EUROPA RICONOSCIUTA

Dramma per musica in due atti di Mattia Verazi

PERSONAGGI

Europa, Figlia di Agenore, monarca di Tiro Soprano Semele, nipote di Agenore Soprano Asterio, re di Creta, consorte di Europa Soprano Isséo, principe del regio sangue fenicio Contralto Egisto, nobile di una delle suddite province Tenore Piccolo fanciullo Muto

Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 3 agosto 1778

Salieri: Europa riconosciuta - atto primo ATTO PRIMO

Scena I° Deserta spiaggia di mare. Selva da un lato, rupi dall’altro, fra le quali sterpi, cespugli, e serpeggianti edere adombran l’ingresso d’un’oscura e profonda caverna. [Tempesta]

Tempesta con lampi, tuoni, pioggia, sibilo di venti e fragor di sconvolti flutti. S’apre la scena mentre incomincia la sinfonia, ch’è una imitazione dell’orrenda procella, e che si va rallentando a proporzione, che questa si scena e che ritorna la calma. È questa annunziata dal dolce suono di un oboè, che prende il luogo dell’andante dell’apertura, e che serve d’accompagnamento alla cavatina di Asterio. Durante la medesima si vede in lontananza numerosa flotta di legni. Alcuni sommergonsi miseramente nell’onde, altri si perdono affatto di vista. Da un lacero vascello, che viene impetuosamente ad urtar contro il lido, sortono Asterio, Europa, e un pic- colo fanciullo, con varie donzelle e seguaci d’Europa, ed alcuni guerrieri Cretensi. [I.] ASTERIO ASTERIO (con sospensioni, ed interrompimenti a guisa di Ah! ch’io sol fui cagion… recitativo istrumentato) EUROPA Sposa… Di Tiro, è vero, (Mentre dal fanciullo, e da Europa si fa mostra di Tu nella reggia osasti piangere, l’oboè, facendosi flebilmente sentir a solo, All’immatura speme esprime i loro mesti lamenti.) D’un più gradito amante, Ripugnante involarmi. A seguitarti Figlio… Mio malgrado costretta, io teco in Creta Giunsi. Del ratto quivi all’inquïeto (Replica dello stesso querulo suono dell’oboè) Mio severo pudor sacro imeneo Ah, voi piangete!… Scusò l’ardir, la violenza.

(Incomincia la cantilena continuata con l’accompa- ASTERIO gnamento dell’oboè concertante) Occulta Con quel pianto a me volete Sempre al padre però, morendo, al trono Rammentar che reo son io. In Semele frattanto egli prescelse Ma non merta il fallo mio Del minor suo germano unica prole. Così barbaro martir. EUROPA [Recitativo] Ma di regio consorte La mano a lei finora EUROPA Assicurato non ha il soglio ancora; Ah perché mai del pianto Ch’Agenore l’acquisto Vuoi l’arbitrio negarci? Altro non resta Vietonne a chi mercarlo Sollievo agl’infelici Pria non saprà col sangue Nelle miserie estreme, D’innocente stranier. Che quello sol di lacrimare insieme. Nell’avversa tua sorte ASTERIO Meno ingegnoso adesso Legge inumana, Io trovar ti vorrei Che inefficace e vana Nell’arte, oh dei! di tormentar te stesso. Render pretesi. Ad occupar qui meco 1 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo Il tuo retaggio avito mentre i soldati Fenicj s’innoltrano verso il mede- Pensai perciò di ricondurti. simo) Il figlio!… EUROPA Ah, troppo (ai suoi guerrieri Cretensi) Le tue, le mie speranze All’armi. Mal secondò l’evento!

ASSALITI ASTERIO All’armi. Di cento legni, e cento, Lacero avanzo di crudel fortuna, (Snudan l’armi e si pongono in difesa del fanciullo, Una sol nave appena e delle donzelle, che lo circondano.) Ora inermi ci espon su questa arena. [II.] EUROPA Miseri noi! EGISTO (a’ suoi soldati Fenicj, additando loro Asterio, ed i ASTERIO suoi seguaci Cretensi) Potessi Chi non cede alle nostr’armi Di Semele celarti Alle ricerche almen insin che alcuna Si disarmi, = o cada estinto. Delle disperse prore… AGGRESSORI (volgendosi con sorpresa verso quella parte, onde (attaccando i guerrieri di Creta, che, durante il s’ode rumor d’armi e d’armati) breve combattimento, si vanno reciprocamente inci- Ahimè! vicino tando alla difesa, ed all’offese) È già, sposa, il periglio. Chi non cede, cada estinto. (inquieto, agitato e smanioso) ASTERIO Va’… nasconditi… (verso il cielo, nel veder ch’è rimasto solo, per l’op- pressione e dispersione de’ suoi guerrieri Cretensi) (accennando l’ingresso di un antro vicino) Cruda sorte, hai vinto, hai vinto! EUROPA Oh ciel!… Soccorri il figlio. (avanzandosi fieramente verso Egisto) Ma da te non caddi oppresso: (Nel ritirarsi precipitosamente, addita il fanciullo, Ma l’istesso = io sono ancor. che ritrovasi alquanto indietro fra le sue donzelle)

Scena II° EGISTO (accennando il fanciullo ai suoi Fenicj, che si pon- Asterio, e ‘l fanciullo fra le donzelle seguaci d’Eu- gono in atto di trafiggerlo) ropa, ed alcuni pochi guerrieri Cretensi, che ven- gono attaccati da Egisto, che si presenta loro alla Sia da voi trafitto il figlio; testa d’una squadra numerosa di soldati Fenicj.) O si renda al genitor. [Recitativo] DONZELLE ASTERIO (supplichevoli, verso Asterio) Stelle!… Ah del figlio = il sol periglio Dia consiglio = al genitor. (Accorre con molta smania in difesa del fanciullo, 2 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

EGISTO Sia ciascun fra’ lacci avvinto: (di nuovo ai suoi soldati Fenicj) E si serbi alla vendetta, Ch’oggi un padre aspetta, = e un re. Olà. Che più tardate? (Parte) (I soldati Fenicj si arrestano sorpresi all’improvvisa apparizione d’Europa) Scena IV° Scena III° Asterio, ed Europa colle sue donzelle seguaci, il fan- ciullo, ed i soldati Fenicj Europa che sorte improvvisa dal suo ritiro; e detti. EUROPA EUROPA (verso Egisto, che parte) Crudeli! Ah no. Fermate. Senti… (Accorre affannosa per impedir la strage del figlio) ASTERIO Pria che ferir quel seno (come sopra) (Si pone tra il fanciullo e i soldati Fenicj) Ferma… Per questo petto almeno Passino, Oh Dio! quell’armi EUROPA A lacerarmi il cor. E vuoi?…

(Nella replica la cavatina verrà cantata da Europa, ASTERIO ed Asterio a due.) Ma dove? ASTERIO DONZELLE (con tenerezza verso Europa) (nel tempo, che da’ soldati Fenicj s’incatenano Aste- Mio ben, che mai facesti? rio, ed Europa, e si circondan le donzelle Cretensi, e ‘l fanciullo) EUROPA Già rivolse altrove = il piè. (smaniosa verso Asterio)

Renditi. ASTERIO (avvicinandosi a prender congedo dalla sposa) ASTERIO Alfin vincesti. Sposa, oh Dio! = che pena io = sento!… Ah non reggo al mio = tormento (Gettando a terra l’acciaro, cede, non senza pena, e Nel doverti abbandonar! rincrescimento, alle istanze d’Europa.) EUROPA Cedo al paterno amor. (volgendosi con tenera smania allo sposo, ed al figlio) EUROPA Cedi al paterno amor. Qual funesto = annunzio è questo! Che tiranno = affanno = è il mio EGISTO, CORO Nel dovervi, oh Dio! = lasciar! Vinse il paterno amor. ASTERIO EGISTO (vedendo che i soldati si incamminan già col fan- ciullo) (ai suoi soldati Fenicj) Stelle!… Tratto in carcere distinto 3 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

EUROPA [Recitativo] (come sopra) SEMELE Il figlio!… Va’: precedimi, Egisto. I sensi miei Noti fra poco al regno ASTERIO, EUROPA Tutti saranno. Io voglio Ahimè! Che fate? Ch’oggi alla fine in soglio Vegga sedermi a lato (Volendo accorrer per arrestar i soldati Fenicj, ven- Uno sposo, un monarca, gono tenuti da quella porzione di essi, che gli han Di lui degno e di me. Fa’ che s’aduni posti in catene) Il gran consiglio.

ASTERIO EGISTO (come sopra) Il cenno Sì: restate. Eseguirò. La vittima è già pronta, Che Agenore prescrisse. In mio potere EUROPA L’ha rimessa la sorte. (come sopra) SEMELE Sospendete. Altre immolarne Già seppe Isséo. ASTERIO (verso il cielo, con molta smania, sollecitato da’ sol- EGISTO dati Fenicj a seguitarli) Perdona… Non sentite?… Non vedete?… Giusti Dei, = che crudeltà! SEMELE Oppresse, e domenica Dal suo valor, di Cipro EUROPA Tutte fur già le ribellanti schiere. (con impeto a’ soldati Fenicj, che la dividono dallo Fra l’armi, e le bandiere, sposo e dal figlio) Carco d’opime spoglie, A noi torna, e qui chiede L’alma, oh Dei, = mi trafiggete, L’omaggio tributarne al regio piede. Mostri rei = di crudeltà! EGISTO DONZELLE Io d’un solo straniero (partendo smaniose col fanciullo fra le guardie) Saprò col sangue a lui Ah per noi non v’è pietà! Di questo soglio contrastar l’impero.

SOLDATI SEMELE Dell’audace pensiero, (inesorabili, e traendoli a forza per diversi lati nelle Più d’appresso mirando il tuo periglio, destinate prigioni) Forse pentito, cangerai consiglio. No, per voi non v’è pietà. [III. Duetto] Scena V° (come il primo intercalare d’una delle arie comune- Chiuso padiglione magnifico. Eccelso trono a mente usitate) destra. Mobili cortine in prospetto. SEMELE Egisto e Semele, con paggi e guardie Fenicie. Va coll’aura scherzando talora Sulla prora = l’incauto nocchier.

4 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo E pur sa che in tempesta = funesta Scena VI° Può cangiarsi quel vento leggier. Festoso campo de’ Fenicj, che tornan trionfanti dalla spedizione, che ad Isséo fu commessa, di EGISTO ridurre ad obbedienza il ribellato regno di Cipro. (invece d’una delle consuete seconde parti) Tutta la cavalleria è disposta sui lati, e di prospetto Fra gli orrori d’infida procella nel fondo. In maggior lontananza si veggon i car- Mai quest’alma = non perde la calma: riaggi, che accompagnan l’esercito. Timpani e Sol mi basta per guida una stella trombe a destra, ed a sinistra. Dal centro del campo D’ogni mar nell’incerto sentier. fra gloriosi trofei s’inoltra Isséo a cavallo, prece- duto da’ maggiori duci delle schiere, e seguito da’ prigionieri di Cipro. SEMELE (replicando coll’opportune artifiziose variazioni la Isséo; e Semele sul trono. stessa musica della prima parte dell’aria, a cui serve [IV.] questa replica di secondo intercalare) Tal da lunge, mirando il periglio, ISSÉO Sta con fronte, con ciglio = sereno. Le spoglie guerriere, Ma gli palpita il core nel seno Del cimento all’aspetto primier. (ricolto a’ suoi guerrieri, accenna loro i militari trofei, ed altre spoglie nemiche, di cui vengon cari- EGISTO chi i prigionieri di Cipro) (sostenuto ed imperioso) Che accolte qui sono, Si spieghino altere Vil mi credi: e vil non sono. Dinanzi a quel trono, I miei voti, la mia speme Di nostra vittoria, Porto audace insino al trono. Per gloria = maggior. (con tenerezza) (Serve per il coro lo stesso motivo musicale della Se mi balza in petto il core, cavatina d’Isséo; e intanto con guerriero fasto si È d’amore = un segno espresso dispongono intorno al trono i trofei militari.) Questo istesso = palpitar. CORO (Parte. Intanto s’ode rumor di timpani, e trombe, Si spieghino altere che annunziano esser all’ordine il campo) Le spoglie guerriere, Di nostra vittoria. [Recitativo] Per gloria = maggior.

SEMELE [Recitativo] (alle guardie, mentre, servita da’ suoi paggi, ascende sul trono.) ISSÉO Aprasi, olà, custodi: e al soglio innanzi (piegando il ginocchio innanzi al trono in attesa di Senz’altro indugio, il vincitor s’avanzi. deporre il baston del comando) Colle spoglie de’ vinti a’ piedi tuoi Il militar comando Riverente io depongo.

SEMELE (facendolo alzare) Sorgi: e ‘l poter supremo Serba, o prence, dell’armi: io te l’impongo.

5 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

ISSÉO SEMELE Legge il cenno è per me. Sensi d’alma fedel! Ma infin si stanca La costanza in amore, (Si leva, e ritiene l’insegna del militar comando) Se la speranza in noi languisce, e muore.

SEMELE ISSÉO Libero intanto, Troppo indegno però di te si rese Chi a sospirar per altr’oggetto apprese. (accenna le spoglie nemiche)

D’ogni preda nemica SEMELE Potrai disporre a tuo talento. Inopportuno ancor, sì bel ritegno Di mia scelta ti rende ognor più degno. ISSÉO Ah troppo ISSÉO Generosa regina! Il merto avanza (confuso, ed agitato) Delle conquiste mie sì gran mercede. Meritarla io vorrei; SEMELE Ma come?… Oh dei!… Senti… Mi perdo… Ma non quello però della tua fede. Appieno Questa, Isséo, m’è già nota: ed a premiarla Quel, ch’io dirti non so, comprendi almeno. Non tarderò. [V. Rondò] (Si leva in piedi, porgendole Isséo la mano, per (nuova specie di rondò a due) discender dal trono. I paggi si tengono indietro) Mi segui ove de’ grandi ISSÉO Già s’aduna il consiglio. A lor palese Ah se gli affetti miei De’ miei pensier l’arcano Potessi, oh dei! = spiegarti!… Alfin tutto sarà. Se tu quel trono Ah, ti direi = che amarti A me difendi, è giusto Quanto vorrei = non so. Che teco io lo divida. SEMELE ISSÉO Tanto s’è ver che brami, (sorpreso) Altro dal ciel non chiedo. Vedo = che già tu m’ami Che dicesti?… Che intesi?… Quanto più amar si può. Né rammenti?… Né sai?… ISSÉO SEMELE (torna al rondò) So che d’Europa La mano a te promessa Ah se gli affetti miei Stringere un dì sperasti: Potessi, oh Dei = spiegarti!… Che riamato l’amasti: Ah, ti direi = che amarti E che forse con pena Quanto vorrei = non so. Ti risolvi a spezzar la tua catena. SEMELE ISSÉO (accelerando il tempo senza cambiar misura) Ah, che pur troppo è vero! Qualora = eccede ancora, Del primiero amor mio l’idea tenace, Bella è la tua costanza: Privo di speme ancor, m’alletta, e piace. Questa è la mia speranza; Questa m’innamorò.

6 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo (al motivo principale del rondò, replicato a due) Voi mi chiedete un re: da me volete Che si elegga uno sposo. Irresoluta ISSÉO Al par di me chi non saria? Fra tanti, Ah se gli affetti miei Ch’ugualmente del serto Potessi, oh Dei = spiegarti!… Atti qui miro a sostenere il pondo, Ah, ti direi = che amarti Dubbia, incerta m’aggiro, e mi confondo. Quanto vorrei = non so. Risolvere alla fine Pur già che a me conviene, (al motivo principale del rondò, se ben con parole, e Risolverò. Ma pria con modulazione diversa) Del mio genio real, qualunque sia La scelta, d’approvarla SEMELE Chiedo a voi che si giuri. Altro del ciel non chiedo, Tanto s’è ver che brami! ISSÉO Ah, vedo = già che m’ami Quanto più amar si può. Al giuramento Io non m’oppongo. (Partono) EGISTO Scena VII° Ed io D’Agenore la legge a te rammento. Sala regia destinata per le adunanze del supremo consiglio de’ grandi del regno. Trono a destra per la regina. Sedili più bassi vicini SEMELE al trono, e dirimpetto al medesimo sulla manca per Intempestiva, Egisto, i grandi del regno. Simulacro di Temide in pro- È la cura, il pensier. spetto. I simboli della giustizia servono ad ornar tutta la scena. ISSÉO Grandi del regno, con Egisto; indi Semele, ed Isséo. Già dal mio brando Quel sangue si versò, che a noi richiese [VI. Coro] Un oltraggiato re.

CORO EGISTO O Temide immortale, Questo a placarlo O Intelligenza eterna, Solo non basta, Isséo. L’ombra sdegnosa Dalla magion superna, A Lete in riva ognora Ove in tua luce splendi, Altro ne chiede, altro ne attende ancora. Le nostre menti a rischiarar discendi. SEMELE [Recitativo] Se lo brama, l’avrà. Del sagrifizio EGISTO Sai ben che a noi prescritta Non è la forma: e sai Giungi attesa, o regina. Ecco raccolto Che già di questo giorno Di Fenicia il senato. Le pompe a coronar, tutto s’aduna Or dal tuo labbro il regno suo sovrano Il popol nell’arena. Or quivi un solo, Impazïente aspetta. Fra i prigionier di Cipro, Volontaria discenda SEMELE Colle fiere a pugnar. Per lui da’ lacci Io d’appagarvi Si sciolgan gli altri: e renda Risoluta, i miei passi ho qui rivolti. Così d’un contumace il sol cimento, Ciascun meco qui sieda: ognun m’ascolti. Agenore placato, e ognun contento.

(Siedono tutti)

7 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

EGISTO ASTERIO Ma straniera si vuole Che si vuole da me? Che la vittima sia. EGISTO ISSÉO Saper si brama Perde ogni diritto Donde vieni, chi sei. Di suddito fedel quell’alma rea, Che spergiura è al suo re: stranier si rende ASTERIO Quel figlio ingrato, che la patria offende. Tale son io, Che ancor fra le ritorte, EGISTO Serbo un’alma nel petto invitta, e forte. Quei però, che dell’onde Naufrago a queste sponde ISSÉO Spinse il furor… (da sé)

SEMELE Che ardir! Chi t’assicura, Egisto, Che Fenicio non sia? SEMELE (da sé) EGISTO Che fieri detti! Da’ labbri suoi Noi saper lo potrem EGISTO (ad Asterio) (alle guardie che partono, per introdurre Asterio) A noi palesa Qui s’introduca La patria, il nome tuo. Il prigionier. Si osservi, Si esamini, s’ascolti, e se sia d’uopo, A favellar si astringa. ASTERIO Vi basti quanto SEMELE Da’ labbri miei finor sapeste. (guardando Asterio, che s’inoltra con passo grave, e EGISTO con intrepido aspetto) Il vero Eccolo. Celare invan tu speri.

ISSÉO (a Semele) (come sopra) Un’infelice In volto Sua compagna per lui ciò, ch’egli tace, Un non so che gli scorgo Tutto dirà. D’anima non volgar. SEMELE Scena VIII° (alle guardie, che partono per tornar con Europa) Asterio fra le guardie e detti. Questa si cerchi.

[Recitativo] (ad Asterio)

SEMELE È forse Stranier, t’avanza, A te consorte?

8 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

ASTERIO SEMELE Or ora, (sogguardando sospettosa Isséo) Tuo malgrado, il saprai. Ah! Mi tradisce L’ingrato Isséo… EGISTO Temerario! EGISTO (osservando attentamente i moti di Isséo) SEMELE Vedrai… Già impallidisce in volto L’odioso rivale! ASTERIO Chi sa? Potrei ISSÉO Su quel soglio in tua vece (da sé, costernato) Oggi forse mirarla. A questo passo Preparato io non ero. Scena IX° Europa fra le guardie, e detti. SEMELE Io son di sasso! [Recitativo] [VII. Finale] EUROPA (accennando Asterio) ASTERIO Il re di Creta, (lentamente, con interruzioni d’istrumenti, guar- Sì, vedrà forse che a quel soglio il cielo dando or Semele, or Isséo, ed ora Egisto) Nella smarrita Europa oggi destina Qual silenzio!

(verso Semele) EUROPA Render la sposa sua, la tua regina. (come sopra)

SEMELE Che nuovo stupore! (da sé) ASTERIO Numi! È rispetto?

EGISTO EUROPA (come sopra, guardando Europa) Rimorso? Europa! ASTERIO SEMELE Timore? (da sé, con molto stupore) EGISTO Che intesi! (guardando Isséo)

ISSÉO Qual pallor!… Qual rossore improvviso! (guardando Asterio) SEMELE È il re di Creta, (fissando attentamente lo sguardo ad osservare Che m’invola il mio bene!… Isséo) Quello sguardo sospetto, indeciso

9 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

Mille dubbj mi sveglia nel suo seno. EGISTO Già dissi abbastanza. ISSÉO (costernato e confuso) SEMELE Qual tumulto d’affetti ho nell’alma!… Tace Isséo? Ah potessi nasconderlo almeno! ISSÉO EUROPA (a parte) (mirando Isséo) (Non ho più speranza.) Di quel core si turba la calma. SEMELE ASTERIO (a Isséo) (guardando Egisto) Di che temi? Di quel ciglio si cangia il sereno. (ad Egisto) (a cinque, entrando con una specie d’imitazione un Perché ti confondi? dopo l’altro) (di nuovo ad Isséo) EUROPA Non rispondi? La sorpresa già muti gli rende: Più non s’ode un accento formar. D’atra luce già il cielo s’accende: ASTERIO, EUROPA Già comincian gli audaci a tremar. (Asterio accenna con ironia Egisto: ed Europa addita Isséo) ISSÉO Parlar s’ei ricusa, Nel contrasto di tante vicende Ardo, agghiaccio, non posso parlar. ASTERIO Quel ch’ei tace il mio labbro dirà. EGISTO Di già il tuono rimbomba d’intorno: EUROPA Pur non torno = di nuovo a sperar. La sua scusa = il mio labbro farà.

SEMELE ASTERIO Oh che giorno = funesto = è mai questo! (sempre accennando Egisto) Tutto il sangue io mi sento = gelar. Del soglio se mira CORO Perduta la speme, Quell’alma feroce, (solo, mentre sospesi taccion gli attori) Che tacita freme, Strano evento! S’affanna, sospira; Terribil momento! Più voce = non ha.

(rientrando gli attori ad esclamare insieme col coro) EUROPA Freme il vento: (con passi d’agilità, sempre additando Isséo) S’intorbida il mar. È amor, che loquace, Che muto lo rende: SEMELE Se parla, se tace, Parli Egisto. L’agghiaccio, o l’accende. Quel Nume fallace 10 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

Mai pace = non dà. EUROPA Se tacita io gemo, SEMELE (alle guardie, che si muovono per condur via Europa ASTERIO ed Asterio) Non tremo = per te. Dinanzi al mio sguardo Gli audaci togliete. SEMELE (verso Europa, ed Asterio) ISSÉO Superbi, partite. (arrestando le guardie) Ah no: sospendete. (a due, insultando Semele) ASTERIO SEMELE Ti lascio sdegnata. (con sorpresa, meravigliandosi del movimento d’Is- séo) EUROPA Che ascolto!… Che miro!… Ti sprezzo spietata.

(da sé, con sospensione) ASTERIO Che aspetto? Che tardo? Quest’alma nel petto Smarrirsi non sa. (con moto, ed agitazione) EUROPA Già smanio, deliro, M’infiammo, m’accendo, Crudel, non ti cedo: Ragion non intendo, Non chiedo = pietà. Frenarmi non so. (Partono insieme fra le guardie) EGISTO Scena X° (alle guardie) Isséo, Semele ed Egisto, con i grandi del regno. Il cenno eseguite. EGISTO (Asterio ed Europa, e questa ad Asterio con tene- (arrestando Semele che parte) rezza) Dove?… ASTERIO Mia dolce consorte… ISSÉO (come sopra) EUROPA Ascolta. Che barbara sorte!… SEMELE ASTERIO (torna indietro sprezzante) Fra lacci e ritorte Io tutto intesi. EUROPA Di morte = all’aspetto ISSÉO (a Semele) ASTERIO Ma… Se palpito e fremo,

11 Salieri: Europa riconosciuta - atto primo

SEMELE SEMELE (ad Isséo) (con grande agitazione, minacciando tutti) T’accheta. Ah tremate, = paventate, Oggi tutti e giusti, e rei ISSÉO L’ira mia confonderà. (supplichevole a Semele) ISSÉO In che t’offesi? (a Semele, volendo placarla) SEMELE Deh sospendi… (avanzandosi di qualche passo, e volgendosi minac- ciosa ad Isséo) EGISTO Pensa ingrato… Ah!… (a Semele, come sopra) Ferma… ISSÉO (sommesso a Semele) ISSÉO Intendi… Siegui.

EGISTO SEMELE (da sé, smanioso) (smaniosa) Se geloso ha in petto il core, Oh Dei! L’ira in lei = si accrescerà.

ISSÉO ISSÉO (a Semele, dopo qualche momento di silenzio) (da sé, come sopra) Perché taci? Ah l’ingiusto suo rigore Chi frenare, = oh Dei! potrà? EGISTO (a Semele, che siegue a rimaner tacita, e pensosa, CORO fissando a terra lo sguardo) (un dopo l’altro, crescendo sempre la forza del- Che ti arresta? l’espressione agitata) Ah quell’ira, CORO Quello sdegno (porzione del coro, guardando attentamente i moti di Sol di stragi, Semele, che sta fremendo) Affanni, Già si scuote… E lutto…

(altra porzione del coro, come sopra) TUTTI Già si desta… (tutti uniti, con agitazione molto smaniosa) Tutto = il regno = ingombrerà!

(Partono tutti confusamente, e senz’ordine da diversi lati.)

12 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo ATTO SECONDO

Scena I° Carcere oscuro. Diversi cancelli, e ferrate porte all’intorno, che introducono a varie più interne, separate prigioni. Egisto ed Isséo [Recitativo] EGISTO Che amare a questo segno Sulla sorte d’Asterio irresoluto Possa Europa un indegno, Pende ancora il senato. Ai giorni sui Che di rapirla osò? Del prigionier di Cipro esser funesta La salvezza potria. Non men di lui ISSÉO La sua sposa è in periglio. Delle sue pari A regolar gli affetti ISSÉO So che basta il dover: e so che questo E chi del soglio Chi ci offese ad amar consiglia spesso. Osar può in lei di condannar l’erede? EGISTO EGISTO Eh, che in altrui sol ama ognun se stesso. Chi a Semele giurato ha ossequio e fede. Quindi, credilo, eterni Mai gli amori non sono. Il più costante ISSÉO Si cangia in un istante. Amica fonte Più non cura chi ha spenti Ma la ragione… Ne’ trasparenti suoi limpidi umori Di smoderata sete i primo ardori. EGISTO So che talun si vanta Alla ragion prevale D’amar fino alla tomba: Spesso la forza; e a questa Non ignoro che v’è più d’un, che giura Sol potrebbe una fuga Che negli Elisi ancora Sottrarla. Serberà la sua fede intatta ognora. Ma più del suo poter chi a te promette, ISSÉO Di’ che un labbro ha mendace, E credi?… Di’ che in seno racchiude un cor fallace.

EGISTO [VIII. Aria] Seco Parlane. A te condurre EGISTO Qui la farò. Vedila. Il mio soccorso Vantar di salda fede T’offro al suo scampo. A lei Il cor nel petto armato Di seguirti proponi. È il re costume usato Di chi promette amor. ISSÉO Finge costanza, è vero. Ma il labbro è menzognero; Ch’oggi Europa uno sposo Ma non ha lacci al piede: In tal rischio abbandoni? Non ha catene al cor. Ah quell’anima bella Troppo mal tu conosci! (Parte)

EGISTO E tu supponi 13 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo Scena II° EUROPA Isséo; indi Europa, che scortata dalle guardie, viene Ed in qual guisa, oh stelle! da uno dei cancelli delle separate, più interne pri- Dio Semele sottrarci gioni. Speri all’ire, al furor?

[Recitativo] ISSÉO Libero a lei ISSÉO Se tu il trono abbandoni. Giustificar se stesso ogn’infedele Pensa così. Necessità vorrebbe EUROPA Che l’incostanza in lui Eh s’abbia pure Ciascun credesse. Al suo fallir compagni L’ambizïosa donna e scettro, e soglio: Accumular procura; Sposo, e figlio a me salvi: altro non voglio. E dal suo cor gli affetti altrui misura.

(vedendo venir Europa, che a passi gravi, e lenti, e ISSÉO pensierosa, e mesta si avanza.) Non dubitar. Salvi gli avrai. Ma il regno… Ma vien Europa. Oh come in petto adesso, EUROPA Povero cor, mi balzi a lei dappresso! Di Semele sarà. Cederne a lei Tutti prometto, e giuro i dritti miei. EUROPA

(con gravità e sostenutezza) ISSÉO Fra questo orrori, o prence, Basta così. A che vieni? Che chiedi? EUROPA ISSÉO (con tuono equivoco fra l’amarezza dell’ironia, e del E in me già estinto geloso rincrescimento) Credi quel primo ardor? Tu seco In dolce nodo unito… EUROPA

(volgendosi, per tornare alla sua prigione) ISSÉO Cangia favella: Assi diverso O qui teco io non resto. È dal tuo questo cor. Se a nuova face Tu accender ti potesti: io morirei ISSÉO Pria che stender la mano ad altro laccio. (arrestandola) EUROPA Sentimi. E così presto La rimembranza, oh Dio! (con decisa passione d’una tenerezza smaniosa) Come perdesti, o ingrata? Fu il mio sforzo maggior quand’io potei Viver da te divisa a un altro in braccio. EUROPA In tal momento, ISSÉO Che sposa, e madre io son sol mi rammento. (sorpreso, e con agitazione) Ah che ascolto! E fia ver!… Dunque… ISSÉO E se lo sposo, e il figlio a conservarti EUROPA Venuto io fossi? Ti basti: Altro non domandar. Troppo già disse

14 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo

L’incauto labbro. Ah s’è pur ver ch’un giorno ISSÉO Io fui la tua speranza. (smanioso) Rispetta, o prence, adesso La mia debol virtù. Non fu mia scelta Ah quanta, oh Dei! L’abbandonarti. Era già scritto in cielo Quanta beltà, quanta virtù perdei! Il nostro fato. A conservare illesa E la fama, e l’onore, altro riparo [IX. Duetto] Per me in Creta non v’era, Che perderti per sempre. ISSÉO (con tenera ed affettuosa espressione) ISSÉO Perder l’oggetto amato E tu potesti?… Non sa qual pena sia Questa dell’alma mia EUROPA Chi non intende appien. Lassa! Che far poteva? Eterna fede Al rapitor convenne, EUROPA Mio malgrado, giurar. (quasi a guisa di recitativo strumentato) Deh, ti consola. ISSÉO

(con amarezza gelosa) ISSÉO Ma i tuoi legami Oh pene! Dolci amor poi ti rese? EUROPA EUROPA Dividerci conviene. (sospirosa) Ah se sapessi ISSÉO Come sta questo cor!… Ma che ti giova (tornando al tenero affettuoso motivo musicale della Penetrarne gli arcani? Ad imitarlo prima strofa; ma con maggior moto, ed agitazione) Più tosto attendi. E per salvarci, in dono Pria che l’avverso fato Porgi a Semele ancora, Me dal mio ben divida; Se sia d’uopo, la destra. Un grand’esempio Ah del dolor m’uccida Hai da me di costanza, Il fiero eccesso almen. (piangendo) EUROPA Se col pianto sul ciglio, (con un canto interrotto) Questo Europa ti dà crudel consiglio… Prence, ti lascio. ISSÉO Ah non più. Ciò che brami, ISSÉO Tutto farò. Destarsi Ah taci. D’un emulo valore Fiamme ignote già sento intorno al core. EUROPA Sì: questa man, che tua Gli affetti contumaci Esser più, oh Dio! non può, se tu l’imponi, Meglio a frenar impara. Questa a Semele, oh Ciel! per te si doni. ISSÉO EUROPA Quanto virtù sì rara Il glorïoso impulso Quanto mi costa, oh Dio! Deh seconda, se m’ami. Addio… ti lascio, E ti lascio per sempre! (con espressione agitata, viva e smaniosa) 15 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo Per mio = tormento Incerta, dubbiosa, Lo sento = adesso, Comprender non sa. Che a te dappresso Pace non trovo, Scena V° Che mille smanie Provo = nel sen. Isséo e detta. [Recitativo] (parte) EMELE EUROPA S Lo so. Ma parti. Ma vien l’infido. Ah tutto Che rio = tormento! Forse già da. Ah che in lasciarti, Prende, mi sento ISSÉO Anch’io = già l’anima Regina… Sveller dal sen. SEMELE Scena III° Giungi, o prende, opportuno. Al suo destino Sappi che in abbandono il re di Creta Europa sola Lasciai. [X. Recitativo ed Aria] ISSÉO EUROPA Come! (attentamente prima guardando, per assicurarsi che Isséo sia partito) SEMELE Numi, respiro! Alfin partì, lasciommi. Deciso A sprigionare i trattenuti a forza Ha il senato ch’ei mora: e vuol che, priva Teneri affetti miei Di libertà, nasconda Più non si tardi: e il pianto, Per sempre agli occhi altrui Per mio sollievo intanto, Tutto Europa il rossor de’ falli sui. Della virtù più austera Senza rischio e periglio, ISSÉO Libero torni ad inondarmi il ciglio. Il decreto crudel… (Con passi d’agilità) Ah, lo sento: = il suo tormento SEMELE Disacerba in parte almeno, (con rimprovero amaro) Quando un cor può senza freno Palpitare in libertà. So che scompone I tuoi disegni. Egisto a me palesi Di già tutti li fé. Ma trasferita Scena IV° Ho già dell’armi a lui Elegante gabinetto nella reggia. L’autorità suprema. Semele sola, sedendo appoggiata a un tavolino. Di nostre leggi adesso in van chi adori, Colla fuga, ai rigori [XI.] Sottrar potrai. Già esecutor fedele Di sua giusta condanna SEMELE Egisto… (con moto lento e interrotto) ISSÉO Fra mille pensieri Quest’alma gelosa, Egisto! Ah il traditor t’inganna. Se tema, si speri Una fuga egli stesso anzi propose. Ma libero dispose il soglio Europa 16 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo

Ceder più tosto a te, per mio consiglio: ISSÉO Pur che tu salvi a lei lo sposo e il figlio. (intollerante, e colla maggior agitazione)

SEMELE Sentir non voglio. (con grande meraviglia) (partendo con precipitazione e senza replica) E creder lo potrò? Già più la reggia, il soglio Sicuro in tal momento ISSÉO Dal mio furor non è. Se intera fede Non presti ai detti miei, pria che da’ lacci SEMELE Si sciolgan i prigioni, Quell’ira, oh ciel! tu sai Di questa man disponi. A te consorte, S’io meritai… = Ma che! Io ti assicuro, io ti difendo il trono. (volgendosi e vedendo che Isséo s’è di già allonta- SEMELE nato, corre inutilmente per trattenerlo) (Da Egisto forse, ah, che tradita io sono!) Fèrmati… Oh stelle!… Ascolta… Corri o prence… Stolta! = con chi ragiono?… Mi lascia in abbandono, ISSÉO Fugge il crudel da me. Ah se così tremar, (confuso e con impazienza) Misera! ognor degg’io; Ch’io vada? Venga, deh venga, oh Dio! E dove?… La morte a terminar = L’affanno mio. SEMELE Infin che il vero (Parte) Palese a me si renda, D’Asterio il crudo scempio Fa’ che almen si sospenda.

(agitata) In suo soccorso Vola. Chi sa? Di Nemesi nel tempio Forse già l’infelice Ridotto all’ore estreme…

ISSÉO (smanioso, ad un tratto di partir precipitosamente) Ah si salvi, o con lui si mora insieme.

[XII.]

SEMELE Vanne. Ma in ogni evento Pensa…

17 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo Scena VI° EUROPA Tempio della vendetta. E vuoi?… Ara nel mezzo, col simulacro di Nemesi. In varie nicchie laterali veggonsi rappresentate a chiaro- ASTERIO scuro ferrugginoso diverse figure simboliche, onde Sì, voglio il soggiorno della tremenda Deità vien distinta- Che, fuggendo assicuri mente caratterizzato. Scala praticabile di prospetto A te uno scampo, e a questo nel fondo. Presso di essa si scorge parte d’un oscuro vestibolo, in cui si deve sagrificare innanzi (accennando il figlio) alla tomba di Agenore la vittima destinata a pla- Dell’infausto amor mio pegno funesto. carne l’ombra sdegnosa. Chi sa? Con gli anni suoi Egisto, Europa, il fanciullo, le donzelle Cretensi, con Della comun vendetta alcune guardie Fenicie. Il gran sacerdote di Nemesi, Già forse il gran momento in ciel s’affretta. colla schiera de’ sagri ministri, che circondan l’ara Deh voi rendete, o Numi, del tremendo Nume. Asterio fra un’altra squadra di Il presagio verace; guardie Fenicie discende dalla scala, per cui si vien E appien contento io chiudo i lumi in pace. dalla reggia. EUROPA [Recitativo] Ah! mi sento morir! EUROPA ASTERIO (ad Egisto, che se le appressa per discioglier le catene di lei) Deh se non vuoi Che a Lete ognor d’intorno Perfido! I lacci miei Ombra mesta io m’aggiri, Lasciami. Il tuo pianto raffrena, i tuoi sospiri.

EGISTO EUROPA A questo segno Vorrei… Ma, oh Dei!… non posso… Sprezzi la mia pietà? ASTERIO EUROPA (alle donzelle Cretensi) (respingendo Egisto con impeto) Il suo dolore Scòstati, o indegno; Voi per me consolate. Al vostro amore Né ti vantar pietoso, La genitrice, e il figlio, Barbaro, allor che uccidi a me lo sposo. (prendendo il figlio per mano) EGISTO Morendo, io raccomando. Il ciel pietoso Ma la tua libertà però ti rendo, Alfin con noi placato, Se a fuggir ti risolvi. Pargoletto infelice, Prenda cura di te. Degno ti renda EUROPA Dell’origine tua; ma più felice Io qui pretendo, Di chi vita ti diè. Lasciate intanto Ad onta del destin con me spietato, Che per l’ultima volta L’alma esalar del fido sposo a lato. Possa stringervi al seno.

[XIII. Recitativo accompagnato ed Aria] (Abbraccia da una parte il figlio, e dall’altra Europa) ASTERIO Sposa… Figlio… Ah d’affanno io vengo meno. No: vivi, o cara; e lascia Che il mio fato s’adempia. (colla più patetica e dolorosa passione) 18 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo Del morir l’angoscie adesso, Scena VII° Tutte io provo a voi dappresso. Egisto, il fanciullo, porzion delle guardie Fenicie, Sventurato!… Ah quest’amplesso ed Europa svenuta fra le braccia delle donzelle di Sarà l’ultimo per me. Creta. (Torna ad abbracciar il fanciullo) [XV. Recitativo accompagnato] Lascia, oh Dio! = figlio infelice, Lascia ch’io = ti stringa la seno. EGISTO Qual rumore! (accennando in atto flebile Europa, che piange) (alle guardie Fenicie) La dolente genitrice Mi ritrovi almeno = in te. Si accorra, Il contumace (con molta smania) Se v’è chi tenti audace D’involar al suo fato; Ah dov’è quel cor di sasso, O il folle ardir s’affreni, Che non pianga al pianto mio? O il figlio accanto al genitor si sveni. (volgendosi con tenerezza alla sposa) (Entra nel vestibolo seguitato da resto delle guardie Sposa, addio… = Fenicie, conducendo per mano il fanciullo.)

(Torna con maggior impeto alla smania di prima) Scena VIII° Più amaro passo, Europa sostenuta dalla sue donzelle seguaci: ed un Duol più barbaro non v’è. coro di combattenti, che non veduti si ascoltano. [XV. Recitativo accompagnato] (S’incammina verso l’oscuro vestibolo, e lascia Europa svenuta fra le braccia delle sue seguaci.) EUROPA [XIV. Coro] (tornando in se stessa)

CORO Numi! L’egre pupille All’odïosa luce un’altra volta (de’ sacerdoti di Nemesi, che al sagrifizio accompa- Perché schiuder mi fate?… gnan la vittima; incamminandosi a lenti passi verso il vestibolo) (guardando smaniosa intorno) Sul mesto tumulo Ah dove, oh Dei! Esangue appena Il fanciullo dov’è?… Ma voi tacete! Cadrà la vittima. Dite… Ah no: sospendete. Che a te si svena; Misera! I mali miei Varcando placida Tutti già intendo: e veggo L’onda fatale, Alla pietà, ch’espressa Riposa, e plàcati A voi leggo sul ciglio, Ombra reale. Che più sposo non ho, non ho più figlio.

(Entran nel vestibolo, d’onde s’ode rumor d’armi) [XVI. Coro]

Coro di combattenti, che non veduti, in lontananza si ascoltano.

UNA PARTE DEL CORO (ferocemente) Stragi, o ritorte: 19 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo

Catene, o morte. UNA PORZIONE DELLE DONZELLE A CORO Che grida ALTRA PARTE DEL CORO (flebilmente) ALTRA PORZIONE DELLE SUDDETTE A CORO Fatale inciampo! Che voci! Crudel periglio! EUROPA TUTTO IL CORO Che accenti feroci! (combinando i due caratteri d’espressione diversa) CORO 1 Pietà, consiglio, Che fato! Scampo = non v’è. CORO 2 CORO Che sorte! (delle donzelle seguaci d’Europa) Che accenti feroci! EUROPA Che voci = funeste! Che viver penoso!

EUROPA EUROPA (con agitazione) Già muore lo sposo! Già il figlio perì! Ah sì: = di chi muore Le grida son queste! (Entra precipitosa nel vestibolo) Che fiero tenore Di barbara sorte! TUTTE LE DONZELLE A CORO Già spira il consorte! Già spira il consorte! Già il figlio perì! Già il figlio perì! Ah si vada… (Sieguono Europa) LE DONZELLE (trattenendo l’attrice) Scena IX° No: t’arresta. Vasto cortile, che da un lato corrisponde alla reggia, e dall’altro al vestibolo, per cui si passa nel EUROPA tempio della Vendetta. (s’arresta quasi stupida) Fiero ed ostinato combattimento fra i seguaci d’Egisto, ed i soldati Cretesi nuovamente giunti Qual orrore in me si desta! alle spiaggie di Tiro, e da Isséo guidati alla difesa Chi ritiene i passi miei? di Asterio. Alla durata della pugna serve di misura Sento, oh Dei! = che per le vene quella del Coro. Freddo viene = il sangue al cor… (Tornando alla prima smania) AGGRESSORI Ah il corso finisca Catene, o morte, D’un viver penoso! Ah meco pietoso ASSALITI Il sen mi ferisca Che fiero inciampo! Quel ferro spietato, Che ha il figlio svenato, Che il padre ferì! AGGRESSORI Stragi, o ritorte,

20 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo ASSALITI Scena XI° Non v’è più scampo! Semele affannosa, Isséo

AGGRESSORI [Recitativo] In tal periglio SEMELE Pietà, consiglio Per voi non v’è. Prence, illeso pur torno A rivederti. E il traditor Egisto? ASSALITI ISSÉO Cresce il periglio! Manca il consiglio; (mostrando l’acciaro, che poi cinge nuovamente la Pietà non v’è! fianco) Da questo acciar trafitto Scena X° Cadde l’indegno al suol. Difesa il cielo Ha la causa miglior. Giunse improvviso Isséo, ed Egisto De’ suoi dispersi legni al re di Creta (Compariscono entrambi sulla scena battendosi, Il potente soccorso. Alle nuov’armi nello stesso momento che dalle schiere guidate da Io delle nostre accrebbi Isséo vengono inseguiti i soldati di Egisto, già messi Una schiera fedel, Già è salva Europa in fuga.) Collo sposo, e col figlio: e in lei le turbe Riconoscon del regno [XVII. Recitativo accompagnato] La legittima erede.

ISSÉO SEMELE (verso quella porzione de’ suoi guerrieri, che non Sicché… ha inseguiti i fuggitivi, e che s’avanza per attaccar Egisto) ISSÉO Cessin gli oltraggi alfin. Non paventar. La data fede Serbarsi a te dovrà. Ben mi rammento (ad Egisto, perché si dia per vinto) Ch’io questa man, ch’Europa, Renditi: e vivi. Di tua pietade in prezzo, Il soglio a te promise. A lei mentr’io EGISTO Sollecito m’invio, Superbo! Ancor non cedo; Ché l’istesso perdono (additando i suoi guerrieri) È un supplizio per me quand’è tuo dono. Teco questa rimanga, Per sicurezza tua, (attaccando impetuosamente Isséo) Scorta fedel. Fra poco Difenditi se puoi da’ miei furori. Di più fauste novelle Presago il cor mi dicembre Che a te ritornerò nunzio felice. ISSÉO (battendosi con Egisto, a cui porta infine un colpo, (Parte, lasciando una squadra de’ suoi guerrieri in che lo rovescia estinto sulle scene) difesa di Semele.) Già che viver non vuoi, perfido, mori.

21 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo Scena XII° Il rigor, la crudeltà. Semele, colle guardie a lei lasciate da Isséo. GRANDI DEL REGNO [Recitativo] Ed in mezzo ai suoi contenti Più l‘offese non rammenti SEMELE Della nostra infedeltà. Par che di nuovo il cielo Per me si rassereni. E pur fidarmi [XX. Rondò] Appieno ancor non oso. Incerto è troppo Il destin de’ viventi. ASTERIO Or lieti, or tristi eventi Chi a scordar gli oltraggi apprende Volge l’instabil ruota. Degli Dei qual sia comprende Quanti pietà ci fanno, La più gran felicità. Che invidia un dì forse destar potranno! Che sia ver l’intendo adesso, Stolto è ben chi dà fede Che felice a voi d’appresso Alla sorte incostante, Questo cor godendo sta. Ma è assai più folle ancora Chi sempre teme, chi dispera ognora. EUROPA

[XVIII. Aria] (additando Isséo) Quella man che noi difese, Quando più irato freme, Che a me rese = il soglio mio; Quando minaccia il mar = Se a mia voglia dar poss’io, Stragi funeste, Oggi a Semele sarà. Tornar d’amica speme Può un raggio a balenar = ISSÉO Fra le tempeste. (porgendo la mano a Semele) (Parte) Non la sdegni: e a lei la dono.

Scena ultima ASTERIO Interna terrena, parte della magnifica reggia di (levandosi di capo la corona, per cingerne la fronte Tiro Trono a destra. a Isséo) A suon di festosa marcia di militari strumenti, prece- Io vi aggiungo il serto e il trono. duti da Isséo, e dalla cavalleria Fenicia, accompa- gnati da’ grandi del regno e dalle donzelle di Creta, (a tre con piccoli passi d’agilità) s’avanzan sovra eccelsa, maestosa quadriga Asterio, Europa, e ‘l fanciullo, con seguito di numerose squa- SEMELE dre Fenicie, e di guerrieri Cretensi. Appena discesi Se sperarla io posso in dono; dal carro, vien loro incontro Semele scortata dalle Che bramar più il cor non ha. guardie reali. Grandi del regno di Fenicia, e donzelle di Creta. EUROPA (replicando la musica del primo intercalare) [XIX. Coro] Chi sa dare un soglio in dono, d’ogni eroe mag- TUTTI gior si fa; A regnar su questa sede Che agli Dei già egual si rese, Torni alfin la vera erede. Chi a scordar gli oltraggi apprese Nella sua felicità. DONZELLE CRETENSI SEMELE Ed in mezzo ai suoi contenti Del destin più non rammenti Ed in mezzo al mio contento 22 Salieri: Europa riconosciuta - atto secondo Sol con pena or mi rammento Il rigor, la crudeltà. La passata crudeltà. (Tutti replicano a coro gli ultimi cinque versi detti da EUROPA Isséo; mentre sulla stessa musica vengon replicati da Ed in messo al mio contento Asterio i tre primi versi del suo rondò.) Del destin più non rammento

FINE DELL’

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