L’Eco delTevere L’Eco del TevereL’Eco è un periodico edito dall’agenzia Saturno Comunicazione sas – Iscrizione al Registro Stampa n.6/07 – Autorizzazione Tribunale di Arezzo 2 marzo 2007

Periodico di informazione - Edizione n° 110 - Anno XIII - n° 8 OTTOBRE 2019

L’Eco delTevere Villa Pasqui a Città di Castello e la sua particolare bellezza, rispettata anche dai tedeschi nel periodo della guerra

Umbertide e la Collegiata: il legame fra la città e la chiesa principale, i restauri e la dedicazione ai motociclisti Sicurezza, completamento della Storia e arte nei piccoli luoghi della Mario Ugolini, primo sindaco di rete di adduzione e turismo: Valtiberina: la pieve di Micciano, Sansepolcro con bandiera Pci: le La carriera di Andrea Cravotta, il il disegno futuro della diga di scrigno millenario del territorio di accese battaglie con l’avversario giovane altotiberino all’esordio nel calcio Montedoglio per la Valtiberina Anghiari Ameglio Fanfani professionistico come assistente arbitrale

1 2 anti argomenti, di varia natura, nel numero di ottobre del nostro periodico. L’inchiesta di turno è stata in- SOMMARIO centrata sul futuro della diga di Montedoglio, alla luce in particolare della tavola rotonda del 14 settembre, L’opinionista 4 Tche ha avuto fra gli organizzatori anche la Saturno Comunica- I misteri da risolvere nel rione delle Forche zione. Quale futuro per l’invaso, una volta che sarà rimesso in piedi anche il pezzo di muro crollato nel dicembre del 2010? Inchiesta La sicurezza prima di tutto, ma un utilizzo anche a fini turistici, 6 Il futuro della diga di Montedoglio per esempio. E’ a suo modo inchiesta, poi, la riflessione su falsi profili e “fake news”, autentiche “devianze” nel mondo dei so- 10 Personaggi cial di oggi; strumenti eccezionali che rischiano di diventare un La maestra elementare Liliana Roghi pericolo anche dal punto di vista penale. Per ciò che riguarda gli argomenti di storia, siamo arrivati all’ultimo capitolo della li- Attualità berazione dell’Alta Valle del Tevere con i rimanenti Comuni del 12 Villa Pasqui a Città di Castello versante toscano, compreso quello di Sansepolcro, ma costi- Attualità tuiscono storia – e insieme arte - anche i tre edifici che abbia- 14 Andrea Cravotta, un altotiberino mo posto sotto la lente di ingrandimento: la pieve di Micciano assistente nel calcio professionistico ad Anghiari, Villa Pasqui a Città di Castello e la Collegiata di Umbertide, ognuna con un qualcosa di inedito da raccontare. 16 Storia e arte A essi, deve essere aggiunto l’antico ponte romanico di Fre- La chiesa della Collegiata di Umbertide sciano a Badia Tedalda. Non mancano ovviamente nemmeno i

personaggi: quello da non dimenticare è Mario Ugolini, l’inse- EDITORIALE 18 Storia e arte gnante eletto primo sindaco comunista di Sansepolcro, che poi Anghiari: la pieve di Santa Maria a si laureò in Giurisprudenza. Di lui si ricordano alcune significa- Micciano tive operazioni compiute in città negli anni ’50 e soprattutto l’accesa rivalità Satira politica con l’avvocato Ameglio Fanfani, accomunati però da una grande sti- 21 La vignetta ma reciproca. Rimanendo a Sansepolcro, il collega Claudio Cherubini traccia il profilo molto gradito anche dal sottoscritto direttore di testata: quello di Personaggi Liliana Roghi, maestra elementare di entrambi, morta nel febbraio del 2013. È 22 L’avvocato Mario Ugolini pressochè impossibile dimenticare quei tempi e quella figura, che ha avviato il tuo cammino di educazione e istruzione e che ti ha dato preziosi consigli, alla 26 Storia pari dei genitori. Grazie Claudio per averci pensato! È invece in vita – anzi, è Il passaggio del fronte in Valtiberina ancora molto giovane – Andrea Cravotta, giacchetta nera del calcio nel ruolo Toscana (II puntata) di assistente arbitrale, quello che fino a qualche anno fa era chiamato guar- Inchiesta dalinee: l’inizio della stagione 2019/2020 ha significato per lui l’esordio fra i 30 Falsi profili e “fake news” sui social professionisti. E le pagine del fumetto sono riservate a un altro grande: Corto Maltese, così come grande è stato il suo creatore, Hugo Pratt. Buona lettura! Rubrica 33 La cucina di Chiara

Attualità 34 Un re dei fumetti: Corto Maltese Creative Director Attualità Domenico Gambacci 37 Badia Tedalda: il ponte romanico di Fresciano Fotografia Attualità Domenico Gambacci 37 Sestino: Federico Rodà e gli “Spartani dell’Appennino” Luogo Panorama della Il legale risponde Valtiberina con vista dal 39 Il contratto di convivenza

in COPERTINA Castello della Barbolana

Anno XIII edizione 110 N°8

Fondatore Direttore Editoriale Direttore Responsabile Domenico Gambacci Davide Gambacci Claudio Roselli

edito da: Con la consulenza di:

Periodico Redazione Avv. Gabriele Magrini Mariateresa Baroni, Carlo Campi, Dott. Alessandro Ruzzi. Via Carlo Dragoni, 40 - 52037 Sansepolcro (Ar) Claudio Cherubini, Francesco Crociani, Tel e Fax 0575 749810 Davide Gambacci, Domenico Gambacci, www.saturnocomunicazione.it Giulia Gambacci, Monia Mariani, Grafica e stampa: e-mail: [email protected] Claudio Roselli, Ruben J.Fox, Donatella Zanchi S-EriPrint P.Iva 02024710515 - iscrizione al Roc. n. 19361

Le opinioni degli autori non sono necessariamente le opinioni dell’editore, ©L’eco del Tevere - tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale

3 INCROCIO STRADALE E APPEZZAMENTO DI TERRENO NELL’AREA DELL’ALBERGO: I MISTERI DELLE FORCHE A SANSEPOLCRO di Domenico Gambacci

o abbiamo scritto, detto e ripe- curioso e quindi vado in fondo alla cosa, no- a farlo anche per un altro motivo: nell’ampio tuto fino alla noia: da anni, San- tando un qualcosa di strano: il lato delle aiole spazio zebrato intercorrente fra le aiole e via sepolcro è alle prese con il grosso spartitraffico, parallelo al corso della strada Senese Aretina, si ficcano le auto degli avven- problema delle soste selvagge. In- principale, è normalmente arretrato di circa tori che scendono per un caffè o per una velo- L giustificate per principio, perché un metro rispetto alla linea laterale; così in ef- ce sosta rifocillante. Non solo: c’è sempre una - laddove non è consentito - non fetti è nello svincolo con via Carlo Vigo, men- componente di rischio legata ai diritti di pre- si deve sostare; a Sansepolcro, poi, c’è anche tre dalla parte di fronte – quella che riguarda cedenza, per cui molte volte una piccola esi- un’aggravante: i parcheggi ci sono, sia lungo via La Fiora – l’arretramento è senza dubbio tazione è all’origine di incidenti stradali, non il perimetro esterno delle mura urbiche, sia nel eccessivo, nel senso che i metri di distanza gravi nella loro entità ma frequenti nel loro centro urbano e nelle periferie. La questione sono almeno cinque. Quanto basta per porsi accadere. E di conseguenza, la zona diventa non è pertanto di struttura, ma di… abitudini: una semplice domanda: perché? La risposta pericolosa. Ciò detto, credo che in ogni caso di cattive abitudini, per meglio dire, figlie di un l’aspettano in molti, ma purtroppo non arriva sarebbe quantomeno opportuno ripristinare sostanziale difetto di fondo chiamato comodità, e tutto questo crea una situazione di perico- la normalità per le aiole: riallungandole fino in nome della quale pesano sulle gambe anche lo, non dimenticando che anche la linea del- al metro di arretramento dalla linea bianca di 20 metri in più di camminata. Tutti vogliamo ar- lo stop è logicamente arretrata. Risultato: se via Senese Aretina, gli automobilisti fermi allo rivare sul luogo che ci interessa, fermando l’auto un veicolo rispetta rigorosamente le regole, stop (parimenti avanzato anch’esso) potreb- nel punto più vicino possibile, regolare o non finisce con il non vedere chi circola, per cui bero beneficiare di una visuale più chiara del regolare che sia. Un fenomeno questo che peg- è assolutamente costretto ad avanzare per transito sulla direttrice principale e allo stesso giora di giorno in giorno e tante sono le lamen- rendersi conto della situazione. Ed è costretto tempo non vi sarebbe più spazio per la sosta tele dei cittadini, ma – a parte qualche promessa – i problemi non si risolvono. Vi sono zone della periferia nelle quali, nonostante la vicinanza di regolari parcheggi, le auto sono ferme sulle ze- brature, sugli incroci e sui divieti di sosta: sicura- mente controlli maggiori sarebbero auspicabili. Sarebbe lungo fare l’elenco delle zone più criti- che ma questa volta mi voglio soffermare su uno dei casi più eclatanti, che riguarda il rinnovato e frequentato bar delle Forche, fulcro di una situa- Via la Fiora zione che gli stessi avventori del locale mi hanno sollecitato nel prendere in considerazione.

incrocio in questione è quello lungo via Senese Aretina, nel quale confluiscono via Carlo Vigo - dal versante abitato del- L’ le Forche - e via La Fiora dalla parte degli impianti sportivi. Alcune mattine, quando mi reco a far cola- zione nel bar delle Forche, puntualmente mi ritrovo a confrontarmi con le lamentele della Sansepolcro

gente per le multe che vengono giustamente Via la Fiora elevate alle auto ferme all’altezza di quell’in- crocio. La zona è segnalata con le zebrature che vietano la sosta, ma oltretutto si crea un pericolo anche per le auto che provengono da via La Fiora e che si immettono nella Sene- se Aretina, in quanto non dispongono della necessaria visibilità. Personalmente, sono un Via Sandro Pertini

4 NUOVO PARCHEGGIO

NUOVO SVINCOLO

Situazione attuale Veduta dall’alto dell’incrocio delle Forche a Sansepolcro fra via Senese Aretina e via La Fiora e via Carlo Vigo delle auto sopra le zebrature. Se da una parte via del Campo Sportivo. All’altezza dell’unica staccata dal contesto dell’albergo. Questo pa- è giusto e doveroso rispettare le regole, in una curva, dove c’è un casolare accanto allo stadio radosso si sarebbe originato a seguito dell’er- città come la nostra, in crisi da oramai un bel Tevere, rimane la traccia della stradina ster- rore commesso dai tecnici, durante la fase del po’ e con la necessità impellente di rialzare la rata interrotta e chiusa dopo pochi metri dal frazionamento dell’area. Sta di fatto che la lus- testa, è giusto anche agevolare quelle attività passaggio della circonvallazione di via Sandro suosa residenza si ritrova a dover fare i conti che lavorano, dimostrando soprattutto di sa- Pertini. Perché non riabilitare quel brevissimo con un campo coltivato e che il proprietario per lavorare e di produrre reddito. In questo tratto, con un ingresso nella bretella ovvia- di quest’ultimo usufruisce per giunta anche di caso, stiamo parlando del bar posto all’incro- mente diverso rispetto a quello attuale, ma una servitù di passaggio, altrimenti sarebbe cio. Come è altresì importante venire incon- più sicuro e obbligare i veicoli a raggiungere costretto a volare per arrivarvi. Un fatto più tro anche alle esigenze dei residenti. Le due la rotatoria dello sbandieratore passando at- unico che raro, per il quale escogitare una via istanze si possono conciliare? Certamente! E traverso di essa? Istituendo il senso unico nel di uscita sembra impossibile, ma mi doman- il rimedio è abbastanza semplice: bastereb- tratto di via La Fiora compreso fra la stradina do: c’è mancanza di volontà o proprio che la be allargare il parcheggio posizionato fra via e l’aiola spartitraffico (con passaggio per i vei- nostra legge è talmente distorta che non per- Senese Aretina e il muro di confine del Borgo coli solo in entrata da via Senese Aretina), po- mette di uscire da questa situazione? Palace Hotel. Un parcheggio che – come dico- trebbe risolversi il problema dell’incrocio. Sto no i tecnici – vedrebbe aumentata la propria forse sognando? Forse, ma a volte anche i so- ome si può evincere anche dalle capienza di una trentina di auto, da sommare gni possono diventare possibili perché - come foto allegate, questa è un’area di ovviamente a quelle che è in grado di ospita- diceva sempre mio nonno - “volere è potere”. polemiche e di misteri (ma chi è che re ora. Poi, possiamo stare a dire sempre che i ha progettato la viabilità, o ha re- soldi non ci sono, ma è anche vero che in que- C alizzato il frazionamento all’inter- sto caso siamo di fronte a una sorta di urgenza ltre agli “strani incroci”, c’è un’al- no del Borgo Palace Hotel?), a cui – o di impellenza – trattandosi della messa in tra particolarità che riguarda bisognerebbe dare delle risposte. Credo che tre sicurezza di un incrocio. Dobbiamo dare l’op- quella zona di Sansepolcro e siano le risposte che molti biturgensi si aspetta- portunità, a chi opera, di avere a disposizione che non tocca l’ambito della no di ricevere: sanatoria della ridicola situazione sufficienti parcheggi, anche perché in questa O viabilità. Per meglio dirla, biso- della struttura ricettiva, ripristino delle normali area vi sono pendolari che al mattino lascia- gnerebbe parlare di autentico dimensioni delle aiole spartitraffico nell’incrocio no l’auto in sosta e prendono il pullman per mistero nella progettazione di una struttura in oggetto e infine creazione di un parcheggio recarsi a lavorare ad Arezzo o in altri luoghi. che si ritrova al suo interno un qualcosa di più ampio lungo la Senese Aretina. Il progetto completamente neutrale. Alla stessa maniera, di viabilità può essere un’idea come anche una facendo le dovute proporzioni, di un’isola am- bischerata, ma dato che al Borgo ne facciamo a proviamo anche a ipotizzare ministrativa appartenente a un Comune ma tante e tanti “luminari” nemmeno se ne accorgo- una soluzione che, a prima vista, collocata nel contesto geografico di un altro. no, posso permettermi (se poi così è) di dirne una può sembrare rivoluzionaria, Fatta la premessa, il caso del Borgo Palace Ho- pure io. Ovviamente, una volta risolte le proble- quando invece lo è assai di meno tel arriva quasi a gridare vendetta; la struttura matiche, “tolleranza zero” verso chi non rispetta M e i risultati funzionali sarebbero ricettiva più importante del comprensorio (ri- il codice della strada, perché conoscendo bene i a mio avviso ugualmente effi- cordiamo che si tratta di un “quattro stelle”) è miei “polli” ci saranno sempre quei furbi (sem- caci: via La Fiora non è altro che il tratto suc- stata inaugurata 33 anni fa e da 33 anni con- pre i soliti) che parcheggiano l’auto dove capita, cessivo a quello di via del Frantoio e assume tiene al suo interno una particella di terreno credendo di avere sempre un santo protettore in questa titolazione dopo l’intersezione con di proprietà di un privato, completamente Paradiso che non gli fa prendere la multa.

5 5 ~INCHIESTA~ MONTEDOGLIO, PIU’ RISORSA E MENO… VASCONE! Maggiore sicurezza e fruizione anche dal punto di vista turistico: la Valtiberina deve avere un ritorno economico e non accollarsi solo problemi e rischi di Domenico Gambacci a diga di Montedoglio è tor- Evidentemente un motivo vi sarà, però dere da queste parti solo quando siavvici- nata in questi ultimi tempi per il resto è un qualcosa di freddo e di nano le campagne elettorali e l’argomento al centro dell’attenzione, poco vitale. Vi sono poi altre implicazio- Montedoglio è un ottimo pretesto per fare non tanto per la notizia ni che chiamano in causa la Valtiberina, un intervento da comizio. Il presidente di L dell’individuazione della la quale non ha certo la colpa di essere Ente Acque Umbre Toscane, Domenico ditta alla quale assegnare il comprensorio meno popolato (e quindi Caprini, ha detto che entro il 2020 i lavori i lavori di rifacimento della parete di sfio- meno appetibile anche sul piano elettora- saranno completati, garantendo sulla si- ro (a seguito del cedimento dei tre conci il le), anche se manca oramai da anni di un curezza dell’invaso. Per questo mi scuso 29 dicembre 2010), quanto per un’attenta politico capace di alzare la voce, ragion con chi era presente, se nella parte fina- riflessione sul futuro di questa infrastrut- per cui gli altri sfruttano appieno a loro le ho usato termini forti, ma ribadisco un tura. Il titolo della tavola rotonda del 14 beneficio l’acqua di Montedoglio, mentre concetto per me imprescindibile: la Valti- settembre scorso al centro congressi “La il comprensorio non ha alcun ritorno di berina non è una mucca da mungere, dal- Fortezza” di Sansepolcro – “Montedoglio carattere economico. Pensiamo alle age- la quale tutti si fregano il latte per portar- 2010-2110” – aveva appunto questo chia- volazioni per l’utenza locale: avere la diga lo lontano da questo territorio. ro significato. Agenzia Saturno Comuni- di Montedoglio non deve di certo signifi- cazione e Pro Loco di Santafiora hanno care sentirsi “padroni” dell’acqua, ma è ià, la sicurezza: Daniele deciso di convocare le parti interessate pur vero che una fetta di territorio è stata Gallai e Cesare Farinelli, per capire cosa fare di un bacino artifi- pur sempre sacrificata per costruirla. E rispettivamente presiden- ciale che da quando è entrato in funzione allora, questo non conta? Ricordiamo che G te attuale della Pro Loco – una trentina di anni fa – riveste la so- il Valdarno, in quanto sede della discarica stanziale ed esclusiva funzione di enorme provinciale dei rifiuti, aveva giustamente “vascone” dal quale attingere l’acqua, che chiesto un’agevolazione in bolletta. Per- soddisfa le esigenze di altri comprensori ché non farlo anche nei confronti della e poi anche di una piccola parte di Valti- Valtiberina? E soprattutto, perché i com- berina, ma si tratta di certo di un piccolo prensori limitrofi debbono avere benefici pezzo di torta. Pensate: nella campagna e la Valtiberina sorbirsi i problemi lega- di Gricignano, a Sansepolcro, il piano irri- ti sia al mutamento climatico generato guo deve essere ancora completato. Dan- dall’ubicazione della diga, sia al fatto che do allora per scontato che il muro sia sta- - con un impianto del genere sopra la te- to già virtualmente innalzato con la nuova sta – a maggior ragione la sicurezza deve portata a pieno regime, quello che ci inte- essere un requisito primario? I fatti del ressa sapere è cosa fare di Montedoglio: 29 dicembre 2010 lo stanno a dimostrare deve rimanere il grande deposito di acqua in pieno. La questione corre pertanto su al servizio prioritario di Arezzo, Valdichia- due binari paralleli finora rivelatisi deboli: na e Umbria, che si svuota e si riempie quello politico, a causa dello scarso peso con la frequenza di un catino (come dice- rivestito dalla vallata e quello economi- va metaforicamente l’ex sindaco di Pieve co, generato dalla mancanza di intra- Santo Stefano, Albano Bragagni), oppure prendenza. Perché Montedoglio è stato bisogna programmare un uso plurimo ra- sempre concepito come un serbatoio di zionale che possa farlo diventare un im- servizio e niente altro: almeno in origine, portante punto di riferimento, tanto più una funzione diversa da quella idropota- che – se qualcuno ancora non lo sapesse bile non aveva attraversato la mente degli – è anche il più grande lago della Toscana addetti ai lavori. Ma c’è modo per recupe- con i suoi 7,7 chilometri quadrati? Se poi rare, anche se la lampadina si è accesa in ci soffermiamo a guardarlo, sviluppato su ritardo: oggi, in tempi di vacche non certo due rami e incastonato fra le verdi colli- grasse, si ragiona in un’ottica più ampia ne della zona che nelle giornate di sole e gli esempi del vicinato hanno stimolato in esso si specchiano, viene da chiedersi in tal senso, anche perché le potenzialità come mai nessuno abbia mai pensato di di Montedoglio sono superiori. La politica farne una risorsa dal punto di vista turi- deve prenderne atto ed essere collabo- stico-ambientale e ricreativo, anche se gli rativa, smettendo soprattutto di trattare appassionati del surf non mancano. Laghi come merce di scambio tutto quello che e dighe più piccole che si trovano nel vi- invece riveste una importanza basila- cinato, con sbarramenti evidenti alla vista re. Molto dipende – lo ripetiamo – anche di chi vi arriva, sono molto più attrezzati dalle figure istituzionali che abbiamo in sotto questo profilo e adeguatamente ambito locale e che su certi aspetti do- fruiti da chi ama il relax. Montedoglio, alla vrebbero imparare a battere di più i pugni. pari dei migliori specchi d’acqua presenti Purtroppo, però, da tempo immemorabile sul versante appenninico (viene in mente il versante toscano di questa vallata (che il lago di Piediluco), evidenzia angoli e par- già è un bacino elettorale scarso) non ha ti così suggestive che spesso dà persino più un rappresentante politico di alto li- l’impressione di essere un invaso naturale vello o con i cosiddetti “attributi” e quindi e anche a livello ambientale è assai meno si ritrova escluso dalla “stanza dei bot- impattante di altri più piccoli. Non solo: toni”. Come accaduto anche lo scorso 14 gli automobilisti che percorrono la E45 si settembre, la Valtiberina fa volentieri a fermano sulle piazzole per fotografarlo. meno dei “soliti politici” che si fanno ve-

6 Santafiora e presidente nel periodo in cui co del muro con nuovi accorgimenti in base si è verificato l’incidente, hanno insistito alle leggi antisismiche, divenuti necessari principalmente sullo specifico aspetto, ri- alla luce anche dei forti terremoti verifica- cordando come in quella sera di freddo ti- tisi tre anni fa nell’Italia centrale, mentre la picamente invernale del 29 dicembre 2010 manutenzione è di competenza del consor- – mentre se ne stavano tranquillamente zio di bonifica Alto Valdarno, che – stando fra il caldo di casa – furono all’improvviso a quanto riferito dalla presidente Serena costretti a lasciare l’abitazione e a trascor- Stefani - ha anche un piano di interventi rere la nottata in altura per il pericolo che per un migliore scorrimento del Tevere. Le l’acqua si riversasse lungo la pianura. Ecco piante debbono essere sfoltite, ma non le domande poste: quali sono i progetti per tagliate nella loro totalità, altrimenti sa- la sicurezza a valle? Che cosa si sta facen- rebbe un nuovo handicap. La sicurezza del do per la manutenzione dei corsi d’acqua? fiume è una questione anche e soprattutto E come migliorare il sistema di informazio- di portata del corso d’acqua; attraverso un ne in tempo reale per la popolazione nel decreto della Regione Toscana, ora è pos- caso di improvvise criticità? Perché anche sibile estrarre la ghiaia. Relativamente al il modo nel quale la sera del 29 dicembre capitolo pulizia e regimazione, che poi in- 2010 venne comunicata la notizia del grave cide anche sulla sicurezza, c’è un peccato inconveniente alla diga (fu un sostanziale originale che Montedoglio si trascina ap- passaparola), non è mai stato digerito da presso: fin da quando si è cominciato a la- chi abita sotto il grande bacino artificiale. I vorare per la sua costruzione – e chissà se residenti della zona più a rischio hanno poi sia stata una causa del ritardo accumulato espresso senza indugi la loro preoccupa- già in partenza - l’obiettivo da perseguire è zione, ovvero che la sola esigenza priorita- stato la costruzione dello sbarramento e di ria sia ora quella della ricostruzione. Il pre- tutte le opere necessarie al funzionamen- sidente di Eaut, Caprini, ha precisato che il to della diga per fare in modo di comincia- progetto stesso garantisce una sicurezza re prima possibile il riempimento. Nessun maggiore, perché vi è un aumento del cari- intervento sul fondale, rimasto con piante, vegetazione e ruderi di case che sarebbe- ro state poi sommerse dal lago. E proprio rami e piante sommerse sono diventati, nei primi anni, la trappola mortale per qual- che giovane che si era recato alla diga per fare il bagno. A questo, aggiungere i sedi- menti prodotti negli anni dai fiumi – come evidenziato da una delle persone del pub- blico intervenute alla tavola rotonda – che hanno sporcato e tolto volume, oltre che rallentare lo scorrimento dei corsi d’acqua. Non solo: se da una parte Montedoglio ha il magico effetto di limare le piene e di mantenere una giusta portata al Tevere, evitando soprattutto di lasciarlo in secca, dall’altra però non riesce a garantire per sé un volume di acqua più equilibrato. La classica gestione a “catino” – per ridirla alla Bragagni – rischia con le sue continue escursioni di minare la stabilità delle spon- de, che vengono sommerse e riemergono con una cadenza senza dubbio frequente. Da una parte si tornerà quindi a una porta- ta massima vicina a quella raggiunta il 29 dicembre 2010 poco prima del cedimento dei tre conci (in quello che sarebbe stato l’ultimo decisivo collaudo, evidentemente non superato), che sfiorerà i 140 milioni di metri cubi di acqua perché vi sarà un metro in meno di altezza, dall’altra sarà opportu- no fissare una quota minima oltre la quale

non poter scendere. E se anche questa vi Orgogliosamente fosse, sarebbe il caso di evitare sbilancia- menti troppo vistosi. In merito alla comu- nicazione delle informazioni di massima banca del Territorio urgenza, è stata sollevata la necessità di ricorrere ai moderni e veloci sistemi tec- nologici, mettendo subito al corrente i sin- daci e rivedendo l’iter previsto dalla legge. Via G. Mazzini 17, (AR) Non è possibile che alle soglie del 2020 si Anghiari debba ancora procedere via fax e che il [email protected] Comune sia collocato al terzo livello della [email protected] burocrazia dopo una serie di giri che inevi- tel: 057578761 tabilmente rallenta la tempestività. I sin- daci debbono essere fra i primi informati della situazione in tempo reale, al fine di prendere subito i provvedimenti del caso.

7 Elezioni Regionali 2019 DOMENICA VOTA 27 OTTOBRE

L’UMBRIA Giusta, Forte e Libera La nostra priorità sarà quella di mettere gli Umbri al primo posto: imprenditori e di poter contare su collegamenti ferroviari che non sono loro i primi ad avere diritto all’assegnazione delle case po- abbiano tempi di percorrenza più lunghi di un secolo fa. La bellez- polari, sono loro che meritano una sanità che funzioni, vicina ai za del territorio umbro non sarebbe tale senza i nostri agricoltori: pazienti, che faccia emergere la qualità professionale degli ope- serve pertanto una politica vicina a questo mondo, che parte dalle ratori sanitari, senza il peso delle tessere di partito o di concorsi piccole imprese e dai giovani imprenditori. La regione che verrà, per gli amici degli amici. Una sanità pubblica che sappia ridurre i inoltre, dovrà avere nel cuore la Valnerina: la questione terremoto tempi biblici delle liste di attesa e che sia attenta alle disabilità e è ancora lì a gridare vergogna per una ricostruzione mai avvenuta e alla cura dei nostri anziani. Ci batteremo per un’Umbria sicura, che l’Umbria, per ripartire, ha bisogno di soluzioni e non di burocrazia. sappia ottimizzare le risorse disponibili in un’ottica di sorveglianza Gli Umbri sono stati dimenticati dalla sinistra, troppo impegnata a territoriale: ci impegneremo affinché la polizia locale sia di sup- spartire le poltrone, ma col voto del 27 ottobre potranno finalmen- porto a poliziotti e carabinieri, perché solo con la collaborazione te far uscire dai palazzi tutti coloro che hanno portato questa re- e l’integrazione tra diversi comparti delle forze dell’ordine le città gione ad essere la più povera d’Italia. Una terra che oramai guarda possono essere più sicure. Gli Umbri hanno anche il diritto di po- sempre più a sud. Saremo i portavoce di queste istanze e insieme tersi muovere agevolmente nella regione su strade che non siano a voi porteremo avanti la rivoluzione del buonsenso voluta da Mat- da terzo mondo, di avere un aeroporto che sia funzionale a turisti e teo Salvini, dando concretezza alle parole. Pagina autogestita a pagamento - Mandatario: Jacopo Capoccia

8 8 Elezioni Regionali 2019

Pavimenti Made in Italy la qualità calpestabile

PARQUET PAVIMENTI IN VINILE PAVIMENTI IN LVT PAVIMENTI HYDROCORK PAVIMENTI IN BAMBOO FLOOVER WALLCOVERING

TRADIZIONE E QUALITÁ DAL 1955 Via della Costituzione, 8 - 52037 Sansepolcro (Ar) - T. 335 812 5731

www.pavimenticomanducci.it 9 9 ~ PAGINE AUTOGESTITE DEL COMUNE DI MONTERCHI ~ ~ PERSONAGGI~ Uliana Roghi, la mia grande Maestra di Claudio Cherubini

l 1° ottobre 1967, alle ore 9 del circa mezzora in ginocchio con le mani alza- media o di farci diventare dei bravi cittadini, mattino, ero davanti all’ingres- te e con la faccia rivolta verso il muro. An- ma la sua idea di educazione era quella di so della scuola elementare di cora qualche anno fa Stefano, un mio com- insegnarci ad imparare (per dirla con Euge- Santa Chiara a Sansepolcro pagno di classe, ricordava che anche a lui nio Finardi), era quella di sviluppare tutte le con il mio grembiulino nero e un era toccata la stessa punizione, ma sotto le facoltà e tutte le attitudini, mentali e fisiche. I fiocco candido molto ben cura- ginocchia c’erano gli acini di granturco. Non La scuola, per la maestra Roghi, doveva far to dalla mamma, che lo aveva ricordo però che qualcuno venisse picchia- scoprire a ognuno di noi e agli altri che hanno cucito perchè non si sciogliesse, in modo to, mentre si diceva che altri insegnanti lo avuto fortuna di averla come educatrice, la tale da fare bella figura. Capitai in una clas- facessero. Ricordo invece un altro episodio propria vocazione attraverso una moltepli- se tutta maschile, dove c’erano figli di operai che ogni volta mi turbava e che si ripetè due cità di linguaggi e non solo e di contadini, ma anche di notabili del Bor- o tre volte: Massimo, un bambino della clas- quelli dell’italiano, della go e già a colpo d’occhio, nonostante fossi- se della maestra Delia Rondoni, che aveva matematica, delle scienze mo tutti vestiti uguali, si potevano percepire l’aula adiacente alla nostra, arrivava scon- e di pochi altri. Una visione le differenze dovute alla classe sociale e al volto e rosso in viso e restava in punizione in ristretta a pochi linguaggi conseguente stile di vita. Con tutte le racco- classe nostra: veniva lasciato lì, in un ango- elimina dal percorso sco- mandazioni del caso di non chiacchierare, di lo della nostra aula, a vergognarsi non so di lastico quei bambini che si stare attento e di fare tutto ciò che diceva la quali colpe. Poi furono inaugurate e aperte le sentono come in gabbia in maestra, iniziava così il mio percorso scola- ribattezzate “scuole nuove” (perché così le questi indirizzi istituzionali stico. Avevo un’aula grigia a piano terra che chiamavano) di Porta Romana al Campaccio: che non appartengono loro dava sul cortile della scuola e davanti a noi era l’ottobre del 1969, cioè di 50 anni fa esat- e così avranno difficoltà una maestra severa, vestita di nero. Si chia- ti. I bambini residenti a Porta Romana e fuori scolastiche fin da subito. mava Lea Botta, era la sorella del direttore le mura, in direzione di San Lazzaro, avreb- Altri, che magari divente- didattico Paolo Botta, ma era conosciuta bero dovuto cambiare plesso e insegnante ranno studenti modello, come la maestra Pecorari, dal cognome del e andare nella nuova scuola, quelli del cen- poi non sapranno relazio- marito. Questo fatto mi incuteva ancora più tro storico e di Porta Fiorentina sarebbero narsi con la realtà pratica timore e la “coppia al potere” mi ricordava il rimasti a Santa Chiara. Iniziai così la terza delle cose, pur ottenendo signor Stanislao che, con sua moglie Gertru- elementare in un contesto moderno, con ottimi risultati nella car- de, era direttore del collegio nel quale era fi- un’aula spaziosa e luminosa e in una classe riera scolastica. La mae- nito Giannino Stoppani, il Gian Burrasca del mista cioè composta da maschi e femmine, stra Roghi valorizzava le romanzo di Luigi Bertelli. In effetti, il metodo nonostante queste ultime fossero soltanto espressioni di ognuno e d’insegnamento della maestra Pecorari era sei. Anche la provenienza sociale dei miei stimolava le curiosità. La molto rigido e autoritario. Soltanto che io compagni era più uniforme: nessuno era fi- sua attività di educatrice non ero proprio un Gian Burrasca, anzi… ero glio di importanti professionisti e così non si didattica continuava an- introverso e molto timido. Pur tuttavia, ma avvertiva quel distacco che invece c’era sta- che nel pomeriggio orga- non ricordo il perché, finii in castigo: passai to nei primi due anni. C’era però soprattutto nizzando brevi passeggia- una nuova maestra: si chiamava Uliana Ro- te collettive (ricordo quella ghi, anche se da taluni era chiamata Liliana. a San Casciano e al Fos- Era lei la grande novità: un’insegnante che satone, dalla quale prele- non si poneva davanti, ma intorno ai suoi vammo in un piccolo gorgo alunni e che metteva in atto le tecniche edu- dei girini e li portammo in cative adatte a sviluppare le attitudini natu- classe per poi osservare, rali e l’intelligenza dei bambini. Ricordo che giorno per giorno, la loro la lezione “tradizionale” avveniva nella pri- metamorfosi) oppure in- ma parte della mattina, poi la seconda parte contri individuali (ricordo quando venne 1966 - 2016 era dedicata alle attività di sviluppo delle a prendermi a casa con la sua Fiat 500 di The future coming capacità degli alunni: si disegnava, si crea- colore avana e mi accompagnò in biblio- from the past vano oggetti con l’argilla, si recitava, si colti- teca, perché in classe avevo chiesto quale vavano semi, si ascoltava musica… Un anno fosse il meccanismo che faceva funziona- facemmo un presepe con le statuine di argil- re la tv). Tutta l’attività didattica era molto la modellate da noi, un altro anno facemmo dinamica, sia in classe la mattina che nel un’opera più originale: fu messo un grande pomeriggio durante i compiti a casa. Anche foglio sulla parete in fondo all’aula e poi, a l’aula non era un luogo statico, sia perché gruppetti, ognuno andava a incollare figure si trasformava nella seconda parte della ritagliate dai giornali o dai libri oppure dipin- mattina in un laboratorio con attività in geva ciò che voleva, in modo da comporre il movimento, sia perché spesso si cambiava paesaggio della natività. E poi c’era il gioco arredamento, cioè la disposizione dei ban- come forma di conoscenza dell’altro, come chi nei modi più strani e fantasiosi. Si rap- momento formativo e informativo. Spesso, presentava in questo modo il più possibile per l’invidia degli alunni delle altre classi, una realtà con i suoi diversi linguaggi affin- eravamo sui terrazzi o fuori della scuola a chè ogni bambino scoprisse qual era quello giocare, ma eravamo sempre guidati senza a lui più congeniale per dedicarsi prevalen- pressioni particolari dalla maestra e così temente a quello, pur continuando a fare imparavamo e crescevamo scoprendo noi anche il resto delle altre discipline didatti- stessi. Perché - come dice Francesco Tonuc- che. La vita è fatta anche di fortuna: aver Tratos Cavi Spa ci - le cose importanti della vita avvengono cambiato scuola dalla seconda alla terza Via Stadio, 2 prima: anzi, all’inizio e quindi per quanto ri- elementare mi ha permesso di incontrare guarda la scuola avvengono negli anni della un modo nuovo di fare didattica e un’inse- 52036 Pieve Santo Stefano (Ar) - Italy scuola primaria (che allora si chiamava ele- gnante che ha lasciato il segno, diventando Tel: +39 0575 7941 mentare) e non alle medie o alle superiori. La la mia prima maestra di vita. Fax: +39 0575 794246 nostra maestra Roghi sapeva che l’obiettivo non era solo quello di prepararci alla scuola Claudio Cherubini

10 on immenso piacere, caro Nella vita contavano onestà, famiglia e Claudio, ho letto queste righe e lavoro. Detestava energicamente presun- la mia mente ha impiegato un zione, arroganza e bullismo – fenomeno attimo nel tornare al triennio che in forme meno evidenti c’era anche al- 1969-1972, quando la maestra lora – ai quali rispondeva con la massima C Uliana Roghi è stata insegnan- ponderatezza. Il cervello davanti all’impe- te di entrambi: eravamo oltretutto i due to e davanti a tutto, insomma. Sono i saggi Claudio della classe e per un periodo sia- principi che ci ha trasmesso dall’aula delle mo stati anche compagni di banco. Ti sono “scuole nuove”, che assieme a tanti ragaz- grato per aver rispolverato un bel capitolo zini di allora abbiamo di fatto inaugurato. della nostra infanzia e ti dico che hai colto Ricordo una passeggiata che lei stessa or- in pieno l’essenza di questa figura, che ave- ganizzò, quando oramai eravamo i suoi ex va inserito un tocco di modernità – un po’ alunni di quinta e avremmo iniziato dopo come quei locali del Campaccio demoliti pochi giorni la prima media. Ci salutò di- anni addietro per ricostruire la nuova Col- cendo: “Se avete ancora bisogno di me, per lodi – nel modo di rapportarsi con i ragazzi, un qualsiasi motivo, sappiate che per voi

salvaguardando rigorosamente due princi- ci sarò sempre!”. La maestra Uliana Roghi pi cardine: l’educazione e il rispetto. Valori ci ha lasciato nel febbraio del 2013, all’età tradizionali, ai quali la nostra maestra te- di 84 anni. La sua eredità morale è stata neva tanto. Sai benissimo che a quei tempi, per me importante in alcune fasi della mia contrariamente a quanto avviene oggi, se vita: i classici consigli che ti danno anche i tu avessi risposto in maniera poco educata genitori, che sul momento non riesci ma- alla maestra, a casa non ti sarebbe man- gari a comprendere ma che nel periodo cato nulla. Anzi, avresti dovuto pregare che della maturità ti si rivelano straordinaria- l’episodio rimanesse confinato alla scuola. mente saggi. E se poi l’insegnante avesse usato le mani (cosa mai fatta dalla maestra Roghi, per Claudio Roselli carità!), non era proprio il caso di raccon- tarlo, perché i genitori “te le avrebbero date La foto è quella della terza elementare di sopra”. Molto religiosa e restia a qualsi- (anno scolastico 1969/’70), scattata da- asi forma di superbia e di violenza, verbale vanti all’ingresso della scuola. Da sinistra come fisica, la maestra Roghi ha avuto la verso destra: dietro - la maestra Uliana capacità – a mio avviso – di formare delle Roghi, Franca Rossi, Carla Canicchi, Cin- persone consapevoli del ruolo civico che zia Masini, Gabriella Tarducci, Alessan- avrebbero dovuto ricoprire un domani, fa- dra Mercati, Luisella Veschi; in mezzo - cendo dell’umiltà un motivo di forza (per- Claudio Roselli, Massimo Savelli, Stefano ché umiltà non significa modestia, come Fiordelli, Luigi Rigoni, Silvano Matteucci, qualcuno crede) e invitando fin da piccoli Maurizio Cameruccio, Mauro Pacini, Clau- NUOVA SEDE! ciascuno di noi a riflettere con calma e a dio Cherubini; davanti – Riccardo Piccini, Via Carlo Dragoni, 16 non prendere decisioni frutto dell’istinto, Enzo Maffucci, Giovanni Cesile, Fabrizio ma anche a non omologarsi a determinati Lazzerini, Daniele Magrini, Steno Meren- Sansepolcro (Ar) - Tel. 0575 734643 modelli che la televisione o i media di allo- delli, Massimo Campanelli. In questa foto [email protected] ra cominciavano già a propinare, specie se mancavano Lucia Acquisti, Sergio Genna- www.seriprintpubblicita.it fossero stati effimeri e privi di contenuto. ioli, Paolo Carlo Donzelli.

11 ~ ATTUALITÀ~ VILLA PASQUI A CITTA’ DI CASTELLO, PROTOTIPO DI ELEGANZA INTOCCABILE ANCHE PER I TEDESCHI IN TEMPO DI GUERRA di Claudio Roselli

divenuta una fra le location più ambite dalle coppie che vogliono far diventare solenne e memorabile la giornata del loro matrimonio, ma anche per chi sceglie il rito civile e qualsiasi altra forma di cerimonia la scelta di Villa Pasqui è un qualcosa di unico per eleganza e suggestione. For- È se qualcuno potrà anche ignorare la sua denominazione, ma di certo non si è sottratto alla sua visione: si tratta dello stupen- do edificio, risalente alla seconda metà del XIX secolo, che si incontra non appena si abbandona Città di Castello percorrendo la strada 257 Apecchiese. Dal centro del capoluogo tifernate, i chilometri di distanza sono tre. Tanto per dare qualche riferimento certo, Villa Pasqui si trova sotto il santuario della Madonna di Belvedere, che domina la città dalla collina; in fondo al lungo rettilineo ora spezzato dalla bretella, proprio quando la strada comincia a salire, c’è una prima deviazione a sinistra, ma se si prosegue e si supera il primo tornante si incontra – prima di quello successivo – un secondo bivio a sinistra, con la differenza che stavolta la villa ce la ritroviamo a ridosso della strada e ci appare in tutta la sua bellezza, facendo notare anche a chi sta in movimento all’interno dell’auto quale razza di panorama sia possibile ammirare da quella precisa angolazione e quale magia e suggestione sia in grado di regalare un cielo stellato tipicamente estivo. Ciò che si vede all’esterno lascia immaginare cosa si possa trovare all’interno di questa dimora storica, alla quale dedichiamo uno spazio in questa edizione del nostro Villa Pasqui in una foto d’epoca periodico.

LO STILE “LIBERTY FIORENTINO” precedenza aveva disegnato il giardino di tazione nella quale aveva a sua volta tra- VOLUTO DALLA FAMIGLIA PER LA SUA Villa Tini a Cinquemiglia, località a sud del scorso le vacanze estive da bambina; Villa REALIZZAZIONE territorio tifernate fra Trestina e Promano. Pasqui ha insomma mantenuto nel tempo Prende la denominazione dal cognome Il 1914 è la data dell’insediamento di que- la sua autenticità, che emerge con chia- della famiglia che l’ha fatta commissiona- sta famiglia nella villa, che inizialmente rezza non appena si entra al suo interno re: Pasqui, appunto. E come già ricorda- svolgeva le funzioni di classica residenza e si ricostruiscono le abitudini di vita del- to, tutto avviene nella seconda metà del estiva a disposizione di una famiglia bene- la famiglia Pasqui: l’abitazione ha salotti, 1800; lo stile estetico è quello del “liberty stante, perché durante il periodo invernale salottini, stanze da letto, una cucina con il fiorentino”, che è facilmente individuabi- – a inizio ‘900 - i Pasqui risiedevano a Fi- “grande camino Vitelli 1400”, vecchie pen- le nei fregi della facciata, nei particolari renze e poi si trasferirono a Roma dopo la tole di rame appese al muro, suppellettili esterni e anche nella simmetria perfetta seconda guerra mondiale. e arredi originali di epoca a cavallo fra fine fra gli elementi architettonici interni. L’ar- ‘800 e inizio ‘900, che ne fanno una vera te Nouveau, o Liberty, ha origine in Belgio I PICCOLI SEGNI LASCIATI DAI DUE e propria casa museo. L’obiettivo è quello proprio in quel periodo e in altre parole co- CONFLITTI E LA FUNZIONE ODIERNA di ricavarne una struttura ricettiva nella stituisce una sorta di intervento artigiana- La villa ha in qualche modo resistito ai due quale si possa pernottare, con camere al le sulle facciate, che vengono decorate con conflitti mondiali, anche se i segni lascia- primo e al secondo piano. All’esterno, il ornamenti lineari o tondeggianti ispirati al ti dalle schegge di granate si notano sul- parco ha una superficie di circa tre ettari mondo vegetale. Uno stile rivoluzionario, la facciata retrostante. Le granate hanno ed è sviluppato su due livelli; per cerimo- che anche a Firenze incontrò non poche distrutto anche uno dei due pozzi che si nie ed eventi, può arrivare a ospitare fino a frizioni, ma - se andiamo a ben vedere – trovano nel piazzale davanti all’ingresso; un massimo di 300 persone e i suoi angoli di questo stile divenuto corrente artistica non solo: hanno poi perforato una vetrata possono essere utilizzati per gli apertivi la città toscana conserva molti esempi. E della villa, entrando all’interno e danneg- di benvenuto, i buffet e altro; in caso di dunque, al “liberty fiorentino” aveva pen- giando la grande scalinata di marmo. Una maltempo, c’è una dependance con una sato il progettista dell’immobile e ci volle- sorta di “cicatrici” che tuttora sono visibi- capienza di 150 unità nelle sale interne; ro più di venti anni per tradurre in pratica li, proprio come testimonianza di guerra, il pranzo-cena è a quel punto allestito in ciò che era stato redatto su carta. I ma- assieme ai bossoli e agli elmetti lasciati una tensostruttura di 300 metri quadrati, teriali adoperati erano di assoluto pregio: dai soldati nel periodo in cui la villa era alla quale si aggiunge una limonaia di 250. marmi, travertini provenienti dalle cave diventata “comando militare tedesco” e La stretta vicinanza del santuario di Bel- di Rapolano Terme, nel Senese e mattoni la famiglia Pasqui era stata costretta a vedere diventa un valore aggiunto per Villa prodotti dalle prime fornaci che iniziarono sfollare più sopra, a Fraccano. Sarà sta- Pasqui in occasione dei matrimoni religio- l’attività sul posto. La scelta dell’architet- to per la bellezza del posto e dell’edificio, si: il complesso, costruito nel XVII secolo, to che avrebbe seguito il progetto di Villa oppure per altri ben precisi motivi, ma sta è senza dubbio fra i più conosciuti dell’I- Pasqui fu della signora Emenia Tini, insie- di fatto che i tedeschi ebbero massimo talia centrale, anche perché sembra che me al marito Giuseppe Pasqui, individuan- rispetto per Villa Pasqui e non vi opera- da esso abbia tratto l’ispirazione Raffaello do il colle di Caprano, che oggi è più sem- rono alcun tipo di saccheggio. E anche la Sanzio nel dipingere il tempio che appare plicemente conosciuto come collina di discendente Maria Elena Pasqui ha voluto nello sfondo de “Lo sposalizio della Ver- Belvedere; l’architetto era lo stesso che in conservare intatte le prerogative di un’abi- gine”, celebre sua opera che dalla chiesa

12 di San Francesco a Città di Castello è ora – nella logica di quei razionali ed efficaci custodita alla Pinacoteca Brera di Milano. recuperi del patrimonio immobiliare della vallata, tanto nella zona di pianura quanto RIQUALIFICAZIONE UGUALE in quella di collina. E in mezzo alle vecchie VALORIZZAZIONE case coloniche o ad altri edifici che spesso Persino i tedeschi in ritirata, che non ave- finiscono in malora, al punto addirittura di vano di certo tenuto un atteggiamento crollare, vi sono anche interventi che me- “delicato” davanti a quello che si erano ritano l’apprezzamento più assoluto. Non trovati davanti (anzi, la loro furia saccheg- che probabilmente Villa Pasqui rischias- giatrice e devastatrice si è abbattuta su se di finire in malora, perché comunque persone, su monumenti e su ponti), era- vi è una continuità generazionale che ha no diventati innocui e rispettosi davanti garantito per essa, ma quello che è sta- a cotanta bellezza. Nel ricordare la storia to fatto la esalta nelle sue prerogative di di Villa Pasqui, crediamo che alla fine la dimora storica e di museo che racconta a vera notizia sia questa: l’immobile è prati- suo modo uno spaccato della vita e delle camente uscito indenne dalla guerra. E il abitudini di allora. E se gli ex casolari sono comportamento dei tedeschi fa venire alla divenuti agriturismo, qui era normale che mente quello di un lupo che all’improvviso vi fossero tutti i requisiti per farne luogo ri- prova tenerezza nei confronti di una peco- servato a cerimonie ed eventi, di quelli che rella, perché alla fine il paragone metafo- si fanno ricordare per sempre, perché nel rico è proprio questo. Viene pertanto da 90% dei casi rimangono unici nell’arco di chiedersi quale tipo di “magia” avessero una vita. Troppo affascinante e attraente suscitato quei locali e quegli arredamenti questa location per chi vuole organizzarvi per suggerire loro di stare fermi. E sempre il ricevimento di nozze, forte anche della come già ricordato, la guerra ha lasciato vicinanza con il santuario di Belvedere. solo qualche segno attraverso schegge Villa Pasqui, così come le tante altre ville e granate; facendo un altro paragone, è in stile più o meno “liberty” che imprezio- come se avesse procurato una leggera siscono le colline dell’Alta Valle del Tevere, “invalidità” alla quale si è voluto attribuire deve pertanto considerarsi luogo di ec- di proposito un peso storico, decidendo di cellenza non soltanto per una questione mantenere la ferita sul marmo. Si sarebbe di… lusso: è una efficace sintesi fra storia, potuto benissimo cancellare il tutto: non è arte e spirito mondano di oggi, che vanno stato fatto e non ci sentiamo di dissentire a braccetto per raggiungere lo stesso fine. da questa scelta. Per il resto, la riqualifi- Una tipicità a tutti gli effetti della nostra cazione operata su Villa Pasqui deve esse- zona, capace – quando lo vuole - di saper re inquadrata – per fortuna, diciamo noi! valorizzare al meglio ciò che possiede. D

Via Maestri del Lavoro, 8 Zona Ind.le Santa Fiora Sansepolcro (Arezzo) Tel: +39 0575 749847 Fax: +39 0575 749849

Villa Pasqui oggi E-mail: [email protected]

13 ~ ATTUALITÀ~ SACRIFICIO E DETERMINAZIONE PER UN OBIETTIVO DIVENUTO REALTA’: IL PASSAGGIO DI ANDREA CRAVOTTA AD ASSISTENTE ARBITRALE NEL CALCIO PROFESSIONISTICO

di Davide Gambacci

vevo voglia di rimettermi in gioco dopo un cambiamen- to fisico importante, durante il quale ho perso 42 chili: “ il ruolo dell’arbitro mi ha sempre affascinato, seppure mai avessi trovato il coraggio di iniziare il corso. L’ho A fatto e oggi posso dire che è stata la scelta più azzec- cata della mia vita”. Chi parla è Andrea Cravotta, nato il 19 aprile del 1988 a Casale Monferrato, seppure oramai sia un biturgense sotto tutti i punti di vista. Tecnico caldaista nella professione di tutti i giorni, seppure poi subentri quella di assistente nel mondo arbitra- le e quindi calcistico, tanto da farlo diventare un personaggio sotto tutti i punti di vista. Andrea ha deciso di mettersi in gioco e finora ha sempre vinto: il corso da arbitro superato brillantemente, poi il debutto sul rettangolo verde ma anche l’immediato passaggio ad assistente, che lo ha portato a bruciare diverse tappe, tantoché nel giro di sei anni si è ritrovato nel mondo dei professionisti, calcando i campi della . Siete pronti per conoscere Andrea Cravotta in tutte le sue sfaccettature, comprese quelle private e personali? Il piatto è servito, ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio.

LA PROFESSIONE DEL PADRE sepolcro, aiutando mio padre che in quel assistente. Era una fredda sera d’inverno E L’ARRIVO IN VALTIBERINA periodo si occupava della categoria Pulci- e oltretutto pure nebbiosa: ero in maniche “Sono arrivato in Valtiberina nel 2000 per ni. Quando mi sono trasferito nel Pistrino, corte, ma ero talmente emozionato che seguire la professione di mio padre: lui era poi, la stessa società oltre a giocare mi per me era quasi caldo. Voglio però rin- carabiniere e lo avevano trasferito dalla aveva offerto la possibilità di prendere an- graziare una persona: Gabriele Magrini. È Liguria alla Stazione di Sansepolcro. E’ che una squadra da poter allenare, i Pulci- stato proprio lui il tutor che mi ha accom- stato amore a prima vista con questa cit- ni in quel caso, che alla fine mi ha fatto to- pagnato nel mio esordio. Mi diede dei con- tà: prova ne sia che non abbiamo più la- gliere tante soddisfazioni. Posso dire che, sigli importanti che ancora oggi mi porto sciato questa terrà. Nonostante sia nato sia calcisticamente che personalmente, è dietro; consigli che oggi sono praticamen- in provincia di Alessandria, a Casale Mon- stata una fra le più belle esperienze”. te diventati un modus operandi. ferrato appunto, mi sento un biturgense a tutti gli effetti. La passione per il calcio c’è L’AIA ENTRA NEL CUORE DI DA ARBITRO AD ASSISTENTE: LA CHIAVE stata fin da bambino: in ogni trasferimen- ANDREA CRAVOTTA DI VOLTA NEL GIRO DI TRE MESI to, sempre per seguire il lavoro di mio pa- “Fin da piccolo, sono sempre rimasto af- “E’ avvenuta praticamente subito, dopo dre Vincenzo, la prima cosa che facevamo fascinato dal ruolo dell’arbitro: quindi, ho appena tre mesi. La prima gara che ho ar- era quella di trovare una società calcisti- avuto sempre massimo rispetto anche bitrato è stata nel mese di marzo; portai a ca. Ho quindi iniziato a giocare a pallone quando giocavo. Una sorta di “tarlo” in te- termine la stagione e in quella successiva all’età di 5 anni a Millesimo, un paesino in sta, una figura che ammiravo. Mi ricordo passai subito assistente. Tutto è nato per provincia di Savona, seguendo mio padre una volta, quando giocavo a Pistrino, a fine caso: l’allora responsabile degli assistenti che in quegli anni giocava come portiere partita andai da una ragazza arbitro a dar- regionali umbro, Luca Cucchiarini (tuttora nei dilettanti. È sempre stato il mio pun- le una pacca sulla spalla: l’avevo vista un responsabile degli assistenti regionali), mi to di riferimento e stavo al campo con lui. po’ sconvolta, ma io ero un giocatore. Tutto vide al campo e mi chiese se volessi entra- Siamo poi arrivati a Sansepolcro: avevo 12 è iniziato per gioco: vidi un volantino pub- re in questo ruolo, avendo - come arbitro anni e sono entrato nella categoria degli blicitario del corso di arbitro, non allenavo - un’età già avanzata per provare a fare Esordienti; mi sono integrato subito bene in quel momento e avevo iniziato a gioca- carriera, mentre da assistente avrei avuto con il gruppo allenato da Valerio Piccinelli re in una squadra amatoriale. Dopo due ancora tempo per potermi giocare qualco- ed Enzo Chiasserini. Il mio ruolo è sempre anni di cambiamento fisico, che mi hanno sa. Venne al campo e mi portò la bandieri- stato quello di portiere, seguendo proprio permesso di perdere 42 chili di peso, ave- na, chiedendomi di provare a muovermi. Di le orme di mio padre: è normale che alla vo voglia in qualche modo di rimettermi in fare una sorta di dimostrazione, tanto per fine tu sia un po’ influenzato. Diverse sta- gioco. Alla fine la scintilla è stata il corso intenderci. Inizialmente ero un po’ tituban- gioni a Sansepolcro, poi sono passato a di arbitri della sezione di Città di Castel- te, seppure mi disse fin da subito che ave- Pistrino, dove con la Juniores è terminata lo; il corso dura un paio di mesi e termina vo il giusto portamento; quindi, mi chiese anche l’avventura nel calcio giocato”. con un esame finale, sia dal punto di vista di fare una partita prima di prendere una atletico che dei quiz sul regolamento. Una decisione. Fu un triangolare, allo stadio SCARPETTE AL CHIODO: volta superato, c’è poi il debutto sul cam- Bernicchi di Città di Castello: eravamo tre DA CALCIATORE AD ALLENATORE po: era una gara della categoria Esordienti arbitri che avremmo dovuto dirigere una C’è stato anche una sorta di periodo di la prima che ho diretto, Sansepolcro-San partita a testa e fare gli assistenti nelle transizione nella vita di Andrea Cravotta: Giustino per la precisione. E sapete la cu- altre due. Da quel momento, non ho più nonostante l’attrazione quotidiana verso riosità qual è stata? La prima cosa che ho abbandonato la bandierina: fu davvero un la figura dell’arbitro, per alcuni anni ha al- fischiato è stato un fuorigioco, una sorta colpo di fulmine. Mi sentivo a mio agio: ter- lenato anche i bambini. “Ho iniziato a San- di segno del destino per il passaggio ad minato il triangolare, l’ho subito richiama-

14 Andrea Cravotta (a destra) allo stadio Erasmo Iacovone per la partita Taranto-Cerignola to dicendogli che volevo fare l’assistente. Sono partito dalla , poi l’ap- prodo in Umbra: nel secondo anno a livello regionale, venni promosso subito in . Un gran bel percorso, che sinceramente neppure io credevo di riuscire a compiere, bruciando tante tap- pe così in fretta. Ce l’ho fatta, anche per- ché ho messo anima e corpo ma anche cu- riosità e tanta dedizione, credendoci fino in fondo.

3 LUGLIO 2019: IL PASSAGGIO TRA I PROFESSIONISTI FINESTRE “Il 3 luglio 2019 sarà sicuramente una data che presto mi tatuerò: è stato il giorno in PIÙ ISOLANTI cui mi è arrivata la conferma del passaggio nel mondo del professionismo. Dopo quat- E PIÙ BELLE, tro anni di Serie D che mi hanno portato a girare tutta Italia, è finalmente arrivata la 2 VANTAGGI chiamata. Il debutto è avvenuto l’11 agosto, Andrea Cravotta impegnato nel torneo nella gara della di Serie C fra di Carcare (stagione 1996/’97) INSIEME! Cesena e Vis Pesaro, mentre il 25 agosto il debutto in Serie C nella partita Cavese-Az è sempre facile e in questa mia esperienza Picerno. Sicuramente, la “prima” fra i pro- ho vissuto anche dei momenti negativi: il fessionisti è il ricordo più bello che conser- peggiore è stato sicuramente la mia prima vo di questa parentesi da arbitro. Mentre gara in umbra; al triplice salivo le scale del “Dino Manuzzi” di Cese- fischio ho davvero pensato di smettere. L’i- na e sentivo la curva Mare cantare “Roma- nesperienza, purtroppo, ha giocato brutti gna Mia”, per un attimo mi son detto: “E’ scherzi: sono arrivato a casa e ho pensato tutto vero? Dove mi trovo?”. Ma alla fine mi che quel ruolo non era adatto a me. Però sono dato anche una risposta: “Se qui mi ho voluto provarci di nuovo e gettare il cuo- trovo, un motivo c’è; coraggio e tranquillità, re oltre l’ostacolo; a distanza di anni, ho ot- perché alla fine è solamente una partita di tenuto i risultati che sto vivendo oggi”. calcio”. L’atmosfera del professionismo è davvero emozionante, con gli stadi quasi PROFESSIONE, PASSIONE, FAMIGLIA TRIPLO sempre pieni. Il mondo arbitrale, però, non “Non è sicuramente facile far coincidere il tutto: di questo sono perfettamente al VETRO corrente. Con tanti sacrifici e la voglia di inseguire un sogno, possiamo comunque GRATUITO andarci vicino. Per questo, però, devo rin- graziare anche il mio datore di lavoro e i colleghi che mi aiutano e supportano in + SCONTO questa avventura; senza di loro sarebbe davvero difficile. I sacrifici che vengono 50% SU fatti da fuori spesso non si vedono: dietro c’è un mondo, fatto di sofferenze e anche COLORE di errori. Per fare l’assistente, ma la stes- sa cosa vale per l’arbitro, sei costretto a ESTERNO portar via tanto tempo sia alla famiglia che agli amici. Una passione, però, che ti ripa- ga perché comunque l’Aia è una grande famiglia: cento ho dato e cento ho ricevu- to, l’ho sempre detto; all’interno dell’asso- FINO AL ciazione, ho sicuramente fatto le migliori esperienze e ho conosciuto tante persone 31 OTTOBRE che oggi sono fedeli amici. Voi mi chiedere- te - avendo comunque il padre carabiniere - perché non abbia seguito questa profes- sione: ci ho provato, ma sicuramente il fi- sico di quel momento non ha giocato a mio favore. Poi c’è il sogno, quello di una vita, trovare qualcuno con cui condividere tutto questo e con la quale costruire qualcosa di importante come una famiglia”.

Andrea Cravotta in azione a Campodarsego 1515 ~ PAGINE AUTOGESTITE DEL COMUNE DI MONTERCHI ~ ~ STORIA~ ATTUALIT e ARTEÀ~ ~ LA CHIESA DELLA COLLEGIATA, BARICENTRO RELIGIOSO E ANCHE GEOGRAFICO DI UMBERTIDE di GiuliaGambacci

la principale chiesa di Umber- centro storico nella quale si trovano la rocca liana, con colonne binate di ordine tuscani- tide e si trova proprio nel cuo- e le piazze più importanti di Umbertide, con co, riveste le pareti interne e incornicia i vari re della città. Inconfondibile è assieme la parte sottostante la rocca, utiliz- altari laterali. La zona perimetrale interna è la sua forma rotondeggiante zata come parcheggio. La scelta di costruire delimitata da un giro di 16 colonne distaccate nella parte superiore e in essa la chiesa vicino al corso d’acqua è stata una dal muro, sul quale sono riportate le mostre È convergono praticamente le precisa volontà della cittadinanza umberti- dei pilastri corrispondenti. Negli spazi fra le principali direttrici viarie, quasi come il dese; di qui, l’accostamento al nome Reggia. colonne, in otto grandi aerostili, appaiono le baricentro geografico fosse anche quello Il motivo della sua realizzazione era quello di arcate a tutto sesto che accolgono gli altari, ideale, o comunque un punto di riferimento creare un luogo nel quale poter conservare la tribuna dell’organo e i due portali d’ingres- importante. Avrete certamente capito che una immagine miracolosa affrescata all’in- so. Il colonnato è a disposizione binata, cioè si tratta della Collegiata, nome con il quale terno di una cappella che si trovava nelle a due a due e risale all’anno 1632: è di ordine è più conosciuta la chiesa della Madonna vicinanze. La direzione dei lavori è stata dap- toscano con funzione strutturale di supporto della Reggia. In ultimo, ha avuto la ribalta prima affidata agli architetti perugini Gale- alla cupola, mentre i cornicioni, le modana- della cronaca più per fatti di cronaca che azzo Alessi e Giulio Danti, che sono stati an- ture, le nicchie e i chiaroscuri conferiscono per altro, anche se poi le opere d’arte ruba- che gli autori del disegno originario, poi sono all’imponente struttura un pregevolissimo te sono state tutte recuperate. Tutto è in- seguiti Bino Sotii (1583), Mariotto da Cortona movimento di masse e di luce. Le colonne somma andato a lieto fine, ma quale storia (1600), Rutilio (1623) e infine l’umbertidese raggiungono la misura di 9 metri e 60 centi- si porta appresso la Collegiata umbertide- Bernardino Sermigni nel 1640. Insomma, la metri e il pavimento, di assoluto rilievo, è in se? E il rapporto affettivo con la comunità cronologia dice che si è trattato di un “parto” cotto policromo del XVII secolo. Le opere più locale? Cerchiamo quindi di saperne di più abbastanza lungo, trascinatosi fino in prati- importanti che caratterizzano la Collegia- attraverso questo speciale. ca alla metà del XVII secolo. Abbiamo parlato ta sono diverse, a cominciare dalle quattro di aspetto rotondeggiante, quando invece la tele posizionate sul tamburo, che ritraggono vera forma è ottagonale all’esterno e circo- una Vergine in gloria con i Santi Maria Mad- l tempio dedicato alla Beata Vergi- lare all’interno, con un diametro interno di dalena, Giovanni Battista ed Evangelista, ne Maria risale alla seconda metà 22,50 metri e un’altezza complessiva di 40. Andrea, Francesco e Apollonia, proveniente del secolo XVI e la Reggia non è L’interno della cupola, dal tamburo alla lan- dalla scuola romana del ‘500; l’Ascensione I altro che il torrente che scorre terna, riveste un’area di 689 metri quadrati e al cielo con i Santi Benedetto, Romualdo, Sa- fra l’edificio religioso e la parte di il diametro della palla di rame che sovrasta vino e Vescovo, dipinta nel 1578 da Niccolò la lanterna è di un metro e 65 centimetri. A Circignani; la Beata Vergine di Loreto con i causa dei segni di cedimento manifestati, la Santi Andrea Avellino e Ubaldo, dell’artista cupola originaria è stata ricostruita a inizio locale Giovanni Alaboyna (anno 1749) e il ‘600 con una modifica solo parziale dell’im- Santo Chierico regolare con il Cristo che gli pianto primitivo del monumento. L’impianto presenta la croce, contemporanea a quella iniziale degli architetti Alessi e Danti è stato precedentemente citata e realizzata dal- modificato in parte e la consacrazione del lo stesso autore. Proseguendo con le altre tempi risale all’anno 1751 e il nome di Colle- opere contenute nella chiesa, ci soffermia- giata – con il quale la chiesa è più conosciuta mo sull’altare della Madonna, decorato con – è divenuto effettivo dalla seconda metà del un ricco drappeggio in cui sono raffigurati Settecento, quando a costruzione ultimata si angeli in gloria; lo stucco è del 1725 e incor- di Leonardo e Lorenzo Viciani è trasferita in essa una collegiata di canonici nicia l’affresco centrale del ‘400 (attribuibile istituita – era il 1765 - nella chiesa arcipre- alla cerchia delle scuole eugubine), nel qua- tale di San Giovanni Battista, che si trovava le si trova l’immagine miracolosa alla quale all’interno delle mura, oggi andata distrutta la chiesa è dedicata: la Vergine in trono con e della quale è rimasto in piedi il campanile Bambino e Santi. Vi sono poi l’altare del San- MICROFUSIONI romanico di epoca duecentesca, che si nota tissimo Sacramento Fastosa, un intaglio li- uscendo dalla chiesa. L’ultimo restauro, di gneo dorato di Peter Kraas che risale al 1680; dimensioni notevoli, risale al decennio con- ad arricchire questo altare, un tabernacolo clusivo del Novecento. L’impressione che in legno dorato del ‘500 e di arte fiorentina A CERA PERSA suscita in chi la osserva dall’esterno è quella e meritano di essere ammirati il fonte bat- di un edificio molto spoglio e in parte anche tesimale – anch’esso del ‘500 – in marmo disarmonico, a causa del cantiere rimasto bianco con l’altare retrostante di Giovanni in piedi per lunghissimo tempo e delle figure Fontana in stucco dorato che incornicia una che ne erano a capo, perché non hanno man- tela seicentesca con la Vergine e i santi; l’al- ACCESSORI MODA tenuto la costanza nel disegno. La facciata è tare di San Giuseppe (stessa epoca) con una composta principalmente di mattoni a vista, preziosa statua del Santo, sempre di scuola con lesene decorative agli spigoli dell’ot- fiorentina e l’altare del Rosario, nel quale i tagono e divisione in tre ordini digradanti. quindici medaglioni dipinti su rame, del XVII Via Carlo Dragoni, 37/A Il portale d’ingresso si apre su uno dei lati secolo, raffigurano i misteri del Rosario. Al dell’ottagono di base. di sopra dei portali, due iscrizioni barocche (Zona Ind.Le Santafiora) ricordano le date di costruzione del tempio e Sansepolcro (Ar) interno della chiesa, a pianta della sua consacrazione. La chiesa di Santa centrale come già ricordato, ha Maria della Reggia, o Collegiata, è attual- Tel. 0575 720915 un’aula unica senza deambula- mente sede della parrocchia di San Giovanni L’ torio. Un motivo decorativo a ser- Battista. 16 Veduta dall’esterno L’interno della chiesa

n restauro in misura consi- lunedì di Pasquetta, si è consumata un’al- sede della parrocchia è pertanto diventa- stente è stato eseguito nel tra significativa parentesi nella storia della ta il tempio della Madonna della Reggia. corso degli anni 1992 e ’93, ma Collegiata: il vescovo Ceccobelli, assieme Ascoltando la Santa Messa nell’antica anche recentemente è stata al parroco della Collegiata, don Pietro Vi- chiesa arcipretale di San Giovanni, Pico U oggetto di un intervento tota- spi, ha dedicato la chiesa agli appassionati della Mirandola - lo racconta di perso- le, che ha interessato i tessuti delle moto. Da quel giorno, la chiesa madre na in una lettera – trovò l’ispirazione per murari e lapidei. Lunga e accurata è stata di Umbertide è diventata il santuario (o la scrivere un “Elogio della pace” che verrà anche la ricerca per risalire alle tinteggia- casa) dei motociclisti, in base a quanto sta- poi assorbito e sarà il nucleo centrale del ture originali, rifare gli stucchi e restitui- bilito dal decreto dello stesso Ceccobelli. “Discorso sulla dignità dell’uomo”, cioè re all’antico splendore le preziose tele e le Tanti i centauri presenti il giorno della dedi- l’emblema del “manifesto” del rinasci- statue presenti nella chiesa. L’intervento ha cazione. Da allora, quindi, la Madonna della mento italiano. riguardato anche l’impianto di illuminazio- Reggia non è soltanto la patrona della vec- ne, rinnovato sia dentro che fuori l’edificio. chia Fratta, ma anche la protettrice di chi urtroppo, la Collegiata di Una parte dei lavori è stata finanziata dalla va in moto, come simboleggia la lampada Umbertide è stata – specie diocesi di Gubbio e dai contributi dell’8 per votiva, alta più di due metri, dove c’è un cen- negli ultimi tempi – anche 1000, ma il finanziamento è arrivato dal- tauro che si rivolge al cielo. L’opera è stata oggetto di furti, seppure i la Conferenza Episcopale Italiana. Per tre realizzata dal fabbro e artista Alberto Alun- P pezzi trafugati siano stati anni esatti, la Collegiata è rimasta chiusa: ni di Pietralunga ed è stata offerta dai club sempre ritrovati. Per com- l’ultima celebrazione religiosa si era tenuta di appassionati vespisti e motociclisti della pletezza di informazione, sottolineiamo il 7 aprile 2013, poi dal giorno seguente il via città. Ad Alunni si è aggiunto un pittore lo- anche come in una circostanza si sia ri- ai lavori, diretti dall’architetto umbertide- cale, Antonio Renzini, che ha realizzato un trovata nella condizione diametralmente se Francesco Raschi. Diverse le operazioni dipinto celebrativo dell’evento. La Collegiata opposta, ovvero di luogo nel quale è sta- eseguite: il consolidamento dell’apparato si aggiunge ai santuari di Castellazzo Bormi- to ritrovato un qualcosa rubato altrove: murario con la pietra serena, il restauro da (Alessandria), di Oropa (Biella), di Loreto era l’agosto del 2018 e qui tornò alla luce della stuccatura e della velatura del mu- (Ancona) e di Nostra Signora della Guardia di la statua lignea della Madonna in Trono, rario in cotto, il rifacimento di copertura e Ceranesi (Genova), che sono anch’essi dedi- scomparsa dieci anni prima - nel 2008 - finestroni, le finiture interne e una impian- cati ai motociclisti. a Spello. Pochi giorni dopo, però (erano i tistica rimessa ex novo. Il restauro delle primi di settembre dello scorso anno), i tele, finanziato dalla Soprintendenza per i a parrocchia di San Giovanni ladri portarono via il crocifisso ligneo po- Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici Battista è presente in Umber- sizionato nella cappella dietro l’organo. dell’Umbria ma con anche qualche privato, tide da lunghissimo tempo e, Lo scorso maggio, con un colpo da pro- è stato seguito da Giorgia Feligioni e ha in- quasi certamente, risale all’e- fessionisti, i malviventi si impossessaro- vece riguardato “La Trasfigurazione di Cri- L poca della fondazione o della no del reliquiario contenente una parte sto e Santi” del Pomarancio, “San Gaetano ricostruzione stessa del centro del braccio di Sant’Erasmo, che ai primi di e Cristo Stauroforo di Giovanni Alaboyna, abitato, come luogo di culto dentro le mura; settembre – grazie al lavoro investigativo la “Beata Vergine di Loreto con Sant’An- al di fuori, infatti, certamente è esistita - e dei carabinieri – è stato recuperato e ri- drea Avellino e Sant’Ubaldo”, altra opera di essa rimane una pregevolissima cripta consegnato dopo che era stato trasferito di Alaboyna e la “Beata Vergine Maria tra i protoromanica - un’antica chiesa dedicata e ricettato, ma in quello stesso periodo (e Santi Patroni di Umbertide”, il cui autore è a Sant’Erasmo. Il primo documento certo è in un altro distinto colpo) si erano presi sconosciuto. La riapertura al culto dopo i un atto che riporta come nel 1237, il giorno anche un busto della Madonna alto 50 cen- lavori di restauro reca la data di domenica 8 settembre, sia stato inaugurato il campa- timetri, da sempre posto sull’altare centrale 8 maggio 2016 e per Umbertide è stato ov- nile, tuttora esistente, di San Giovanni, che e due reliquiari a forma di mano, ornamenta- viamente un evento solenne: a celebrare la era al servizio della già antica chiesa arci- li nel contesto dell’altare laterale dedicato a Santa Messa delle 17.30 è stato il cardina- pretale. Nella sua vecchia sede, la parroc- San Giuseppe. Anche questi pezzi sono stati le Ennio Antonelli, insieme al vescovo della chia è rimasta fino agli inizi del secolo XIX, ritrovati in agosto a Tolentino e a Macerata. diocesi di Gubbio (perché ad essa la città quando è stata abbattuta – queste le logiche Meglio così, anche se la conclusione viene appartiene), Mario Ceccobelli e al vescovo di allora e non solo a Umbertide - per rende- spontanea: un opportuno sistema di allarme emerito Pietro Bottaccioli. Il 9 aprile 2012, re più agevole l’accesso al centro urbano; la è a questo punto d’obbligo.

17 ~ PAGINE AUTOGESTITE DEL COMUNE DI MONTERCHI ~ ~ STORIA e ARTE~ LA PIEVE DI SANTA MARIA A MICCIANO, “PERLA” DI STORIA DELLA VALTIBERINA di Davide Gambacci

ndando verso Anghiari di notte gano con i superiori camaldolesi. Nel 1169 luoghi il colle cretoso sopra il quale era e girando lo sguardo a destra viene stabilito per convenzione che i cap- stata edificata la villa di Plinio, nel pun- del lungo rettilineo, l’occhio pellani della pieve di Micciano dovessero to in cui la valle – invece che aperta – è nota sullo sfondo i fari pro- eleggere il pievano e presentarlo al ve- racchiusa fra i contrafforti dell’Alpe del- iettati su una chiesa. Se poi scovo di Arezzo per ricevere l’investitura e la Luna e dell’Alta di Sant’Egidio, dove vi A al “ponte dei Sospiri” imboc- giurare massima obbedienza, ma nel 1207 sono i ciottoli al posto dell’argilla e dove il ca la provinciale numero 47 in direzione di sorgono nuove diatribe fra vescovo e ret- Tevere non è navigabile in alcuna stagione Caprese Michelangelo – e in questo caso tori della pieve, che vengono scomunicati dell’anno. Ciò detto, per ricercare la zona non c’è distinzione fra giorno e notte – dopo per la fedeltà dimostrata verso gli abati nella quel la villa di Plinio Nipote era stata pochi chilometri la sua attenzione non può camaldolesi. Soluzione di compromesso innalzata, si deve cercare al di sotto e non che essere attirata, sul lato di sinistra e in maturata nel 1221: i rettori di Micciano e di al di sopra di Città di Castello e alla destra leggera altura, dalla pieve di Santa Maria altre chiese della zona avrebbero dovuto del Tevere, che in inverno e in primavera a Micciano, più semplicemente conosciu- corrispondere ai vescovi di Arezzo i “tribu- era navigabile. Che i predi di Plinio Nipo- ta come pieve di Micciano. Collocato in un ti del sinodo, della parata, del capitolo e le te fossero all’interno degli antichi confini contesto paesaggistico colorato di verde, collette generali che dalla corte di Roma della Toscana, prima di arrivare a Città di questo edificio religioso costituisce uno venissero ordinate”. A corroborare ai Ca- Castello, lo aveva dichiarato lo stesso au- fra i monumenti più belli e ricchi di storia maldolensi la collazione e il padronato tore nella epistola prima del libro IV, par- dell’intera Valtiberina Toscana. E’ magari della pieve di Micciano giovarono in segui- lando di una partenza per Tiferno, dove un tantino defilato a livello geografico, nel to le bolle pontificie e dell’imperatore Car- sarebbe andato per dedicare un tempio senso che non si trova al centro di una città lo IV nel 1355. Nel marzo del 1243, intanto, da esso edificato quale segno di ricono- o di un paese, ma ha alle spalle mille anni da alcuni nobili della consorteria di Montauto scenza “per il popolo che fin da fanciullo lo raccontare fra passaggi di titolarità, danni promisero a Guidone, priore di Camaldoli aveva eletto in suo patrono”. subiti e ristrutturazioni ai quali è andato in- di riconoscere per feudatari i nobili Alber- contro. Una storia che quindi vale la pena to, Matteo e un altro Alberto di Galbino da LE TRASFORMAZIONI NEL CORSO di raccontare, per imparare ad apprezzare Montauto. Dopo la giornata di Montaper- DEI SECOLI sempre di più – e con cognizione di causa ti, anche la chiesa di Micciano subisce un Tornando a parlare di Micciano, la chiesa – lo straordinario patrimonio artistico che incendio e nel 1261 papa Alessandro IV è spoglia di ornamenti, però si presenta stiamo ereditando. La pieve è circondata stabilisce che la pieve di Micciano venisse decentemente ed è divisa in tre navate da campi e vi si arriva attraverso un filare restaurata a spese del Comune di Arezzo, con sette arcate per parte a sesto tondo, di cipressi; la chiesa risulta inglobata in un cosa che avverrà nel 1266. Con l’andare del che poggiano sopra pilastri di pietrame, complesso di costruzioni di epoche diverse, tempo, i conti di Montedoglio perdono tut- che sorreggono la tettoia a cavalletti. Il che ne hanno eliminato le caratteristiche di tavia il diritto di giuspadronato della pieve restauro effettuato nel secolo XVII non chiesa a tre navate e a tre absidi. di Micciano e c’è anche una particolare modifica l’architettura di fondo, che conti- spiegazione: in quella stirpe sono rimaste nua a richiamarsi a quella del secolo XIII. Il soltanto donne, che si sono sposate con pievano Biagio Lapini, senza conoscere lo DAI CONTI MONTEDOGLIO E DI GALBINO esponenti degli Schianteschi di Sansepol- scrivente, lo accoglie cordialmente a ospi- AI CAMALDOLESI cro e dei Lotteringhi della Stufa di Firen- zio nella serata del 13 ottobre 1832. Dal Così esordisce il Dizionario geografico, -fi ze, che conservano il giuspadronato del- catalogo delle chiese della diocesi areti- sico e storico della Toscana di Emanuele la pieve. C’è un riferimento di Benedetto na, compilato nel 1275, risulta che la pieve Repetti, a proposito della pieve di Mic- Varchi nel libro XV della storia fiorentina, di Santa Maria a Micciano aveva sotto di ciano: “Casale con chiesa plebana (Santa nel quale si precisa come il pievano di Mic- sé cinque suffraganee: San Paterniano al Maria) antica matrice della Terra di An- ciano, Raffaello Guglielmini, nei primi anni Vivajo o Viajo, San Leone in Pian d’Anghia- ghiari, nella cui Comunità e Giurisdizione di governo di Cosimo de’ Medici non solo ri, San Donato a Tubbiano, San Crescen- è compresa, circa un miglio toscano al suo accetta volentieri e ospita un giorno in ca- tino e Santo Stefano nel Pian d’Anghiari, settentrione, Diocesi e Compartimento di nonica Filippo di Baccio Valori, ma gli pro- riunita a San Girolamo. Alla fine però del Arezzo. È posta sulla strada comunita- mette di “far dar la volta ad Anghiari”, una secolo XIV, Micciano abbracciava sotto la tiva che da Anghiari guida a Caprese, nel volta preso Sansepolcro. Sempre Varchi, a sua giurisdizione una contrada più este- fianco orientale dei colli che prolungansi proposito della pieve di Micciano, precisa: sa, con le chiese di San Martino di Colle da Anghiari verso i Monti Rognosi, fra la “essere opinione di molti che costà fusse a Montedoglio, Sant’Angelo di Montedo- fiumana Sovara ed il Tevere”. Risalgono la magnificentissima villa di Plinio Nipo- glio, San Donato a Tubbiano, San Girola- al 1080 i primi documenti che attestano il te descritta leggiadramente da lui in una mo nel Pian d’Anghiari, San Crescenzio o giuspadronato originario dei conti Monte- delle sue epistole. E poichè altri scrittori Crescentino (distrutta), San Paterniano al doglio e di Galbino e uno di essi – Bernardo hanno creduto di situare la villa di Plinio, Vivajo, San Pietro di Colle, Santa Croce nel detto Sidonia, figlio di Ranieri da Galbino chi nelle vicinanze di Borgo San Sepolcro e Pian di Borgo San Sepolcro, Santo Stefa- – nel novembre del 1083 acquista per 300 chi in Città di Castello (il Tiferno Tiberino), no nel Pian d’Anghiari, San Leone nel Pian lire dal fratello Alberto la parte di padro- a me sembra che nessuno di questi luoghi d’Anghiari, la chiesa de’ Santi Stefano e nato che gli apparteneva sul castello di della Valle del Tevere si addica la descri- Girolamo nel Pian d’Anghiari, San Cristo- Anghiari e anche sulla pieve di Micciano. zione corografica, fisica e geoponica della fano della Torre e Santa Maria di Corza- Tuttavia, a distanza di una ventina di anni regione in cui la villa di Plinio Nipote risie- no. La pieve di Santa Maria a Micciano è (siamo nel 1104), il giuspadronato passa deva. Imperocchè, per rapporto alla for- stata il fonte battesimale della comunità nelle mani degli eremiti di Camaldoli, ve- ma della contrada: immagina, dice Plinio locale, fino a quando – dopo la Battaglia nuti al monastero di San Bartolommeo, all’amico Apollinare, un qualche immenso di Anghiari del 29 giugno 1440 – non venne costruito in Toscana. Ma questa padro- anfiteatro, quale può solamente idearsi in costruito un battistero nel borgo. La pie- nanza dei priori di Camaldoli e degli abati natura”. Chi ha visitato la parte superiore ve di Micciano è poi passata nella chiesa di San Bartolommeo per essi non è digeri- della valle del Tevere non troverà riferi- prepositura di San Bartolomeo d’Anghia- ta dai vescovi di Arezzo, che più volte liti- menti per credere che esistesse in questi ri, nonostante si possano contemplare 18 sempre, come filiali della stessa pieve, le realizzare. A dire il vero – e non tutti forse chiese di San Martino a Montedoglio, di lo sanno – all’interno della pieve di Mic- San Donato a Tubbiano, di Santa Croce in ciano si trovano anche un mosaico con la Pian di Borgo, di San Paterniano al Vivajoo; testa di San Francesco e l’Assunzione del- di San Leone nel Pian d’Anghiari; dei Santi la Madonna, più una vetrata con l’Annun- Stefano e Girolamo, idem. La parrocchia ciazione, che portano entrambi la firma di della pieve di Santa Maria a Micciano con- Venturino Venturi, ma l’opera principale tava 312 abitanti nel 1551, 231 nel 1745 e – quella che l’artista valdarnese teneva in 339 nel 1833. Nel 1880, la chiesa è stata modo particolare a modellare in marmo di oggetto di una radicale trasformazione: le Carrara – è senza dubbio la già ricordata tre navate originarie ridotte a una, con in- Pietà, ispirandosi a quella celeberrima di serimento del transetto sporgente e oggi Michelangelo Buonarroti, ma con uno stile è inglobata in un complesso di costruzio- tutto… Venturi. L’opera – un po’ come av- ni riferibili a epoche diverse. Al centro del venuto a Sansepolcro con la tavola cen- nucleo abitativo c’è la chiesa di San Cle- trale della Madonna della Misericordia e mente, risalente con ogni probabilità al XII con il San Giuliano e il San Ludovico di Pie- secolo, anche se alcune tombe scoperte ro della Francesca – ha contribuito a far di recente fanno ipotizzare una datazio- conoscere la pieve di Micciano anche fuori ne anteriore. È l’abside la parte più antica dai confini locali. La Pietà di Venturi è sta- della chiesa, la cui pianta era in origine a ta infatti esposta dapprima nella chiesa di croce greca, trasformata poi in croce la- Santa Maria delle Grazie a Milano, poi nel- tina alla metà del XIX secolo. All’interno la chiesa dei Santi Cosma e Damiano del- della chiesa, sono presenti frammenti di la cittadina svizzera di Mendrisio (Canton sculture di epoca altomedievale, tracce di Ticino), poi di nuovo a Milano – nel Grande affreschi del XIV secolo e opere di Niccolò Museo del Duomo – e infine a Firenze, al Soggi e Giovan Battista Naldini. Museo dell’Opera del Duomo, in occasione delle celebrazioni per il centenario della LA PIETA’ DI VENTURINO VENTURI nascita di Venturino Venturi. Dal settem- OPERA D’ARTE CONTEMPORANEA E bre del 2018, la Pietà è tornata nel luogo AMMIRAGLIA DELLA PIEVE per il quale è stata destinata, ovvero la Vi sono anche opere di artisti contempo- pieve di Micciano. Un ulteriore motivo di ranei conservate all’interno della pieve di attrazione per un monumento dalla lunga Micciano. Alludiamo in particolare a quel- storia, che di vicende ne ha vissute diverse le di Venturino Venturi (1918-2002), scul- nel corso dei secoli, per poi arrivare ai tem- tore e pittore originario di Loro Ciuffenna, pi di oggi arricchendo il proprio patrimonio nonché grande amico del senatore e mi- con opere d’arte anche di oggi. E allora, oc- nistro Giuseppe Bartolomei. Ed è proprio corre acquisire piena consapevolezza di ciò in ricordo suo e della moglie che le figlie, che di bello e di prezioso abbiamo in casa: nel 1997, hanno commissionato la Pietà, la pieve di Micciano è soltanto uno dei tanti ovvero l’opera che Venturi teneva tanto a esempi. 19 seanCOOPERATIVA SOCIALE ONLUS

Assistenza Disagio anziani psichico Azienda certificata

SEAN Cooperativa Sociale Onlus Via XX Settembre, 65 - 52037 Sansepolcro (AR) Tel. +39 0575 740383 - Fax. +39 0575 750027 Diversamente Servizi [email protected] - www.seancooperativasociale.it abili educativi

20 Il caos nel quale è venuta a trovarsi la vicenda legata alla realizzazione del se- condo ponte sul Tevere a Sansepolcro sta creando il classico gioco del rimpal- lo di responsabilità fra il sindaco attua- le, Mauro Cornioli, che si ritrova letteral- mente “incartato” e l’ex sindaco Daniela Frullani, che fa capire di avergli lascia- to la pratica su un piatto d’argento. Fra i due si inserisce Tonino Giunti che, da sempre contrario al ponte, comincia a gongolare in tal senso, mentre i cittadini della frazione di Gricignano – per i quali il ponte riveste una importanza fondamen- tale – hanno capito che l’unico sistema per vincere ogni indugio è quello di rim- boccarsi le maniche e di provvedere di persona ai lavori. In lontananza, poi (cioè in alto a destra della vignetta), si scorgo- no operai intenti al recupero del vecchio ponte per farne una passerella ciclope- donale al servizio dei pellegrini impegna- ti nei Cammini di Francesco.

21 ~ PERSONAGGI DA NON DIMENTICARE ~

È stato il secondo sindaco dal dopoguerra, ma il primo del Partito avvocato; il cuore rimasto sempre nel luogo di origine, dove poi Comunista ad amministrare il Comune di Sansepolcro. Anche Ma- sono tornati i figli, ma soprattutto le “epiche” ed accese battaglie rio Ugolini, come il predecessore Mario Baragli, era un avvocato, ad alto virtuosismo dialettico con il grande avversario politico di seppure lo fosse divenuto in corsa, perché la sua carriera profes- allora: l’avvocato democristiano Ameglio Fanfani, fratello dell’illu- sionale era inizialmente indirizzata in un altro versante, ma poi stre Amintore e padre anche di Giuseppe, ex deputato ed ex sindaco scopriremo i retroscena del caso. Ha guidato l’amministrazione di Arezzo. Mario Ugolini ha lasciato anche questo. I consigli comu- biturgense per dieci anni esatti, dal 1951 al 1961, anche se allora nali di allora erano in primis imperniati sull’asse Ugolini-Fan- non c’erano elezione diretta e regola dei due mandati quinquen- fani, non dimenticando la qualità di tanti altri esponenti che se- nali; solo il caso ha voluto che la parentesi di Ugolini coincidesse devano su quegli scranni; un livello del dibattito e del confronto con questo lasso di tempo, perché fu l’arrivo del commissario pre- politico-amministrativo che era indubbiamente molto elevato, nel fettizio a porre fine alla sua parentesi. Altra questione della quale quale prevalevano la schiettezza, l’onestà, il rigore e in particolare ci occuperemo, seguendo il canovaccio del racconto che di Mario il rispetto, anche se ognuno era ancorato sulla propria sponda. A Ugolini fa il figlio maggiore, Alessio, avvocato anche lui, che a metà distanza di decenni, qualche anziano di oggi si domanda ancora del primo decennio degli anni 2000 (dal giugno del 2004 al feb- in città: ma Ugolini e Fanfani erano realmente antagonisti, oppure braio del 2006) sarebbe stato uno dei successori del padre anche la contrapposizione fra i due era solo sul terreno politico? Di certo, nella poltrona di primo cittadino. Anzi, nel ruolo di sindaco non in materia erano due primedonne della situazione, con opinioni vi sono precedenti di questo tipo a Sansepolcro e anche in altre talmente diverse da arrivare a… stimarsi, perché poi questo è il realtà non è certo facile trovare un caso identico, quello appunto magico risvolto delle rivalità che contano. E secondo il parere di di un padre e poi di un figlio alla guida della stessa città. Il suc- qualcuno, la posizione occupata nel gioco delle parti li aveva resi cessivo trasferimento a Roma per la prosecuzione dell’attività di in fondo più amici di quanto volessero far credere. MARIO UGOLINI, IL PRIMO SINDACO COMUNISTA DI SANSEPOLCRO DIVENUTO AVVOCATO PER QUESTIONE DI RIVALITA’ di Claudio Roselli

UOCERO DI DESTRA, GENERO DI SINI- STRA E NEL 1951 L’ELEZIONE A SINDA- SCO Mario Ugolini era nato a Sansepolcro il 1° ottobre 1920, ma i suoi genitori provenivano da Badia Tedalda. “Mio nonno paterno – dice Alessio – si chiamava Giovanni e di professio- ne faceva il geometra, mentre la nonna Bian- ca era insegnante alla scuola d’arte. Il nonno materno, Giulio Chiasserini, era invece un diri- gente della Buitoni e la nonna Ida era la clas- sica donna di casa”. Quando il giovane Mario Ugolini si fidanza con Vera Chiasserini, sorge subito un problema particolare che il figlio Alessio ricorda con un sorriso compiaciuto: “Il nonno materno era marcatamente di destra, mentre mio padre era un bolscevico: ebbene, il nonno si oppose inizialmente al matrimonio per una questione di fede politica, ma poi lui e il babbo divennero grandi amici. Mario e Vera si sono sposati all’inizio degli anni ’50 e dal ma- trimonio, dopo Alessio nel 1952, è nata Clau- dia nel 1956; anche lei è avvocato in pensione come il fratello e vive ad Arezzo. “Siamo figli di due insegnanti – precisa Alessio Ugolini – con nostro padre che è stato professore di Storia e Filosofia sia al liceo scientifico di Sansepolcro che al classico di Città di Castello, mentre la mamma è stata docente di lettere. Il problema è che il nonno Giulio, per opporsi al matrimo- nio fra i nostri genitori, fece trasferire la figlia a Firenze, ma non fu una trovata geniale, per- ché anche mio padre chiese il trasferimento nel capoluogo toscano”. Insomma, una “bat- taglia” persa, quella del nonno materno di de- stra, che dovette sulle prime rassegnarsi ad Mario Ugolini il giorno delle nozze con Vera avere un genero di sinistra. Un comunista tan- to convinto quanto… atipico, l’allora professor riva quindi all’anno 1951, che per la città pier- nel quinquennio precedente il vice del sinda- Mario Ugolini: “Sì, perché – spiega ancora il francescana è di consultazione elettorale; per co Mario Baragli; un periodo inevitabilmente figlio – anche a Sansepolcro il Pci era stato capire però le dinamiche politico-amministra- difficile per Sansepolcro, come per tutta l’Ita- fondato dagli ex partigiani e dagli operai. Lui tive di quel momento, occorre compiere un lia: la guerra era appena finita, il Paese era in in queste due categorie non rientrava”. Si ar- piccolo passo indietro. Mario Ugolini è stato ginocchio e la speranza si chiamava ricostru-

22 zione. A complicare ulteriormente la situazio- ne, al Borgo, provvide il forte terremoto del 13 giugno 1948, con i biturgensi costretti a stare accampati. Sul piano politico nazionale, nel 1947 si era consumata la scissione di Palaz- zo Barberini all’interno del Partito Socialista, che aveva portato alla nascita del Psdi, ov- vero dei socialdemocratici; ebbene, Baragli decide di confluire nel neonato Psdi, mentre Ugolini è fra i candidati della coalizione popo- lare Pci-Psi; il Pci vince a sorpresa le elezioni, perché la favorita della vigilia è la Democrazia Cristiana, che ha in Ameglio Fanfani e Ottavio Vezzosi le sue figure più rappresentative. Il Partito Comunista raccoglie 2547 voti contro i 2029 della Democrazia Cristiana e i 1464 del Partito Socialista; siccome non c’è ancora l’e- lezione diretta, a votare il sindaco è il consiglio Il villaggio scolastico del Campaccio, partito con Mario Ugolini sindaco comunale, che si esprime in favore di Ugolini, ma anche in questo caso c’è un motivo ben preciso: “In sede provinciale, Comunisti e So- sante della scuola. Non c’era la media statale, no il suo mestiere e le pecore al lupo! Io faccio cialisti si accordarono per spartirsi i sindaci in poi portata a compimento da Ottorino Goretti l’avvocato e tu sei insegnante”. Mio padre gli Valtiberina. I socialisti optarono per Anghiari, e la battaglia del babbo fu soprattutto ideolo- rispose allora che sarebbe diventato avvocato dove Gallo Galletti si ritrovò a guidare un Co- gica, perché l’unica scuola media presente a anche lui, per cui all’età di 38 anni si iscrisse mune con il Pci in maggioranza assoluta e di Sansepolcro era privata e la Democrazia Cri- all’Università e si laureò in Giurisprudenza a conseguenza l’esponente comunista, Mario stiana non approvava l’idea di istituire quel- Camerino; in quel periodo lavorava, studiava Ugolini, andò alla testa della giunta di Sanse- la pubblica. Si deve poi a lui lo spostamento e faceva il sindaco. E quando smise di fare il polcro”. Così Alessio Ugolini ha ripercorso le della sede comunale da Palazzo Aggiunti a sindaco, si diede alla professione di avvocato, tappe che portarono all’elezione del padre il Palazzo delle Laudi (era il 1960), come alla che gli ha comportato il trasferimento da San- 24 giugno 1951. Se la prima volta il successo stessa maniera lui è stato artefice dello svi- sepolcro a Roma”. matura in misura abbastanza risicata (16 con- luppo di Porta Fiorentina e del rione delle For- siglieri contro 14), la seconda fa registrare un che. Nel primo caso, modificò l’area esterna A COERENZA IN POLITICA margine più netto – nell’ordine di oltre 1300 al vecchio arco tuttora in piedi, trasformando Alla fine degli anni ’70, l’avvocato Mario voti, con il Pci a 3521 e la Dc a 2197 – anche le zone verdi in residenziali verso la fine de- LUgolini possiede casa e studio a Roma in se nella fase terminale del mandato (inizio gli anni ’50 e creando di fatto viale Armando via Flavia, vicino alla sede del Ministero del anni ’60) il sindaco Mario Ugolini viene desti- Diaz con un design ispirato a Le Corbusier. Nel Lavoro. E lì rimane fino alla fine, continuando tuito dalla Prefettura per una vicenda strana periodo della crescita economica, da rimar- a esercitare l’attività forense. Lo stesso figlio di terminologie elettorali, che lui non avrebbe care è a mio avviso il sostegno garantito alle Alessio ha studiato e abitato a Roma dal 1970 adoperato in modo corretto. Sta di fatto che imprese emergenti, fra le quali anche la Bui- al 1974; e così anche la figlia Claudia. Gli studi nel 1961 la Prefettura invia a Sansepolcro il toni. Anzi, se è per questo, finì sotto proces- legali vengono aperti anche ad Arezzo e a Fi- commissario Francesco Voria e allora Ugolini so assieme al commendator Marco Buitoni renze - poi entrambi chiusi - e nel ’95 Alessio inoltra ricorso al Consiglio di Stato, vedendosi per un presunto illecito edilizio, ma vennero Ugolini torna definitivamente a stare a San- riconosciute le proprie ragioni; quanto basta entrambi scagionati. La nascita delle Forche sepolcro, mentre il padre morirà a Roma il 24 non per tornare a fare il sindaco, perché nel sta a dimostrare come per tanti biturgensi febbraio del 1997, all’età di 77 anni. La sua foto frattempo la legislatura è scaduta, ma per si fosse concretizzato l’obiettivo principale compare nella galleria che il Comune di San- uscire di nuovo legittimato nel proprio ruolo. della vita: quello di metter su casa”. Quando sepolcro ha dedicato a tutti i sindaci del do- “Dopo l’ok del Consiglio di Stato – prosegue il fi- tuttavia ai più attempati di oggi si ricorda la poguerra in uno dei quattro lati del corridoio glio Alessio - mio padre scrisse al commissario figura del sindaco Mario Ugolini, la mente tor- di Palazzo delle Laudi posto al secondo piano. Voria quanto segue: “La prego di fissare l’incon- na inevitabilmente alle diatribe con l’avvocato Che tipo era in politica? Il figlio Alessio ne deli- tro per restituire le consegne e ripristinare la le- Ameglio Fanfani, proiezione nel locale di quel- nea i tratti in maniera molto semplice: “Il suo galità repubblicana”. Il commissario replicò su- lo che è stato per decenni lo scontro classico rapporto con il Pci è durato fino al 1964, anno bito, affermando che anche la sua presenza a della politica italiana fra Partito Comunista su nel quale un po’ se n’è andato da sé e un po’ è Sansepolcro rientrava nella piena legalità”. Nei un versante e Democrazia Cristiana sull’altro. stato cacciato, dopo aver concluso l’esperien- due anni di permanenza in città, il commissa- E allora, la domanda rivolta al figlio è chiara e za da sindaco. Lui era di ideologia filosovietica rio Voria adotta un piano regolatore prendendo scontata: che rapporto esisteva fra suo padre e e quando stilarono il manifesto degli antisovie- decisioni discutibili - fra cui quella di realizzare Ameglio Fanfani? “Diciamo che avevano svilup- tici si ritrovò fuori. Dopo una decina di anni ha a sud del centro urbano la zona industriale che pato un’amicizia, ma che in realtà erano cane e fatto rientro nel Pci: a seguito della scissione viene denominata “Trieste”, perché lui era ori- gatto. Litigavano – questo è vero – anche se si del ’91, lui andò ovviamente con Rifondazione ginario proprio della città giuliana - ma non in sono trovati d’accordo su questioni importanti, Comunista; peraltro, gli rimase la sede di via linea con il pensiero della maggioranza. “Il mio come ad esempio lo spostamento in collina del Tigrè. Al funerale di mio padre, tenutosi a San- babbo – puntualizza il figlio Alessio - era ferre- cimitero urbano. La zona indicata era pressap- sepolcro, Rifondazione si presentò con la ban- amente contrario a ogni genere di edificazione poco quella in cui si trova oggi l’ospedale, ma la diera. Quando iniziò il suo impegno in politica, in collina e aveva la concezione di uno sviluppo giunta provinciale amministrativa, emissione le prime riunioni erano affollatissime; è proprio circolare della città, che si originasse attorno della Prefettura, bocciò nel merito il progetto, vero: erano un’altra epoca e un altro mondo, alle mura. Invece, come si può notare, nella sua affermando che si trattava di una “opera farao- senza dubbio ricchi di speranze e prospettive. sagoma urbanistica Sansepolcro è un paese nica”. Basterà guardare cosa è poi successo: le Anche Sansepolcro visse un periodo signifi- “lungo” invece che tondo”. abitazioni avrebbero dovuto rimanere lontane cativo della ricostruzione: l’industria cresceva dal camposanto, però mi sembra che in viale e si parlava delle Forche come del rione dei E SCUOLE, PORTA FIORENTINA, LA Osimo il concetto non abbia trovato confer- camionisti, ma la realtà era che questa gen- SEDE COMUNALE A PALAZZO DELLE ma. La circostanza chiave, attorno alla quale te aveva finalmente una casa. Tornando alle LLAUDI E LE ACCESE DIATRIBE POLITI- è ruotato il rapporto fra mio padre e l’avvocato scuole, alcuni edifici delle frazioni li ha rimes- CHE CON AMEGLIO FANFANI Ameglio Fanfani, è legata a una deliberazione si a posto, altri li ha addirittura avviati, vedi il Cosa ricordare del decennio che ha visto sin- risalente alla prima legislatura, che Fanfani villaggio scolatico del Campaccio. Quello che daco Mario Ugolini? “Intanto – parla sempre il impugnò davanti al Consiglio di Stato, dicendo mi preme però sottolineare è la sua coerenza figlio Alessio - il suo grande impegno sul ver- poi in consiglio comunale a mio padre: “A ognu- nel sostenere il messaggio politico di estrema

23 daco nella mia città. “Se vuoi governare a Sansepolcro – mi disse – devi essere il leader della Valtiberina, altrimenti tutto diverrà più difficile”. E poi: “Quando vai in Comune (inteso sempre come sin- daco) è come quando si va per la prima volta da un cavallo. Entrambi – l’uomo e il cavallo – sanno di dover correre, ma nessuno vuole prendersi l’altro in grop- pa. Frasi che mi sono tornate alla mente come perle di saggezza. Mi diceva sem- pre, poi, che a tutto c’era rimedio (tanto a un guaio, quanto a una crisi politica e a un errore professionale), per cui non era mai il caso di buttarsi giù. Sotto questo profilo, la mia mamma era ancora più forte di lui. Con Ameglio Fanfani, è stata stima reciproca. L’episodio indimentica- bile è quello di una causa in Cassazione, nella quale eravamo avversari da avvo- cati: lui e figlio Giuseppe da una parte, mio padre e io dall’altra. Usciti, andam- mo a pranzo tutti e quattro e i due geni- tori dissero a me e a Giuseppe che non avevano mai litigato. Per tutta risposta, Mario Ugolini, nelle vesti di sindaco, presente all’inaugurazione della scuola si beccarono l’appellativo di bugiardi. elementare di Misciano (ottobre 1959) Questo per dimostrare, comunque, che erano leali avversari e galantuomini nel sinistra. E nonostante questo, in casa mia ho dell’hotel “La Balestra” e che allora si chiamava modo di fare. E dirò di più, in conclusio- visto individui di tutte le estrazioni politiche, Ozo: alludiamo a Vittorio “Lollo” Tricca, a Mar- ne: penso che sia Ameglio Fanfani che fascisti compresi. Esisteva un contradditorio cello Giorni, al barbiere Girolamo Poggini detto mio padre, Mario Ugolini, per il livello di a volte anche vivace sul piano politico, ma su “Pipi” e a tre ex partigiani, Orlando Pucci, Odi- preparazione politica avrebbero merita- quello umano e amministrativo mio padre era lio Goretti e Dino Gennaioli, quest’ultimo noto to tranquillamente un posto in Regione, amico di tutti. Se poi vi era la necessità di aiu- come “Unghino”. E in casa come si comporta- se non addirittura in Parlamento. Credo tare qualcuno in difficoltà, lui non guardava di va? “Bene. Aveva un ottimo rapporto con nostra di non esagerare assolutamente. Erano certo alla bandiera politica. Allora, ogni partito madre e il ricordo che di loro abbiamo è senza due figure che contavano molto a livello politico aveva nel locale le proprie figure di ri- dubbio più che positivo. Come ricordo benis- provinciale, anche se poi nessuno di essi lievo: i già ricordati Fanfani e Vezzosi nella Dc, simo quando mi citò nel corso di un comizio in ha spiccato il salto, come invece ha fatto Ivo Pasquetti nel Psdi e Lapo Moriani nel Pri, una piazza Torre di Berta gremitissima: disse Beppino!”. mentre nel Pci vi erano Marcello Giorni e un che io c’ero e che il concetto da lui espresso Ottorino Goretti (che sarebbe stato poi sindaco era così semplice che anche suo figlio di 8 anni per 12 anni) proveniente dall’ambito sindaca- l’avrebbe capito al volo. Ma ricordo anche le au- le. Quando Giuseppe Fanfani venne eletto alla tocarovane domenicali: eravamo un gruppo di AL SERVIZIO DELLA Camera, disse che anche il padre Ameglio – ol- famiglie amiche che andavamo sempre in giro a NOSTRA VALLE. tre allo zio Amintore – era stato un politico. E fare scampagnate. Mangiavamo all’aperto o in l’acerrimo avversario Ameglio Fanfani è stato trattoria e io allora suonavo la chitarra: si can- utile per mio padre ogni qualvolta proposte e tava con le mie strimpellate”. Come padre era progetti dovevano finire sul tavolo della giunta severo? “Affidava tutto alla moglie, per cui alla provinciale amministrativa, tendenzialmente fine la figura forte era quella della mamma. Lei propensa a tagliare tutto ciò che era di ideazio- prendeva i provvedimenti disciplinari nei nostri ne comunista e molto attenta nel contenere i confronti, anche perché lui spesso era fuori, costi. Se c’era un qualcosa di importante da far sia per motivi di lavoro che per incombenze po- passare e Fanfani era in sintonia, mio padre in- litiche. Mio padre era liberale di spirito: quando vitava lui a dire alla giunta che le proposte era- io ho compiuto 14 anni, mi ha regalato un origi- no di matrice sua, così un’idea dell’opposizione nale pacchettino, all’interno del quale vi erano non sarebbe stata respinta per il solo gusto le chiavi di casa. A proposito di casa, l’abbiamo di andare contro la maggioranza, ma in realtà cambiata più volte, fino ad acquistare appar- i due schieramenti erano d’accordo. Tattiche tamento e studio in viale Armando Diaz, in uno politiche note, messe in atto da persone che fra i palazzi più alti in assoluto della città. Io, si rispettavano come avversari politici e che allora, ero un tipo piuttosto acceso e anche quando erano uniti su determinate operazioni ribelle, tanto che mia madre era preoccupata, riuscivano ad arrivare al risultato. Ho visto un ma lui le diceva: “Se nello studio porta i risul- sacco di gente entrare in casa mia e quando il tati, va bene lo stesso”. E sotto questo profilo babbo usciva dall’abitazione di Porta Fioren- il mio comportamento era inappuntabile”. Suo tina impiegava spesso addirittura due ore per padre ha conosciuto i nipoti? “Sì, mio figlio percorrere il tratto di corso fino al Comune: Giovanni, che ora ha 40 anni e la figlia di Clau- erano infatti tanti coloro che lo fermavano per dia, Gaia, che he ha 38 e che pure lei è avvoca- SEDE LEGALE E AMMINISTRATIVA: strada”. to, ma ha conosciuto anche Emiliano e Vera, Via Vittorini, 27 Città di Castello (PG) la mia figlia più giovane, che ha appena visto Tel. 075 852391 ERLE DI SAGGEZZA… POLITICA nascere e che ora sta per laurearsi anche lei [email protected] Era molto affezionato alla sua città e in Giurisprudenza”. Fra i consigli che suo pa- pec: [email protected] Paveva una cerchia di amici del cuore con i dre le ha dato, o fra le frasi più ricorrenti che quali giornalmente si incontrava per scambia- pronunciava, quali le sono rimaste più im- re chiacchiere e risate sul piazzale che oggi è presse? “Una di esse riguarda il ruolo di sin-

24 25 ~ STORIA ~ SETTEMBRE 1944: LA LIBERAZIONE DI TUTTA LA VALTIBERINA TOSCANA. SANSEPOLCRO COSTRETTA A UN MESE DI ATTESA PER IL CAMBIO DI PROGRAMMA DELLE TRUPPE ALLEATE di Davide Gambacci

Siamo arrivati all’ultima puntata dedicata a diani assaltano Monte Faggiolo e nella notte era stata di certo un vantaggio per i mezzi co- quella che fu la “calda” estate del 1944 nell’Al- entrambi gli schieramenti registrano sensibili razzati, nonostante la mattina dell’11 agosto ta Valle del Tevere tosco-umbra. Si riparte perdite per l’assalto a Passo Pratelle; tuttavia, un reparto di essi si riporti su Sansepolcro, ri- dalla fine di agosto con l’avvenuta liberazione i punjabi hanno la meglio e il giorno succes- ferendo che le numerose demolizioni avevano di Caprese Michelangelo e si prosegue con la sivo conquistano anche Monte della Modina e reso problematico l’ingresso in città. Il giorno cronaca di settembre, che vede issare le ban- Monte Castelsavino, nella zona di Bulciano a seguente vi torna e localizza altre aree mina- diere inglese e americana negli altri centri del- nord di Pieve Santo Stefano. Sotto la pioggia, te, acquisendo per giunta notizie sui luoghi nei la Valtiberina Toscana. Tutto questo, grazie cadono 65 tedeschi e il King’s Own subentra quali i tedeschi stavano ancora piazzando gli ancora al professor Alvaro Tacchini e al suo agli stanchi punjabi. Gli anglo-indiani assu- ordigni, vedi la zona di Santafiora e quella del- “Storia tifernate e altro”, che con molta preci- mono il controllo anche della Verna, dove il le vicine località di Santa Croce e Falcigiano. Il sione riporta una sorta di diario giornaliero dei santuario rischia di finire sul mirino perché reparto corazzato nota poi come nella parte fatti, magari ancora ben impressi nella memo- l’intenzione è quella di eliminare i tedeschi sud-occidentale di Sansepolcro vi siano tede- ria degli ultraottantenni di oggi. Un paragrafo con una incursione aerea. Le nuvole basse schi vestiti da civili. I Lancers scrivono nel loro particolare è dedicato a Sansepolcro, perché impediscono all’aereo di vedere l’obiettivo e diario del 13 agosto quanto sia problematico ha dovuto attendere poco più di un mese pri- quindi il santuario è “graziato” dal maltempo. avvicinarsi a Sansepolcro, al punto tale che il ma di essere liberata; a fine luglio, il fronte era tentativo non produce i risultati sperati; nel arrivato a metà della strada per il Trebbio, ma SANSEPOLCRO: TEDESCHI PRONTI DALLE frattempo, i partigiani e una cinquantina di decise di cambiare direzione e di rimandare ALTURE DOPO LA DISTRUZIONE DELLA tedeschi si affrontano nella zona del Paradi- tutto a inizio settembre. Sansepolcro pagò TORRE DI BERTA, POI IL 3 SETTEMBRE so. I Lancers perlustrano a tappeto la cam- quel dietro-front, che rianimò i tedeschi, con la L’INGRESSO DELLE TRUPPE ALLEATE pagna biturgense, al fine di potersi aprire una distruzione della Torre di Berta; il mese di ago- A Sansepolcro, la liberazione pareva cosa fat- via verso il centro abitato, perché comunque i sto trascorse sotto il controllo dei partigiani e ta a fine luglio, quando i tedeschi si ritirarono mortai e le mine piazzate avevano creato una la città ha rischiato persino di essere rasa al dalla linea Afra-Tevere il giorno 28. Il fronte sorta di sbarramento. Alle orecchie degli in- suolo. Situazioni che andiamo a ripercorrere bellico si arresta invece a metà strada fra la glesi arrivano informazioni sugli scontri fra i nel capitolo conclusivo dedicato all’epilogo in città e la frazione Trebbio: nei piani degli al- partigiani che stavano di fatto “governando” zona della seconda guerra mondiale. leati c’è infatti l’attacco all’Alpe di Catenaia e la città in quel mese e le pattuglie tedesche, allora l’interesse si sposta momentaneamen- come quello avvenuto il 15 agosto. E il diario IL RISCHIO CORSO DAL SANTUARIO te sul versante di Anghiari, il che permette ai di guerra dei Lancers ricorda che un reparto DELLA VERNA tedeschi di mettere in moto la loro furia di- corazzato riuscì a raggiungere Sansepolcro L’avanzata alleata oltre Caprese Michelangelo struttrice anche nella città biturgense, con il 16 agosto, trovando la città completamen- e Montedoglio procedeva con una certa len- mine collocate a Porta Romana e alla base te bloccata in ogni ingresso dalle demolizioni tezza: il baricentro della situazione si era spo- della Torre di Berta, simbolo di Sansepolcro subite. C’era l’esigenza di spianare la strada stato a Rimini, dove era in atto l’Operazione e dei biturgensi posizionato al centro della ai carri armati dello squadrone C del Wiltshi- Olive, il cui scopo era quello di dirottare buona piazza che oggi porta il suo nome. La torre, re Yeomanry, che avrebbe dovuto attaccare parte delle forze germaniche verso la costa come oramai noto, viene fatta saltare in aria nel pomeriggio a Montedoglio. Il 17 agosto, gli adriatica per indebolirne le difese sull’Appen- alle 5 del 31 luglio 1944, quando oramai den- inglesi si sono piazzati a Cospaia; i tedeschi nino e aprire una breccia in direzione di Bolo- tro le mura stava tornando una certa tran- rispondono con l’artiglieria sui colli e con le gna, Ferrara e Comacchio. Il fronte nell’Alta quillità, perché si era sparsa la notizia in base mine disseminate nella pianura, anche se di- Valle del Tevere assumeva pertanto un ruolo alla quale la demolizione del monumento versi disertori alzano le mani in segno di resa. secondario. E questo spiegava il cauto ince- fosse stata programmata per le 2. I tedeschi Siamo arrivati alla fine di agosto: fra britan- dere della 10° divisione indiana. Anche sui sgomberano il Borgo nella giornata del 3 ago- nici e partigiani la collaborazione è sempre monti tra Caprese Michelangelo e La Verna, sto, ma si piazzano con la loro artiglieria sulle più stretta; i tedeschi hanno sgomberato il il contributo dei genieri anglo-indiani si man- alture; alcuni cittadini informano gli inglesi caposaldo difensivo di Montedoglio e si sono tenne essenziale: il nemico aveva demolito le del 12esimo Lancers che i tedeschi hanno la- ritirati dai Prati Alti, per cui Sansepolcro non strade del territorio, con tratti a strapiombo sciato Sansepolcro e San Giustino, anche se corre più rischi e stavolta la liberazione divie- fatti esplodere, posizionando altre mine nei a complicare la situazione ci si mette il mal- ne fatto concreto. Il King’s Dragoon Guards crateri provocati dalle bombe; in altri punti, tempo: una forte pioggia limita qualsiasi tipo aveva avvicendato i Lancers il 26 agosto e il grandi alberi ostruivano il percorso. In que- di operazioni militari, con i carri armati che 3 settembre vengono issate nella città pier- sta zona, la compagnia 61 dei genieri eresse rimangono bloccati nel fango e la piena che francescana le bandiere inglese e americana, “il più grande ponte da essa mai costruito, un travolge i ponti costruiti dai genieri anglo-in- anche se il Comitato di Liberazione cittadino DD Bailey di 150 piedi, pari a circa 46 metri. diani. Comunque sia, il 5 agosto lo squadrone – pur dovendo penare – insiste con successo Il 31 agosto, gli alleati risalgono il Singerna e A del 12esimo Lancers riesce a superare il tor- per far collocare insieme il vessillo italiano; gli raggiungono Faeta, mentre il giorno seguente rente Selci e ad entrare a San Giustino verso allenati nominano il governatore nella figura si piazzano al Poggio di Stantino e al Poggio le 13; alle 14.45 fa il suo ingresso a Sansepol- del capitano Goulding e anche a Sansepolcro di Garavone. Sansepolcro viene liberata (è cro, dove i tedeschi – come ricordato – non i partigiani vengono disarmati per poi essere il 3 settembre) e i primi mezzi corazzati rag- ci sono più, ma dove rimane un cannone che trasferiti nella polizia militare, con il preciso giungono con difficoltà Pieve Santo Stefano; continua a bombardare la città. il territorio compito di ricercare i fascisti. intanto, i punjabi della 25esima brigata con- minato incute molta prudenza fra gli alleati; i quistano Poggio Castelvecchio e puntano tedeschi si difendono con ogni mezzo e il 10 PIEVE SANTO STEFANO LIBERATA IN MEZZO verso Montalone: i tedeschi tentano la difesa, agosto i reparti dei Lancers arrivano a Grici- A UN CUMULO DI MACERIE ma perdono 20 uomini e 16 vengono catturati. gnano per poi avvicinarsi a Cospaia e capire Il King’s Dragoon Guards si sistema il 26 ago- La battaglia decisiva è quella del 5 settembre che il terreno era inadatto ai carri armati. La sto alla sinistra del Tevere e nei due giorni se- in prossimità della Linea Bruna; i punjabi in- copiosa pioggia della notte precedente non guenti perde uomini e mezzi; gli anglo-indiani

26 temono in particolare le mine che i tedeschi hanno piazzato a una profondità tale da non riuscire nemmeno con il passaggio dei veicoli a creare una pressione sufficiente per farle esplodere e quindi è spesso impossibile in- dividuare il punto esatto nel quale sono state collocate. Il 12esimo Lancers si è piazzato fra il Tevere e la strada per Caprese Michelange- lo, per cui ad avanzare in direzione di Pieve Santo Stefano sono reparti sia del King’s che dei Lancers; lo squadrone B dei primi e alcuni fanti dei secondi giungono a Pieve il 2 settem- bre: il paese è un cumulo di macerie, perché di fatto soltanto la chiesa, l’arco e il palazzo pretorio sono rimasti in piedi; i crateri sulle strade sbarrano il transito. I tedeschi non ci sono più – questo è vero – ma hanno lascia- to la zona piena di mine e trappole esplosive: numerose sono anche le vittime fra i civili. Un I lavori nei campi durante i bombardamenti reparto dei Lancers decide di tornare a Pieve la mattina del 5 settembre, quando viene oc- usciti dai loro nascondigli sulle colline hanno ne e bestiame”. Si sono calcolati in circa 385 cupato il poggio di Stantino. Il giorno dopo, 6 visto i tedeschi distruggere sistematicamente i civili e in 170 i bovini che, oltre a un gran nu- settembre, al 12esimo Lancers arriva l’ordine tutti i ponti da Badia Tedalda a Pennabilli nel- mero di suini e di pecore, i partigiani condus- di trasferirsi verso la parte orientale, quella la notte dal 19 al 20”. Badia Tedalda, minata sero oltre le linee tedesche in quel periodo. I di Castelnuovo e Monte Faggio, dove i militari e ridotta in macerie dai guastatori germanici, reparti del “Montefeltro” che continuano la rimangono feriti da mine e trappole esplosive. viene liberata il 23 settembre. I comandanti lotta armata si pongono al servizio del 12esi- Ma ci sono anche parentesi più liete, come britannici del King’s Dragoon Guards si av- mo Squadrone Lancers e la mattina del 23 quella del maggiore Cairns e della contessa valgono molto della popolazione locale per settembre – lo stesso giorno della liberazione che aveva murato nella sua casa tutte le cose individuare le postazioni tedesche nel tratto di Badia Tedalda – entrano a Sestino. Scrive in preziose che possedeva, tirate tutte fuori dal di fronte tra Viamaggio e Badia Tedalda. Un una relazione Bruno Brunacci: “La mattina del muro. reparto partigiano era rimasto operativo nella 23 settembre, riuniti tutti i partigiani sparsi zona montana tra l’Alpe della Luna, Sestino per la zona, con il consenso del comandante SECONDA META’ DI SETTEMBRE: e Carpegna, rivelandosi molto utile agli alle- alleato, occupammo il paese di Sestino”. A CAPITOLO CHIUSO ANCHE PER BADIA ati. Si sarebbe poi chiamato Distaccamento sera, gli uomini del “Montefeltro” comunicano TEDALDA E SESTINO Montefeltro, inquadrandosi nella 5° Brigata agli Alleati l’avvenuta liberazione della citta- Di pari passo - e con simili problemi - proce- Garibaldi “Pesaro”. Alla fine di luglio, quan- dina. Nei giorni successivi, continuarono a es- de la perlustrazione della zona di Viamaggio, do gli alleati erano ormai a Città di Castello e sere impiegati in servizi di pattuglia verso la un vasto territorio montuoso che i britannici stavano avanzando verso Pistrino e San Giu- Linea Gotica. Afferma Brunacci: “Il comando hanno ribattezzato “terra di nessuno”. Con le stino, alcuni di questi partigiani attraversano alleato in merito al prezioso contributo dato, strade distrutte in punti chiave dai guastatori le linee in punti diversi e in piccole pattuglie ci rilasciava un manoscritto, dove esaltava il germanici - e mentre va avanti il lento lavoro per sfuggire ai tedeschi. Riescono poi a ri- valore di questa piccola formazione partigia- di ripristino da parte dei genieri - torna utile compattarsi a Città di Castello e spiega Alfeo na”. Il “Montefeltro” sarebbe stato smobilitato muoversi con i mezzi più tradizionali: “Il co- Narduzzi: “Gli Alleati tentarono di scioglierci, l’8 ottobre. Quando gli Alleati vi entrarono, il mandante e l’aiutante a sera sono andati a ma visto che eravamo utili anche a loro per le 1° ottobre, Sestino era dunque già controllata cavallo sulla collina per osservare le posizioni azioni di pattuglia, ci hanno concesso asilo in dai partigiani. avanzate dello squadrone D. Anche i coman- un ex collegio della GIL e lì abbiamo formato danti degli squadroni stanno trovando i cavalli una caserma che chiamammo ‘Montefeltro’ al molto utili. Sarebbe impossibile andare in giro mio comando. Avevo il compito di dare allog- con profitto senza di loro a causa del terreno gio e vitto a tutti i partigiani dei diversi distac- e delle distanze da coprire”. Un altro rapporto camenti che attraversavano le linee e in più giornaliero enfatizza l’ardua fatica del lavoro a un certo numero di profughi. Ma il compito di perlustrazione sull’Alpe della Luna. Il 5 set- principale era quello che gli Alleati ci mobilita- tembre, una pattuglia riesce a raggiungere la vano volta per volta per fare servizio di punta sommità del monte: “[...] ma l’ascesa era spa- che di norma comandavo io [...]”. Il Distacca- ventosa e impediva i loro movimenti. In certi mento Montefeltro – con Mario Rossi coman- punti il terreno era così ripido e roccioso che dante militare e Alfeo Narduzzi commissario hanno dovuto procedere sulle mani e sui gi- politico – diviene punto di aggregazione dei nocchi”. Un soldato si frattura proprio un gi- partigiani del territorio di Sestino. Diversi di nocchio: “Ci vollero quattro ore per riportare essi avevano militato in altre formazioni, poi il ferito alla base, il che dà un’idea di quanto confluite nella 5° Brigata Garibaldi “Pesaro”: ORTAGGI DI difficile sia il terreno su cui stiamo operando. la “Gasparini”, la “Giornelli” - che operò tra Gran parte di esso è intransitabile ai muli”. l’Apecchiese, Sant’Angelo in Vado e Mercatel- Un’altra pattuglia viene decimata nella di- lo sul Metauro - e la “Picelli”, che stazionò a STAGIONE scesa sul versante occidentale dell’Alpe della lungo a Serra Battiroli e a Pieve dei Graticcioli. Luna: rimangono feriti sette soldati, tre dei In agosto, alcuni partigiani del “Montefeltro” quali seriamente. Anche l’avanzata verso il si prodigano in un rischioso lavoro di spola tra passo di Viamaggio e poi Badia Tedalda proce- la zona di Parchiule (Comune di Borgo Pace) e de quindi molto lentamente, sotto la costante l’Alta Valle del Tevere per portare in salvo per- minaccia delle granate tedesche. I britannici sone e bestiame, oltre le linee tedesche. Uno hanno appena raggiunto il passo di Viamag- di essi è Bruno Ercolani, che per una quindici- gio; il 22 settembre erano riusciti a progredire, na di volte oltrepassa il fronte, quasi sempre ma non di molto: “La pattuglia in ricognizione al passo dei Tre Termini: “[...] si passava dopo da Viamaggio al bivio a est di Badia Tedalda ha la mezzanotte e si scendeva giù fino ad un Via Bartolomeo della Gatta, 300 trovato 50 voragini sulla strada e 8 ponti sal- punto vicino a Sansepolcro, dove c’erano delle Sansepolcro - Tel. 339 3745140 tati in aria. Due jugoslavi che nella notte sono persone che prendevano in consegna perso-

27 Un carro armato Sherman in Valtiberina L’avanzata dei mezzi corazzati britannici

IL RACCONTO DELL’AGOSTO 1944 IN UNA possibili erano l’organizzazione economica una bella fibbia dove c’era scritto “Dio è con SANSEPOLCRO IN MANO PARTIGIANA della città e la battitura del grano con la par- noi”. In tutto c’erano sette o otto pezzi e una Sono stati in totale una ottantina i patrioti e tecipazione dei partigiani e il successivo ra- ventina di berretti; questo vuol dire che loro collaboratori del movimento partigiano di zionamento, più la distribuzione in base ai quella notte erano almeno un centinaio. Poi Sansepolcro riconosciuti dalla Regione To- membri che componevano le famiglie”. C’era c’erano in terra delle mine anticarro, dei rotoli scana. Gli stessi partigiani che hanno tenuto un atteggiamento solidaristico che prevaleva di miccia e 20 quintali di tritolo in panettoni il controllo della città per tutto il mese di ago- in città: se qualcuno aveva bisogno di cibo, lunghi! Ecco qual era la loro intenzione per sto del 1944, prima dell’arrivo degli alleati. perché i periodi erano molto difficili, i parti- Sansepolcro! Se loro quella notte riuscivano Proprio così: seppure per poco più di un mese, giani si recavano nelle fattorie e dicevano al a rientrare, oggi Piero della Francesca l’ingle- loro hanno svolto un ruolo che impropriamen- fattore di macellare una bestia per poi divide- se (con riferimento al capitano Anthony Clar- te può essere accostato a quello dei pubblici re la carne fra la popolazione. Privo di conse- ke n.d.a.) lo vedeva in cartolina! L’onore era amministratori, nel senso che di fatto la città guenze l’operato della polizia municipale a li- solamente del popolo di Sansepolcro. Noi non è stata nelle loro mani. Tutti giovani che poi, vello di ordine pubblico: la caserma era piena si vuole qualcosa in nostro onore perché noi una volta liberata Sansepolcro, si sono arruo- di fascisti e nessuno di quelli presi prigionieri si faceva la lotta semplicemente perché la lati per stare a fianco delle forze alleate. Oltre è stato ucciso. Il problema erano i tedeschi e i sentivamo. Infatti alla fine della guerra siamo ai biturgensi, c’erano anche giovani di Tosca- repubblichini piazzati sulle colline, che la sera tornati al lavoro come tutti gli altri operai na, Umbria e Marche che risposero all’appello volevano entrare per distruggere la città, contadini a squartarci le mani. Quella notte del ministro Ivanoe Bonomi; quelli di Sanse- dopo aver fatto saltare in aria sia la Torre di comunque fu decisiva perché Sansepolcro polcro erano una cinquantina e apparteneva- Berta che la Porta Romana, al fine di liberare senz’altro sarebbe stata rasa al suolo”. La no alla Divisione Cremona. Loro hanno contri- l’ingresso a carri armati e autoblindo. “Siamo conclusione è ancora affidata a Orlando Puc- buito alla liberazione della città di Alfonsine riusciti ad avere i verbali dell’esercito tedesco ci, nel corso di una intervista – stavolta tele- (Ravenna) e sono arrivati fino a Chioggia, in – sottolinea Pucci nell’intervista - e ce li sia- visiva – del marzo 2005, quando nella faccia- Veneto. In una intervista rilasciata a “Patria mo fatti tradurre in italiano. Loro stessi sape- ta della casa ex Povere Fanciulle in piazza Indipendente” poco prima della sua morte, vano che dal 3 i partigiani erano a Sansepol- Antonio Gramsci, all’ingresso di Porta Roma- avvenuta nel 2007 - quando aveva 82 anni – il cro. Loro volevano distruggere totalmente il na (oggi questo immobile è sede di alcuni uffi- partigiano biturgense Orlando Pucci (che poi centro di Sansepolcro, questa era la conse- ci comunali), venne scoperta la lapide che ri- sarebbe stato anche assessore a Sansepol- gna che avevano ricevuto dai loro comandi”. E corda i partigiani protagonisti di quell’agosto cro e dirigente sindacale) racconta a Luca c’è stata una notte che più delle altre è rima- di 75 anni fa. Alla precisa domanda – che Madrignani ciò che avvenne in una circostan- sta impressa: “Quella sera mi telefonarono... cosa le ha insegnato l’esperienza vissuta da za nella sala del consiglio comunale: era un perché un nostro concittadino era riuscito a giovane? – la sua risposta fu lapidaria: “Che 19 marzo, anniversario dell’insurrezione di fare il telefono in momenti che non c’era l’e- la guerra è la peggior disgrazia che possa ca- Sansepolcro e Pucci parlava agli studenti del nergia elettrica... che c’è un forte attacco te- pitare!”. Approviamo in pieno la frase di Or- liceo scientifico. Una donna, nel suo interven- desco ma io lo sentivo già, in linea d’aria sa- lando e degli altri partigiani, i cui reduci ci to, aveva fatto capire che i partigiani erano remmo stati 100 metri e sentivo che hanno lasciato in questi ultimi tempi, più per andati nelle formazioni per salvarsi la pelle e sparavano di brutto. I campi non erano anco- motivi di vecchiaia che per altro. Finita la Pucci non esitò nel replicare: “Qui si sta fa- ra stati mietuti perché c’erano le mine e gli guerra, erano tornati a essere i semplici cit- cendo un falso storico, perché una volta liberi agricoltori avevano paura, quindi c’era ancora tadini di sempre, riprendendo il loro lavoro, noi si poteva stare a casa con le nostre fidan- tutto il grano da mietere: non si vedevano i te- formando una famiglia e rimanendo protago- zate e le nostre famiglie; invece, abbiamo ri- deschi con questo fuoco che partiva dall’al- nisti di una Sansepolcro che nel frattempo messo di nuovo in discussione la nostra vita tezza della chiesa verso di noi e non si capiva stava vivendo il boom economico, poichè era per andare a liberare i nostri fratelli del nord, da dove veniva. E noi a nostra volta si sparava la città che con le sue fabbriche (Buitoni ma siamo andati volontari, nessuno ci obbligava”. dalle mura verso il fuoco. Avevamo due mitra- non solo) “dava da mangiare” anche all’intera E giunsero gli applausi dei presenti. Pucci gliatrici Breda e un carro armato italiano che vallata. Nel loro animo, fino all’ultimo giorno racconta poi il mese compreso fra il 3 agosto era una scatoletta di latta, tant’è che aveva di vita, questi noti partigiani hanno conserva- e il 3 settembre. “Un mese nel quale abbiamo una mitragliatrice al posto del cannone. Noi to l’orgoglio di biturgensi – o di “borghesi” doc dovuto fare per forza la repubblica partigia- la si smontò e la mitragliatrice ci fece como- – rischiando persino la pelle pur di salvare la na… collaborava tutta la popolazione, altri- do. Si sparò di brutto e si finì quasi tutte le loro città, perché il Borgo non doveva finire in menti come avremmo fatto… eravamo in 50!”. munizioni. La mattina, quando cominciò a far cumuli di pietra. Se dunque tante vite sono Quel 3 settembre gli alleati arrivarono, ma giorno, non si ebbe il coraggio di andare a state risparmiate, se oggi ci possiamo fregia- non vi furono festeggiamenti, perché i bitur- perlustrare la zona dove sparavano i tedeschi re di avere intatta e restaurata la Resurrezio- gensi erano in attesa già da tempo. La difesa e si aspettò in silenzio. Alla fine siamo andati ne di Piero e di candidarla al virtuale titolo di della città fu possibile – ricorda Pucci – gra- sparpagliati una decina di metri uno dall’al- affresco più bello del mondo e se oggi ci pos- zie alla consulenza di un capitano che aveva tro. Il pericolo era di trovare una mina antiuo- siamo gustare ancora nella sua interezza la combattuto la Prima Guerra Mondiale, il qua- mo tra il grano. Troviamo due fucili mitraglia- particolare conformazione del centro storico le consigliò di mettere i cavalli di frigia alle tori tedeschi, i nastri con tutte le scatole di di Sansepolcro, lo si deve all’azione provvi- quattro porte, realizzati da un falegname del munizioni, molti berretti che dentro hanno denziale e al coraggio di questi partigiani che, posto. E subito dopo, il filo spinato, sempre su una fodera rossa di velluto... che noi si rove- con amore di patria, si occuparono dei destini tutte le porte. L’istinto – ha detto Pucci – è sciava il berretto e si metteva dalla parte ros- del Borgo in attesa degli alleati. A loro non fi- stato il “motore” che per fortuna ha permesso sa per essere garibaldini. Dopo si videro niremo mai di dire “grazie!”, con la mano nel di fare cose oggi impossibili, mentre quelle chiazze di sangue e cinture di pantalone con cuore.

28 TIBER PACK spa Via Carlo Dragoni, 25 - 52037 Sansepolcro (AR) - Italia Tel. +39 0575 749829 - Fax +39 0575 720561 www.tiberpack.com e-mail: [email protected]

ORGOGLIOSI DEL NOSTRO PRODOTTO

Via Carlo Dragoni, 25 – Sansepolcro (Ar) - [email protected] www.tiberpack.com - Tel. 39 0575 749829 - Fax 39 0575 720561

29 - INCHIESTA - PROFILI FALSI E “FAKE NEWS” SUI SOCIAL: L’IMBECILLITA’ SENZA CONFINI DELL’ESSERE UMANO di Claudio Roselli categorie: coloro che nella vita cercano sempre di apparire per creano il falso profilo conquistarsi consensi o anche soltanto al solo scopo di ade- cinque minuti di gloria, magari rendendosi scare minori, che in- anche ridicole con i loro comportamenti, genuamente cascano ma che la gente “carica” malignamente nella trappola prepa- per farsi quattro risate. Quello che ancora rata da questi orchi, i molti stentano a capire è che la creazione quali catturano la fi- di un falso profilo sui social – attraverso ducia dei giovani per generalità errate o pseudonimi - può co- poi cacciarsi nei guai, stare molto cara. Il reato di sostituzione come le cronache di persona è punito con la reclusione fino hanno riportato alcu- a un anno ed è procedibile d’ufficio, ma ni giorni fa a proposi- non finisce qui: se l’autore di falsi profili si to della ragazzina in spinge oltre, con frasi offensive che pos- provincia di Perugia sono ledere la reputazione della persona Sembra quasi che sotto l’”effetto dei so- che aveva fornito all’individuo alcune sue alla quale si rivolge, si configura l’ulteriore cial network” le persone si trasformino e foto in atteggiamenti intimi. Quanto è ba- reato di diffamazione aggravata. E c’è di perdano qualsiasi freno inibitorio. Le re- stato per trasformarle in oggetto di ricatto più: anche coloro che magari condividono lazioni che si intrattengono in questi mo- e finire per essere abusata sessualmente. con il loro “like” possono incappare nello derni luoghi di aggregazione sono spesso Ma nella rete cadono anche donne adulte, stesso reato. I nostri consigli sono due: o intrise di colpi bassi e scorretti, fino ad ar- che magari stanno attraversando un mo- sporgere denuncia per diffamazione o, se rivare all’odio e alla violenza. Gli ultimi fat- mento particolare e che, essendo psico- si hanno sospetti su chi sia l’autore e si sa ti di cronaca, che hanno riguardato minori logicamente più deboli, si abbandonano che è l’imbecille del paese, allora ignorar- e adolescenti violentati tramite Facebook, con una certa facilità nelle mani di questi lo, perché - come si dice - per gli imbecilli e offrono purtroppo lo spunto per tornare a abili affabulatori. La di per i coglioni non c’è medicina. Le principali parlare di un fenomeno che sta diventan- persone che crea profili falsi su Facebook piattaforme social – Facebook e Instagram do sempre più serio anche in Alta Valle del lo fa invece per interesse personale, op- – hanno dichiarato guerra alle “fake”, se- Tevere e nei territori limitrofi. Un fenome- pure per frustrazione. E tramite le “fake gnalando agli organi di controllo tutti i pro- no che ha i social per strumento e che si news” cerca in tutti i modi di danneggiare fili artefatti, con l’obiettivo di ripulire la rete manifesta in due risvolti: da una parte, la un possibile rivale, nel lavoro o in amore, da individui che non si rendono conto della creazione di profili falsi e dall’altra le co- oppure di mettere in difficoltà una per- gravità di ciò che stanno facendo. Ripulire siddette “fake news”, termine che – tra- sona solo perché non gli sta simpatica o la rete diventa quindi per queste piattafor- dotto alla lettera – indica le notizie false. per pura invidia, se non addirittura perché me una questione di credibilità, anche per- Sono numerosi coloro che si rivolgono verso di essa – uomo o donna che sia - pro- ché nell’ultimo anno si è verificato un calo anche alla nostra redazione, segnalando va odio o rancori di qualsiasi tipo. In molti consistente di utenti che usano i social, in episodi di questo genere. E noi non faccia- casi il dna di queste persone è di facile particolare Facebook. Sicuramente Internet mo altro che indirizzarli verso i Carabinieri individuazione, specie nei paesi piccoli: è stato - e continua a essere - una grande o verso la Polizia Postale. Trattasi di im- si tratta di persone che hanno una buona rivoluzione democratica, che va preservata becilli - perché questo è l’appellativo che dimestichezza con l’informatica, oppure e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un calza più di ogni altro - e si dividono in due degli abili grafici che magari, aiutandosi ring permanente, nel quale verità e falsifi- con photo shop, riescono ad alterare le cazione finiscono per confondersi. Se quelli foto. Ma spesso sono anche persone che di criticare la libertà di opinione e la libertà usano questi mezzi per nascondere i loro di dissenso, anche aspro e duro, sono diritti complessi, magari provenienti dal periodo sacri e inviolabili, la diffamazione, l’ingiu- della gioventù, quando in qualche modo ria, la calunnia, l’offesa e la minaccia non lo erano derisi per il loro comportamento o sono. Sono delitti che arrecano danni e che per i loro difetti fisici. Sono persone che quindi debbono essere risarciti.

30 31 OTTOBRE 1-2-3 NOVEMBRE 2019 stampa Grafiche Borgo srl stampa Grafiche Borgo ANGHIARI 31 OTTOBRE 1-2-3 Novembre 2019

20

31 Festa della CASTAGNA e del MARRONE DOP di Caprese Sabato e Domenica GRAFICHE BORGO srl 19-20 / 26-27 ottobre 2019 STANDS GASTRONOMICI · MANIFESTAZIONI CULTURALI MANIFESTAZIONI FOLKLORISTICHE · ARTI E MESTIERI

32 di Chiara Verdini

Tagliare le noci: in parte tritarle finemente e in parte lasciarle a pezzetti più grandi, in modo tale da creare un contrasto con la mor- bidezza dell’impasto. Lavorare le uova intere con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso, quindi aggiungere il burro prece- dentemente fuso e raffreddato, la farina, il lievito e le noci. Amalga- mare bene tutti gli ingredienti, tra- TORTA ALLE NOCI sferire il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infa- rinata e infornare a 180 gradi per UN DOLCE SEMPLICE E GENUINO A BASE 30-40 minuti. Spolverare con zuc- DI FARINA INTEGRALE chero a velo e la torta è pronta! Ingredienti Buon Appetito! • 170 gr. di noci • 70 gr. di farina tipo 2 bio • 140 gr. di zucchero di canna qualità Demerara • 3 uova • 80 gr. di burro • mezza bustina di lievito istantaneo • Zucchero a velo q.b.

Tempo di preparazione 30 minuti + raffreddamento Tempo di preparazione 50 minuti

Dosi per Teglia di 26 centimetri di diametro

Seguimi su

33 33 ~ ATTUALITÀ~ CORTO MALTESE: LA “LETTERATURA DISEGNATA” OLTRE IL FUMETTO NEL NOTO PERSONAGGIO DI HUGO PRATT di Domenico Gambacci

Una figura “nata” nel 1967, con 31 storie di varia lunghezza pubblicate in Italia e in Francia senza la fissa periodicità che contraddistingue le uscite. Dopo Topolino e la saga di Walt Disney e dopo Tex Willer e Diabolik, la nostra rasse- gna dedicata ai grandi protagonisti a fumetti si sofferma su Corto Maltese, altro personaggio immaginario frutto di una penna geniale, quella di Hugo Pratt, che non era soltanto un fumettista ma anche un disegnatore, un pittore, uno scrittore e un attore italiano. Ed è riconosciuto fra i maggiori autori di fumetti mondiali di tutti i tempi. Una “h” da- vanti al nome e una seconda “t” nella coda del cognome avevano creato il nome d’arte senza cambiare la pronuncia; si chiamava infatti Ugo Eugenio Prat, era nato a Rimini nel 1927 (la morte a Losanna nel 1995) e per lui c’è stata una parentesi di vita – seppure breve – anche in Alta Valle del Tevere, per la precisione a Città di Castello, durante il perio- do della guerra. La sua famiglia era stata internata in un campo di concentramento a Dire Daua, in Etiopia, dove nel 1942 gli morì il padre. Nell’anno successivo, il 1943, Hugo Pratt può tornare in Italia a seguito di un intervento in favore dei prigionieri della Croce Rossa e proprio a Città di Castello frequenta fino a settembre un collegio militare. Dopo la parentesi di Londra, degli Stati Uniti e del Sudamerica, decide di rientrare nuovamente in Italia e nel 1967 incontra l’imprenditore ed editore genovese Florenzo Ivaldi; nella rivista “Sgt. Kirk”, uscita nel 1967, compare la prima avven- tura di Corto Maltese, che diverrà il suo personaggio più famoso e importante, nel quale Hugo Pratt emerge anche nel suo status di appartenente alla Massoneria e quindi di cultore dell’esoterismo.

Corto Maltese studia alla scuola ebraica dere la carica e la possibilità di continuare orto Maltese, che secondo di La Valletta e poi a Cordova, dove viene a navigare; si dedica allora al contrabban- l’argot andaluso significa iniziato ai testi dello Zohar (testo profe- do fra Antille e Brasile e nel frattempo co- “svelto di mano”, è un eroe tico ebraico) e della Cabbala dal rabbino nosce lo scrittore inglese Frederick Rolfe, C innovativo, lontano dai ca- amante della madre. Una cartomante nota più conosciuto come Baron Corvo. Corto noni di quello classico. L’o- che Corto non possiede la linea della for- Maltese e Rasputin entrano nell’organiz- pera a fumetti che lo vede protagonista è tuna sulla mano sinistra e allora lui prende zazione del Monaco, misterioso armatore incentrata su temi adulti e si caratterizza un rasoio d’argento del padre e se incide di una flotta pirata nell’Oceano Pacifico. per lo stile, per il contesto storico preciso una da solo. A Corto Maltese si fa riferi- Mentre sale la tensione fra le potenze eu- e documentato e per le notazioni geogra- mento per la prima volta nel 1894, quan- ropee, il Monaco entra in contatto con i fiche puntuali e coerenti, con riferimenti do lui aveva soltanto 7 anni in un ricordo tedeschi, che in quell’epoca avevano delle dotti e culturali. La storia che segna l’e- di Joseph Conrad, mentre all’età di 13, nel colonie nell’Oceano Pacifico, per aiutarli sordio di Corto Maltese, “Una ballata del 1900, è in Cina, dove assiste e forse pren- a rifornirsi di carbone e nella loro “guerra mare salato”, è considerata un classico del de parte alla guerra dei Boxer; nel 1904 si di corsa”, in caso di scoppio della guerra. genere; altre storie sono state poi trasfor- imbarca a La Valletta come marinaio sul- In questo contesto, l’equipaggio di Corto mate in cortometraggi animati trasmessi la Vanità Dorata per iniziare i suoi viaggi Maltese si ammutina e lo abbandona lega- dalla Rai negli anni ’70, ma le trasposizioni e l’anno seguente è in Manciuria, quando to su una zattera al largo delle Isole Salo- sono state anche teatrali e innumerevoli la guerra russo-giapponese sta per finire. mone. Viene ripescato il primo novembre le citazioni in altri fumetti, canzoni e libri. Qui incontra sia il giornalista e scrittore 1913 dall’imbarcazione dell’amico-nemi- A Corto Maltese sono state dedicate an- Jack London, che a sua volta gli fa cono- co Rasputin. Nello stesso giorno vengono che mostre di successo, più una statua scere Rasputin, disertore dell’esercito salvati da Rasputin anche i cugini Groove- a Grandvaux, sul lago di Ginevra, dove il zarista e assassino, assieme al quale la- snore, Pandora e Cain, che vengono fatti suo ideatore ha trascorso un’altra paren- scerà l’Oriente in nave per raggiungere prigionieri per ottenere un riscatto dai loro tesi della sua vita. Corto Maltese ha fatto l’Africa. Obiettivo: le miniere d’oro della ricchi genitori. Questi avvenimenti, narrati presa sul pubblico colto e il suo successo Dancalia, ma a causa di un ammutina- ne “Un ballata del mare salato”, avvengo- è andato così in crescendo da fargli rag- mento i due sbarcano in Argentina, dove no fra il novembre 1913 e il gennaio 1915, giungere lo status di personaggio “cult”; Corto e Rasputin incontrano Butch Cas- seppure vi sia qualche dubbio. Compare le sue avventure hanno ispirato negli anni sidy e Sundance Kid, due fuorilegge degli sulla scena un marinaio tedesco, Boëke, 2000 film di animazione e la sua vita si può Stati Uniti che in Patagonia avevano cer- che sei anni dopo sarà a Venezia, dove è ricostruire sulla base degli indizi lasciati cato di ripararsi per sfuggire alla cattura amico di Corto (in “Favola di Venezia”), ma da Hugo Pratt nelle storie e dalle relative delle polizie. Nel 1906, Corto Maltese è ad qui i due non si conoscono e non è certo introduzioni, anche se sono frammentarie Ancona e incontra un giovane Stalin, che che i due Boëke siano proprio lo stesso e non collimano con la realtà storica. Corto fa il portiere di notte in un albergo, mentre personaggio. Quanto a Pandora, che si ri- Maltese è un marinaio che intorno al 1910 nel 1908 torna in Argentina e rivede l’ami- velerà essere la figlia illegittima del Mona- esce dai binari della legalità per dedicarsi co Jack London. A bordo di diverse navi, co, lei sembra provare qualcosa per Corto alla pirateria; inquadrato quindi nel primo Corto Maltese gira per i sette mari per Maltese, ma alla fine della storia tornerà quarto del ventesimo secolo con distacco, poi farsi rivedere nel 1909 a Trieste, dove in Australia, dove sposerà un altro uomo. ironia e profonda umanità, si schiera con i avrebbe aiutato lo scrittore James Joyce L’amicizia fra i due non cesserà mai e molti più deboli e mantiene insospettabili ami- a superare la timidezza nei confronti delle anni dopo sarà proprio Pandora ad acco- cizie con spietati criminali come Rasputin donne. L’anno dopo, Corto è secondo uffi- glierlo durante gli anni della sua vecchiaia. o Venexiana Stevenson. Nasce il 10 luglio ciale sul cargo bestiame “S. S. Bostonian” Nel 1916 ritroviamo Corto in Sudamerica e 1887 a La Valletta, capitale dello Stato di (tratta Boston-Liverpool), nel quale si tro- nei Caraibi. Qui ha luogo la serie di storie Malta ed è figlio di un marinaio inglese, vava anche il giornalista John Reed, che più lunga, ambientate fra Brasile, Colom- mentre la madre è una bellissima gita- proprio Corto fa assolvere dall’accusa di bia, Belize, Antille, Venezuela e Honduras. na di Siviglia, detta “la Nina Di Gibraltar”. omicidio, per quanto questo gli faccia per- E qui conosce tanti personaggi fra cui il

34 giovanissimo Tristan Bantam, sua sorella Morgana, la veggente Bocca Dorata ed il professore ceco Steiner. Dal Sudameri- ca, Corto si sposta nel Mar dei Caraibi, poi nel 1917 arriva in Perù, dove viene a sapere che una mappa dell’Eldorado si trova a Venezia e allora torna in Italia. Da qui, si sposta in Irlanda per le quattro av- venture “Celtiche”, nelle quali ritrova Cain Groovensore che lo informa su Pandora. Corto Maltese assisterà poi alla morte del Barone Rosso, prima di arrivare nello Yemen per comandare una nave e, sem- pre nel 1918, a Hong Kong. Siberia, Cina e ancora Venezia, città nella quale viene a contatto con i membri di una misteriosa loggia massonica. Siamo nel 1921, anno in cui Corto è nell’isola di Rodi, in Grecia, da dove si imbarcherà per Samarcanda lun- go la Via della Seta per cercare il tesoro di Alessandro il Grande. Argentina e Svizzera le altre mete; nel Paese elvetico incontra lo scrittore Herman Hesse. Il 1925 è infine l’anno dell’ultima storia di Corto Maltese disegnata da Hugo Pratt: assieme a Ra- sputin, Corto parte per il Sudamerica per ricercare il mitico continente sommerso di Atlantide, detto anche Mu.

ugo Pratt ha dato una spie- gazione sulla creazione di Corto Maltese, figura che H dovesse essere mediter- ranea ma inserita in una cultura anglosassone, perché l’elemen- to “leggenda” dovesse prevalere. Malta costituisce la sintesi dei due concetti e il personaggio maltese che ne esce fuori è figlio di una prostituta di Gibilterra e di un marinaio della Cornovaglia. L’immagi- di Burt Lancaster nel film “Il trono nero”: Corto scritta dal suo autore, che era favo- ne che emerge di primo impatto è quella occhi colore castano chiaro, taglio vaga- revole a una prosecuzione delle avventure di un essere cinico, individualista ed ego- mente orientaleggiante e fitti capelli neri di Corto Maltese affidate ad altri autori; centrico, mentre in realtà è una persona arruffati con lunghe e folte basette. All’o- venti anni di pausa e poi la Cong Sa, società leale e solidale, tanto che più volte lo si recchio sinistro porta un orecchino ad fondata da Pratt che il controllo esclusivo vede aiutare gli altri, compresi coloro con i anello, che simboleggia l’appartenenza della sua opera, opta per la prosecuzione quali non è in buoni rapporti e uccide solo alla marina mercantile; di fisico asciutto e di Corto Maltese. Lo sceneggiatore è Juan quando ritiene che si tratti di una deci- agile, è alto un metro e 83 centimetri. Diaz Canales e il disegnatore è Ruben Pel- sione “criticamente consapevole”. Porta lejero; nel 2015, Rizzoli Lizard pubblica il con sé anche una componente di roman- 30esimo episodio, “Sotto il sole di mezza- ticismo nei sentimenti e di tristezza che ra i collaboratori di Hugo notte”, il primo non firmato da Hugo Pratt contrastano con il suo apparente cinismo. Pratt nella stesura delle e la 31esima storia, “Equatoria”, viene pub- Gianni Brunoro, critico letterario specia- storie di Corto Maltese, da blicata in anteprima su “La Repubblica” in lizzato nel fumetto, lo definisce romantico F ricordare a metà degli anni dieci puntate giornaliere dal 4 al 13 agosto anche nella accezione manualistica del ’70 il giovane Lele Vianel- 2017 e poi rilegata in volume unico. Un ap- termine, che vuole il romanticismo come lo, con il quale strinse grande amicizia. punto particolare merita lo stile narrativo movimento che alimenta la propensione Vianello assimilò tecnica e stile di Pratt, di Corto Maltese, che Brunoro ha definito verso l’ignoto e il fantasticare fuori dalla fino a diventare il suo braccio destro e altri “letteratura disegnata” e più si va avanti realtà. L’oro del quale va alla ricerca Corto collaboratori che contribuirono alla crea- e più il fumetto si avvicina al romanzo. La Maltese – ha spiegato Brunoro – è quello zione delle storie di Corto Maltese furono stessa “Ballata del mare salato”, prima dei tesori scomparsi e delle città leggen- il disegnatore Guido Fuga (architetture, storia di Corto Maltese uscita nel 1967, sia darie, perché possiede grande fantasia veicoli e dettagli tecnici) e le coloriste Anne da considerare un esempio assoluto di ro- e grande curiosità. Corto Maltese è poi Frognier, che è stata anche moglie di Pratt; manzo grafico, ossia romanzo corredato da ironico e sempre Brunoro definisce que- Mariolina Pasqualini e, dagli anni ’80, Pa- illustrazioni e disegni. La collocazione in sta ironia come “arguzia e distacco”. Un trizia Zanotta. Dopo Mu, Hugo Pratt aveva un ben preciso contesto storico – descrit- espediente psicologico che gli permette in mente un altro capitolo per la saga, che to nei suoi vari risvolti – offre un qualcosa di affrontare le avventure nelle quali si sarebbe stato la continuazione de “La gio- che va ben oltre il fumetto classico, tanto ritrova coinvolto. Il look di Corto Maltese vinezza” del 1981, nella quale si narrava che con il tempo Pratt sposta il tiro: il dise- è caratteristico: predilige l’uso marinaio una parte dell’adolescenza del protago- gno rimane importante ed espressivo, ma con lungo paltò nero della Marina, ampi nista; di questa ultima opera sono state limitato all’essenziale; al contrario, il testo pantaloni bianchi, gilet rosso chiaro, ca- ritrovate tredici strisce, con dialoghi solo si arricchisce con notizie storiche e temi di micia bianca con il colletto alzato e una abbozzati, scoperte dalla figlia Silvina nel rilevante interesse. Corto Maltese diventa cravatta nera sottile; completa poi il tutto 2005 e pubblicate due anni più tardi. Con la quindi uno straordinario tentativo di effica- un cappello bianco da marinaio con visie- morte di Hugo Pratt, avvenuta a Losanna ce sintesi fra letteratura e fumetto, fra la ra. I tratti del volto richiamano la figura nel 1995, Mu rimane l’ultima avventura di parola e il disegno. I SISTEMI OSCURANTI Benvenuto Settembre! Quanti di voi hanno avuto a che fare con luce del sole troppo forte o alte temperature in casa durante l’estate? Per ovviare il problema del raffrescamento delle abitazioni spesso si ricorre alle schermature solari, cioè a diversi sistemi che, applicati all'esterno di una superficie vetrata, consentono una modulazione variabile della sollecitazione solare.

Tra le soluzioni più diffuse per schermare la luce e proteggere i vetri delle finestre ci sono le persiane, (classiche, blindate, semi-blindate) , particolarmente utilizzate in vari modelli o materiali, Alfa realizza persiane che rispondono a qualsiasi esigenza del cliente, nella forma, nei colori e nel materiale.

L’alluminio è sempre il materiale principe grazie ad un risultato esteticamente piacevole (vasta gamma di colori e personalizzazione) e ad un' alta resistenza nel tempo, inoltre la leggerezza dell’alluminio lo rende più semplice per il trasporto e il montaggio.

Un’altra soluzione è la tapparella frangisole (fissa, manuale o motorizzata) che consente un comfort termico, grazie alla limitazione della radiazione solare e alle caratteristiche di isolamento termo-acustico del sistema di oscuramento, la linea con lamelle orientabili consente inoltre una maggiore privacy e una modulazione completa della luce esistente e dell'aria nell'ambiente.

Perché schermare la luce del sole? Per un maggiore risparmio energetico, la schermatura solare consente di ridurre il surriscaldamento estivo degli ambienti, con un conseguente risparmio sul condizionamento per raffrescamento.

Tra i vari modelli ricordiamo anche le tapparelle per finestre blindate orientabili. La sicurezza è un fattore che non va mai trascurato, l'avvolgibile può essere resa più sicura contro i tentativi di effrazione utilizzando optional e dispositivi ad hoc.

Le tapparelle blindate rappresentano una valida barriera ai tentativi d’effrazione, sia d’estate che d’inverno, è però fondamentale che offrano un livello di sicurezza adeguato. La sicurezza non riguarda solo i furti, ma anche l’utilizzo e la protezione dagli infortuni, il comfort e la praticità.

Una delle soluzioni un po’ differenti ma sempre ben apprezzate sono il Gazebo o il Pergolato. ll gazebo costituisce una struttura semplice da montare anche in breve tempo, che può essere fissa o mobile e se di qualità, può resistere bene alle condizioni atmosferiche più difficili. Oggetto di maggiore robustezza è invece il pergolato, particolarmente capace di resistere a situazioni meteorologiche, richiede però un montaggio più complesso, per mezzo di maestranze specializzate.

Tra i nostri collaboratori di settore, aziende come: BTGroup, Model System e Griesser aziende leader in campo della produzione di sistemi per il controllo solare.

Info: Alfa srl, via Dagnano 19-21, Pieve Santo Stefano (AR) / Tel. 0575.799029 / [email protected] / www.alfacc.it 36 ATTUALITÀ a cura di Francesco Crociani

L’ANTICO PONTE ROMANICO SUL FIUME MARECCHIA IN LOCALITÀ FRESCIANO

BADIA TEDALDA – Non tutti sanno che, sempre stato lì, fino a qualche decennio fa: metri mentre il piano stradale, da sponda fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, poi, senza nessuna manutenzione, è stato a sponda, misura circa tre metri. Si tratta la valle dell’Alta Marecchia e quella di Ba- travolto dalle piene ed è improvvisamente di misure piuttosto approssimative, vista dia Tedalda, in località Fresciano, erano crollato dentro l’alveo. Per far visita e am- anche l’assenza di un disegno di progetta- unite sopra il fiume Marecchia dal ponte mirare quello che rimane della sua bellez- zione. Le politiche del tempo erano assai conosciuto come “romanico”, citato fin dal za, bisogna scendere facendo una certa ridotte e, di conseguenza, non era possi- 1200. Un’opera in pietra solida e comples- attenzione, dalla chiesa della Madonna bile affrontare spese per la manutenzione sa, con una considerevole resistenza agli delle Grazie di “Fresciano di Sotto”, a lato così impegnative. “Sta di fatto che rima- agenti atmosferici: lo dimostra il fatto che dei resti dell’antico castello. Si percorre il ne un lavoro straordinario per il periodo sia sopravvissuto al logorio del tempo e del- sentiero abbastanza impervio per poi rag- dell’edificazione, testimonianza di tecnica la storia. Forse il segreto è dovuto all’uso giungere il fiume: un luogo pieno di mistero e civiltà – afferma Tiberio Rossi – per cui della pietra, un materiale non deperibile e e di fascino; dà un’emozione straordinaria, oggi è un mucchio di macerie in quel punto senza metalli all’interno. Il ponte era conce- che vale sicuramente la camminata. I re- dove un tempo con gli amici era possibile pito soprattutto per i transiti pedonali, per sti sono inseriti in un paesaggio di querce giocare sotto l’arco e nel gorgo praticare le carovane di mercanti, per i traffici com- e faggi, seppure non vi siano date esat- la pesca. Ci si chiede quanta vita, quante merciali e per farci passare qualche carro te che attestino la sua edificazione: ha il storie, quanti racconti sono nati lì sopra: trainato da asini o muli. Grazie al piano la- sapore di essere stato innalzato da mani quelle stesse vite e storie si spera che non stricato molto ampio, sono transitate anche sapienti ed eretto con accuratezza; l’uso debbano crollare insieme a lui. Ciò che numerose auto e numerosi motocicli. Negli del montaggio della pietra riconosce l’e- colpisce di più in ognuno di noi è il fatto di anni Cinquanta – come anticipato - è stato lemento qualificante dell’architettura fra i avere un ricordo concreto, una parte della messo in disuso per la realizzazione della vari periodi: una semplificazione forse un sua vita legata a quel ponte. Ha saputo an- nuova strada provinciale Sestinese, una po’ forzata dal voler vedere un’evoluzione che vincere la furia distruttiva della guer- via di collegamento molto più moderna. E’ lineare fra arte alto medievale e arte goti- ra. Quando i tedeschi si ritirarono, alla fine noto per la sua praticità, stando ai racconti ca, che non corrisponde pienamente alla della seconda Guerra Mondiale, con tutte orali tramandati dagli abitanti della piccola realtà. Quello che rimane sulla pavimen- le pesanti macchine da guerra minavano frazione, i quali sostengono infatti che nei tazione originale sono le rotaie lasciate tutti i ponti che si trovavano sul loro per- secoli poco è cambiato, che le stagioni im- dai carri trainati da buoi che hanno usu- corso. Di fronte ad un’opera di tale fascino pervie hanno portato via di tutto lungo quel rato le pietre. Il ponte è composto da una non trovarono il coraggio di farlo saltare in tratto del fiume, ma che il ponte - finché sola campata con un maestoso arco, la aria. Chissà se in futuro qualcuno penserà era in uso – non è stato toccato. Il ponte è luce in altezza è calcolata su circa quindici al restauro!”.

FEDERICO RODA’ E GLI SPARTANI DELL’APPENNINO

SESTINO – Faccio parte di un gruppo che arrivati secondi e con il terreno in forte raggiungere l’obiettivo che il futuro ginna- è in piedi da qualche anno - dice il gio- dislivello è stata dura. Per raggiungere sta si è prefisso. Ecco che allora diventa vane personal trainer Federico Rodà di il traguardo, ci siamo allenamenti nella fondamentale possedere grinta, capa- Ponte Presale - e “Spartani dell’Appen- montagna dell’Alpe della Luna, che non cità di motivazione, carisma e autorevo- nino” è il nome della squadra che ci sia- sarà come la catena dei Pirenei, ma alla lezza nell’abilità di capirne velocemente mo dati. Partecipiamo a gare conosciute fine i risultati non si sono fatti attendere. i desideri nascosti e di entrare nelle sue come “Lo Spartan”, una mezza maratona Insieme con la squadra, abbiamo parte- dinamiche fisiche e mentali per ribaltar- in salita con tanti ostacoli da superare. cipato alla Knight Race a Urbania, gara a ne eventualmente il tono negativo e otti- Questo sport è nato negli Stati Uniti da ostacoli nella quale ti si aprono gli occhi al mizzarle al meglio verso i risultati. Oggi, un gruppo di ex militari ed è come un per- mondo fatto di sport, sacrifici e competi- il mercato ci segnala questa opportunità corso di guerra al servizio di quanti fanno zioni. La mia attività agonistica ha avuto sempre in crescita. L’opportunità va colta attività sportiva per perdere peso. Con inizio nel 2017, quando decisi di cambiare sicuramente, ma è necessario analizzare il gruppo, abbiamo partecipato a gare in abitudini passando dagli eccessi di una e pianificare il proprio ambito di interven- Italia e all’estero. Ai campionati europei gioventù senza freni a fare esercizio fi- to, perché possa essere davvero profes- svoltisi ad Alleghe (Belluno), nelle Dolo- sico, trascinando con me anche qualche sionale e non soltanto occasionale. Per il miti, mi sono piazzato al 13esimo posto, amico. Lo sport mi appassiona: iniziai a futuro, mi sono posto molti obiettivi - con- strappando un biglietto per i mondiali seguire un percorso di studi ambizioso clude il nuovo personal trainer – e il più 2019 nella città di Tahone, in California. che mi portò un master da personal trai- importante rimane quello di far crescere A ottobre del 2018, decisi di partecipare ner certificato: “Elav”. Con gioia, mi sono lo sport, dando la possibilità alla gente di a Taranto, dove si svolgeva la “Spartan infilato su un cammino tutto nuovo fatto avere un punto di riferimento. I miei corsi - gara”: accadde qualcosa che non im- di disciplina, istruzione, cross training e sono di stimolo per molti: una preparazio- maginavo e, ottenendo il decimo posto, personal trainer, coinvolgendo altri ami- ne atletica fondamentale. Uno dei ruoli è mi si aprirono le porte per la qualificazio- ci locali. Per crescere mentalmente, ho quello di aiutare il sedentario, fermo da ne agli Europei Spartan Race 2019 sulle partecipato a ventuno competizioni in un anni, a confrontarsi con sé stesso, alla ri- Dolomiti. Questo risultato ha cambiato anno, suddivise fra “Spartan, Ocr e Trail”. scoperta del corpo in movimento. È emo- la mia vita, dal punto di vista sia sporti- La figura del trainer fornisce allo spor- zionante vedere da vicino il gruppo affron- vo che mentale. Con i ragazzi, abbiamo tivo una vera e propria alfabetizzazione tare gli ostacoli, studiare pregi e difetti preso parte a competizioni importanti, motoria, il compito è quello di valutare lo per capire dove migliorare: una bellissima conseguendo risultati brillanti: nello Sta- stato di forma fisica della persona e pro- esperienza contornata da risate e diverti- to di Andorra, ai piedi dei Pirenei, siamo grammare un percorso di allenamenti per mento, difficile da dimenticare”.

37 CAFÈ, RESTAURANT & LOUNGE BAR Via Umbra, 61 San Giustino (PG) Info +39 075 7822403 CAFÈ, RESTAURANT & LOUNGE BAR Via Umbra, 61 San Giustino (PG) Info +39 075 7822403 Olio_saturno_paginaA4.indd 1 28/02/19 12:04

38

Olio_saturno_paginaA4.indd 1 28/02/19 12:04

IL CONTRATTO DI CONVIVENZA

dell’avvocato Gabriele Magrini IL LEGALE RISPONDE

Egregio Avvocato, dopo dieci anni di fidanzamento ho deciso di andare a convive- re con il mio partner. Mi è stato detto che due persone conviven- ti hanno la possibilità di stipulare un vero e proprio contratto, volto a regolare alcuni aspetti della vita in comune. Può aiu- tarmi a capire meglio di che cosa si tratta?

Gentilissima Lettrice, la legge 20 maggio 2016, numero 76, nota come legge Cirinnà, disciplina i cosiddet- ti “contratti di convivenza” tra due persone, anche dello stesso sesso; è opportuno precisare che, per conviventi di fatto, si intendono due persone maggiorenni, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da unione civile. Non può farsi ricorso al contratto di convivenza neppure quando uno o entrambi i potenziali contraenti siano separati dai rispettivi coniugi. A differenza del matrimonio, non costituiscono elementi essenziali della convivenza la coabitazione o la comune

residenza anagrafica, pur avendo l’iscrizione anagrafica, comunque, valenza accerta- tiva del rapporto in essere. Oggetto del contratto di convivenza sono esclusivamen- te i rapporti patrimoniali, non potendo i conviventi disciplinare rapporti strettamente personali che attengono alla sfera dei diritti individuali e costituire oggetto di negozi giuridici, nonché successori. A differenza del matrimonio, è facoltativa la regolamen- www.saturnowebtv.it tazione dell’eventuale obbligo di contribuzione alle spese. Quanto al regime patrimo- niale, si può optare per la disciplina ordinaria (che vale per ogni persona che non risulti coniugata, in base alla quale l’acquirente diviene unico titolare dei beni che acquista), ovvero per il regime della comunione dei beni. Il contratto, in caso di sopravvenuta l’informazione intollerabilità della prosecuzione della convivenza, può essere risolto per volontà unila- terale o di entrambi i conviventi, oppure per morte di uno di essi. Quando il recesso sia ON DEMAND unilaterale, il convivente intenzionato a recedere deve rispettare il principio di buona fede e trova applicazione il principio di affidamento contrattuale, pena il risarcimento della vallata del danno. Se nel contratto di convivenza era stabilita come regime patrimoniale la dove vuoi, quando vuoi comunione dei beni, la risoluzione del contratto comporta lo scioglimento e, in quanto

compatibili, si applicheranno le disposizioni del codice civile in materia di comunione Il portale on-line Saturno Web TV è gestito da: legale tra coniugi. AGENZIA SATURNO COMUNICAZIONE sas

Via Carlo Dragoni, 40 Sansepolcro (AR) Tel e Fax 0575 749810 www.saturnocomunicazione.it Per maggiori informazioni non esiti a contattarci al numero telefonico email: [email protected] 393 3587888

39 Fino al 6 novembre FAME DI PUNTI? ORDINA SU PIÙSCELTA!

Fai un ordine* di almeno 70€ su piuscelta.it subito 500 punti extra sulla tua Carta Socio.

*Sono esclusi gli ordini e ettuati al box informazioni, dal chiosco interattivo e su Il Prenotalibro. Per ordine di almeno 70€ si intende un acquisto in un unico scontrino al netto di sconti promo, incluso lo sconto spesa.

DARSI CONVIENE. 40