Il Museo Dell'alto Medioevo a Roma

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Museo Dell'alto Medioevo a Roma Corso di Laurea in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici ex D.M. 270/2004 Tesi di Laurea Il Museo dell’Alto Medioevo a Roma Relatore Ch. Prof. Maria Chiara Piva Correlatore Ch. Prof. Michela Agazzi Laureando Agnese Scarpa Matricola 832032 Anno Accademico 2015 / 2016 INDICE CAPITOLO 1. GLI STUDI SULL’ALTO MEDIEOVO. UNA SINTESI p. 1 1.1 Le molteplici identità dell’Alto Medioevo. Dalla fine dell’Ottocento al secondo Dopoguerra p. 3 1.1.1 L’archeologia barbarica e le necropoli ritrovate p. 5 1.1.2 L’Italia e l’archeologia cristiana p. 21 1.1.3 L’Alto Medioevo tra storiografia e storia dell’arte p. 37 1.2 Il secondo dopoguerra e lo sviluppo degli studi sull’alto medioevo tra Linz, Pavia e Spoleto p. 49 1.2.1 Il Conseil per la ricerca sull’Alto Medioevo p. 50 1.2.2 L’Accademia Spoletina e la fondazione del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo p. 61 1.2.3 Le iniziative di Salmi un ulteriore sviluppo degli studi su Alto Medioevo: MAME e Corpus della scultura altomedievale p. 75 1.2.4 L’Archeologia Medievale: l’ultima delle discipline storiche p. 84 CAPITOLO 2. MARIO SALMI. STUDIOSO, MAESTRO E AMMINISTRATORE p. 89 2.1 Mario Salmi storico dell’arte p. 91 2.2 La personalità pubblica di Mario Salmi. Gli allievi, i colleghi, l’amministrazione delle belle arti p. 124 2.2.1 Salmi insegnante: «Ho l’anima del maestro di scuola» p. 125 2.2.2 L’amministrazione delle belle arti. Dalla Soprintendenza al Consiglio superiore p. 127 2.2.3 Il rapporto con i colleghi, i dibattiti, le stime reciproche, i Convegni p. 139 2.2.4 Conclusione. «Mi compiaccio di aver potuto promuovere … il Museo dell’Alto Medioevo» p. 146 CAPITOLO 3. PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEL MUSEO DELL’ALTO MEDIOEVO p. 152 3.1. Un museo per il Medioevo a Roma. Storia di un’assenza p. 153 3.2. La questione della periodizzazione per un museo «delle civiltà germanica e mediterranea e delle loro attività artigianali» p. 161 3.3 Il Museo e i rapporti con gli istituti stranieri: modelli per lo sviluppo di corrette metodologie di scavo archeologico p. 163 3.4. Il Museo da centro per la ricerca archeologica a sede di una Soprintendenza speciale per il Medioevo p. 166 3.5. La scelta della sede. Il Palazzo delle scienze all’Eur p. 184 3.6. i dodici anni tra fondazione e apertura del Museo: le «difficoltà di ordine pratico» p. 192 3.7. La scelta della collezione p. 196 3.8 L’allestimento p. 203 CAPITOLO 1. GLI STUDI SULL’ALTO MEDIEOVO. UNA SINTESI. Questo capitolo e il successivo serviranno ad individuare le condizioni che portarono alla fondazione del Museo dell’Alto Medioevo, istituito per voto del Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti in data 22 febbraio 1955.1 Il fine è comprendere come mai proprio alla metà degli anni Cinquanta si decise di fondare un museo sull’Alto Medioevo, scegliendo questo periodo e una dicitura così specifica. In questo primo capitolo si delineerà la storia degli studi sui primi secoli dell’evo di mezzo, individuando il contesto storico e geografico in cui venne introdotto il termine alto medioevo. Sono stati presi in considerazione anche quei contributi che – pur non usando esplicitamente il termine – affrontano temi e problematiche relative a quell'ambito cronologico. Interesse primario è capire quando, da chi e in quale accezione cominciò ad essere utilizzato il termine, e le relazioni che legavano i diversi protagonisti di questa storia. Delimitare cronologicamente l’Alto Medioevo può non essere facile, in quanto le date scelte come cesura iniziale e finale possono variare anche di molto a seconda della geografia cui si fa riferimento.2 A questo proposito si possono traslare al problema dell’alto medioevo le parole di Lellia Cracco Ruggina a proposito del tardoantico, secondo la quale «occuparsi» di questo periodo «deve pur significare muoversi entro orizzonti cronologici appropriati». 3 Infatti «si tratta di un’operazione indispensabile innanzitutto per comprendere la genesi e la coerenza interna delle proprie ricerche, ai due livelli – assolutamente inseparabili – delle scelte tematiche e delle scansioni cronolgiche: ché ogni periodizzazione non rappresenta mai un momento puramente 1 Roma. Fondazione di un museo nazionale dell’Alto Medioevo, in Bollettino d-arte del Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti, 1955, n. 40.1955, p. 381 2 Cfr. Tabacco Giovanni, Alto Medio Evo, in Tabacco Giovanni, Merlo Grado G, Medioevo. V/XV secolo, Bologna, Il Mulino, 1981 (tomo I); Delogu Paolo, Un’idea dell’alto Medio Evo, in Periodi e contenuti del Medio Evo, a cura di Delogu Paolo, Roma, Il Ventaglio, 1988, pp. 56-67; Wikham Chris J, Le strutture dell’economia e del potere, in Periodi e contenuti del Medio Evo, op. cit. pp. 75-86; Elbern Victor H., sv. Alto Medioevo, in Enciclopedia dell’arte medievale. Volume I, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1991, pp. 473-478 3 Cracco Ruggini Lellia, Tardoantico e alto Medio Evo: continuità e cesure, in Periodi e contenuti del Medio Evo, op. cit. pp. 13-37, p. 15 1 formale ed estrinseco della ricerca storica, bensì il modo stesso di porsi il problema».4 In questo capitolo «sarà dunque importante incominciare col rendersi conto di come questo blocco … si è andato a poco a poco enucleando nella riflessione storiografica»,5 ovvero comprendere in che modo storici, archeologi e storico dell’arte pensarono e definirono l’alto medioevo negli anni dalla fine dell’Ottocento a tutta la prima metà degli anni Cinquanta. Il problema non fu di secondaria importanza nemmeno quando il museo venne fondato, come testimonia l’articolo Problemi dell’Alto Medioevo (a proposito di un nuovo museo) scritto da Bianca Maria Felletti Maj, prima direttrice dello stesso.6 Punto di riferimento sarà proprio la cronologia da lei individuata nel periodo che va «dal disgregarsi politico dell’Impero d’Occidente al X secolo».7 Per il periodo precedente al riconoscimento dell’Alto Medioevo come categoria periodizzante per la storia dell’arte, si sono identificati alcuni filoni principali di studi di archeologia e storia dell’arte: le oreficerie e i corredi tombali barbarici – longobardi in Italia – e i monumenti di epoca paleocristiana.8 Considerata la natura del Museo si è scelto di dare particolare risalto da una parte agli studi di storia dell’arte, dall’altra a quelli di archeologia, essendo specificato tra gli obiettivi del museo, così come si legge nel verbale del voto del Consiglio Superiore del 4 Cracco Ruggini Lellia, Tardoantico e alto Medio Evo…, op. cit. p. 15 5 Cracco Ruggini Lellia, Tardoantico e alto Medio Evo…, op. cit. p. 15 6 Felletti Maj Bianca Maria, Problemi dell’Alto Medioevo (a proposito di un nuovo museo), in Commentari. Rivista di critica e storia dell’arte, Firenze, Le Monnier, 1963, n.s. 14, pp. 75-91 7 Felletti Maj Bianca Maria, ivi, p. 76. Sul problema della periodizzazione cfr. Brezzi Paolo, Tardo Antico e Alto Medioevo (ricerche e problemi), in Miscellanea di Storia in memoria di Francesco Arnaldi, Napoli, Loffredo, 1984, pp. 18-34; Cracco Ruggini Lellia, Tardoantico e alto Medio Evo…, op. cit. p. 32 8 Cfr. Broccoli Umberto, Archeologia e Medioevo. Il punto sull’archeologia medievale italiana, Roma, Editori Laterza, 1986, pp. 7 11; La Rocca Cristina, Uno specialismo mancato. Esordi e fallimento dell’archeologia medievale italiana alla fine dell’Ottocento, in Archeologia Medievale, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1993, n. 20. 1993, pp. 13-43, p. 15; Gelichi Sauro, Introduzione all’archeologia medievale. Storia e ricerca in Italia, Roma, Carocci, 1998, p.29; Francovich Riccardo, L’archeologia italiana fra storia e gestione del patrimonio, in Quaderni Medievali, Bari, Edizioni Dedalo, 2003, n. 55/giugno 2003, pp. 102-116; Ardizzone Fabiola, Archeologia Medievale, Palermo, Carlo Saladino Editore, 2007, p. 16 2 22 febbraio 1955, che questi dovesse porsi come centro propulsore di una nuova disciplina archeologica per l’Alto Medioevo.9 L’idea che l’archeologia per l’alto medioevo potesse affrancarsi da altre discipline storiche come scienza autonoma è da ritenersi una proposta ambiziosa e che precorre i tempi, se pensiamo che la data di nascita dell’archeologia medievale in Italia – quale viene indicata dagli studiosi del settore – si fa risalire alla prima metà degli anni Settanta, o pochi anni prima se consideriamo la data del primo insegnamento universitario, come punto di arrivo di un percorso irto di difficoltà.10 1.1 Le molteplici identità dell’Alto Medioevo. Dalla fine dell’Ottocento al secondo Dopoguerra. Per comprendere gli sviluppi della disciplina è fondamentale mettere in evidenza alcuni tra gli studi concernenti opere o correnti artistiche datate ai secoli altomedievali così come si svilupparono all'interno dell'archeologia e della storia dell'arte, al fine di identificare l’ambito in cui si collocano le premesse che portarono allo sviluppo degli studi negli anni del secondo dopoguerra. Per quanto riguarda l’archeologia, importanza rilevante hanno avuto da una parte le scoperte e gli scavi di necropoli ‘barbariche’, dall’altra i primi sviluppi di quella che poi verrà identificata con il termine di Archeologia cristiana. Per quanto riguarda la storiografia artistica, principale fonte di questa ricerca sono stati i manuali di storia dell’arte, di cui si è valutato lo spazio che in essi è dedicato ai secoli tra il V e il X. 9 Roma. Fondazione di un museo nazionale dell’Alto Medioevo, op. cit. 10 Cfr. Francovich Riccarco, Archeologia medievale e istituzioni, in Archeologia Medievale, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1975, n. 2.1975, pp. 399-408, p. 404; Broccoli Umberto, Archeologia e Medioevo…, op. cit. pp. 22 e 41; Whitehouse David Bryn, sv.
Recommended publications
  • Tesu Dottorato Botti
    A Lisa e Lucia 2 Ringraziamenti Desidero esprimere il mio più sentito ringraziamento alla prof.ssa Donatella Fiorani e al prof. Giovanni Carbonara per le innumerevoli occasioni di confronto, il costante supporto nel corso della ricerca con i loro preziosi e lungimiranti consigli senza i quali questa tesi non sarebbe esistita. Ringrazio il Coordinatore del corso di Dottorato in “Storia e Restauro dell’Architettura”, prof. Augusto Roca De Amicis, la prof.ssa Maria Piera Sette che lo ha preceduto nei miei primi anni di studio, e il Collegio dei Docenti per le utilissime indicazioni fornite durante le riunioni. Voglio esprimere la mia riconoscenza agli avvocati Zeno Forlati e Laura Picchio Forlati, figlio e nuora di Ferdinando, che con grande disponibilità e interesse sostengono ricerche come questa, dispensando utilissime informazioni agli studiosi. Aggiungo inoltre un ringraziamento per il personale dell’Archivio Progetti dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nonché ai professori Eugenio Vassallo e Serena Maffioletti. Ricordo con particolare gratitudine l’arch. Giangiacomo Martines, già Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia per avere indirizzato questo lavoro nella sua fase iniziale. Ringrazio inoltre i dirigenti e i funzionari delle Soprintendenze e degli altri Enti italiani e croati che hanno gentilmente concesso la consultazione degli archivi custoditi nei loro Uffici: tra le molte persone che mi hanno aiutato vorrei ricordare la dott.ssa Claudia Crosera e la dott.ssa Rossella Fabiani della Soprintendenza di Trieste, le dott.sse Annalisa Bristot e Maria Grazia Fumo della Soprintendenza di Venezia, il dott. Ivor Vodopivez, la dott.ssa Maja Cerić, il prof.
    [Show full text]
  • Curriculum Vitae Di Simonetta Tadiello
    Università Ca’ Foscari Venezia Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Scienze dell’Antichità: Filologia, letterature e storia dell’Antichità Tesi di Laurea Iscrizioni di Siriani tra l’Alto Adriatico e la Siria del Nord nel V e VI sec. d.C. Relatore Ch. Prof. Giorgio Ravegnani Correlatori Dott.ssa Flavia De Rubeis Dott.ssa Alessandra Rizzi Laureando Stefania Tadiello Matricola 815300 Anno Accademico 2012 / 2013 1 INTRODUZIONE Nel variegato panorama dell’Occidente tra V sec. d.C. e VI sec. d.C. una delle comunità che incuriosirono maggiormente gli studiosi dall’Ottocento ad oggi fu quella siriana in Alto Adriatico. Concordia, Aquileia e Grado sono alcuni centri in cui questi individui, provenienti dalla Siria del Nord (in particolar modo dall’area di Apamea), si sono concentrati. Le iscrizioni sono manifestazione concreta della loro presenza ed attività sul territorio. Già a prima vista è possibile notare alcune caratteristiche peculiari: ad esempio l’adozione della lingua greca orienta l’osservatore verso una possibile committenza orientale; tuttavia, è il contenuto dei testi a sciogliere ogni dubbio. La toponomastica, naturalmente, è il primo e più evidente elemento, che di norma compare in tutte queste iscrizioni. Segue l’onomastica, che può essere greca, ma anche semitica. Inoltre, l’adozione di determinate formule ed espressioni fornisce indicazioni importanti e, soprattutto nel materiale siriano, molto precise. Per riuscire a comprendere meglio le informazioni fornite dall’epigrafia alto-adriatica si è ritenuto opportuno considerare anche il materiale propriamente siriano e tentare un confronto, con lo scopo d’identificare al meglio questi individui e, laddove è possibile, coloro che, pur non usando il greco e non dichiarando l’origine o l’onomastica, potrebbero essere Siri od Orientali, ma anche di far luce sui motivi che spinsero questi individui a lasciare la loro terra e quanto il loro retaggio culturale abbia influenzato quello dei centri alto- adriatici.
    [Show full text]
  • Ferdinando Forlati (1882-1975) Inventario Analitico Del Fondo Archivistico
    Università Iuav di Venezia AREA RICERCA, SISTEMA Dorsoduro 2196 / Cotonificio veneziano BIBLIOTECARIO E DOCUMENTALE 30123 Venezia t. +39 041 257 1011–1012–1013–1014 [email protected] www.iuav.it/archivioprogetti Archivio Progetti Ferdinando Forlati (1882-1975) Inventario analitico del fondo archivistico a cura di Antonella D’Aulerio Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti, marzo 2020 Gli inventari ed elenchi di consistenza dell’Archivio Progetti sono pubblicati sotto la licenza Creative Commons "Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate". Eventuali contenuti riservati sono sottoposti alla seguente disciplina: In aggiunta alle libere utilizzazioni previste dalla Legge italiana sul diritto d’autore (L. 633/1941 e successive modifiche), l’Archivio Progetti Iuav, titolare del diritto di disporne, rende libere le seguenti utilizzazioni delle proprie pubblicazioni, rinunciando per esse a qualsiasi forma di compenso: • la copia a scopo di studio personale, comunque effettuata e senza limiti quantitativi o di formato; • la copia e la distribuzione su supporto cartaceo o su supporto elettronico locale, per finalità didattiche, scientifiche e documentarie, con esclusione di qualsiasi finalità commerciale; • la lettura in pubblico a scopo illustrativo e non commerciale. Introduzione Ferdinando Forlati 1 Il fondo archivistico 3 Inventario 1 Incarichi istituzionali 5 1.1 Soprintendenze di Venezia e Trieste 5 1.2 Basilica di San Marco 17 1.3 Basilica del Santo 24 1.4 Monumenti di Verona 26 2 Progetti, concorsi e consulenze a titolo personale 30 2.1 Atti e pubblicazioni 30 2.2 Progetti 62 3 Corrispondenza 84 4 Carte personali e di famiglia 97 5 Progetti di altri 104 6 Materiale a stampa 106 7 Fotografie 115 8 Sub-fondo Bruna Tamaro 116 Indice dei nomi 119 Indice dei luoghi 129 Rassegna stampa 133 IUAV – ARCHIVIO PROGETTI Introduzione per quelle di Santa Fosca e Santa Maria Assunta a Torcello, di San Pietro Martire 3 Ferdinando Forlati e dei Santi Maria e Donato a Murano.
    [Show full text]
  • Da L'istria Del Kandler (1846-1852) Al Volume
    M. BUDICIN, Da L’Istria del Kandler (1846-52) agli Atti XLV, Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLV, 2015, p. 7-56 7 DA L’ISTRIA DEL KANDLER (1846-1852) AL VOLUME XLV DEGLI ATTI (2015): 170 ANNI DI CONTRIBUTI STORIOGRAFICI SULL’ISTRIA DELLA SUA CERCHIA ITALIANA MARINO BUDICIN CDU 930.1(497.4/.5-3Istria)”1846/2016” Centro di ricerche storiche Sintesi Rovigno Dicembre 2015 Riassunto: L’autore presenta un sommario della storiografia sull’Istria relativo alla sua cerchia italiana, prendendo in esame il periodo che va dall’uscita del primo numero de L’Istria del Kandler (1846) al vol. XLV degli Atti del Centro di ricerche storiche (2016). Un lasso di tempo ampio e ricco di iniziative storiografiche sull’Istria, che ha visto la nascita di nuovi settori e metodologie di ricerca in concomitanza con alcune interessanti fasi di istituzionalizzazione degli studi storici. L’attenzione è rivolta in par- ticolare alla storia medievale e moderna (con riferimenti ai principali scritti e studi editi su altre materie affini e ausiliari a quelle storiche e sulle epoche antecedenti), nonché ai contenuti degli Atti e della Collana degli Atti. Abstract: The author presents a summary of Istrian historiography related to its Ital- ian circle, focusing on the period ranging from the first issue of the magazine L’Istria by Kandler (1846) to volume XLV of the Atti published by the Centre for Historical Research (2016). A quite long lapse of time characterized by numerous projects on the history of Istria, as well as the introduction of new sections and research methodologies in correspondence with some interesting stages in the institutionalization of historical studies.
    [Show full text]
  • Archivio Della Società Istriana Di Archeologia E Storia Patria 1884 – 1985
    Archivio della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria 1884 – 1985 Riordinato dalla Cooperativa degli Archivisti-Paleografi di Trieste INVENTARIO A cura di Sandi Deschmann Marina Dorsi Barbara Sablich Caterina Zocconi Anno 2017 INTRODUZIONE CENNI STORICI La Società Istriana di Storia Patria nacque nel 1884, sotto la dominazione dell’impero austroungarico, a Parenzo per volontà di un Comitato promotore composto da A. Amoroso, B. Benussi, G. Cleva, C. De Franceschi, F. Glezer, A. Marsich, N. Rizzi e A. Scampicchio. Lo scopo dichiarato nello statuto all’art. 1 era l’investigazione, raccolta e studio di tutto ciò che appartiene al campo storico della provincia d’Istria, e la diffusione e pubblicazione delle notizie relative. L’attività si doveva estendere alle antichità preistoriche e romane; alla storia medioevale e alla storia patria in generale. Si prevedeva di istituire a Parenzo un Museo provinciale dove raccogliere tutte le collezioni di oggetti antichi, libri, documenti storici, giornali, ecc. Il 24 luglio 1884 si tenne l’adunanza generale costitutiva a cui seguì, il 9 settembre dello stesso anno, la prima seduta di Direzione. Il primo presidente fu Andrea Amoroso (Carlo De Franceschi lo affiancò e sostituì per due anni, nel 1887 e 1888), che portò avanti gli scavi archeologici a Vermo e ai Pizzughi, quindi la rilevante scoperta di Nesazio. Dopo la morte nel 1910, fu sostituito da Bernardo Benussi, in carica fino al 1925. È l’anno del trasferimento della sede da Parenzo a Pola. Dal 1926 la presidenza venne affidata al senatore Francesco Salata fino al 1935 quando, per il riordinamento degli istituti di ricerca, il Consiglio direttivo venne sciolto e Salata e De Franceschi furono rispettivamente nominati commissario e sub-commissario della sezione della Deputazione di Storia Patria per le Venezie, poi sezione istriana con Camillo De Franceschi come presidente.
    [Show full text]
  • Luisa Bertacchi E Il Volto Di A
    ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER AQUILEIA PUBBLICAZIONI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER AQUILEIA ANNO LXXXV 2014 AQUILEI LUISA BERTACCHI (ed altri), Ceramiche dal XIV al XIX ELENA DI FILIPPO BALESTRAZZI, Le lucerne del museo di secolo dagli scavi archeologici di Aquileia, 1977. Aquileia, vol. II, 1-2, Lucerne romane di età repubblica- na e imperiale, 1988. LUISA BERTACCHI (ed altri), La basilica forense di Aquileia A (estratto), 1981. Aquileia crocevia dell’impero romano. Economia, società, NOSTR arte (mostra documentaria sulla storia di Aquileia), EZIO BUCHI, Le lucerne del Museo di Aquileia con marchio 1997. AQVILEIA di fabbrica, 1975. Ancient Metallurgy between Oriental Alps and Pannonian MARIA CARINA CALVI, I vetri romani di Aquileia (ed. mino- Plain (Workshop - Trieste, 29-30 October 1998), re), 1974. ALESSANDRA GIUMLIA-MAIR ed., Quaderni dell’Asso- A ciazione Nazionale per Aquileia, 8 - 2000. A MARIA CARINA CALVI, Römische gläser in Aquileia (ed. minore), 1974. LUISA BERTACCHI, Nuova Pianta archeologica di Aquileia, NN con la collaborazione di FRANCESCO LUIGIANO, 2003. NOSTRA O GIULIANA CAVALIERI MANASSE, Decorazione architettoni- ca romana di Aquileia, Trieste e Pola MARIA CARINA CALVI, Le ambre romane di Aquileia, L , 1978. XXXV 2014 2005. BRUNA FORLATI, MARIO MIRABELLA ROBERTI, I musei di MARIA CARINA CALVI, Aquileia. Le ambre romane (ed. Aquileia, 1979. minore), 2005. Aquileia dalla fondazione all’alto medioevo, a cura di MAURIZIO BUORA, 1981. Volumi arretrati, annuali, della rivista «Aquileia Nostra», Giornata di studio in onore di Bruna Forlati Tamaro disponibili dal 1930 al 2012-13 PUBBLICAZIONE ANNUALE (Aquileia, 27 settembre 1987), 1988. LUISA BERTACCHI, PAOLO BERTACCHI, L’imbarcazione Fascicoli arretrati, semestrali del bollettino «Aquileia romana di Monfalcone, 1988.
    [Show full text]
  • Associazione Nazionale Per Aquileia Pubblicazioni Dell’Associazione Nazionale Per Aquileia Anno Lxxxv 2014 Aquilei A
    ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER AQUILEIA PUBBLICAZIONI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER AQUILEIA ANNO LXXXV 2014 AQUILEI LUISA BERTACCHI (ed altri), Ceramiche dal XIV al XIX ELENA DI FILIPPO BALESTRAZZI, Le lucerne del museo di secolo dagli scavi archeologici di Aquileia, 1977. Aquileia, vol. II, 1-2, Lucerne romane di età repubblica- na e imperiale, 1988. LUISA BERTACCHI (ed altri), La basilica forense di Aquileia A (estratto), 1981. Aquileia crocevia dell’impero romano. Economia, società, NOSTR arte (mostra documentaria sulla storia di Aquileia), EZIO BUCHI, Le lucerne del Museo di Aquileia con marchio 1997. AQVILEIA di fabbrica, 1975. Ancient Metallurgy between Oriental Alps and Pannonian MARIA CARINA CALVI, I vetri romani di Aquileia (ed. mino- Plain (Workshop - Trieste, 29-30 October 1998), re), 1974. ALESSANDRA GIUMLIA-MAIR ed., Quaderni dell’Asso- A ciazione Nazionale per Aquileia, 8 - 2000. A MARIA CARINA CALVI, Römische gläser in Aquileia (ed. minore), 1974. LUISA BERTACCHI, Nuova Pianta archeologica di Aquileia, NN con la collaborazione di FRANCESCO LUIGIANO, 2003. NOSTRA O GIULIANA CAVALIERI MANASSE, Decorazione architettoni- ca romana di Aquileia, Trieste e Pola MARIA CARINA CALVI, Le ambre romane di Aquileia, L , 1978. XXXV 2014 2005. BRUNA FORLATI, MARIO MIRABELLA ROBERTI, I musei di MARIA CARINA CALVI, Aquileia. Le ambre romane (ed. Aquileia, 1979. minore), 2005. Aquileia dalla fondazione all’alto medioevo, a cura di MAURIZIO BUORA, 1981. Volumi arretrati, annuali, della rivista «Aquileia Nostra», Giornata di studio in onore di Bruna Forlati Tamaro disponibili dal 1930 al 2012-13 PUBBLICAZIONE ANNUALE (Aquileia, 27 settembre 1987), 1988. LUISA BERTACCHI, PAOLO BERTACCHI, L’imbarcazione Fascicoli arretrati, semestrali del bollettino «Aquileia romana di Monfalcone, 1988.
    [Show full text]
  • Tra Urbanistica E Architettura a Pola Italiana, Città Del “Romanismo” Giuliano (1919-1943) Parte Prima: Nuovo Piano Regolatore E Restauri Di Monumenti
    ‘Nazionalismo di confine’ tra urbanistica e architettura a Pola italiana, città del “Romanismo” giuliano (1919-1943) Parte prima: nuovo Piano regolatore e restauri di monumenti Ferruccio Canali CDU 725+728(497.5Pola)”1919/1943” Università di Firenze Saggio scientifico originale, Febbraio 2020 Ferruccio Canali, ‘Nazionalismo di confine’ tra urbanistica e architettura, pp. 168-253 169 RIASSUNTO Il restauro, il recupero e la celebrazione delle importanti vestigia superstiti dell’anti- ca Roma - cioè il Romanismo - assumevano a Pola un valore fondamentale non solo per la creazione di un senso di ‘comunità’ e di identità in una popolazione cittadina che aveva visto mutare profondamente la propria caratterizzazione dopo la Prima Guerra Mondiale; ma quel Romanismo assumeva caratteri anche ‘giustificazionisti’ e di creazione di un peculiare “Nation building” per lo Stato sabaudo che solo dopo il 1919 aveva visto le “terre redente riunite alla Madrepatria”. Ricorrenti “motivi po- litici” venivano assunti come motivazione per quei restauri e quelle valorizzazioni, mentre anche le previsioni urbanistiche del nuovo Piano regolatore puntavano a modernizzare, nel connubio tra Antichità e Avanguardia, la compagine urbana. Al- cuni degli Intellettuali e Funzionari delle Belle Arti più noti del Regno partecipavano a quella ‘costruzione’ con cadenzati sopralluoghi: Ugo Ojetti, Corrado Ricci, Roberto Paribeni, Gustavo Giovannoni, Paolo Orsi, Amy Bernardy. E così anche Guido Calza, Guido Cirilli, Ferdinando Forlati, Bruna Tamaro, Bruno Molajoli, Mario Mirabella Ro- berti. E quindi Luigi Lenzi, Giovanni Michelucci ed altri. PAROLE CHIAVE Corrado Ricci, Ugo Ojetti, Roberto Paribeni, Gustavo Giovannoni, Paolo Orsi, Bruno Molajoli ABSTRACT ‘BORDER NATIONALISM’ BETWEEN TOWN PLANNING AND ARCHITECTURE IN THE ITALIAN PULA, THE CITY OF JULIAN “ROMANISM” (1919-1943).
    [Show full text]
  • Capitolo I GIOVANNI CASONI E Tommaso Temanza Può Essere Considerato Il Padre Dell'archeologia Lagunare Veneziana, Colui Che P
    p. 12 / 256 Capitolo I GIOVANNI CASONI I. 1. INTRODUZIONE. e Tommaso Temanza può essere considerato il padre dell’archeologia lagunare S veneziana, colui che per primo si occupò con sistematicità del rilevamento e dello studio di reperti che venivano alla luce fortuitamente in laguna fu l’ingegnere di Marina Giovanni Casoni. Le scoperte avvennero in occasione di lavori di scavo che dirigeva, effettuati per tutta l’estensione del comprensorio, comprese le bocche di porto. L’interesse nei confronti dell’archeologia, l’essere stato autore di un’importante storia dell’Arsenale di Venezia e l’avere fatto parte di importanti accademie scientifiche e letterarie, valsero all’ingegnere la nomina, nel 1857, a direttore del Museo storico e archeologico istituito in una delle “Sale delle armi” dell’Arsenale stesso. In esso vennero raccolti diversi oggetti riguardanti la storia veneta, che giacevano dispersi entro le mura arsenalizie. I. 2. GIOVANNI CASONI: LA VITA E LE OPERE. iovanni Casoni nacque a Venezia, nella parrocchia di S. Moisè, il 15 gennaio G 1783 da Francesco Saverio Casoni e Laura Griselini. Il padre, nativo di Ferrara, svolgeva la professione di credenziere della famiglia Contarini; la madre, originaria di Schio, era nipote ex fratre di Francesco Griselini (1717-1783), noto erudito e scrittore veneziano. Compì i primi studi sotto la guida di un prete, secondo le usanze di quei tempi, dal quale apprese i rudimenti del latino. A undici anni fu assunto come computista presso la p. 13 / 256 casa dei nobili Mocenigo di S. Eustachio, dove fece la conoscenza del gesuita Pietro Berti Veneto, il quale avendo notato la vivace intelligenza e la squisita sensibilità del fanciullo lo istruì nelle belle lettere e nella matematica.
    [Show full text]
  • Franco Sartori E L'istituto Veneto Di Scienze Lettere Ed Arti
    Giovanni Zalin FRANCO SARTORI E L’ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI SOMMARIO : Ricorrendo il decimo anniversario della scomparsa di Franco Sartori, profes - sore di Storia greco-romana all’Università di Padova per vari decenni, si è pensato di onorarne la memoria rivisitando criticamente gli undici saggi che egli ebbe a discutere all’Istituto Veneto e le cui tematiche spaziano dalle analisi epigrafiche su reperti rinve - nuti nell’ambito della Decima Regio all’interpretazione originale de “I Persiani” di Eschilo, dalla evoluzione degli assetti costituzionali delle città italiote della Magna Grecia alla grandiosa diaspora ellenica nel Mediterraneo avvenuta tra l’VIII e il VI secolo a. C. PAROLE CHIAVE : Iscrizioni epigrafiche, Decima Regio, Polis-Poleis, Città italiote e Magna Grecia, Migrazioni elleniche. FRANCO SARTORI AND THE ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI ABSTRACT : On the tenth anniversary of the demise of Franco Sartori, professor of Graeco-Roman history at the University of Padua for several decades, a group of scholars honours his memory by critically revisiting the eleven papers he delivered and discussed at the Istituto Veneto whose topics range from the epigraphic analyses of finds from the Decima Regio to the original interpretation of Aeschylus’s Persians, from the evolution of the constitutional set-up of Magna Graecia’s Italiot towns, to the impressive Hellenic diaspora in the Mediterranean between the VIII and the VI century b. C. KEYWORDS : Epigraphic inscriptions, Decima Regio, Polis-Poleis, Italiot
    [Show full text]
  • Gens Terentia Ad Altinum E Nella Decima Regio: Le Evidenze Epigrafiche
    Corso di Laurea magistrale in Scienze dell’Antichità: Filologia e Letterature dell’Antichità Tesi di Laurea La gens Terentia ad Altinum e nella decima regio: le evidenze epigrafiche Relatore Ch.mo Prof. Giovannella Cresci Marrone Laureando Sarah Schivo Matricola 829351 Anno Accademico 2011 / 2012 Indice 1 Storia degli studi epigrafici di ambito altinate e il problema delle epigrafi altinati: de vera origine ........................................ 3 2 Prosopografia e metodo ....................................................... 14 2.1 Ricerca prosopografica ...................................................................... 14 2.2 Analisi onomastica ........................................................................... 20 2.3 Accorgimenti metodologici ............................................................. 22 3. La gens Terentia ad Altinum: la documentazione ................ 27 4 Articolazione delle presenze altinati ...................................... 84 4.1 Praefectus castrorum ......................................................................... 84 4.2 Lucius Terentius Titi filius quattuorviro ............................................. 86 4.3 Monumenti sepolcrali ........................................................................ 90 4.4 Esponenti di tarda età repubblicana ................................................... 94 4.5 Committenza femminile .................................................................... 98 4.6 Strategie di alleanza ........................................................................
    [Show full text]
  • Fondo De Angelis D'ossat (Seconda Donazione)
    Fondo De Angelis D'Ossat (seconda donazione) Sezione Coll. Seq. Inventario Precis. Inv. Descrizione isbd Legami con titoli superiori o supplementi *Santa Reparata, l'antica cattedrale fiorentina : i risultati dello scavo condotto dal 1965 al 1974 / Guido Morozzi, Franklin Toker, HA PER ALTRO TITOLO 2992872 RAV0255850 *S. Reparata.; HA PER ALTRO TITOLO 2992873 Fon.Dea 1 Bib 1715 John Herrmann ; prefazione di Ugo Procacci e Guglielmo Maetzke ; relazioni di Edoardo Pardini e Orlando Barducci. - Firenze : RAV0255849 *Guida allo scavo di S. Reparata, l'antica cattedrale fiorentina. Bonechi, c1974. - 111 p. : ill. ; 27 cm Fon.Dea 2 Bib 1717 *III colloquio internazionale sul mosaico antico. / Mario Lapucci. - Ravenna : edizioni Girasole, [1980]. - 591 p. : ill. ; 21 cm. La *chiesa dei santi Giovanni e Reparata in Lucca : dagli scavi archeologici al restauro / a cura di Giovanna Piancastelli Politi Fon.Dea 3 Bib 1718 Nencini ; contributi di Clorinda Amante Simoni ... [et al.]. - Lucca : Cassa di risparmio di Lucca, stampa 1992. - 314 p. : ill. ; 31 cm. *Carlo Scarpa & Castelvecchio / Richard Murphy ; testi di Alba Di Lieto e Arrigo Rudi. - Rist. - Venezia : Arsenale, 2001. - X, 197 HA PER ALTRO TITOLO 2108000 LO10062102 *Carlo Scarpa e Castelvecchio; HA PER TITOLO Fon.Dea 4 Bib 1719 p., [8] c. di tav. : ill. ; 28 cm. ((Mostra tenuta a Verona nel 1991.(*Architettura ; 1) UNIFORME 2107998 LO10062065 *Carlo Scarpa and the Castelvecchio *Giovanni Dalmata a Norcia / testi: Giordana Benazzi ... [et al.] ; tavole: Paolo Pecorelli, Roberto Santarelli, Sabatino Saviani. - Fon.Dea 5 Bib 1720 Norcia : Una mostra, un restauro, 1991. - 118 p., [2] c. di tav. ripieg. : ill. ; 29 cm. Il *Museo dell'Opera del Duomo a Pisa / a cura di Guglielmo De Angelis d'Ossat ; introduzione di Giuseppe Toniolo ; testi di Clara Fon.Dea 6 Bib 1716 Baracchini ..
    [Show full text]