosio D. V. Castiglione Venegono Olona Superiore

Mercallo stronn

Ca Caronno Gornate Varesino Olona Venegono Inferiore io Carnago Tradate sepr o stel nate Ca Lo Ceppin CENTRI Informazioni alle vittime di reato

Pino L. M. Tronzano Lago Maggiore Veddasca

Curiglia Con Monteviasco Maccagno

Dumenza Agra

Luino

Germignaga Cremenaga

Brezzo Di Bedero Cadegliano Montegrino Viconago Valtravaglia Porto Cugliate Ponte Valtravaglia ia na Fabiasco Tresa gl za Ma sago Grantola en rc Brusimpiano is es M hirol Br ltrava Cassano Cunardo Marzio Castelveccana Va Valcuvia o Ferrera Duno Ra n Masciago Casalzuigno ci o Va Cuasso Cuveglio Bedero Al Monte Porto lcuvia Ceresio Laveno Cittiglio Valganna Cuvio

Brenta Castello Brinzio Besano Azzio Cabiaglio o

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no Gemonio Orino Bisuschio Leggiuno Caravate Salt

Sangia Viggiù Cocquio Clivio

Trevisago o ri

o Arcisate

ss 1 Monvalle Besozzo me Induno

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te Monate te Malnate Bian Cazzago B. o ezza Ranco Galliate L.

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Mercallo stronn

Ca Caronno Gornate Varesino Olona Venegono Inferiore io Carnago Tradate sepr o stel nate Ca Lo Ceppin

4 CENTRI

Pino L. M. Tronzano Lago Maggiore Veddasca

Curiglia Con Monteviasco Maccagno

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