Supplemento al n. 5 del 5 febbraio 2016 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi FREEPRESS FEBBRAIO 2016 NUMERO DUE reg. Trib. di n. 175/60. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN

Vivere nelle borgate Il ritorno negli agglomerati abbandonati nel dopoguerra, fra difficoltà e nuove opportunità, nel rispetto della terra che ci ospita e ci offre risorse preziose.

Ospiti di questa terra gli uomini come i lupi in un convegno a Cuneo. Tutti gli appuntamenti del XVII Febbraio alle valli valdesi.

Locali di culto e cimiteri: le ragioni della vicinanza in alcuni comuni. L’analisi della tempesta di neve del 2001 aspettando le prime nevicate del 2016.

Villanova in alta val Pellice - Foto M.G. Borgarello Borgate abbandonate e borgate recuperate. Esempi riconosciuti in tutta Italia di borghi da imitare (Usseaux e Ostana); storie oltre confine e le difficoltà per chi prova a resistere in montagna. E al centro del «dossier» una storia a fumetti sulla borgata di Forengo, in val Germanasca. «Gesù, preso il cieco per la mano, lo portò fuori dal villaggio (...) Egli guardò e fu guarito (...). Gesù lo rimandò a casa RIUNIONE DI QUARTIERE Aggregazione sociale intorno sua e gli disse: «Non entrare neppure nel alla Parola di Dio villaggio» (Marco 8, 22-26) Silvia Geymet ’Heure étant arrivée le Pt. annonça pour Claudio Tron principale è probabilmente il segreto messiani- ouverture le chant 51. Le même éleva à n giovane pastore che voleva fare un po’ co: Gesù non vuole essere conosciuto anzitempo «LDieu une fervente prière...» (Essendo giunta l’ora, il di esperienza di apprendista stregone sot- come Messia. Ma c’è forse anche una motivazione pastore propose di iniziare con l’inno 51. Lo stesso topose un giorno i catecumeni al test del parallela. Alla fine gli dice: «Adesso che sei gua- elevò a Dio una fervente preghiera…). villaggio: «Disegnate un villaggio». L’esa- rito non entrare nel tuo villaggio, ma cerca prima Questo l’inizio delle riunioni quartierali, che Ume dei disegni rivelò come da attesa la mentalità di capire bene e di vedere bene anche dentro il tuo di ognuno dei piccoli artisti improvvisati. A uno cuore che cosa ti è capitato e soprattutto chi ti ha ritorna più volte, tratto dal verbale dell’Unione disse: «Tu non vedi proprio niente al di là del tuo guarito». cristiana dell’Indiritto di del 1892. villaggio: la case sono come quelle intorno a casa È importante essere legati alla propria terra, ma Il regolamento, posto all’inizio del documento, tua, il tempio ha il campanile come il nostro, vici- Gesù sembra dirgli: «Se vuoi capire bene il tuo spiega che gli scopi dell’Unione sono lo svilup- no al tempio c’è il cimitero le cui proporzioni col villaggio, devi anche capire il “fuori” che non ti po della vita spirituale, dell’amore fraterno, resto rispondono esattamente a quello che vedi è immediatamente evidente». La tentazione più l’esercizio del canto, le preghiere e l’istruzione tutti i giorni». Il pastore aveva ragione. Il catecu- corrente oggi è certamente quella di vedere fuori dei membri che la compongono. La riunione meno non si è mai allontanato molto dal suo vil- dai nostri villaggi, magari la grande città – non settimanale era un momento di aggregazione laggio in tutta la sua vita. sempre chi è importante vedere – ma è importan- sociale, in cui le persone si ritrovavano per leg- Il cieco guarito da Gesù era forse anche un po’ te saper guardare in tutte le direzioni. Detto nei così. Per questo per fargli tornare in pieno la vista termini laici consolidati: «Saper agire localmente gere la Parola di Dio e per cantare le sue lodi, Gesù lo porta fuori dal villaggio. La motivazione pensando globalmente». ma anche per scambiarsi notizie, opinioni o per decidere su qualche argomento che riguardava la borgata. Con il tempo la cadenza delle sedute si è diradata e l’organizzazione è cambiata: un tempo era il presidente eletto a condurre la riunione e il pastore partecipava periodicamen- te quando visitava il quartiere. Ora è spesso il pastore che conduce la riunione e la parte- cipazione è piuttosto limitata, tanto che molte comunità si chiedono se valga ancora la pena mantenere questa usanza. Che cosa è rimasto degli scopi che motivava- no le sedute del 1892? L’istruzione è affidata alla scuola, ma tutti gli altri aspetti penso che siano più che mai attuali! In un tempo in cui anche nelle borgate la vita frenetica limita il dialogo con i vicini di casa, la riunione quar- Pecquerel in alta val Chisone - Foto R. Janavel tierale è un’ottima occasione per sviluppare l’amore fraterno tra abitanti di una stessa borgata. In un tempo in cui si ricerca il bene L’epoca delle scuolette di borgata materiale, le riunioni rappresentano ancora un momento in cui ci si può occupare del proprio spirito riappropriandosi della preghiera, Alberto Corsani In parte già esistenti, le cento e più «scuolette dell’esercizio del canto e della riflessione comu- arlare di borgate, per l’ambiente valde- Beckwith» presero poi il nome dal generale bri- ne su brani biblici o su temi che riguardano la se, significa parlare di esperienze magari tannico che, reduce da Waterloo, divenne nelle sconosciute in altre realtà pur simili; per valli un benefattore dei valdesi e incrementò lo vita della nostra Chiesa. esempio l’esperienza cruda, sofferta, di do- sviluppo delle scuolette stesse. Sparse in borgate RIUNIONE DI QUARTIERE Pversi attestare nelle borgate più alte all’epoca del- e villaggi, hanno permesso di combattere l’anal- La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione le persecuzioni e fino a quando non fu possibile fabetismo senza necessariamente scendere a valle; serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità avere un tempio nel centro del paese. Ma signifi- hanno insegnato la socialità e l’attaccamento alla ca anche avere avuto la possibilità di crescere con terra, e ancora oggi in molti casi accolgono le riu- un sistema scolastico autogestito che permetteva nioni quartierali di cui parliamo in questa pagina; a ogni famiglia di montagna di mandare i propri e nel futuro non sappiamo quanti altri utilizzi po- figli a imparare a leggere, scrivere e far di conto. E tranno avere. Sono un presidio ricco di storia, che anche a familiarizzare con la Bibbia. dice la sua anche nella vita civile.

Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi Redazione Eco delle Vall Valdesi Direttore responsabile: Luca Maria Negro Supplemento realizzato in collaborazione Supplemento al n. 5 del 5 febbraio 2016 recapito postale: ([email protected]) con Radio Beckwith Evangelica: Simone di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi, Redazione centrale - Torino via Roma 9 - 10066 (To) In redazione: Alberto Corsani (coord. Eco Benech, Denis Caffarel, Leonora Camusso, registrazione del Tribunale di Torino via S. Pio V, 15 • 10125 Torino tel. 366/7457837 oppure 338/3766560 delle Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud), Matteo De Fazio, Daniela Grill, Alessio Lerda, ex Tribunale di Pinerolo tel. 011/655278 e-mail: [email protected] Claudio Geymonat, Jean-Jacques Peyronel, Marco Magnano, n. 175/51 (modifiche 6-12-99) fax 011/657542 Samuele Revel, Piervaldo Rostan, Federica Diego Meggiolaro, Susanna Ricci, Paolo Rovara, e-mail: [email protected] Tourn (coord. newsletter quotidiana), Sara Matteo Scali Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Tourn. Grafica: Pietro Romeo Mondovì (CN) tel. 0174-698335

Editore: Edizioni Protestanti s.r.l. via S. Pio V 15, 10125 Torino

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 DOSSIER/Borgate Il problema è innanzitutto culturale: la nuova sensibilità per l’ambiente e la tendenza a ristrutturare, anziché a costruire, deve passare in primo luogo dall’amore per la montagna Primo, recuperare le persone

L’Ecot in Savoia - Foto R. Janavel

Marco Rostan A partire dalla fine degli lose con i balconi di legno. Che ta solo di mentalità dei locali e dei forestieri, dei uando mio padre era anni ’50, il desiderio di invece piacciono tanto a noi, nuovi o antichi montanari: spesso sono entrambi pastore a Pinerolo, fine che ricordiamo com’era la bor- dentro di noi, nei progettisti e nei proprietari. anni ’50, d’estate faceva- sicurezza si accompagnava gata, ma non ci abitiamo, a noi Ma cresce anche la sensibilità per il rispetto mo un po’ di «villeggia- all’abbandono della che partiamo il sabato da To- dell’ambiente, per consumare meno suolo e fare Qtura» a , in una casetta montagna. La ricerca di rino, facciamo una bella spesa una efficace, periodica manutenzione del territo- ai Bouciardoun. In quelle estati alcune effettive comodità al supermercato (così si spende rio, per recuperare piuttosto che costruire. Perciò spensierate (per me), passate al non poteva che essere indice meno che su al negozio) e appe- al primo posto c’è una questione culturale. Gli pascolo con le mucche, a giocare, di progresso na arrivati a Pramollo (ma è lo aspetti estetici, costruttivi, urbanistici, i proget- con gli archi e le frecce di noc- stesso a , Rorà, Mas- ti, i fondi europei, i piani regolatori e i contributi ciolo, a «battere» il grano sull’aia di Barba Alexis, sello...) ci lamentiamo immediatamente per l’ulti- alla Regione vengono dopo. La questione culturale mi ricordo il «pieno» di villeggianti in agosto e al ma bruttura del geometra X, per quel muraglione significa amore per l’abitare in montagna, capire tempo stesso il progressivo abbandono della mon- di cemento alto tre metri, perché i sentieri sono che il primo recupero è quello delle persone, che le tagna verso la «sicurezza» che allora si chiama- invasi dai drau ed è stata aperta una pista forestale borgate si recuperano se la gente ci può vivere sta- va Riv o Fiat. I figli più grandi spesso andavano a dove prima andavo per funghi o coglievo i mirtilli bilmente e sussistere economicamente (non ser- fare la stagione in Francia e se mettevano da parte per far bella figura con la marmellata. vono i piccoli musei e gli antichi mestieri!): quindi qualcosa si aggiustavano la casa, se possibile se ne Intendiamoci, oggi a Pramollo, accanto a qual- avere ciò che serve, dalle strade al bus per la scuola costruivano una nuova, con i muri intonacati, le che abominevole villetta, ci sono anche case splen- o per andare all’ospedale Recuperare e vivere in tegole (molto meno care delle lose) e le perline sot- didamente ristrutturate in pietra a vista, lose e le- una borgata significa passione per i beni comu- to lo spiovente del tetto. Al posto delle traballan- gno: ma si tratta in genere di seconde case, chiuse ni, dal terreno all’acqua agli alberi: responsabilità ti scale esterne di pietra comparivano gradini di quasi tutto l’anno. Il discorso potrebbe continuare personale, anche se il vicino non fa altrettanto. Ri- marmo ben levigato: i pramollini che si facevano da una parte sulle vasche da bagno usate come ab- cordarsi che la casa, dentro, è tua ed è giusto che la casa nuova la volevano solida, con i pavimenti beveratoi nei prati o i pali dell’Enel o gli ondulati tu possa fare quello che ti pare, ma la tua casa, lisci e facili da scopare, con i balconi di cemento di plastica; e dall’altra sulla burocrazia dell’Ufficio fuori, è anche degli altri, della borgata, della sua dove le assi non marcissero, ben scaldata e con il tecnico, sulle tasse, sul fatto che devo fare l’anti- storia. garage sotto e magari un cancello di ferro battuto, sismica anche per un cesso, sul fatto che di vinco- e i pilastrini sormontati da improbabili cagnolini li ce n’è sempre troppi. Invece di contributi, po- Nel 1995-96, su iniziativa del Centro culturale o nanetti. Finalmente non erano più nella stalla e chi. Per affrontare oggi la questione del recupero valdese, furono organizzati due convegni sul tema non dovevano portare i secchi pieni d’acqua dal e della valorizzazione di molte delle nostre belle delle borgate (v. La Beidana n. 26 (supplemento) bacias. borgate, bisogna capire fino in fondo questi diversi e 29; L’Eco delle Valli valdesi 23.6.1995; Montagna Importavano di meno i bei muri di pietra e le modi di essere, di vedere, di abitare. Non si trat- oggi n. 8 (1995). l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3 DOSSIER/Borgate Quando le abitazioni o i ricoveri per animali facevano tutt’uno con la parete rocciosa: poste in località impervie, alcune barme ospitarono l’attività clandestina della Resistenza La barma, una casa nella roccia

I valdesi e le loro borgate Marco Rostan Parlando di borgate è inevitabile riferirsi ai luoghi legati alla storia valdese e nel medesimo tempo riflettere su come valorizzare il nostro patrimonio e su come farlo noi, valdesi, magari ampliando la ricettività nelle Valli e soprattutto sapendo accogliere il visitatore o la turista in un modo che faccia venire voglia di dirlo ad altri e a tornare. In un convegno di parecchi anni fa, su «I valdesi e le loro borgate» avevo raccontato una possibile storia… È agosto, tutto prenotato. La famiglia Tal dei tali, di Firenze ci prova lo stesso e telefona alla Foresteria valdese. Naturalmente tutto pieno per il Sinodo, cui vorrebbero assistere. Ma c’è una al- ternativa: da alcuni anni la Foresteria ha stipulato una convenzione con alcuni proprietari di case tipiche in alcune borgate raggiungibili in auto o con breve tratto a piedi: una sorta di albergo dif- fuso, come già è stato sperimentato con successo sull’Appennino o in Val Maira. La famiglia ospitante, con un contributo regio- nale, ha ricavato due camere nel vecchio fienile, con sotto cucina e soggiorno, dove si serve la colazione. Il proprietario, membro del Concistoro, si intrattiene volentieri con gli ospiti la sera, rac- contando dei valdesi di ieri e di oggi. La domenica li porta al culto. Sua figlia fa la guardia ecologica e ha frequentato il corso di accompagnatore al Centro culturale valdese: così propone agli ospiti, bravi escursionisti, di andare fino a passan- do per i monti: il Cai ha segnalato molto bene il sentiero della Sella Vecchia fino al Roux, e poi giù ai 13 laghi e Ghigo. Dormono ad Agape (mentre c’è un campo internazionale) e uno dei residenti li accompagna nella visita raccontandogli la storia del Centro. Il giorno dopo la guida propone di andare alle miniere per poi scendere per pranzo a , visitando la Scuola latina con i model- lini lignei degli antichi mestieri... Naturalmente la fantasia senza imprenditorialità, capitali e grande capacità di comunicazione non funziona. Però è prima di tutto il mondo valdese Dal blog valdesina.babacio.it – Foto: Jenny Tourn che dovrebbe tradurla in pratica. Rendendosi consapevole che, se la gente viene in queste valli, è prima di tutto perché ci sono i valdesi, poi anche perché sono belle, non rovinate, perché gli Samuele Revel all’inizio della Resistenza veniva stampato il pe- sciatori-alpinisti possono andare al Rifugio Jervis a barma è conosciuta (in questa o in altre riodico Il Pioniere. La borgata è, naturalmente ad- anche a gennaio, perché la toma è buona e anche grafie simili a seconda della zona) in modo dossata a una parete rocciosa così come lo è quella la moustardela e il seirass… particolare da chi per vari motivi si trova di Barma Mounastira. A poca distanza, anch’essa La domanda di chi ci viene a trovare è di essere accolti, accompagnati, indirizzati, di poter vedere a lavorare o passare del tempo fuori, all’a- è incastonata sotto una struttura rocciosa enorme. i luoghi del passato ma anche, e forse più di Lperto. La barma è un riparo naturale, non una Le case addossate una all’altra per non sprecare il quanto pensiamo, di parlare con noi, con i valdesi grotta ma una roccia spiovente che può riparare poco spazio presente. Da poco acquistata da un di oggi: chi sono, che cosa fanno le loro chiese, che in caso di pioggia. Per gli amanti della montagna privato, dopo che era stata messa interamente in cosa pensano. O ci attrezziamo per rispondere o è un fedele aiuto in caso di temporali, per i nostri vendita da un’agenzia immobiliare, la borgata sta resteremo confinati su un dépliant con il cippo di Sibaud, insieme al Forte di , la sala- antenati è stato un luogo di vita, dove costruire avendo una seconda vita. Per raggiungere e vedere mandra nera e la . borgate, dove sentirsi al riparo. Sulle pendici del questa borgata bisogna partire da Pra del Torno, monte Bracco, lato Sanfront, Balma Boves è un raggiungere il Fau e quindi Barma Mounastira. esempio, un museo a tutti gli effetti di un micro- Più in su nella valle, quella del Pellice, un’altra cosmo costruito al riparo di una roccia sporgente, «barma»: Barma d’Aut è un alpeggio nel vallone con tanto di luogo per il ricovero per il bestiame, degli Invincibili. Prende il nome da piccole caver- deposito per gli attrezzi agricoli, forno per la cot- ne usate nei tempi come rifugio-abitazione. tura del pane e lavatoio. Questo non è un elenco completo ma un pic- In val Pellice, per la precisione in valle Angro- colo esempio di come la morfologia di un luogo gna, sono conosciute due «barme». Barma dl’Ours possa dare sicurezza e accoglienza a una borgata, è stata una delle «tipografie» clandestine dove di fatto proteggendola.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4 DOSSIER/Borgate Una diversa concezione del turismo ha portato a evitare di trasferire in montagna le tipologie della città: ecco che allora conviene rendere nuova vita alle abitazioni caratteristiche

Usseaux in val Chisone - Foto S. Tourn Il recupero «nero su bianco» Sara Tourn ghi più belli d’Italia», iniziativa promossa dall’As- grafi) coordinato da Guido Lazzarini, docente di nche nelle valli valdesi negli ultimi anni sociazione comuni d’Italia (Anci) su ispirazione Sociologia all’Università di Torino, di realizzare si sta diffondendo una diversa concezio- del progetto nato in Francia «Les plus beaux una ricerca per avere «riscontri scientifici per la ne di turismo. Finita la stagione delle sta- villages de France» (in cui ritroviamo Ostana e programmazione del proprio operato» (p. 16). Il zioni sciistiche che riproducevano gli ag- Usseaux), alle «Bandiere arancioni, iniziativa del quadro economico-socio-culturale che ne è emer- glomeratiA urbani con i loro terrificanti condomini, Touring Club per cui il Piemonte è al secondo so, attraverso incontri di gruppo con gli abitanti abbandonata l’ottica dei grandi numeri da portare posto dopo la Toscana: in questo progetto com- e interviste, parla di forte senso di appartenenza, in zone non adatte a gestirli, stravolgendo l’equi- paiono ancora e Usseaux, ma anche Fe- individualismo, volontà di partecipare al processo librio naturale, sociale ed economico, si fa strada nestrelle. La nota a tutti i riconoscimenti di rilancio del territorio, ma anche incertezze ver- l’idea di una maggiore sostenibilità facendo delle è l’attenzione alla sostenibilità ambientale e al so il futuro, data anche l’esiguità degli abitanti e realtà locali «comunità ospitanti». recupero/conservazione dell’autenticità storica, l’età media elevata. In quest’ottica, molti Comuni montani hanno architettonica e culturale di piccole realtà. In gran parte è stato confermato quanto già si cominciato a proporre forme di turismo slow e Tra i Comuni citati, spicca per la sua presen- sapeva, ma vederlo scritto nero su bianco (e so- soft, dagli itinerari per trekking a piedi o a cavallo, za in tutte le categorie Usseaux, in val Chisone, prattutto pubblicato da un’importante casa edi- a strutture ricettive nate dal restauro attento di meno di 200 residenti e la tipica configurazione trice e con una veste scientifica nel volumeLe ri- antiche costruzioni, recuperando borgate desti- in cinque borgate, ognuna con la sua fisionomia: sorse di un territorio montano marginale, Milano, nate al declino e all’abbandono. Agganciandosi Usseaux e i suoi murales; Laux, con il lago e i con- Franco Angeli, 2013) porta a riflettere sulla qualità a marchi e club di livello regionale, nazionale o vegni storici di cattolici e valdesi; Pourrieres, da della vita, reale e percepita, sul ruolo degli abitan- internazionale, che con la loro notorietà fanno da dove parte la strada per il colle dell’Assietta; Bal- ti, sulla gestione di progetti che invece di piovere richiamo a un pubblico crescente, questi piccoli boutet e le sue meridiane; infine Fraisse, la borga- dall’alto devono essere assunti dal territorio. Comuni hanno deciso di rilanciarsi. Dai «Borghi ta del legno. Un’indicazione interessante è espressa da uno sostenibili del Piemonte», progetto che coinvolge Qui l’amministrazione guidata da Elvio Rosta- dei concetti chiave del volume: pensare la monta- la Regione e l’Environment Park di Torino (nei gno (che ha preceduto Andrea Ferretti, in carica gna non come realtà «marginale» ma come realtà quali rientrano, per limitarci alla nostra zona, dal 2014) ha incaricato un gruppo multidisci- «speciale», con le sue ricchezze ancora molto da Avigliana, Ostana, e Usseaux), ai «Bor- plinare (sociologi, pedagogisti, economisti, geo- valorizzare.

Le ristrutturazioni e i manuali per effettuarle come si deve Dell’opportunità di recuperare le borgate varie vallate. alpine piemontesi si parla ormai da più Così ogni Gal ha messo a disposizione dei di 10 anni. Gli ultimi due Piani di svilup- cittadini, dei progettisti e prima ancora po rurale (Psr) della Regione Piemonte dei Comuni i manuali di architettura. A prevedevano il sostegno diretto a fondo chi avesse voluto recuperare vecchie perduto per chi avesse voluto interveni- baite o case venivano concessi contributi re sulle vecchie case in pietra. Allo stesso nell’ordine del 50%; a due condizioni: modo i Gruppi di azione locale (Gal) che si rispettassero le caratteristiche hanno proposto azioni di recupero del delle preesistenze e che i beneficiari patrimonio edilizio esistente: di norma fossero disposti a far visitare le loro case si poteva intervenire su case di costru- ristrutturate a cittadini o progettisti. zione antecedente al 1940. Prima però Insomma gli interventi dovevano essere i Gal hanno dovuto redigere, tramite «esemplari». professionisti del settore, «Manuali di Il nuovo Psr e le azioni dei Gal dovrebbe- ristrutturazione», frutto di un’analisi del- ro riproporre questo tipo di finanziamen- le caratteristiche architettoniche delle ti. [p.v.r.]

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5 DOSSIER/Borgate Sul confine del Parco nazionale della Vanoise, L’Ecot è venuta alla ribalta nel film «Belle et Sébastien», ma la sua rinascita era iniziata già da tempo, nonostante la sua alta quota

L’Ecot in Haute Maurienne - foto R. Janavel Un’antica borgata d’alta quota

Robi Janavel le costruzioni, accortamente situate al riparo solo residente nel 1968. i sono posti quasi magici che sanno rac- dalle valanghe, sono servite da ricovero per gli Tuttavia, dopo un periodo di abbandono, ne- contare storie antiche a chi trova il tem- uomini, le bestie e il foraggio necessario per so- gli ultimi anni gran parte delle costruzioni, così po di fermarsi ad ascoltare e a osservare. pravvivere a freddi inverni che durano anche come la Cappella di Santa Margherita, sono sta- Luoghi come il piccolo villaggio alpino di otto mesi. Le pietre per i muri e i tetti, le «lose», te ristrutturate mantenendo fortunatamente le L’Écot,V in Savoia, che narrano esistenze di uomini erano estratte e lavorate sul posto, mentre le caratteristiche originali; inoltre, recentemente è e donne, parlano ostinata tenacia; luoghi dove la travature dovevano essere trasportate dal fon- stato inaugurato un locale di ristorazione aperto vita si abbarbica e resiste. A 2046 metri d’altitudi- dovalle poiché all’epoca i sistemi forestali nella tutto l’anno. ne, L’Écot è perfettamente incastonato fra le alte Maurienne erano rari. Durante l’inverno L’Écot è raggiungibile sola- cime che lo circondano, e le sue pietre, sapiente- I tetti erano costruiti poco spioventi in modo mente a piedi o con gli sci mentre in estate è pos- mente assemblate nei secoli, si fondono armonio- da trattenere la neve che serviva da isolante ter- sibile accedervi su una comoda strada asfaltata samente con l’ambiente circostante. mico, così come il fieno stipato tra il solaio e il con un parcheggio fuori dall’abitato, base di par- Questo piccolo gioiello di architettura mon- tetto, mentre le piccole dimensioni delle apertu- tenza per numerose gite presso i rifugi della zona tana si trova in Haute Maurienne, a 4 chilome- re verso l’esterno impedivano una troppo rapida tra cui il Refuge du Carrò a 2790 metri d’altitu- tri a monte di Bonneval-sur-Arc, sul confine del dispersione del calore accumulato all’interno. dine e il Refuge des Evettes a 2588 metri, davanti Parco nazionale della Vanoise. Le sue origini Come in tanti altri villaggi delle nostre mon- all’omonimo ghiacciaio. Il fascino particolare di risalgono probabilmente al Medioevo, quando, tagne, anche a L’Écot, i cambiamenti sociali e questi luoghi solitari è servito da ambientazione a partire dal XII secolo, la crescita demografica economici hanno portato inevitabilmente allo per il film di successo di Nicolas Vanier Belle et spinse le popolazioni a cercare nuovi territori, spopolamento. I numeri parlano da soli: nel 1734 Sébastien. anche a quote molto elevate, dove praticare la l’hameau contava 112 persone che vi vivevano L’Écot è tornato a essere abitato tutto l’anno e pastorizia e un po’ di agricoltura. Nei secoli, stabilmente tutto l’anno, la metà nel 1886 e un non ha ancora finito di raccontare la sua storia.

Le antiche caratteristiche da conciliare con la modernità Realizzati i «Manuali di architettura», sembrano mattoni, semplicemente grigi). contenenti indicazioni sulle modalità di E se lose o muri in pietra rappresentano recupero, si trattava di trovare il giusto essenzialmente un elemento esteriore, equilibrio fra il bisogno di rendere nuo- un’attenzione particolare deve essere vamente utilizzabili le vecchie abitazioni data alla funzionalità, agli spazi vivibili, al e il mantenimento delle antiche caratte- risparmio energetico e dunque all’isola- ristiche. Bene i tetti in losa (o in scandole mento termico. dove sono presenti, come in val Susa), Altro elemento fondamentale le aper- magari solo nelle vecchie borgate e non ture: porte e finestre giocano un ruolo nei centri urbani ormai compromessi; centrale nell’estetica della casa; ecco che i bene i muri (delle case o anche per i regolamenti edilizi dei singoli Comuni de- terrazzamenti) in pietra, ma la pietra ma vono regolamentare questi aspetti; e non deve essere tipica del posto (non, quindi, sempre le regole sono concordi, anche fra quei fastidiosi blocchetti di cava che Comuni vicini e confinanti...[p.v.r.]

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6 DOSSIER/Borgate Ostana in alta val Po: ridotta al lumicino la sua popolazione, non è stata deturpata dal cemento, e adesso suscita nuova attenzione riscoprendo la sua architettura alpina

Ostana (Cn) - fonte Wikimedia Eravamo cinque, siamo ripartiti

Diego Meggiolaro lorizzare le buone pratiche dei Comu- AUGURI! Riqualificazione del patrimonio stana è un paese in alta val Po, prima di ni più piccoli nel favorire lo sviluppo Uno sguardo verso il futu- abitativo nel rispetto delle forme ar- Crissolo e della fine della valle. È un pic- locale e la riqualificazione urbana nel ro: il 22 gennaio, a Torino, chitettoniche alpine con tecnologie colo paese fatto di borgate sparse in po- rispetto dell’ambiente e all’insegna è nato un piccolo nuovo ecosostenibili; rilancio demografico cittadino di Ostana. È il sizione panoramica «nell’indritto», sul della trasparenza e della legalità. primo, dopo 28 anni, un ed economico; nuovo impulso all’a- Oversante soleggiato, con la splendida vi- «Nel 1985 quando abbia- bel segnale. gricoltura di montagna, alla filiera del sta ravvicinata del gruppo del Viso. In mo iniziato a lavorare qui il legno e al comparto turistico. Sono cento anni è passato da 1200 abitanti ai paese stava morendo, d’in- alcune politiche lungimiranti messe 74 attuali, è situato a 1250 metri ed è in- verno erano rimasti cinque abitanti», in atto da Ostana che hanno valso al Comune la serito, insieme a Usseaux, Neive, Chia- ricorda il sindaco Giacomo Lombardo. vincita del premio «Angelo Vassallo 2015». Durante nale e altri dieci paesi piemontesi, nella «Fortunatamente non abbiamo trova- la premiazione a Roma il presidente dell’Anci, Pie- lista dei 257 borghi più belli d’Italia. to un ambiente rovinato o deturpato ro Fassino, ha dichiarato che «Ostana ha dato vita Ora Ostana ha vinto un altro premio, come in molti luoghi d’Italia dopo gli a un “laboratorio” per la costruzione di una nuova il premio «Angelo Vassallo 2015», il ri- anni ’70. In questi trent’anni abbiamo abitabilità della montagna occitana». Per il direttore conoscimento ispirato al sindaco di Pollica (un dunque lavorato sull’architettura, abbiamo aiuta- di Legambiente, Stefano Ciafani, Ostana «è la di- bellissimo borgo in provincia di Salerno sulle al- to gli abitanti a ristrutturare le borgate dal pun- mostrazione di come i nostri piccoli Comuni, se ben ture davanti al Tirreno), ucciso dalla Camorra nel to di vista progettuale anche grazie all’architetto amministrati, siano per il Paese vere e proprie risor- 2010 per aver lavorato nel rispetto della legge. Il Maurino, che è stato il primo a sensibilizzare la se. Vogliamo lavorare affinché cresca l’attenzione premio è promosso da Legambiente, Associazio- gente al rispetto dell’architettura alpina. Abbia- sulle aree interne e si varino misure concrete per ne nazionale dei Comuni d’Italia (Anci), Libera, mo puntato su quello e sulla cultura occitana valorizzare e rafforzare il ruolo centrale dei piccoli Slowfood e FederParchi e nasce proprio per va- come valore di appartenenza». Comuni per creare nuovi posti di lavoro».

Una scelta difficile quando si deve pensare al tetto Tegole o lose? È uno degli interrogativi le lose e 180 per le tegole, ovviamente a che si pone spesso chi deve ristrutturare tetto ultimato. casa. A seconda dei Comuni e soprattut- Altro discorso riguarda le travature, di to dei contesti (borgata rurale o centro solito di larice o di castagno. Le travature abitato) le norme di solito sono chiare: devono essere certificate, sia al riguar- magari in centro paese le tegole sono do della provenienza del legno sia delle ammesse, nei borghi no. Talvolta sono caratteristiche di elasticità e resistenza. possibili le coperture con tegole scure; E non tutte le segherie delle nostre valli in parecchi casi sono gli stessi Comuni a hanno al loro interno una persona che incentivare l’uso delle lose, ad esempio abbia la qualifica di «tecnico di segheria». prevedendo sconti sulle tasse sulla casa. I passaggi per avere la certificazione Ma i costi delle due tipologie di tetto aziendale sono complessi e costosi, così sono assai diversi: si può tranquillamente molti hanno rinunciato e perdono oppor- parlare di 250 euro al metro quadro per tunità di lavoro. [p.v.r.]

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7 Forengo: dalle miniere e dal gregge... Infografica: Leonora Camusso Infografica:

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8 ... ai pannelli solari e (quasi) alla rete

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9 DOSSIER/Borgate Il ricupero dei singoli edifici o dei villaggi presuppone che queste ultime siano facilmente raggiungibili. E poi naturalmente bisogna provvedere alle forniture e alle reti idriche La priorità dei collegamenti

Connessi solo in inverno

ecuperare una casa in montagna e praticare il «telelavoro». Qualcosa Il guado per l’Inverso di Torre Pellice - Foto Riforma più di una teoria, e anzi un modo di lavorare che prende sempre più Piervaldo Rostan Ma se avete ristrutturato una baita o una Rpiede: molte attività si possono realizzare ecuperare baite o borgate, case in pie- casa in montagna? Le fognature quasi di certo «a distanza» senza bisogno di raggiungere tra e legno, i materiali che si trovavano non ci sono e dunque dovete attivarvi per rea- un ufficio di persona. Ma per fare ciò occor- un tempo in montagna senza bisogno di lizzare impianti di depurazione autonomi. Per re che le reti di collegamento funzionino. E cercare altrove la materia prima. La filo- l’acqua magari avete a disposizione una fonta- anche questo non sempre è così lineare e Rsofia di molti Piani regolatori punta a recuperare na, ma dovrete comunque garantire la potabi- scontato. Così una piccola cresta montana, l’esistente piuttosto che a costruire nuove case lità dell’acqua. La luce di solito è il servizio più un vallone, ma a volte anche semplicemen- «cementificando» nuovi terreni fin qui naturali. diffuso ma non ovunque; il gas può essere for- te un castagno secolare o un grande abete, Ristrutturare per abitarvi? Per ricavarne delle se- nito da bomboloni di varia dimensione. Insom- possono essere un ostacolo insormontabile conde case da utilizzare durante le vacanze? Op- ma, per quei servizi che vanno sotto il nome per far passare un segnale radio, un cana- pure addirittura per impiantarvi nuove attività? di «urbanizzazione» nei paesi bastano poche le televisivo o una banda telefonica. «Vedo Recuperare senza voler tornare alle dimen- telefonate e poche ore, ma nei borghi di mon- certi canali tv solo d’inverno quando non sioni e ai ritmi ottocenteschi significa anche tagna tempi e costi sono di sicuro più alti e le ci sono le foglie sugli alberi a fare da scher- ripensare gli spazi, tener conto delle altezze o soluzioni a volte necessitano di una buona dose mo al segnale satellitare», racconta un abi- delle aperture, spesso troppo ridotte rispetto ai di fantasia e di capacità di adattamento. tante di un vecchio borgo in val Pellice; nostri standard attuali (o a quelli che Asl e Co- E poi si pone il nodo centrale dei collega- «del resto anche il collegamento Internet, muni richiedono per ottenere l’abitabilità). Né menti. Quando le vecchie case di montagna tramite segnale radio, è un po’ “ballerino”», dobbiamo ignorare l’accesso a servizi che oggi furono costruite, almeno 100 anni fa, i mezzi aggiunge un telelavoratore. riteniamo, giustamente, imprescindibili. Se in- meccanici a motore non esistevano: per tra- Negli anni ’80 del secolo scorso le Co- fatti ci troviamo a vivere in un centro urbano sportare qualcosa si usava la forza delle braccia munità montane investirono molto sui ri- (città o paesino poco cambia), per avere l’acqua umane, quella da traino di un mulo, di un ca- petitori tv, sulla elettrificazione delle alte potabile e quasi sempre anche le fognature, è vallo, qualche volta anche di una vacca. Se ne- valli: oggi il riutilizzo delle borgate dimo- sufficiente comporre il numero verde del -ge vicava (e allora eccome se nevicava...) si faceva stra quanto siano stati profetici gli ammi- store di turno, pagare una quota di allaccio e il un passaggio nella neve, una traccia che veni- nistratori di allora e nel contempo quanto più è fatto; allo stesso modo per il gas o la luce va ampliata a ogni passaggio (e le case erano sia ancora necessario fare oggi. elettrica. abitate quasi sempre da famiglie numerose...); non c’era lo scuolabus ma i bambini andavano a scuola a piedi e contribuivano a creare i pas- saggi nella neve. Oggi, a parte qualche realtà davvero unica, dove qualche famiglia sceglie di vivere lontana da qualunque via di comu- nicazione, uno dei primi elementi che viene valutato quando si sceglie di andare a vivere in montagna, è l’accessibilità, la presenza di una strada, la disponibilità del Comune a organiz- zare lo sgombero neve. Sempre sperando che tra roide e buona di- sponibilità dei residenti si riesca a mantenere una certa sicurezza alla viabilità esterna e che non arrivi la periodica alluvione a distruggere un ponte o smuovere una frana sull’unica stra- da esistente.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 10 TERRITORIO Sanità: un confronto fra le parti: amministrazioni, Comitati, medici di base uniti per salvaguardare i presidi sanitari di Pomaretto e Torre Pellice. L’attenzione verso l’ospedale «Civile» di Pinerolo che sta subendo gravi ridimensionamenti. I cuore e i polmomi della nostra sanità SPORT GIOVANE Alberto Corsani torio che in realtà è ben più vasto e variegato. Le aree na partecipata assemblea, opportunamente più lontane, a 50 km. da Torino, non hanno dispo- Le parole e i pattini organizzata dalla Commissione esecutiva nibilità adeguata di posti letto che si ha in città. Ol- distrettuale del I Distretto delle chiese val- tretutto queste zone sono penalizzate dalla scadente Pietro Canale desi in una sala cittadina, ha fatto il punto rete dei trasporti. E in ogni caso il rapporto tra posti he ci crediate o no, Usulla situazione ospedaliera nel Pinerolese. Non po- letto e popolazione è ben lontano, nel Pinerolese, dal scrivere, per quanto mi teva essere un’assemblea decisionale; non si poteva tetto massimo consentito dalle logiche di risparmio. Criguarda, è un po’ come pensare di invertire un corso che ormai dura da anni Se questo è il quadro, e i Comitati di difesa (Poma- allacciarsi i pattini prima (da quando si sono avviati gli accorpamenti e i rior- retto e Torre Pellice: possibile che non se ne crei uno di una partita. Scrivere necessita infatti dini delle Asl, e la loro «aziendalizzazione»); l’elenco a Pinerolo?) fanno quel che possono, con scarsissimo di concentrazione, di tempo, di dedizio- dei danni che il Pinerolese sta subendo da anni è e interesse della parte più giovane della popolazione, i ne. Le parole devono intrecciarsi tra di rimane lungo, ed è destinato a non chiudersi. Ma la sindaci fanno la loro parte (sono «sentinelle del ter- forza di un territorio sta anche e soprattutto nel non ritorio», ha detto il vescovo Debernardi, intervenu- loro come i lacci si stringono sul patti- ripiegarsi su se stesso. to con una relazione molto pastorale: preti e pastori no quando vengono tirati dalle mani Così, la relazione del dr. Daniele Varese, fisiatra, ha hanno la percezione diretta della sofferenza della po- decise di chi scenderà in campo. Scrivere ricordato che la progressiva riduzione dei servizi negli polazione), ma tocca ai singoli cittadini e cittadine ti permette di dar vita alle emozioni, ospedali ex-valdesi di Torre Pellice e Pomaretto (lun- inventarsi un nuovo modo di guardare alla gestione ai sentimenti, di esprimerti attraverso godegenza e riabilitazione) sta rendendo corto il fiato della salute: non è possibile pretendere di avere a di- l’inchiostro sulla carta stampata dan- all’Ospedale Civile di Pinerolo, di cui erano una specie sposizione una medicina onnipotente – ha avvertito do colore e forma a ciò che prima era di «polmone», dove in alcuni reparti si fanno miracoli e Mourglia –; bisogna capire che siamo tutti «imper- solamente presente nelle nostre menti, in altri si scontano carenze di personale anche di vertice. fetti» e solo un rapporto stretto con il medico di base scrivere rende possibile condividere e far Altre soluzioni vengono prospettate, e sarebbero anche e i servizi infermieristici del territorio può svolgere interessanti e innovative, come le visite specialistiche a fruttuosamente la mole del lavoro «ordinario» di sapere ciò che altrimenti non si sarebbe domicilio: ma chiunque abbia da richiedere una visita prevenzione e cura: le strutture più forti devono po- potuto divulgare. specialistica sa bene quanto siano infinite le liste d’attesa ter intervenire quando, in un certo senso, «il gioco si Scrivere può essere tagliente, affilato e e i conseguenti tempi. Danilo Mourglia, medico di base fa duro», e non (come accade nei Pronto soccorso un preciso, proprio come la lama del patti- in val Pellice e geriatra, ha puntato il dito contro una ten- po’ ovunque) per banalità risolvibili altrimenti. no che attraverso la forza delle gambe denza a spendere troppo che è stata tipica di un periodo, Questo presuppone certo una diversa consape- incide il ghiaccio ogni volta che ne entra neppure troppo lontano, di «vacche grasse». volezza da parte dell’utente, ma non partiamo da a contatto. Scrivere e pattinare, penna e Se stiamo nella logica delle lagnanze, tuttavia, non zero; i servizi medico-infermieristici della val Pel- pattini, due grandi possibilità di espri- se ne esce: i centri decisionali sono sempre più lon- lice garantiscono un’assiduità competente che evita mere tutto ciò che sono e che amo fare, tani, leggi e norme vengono pensate nell’ottica della gli spostamenti ai pazienti per «quasi tutti» i servi- grande area urbana, non tenendo conto delle pecu- zi necessari. La strada è questa: sentirsi, almeno in due possibilità che raggiunte mi rendono liarità dell’ambiente montano e la Città metropolita- parte, responsabili del proprio futuro, uscendo dalle libero, libero di esprimermi attraverso na pretende di trattare in maniera «metropolitana» secche del vittimismo (che pure sarebbe giustificato) ciò che mi piace fare, ma che se mancan- (cioè capoluogo e sue più vicine «cinture») un terri- non può che far bene al territorio. ti mi fanno sentire così vuoto. Non è sempre facile trovare il tempo di intrecciare nel modo giusto queste due trame così lontane ma affini tra di loro, l’impegno, le energie, e le molte difficoltà sono sempre presenti, ma in entrambi i campi, ci sono per essere superate e renderci più capaci per la volta in cui decideremo di metterci nuovamente in gioco. Perché di una cosa sono sicuro e lo sarò sempre: impegnarsi e faticare per ciò che ci rende felici e che ci afferma per quello che siamo, ci ripagherà ogni volta delle energie che abbiamo impiegato per raggiungere questo obiettivo, rendendoci sempre orgogliosi di noi stessi.

SPORT GIOVANE Pietro canale Giocatore di hockey

I due sindaci di Pomaretto (Danilo Breusa) e di Torre Pellice (Marco Cogno) - Foto S. Revel

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11 TERRITORIO Un convegno a Cuneo ha portato alla luce una grande varietà di atteggiamenti che possiamo tenere di fronte al più tipico degli animali selvatici: terrore degli allevatori, mitizzato da alcuni appassionati, vorrebbe forse poter essere semplicemente se stesso

Attenti al lupo! O all’uomo?

COLTIVARE PAROLE Riposi d’invèrn Piero Andrea Martina ei mesi più freddi la terra si riposa, prima Ndi una nuova coltura o aspettando la germinazione di un cereale vernino. Nell’orto si sono piantate le insalate invernali, che vanno riparate dal freddo. Livia di Cappella del Bosco, Cavour: «Non essendoci teli o altro, quando arrivava il freddo e avevi la sicoria (cicoria) già fatta, per ripararla dal freddo si faceva un solco – avevi messo la cicoria tutta vicina – si copri- va con della terra, con delle foglie, poi sopra si faceva una specie di tetto con la pianta della melia (mais), che erano state tagliate, e con cui erano stati preparati dei mazzetti. Veniva messo sopra un po’ a spiovente per riparare dalla neve». Riparare semi e germogli – oppure Foto Augusto Rivelli riparare per conservare, evitando tem- perature eccessivamente basse o sbalzi. Samuele Revel trasto ai casi di avvelenamento con i nu- «Per impedire che le rape o i porri conge- a un lato c’è il Wwf Italia che si clei antiveleno della Forestale, la gestione lino, si faceva una buca nella terra: e si è espresso con un forte «no» agli dei cani randagi, la regolazione del pascolo conservano meglio che in cantina. Nella eventuali abbattimenti controllati. brado e semi-brado e anche l’abbattimento Dall’altro ci sono le associazioni controllato. Questo piano può funzionare, sabbia si conservano le carote, ma anche DAlte Terre e Difesa Alpeggi Piemonte, che e di conseguenza anche la coesistenza fra i sedani, che bisogna bagnare e che sostengono che «gli attacchi ripetuti con- uomo e lupo, solo se tutti gli aspetti vengo- rimangono più bianchi e morbidi». tro le greggi e mandrie vanno fermati con il no applicati contemporaneamente. Questo Non solo la terra si prepara all’anno fucile». In mezzo agli estremismi un conve- deve essere chiaro a tutti». che deve venire: si riparano o appronta- gno e un piano d’azione nazionale stilato da Ma quanti sono i lupi sul nostro territo- no nuovi attrezzi, lavorando il legno di una miriade di enti e associazioni. Il Piano rio e nel vicino Cuneese? A spiegarlo è sta- sambuco, leggero e resistente. Qualcuno è stato presentato venerdì 22 gennaio a Cu- ta Francesca Marucco (Centro di ricerca e – quelli «un po’ più selvatici», come Igi- neo all’interno del convegno organizzato gestione dei grandi carnivori). «Nell’anno no di San Martino di – lavorava da «Life-WolfAlps» in cui si è parlato del appena concluso, grazie a WolfAlps sia- lupo e della sua gestione a 360 gradi. Senza mo riusciti con un’enorme mole di lavoro le pelli, le conciava e le tingeva «con la tabù e senza prendere posizioni di parte. a stabilire con una certa robustezza di dati corteccia del castagno non innestato, Luigi Boitani, uno dei massimi esperti la popolazione. Nel Cuneese ci sono 14 selvatico. Andava tolta a luna nuova, si mondiali del grande carnivoro e docente in branchi (almeno una coppia con prole) e 2 preparava un macero e vi si lasciavano Università a Roma, ha esposto i risultati del coppie; nel Torinese 7 branchi e 2 coppie; 1 dentro le pelli. Questo serviva per fare censimento del lupo sugli Appennini e an- branco e una coppia in Valle d’Aosta». E i indurire la pelle, facendo chiudere tutti che del Piano d’Azione: a questo proposito nostri cugini transalpini a che punto sono? i pori. Quindi con un coltello o una l’aspetto che ha fatto più discutere è la de- «Abbiamo monitorato 30 branchi e 12 lupi lama che non tagliava si puliva la parte roga alla conservazione (cioè l’abbattimen- solitari fra arco alpino e pianura adiacente. interna della pelle, rendendola più sot- to di lupi in casi molto particolari come L’anno scorso ci sono stati alcuni abbatti- una forte aggressività e senza superare il menti e abbiamo rallentato il tasso di cre- tile, poi si ammorbidiva fregandola con 5% della popolazione). Quello che è neces- scita» – ha spiegato Christophe Duchamp, altre pietre. Si usavano le pelli di capra o sario capire, e che è stato ribadito durante dell’Ufficio nazionale della caccia e della anche di talpa». tutta la giornata di studio, è la complessità fauna selvatica. In collaborazione con il sito della situazione e la volontà di mantenere È il momento di trovare un giusto equi- http://coltivareparole.it la biodiversità alpina, trovando i giusti spa- librio ricordando che su questa terra ognu- zi per i lupi e soprattutto per gli allevatori. no di noi, essere vivente, è ospite e non «Il Piano d’Azione è complesso e al suo padrone. Ma senza la comunicazione, il interno ci sono molti aspetti diversi fra dialogo e il confronto, difficilmente si ab- loro – ha aggiunto Boitani –, come il con- bandona «la legge del più forte».

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12 CULTURA I culti e i falò, i pranzi comunitari e la serata ricreativa. A rischio l’accensione dei fuochi a causa del perdurare della siccità. Le collette saranno destinate alle chiese valdesi nel Rio de la Plata

Gli appuntamenti per il XVII Febbraio ANGROGNA la domenicale. Altri falò alle 20 a Porte e . Il culto, presieduto dal pastore Paolo Ribet, si terrà alle 10,30 nel Martedì 16 alle 18,45 ritrovo a S. Lorenzo (Capoluogo), in piazza Mercoledì 17, alle 10 culto con Cena del Signore, e predicazione del tempio; partecipa la Corale, sarà presente un gruppo di sorelle e Roma, sotto il porticato; e vendita delle fiaccole. Alle 19 partenza past. Ruggero Marchetti che sarà con noi anche nel pomeriggio fratelli delle chiese di Susa e . Il pranzo comunitario, pre- del corteo per il falò in località Stallè, incontro con il corteo di Lu- e alle 15 parla sul tema: «Il mosaico pavimentale di Aquileia». Alle parato dalla commissione ospitalità e accoglienza, inizierà nella serna S. Giovanni e festeggiamenti con cori, vin brulé e cioccolata 12 agape fraterna (per iscrizioni tel. a Lidia Longo Gardiol, 0121- sala grande alle 12,30: prenotazioni presso la farmacia Tron entro calda. 500621, entro venerdì 12 febbraio). il15. Nel pomeriggio, alle 14.30 circa, avremo ancora l’occasione di incontrare il pastore Ribet che, coordinatore della Commissione Mercoledì 17: Alle 9,30 partenza dei due cortei da S. Lorenzo e dal Serre verso il ponte del Vëngìe e ritorno/proseguimento fino POMARETTO di studio sul tema delle famiglie, ci presenterà il documento sulle al tempio di S. Lorenzo. Alle 10 culto con predicazione a cura di Martedì 16, nel pomeriggio, appuntamento davanti al tempio alle nuove famiglie. Gabriele Bertin. Alle 12,30 agape fraterna nell’adiacente Sala unio- ore 19,30 per raggiungere con delle lanterne il falò, per il quale si prevede l’accensione per le ore 20, tempo permettendo. TORRE PELLICE nista (prenotarsi presso il pastore o gli anziani di chiesa entro il Martedì 16 febbraio: Alle 19 vendita fiaccole a cura del Gruppo Gio- 12 febbraio). Alle 14,30 conferenza di Debora Boaglio, Matteo De Mercoledì 17, i cortei partiranno alle ore 8,30 da Fleccia (Inverso vani nello spiazzo davanti alla Cappella degli Appiotti e partenza Fazio e Matteo Scali sui migranti in Italia e nelle Valli. ) e dall’Eicolo Grando (Pomaretto); ai cortei e al tempio della fiaccolata che percorrerà via Angrogna, via Matteotti, via Re- saranno presenti la Bande di e di Pomaretto. Il pubblica, via Arnaud, via Beckwith (passaggio davanti al tempio culto al tempio è previsto per le ore 10. Ospite della giornata sarà , alle 19,30 fiaccolata con partenza da piazza Caduti; alle ore 19,20 ca.) e proseguirà sino al Tempio dei Coppieri per l’accen- Martedì 16 il pastore Luca Baratto, che cura la trasmissione radiofonica Culto sione del Falò. Il Gruppo Giovani organizzar un buffet davanti alla 20, accensione del falò presso il monumento di Sibaud, con la par- Evangelico di domenica mattina su Rai Radio 1. tecipazione della Scuola domenicale. Saletta dei Coppieri e una estrazione con simpatici premi. Alle 20 La colletta, come sempre, sarà destinata alle falò nei vari quartieri, purché le condizioni meteorologiche lo per- Mercoledì 17: Alle 10,30 culto nel tempio con chiese valdesi del Rio de la Plata. mettano. S. Cena e partecipazione della Scuola dome- Sabato 20 febbraio nicale; predicazione del past. Gregorio Ple- a Guardia Piemontese (Cs) si tiene Il pranzo avrà luogo alle ore 12,30, al risto- Mercoledì 17 febbraio: Alle 9,15 corteo dal tempio dei Coppieri al scan; Alle 12,30 pranzo comunitario (biglietti una manifestazione legata al XVII rante Chiabrera. I biglietti saranno in vendita tempio del Centro. I bambini della Scuola Domenicale e i ragazzi in vendita presso la tabaccheria Gli Gnomi o Febbraio. Alle 16 culto pubblico dal 1° al 16 febbraio presso le cartolerie Bert del Precatechismo si trovano con i genitori alle 9,15 alla saletta dei al presbiterio) e incontro con Giovanni Com- presieduto dal past. Gianni Genre, e Lo Scrigno a Pomaretto. Alle 20,30 la filo- Coppieri. per poi andare in corteo al tempio del Centro. Attraver- ba, presidente della Comm. sinodale per la nella sala operaia del Municipio. drammatica presenta la commedia «Arsenico sando il ponte sul torrente Biglione, antico confine del «ghetto» diaconia. Alle 21, nella sala polivalente la Filo- Alle 17,30 presentazione del libro e i vecchi merletti»: biglietti sempre in vendita valdese, ascolteremo alcune notizie storiche. Alle 10,15 culto al drammatica presenterà la commedia brillante sulla strage dei valdesi di Calabria alla cartolibreria «Lo Scrigno». tempio del Centro, con la Corale e la predicazione del past. Fran- in piemontese Tant fracass per niente e l’atto «1561» di Claudio Ciardo, che ne di- Repliche delle recita sabato 20 alle 20,45 e do- cesco Sciotto. Al termine il precatechismo offrirà un rinfresco e unico Un problema . scute con il past. Genre. Alle 19,30 menica 21 alle 16,30. chiederà alla comunità un sostegno per il progetto di adozioni a accensione del falò nel parcheggio distanza con il Centro sociale di Ntolo (Camerun). Alle 12,30 pran- sottostante piazza della Strage e PRALI zo alla Foresteria valdese, con l’estrazione della sottoscrizione a Martedì 16 fiaccolata organizzata dal Gruppo agape fraterna a seguire. Martedì 16 partecipazione al falò, alle 20. premi organizzata dalla Società di Cucito. Durante il pranzo saluti giovani della comunità, con appuntamento alle degli ospiti e il pastore Sciotto parla sui progetti della Csd e su Mercoledì 17, corteo alle 10,15, culto con Cena Mediterranean Hope. Alle 21 al tempio incontro pubblico a tema 18,30 presso l’Asilo valdese. Partenza alle 19: del Signore e partecipazione della corale. Il lungo il percorso la comunità incontrerà quella di Angrogna e, in- sul progetto Mediterranean Hope, con canti e testimonianze e la culto sarà presieduto dal past. Fulvio Ferrario, ospite per tutta la partecipazione di Francesco Piobbichi. sieme andranno ad accendere il falò in località Stallé alle 20. giornata. Alle 12,30 pranzo comunitario nella sala comunitaria e Mercoledì 17: culto al Tempio dei Bellonatti alle 10, presieduto dal nel primo pomeriggio intervento del past. Ferrario, decano della VILLAR PELLICE pastore Jens Hansen, membro della Tavola valdese, con la par- Facoltà Valdese di Teologia, su «1517-2017. La Riforma come vo- martedì 16 alle 20,30 ritrovo alla sala polivalente per partenza tecipazione della Corale. Alle 12,30 pranzo comunitario alla Sala cazione». Per il pranzo occorre prenotarsi entro domenica 14 fiaccolata verso ponte delle Rovine. Ore 20,30 accensione dei falò Albarin (via Beckwith, 50). Prenotarsi presso l’edicola in piazza febbraio presso Orietta Rostan (0121-807771) o Tiziana Menusan nelle borgate; ore 21 accensione falò principale al ponte delle Rovi- Partigiani o all’Asilo valdese entro mercoledì 10. Dopo il pranzo, (0121807900). ne con l’intervento di Nataly Plavan e la partecipazione dei Trom- conversazione con il nostro ospite e chiusura del pomeriggio con bettieri della Val Pellice. l’estrazione della sottoscrizione a premi organizzata dall’Unione alle 10: culto al tempio con la Diacona Nataly Plavan. femminile. Alle 20,45 alla Sala Albarin, il Gruppo Teatro presenterà Sabato 13, alle 21, concerto della Corale: «Aspettando i falò». Mercoledì 17: la commedia teatrale in tre atti La locanda dei matti da una com- Alle 12,30 pranzo comunitario a cura del comitato accoglienza (bi- Martedì 16: Alle 20, accensione dei falò e fiaccolata a partire dal glietti presso il Boulanger, panetteria Gonnet e tabaccheria Mar- media di Eduardo Scarpetta. Replica sabato 20 febbraio, sempre Roc verso S. Bartolomeo, passando per il Collaretto. alle 20,45 alla Sala Albarin. Ingresso libero. letto) alla sala polivalente. Alle 21 alla sala polivalente grande spet- Mercoledì 17: Alle 10 culto con Santa Cena e partecipazione della tacolo: «Zibaldone a sorpresa con canti, recite, cabaret ecc. ecc». Corale e della Scuola domenicale e Precatechismo. Alle 12,30 pran- MASSELLO : Martedì 16: fiaccolata con i bambini della Scuola Martedì 16: in caso di condizioni meteo favorevoli, accensione del zo comunitario nella sala del teatro. domenicale (ritrovo al Convitto alle 19,15, partenza alle 19,30, arri- falò al tempio, alle ore 20. RORÀ vo al Tempio di Borgo Soullier e accensione del falò alle 20. Seguirà Mercoledì 17 alla Sala del Reynaud, la comunità si ritroverà per il Martedì 16 alle 20,30 ritrovo al tempio e partenza per la fiaccolata un momento conviviale con cioccolata calda, dolci e vin brulé. culto del XVII., alle ore 10,30. Dopo il culto, presieduto dal pastore che va verso il falò (sotto il campo sportivo); alle 21 accensione Mercoledì 17: corteo in costume valdese; partenza dal Convitto Mauro Pons, si svolgerà il consueto pranzo comunitario. del falò con la corale. Segue un tempo insieme attorno a dolci e alle 9,30 verso il Tempio; culto con Santa Cena alle 10; pranzo co- bevande calde. munitario al Convitto, alle 12,30 (prenotarsi entro il 12 febbraio, tel. PERRERO-MANIGLIA a Enrica Gardiol: 0121-514505 o 338-5326535. martedì 16, alle ore 20 si procederà all’accensione del falò. La se- Mercoledì 17: ospiti della giornata il pastore Franco Tagliero e il fra- rata si concluderà presso i locali comunitari del Presbiterio della tello Berthin Nzonza, mediatore culturale e membro della chiesa valdese di Torino. Alle 10 culto con cena del Signore e predicazione VILLASECCA Chiesa Valdese. mercoledì 17: la partenza del corteo è fissata alle ore 9,30, dal tem- del past. Tagliero. Alle 12,30 circa, pranzo comunitario nella sala Mercoledì 17: alle ore 10 al tempio di Perrero, si svolgerà il culto pio di Chiotti. Alle 10, al Tempio di Villasecca si svolgerà il tradizio- delle attività; breve conversazione su Essere chiesa insieme con gli nale culto del XVII. Il culto sarà presieduto dal Moderatore della presieduto dal pastore Stefano D’Amore. Al culto parteciperà la ospiti. Al termine estrazione della lotteria. Corale. Alle ore 12,30 agape fraterna al «Palazzetto». Alle ore 17 Tavola Valdese, pastore Eugenio Bernardini. nel tempio di Perrero, concerto di canti con la partecipazione dei SAN SECONDO bambini e delle bambine della Scuola Domenicale, della Corale e Martedì 16: Alle 19,15 ritrovo nel cortile del tempio per partecipare Un saluto dal Rio de la Plata del pastore Stefano D’Amore. alla fiaccolata. Si invita a portare una torcia elettrica ognuno. Il falò Da due anni ormai svolgo il mio servizio pastorale presso le chiese valdesi di Bahía Blanca e Laprida, nel Sud argentino. Per quanto riguarda il costo dell’agape comunitaria, esso è stato sarà acceso alle ore 20,00 alla Lombarda, con un piccolo rinfresco e si canteranno alcuni inni. Molte, come potrete immaginare, sono le scoperte che quest’e- fissato a 23 euro. Le iscrizioni per la Chiesa di Perrero-Maniglia sperienza mi ha sinora consentito di svolgere: e per ciascuna saranno raccolte esclusivamente da Laura Ghigo (339-8232758) e Mercoledì 17: Culto con Santa Cena e la partecipazione della Cora- di esse sono grato al Dio della vita, così come ai due rami della da Fiorenza Quattrini, mentre quelle della Chiesa di Villasecca da le; la liturgia sarà presieduta dal past. Pasquet. Ospite sarà la past. nostra unica chiesa che mi hanno accompagnato in questo iti- Lisa Peyronel e da Mara Ghigo, (338-1697403) entro e non oltre il Maria Bonafede, che terrà la predicazione al culto e ci rivolgerà un nerario, incoraggiandolo e sostenendolo. lunedì 15. saluto durante il pranzo parlando della sua esperienza nel gruppo Naturalmente non mancano le difficoltà di adattamento, per lo che si occupa di Mediterranean Hope a Lampedusa. più legate alla ancor scarsa conoscenza del contesto nel quale PRAMOLLO sono chiamato a predicare e per ciò stesso ad agire: ma consi- Martedì 16: alle 20: fiaccolate dalle borgate e accensione del falò al Sabato 20: Alle 20,45 la Filodrammatica presenta nella sala delle Chatel. A seguire un momento di fraternità al Presbiterio. attività «Il temp(i)o della libertà», testo ispirato a vicende storiche dero un bene l’aver appreso, sia pur parzialmente, a mettere in delle chiese delle Valli tra fine ‘700 e 1848, scritto dal past. Pa- questione i paradigmi che caratterizzano la mia appartenenza Mercoledì 17: Alle 10 corteo al Chatel (tempo permettendo) e culto squet. Lo spettacolo sarà replicato sabato 27 febbraio. Prenotarsi, culturale per andare incontro alla novità che invita al cambia- di Santa Cena con partecipazione della corale. Presiede il past. An- anche telefonicamente, presso Enzo Avondetto (0121-500282) o mento ed alla ridefinizione costante. tonio Lesignoli. Alle 12,30 pranzo al Campanile – prenotarsi presso Ernesto Asvisio (0121-500238). Vi penso con affetto attraverso il ricordo vivo di chi ha lotta- il pastore, (0121-58614) o Rina Ferrero (0121-582951) entro il 14 to per il riconoscimento di diritti che, su ambedue le sponde febbraio. Nel primo pomeriggio il pastore Lesignoli sarà nostro dell’oceano che ci divide, molte donne e molti uomini attendo- ospite per una conversazione pomeridiana. A seguire estrazione a Martedì 16: accensione dei falò alle ore 20 al suono della campa- no ancora di vedere tutelati: promuoverli è parte integrante premi. Alle 20,30 la Filodrammatica presenta la commedia brillan- na; la Corale sarà presente al falò del centro presso la «Casa degli dell’annuncio di un evangelo che mette al centro la dignità e la te Con tutto il bene che ti voglio (replica sabato 20 febbraio). Alpini». Mercoledì 17: il corteo partirà alle 9 davanti al tempio e, pienezza della vita umana. accompagnato dalla Banda Municipale, si recherà all’Asilo dei Vec- PINEROLO chi, dove ci sarà un momento di musica e canti a cura della Banda Alessandro Esposito Martedì 16: Alle 21 falò alla Gioietta con partecipazione della Scuo- e della Corale.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13 CULTURA La vicinanza tra il locale di culto e il cimitero ha una precisa ragione. I piccoli cimiteri valdesi erano anche legati alle persecuzioni e alla limitazione dei diritti della minoranza religiosa

La comunità dei vivi e dei morti

Marco Rostan hanno sempre avuto un carattere privato uando mi recai a disegnare il tem- con una cerimonia molto semplice pre- Una «perversa» comunicazione pio di Roccapiatta, non ebbi alcun sieduta dall’anziano direttamente nel ci- fra due computer ha mutilato del- dubbio sul punto di vista da cui mitero. La bara non era portata in chiesa la sua parte iniziale il testo della farlo: non solo perché il sentiero (perché nella teologia riformata non sono rubrica di Marco Rostan pubblicata Qdi accesso scende dall’alto, ma perché il previste funzioni religiose, messe o bene- sul numero di gennaio. Riprendia- piccolo cimitero situato vicino alla parete dizioni per i defunti): il corteo per recar- mo qui una prima parte generale posteriore del tempio è di grande bellezza si al cimitero doveva passare davanti al relativa alla disposizione dei banchi nella sua semplicità e nel rendere evidente tempio senza fermarsi. L’uso del tempio, nei templi delle valli valdesi. la comunità dei vivi e dei morti. Roccapiat- recente nelle chiese valdesi, fu determina- ta non è l’unico tempio a cui il cimitero sia to anche da questioni pratiche; sempre a contiguo: questo avviene a Angrogna – S. Massello il primo funerale nel tempio si La posizione dei banchi, del pulpito, e al- Lorenzo, a Massello, ed era così, antica- svolse nel 1930, quando una impressio- tri aspetti che riguardano l’interno di un mente, a Villar Pellice. Nel medioevo que- nante nevicata a febbraio ritardò di una tempio valdese esprimono una teologia, una visione della chiesa, della liturgia, del sta vicinanza era abituale; con gli editti del settimana la sepoltura, rendendo impos- culto, della Santa Cena… Attualmente, 1618 e 1620, da parte di Carlo Emanuele I fu sibile la consueta liturgia al cimitero per il nella quasi totalità dei templi alle Valli, vi imposto ai valdesi di non seppellire i loro cumulo di neve! è una corsia centrale che parte della por- morti nei cimiteri che ospitavano cattolici ta d’ingresso, con ai lati due file di banchi paralleli; in fondo, al centro vi è il tavolo con la Bibbia aperta e, dietro, il pulpito; a volte ci sono corsie e banchi laterali o intorno al pulpito (riservati al Concistoro o persone «autorevoli», come succede per i componenti della Tavola valdese e gli ex-moderatori nel culto inaugurale del Sinodo a Torre Pellice). Oggi ci si siede dove si vuole, ma fino alla Rivoluzione francese vi erano i «banchi di famiglia» contrassegnati dalle iniziali e dalla data: ma così si dava luogo a una inevitabile gerarchia sociale e a infinite baruffe per il diritto di mettere il proprio banco il più vicino possibile al predicato- re (questo mi fa sorridere perché penso che oggi avviene il contrario, ci si siede indietro e spesso nei primi banchi ci sono dei grandi vuoti). Soltanto nel 1801, su proposta del «cittadino Geymet» il Sinodo decide che «ogni individuo abbia il diritto di mettersi a sedere nel tempio dove vuole» (fino a una certa epoca in molte chiese c’era anche l’abitudine di sedersi le donne a sinistra e gli uomini a destra entrando). e fu vietato anche di costruire un muro di Nella foto qui sopra il cimitero della chiesa di cinta, cosa che venne poi concessa in epo- Massello (foto P. Romeo). In basso: Roccapiatta (disegno M. Rostan) e il cimitero di Angrogna S. Con questa puntata termina la ru- ca napoleonica. Nel cimitero intorno alla Lorenzo (foto Riforma) brica dedicata ai templi delle Valli chiesa di San Martino, la più antica del- valdesi e pubblicata tutti mesi a la valle omonima (oggi Val Germanasca), partire da dicembre 2014. menzionata già in un documento del 1064, era obbligo per tutti gli abitanti della val- le di seppellire i morti. Visitando i ruderi di S. Martino, ancora oggi si può vedere il muro che separa i due «reparti»: i valdesi sono sepolti con il capo rivolto a Oriente, i cattolici a Occidente. Quando la neve impediva il trasporto dalle zone più lontane, i cadaveri venivano appesi ai fienili e ivi conservati anche per giorni, in attesa del bel tempo e della prati- cabilità delle mulattiere. Su un sentiero che porta a Bovile ancora oggi si può vedere la pietra su cui veniva appoggiata la bara per far riposare le spalle o darsi il turno fra portatori. Fino al secolo XIX i funerali valdesi

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 14 CULTURA Mentre in val Pellice si infittiscono gli incontri per cercare di ricuperare una sala per proiezioni pubbliche, proseguono le rassegne ospitate da tre strutture della Diaconia valdese

Altro cinema a Luserna San Giovanni e San Germano Daniela Grill Venerdì 19 febbraio L’ultimo lupo, ambientato in iprende con il mese di febbraio la rassegna di Mongolia, è la storia di due studenti che vengono man- cinema invernale proposta dalla Csd – Dia- dati in questa zona remota per alfabetizzare la popola- ABITARE I SECOLI conia valdese che coinvolge tre strutture: il zione locale, che si dedica alla pastorizia e deve quin- rifugio Re Carlo Alberto e Villa Olanda di di confrontarsi quotidianamente con la presenza del Exsurge Domine RLuserna San Giovanni e la Crumière di Villar Pelli- lupo. Venerdì 26 febbraio la proiezione di Taxi Teheran ce: proiezioni di film che uniscono il dilettevole alla sarà invece preceduta da un’ottima cena iraniana. Piercarlo Pazè discussione attorno a tematiche sociali e attuali La proiezione di domenica 28, alle 16,30 a Villa l 16 novembre 1487 il Il calendario degli appuntamenti prevede l’inizio Olanda in via Fuhrmann a Luserna San Giovanni, commissario apostolico Al- delle proiezioni per i primi quattro venerdì di febbra- inaugurerà invece il ciclo dedicato ai più piccini, con il Iberto de’ Capitani proclamò io, sempre alle 21 al Rifugio Re Carlo Alberto in loca- film francese del 2013 Le vacanze del piccolo Nicolas. la crociata contro i valdesi della Val Prage- lità Musset 1 a Luserna San Giovanni. La rassegna riprende a marzo, venerdì 4 marzo, al lato che avevano rifiutato di sottomettersi. Il primo film sarà È arrivata mia figlia, produzione rifugio Re Carlo Alberto, con Pitza e datteri ambien- Egli indisse la repressione armata procla- brasiliana, a cui seguirà venerdì 12 Non essere catti- tato a Venezia e domenica 6 marzo, alle 16,30 a Villa mando il versetto biblico «exsurge Domi- vo, lungometraggio italiano che racconta una storia di Olanda, con La profezia delle ranocchie. criminalità nella periferia romana. Maggiori informazioni sul sito www.xsone.org ne» (salmo 7, 3), «sorgi Signore, nella tua ira, alzati contro la furia dei miei avver- sari, svegliati, mio Dio, emetti un giudi- zio». Trentatré anni dopo il papa Leone X nella bolla di scomunica di Lutero chiamò Anudo: nascenti astri elettronici cuneesi in soccorso il Signore contro il frate ribelle e i suoi aderenti ancora con una preghiera Denis Caffarel contaminata dalla forma canzo- solo da club e «riempipista», ma (salmo 74, 22) che cominciava con «ex- fficialmente gliAnudo ne appartenente al rock e all’im- anche da ascolto consapevole, surge Domine», «sorgi Signore, difendi la nascono a Cuneo nel 2014 pronta pop tipica dei motivi (tu- complice la raffinata capacità di dall’unione dei talenti di nes) che meglio si agganciano snodarsi agilmente tra arrangia- mia causa, ricordati degli improperi che lo Giacomo Oro, Federico alla memoria. Sfruttando tutti gli menti di ogni natura. stolto ti fa tutto il giorno». UChiapello e Daniele Sciolla, tre aromi possibili di questi ingre- In entrambi i casi le invocazioni alla musicisti e produttori provenienti dienti, il terzetto confeziona ma- salvezza del giusto contenute nei salmi da ambiti molto diversi, che dopo nicaretti apparentemente dance, sono state manipolate in incitamenti alla aver navigato tra rock, pop e clas- ma che evolvono e for- violenza contro la dissidenza religiosa sica, sono approdati a un progetto ma, mostrando come sotto una (valdesi e poi luterani) e la preghiera elettronico nuovo, poliedrico, spe- glassa luccicante si nascondano biblica ha avuto un uso politico per su- rimentale, ricco di ispirazioni ed atmosfere molto diverse, anche scitare criminali illusioni di fare giustizia estremamente coinvolgente, che più cupe e meno pulite di un suo- ha già attirato l’attenzione degli no prettamente sintetico. contro i nemici di Dio. A questa distorsio- addetti ai lavori. Forti dell’approvazione del pub- ne orrenda della Bibbia e della preghiera Con Just prima e Fools ora, gli blico tedesco e francese, gli Anu- hanno fatto seguito le guerre di religione Anudo mostrano una ispirazio- do sono già stati identificati come che hanno insanguinato l’Europa. ne sì elettronica, ma fortemente i nuovi talenti dell’elettronica non La lezione non è stata imparata. A cento anni di distanza dalla prima Guerra mondiale, ricordiamo che per quella guerra tutte le Chiese hanno arruolato Dio, benedetto gli eserciti contrapposti e fornito ai nazionalismi il bagaglio delle invocazioni religiose. Po- che le eccezioni: il papa Benedetto XV che ha definito la guerra una inutile strage Appuntamenti di febbraio e il grande teologo protestante Karl Barth che già nel 1914, prendendo le distanze dai suoi maestri che avevano dichiara- Cineforum a Pomaretto dall’animazione giovanile del distretto Sappé, accompagnamento musicale al to il sostegno alla guerra, registrava il L’Associazione Amici della Scuola latina delle chiese valdesi, dedicati ai giovani semitoun di Marco Rovara e l’assistenza fallimento del cristianesimo o «almeno organizza un ciclo di appuntamenti dai 18 anni in su. Dalle ore 18,30 alle tecnica di Erica Malan. Alle ore 21 al di cineforum, con la proiezione di una 20,30 nei locali del tempio in via dei Teatro del Forte. delle Chiese cristiane» chiedendosi «Dov’è serie di film, alle 20,30 nella sede della Mille. rimasta la forza dell’evangelo?». Scuola latina in via Balziglia a Poma- Bibbia e umorismo Il Gruppo giovani della chiesa valdese retto. Prima serata mercoledì 10 con Foemina Fluens a Torre Pellice A Torre Pellice, sabato 27 febbraio, per di Torre Pellice organizza e propone un il film «Pride», a cui seguirà mercoledì ABITARE I SECOLI la manifestazione «Foemina fluens» ciclo di Cineforum sul tema «Bibbia e 24 febbraio il film «Il sale della terra» di Pagine di storia nelle valli valdesi promossa dall’Amministrazione co- umorismo». Venerdì 5 febbraio verrà e nel Pinerolese Wim Wenders. munale e dal circolo Fa+, è prevista proiettato il film «Brian di Nazareth» *Piercarlo Pazé Aperitivi tematici a Pinerolo la rappresentazione dello spettacolo alle 17,30 alla casa unionista di via magistrato, è fra gli organizzatori Terzo appuntamento venerdì 19 febbra- «Bianca, una donna valdese nella Resi- Beckwith. dei Convegni storici estivi presso il lago io con gli Aperitivi tematici organizzati stenza», con Maura Bertin, Jean-Louis del Laux in alta val Chisone l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 14 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 15 ULTIMA In mancanza di neve, torniamo indietro al 2001, quando una vera tempesta investì il Piemonte occidentale. Intanto si coltivano fiori nello spazio, ma le distanze rimangono sempre grandi

Il «blizzard di Santa Lucia» n una stagione invernale quasi sperare che la goccia fredda, una volta puzzle è la necessaria formazione di totalmente priva di eventi nevosi ci scesa fin sulla penisola balcanica si muo- un minimo di bassa pressione tra il Golfo troviamo obbligati a viaggiare indie- va con moto retrogrado da Est verso Ovest Ligure e la Francia, che richiamerebbe aria tro nei ricordi per rivedere qualche (tendenzialmente la circolazione è oppo- più umida dal mare lasciandola interagire scenario innevato. L’episodio che sta). Questo secondo tassello però non è con l’ingresso di aria gelida da Est. Il puz- vogliamo raccontarvi in questa edizione ancora sufficiente a garantire quel genere zle per la bufera di neve ora è completo, Irisale al 13 Dicembre 2001, il famoso (tra di evento, al momento infatti avremmo a non serve altro che tornare indietro di 15 gli appassionati soprattutto) «Blizzard di che fare solo con forti e gelidi venti di bora anni con la memoria e rivivere ogni istan- Santa Lucia». e al più qualche fiocchetto sparso. te di una delle nevicate più emozionanti e Determinato da una delle configu- L’ultimo tassello a completamento del particolari per il Piemonte occidentale! razioni meteorologiche più difficili da ottenere, fu caratterizzato da forte vento e una copiosa nevicata con temperature di alcuni gradi sotto lo zero. Il risultato, la mattina seguente, furono circa 25 cm di neve farinosa e temperature prossime ai -10 °C. Come si realizzò? Come già accennato, la configurazione necessaria a questo genere di eventi è una delle più complesse, perché tanti, troppi, tasselli del puzzle devono incastrarsi correttamente. Innanzi tutto è necessaria una goccia fredda in discesa direttamente dalle latitudini polari (la zona colorata in verde che arriva fin sull’Italia) e questo può essere garantito solo da una forte elevazione anticiclonica tra l’Atlantico e la penisola scandinava (o anche più a Nord se possibile). Certificato questo primo tassello, si deve www.wetterzentrale.de Che cosa sono le nuvole?/I fiori nello spazio

Nel cortometraggio Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini (1967), Totò e Ninetto Davoli, due marionette gettate via dal teatrino dove lavoravano, Daniele Gardiol to spaziale si poteva tro- problemi da superare mi distesi in una discarica guardano in alto. A Ninetto che chiede che cosa siano da poco sbocciato vare Lattuga romana ros- sembrano insormontabi- quelle cose lassù nel cielo, Totò risponde: «le nuvole… ah, straziante, meravi- un fiore di zynnia. sa (Lactuca sativa L. var. li. È pur vero che siamo gliosa bellezza del creato». Due firme diverse si alternano da un mese all’altro Sai che notizia, mi longifolia), cresciuta alla già andati sulla Luna, in questa pagina per guardare con rinnovato stupore ciò che ci circonda. direte voi, va be’ luce artificiale dei Led cosa apparentemente in- Èche questo inverno è che consentono di ri- credibile per l’uomo non particolarmente mite... sparmiare il 60% di ener- tecnologico. il fatto è che questa zyn- gia rispetto ai sistemi Senza scomodare i ca- nia è fiorita nello spazio, tradizionali usati a Terra. vernicoli primitivi, ho sulla Stazione spaziale Lattuga dal sapore otti- sentito io verso la metà internazionale in orbita mo secondo l’equipaggio degli anni settanta Barba a circa 400 chilometri che l’ha assaggiata (sai Vich di Cirizìe (borga- sopra le nostre teste. Un com’è, quando l’alterna- ta nell’indritto di Torre bel fiore giallo-arancio, tiva è il cibo liofilizza- Pellice) dire in patouà: potete trovare le foto su to...). «Aaah, dicono che sono Internet. Desiderio di L’obiettivo insomma è andati sulla luna, ma rallegrare un ambiente riuscire a produrre cibo non so se devo crederci. francamente un po’ alie- per gli astronauti di una Quando ero pastore al nante? Forse anche. Ma missione spaziale verso Barbara, salendo vedevo si tratta di una varietà pianeti lontani. Prima la luna lì sul Col Barant, commestibile, e fa parte tappa Marte, tra venti o sembrava di poterla toc- degli esperimenti di col- trent’anni (dicono). Io ci care, ma quando arrivavo tivazione in microgravi- credo poco, si può soste- lassù, la luna i èra ëncà tà che vengono portati nere che nel linguaggio pi leunh!» (si rivelava an- avanti da qualche tempo. dei fiori la zynnia simbo- cor più lontana). Pare che Già l’anno scorso nell’or- leggi la semplicità, ma i ora tocchi ai pomodori.

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