Rime Disperse Di Francesco Petrarca, O a Lui Attribuite
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RIME DISPERSE di FRAN- CESCO PETRARCA o a lui ATTRIBUITE ^ PER LA PRIMA VOLTA RACCOLTE A CURA DI ANGELO SO- LERTI ^ EDIZIONE POSTUMA CON PREFAZIONE, INTRODUZIONE E BIBLIO- GRAFIA. PQ 4477 A5 1909 Firenze, G. C. SANSONI, Editore - mcmix. ITALIA-ESPANA EX-LIBRIS M. A. BUCHANAN ^ ^ RIME DISPERSE di FRANCESCO PETRARCA O A LUI ATTRIBUITE ^ PER LA PRIMA VOLTA RACCOLTE A CURA DI ANGELO SOLERTI rfe edizione POSTUMA CON prefazione, INTRODU- ZIONE E BIBLIOGRAFIA. Firenze, G. C. SANSONI, Editore - mcmix. ./ PROPRIETÀ LETTERARIA. Z/4^77 Firenze, 27-1808-9 -Tip. Barbèra, Alfani e Vkntuki proprietari. ANGELO SOLERTI ALLA CARA MEMORIA DI ANGELO SOLERTI NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE X GENNAIO MCMIX. PREFAZIONE ANGELO SOLERTI. Breve, ma operosa e utilmente feconda, fu la vita di Angelo Solerti, che, nato il 20 set- tembre del 1865 in Savona, di padre veneto, si spense immaturamente, in una terribile crisi della malattia cardiaca che da tempo lo minac- ciava, la mattina del io gennaio 1907, in Massa di Lunigiana, dov' era, da cinque anni, provve- ditore agli studi. Egli aveva iniziato i suoi corsi universitari come studente all' Istituto di Firenze, sotto la guida del Bartoli e del Rajna; nel 1887 con- seguì la laurea in lettere all' Università di To- rino, dove ebbe maestri affezionati Arturo Graf e Rodolfo Renier. Entrò ben presto neil' inse* gnamento secondario, occupando successiva- mente la cattedra di lettere italiane nel Liceo di Carmagnola e nel Galvani di Bologna, nella quale città seppe guadagnarsi la stima affettuosa di Giosuè Carducci. Costretto per ragioni di salute a lasciare l' insegnamento nel quale aveva fatto ottima prova, fu per breve tempo addetto alla Biblioteca Marciana, nel 1900 fu nominato reggente il provveditorato agli studi di Aquila, dalla qual città un decreto del gennaio 1902 lo trasferiva a Massa. Né la scuola, né gli ofìtìcì amministrativi ai quali attese con zelo esemplare, né le molte e delicate missioni affidategli dal Ministero, val- sero a distoglierlo un momento dai suoi studi prediletti; anzi, poiché aveva il sentimento in- crollabile e r abito costante del proprio dovere, lo obbligarono a raddoppiare quella sua attività divoratrice che finì, purtroppo, con l'abbreviar- gli la vita^ Soltanto la morte potè estinguere in lui d' un tratto l' ardore entusiastico, mai sminuito, pel lavoro, strappandogli l' intima gioia della ricerca, la soddisfazione viva dell'opera compiuta, l'aspirazione irrequieta e gioconda a sempre nuovi lavori. I frutti di questa sua operosità instancabile furono molti e vari e pregevoli ; ma qui basterà rammentarne i principali, rimandando per gli altri alla bibliografia delle sue pubblicazioni, che seguirà queste pagine. Negli anni che corsero fra la comparsa delle Nuove e delle Terze Odi barbare, anche il So- lerti, ancora studente a Firenze e poscia, come s' è visto, a Torino, fu preso da quel generale fervore onde gì' Italiani si volgevano provvida- mente a indagare nelle sue ragioni intime e nelle sue antecedenti vicende storiche l'ardito e felice tentativo metrico del poeta toscano. Ne uscirono, in questo suo primo periodo giovanile, il Manicale di metrica classica italiana ad accento ritmico (Torino, 1886), Le Odi di Giovanni Fantoni {Labindo) con prefazione e note (Torino, 1887) e Le tragedie metriche di Alessandro Pazzi dei Medici (Bologna, 1887), nonché alcuni saggi di traduzioni metriche dal Sannazaro, da Museo e da Mosco, che compar- vero in due fogli letterari di Torino (1887-88). E fra le carte del compianto amico sono rimasti certi materiali non inutili dai quali egli si pro- poneva di prender le mosse per comporre una continuazione o un' appendice al noto volume dove il Carducci aveva raccolto una prima mèsse di documenti per la storia della poesia barbara. La prima pubblicazione d'indole propria- mente letteraria, storica insieme e critica, L'Au- tobiografia di Francesco Patricio, che è del 1886, rivela già nel Solerti quell'amore dell'inedito e del nuovo, quell' ardente desiderio di ricerche positive nelle biblioteche e negli archivi e quella passione dominante per la bibliografia, che egli , aveva attinto alla scuola del Bartoli e fra le dovizie fiorentine, e gli si accrebbero poi e di- sciplinarono sempre più sotto la guida e per l'esempio dei suoi maestri dell'Ateneo torinese. Egli si volse di preferenza a due campi che a quei giorni erano ancora scarsamente colti- vati fra noi, la storia del costume e la vita e la letteratura del Rinascimento, con particolare ri- guardo a Ferrara e agli Estensi. Nel primo campo, oltre alcuni saggi interessanti e curiosi inseriti nella Gazzetta letteraria di Torino e xì€C(! Intermezzo <X\ Alessandria (1888-90), offerse tre volumi notevoli, uno : // viaggio di En- rico III re di Francia in Italia ecc. (Torino, 1 890) in collaborazione con Pierre De Nolhac, col quale aveva pure pubblicato nel Giornale storico della letteratura italiana (XIII, 1889) l'articolo Le roi Henri et V injluence italienne en France ; un altro, su Ferrara e la Corte estense nella seconda metà del sec. XVI{Q\\.\k di Castello, 1 89 1 ristampato con ampliamenti nel 1899), edizione illustrata dei Discorsi di Annibale Romei, pre- ceduti da una ricca e fondamentale Introdu- zione, alla quale si ricollega strettamente Lei vita ferrarese nella prima metà del sec. XVI descritta da Agostino J/(?.y// (Bologna, 1892). Ma fino dal 1888 il Solerti, in unione al marchese Ciiuseppe Campori, defunto poco prima della pubblicazione, aveva ap[)rontato e dato in luce il volume su Luigi. Lucrezia e Leonora xì'Este (Torino, Loescher), formato da un gruppo d'importanti saggi biografici documentati, che appaiono ai nostri occhi quasi un lieto auspicio e una promessa lontana ma sicura. Infatti essi, insieme con gli altri posteriori sin qui ricordati, ci mostrano come nella mente e nelle indagini dell' autore venissero già preparandosi e matu- randosi quei maggiori lavori sulla vita, sui tempi e sulle opere di Torquato Tasso, ai quali ri- marrà durevolmente legato il suo nome. Di questa larga e solida preparaziohe, nella letteratura più propriamente tassesca, s' inco- minciano a veder meglio gli effetti a partire tlal 1892, con YAppendice alle opere in prosa di Torquato Tasso (Firenze, vSucc. Le Mou- nier), un pregevole volume che venne a com- piere e rinfrescare la nota raccolta curata da Cesare Guasti e nel quale la illustrazione bi- bliografica ha una parte larghissima. Ad esso tenne dietro, l'anno dopo, la Bi- bliografia delle opere minori in versi di T. Tasso (Bologna, Zanichelli). D'allora in poi il Poeta sorrentino diventò pel Solerti il segno agognato d'una l^nta con- quista, l'oggetto di un culto fatto di ammira- zione e di amore ardenti, di pazienza tenace, di spinto critico sempre più vigile ed alacre, grazie al quale riuscì a compiere nelle principali biblioteche e negli archivi d' Italia, anzi d' Eu- ropa, tale somma d' indagini da soverchiare le forze di tutt' altro studioso. Durante questi anni d'attività pili che mai intensa apparve come una felice parentesi l'utile edizione delle Poesie volgari e latine di M. M. Boiardo (Bologna, 1894), ^^^^ quale seguì senza indugio quella serie ininterrotta di pubblicazioni che segnò un periodo nuovo e fecondo negli studi tassiani. La Vita di Torquato Tasso (To- rino, 1895, 3 volumi), tutta materiata e cemen- tata di fatti e documenti spesso inediti, nono- stante certi difetti e talune sovrabbondanze, fu accolta con molto favore ed ebbe l'onore di su- scitare vivi dibattiti, per la novità ardita delle conclusioni. Essa fu meritamente premiata dal- l'Accademia dei Lincei e da quella delle Scienze di Torino ; ed a me piace riferire ciò che ne scrisse Giosuè Carducci nella sua Relazione alla prima delle due Accademie, che fu letta nel- l'adunanza solenne del 12 giugno 1897: «Que- sto è un ponderoso lavoro, del quale vanamente o leggermente si giudicò o si giudicherebbe che fosse condotto con questi anzi che con quei criteri, quando fu rigorosamente condotto su j criteri solo storici. Il Solerti raccoglie e pre- senta la figura del Tasso qual fu dal raffronto di tutte le opere sue e dall' epistolario, dallo spoglio di innumerabili carte degli archivi estensi, medicei, Gonzaga, Farnese, e di Torino e di Venezia, dalle stampe tutte di tre secoli. Con ciò il Solerti non fa opera di psicologia o di estetica. Qui, è uno storico che ha preparato agli esteti e ai letterati di che lavorare sul reale e sul vero ». Con questa Vita, coi tre volumi delle Opere minori in versi di T. Tasso (Bolo- gna, 1891-95), pei quali il Solerti ebbe incita- tori e collaboratori Giosuè Carducci stesso, Carlo Cipolla e Guido Mazzoni ; con l'edizione critica della Gerusalemme liberata (Firenze, 1895-96, in tre volumi) e con quella de Le rime di Z. Tasso (Bologna, 1898- 1902) — quattro vo- lumi che, grazie alle cure affettuose e sapienti di Vittorio Rossi, avranno il loro compimento negli ultimi due, i cui materiali sono rimasti fra le carte del povero amico — l' immagine del Tasso uomo e poeta è apparsa vivamente illuminata e talora arditamente trasfigurata alla luce dell' indagine storica più obbiettiva e della ricostruzione critica più scrupolosa. Anche ne uscì confermato il nuovo modo di concepirne l'attività psicologica ed artistica in attinenza a tutta la sua vita e alla sua pro- duzione ed ai tempi suoi, e ne risultò critica- mente fissato, nel suo complesso, in forma presso che definitiva, il testo della sua opera maggiore e delle minori, L' impresa ardua e vasta, per la quale il So- lerti affrontò animosamente e seppe risolvere quasi sempre i più gravi problemi, avrà il suo coronamento nell' edizione critica della Conqzii- stata, la cui preparazione egli aveva condotta abbastanza innanzi e che sarà compiuta per le meritorie fatiche del dott.