ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA!

PIETRO ZANDIGIACOMO

Premessa a cavallo dell’ultimo conflitto mondiale, ha entusia- smato tutti gli sportivi locali delle due ruote, e non L’aria fine e pulita, nonché gli splendidi percorsi a solo, con le sue memorabili imprese. Ora poche per- saliscendi sulle colline della cinta morenica, adat- sone si rammentano di questo personaggio e anche ti agli allenamenti dei ciclisti, hanno fatto di Marti- i miei giovani compaesani in gran parte non lo co- gnacco e dintorni una culla degli sportivi delle due noscono, salvo, forse, per il nome della strada che ruote. Non a caso nel 1963 è nata la Libertas Cere- dalla piazza di Torreano, con la chiesa di Sant’Anto- setto che ha prodotto (e continua a sfornare) mol- nio, porta in salita a Santa Margherita, sbucando nei ti giovani campioni emuli di Coppi, Bartali e più pressi della vecchia scuola elementare ora ristruttu- recentemente di Daniele Pontoni di Variano. Ma i rata, ma con altra destinazione d’uso. Con questa giovani campioni di Ceresetto non sono certamen- nota intendo riproporre all’attenzione di qualche te al corrente di due sportivi che hanno dato lustro benevolo lettore alcuni scorci della carriera del No- al proprio paese natio. stro, aiutato dai ricordi di alcuni amici compaesa- Il primo è Severino Virgili, nato a Martignacco il 31 ni che lo hanno conosciuto e applaudito per le sue ottobre 1912. Emigrato giovanissimo in Francia, il 23 straordinarie gesta sportive. febbraio 1933 prende la cittadinanza francese con il nome di Sèverin Vergili. Già nello stesso anno inizia a correre oltralpe come dilettante, nel 1935 viene de- Cenni biografici finito amateur, nel 1936 è professionista prima con la “Génial Lucifer - Hutchinson” e poi nello stesso anno Oreste Conte nacque il 19 luglio 1919 a Torreano con la “Thomann - Dunlop”. Conclude la sua carriera di Martignacco2 da una modesta famiglia di agricol- professionistica nel 1949 con la “Vanoli - Dunlop”1. tori (al jere di famee contadine), originaria del pae- Il secondo (del quale parleremo invece più diffusa- se, che abitava in una piccola casa in via Plaino. Il mente) è il torreanese doc Oreste Conte che, sempre padre Vincenzo (Visèns) lavorava come giardiniere

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 547 su dîs)4. Spesso si allenava con altri friulani, un cer- to Cossio (“passista”) e un certo Beltrame (“velo- cista”) entrambi di Udine (fecero solo una carrie- ra da dilettanti), un certo Zuliani di Bressa di Cam- poformido (“buon passista”)5 e il noto Egidio Feru- glio di Feletto Umberto (“grande passista”)6. Ore- ste partecipò più volte alla gara ciclistica per dilet- tanti che annualmente veniva organizzata in occa- sione della tradizionale sagra agostana di Sant’An- tonio a Torreano7. Per poter continuare con successo il brillante per- corso sportivo intrapreso, si trasferì a Milano (cit- tà della “” e della “”) presso una so- rella. Al culmine della carriera dilettantistica si ag- giudicò nel 1939 e nel 1941 la Coppa San Geo, la classica corsa che ancor oggi si svolge nel Brescia- no; è l’unico ciclista che è riuscito a vincere per più di una volta questa gara, che ha laureato campio- ni del calibro di Alfredo Bovet (nel 1931), (1961), Franco Cribiori (1962) e Roberto Pagnin (1984).

Sprint vincente di Oreste Conte, in maglia Benotto, Nel corso della seconda guerra mondiale dovette ri- all’arrivo della tappa Firenze-Rovigo del Giro d’Italia 1946. durre per forza di cose la propria attività sportiva; i tempi erano duri per tutti; i tubulari si trovavano presso i Conti di Prampero (al faseve il gjardinîr lì solo al mercato nero8. Per “meriti sportivi” non pre- dai Prampars)3; la madre Anna accudiva i ben nove se parte al conflitto. Nel 1944 si aggiudicò la Coppa figli (fra maschi e femmine). La famiglia, pur non Bernocchi, una delle poche corse in linea disputate. avendo campi in proprietà, riusciva a mantenere una Nel dopoguerra riprese l’attività ciclistica alla grande, vacca nella stalla con l’erba e il fieno ricavato dallo entrando a far parte di importanti compagini spor- sfalcio di fossâi e rivâi. tive e vincendo numerose corse ciclistiche. Secon- Oreste, di indole assai sportiva, fin da giovane si de- do una accreditata biografia, fu professionista dal dicò con passione al pallone e alla bicicletta. Fra gli 1942 al 19549. Sposatosi, andò a vivere a Bergamo. allievi e poi fra i dilettanti delle due ruote iniziò su- Alto (circa 185 cm), slanciato (pesava circa 80 kg), bito a vincere gare su gare (a jerin sôs siet-vot garis con capelli ondulati scuri tenuti piuttosto lunghi,

548 PIETRO ZANDIGIACOMO possedeva potenza e velocità, e pertanto era un ot- l’elvetico e molti altri. Ma non era il timo sprinter molto temuto dai grandi velocisti del solo friulano nel circuito nazionale dei professioni- tempo, quali con il quale più volte in- sti, perché assieme al Nostro, fino a metà degli an- gaggiò duelli entusiasmanti. Per l’altezza e l’elegan- ni ’50, ritroviamo il già citato Egidio Feruglio di Fe- za, sia come persona che come corridore, fu un ido- letto Umberto, i fratelli Romano e Bruno Pontisso lo del pubblico femminile10. di Basiliano, Angelo Degano di Attimis, Nemorino Nel dopoguerra Oreste Conte gareggiò assieme a fa- Sclauzero di Santa Maria la Longa, Giuseppe Doni mosi personaggi che hanno fatto la storia del cicli- di Vigonza (ma friulano di adozione), Aldo Zuliani smo: , detto il “Campionissimo”, Gi- di Campoformido, Silvano Petrei di Cavalicco, non- no Bartali, detto il “Ginettaccio”, , ché i triestini Giordano Cottur (detto “L’eterno ter- zo”), Guido De Santi e Boris Zollia11. Pochi anni dopo aver concluso la carriera sportiva, il 7 ottobre 1956 a Bergamo, la città in cui viveva con la famiglia, si concluse tragicamente la vita ter- rena del Nostro, costellata da vari successi sportivi in Italia e all’estero. Aveva solo 37 anni. Della stessa famiglia Conte alcuni a Torreano ricor- dano ancora Attilio (Tilio), che aveva una piccola of- ficina di meccanico di biciclette, ove erano esposti anche alcuni “cimeli” del fratello Oreste; i giovani passavano ad ammirare, senza però poter compra- re, qualche splendida “Bianchi” (usata) in bella mo- stra. La bottega di Tilio era frequentata dai giovani torreanesi, che animatamente si scambiavano le im- pressioni sui fatti sportivi del momento12.

Le squadre

Oreste Conte fu ingaggiato da squadre molto quo- tate, quali la Benotto, ove militava , la Bianchi, in cui primeggiava un indimenticato Fau- Vittorioso arrivo di Oreste Conte, in maglia Benotto, sto Coppi, e la a fianco di Giovanni Pina- nella tappa Foggia-Pescara del Giro d’Italia 1947. rello, la popolare “maglia nera” trevigiana (tab. 1).

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 549 Tab. 1. I gruppi sportivi e i compagni di squadra di Oreste Conte (rielaborazione da diverse fonti, talora contrastanti).

anno gruppo sportivo componenti della squadra Osvaldo Bailo, , , Oreste Conte, Giovanni 1942 Viscontea Corrieri, Giordano Cottur, Augusto Introzzi, Enrico Mollo, Pietro Rimoldi Sport Club Genova 1913 1943 Oreste Conte (altri non noti) (di Milano) 1944 Benotto - US Azzini Giulio Bresci, Cino , Oreste Conte Benotto Enea Antolini, Giulio Bresci, Oreste Conte, Enzo Coppini, Antonio Co- 1945 (poi Ricci) volo, Mario Fazio, Sergio Maggini, Ennio Nardini, Vito Ortelli Enea Antolini, Oreste Conte, Guido Lelli, Luciano Maggini, Sergio Mag- 1946 Benotto - Superga gini, Enrico Mollo, Vito Ortelli, Alfredo Pasotti, Giuseppe Ausenda, Serafino Biagioni, Elio Busancano, Fermo Camellini, Giorgio Cargioli, Robert Charpentier, Oreste Conte, Umberto Drei, Lu- 1947 Benotto - Superga ciano Maggini, Sergio Maggini, Ettore Milano, Vito Ortelli, Alfredo Pa- sotti, Aldo Ronconi, Lores Zanotti Giovanni Ciusani, Oreste Conte, Fausto Angelo Coppi, Serse Coppi, Fio- 1948 Bianchi renzo Crippa, Prosper Depredomme, Augusto Introzzi, Désiré Keteleer, Bruno Pasquini, Aldo Ronconi, Andrea Carrea, Oreste Conte, Fausto Angelo Coppi, Serse Coppi, Fioren- 1949 Bianchi - Ursus zo Crippa, Prosper Depredomme, , Désiré Keteleer, Et- tore Milano, Bruno Pasquini Andrea Carrea, Oreste Conte, Fausto Angelo Coppi, Serse Coppi, Fioren- 1950 Bianchi - Ursus zo Crippa, Désiré Keteleer, Ettore Milano, Donato Piazza Andrea Carrea, Oreste Conte, Fausto Angelo Coppi, Serse Coppi, Fioren- 1951 Bianchi - zo Crippa, Valeriano Falsini, Angelo Fumagalli, Stefano Gaggero, Désiré Keteleer, Ettore Milano, , Donato Piazza, Claudio Ricci Pierre Barbotin, Annibale Brasola, Elio Brasola, Oreste Conte, Mario Fa- 1952 Bottecchia - Ursus (poi Rapier) zio, Pasquale Fornara, Cesare Olmi, (Giovanni ), Giovanni Ro- ma, Giacomo Zampieri Serge Blusson, Jean Bobet, Oreste Conte, Charles Coste, Franco Fran- 1953 Bottecchia chi, Antonio Medri, Edouard Muller, Cesare Olmi, Giovanni Pinarello, Giovanni Roma, Sergio Vitali, Aldo Zuliani Roger Chupin, Oreste Conte, Guido De Santi, Pasquale Fornara, Fran- 1954 Bottecchia - Ursus co Franchi, Pietro Giudici, Antonio Medri, Edouard Muller, Cesare Olmi, Giovanni Roma, Walter Serena, Antonio Uliana

Probabilmente fu “capitano” della Bottecchia nel 1952 re adatte ai velocisti era comunque “libero di giocar- al Giro d’Italia, tuttavia negli altri gruppi sportivi non si le sue carte negli arrivi in volata”, sia nelle corse a fu mai considerato un “gregario”, in quanto nelle ga- tappe che in quelle in linea di un giorno.

550 PIETRO ZANDIGIACOMO Le vittorie al Giro d’Italia Nella graduatoria dei plurivittoriosi al Giro d’Italia, il Nostro, piazzato al 21° posto, certamente non sfigu- Negli anni 1946-’53 fu uno dei protagonisti indiscussi ra. Con 42 vittorie di tappa troviamo in testa Mario del Giro d’Italia, andando a vincere ben 13 tappe (tab. Cipollini (detto “SuperMario” o “Re Leone”) seguito 2). Nel complesso partecipò a nove edizioni consecu- da (41 vittorie); 31 e 30 vittorie sono tive della manifestazione, dal 1946 al 1954. ad appannaggio rispettivamente di e

Tab. 2. Le vittorie di tappa di Oreste Conte in diverse edizioni del Giro d’Italia.

n° edizione anno n° tappa percorso (partenza-arrivo) 29a 1946 11a Firenze-Rovigo 29a 1946 16a Trento-Verona (1° frazione) 29a 1946 17a Mantova-Milano (vittoria a tavolino dopo la squalifica di Fausto Coppi) 30a 1947 7a Perugia-Roma 30a 1947 11a Foggia-Pescara 31a 1948 12a Perugia-Firenze 31a 1948 14a Bologna-Udine 32a 1949 12a Bolzano-Modena 32a 1949 16a Sanremo-Cuneo 33a 1950 1a Milano-Salsomaggiore (maglia rosa) 33a 1950 18a Napoli-Roma (ultima tappa; anno del Giubileo 35a 1952 12a Bolzano-Bergamo 36a 1953 13a Genova-Bordighera

Particolarmente significative furono le vittorie di tap- ; seguono gli altri, fra i quali Ed- pa a Udine nel Giro del 1948 (vedi oltre) e a Berga- dy Mercks (25), (23), Fausto Coppi mo, città di residenza, nel Giro del 195213. (22), (21), e Adolfo Leoni Avendo vinto allo sprint la prima tappa del Giro del (17 ciascuno). Oreste Conte con 13 vittorie è piazzato 1950 con arrivo a Salsomaggiore, davanti al compa- a pari merito con , e gno di squadra, il belga Désiré Keteeler e a Olimpio , e precede altri famosi corridori come Bizzi, rivestì per un giorno anche la prestigiosa “ma- Vittorio Adorni e (entrambi con 11). glia rosa”. Nello stesso Giro vinse anche l’ultima tap- I migliori piazzamenti in classifica finale del Giro pa, con arrivo a Roma14. d’Italia avvennero nel 1946 e nel 1953, quando giun-

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 551 Primo piano di Oreste Conte (al centro), in maglia Benotto, nel corso di una gara (periodo 1944-1947).

Oreste Conte, in maglia Bianchi, si disseta dopo l’arrivo alla tappa Viareggio- Siena del Giro d’Italia 1948, nella quale si classificò al secondo posto (primo, Adolfo Leoni).

552 PIETRO ZANDIGIACOMO se rispettivamente al 25° posto (per la cronaca il Gi- gio-Siena) della 31a edizione del 1948, dietro al soli- ro fu vinto da Gino Bartali) e al 31° (il Giro fu vinto to Adolfo Leoni15. da Fausto Coppi). Un altro importante piazzamento fu il 3° posto all’e- dizione del 1950 della classica Milano-Sanremo, al- lora vinta da Gino Bartali, seguito da Nedo Logli16. Altre vittorie e piazzamenti Si racconta che Oreste Conte, ormai sicuro di vin- cere nel volatone finale, per aver superato Rik Van Oltre alle 13 vittorie di tappa al Giro d’Italia, il pal- Steenbergen, uno dei favoriti, si sia distratto un at- marès di Oreste Conte annovera un’altra decina di vit- timo per voltarsi e controllarsi alle spalle; quel ge- torie in corse nazionali, alcune di alto prestigio, come sto gli fu fatale, perché proprio in quel momento la già ricordata nel 1944 (in pieno venne trafitto e superato di pochissimo (di un nuie) periodo bellico) e la Milano-Modena del 1947. L’ul- da Bartali e Logli, che gli sfilarono accanto in pie- tima vittoria la ottenne nel 1953 al Circuito di Lecco. na rimonta17. Nel 1952 partecipò anche al Giro di Germania, per l’occasione ingaggiato dal gruppo sportivo Rapier, vincendo la tappa con arrivo a Düsseldorf. Partecipazioni alle grandi classiche Fra i numerosi piazzamenti nelle tappe al Giro d’I- talia (10 volte al 2° o al 3° posto), occorre segnala- In Italia, oltre al Giro, fra il 1943 e il 1955 Oreste Conte re il secondo posto, ottenuto nella 5° tappa (Viareg- partecipò a nove edizioni della Milano-Sanremo e, fra

Lo sprint vincente di Oreste Conte, in maglia Bianchi, allo Stadio Moretti, all’arrivo della tappa Bologna-Udine del Giro d’Italia 1948 (primo Oreste Conte a destra, secondo Adolfo Leoni a sinistra).

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 553 il 1941 e il 1951, a sei edizioni del . zioni della classica Parigi-Roubaix. Il 18 aprile 1949 All’estero fece una fugace apparizione al 35° Tour de (47a edizione) la gara fu vinta ex-aequo da Serse Coppi France nel 1948, con la squadra B della selezione dei e dal francese André Mahé; Conte si classificò al 12° ciclisti professionisti italiani (si ritirò nella seconda posto, assieme ad un folto gruppo di altri corridori tappa). Per la cronaca, il Tour del 1948 vide il trion- con lo stesso tempo. Il 9 aprile 1950 (48a edizione) la fo di Gino Bartali, vincitore per la seconda volta; si gara fu vinta per distacco dal “Campionissimo” Fau- diffuse allora una voce popolare che affermava che sto Coppi; Conte si classificò al 17° posto. con questa vittoria Bartali avesse contribuito in mo- Come già ricordato, nel 1952 Conte partecipò al Gi- do determinante ad evitare una guerra civile in Italia ro di Germania con una vittoria di tappa. Non for- dopo il vile attentato all’onorevole Palmiro Togliatti. tunata fu la partecipazione in nazionale al Campio- Conte, invece, partecipò con buoni risultati a due edi- nato mondiale di ciclismo su strada del 1950 a Mo- orselede in Belgio. La squadra azzurra al completo si ritirò prima di giungere al traguardo.

Alcuni particolari momenti dello sportivo

Di seguito vengono presentati alcuni momenti della vita e della carriera di Oreste Conti, anche sulla base degli spunti forniti dagli informatori.

A Torreano con la motocicletta Durante le pause fra una competizione e l’altra, Ore- ste Conte, già famoso, veniva a Torreano a trovare i genitori e i fratelli; in sella a una mitica Moto Guzzi Falcone rossa faceva una capatina anche al bar-tratto- ria “Da Conte”, in piazza, anche detta “Al Mutilât”18. Era una nota trattoria molto frequentata, soprattutto nei giorni di festa, dai cittadini udinesi che ivi giun- gevano con il tram di San Daniele ricordato ancora come la vacje (il tram al si svuedave a Toreàn!)19. La presenza di Oreste Conte rappresentava una festa per Oreste Conte viene festeggiato dai suoi tifosi allo Stadio Moretti dopo la conclusione della tappa Bologna-Udine, i giovani (la mularìe) del paese, che lo inseguivano e 1948. lo intrattenevano per farsi raccontare le sue imprese

554 PIETRO ZANDIGIACOMO Prima pagina de «La Gazzetta dello Sport» che celebra la vittoria allo sprint di Oreste Conte a Cuneo al termine della 16a tappa del Giro d’Italia 1949. e quelle dei ciclisti più famosi, e per ammirare la sua tò sul cambrone della bicicletta dell’amico compae- splendida motocicletta20. sano Marino Biancuzzi ed andò per tempo ad assi- stere allo spettacolo; lo stadio era stracolmo. Anche La memorabile vittoria allo Stadio Moretti un altro torreanese, Giuseppe Sabbadini, era allo sta- La 14a tappa (Bologna-Udine di 278 km) del 31° Gi- dio; con una sorella di Oreste Conte si piazzò sulla ro d’Italia, nel 1948, era piuttosto facile dal punto di tribuna centrale, in prossimità dell’arrivo (par jentrâ vista altimetrico e quindi adatta ai velocisti; Vito Or- o vin paiât 5 francs, chei d’arint)21. Probabilmente si telli, maglia rosa, capitano della , non pensava trovavano allo stadio altri tifosi compaesani del No- di aver problemi nel conservarla. stro: Giovanni Bertoli e Massimo Buiese. Gli sportivi di Udine e dintorni erano elettrizzati, sia Nel corso della tappa Conte, in bella evidenza, tentò perché la tappa si concludeva allo Stadio Moretti, sulla più volte la fuga, ma inutilmente. Ortelli forò e Fio- pista di ghiaino attorno al campo di calcio, sia perché renzo Magni, capitano della , ne ap- correvano alcuni beniamini della regione: il friulano profittò lanciando all’attacco i suoi compagni, aiuta- Oreste Conte della Bianchi, il friulano Egidio Feruglio, ti da altre squadre. Per lo sfortunato Ortelli non ci fu nonché i triestini Giordano Cottur e Guido De Santi più niente da fare, Magni passò virtualmente (e poi con la maglia rosso amaranto della Wilier Triestina. di fatto al termine della giornata) al comando della Il giovanissimo torreanese Franco Morandini mon- classifica generale del Giro.

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 555 Oreste Conte (al centro con gli occhiali) impegnato durante una corsa ciclistica.

Oreste Conte è in testa in un arrivo in volata.

Allo Stadio Moretti i corridori arrivarono in gruppo. to metri dall’arrivo partì Conte, subito affiancato da Fausto Coppi e Désiré Keteleer della Bianchi tirarono Leoni; fu un testa a testa entusiasmante e i due piom- la volata a Oreste Conte, Gino Bartali (della Bartali), barono sulla linea del traguardo in pratica affiancati. invece, pilotò il fortissimo Adolfo Leoni. A trecen- Dalla folla si alzò un boato. Dagli altoparlanti la vit-

556 PIETRO ZANDIGIACOMO Prima pagina de «La Gazzetta dello Sport» che celebra la vittoria allo sprint di Oreste Conte a Bergamo, città d’adozione, al termine della 12a tappa del Giro d’Italia 1952. toria venne data provvisoriamente a Leoni, in attesa go per annunciare all’amico Oreste che la giuria non dei risultati della “fotografia”. si era ancora espressa a suo favore. Entrambi si por- Molti però erano convinti che avesse vinto Conte e tarono nella stanza di Coppi, che già si era lavato; il Giuseppe Sabbadini prese sulle spalle l’amico e gli fe- “Campionissimo”, arrabbiato, affermò con forza che, ce fare un giro trionfante attorno al campo di calcio22. se la vittoria non fosse stata data a Conte, il giorno do- Presto i protagonisti della tappa abbandonarono lo po tutta la squadra Bianchi non sarebbe partita. Per stadio per andare a ristorarsi all’Albergo Europa, vi- fortuna tutto andò per il verso giusto, perché, una cino alla stazione ferroviaria, ancora con il dubbio su volta esaminata la “fotografia”, la vittoria venne data chi fosse il vincitore. a Conte, secondo Leoni, terzo Coppi, quarto Bartali Poco più tardi Giuseppe Sabbadini si recò all’alber- (tutti con lo stesso tempo). Per la cronaca, al termine

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 557 della tappa con arrivo a Udine, la maglia rosa passò, compagno di squadra Conte, che venne immortalato ma per un solo giorno, a Fiorenzo Magni. con Coppi in una foto pubblicata sul celebre settima- nale «Sport Illustrato». Coppi si riprese, voleva risali- In Francia il saluto degli emigranti friulani re in bici; i compagni della Bianchi e il medico della Conte, in maglia Bianchi, il 18 aprile 1949 partecipa squadra tentarono invano di rimetterlo in sella, ma alla classica Parigi-Roubaix. A Calonne Liévin, nel- Coppi per i forti dolori urlava, imprecava e piange- la regione del Pas de Calais, fra i tifosi che si affolla- va. Tutto fu inutile: il campione dovette ritirarsi dal- no lungo il difficile tracciato (dove la fa da padrone il la corsa. Dopo il ricovero all’ospedale di Trento ven- terribile pavé), c’è anche il giovane torreanese Mario ne accertato che Coppi aveva subito non solo evi- Monino, insieme con altri amici emigranti di Marti- denti contusioni all’anca, ma soprattutto una tripli- gnacco e dintorni. Al passaggio dei corridori essi sa- ce frattura del bacino. La tappa fu poi vinta dal soli- lutano Conte con un caloroso Mandi Oreste! Il cicli- to Gino Bartali, davanti agli elvetici Ferdinand Kü- sta friulano ricambia i saluti con un ampio gesto del bler e Hugo Koblet. braccio. Si viene poi a sapere che dopo circa un chi- lometro e mezzo Conte purtroppo ha forato23. Ringraziamenti Assiste Coppi subito dopo la caduta a Primolano Venerdì 2 giugno 1950 si corse la 9a tappa della 33a Ringrazio vivamente per gli spunti e le informazio- edizione del Giro d’Italia, con partenza da Vicenza e ni i compaesani Mario Monino (classe 1930), Franco arrivo a Bolzano. Era una delle tappe più difficili del Morandini (classe 1934) e Sergio Lavia (classe 1941), giro, perché dovevano essere affrontati numerosi pas- sempre prodighi di informazioni e assai “pazienti” nei si dolomitici (Rolle, Pordoi, Gardena). Lungo la sali- miei riguardi. Rivolgo un affettuoso ricordo a Giusep- ta delle Scale di Primolano Fausto Coppi e Armando pe Sabbadini (Bepi Sabadin, 1917-2011), amico d’in- Peverelli, verso le 12.40, si urtarono, ma nonostante fanzia e “compare” di Oreste Conte, un appassiona- la bassa velocità la caduta fu rovinosa e il “Campio- to sportivo che, oltre a varie informazioni, ha fornito nissimo” svenne. Ad assisterlo si precipitò subito il anche parte delle immagini utilizzate in questa nota.

558 PIETRO ZANDIGIACOMO NOTE

1 Di Severino Virgili sono conosciute tre vittorie in terra francese. La pi, Fiorenzo Magni e ancora Fausto Coppi. Guido De Santi (talora prima, come dilettante, nel 1933, nella corsa Parigi (Ile de France) Ézy “Desanti”), nato a Trieste il 16 maggio 1923, fu ciclista professioni- (Alta Normandia); la seconda e la terza come professionista, rispet- sta dal 1946 al 1957. Boris Zollia, nato a Trieste l’11 aprile 1928, fu tivamente la prima tappa del Tour de l’Oise (Tour de Picardie), nel professionista nel 1952 (indipendente nel 1953). Informazioni trat- 1936, e la quarta tappa del Circuit de l’Ouest (Tour de l’Ouest), nel te da varie fonti, spesso parzialmente contrastanti, in particolare da 1938. Vari furono i piazzamenti in altre gare, di un giorno o a tappe Calvetti, Casella, Il Friuli Venezia Giulia in sella e Id., Cento an- (informazioni tratte da diverse fonti, in particolare http://www.sito- ni in Rosa 1910-2010. Il Giro d’Italia in Friuli Venezia Giulia, Trice- delciclismo.net/coureurfiche.php?coureurid=11667). simo, Roberto Vattori Editore, 2011. 2 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005; in molte biogra- 12 Testimonianza di Franco Morandini, agosto 2005. fie, invece, come luogo di nascita di Oreste Conte è indicato Udine. 13 Interessante al proposito è quanto racconta Giovanni Tarello nella 3 I Conti di Prampero erano fra i più importanti possidenti terrieri di cronaca della 12a tappa (Bolzano-Bergamo, 30 maggio) del 35° Giro Torreano; vivevano nella omonima Villa al centro del Paese fra la Ci- d’Italia (1952) sul suo sito web (http://digilander.iol.it/tarjoe/195212. vidina e via Plaino. Molte famiglie di agricoltori coltivavano le loro htm). Si riporta il finale dell’articolo: «È poi Conte a risolvere l’inter- terre in affitto o colonia. rogativo della tappa odierna, il friulano di stanza a Bergamo parte co- 4 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005. me una palla di fucile, a stento è inseguito da [Arrigo] Padovan, [Ar- 5 Non dovrebbe trattarsi del noto Aldo Zuliani, nato a Campoformi- mando] Barducci, [Livio] Isotti, [Renzo] Zanazzi e [Tranquillo] Scu- do nel 1928, in quanto di nove anni più giovane di Oreste Conte, ma dellaro; un , un Legnano, un Atala, un Frejus, un Arbos ed un di un altro ciclista omonimo. In ogni caso Conte e Zuliani militaro- Bottecchia, sei uomini filano decisi verso la città orobica. Il plotone no assime nella squadra Bottecchia nel 1953. alle loro spalle cede. Conte è scatenato, ha giustiziato [Luigi] Caso- 6 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005. la, del quale è grande amico, ma nutre pure una paura folle; il lom- 7 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005. bardo è tanto veloce quanto temerario ed inoltre quest’anno fila pu- 8 Cfr. l’articolo di G. Bertoli, C’era conte e Conte sul suo sito web re a mille in salita. Trova accordo il simpatico vecchio velocista della (http://www.giannibertoli.it/S067.htm). Bottecchia, il traguardo s’avvicina, due minuti il vantaggio del sestet- 9 R. Calvetti, G. Casella, Il Friuli Venezia Giulia in sella. La storia to a questo punto. Il convoglio ha risolto a sorpresa l’odierna partita, del ciclismo dalle origini ai giorni nostri, Tolmezzo, Tipografia An- l’arrivo ormai vicinissimo. Un piccolo rallentamento, il classico asse- drea Moro, 2006 (da ora Calvetti, Casella, Il Friuli Venezia Giu- stamento prima della volata. Lo stadio orobico è tutto per Conte, ed lia in sella). Oreste azzecca la giusta entrata in pista e regola facilmente Padovan, 10 Bertoli, C’era conte e Conte. Zanazzi ed Isotti. Gioia indescrivibile per il vincitore, ora che gli an- 11 Egidio Feruglio, nato a Feletto Umberto (Tavagnacco) il 6 giugno ni lo hanno frenato nei folti sprint di gruppo, è riuscito a ritagliarsi 1921, fu ciclista professionista dal 1946 al 1950. Romano Pontisso, la voglia di cercare i successi partendo da lontano. Il plotone di Cop- nato a Basiliano il 15 marzo 1915 (romano di adozione, dirigente pi giunge a quattro minuti, intercalati alcuni atleti in cerca d’effime- e direttore sportivo), fu ciclista indipendente nel 1941-1942 e nel ra gloria». 1945. Bruno Pontisso, nato a Basiliano il 26 ottobre 1925 (romano 14 L’arrivo dell’ultima tappa venne stabilito a Roma per celebrare, an- di adozione), fu ciclista professionista nel 1947 e dal 1949 al 1951 che dal punto di vista sportivo, l’anno del Giubileo (1950). (indipendente nel 1948 e dal 1952 al 1956). Angelo Degano, nato a 15 Ecco quanto racconta Giovanni Tarello nella cronaca della 5a tappa Udine il 22 ottobre 1921, fu ciclista professionista nel 1946 (nella (Viareggio-Siena, 20 maggio) del 31° Giro d’Italia (1948) su suo si- Willier Triestina). Nemorino Sclauzero, nato a Santa Maria la Lon- to web (http://digilander.iol.it/tarjoe/194805.htm). Si riporta il fina- ga il 9 settembre 1922, nel 1937 si trasferì a Monfalcone; fu ciclista le dell’articolo: «I quattro [Adolfo Leoni, Renzo Zanazzi, Nedo Logli professionista nella categoria indipendenti (non accasato a un te- e Sergio Pagliazzi] giungono a Siena con risicato margine. Il gruppo am) nel 1950 e fu noto meccanico e costruttore di biciclette a Mon- dei migliori incalza, gli uomini della Bianchi forzano l’andatura, tut- falcone. Giuseppe Doni, nato a Vigonza (Pd) il 13 marzo 1928, friu- to a vantaggio del loro velocista Conte. Poco prima dell’ultimo chilo- lano di adozione (si trasferì a Udine nel 1939), fu ciclista professio- metro Zanazzi si sacrifica alla causa del vecchio amico Leoni; Pagliaz- nista dal 1948 al 1955 (indipendente nel 1956). Aldo Zuliani, nato zi cede, Logli regge. La strada in leggera salita muove i ciclisti quasi al a Campoformido il 13 novembre 1928, fu professionista dal 1952 al rallentatore, il pubblico impazza, il tifo sfrenato mette a repentaglio 1957. Silvano Petrei, nato a Cavalicco (Tavagnacco) il 31 luglio 1932, i timpani. Conte pare lanciato da una fionda: ad uno ad uno acciuf- fu professionista dal 1955 al 1956. Giordano Cottur, nato a Trieste fa e lascia in surplace i vecchi fuggitivi; tutti tranne uno, quel pozzo il 24 maggio 1914, fu ciclista professionista dal 1938 al 1949 (indi- di classe di Leoni; l’umbro tiene bene e s’impone alla grande con una pendente nel 1950); si classificò per tre volte terzo al Giro d’Italia manciata di metri di vantaggio. Nell’incandescente finale si registra- (1940, 1948 e 1949); vincitori furono rispettivamente Fausto Cop- no anche ritardi, poco consistenti comunque, e Bartali guadagna 17”

ORESTE CONTE: UN VELOCISTA ELEGANTE, DI STILE... DA GIRO D’ITALIA! 559 all’avversario di sempre Coppi». Al termine della giornata la maglia 17 Testimonianza di Franco Morandini, agosto 2005. rosa era rimasta sulle spalle del triestino Giordano Cottur. 18 Fra gli avventori del locale in quegli anni si deve annoverare anche il 16 Ecco un estratto di quanto “Zio Aramis” (al secolo Gianni Bertoli) noto architetto udinese Provino Valle (1877-1955), padre del pittore, scrive su Bartali, vincitore della Milano-Sanremo del 1950, in un si- architetto e designer Gino Valle (1923-2003). Testimonianze di Fran- to web (http://quasirete.gazzetta.it/2011/05/09/il-mio-primo-giro-_- co Morandini (agosto 2005 e dicembre 2015). quando-torna-primavera/): «Ma a me piaceva il vecchio Gino, quel 19 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005. vecchiaccio che, incurante delle quasi trentasei primavere aveva bef- 20 Testimonianze di Sergio Lavia e Franco Morandini, agosto 2005. fato tutti alla Milano-Sanremo, battendo in una affollatissima vola- 21 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005. tona di gruppo velocisti del calibro di e Oreste 22 Testimonianza di Giuseppe Sabbadini, agosto 2005. Conte». 23 Testimonianza di Mario Monini, agosto 2005.

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