I Fratelli Čapek a Parigi: Riflessi Letterari E Teorico-Figurativi Del Soggiorno in Francia
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DIPARTIMENTO DI STUDI EUROPEI AMERICANI E INTERCULTURALI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE DEL TESTO CURRICULUM DI SLAVISTICA, CICLO XXVIII I fratelli Čapek a Parigi: riflessi letterari e teorico-figurativi del soggiorno in Francia DOTTORANDA: ELEONORA BENTIVOGLI TUTOR: CHIAR.MA PROF.SSA ANNALISA COSENTINO ___________________________ Anno Accademico 2014/2015 PREMESSA Il lavoro che qui presentiamo si pone come obiettivo l’analisi dei riflessi che il soggiorno di studio in Francia del 1910-1911 ha determinato sul percorso filosofico e creativo di Josef e Karel Čapek. La ricerca ripercorre gli itinerari parigini, sia artistici sia letterari, che hanno maggiormente influenzato la poetica e l’opera di queste figure, senza dubbio tra le più significative nella cultura ceca del Novecento. In particolare ci si propone di individuare negli scritti dei fratelli Čapek non solo le tracce dell’interazione con l’ambiente francese, ma anche i segni di una originale rielaborazione di tali spunti. Si prendono dunque in considerazione tanto le fasi di collaborazione e scrittura a quattro mani quanto gli esiti delle riflessioni individuali, che proprio a partire da questa esperienza condivisa si fanno più autonome e profonde. Al centro del nostro studio si trovano non solo gli aspetti della produzione čapkiana direttamente riconducibili all’incontro con le avanguardie figurative, la letteratura francese dell’epoca o l’arte primitiva e popolare, ma anche lo sviluppo organico del pensiero estetico e letterario dei due fratelli, di cui il viaggio a Parigi costituisce una tappa fondamentale. Per tale ragione non limitiamo l’arco temporale dell’analisi soltanto al periodo immediatamente successivo all’esperienza francese, ma a partire da questo estendiamo la trattazione ai decenni seguenti per determinare se essa abbia avuto anche effetti a lungo termine. Ampliando così la prospettiva sul rapporto dinamico tra l’opera čapkiana e i fenomeni filosofici, pittorici e letterari dell’epoca si ha inoltre l’occasione di osservare un luminoso esempio di come la cultura ceca sia parte integrante di quella europea, cui apporta il proprio contributo innovativo favorendo un fertile scambio intellettuale tra le diverse comunità nazionali. Il lavoro che proponiamo è dunque per sua natura molto eterogeneo e presuppone lo studio di fonti e linguaggi assai diversi tra loro, che comprendono per esempio tipologie testuali come il trattato filosofico e la novella, la recensione e la traduzione poetica, nonché un necessario riferimento a opere figurative come tele, schizzi, illustrazioni e copertine di volumi. Dal punto di vista metodologico una tale varietà di materiali rende necessario il confronto con risorse e documenti di carattere altrettanto multiforme: studi critici di ambito sia figurativo sia letterario, ipotesi filologiche sulla genesi dei testi, pubblicazioni e testimonianze dell’epoca. Per quanto riguarda le coordinate teoriche e metodologiche relative alle diverse problematiche trattate rimandiamo pertanto ai singoli capitoli del nostro lavoro, limitandoci 1 qui a inquadrare il corpus delle fonti primarie e della critica rivolta alla produzione čapkiana su cui si fonda la ricerca nel suo insieme. I principali testi di riferimento sono costituiti da Spisy Josefa Čapka (in corso di pubblicazione dal 2008 a Praga presso Triáda) e Spisy Karla Čapka (Československý/ Český spisovatel, 1980-1995). Sono queste infatti le più organiche raccolte degli scritti čapkiani, curate nella composizione e nell’apparato di note, dedicate separatamente a ciascuno dei fratelli e pertanto distinte dalle precedenti iniziative editoriali Spisy bratří Čapků (Aventinum, 1928–1932) e Dílo bratří Čapků (Československý spisovatel, 1954–1971). Come si può notare, Spisy Josefa Čapka è un progetto recente, ancora incompleto del suo settimo e ultimo volume, che rappresenta un chiaro segnale della rinnovata attenzione, in Repubblica Ceca, per la produzione letteraria indipendente dell’artista, rimasto per certi aspetti della sua opera all’ombra del più celebre fratello minore. Nell’attesa che sia portata a termine la pubblicazione dell’opera di Josef Čapek possiamo risalire ai testi apparsi finora solo su rivista usufruendo delle indicazioni bibliografiche fornite da Luboš Merhaut, studioso di storia della letteratura ceca attivo presso il Dipartimento di letteratura ceca e comparata dell’Università Carlo di Praga. Con l’uscita, nel 1995, di un venticinquesimo volume di appendice, si è invece definitivamente conclusa la pubblicazione di Spisy Karla Čapka, progetto concepito alla fine degli anni Settanta e caratterizzato da una programmazione mutata in corso d’opera a causa delle circostanze politiche. In origine, infatti, non era prevista l’inclusione di scritti in cui fosse messa in risalto la critica čapkiana alla società e l’adesione ai valori democratici e liberali della Prima repubblica cecoslovacca, ovvero Hovory s T. G. Masarykem (Colloqui con T. G. Masaryk), Kritika slov (Critica delle parole) e alcuni degli interventi giornalistici che sarebbero rientrati nei volumi intitolati dalla redazione O umění a kultuře (Sull’arte e sulla cultura) e Od člověka k clověku (Da uomo a uomo). Dopo il 1989 vengono dunque recuperati e aggiunti in appendice testi precedentemente tralasciati non solo per la loro valenza sociale, ma anche per una certa economia dei volumi. Gli scritti scientifici del giovane scrittore, redatti durante gli studi universitari, insieme a brevi glosse, commenti o notizie sono rimasti tuttavia esclusi dalla serie di Spisy Karla Čapka, che ricopre all’incirca i quattro quinti delle voci registrate dalla bibliografia compilata da Boris Mědílek nel 1990. Questo prezioso strumento, che riporta dettagliatamente prime pubblicazioni, riedizioni, traduzioni, nonché sigle e pseudonimi adottati dallo scrittore, permette di rintracciare su giornali e riviste gli scritti minori utili al nostro studio. Ulteriori testi usciti dalla penna di Karel Čapek sono infine emersi successivamente dagli archivi per essere proposti al pubblico 2 in volume (Tichý hlas. Neznámé i známé texty z roku 1938, a cura di J. Opelík, ARSCI, Praha 2005; Vám oddaný: dosud nepublikovaná korespondence, a cura di M. Dandová, J. Opelík, Arsci, Praha 2007) o all’interno di studi specialistici (A. Catalano, Neznámý Čapek, in “Souvislosti”, n. 4, 2013). A proposito della riflessione critica ci possiamo avvalere innanzitutto delle ricerche pluriennali di Miroslav Halík, il primo grande estimatore e divulgatore dell’opera čapkiana nonché intimo conoscitore della biografia di Karel Čapek (Karel Čapek. Život a dílo v datech, Academia, Praha 1983), e di Jiří Opelík, autore di una fondamentale monografia sulla produzione letteraria di Josef Čapek (Josef Čapek, Melantrich, Praha 1980) e di altri considerevoli interventi come i saggi raccolti in Čtrnáctero prací o Karlu Čapkovi a ještě jedna o Josefu Čapkovi (Torst, Praha 2008). Nella nostra trattazione è indispensabile anche il confronto con il percorso pittorico di Josef Čapek, e in particolare con un’analisi rigorosa che esula dal settore scientifico di nostra competenza. In questo ambito consideriamo le voci più autorevoli, a oggi rappresentate da Pavla Pečinková, che ha dedicato diversi studi all’opera figurativa e al pensiero estetico dell’artista, e Jaroslav Slavík, coautore con Opelík del più completo e recente volume illustrato Josef Čapek, Torst, Praha 1996. Oltre ai lavori più aggiornati prendiamo in esame altri studi monografici, a partire da quelli apparsi prima della morte dei due fratelli (Václav Černý, Karel Čapek, Borový, Praha 1936; Vítězslav Nezval, Josef Čapek, Borový, Praha 1937) fino a quelli proposti al di fuori dell’ambito cecoslovacco da boemisti attivi all’estero (Oleg Malevič Bratři Čapkové, Ivo Železný, Praha, 1999; Bohuslava Bradbrooková, Karel Čapek. Hledání pravdy, poctivosti a pokory, Academia, Praha 2007). Anche la varietà metodologica che caratterizza le analisi dell’opera čapkiana emergerà nel corso della nostra trattazione, per la quale possiamo servirci di contributi di ispirazione assai diversa tra loro, come quelli del critico strutturalista Jan Mukařovský e del poeta e slavista italiano Angelo Maria Ripellino. Particolare cautela è poi indispensabile nell’affrontare le interpretazioni avanzate dalla critica marxista (per esempio da Josef Branžovský e František Buriánek), per sua natura incline a rimproverare soprattutto a Karel Čapek la sua vicinanza alla cultura francese e angloamericana, nonché la sua posizione relativista, o per meglio dire scettica, nei confronti delle ideologie, compresa quella comunista. Una certa prudenza occorre anche nella lettura dei testi memorialistici che ci hanno lasciato alcuni membri della famiglia Čapek o altri conoscenti, più o meno intimi, dei due fratelli 3 scrittori. L’attendibilità di tali fonti risulta infatti estremamente variabile, giacché una certa distorsione dei fatti su base emotiva non si può escludere nemmeno nel caso delle testimonianze dirette degli autori. Su quest’ultima tipologia di testi e sulla corrispondenza privata degli anni 1910-1911 si fonda in larga misura la prima delle tre parti in cui è strutturato il nostro lavoro. Innanzitutto si cerca infatti di ricostruire le prime tappe del cammino formativo che i fratelli Čapek percorrono insieme fino alla partenza per l’estero, presentando le loro prime opere composte a quattro mani. Si passa quindi a considerare il soggiorno parigino non solo come incontro con la realtà francese contemporanea, ma anche come primo momento di crisi