Osservatorio Strategico

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Osservatorio Strategico Sommario Osservatorio EDITORIALE Strategico MONITORAGGIO STRATEGICO Nord Africa – Medio Oriente – Golfo Persico ANNO IX NUMERO 1 GENNAIO 2007 Riallineamento militare nei Territori Palestinesi 7 L’Osservatorio Strategico è una pubblicazione Olga Mattera del Centro Militare di Studi Strategici, realizzata sotto la direzione editoriale Regione Adriatico – Danubiana – Balcanica dell’Amm. Div. Luciano Callini. Elezioni in Serbia, un voto tra Europa e Kosovo Paolo Quercia 13 Le informazioni utilizzate per l’elaborazione delle analisi provengono tutte da fonti aperte Comunità Stati Indipendenti – Europa Orientale (pubblicazioni a stampa e siti web) e le fonti, L’insostenibile “geopolitica delle pipelines” Andrea Grazioso 17 non citate espressamente nei testi, possono essere fornite su richiesta. Relazioni Transatlantiche Guadagnando tempo in Iraq Quanto contenuto nelle analisi riflette, Lucio Martino 21 pertanto, esclusivamente il pensiero degli autori, e non quello del Ministero della Difesa Teatro Afghano né delle Istituzioni militari e/o civili alle quali gli Per la NATO, un anno difficile in Afghanistan autori stessi appartengono. Fausto Biloslavo 25 L’Osservatorio Strategico è disponibile anche Africa Sub-Sahariana in formato elettronico (file PDF) nelle pagine L’Africa dei conflitti e del pericoloso vuoto di potere CeMiSS del Centro Alti Studi per la Difesa: Maria Egizia Gattamorta 31 www.casd.difesa.it Iniziative Europee di Difesa Le prospettive del semestre tedesco Giovanni Gasparini 39 Cina e India Pechino: tra apocalittici e integrati Nunziante Mastrolia 43 Centro Militare di Studi Strategici America latina I difficili equilibri dei Governi andini di sinistra 51 Riccardo Gefter Wondrich Direttore Redazione Settore energetico Gen. B. Anselmo Donnari Vertice di Davos e stato dell’Unione in chiave ecologica Nicola Pedde 57 Dipartimento Relazioni Internazionali Organizzazioni Internazionali (ONU) Palazzo Salviati Il ricambio al palazzo di vetro.Il primo mese di Ban Ki-Moon Piazza della Rovere, 83 00165 – ROMA Valerio Bosco 61 tel. 06 4691 3204 fax 06 6879779 e-mail [email protected] SOTTO LA LENTE Venezuela. Il socialismo in versione “bolivariana” di Hugo Chavèz 67 Questo numero è stato chiuso Riccardo Gefter Wondrich il 31gennaio 2007 Candidarsi alla leadership.Il Libro Bianco della Difesa cinese Nunziante Mastrolia 71 I Provincial Reconstruction Teams (PRTs) in Afghanistan occidentale Diego Bolchini 81 Osservatorio Strategico Anno IX – n°12 Gennaio 2007 EDITORIALE Inizia il 2007 Una rivista periodica, quale che sia il suo contenuto, deve necessariamente evolvere per rimanere al passo con i tempi. Non fa eccezione l’Osservatorio Strategico del CeMiSS; avviato a suo tempo come documento interno al Centro, da oramai otto anni viene divulgato in forma elettronica e stampato in alcune centinaia di copie ogni mese. L’Osservatorio è progressivamente divenuto un consolidato riferimento nel panorama nazionale delle pubblicazioni per gli “addetti ai lavori” e i cultori di difesa e di relazioni internazionali, grazie soprattutto al contributo degli autori, validi ricercatori che, con esso, sono lievitati di spessore e aumentati di numero. Il 2007 vede esordire un Osservatorio Strategico aggiornato nei contenuti e nella presentazione dei temi trattati. Il monitoraggio degli eventi e l’analisi strategica, ancor più che nel passato, saranno focalizzati sulle cosiddette “aree di interesse nazionale”, indicate dalla Difesa come zone geografiche nelle quali e verso le quali è possibile che l’Autorità Politica decida di intraprendere iniziative anche – ma non solo – di carattere militare, ai fini della salvaguardia degli interessi del Paese. Ovviamente, dette aree non sono avulse dal contesto geostrategico che vede l’Italia solidamente ancorata alla politica delle alleanze a cui aderisce e alle Organizzazioni regionali e internazionali di cui fa parte, in primis la NATO, l’Unione Europea e le Nazioni Unite. In merito è noto che la “visione strategica” della NATO e dell’Unione Europea, che peraltro hanno al momento ben 19 “Stati parte” in comune, ha abbandonato da tempo il concetto di out of area, non ponendo più confini o delimitazioni ad un possibile intervento, ovunque venga ritenuto necessario dalla comunità internazionale. Ciò è tanto più vero allorché è il Consiglio di Sicurezza dell’ONU a deliberare un intervento, anche in aree di crisi lontane dal vecchio continente. In tale quadro, l’Osservatorio Strategico concentrerà la sua attenzione nella regione mediterranea, del Medio Oriente e dell’Europa Orientale, dove gli interessi nazionali e le politiche di sicurezza espresse in ambito europeo e Atlantico sono più cogenti. La ricerca e l’analisi degli eventi si estenderà poi - a cerchi concentrici - a sud, verso il continente africano e, ad est, sino agli emergenti giganti asiatici India e Cina, dedicando ovviamente una maggiore attenzione verso quelle aree di crisi ove sono dispiegati i nostri contingenti militari (Balcani, Medio Oriente e Afghanistan). Non sarà altresì trascurata l’America Latina, sia per i profondi legami socio-culturali con l’Italia, sia per il dinamismo e la crescente rilevanza internazionale di realtà quali il Brasile ed il Venezuela. Ma monitoraggio ed analisi strategica non saranno limitati alle sole “aree di interesse nazionale”, bensì indirizzati anche verso alcuni temi cruciali per la comprensione delle relazioni internazionali, tra cui, gli sviluppi nelle relazioni transatlantiche e nella Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD), che peraltro la stessa European Security Strategy (2003) lega indissolubilmente tra loro (“Working with partners.………………The transatlantic relationship is irreplaceable”). Adeguato spazio verrà poi riservato al settore energetico, che assume sempre più un rilievo politico nel balance of power fra i Paesi dell’Occidente, quelli in rapido sviluppo e voraci consumatori di energia, e i Paesi produttori, fra cui ovviamente la Russia e i Paesi del Golfo. Infine, ma non per importanza, in occasione del cambio di leadership all’ONU, con il nuovo Segretario Generale Ban Ki-Moon, e del ritorno dell’Italia nel Consiglio di Sicurezza, ove occuperà un seggio nel biennio 2007/2008, si è inteso rivolgere uno sguardo anche alle Nazioni Osservatorio Strategico Anno IX – n°12 Gennaio 2007 EDITORIALE Unite e alle sue relazioni con altre Organizzazioni regionali, con l’auspicio che le tanto attese riforme riprendano vigore, magari anche grazie al ruolo propulsivo esercitato dal nostro Paese. Buona lettura! Anselmo Donnari La rubrica “Sotto la lente” ospita contributi volontari di approfondimento del panorama internazionale, selezionati dalla linea editoriale. Osservatorio Strategico Anno IX – n°1 Gennaio 2007 MONITORAGGIO STRATEGICO Nord Africa – Medio Oriente – Golfo Persico Eventi ►Il 25 gennaio scorso si è svolto a Teheran un meeting tra Bandar Bin Sultan, a capo del Ministero della Sicurezza Nazionale saudita, e la sua controparte iraniana, Larijani. L’incontro seguiva un periodo di intense comunicazioni ad alto livello tra le due capitali; importante e per certi verso inedito, esso rientra nel quadro di una lenta ma sostanziale ricomposizione della situazione mediorientale sostenuta da Washington, attraverso il tentativo di dialogo con le parti. I resoconti del meeting sono rimasti segreti ma quel che è lecito ipotizzare è che tra le parti ci sia stato un chiarimento sulle reciproche sfere di influenza. Larijani ha dichiarato che: "Saudi Arabia can play an important role in solving the problems and instilling calm in the region, and Iran and Saudi Arabia have common interests that can help expand their cooperation...”, mentre Bin Sultan ha detto che "King Abdullah has stressed the importance of unity and solidarity among the countries of the region. Saudi Arabia believes that the countries of the region must ensure the region's independence, and not permit foreigners to interfere in this matter…. The countries of the region must be alert to and aware of the problems existing [in the region], particularly in Lebanon and Iraq. Saudi Arabia and Iran aspire to lead to unity among the countries of the region”. All’indomani del meeting, Hamas e Fatah accettano di incontrarsi a Riyadh mentre Sinora tende inaspettatamente la mano a Hizballah che in cambio ferma le proteste di piazza. Gli eventi non possono che essere collegati e, in merito, verranno esaminati alcuni punti in riferimento alla situazione palestinese. ►In Libano, dopo una settimana che ha rasentato la guerra civile, sono emerse alcune novità sostanziali. Siniora è tornato dal summit di Parigi con fondi e appoggi politici e, da questa posizione di forza, ha contattato, per la prima volta da giorni, i capi dell’opposizione. Inoltre, il presidente libanese Lahoud ha chiesto l’aiuto della Lega Araba (che già in dicembre aveva tentato una mediazione). Come è stato spesso sottolineato, il Libano ha la sventura di rappresentare i mali del Medio Oriente e di esserne sempre vittima; quel che accade nella regione si riflette nel Paese che non è mai riuscito a godere di una sostanziale indipendenza. Di conseguenza, se c’è una speranza di relativa calma o forse anche di sostanziale stabilizzazione, questo è dovuto soprattutto a ciò che accade intorno al Libano e in particolare agli ipotetici tentativi di dialogo tra Washington e Teheran e tra Gerusalemme e Damasco e, naturalmente, al dialogo tra Teheran e Riyadh. Dall’esito di questi contatti dipenderà anche l’andamento della politica libanese, in attesa della fine del mandato presidenziale
Recommended publications
  • Palestinian Forces
    Center for Strategic and International Studies Arleigh A. Burke Chair in Strategy 1800 K Street, N.W. • Suite 400 • Washington, DC 20006 Phone: 1 (202) 775 -3270 • Fax : 1 (202) 457 -8746 Email: [email protected] Palestinian Forces Palestinian Authority and Militant Forces Anthony H. Cordesman Center for Strategic and International Studies [email protected] Rough Working Draft: Revised February 9, 2006 Copyright, Anthony H. Cordesman, all rights reserved. May not be reproduced, referenced, quote d, or excerpted without the written permission of the author. Cordesman: Palestinian Forces 2/9/06 Page 2 ROUGH WORKING DRAFT: REVISED FEBRUARY 9, 2006 ................................ ................................ ............ 1 THE MILITARY FORCES OF PALESTINE ................................ ................................ ................................ .......... 2 THE OSLO ACCORDS AND THE NEW ISRAELI -PALESTINIAN WAR ................................ ................................ .............. 3 THE DEATH OF ARAFAT AND THE VICTORY OF HAMAS : REDEFINING PALESTINIAN POLITICS AND THE ARAB - ISRAELI MILITARY BALANCE ................................ ................................ ................................ ................................ .... 4 THE CHANGING STRUCTURE OF PALESTINIAN AUTHORITY FORC ES ................................ ................................ .......... 5 Palestinian Authority Forces During the Peace Process ................................ ................................ ..................... 6 The
    [Show full text]
  • Re-Conceptualizing Orders in the Mena Region the Analytical Framework of the Menara Project
    No. 1, November 2016 METHODOLOGY AND CONCEPT PAPERS RE-CONCEPTUALIZING ORDERS IN THE MENA REGION THE ANALYTICAL FRAMEWORK OF THE MENARA PROJECT Edited by Eduard Soler i Lecha (coordinator), Silvia Colombo, Lorenzo Kamel and Jordi Quero This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020 Research and Innovation programme under grant agreement No 693244 Middle East and North Africa Regional Architecture: Mapping Geopolitical Shifts, Regional Order and Domestic Transformations METHODOLOGY AND CONCEPT PAPERS No. 1, November 2016 RE-CONCEPTUALIZING ORDERS IN THE MENA REGION THE ANALYTICAL FRAMEWORK OF THE MENARA PROJECT Edited by Eduard Soler i Lecha (coordinator), Silvia Colombo, Lorenzo Kamel and Jordi Quero ABSTRACT The aim of this work is to set the conceptual architecture for the MENARA Project. It is articulated in five thematic sections. The first one traces back the major historical junctures in which key powers shaped the defining features of the present-day MENA region. Section 2 sets the geographical scope of the project, maps the distribution of power and defines regional order and its main features. Section 3 focuses on the domestic orders in a changing region by gauging and tracing the evolution of four trends, namely the erosion of state capacity; the securitization of regime policies; the militarization of contention; and the pluralization of collective identities. Section 4 links developments in the global order to their impact on the region in terms of power, ideas, norms and identities. The last section focuses on foresight studies and proposes a methodology to project trends and build scenarios. All sections, as well as the conclusion, formulate specific research questions that should help us understand the emerging geopolitical order in the MENA.
    [Show full text]
  • Re-Conceptualizing Orders in the MENA Region the Analytical Framework of the MENARA Project
    No.1, November 2016 METHODOLOGY AND CONCEPT PAPERS RE-CONCEPTUALIZING ORDERS IN THE MENA REGION THE ANALYTICAL FRAMEWORK OF THE MENARA PROJECT Edited by Eduard Soler i Lecha (coordinator), Silvia Colombo, Lorenzo Kamel and Jordi Quero This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020 Research and Innovation programme under grant agreement No 693244 Middle East and North Africa Regional Architecture: Mapping Geopolitical Shifts, Regional Order and Domestic Transformations METHODOLOGY AND CONCEPT PAPERS No. 1, November 2016 RE-CONCEPTUALIZING ORDERS IN THE MENA REGION THE ANALYTICAL FRAMEWORK OF THE MENARA PROJECT Edited by Eduard Soler i Lecha (coordinator), Silvia Colombo, Lorenzo Kamel and Jordi Quero ABSTRACT The aim of this work is to set the conceptual architecture for the MENARA Project. It is articulated in five thematic sections. The first one traces back the major historical junctures in which key powers shaped the defining features of the present-day MENA region. Section 2 sets the geographical scope of the project, maps the distribution of power and defines regional order and its main features. Section 3 focuses on the domestic orders in a changing region by gauging and tracing the evolution of four trends, namely the erosion of state capacity; the securitization of regime policies; the militarization of contention; and the pluralization of collective identities. Section 4 links developments in the global order to their impact on the region in terms of power, ideas, norms and identities. The last section focuses on foresight studies and proposes a methodology to project trends and build scenarios. All sections, as well as the conclusion, formulate specific research questions that should help us understand the emerging geopolitical order in the MENA.
    [Show full text]
  • The a to Z of Middle Eastern Intelligence by Ephraim Kahana and Muhammad Suwaed, 2009
    OTHER A TO Z GUIDES FROM THE SCARECROW PRESS, INC. 1. The A to Z of Buddhism by Charles S. Prebish, 2001. 2. The A to Z of Catholicism by William J. Collinge, 2001. 3. The A to Z of Hinduism by Bruce M. Sullivan, 2001. 4. The A to Z of Islam by Ludwig W. Adamec, 2002. 5. The A to Z of Slavery & Abolition by Martin A. Klein, 2002. 6. Terrorism: Assassins to Zealots by Sean Kendall Anderson and Stephen Sloan, 2003. 7. The A to Z of the Korean War by Paul M. Edwards, 2005. 8. The A to Z of the Cold War by Joseph Smith and Simon Davis, 2005. 9. The A to Z of the Vietnam War by Edwin E. Moise, 2005. 10. The A to Z of Science Fiction Literature by Brian Stableford, 2005. 11. The A to Z of the Holocaust by Jack R. Fischel, 2005. 12. The A to Z of Washington, D.C. by Robert Benedetto, Jane Dono- van, and Kathleen DuVall, 2005. 13. The A to Z of Taoism by Julian F. Pas, 2006. 14. The A to Z of the Renaissance by Charles G. Nauert, 2006. 15. The A to Z of Shinto by Stuart D. B. Picken, 2006. 16. The A to Z of Byzantium by John H. Rosser, 2006. 17. The A to Z of the Civil War by Terry L. Jones, 2006. 18. The A to Z of the Friends (Quakers) by Margery Post Abbott, Mary Ellen Chijioke, Pink Dandelion, and John William Oliver Jr., 2006 19.
    [Show full text]
  • OSSERVATORIO MEDITERRANEO E MEDIORIENTE Contributi Di Istituti
    XIV legislatura OSSERVATORIO MEDITERRANEO E MEDIORIENTE Contributi di Istituti di ricerca specializzati n. 13 luglio-agosto-settembre 2005 XIV legislatura OSSERVATORIO MEDITERRANEO E MEDIORIENTE A cura del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.) n. 13 luglio-agosto-settembre 2005 Servizio Studi Servizio affari internazionali Direttore Direttore Daniele Ravenna tel. 06 6706_2451 Maria Valeria Agostini tel. 06 6706_2405 Segreteria _2451 Segreteria _2989 _2629 _3666 Fax 06 6706_3588 Fax 06 6706_4336 Ufficio ricerche nel settore della politica Ufficio dei Rapporti con gli Organismi estera e di difesa Internazionali (Assemblee Nato e Ueo) Consigliere parlamentare Consigliere parlamentare capo ufficio capo ufficio Luca Borsi _3538 Alessandra Lai _2969 PRESENTAZIONE Il presente dossier fa parte di una serie di rapporti periodici e di note di approfondimento, frutto di collaborazioni attivate - in un'ottica pluralistica - con istituti di ricerca specializzati in campo internazionale. Gli Osservatori si propongono di integrare la documentazione prodotta dal Servizio Studi e dal Servizio Affari internazionali, fornendo ai Senatori membri delle Commissioni Affari esteri e Difesa ed ai componenti le Delegazioni parlamentari italiane presso le Assemblee degli Organismi internazionali una visione costantemente aggiornata degli avvenimenti e del dibattito in relazione a due temi di grande attualità e delicatezza: rispettivamente i rapporti transatlantici e la situazione nei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente allargato. L'Osservatorio Mediterraneo e Medio Oriente, oggetto del presente dossier, ha periodicità trimestrale ed è curato dal Centro Studi Internazionali (Cesi) per il Senato. Esso si articola in una prima parte, che fornisce il "Quadro d'assieme" dei principali eventi verificatisi nel corso del trimestre nell'intera area, cui fanno seguito note sintetiche relative ad ogni singolo paese, in cui compaiono, accanto agli avvenimenti di importanza internazionale, anche numerosi accadimenti di minor rilievo, capaci di incidere sui processi politici in atto.
    [Show full text]
  • Volume 230 November 2017
    Applied Research Institute - Jerusalem (ARIJ) P.O Box 860, Caritas Street – Bethlehem, Phone: (+972) 2 2741889, Fax: (+972) 2 2776966. [email protected] | http://www.arij.org Applied Research Institute – Jerusalem Report on the Israeli Colonization Activities in the West Bank & the Gaza Strip Volume 11, November 2017 Issue http://www.arij.org Bethlehem • Clashes erupted between Palestinians and Israeli occupation Army (IOA) in Bethlehem city following a march commemorating the 100th anniversary of the Balfour Declaration. Palestinian protesters marched from the southern to northern ends of the city, until they reached Israel’s separation wall. The IOA quickly suppressed the protest, using live ammunition, rubber-coated steel bullets and tear gas, injuring one with a rubber-coated steel bullet in the foot, while several others suffered from severe tear gas inhalation. (Maannews 1 November 2017) • A Palestinian, identified as Walid Jadallah, 40, from the northern West Bank city of Nablus, was detained after the Israeli Occupation Army (IOA) broke into a coffee shop he owns in the Cinema Area, in the center of Bethlehem city. (IMEMC 1 November 2017) • The Israeli Occupation army (IOA) stormed As Saff Street, in the center of the West Bank city of Bethlehem, and abducted Shadi Mohammad al-Hreimi, 29, after ransacking his home. (IMEMC 3 November 2017) • The Israeli Occupation Army (IOA) raided Um Rukba area and Zuhor Al Amal south of Al Khader village and stormed Palestinians houses and lands amid strict security measures. (WAFA 5 November 2017) • The Israeli Occupation Army (IOA) detained two Palestinians from Al Azzah refugee camp north of Bethlehem city.
    [Show full text]
  • A Wind in Hamas's Sails: Palestinian Militants Gather Post-Disengagement Momentum by Michael Herzog
    MENU Policy Analysis / PolicyWatch 516 A Wind in Hamas's Sails: Palestinian Militants Gather Post-Disengagement Momentum by Michael Herzog Sep 13, 2005 ABOUT THE AUTHORS Michael Herzog Michael Herzog was appointed Israel's ambassador to the United States in 2021. Previously, he was an international fellow at The Washington Institute. Brief Analysis n September 12, the last departing Israeli forces closed the gates of Gaza behind them, followed by a salvo of O Palestinian rockets aimed at southern Israel. In the unsettled aftermath of the Israeli disengagement from Gaza and parts of the northern West Bank, only one camp seems clearly to know where it is heading -- the militant Palestinian Islamist groups, led by Hamas. These groups now profess their intention to continue their violent campaign in and from the West Bank. Their strategy, using armed and political capabilities, poses a serious challenge to both Palestinian and Israeli leaderships and may undermine prospects of improved Israeli-Palestinian relations. Preparing the Ground for the Next Confrontation. Claiming that Israeli disengagement was a victory for "armed struggle" in Gaza -- an interpretation opinion polls show most Palestinians accept -- the militants are out to enlist the Palestinian public in their violent course while warning the Palestinian Authority (PA), in the words of Muhammad Dief, head of Hamas's military wing, "not to touch the weapons of those who liberated Gaza." On August 18, Hamas leader Mahmud al-Zahhar said, "The resistance must move to the West Bank." Similarly, Jamal Abu Samhadaneh, commander of a cluster of terrorist groups in Gaza known as the Popular Resistance Committees, declared, "We will transfer all our fighting methods and capabilities to the West Bank." Will the PA under the leadership of Mahmud Abbas be able to check this violent momentum with its own momentum of reform, good governance, and diplomacy? The initial signs are not positive.
    [Show full text]
  • Smuggling Tunnels: the Need for a Transnational Analysis
    CE Article: 2 CE CREDIT The Need for a Transnational Analysis BY terrance g. lichtenwald and frank S. perri Abstract Tunnels present significant national security con- cerns to the United States of America because of the devastating consequences inherent in terrorist organizations using tunnels as conduits to bypass Department of Homeland Security measures. This paper outlines sources and methods used by Can- ada, Israel, and South Korea to combat smuggling tunnel excavation, communication methods, and security operations. Integrating Canadian, Israeli, and South Korean sources and methods into U.S. homeland security is considered. The research design for transnational analysis of smuggling tunnels with ongoing data collection for U.S. intel- ligence and law enforcement is proposed. ® 52 Inside Homeland Security Spring 2011 www.abchs.com 877.219.2519 An agent crawls out of a tunnel discovered in November 2010 at Otay Mesa, California. More than 20 tons of marijuana were found in this tunnel connecting warehouses in San Diego and the Tijuana area—the Photo Credit: U.S. Immigration and Customs Enforcement and Customs Immigration U.S. Credit: Photo second time a sophisticated tunnel was found in the same location— thus supporting the doctrine that geography affects national security. ® 877.219.2519 www.abchs.com Spring 2011 Inside Homeland Security 53 missions last year to find underground tunnels using some of the This article is approved by the following for continuing education credit: The American Board for Certification in Homeland Security, CHS® pro- technologies noted above, did not include the social and behav- vides this continuing education opportunity for those individuals Certified ioral aspects presented in this paper during its tactical missions in Homeland Security, who are required to obtain 30 Certification Mainte- (Hettena, 2009).
    [Show full text]
  • 49.P R Kumaraswamy.Pdf
    OTHER A TO Z GUIDES FROM THE SCARECROW PRESS, INC. 1. The A to Z of Buddhism by Charles S. Prebish, 2001. 2. The A to Z of Catholicism by William J. Collinge, 2001. 3. The A to Z of Hinduism by Bruce M. Sullivan, 2001. 4. The A to Z of Islam by Ludwig W. Adamec, 2002. 5. The A to Z of Slavery and Abolition by Martin A. Klein, 2002. 6. Terrorism: Assassins to Zealots by Sean Kendall Anderson and Stephen Sloan, 2003. 7. The A to Z of the Korean War by Paul M. Edwards, 2005. 8. The A to Z of the Cold War by Joseph Smith and Simon Davis, 2005. 9. The A to Z of the Vietnam War by Edwin E. Moise, 2005. 10. The A to Z of Science Fiction Literature by Brian Stableford, 2005. 11. The A to Z of the Holocaust by Jack R. Fischel, 2005. 12. The A to Z of Washington, D.C. by Robert Benedetto, Jane Dono- van, and Kathleen DuVall, 2005. 13. The A to Z of Taoism by Julian F. Pas, 2006. 14. The A to Z of the Renaissance by Charles G. Nauert, 2006. 15. The A to Z of Shinto by Stuart D. B. Picken, 2006. 16. The A to Z of Byzantium by John H. Rosser, 2006. 17. The A to Z of the Civil War by Terry L. Jones, 2006. 18. The A to Z of the Friends (Quakers) by Margery Post Abbott, Mary Ellen Chijioke, Pink Dandelion, and John William Oliver Jr., 2006.
    [Show full text]
  • The Israeli Colonization Activities in the Occupied Palestinian Territory During the Fourth Quarter of 2017
    Applied Research Institute - Jerusalem (ARIJ) & Land Research Center – Jerusalem (LRC) [email protected] | http://www.arij.org [email protected] | http://www.lrcj.org The Israeli Colonization Activities in the occupied Palestinian Territory during the Fourth Quarter of 2017 (October – December)/2017 The Quarterly report highlights the This presentation is prepared as part of chronology of events concerning the the project entitled “Addressing the Israeli Violations in the West Bank and the Geopolitical Changes in the Occupied Gaza Strip, the confiscation and razing of Palestinian Territory”, which is financially lands, the uprooting and destruction of fruit supported by the EU and SDC. However, trees, the expansion of settlements and the contents of this presentation are the erection of outposts, the brutality of the sole responsibility of ARIJ and do not Israeli Occupation Army, the Israeli settlers necessarily reflect those of the donors violence against Palestinian civilians and properties, the erection of checkpoints, the construction of the Israeli segregation wall and the issuance of military orders for the various Israeli purposes. 1 Applied Research Institute - Jerusalem (ARIJ) & Land Research Center – Jerusalem (LRC) [email protected] | http://www.arij.org [email protected] | http://www.lrcj.org Map 1: The Israeli Segregation Plan in the occupied Palestinian Territory 2 Applied Research Institute - Jerusalem (ARIJ) & Land Research Center – Jerusalem (LRC) [email protected] | http://www.arij.org [email protected] | http://www.lrcj.org Bethlehem Governorate - (October 2017 - December 2017) Israeli Violations in Bethlehem Governorate during the Month of October 2017 An Israeli raid in Doha south of Bethlehem city erupted into clashes and a house in the town caught fire.
    [Show full text]
  • Five Years of Violent Confrontation Between Israel and the Palestinians
    Intelligence and Terrorism Information Center at the Center for Special Studies (C.S.S) October 2, 2005 FFiivvee yyeeaarrss ooff vviioolleenntt ccoonnffrroonnttaattiioonn bbeettwweeeenn IIssrraaeell aanndd tthhee PPaalleessttiinniiaannss:: ddaattaa aanndd cchhaarraacctteerriissttiiccss Overview September 29, 2005 marked five years since the outbreak of the current violent confrontation with the Palestinians. Throughout the course of the confrontation, 26,159 terrorist attacks have been perpetrated against Israeli targets, leaving 1,060 Israelis dead and 6,089 wounded.1 The dynamics of the conflict changed time and again during its five years. The fifth year brought about a significant change in the wake of Yasser Arafat’s death and the election of Mahmoud Abbas (Abu Mazen) for Chairman of the Palestinian Authority. With the beginning of Abu Mazen’s era, the 1 According to an investigation conducted by Israeli daily Haaretz, the number of fatalities on the Palestinian side caused by Israeli security forces or Israeli civilians after five years of confrontation stands at 3,333, including ten foreigners. According to Haaretz, official Palestinian Authority figures put the number of killed at 3,861, which includes suicide bombers, terrorist operatives killed in “work accidents” and foreign nationals killed in the Palestinian Authority administered territories, as well as Israeli Arabs. The differences in the number of Palestinian casualties reflect different counting methods based on diverging definitions of casualties resulting from the confrontation (Haaretz, September 29, 2005). 2 Palestinian Authority and the Palestinian terrorist organizations reached an internal agreement on a lull in the fighting. This was manifested in a decrease in the number and severity of the terrorist attacks, an outcome of which was a drop in the number of Israeli casualties.
    [Show full text]
  • Yasser Arafat (Muhammad Abderraouf Arafatal-Qudwa Al-Husseini)
    Yasser Arafat (Muhammad Abderraouf Arafatal-Qudwa al-Husseini) Palestina, Presidente del (autoproclamado) Estado de Palestina (1989-2004), de la Autoridad Nacional Palestina (1994-2004) y de la OLP (1969-2004) Duración del mandato: 02 de Abril de 1989 - de de Nacimiento: El Cairo, Egipto, 24 de Agosto de 1929 Defunción: Clamart, Hauts-de-Seine, Île-de-France, Francia, 11 de Noviembre de 2004</p> Partido político: Fatah/OLP Profesión : Ingeniero y empresario de construcción Resumen La muerte en París el 11 de noviembre de 2004 del histórico dirigente palestino Yasser Arafat aconteció cuando se cumplían cuatro años desde el colapso del proceso de paz iniciado con Israel en 1993, tiempo en el cual imperó en Palestina un dramático estado de guerra y asedio que le mantuvo confinado en su destrozado cuartel de Ramallah. Guerrillero y terrorista. Líder y símbolo nacional idolatrado, pero autoritario, tolerante con la corrupción y lleno de enemigos. Huésped incómodo de estados árabes. Negociador tortuoso y embajador volante de su pueblo. Político de presencia paramilitar y estadista in péctore. Superviviente por antonomasia. El fundador de Fatah, jefe indisicutible de la OLP, Premio Nobel de la Paz y presidente de la Autoridad Palestina desde 1994 sucumbió a una misteriosa enfermedad a los 75 años de edad y no llegó a ver la creación de un Estado palestino con capital en Jerusalén, meta de toda una vida de luchas desarrolladas en muchos frentes y con distintos medios. http://www.cidob.org 1 of 76 Biografía 1. Prolegómenos egipcios y creación de Al Fatah 2. Años sesenta: hacia el liderazgo de la OLP 3.
    [Show full text]