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Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia onlus Fondazione Carlo Levi 26 GENNAIO - 17 FEBBRAIO 2008 Palazzo Giustiniani via della Dogana Vecchia, 29 - Roma IL PREZZO DELLA LIBERTÀ OMAGGIO A VITO VOLTERRA E CARLO LEVI

Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia onlus IL PREZZO DELLA LIBERTÀ OMAGGIO A VITO VOLTERRA E CARLO LEVI 26 GENNAIO - 17 FEBBRAIO 2008 Palazzo Giustiniani via della Dogana Vecchia, 29 - Roma

ENTI PROMOTORI

Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia onlus

Fondazione Carlo Levi

CON IL CONTRIBUTO DI

Museo del Corso - Fondazione Roma CURATORI SI RINGRAZIA Giovanni Paoloni e Guido Sacerdoti la Famiglia Volterra la Famiglia Foa e Paola Sacerdoti COMITATO ORGANIZZATORE Andreina Di Brino Diletta Cesana Marco Guardo Marco Guardo Margherita Martelli Daniela Manasse Zevi Luisa Montevecchi Bruno Orvieto Susanna Panetta Giovanni Paoloni Enrica Schettini Giacomo Saban Cecilia Valli Annie Sacerdoti Giovanni Volterra Guido Sacerdoti Elena Volterrani Enrico Volterra Virginia Volterra Capogrossi REALIZZAZIONE FILMATO Alfea Cinematografica srl - Pisa COORDINAMENTO Daniela Manasse Zevi ALLESTIMENTO, STAMPA DEI PANNELLI E DELLA BROCHURE CON LA COLLABORAZIONE DI Litos srl – Roma Archivio Centrale dello Stato Biblioteca dell’Accademia Nazionale PROGETTO GRAFICO dei Lincei e Corsiniana E IMPAGINAZIONE La Limonaia Associazione per la Diffusione Fabrizio Emigli della Cultura Scientifica Unione Comunità Ebraiche Italiane

ASSICURAZIONI In occasione della “Giornata della Memoria” della Repubblica per due Legislature, nel 1963 e nel per l’anno 2008, il Senato ha voluto ricordare la trage- 1968. Negli anni ’30, tuttavia, fu anch’egli perseguitato dia che investì, in tutti i Paesi europei, il popolo ebraico e condannato al confino per il suo attivismo politico, onorando la memoria di Vito Volterra e Carlo Levi, che lo vide in prima linea nella lotta contro quei regimi intellettuali di spicco in Italia e Senatori, ma soprattut- che trascinarono l’Italia e l’Europa verso l’immane tra- to fermi oppositori dei regimi nazi-fascisti e delle loro gedia dell’Olocausto. misure di discriminazione razziale e di sterminio. I A d entrambi il Senato ha ritenuto pertanto di L’Accademico Vito Volterra, illustre fisico e dover dedicare una mostra, nell’ambito della quale matematico, apprezzato in tutta Europa per le sue sono esposti importanti documenti inerenti la loro vita ricerche e le sue teorie scientifiche, fu Senatore del intellettuale e politica, oltre che alcune delle opere pit- Regno dal 1905 fino al momento della sua scomparsa, toriche più espressive di Levi. Rappresentando i avvenuta nel 1940. Durante tutto il ventennio egli si momenti salienti del percorso biografico di questi due schierò contro la dittatura mussoliniana, figurando tra tenaci oppositori del totalitarismo, il Senato ha infatti i firmatari del celebre “Manifesto Croce” e rientrando inteso onorare in modo significativo la Giornata che nel ristretto gruppo dei dodici professori universitari celebra la liberazione del campo di Auschwitz e la fine che rifiutarono di prestare giuramento di fedeltà al dell’orrore razzista e antisemita. regime.

Appartenente a una generazione più giovane, lo Franco MARINI scrittore e pittore Carlo Levi venne eletto Senatore Presidente del Senato della Repubblica Nel 2008 ricorre il 70° anniversario delle leggi della storia d’Europa; dobbiamo fare in modo che la razziali, emanate nel 1938 per iniziativa del governo Memoria della Shoah sia monito permanente, soprat- fascista e controfirmate dal Re Vittorio Emanuele III di tutto per le giovani generazioni, per capire quanto in Savoia: esse costituiscono il provvedimento legislativo basso possano precipitare i valori della civiltà quando il che ha di fatto associato il nostro Paese al regime nazi- principio della sopraffazione prevale su quello della sta nell’infame politica per lo sterminio dei “diversi”: in solidarietà, quando il totalitarismo prevale sulla demo- primo luogo gli ebrei, ma anche gli zingari, i non aria- crazia, quando l’oppressione prevale sulla libertà. ni, gli omosessuali, gli handicappati e così via. Il corag- gio dei GiustiN che con grande rischio personale hanno Quale Presidente della Fondazione per i Beni nascosto persone e famiglie ricercate per la deporta- Culturali Ebraici in Italia – Onlus, desidero ringraziare zione salvandole dallo sterminio, così come il sacrificio il Presidente del Senato per aver voluto commemorare dei membri della Resistenza che hanno combattuto per la Giornata della Memoria 2008 con un evento da noi la Liberazione dell’Italia dalla dittatura e dall’occupa- promosso e che si articola in un convegno e in una zione tedesca, riscattano in parte la dignità del nostro mostra sulle figure di Vito Volterra e di Carlo Levi: due Paese, ma le responsabilità restano ed è nostro compi- Senatori del secolo scorso, due intellettuali prestati to tenerne vivo il ricordo per far sì che quanto è potuto alla politica, due perseguitati dal regime fascista. accadere in Italia ed in Europa intorno alla metà del novecento non abbia più a ripetersi. E’ in questo spirito Vito Volterra, insigne scienziato della prima che la Repubblica Italiana ha istituito la Giornata della metà del novecento, Presidente fra l’altro, del Bureau Memoria e ne ha fissato la data nell’anniversario della International des Poids et Mésures, dell’Accademia dei liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da Lincei, della Società dei Quaranta e del CNR, privato parte delle truppe alleate. Inizia proprio da quel giorno, della sua cattedra universitaria ed espulso dalle acca- nel quale è stata interrotta una spirale di odio assassi- demie per aver rifiutato il giuramento di fedeltà al no, il nostro dovere di ricordare quel tragico periodo fascismo, viene ora riproposto al pubblico romano con l’esposizione di testi e di documenti d’archivio originali ni. Anche per Carlo Levi si propone l’esposizione di e con la presentazione di un documentario, ideato documenti di archivio atti a contestualizzare il signifi- dall’Associazione “La Limonaia” di Pisa con il coordina- cato dell’iniziativa. mento scientifico di Paolo Freguglia; la produzione su DVD è dovuta alla cooperativa Alfea cinematografica Il nostro evento, di taglio prevalentemente bio- per la regia di Stefano Nannipieri. A tutti loro va un vivo grafico e riferito alla vita politica dei protagonisti, come apprezzamento. ll materiale d’archivio ed il documen- del resto si conviene all’Istituzione che lo ospita, prece- tario sono fra l’altro fonte di riflessione sugli effetti de di qualche settimana l’inaugurazione di un’altra nefasti del totalitarismo che, nell’impedire la libera mostra su Carlo Levi, organizzata dal Comune di Roma espressione delle idee e delle opinioni, preclude alle ed avente per tema i rapporti fra l’Artista e la “Scuola menti più feconde la possibilità di dare il loro contribu- Romana” negli anni tra le due guerre e nell’immediato to allo sviluppo della scienza e della cultura del Paese dopoguerra. Le due iniziative, pensate in due logiche e fa perdere al Paese stesso la considerazione della diverse, ma entrambe animate da un esplicito intento comunità scientifica internazionale. documentario, sono inevitabilmente legate da un unico filo conduttore ed il loro quasi contemporaneo svolgi- Carlo Levi, intellettuale, scrittore e non meno mento nella città di Roma costituirà elemento di parti- valido pittore, fu anche lui antifascista e per questo colare interesse per i visitatori. imprigionato e mandato al confino; passato alla clan- destinità, scampò fortunosamente alla deportazione in Germania. A lui è dedicata una mostra di sue opere artistiche, in gran parte di proprietà della Fondazione Carlo Levi ma anche appartenenti a privati, scelte da Bruno ORVIETO Guido Sacerdoti fra quelle che si ricollegano ai temi Presidente della Fondazione per i dell’antifascismo, delle leggi razziali, delle persecuzio- Beni Culturali Ebraici in Italia - Onlus VITO VOLTERRA E CARLO LEVI VITO VOLTERRA CRONOLOGIA

1860 settembre viene chiamato dente del Consiglio Nazionale delle Nasce ad il 3 maggio da dall’Università di Roma Ricerche, istituito nel novembre Abramo Volterra e Angelica Almagià 1905 1925 E’ nominato senatore 1862 Firma il “Manifesto Croce” Muore il padre 1908 1926 1874 Diviene socio dell’Accademia delle E’ iscritto all’Istituto Tecnico “Galilei” di Scienze di Svezia lascia la presidenza dell’Accademia dei Firenze, dove incontra docenti come Lincei Antonio Roiti (Fisica) e Cesare Arzelà 1909 (Geometria) Si reca per la prima volta negli Stati 1927 Uniti; vi tornerà ancora nel 1912 e nel il regime fascista lo sostituisce con 1878 1919 Guglielmo Marconi alla presidenza del Si iscrive all’Università di Pisa, dove CNR frequenta le lezioni di Ulisse Dini ed 1915 Enrico Betti Si arruola come volontario dopo l’en- 1931 trata in guerra dell’Italia 1880 Rifiuta il giuramento di fedeltà richie- Viene ammesso alla Scuola Normale 1917 sto dal fascismo ai docenti universitari Superiore di Pisa Dirige l’Ufficio Invenzioni e Ricerche e viene privato della cattedra del Ministero per le Armi e Munizioni 1882 1934 Consegue la laurea in Fisica 1918 - 1919 Rifiuta il giuramento di fedeltà richie- Partecipa alla costituzione del sto dal fascismo ai membri delle acca- 1883 Consiglio Internazionale delle demie e viene espulso da tutte le acca- E’ nominato professore di Meccanica Ricerche, che nel 1932 si trasformerà demie italiane Razionale nell’Università di Pisa in Consiglio Internazionale delle Unioni Scientifiche, e ne diventa vicepresiden- 1888 te 1936 E’ eletto socio corrispondente Viene nominato socio dell’Accademia dell’Accademia dei Lincei; diverrà socio 1920 Pontificia delle Scienze appena costi- nazionale nel 1899 E’ eletto presidente della Società dei tuita XL 1893 1938 1921 Viene chiamato dall’Università di Torino E’ colpito dalle leggi razziali, benché la E’ nominato presidente del Bureau carica di senatore lo salvaguardi, insie- 1894 International des Poids et Mésures, me agli altri senatori ebrei, da alcuni E’ eletto socio della Società Italiana carica che conserverà fino alla morte delle Scienze, detta dei XL effetti delle leggi stesse 1923 1900 E’ eletto presidente dell’Accademia dei 1940 L’11 luglio sposa Virginia Almagià; in Lincei; alla fine dell’anno diviene presi- Muore a Roma l’11 ottobre

VITOVOLTERRA A CURA DI Giovanni Paoloni

Nato ad Ancona il 3 maggio 1860, Vito Volterra continua nel corso degli anni, per tutta la vita, nono- iniziò la sua carriera scientifica nel 1883, vincendo per stante le importanti posizioni istituzionali da lui rico- concorso la cattedra di meccanica dell’Università di perte per lunghi periodi; tuttavia non c’è dubbio che le Pisa a soli 23 anni. Dopo aver perso il padre all’età di fasi in cui la sua attività fu più intensa e innovativa coin- due anni, era cresciuto a Firenze con la madre Angelica cidono con le parti iniziale e finale della carriera, quan- e lo zio Alfonso Almagià; nell’Istituto Tecnico del capo- do per ragioni profondamente diverse gli impegni isti- luogo toscano aveva avuto tra i suoi insegnanti il fisico tuzionali furono meno pressanti. Antonio RoitiN (successivamente divenuto professore universitario), il quale ne aveva riconosciuto e apprez- La sua carriera fu straordinariamente rapida: zato le doti, sostenendone la passione per gli studi fisi- nel 1887 la Società Italiana delle Scienze, detta dei XL, ci e matematici. Dopo il diploma secondario Vito gli conferì la prestigiosa medaglia d’oro per le mate- Volterra aveva studiato a Pisa con Enrico Betti e Ulisse matiche, e nel 1888 fu eletto socio corrispondente Dini, ed era stato allievo della Scuola Normale: è gene- dell’Accademia dei Lincei. Alla morte di Betti, avvenuta ralmente considerato uno dei maggiori matematici del nel 1892, sostituì il maestro anche nella direzione col- suo tempo e i suoi contributi più importanti hanno legiale del “Nuovo Cimento”, la rivista professionale dei riguardato l’analisi superiore, la fisica matematica, la fisici italiani. Nel 1893 si trasferì a Torino, accettando la meccanica celeste, la biologia matematica; a lui si chiamata della Facoltà di Scienze della città subalpina; devono fra l’altro la creazione della teoria dei funziona- nel 1894 fu eletto “uno dei XL” della Società Italiana li e la soluzione delle equazioni integrali a limiti varia- delle Scienze, nel 1895 divenne socio dell’Accademia bili oggi note col nome, appunto, di “equazioni di della Scienze di Torino, e nel 1899 fu eletto socio nazio- Volterra”, nonché la “equazione di Lotka-Volterra” che nale dei Lincei. Tra il 1893 e il 1897, inoltre, fu tra i pro- è uno dei risultati fondativi della biomatematica. Ebbe motori della Società Italiana di Fisica, con Riccardo uno spiccato interesse per le applicazioni della mate- Felici e Angelo Battelli, componenti insieme a lui della matica, e molti suoi lavori sono ancora oggi citati in direzione del “Nuovo Cimento”. Nel 1900 Volterra fu ricerche riferite a settori di punta. E’ degno di nota il chiamato dalla Facoltà di Scienze dell’Università di fatto che la produzione scientifica di Volterra sia stata Roma, e si trasferì nella Capitale; questo sviluppo della sua carriera coincise col matrimonio: l’11 luglio 1900 tore Volterra tra i protagonisti della politica scientifica Vito sposò la cugina Virginia Almagià, figlia dello zio italiana era ormai consacrata. Edoardo, ingegnere e grande uomo d’affari, che era stato il primo, in famiglia, a convincersi delle potenzia- Aprendo il congresso della SIPS, Volterra così lità del giovane e ad appoggiarne le aspirazioni. Invitato esplicitava le proprie idee sul rapporto tra scienza e a tenere la lezione solenne per l’inaugurazione dell’an- vita sociale: “L’insieme dei fatti scientifici nuovi manife- no accademico 1901-1902, Volterra la dedicò ai statisi [nell’ultimo trentennio] ha rinnovellato, in una “Tentativi di applicazione delle matematiche alle scien- con le abitudini della vita, l’indirizzo generale della cul- ze biologiche e sociali”; il suo discorso fu ripubblicato tura, ed ha sviluppato e consolidato un sentimento più volte e tradotto in francese nel 1906. tutto nuovo, moderno e originale, che chiamerei senti- mento scientifico [...] Questo sentimento, che ormai Entrato giovanissimo nella carriera accademi- pervade ogni manifestazione di vita sociale, patrimonio ca, Volterra aveva cominciato assai presto a interessar- così dei grandi come degli umili, è frutto della genialità si di problemi che oggi definiremmo di politica della degli spiriti più eletti a cui si devono le grandi scoperte ricerca, appassionandosi al tema del rapporto tra e le grandi idee, [ma anche] della feconda attività pra- ricerca scientifica, sviluppo economico e progresso tica della intera società odierna, che indefessamente le culturale e civile: è in questa visione della scienza applica. [...] Si può affermare che il concetto della come fattore di crescita della società e dell’economia la scienza ed il valore di essa presso il pubblico sono oggi chiave del suo ingresso nella vita politica italiana. I con- profondamente cambiati rispetto solo ad un mezzo tatti con le personalità più autorevoli dell’ambiente tec- secolo fa. Infatti le più moderne scoperte, quelle stes- nocratico che andava strutturandosi attorno a Nitti e a se a cui la maggior parte della nostra generazione ha Giolitti, e il clima febbrile degli anni del decollo indu- assistito, furono viste da tutti (a differenza di quel che striale del Paese, sono il contesto in cui maturarono la avveniva più frequentemente pel passato) nascere e sua nomina a senatore nel 1905 e la nascita di struttu- svilupparsi nei gabinetti scientifici e di qui diffondersi re di formazione e di ricerca delle quali egli fu tra i prin- nelle officine e invadere il campo della vita pratica [...] cipali promotori. Tra queste si devono ricordare la Gli uomini dedicati alle industrie, ai commerci, alle pra- Società Italiana per il Progresso delle Scienze e il tiche professioni, innumerevoli richieste hanno ogni dì Comitato Talassografico, le cui vicende storiche, da rivolgere alla scienza, la quale è di continuo premu- secondo gli studi più recenti, costituiscono il principale ta da un’onda crescente di persone che sperano da lei elemento di continuità nel ruolo svolto da Volterra la soluzione dei nuovi problemi che lor si affacciano come organizzatore in Italia e all’estero di istituzioni complessi e incalzanti”. nuove e più adeguate al mutato contesto nazionale e internazionale del lavoro scientifico. Fino al trasferi- Fin dall’inizio degli studi Volterra aveva dimo- mento a Roma, Volterra era stato coinvolto soprattutto strato un grande interesse per i contatti internazionali. nelle attività tradizionali del mondo universitario: Profonde e durature furono le sue relazioni col mondo comitati, concorsi, congressi, riviste scientifiche. Nella matematico francese, e con lo svedese Gustav Mittag- Roma giolittiana il suo impegno istituzionale conobbe Leffler, incontrato per la prima volta a Pisa nel 1880: un salto qualitativo: nel 1907, con l’elezione a preside proprio con Mittag-Leffler aveva intrapreso il suo primo della Facoltà di Scienze di Roma, l’istituzione del viaggio all’estero nel 1888, recandosi in Svizzera, dove Politecnico di Torino (in cui ebbe un ruolo importante) e aveva incontrato fra gli altri Sofia Kovalevskaya, Karl il Congresso inaugurale della SIPS, l’ascesa del sena- Weierstrass e Georg Cantor. Nella primavera dello stesso anno si era recato per la prima volta a Parigi, andavano d’accordo e condividevano idee e prospettive dove sarebbe tornato spesso, talora anche per lunghi su diversi argomenti. Di fatto, entrambi stavano affron- periodi, nel corso della sua vita e dove avrebbe stretto tando problematiche analoghe, con l’obiettivo di creare amicizie importanti e durature con Henri Poincaré e più un ambiente istituzionale favorevole alla cooperazione tardi con Joseph Pérès, oltre che con Emile Picard, tra la comunità scientifica, il mondo politico e l’indu- Emile Borel e Paul Painlevé; nel 1904 sarebbe entrato stria: vi erano grandi differenze, peraltro, tra un paese a far parte dell’Institut de France, e negli anni succes- dove la struttura industriale era già forte e orientata sivi, fra l’altro, dell’Accademia Imperiale di Pietroburgo alla crescita attraverso la ricerca (anche se si deve fare (1908) e della Royal Society di Londra (1910). L’amicizia attenzione a non proiettare sugli USA di inizio secolo personale con Mittag-Leffler facilitava i suoi rapporti l’immagine della superpotenza mondiale attuale), e con la Svezia, Paese la cui importanza scientifica e tec- l’Italia del decollo industriale, dove tuttavia una parte nologica si andava accrescendo nei primi anni del ven- della classe dirigente (fra cui Volterra stesso) aveva tesimo secolo grazie ai risultati ottenuti dall’industria ben chiara la necessità di avviare uno sviluppo collega- svedese nel campo degli esplosivi, nelle tecnologie to ai progressi della ricerca scientifica. elettriche e nelle comunicazioni telefoniche, nonché al prestigio rapidamente conquistato dal premio Nobel: le Durante i lavori della commissione preparatoria relazioni tra Svezia e Italia erano particolarmente per il Politecnico di Torino Volterra aveva studiato intense anche per gli importanti investimenti industria- attentamente il modello tedesco di relazioni tra univer- li svedesi nella penisola. Volterra, che sarebbe stato sità e industria, e lo aveva indicato (insieme ai colleghi) eletto socio dell’Accademia delle Scienze di Stoccolma come un modello da seguire nell’ordinamento del nel 1908, riceveva ogni anno le richieste di designazio- nuovo istituto. Tuttavia egli fu assai più attratto dallo ne per le candidature al Nobel. sviluppo allora in corso negli Stati Uniti, dove la coope- razione fra ricerca e industria non era assicurata (come Nel settembre 1909 Volterra intraprese il suo in Germania) da un forte controllo statale su entrambi primo viaggio negli Stati Uniti. Pochi mesi prima aveva gli attori del processo, ma piuttosto era favorita e resa incontrato a Bruxelles l’astronomo George Ellery Hale: inevitabile da un contesto nel quale vi era una forte la conoscenza fra i due si era approfon- compenetrazione personale tra il dita poco dopo a Roma, dove l’astrono- management industriale e il mondo mo americano era stato invitato a tene- della ricerca e dell’istruzione superiore. re presso l’Istituto Fisico di Via Tra il 1907 e il 1920 Hale fu il principale Panisperna, dove Volterra insegnava, esponente di questo orientamento nella una conferenza sulle sue ultime sco- comunità scientifica statunitense: egli perte relative alle macchie solari. Nel ebbe fra l’altro un ruolo di primo piano primo viaggio americano Volterra non nella fondazione del California Institute poté recarsi presso l’Osservatorio di of Technology e nel rinnovamento della Mount Wilson, del quale l’astronomo National Academy of Sciences, della americano era il fondatore e il direttore: quale Volterra entrò a far parte nel 1911 l’osservatorio e la residenza di Hale proprio per sua iniziativa. furono però tappe di rilievo nei due Successivamente Hale fu tra i viaggi successivi del 1912 e del 1919; fu principali sostenitori dell’intervento subito chiaro infatti che i due uomini degli USA nella prima guerra mondiale, e fin dal 1915 si adoperò per la preparazione del suo così riconosciuto il suo ruolo nel collegamento tra il Paese a un tale passo: ed è proprio in questo quadro mondo della ricerca scientifica e gli ambienti della che egli promosse la creazione del National Research mobilitazione industriale e militare. Council. Non stupisce, alla luce di quanto detto finora, Nel 1914-15 anche Volterra, contrario alla neu- che Volterra fosse nel biennio 1918-1919, con l’inglese tralità proclamata dal governo italiano, si batté per l’in- Arthur Schuster e il belga Georges Lecointe, uno degli tervento a fianco della Francia e della Gran Bretagna. interlocutori europei di Hale, quando questi si fece pro- Quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria il 24 maggio motore della creazione dell’International Research 1915, il matematico ormai cinquantacinquenne si Council, antenato dell'attuale Consiglio Internazionale arruolò come volontario nel Genio Aeronautico. Non delle Unioni Scientifiche (ICSU). Quando il complesso stupisce che egli sia stato tra i protagonisti della coo- iter diplomatico di costituzione dell’International perazione interalleata in campo scientifico e tecnico: la Research Council giunse a compimento con la confe- sua vasta e articolata rete di rapporti internazionali lo renza interalleata di Bruxelles del luglio 1919, Hale rendeva infatti un referente naturale per le autorità ebbe la presidenza del nuovo organismo, del quale militari e di governo in questo campo. La Francia era Volterra divenne vicepresidente. Subito dopo il mate- per lui come una seconda patria scientifica e la coope- matico italiano fu nominato presidente del Bureau razione militare interalleata coinvolgeva personalità International des Poids et Mésures, incarico che avreb- come Picard, Borel, e Painlevé, con cui il matematico be conservato fino alla morte; segretario generale era italiano aveva relazioni scientifiche e personali di lunga lo svizzero Charles Edouard Guillaume (Premio Nobel data; inoltre la cooperazione militare interalleata si per la Fisica nel 1920). La carriera istituzionale di estendeva a entrambe le sponde dell’Atlantico, trovan- Volterra giunse così al suo apice: nel 1920 fu eletto pre- do un importante referente proprio in Hale. Nel 1917 sidente della Società dei XL, e pochi mesi dopo vicepre- Volterra fu nominato direttore dell’Ufficio Invenzioni e sidente dell'Accademia dei Lincei; di quest’ultima Ricerche del Ministero per le Armi e Munizioni: veniva divenne presidente nel 1923. Nello stesso 1923, dopo quattro anni di tentativi frustrati, fu istituito il Consiglio Democratiche promossa da Giovanni Amendola, e nel Nazionale delle Ricerche, del quale il grande matema- 1925 fu tra i firmatari del “Manifesto degli intellettuali tico, che ne era stato promotore, ebbe la presidenza: fu antifascisti” redatto da Benedetto Croce, col quale si questa la sua ultima vittoria come politico della scien- trovò anche a confluire nel piccolo gruppo dei senatori za. di opposizione, che Mussolini era costretto a tollerare. L’avvicinamento a Croce è particolarmente indicativo A Volterra non piaceva il governo Mussolini. Fin della consapevolezza politica e del senso di urgenza dalla fine del 1922, nella corrispondenza con Charles con cui Volterra viveva la resa dell’Italia liberale alla Guillaume, egli esprimeva preoccupazione per gli svi- dittatura: dal filosofo napoletano aveva infatti dissenti- luppi della situazione politica italiana. Nella speranza to su molte questioni di natura culturale e politica, che cambiasse il quadro politico, all’inizio egli si adattò avversandone il neutralismo durante e dopo la guerra. comunque a convivere, come altre personalità della classe dirigente liberale, con un esecutivo che non gli Mentre le cosiddette “leggi fascistissime” defi- andava a genio ma era pur sempre il legittimo governo nivano il volto del fascismo come dittatura, con lo svuo- nominato dal Re: è in questo contesto che assunse la tamento delle prerogative parlamentari e l’accentra- presidenza dei Lincei e del CNR, ed è anche possibile mento dei poteri nell’esecutivo di Mussolini, il regime che aver ottenuto da Mussolini il varo di un provvedi- avviò una politica di “normalizzazione” nel mondo della mento invano sollecitato ai precedenti governi abbia in cultura e nella comunità scientifica. Ebbe così inizio qualche modo compensato il forte disappunto per le una vera e propria persecuzione contro Volterra, per riforme scolastiche e universitarie di Gentile dello privarlo delle sue posizioni istituzionali e per cancellar- stesso periodo, contro le quali prese fermamente posi- ne la presenza dalla vita pubblica: la prima parte di zione. Volterra fu tuttavia tra i pochi che compresero, questa operazione fu condotta a termine tra il 1926 e il tra il 1924 e il 1925, che le forzature della legalità e 1928, con l’allontanamento dalle presidenze dei Lincei dello Statuto operate giorno per giorno dal capo del e del CNR, dalla Commissione internazionale per l’e- governo non erano intemperanze destinate a risolversi splorazione scientifica del Mediterraneo e dalla vice- con l’assorbimento del fascismo nell’alveo istituziona- presidenza dell’International Research Council. In un le, ma le tappe di una graduale trasformazione del promemoria per Mussolini, predisposto da Amedeo fascismo in un regime dittatoriale. Dopo l’assassinio di Giannini e consegnato personalmente da Guglielmo Matteotti, egli aderì all’Unione delle Forze Liberali e Marconi al Duce, il direttorio del CNR si vantava di avere “sbarazzato il terreno da tutti i detriti che non Volterra reagì dedicandosi al lavoro scientifico erano in armonia con le direttive del Governo” e di aver con rinnovata intensità: risalgono a questo periodo i inquadrato le nuove forze del CNR “eliminando quei contributi fondamentali da lui dati alla biomatematica. detriti delle vecchie organizzazioni che rappresentava- Divennero inoltre più frequenti i suoi viaggi all’estero, no male l’Italia, non tanto per incapacità, quanto per frutto dei numerosi inviti che gli venivano rivolti. ostilità programmatica al Governo Nazionale”. Il riferi- Passava molto tempo a Parigi, dove teneva corsi e con- mento a Volterra non avrebbe potuto essere più chiaro. ferenze, e dove conservava la carica di presidente del Bureau International des Poids et Mésures: i funziona- Nel 1931 il governo Mussolini impose ai docen- ri del Ministero degli Esteri dovettero spiegare a ti universitari un giuramento di fedeltà al regime fasci- Mussolini che tale carica non era nella disponibilità sta: come è noto, solo pochissimi professori (meno di della diplomazia italiana e dunque era giocoforza una ventina su 1.200) si rifiutarono di giurare. Volterra lasciar correre. Non riuscì invece a tornare negli Stati fu uno di loro, e per questo venne privato della cattedra Uniti, nonostante la documentazione attesti alcuni ten- universitaria: “Sono note le mie idee politiche – scrive- tativi non realizzati di organizzare nuovi viaggi oltre va al rettore dell’Università di Roma – per quanto esse Atlantico: si mantenne tuttavia in contatto con i ricerca- risultino esclusivamente dalla mia condotta nell’ambi- tori americani, entrando anche in corrispondenza con to parlamentare, la quale è tuttavia insindacabile in nuovi colleghi interessati ai suoi contributi in campo forza dell’art. 51 dello Statuto fondamentale del Regno. biologico. Continuò infine a dedicare cure assidue alla La S.V. comprenderà quindi come io non possa in sua straordinaria biblioteca di opere matematiche e coscienza aderire all’invito da lei rivoltomi con lettera scientifiche antiche e moderne, che raccogliendo l’ere- 18 corrente relativa al giuramento dei professori”. Nel dità di altre importanti raccolte ottocentesche divenne 1934 un giuramento analogo venne imposto ai soci una delle più importanti del mondo. Fu certamente un delle accademie e delle istituzioni culturali, e Volterra gesto sgradito al regime, nel 1936, la sua nomina ad fu dichiarato decaduto da tutte le acca- accademico pontificio: una scelta certa- demie italiane, compresa l’Accademia mente meditata, come tutte le scelte dei Lincei. Pur rimanendo al centro di d’Oltretevere, e perciò carica di signifi- una vasta rete di relazioni scientifiche cato politico, da inquadrare nella com- private, in patria e all’estero, l’anziano plessa partita dei rapporti tra il matematico era dunque diventato invi- Vaticano e il fascismo. Avvenuta su pro- sibile nella vita culturale italiana. posta di Tullio Levi Civita, essa fu segui- Nonostante lo “scudo” senatoriale, ta da discreti quanto significativi gesti Volterra era sorvegliato dalla polizia e privati di riguardo da parte delle gerar- assoggettato costantemente a varie chie ecclesiastiche, che furono sicura- vessazioni burocratiche, essendo politi- mente di conforto per Volterra, sul camente impraticabili più drastici prov- quale nel 1938, con il varo delle leggi vedimenti. Questa forma meschina di razziali, si abbatté una nuova serie di persecuzione era voluta direttamente amarezze e preoccupazioni. da Mussolini: ne fanno fede, nei fasci- Si deve a questo punto ricordare coli di polizia intestati al senatore, le che, in un tentativo di seminare veleni e annotazioni del Duce siglate dalla divisioni all’interno della comunità caratteristica “M.”. ebraica, le leggi razziali prevedevano l’attenuazione di alcune misure nei confronti di quegli propria utilità il 25 luglio 1943, per poi rivelare i propri ebrei che potessero vantare particolari benemerenze limiti il successivo 8 settembre. patriottiche previste dalla normativa: nel tentativo di Volterra morì l’11 ottobre 1940: la sua figura fu limitare i danni per sé e per la famiglia, Volterra pre- ricordata dalle numerose accademie straniere che lo parò una richiesta di “discriminazione” (così la legge avevano avuto per socio, e fu commemorata dalle pic- definiva la differenziazione degli ebrei ai quali si pote- cole comunità di matematici italiani presenti in alcuni vano applicare tali benefici), ma non dovette per fortu- paesi del Sudamerica. In Italia un gesto di coraggio fu na presentarla. Egli poté infatti evitare questa umilia- compiuto dal “Bollettino” dell’Unione Matematica zione grazie a un provvedimento del re, comunicatogli Italiana, ma fu soltanto la Pontificia Accademia delle per lettera dal presidente del Senato, che estendeva Scienze, beneficiando del suo status extraterritoriale, a d’ufficio la “discriminazione” a tutti i senatori ebrei, dei organizzare una commemorazione solenne, in apertu- quali si davano per acquisite le benemerenze patriotti- ra dell’anno accademico 1941-1942. L’incarico di stilar- che, senza le quali non sarebbero stati elevati al seggio ne il ricordo presso l’accademia pontificia fu affidato senatoriale. La protezione accordata dal Re ai senatori all’amico Carlo Somigliana, suo compagno e amico dai antifascisti nel 1925, a quelli ebrei nel 1938, e ad alcu- ni esponenti militari “frondisti”, non devono trarre in tempi della Scuola Normale; l’estratto del suo discorso inganno riguardo alla sostanziale complicità di Vittorio fu usato da Virginia Volterra per rendere omaggio alla Emanuele III col governo fascista: semplicemente, il memoria del marito, inviandolo ai numerosi studiosi sovrano intendeva porre limiti precisi alle forzature italiani e stranieri che si erano mantenuti in contatto statutarie di Mussolini, per salvaguardare alcune delle con lui durante gli anni della persecuzione. Si dovette proprie prerogative, nella convinzione che queste attendere l’inaugurazione della rinnovata Accademia sarebbero potute tornare utili qualora avesse deciso di dei Lincei nel 1946 perché Volterra potesse essere disfarsi dell’ingombrante “capo del governo e duce del degnamente commemorato in una sede istituzionale fascismo”; una cautela politica che avrebbe mostrato la italiana. VITO VOLTERRA

Richiesta di collaborazione con l'Università di Gerusalemme: lettera indirizzata a Vito Volterra a nome di un gruppo di accademici in data 23 novembre 1922 CARLO LEVI

L'Italia turrita si riveste della nuova Costituzione repubblicana: disegno preparato da Carlo Levi (1947) per il quotidiano diretto da Aldo Garosci L'Italia Socialista"

Scheda segnaletica di Carlo Levi, 1935 CARLO LEVI E VITO VOLTERRA CARLO LEVI CRONOLOGIA

1902 1943 1960 Nasce a Torino il 29 novembre da Ercole e Terzo arresto. Inizia, in clandestinità, Pubblica Un volto che ci somiglia (Ritratto Anna Treves. Cristo di è fermato ad Eboli. dell’Italia). 1922 1944 Primo articolo su “Rivoluzione Liberale”. Codirige “La Nazione del Popolo”, organo 1961 del Cln toscano Dipinge il telero “Lucania 61”. 1923 Espone, per la prima volta, alla 1945 1963 Quadriennale torinese. A Roma dirige “L’Italia libera”, organo Eletto senatore come indipendente nelle nazionale del Partito d’Azione. 1924 Pubblica Cristo si è fermato ad Eboli. liste del Pci, fa parte della Commissione Si laurea a pieni voti in medicina. Istruzione Pubblica e Belle Arti. 1946 1925 - 1928 È candidato per la Costituente nella lista di 1964 Primo, secondo e terzo soggiorno a Parigi Alleanza Repubblicana. Pubblica Tutto il miele è finito. Pubblica Paura della libertà. 1929 Fa parte della Commissione Franceschini Esordisce il “” di Torino. 1948 per la tutela dei beni artistici e paesaggi- Partecipa alla costituzione di“Giustizia e La XXIV Biennale di Venezia gli dedica una stici. Libertà”. sala. 1967 1930 - 1933 1950 È tra i fondatori della FILEF (Federazione Espone in Italia, Europa e USA. Pubblica L’Orologio. Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie). 1934 - 1936 1955 Primo, secondo arresto e invio al confino. Pubblica Le parole sono pietre (tre giorna- 1968 te in Sicilia). È rieletto senatore nel collegio di Velletri 1939 nella lista PCI-PSIUP. Fugge in Francia dove scrive Paura della 1956 libertà. Pubblica Il futuro ha un cuore antico. Entra nella Commissione Esteri.

1941 1958 1973 Torna in Italia e aderisce al Partito Si candida nelle liste del PSI, collegio di Scrive Quaderno a cancelli. d’Azione. Acireale.

1942 1959 1975 Si stabilisce a Firenze, dove scrive Paura Pubblica La doppia notte dei tigli. Muore il 4 gennaio. della pittura.

CARLOLEVI A CURA DI Guido Sacerdoti

Carlo Graziadio nacque a Torino il 29 novembre Così Levi ricorderà suo padre: «Mio padre si fece 1902 da Ercole e Annetta Treves, sorella del neuropsi- venire un’emorragia gastrica, di cui morì nel settembre chiatra Marco, allievo di Cesare Lombroso, e del leader del 1939, proprio nei giorni in cui cominciava la guerra, socialista Claudio – che ad Annetta inviò per l’occasio- perché scelse di essere morto piuttosto che vittima». ne un ritratto di Mazzini, simbolo della cultura demo- La prima formazione di Carlo Levi si era svolta, a cratica della famiglia. Se il piccolo Carlo dovesse esse- ridosso della Grande Guerra, nella Torino dove andava re circonciso, secondo il rito, fu oggetto di animata formandosi una comunità di giovani che diventeranno discussione. InC vecchiaia (1973) tornerà sulla questio- figure eminenti nella storia del nostro paese: Leone ne, all’interno di una sorta di autoritratto-epigrafe: Ginzburg, Massimo Mila, , Giaime Pintor, «Vissuto senza riti, battesimi, circoncisioni, sacre ablu- , Federico Chabod, Mario Fubini, zioni, cerimonie statali o idolatriche […] , cresime, con- Natalino Spegno. Ma l’incontro (1918) che segnerà più fessioni, feste consacrate, appartenenze, tessere, ordi- profondamente e per sempre gli indirizzi intellettuali e ni, accademie, senza segni di falso potere, iscrizioni, etici di Levi è con il diciassettenne direttore di “Energie nomine, premi, medaglie». Un’orgogliosa rivendicazio- Nove”, . ne di laicità, da parte di un io libertario ereditato dal «Abbiamo finalmente degli eroi – scrive Levi nel padre. 1920 all’amico Sapegno – Gli operai che hanno preso le Questi, figlio di un calzolaio di Alessandria, poi fabbriche e le fanno funzionare […]. Mi martella le tem- commerciante di scarpe ad Acqui, era stato inviato a 16 pie un bisogno giovane e pazzo di azione». anni in Scozia per apprendere il mestiere del commer- Questo ingenuo bisogno del diciottenne Levi ciante di stoffe, che lo spinse in seguito, molti decenni assumerà presto i connotati di un imperativo morale, di prima di Carlo, a viaggiare più di una volta nel un dovere. Commemorando la morte nell’esilio parigi- Mezzogiorno d’Italia. Amante della buona cucina, del- no dello zio (1933), confesserà: «Dell’ l’opera buffa e della vita in campagna, un sottofondo uomo vogliamo qui parlare, celebrandolo, consapevoli culturale anarchico, Ercole Levi era un ottimo pittore di non fare con questo un torto al politico. Noi non dilettante, amico, tra gli altri, di Pelizza da Volpedo, siamo giunti alla politica per natura, ma quasi a malin- l’autore del celebre Il quarto stato. cuore, per il dovere dei tempi». E i tempi sono quelli del fascismo. Uno dei primi impatti ha luogo durante un scrive Levi da una cella del carcere Le Nuove di Torino. viaggio a Roma con il fratello Riccardo (1922), dove i Viene condannato a tre anni di confino da scontare in due giovani assistono alla marcia su Roma. Levi scrive Lucania. Nel maggio del 1936, in occasione della pro- alla madre: «In pochissimi giorni non si videro più clamazione dell’Impero, viene prosciolto. fascisti per le vie. Tutto si adeguava: Roma ai fascisti e Subisce un terzo arresto a Firenze nel maggio del ’43. i fascisti a Roma». « Le indagini vertono sui miei rapporti con la letteratu- Per il dovere dei tempi Levi attraverserà, anche da poli- ra ermetica e con la pittura picassiana […]», ironizza. tico, gli anni più bui della storia del XX secolo, parteci- All’indomani del 25 luglio è finalmente libero, ma entra perà alla costituzione del movimento Giustizia e Libertà in clandestinità dopo l’8 settembre. (1929), entrerà nel Partito d’Azione (1941); scriverà su Levi fu prima di tutto pittore. La sua storia di pit- giornali clandestini, da “ La lotta politica”, a “Voci del- tore inizia, infatti, a ventun anni (1923), con l’invito a l’officina”, ai “Quaderni di Giustizia e Libertà”, poi sarà esporre alla Quadriennale di Torino. Una storia, dun- condirettore del giornale del Cln toscano “ La Nazione que, che precede di oltre due decenni l’esordio del del Popolo” (1944) e direttore di “ Italia Libera” (1945), Carlo Levi scrittore (Cristo si è fermato a Eboli verrà, il giornale del Partito d’Azione. Nella casa dei Levi a infatti, scritto tra il ’43 e il ’44 e pubblicato nel ’45), e Torino troveranno temporaneo rifugio, tra il ’27 e il ’30, che si dipana ininterrottamente fino a pochi giorni numerosi fuoriusciti antifascisti, tra i quali Turati, dalla morte. Ininterrottamente, perché non si arresta Parri, Saragat, Pertini e Bauer. Carlo dovrà piangere la neppure nelle aule universitarie (Levi si laurea nel morte, per mano dei fascisti, di alcuni dei suoi compa- 1924), dove intercala gli appunti delle lezioni di medici- gni più cari: Gobetti (1926), Carlo e Nello Rosselli na con schizzi e indirizzi di modelle; né durante il ser- (1937), Leone Ginzburg (1943). vizio militare, sul Moncenisio, quando ritrae gli alpini Subirà tre detenzioni: nel marzo del 1934 è arre- commilitoni (1926); neppure in prigione, alle Nuove di stato con il fratello Riccardo, Leone Ginzburg, Marco, Torino, quando dipinge con il blu di metilene mescola- Attilio, Giuliana e Sion Segre, Giuseppe Levi, Leo Levi e to alla glicerina che si è procurato, come collutorio, altri membri di Giustizia e Libertà («Le carceri, se non accampando un mal di gola (1934); neppure durante erro, sono diventate una specie di Sinagoga», commen- una perquisizione dell’OVRA nello studio torinese di ta Levi recluso). Il periodico antifascista “La Libertà”, piazza Vittorio, che porterà al suo secondo arresto, ma edito a Parigi, pubblica un appello per la sua liberazio- non prima di aver ultimato il disegno per la copertina ne a firma di Léger, Chagall, Derain e altri noti pittori di America primo amore di (1935); e operanti in Francia. Il filosofo Alain protesta pubblica- neppure durante il confino in Lucania (1935-1936), mente nei Libres Propos con una nota intitolata Le dove produce ben 71 tele. Levi dipinge durante la fuga peintre en prison. verso il sud della Francia all’incalzare da Parigi delle Viene arrestato una seconda volta nel maggio armate tedesche (1940-41); in clandestinità nella ‘35 e trasferito nel carcere di Regina Coeli a Roma. È Firenze occupata dalle truppe naziste (1943-45); quan- stato lo scrittore pornografo Pitigrilli, pseudonimo di do muore la madre, Annetta Treves, che ritrae sul letto Dino Segre, spia dell’OVRA, a fare arrestare, con Levi, di morte (1952); quando perde la vista (!), per un distac- l’intero gruppo dirigente torinese di Giustizia e libertà: co di retina, durante il ricovero nella clinica romana di Vittorio Foa, Massimo Mila, Leone Ginzburg, Barbara San Domenico, dove realizza 140 disegni (1973). Allason, Mario e Alberto Levi, nonché Emilio Lussu. « La precocità e continuità della attività pittorica di Spinoza, tu mi insegni/ che tristezza è diminuzione:/ Levi, la frequentazione, fin dai tempi giovanili, di gran- sian dunque allegri i segni/ di questa triste ripetizione» di pittori italiani, primo fra tutti , e stra- nieri (anche grazie ai ripetuti soggiorni parigini a parti- mitologico, all’interno del quale gli ebrei appaiono «un re dal 1925), la presenza costante, già tra le due guer- piccolo popolo d’Oriente continuamente in lotta fra tra- re, delle sue opere presso gallerie e mostre nazionali e scendenza e idolatria». I due principali saggi teorici, internazionali (soprattutto parigine e nordamericane) Paura della libertà (1939) e Paura della pittura (1942) e certificano dell’assoluta priorità, non solo cronologica, l’intera produzione pittorica di Levi potrebbero essere della pittura all’interno della sua biografia. Entro la letti, appunto, come l’opera anti-idolatrica di un intel- quale possiamo identificare un primo periodo casora- lettuale ebreo che eredita da quel piccolo popolo tiano (1922-26), seguito da un periodo francese (1927- d’Oriente il problema gigantesco di resistere ad un con- 31), un periodo espressionista (1931-38), che compren- testo idolatrico: quello delle dittature e – nel campo de anche le opere dipinte durante il confino in Lucania delle arti figurative – delle avanguardie artistiche del (1935-36), un periodo del realismo esistenziale (1939- ’900. 56), che include il periodo fiorentino (1941-45). Nel A La Baule (in Bretagna), dove si è rifugiato nel dopoguerra inizia un ciclo contadino e meridionalista 1939, Levi scrive Paura della libertà, «il più importante ad impronta neorealista (1949-56), al quale seguono gli dei miei libri», un «poema filosofico» dai toni apocalit- ultimi due decenni, caratterizzati da una pennellata tici, dove si riflette sulla libertà, la religione, il mito, lo corta e da una gamma cromatica straordinariamente Stato: «il sacrificio necessario sarà la mutilazione di ampia. una parte della società. Un gruppo, una classe, una La modalità espressiva dominante della pittura nazione dovranno forzatamente essere espulsi, essere di Levi, a partire dai primi anni ’30, sarà, comunque, considerati nemici, diventare stranieri per poter essere quella che lui chiama «composizione ondosa», che vuol testimoni del dio, e vittime […] e dovranno morire». riflettere «il carattere bipolare dei processi vitali, Yn e Dalla prefazione del 1946 a Paura della libertà: Yang, maschio e femmina, sogno e veglia, giorno e «Ho scritto questo libro in un tempo ormai lontano, non notte, diastole e sistole, ecc.: tutti equivalenti per espri- tanto per i sette anni che sono passati, ma perché le mere la natura ondosa e bipolare del fluido vitale». La vicende che vi si sono succedute e che ciascuno di colo- composizione ondosa è, pertanto, l’antitesi, non solo ro che non vi sono morti ha superato in un qualche formale, dell’ordine rettilineo delle adunate, del passo modo particolare e spesso miracoloso, sono state per dell’oca, del braccio teso, delle mascelle ad angolo tutti gli uomini, fossero o no disposti ad accoglierle, un’ retto di Mussolini, degli edifici dell’Eur, delle periferie esperienza di dolore, di morte e di sangue tale da non di Sironi, delle piazze vuote di De Chirico, delle figure potersi misurare con il comune metro del tempo. […] geometriche del cubismo, della esangue rete di rettan- Fu allora che la crisi che aduggiava la vita d’Europa da goli e quadrati tracciata da Mondrian, come dell’ordine decenni, e che si era manifestata in tutte le scissioni, i formale imposto dalle Accademie. problemi, le difficoltà, le crudeltà, gli eroismi e la noia Ma, al di là dei cambiamenti di stile, è possibile del nostro tempo, scoppiò verso la sua soluzione in ripercorrere tutto l’itinerario pittorico di Levi alla luce catastrofe. di un’idea-forza che lo attraversa: l’ iconoclastia. Nella La guerra era cominciata, le divisioni corazzate sua poetica corre un atteggiamento anti-idolatrico, tedesche correvano nelle pianure di Polonia; dalla mia espressione profonda dello spirito ebraico che informa casa sulla riva dell’Atlantico vedevo a decine ogni gior- inesorabilmente di sé, nel laico Levi, la sua vita pratica no arrivare i trasporti inglesi, che scaricavano il primo , i suoi rapporti con la politica, i poteri e le istituzioni, la esercito britannico nel porto di Saint Nazaire. sua attività di pittore e di scrittore . Partivano i soldati francesi, con le modeste divi- La Bibbia, scrive Levi, è un grande racconto se, coi pantaloni di fustagno e i visi annoiati dei pacifi- sti votati alla sconfitta […]. Tutti i per i fatti che ripetono e peg- dati di una civiltà parevano dissol- giorano, per maggiore falsità e versi in nebbia; ci stava innanzi un ipocrisia, i Lager di sterminio». futuro incerto, per i destini del Dal Cristo si è fermato a mondo e per il destino particolare Eboli: «Bisogna che noi ci ren- di ciascuno. Tutte le vecchie ideo- diamo capaci di pensare e di logie parevano crollare, esaurite creare uno Stato nuovo, che in una vana difesa e in una critica non può essere né quello fasci- vana: un vento di morte e di oscu- sta né quello liberale né quello ra religione sconvolgeva gli antichi comunista». Stati d’Europa. Nel 1940 Levi rifiuta di Sulla spiaggia di La Baule andare negli Stati Uniti con il soffiava il vento, e alzava, con un visto internazionale che leggerissimo rumore, le sottili Roosevelt offre agli intellettua- conchiglie bianche, scheletri leg- li europei perseguitati. L’anno geri di foglie morte marine. Il pas- successivo torna in Italia , ade- sato si allontanava come in un’al- risce al Partito d’Azione e si tra vita, di là del fossato della stabilisce a Firenze. guerra. La vita normale, la conti- E qui (1942) scrive un nuità delle generazioni e degli isti- breve saggio intitolato Paura tuti era finita. I nuovi dei dello della pittura, che verrà diffuso Stato soffiavano via dal mondo i da lui stesso attraverso i valori umani, il senso stesso del microfoni di Radio Firenze, la tempo: e per difendersi gli uomini sera del 25 ottobre del ’44. dovevano accettare questa aridità L’artista lo riproporrà, a partire della strage, abbandonare le case e le famiglie, buttar- dal 1948, in molti dei cataloghi delle sue mostre e, si dietro le spalle tutto quello che erano stati, e perfino attraverso richiami, in numerosi scritti, a testimoniare il ricordo dei legami infantili». l’importanza e l’attualità di questo testo. Paura della «La paura della libertà – scrive ancora Levi nel pittura si apre con una invocazione alla «pittura del 1944 – è il sentimento che ha generato il fascismo. Per nostro secolo, anticipatrice dei tempi». I tempi, siamo chi ha l’animo di un servo, la sola pace, la sola felicità nel 1942, sono quelli della guerra hitleriana e la pittu- è nell’avere un padrone e nulla è più faticoso e vera- ra del nostro secolo sono le avanguardie storiche del mente spaventoso dell’esercizio della libertà». ’900: «Poiché la pittura contemporanea, che ha inizio E nel tardo (1973) Quaderno a Cancelli: «Dopo con la molteplicità cézanniana, che splende di dispera- Auschwitz è ben comprensibile non potersi tollerare ta energia con Picasso, e che si spegne, caduta la sua come falsi e profondamente offensivi, o almeno inutili e Capitale, con il realizzarsi nei fatti dei suoi vaticini, è privi di senso, valori tradizionali sentiti fino allora come stata lo specchio divinatorio della crisi del mondo e indiscutibili e intoccabili […]. E perfino le parole di dell’uomo, l’oracolo, misterioso nella sua semplice verità, umanità, umanesimo, realtà, realismo, possono, chiarezza, di un pericolo mortale […] . Costretti a vive- quasi per un riflesso, provocare di per sé nausea fisica, re, ad accettare la vita in un mondo da cui si è assenti, un moto di repulsione e di fuga […]. Lo stesso avviene assenti dunque e estranei a noi stessi, avvolti dalla solitudine, nessuna passione ci è consentita, se non il degli anni ’47 e ’48, così come vengono illustrate nei terrore. Il terrore fondamentale e primordiale, la paura disegni di satira politica pubblicati sul quotidiano del mondo, della vita, della libertà, dell’uomo: la Paura “L’Italia socialista”, diretto da Aldo Garosci : la fine del della pittura [...]. La pittura non è più espressione crea- sogno azionista, lo scioglimento del Partito d’Azione, trice, ma magia […] i suoi oggetti, non uomini e cose l’ingresso nel quadro politico del Movimento Sociale viventi, ma idoli». Il saggio si chiude con un annuncio di Italiano, l’adesione di Nenni alla politica dell’URSS, speranza, un Levi-Messia scaccerà gli idoli: l’avvento di De Gasperi, la strage di Portella delle «Il domani non si prepara con i pennelli ma nel Ginestre, le prime cariche della Celere di Scelba contro cuore degli uomini: e gli uomini che hanno seguito i i lavoratori, la nascita del Fronte Popolare, il VI con- loro Dei al fondo dell’inferno, anelano di tornare alla gresso del PCI, i dubbi amletici del PSI al suo XXVI con- luce e di germogliare, come un seme sotterrato. Dal gresso, il perenne trasformismo meridionale, la buro- sommo della Paura nasce una speranza, un lume di crazia parassitaria (i luigini), la sconfitta del 18 Aprile, consenso dell’uomo e delle cose. Muoiono gli Dei, si l’elezione di Luigi Einaudi alla Presidenza della ricrea la persona umana […]. E forse è nato chi prepa- Repubblica. ra, nei quadri, l’annuncio della fine della separazione, Levi venne eletto senatore, quale indipendente l’amoroso sorgere di una pittura senza terrore». Una nelle liste del PCI e PCI-PSIUP, nel 1963 e nel 1968. Il pittura senza terrore all’interno tema ebraico della elezione viene di una Storia in movimento, da lui stesso riproposto in chiave parte di qualcosa di collettivo e autoironica, quando nel 1972 di grandioso che sta continua- finge di recriminare sulla vicenda mente sul punto di nascere e di delle sue elezioni a senatore: germogliare, di una palingenesi, Chi è Eletto di un «movimento universale di non può essere eletto: rivoluzione [...] (ad opera di) cul- l’Elezione si fa per Grazia, ture diverse, ma tutte in un pro- l’elezione per disgrazia. cesso comune, una comune Come scrive Mario direzione di libertà e di assoluta Isnenghi nel suo illuminante autonomia, [...] creatrici di popo- saggio introduttivo ai Discorsi li nuovi, di nuove strutture, di parlamentari di Carlo Levi (a nuove culture», come dirà al cura dell’Archivio Storico del Senato sull’onda del ’68. Senato della Repubblica, il La pittura di Levi vuole Mulino 2003), fin dal discorso in essere la testimonianza ottimi- occasione della fiducia al primo stica di questa Storia, comunque governo Moro nel dicembre in movimento, anche quando è 1963, Levi senatore porta con sé costretto a registrare una crisi, tutto il proprio itinerario, a parti- un momento di stallo, o addirit- re da “Rivoluzione Liberale” e da tura di involuzione. È il caso Giustizia e Libertà, la vicenda della caduta del governo Parri, resistenziale e post-resistenzia- così come viene raccontata ne le, il mondo contadino, e anche l’Orologio (1950) e delle vicende la sua «speciale condizione di detentore di un immaginario e di un linguaggio che può riportiamo una scherzosa proposta di classificazione presumere ormai di comune dominio e trasversale del genere umano (dopo quella di contadini e luigini del rispetto ai confini di partito». Risiede dunque il «fasci- Cristo e dell’Orologio), che ci sembra di particolare no dei suoi discorsi parlamentari […] nella anomalia attualità in quest’epoca di fondamentalismi. che piega le occasioni parlamentari a un discorso sulla «Gli allergici […] operano sempre (sono sensibi- storia d’Italia; e a quella che potremmo chiamare oggi li) contro qualcuno, contro l’altro, un altro. Hanno una egostoria che nutre di riferimenti personali e testi- costantemente un nemico che li tiene svegli. monianze dirette gli itinerari della sfera pubblica». È Riconducono gli avvenimenti, i mali, all’opera di un col- questa, a noi sembra, la cifra peculiare complessiva di pevole: sono gli inventori della colpa, del complesso di Levi: la presenza costante di un io che osserva, selezio- colpa, degli Stati, della vita difensiva di gruppo, dei na, interpreta, senza mai perdere il riferimento all’og- clan, delle città, delle frontiere, del mistero dell’altrove, getto, o allontanarsi dalla concretezza dei problemi. In della paura, del pudore, dei rituali simbolici di nascon- questa chiave possono essere letti non solo i numerosi dimento, delle idee di influsso negativo e magico. Sono articoli scritti a partire dall’immediato dopoguerra per i fondatori e sostenitori degli eserciti permanenti e riviste italiane e straniere (in particolare nordamerica- costosi, dei controlli, del potere dello Stato e delle ne), ma anche tutti i libri maggiori di Levi. Polizie, della incontestabile Autorità paterna, della Dopo il Cristo (1945), Paura della libertà (1946) e maglia di lana sulla pelle, del timore delle correnti d’a- L’Orologio (1950), Einaudi pubblicherà il reportage ria, del purismo linguistico […]. La donna straniera è dalla Sicilia Le parole sono pietre (1955), Il futuro ha un intoccabile e impura, il cibo ignoto è tabù, e fa male […], cuore antico. Viaggio nell’Unione Sovietica (1956), La doppia notte dei tigli, reportage di un viaggio nelle due Germanie (1959), Un volto che ci somiglia (Ritratto dell’Italia) (1960), il reportage dalla Sardegna Tutto il miele è finito (1964), e infine Quaderno a cancelli (che uscirà postumo nel 1979). Da quest’ultimo testo, che, scritto in cecità nel 1973, costituisce una sorta di drammatica ricapitola- zione di tutto il suo personale universo mitologico, le lingue straniere incomprensibili […]». All’opposto sono «i diabetici, immersi già anzi- tempo nel Gran Tutto nirvanico, ignari di qualunque nemico, inventori del Cortisone e delle leghe braccian- tili, e dell’Evangelo e del Socialismo utopistico e uma- nitario e anarchico, e delle idee tanto tradite di Egalité e di Fraternité […], del Lieto Fine, dei bei banchetti in campagna, della pittura impressionista […]. Si è alieni dalla violenza , anche essendo eventualmente fortissi- mi. Non si chiudono le porte neppure la notte, non si sorvegliano né si fanno sorvegliare i granai o le banche, non si conosce la gelosia, si crede a quello che si dice o si vede, alla moglie, all’amico […] non ci sono tribù, clan, e neppure statalismi, né Dei particolari; l’animo è aperto, il commercio fiorente, le carovane partono per terre lontane e sconosciute, non c’è censura né ufficia- le né burocratica, né mentale né cosciente né subco- sciente […]». Levi, in quanto diabetico, non può additare alcun allergico esemplare. Ci indica, invece, una triade di dia- betici esemplari, nei personaggi biblici di Giobbe, Booz – «inventore dell’esogamia» –, e Gesù Cristo: «il Diabete eterno», «la Dolcezza che rode sé stessa», «il Grande Diabetico, quello il cui sangue non era più san- gue ma puro dolcissimo zucchero, tale da addolcire l’Universo»; «non abbastanza ateo da non incontrarlo, troppo vicino parente per non somigliargli in qualche modo più di quanto mitologicamente gli debbano somi- gliare tutti gli uomini […]». 24 GENNAIO 2008 CONVEGNO INAUGURALE SALA ZUCCARI

MODERATORE Furio Colombo

RELAZIONI “Vito Volterra 1931: una lezione di libertà” Giorgio Boatti - giornalista e scrittore “Carlo Levi politico e ricordi di un nipote” Andrea Levi - Università degli Studi di Genova “Scienza, istituzioni e politica: storia di un matematico” Giovanni Paoloni - Università di Roma “La Sapienza” “In attesa della libertà” Pierluigi Ballini - Università degli Studi di Firenze FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI GENNAIO 2008