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LEISTITUZIONISTORICHE DELTERRITORIOLOMBARDO XIV-XIXsecolo

progetto CIVITA

Lecco

Milanoáfebbraio2000

I

progettoCIVITA Leistituzionistorichedelterritoriolombardo direzione generale Roberto Grassi consulenza archivistica e revisione editoriale Mario Signori progettazione tecnica e direzione operativa Michele Giordano organizzazione Consorzio Archidata · Milano

Leistituzionidellacittàedellaprovinciadi redazione dei profili istituzionali particolari Saverio Almini (Consorzio Archidata · Milano)

© 2000 · Regione Lombardia Si autorizza la riproduzione della presente opera con il vincolo della completa citazione della fonte

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SOMMARIO

SOMMARIO

Il progetto CIVITA, di Roberto Grassi ...... V Preture feudali (sec. XVI- 1774)...... 37 Amministrazione provinciale nel Ducato di Milano (1758-1786) ...... 37 Presentazione, di Mario Signori ...... 1 Amministrazione della e del territorio di Lecco (1757-1797)...... 39 Cancelliere delegato del censo (1757-1796)..... 41 Nota tecnica, di Michele Giordano...... 8 (1755-1796)...... 42 Premessa ...... 8 Preture (1774-1796)...... 43 I profili istituzionali ...... 8 Amministrazione provinciale (1786-1791)...... 45 I riferimenti critici ...... 10 Provincia (1786-1791) ...... 47 L’indice ...... 11 Intendenza politica (1786 – 1791) ...... 48 Congregazione municipale (1786-1796)...... 50 Nota introduttiva, di Saverio Almini ...... 13 Amministrazione provinciale (1791-1796)...... 52 Amministrazione provinciale e comunale (1799-1800) ...... 53 Profili istituzionali generali ...... 16 Dipartimento (1797-1816) ...... 54 Amministrazione centrale dipartimentale Stato di Milano, Lombardia austriaca: (1797-1805) ...... 56 organizzazione territoriale e confini...... 16 Prefettura (1802-1816) Ducato di Milano: organizzazione Viceprefettura (1802-1816)...... 57 territoriale e confini (1535-1757)...... 17 Distretto (1797-1816) Circoscrizioni del ducato di Milano: Cantone (1805-1816) ...... 59 Riviera di Lecco, Valsassina e Monte di Brianza (sec. XIV - sec. XVIII) ..... 19 Cancelliere distrettuale (1797-1805) Cancelliere del censo (1805-1815) ...... 60 Congregazione del ducato di Milano (sec. XVI - sec. XVIII)...... 21 Comune (1797-1802)...... 61 Comunità e comuni della riviera e delle Comune (1802-1805)...... 63 valli orientali del Lario (sec. XII - 1757) ...... 26 Comune (1805-1816)...... 64 Comuni del monte di Brianza Provincia (1816-1859) ...... 66 (sec. XIII - 1757)...... 29 Delegazione provinciale (1816-1859)...... 66 Circoscrizioni giudiziarie del ducato di Milano Congregazione provinciale (1816-1859) ...... 67 in area milanese (sec. XV - 1774)...... 32 Distretto (1816-1859) ...... 68 Podestà, vicari, capitani (sec. XVI - 1774) ...... 34 Cancelliere del censo (1815-1819) Feudi imperiali (sec. XVI - sec. XVIII)...... 35 Commissario distrettuale (1819-1859) ...... 69 Feudi camerali (sec. XVI- sec. XVIII)...... 35 Comune (1816-1859) ...... 70

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Sommario

Le istituzioni storiche Riferimenti bibliografici ...... 291 del territorio lombardo. Lecco...... 73 Indice dei toponimi e delle istituzioni...... 294 Riferimenti generali ...... 288 Riferimenti archivistici ...... 288 Riferimenti legislativi ...... 289 Sigle e abbreviazioni ...... 326

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ILPROGETTOCIVITA

RobertoGrassi

ILPROGETTOCIVITA

Il progetto di schedatura delle istituzioni storiche Il risultato di questo lavoro di progetto e di ricerca nasce in origine come una esigenza da parte della co- è stata la pubblicazione di due volumi in edizione munità archivistica lombarda di poter disporre di uno provvisoria – relativi alle istituzioni delle provincie di strumento di supporto per una compilazione metodo- Bergamo e di Brescia – che sono stati presentati al logicamente omogenea degli inventari archivistici, in pubblico nel giugno del 1997. La benevola accoglien- particolare di quelli delle istituzioni. Tale esigenza, za riservata a queste due pubblicazioni ha incoraggia- che l’utilizzo dell’informatica nel lavoro archivistico to il completamento dell’opera che viene ora pubbli- aveva contribuito a evidenziare, venne resa esplicita cata al completo e in una veste meno provvisoria. ed affrontata all’interno di un seminario dal titolo La Presentazione e la Nota tecnica illustrano sia le Standard, vocabolari controllati, liste d’autorità che principali caratteristiche dell’impianto concettuale si tenne a Milano nel maggio del 1994 e a cui segui- del lavoro sia le modalità di esposizione delle infor- rono alcune giornate di approfondimento ed esercita- mazioni raccolte. Qui vorrei solo brevemente ricorda- zione pratica sui temi delle liste controllate. Nel corso re come l’obbiettivo del progetto non è limitato alla di quelle giornate, in seguito anche ad un dibattito produzione di una mera lista – per quanto articolata e tutt’altro che rituale, venne formulata l’idea di dare complessa – ma intende abbinare ad essa succinti pro- vita ad una iniziativa di respiro regionale volta ad ela- fili delle varie istituzioni censite. Si è ritenuto utile af- borare una sorta di lista controllata delle istituzioni fiancare agli elementi puramente identificativi una lombarde che fosse utilizzabile nella produzione dei breve nota sulle competenze, sulla organizzazione in- mezzi di corredo relativi ai complessi archivistici pro- terna e su altre informazioni ritenute interessanti se- dotti dalle istituzioni e conservati negli archivi. Si co- gnalandone le fonti archivistiche, normative e biblio- grafiche. Abbiamo cioè pensato ad uno strumento stituì pertanto una piccola task force (composta, oltre informativo utile non solo agli archivisti (per la com- che da chi scrive, da Michele Giordano, Loris Rizzi, pilazione ed il controllo degli indici inventariali) ma Maurizio Savoja e Mario Signori) che cercò di defini- anche, e soprattutto, agli utenti degli archivi: una spe- re un modello per la raccolta e l’organizzazione dei cie di mappa per orientare chi si accosta alla ricerca dati. Quel modello è stato poi adeguatamente svilup- nella complessa trama che istituzioni di vario genere pato, integrato e corretto da parte dei colleghi archivi- e natura hanno disegnato sul territorio regionale in ol- sti che hanno successivamente partecipato alla fase tre cinque secoli di storia. Per assecondare ancor me- operativa della raccolta dati. Parallelamente al model- glio questo bisogno di informazioni si è pensato an- lo è stata sviluppata altresì un'applicazione informati- che di premettere al risultato del lavoro di ricerca e ca studiata espressamente per la raccolta sistematica schedatura relativo a ciascuna delle province censite delle informazioni. un insieme di Profili istituzionali generali in grado di

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Roberto Grassi inquadrare sistematicamente le istituzioni che nella mappa delle istituzioni lombarde che presentiamo, realtà della Lombardia hanno avuto maggiore rilievo così ricca per molti versi ma così scarna per molte al- e continuità. tre ragioni. Va detto subito che le informazioni presenti nel La provvisorietà di questo lavoro, d'altra parte, volume si riferiscono ai soli enti ed organi della am- poggia anche su altre ragioni, altrettanto valide quan- ministrazione locale e di quella periferica statale. Si to le prime. Non è ragionevole pensare, infatti, che tratta di una messe di dati molto ricca, ma occorre an- tutto il patrimonio di informazioni raccolto nello svol- che avvertire che le testimonianze spesso lacunose e gimento del progetto CIVITA possa trovare la propria la frammentarietà delle fonti consultate hanno fatto sì unica destinazione in una pubblicazione a stampa che le informazioni qui presentate si prestino a possi- come quella che presentiamo. Già quando il progetto bili arricchimenti, integrazioni e rettifiche. O almeno muoveva i suoi primi passi non era difficile intravve- questo è il nostro augurio: riteniamo infatti che, so- dere la possibilità di diffondere le informazioni che si prattutto con il progredire degli interventi di riordino incominciavano a raccogliere tramite mezzi che non e inventariazione delle fonti archivistiche locali, si fossero solo la carta stampata, ovvero l’informatica e possa ampliare e approfondire la conoscenza sulla vi- la telematica. Oggi, a cinque anni di distanza, quella cenda storica delle istituzioni lombarde. possibilità è diventata una realtà che nessuno può più Nulla è detto in questo lavoro, d'altra parte, riguar- ignorare, e soprattutto la distribuzione telematica rap- do ad altre tipologie istituzionali, in primis alle istitu- presenta un canale di diffusione delle informazioni zioni periferiche delle amministrazioni giudiziarie e del tutto complementare alla stampa, ma più econo- finanziarie dall’epoca napoleonica in poi, agli enti as- mico, più flessibile e soprattutto rinnovabile. sistenziali e a quelli religiosi. Questa è una delle ra- Probabilmente dovremo abituarci a non pensare gioni che ci hanno indotto a parlare, qualche riga so- più in termini di pubblicazione provvisoria o pubbli- pra, di una veste meno provvisoria con cui viene cazione definitiva di un’opera, come siamo stati abi- presentato il lavoro, e non certo di una veste definiti- tuati a fare finora, ma semplicemente di pubblicazio- va. Molte ricerche potrebbero – e dovranno, ci augu- ne in corso. Il progetto CIVITA non fa eccezione a riamo – essere avviate, infatti, per completare questa questa tendenza.

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PRESENTAZIONE

MarioSignori

PRESENTAZIONE

Nelle sue linee programmatiche il progetto CIVITA gono le descrizioni dei complessi documentari nei è stato finalizzato fin dalle origini al raggiungimento corredi archivistici seguendo particolari regole volte a di due obiettivi: quello di condurre un censimento si- conferire una maggior chiarezza e uniformità alle in- stematico di enti e dei loro organi che hanno esteso le formazioni. loro competenze sul territorio lombardo, e quello di Tra le opzioni significative previste da alcuni di raccogliere una serie di notizie biografiche sui sogget- tali modelli vi era quella di adottare descrizioni dei ti censiti presentandole in volumi corredati da indici complessi documentari conservati negli archivi strut- strutturati per facilitarne la consultazione. Punto foca- turate su più livelli, che doveva consentire di collocare le del progetto sono stati l’elaborazione di un traccia- in sedi diverse e autonome fra loro l’insieme delle in- to informativo e la successiva realizzazione di un ap- formazioni sul contesto della produzione documenta- plicativo che fosse utilizzabile dagli schedatori per la ria e sulla biografia degli enti produttori di archivi, e raccolta, la selezione e l’elaborazione dei dati, e che, l’insieme dalle informazioni riguardanti la struttura e al contempo, consentisse la produzione dei volumi e l’organizzazione fisica delle serie e il contenuto dei la generazione degli indici. Il progetto era nato ini- documenti che ne fanno parte. Un modello di questo zialmente intorno all’idea di costituire uno strumento genere strutturato per aree funzionali è stato recepito di lavoro utilizzabile essenzialmente in ambito archi- nello International Standard of Archival Description vistico attraverso cui fossero reperibili informazioni (ISAD-G) elaborato nell’ambito del Consiglio Inter- sulle istituzioni di antico regime in forma controllata nazionale degli Archivi1. da utilizzarsi prioritariamente come strumento di sup- porto per la realizzazione dei corredi archivistici. La necessità di rappresentare in sede autonoma le informazioni sugli enti produttori ha imposto all’at- Nella definizione progettuale di CIVITA hanno in tenzione l’esigenza di adottare degli authority file de- parte influito anche le suggestioni emerse da tempo nell’ambito archivistico internazionale in relazione 1. Si tratta di uno standard per la descrizione degli archivi ela- all’applicazione delle tecnologie informatiche agli ar- borato nell’ambito del Consiglio Internazionale degli Archivi in chivi, che hanno dato luogo, come è noto, all’elabora- cui è stata espressamente prevista una area informativa autonoma zione di vari modelli, aperti alla possibilità di applica- dedicata in modo specifico al contesto della produzione in cui zione nella creazione di sistemi informativi automa- possono essere gestite le informazioni riguardanti elementi quali la denominazione e una nota biografica dei soggetti produttori dei tizzati per la gestione dei corredi descrittivi degli complessi archivistici. La consistenza, l’articolazione interna e archivi. L’elaborazione di tali modelli, e il dibattito l’illustrazione degli elementi che compongono gli archivi vengo- che ne seguì, contribuirono ad imporre all’attenzione no invece descritti in altre aree funzionali. Su questi aspetti e sui vari modelli riferisce ampiamente il saggio di S. Vitali, Il dibattito della comunità archivistica internazionale l’esigenza internazionale sulla normalizzazione della descrizione: aspetti inderogabile di presentare gli elementi che compon- teorici e prospettive in Italia, «Archivi & Computer», n. 4, 1994.

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Mario Signori dicati che consentissero di stabilire un controllo sui Il progetto CIVITA ha inteso dare una risposta com- termini utilizzati come chiavi d’accesso per la ricerca plessiva all’esigenza di avere un quadro organico del- di informazioni sugli enti produttori di archivi le presenze istituzionali che hanno svolto funzioni nell’ambito di un sistema informativo automatizzato2. amministrative nei territori della Regione, partendo Peraltro se la gestione informatizzata delle informa- da un progetto informativo autonomo e del tutto indi- zioni poneva con forza l’esigenza di una normalizza- pendente dai fondi archivistici conservati nei vari ar- zione, la mera applicazione degli authority file – elen- chivi. Si era consapevoli che gli archivi, in particolare chi di termini controllati, già ampiamente utilizzati quelli comunali, conservassero solo una parte residua nei sistemi informativi attivati nel mondo biblioteca- dell’intera documentazione effettivamente prodotta rio per il controllo delle intestazioni dei record biblio- dai soggetti istituzionali competenti: quella soprav- grafici – risultava del tutto inadeguata in ambito archi- vissuta agli interventi più o meno organici di scarto at- vistico. Il problema non era infatti solo quello di tuati in passato, e alle dispersioni conseguenti alle stabilire un elenco controllato di termini preferiti uti- modifiche territoriali e alle dinamiche istituzionali in- lizzabili come chiavi di ricerca, quanto quello assai terne o indotte da interventi esterni nei poteri che han- più complesso di predisporre degli strumenti informa- no governato a livello locale o periferico i territori in- tivi più articolati nei quali fosse possibile far confluire clusi nell’attuale Lombardia. un’insieme di notizie correlate che illustrassero com- I censimenti condotti in passato negli archivi co- petenze, attività organizzazione e articolazione fun- munali hanno consentito di accertare la minore consi- zionale dei soggetti istituzionali produttori. stenza della documentazione di antico regime conser- La scelta di promuovere alla metà degli anni no- vata in quelli posti nei territori della Lombardia vanta un censimento sistematico delle istituzioni lom- austriaca rispetto a quella reperibile negli archivi dei barde è stata influenzata anche dalla concomitante comuni dei territori ex veneti (Bergamo, Brescia, Cre- diffusione di un ulteriore standard internazionale di ma) ed ex grigioni (Sondrio). Le dispersioni degli ar- descrizione emanato nel 1994 in edizione ancora chivi delle comunità potrebbero essere una conse- provvisoria dal Consiglio Internazionale degli Archi- guenza indotta dalla riforma comunitativa del 1757 vi, le ISAAR-CPF, espressamente finalizzato alla for- che si era estesa sistematicamente ai territori della mazione delle unità di accesso nelle liste autorizzate sola Lombardia austriaca. La conservazione degli ar- relative ad enti, persone e famiglie che hanno prodot- chivi dei comuni venne allora affidata ai cancellieri to o gestito documentazioni archivistiche. Lo stan- distrettuali, l’organo dell’amministrazione periferica dard ISAAR-CPF presenta notevoli punti di interesse preposto con funzioni di controllo sulle amministra- in quanto prevede una struttura informativa comples- zioni locali introdotto dalla stessa riforma. Sicura- sa e tale da consentire l’inserimento nella descrizione mente in precedenza si erano già avute dispersioni de- delle unità di accesso di un insieme di notizie riguar- gli archivi delle comunità, specialmente nei comuni danti tanto la storia istituzionale di enti che la biogra- presenti nelle zone dove più intensa era stata la pre- fia di persone e famiglie che hanno prodotto archivi. senza del feudo nobiliare. In questi casi le dispersioni potevano essere avvenute ad opera dello stesso feuda- Il progetto CIVITA si ricollega in parte all’esperien- tario cui la concessione feudale assicurava in molti za del progetto Archidata, un’iniziativa di ampio re- casi un pieno controllo sull’amministrazione locale e spiro promossa dalla stessa Regione Lombardia che sulla sua gestione finanziaria, consentendogli nei fatti ha consentito in passato di realizzare numerosi inter- di conservare nel proprio archivio privato anche la do- venti di inventariazione su fondi di particolare interes- cumentazione prodotta dall’esiguo apparato ammini- se conservati in vari archivi comunali delle diverse strativo locale. provincie lombarde. Il progetto ha permesso di pro- Il progetto di CIVITA si fonda sull’ipotesi suggesti- durre degli inventari in forma sia informatizzata che va di censire in modo sistematico l’insieme delle isti- cartacea per i singoli archivi o fondi corredati da indi- tuzioni che ai vari livelli – centrale, periferico e locale ci per soggetti istituzionali, per località e per nomi di – hanno esercitato le proprie funzioni sul territorio persona. Nell’ambito di tale progetto vennero anche lombardo. La sua realizzazione consentirà innanzi raccolte e riportate nei profili introduttivi alle serie tutto di individuare le istituzioni effettivamente atti- numerose informazioni su un numero considerevole vate, di segnalarne l’arco cronologico di attività, di enti e organi di livello prevalentemente locale coin- individuare eventuali vincoli di subordinazione o di volti a vario titolo nella produzione della documenta- controllo con altre istituzioni, di ricostruirne le com- zione inventariata. petenze, individuandone l’articolazione funzionale interna. 2. H. Stibbe, Applicare il concetto di fondo: Punto di accesso primario, descrizione a più livelli e controllo di autorità, «Archivi Nei volumi del progetto CIVITA sono state censite & Computer», n. 4, 1993. sistematicamente le sole istituzioni pubbliche civili

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Presentazione che svolgevano funzioni di carattere politico-ammini- rate estranee ai limiti cronologici assegnati al progetto strativo, per le quali si poteva presumere l’esistenza di stesso. una maggiore disponibilità di fonti accessibili. Sono In sede di presentazione dell’intero progetto oc- quindi presenti con descrizione autonoma a livello di corre fare alcune osservazioni di carattere generale schede sia gli enti e organi delle amministrazioni pe- sulle fonti utilizzate per ricostruire la biografia, le riferiche, che quelli dell’amministrazione locale, ope- competenze e la organizzazione interna delle istitu- ranti con competenze differenziate nelle diverse arti- zioni censite; l’esposizione più dettagliata delle fonti colazioni territoriali (“provinciali”, “distrettuali” e utilizzate in modo specifico per gli enti presenti nei comunali) interne alle varie dominazioni. Si è ritenuto territori delle diverse province viene rimandata alle opportuno censire anche le istituzioni riferibili alle premesse dei singoli volumi. amministrazioni feudali che, nel periodo considerato, si sono di fatto trovate investite di poteri e funzioni Quando si è avviato un lavoro preventivo di appro- complementari a quelli delle istituzioni pubbliche. fondimento sulla bibliografia esistente per seleziona- Per organi delle istituzioni censite di più modesto li- re quella più pertinente alle finalità del progetto, è vello, costituiti da ufficiali addetti a mansioni mera- emerso chiaramente che le opere in grado di fornire mente esecutive e con scarsa autonomia funzionale, si informazioni direttamente utilizzabili per le finalità è ritenuto sufficiente un accenno all’interno delle del progetto erano poche, e che per una larga parte schede degli enti stessi da cui dipendevano, per non delle istituzioni da censire sarebbe risultato difficolto- gravare il risultato del lavoro con informazioni che sa- so reperire notizie puntuali e circostanziate sulle com- rebbero inevitabilmente risultate ripetitive e di scarso petenze e sulla articolazione funzionale interna. interesse. Per la regione Lombardia le difficoltà di definire dei quadri sufficientemente coerenti a livello informa- Per il momento sono invece rimasti esclusi dal tivo erano accentuate anche dalla presenza su parti più censimento gli enti di massimo livello, per molti dei o meno consistenti del suo territorio di dominazioni quali già esistono ricerche monografiche o notizie ri- diverse, caratterizzate da assetti costituzionali del tut- cavabili da altre fonti che si possono in generale rite- to difformi che hanno dato luogo allo sviluppo di una nere esaurienti, mentre verrà dedicato un volume au- pluralità di enti e organi difficilmente comparabili e tonomo agli organi delle amministrazioni centrali classificabili. Un’ulteriore complicazione era data delle varie dominazioni facenti capo a Milano. dall’alternarsi di lunghi periodi di continuità con pe- Il censimento ha coperto un arco cronologico ine- riodi più convulsi, come quello napoleonico, in cui si vitabilmente non omogeneo, che almeno per una par- sono verificate incessanti modifiche a livello degli as- te delle istituzioni censite a livello centrale e periferi- setti territoriali e istituzionali. Si è presentato anche il co si avvia con la fine del XIV secolo e con la prima problema di individuare e di far emergere a livello in- metà del secolo successivo, nel periodo coincidente formativo nella loro specificità enti del tutto partico- con la prima affermazione sui territori lombardi del lari quali i corpi territoriali, che non potrebbero trova- sistema di poteri articolato negli stati regionali mag- re una collocazione nell’attuale struttura costituziona- giori (ducato di Milano, stato di Terraferma della re- le dello stato contemporaneo, ma che svolsero invece pubblica di Venezia) e nei potentati minori fra cui un ruolo sostanziale nel contesto politico degli stati di spicca il ducato di Mantova. Le schede si chiudono al antico regime, garantendo forme di rappresentanza 1859, anno che segna l’unione temporanea dei territo- relativamente funzionali al loro equilibrio interno. ri lombardi al regno di Sardegna, premessa all’immi- Nell’ambito della produzione bibliografica, più o nente unificazione italiana; le sole schede riguardanti meno recente, non mancano opere di impianto più la provincia di Mantova si chiudono invece al 1868, complessivo, che sono risultate molto utili per rico- anno in cui la provincia stessa viene ricostituita struire un quadro articolato degli apparati istituzionali nell’ambito del regno d’Italia. Per alcuni enti – ad delle varie dominazioni che hanno governato il terri- esempio i comuni che hanno avuto maggiore conti- torio lombardo. Basta limitarsi a citare, senza pretese nuità nelle proprie forme di autogoverno, testimoniata di completezza in questa sede, i classici lavori prodot- dall’esistenza di normative statutarie rimaste sostan- ti all’inizio secolo di Visconti3 e Pugliese4 per lo stato zialmente invariate anche nel passaggio attraverso di Milano, di Sandonà5, per il regno lombardo-veneto, successive dominazioni differenti – è stato possibile risalire nelle schede anche ai periodi precedenti in cui 3. A. Visconti, La pubblica amministrazione nello Stato mila- le normative stesse erano state emanate. Nella mag- nese durante il predominio straniero (1541-1796), Roma, 1913, gior parte dei casi sono state sistematicamente escluse reprint Milano, 1972. dal censimento sia le istituzioni del periodo medieva- 4. S. Pugliese, Condizioni economiche e finanziarie della Lom- bardia nella prima metà del secolo XVIII, Torino, 1924. le, per gli evidenti problemi che si ponevano nel repe- 5. A. Sandonà, Il Regno Lombardo-Veneto. 1814-1859, Mila- rimento delle fonti, che quelle post-unitarie, conside- no, 1912.

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Mario Signori o a quello di Maranini6 per la repubblica di Venezia. La ricerca si è avvalsa anche di numerose ricerche Insieme a queste opere sono stati ampiamente utiliz- più circoscritte, riferite a settori e livelli specifici degli zati anche gli studi ben noti e più aggiornati di Bo- apparati amministrativi o a particolari ambiti territo- gnetti7, Chabod8, Chittolini9, Capra, Sella10, Cuccia11, riali, per le quali si rimanda alle bibliografie dei sin- Annoni12, Mozzarelli13, Mori14, per l’area milanese e goli volumi. Da questi studi più mirati, tuttavia, non mantovana, Cozzi15, Knapton16, Rossini17, Pederza- sempre è risultato facile reperire notizie puntuali e cir- costanziate sulle competenze e sulla articolazione in- ni18 per l’area veneta, Roberti19, Zaghi20, Meriggi21, terna delle istituzioni censite. Antonielli22, per i periodi napoleonico e lombardo-ve- neto; cui vanno aggiunti anche il lavoro di Rotelli23 Un’altra fonte da ricordare per l’indubbio interes- sullo sviluppo delle amministrazioni locali nella se delle premesse da cui muoveva e per i risultati con- Lombardia preunitaria e quello di Pagano24 sul breve seguiti sotto il profilo informativo, è costituita dai vo- periodo della dominazione austro-russa. Va osservato, lumi pubblicati nella collana “Acta Italica” promossa dalla Fondazione Italiana per la Storia Amministrati- peraltro, che in prevalenza questi studi – ad eccezione va con finalità direttamente attinenti proprio alla sto- di quello di Rotelli e di pochi altri – hanno necessaria- ria della pubblica amministrazione e dei suoi apparati. mente privilegiato gli apparati centrali delle ammini- Tra i volumi di tale collana, ciascuno dei quali è dedi- strazioni statali, che, oltre ad essere in genere meglio cato ad uno degli antichi stati preunitari italiani, si documentati, apparivano inevitabilmente più funzio- sono di volta in volta utilizzati quelli riferiti alle do- nali all’esigenza di collocarne le vicende evolutive in minazioni competenti per i vari territori delle provin- una prospettiva interpretativa unitaria. cie lombarde25. Particolare interesse presenta lo sche- ma classificatorio delle diverse tipologie di soggetti 6. G. Maranini, La costituzione di Venezia, Firenze, 1927. istituzionali, che è stato in parte tenuto presente e ap- 7. G. Bognetti, Studi sull’origine del comune rurale, Milano, plicato nell’ambito del censimento per classificare le 1978. istituzioni schedate26. 8. F. Chabod, Lo Stato e la vita religiosa a Milano nell’epoca di Carlo V, Torino, 1971; Idem, Storia di Milano nell’epoca di Vanno senz’altro ricordati in questa sede anche al- Carlo V, Torino, 1961. 9. G. Chittolini, Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia cuni lavori molto affini ai propositi del progetto, an- centro-settentrionale (XIV-XVI secolo), Milano, 1988. che per il taglio informativo prettamente archivistico 10. C. Capra, D. Sella, Il Ducato di Milano dal 1535 al 1796, che caratterizza i pregevoli profili sugli apparati delle Torino, 1984. amministrazioni centrali e periferiche che vi sono in- 11. S. L. Cuccia, La Lombardia in età teresiana e giuseppina, 27 28 Firenze, 1977; Idem, La Lombardia alla fine dell’Ancien Régime, clusi: quelli di Manaresi e di Caterina Santoro per Firenze, 1971. l’area milanese e lombarda, e quello di Da Mosto29 12. A. Annoni, Stato di Milano. Lombardia austriaca, Milano, per l’area veneta. 1966. 13. C. Mozzarelli, Mantova e i Gonzaga, Torino, 1984; Idem, Merita invece un discorso a parte la cospicua pro- Sovrano, società, e amministrazione locale nella Lombardia tere- siana (1749-1758), Bologna, 1982. duzione di opere monografiche di storia locale dedi- 14. S. Mori, Il Ducato di Mantova nell’età delle riforme (1736- cate a singole località che registra, peraltro, una con- 1784). Governo, amministrazione, finanze, Firenze, 1998. tinua espansione. Si tratta, come è già stato osservato 15. G. Cozzi, M. Knapton, Storia della Repubblica di Venezia. in varie sedi, di una produzione molto diversificata Dalla guerra di Chioggia alla riconquista della Terraferma, Tori- no, 1986. per livello di qualità, e questo dato di fatto dipende in 16. G. Cozzi, M. Knapton, G. Scarabello, La Repubblica di Ve- larga misura dalla formazione specifica degli autori nezia nell’età moderna. Dal 1517 alla fine della Repubblica, To- rino, 1992. 17. A. Rossini, Le campagne bresciane nel cinquecento. Terri- 25. Per l’area milanese risultano fondamentali: A. Annoni Stato torio, fisco, società, Milano, 1994. di Milano e Lombardia austriaca, citato; N. Raponi, Atti della 18. I. Pederzani, Venezia e lo “Stado de Terraferma”. Il gover- Commissione Giulini per l’ordinamento temporaneo della Lom- no delle comunità nel territorio bergamasco (secc. XV-XVIII), bardia (1859), Milano, 1962. Milano, 1995. 26. Per la classificazione delle diverse tipologie di enti si è te- 19. M. Roberti, Milano capitale napoleonica. La formazione di nuto conto almeno in parte dello “Schema di classificazione” pre- uno stato moderno. 1796-1814, Milano, 1947. disposto nel 1964 dalla Fondazione Italiana per la Storia Ammi- 20. C. Zaghi, L’Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno, nistrativa per la pubblicazione nella serie “Acta Italica” degli atti Torino, 1989. amministrativi dei poteri pubblici operanti in Italia dal Medioevo 21. M. Meriggi, Il Regno Lombardo-Veneto, Torino 1987; alla fondazione dello Stato unitario, e di cui sono stati effettiva- Idem, Amministrazione e classi sociali nel Lombardo-Veneto, Bo- mente pubblicati nella omonima collana dell'editore Giuffrè solo logna, 1983. i cosiddetti “piani di pubblicazione”. 22. L. Antonielli, I prefetti dell'Italia napoleonica, Bologna, 27. C. Manaresi, Gli atti del Comune di Milano fino all’anno 1983. MCCXVI, Milano, 1919. 23. E. Rotelli, Gli ordinamenti locali della Lombardia preuni- 28. C. Santoro, Gli offici del comune di Milano e del dominio taria (1755-1859), in «Archivio storico lombardo», (1974). visconteo-sforzesco (1216-1515), Milano, 1968; Idem, Gli offici 24. E. Pagano, Alle origini della Lombardia contemporanea. Il del dominio visconteo sforzesco, Milano, 1968. governo delle province lombarde durante l’occupazione austro- 29. A. Da Mosto, L’Archivio di Stato di Venezia. Indice gene- russa 1799-1800, Milano, 1998. rale storico descrittivo e analitico, voll. 2, Roma, 1937-1940.

4 Presentazione nella metodologia della ricerca storica e nell’uso delle sull’opportunità di estendere la ricerca alle fonti do- fonti documentarie reperibili negli archivi. cumentarie conservate negli archivi, che per la loro Occorre peraltro sottolineare il fatto che per la ampiezza e dispersione erano state deliberatamente quasi totalità delle opere prese in esame il valore in- escluse nel progetto originario. Il ricorso a tali fonti formativo rispetto ai fini della ricerca connessa al pro- non ha potuto, per evidenti ragioni, essere condotto in getto CIVITA è apparso relativamente basso rispetto modo sistematico se non per alcune fonti particolari, alle aspettative. Sono effettivamente ancora molto po- che verranno di volta in volta segnalate nei riferimenti che le storie locali pubblicate in cui gli autori hanno archivistici segnalati nei singoli volumi. avvertito l’esigenza di affiancare le vicende narrate, o Un ambito essenziale per raccogliere informazioni di collegare la ricostruzione delle dinamiche degli as- sono risultate le iniziative promosse dai governi in setti produttivi e insediativi che spesso costituiscono particolari circostanze per conoscere l’assetto istitu- l’elemento conduttore di tali opere, ad una autonoma zionale dei territori ad essi soggetti. messa a fuoco puntuale e circostanziata della struttura Fra le fonti utilizzate per le istituzioni dei territori istituzionale dell’amministrazione locale che ne illu- lombardi dell’area veneta rivestono una particolare stri gli organi, e dia notizie attendibili sulle loro com- importanza le corpose relazioni che il provveditore e petenze e sulla rispettiva articolazione interna, rico- capitano Da Lezze ha compilato per il Senato Veneto struendone gli sviluppi in relazione alle dinamiche durante i suoi reggimenti tenuti in epoche diverse, pri- politico-istituzionali delle entità statali in cui sono in- ma per il Bergamasco, alla fine del XVI secolo, e serite. Come risultano quasi del tutto assenti riferi- quindi nel Bresciano, agli inizi del secolo successivo. menti alle circoscrizioni amministrative territoriali di Queste relazioni – che sono state entrambe pubblica- appartenenza e alle stesse giurisdizioni civili, penali o te30 – hanno consentito di ricostruire un quadro siste- militari di livello superiore a cui le comunità stesse matico molto analitico dell’assetto politico-ammini- erano soggette. Si riscontra in molte opere la tendenza strativo dei due territori, in quanto forniscono più o meno consapevole a colmare questi vuoti inse- informazioni dirette molto dettagliate sugli enti e sui rendo riferimenti più o meno ampi alle vicende poli- rispettivi apparati centrali periferici e locali operanti tiche di carattere generale in cui, peraltro, la singola alla fine cinquecento per il Bergamasco e all’inizio comunità spesso non risulta minimamente coinvolta. del seicento per il Bresciano. In misura minore sono L’indifferenza palese per il dato istituzionale che risultate utili anche alcune delle numerose Relazioni di fatto caratterizza la stragrande maggioranza delle al Senato dei Rettori Veneti di Terraferma, di cui è sta- opere di storia locale, o meglio la difficoltà evidente a ta pubblicata l’intera serie per i vari reggimenti nei cogliere l’importanza di questo piano e a darne un territori di area veneta (Brescia, Bergamo, Crema, Sa- 31 quadro compiuto e coerente, va ricondotta, almeno in lò, Asola) . Per lo stato di Milano e per il Mantovano parte, alla dispersione delle fonti d’archivio più diret- si disponeva invece di una fonte straordinaria costitu- tamente utilizzabili per tali ricerche, e al fatto che le ita dai risultati delle articolate inchieste condotte alla stesse, anche qualora si siano conservate, non sono metà del XVIII secolo in tutte le comunità dalle Regie sempre così accessibili – specie qualora siano conser- Giunte preposte nei due stati alla realizzazione del vate negli archivi comunali – né risultano facilmente censimento al fine di conoscere lo stato effettivo della individuabili per la carenza ancora sensibile di corre- gestione del complesso sistema fiscale lombardo. Si di e inventari che consentano di effettuare ricerche tratta di una fonte già nota agli studiosi, ma che finora mirate. non era mai stata utilizzata in modo sistematico. Il suo utilizzo mirato ha consentito di raccogliere un insie- Molte notizie riguardanti gli organi dell’ammini- me organico di informazioni sull’assetto istituzionale strazione locale, almeno per il periodo di antico regi- e sull’articolazione dei poteri ai livelli comunale e me, sono senz’altro presenti nei fondi notarili, che provinciale. A queste fonti principali se ne sono ag- spesso hanno dimensioni talmente ampie da scorag- giunte altre, più frammentarie, riferite alle singole co- giare i ricercatori meno esperti, anche in considera- munità che è stato possibile reperire negli archivi; per zione dell’assenza già accennata di corredi adeguati, tutte si rimanda alle presentazioni dei singoli volumi. quali potrebbero essere degli indici topografici che Ovviamente sono state utilizzate anche le informa- raggruppino i notati per sede di attività. Ma in qualche zioni presenti nei corredi archivistici editi o inediti: modo anche questa carenza può contribuire a dare una spiegazione della relativa arretratezza che gli studi sulla storia delle istituzioni del territorio lombardo an- 30. G. Da Lezze, Catastico bresciano, Brescia 1969 (edizione a cura di C. Pasero); G. Da Lezze, Descrizione di Bergamo e suo cora presentano rispetto ad altre realtà territoriali ita- territorio. 1596. (edizione a cura di V. Marchetti e L. Pagano), liane. Bergamo, 1988. 31. A. Tagliaferri (a cura di), Venezia e la Terraferma veneta at- I limiti riscontrati nella bibliografia disponibile traverso le relazioni dei Rettori. Atti del convegno, Trieste, 23-24 hanno indotto a superare le iniziali perplessità ottobre 1980”, Milano, 1981.

5 Mario Signori con l’apporto fondamentale della banca dati del pro- delle funzioni amministrative che gli enti – si trattasse getto Archidata, in cui la descrizione delle serie archi- di città, di borghi maggiori, di comunità rurali o delle vistiche censite è corredata da esaurienti introduzioni stesse comunità di valle presenti nelle zone di monta- sugli organi e sugli uffici. In linea di massima si può gna – avevano saputo mantenere in età moderna. Oc- dire che gli archivi comunali per i quali si dispone di corre tuttavia precisare che l’impiego degli statuti nel- inventari corredati da notizie sulle istituzioni utilizza- la compilazione dei profili particolari non ha potuto bili ai fini del censimento sono ancora relativamente essere sistematico in quanto tali fonti risultano molto pochi. disperse. Lo spoglio sistematico di ben noti repertori 33 Un’altra fonte largamente utilizzata per il progetto di carattere generale quali quelli del Manzoni , del 34 35 CIVITA sono le raccolte delle leggi e degli atti di go- Fontana , del Cavagna Sangiuliani , o quello della 36 verno. L’uso di tale fonte ha potuto diventare sistema- Biblioteca del Senato ha permesso di individuare tico solo a partire dal periodo napoleonico, quando la solo un numero relativamente esiguo di statuti per il struttura, le funzioni e le competenze degli enti e dei territorio lombardo, riferibili per la maggior parte alle loro organi vengono definite con delle leggi e dei re- città capoluoghi dei contadi e alle comunità maggiori. golamenti in modo uniforme per tutto lo stato, e si Questi statuti si sono rivelati particolarmente utili lad- pubblicano raccolte legislative organiche dotate di in- dove – come nel caso di quelli di Como e Bergamo – dici tematici che facilitano enormemente il ritrova- attraverso essi risultava delineata con sufficiente chia- mento delle disposizioni in materia. rezza una prima compartimentazione del territorio soggetto alla città in cui i centri rurali risultavano La stessa fonte legislativa ha consentito anche di elencati e riferiti ai quartieri urbani da cui dipendeva- ricostruire la complessa e articolata dinamica della no. Altrettanto utili si sono rivelati gli statuti delle ac- compartimentazione dei territori lombardi nel perio- que e delle strade esistenti per il ducato di Milano e do compreso dalla metà del XVIII secolo all’unità in per il Principato di Pavia, che elencavano le comunità cui si alternano dominazioni e assetti costituzionali e le terre minori disposte lungo le strade che si dira- diversi. Attraverso le compartimentazioni si è cercato mavano dalla città indicandone le relative distanze. di ricostruire la trama mutevole delle giurisdizioni de- Sono risultati assai utili anche i repertori di censimen- gli enti e degli organi censiti, segnalando le circoscri- ti condotti sulle fonti statutarie riferite ad ambiti terri- zioni ed elencando, dove necessario, le singole comu- toriali più circoscritti, per i quali si rimanda alle intro- nità che vi erano incluse. Si tratta di un risultato in duzioni dei singoli volumi; occorre rilevare che molte gran parte inedito, che offre un apporto di notevole ri- parti del territorio lombardo risultano ancora scoper- levanza sul piano informativo in quanto consente di te37. Dove risultavano disponibili, sono state ovvia- ricostruire con maggiori certezze lo sviluppo com- mente utilizzate nella ricerca le edizioni critiche degli plesso, e spesso contorto, dei contesti territoriali in statuti di comunità lombarde già pubblicate. cui le istituzioni e i loro organi hanno svolto ai vari li- velli le proprie funzioni amministrative, rendendone I volumi del progetto CIVITA offrono senz’altro la percezione meno evanescente di quanto poteva ri- una risposta positiva all’esigenza di rendere facilmen- sultare sulla base della stessa bibliografia consultata te disponibili informazioni sui soggetti istituzionali dove, occorre sottolinearlo, la dimensione territoriale che, come si è detto, possono trovarsi disperse all’in- risulta spesso quasi del tutto trascurata. terno di fonti bibliografiche e archivistiche di non fa- cile accesso o risultano del tutto mancanti. Come ri- Per il successivo periodo della restaurazione, è sta- sulta spiegato più in dettaglio nella Nota tecnica, ogni tea largamente utilizzata anche un’opera di diritto am- 32 volume risulta costituito dai seguenti elementi: una ministrativo quale quella di Lorenzoni , che fornisce serie di profili generali intestati a enti o ai relativi or- dettagliate informazioni sugli organi e sul loro funzio- gani di particolare rilievo o presenti in più sedi o, an- namento, inquadrandole nella dottrina giurispruden- cora, le cui attribuzioni e competenze sono state defi- ziale con circostanziati riferimenti alla legislazione nite da interventi di riforma di carattere generale o da vigente. una normativa univoca emanata a partire dalla secon- Una ulteriore fonte del progetto CIVITA per la sua intrinseca valenza istituzionale è costituita dagli statu- 33. L. Manzoni, Bibliografia statutaria e storica italiana, se- ti. Per quanto l’importanza degli statuti come fonte in- conda parte, Bologna, 1879. formativa sulla struttura istituzionale della comunità 34. L. Fontana, Bibliografia degli statuti dei comuni dell’Italia possa variare da caso a caso, la loro presenza è co- superiore, voll. 3, Milano-Torino, 1907. 35. A. Cavagna Sangiuliani, Statuti italiani riuniti ed indicati munque una conferma diretta del peso, della capacità dal conte Antonio Cavagna Sangiuliani, Pavia, 1907. di coesione interna e della autonomia nella gestione 36. Biblioteca del Senato del Regno, Catalogo della raccolta di statuti, Roma, 1943. 37. G. Chittolini, D. Willoweit (a cura di), Statuti città territori 32. A. Lorenzoni, Istituzioni del diritto pubblico interno pel in Italia e Germania tra Medioevo ed Età Moderna, Bologna, Regno lombardo-veneto, Padova, 1835. 1991.

6 Presentazione da metà del secolo XVIII; una serie di profili partico- no volutamente ad assumere una forma espositiva lari intestati a singoli enti e ai relativi organi di parti- controllata, finalizzata ad una maggior chiarezza colare rilievo, attraverso cui viene fornita per ciascun espositiva. Le schede risultano integrate dagli oppor- soggetto istituzionale censito una nota informativa tuni riferimenti bibliografici, archivistici e normativi. sintetica destinata ad integrare le notizie già fornite Data la finalità del progetto, le informazioni contenu- nei profili generali; una lista indicizzata in cui figura- te nei profili sia particolari che generali non si propon- no sia le istituzioni per le quali cui sono stati compilati gono di fornire nuove visuali interpretative sulle dina- profili particolari, che anche tutti gli organi e uffici miche istituzionali che hanno in vario modo privi di un profilo autonomo, ma richiamati nel testo interessato il territorio lombardo. di un profilo già esistente. L’indice costituisce lo strumento fondamentale per Le schede particolari risultano avere una chiave di la consultazione e per l’accesso alle informazioni con- ordinamento primaria costituita dal toponimo del co- tenute nel volume. L’elenco degli enti e dei rispettivi mune in cui l’ente censito aveva la propria sede istitu- organi, strutturato in ordine di toponimi, consente di zionale, o a cui era riferito. Il toponimo adottato in effettuare una prima ricognizione sistematica dei sog- prevalenza è quello segnalato nelle compartimenta- getti istituzionali che sono stati investiti di funzioni in zioni conclusive rispetto all’arco cronologico asse- un determinato contesto territoriale; da esso si eviden- gnato al censimento, quella del 9 febbraio 1868 per la zia il legame contestuale con altri enti o organi che sola provincia di Mantova, e quella del 23 febbraio possono essere riferiti al medesimo toponimo o essere 1859 per tutte le altre province lombarde; solo nel accomunati dallo stesso nome identificativo che ne in- caso di enti attivati e cessati rispettivamente in prece- dividua una particolare tipologia. denza a tali date si è adottato necessariamente un to- L’indagine, che col presente lavoro si può conside- ponimo riferibile all’ultima compartimentazione vi- rare avviata, ma non certo conclusa per i territori con- gente prima della loro scomparsa, o comunque coevo siderati, ha consentito di tracciare un primo quadro alla loro fase di attività. Nel caso di soggetti istituzio- d’insieme degli apparati in esso operanti, attraverso nali aventi competenze estese ad un insieme territo- cui risulta più chiaramente individuabile la complessa riale includente di più comuni, ad esempio una deter- trama dei rapporti di controllo, coordinamento o di minata circoscrizione sopra-comunale, o una valle, subordinazione gerarchica riscontrabili tra i vari enti, l’ente è stato descritto sotto il toponimo del comune e tra i medesimi e gli organi ad essi subordinati. Il in cui aveva sede l’ufficio. quadro tracciato è ancora comunque parziale per le L’intestazione secondaria riporta il nome proprio scelte rese necessarie dall’ampiezza e dalla comples- del soggetto istituzionale censito (ente o organo) a cui sità del campo di indagine. sono immediatamente riferiti gli estremi cronologici La pubblicazione dei risultati del censimento è ar- entro cui esso ha svolto la propria attività istituzionale ticolata per volumi riferiti alle attuali province lom- senza modifiche rilevanti che ne abbiano modificato barde. Nei vari volumi risultano incluse esclusiva- le funzioni o l’organizzazione interna. Nel caso di ce- mente le istituzioni che avevano sede o che facevano sure significative che abbiano comportato modifiche capo ai comuni appartenenti alle singole provincie sostanziali nelle competenze istituzionali di un ente, nella configurazione territoriale attuale, indipendente- le informazioni che lo riguardano possono risultare mente dal fatto che gli stessi comuni appartenessero, articolate sotto intestazioni distinte, a ciascuna delle nel periodo di attività delle istituzioni censite, a con- quali sono riferiti gli estremi cronologici relativi ai di- testi politico-amministrativi diversi da quello attuale. versi periodi in cui si è ritenuto di poter dividere la sua vicenda istituzionale. In linea generale nei profili par- La descrizione offerta nelle schede presenta in al- cuni casi evidenti disomogeneità a livello di densità ticolari riguardanti gli enti a livello locale sono state informativa: si è tenuto conto della maggiore o mino- adottate delle cesure cronologiche sia per le riforme re importanza delle funzioni assolte e dal diverso peso amministrative che hanno interessato tali enti nei soli istituzionale degli stessi soggetti censiti. Ma, a questo territori della sola Lombardia austriaca, che per l’atti- proposito, occorre tenere presente che non per tutti i vazione degli ordinamenti napoleonici e di quelli del soggetti censiti c’era la stessa disponibilità di fonti. In regno lombardo-veneto per gli enti locali in tutti i ter- ogni caso si è cercato di fornire nelle schede una de- ritori lombardi. scrizione sintetica dei soggetti censiti espressa in uno In molti casi le informazioni contenute nelle sche- stile facilmente accessibile e intenzionalmente privo de particolari riferite a enti del medesimo tipo tendo- di valutazioni interpretative.

7 NOTATECNICA

MicheleGiordano

NOTATECNICA

Premessa Il lavoro risulta dunque organizzato su tre piani di- stinti, progressivamente dettagliati, a cui corrispondo- Questo volume è stato realizzato riversando il con- no altrettante parti del volume. tenuto di una base di dati in un documento diretta- mente interpretabile da un programma per il tratta- mento dei testi. Dal documento interpretato è stata I profili istituzionali successivamente ricavata la stampa che viene qui pre- Nella prima parte, infatti, compaiono i profili isti- sentata. L’intero processo si è svolto il maniera pres- tuzionali generali in grado di orientare adeguatamen- soché automatica. te la consultazione nella successiva parte, costituita dai profili istituzionali particolari, cui fa seguito la È stato possibile raggiungere questo risultato gra- parte finale costituita da un indice ricco di 4707 voci. zie alla messa a punto, concomitante al procedere del Una quarta parte di riferimenti critici (che in realtà lavoro di ricerca, di una specifica applicazione mirata precede l’indice) contiene lo scioglimento delle sigle in primo luogo a raccogliere ordinatamente le infor- di opere citate in numerosi punti del volume. mazioni necessarie alla ricerca e ad elaborarle ade- Della prima parte, ovvero dei profili generali, si guatamente e in secondo luogo a presentarle automa- dice diffusamente nella Nota introduttiva; questa ticamente con dignità di stampa1. Nota tecnica, pertanto, si occupa in maniera specifica Il volume raccoglie notizie di 1947 istituzioni civi- delle restanti parti e costituisce soprattutto la spiega- li sorte sul territorio dell’attuale provincia di Lecco zione di certe soluzioni operative adottate e un ausilio dal XIV al XIX secolo. Per 922 di esse viene presen- alla consultazione del volume. tato un profilo istituzionale specifico a cui si aggiunge Fra i problemi principali affrontati nel corso della – limitatamente a un limitato numero di soggetti isti- ricerca vi sono stati quello di inquadrare correttamen- tuzionali particolarmente significativi – un profilo ge- te l’istituzione schedata nel proprio ambito specifico nerale atto ad inquadrare l’istituzione in un ambito e quello, connesso al primo, di ideare un sistema sem- storico e giuridico più ampio. plice ma abbastanza rigoroso per etichettarla. La so- luzione proposta consiste in quattro elementi di vario 1. L’applicazione (denominata CIVITA) è stata elaborata con il tipo che, nel loro insieme, consentono di identificare sistema di sviluppo per basi di dati ACI 4th Dimension 6.0.5. ogni istituzioni in maniera univoca. Essi sono: L’applicazione genera documenti di testo in formato RTF (Rich 1. il toponimo nel quale l’istituzione ha sede; Text Format) interpretabili dalla maggior parte dei programmi per il trattamento dei testi in circolazione. Per la stampa del volume, 2. la denominazione propria dell’istituzione; il documento originale ha subito ritocchi minori per migliorarne 3. gli estremi cronologici; soprattutto il livello estetico e la qualità tipografica ed è stato rie- 4. il contesto all’interno del quale l’istituzione laborato con il programma Adobe FrameMaker 5.1.1. esplica la propria attività.

8 Nota tecnica

La determinazione del toponimo ha sollevato, come è facile immaginare, numerose incertezze; alla fine è stata fatta una scelta operativa molto precisa, Belsito privilegiando la chiarezza a scapito, qualche volta, del rigore. Si è deciso, infatti, di riferire tutte le istituzioni censite ai comuni identificati dai toponimi previsti comune di dalla legge 23 settembre 1859 sull’ordinamento co- Belsito munale e provinciale, tappa conclusiva della comples- 1201-1300 sa dinamica territoriale considerata nella ricerca. Un adeguato numero di rimandi nell’indice consente tut- tavia di conservare il necessario collegamento con i consiglio toponimi scomparsi prima di quella data, oppure con 1201-1300 quelli sorti più tardivamente.

I primi tre parametri sono indispensabili per una Figura 1 · Elementare modello di struttura istituzionale riferita corretta identificazione dell’istituzione, mentre il ad un toponimo (di pura fantasia) quarto non è sempre necessario. Quest’ultimo para- metro identificativo merita qualche parola aggiuntiva delmonte – consiglio – cancelliere). Tutta la struttura, di chiarificazione. come si può notare, assume l’aspetto di un albero ro- vesciato in cui vanno a collocarsi le varie istituzioni Per contesto, infatti, non si deve intendere quella riconducibili ad un unico e preciso toponimo. Va detto fitta e spesso intricata rete di rapporti che ogni istitu- che non esiste alcun limite (almeno rispetto alla trat- zione intrattiene a vario titolo e in varia misura col tabilità informatica) all’ampiezza e alla profondità di proprio ambiente circostante; più semplicemente, il tale albero. Tuttavia, mentre la sua estensione oriz- termine va inteso nel senso restrittivo di ambito nel zontale dipende dalla ricchezza dello sviluppo storico quale può essere ricondotta una determinata istituzio- delle istituzioni legate ad un particolare toponimo ed ne. In tal senso un cancelliere, per fare un esempio, è quindi pressoché intoccabile, la profondità è stata può essere ricondotto al contesto del consiglio del talvolta ridotta per ragioni di semplicità. Sono stati quale registra gli atti, e quest’ultimo, verosimilmente, potati, in altre parole, i rami più estremi ai quali cor- a quello del comune in cui opera, il quale – per finire rispondono, in genere, istituzioni di importanza mar- – è collocabile entro un preciso toponimo. È evidente ginale, soprattutto se commisurata all’ambizione, che la natura di ciascuno di questi rapporti contestuali propria di questo volume, di delineare il patrimonio fa caso a sé: il rapporto cancelliere-consiglio (un rap- storico-istituzionale di un’intera provincia. porto fra un ufficio e un organo) è diverso infatti da quello consiglio-comune (rapporto organo-ente), per Costruiti i vari alberi dei contesti – uno per ogni to- non dire del rapporto comune-toponimo, che non è ponimo – l’applicazione è stata in grado di generare i neppure un rapporto istituzionale. profili particolari, ordinandoli e numerandoli in ma- niera tale da restituire, per quanto possibile, lo svilup- Se non si dà peso a questi aspetti (beninteso, per il po complessivo dell’albero. La Figura 3 rappresenta particolare scopo di presentare razionalmente il risul- la trasfigurazione testuale, arricchita delle pertinenti tato della ricerca) è possibile allora costruire delle ca- tene contestuali di varia lunghezza che hanno l’ambi- zione, nell’insieme, di ricostruire la struttura istituzionale propria di un particolare toponimo il Piedelmonte quale, perciò, può essere considerato – almeno ideal- mente – come l’anello iniziale di ciascuna di queste catene. comune di comune di Piedelmonte Piedelmonte La Figura 1 mostra un caso elementare del model- 1201-1300 1301-1400 lo in base al quale è stata ricostruita la struttura istitu- zionale dei toponimi presi in esame nella ricerca. Al toponimo (di pura fantasia) è ricondotto un comune consiglio console consiglio (caso del tutto esemplare), mentre a quest’ultimo è ri- 1201-1300 1301-1400 1310-1400 condotto un consiglio. La Figura 2 mostra un esempio più articolato nel quale sono riconoscibili due distinti cancelliere gruppi di istituzioni (relativi ad altrettanti periodi sto- 1320-1400 rici) e tre catene contestuali (Piedelmonte – comune di Piedelmonte – consiglio; Piedelmonte – comune di Figura 2 · Una struttura istituzionale abbastanza articolata; sono Piedelmonte – console; Piedelmonte – comune di Pie- riconoscibili due distinti periodi storici e tre catene contestuali

9 Michele Giordano

ne puntualmente introdotta da una o più denominazio- BELSITO ni di livello più alto (ad esempio: comune di Belsito. consiglio.). Un quinto elemento (il numero progressi- comune di Belsito. 1 vo), è stata introdotto, come è facile immaginare, per 1201-1300 consentire i rimandi dall’indice. Citato per la prima volta in un atto del 1201 (AC Si sarà notata, altresì, l’assenza della figura del Belsito) fu soppresso nel 1300. Era retto da un consiglio. cancelliere. Pur essendo presente, infatti, nella strut- comune di Belsito. consiglio. 2 tura istituzionale del corrispondente toponimo, il can- 1201-1300 celliere non viene espressamente nominato nei profili Era composto da dodici membri che si riunivano alme- particolari. Si tratta di un caso abbastanza frequente2 no una volta al mese. Veniva eletto ogni anno. di quel lavoro di potatura di cui si è già parlato e che arch. AC Belsito: “Carta vendicionis”, Archivio comuna- le di Belsito, fondo antico, cart. 59. va ricollegato alla marginalità di alcune istituzioni o, più semplicemente, alla scarsità di utili informazioni di inquadramento, il che ha indotto il compilatore a PIEDELMONTE non dedicare espressamente un profilo a numerose istituzioni, come nel caso in questione. Affinché non comune di Piedelmonte. 3 ne vada totalmente sottovalutata l’importanza, tutta- 1201-1300 via, la denominazione di queste istituzioni è comun- Di un “commune di Piedelmonte” si parla a partire que presente nell’indice, come si vedrà meglio più dal 1201 (Storia 1950). Era retto da un consiglio. avanti. comune di Piedelmonte. consiglio. 4 L’ordine di presentazione dei profili particolari ha 1201-1300 posto diversi problemi. Sono stati scartati sia l’ordine Il consiglio era composto da dieci membri che doveva- alfabetico sia quello cronologico perché giudicati ri- no avere un’età non inferiore ai cinquanta anni. Restava in carica due anni. spettivamente banale e astratto, e si è adottato un si- stema più articolato, in grado di tradurre con suffi- comune di Piedelmonte. 5 ciente rispondenza l’originario schema ad albero del 1301-1400 modello. Vi sono testimonianze abbastanza certe di questo Le istituzioni direttamente collegate al toponimo comune a partire dal 1301 (Agostini 1960). Era retto sono disposte in ordine alfabetico e subordinatamente da un console e da un consiglio. cronologico; tuttavia, nel caso in cui al contesto di tali comune di Piedelmonte. consiglio. 6 istituzioni siano ricondotte altre istituzioni, tali istitu- 1310-1400 zioni sono accodate all’istituzione di contesto supe- Il consiglio era composto da venti membri che dovevano avere un’età non inferiore ai quarantacinque anni. Restava riore, nell’ordine già descritto. Il criterio appare evi- in carica un anno. Disponeva di un proprio cancelliere. dente nell’esempio di Piedelmonte dove, per esempio, tra i due comuni, è inserito il consiglio collegato isti- comune di Piedelmonte. console. 7 1301-1400 tuzionalmente al primo. Il carattere subordinato di Eletto ogni anno era controllato da un consiglio. questa istituzione è messo il rilievo anche da una pre- sentazione grafica in corpo minore e con un leggero bibl. Storia 1950: Storia di Piedelmonte, Milano, 1950. rientro.

Figura 3 · Trasfigurazione testuale, sotto forma di profili I riferimenti critici particolari, delle due strutture istituzionali illustrate nelle figure 1 e 2. Da notare anche i due riferimenti critici Tre insiemi di riferimenti critici accompagnano le notizie raccolte sulle varie istituzioni: note archivisti- notizie storiche, dei due alberi raffigurati nelle figure che, legislative e bibliografiche. Tutte e tre, inoltre, 1 e 2. In essa è contenuto, a scopo didascalico, il cen- possono essere di carattere generale o particolare. simento completo del patrimonio istituzionale di una Le note generali riguardano informazioni che si microscopica quanto improbabile provincia costituita sono rivelate utili per buona parte del lavoro, se non di due soli toponimi. addirittura per tutto il lavoro. Per questa ragione si è giudicato troppo gravoso e sostanzialmente inutile as- Ogni istituzione, come già detto sopra, è caratte- sociarle a ciascuno dei profili debitori di tali informa- rizzata (una volta per tutte) dal toponimo al quale essa si riferisce, dalla propria denominazione e dagli estre- mi cronologici. Il quarto elemento identificativo (ov- 2. Nel caso di Lecco, per esempio, delle 1947 istituzioni sche- date, solo 922 hanno un proprio profilo particolare; le restanti vero il contesto) si può desumere dal fatto che la de- 1025 sono rintracciabili – come si vedrà meglio oltre – solo a par- nominazione delle istituzioni di livello più basso vie- tire dall’indice.

10 Nota tecnica zioni. Esse, perciò, sono state radunate tutte insieme in coda ai profili particolari. Per tutti gli altri riferimenti di raggio più limitato è A parsa utile, invece, una collocazione specifica in calce ai profili che fanno capo ai diversi toponimo. Nell’esempio di Figura 3 si immagina il caso di un B C D riferimento archivistico e di un riferimento bibliogra- fico. In entrambi i casi (AC Belsito e Storia 1950) il ri- ferimento è nominato con una apposita sigla nel corpo B A del profilo e successivamente sciolto in calce al grup- po di profili relativo a ciascun toponimo perché giudi- cato di esclusiva pertinenza di quel particolare toponi- C D mo. Diversa destinazione spetta invece al riferimento Belsito e Piedelmonte 1960. Quest’ultimo, infatti, è C B A stato evidentemente giudicato di importanza generale per tutto il lavoro e viene pertanto sciolto in coda ai profili particolari, insieme con gli altri riferimenti ar- D chivistici e legislativi.

L’indice D C B A L’indice di quest’opera rappresenta una novità ab- bastanza radicale, e richiede dunque di essere detta- gliatamente illustrato. Figura 4 · Diverse combinazioni di una medesima catena contestuale; si distinguono l’intestazione (in nero), il Il principio su ci esso è basato è quell’idea di con- qualificatore (in bianco) e lo specificatore (in grigio) testo proposta già come soluzione al problema dell’identificazione e dell’ordinamento delle istitu- mini, bensì rispettoso del significato che ciascun ter- zioni. Una identificazione precisa e un criterio di or- mine acquista in relazione ai termini adiacenti4. dinamento efficace, tuttavia, non sono ancora suffi- cienti per far fronte alla necessità di ritrovare in modo L’idea di base è che la stringa Belsito – comune di fecondo e tempestivo una certa istituzione inserita nel Belsito – consiglio, per restare al primo dei nostri tessuto di rapporti con altre istituzioni correlate. Vo- semplici esempi, è certamente suddivisibile in tre di- lendo indicizzare l’esempio della Figura 1, infatti, stinte sottostringhe con significato proprio, ma costi- non è sufficiente creare tre ingressi distinti nell’indice tuisce altresì una entità a se stante, con un proprio si- (Belsito, comune di Belsito, consiglio) per restituire il gnificato che gli deriva dai rapporti che ogni singola significato complessivo di quella terna di nomi. Nel parola intrattiene con le parole vicine. caso dell’esempio di Figura 2, inoltre, una voce come Essa può venire letta da sinistra a destra e vicever- cancelliere – che non è stata inserita fra i profili parti- sa. Nel primo caso ogni parola costituirà una specifi- colari per i motivi già detti – dovrebbe trovare almeno cazione di significato rispetto alla parola precedente nell’indice una propria collocazione utile a restituirla (Belsito, il comune di Belsito, il consiglio del comune al proprio contesto istituzionale. di Belsito); nel secondo caso si tratterà invece di una L’indice di questo lavoro si propone espressamen- qualificazione progressiva (il consiglio che fa parte te di consentire anzitutto il rimando ai profili partico- lari, ma intende offrire anche una sintetica ricostru- 3. Per un inquadramento generale delle varie problematiche le- zione della struttura istituzionale propria di ciascun gate all’indicizzazione si veda Rossella Caffo, Analisi e indicizza- toponimo. Non si tratta, dunque, solo di una utile ap- zione dei documenti, Milano, Editrice Bibliografica, 1988. 4. Il lavoro di cui siamo ampiamente debitori per la concezione pendice ai profili particolari, ma esso costituisce una e la realizzazione dell’indice è Derek Austin, PRECIS. A manual parte integrante dello sforzo di restituire il giusto rilie- of concept analysis and subject indexing, London, British Library vo ad ogni istituzione presa in esame. Board, 1984. Concepito allo scopo realizzare indici per soggetto particolarmente accurati e pertinenti, PRECIS (PREserved Con- A questo scopo è stato mutuato, soprattutto text Index System) tradisce in molti casi una certa macchinosità, dall’ambito della ricerca bibliografica, un sistema soprattutto perché concepito per essere solo parzialmente automa- complesso di indicizzazione il quale, perfezionando i tizzato. L’idea fondante del sistema, tuttavia, ci è parsa di straor- dinaria fecondità ed eleganza formale. Liberata da impacci inutili 3 vari sistemi di indice a permutazione perviene ad un per lo scopo in questione e totalmente automatizzata abbiamo cre- criterio non astratto e meccanico di rotazione dei ter- duto perciò di poterla utilmente innestare in ambito archivistico.

11 Michele Giordano

2. con l’intestazione comune di Belsito in grasset- BELSITO to, qualificata dal toponimo Belsito in tondo e comune di Belsito. consiglio...... 2 cancelliere. consiglio (1310-1400). specificata dall’istituzione consiglio in corsivo; comune di Piedelmonte (1301-1400). Piedelmonte...... 6 comune di Belsito. Belsito...... 1 3. con l’intestazione consiglio in grassetto, dop- consiglio...... 2 piamente qualificata in primo luogo dal comune comune di Piedelmonte (1201-1300). Piedelmonte...... 3 consiglio (1201-1300)...... 4 di Belsito in tondo e in secondo luogo dal topo- comune di Piedelmonte (1301-1400). Piedelmonte...... 5 nimo. consiglio (1310-1400). cancelliere...... 6 console...... 7 Per ogni intestazione, come si può vedere, l’indice consiglio. comune di Belsito. Belsito...... 2 consiglio (1201-1300). comune di Piedelmonte (1201-1300). non si limita ad offrire un rimando numerico al profi- Piedelmonte...... 4 lo, ma ricostruisce sinteticamente anche la struttura consiglio (1310-1400). comune di Piedelmonte (1301-1400). Piedelmonte...... 6 istituzionale nella quale è inserita la voce indicizzata. cancelliere...... 6 console. comune di Piedelmonte (1301-1400). Piedelmonte...... 7 A colpo d’occhio, pertanto, l’utente è messo subito in

PIEDELMONTE condizione di farsi un’idea abbastanza chiara di tale comune di Piedelmonte (1201-1300). consiglio (1201-1300)...... 4 struttura, prima ancora di passare ai profili istituzio- comune di Piedelmonte (1301-1400). consiglio (1310-1400). cancelliere...... 6 nali per la consultazione vera e propria. comune di Piedelmonte (1301-1400). console...... 7 Più complesso, come già messo in evidenza, il Figura 5 · Trasfigurazione testuale, sotto forma di indice, delle caso della Figura 2 (toponimo di fantasia: Piedelmon- due strutture istituzionali illustrate nelle figure 1 e 2 te). In questo caso, infatti, vi sono diverse catene con- testuali (Piedelmonte – comune di Piedelmonte – con- siglio; Piedelmonte – comune di Piedelmonte – del comune che fa parte dell’unità territoriale di Bel- consiglio – cancelliere; Piedelmonte – comune di Pie- sito). Ma una lettura utile della stringa è possibile an- delmonte – console). Per ciascuna di queste catene che a partire dal termine intermedio, in modo tale da l’indice offre gli appropriati e plurimi rimandi ai pro- suddividere la catena contestuale in due spezzoni: uno fili particolari ma anche, come già nel caso preceden- qualificativo e uno specificativo (comune di Belsito; te, una ricostruzione della struttura istituzionale. È ma anche: comune nel quale operava un consiglio). evidente che ad una struttura più complessa corri- Nel caso in cui i termini siano più di tre, possono già spondono delle voci di indice più articolate. Come si configurarsi diverse combinazioni di spezzoni di varia può notare, infatti, il toponimo Piedelmonte è dotato lunghezza ove ogni termine della stringa assume una di tre linee di specificazione perché tante sono le ra- posizione centrale rispetto allo spezzone qualificativo mificazioni dell’albero istituzionale di questo toponi- e allo spezzone specificativo. mo. Si noterà, inoltre, che le istituzioni omonime di La Figura 4 mostra astrattamente questo procedi- Piedelmonte sono discriminate in base agli estremi mento. A turno, ogni parola di una ipotetica stringa di cronologici, allo scopo di evitare ogni possibile ambi- termini contestuali A-B-C-D viene a trovarsi in una guità. Nel caso più semplice di Belsito tale discrimi- posizione di testa (in nero); per ognuna di queste po- nazione appare superflua, e pertanto è assente. sizioni gli altri termini assumono la funzione di termi- ni progressivamente qualificativi (in bianco) e specifi- Un discorso a parte, infine, merita il caso del can- cativi (in grigio). Più concretamente, la Figura 5 celliere di Piedelmonte. Assente nei profili particolari, mostra invece l’applicazione di questo principio ri- per le ragioni già più volte spiegate, esso è presente a portando l’indice delle istituzioni contenute nei due tutti gli effetti fra le voci dell’indice. Il rimando nu- esempi considerati, presentandolo in accordo ai criteri merico, come è ragionevole immaginare, è quello re- espressi. lativo all’istituzione contestualmente superiore; nel caso in questione si tratta del consiglio del comune di È utile esaminarlo più in dettaglio. La stringa Bel- Piedelmonte, quello attivo fra il 1310 e il 1400, come sito – comune di Belsito – consiglio, riflesso della appare evidente dalla Figura 2. semplice struttura istituzionale di quel toponimo, compare in tre modi diversi: 5. Può accadere che, per ragioni tipografiche, si renda necessa- 1. con l’intestazione Belsito in maiuscoletto, spe- rio spezzare la stringa di qualificazione (in tondo) oppure la strin- cificata in corsivo dall’istituzione comune di ga di specificazione (in corsivo), riportando a capo la parte di Belsito e, più in dettaglio, consiglio5; va notato stringa che eccede la larghezza della colonna; questa cesura tipo- che il rimando è all’ultimo termine della catena grafica della stringa istituzionale non va confusa, naturalmente, (consiglio); con la cesura funzionale.

12 NOTAINTRODUTTIVA

SaverioAlmini

NOTAINTRODUTTIVA

La provincia di Lecco è stata costituita, com’è no- ni centri, parte integrante in passato di circoscrizioni torio, in anni molto recenti, nel 1992 (Decreto legisla- territoriali oggi inglobate nella nuova provincia, ne tivo 6 marzo 1992, n. 250). La sua istituzione è stata sono invece rimasti fuori, mentre altri, in passato del però anticipata da un dibattito pluridecennale, nel tutto estranei, sono stati invece inclusi, in virtù delle quale sono state certamente affrontate, oltre agli altri condizioni di sviluppo e delle relazioni determinate molteplici aspetti, anche le motivazioni storiche che nella nostra epoca. ne supportavano la creazione. Nel territorio dell’at- tuale provincia di Lecco si trovano località che per se- In sede di studio del progetto CIVITA è stato espli- coli sono state inserite in contesti istituzionali molto citamente scelto, per uniformità, di non tenere co- differenti tra loro: contado di Como, repubblica di Ve- munque conto delle antiche ripartizioni territoriali, nezia, ducato di Milano. All’interno del ducato di Mi- ma di basarsi, per l’attribuzione delle schede al volu- lano, inoltre, con una varietà di situazioni particolari me di Lecco piuttosto che a quelli di Milano o Como, e di sviluppi storici differenti, se ci si sposta dall’anti- sul criterio dell’appartenenza attuale: è per questo che co Monte di Brianza alla Valsassina o alla riviera di si ritrovano distribuiti nelle pubblicazioni dedicate a Lecco. Per un altro verso, è anche vero che la maggior province contigue i profili di istituzioni locali che fe- parte dei territori che oggi costituiscono la provincia cero parte in passato di contesti unitari. Il criterio ope- di Lecco ha avuto una matrice storica comune, essen- rativo del progetto CIVITA è apparso il più semplice ed do formata da terre che appartennero fin da antica efficace e insieme il più valido, tenendo conto che si epoca all’arcidiocesi ambrosiana. aveva per ambito di ricerca l’intero territorio regiona- le, con tutte le difficoltà che questo fatto comporta. L’istituzione territoriale che storicamente più si è avvicinata all’estensione dell’attuale provincia di Per quanto attiene le tipologie istituzionali oggetto Lecco è stata, come è altrettanto risaputo, il diparti- di ricerca del progetto CIVITA, va ricordato che il cam- mento della Montagna, circoscrizione provinciale po di indagine è stato circoscritto essenzialmente alle della cisalpina che non sopravvive alla ridefinizione sole istituzioni pubbliche civili locali (comuni) e alle dell’assetto territoriale della stessa repubblica seguito organizzazioni territoriali sovracomunali (comunità, nel 1798. Ma anche in questo caso non si è trattato di pievi, squadre, distretti, cantoni, dipartimenti) che eb- un antecedente storico completamente omogeneo, pur bero il loro centro nell’attuale provincia di Lecco, in comprendendo le ex pievi briantee di , Og- via generale dal XIV secolo al 1859. Sono state quin- giono, e , le squadre dei Mauri e di Ni- di escluse, sempre in via generale (e per accennare bionno, i territori di Lecco, Mandello, Verenna, Bella- solo ad alcuni aspetti), le istituzioni medioevali, i feu- no, , la Valsassina e tre comuni dell’ex di in epoca moderna, gli uffici giudiziari dalle riforme provincia bergamasca. Va ricordato, ancora, che alcu- del governo austriaco in poi, nonché tutti gli istituti di

13 Saverio Almini carattere religioso, caritativo, assistenziale che pure rio o dell’ordinamento interno, e al di là inoltre dei ebbero strettissimi legami con le comunità locali. cambiamenti di governo. Rispetto ai volumi per le provincie di Bergamo e Brescia e Sondrio questo vo- La prima difficoltà, all’inizio della ricerca, è stata lume, come gli altri dedicati ai territori delle attuali quella di approntare l’elenco dei toponimi ai quali in- provincie di Como, , Lodi, Milano, Pavia e testare le singole schede dei profili particolari, recu- Varese, contiene, per i profili particolari dei comuni perando quelli non più esistenti e i molti ai quali, nel già parte della Lombardia austriaca, una scheda in nostro tempo, non corrispondono più dei comuni au- più, che copre la seconda metà del XVIII secolo, epo- tonomi e nemmeno delle frazioni. La formazione di ca di attuazione della riforma amministrativa austria- questa lista, come si può intuire, non è stata frutto di ca, assumendo come ulteriore cesura istituzionale la una semplice somma di nomi, poiché il concetto stes- data della stessa riforma. Bisogna comunque tenere so di comune ha assunto significati diversi, a seconda presente che, come già per gli altri volumi di CIVITA, delle varie epoche e delle singole zone, anche in un anche nel presente lavoro sulla provincia di Lecco la territorio dall’estensione limitata come quello dell’at- commistione tra cesure prettamente politiche ed tuale provincia di Lecco. estremi che si riferiscono invece alla storia ammini- Dall’epoca viscontea in avanti (quindi grossomo- strativa risulta funzionale all’esigenza di assegnare do dall’inizio dei limiti di ricerca imposti dal progetto dei limiti cronologici omogenei alle schede stesse. CIVITA), il possesso di estimi propri e la partecipazio- Impostate cronologicamente le varie schede e co- ne diretta al riparto delle contribuzioni fiscali (all’in- struita, in base alle fonti archivistiche e legislative ge- terno di una circoscrizione territoriale sovracomuna- nerali, la loro ossatura, è seguita una seconda fase di le) sono due criteri che permettono di discriminare ricerca, meno problematica ma altrettanto impegnati- con sufficiente esattezza i comuni dalle semplici ville va. A seconda di quanto desunto dalle fonti bibliogra- o dalle cassine. Tali criteri di base, naturalmente, pos- fiche e archivistiche, ciascuna scheda è stata arricchita sono essere associati, al fine di definire l’esistenza di di tutti quegli elementi ritenuti utili per costruire un istituzioni autonome, da altri elementi, come la pre- repertorio di informazioni essenziali sulle istituzioni: senza di rappresentanze (consoli o sindaci), o veri e prime attestazioni del toponimo, dei comuni o suoi or- propri organi deliberativi (convocati, adunanze o con- gani amministrativi, ambito di evoluzione iniziale sigli). Sono state quindi privilegiate, per l’intestazio- dell’istituzione stessa. Questo tipo di informazioni, ri- ne delle schede, quelle fonti di carattere “globale” che cavate, come si è accennato, prevalentemente dalle consentivano di rilevare attraverso il susseguirsi dei fonti bibliografiche, si è rivelato però estremamente secoli, su un territorio il più possibile omogeneo, con- frammentario. Le pubblicazioni di storia locale non tinuità e discontinuità dei singoli “comuni”: statuti sono incentrate che raramente, per una serie di motivi, delle strade e delle acque del ducato di Milano (1346), sugli aspetti istituzionali. Nel caso dell’attuale pro- estimi particolari (1456), estimi di Carlo V e succes- vincia di Lecco, solamente la Valsassina, e in generale sivi aggiornamenti (secoli XVI-XVIII) per il territorio la regione lariana, ha goduto, fin dal secolo scorso, di del Monte di Brianza; fonti statutarie locali per i co- una specifica attenzione a questo settore storiografico. muni della riviera e delle valli orientali del Lario. Per Non sono naturalmente assenti studi monografici e costruire un valido raffronto “sincronico” tra le due opere generali sull’area briantea (si segnala a questo aree geografiche (che costituiscono la gran parte proposito la “Storia di Monza e della Brianza” edita dell’attuale provincia di Lecco), è stato utilizzato un nel 1979), ma nello studio delle comunità locali ben elenco di tutte le terre del ducato milanese, approntato più ampio spazio spesso è dedicato agli aspetti reli- per la ripartizione della tassa sul sale (1572). gioso-pastorali, piuttosto che a quelli politico-ammi- Dall’epoca di formazione del catasto “teresiano” in nistrativi. È difficile valutare quanto questa realtà di- avanti, le fonti archivistiche scelte per l’impostazione penda dall’orientamento culturale, affettivo, delle schede sono diventate omogenee per tutto il ter- ideologico che determina, a livello locale, l’interesse ritorio dell’attuale provincia di Lecco, ad eccezione per il passato. Certamente si può affermare che le fon- dei comuni della Val San Martino, già parte della re- ti archivistiche per la ricostruzione della storia parroc- pubblica di Venezia. chiale sono più accessibili (o almeno più note) di La scelta di intestare le schede per le istituzioni quelle relative alla storia comunale. Gli archivi degli territoriali locali all’interno di una periodizzazione enti locali nell’attuale provincia di Lecco raramente “classica” (antico regime, periodo cisalpino-napoleo- conservano documentazione antecedente il XVIII se- nico, regno lombardo-veneto) è comune agli altri vo- colo. lumi del progetto CIVITA. Questa impostazione, sem- L’organizzazione amministrativa dei comuni per il plificando l’intestazione delle schede, cerca di periodo precedente la riforma comunitativa teresiana interpretare la continuità giuridica dei comuni al di là è stata ricostruita attraverso gli statuti locali, laddove di eventuali mutamenti di denominazione, di territo- conservati (Lecco, Valsassina, Mandello, Dervio, Bel-

14 Nota introduttiva lano, Limonta), mentre per la maggior parte dei co- garantite, nel periodo di antico regime, da statuti par- muni è stata utilizzata come fonte primaria la docu- ticolari, il problema della “durata” degli organi ammi- mentazione raccolta nel corso delle operazioni nistrativi delle comunità si è ripresentato, con alcune censuarie, iniziate per volontà dell’imperatore Carlo varianti. La fonte delle risposte ai 45 quesiti, infatti, VI e portate a termine dalla seconda giunta del censi- descrive una situazione fortemente “semplificata”, ri- mento presieduta da Pompeo Neri, sotto il governo spetto al dettato statutario, in materia di cariche, orga- dell’imperatrice Maria Teresa. Particolarmente signi- ni, ufficiali locali. È stato valutato impossibile, innan- ficative si sono rivelate le informazioni contenute nel- zitutto per limiti di tempo, condurre un’indagine le “Risposte ai 45 quesiti”, un questionario emanato sistematica sulle fonti archivistiche (in primo luogo dalla giunta nel 1751, pochi anni prima che fosse at- sui fondi notarili) per appurare l’effettiva evoluzione tuata la riforma amministrativa teresiana. Inviati ai interna degli organi comunitari. Così, alle schede cancellieri di tutte le comunità che a metà del sette- compilate sulla base delle informazioni tratte dagli cento erano comprese entro i confini dello stato mila- statuti locali, sempre per quanto riguarda gli organi nese, tali quesiti erano strutturati in modo da racco- amministrativi locali, sono stati attribuiti dei limiti gliere il maggior numero di notizie circostanziate cronologici da intendersi come puramente indicativi. relative ai carichi fiscali e alle loro modalità di riparto Il discrimine temporale, rispetto all’altro “albero isti- ed esazione, alla gestione delle finanze comunitative tuzionale”, quello ricostruibile in base alla fonte dei e all’assetto amministrativo che caratterizzavano e 45 quesiti, è stato collocato tra XV e XVI secolo, cioè differenziavano l’organizzazione delle singole comu- l’epoca dalla quale le terre lariane appaiono legarsi nità. Di particolare interesse si sono rivelate per la ri- più fortemente al centro del potere ducale e regio, par- cerca le risposte ai primi sette quesiti, con i quali si ticolarmente per la politica fiscale e per la politica del- chiedeva ai cancellieri di descrivere dettagliatamente le infeudazioni. l’organizzazione istituzionale di ogni comune, segna- lando l’esistenza eventuale di un feudatario e la con- Dopo la riforma comunitativa teresiana le fonti ar- sistenza degli oneri feudali a cui era sottoposta la co- chivistiche scelte per l’impostazione delle schede munità, l’esistenza di organi consiliari ed altri ufficiali sono diventate omogenee per tutto il territorio dell’at- incaricati della reale gestione degli affari comunitari, tuale provincia di Lecco. L’uso sistematico e mirato l’esistenza di agenti o procuratori chiamati a rappre- delle compartimentazioni emanate dai governi succe- sentare le comunità nella capitale dello stato, se la co- dutisi nel periodo compreso fra la seconda metà del munità era autonoma o era aggregata ad altro comune. settecento e il 1859, data dell’aggregazione del terri- Altri due quesiti, il 20° ed il 35°, chiedevano rispetti- tori lombardi al regno di Sardegna, ha consentito di vamente al cancelliere di specificare l’esatto numero seguire i mutamenti nella collocazione delle comunità delle “anime” che al momento dell’inchiesta popola- all’interno delle varie circoscrizioni e di ricostruire i vano il comune e di chiarire come la comunità si re- diffusi processi che hanno portato all’aggregazione o golasse per la distribuzione ed esazione dei carichi fi- disaggregazione dei centri minori rispetto ai maggio- scali fra gli estimati, e ancora di specificare le ri. Da questo periodo l’illustrazione delle istituzioni, competenze dell’esattore, unico ufficiale riconosciuto ormai normate da disposizioni unitarie, è affidata ai per tali riscossioni nonché il metodo seguito per la sua profili generali introduttivi. I sondaggi effettuati fino elezione. al periodo lombardo-veneto e gli studi disponibili te- In base a questa fonte, sono state redatte tutte le stimoniano tuttavia che la normativa unificante dello schede relative agli organi amministrativi locali, che stato non cancellò del tutto la varietà di profili, figure, permettono di ricostruire l’“albero istituzionale” organi amministrativi degli enti locali, vincolando complessivo dei singoli comuni e che sono presenti semmai la loro stessa esistenza, ancor più che nel pas- come voci di indice. A queste schede sono stati attri- sato, alle effettive disponibilità di bilancio, allo spes- buiti (forzatamente, non potendosi reperire fonti di- sore demografico ed economico delle singole comu- versificate nel corso del tempo) dei limiti cronologici, nità. Da queste sole considerazioni, si può arguire coincidenti con gli estremi di esistenza dell’istituzio- quanto il campo di ricerca sia ancora vasto e comples- ne stessa. Per le zone dell’attuale provincia di Lecco so, in attesa di altri, sempre più approfonditi studi.

15 PROFILIISTITUZIONALI GENERALI

PROFILIISTITUZIONALI GENERALI

STATO DI MILANO, zeri si impadronirono di e dei vicini Ba- LOMBARDIA AUSTRIACA: liaggi, i Grigioni della Valtellina, ed il papa Giulio II ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE riuscì, durante la guerra contro i francesi, a staccarne E CONFINI le città di Parma e Piacenza coi rispettivi territori ag- La morte di Francesco II, ultimo duca Sforza, se- gregandoli allo stato della chiesa (Pugliese 1924). gnò una svolta decisiva per la storia dello stato di Mi- Nei primi decenni del secolo successivo i confini lano: in linea di diritto – secondo le norme del diritto del dominio milanese soggetto all’imperatore Carlo V feudale – l’estinzione della dinastia sforzesca com- erano così ridimensionati: a nord ancora la catena del- portò la devoluzione all’imperatore del dominio duca- le Alpi, ma solo dal gruppo del Monte Rosa sino al le, feudo imperiale; in pratica il 1535, anno della mor- passo S. Giacomo e dallo spartiacque ad oriente della te del duca, segnò la fine dell’indipendenza dello stato Val Formazza milanese fino al Lago Maggiore, sepa- milanese. L’imperatore Carlo V lo trattenne sotto il ravano lo stato dai Cantoni Svizzeri, a est lo spartiac- proprio diretto controllo e solo nel 1546 lo infeudò al que montuoso tra i territori delle valli ad oriente del figlio Filippo che presto sarebbe divenuto monarca di Lago di Como ed il Bergamasco veneto, sino a Lecco, Spagna. poi il corso dell’Adda sino a Vaprio costituivano la Lo Sforza morendo lasciava quindi al suo “erede” frontiera naturale con la repubblica di Venezia, cui ap- un fiorente dominio anche se considerevolmente ri- parteneva anche l’enclave costituita dal territorio cre- dotto in dimensione rispetto al periodo della sua mas- masco; il corso del fiume Po separava lo stato milane- sima espansione. Nel Quattrocento i possedimenti dei se dal ducato di Parma e Piacenza e quello del fiume duchi milanesi si estendevano su di un territorio deli- Sesia dai domini sabaudi (Pugliese 1924). mitato a nord dalla cerchia delle Alpi, ad occidente Lo stato di Milano così territorialmente definito si dal fiume Sesia, ad oriente dal corso superiore articolava in nove province: Milano, Pavia, Lodi, Cre- dell’Adda, poi dall’Oglio sino al suo sbocco nel Po, e mona, Como, Novara, Tortona, Alessandria, Vigeva- sulla riva destra di questo fiume, dal torrente Enza per no; tale suddivisione poneva in evidenza sia l’eredità tutta la sua lunghezza (Pugliese 1924). della passata età comunale che l’impronta del lento e Il dominio comprendeva dunque le città di Milano, tortuoso processo di formazione dello stato regionale Pavia, Lodi, Cremona, Como, Novara, Vigevano, visconteo-sforzesco. Alessandria, Tortona, Valenza, Bobbio, Parma e Pia- L’organizzazione territoriale, amministrativa, giu- cenza coi loro territori. Ma nei decenni successivi, risdizionale delle nove province conservava infatti an- sotto il governo dei suoi successori l’estensione dei cora intatti molti tratti dello “stato cittadino”, di territori venne notevolmente ridimensionata: gli Sviz- quell’ordinamento dualistico in cui le città e le oligar-

16 Profili istituzionali generali chie cittadine detenevano ampi poteri e privilegi dai ni rilevanti, nel corso del XVIII secolo, in seguito alle quali erano invece totalmente esclusi i borghi e le ter- guerre di successione spagnola, polacca ed austriaca, re del contado ed i loro abitanti. Le autorità cittadine lo stato subì invece consistenti smembramenti territo- avevano ad esempio giurisdizione in materia di viabi- riali a favore del Piemonte sabaudo. lità, commercio di generi alimentari, calmieri dei In seguito al primo dei tre conflitti di successione, prezzi, ubicazione di manifatture non soltanto entro le quello spagnolo, (1701-1715) lo stato di Milano fu mura cittadine, ma sul territorio dell’intera provincia; costretto a cedere ai domini sabaudi le città di Valenza i residenti milanesi godevano dell’ambito privilegium e di Alessandria col relativo contado, la Lomellina e civilitatis che garantiva loro il diritto di essere giudi- la Valsesia. Con questo primo smembramento Pavia, cati, ovunque si trovassero, non dai giudici presenti la città più importante dopo Milano, veniva a trovarsi nelle sedi periferiche, bensì dai soli organi giudiziari sul confine definito ora dal corso del fiume Ticino cittadini. Ma gli abitanti delle città e quelli delle terre (Pugliese 1924). del contado erano soprattutto soggetti a due diversi si- Dopo la guerra di successione polacca, l’imperato- stemi di imposizione e ripartizione fiscale – prevalen- re Carlo VI fu costretto a cedere al re Carlo Emanuele temente indiretta (sotto forma di dazi) i primi, preva- II altre due province del dominio milanese, il Novare- lentemente diretta (sotto forma di imposte quali perti- se ed il Tortonese, riconoscendogli pure la superiorità cato, tasso dei cavalli, censo del sale, imbottato) i feudale sui feudi delle Langhe ed il possesso definiti- secondi. I beni fondiari posseduti dai cittadini (le co- vo del Siccomario, un lembo di territorio della Lomel- siddette pertiche civili) – per fare solo un esempio – lina posto alla confluenza del Ticino col Po, rimasto oltre ad essere iscritti a ruolo separatamente da quelli conteso sin dall’epoca del primo smembramento. Un posseduti dai residenti nel contado (le cosiddette per- altro motivo di contrasto rimase anche negli anni suc- tiche rurali) godevano di un trattamento fiscale di fa- cessivi la sovranità sopra la Riviera d’Orta: mentre la vore. E ancora sui sudditi del contado ricadevano, nel casa Savoia pretendeva che tale territorio fosse passa- lunghi periodi di guerra che caratterizzarono i secoli to, con la cessione del Novarese, sotto il proprio do- di dominazione spagnola, gli oneri più gravosi, tra cui minio, Vienna pretendeva al contrario che la Riviera il tanto temuto ed osteggiato servizio degli alloggia- d’Orta venisse considerata come feudo imperiale in- menti forzati delle truppe dell’esercito presso le co- dipendente (Pugliese 1924). munità rurali da cui erano esenti le città. Lo stato milanese si presentava quindi come una Se gli smembramenti subiti dallo stato milanese in articolata confederazione di città e dei rispettivi con- seguito alle guerre di successione spagnola e polacca tadi subordinati all’egemonia di un unico sovrano, e ebbero prevalentemente come oggetto i territori delle su cui Milano, capoluogo della più vasta tra le nove province di Novara, Alessandria, Tortona, Pavia, province, ma soprattutto capitale dello stato, rivendi- quelli che seguirono alla guerra di successione au- cava una posizione di egemonia; l’affermazione del striaca, conclusasi con la pace di Aquisgrana del ruolo egemonico della capitale venne costantemente- 1748, riguardarono principalmente i territori della mente combattuta, nel corso dell’età moderna, dalle provincia del ducato: infatti oltre a ribadire l’acquisi- altre “città provinciali”. zione, da parte del Regno sabaudo, della città e conta- do di Vigevano, di tutto l’Oltrepò Pavese, la pace di Se entrando a far parte dei possedimenti di Carlo Aquisgrana decretò la definitiva perdita, per la Lom- V nel 1535 l’antico dominio dei duchi milanesi perse bardia austriaca, degli ampi territori dell’Ossola e del- ogni autonomia in materia di politica estera, l’indivi- le terre poste sulla riva occidentale del Lago Maggio- dualità giuridica e l’autonomia amministrativa re (Pugliese 1924). dell’antico dominio non venne meno. Anzi Carlo V, con la promulgazione delle “Novae Constitutiones Mediolanensis Dominii” del 1541 – codice in cui si compendiavano le norme del diritto dello stato mila- DUCATO DI MILANO: nese ordinato a suo tempo da Francesco II Sforza ma ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE portato a termine per volere di Carlo V – si preoccupò E CONFINI (1535-1757) di dimostrare ai ceti dirigenti milanesi la ferma volon- tà di confermare l’assetto giuridico-amministrativo Il ducato, composto dalla città di Milano e dal suo esistente, in quanto successore degli Sforza e fedele contado era la provincia di gran lunga più vasta dello custode di una veneranda tradizione locale (Sella stato; esso comprendeva la zona racchiusa fra il corso 1987). del Ticino e dell’Adda, dal loro sbocco dai laghi sino Se durante il periodo della dominazione spagnola ad una linea immaginaria, che passava poco sotto le i confini del dominio milanese non subirono variazio- terre di Rosate, Binasco, Melegnano, Settala e Cassa-

17 Profili istituzionali generali no d’Adda; e includeva inoltre anche una fascia di ter- scrizione stessa. Ma già dal secolo XII e sempre più ritorio denominato Gera d’Adda, posto ad oriente nel corso del secolo successivo, in piena età comuna- dell’Adda, sino ai confini Veneti, ad eccezione delle le, la pieve oltre a conservare il carattere originario di immediate vicinanze della città di Lodi. Ed ancora ap- circoscrizione ecclesiastica aveva gradualmente as- parteneva al ducato tutta la zona montuosa dello Sta- sunto anche carattere di giurisdizione civile. Quando, to, ad eccezione della riviera nord occidentale del anche in area lombarda, le città maggiori, dove più in- lago Maggiore, confinante a nord-est ed a nord-ovest tensa era stata l’affermazione delle strutture politiche con gli Svizzeri, limitata verso sud da quella parte di del comune, incominciarono ad estendere i propri po- catena alpina che dal Monte Rosa giunge sino ai pres- teri e la propria giurisdizione al di là delle mura citta- si di Omegna, e verso ponente dai rilievi che separano dine, esercitando un controllo sempre più marcato sui il Verbano dal lago d’Orta. contadi, si servirono delle preesistenti circoscrizioni Le terre del Vergante e quelle dei Visconti, che co- ecclesiastiche per organizzare le proprie funzioni di stituivano la riviera orientale del lago Maggiore tra amministrazione e di controllo politico sui territori Baveno e Dormelletto, poco sotto Arona, godevano di dei contadi gradualmente inglobati. Tali circoscrizio- certi privilegi ed esenzioni dalle imposte; ben più ni – pievi, corti, squadre – andarono sempre più costi- estesi erano tuttavia i privilegi di cui godevano le valli tuendo un valido strumento che consentiva alla città di dell’Ossola, specialmente dell’Ossola Superiore, le organizzare la ripartizione e l’esazione dei tributi e quali facevano nominalmente parte del ducato, ma in dei dazi imposti alle comunità del contado. effetti ne erano quasi totalmente indipendenti: dotati L’organizzazione per pievi, che aveva caratterizza- di governo autonomo questi territori dovevano rispon- to la struttura amministrativa del ducato nel periodo in dere a Milano solo per quanto riguardava l'ammini- cui si venne a formare lo stato regionale visconteo- strazione della giustizia. Anche la Valtravaglia, la Val- sforzesco, mantenne la propria configurazione anche solda, le terre di Limonta e di Civenna e molte altre quando, nella prima metà del XVI secolo, l’intero do- incluse nei confini del ducato, formavano delle entita minio milanese entrò a far parte della monarchia spa- territoriali quasi indipendenti, sia perché feudi anti- gnola. chissimi della chiesa ambrosiana, sia come feudi im- Il ducato di Milano continuava infatti ad essere or- periali (Pugliese 1924). ganizzato nelle seguenti pievi: Agliate di qua e Aglia- Il ducato confinava quindi ad est con il contado di te di là dal Lambro, Angera, Appiano, Arcisate, Bol- Como, che a sua volta comprendeva i due versanti del late, Brebbia, Brivio, Bruzzano, Castel Seprio, Cesa- lago omonimo, cioè il versante occidentale sino a Co- no Boscone, Corbetta, Cornegliano, Dairago, Desio, lico, e quello orientale sino alla punta di Bellagio; ad Gallarate, Galliano, Garlate, Gera d’Adda, Gorgonzo- ovest con il contado di Novara – rettangolo limitato la, Incino, Leggiuno, Locate, Mariano, Mezzate, Mis- dal Ticino e dalla Sesia, confinante a nord con le terre saglia, Nerviano, , Olgiate Olona, Parabiago, dei Visconti ed il Vergante a meridione con il contado Pontirolo, Rosate, San Donato, San Giuliano, Segrate, di Vigevano – a sud con il Principato di Pavia e il con- Settala, Seveso, Somma, Trenno, Vallassina, Val Sol- tado di Lodi, separate tra loro dal corso del fiume da, Val Cuvia, Val Taleggio, Val Travaglia, Valsassina, Lambro. Varese, Vimercate, oltre ai vicariati di Binasco e di Fin dall’epoca viscontea il territorio del ducato di Settimo, alle corti di Casale e di Monza, alle squadre Milano risultava articolato in circoscrizioni di varia dei Mauri e di , alle Terre dei Visconti sopra ampiezza che potevano includere un numero variabile Ticino, al Lago Maggiore ed alla Riviera di Lecco di comunità e terre. Se nelle zone montuose incluse composta dalle pievi di , Dervio, Lecco, Man- nel ducato le circoscrizioni venivano in buona parte a dello, Porlezza, . coincidere con le valli definite dal complesso sistema Queste circoscrizioni territoriali a carattere preva- orografico prealpino e alpino, nelle zone di pianura e lentemente fiscale che nel loro insieme non sembrano di collina le circoscrizioni erano prevalentemente in- aver ereditato dal passato particolari interessi aggre- dividuate col nome di pievi – solo in alcuni casi limi- ganti o organi di autogoverno, incominciarono ad ac- tati erano connotate con nomi diversi: squadre, corti, quisire una fisionomia più distinta a partire dagli ulti- vicariati. mi decenni del Cinquecento. In epoca medioevale il termine pieve designava L’iniziativa del governo di Carlo V di procedere una circoscrizione ecclesiastica del contado facente intorno alla metà del XVI secolo ad una generale ri- capo a una chiesa battesimale – detta chiesa plebana – forma del sistema tributario dello stato di Milano e le situata generalmente in un centro abitato di una certa tensioni politiche indotte, tra le città e i rispettivi con- importanza – detto capo pieve – il cui clero era inve- tadi, dalla lunga e conflittuale gestazione dell’estimo stito della cura delle “anime” che popolavano la circo- generale, diedero un impulso decisivo all’affermazio-

18 Profili istituzionali generali ne di nuove forme di rappresentanza dei contadi por- arch. Risposte sindaci generali 1754: ASMi, Catasto, cart. tando anche le terre ed i borghi che facevano parte del 3059: Risposte de Sindaci generali del Ducato ai quesiti della Real Giunta del Censimento, 1754 ducato milanese – che si ritenevano maggiormente legisl. Editto 10 giugno 1757: Compartimento territoriale dello vessate dal peso fiscale – a costituire in difesa dei pro- Stato di Milano, 10 giugno 1757. pri interessi un nuovo organo, la Congregazione del ducato, composto dagli anziani nominati da ciascuna delle 65 pievi fra cui venivano ripartiti i tributi. Gli an- ziani, esperti conoscitori dei problemi e delle situa- CIRCOSCRIZIONI DEL DUCATO zioni che caratterizzavano la realtà locale, avevano la DI MILANO: RIVIERA DI LECCO, funzione di rappresentare nella stessa congregazione VALSASSINA E MONTE DI BRIANZA del ducato gli interessi e le rivendicazioni delle comu- (SEC. XIV - SEC. XVIII) nità da cui erano stati eletti. All’interno dei confini dell’attuale provincia di Le valli possedevano delle strutture amministrati- Lecco, si trovano oggi comuni che fecero parte, tra il ve più articolate, dotate di ampie autonomie fiscali e medioevo e la fine dell’epoca moderna, di circoscri- giurisdizionali, il cui riconoscimento costituiva per il zioni territoriali poste in contesti istituzionali diversi: capoluogo del ducato una condizione essenziale per il contado di Como (, Piona, Olgiasca), ducato di mantenimento del proprio controllo su tali territori si- Milano, repubblica di Venezia (una porzione della Val tuati in zone di confine. San Martino). Il nucleo più consistente è costituito na- I confini della provincia del ducato, rimasti sostan- turalmente dalle terre già inserite nell’antico ducato zialmente invariati durante il periodo della domina- milanese, appartenenti da alta epoca, in maggior par- zione spagnola, subirono rilevanti variazioni in segui- te, all’arcidiocesi ambrosiana: Valsassina, pievi di to alla guerra di successione austriaca, conclusasi con Lecco, Mandello, Varenna, Bellano, Dervio, Oggio- la pace di Aquisgrana del 1748, che decretò infatti la no, Garlate, Brivio, Missaglia, squadre de’ Mauri e di definitiva perdita per il ducato del contado di Angera, Nibionno. Il comune di Onno appartenne alla Vallas- cioè l’Ossola e le terre poste sulla riviera occidentale sina, Limonta fu invece, fino all’avvento della repub- del Lago Maggiore (Pugliese 1924). blica cisalpina, feudo imperiale. Le circoscrizioni pie- vane più importanti della zona settentrionale, cioè Gli stessi sindaci della Congregazione del ducato, Valsassina e Lecco, ma anche Bellano e Dervio, furo- invitati, nel 1754, a rispondere ai 45 quesiti della no soggette fin dal X secolo alla signoria degli arcive- giunta del censimento, ribadivano le perdite subite dal scovi di Milano. Oggiono, Garlate, Brivio, Missaglia ducato in seguito ai conflitti settecenteschi ricordando fecero parte invece del contado della Martesana, in- che “la provincia del ducato prima della smembrazio- sieme a quelle porzioni della pieve di Incino e della ne del lago Maggiore era costituita da 65 pievi: al pre- squadra di che presero stabilmente il nome di sente è ridotta a pievi 61, e ciascuna pieve regolar- squadra de’ Mauri e squadra di Nibionno solo dalla mente è composta da più comunità: vi sono però in metà del XV secolo. Queste ultime circoscrizioni co- dette 61 pievi alcune comunità che da se solo costitu- stituivano, come si vedrà di seguito, il Monte di iscono pieve” (Risposte sindaci generali 1754). Brianza. Mentre il numero dei comuni compreso in L’editto teresiano del 1757 relativo alla comparti- tutte le antiche circoscrizioni oggi inglobate nella pro- mentazione territoriale dello stato milanese ribadiva vincia di Lecco variò nel corso del tempo, l’estensio- infatti che la provincia del ducato era costituita dalle ne territoriale delle singole pievi appare stabilizzato pievi di Agliate, Angera, Appiano, Arcisate, Bollate, già nel XIII-XIV secolo, pur con alcune oscillazioni, Brebbia, Brivio, Bruzzano, Castel Seprio, Cesano Bo- di cui si rende conto all’interno delle schede sui sin- scone, Corbetta, Cornegliano, Dairago, Desio, S. Do- goli comuni, nella parte del volume dedicata ai profili nato, Gallarate, Galliano, Garlate, Gera d'Adda, S. particolari. Varietà di situazioni istituzionali e di svi- Giuliano, Gorgonzola, Incino, Leggiuno, Locate, Ma- luppi storici marcarono le differenze, nel corso dei se- riano, Mezzate, Missaglia, Nerviano, Oggiono, Ol- coli, tra le pievi briantee dell’antica Martesana e le giate Olona, Parabiago, Pontirolo, Riviera di Lecco circoscrizioni vallive e rivierasche del Lario orientale. (pievi di Bellano, Dervio, Lecco, Mandello, Porlezza, Le comunità comprese nelle prime rimasero sempre Varenna), Rosate, Segrate, Settala, Seveso, Somma, fortemente legate a Milano, fin dalla fase di espansio- Trenno, Vall'Assina, Valsasina, Val Solda, Val Cuvia, ne del comune cittadino; le giurisdizioni pievane della Val Taleggio, Val Travaglia, Varese, Vimercate, dal vi- riviera e delle valli orientali del Lario avevano invece cariato di Binasco, dalle corti di Casale e di Monza e dato vita, con uno sviluppo autonomo a partire dal XII dalle squadre dei Mauri e di Nibionno (Editto 10 giu- secolo, epoca di scontro tra i comuni cittadini di gno 1757). Como e di Milano e tra i comuni e l’impero, a solide

19 Profili istituzionali generali istituzioni comunali, garantite verosimilmente già in dello il podestà, avendo anch’essa un luogotenente epoca di comune podestarile, nel XIII secolo, da pro- per le cause civili. Mandello, Lecco e Valsassina con- pri statuti. Anche dopo l’ascesa dei Visconti, gli arci- tinuavano ad avere il proprio giudice. Tale situazione vescovi di Milano continuarono ad avere la signoria rimase immutata fino alla riforma delle preture attuata sulle principali terre del Lario orientale: solo durante dal governo austriaco nella seconda metà del XVIII le signorie di Galeazzo e di Gian Galeazzo Visconti le secolo. La novità sostanziale fu costituita, a partire dai terre lariane appaiono legarsi più fortemente al centro decenni tra XV e XVI secolo, dall’infeudazione delle del potere ducale, pur con il mantenimento dell’auto- pievi lariane, comprendente, in linea generale, i diritti nomia amministrativa, riconosciuta attraverso la ri- di esercizio dei poteri giurisdizionali e i diritti di esa- forma degli statuti. Il regolamento politico ed econo- zione fiscale. mico delle terre lariane, secondo quanto stabilito da- L’estensione territoriale delle singole circoscrizio- gli statuti riformati del XIV secolo, era ni della riviera e delle valli orientali del Lario fu in re- intrinsecamente connesso con la residenza in esse di altà assai varia, e tale aspetto merita alcune precisa- un giudice (vicario, podestà o pretore), che ammini- zioni: la Valsassina era la comunità più estesa, con il strava la giustizia civile e criminale e che rappresen- nucleo fondamentale costituito dal bacino oroidrogra- tava in esse il legame con l’autorità dello stato. Gli fico del torrente Pioverna. Nel suo sviluppo storico, la statuti particolari avevano assicurato alle circoscrizio- giurisdizione valsassinese era arrivata a comprendere, ni pievane di Valsassina, Lecco, Mandello, Dervio, nel XIII secolo, anche le valli Taleggio e Averara e la Bellano, Varenna un proprio podestà. Valtorta, sul versante bergamasco. Negli stessi statuti Durante il dominio visconteo-sforzesco, la pieve di Bergamo del 1263, la Valsassina, pur essendo effet- fu utilizzata come circoscrizione amministrativa, di- tivamente soggetta alla signoria dell’arcivescovo di venendo la base territoriale per la ripartizione e ri- Milano, risultava compresa sotto la faggia di porta scossione di imposte e dazi del governo milanese. Dal Sant’Alessandro. La Valsassina comprese anche, a periodo ducale, la Valsassina godette di una condizio- occidente, il Monte di , cioè la parte superiore ne particolare, oltre che sotto l’aspetto giurisdizionale della , fino al XV-XVI secolo. Le singole - era infatti immediatamente soggetta all’autorità so- terre della Valsassina (attestate nelle fonti in numero vrana con il tramite della figura del podestà -, anche variabile da circa cinquanta a oltre sessanta), unite a dal punto di vista fiscale. La valle, infatti, si conside- formare dei comuni, si organizzarono in “squadre”, rava “un territorio separato dalla provincia del duca- che si ripartivano proporzionalmente cariche e oneri to”, ottenendo perciò un trattamento vantaggioso ri- all’interno della comunità pievana: il nucleo primitivo spetto a quello delle altre pievi del ducato milanese. della Valsassina comprendeva le squadre del Consi- Al contrario, Lecco fu sempre “sottoposta alla provin- glio, di Mezzo, del Chignolo. La quarta squadra della cia del ducato”, ma soffriva di uno “straordinario ag- Valsassina, detta dei Monti, ebbe in realtà uno svilup- gravio d’esser nello stesso tempo considerato per ex- po particolare: comprendeva al suo interno, infatti, traducato rispetto a’ dazij”. tutto il Monte di Varenna e il Monte (o comuni) di Esi- L’importanza strategica ed economica dei territori no, che fecero originariamente parte (fino al XII seco- lecchesi e valsassinesi, e in genere di tutta la riviera, lo) della pieve di Varenna. li espose agli aspri conflitti con la repubblica di Vene- Nel territorio di Mandello e in quello di Lecco, ri- zia, nel primo quattrocento, tanto che sia i confini, sia levante per tutto il ducato, al pari della Valsassina, da soprattutto il legame politico-giurisdizionale con il un punto di vista militare, economico (per la produ- ducato milanese può dirsi definitivamente consolida- zione di minerale di ferro) e commerciale, la giurisdi- to, per le circoscrizioni territoriali del Lario orientale, zione pievana rimase sempre unitaria, comprendendo solo dalla metà del XV secolo. Verso la metà del XV i borghi lacuali con i loro castelli e le “vicinanze” ru- secolo, la pieve di Dervio costituiva una podestaria rali: le singole terre (vicinanze), infatti, non appaiono unitaria con Bellano; Varenna oscillava tra Bellano e raggruppate, nella compagine di queste due pievi, in Mandello; Corenno, Dorio e Monte di Introzzo for- una sorta di struttura “federativa”, come quella delle mavano una giurisdizione a sè. Rispetto al XIV-XV squadre, ma semmai contrapposte, in blocco, alla par- secolo, le circoscrizioni giudiziarie nell’area del Lario te “intrinseca” della comunità pievana, cioè a quella orientale, quali apparivano alla fine del dominio sfor- che costituiva il “borgo”, racchiuso tra le mura del ca- zesco o all’inizio della dominazione spagnola, erano stello. Al contrario di quanto avvenne in Valsassina, in parte variate: la pieve di Dervio e il Monte di In- dove fin dagli ultimi secoli del medioevo le proprietà trozzo vennero a dipendere stabilmente dal podestà di collettive, appartenenti all’intera comunità di pieve, Bellano, avendo un proprio luogotenente per le cause erano state ripartite tra le varie terre, nelle pievi di civili; la pieve di Varenna ebbe in comune con Man- Mandello e di Lecco il possesso unitario dei beni co-

20 Profili istituzionali generali muni si protrasse per lungo tempo: almeno fino alla ri- via accordate dai duchi di Milano; questi privilegi die- forma del nuovo estimo nel caso di Mandello, fino ai dero vita alla "universitas" (o comunità) del Monte di primi decenni del XIX secolo nel caso di Lecco. Solo Brianza, ossia ad un territorio distinto dal contado le comunità di Vassena e di si separarono in della Martesana per ragioni fiscali, che però non co- parte, in epoca moderna, dalla comunità di Mandello, stituì mai un'unità autonoma sotto l'aspetto politico rimanendo però sempre all’interno della sua giurisdi- all’interno del ducato di Milano (Beretta 1911; Beret- zione. ta 1952; Beretta 1956; Beretta 1960; Beretta 1972). Molto più esigua, rispetto a Valsassina, Mandello Tra gli anziani rappresentanti delle pievi nella con- e Lecco, fu l’estensione delle pievi di Dervio, Bella- gregazione del ducato di Milano, dal XVI secolo in no, Varenna. Al loro interno, ville e cassine sparse sui avanti, figurò sempre un rappresentante di Garlate, versanti montani non costituirono mai dei “comuni”, Brivio, Missaglia, Oggiono, squadra de’ Mauri, squa- come nel caso delle giurisdizioni lecchese e mandel- dra di Nibionno. lasca. La popolazione complessiva di queste tre pievi lacuali, anzi, non superò mai, mediamente, i mille abitanti. Tra gli anziani rappresentanti delle pievi nella con- CONGREGAZIONE gregazione del ducato di Milano, dal XVI secolo in DEL DUCATO DI MILANO avanti, figurò tuttavia sempre un rappresentante di (SEC. XVI- SEC. XVIII) Dervio, Bellano, Varenna, accanto a quelli di Mandel- lo, Lecco, e della Valsassina (nel XVIII secolo affian- Nel 1535, quando lo stato di Milano passò sotto il cato anche da un anziano per la pieve di , o dominio di Carlo V, l’ordinamento che inquadrava la Monte di Varenna). vita economica della Lombardia era ancora quello Oltre il ponte di Lecco, al di là dell’Adda, comin- dello “stato cittadino”, fondato sulla netta distinzione ciava il Monte di Brianza, una regione compresa, tra città e contado e caratterizzato dal predominio dei come si è accennato, nell’antico contado della Marte- cittadini, titolari di privilegi in materia giurisdiziona- sana. Il contado della Martesana comprendeva le pievi le, tributaria ed economica, sui “rurali”. poste a nord di Milano, cioè Vimercate, Galliano, Ma- La supremazia delle città sulle campagne, ed ancor riano, Seveso, Incino, Missaglia, Garlate, Brivio, As- di più la posizione predominante di Milano nei con- so, Oggiono, Agliate, Desio. La zona ghibellina del fronti sia del suo contado che degli altri centri cittadi- territorio briantino propriamente detto, comprendente ni a capo delle province dello stato si tradussero, an- le pievi di Oggiono, Missaglia, Brivio, Garlate, Aglia- che in campo fiscale, in una ripartizione degli oneri te "ultra Lambrum" e quelle parti della pieve di Incino che privilegiava la capitale dello stato ed il suo ceto e della squadra di Canzo denominate (dalla metà del patrizio. XV secolo) squadra di Nibionno e squadra de' Mauri (dal nome della ricca e potente parentela ghibellina L’irrazionalità di questo sistema fiscale che grava- dei Mauri) fu esentata da Bernabò Visconti nel 1373 va sproporzionatamente sui ceti meno abbienti fuav- da ogni tassa e onere presente e futuro; Giangaleazzo vertita in tutta la sua gravità soprattutto quando lo sta- Visconti confermò nel 1385 i privilegi concessi ai "lo- to passò, nel 1535, sotto il diretto dominio imperiale, ca et cassine Montis Brianze" per dazi, gabelle, taglie tanto che lo stesso governo centrale giudicò opportu- e qualsiasi altra imposizione e onere reali e personali no procedere ad una organica revisione. Nel 1543 o misti, presenti e futuri, in qualsiasi parte della città Carlo V ordinò al governatore di Milano di compilare e del ducato di Milano. Le esenzioni furono ulterior- un nuovo estimo di tutto lo stato, punto di partenza in- mente confermate al territorio della "Martesana supe- dispensabile per porre in atto una generale e sistema- riore" (o Monte di Brianza) da Giovanni Maria nel tica riforma del settore tributario. L’iniziativa del go- 1411 e da nel 1412, quando verno generò inquietudini e preoccupazioni nei ceti numerosi “communia Montisbriantie contrate Mar- fino ad allora privilegiati e mise in allarme soprattutto texane" per mezzo di procuratori gli prestarono giura- le città, che vollero tutelare i propri interessi sia di mento di fedeltà. Riconferma e ampliamento di esen- fronte al governo superiore sia di fronte a Milano. zioni ed immunità vennero dal duca Francesco Sforza Nello stesso anno in cui fu ordinato il nuovo esti- nel 1451, Galeazzo Maria Sforza nel 1476, Bona di mo, le città minori dello stato nominarono alcuni rap- Savoia nel 1478, per poi venire nei fatti svuotate pro- presentanti incaricandoli di promuovere riunioni nella gressivamente di contenuto dal XVI secolo in avanti. capitale e di far valere le proprie argomentazioni in L'uso ufficiale del nome "Monte di Brianza" ebbe di merito al riparto delle imposte: fu il primo nucleo del- conseguenza origine dalle immunità ed esenzioni via la Congregazione dello Stato.

21 Profili istituzionali generali

Le operazioni catastali intanto procedevano con gnata al contado milanese. Come gli altri contadi, il estrema lentezza: gli ostacoli interposti da chi, come Ducato pagava il perticato rurale e il censo del sale, la città di Milano, aveva interesse ad intralciare il la- che gravavano tanto sul reale quanto sul personale, voro dei commissari regi nel tentativo di insabbiare tutte le contribuzioni militari, oltre alla cosiddetta l’azione del governo si moltiplicarono a tal punto che “cavallaria”, l’imposta particolare della provincia, soltanto nel 1549 ebbe inizio la misurazione del terri- nella quale rientravano tutte quelle partite destinate a torio lombardo. Nell’attesa del nuovo estimo fu quin- soddisfare i bisogni particolari del Ducato, come le di necessario procedere ad un “riparto provisionale”, spese per l’amministrazione, il risanamento dei debi- assegnando quote di imposta alle diverse province e ti, i ristori per le tempeste, la quota destinata alle stra- lasciando alle amministrazioni locali il compito di de ed altre contingenti necessità. fare il sottoriparto fra città e contadi, fra le varie co- Durante i primi decenni di vita della Congregazio- munità ed i singoli contribuenti. Questa soluzione ne l’amministrazione del Ducato godette di notevole rese più violenti i contrasti tra le maggiori parti in cau- autonomia. Col passare del tempo tuttavia la tendenza sa: le città minori protestavano contro Milano e i con- accentratrice dello stato portò al progressivo smantel- tadi erano in lotta contro le città a cui facevano capo. lamento di autonomie e privilegi ed intensificò il con- E fu proprio questa situazione che, negli anni ’60 del trollo degli organi preposti alle amministrazioni loca- XVI secolo, portò i contadi a nominare propri sindaci li. Se infatti agli inizi del Seicento l’intervento dello generali, accanto agli oratori, rappresentanti degli stato si limitava a subordinare la convocazione della ambienti cittadini: insieme diedero origine alla Con- Congregazione all’autorizzazione del governatore, gregazione dello stato. dal secondo decennio del XVII secolo l’ingerenza Ed entro lo stato, negli stessi anni, ogni provincia dell’autorità centrale nelle attività della Congregazio- si organizzò a sua volta per la ripartizione dei carichi ne e dei suoi membri si fece più pressante: i riparti fiscali e militari: a questo fine nella provincia di Mila- d’imposta per i “ristori” non vennero più lasciati al li- no si convocò la Congregazione del Ducato. Ma, solo bero arbitrio dei Sindaci generali bensì subordinati al un trentennio più tardi, nel 1595, anno in cui il Senato controllo ed all’approvazione del Magistrato ordina- decretò ufficialmente l’istituzione della Congregazio- rio; dal 1623 inoltre il governatore prese ad interferire ne generale e della Congregazione dei diciotto e spe- nella nomina dei Sindaci generali che, prima scelti di- cificò le procedure di elezione dei due sindaci genera- rettamente dai 65 Anziani della Congregazione, ini- li, il Ducato assumerà tuttavia il carattere di provincia ziarono ad essere eletti seguendo il sistema della co- amministrativamente organizzata, con legittimi rap- optazione. E ancora nel 1679 le autorità centrali ordi- presentanti e con legittime assemblee elettive (Puglie- navano ai sindaci generali di informarle su quanto se 1924). andavano operando “non venendo ad alcuna Congre- Intorno al 1560, anno in cui per la prima volta ven- gazione né risoluzione prima d’avvisare la medesi- nero nominati i Sindaci generali, il ducato era costitu- ma”; dodici anni più tardi un nuovo ordine del gover- ito da 65 pievi. “Ogni Pieve, secondo l’antichissima natore imponeva ai Sindaci del ducato di “non giun- consuetudine di cui non v’è principio di memoria, ha tarsi senza che prima preceda l’ordine del Presidente il suo rappresentante chiamato Anziano, e denomina- del Tribunale ordinario e che l’accennata Congrega- to ancora Sindaco Provinciale, all’elezione del quale zione non s’habbia a giuntare se non in casa del me- concorrono tutte le Comunità componenti essa Pieve” desimo Presidente” (verbale 11 luglio 1637; verbale (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3059): gli stessi sindaci 19 dicembre 1679; verbale 10 settembre 1691). generali, chiamati nel 1756 a rispondere ai 45 quesiti Ma le conseguenze del progressivo recupero di po- della giunta del censimento non erano in grado di for- tere da parte del governo centrale non si avvertirono nire informazioni più precise sull’origine degli An- subito: la Congregazione venne convocata con regola- ziani delle Pievi e sulle funzioni loro attribuite, così rità anche nell’ultimo decennio del XVII secolo. come non sapevano specificare quando essi avessero Soltanto con la riforma del 1758, intesa a regolare dato vita alla Congregazione generale dei 65 anziani. l’assetto amministrativo della città di Milano e della Dopo l’autonomia puramente amministrativa, fon- sua provincia, la Congregazione del Ducato, non data sulla separazione dell’estimo cittadino da quello avendo più ragione di esistere, venne soppressa; le sue rurale, il cui riconoscimento legale fu ottenuto dai sin- funzioni furono assunte dalla Congregazione del Pa- daci generali nel 1572, compito fondamentale del trimonio. nuovo organismo che reggeva il Ducato era l’esazione La Riforma dichiarava infatti: “dovendosi secondo delle imposte: indipendentemente dalle contestazioni il sistema del nuovo censimento riunirsi questa capi- e dalle liti in atto, la Congregazione era responsabile tale con la sua Provincia sotto una sola amministra- infatti del pagamento della quota che era stata asse- zione a maggior beneficio dei censiti, si è venuto in

22 Profili istituzionali generali determinare che debba costituirsi una nuova Congre- pieni poteri in una Congregazione minore, detta ap- gazione di Patrimonio nella Città di Milano e appog- punto “dei 18” (decreto senatorio 1595). giarsi alla medesima l’universale amministrazione Tale decreto stabiliva poi che la conduzione degli tanto per la città che per la provincia” (Raccolta editti affari del Ducato fosse prerogativa dei Sindaci gene- 1760). rali e della Congregazione dei 18, delegata appunto a trattare “tutti li negozi in nome di tutte le Comunità Congregazione generale dei 65 Anziani della Provincia”: la Congregazione generale doveva Era l’assemblea più rappresentativa del Ducato quindi rinunciare a qualsiasi intervento operativo e li- poiché vi concorrevano i 65 Anziani – 61 nel secolo mitarsi ad eleggere i Sindaci ed i 18 Anziani, membri XVIII dopo lo smembramento delle terre ad occidente della Congregazione minore. del lago Maggiore in conseguenza delle guerre di suc- Tuttavia considerazioni di carattere economico in- cessione settecentesche – delle pievi che lo compone- dussero i 65 rappresentanti delle pievi a rinunciare vano. Non esistendo atti istitutivi o riconoscimenti alla facoltà di eleggere i 18, delegando tale prerogati- formali della sua istituzione, le prime notizie precise va ai Sindaci (verbale 5 luglio 1599). L’elezione dei si possono trarre dal decreto senatorio del 20 ottobre Sindaci generali rimase dunque l’unico potere effetti- 1595. vo attribuito alla Congregazione generale, che venne definitivamente abolita con la riforma del 10 febbraio Tale documento, dettando le norme relative alla 1758 (Raccolta editti 1760). elezione del nuovo Sindaco generale, ricorda che l’anziano di ogni pieve era scelto dai consoli e dai sin- Congregazione dei 18 Anziani daci di tutte le comunità che componevano la pieve, L’atto istitutivo di questa Congregazione ristretta a dopo aver consultato in proposito tutti i capi di casa 18 Anziani è l’ordine del Senato del 20 ottobre 1595: (decreto senatorio 1595). Gli Anziani della Congrega- il provvedimento intendeva dare una soluzione al pro- zione, così eletti, potevano venire esonerati dal loro blema indicato dal Sindaco Sormani che, sottolinean- incarico e sostituiti da altri “ubi eis non placeat stare do quali gravi spese comportasse la convocazione di in iam ellectis” benché, esaminando le loro presenze 65 persone, dichiarava altresì di sentire la necessità di nei verbali delle riunioni, si possa affermare che in li- consultarsi con gli Anziani prima di prendere decisio- nea di massima essi rappresentavano la loro pieve per ni importanti. Il Senato convenne allora che i 65 An- molti anni, probabilmente a vita. ziani eleggessero 18 di loro ai quali attribuire la facol- La scelta degli Anziani era ristretta entro la piccola tà di trattare tutti gli affari a nome di tutte le comunità cerchia degli amministratori delle comunità maggiori, del Ducato (decreto senatorio 1595). della nobiltà locale e dei proprietari terrieri. Gli eletti La Congregazione dei 18, dunque, una volta eletta erano per lo più individui esperti in materia fiscale per avrebbe sostituito la Congregazione generale nel aver appaltato gabelle, affittato dazi, controllato bi- compito di consigliare, appoggiare ed insieme con- lanci locali; taluni possedevano una solida prepara- trollare i Sindaci generali: essa si sarebbe fatta tramite zione giuridica, essendo procuratori di notai; la mag- tra la base del contado milanese ed i due massimi rap- gioranza erano proprietari di estesi fondi ed avevano presentanti del Ducato. interessi diversi strettamente legati alla pieve di ap- Nonostante la Congregazione dei 18 fosse nata su partenenza. Gli Anziani non sembra provenissero da istanza del Sindaco Sormani come organo di più faci- ambienti tanto diversi da quelli dei Sindaci generali: le convocazione e consultazione, essa avrebbe anche le loro famiglie, erano meno prestigiose ed occupava- soddisfatto all’esigenza di maggior partecipazione no posizioni sociali inferiori, ma erano anch’esse eco- degli Anziani alla conduzione degli affari del Ducato. nomicamente legate alla terra ed agli apparati ammi- E tale esigenza era ben chiara ai 65 Anziani della Con- nistrativi locali (Superti Furga 1979). gregazione generale come risulta dai verbali del 1599: La convocazione dei 65 Anziani nella città di Mi- in quell’anno infatti, in merito alla istituzione della lano spettava ai Sindaci generali, dopo aver richiesto Congregazione dei 18, gli Anziani discussero sulle at- l’autorizzazione al governatore e avergli garantito la tribuzioni, competenze e sull’importanza che si inten- presenza di un segretario regio e dei Sindaci generali deva conferire alla suddetta indicata anche Congrega- dello stato. Le occasioni in cui tale Congregazione zione minore. venne convocata furono poche: lo stesso decreto del I rappresentanti delle 65 pievi perseguivano l’idea Senato del 20 ottobre 1595, che la riconobbe ufficial- di una stretta collaborazione fra la Congregazione dei mente, restringeva il campo delle sue competenze in- 18 ed i Sindaci che non privilegiasse nessuna delle vitando la Congregazione generale a scegliere tra i due parti e si svolgesse su un piano di parità. A questo suoi componenti 18 Anziani che la rappresentassero a proposito proponevano un impegno costante dei 18

23 Profili istituzionali generali nell’amministrazione del Ducato, che non si esaurisse e che non si trovassero in situazioni tali da poter trarre nelle riunioni dilazionate nel tempo (verbale 5 luglio dalla carica vantaggi personali: “che non possa essere 1599). Gli Anziani insistevano infatti sulla necessità eletto alcuno alla detta Congregazione dei Diciotto il che Sindaci e “18” disponessero di poteri equilibrati e quale trovi havere debiti verso il ducato, overo lite, o paralleli: gli Anziani della Congregazione minore controversia con alcuna Comunità d’esso per causa de che, a turno, si sarebbero trattenuti a Milano dovevano carichi. Che la detta elettione facci di persone delle essere due come i Sindaci; poiché spettava ai Sindaci più habili, sufficienti e prattiche in materia de carichi fare i mandati per il pagamento dei salari degli Anzia- rurali e che tengano la sua ordinaria habitatione e fa- ni, i due Anziani più vecchi avrebbero dovuto spedire meglia nelle Pievi e in quelle sostengano carichi, né in i mandati affinché il commissario regio pagasse lo sti- modo alcuno vi si admettano Magnati o cittadini” pendio dei Sindaci e ancora, la carica dei Sindaci (Ordine Gonzalo Cordoba 1627). avrebbe dovuto essere di durata biennale, come bien- nale era l’incarico dei “18”. Sindaci generali Alle suddette proposte i Sindaci reagirono non Fin dalla loro istituzione i Sindaci generali – carica solo contestandole poiché eccessivamente limitative nata nel Ducato come collegiale, contrariamente a della loro autonomia, ma ottenendo dal Senato l’im- quanto avveniva negli altri contadi dove il Sindaco era posizione della loro superiorità. Alla Congregazione unico – si rivelarono le figure di maggior rilievo nella dei 18 non venne infatti riconosciuta alcuna autono- vita del Ducato. mia: essa doveva essere convocata una sola volta all’anno, soltanto “per informatione de negotii” e su Tale carica mantenne sin dall’inizio carattere vita- preciso invito dei due Sindaci. lizio, nonostante le reiterate proteste delle città ed i A sottolineare la superiorità dei Sindaci generali tentativi degli stessi Anziani di renderla biennale. sui “18” contribuì infine la rinuncia, da parte della Nei trent’anni immediatamente seguenti il 1560, Congregazione generale, alla prerogativa conferitale anno della loro prima nomina, un’ampia delega venne dal Senato di eleggere i “18” in favore dei due Sindaci fatta a favore dei due Sindaci, grazie alla quale essi del Ducato: “li deciotto Anziani, quali hanno d’atten- godettero di un vasto potere decisionale e di un altret- dere alli negotii del Ducato conforme all’ordine del tanto vasta autonomia di azione: dalla documentazio- Senato Eccellentissimo, s’habbino da elegere dalli ne disponibile non sembra infatti che i due Sindaci detti Sindaci Sormano e Albano, con intervento del chiedessero consiglio, né che il loro operato fosse sot- Signor Segretario Monti, a quali anco si dà autorità di toposto ad approvazione o ad alcun controllo e tanto stabilire il salario debito ad ogn’uno di loro e questo meno vennero dettate regole circa le modalità da se- fra un mese prossimo” (verbale 5 luglio 1599). guirsi per la loro elezione. Soltanto con il decreto del La carica di Anziano aveva tendenzialmente dura- Senato del 20 ottobre 1595, dopo 35 anni dalla loro ta a vita benché le pievi godessero della facoltà di po- istituzione, la procedura inerente la loro nomina ven- ter, in qualsiasi momento, destituire il loro Anziano e ne con chiarezza precisata. Rispondendo ad una istan- sostituirlo con un altro qualora lo ritenessero necessa- za del Sindaco Giacomo Sormani, rimasto solo in se- rio. Tale tendenza rispondeva allo scopo di facilitare guito alla morte del collega, il Senato decretò infatti l’approfondimento continuo dei diversi problemi e per la prima volta la procedura da seguirsi qualora uno l’acquisizione di una competenza tecnica sempre mi- dei due Sindaci fosse venuto a mancare: il Sindaco su- gliore. Nei verbali della Congregazione dei 18 ricor- perstite avrebbe dovuto convocare a Milano, presso le rono infatti gli stessi nomi per un lungo periodo di scuole pubbliche dell’Arengario, i 65 Anziani delle tempo e, quando interveniva una sostituzione, l’An- pievi, i quali, alla presenza di un segretario regio e con ziano a volte faceva parte della stessa famiglia del pre- l’assistenza del Sindaco superstite, avrebbero dovuto cedente. In realtà in una pieve non dovevano esservi estrarre a sorte i nomi di quattro convenuti. Ciascuno molte persone adatte a ricoprire l’incarico di Anziano, dei prescelti, la cui nomina era valida purché fossero poiché, oltre a godere della fiducia delle varie comu- stati presenti almeno i due terzi degli Anziani, dopo nità che componevano la pieve medesima, essi dove- aver prestato giuramento avrebbe nominato due cau- vano avere sufficiente esperienza di problemi tributa- sidici: sulla lista degli otto candidati così ottenuta, tut- ri, conoscere a fondo la situazione delle Terre che an- ti i 65 Anziani presenti avrebbero espresso voti segreti davano a rappresentare e dovevano dimostrare di e sarebbe infine risultato eletto colui che avesse otte- avere quei requisiti che norme dettate nel 1618 e poi nuto il maggior numero di suffragi (decreto senatorio ribadite e precisate dagli Ordini del 1627, indicavano 1595). L’anno seguente un ordine del governatore di come indispensabili. Queste disposizioni tendevano Milano, Juan Fernandez de Velasco, ribadì il decreto ad indirizzare la scelta dei rurali verso persone capaci senatorio del 1595.

24 Profili istituzionali generali

Tale procedura si mantenne invariata sino al 1623 un bussolo li nomi de tutti gli 61 Anziani (eccettuati li quando il governatore, dopo aver autorizzato secondo assenti qualora ne manchi alcuno) se ne cava a sorte il procedura la regolare convocazione della Congrega- nome di quattro li quali doppo prestato il giuramento zione generale, fece intervenire nell’assemblea un suo nanti detto Regio Signor Segretario, ciascuno de sod- fiduciario “affinché si accertasse bene non solo nella detti quattro Anziani fa la nomina ad aures del detto nomina de’ Procuratori ai quali si dovevano dare li Signor Segretario di due sogetti de quelli ritenuti dal suffragi per l’elettione del detto Sindaco, inherendo Governo; pubblicatasi poi dal Signor Segretario code- alla disposizione dell’Ordine dell’Eccellentissimo sta nomina, e spiegatasi dal medesimo la formula, ed Contestabile, ma anco di rappresentare alla Congre- importanza del giuramento, che ciascuno eligente gazione alcuni soggetti de detti Procuratori, fin al nu- deve prestare prima di dare il suo voto, indi dato tal mero di nove, de’ quali la Congregazione si potesse giuramento, si prendono i voti segreti sopra ciascuno servire per la nomina e per l’elettione” (verbale 28 de nominati e quello che prevale ne voti resta eletto in agosto 1623). Sindaco generale. Dopo fatta l’elezione si fa dalla Il tentativo di ingerenza da parte del governo cen- stessa Congregazione anche l’Istromento di Procura trale, che esercitando una preselezione, voleva assicu- nel nuovo Sindaco generale per tutti li affari della Pro- rarsi che i Sindaci del Ducato fossero persone di suo vincia” (Risposte sindaci generali 1754). gradimento, suscitò le proteste della Congregazione Si è già accennato a quanto vasti fossero i poteri at- generale, che tuttavia ottenne risultati solo parziali: i tribuiti ai Sindaci generali delegati a trattare i negozi verbali delle Congregazioni generali che nel corso del del Ducato senza condizionamenti e limitazioni di al- Seicento vennero convocate dimostrano infatti come cun genere, per lo meno nei cinquant’anni successivi l’iniziativa presa dal governatore nel 1623 non venne alla loro istituzione. Grazie alla loro preparazione in mai meno. campo giuridico ed all’esperienza che l’esercizio del- La Congregazione generale convocata il 21 giugno la professione legale conferiva loro – prerogativa ne- del 1694 riformulò la prassi da seguirsi per l’elezione cessaria per poter ricoprire la carica di Sindaco gene- dei sindaci: il Sindaco superstite avrebbe dovuto da rale era infatti essere causidico – i Sindaci riuscirono quel momento proporre una lista di dodici causidici ad acquistare una posizione di primaria importanza da sottoporre al giudizio del governatore, il quale, che li rese i veri responsabili della vita politico – am- dopo aver depennato quattro dei soggetti proposti, la ministrativa del Ducato: entrando in continuo e diretto restituiva al Sindaco per permettere ai 65 Anziani di contatto con gli organi del potere centrale e cittadino, poter eleggere il secondo Sindaco: in questo modo partecipando alla Congregazione dello stato, essi go- non si pregiudicava la libertà di scelta del Ducato ma devano infatti di una completa panoramica della situa- nello stesso tempo il governo centrale non rinunciava zione politico-economico-finanziaria dello stato e po- ad esercitare un potere di controllo. Questo sistema di tevano quindi cercare di perorare la causa del Ducato, cooptazione per l’elezione dei Sindaci generali rima- favoriti anche dall’incarico a vita che permetteva loro se immutato nel tempo come testimoniano i Sindaci di acquisire una profonda conoscenza delle situazioni, generali chiamati, nel 1756, a rispondere ai 45 quesiti degli uomini e delle problematiche. della Giunta del censimento: “il Sindaco Generale su- Il fatto che i Sindaci avessero la facoltà di “far im- perstite ottenuto che ha con suo ricorso dal Governo posta, torre a cambio, stabilire transazioni, alienazioni la facoltà di poter chiamare la Congregazione genera- o altri contratti” dà la misura della rilevanza da loro le ed unirla nelle Scuole Palatine di questa Città con acquisita. A ciò va aggiunto che i Sindaci avevano an- l’assistenza di un Regio Secretario specialmente De- che l’incarico di custodire i documenti e le scritture legato, e dello stesso Sindaco generale, trasmette let- del Ducato che si trovavano nella casa del Sindaco se- tere circolari a tutti gli 61 Anziani perché si ritrovino niore, archivista del ducato. nel giorno, ora, luogo espressati in dette lettere per tal elezione, e nel tempo intermedio il detto Sindaco ge- L’istituzione della Congregazione dei 18 modificò nerale con altro suo ricorso, presenta al Governo la le loro responsabilità ma non riuscì a limitare il loro nomina dei dodeci Procuratori del Collegio di Milano potere e libertà di azione: nonostante le frequenti ri- tutti capaci di tal carica, affinché il Governo resti ser- mostranze per la mancanza di autonomia da parte dei vito di scegliere quelli che stima da ritenersi per la no- 18, costretti a riunirsi solo previo invito dei Sindaci mina all’Officio di Sindaco generale; fattasi dal Go- generali, per discutere un ordine del giorno dai Sinda- verno la scelta, quale regolarmente si è di otto de sod- ci tassativamente proposto, gli stessi diciotto riconob- detti dodeci presentati e questa rimessa al Regio bero che in molte circostanze i Sindaci potevano agire Segretario Delegato, viene di poi dal medesimo pub- con maggiore autonomia e incidenza nel perorare le blicata in detta Congregazione generale, indi posti in cause del Ducato.

25 Profili istituzionali generali

Tuttavia, se da un lato il condizionamento eserci- dell’entroterra), si affermarono come comuni e giuri- tato su di essi dalla Congregazione dei 18 fu limitato, sdizioni a sè, con propri statuti. L’evoluzione dei go- maggiori furono i vincoli alle loro azioni che, nel cor- verni delle comunità generali seguì le vicende stori- so del Seicento, oppose il governo centrale, soprattut- che dei rispettivi territori: sempre informata ad uno to in materia fiscale. spirito democratico quella di Valsassina, condizionate Quando, con la riforma del 10 febbraio 1758, la dalla funzione strategica e militare quelle di Mandello Congregazione del Ducato scomparve, alla provincia e di Lecco, quest’ultima svoltasi lungo una linea net- fu lasciata la rappresentanza dei due Sindaci, che en- tamente aristocratica. trarono a far parte della nuova Congregazione del Pa- L’evoluzione giuridica verso l’istituzione comuna- trimonio: tuttavia morti i Sindaci eletti nel 1745 le, tanto pievana che vicana, fu progressiva; ma se, dall’ultima Congregazione generale di cui si hanno come si è accennato, le vicende storiche, la posizione notizie, non si procedette a nuove nomine. geografica, le risorse economiche furono fattori di differenziazione, il primitivo sviluppo dell’autonomia arch. Risposte ai 45 quesiti: ASMi, Catasto, cart. 3059 e sgg.; Risposte sindaci generali 1754: ASMi, Catasto, cart. politica ebbe probabilmente una matrice comune in 3059: Risposte de Sindaci generali del Ducato ai quesiti tutti i territori del Lario orientale. È infatti nella ge- della Real Giunta del Censimento, 1754; Verbale 5 lu- stione dei diritti collettivi (sui pascoli, sui boschi, sul- glio 1599: ASCMi, Dicasteri, cart. 329, verbale 5 luglio 1599; Verbale 28 agosto 1623: ASCMi, Dicasteri, cart. la pesca) che possono essere ricercate le basi dei pri- 329, verbale 28 agosto 1623; Verbale 11 luglio 1637: mitivi organi amministrativi, da cui trasse origine il ASCMi, Dicasteri, cart. 329, verbale 11 luglio 1637; governo della comunità e del comune medioevale. Verbale 19 dicembre 1679: ASCMi, Dicasteri, cart. 337, verbale 19 dicembre 1679; Verbale 10 settembre L’attività agricolo-pastorale fu sempre fondamen- 1691: ASCMi, Dicasteri, cart. 338 verbale 10 settembre; tale, anche in un territorio povero come quello laria- Ordine Gonzalo Cordoba 1627: ASCMi, Dicasteri, cart. 331, Ordine di Gonzalo Cordoba, 10 guigno 1627. no, nel quale, durante i secoli, l’importante risorsa dell’industria ferriera non impedì mai l’emigrazione legisl. decreto senatorio 1595: ASCMi, Dicasteri, cart. 329, decreto senatorio MDXCV die XX octobris; Raccolta temporanea di una consistente parte della popolazio- editti 1760: “Raccolta degli editti, ordini, istruzioni, ri- ne attiva. Gli appezzamenti privati a cui erano desti- forme, e lettere circolari istruttive della Real Giunta del Censimento Generale dello Stato di Milano riunita con nati i terreni più fertili si trovavano generalmente nel- Cesareo Real Dispaccio il dì 19 luglio 1749 e sciolta il 2 le vicinanze dei paesi; sopra di questi, nei maggenghi, marzo 1758; con aggiunta degli editti, ordini, istruzioni e erano disseminati i “monti”, luoghi di sosta tempora- lettere della Regia Provvisionale Delegazione per l’ese- cuzione del detto Censimento”, Milano, 1760. nea del bestiame. Dai centri inizialmente abitati si ir- radiò la progressiva colonizzazione dell’area montana retrostante, con la graduale tasformazione in abitati permanenti di quelli che erano stati originariamente COMUNITÀ E COMUNI DELLA RIVIERA solo dei “monti”, ossia luoghi di abitazione stagiona- E DELLE VALLI ORIENTALI DEL LARIO le. Con l’aumento della popolazione, i “monti” più fa- (SEC. XII - 1757) vorevoli divenuti abitati stabili costituendo nuovi vil- laggi ebbero, a loro volta, i propri “monti” e i propri Le origini boschi, ma mantennero in comune con il primo centro Dal suo sorgere nel XII-XIII secolo alla svolta di irradiazione i pascoli alti o “alpi” e i boschi meno epocale rappresentata dalla riforma teresiana del accessibili; le acque lacustri rimasero invece di diritto 1755, l’organizzazione del comune nel territorio del solo abitato rivierasco. Si trattò, dunque, di un fe- orientale del Lario fu articolata – a grandi linee – su nomeno centrifugo, di progressivo distacco, per il due distinti livelli: il pievano (“communitas”) e il vi- quale, con l’individuarsi dei villaggi, andò mano a cano (“commune” o “commune loci”). Nel basso me- mano frantumandosi la proprietà comune dell’intero dioevo troviamo infatti consolidate le comunità (de- gruppo, fatta di boschi e di zone pascolive. nominate con maggiore frequenza nel XVII-XVIII L’origine dei comuni nell’area dell’oriente laria- secolo “comunità generali”) della Valsassina, di Lec- no, coeva alla formazione dei comuni cittadini, traeva co, di Mandello, comprendenti ciascuna diverse terre dunque origine dalla pur embrionale amministrazione o luoghi formanti a loro volta dei “comuni” con propri comunitaria, sia per la gestione dei beni comuni, sia organi e rappresentanti, e, a seconda dell’evoluzione per fronteggiare l’esazione fiscale, interessata a rivol- storica delle singole comunità generali, con o senza gersi a una collettività piuttosto che al singolo. Nella un estimo e un territorio distinti. Al di fuori delle co- loro configurazione iniziale, i comuni furono retti da munità generali, Dervio, Bellano, Varenna, borghi la- consoli, le cui prime attestazioni, per la Valsassina e cuali (con una struttura, anche sociale, e un’economia per la riviera orientale, risalgono alla seconda metà che li distinguevano nettamente dai pur contigui paesi del XII secolo. In taluni casi, come è testimoniato ne-

26 Profili istituzionali generali gli statuti di Dervio, la compagine consolare fu costi- mato in antitesi con lo stesso, ma che anzi si sia con- tuita, analogamente ai comuni cittadini, dai gradi feu- solidata con il suo aiuto e la sua protezione: ne è prova dali minori e dai nuovi ceti in formazione, in altri, il fatto che i Torriani, una volta divenuti signori di Mi- come nella vasta comunità di Valsassina, i consoli era- lano, considerarono la valle più alleata che vassalla: no scelti a livello delle singole squadre in cui si erano analogo fu l’atteggiamento dei Torriani verso la co- organizzati i vici componenti la comunità. munità di Lecco, all’epoca dello scontro con i Viscon- ti. Dall’altra parte, la stessa esiguità di territorio e di L’ordinamento popolazione non avrebbe consentito ai comuni vicani, Quando il comune pievano apparve in vera e pro- formatisi all’interno delle comunità pievane, di affer- pria veste giuridica (libero nella facoltà di investire gli marsi indipendentemente dalle istituzioni feudali e di ufficiali locali , “consules”, e proprietario in quanto assumere le loro funzioni. Il diritto di libera elezione ente dei fondi un tempo spettanti alla collettività dei degli ufficiali nei comuni vicani (consoli) è da ritener- possessori), esso risultava titolare dei diritti pubblici si una rinuncia espressa o tacita dei domini loci (Bo- della comunità, mentre il singolo cittadino aveva per- gnetti 1927; Solmi 1926; Aureggi 1957; Aureggi duto ogni diritto sui beni comuni originari, concorren- 1960; Aureggi 1961). do solo quale membro politico della comunità al go- L’assemblea dei vicini, nel comune giuridicamen- dimento e all’amministrazione di questi. I vici, acqui- te costituito, non formava più un organo meramente stata autonomia sempre più vasta, con la propria consultivo o limitato nelle sue funzioni di regolamen- vicinia costituita dai capi famiglia, assunsero pure tare l’accesso dei beni comuni, ma divenne un organo un’individualità giuridica. deliberativo, capace di esprimere ordini ai quali con- Nella loro evoluzione verso l’autonomia politica, soli e sindaci, eletti dalle vicinanze, dovevano attener- comunità e comuni si trovavano a coesistere con altre si. La concezione sostanzialmente democratica istituzioni, a loro estranee, che pure agivano sul loro dell’istituzione comunale appare in tutta chiarezza territorio e nei confronti della loro popolazione: i co- nell’esempio valsassinese: tutti i vicini avevano, muni cittadini e i vescovi di Milano e Como, i signori all’interno dell’organizzazione comunale, gli stessi feudali. diritti e doveri, indipendentemente dal censo o Tra le terre lariane oggi comprese nella provincia dall’ascendenza nobiliare. Ben diversa appare l’evo- di Lecco, Bellano fu già nel medioevo corte dell’arci- luzione della comunità lecchese, nella quale il gover- vescovo di Milano. Anche Dervio fu anticamente una no fu di tipo aristocratico, formato da rappresentanti proprietà fiscale degli arcivescovi di Milano (che la eletti sì dalle vicinanze, ma con esplicito diritto eredi- concessero in feudo agli Andreani, i quali ne ottenne- tario. ro conferma negli anni 1271, 1319, 1344, 1355). Va- Alla metà del XIV secolo, anche dopo l’avvento renna fu originariamente una corte sottoposta all’arci- della dominazione viscontea, continuarono ad avere prete di Monza. Gli arcivescovi di Milano, dopo signoria su gran parte delle terre dell’oriente lariano l’estinzione della linea maschile dei conti di Lecco, gli arcivescovi di Milano. I Visconti signori di Milano alla fine del X secolo, ebbero giurisdizione anche sul- accordarono agli abitanti del Lario di vivere secondo la corte di Lecco. Nel periodo di trapasso verso il re- le loro antiche consuetudini e ordinamenti. Le comu- gime comunale, e fino alla metà del XIII secolo, Lec- nità raccolsero le proprie leggi negli statuti, dividen- co rimase fortemente vincolata a Milano, per via del dole generalmente in due parti, civilia e criminalia. suo interesse strategico. Più precoci rispetto al caso di Varianti dai 150 ai 350 capitoli, gli statuti ci sono Lecco risultano le notizie di consoli della Valsassina e giunti nelle versioni in atto nel XIV secolo, per lo più di Mandello, agenti per i rispettivi comuni nella se- rivedute da Galeazzo e Gian Galeazzo Visconti, in conda metà del XII secolo. La Valsassina fu subinfeu- date oscillanti tra il 1370 e il 1390. È da ritenersi, tut- data dagli arcivescovi di Milano, dal primo secolo del tavia, che sostanzialmente ben poco tale testo vari da secondo millennio, ai Torriani; Mandello fu a lungo quello originario, che è da attribuirsi al XIII secolo, in contesa, fino alla fine del XII secolo, tra i presuli di tempo di comune podestarile: sono stati conservati Milano e di Como. Il carattere democratico della fa- fino a noi gli statuti di Mandello, Lecco, Valsassina, miglia Torriani fa supporre che, nell’ampia comunità Bellano, Dervio, mentre sono andati perduti quelli di della Valsassina, i diritti del dominus loci sulla valle Varenna. Gli statuti contenevano le norme di governo non si siano manifestati come sopraffazione di quelli podestarile, le leggi contro i delitti, il diritto familiare, preesistenti delle collettività. Così, è da ritenersi che la disciplina della convivenza negli abitati, le disposi- la personalizzazione dell’originario “concilium” (co- zioni per i rapporti con le comunità vicine, la regola- munità pievana) nella comunità di valle non abbia tol- mentazione delle attività, agricole in alcuni e anche to al dominus plebis i suoi poteri, nè che si sia affer- manifatturiere in altri.

27 Profili istituzionali generali

Si deve ritenere che il metodo di amministrazione consoli, mentre un fiduciario era delegato a rappre- della cosa pubblica locale si conservò intatto dalla sentare il villaggio, o comune minore, nell’assemblea formazione del libero comune in avanti e che il potere del comune maggiore, o comunità. Tale doppio siste- ducale prima e regio poi fu sempre visto come legitti- ma di governo locale, con un affinamento delle norme mo controllore dell’ordine e garante della sicurezza, legislative, si sarebbe conservato invariato sino alla ri- oltre che interlocutore in caso di liti, che aveva come forma teresiana. Da osservarsi, sia pure marginalmen- controparte l’imposizione tributaria. L’unico momen- te, come indizio tuttavia di una concezione sostanzial- to che vide i paesi del Lario mettersi contro la volontà mente democratica, che, mentre il console del piccolo del potere centrale dello stato fu quando apparve ine- comune sarebbe stato in seguito, quale agente esecu- luttabile l’insediamento di signori feudali. tivo, obbligato alla prestazione di un anno (o comun- Nonostante le tenaci opposizioni (e i successivi que un periodo limitato) e quindi scelto secondo un tentativi di affrancazione), le circoscrizioni vallive e ruolino di turni tra i vicini, il rappresentante fiduciario rivierasche del Lario orientale non riuscirono a evita- della vicinia, che sarebbe stato poi il sindaco, venne re, a partire dai decenni compresi tra XV e XVI seco- tratto anche nei secoli più tardi da famiglie nobili di lo, ripetute infeudazioni, comprendenti generalmente origine feudale minore, sia pure ormai integrate a pari i diritti di giurisdizione civile e criminale e i diritti di diritto tra quelle della vicinanza. esazione fiscale. Ai tributi pagati ai feudatari fiscali si Benché l’amministrazione del comune vicano me- aggiungevano non infrequentemente le spese, talora dioevale nelle valli lariane fosse certamente limitata – gravosissime, per gli alloggi militari. In un quadro e passasse dallo stabilire le norme e i tempi per il ta- economico globalmente recessivo, gli atti ammini- glio dei boschi, per il “carico” dei pascoli, per i rac- strativi delle comunità testimoniano tuttavia, dal XVI colti, alle decisioni di intraprendere opera di bonifica al XVIII secolo, un geloso senso di conservazione dei e viarie, alla scelta di incaricati di polizia rurale e fo- beni comuni, un sentimento di giustizia sociale nella restale (campari) – tale forma di gestione si ritrova suddivisione dei carichi tributari, un’insofferenza del- intatta, come si è detto, fino all’epoca moderna: le prepotenze nell’interno dei villaggi. Non si nota, in dall’epoca di affermazione del comune e di fissazione definitiva, un cedimento di fronte alla sfiducia che delle consuetudini locali negli statuti fino all’epoca l’inefficienza del potere statale (verso il quale le co- teresiana (quando iniziò la politica di dismissione del- munità avanzavano spesso ricorsi per irregolarità, fru- le proprietà collettive, attraverso vendite o la conces- strati poi nella pratica attuazione) tendeva a provoca- sione di livelli perpetui), le terre comunali si presen- re: modifiche strutturali nelle forme di governo locale tavano in una delle seguenti condizioni: godute pro vennero come è noto solo con il governo riformatore indiviso dai vicini (cioè dagli aventi diritto), e tale era austriaco. generalmente il caso di alpi e pascoli aperti; suddivise generalmente in “sorti” (o “parti”), e ciò avveniva per Gli organi i boschi, particolarmente per quelli vicini agli abitati Dopo l’affermazione del comune medioevale, la e destinati a dare la legna per i focolari; date in affitto gestione dei beni comuni rimase sempre alla colletti- oneroso dalla collettività a privati, anche stranieri, ed vità, sotto la guida di un capo o magister vici (scelto era il caso applicato ad alpi e a boschi di particolare tra i capifamiglia all’interno del vicus stesso), mentre importanza. Le ripartizioni dei lotti e le deliberazioni gli interessi dell’originario concilium (o comunità degli appalti spettavano alle vicinanze dei comuni. pievana) vennero certamente gestiti dall’assemblea Gli stessi concetti che regolarono sin dai tempi più dei rappresentanti dei vici, sotto la guida di uno pre- antichi la conduzione dei pascoli e boschi, si ritrova- scelto: la figura dell’”anziano della pieve”, che si ri- vano nell’attività della pesca. Ma se, per chiari motivi trova fino all’epoca moderna. di convenienza, i dominatori che si susseguirono sulle La naturale forza centrifuga che aveva portato a terre del Lario non toccarono mai i possessi silvo-pa- una disgregazione, sia pure limitata, per il distacco dei storali, incamerarono invece sovente i diritti di pesca, villaggi periferici da quello capo della comunità pa- per distribuirli a beneficiari. Contro tale tendenza ci fu gense, concretatasi con l’enucleazione dai beni comu- sempre l’irriducibile opposizione dei locali: ne è pro- ni dell’intera comunità di quelli appartenenti a ogni va ad esempio la dieta di Costanza che, segnando la singolo villaggio, si confermò, nel regime comunale, vittoria dei liberi comuni, riconobbe ai sudditi i diritti con una duplicazione del governo locale. Ogni villag- sulle acque. Gli statuti dei borghi del lago ripresero e gio, infatti, venne a condurre i propri affari mediante fissarono, per la gestione della pesca, le consuetudini decisioni prese dalla vicinia o vicinanza, ossia precedenti: stabilirono che le acque fossero possesso dall’assemblea dei capi famiglia (vicini), e all’appli- della comunità dalla riva fino alla metà del lago. I vi- cazione delle deliberazioni per mezzo di uno o due cini avevano il diritto di pescare con la “frosna” (fio-

28 Profili istituzionali generali cina), con la “molagna” di seta ed anche con modesti vanti dalla condizione di vicino; prescrizioni erano “tremagg” (reti piccole). Le grandi reti erano conces- date anche per chi cercava l’ammissione alla vicinan- se solo ai “padroni del lago” o “conduttori della pe- za e per chi invece volesse recedere dai suoi diritti di sca”, cioè coloro che vincevano le aste pubbliche vicino. Tali norme avevano importanti riflessi nella (“incanti”) per l’esercizio della pesca. conduzione ordinaria del comune (specie per quanto Le vicinanze venivano radunate in via ordinaria riguardava l’esazione dei carichi tributari), in quanto ogni anno, solitamente mediante suono della campana l’emigrazione, temporanea o stabile, della popolazio- pubblica e preavviso personale a ogni capo di casa fat- ne maschile adulta fu sempre assai elevata in tutte le to dal messo o servitore del comune, che era l’inca- valli del Lario orientale. ricato di eseguire citazioni o precetti spettanti al co- Giova infine ricordare che, fin dall’affermazione mune. dell’istituto comunale, il possesso di terre allodiali Era compito della vicinanza ratificare l’elezione, alle quali erano legate e connesse le terre concelive e che seguiva generalmente un pubblico appalto (an- vicanali come pertinenze indivise, non fu più la ragio- nuale o triennale), dell’esattore, cioè di colui che ave- ne essenziale per l’appartenenza alla vicinia: sia pure va l’incarico di fare la riscossione (o “scoda”) delle con molta cautela, vennero ammessi alle comunità imposte personali (focatico) e delle taglie, ripartite in anche abitanti non proprietari di terre. Il fenomeno si base all’estimo, così come erano state approntate in manifestò grazie al rifiorire dei commerci, allo svilup- appositi libretti dai consoli, dai sindaci o dai delegati po dell’industria del ferro che richiedeva l’immissio- all’amministrazione corrente del comune. Un cancel- ne di forestieri, o da situazioni contingenti. È da no- liere o notaro, responsabile della stesura di tutti gli tarsi, però, che mentre il diritto statutario stabiliva il atti interessanti il comune e talora anche dei libri di ri- diritto di accesso alla vicinia per i forestieri, nella re- parto delle taglie, completava il quadro degli incarica- altà l’introduzione di elementi estranei, anche se dive- ti o ufficiali del comune. Nei borghi più cospicui o an- nuti proprietari per atti di compravendita, sarebbe sta- che nei minori, in caso di necessità, agivano stimatori ta sempre strettamente controllata, e in ogni caso per- e procuratori: i primi incaricati di eseguire perizie messa solo per concessione degli altri vicini. Questa per conto del comune su beni mobili e immobili, i se- tendenza fortemente conservativa, legata certamente condi di agire negli interessi del comune in cause o liti all’esiguità delle risorse locali che permettevano nei da sostenere verso l’esterno; i canepari erano respon- fatti un’economia di sola sussistenza, contribuì a sabili della gestione finanziaria del comune; i canepa- mantenere le comunità del Lario (specie nell’entroter- ri erano obbligati a rendere pubblicamente conto del ra) strettamente legate ai propri antichi usi, fino alla loro operato, come era richiesto anche agli altri uffi- fine dell’età moderna, e in parte anche oltre (Pensa ciali del comune, e particolarmente ai sindaci, al ter- 1969; Pensa 1974-1977; Pensa 1981). mine del mandato. Pur essendo analoga nell’origine e nell’impianto generale a quella dei comuni dell’entroterra, la strut- tura amministrativa dei borghi lacuali, dal XIV al COMUNI DEL MONTE DI BRIANZA XVIII secolo, si presenta generalmente più varia, in (SEC. XIII - 1757) funzione delle diverse possibilità economiche (dovute Le origini ai proventi della pesca, alle attività artigianali e so- prattutto ai traffici commerciali) e della diversa strut- Tra XII e XIII secolo, la città di Milano si valse tura sociale. In tali zone, più marcata risulta la premi- delle pievi come circoscrizioni amministrative, per la nenza di cospicue famiglie locali, che compaiono sta- ripartizione e la riscossione delle imposte e dei dazi. bilmente ad occupare le posizioni più in vista nei Le pievi poste a nord di Milano (Vimercate, Gal- consigli comunali. Rispetto ai paesi delle valli, anzi, i liano, Mariano, Seveso, Incino, Missaglia, Garlate, consigli o consigli di comunità (generalmente ridotti Brivio, Asso, Oggiono, Agliate, Desio) costituivano il per dimensione) si presentavano come assemblee in- contado della Martesana, territorio comprendente tut- termedie tra il consiglio generale (vicinanza) del co- ta la regione che prese stabilmente la denominazione mune e gli organi esecutivi e amministrativi (consoli di Monte di Brianza dalla metà del XV secolo. e sindaci o delegati), costituendo il vero fulcro dell’at- Nel periodo medioevale, la qualifica più comune tività politica locale. per le località briantee comprese nelle varie pievi (co- Negli statuti dei borghi lacuali e delle comunità me risulta, ad esempio, dal “Liber notitiae” di Goffre- pievane particolare rilievo avevano, come si è potuto do da Bussero) è quella di “vicus”, impiegata a desi- intuire, le norme che regolavano il diritto di vicinan- gnare i villaggi, gli insediamenti che risultavano da un za, le condanne in caso di infrazione, gli oneri deri- agglomerato di abitazioni vicine. Altre qualifiche,

29 Profili istituzionali generali come “fundus”, “locus”, “locus et fundus”, “vicus et prensibili variazioni), negli atti preparatori del nuovo fundus” sembrano usate come sinonimi, per indicare estimo, alla metà del XVIII secolo: nel 1162 fu fatta appezzamenti definiti di terreni con i relativi insedia- in un’investitura “de omni districtu et onore menti familiari. tocius terre quam habet Sanctus Johannes de Mode- Nei confini del Monte di Brianza, il sistema comu- cia” (la chiesa di San Giovanni Battista di Monza), nale appare in chiara evoluzione e in progressivo con- con il potere di “distringere”, cioè di far rispettare solidamento nel corso del XIII secolo, quando lo spi- nome e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia rito di indipendenza del comune di Milano influenza pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovra- e stimola anche nelle campagne la ricerca di autono- na, e di perceiper gli “honores”, cioè tributi. Le loca- mia dai vincoli feudali e di forme più larghe di auto- lità elencate (da non intendere tuttavia come l’intera gestione. La frammentarietà della documentazione comunità, ma come più o meno vasti possessi) erano disponibile, tuttavia, costituisce un limite a questo Oggiono, Sala, , Cassago, Monticello, Casira- tipo di ricerca. Sul cammino dell’emancipazione delle go, Missaglia, Maresso, Torricella, i beni dei Barriani comunità locali, s’innestavano nuove e sfuggenti real- detti di Missaglia. Con un diploma ancora del 1162, tà: la politica difensiva dei feudatari, l’articolazione l’imperatore Federico I concesse all’abate di la della popolazione in nobiles, cives e rustici con diffe- conferma dei possessi dell’abbazia, anche di quelli renti legami e interessi diversi, la difficile democrazia acquisiti per feudo e per contratto con privati, e inter- interna della comunità, resa effettiva dalla possibilità diceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e su- di elezione dei propri rappresentanti, ma subordinata gli uomini dell’abbazia: tra i beni erano citati i paesi e alla volubile situazione del comune cittadino, la sten- le località di Civate, , Cesana, Sala, , tata ricerca di equilibrio tra tributi locali, cittadini e Mozzana, Bartesate, Vergano, Consonno, , Imbe- feudali, ai quali le comunità rustiche erano sottoposte. rido, Oggiono, Nava, Beverate, Cagliano, Annone, Pur con rare eccezioni (ad esempio Cesana, Pader- Monticello, Cavogno, Viganò, Maresso. no, Brivio), l’estensione dei terreni appartenenti alle È proprio nel frangente della guerra condotta con- comunità comprese nel territorio del Monte di Brian- tro Federico I che compaiono le prime testimonianze za fu sempre esigua, e non tale, comunque, da poter di ufficiali eletti dai comuni rurali, nelle pievi di Bri- costituire la base di sviluppo per la stessa istituzione vio e di Missaglia: un diploma rilasciato nel 1158 comunale, come avvenne nella fascia alpina e prealpi- dall’imperatore, a favore del monastero milanese di na della Lombardia. I consorzi comunali sorsero piut- San Dionigi, diffidava solennemente gli uomini di tosto come associazioni o compagini (“universitates”) per dissuaderli dall’eleggere propri rappresen- di possessori e rustici locali, che contrattavano con il tanti (consoli). Tra i primi ufficiali eletti dalle univer- signore del luogo i limiti entro cui intendere la propria sità si ritrovano consoli, campari, porcari, degani, ga- soggezione. La crescita del comune coincise con il staldi: da tali nomine (attestate con più frequenza dal declino del sistema curtense, che appare largamente XIII secolo) si può desumere come il comune rurale testimoniato nel territorio della Martesana fin dal X mirasse in primo luogo all’autonoma gestione secolo. Corti regie furono Capiate e Melianico, Cre- dell’economia sviluppata al proprio interno e all’indi- mella, , Calpuno, che appartennero alla chie- pendenza dei propri rappresentanti (consoli). I vincoli sa di San Giovanni Battista di Monza. Cremella fu la signorili rimasero tuttavia forti, in non limitati casi, principale tra le corti rurali soggette alla signoria feu- per tutto il XIII secolo: nel 1208 i consoli di Milano dale monzese, e corte imperiale: comprendeva Code- confermarono il diritto di decima sui prodotti della gore, Mardegore, Pantegore, Bevera, , Gal- terra, sui frutti e sugli animali di ai Vimercati; lexio, Luzzana. Nel XII secolo la corte di Bulciago nel 1227 il vicario dell’arciprete di Monza si incarica- comprendeva Bulciaghetto, Centemero, Sibrone, Mu- va della nomina di console e decano del luogo di Dol- sico, la Cassina, Masnaga. Fu una corte, incastellata, zago; nella prima metà del XIII secolo, a Cremella e anche Barzanò. Bulciago, la chiesa di Monza impose statuti agli uo- In tutto il territorio del Monte di Brianza la grande mini del luogo, dopo averne ricevuto il giuramento: la proprietà, laica o ecclesiastica, condizionò sempre, nomina dei consoli e di altri ufficiali doveva spettare dal medioevo alla fine dell’età moderna, lo sviluppo e all’arciprete o a un suo messo, e non ai locali; solo dal l’azione dell’istituzione comunale. 1259 gli abitanti di Hoè, che fino ad allora erano stati Alcuni documenti, risalenti all’epoca della guerra chiamati vassalli, non furono più sottoposti al giura- tra il comune di Milano e l’impero, in anni intorno al mento di fedeltà feudale. 1160, testimoniano già di larghi possedimenti goduti Negli atti ufficiali del XIV secolo, come ad esem- da importanti istituzioni ecclesiastiche, che si ritrova- pio gli statuti delle strade e delle acque del ducato di vano ancora, a distanza di alcuni secoli (pur con com- Milano (compartizione delle fagie 1346), appaiono

30 Profili istituzionali generali compresi nelle pievi della Martesana diversi luoghi e tela dell’ordine pubblico e del rispetto delle norme cassine, chiamati a contribuire alla manutenzione dei amministrative) e sindaci (responsabili della condu- tratti di strada che li attraversavano. Nel periodo vi- zione amministrativa del comune), coadiuvati da un sconteo, erano numerosi i luoghi e le cassine che “fa- notaio o cancelliere, talvolta da un contabile o ragio- cevano comune” da sè, essendo intestatari ciascuno, natto, e da servitori comunali (messi) costituivano all’interno della propria pieve, di una quota di tributi. l’intero apparato esecutivo. Esattori e postari del sa- Le esenzioni fiscali, via via concesse dai Visconti e le, scelti con asta pubblica (incanto) e nominati dagli Sforza ai luoghi e cassine delle pievi comprese dall’assemblea, si accollavano le operazioni connesse nella “Martesana superiore”, diedero vita alla comu- alla riscossione dei tributi diretti e indiretti. La forma- nità del Monte di Brianza, di cui fu redatto un estimo zione dei “capitoli” di regolamentazione dell’attività completo nel 1456. Anche nel periodo successivo, i degli esattori, insieme alla formazione e approvazione prospetti approntati dall’autorità centrale dello stato dei “comparti” o “riparti” (la suddivisione, cioè, dei per le esazioni fiscali e gli estimi sono i documenti diversi tributi gravanti sulla popolazione del luogo), principali che consentono di ricostruire, con sufficien- costituivano in molte piccole terre del Monte di te esattezza, gli elenchi dei comuni agenti con propri Brianza (nelle quali era quasi sempre di scarso peso la ufficiali (almeno console, talvolta esattore a anche gestione dei beni comuni) la principale preoccupazio- cancelliere) all’interno delle pievi. Il maggior numero ne degli amministratori. Tuttavia, entro tale schema di comuni, talora di ridottissimo peso demografico, si generale, permanevano varietà di sistemi riconducibi- ebbe nel corso del XVI secolo; dalla seconda metà del li, oltre che alla diversa ampiezza ed importanza dei XVI secolo, ma in particolar modo con la formazione comuni, alla loro posizione geografica e a particolari del nuovo estimo nella prima metà del XVIII secolo, situazioni storiche, al vario stratificarsi di consuetudi- si diffuse la tendenza alla concentrazione dei comuni. ni locali e di normativa emanata dal potere centrale (ordini magistrali). In molte piccole o piccolissime Gli organi terre del “Mons Briantiae” gli organi deliberativi si ri- Nel territorio del Monte di Brianza, le strutture ducevano così, come si è accennato, a più ristretti con- delle amministrazioni locali, dal loro emergere nelle sigli, nei quali un numero limitato di proprietari ter- fonti alla riforma teresiana, rimasero assai semplici, e rieri si radunava per decidere le consuete nomine co- per lo più regolate secondo uno schema comune. munali e per risolvere i problemi della vita locale: Nemmeno i borghi più cospicui (in una regione in cui così ad esempio, nel corso del XVI secolo, in Missa- comunque il complesso demico e territoriale delle glia e in tutta l’omonima pieve, dove, tra l’altro, alle singole comunità fu sempre assai esiguo) riuscirono a assemblee non interveniva il podestà a rappresentare raggiungere un grado di sviluppo e di autonomia pa- il potere dello stato, ma i soli consoli, di modesta ori- ragonabili, ad esempio, a quello di Monza: alla metà gine, erano i garanti della legalità della vita ammini- del XVIII secolo, ad esempio, erano pochissimi i cen- strativa. Analoga appare nelle fonti la situazione di al- tri che superavano i mille abitanti; la maggior parte tre comunità, comprese nella pieve di Brivio, fino al dei comuni non raggiungeva i trecento abitanti. secolo XVII: anche in tali terre rispetto delle norme e L’assemblea pubblica degli uomini del comune, corretta prassi amministrativa erano in larga misura cioè di coloro che pagavano gli oneri alla camera du- lasciate alla volontà e alla rettitudine dei maggiori cale e regia (denominata convocato o adunanza, proprietari terrieri e dei pochi uomini chiamati ad as- molto raramente indicata come consiglio generale) sumersi la responsabilità del governo locale. Il siste- costituiva l’organo deliberativo, in alternativa, in talu- ma di governo delle comunità del Monte di Brianza, ni centri, ad un consiglio di più ridotte dimensioni, sostanzialmente ereditato dall’età medioevale, si tra- formato dai rappresentanti dei maggiorenti locali. As- smise formalmente in modo quasi immutato fino al semblee e consigli erano convocati dal console, nella XVIII secolo, non senza tuttavia aver accolto tenden- maggior parte dei casi sulla pubblica piazza, premes- ze ad un maggior irrigidimento nella composizione so il suono della campana. Le riunioni avvenivano ge- degli organi amministrativi locali e propensioni ad un neralmente all’inizio o alla fine di ogni anno, per il graduale atrofizzarsi della partecipazione collettiva, a rinnovo delle cariche comunitarie e per l’approvazio- favore di ridotte rappresentanze, per lo più di proprie- ne della ripartizione degli oneri spettanti alla comuni- tari terrieri o loro agenti e procuratori. Tra XVII e tà; solo di rado erano nuovamente convocati, in via XVIII secolo, l’impressione di poca vitalità offerta straordinaria, per questioni di rilevante importanza, o dalle singole amministrazioni locali è un fenomeno quando si trattava di stanziare nuovi tributi. generalizzato nell’intera regione briantea, avendo un In gran parte delle comunità del Monte di Brianza, significativo parallelo con la situazione dell’organo di consoli (per l’esercizio subordinato delle azioni di tu- governo provinciale, cioè la congregazione del duca-

31 Profili istituzionali generali to: i maggiorenti locali, un tempo partecipi nell’am- cezioni, possedeva un archivio (che fosse anche un ministrazione dei propri municipi, si andavano sottra- semplice “vestaro”, cioè un armadio). Guerre, epide- endo alla antiche responsabilità di governo, senza che mie, ma soprattutto l’incuria degli uomini non aveva- uomini nuovi si sostituissero ad essi nella conduzione no conservato, alla metà del XVIII secolo, che poche della cosa pubblica. Anche nei centri di maggiore po- scritture riguardanti la storia delle comunità, salvo i polazione, dove nel XVI e ancora all’inizio del XVII preziosi “libri” dei riparti per le imposizioni fiscali. secolo l’amministrazione era retta da attivi proprietari del luogo che collegialmente si impegnavano nel go- verno delle comunità, nel XVIII secolo nessun consi- glio coordinava più l’azione degli ufficiali del comu- CIRCOSCRIZIONI GIUDIZIARIE ne, e solo le rare assemblee, dominate dai maggiori DEL DUCATO DI MILANO estimati, controllavano l’attività di consoli e sindaci; IN AREA MILANESE quasi ovunque il controllo sui pubblici riparti era la- (SEC. XV - 1774) sciato ai primi estimati e quasi ovnque essi erano no- Nel corso dell’età moderna il territorio del ducato bili milanesi o ricche istituzioni ecclesiastiche e civili si articolava in circoscrizioni giudiziarie di varia am- della capitale. Pur nel permanere dunque della varietà piezza, che potevano comprendere diverse pievi o li- delle strutture, che rispecchiava i tradizionali sistemi mitarsi ad includere i territori di singole comunità. I secondo i quali si reggevano le comunità, la suprema- confini delle giurisdizioni più estese ricalcavano quel- zia un tempo esercitata dal ceto dirigente locale in li dei territori già inclusi negli antichi contadi rurali molte terre briantee era già caduta, nei primi decenni del Milanese: Martesana, Seprio, Bazana e Burgaria. del XVIII secolo, e in altre aveva subito radicali limi- La definizione di queste giurisdizioni si collega al tazioni: gran parte delle forze dei pochi uomini ancora lento processo avviatosi intorno agli ultimi decenni disposti a dedicare tempo ed energie all’inaridita vita del XII secolo che aveva portato gli antichi contadi amministrativa era assorbita dai pressanti problemi fi- già esistenti nel territorio milanese a passare da uno nanziari e dalle lunghe cause in materia fiscale (Su- stato di dominio fondato su vincoli vassallatici, a perti Furga 1979). quello di una diretta dipendenza amministrativa da Secondo quanto si desume dalle risposte fornite Milano. La definizione di un assetto giurisdizionale nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimen- più stabile del territorio soggetto alla città prese forma to, in circa cinquanta comunità del Monte di Brianza e si consolidò nel periodo signorile, quando la città di la cura dell’amministrazione era espressamente de- Milano incominciò a controllare direttamente i conta- mandata ai soli estimati, ai quali i sindaci, eletti dalle di imponendo la presenza in loco di propri vicari e adunanze pubbliche, rendevano conto. Non era raro sottoponendo la loro nomina all’approvazione signo- che gli estimati stessi, tramite propri delegati, curas- rile. Nel corso del XIII secolo i contadi maggiori – sero direttamente gli interessi della comunità. In talu- quello della Martesana e quello del Seprio – erano an- ni comuni, l’intera attività pubblica era sotto il con- dati ampliando la loro estensione inglobando rispetti- trollo del primo estimato (Sirone, Villa Vergano, Bi- vamente entro i propri confini altre entità territoriali in glio, Prestabbio, Sabbioncello, Merdagò, Perego), precedenza autonome, note come Bazzana e Burgaria. detto “padrone del comune” a Crippa e “proprietario del comune” ad Alduno; in altri dei primi due (Trego- Contado della Martesana lo, , Mondonico, Hoè, Bosco, Sartirana), Le fonti documentarie più antiche sulla conforma- dei primi tre (, Cassina Fra Martino, Rovagnate, zione territoriale originaria dei contadi segnalano Lissolo) o quattro (). La forma come già nel 931 il termine Martesana identificasse di controllo, diretta o indiretta, esercitata dai primi un’area territoriale definita; ma le prime testimonian- estimati sui piccoli comuni del Monte di Brianza tro- ze documentarie riguardanti la sua organizzazione vava non infrequentemente conferma nella nomina come contado rurale risalgono al 1158 (Giulini 1854; diretta degli esattori, da parte degli estimati stessi, o Riboldi 1904). per lo meno nella preventiva approvazione dei riparti Nel 1163 il territorio del contado della Martesana per la riscossione delle taglie; in altri casi, erano le risultava delimitato dal torrente Molgora, dal fiume scritture pubbliche della comunità ad essere custodite Seveso, che ne segnava il confine occidentale con il presso i primi estimati, in assenza di archivi della co- contado del Seprio, dalle zone montuose del territorio munità. lecchese poste a nord e dal territorio della Bazzana Secondo quanto riferito dai cancellieri, consoli e che ne definiva il confine meridionale (Giulini 1854). sindaci nelle risposte ai 45 quesiti, con affermazioni Più scarse e datate sono le notizie sull’esistenza che appaiono credibili, nessun comune, salvo rare ec- dell’entità territoriale che si identificava con il termi-

32 Profili istituzionali generali ne Bazzana. Le prime testimonianze risalgono al XII in quelle di Desio, Melzo, Oggiono (elenchi 1406- secolo e sono costituite da atti di cessione di rendite o 1472). di acquisto di terreni, “siti in Bazana”, che consento- Codificando le giurisdizioni esistenti nello stato di no di sostenere che il territorio della Bazzana occu- Milano, le “Novae Constitutiones”, promulgate nel passe l’area posta verso i confini meridionali e orien- 1541, confermavano l’esistenza della giurisdizione tali della campagna milanese (Riboldi 1904). Lo stes- civile e criminale della Martesana, che aveva mante- so “Liber consuetudinum” del 1216, codificando la nuta con poche variazioni la definizione dei confini diversità giuridica fra le terre entro un raggio di sei preesistente. Dalla giurisdizione della Martesana ri- miglia attorno alla città e quelle al di fuori di tale rag- sultavano esclusi il vicariato di Binasco e le pievi di gio, distingueva per la prima volta i territori della Baz- Bruzzano, Bollate, Locate, Rosate, San Donato, San zana dal resto della campagna milanese senza però Giuliano, Segrate e Settala, che circondavano la città dare a tale circoscrizione una chiara e definita delimi- di Milano e restavano incluse nella sua giurisdizione. tazione territoriale. (Nuove Costituzioni 1571). Intorno alla seconda metà del XIII secolo tuttavia Nel 1753 il vicario della Martesana estendeva la sembra sia iniziato il processo di aggregazione dei ter- propria giurisdizione alle intere pievi di Vimercate, ritori della Bazzana al contado della Martesana: le Pontirolo, Gorgonzola, Mariano, Brivio, Oggiono, pievi di Cesano Boscone, nucleo primitivo del conta- Garlate, Missaglia, Agliate e ad alcune comunità della do, e quelle di Rosate, Decimo, Locate, Segrate, San pieve di Desio (elenchi 1747-1780). Donato, San Giuliano e Settala, incominciarono ad Analogamente con contado del Seprio si continua- essere gradatamente accorpate ai territori della Marte- va ad indicare, durante i secoli dell’età moderna, una sana e ad essere subordinate alla giurisdizione del suo circoscrizione giurisdizionale e amministrativa ben capitano (Riboldi 1904). definita, che includeva varie pievi e aveva come pro- Contado del Seprio prio capoluogo Gallarate. Codificando le giurisdizioni esistenti nello stato di Anche per il contado rurale del Seprio e i suoi con- Milano, le “Novae Constitutiones”, promulgate nel fini si hanno notizie antiche. Il termine Seprio secon- 1541, confermavano l’esistenza della giurisdizione do quanto risulta indicato nel trattato di Reggio stipu- civile e criminale del Seprio, che aveva mantenuta con lato da Federico I nel 1185, identificava un’area geo- poche variazioni la definizione dei confini preesisten- grafica relativamente ben definita, dislocata a ovest te. Le “Novae Constitutiones” precisavano solamente nella fascia di territorio pianeggiante e collinare posta quali fossero le terre o le intere pievi non subordinate a settentrione di Milano e compresa tra il fiume Tresa alla giurisdizione del Seprio elencando fra queste: la a nord, la sponda orientale del Lago Maggiore e del pieve di Cesano e di Trenno, le comunità di Cisliano, fiume Ticino ad ovest; il corso del fiume Seveso a est; Sedriano, San Vito, Bareggio, San Pietro a Bestazzo, ed infine Parabiago e Caronno a sud (Soldi Rondinini comprese nella pieve di Corbetta; ed infine le comu- 1994). Nel corso del XII secolo Milano riuscì ad nità di Caronno, Cornaredo, Lucernate, Origgio, Po- estendere la propria giurisdizione anche sui territori gliano, Pregnana, Rho, Vanzago, incluse nella pieve di compresi in un’altra circoscrizione preesistente, se- Nerviano (Nuove Costituzioni 1571). gnalata con il nome di contado della Burgaria, che aveva in Corbetta e Rosate i centri di maggiore impor- Nel 1753 la giurisdizione del Seprio includeva le tanza. Tale contado, verso la fine del XIII secolo, ven- pievi di Gallarate, Appiano, Corbetta, Somma, Olgia- ne a sua volta incluso entro i territori del contado del te Olona, Parabiago, Angera, Dairago e Brebbia Seprio e rimase subordinato alla giurisdizione del suo (elenchi 1747-1780). vicario, rappresentante periferico del potere milanese. Ciascuna delle due giurisdizioni della Martesana e del Seprio, derivate senza soluzione di continuità da- Circoscrizioni delle preture regie gli antichi contadi del Milanese, era presieduta da due Durante i secoli dell’età moderna il termine Mar- ufficiali rappresentanti in sede periferica del potere tesana identificava un ambito territoriale ben definito centrale: il vicario, con compiti giudiziari, in preva- costituente una circoscrizione giurisdizionale del vi- lenza di tutela della retta applicazione della legge, ed cario con capoluogo a Vimercate, che includeva varie il capitano, al quale erano attribuiti compiti ammini- pievi e comunità. (Superti Furga 1979). Da un elenco strativi e di polizia annonaria. redatto nella seconda metà del XV secolo risulta che Ancora nel corso della seconda metà del Settecen- le pievi subordinate a tale giurisdizione erano Agliate, to l’organizzazione e distribuzione territoriale delle Brivio, Garlate, Gorgonzola, Mariano, Missaglia, preture regie milanesi era piuttosto irrazionale, poiché Pontirolo, Vimercate, e una parte dei comuni inclusi si verificavano situazioni in cui certe zone erano con-

33 Profili istituzionali generali tese da più giudici e casi in cui il podestà regio non viglio, sottoponeva alla propria giurisdizione civile e riusciva ad arrivare per l’eccessiva distanza delle Ter- penale Treviglio, terra separata dal Milanese, Melzo, re dalla sua sede. incluso nella pieve di Cornegliano, e Castel Rozzone, Nel triennio 1756-1758 in tutto il territorio dello compreso nella Gera d’Adda. stato operavano 12 preture regie – Milano, Pavia, Cre- Ma occorrerà attendere sino alla promulgazione mona, Lodi, Como, Casalmaggiore, Varese, Codo- dell’editto 6 giugno 1774, prima di assistere ad un in- gno, Gallarate, Treviglio, Abbiategrasso, Vimercate – tervento incisivo sul sistema di amministrazione della cinque delle quali concentrate nel solo territorio del giustizia di tutto lo stato. Con tale editto il governo au- ducato: Milano, Vimercate, Gallarate, Varese, Abbia- mentava infatti il numero delle preture, rendendo più tegrasso, Treviglio. equilibrata la loro distribuzione territoriale – alle 12 Nella città di Milano avevano sede vari giudici re- preture ne aggiunse altre 10 con sede a Pizzighettone, gi: il podestà, con giurisdizione civile; il giudice al Porlezza, Fontanella, Laveno, Brivio, Lecco, Maria- Segno del Gallo e il giudice al Segno del Cavallo, con no, Menaggio, Locate, Pozzo Baronzio – e soprattutto giurisdizione civile cumulativa con il podestà; il capi- regolamentava la distribuzione dei compiti tra i preto- tano di giustizia, con giurisdizione penale, e il vicario ri regi, rendendoli capaci di intervenire efficacemente di giustizia con giurisdizione penale cumulativa al ca- ovunque (Cuccia 1977). pitano; la giurisdizione di loro competenza si estende- arch. elenchi 1406-1472: ASMi, Feudi camerali p.a., cart. 16: va a tutti i territori dello stato, data la particolare situa- Provvedimenti generali. elenchi, 1406-1472; elenchi zione della città, capoluogo della provincia del ducato 1747-1780: ASMi, Feudi camerali p.a., cart. 8, Provvi- sioni generali, 1747-1780. e anche, al contempo, capitale dello stato. legisl. Nuove Costituzioni 1571: “Constitutiones Mediolanen- Le giurisdizioni degli altri tribunali regi erano ri- sis Dominii”, 1571. partite sul territorio del ducato come segue. Il vicario della Martesana, con sede a Vimercate, esercitava la propria giurisdizione civile e penale nel- la circoscrizione che includeva i seguenti territori: PODESTÀ, VICARI, CAPITANI (SEC. XVI - 1774) pieve di Vimercate (eccetto le comunità di Agrate, Ca- ponago, Concorezzo); pieve di Pontirolo (eccetto le Sopra i diversi organi municipali, espressione del- comunità di Cassano e Cassine San Pietro); pieve di la capacità di autogestirsi delle singole comunità, il Gorgonzola (eccetto le comunità di Masate, Pessano, potere centrale, anche se rispettoso delle antiche for- Pozzolo, San Pedrino, Vignate); pieve di Cornegliano me di autonomia e di autogoverno, esercitava un’azio- (eccetto le comunità di Cavajone e Melzo); pieve di ne di controllo attraverso propri tribunali regi di prima Mariano (eccetto le comunità di Cabiate e Paina); le istanza civile e penale, dislocati sul territorio: podestà comunità di Dolzago ed Ello della pieve di Oggiono; e vicari e capitani della Martesana e del Seprio. le comunità di Capiate, Consonno e Val Greghentino Rappresentanti dell’autorità governativa e tramite della pieve di Garlate; le intere pievi di Missaglia, tra questa ed il mondo periferico i podestà, residenti Agliate e Brivio. generalmente nei borghi più grossi ed importanti delle Due erano i vicari del Seprio con aree giurisdizio- circoscrizioni pievane, si vedevano affidate una serie nali distinte: alla giurisdizione civile e penale del vi- di importanti mansioni, che accanto a quelle stretta- cario del Seprio inferiore, con sede a Gallarate, era su- mente connesse all’amministrazione della giustizia, bordinata la circoscrizione composta dalle pievi di alla tutela dell’ordine pubblico, alla manutenzione Gallarate, Parabiago, Appiano, Angera, Somma, Dai- delle carceri, riguardavano la pubblicazione di gride, rago, Olgiate Olona; dai comuni Castellazzo de’Bar- decreti, ordini, incanti per l’assegnazione di esattorie, zi, Corbetta, Magenta, Marcallo, Menedrago, Mese- incanti per l’alienazione o affitto di dazi. Compito ro, Ossona, Santo Stefano, Vittuone della pieve di fondamentale del podestà era l’organizzazione delle Corbetta; Nerviano e Saronno della pieve di Nervia- attività amministrative imposte dal governo, quali ri- no. Il vicario del Seprio superiore, con sede a Varese, levamenti censuari, catasti; ma soprattutto, in quanto estendeva invece la propria giurisdizione civile e pe- garante della retta applicazione della legge, a lui era nale sulle pievi di Varese, Arcisate, Castelseprio, Leg- affidata la delicata e politicamente rilevante funzione giuno, sulla Valcuvia e sulla parte della Valtravaglia di sindacato: egli doveva infatti svolgere una continua non inclusa nel feudo dei Marliani. azione di controllo sugli organi locali: assemblee e Il podestà di Abbiategrasso aveva giurisdizione ci- consigli, affinché fosse assicurata la legalità dei lavo- vile e penale in Abbiategrasso, pieve di Corbetta; ed ri, potevano adunarsi solo alla sua presenza o a quella infine il podestà di Treviglio e Melzo, con sede a Tre- di un suo luogotenente.

34 Profili istituzionali generali

Cariche di origine ducale, i vicari e capitani della Como, infeudate al monastero di Sant’Ambrogio di Martesana e del Seprio erano gli organi giudiziari, Milano, si ritenevano del tutto esenti dall’autorità mi- rappresentanti periferici del potere centrale, di più va- lanese e costituivano vere e proprie enclaves giurisdi- sta competenza e lunga tradizione; dislocati i primi zionali e fiscali. In esse la volontà del feudatario era verso est ed i secondi ad ovest nella fascia pianeggian- legge e la giustizia era amministrata da un podestà di te e collinare a settentrione di Milano, avevano sede nomina signorile – sebbene siano attestate elezioni da rispettivamente nei borghi di Vimercate e Gallarate parte della vicinanza dei rispettivi comuni – contro le (Superti Furga 1995). cui sentenze non vi era possibilità di appello. Il vicario – originariamente nominato dal duca mi- L’accesso a queste terre era tassativamente vietato lanese poi, in età spagnola, eletto dal governatore – a magistrati, esattori e soldati del re di Spagna; le uni- era l’organo giudiziario locale di più ampia compe- che imposte che venivano riscosse erano quelle dovu- tenza civile e penale. A lui venivano sporte le denunce te ai feudatari e, in casi eccezionali, i contributi alle dai consoli delle comunità, davanti a lui si instaurava- soldatesche imperiali che si trovavano a soggiornare no processi “in occasione vulneris ac percussionis”. entro i loro territori. L’esecuzione delle sue sentenze implicava multe, pi- Date le particolari condizioni “immunitarie” e for- gnoramento dei beni e pene corporali per chi si sottra- ti dei quasi inesistenti controlli della lontana Vienna, i eva ai pagamenti impostigli. feudi imperiali rappresentarono nel corso dei secoli, i Tra le sue competenze rientravano la tutela dell’or- rifugi ideali di fuorilegge, disertori, contrabbandieri dine pubblico, compiti di polizia, prevenzione, con- (Sella 1987). trollo; egli era il tutore della legalità e per questo i consoli di ogni comunità a lui giurisdizionalmente su- bordinata erano tenuti a prestare ogni anno l’ordinario giuramento. Tuttavia nell’ambito del territorio a lui FEUDI CAMERALI giurisdizionalmente subordinato, doveva sempre e (SEC. XVI- SEC. XVIII) comunque riconoscere il potere e la superiorità del ca- Se da un lato esiguo era il numero e modesta pitano di giustizia o del podestà di Milano, soprattutto l’estensione dei feudi imperiali presenti entro i confini quando i processi implicavano la pena capitale o la del ducato milanese, dall’altro era massiccia la diffu- confisca di beni di una certa entità. sione del feudo camerale, che aveva indubbiamente Il capitano – anch’esso, come il vicario, originaria- perduto le caratteristiche tipiche del feudo medioeva- mente nominato dal duca milanese poi, in età spagno- le. la, eletto dal governatore – cumulava invece funzioni Se infatti durante l’alto medioevo erano stati attri- giudiziarie di polizia criminale e compiti amministra- buiti al feudo – che era in origine “feudo imperiale” – tivi e fiscali, quale responsabile del controllo sull’ap- la quasi totalità dei poteri di governo che passavano a provvigionamento annonario. Le mansioni più impor- chi riceveva l’investitura, fatto salvo l’obbligo tanti attribuite al capitano, longa manus del magistra- dell’omaggio e dell’aiuto all’imperatore, l’esperienza to ordinario da cui dipendeva gerarchicamente, si comunale aveva visto l’affrancamento dal feudatario possono riassumere nel controllo della circolazione di ville e borghi del contado che, affermando la pro- dei grani, delle biade, nella repressione del contrab- pria libertà, si erano dati propri statuti e proprie strut- bando, nell’ispezione delle zone di confine (Cuccia ture amministrative autonome. Tuttavia i continui 1977). contrasti intestini spinsero i comuni a cercare aiuto in un dominus, conferendogli il controllo e la guida della vita cittadina. E ancora l’allargarsi del dominio del si- gnore con l'attribuzione della signoria anche in altre FEUDI IMPERIALI città, sovente vicine, e il riconoscimento del suo pote- (SEC. XVI - SEC. XVIII) re da parte dell’imperatore, portarono alla trasforma- La complessa articolazione politico-amministrati- zione della signoria in principato, quindi all’afferma- va del ducato era ulteriormente accresciuta dalla pre- zione dello stato regionale che, al di sopra delle parti- senza di feudi imperiali, di quei feudi che, anziché ri- colari magistrature e degli uffici cittadini, imponeva conoscere un vincolo di vassallaggio verso il duca di proprie strutture di governo e di controllo, create per Milano nel cui territorio erano collocati, riconosceva- soprintendere a tutto il dominio guidato da un potere no come loro signore il Sacro Romano Imperatore. centrale già forte e articolato (Annoni 1995). Comunità come Maccagno, sul lago Maggiore, infeu- Per rafforzare il proprio potere e per esercitare la data ai Borromeo, e Civenna e Limonta sul lago di piena e diretta amministrazione su tutti i territori da

35 Profili istituzionali generali lui dipendenti, il duca di Milano ricorse alla pratica di alla carestia, alla perdita di vite umane, provocarono separare le città dai loro contadi, mantenendo uno inevitabilmente un grave collasso finanziario del pae- stretto controllo sulle prime e dando in appalto l’eser- se. E in questo clima di difficoltà, le gravi urgenze cizio dei poteri amministrativi e della giurisdizione dell’erario spinsero la corona spagnola a ricorrere su delle campagne, connotate dalla fitta presenza di bor- larga scala alla pratica di alienazione di feudi, titoli ghi, villaggi e cascine che rendevano il governo diret- nobiliari e altre entrate camerali quali dazi, regalie, di- to troppo difficile e dispersivo, attraverso la formula ritti di caccia e di pesca, diritti di prestino e di beccaria dell’infeudazione. Tra il trecento ed il settecento nel che venivano a costituire parte integrante del feudo: in territorio lombardo si ebbe una diffusione sempre più generale tutto ciò che fosse disponibile e potesse tro- consistente di feudi, non più dipendenti dall’impera- vare acquirente veniva posto all’asta. tore bensì concessi dal principe, strettamente control- L’interesse economico dell’investitura feudale non lati dalla camera ducale, attraverso gli uffici dell’am- veniva tuttavia considerato vantaggioso dalla sola re- ministrazione finanziaria centrale (Annoni 1995). gia ducale camera: anche per gli acquirenti, alle fina- La differenza di maggiore rilievo tra le infeudazio- lità di prestigio e promozione sociale si univano infat- ni del tre-quattrocento e quelle attuate nel successivo ti motivazioni di natura economica. Pur con i molti periodo della dominazione spagnola stava fondamen- ostacoli e limiti, il feudo rimaneva ancora nel XVII talmente nella diversa concezione di feudalità: se in- secolo un affare appetibile: esso assicurava infatti la fatti sino ai primi decenni del quattrocento le investi- possibilità di acquisire quei redditi diretti inclusi nelle ture venivano ancora elargite come ricompense per concessioni: talvolta non così cospicui se considerati servigi militari, politici, amministrativi, già nel quarto singolarmente, ma comunque consistenti nel loro in- decennio del cinquecento con gli Asburgo il regime sieme. I diversi diritti di riscossione dei proventi di feudale cessò quasi definitivamente di essere conside- numerose regalie alienate vennero quasi interamente rato come strumento attraverso cui assicurarsi la fe- riscattati dalla camera in seguito ad una complessa deltà dell’aristocrazia e venne sempre più visto come operazione finanziaria iniziata nel 1766 e terminata un comodo mezzo per ricavare entrate straordinarie, dopo più di un ventennio, nel 1791. con cui far fronte ai sempre crescenti bisogni dell’era- Con l'acquisto del feudo, al feudatario veniva tra- rio. Le infeudazioni del periodo spagnolo avevano smesso anche un importante settore quale l’ammini- quindi carattere apertamente venale, al punto che un strazione della giustizia, attraverso cui il feudatario si feudo vacante era oggetto di un’asta pubblica e veniva assicurava i lucrosi proventi di confische e condanne concesso al miglior offerente con la sola riserva che pecuniarie. L’investitura feudale affidava al feudatario questi fosse nobile o vivesse more nobilium. All'inve- la nomina del pretore o del podestà nei centri maggio- stitura feudale era infatti collegata, secondo precise ri, giudici in materia civile e penale, ma solo in primo norme ed un altrettanto preciso prezzo, la concessione grado, sul cui operato gli organi statali dell’ammini- del titolo nobiliare. Il contenuto anche economico strazione giudiziaria mantenevano una superiore fa- dell'investitura feudale risulta evidente quando (ed era coltà di controllo. Ai feudatari, che ricevevano il giu- la maggioranza dei casi) l'acquisto avveniva a titolo ramento e l’omaggio di tutti i capi di casa, era conces- oneroso e il valore del feudo veniva calcolato in base so il potere di fare applicare le leggi dello stato e fare al numero dei fuochi e alla capacità contributiva degli osservare gli statuti e le consuetudini locali, che i feu- abitanti delle comunità. datari stessi si impegnavano a loro volta a riconoscere Il fenomeno feudale lombardo raggiunse la sua ed osservare. Le autorità imponevano al feudatario massima intensità ed espansione nel XVII secolo, l’obbligo di affidare gli incarichi giurisdizionali a per- proprio in concomitanza all’accentuarsi del fattore sone competenti (giudici laureati); nei centri minori si che più ne favoriva lo sviluppo: la crescente domanda accettarono anche causidici e notai. La giurisdizione di denaro da parte della regia camera per far fronte civile e penale di prima istanza del feudatario era so- alle ingenti spese militari, sia della monarchia sia del- vente limitata dal cosiddetto privilegio di “maggior lo stesso stato di Milano. Dall’inizio del secolo alla magistrato” che esentava i proprietari terrieri del co- pace dei Pirenei nel 1659, la guerra fu infatti una com- mune infeudato residenti in città ed i fittabili e coloni ponente costante nell’esistenza dello stato milanese. alle loro dipendenze dalla giurisdizione dei tribunali Inoltre, verso la metà del seicento la situazione si era feudali. fatta problematicaa livello dell’intera Lombardia: le Ancora nella seconda alla metà del XVIII secolo, ingentissime spese per l’esercito, divenute sempre più quando furono redatte le risposte ai 45 quesiti della gravose con il moltiplicarsi delle tensioni che più di- giunta del censimento, l’infeudazione era notevol- rettamente interessavano il territorio milanese, asso- mente diffusa nei territori del ducato inclusi nel Mon- ciate alle numerose distruzioni portate dai militari, te di Brianza, nella riviera e nelle valli del Lario orien-

36 Profili istituzionali generali tale. Numerose comunità comprese nelle squadre de’ vano spesso sottratte quelle che, pur essendo di primo Mauri e di Nibionno (infeudate già nel 1441 al conte grado, comportassero confische di beni, giudicassero Luigi dal Verme) erano a quell’epoca ancora infeuda- omicidi, o ancora tutte le cause che vedevano coinvol- te, e sottoposte alla giurisdizione del podestà feudale, ti “cittadini”. Per le sentenze emanate dai giusdicenti che aveva sede a Bosisio. Delle comunità delle pievi feudali era infine sempre prevista la possibilità di ri- di Oggiono e Garlate (infeudate dal 1538 a Giovanni corso al “maggior magistrato”, tribunale di appello, Agostino d’Adda), nel 1751 erano ancora sottoposte rappresentante periferico del potere regio. alla giurisdizione feudale Imberido e Essendo assai diffusa la pratica – come ben emer- (feudo Airoldi). Sottoposti al podestà feudale, nel feu- ge dalle risposte ai 45 quesiti – secondo cui molti giu- do Arrigone, erano inoltre Dolzago, Cogoredo, Ello sdicenti feudali, nominati da diversi feudatari, tende- con Marconaga (pieve di Oggiono), Bosco e Rova- vano ad accumulare un rilevante numero di incarichi, gnate (pieve di Missaglia); nel feudo Erba, Mondoni- solo pochi giusdicenti erano soliti risiedere nel luogo co e Porchera (pieve di Brivio); nel feudo Pietrasanta, in cui era ubicata la pretura feudale. Alcuni nomina- Novate (pieve di Brivio); nel feudo Corio Visconti, vano un proprio luogotenente, altri si presentavano Paderno (pieve di Brivio); nel feudo Manzone, Colo- alle comunità loro giurisdizionalmente subordinate in gna (pieve di Missaglia); nel feudo Sormani, Caglia- occasione delle riscossioni annuali. La frequenza del- no, Giovenzana, Campsirago, Tegnone, Bestetto, Na- le visite era comunque proporzionale alle possibilità va, Missaglia (pieve di Missaglia); nel feudo Brebbia, di guadagno: il ritorno economico della carica di giu- (pieve di Missaglia); nel feudo Nava, Casira- dice feudale era solo in minima parte costituito da uno go (pieve di Missaglia); nel feudo Busca, stipendio fisso, corrisposto dal feudatario o dalla co- (pieve di Missaglia); nel feudo Lucini, (pieve munità; la maggior parte degli introiti proveniva infat- di Missaglia); nel feudo , Sirtori (pieve di Mis- ti da tasse giudiziarie e da multe, diversamente ripar- saglia). Sempre alla stessa epoca, in aveva tite, da comunità a comunità, tra il titolare del feudo, sede un luogotenente del podestà regio, con giurisdi- il giudice feudale ed eventuali altri dipendenti dell’uf- zione su Olginate e Capiate. ficio pretorio. A partire dai decenni tra XV e XVI secolo, ebbe Ben noti all’imperatrice Maria Teresa erano i limi- luogo l’infeudazione delle pievi lariane, comprenden- ti e gli inconvenienti che derivavano dal numero ec- te, in linea generale, i diritti di esercizio dei poteri giu- cessivo delle giurisdizioni feudali. Occorrerà attende- risdizionali e i diritti di esazione fiscale. Dal 1537, re la promulgazione dell’editto 10 febbraio 1774, pri- Dorio, Corenno, Dervio, Monte Introzzo, Bellano, ma di assistere, analogamente a quanto si è già Varenna e Mandello fecero parte del contado della ri- accennato per le preture regie, ad un intervento incisi- viera, feudo devoluto solo nel 1788. La Valsassina vo sul sistema di amministrazione della giustizia feu- tentò di difendere i propri privilegi giurisdizionali, ma dale. non riuscì ad impedire, dal 1647, l’infeudazione. Al Con tale editto il governo non solo imponeva l’ob- feudo valsassinese erano annessi però solo gli introiti bligo di residenza ai pretori feudali e consentiva solo derivanti dall’esercizio della giustizia feudale. Lecco ai signori vicini – in un raggio di non oltre sette miglia con il suo castello subì diverse vicende: infeudata a – di scegliere lo stesso pretore, ma insisteva sulla pre- intervalli ai Medici, ai Vimercati, ai Moroni, tra XV e cisa specificazione degli obblighi connessi alla giuri- XVI secolo, fu infine infeudata al conte Marcellino sdizione feudale: il mantenimento dei detenuti e la Airoldi nel 1647. manutenzione delle carceri e di tutti i locali necessari arch. Risposte ai 45 quesiti: ASMi, Catasto, cart. 3030, 3031, per il regolare svolgimento delle attività giudiziarie. I 3032, 3034, 3040, 3041. provvedimenti, più volte ribaditi, aumentarono gli oneri per i feudatari ed accelerarono inevitabilmente il processo di decadenza dell’istituto feudale.

PRETURE FEUDALI (SEC. XVI- 1774)

Designati direttamente dal feudatario tra una rosa AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE di candidati approvata dal Senato, i giudici feudali NEL DUCATO DI MILANO (1758-1786) avevano durata biennale ma potevano essere riconfer- mati, “previo assenso del popolo”. I principi di uniformità e accentramento che pre- Nonostante la loro giurisdizione si estendesse a siedettero alla riforma delle amministrazioni comuna- tutte le cause di primo grado, ai giudici feudali veni- li furono assai meno presenti nelle successive riforme

37 Profili istituzionali generali attuate a livello provinciale. Rimase la sproporzione componenti le Pievi medesime, ed in tal modo segua la Elezio- tra il ducato di Milano, che secondo il nuovo compar- ne del Deputato, che dovrà intervenire nella unione de’ Depu- timento territoriale comprendeva ben 896 comunità tati Plebani da farsi per passare alla detta Nomina. su 1462 e le altre province; fu mantenuta la separazio- ne di alcune terre non soggette, per antichi privilegi, Ad ovviare all’incomodo, e spesa di tale unione, non sarà più necessario dopo la prima Elezione degli estimati, di unire ad un unico capoluogo. Ma soprattutto l’unificazione la Congregazione Plebana per i loro Successori; onde per le amministrativa, resa necessaria all’interno di ciascuna successive Elezioni la Congregazione di Patrimonio proporrà provincia dal venir meno delle antiche distinzioni tra al Consiglio Generale otto Estimati non Decurioni per le due estimi civili ed estimi rurali, fu attuata in forme e Piazze, che nel Turno verranno a vacare, ed il Consiglio gene- modi tali da salvaguardare largamente il predominio rale ridurrà a quattro Soggetti la Nomina da proporsi al Gover- della città sulla campagna e i privilegi dei vecchi ceti no per la Elezione de’ due Deputati (Riforma 10 febbraio 1758). decurionali (Capra 1984). Lunghe e difficili da conciliare si dimostrarono le Ma se da un lato la riforma stabiliva chiare dispo- riforme per la provincia del ducato: gli interessi del sizioni relative alla durata delle cariche – mandato vi- decurionato prolungarono infatti le trattative fino agli talizio per i sindaci e quadriennali per tutti gli altri uf- inizi del 1758. ficiali – complicate erano invece le procedure che pre- vedeva per la loro nomina, soprattutto per quella dei Dovendosi, secondo il sistema del nuovo Censimento cor- rispondente agli Ordini Sovrani di Sua Maestà, riunire questa quattro estimati non decurioni. Capitale colla sua Provincia sotto una sola amministrazione a Infatti mentre i due dottori di Collegio, necessaria- maggior beneficio de’ Censiti, si è venuto dopo maturo esame, mente esponenti del ceto patrizio ed i quattro decurio- sentiti gl’Interessati, in determinare, che debba istituirsi una nuova Congregazione di Patrimonio nella Città di Milano, ed ni venivano eletti dal Governo tra una lista di nomi appoggiarsi alla medesima l’universale Amministrazione tan- compilata dal Consiglio generale cittadino, i quattro to per la Città, che per la Provincia (Riforma 10 febbraio estimati non decurioni, venivano eletti sempre dal 1758). Governo ma su nomina da farsi, la prima volta, da un Convocato di “vocali” delle pievi – vocali designati La nuova Congregazione del patrimonio milanese non da tutti i deputati, bensì dai soli primi deputati doveva essere composta dell’estimo di ogni comunità – ed in seguito per coop- tazione da parte della Congregazione del patrimonio […] dal Signor Vicario di Provvisione, e dal Tenente-Re- stessa, che avrebbe eletto otto individui, ridotti poi a gio pro tempore, da due Dottori di Collegio, da quattro Decu- quattro dal Consiglio generale ed a due dal Governo. rioni, da quattro Estimati non Decurioni, da due Sindaci di Cit- tà e due Sindaci del Ducato. Li Sindaci sì di Città, che del Du- Secondo “gli Ordini vecchj, e le altre regole della cato saranno vitalizj, ed avranno Voto consultivo nella Città, ove non siano contrarie al presente Piano”, do- Congregazione di Patrimonio; ma li Sindaci del Ducato conti- vevano essere tassativamente esclusi dalla nomina nueranno ad averlo anche decisivo nella Congregazione di Sta- to, ove non dovrà farsi novità rispetto ad essi. Li due Dottori di tutti coloro i quali disponessero di un reddito persona- Collegio, e li quattro Decurioni saranno eletti dal Governo so- le inferiore ai 6.000 scudi d’estimo annui, tutti coloro pra nomina del Consiglio generale nella solita forma. i quali avessero debiti o liti pendenti con l’erario pub- blico, con il Banco di Sant’Ambrogio e “nemmeno Li quattro Estimati saranno parimenti eletti dal Governo potranno essere ammessi Parenti in primo grado di sopra Nomina da farsi nel modo seguente. quelli, che fossero già sedenti nella Congregazione, cioè due Fratelli, Padre e Figlio, né Parenti in qualun- Per la prima volta si farà detta Nomina de Deputati delle que grado discensivo, eccettuati il Vicario di Provvi- Pievi, li quali dovranno unirsi nella Sala della Città sotto il pre- sidio del Luogo Tenente regio, coll’intervento de due Sindaci sione e Luogo Tenente regio, li quali intervengono per attuali generali del Ducato, e nomineranno otto Estimati non ragioni di Ufficio e non per elezione personale” (Ri- Decurioni, che si proporranno al Governo per la detta Elezio- forma 10 febbraio 1758). ne. Numerose le competenze che la riforma attribuiva A questo effetto ogni pieve farà un Deputato. alla Congregazione ed ai suoi singoli membri:

Questa deputazione si farà da primi Deputati dell’Estimo Per regola apparterrà a’ Sindaci della Città l’esecuzione di ciascheduna comunità componente la Pieve. Per facilitare delle incombenze riguardanti la città, e di tutte le altre dipen- l’unione de’ predetti primi Deputati non sarà necessario che denti dal Tribunale di Provvisione, anco in Provincia, ed a’ questi si portino materialmente alla Terra Capo di Pieve, ma Sindaci del Ducato l’esecuzione delle altre non dipendenti dal basterà che il primo Deputato dell’Estimo della Terra Capo di Tribunale di Provvisione, salvo però alla Congregazione l’ar- Pieve inviti in Casa propria i detti primi Deputati delle Terre bitrio di variare ne’ casi particolari.

38 Profili istituzionali generali

Sarà la Congregazione Giudice in prima istanza in materia Consiglio Generale. Esso infatti non solo forniva di Carico, e goderà anche delle altre facoltà, che ha la presente quattro membri della Congregazione su quattordici e Congregazione del Patrimonio. ne influenzava l’elezione di altri otto, proponendo al La Congregazione di Patrimonio eserciterà le incombenze governo una lista di possibili candidati, ma conserva- della Congregazione Militare coll’intervento del Sopra inten- va diversi poteri di controllo, soprattutto di natura fi- dente Generale della Milizia Urbana, ed altri soliti intervenire scale-finanziaria, quali ad esempio, il diritto di censu- per le occorrenze della Milizia medesima dentro la Città: ma rare le spese straordinarie che eccedessero le 20.000 per le occorrenze Militari fuori della Città delegherà due Con- lire annue e il diritto-dovere di controllo sul bilancio servatori, uno della Classe de Decurioni, l’altro per la Classe annuale. degli Estimati non Decurioni, e li due Sindaci del Ducato, qua- li Delegazione riguarderanno la mera esecuzione, restando ri- legisl. Riforma 10 febbraio 1758: Riforma al governo della servate sempre, le Massime alla deliberazione dell’intiera città e del ducato di Milano, 10 febbraio 1758. Congregazione.

In fine di ciascun’anno, ed alla più lunga entro il mese di Gennajo, dovrà la Congregazione aver formato il suo Bilancio AMMINISTRAZIONE DELLA di Consunzione con le opportune giustificazioni, e quello lo VALSASSINA E DEL TERRITORIO passerà al Consiglio Generale, a cui carico sarà d’inoltrarlo al DI LECCO (1757-1797) Magistrato Regio unitamente a que’ rilievi ed avvertenze, che credesse della pubblica convenienza; ed allorquando sarà pas- La riforma comunale attuata nel ducato di Milano sato tale Bilancio sotto la cognizione del Tribunale, si riman- alla metà del XVIII secolo costituì, come è noto, la di- derà dal Tribunale medesimo al Consiglio Generale suddetto con la opportuna approvazione in favore degli Amministratori, retta conseguenza della riforma catastale. Attraverso e dal Consiglio dovrà passarsi alla Congregazione per saldo il catasto, i riformatori consegnarono agli “estimati”, alla Amministrazione dell’anno decorso. ai possidenti tenuti al pagamento dell’imposta fondia- ria, il controllo delle leve periferiche di un meccani- Non potrà la Congregazione di Patrimonio fare spese stra- smo istituzionale saldamente innervato al centro. Gli ordinarie eccedenti in tutto la somma di lire ventimila l’anno, enti locali venivano dotati di rappresentanze elettive senza l’assenso del Consiglio Generale. in ragione di un modello per la prima volta uniforme: Non potrà parimenti la Congregazione di Patrimonio rice- le rappresentanze locali avevano da un lato il compito vere anticipazioni dal Tesoriere, né da altri, ne far debiti senza di coadiuvare lo stato nel riparto e nell’esazione il consenso del Consiglio Generale. dell’imposta, dall’altro quello di amministrare le fi- nanze comunali e di convertirle in corrispettivi capi- Apparterrà alla nuova Congregazione di Patrimonio l’ele- toli di spesa. In definitiva, in epoca teresiana i comuni zione del Commissario, o sia tesoriere della Città e Provincia per il tempo, e colle condizioni che la stessa Congregazione lombardi erano stati concepiti per un verso come anel- crederà più convenienti all’utilità pubblica [...]. lo terminale della pubblica amministrazione, per l’al- tro come istituzioni di autogoverno della società civile Gli Archivi della vecchia Congregazione di Patrimonio, e locale (Meriggi 1994; Rotelli 1975). Il consolidamen- del Ducato dovranno dipendere dalla nuova Congregazione, to del potere esecutivo dello stato, tuttavia, non si restando la custodia dell’Archivio del Patrimonio secondo il spinse per il momento a cancellare le forme di gover- solito, al Decurione eletto dal Consiglio Generale in Archivi- sta, e la custodia dell’Archivio del Ducato alli due Sindaci del no particolari, garantite dagli statuti locali, soprattutto Ducato medesimo, sino a tanto, che dalla Congregazione di dove – come nella zona montana del Lario orientale – Patrimonio si ritrovi un sito comodo da unirli senza confusio- i consorzi tra le comunità erano funzionali alla gestio- ne di Scritture sotto doppia chiave, e sotto l’istessa distinta cu- ne delle risorse primarie. Se la riforma significò per le stodia. comunità generali di Lecco e della Valsassina la per- dita delle residue esenzioni dai carichi fiscali che an- Dovrà la Congregazione di Patrimonio unirsi almeno due volte la settimana sopra i soliti inviti, cioè tutti i Lunedì e Gio- cora rimanevano loro (pascoli, boschi, case e persona- vedì; ed accadendo, che detti giorni siano occupati, dovrà unir- le), fu però garantita la continuità del governo comu- si il giorno successivo. nitario a un livello superiore rispetto a quello previsto dall’editto del 30 dicembre 1755. La Congregazione di Patrimonio dovrà [infine] avere le as- La real giunta del censimento, con facoltà conferi- sistenze opportune all’adempimento delle proprie incombenze con quel numero di Subalterni, che si crederà necessario ta dall’imperatrice Maria Teresa, diede esecuzione all’intento (Riforma 10 febbraio 1758). agli ordini di riforma del governo locale della Valsas- sina e del territorio di Lecco con due distinti editti nel Competenze di natura amministrativa, militare e 1757 (editto 16 settembre 1757; editto 19 dicembre soprattutto fiscale frenate tuttavia dalla notevole in- 1757), posteriori di pochi mesi all’editto sulla com- fluenza esercitata ancora, nonostante la riforma, dal partimentazione territoriale dello stato di Milano

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(editto 10 giugno 1757). La riforma era stata precedu- Nonostante nel nuovo estimo le terre (comuni) ta da un lavoro preparatorio, con il quale la real giunta componenti le due comunità generali fossero singo- si era procurata le necessarie informazioni sul regola- larmente divise, ciascuna con la propria rappresentan- mento e consuetudini del governo nelle due comunità, za a norma dell’editto 30 dicembre 1755, i comuni vigenti fino a quel tempo, sentendone dei rappresen- stessi avrebbero dovuto “costituire insieme una socie- tanti. Il criterio fondamentale sul quale si poggiavano tà per i bisogni reciproci”, con la possibilità di ripar- gli editti di riforma era quello di rendere l’ammini- tire in base ai rispettivi estimi le imposte locali, cioè strazione delle due comunità generali di Lecco e della delle comunità generali, che erano diverse e distinte Valsassina più uniforme possibile al sistema del nuo- dal carico dell’imposta universale e da quella della vo censo. Gli ordini di riforma richiedevano inviola- provincia del ducato, e derivavano dalla necessità di bile osservanza, restando le leggi statutarie e le con- coprire le spese occorrenti alle comunità generali. suetudini subordinate all’editto di riforma. Ogni comune avrebbe dovuto registrare la propria quota tra le spese locali, avendo cura i singoli esattori Gli editti avevano una struttura analoga, vertendo comunali di pagare i debiti al tempo opportuno al ca- sui medesimi argomenti, pur essendo articolati in un neparo della comunità generale. numero differente di capitoli: ventisette, per la preci- Il maggior numero di articoli era dedicato, in en- sione, nel caso della Valsassina, quindici in quello di trambi gli editti di riforma, alla composizione e al Lecco. I punti comuni, trattati da entrambri gli editti funzionamento dei consigli generali e agli organi di riforma, erano: 1. articolazione territoriale delle co- agenti al loro interno. È questa, d’altra parte, la sezio- munità generali; 2. previsione delle entrate per le spe- ne degli editti di riforma in cui il legislatore si sforza se sociali; 3. composizione e formazione del consiglio di trovare un’armonizzazione tra la tradizione del go- generale; 4. disposizioni sommarie sull’archivio. Per verno locale (del quale viene sostanzialmente mante- quanto non specificamente trattato nei capitoli degli nuta la forma) e il sistema censuario, che prevedeva editti, tanto nel governo generale delle comunità che obbligatoriamente la rappresentanza dei deputati delle singole terre (comuni) che le costituivano, gli or- dell’estimo. Sulla composizione dei consigli generali dini di riforma rimandavano all’osservanza dell’editto delle due comunità di Lecco e della Valsassina perma- 30 dicembre 1755. nevano alcune differenze: il consiglio generale della L’articolazione territoriale della comunità genera- Valsassina sarebbe stato formato dai primi estimati di le di Valsassina rispecchiava fedelmente la situazione ciascuna delle terre componenti la valle, “non poten- rilevata al tempo dei processi delle tavole d’estimo e dosi ammettere al consiglio chi fosse debitore della delle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censi- comunità generale o chi avesse con essa lite pendente mento, quella del territorio di Lecco era coincidente o non avesse reso conti di amministrazione”; il consi- con la compartimentazione territoriale della pieve di glio generale della Valsassina avrebbe dovuto conti- Lecco in base all’editto 10 giugno 1757. nuare ad amministrare la comunità generale, “conser- vando le sue precedenti autorità, prerogative e funzio- In particolare, la Valsassina era formata dalla squa- ni che non fossero incompatibili con il sistema del dra del Consiglio, composta dalle comunità di , nuovo censo”; l’amministrazione corrente sarebbe , Cassina, , Concenedo; dalla squa- toccata a tre sindaci provinciali: il primo, vitalizio, dra di Mezzo, composta dalle comunità di , avrebbe esercitato per la Valsassina l’ufficio di “voca- Bajedo, , Vimogno, Barcone, Gerro, Pessina, le” nella congregazione del ducato, gli altri due, con , Cortabbio; dalla squadra di Chignolo, un incarico annuale, potevano però essere confermati. composta dalle comunità di con Prato San Le modalità di riunione del consiglio, l’elezione dei Pietro, Bindo, , , Vegno, Crandola, consiglieri, la composizione e funzioni della congre- Valcasargo, , ; dalla squadra dei gazione (che aveva le funzioni di giunta esecutiva ed Monti, composta dalle comunità di Muggiasca, Perle- era un’emanazione del consiglio generale) venivano do, Narro, Indovero, Esino superiore e Esino inferio- disciplinate sulla falsariga delle consuetudini antiche, re, Perlasco. raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- Il territorio di Lecco era costituito dai comuni di zone (regolamento della Valsassina). Acquate, superiore, Ballabio inferiore, Bel- Il podestà della Valsassina, i sindaci provinciali e ledo con Maggianico e Barco, con Forensi, gli ufficiali avrebbero continuato a percepire le solite Castello, Chiuso, Germanedo, Laorca con Malvero, onoranze, diritti e facoltà. Lecco con Pescarenico, , Olate con Bona- Il consiglio del territorio di Lecco, invece, sarebbe cina, Rancio con Castiglione, San Giovanni alla Ca- stato composto dai primi quattro estimati del territorio stagna. stesso, dal deputato vocale nella congregazione del

40 Profili istituzionali generali ducato (eletto dal sindaco generale), e dai primi depu- Negli ultimi decenni del governo austriaco, il go- tati dell’estimo di ciascuna delle terre componenti il verno locale in Valsassina e nel territorio di Lecco territorio di Lecco. Il deputato vocale e i primi quattro sembra passare indenne alle modificazioni apportate estimati avevano la facoltà di essere sostituiti nelle alla compartimentazione dello stato. Lecco e Valsas- riunioni del consiglio generale, purché i sostituti fos- sina erano comprese, infatti, nel ducato di Milano nel sero possessori estimati dello stesso territorio che non 1757, mentre nel 1786 vennero inserite nella provin- avessero incapacità legali, e non fossero “di condizio- cia di Como. I comuni di Valsassina e del territorio di ne servile”. Le facoltà del consiglio generale, così Lecco tornarono a Milano con il compartimento del come quelle del sindaco generale, responsabile 1791: nella provincia di Milano costituivano due di- dell’amministrazione corrente, rimanevano anche stretti con un cancelliere del censo, con sede rispetti- dopo l’editto di riforma quelle consuete. Per i mandati vamente a Taceno (dal 1781, in precedenza la sede era dei pagamenti, però, sarebbero state necessarie le fir- a Cortenova) e a Lecco (in precedenza la sede era sta- me, oltre che del sindaco generale, anche dei due pri- ta Olate) La pretura della Valsassina, unita a quella di mi estimati del territorio di Lecco, o dei loro sostituti. Lecco dopo la compartizione territoriale delle preture Gli archivi per la custodia delle scritture e dei libri foresi, nel 1774, era tornata autonoma nel 1780 (Dat- delle due comunità generali sarebbero continuati ad tero 1997). essere conservati nelle cancellerie dei rispettivi preto- ri. Dei due cancellieri della Valsassina, deputati alla conservazione delle scritture comunali di tutte le terre della Valsassina, uno avrebbe dovuto risiedere a Intro- CANCELLIERE DELEGATO DEL CENSO bio, l’altro a Taceno. Le scritture correnti riguardanti (1757-1796) il censo del territorio di Lecco sarebbero state in cu- stodia del cancelliere delegato, da riporsi poi nell’ar- Gli orientamenti da seguirsi nella riforma delle chivio presso il pretorio quando non fossero più ne- amministrazioni locali, preliminare all’esecuzione cessarie all’uso del cancelliere medesimo. del censo – già chiari al Neri quando nel 1749 giunse alla presidenza della rinata giunta del censimento – si Negli anni seguenti la riforma, in Valsassina si ve- rafforzarono ulteriormente nel 1750 in seguito ad un rificarono disordini nell’amministrazione finanziaria incontro che il Neri ebbe con i cancellieri di tutte le locale. Furono quindi avanzate varie proposte per una comunità dello stato convocati a Milano: “alcuni di modifica della forma di governo, attraverso la riduzio- essi non sono capaci per mera imperizia, e altri ben- ne degli esattori, la loro sottomissione al controllo del ché fussero periti, si trovano incapaci per essere fatto- supremo consiglio d’economia, che doveva approvare ri, o agenti, o addetti al servizio di qualche più potente preventivamente le imposte: ma non furono messe in possessore del comune, da cui sono stati creati cancel- pratica; solamente nel 1781 fu istituito un solo esatto- lieri; [quasi i due terzi non risiedevano in loco] poiché re per tutta la comunità generale (Dattero 1997). venendo eletti a piacere dai principali estimati, questi Nella comunità di Lecco, il problema della sempli- gratificano con tal titolo, e col soldo che vi è annesso, ficazione amministrativa e soprattutto dell’equo con- i loro ragionati, o agenti, o altri serventi e stipendiati guaglio delle spese tra i vari comuni, portò alla propo- della loro casa, e li lasciano risiedere in Milano, o nel- sta, “come spediente”, sostenuta dal supremo consi- le altre città” (Capra 1984). glio di governo, di aggregare la “comunità medesima in un sol corpo” (proposta aggregazione di Lecco Scelti i più abili ed onesti il Neri incominciò a de- 1786). legare loro sistematicamente tutte le operazioni relati- ve al censo, non solo nella comunità cui erano origi- Nei decenni del governo teresiano, iniziò anche la nariamente addetti ma anche nel circondario, di modo politica di alienazione dei beni comunali, mediante che ve ne fosse all’incirca uno per ciascuna pieve. vendita o concessione di livelli perpetui. In Valsassi- na, venne regimentato l’utilizzo dei boschi, per lungo Venne così istituita la figura del cancelliere delega- tempo depauperati da tagli eccessivi. Nonostante la to dalla Giunta – denominato più frequentemente can- politica dello stato, certamente non favorevole, le for- celliere del censo – che inizialmente introdotto in me di gestione comunitaria delle risorse locali, costi- modo informale ed occasionale, senza fissa remunera- tuite da pascoli e boschi, non furono che marginal- zione, divenne in seguito uno dei cardini della riforma mente intaccate: nel caso lecchese, addirittura, la sud- amministrativa teresiana. divisione dei beni comunali appartenenti alla La sua introduzione suscitò inevitabilmente malu- comunità generale sarebbe stata attuata solo all’inizio mori e proteste generali. La Congregazione dello sta- del XIX secolo, quando era definitivamente perduta to, prima fra tutti, sostenne infatti che tali funzionari ogni traccia dell’antica autonomia. “feriscono sostanzialmente la massima e l’inveterata

41 Profili istituzionali generali consuetudine del paese secondo cui le leggi, che dan- L’aggregazione del Mantovano al territorio lom- no a’ principi la facoltà d’imporre i tributi nelle circo- bardo fornì l’occasione per intraprendere una profon- stanze da esse prescritte, lasciano a’ sudditi il diritto da riorganizzazione delle cancellerie del censo: con di farne il ripartimento, come cosa spettante alla pub- l’editto governativo del 18 marzo 1785, emanato in blica amministrazione; […] a tal fine hanno le rispet- attuazione del regio dispaccio 5 novembre 1784, il nu- tive comunità i cancellieri di piena loro confidenza da mero delle delegazioni venne ridotto a 82 (compreso esse deputati alla custodia de’ catastri ed all’effetto il Mantovano) e fu delineato il nuovo compartimento delle intestazioni: se quelli però avessero a custodirsi, territoriale, poi ritoccato secondo quanto previsto nel e queste ad effettuarsi da’ cancellieri dalla Real Giun- regio editto 26 settembre 1786. Nel contempo i salari ta eletti, verrebbero tosto a sovvertirsi l’accennata dei cancellieri vennero aumentati e trasferiti a carico massima fondata nelle leggi, e canonizzata dall’im- delle casse provinciali, e non più, come in preceden- memorabile osservanza” (Capra1984). za, a carico delle singole comunità del loro distretto o pieve (Editto 26 settembre 1786). Alle rimostranze il Neri rispose ottenendo, nel lu- glio 1753, la promulgazione di un editto in cui si or- legisl. Editto 18 marzo 1785: Editto governativo di riorganiz- dinava a tutte le comunità dello stato di non ricono- zazione delle cancellerie censuarie, 18 marzo 1785; Editto 26 settembre 1786: Editto per il Compartimento scere altro cancelliere se non quello nominato dalla territoriale della Lombardia austriaca, 26 settembre Giunta. Tuttavia i reclami e le proteste continuarono 1786. sino a quando il 3 marzo 1755 Maria Teresa respinse definitivamente gli argomenti sostenuti dalla Congre- gazione dello stato ed approvò ed ufficializzò con la legge “Riforma al governo ed amministrazione delle COMUNE comunità dello stato di Milano” l’istituzione del can- (1755-1796) celliere del censo. Con la “Riforma al governo ed amministrazione Nominato per la prima volta dalla Giunta del cen- delle comunità dello Stato di Milano” del 1755, alle simento ed in seguito dall’assemblea dei deputati molteplicità di metodi si oppose un sistema uniforme dell’estimo delle comunità che componevano la dele- valido per tutte le comunità minori dello stato; norme gazione, il cancelliere del censo doveva essere o dot- particolari vennero riservate alle città e ad alcuni bor- tore o notaio collegiato o ingegnere collegiato o anco- ghi – come Abbiategrasso, Busto Arsizio, Gallarate, ra pubblico agrimensore, non poteva essere affittuario Monza, San Colombano, Varese – caratterizzati da o agente di nessun possessore sottoposto al suo di- forti tradizioni di autogoverno. Queste “norme parti- stretto e veniva remunerato direttamente dalle comu- colari”, pur consentendo ai suddetti borghi il manteni- nità a lui sottoposte, proporzionalmente a quanto pri- mento degli antichi statuti, ribadivano fermamente il ma le medesime pagavano al cancelliere comunale. principio generale secondo cui gli “estimati”, – cioè tutti coloro che figurassero a catasto per qualsiasi ci- Come rappresentante del potere centrale di fronte fra come intestatari di beni fondiari non esenti – e non alle comunità e come esecutore degli ordini del tribu- solo i decurioni, membri delle antiche famiglie locali, nale censuario il cancelliere delegato era investito di potessero partecipare alla gestione della vita pubblica. numerosi compiti: a lui spettava presiedere e scioglie- re i convocati, custodire le mappe e i registri catastali A parte quelle piccole terre che per qualche motivo non si riteneva possibile aggregare ad altre e alla cui di ogni comunità, ricevere e trasmettere al potere cen- amministrazione avrebbe provveduto un sindaco sot- trale le eventuali denunce prodotte dalle comunità a to il diretto controllo del cancelliere delegato e dei lui sottoposte, controllare la regolarità delle elezioni sindacatori che lo affiancavano (Capra 1984), organo dei deputati e dei bilanci annuali, segnalare al potere decisionale di ogni comunità diveniva il “Convocato centrale gli eventuali abusi, provvedere all’ammini- Generale” o assemblea degli estimati. Riunito almeno strazione delle comunità che, data la loro esigua di- due volte all’anno, il Convocato approvava il bilancio mensione, non erano dotate di convocato e deputazio- preventivo e consuntivo della comunità, controllava la ne. ripartizione degli oneri, decideva sulle spese e le que- In ogni delegazione – termine che poteva essere si- stioni di interesse comune. Nella prima adunanza nonimo di pieve o indicare il distretto di un cancellie- dell’anno, che si teneva nel mese di gennaio, il convo- re; ma assai spesso le due cose coincidevano – il can- cato era chiamato a formare l’imposta per l’anno in celliere era tenuto a scegliere la sede, da lui ritenuta corso, nella seconda, autunnale, era tenuto invece ad più idonea, per la collocazione dell’archivio e dei suoi eleggere la “Deputazione”, formata da tre deputati uffici (Capra 1984). dell’estimo, uno dei quali tassativamente scelto tra i

42 Profili istituzionali generali tre maggiori estimati, da un deputato rappresentante tori, ma nelle località infeudate coesistevano due or- di tutti coloro “descritti nel ruolo personale” – che gani giudiziari, quello feudale per il minor magistrato cioè pagavano l’imposta personale – e da un quinto e quello regio per il maggior magistrato. Ancora più deputato scelto invece a nome dei sudditi “descritti frequente era l’accavallarsi della giurisdizione tra giu- nel ruolo mercimoniale”, soggetti cioè all’imposta dici regi: le competenze dei giudici con sede in Mila- mercimoniale. Organo di governo municipale, la de- no si estendevano infatti su tutto lo Stato, cumulando- putazione, vedeva ancora nella proprietà immobiliare si così con quelle degli altri giudici di prima istanza una forza preminente: non solo i deputati nominati dai con giurisdizione su distretti periferici. La stessa di- proprietari terrieri erano in maggioranza, ma erano stribuzione territoriale delle preture regie, come del anche gli unici a godere del potere decisionale; ai de- resto quella delle preture feudali, era inoltre estrema- putati del personale e del mercimonio restava un sem- mente disomogenea (Cuccia 1977). plice ruolo consultivo e la facoltà di far presenti e di- Una prima significativa riorganizzazione delle giu- fendere gli interessi dei gruppi che essi rappresentava- dicature inferiori, tanto regie che feudali, venne di- no (Superti Furga 1979). sposta con il reale dispaccio 10 febbraio 1774, pubbli- Alla deputazione veniva inoltre demandato il com- cato con editto del 6 giugno dello stesso anno. pito di nominare un sindaco ed un console, le cui competenze non si discostavano molto dai tradiziona- Dopo aver noi con nostra Real Carta del dì 23 settembre li compiti loro affidati nei secoli precedenti. Al sinda- 1771 regolate le competenze dei Tribunali supremi della no- stra Lombardia austriaca nelle materie spettanti all’ammini- co era delegata la facoltà di poter agire come rappre- strazione della giustizia, abbiamo conosciuta la necessità di si- sentante della deputazione per gli affari ordinari; la stemare le giudicature inferiori, le quali debbono tanto più in- nuova normativa lo definiva infatti “naturale sostituto teressare le nostre materne sollecitudini, quanto che portano i dei Deputati Comunali, che per non essere sempre soccorsi della giustizia alla parte più bisognosa del nostro po- uniti, e sempre reperibili hanno bisogno di una perso- polo e troppo risentono degli originari difetti delle tanto mol- na, che abbia l’espresso incarico d’invigilare agli af- tiplicate e per lo più mal amministrate preture feudali”. Così le autorità asburgiche si riproponevano di “dare una migliore or- fari del Comune, di ricevere, ed eseguire gli ordini de ganizzazione alle cure pretorie, si’ in ordine al compartimento Superiori, di far tutto quello che potrebbero far essi se delle giurisdizioni territoriali che alla destinazione degli uffi- fossero adunati”. (Riforma 30 dicembre 1755). ciali necessari a conservare e a promuovere il buon regolamen- Al console, continuavano invece ad essere delegati to dell’interna polizia dello Stato. compiti di polizia e di amministrazione locale: pub- A tal fine venne innanzitutto accresciuto il numero blicava gli ordini emanati dal governo, indiceva le delle preture regie, le quali furono peraltro divise in adunanze pubbliche, presenziava ad atti di natura fi- tre classi: alle 12 preesistenti – Milano, Abbiategras- scale e finanziaria. Il mandato dei deputati, del sinda- so, Casalmaggiore, Codogno, Como, Cremona, Gal- co e del console era annuale. Triennale era la durata in larate, Lodi, Pavia, Treviglio, Varese, Vimercate – ne carica dell’esattore, funzionario unico per ogni dele- vennero aggiunte altre 10, con sede a Brivio, Fonta- gazione, abilitato alla riscossione delle imposte. nella, Laveno, Lecco, Locate, Mariano, Menaggio, legisl. Riforma 30 dicembre 1755: Riforma al governo delle Pizzighettone, Porlezza, Pozzo Baronzio. comunità dello stato di Milano, 30 dicembre 1755. A ciascuna pretura furono assegnati – oltre natu- ralmente il pretore o il vicario – un fiscale, un bargello e un numero di attuari e di fanti proporzionato all’im- portanza della stessa. PRETURE (1774-1796) La nomina dei pretori regi era prerogativa del go- verno e il loro incarico era triennale. Ancora durante la seconda metà del Settecento – come si è già accennato nel profilo istituzionale gene- I soggetti da eleggersi a questo offizio – continuava l’editto rale relativo a Podestà, vicari, capitani e in quello sul- – dovranno essere laureati nella Università di Pavia, nativi di le Preture feudali – l’organizzazione della giustizia questo Stato o domiciliati da lungo tempo nel medesimo, non possessori di fondi stabili nel distretto della Pretura, né do- era caratterizzata da uno stato di generale disordine. vranno professare nella medesima l’avvocatura o il patrocinio Continuavano infatti a sopravvivere numerosi fori pri- delle cause private (art. 4). vilegiati – per specifiche categorie di persone o per materie particolari – e sullo stesso territorio potevano Ai pretori era inoltre proibito allontanarsi dalla coesistere giudici dello stesso grado e con incarichi propria sede “senza le debite licenze”, nel qual caso praticamente identici. La prima istanza civile e crimi- gli stessi sarebbero stati sostituiti dal fiscale della Cu- nale era prerogativa generalmente dei podestà o pre- ria. Fu allora abolita anche “qualunque giurisdizione

43 Profili istituzionali generali cumulativa esercitata o pretesa per lo passato da qual- Nel complesso la giurisdizione dei pretori risultò sisia altro Giudice o Tribunale Inferiore e salva sol- sensibilmente ampliata per la soppressione di altre tanto la Giurisdizione del Regio Capitano di Giustizia giudicature concorrenti e per l’abolizione di ogni pri- a forma delle Nuove Costituzioni” (art. 7). Al contem- vilegio di elezione del foro. Per quanto riguarda in po vennero riunite “all’Officio Pretorio tutte le Ban- particolare i pretori forensi, la riforma giudiziaria giu- che e Attuarie annesse per lo passato ai rispettivi offizi seppina contribuì a rivalutarne la figura, offrendo nuo- dei Referendari, Commissari del sale, Capitani del di- ve prospettive ad una carriera che fino ad allora era vieto e a qualunque altro offizio soppresso col piano quasi completamente separata da quelle che portava- del dì primo gennaio 1772 e aggregato in virtù del me- no agli uffici giudiziari più ambiti. Le loro competen- desimo alle Regie Curie della Provincia” (art. 3). ze vennero allargate, il loro mandato divenne senza li- miti di tempo e si eliminarono i sindacati; furono inol- Oltre a razionalizzare le giurisdizioni e stabilire tre incamerate le tasse giudiziarie e si diede ai obblighi e requisiti dei giudici regi, l’editto provvide magistrati uno stipendio fisso, per metterli al di sopra infine a disciplinare le giudicature feudali e a precisa- di ogni sospetto di concussione. (Cuccia 1971). re i rapporti tra gli uni e le altre. Ai podestà regi venne Con la suddivisione dei delitti in criminali e poli- allora concesso un rigido controllo sulle preture feu- tici introdotta dal nuovo codice penale giuseppino (tra dali: essi potevano intervenire d’ufficio in caso di as- i primi rientravano i delitti di lesa maestà e di lesione senza o inadempienza dei giudici nominati dai feuda- della vita e della proprietà, mentre delitti politici era- tari e funzionavano anche come appello nelle cause no le trasgressioni alle norme di polizia e all’ordine civili di minor rilievo. Per le altre cause l’appello av- pubblico, oltre che alle regole morali e di decoro), ai veniva nelle città, davanti ai collegi di giurisperiti. Il podestà o pretori locali – in forza delle indicazioni Tribunale supremo era, come è noto, il Senato milane- contenute in un poscritto a una lettera di Kaunitz del se. (Cuccia 1977). 30 aprile 1787 che, in attesa del mai realizzato adatta- Come già la riforma delle amministrazioni provin- mento del codice penale giuseppino alle condizioni ciali anche quella della giustizia conobbe una sensibi- locali della Lombardia austriaca, continuò rappresen- le accelerazione durante il decennio di regno di Giu- tare la norma in materia di delitti politici – venne at- seppe II. tribuita anche la “cognizione e punizione di que’ de- litti che nel nuovo codice sono denominati politici” e Una profonda ridefinizione del sistema giudiziario ciò “dipendentemente dal dicastero politico ch’è il venne delineata con il reale dispaccio 11 febbraio governo” (Cuccia 1971). 1786 di riforma dei Tribunali: ogni giurisdizione fino Quanto poi ai compiti di polizia e di pubblica sicu- ad allora esercitata a Milano e a Mantova da qualsiasi rezza, a Milano venne istituito un Ufficio Centrale di giudice regio o civico fu abolita e per tutti gli affari Polizia, mentre nelle altre città tale funzione spettò contenziosi vennero previsti tre gradi di giudizio. La agli Intendenti politici. In campagna invece anche prima istanza fu affidata alle preture, tranne a Milano questa incombenza ricadde sui pretori, nei quali con- e Mantova, dove era previsto un tribunale collegiale; vivevano dunque le qualifiche di giudice civile, pena- nelle due città avevano sede inoltre i tribunali di ap- le, politico e funzionario di polizia, con dipendenza di pello e a Milano quello supremo di revisione, dove si volta in volta dai tribunali o dall’esecutivo (Cuccia doveva adire solo in caso di difformità di giudizio tra 1971). la prima istanza e l’appello. L’11 dicembre 1788 Giuseppe II approvò il nuovo Dalla competenza dei giudici di prima istanza era- compartimento territoriale per la giurisdizione del re- no escluse le cause camerali, fiscali e feudali, che gio tribunale di prima istanza di Milano e delle regie spettavano ai due tribunali di prima istanza di Milano preture urbane e forensi dipendenti dal tribunale d’ap- e Mantova, e così pure quelle economali ed ecclesia- pello. stiche, già di competenza del soppresso Senato e della Le sedi pretorili scesero a 16: nella provincia di Giunta economale. “Saranno pure eccettuate dal foro Milano vi era la sola pretura della Martesana, con contenzioso tutte quelle vertenze e questioni che po- sede a Vimercate; nel Pavese una aveva sede nel capo- tranno emergere dall’esercizio regolativo e coattivo luogo e l’altra ad Abbiategrasso; in provincia di Cre- delle facoltà economiche, che saranno attribuite nel mona le sedi pretorili erano Cremona, Fontanella e nuovo sistema generale della pubblica amministrazio- Pizzighettone; tre erano anche le preture del Lodigia- ne, al Consiglio Governativo, alla Direzione delle Re- no: Lodi, Codogno e Treviglio; nel territorio Coma- gie Finanze ed agli Intendenti o siano capi politici del- sco, oltre a quella presente nel capoluogo, avevano le Province oppure agli Offici dipendenti rispettiva- sede le preture di Menaggio, Oggiono e di Valsasina; mente dalle ora dette superiorità” (art. 18). due erano le sedi pretorili della neoistituita provincia

44 Profili istituzionali generali di Varese: Varese e Gallarate; vi era infine la pretura nale. In conseguenza cesserà nella Città di Milano il bisogno di Casalmaggiore. d’un separato Dipartimento e delle Guardie di Polizia sul pie- de Militare di Giustizia. Tanto poi il detto Capitano di Giusti- Un avviso diffuso dal tribunale di seconda istanza zia, quanto i rispettivi Pretori faranno eseguire le Catture, Per- di Milano il 16 gennaio 1790 per rendere note le so- quisizioni ed altre incumbenze, che richiedono l’uso della Ma- vrane determinazioni in merito alle preture urbane e noforte col mezzo del Satellizio, che sarà loro assegnato forensi dello Stato segnalava che secondo il bisogno, abolita intieramente la distinzione fra de- litti politici e criminali. […] col nuovo compartimento approvato da Sua Maestà l’Imperatore con Rescritto 11 dicembre 1788, restano soppres- Con il medesimo dispaccio, all’art. XIX dell’alle- se dal numero delle regie preture dipendenti dal Regio Tribu- gato B, venne inoltre ristabilita “l’antecedente Regia nale d’Appello di Milano quelle di Lecco, Locate, Piadena, Pretura di Pozzo Baronzio in Piadena”, cui fu riasse- Mariano e Porlezza, oltre Laveno, e si deve erigerne una nella gnata la giurisdizione “in tutte quella parte di territo- Valsasina e trasferire ad Oggiono la esistente in Brivio, aggre- gando alle rispettive prime istanze sussistenti nello stesso rio che dalla stessa si eserciva avanti la di lei soppres- compartimento le giurisdizioni delle soppresse, a forma del sione e che in forza del nuovo compartimento territo- territorio a ciascuna aggregato, come pure la giurisdizione di riale in parte fu aggregata alla regia Pretura di quella parte di territorio che in forza del compartimento stesso Cremona e in parte a quella di Casalmaggiore (Avviso viene ad essere smembrato dalle altre Regie Preture tutt’ora 30 aprile 1791). esistenti, cosicché dal giorno in cui sarà posto in attività il det- to nuovo compartimento la giurisdizione di questo regio Tri- In seguito, con sovrano rescritto 27 giugno 1791, i bunale di prima istanza, del Regio Tribunale criminale e delle pretori furono nuovamente sottoposti al sindacato pe- Regie Preture di nuovo stabilite dovrà esercirsi da ciascuna riodico da parte del Collegio dei Giurisperiti di Mila- prima istanza in tutto il territorio alla medesima spettante. Le no (Cuccia 1971). preture feudali rimangono nell’attuale loro consistenza. […] Quanto poi alle giurisdizioni feudali per le quali dal feudatario Già dal febbraio di quello stesso anno, Leopoldo II è stata data la patente di aggregazione a qualche Regia Pretura, aveva nominato una giunta incaricata di predisporre il nel caso resti soppressa la Regia Pretura o, in vigore del nuovo codice penale e di riesaminare altri aspetti della rifor- compartimento, il territorio feudale resti aggregato ad altre ma giudiziaria, tra cui taluni riguardanti l’ordinamen- Regie Preture, s’intende che l’esercizio della giurisdizione per to dei tribunali di prima istanza e, in particolare, la fi- detto feudo o feudi abbia ad esercirsi da quel Regio Pretore nel cui distretto è compreso il detto territorio feudale […]. gura del pretore. Nonostante il tentativo di accelerar- ne i tempi dividendo le incombenze tra due differenti L’esercizio delle giurisdizioni […] in ogni parte giunte, i lavori non furono tuttavia portati a termine conforme al nuovo compartimento territoriale era fis- prima dell’ingresso delle armate francesi. sato per il 31 gennaio 1790 (Avviso 16 gennaio 1790). Negli anni seguenti le preture vennero sostituite Pochi giorni più tardi, in seguito alla morte di Giu- dalle giudicature di pace, dotate di minori attribuzioni seppe II, il trono imperiale asburgico passò a Leopol- e con giurisdizione ridotta a dimensioni cantonali. do II. arch. Avviso 16 gennaio 1790: AO II 15, Avviso del Regio Tri- Mentre in altri settori la revisione degli ordina- bunale d’Appello di Milano 16 gennaio 1790; Avviso 30 menti giuseppini fu allora pressoché totale, l’inter- aprile 1791: BNB, AO II 15, Avviso del Regio Tribunale d’Appello di Milano 30 aprile 1791. vento del nuovo imperatore ebbe rilievo minore in legisl. Editto 6 giugno 1774: Compartimento della giurisdizio- ambito giudiziario. ne assegnata alle regie preture secondo il reale dispaccio Uno dei mutamenti più significativi introdotti in 10 febbraio 1774, 6 giugno 1774; Dispaccio 11 dicem- bre 1788: Compartimento territoriale per la giurisdizio- questo campo fu certamente la revoca della controver- ne del regio tribunale di prima istanza di Milano e delle sa distinzione tra delitti criminali e politici, ambedue regie preture urbane e forensi dipendenti dal tribunale attribuiti all’autorità giudiziaria. Di questa materia si d’appello, 11 dicembre 1788; Dispaccio 20 gennaio 1791: Reale dispaccio di riforma della pubblica ammini- occupa in particolare l’articolo XXXVIII, allegato A, strazione delle città e province della Lombardia austria- del dispaccio sovrano 20 gennaio 1791, che recita: ca, 20 gennaio 1791.

Ha stabilito Sua Maestà fino d’ora, che sieno soppresse le Regie Intendenze Politiche Provinciali e che le incumbenze della Regia Polizia sieno riunite nella città di Milano alla sfera AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE d’attività del Regio Capitano di Giustizia, come tale, e nelle al- (1786-1791) tre Città e Giurisdizioni ai Pretori Locali, come tali, e non come delegati; fermo stante la rispettiva loro dipendenza dal Con l’ascesa di Giuseppe II al trono imperiale Governo e dal Tribunale d’Appello per le rispettive ispezioni e provvidenze. La cognizione de’ delitti di qualunque genere e asburgico, avvenuta nel 1780, il processo riformatore l’inflizione delle pene, a norma delle Leggi e degli Editti ve- già intrapreso dalla madre Maria Teresa subì una forte glianti, dovrà appartenere alla sola Podestà giudiziaria Crimi- accelerazione.

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Abbandonata la linea moderata seguita dall’impe- i regi intendenti provinciali istituiti il 26 settembre ratrice, Giuseppe II diede un deciso impulso anche 1786 (Capra 1984). alla riorganizzazione dell’amministrazione locale, nel E proprio tale data segna il compimento della ri- segno dell’uniformazione, dell’accentramento e della forma giuseppina delle amministrazioni provinciali. separazione tra funzione amministrativa e giudicante, Il 26 settembre 1786, per “dare al corso degli affari provvedendo al contempo alla razionalizzazione delle nelle Provincie della Lombardia Austriaca una forma circoscrizioni territoriali che le riforme teresiane ave- regolare e coerente al Sistema politico recentemente vano lasciato in uno stato di sostanziale disomogenei- introdotto in questa e nelle altre parti della sua Monar- tà. chia”, furono infatti promulgati tre diversi dispacci re- Da solo il ducato di Milano continuava infatti a gi. Con essi l’imperatore provvide alla riorganizza- comprendere oltre il sessanta per cento delle comuni- zione territoriale delle province lombarde e a dotare le tà dello Stato e, nonostante la Giunta del Censimento stesse di nuovi organi amministrativi e di governo: le avesse progettato di creare in ogni provincia un solo Congregazioni municipali e gli Intendenti politici, organo rappresentativo espressione di tutti gli estima- funzionari, questi ultimi, “sotto l’immediata subordi- ti, la Congregazione generale, le istituzioni provincia- nazione del Regio Imperiale Consiglio di Governo”, li uscite dalle riforme teresiane furono il prodotto di dai quali venne in pratica a dipendere tutta la vita am- compromessi politici con i ceti decurionali locali, ri- ministrativa, economica e sociale delle province. Nel- sultando pertanto differenti da luogo a luogo, a secon- le loro mani furono infatti concentrate numerose e im- da della forza economica e politica che i ceti dirigenti portanti funzioni in precedenza attribuite a diversi or- cittadini avevano mantenuto (Cuccia 1977). gani allora soppressi. Un primo e importante intervento di Giuseppe II In merito a tali soppressioni, l’editto di istituzione sulle amministrazioni locali si ebbe con il regio di- delle Intendenze politiche così recitava: “Dovendosi spaccio 23 novembre 1784, che sancì la fine del mo- nel dì primo del prossimo futuro mese di novembre nopolio patrizio nelle cariche pubbliche: da allora una porre in attività il correlativo nuovo Piano nelle sud- parte – sia pure minoritaria – dei membri delle Con- dette Provincie, dovrà per tal tempo realizzarsi l’abo- gregazioni del patrimonio, organo finanziario lizione [...] del Magistrato di Sanità e delle Vice Inten- dell’amministrazione civica, dovette infatti essere denze Provinciali, della Commissaria Generale dello scelta al di fuori del ceto nobiliare, fra i “cittadini e Stato, della Congregazione generale dello Stato e de- negozianti più accreditati e facoltosi”; tale allarga- gli Uffizi dalla medesima dipendenti, come pure di mento, due anni più tardi, venne applicato anche alla ogni altro Dicastero o Mensa Civica”. In quello stesso neoistituita Congregazione municipale. anno, come è noto, erano stati soppressi anche il Se- L’aggregazione del Mantovano al territorio lom- nato e il Magistrato camerale e abrogate le Novae bardo fornì l’occasione per intraprendere una profon- Constitutiones. da riorganizzazione delle cancellerie del censo: con Tra gli organi di ambito provinciale erano soprav- l’editto governativo del 18 marzo 1785, emanato in vissute le Intendenze di finanza, che facevano capo attuazione del regio dispaccio 5 novembre 1784, il nu- all’Intendenza generale di Milano, istituita con regio mero delle delegazioni venne ridotto a 82 (compreso dispaccio 23 ottobre 1780; mentre i soli organi civici il Mantovano) e fu delineato il nuovo compartimento a non essere aboliti furono i Consigli generali, lasciati territoriale, poi ritoccato secondo quanto previsto nel in vita, ma privi ormai di ogni reale funzione se non regio dispaccio 26 settembre 1786. Al contempo i sa- quella, puramente formale, di approvare i bilanci an- lari dei cancellieri vennero aumentati e trasferiti a ca- nuali (Capra 1984). rico delle casse provinciali, e non più, come in prece- Con le riforme del 1786 il sistema di governo era denza, a quelle delle singole comunità del loro distret- stato dunque profondamente ridisegnato e le autono- to o pieve. mie locali pressoché cancellate a spese di uno Stato Le novità introdotte con l’editto del 18 marzo che assunse la totale direzione della vita del Paese. La 1785 non si limitavano comunque alle sole articola- costruzione giuseppina ebbe però vita breve. Neppure zioni periferiche del sistema censuario. Ai regi dele- cinque anni più tardi venne infatti in gran parte sman- gati, in ciascuna delle sette città lombarde, subentra- tellata dal successore Leopoldo II. rono infatti altrettanti vice-intendenti del censo, mu- legisl. Dispaccio 23 novembre 1784: Reale dispaccio di rifor- niti non soltanto di più estesi poteri di controllo e di ma delle Congregazioni del patrimonio, 23 novembre intervento sulle congregazioni patrimoniali e sui can- 1784; Editto 18 marzo 1785: Editto governativo di rior- cellieri ma anche di attribuzioni in ambiti diversi. No- ganizzazione delle cancellerie censuarie, 18 marzo 1785; Editto 26 settembre 1786: Editto per il Compartimento nostante la subordinazione formale alle Intendenze di territoriale della Lombardia austriaca, 26 settembre finanza, i nuovi funzionari prefiguravano chiaramente 1786; Editto 26 settembre 1786: Editto di istituzione

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degli Intendenti politici, 26 settembre 1786; (Editto 26 della nuova provincia di Gallarate (formata da 13 pie- settembre 1786: Editto di istituzione delle Congregazioni vi già comprese nel ducato di Milano: Angera, Appia- municipali, 26 settembre 1786. no, Arcisate, Brebbia, Castelseprio, Dairago, Gallara- te, Leggiuno, Olgiate Olona, Somma, Valcuvia, Val- travaglia, Varese); Bozzolo estendeva invece la sua PROVINCIA (1786-1791) giurisdizione su Casalmaggiore e Piadena, cancellan- do così la vecchia frontiera tra lo Stato di Milano e il Con il reale dispaccio pubblicato con editto gover- Ducato di Mantova. Tali confini non vennero alterati nativo 26 settembre 1786 la Lombardia austriaca ven- dalla decisione presa un anno più tardi, su proposta ne suddivisa in otto province, i cui capoluoghi erano del ministro plenipotenziario Wilczeck, di sostituire, Milano, Mantova, Pavia, Cremona, Lodi, Como, Boz- per ragioni di convenienza geografica e logistica, Ca- zolo e Gallarate. Ogni provincia, al suo interno, rima- salmaggiore a Bozzolo e Varese a Gallarate come cen- neva ripartita in pievi o delegazioni, e queste in comu- tri amministrativi delle rispettive province (Capra nità. 1984): con regio dispaccio 8 ottobre 1787 le Regie In- La nuova compartimentazione, che entrò in vigore tendenze politiche e di Finanza di Bozzolo e Gallarate il primo novembre, sostituiva quella dello Stato di Mi- furono infatti portate, rispettivamente, a Casalmag- lano disposta il 10 giugno 1757 dall’imperatrice Ma- giore e a Varese. ria Teresa. La sovrana aveva allora riproposto le ripar- Pochi giorni più tardi, con regio dispaccio 29 otto- tizioni e le circoscrizioni esistenti, tra le quali la più bre 1787, le province vennero ridotte a sei: Milano, vasta era di gran lunga il ducato di Milano, che com- Como, Mantova, Pavia Lodi e Cremona, mentre le In- prendeva ben 896 delle 1.462 comunità complessive. tendenze politiche rimasero otto, comprendendo an- Figuravano inoltre la città e il principato di Pavia, la cora anche Casalmaggiore e Varese (Valsecchi 1959; città e il contado di Cremona, la città e il contado di Visconti 1913). Lodi, la città e il territorio di Como, il suo contado e la Valle Intelvi; vi erano poi la giurisdizione della Cal- Come gran parte delle riforme giuseppine, anche ciana e le cosiddette “Terre separate”, indipendenti l’opera di razionalizzazione delle circoscrizioni am- dalle rispettive province: Treviglio nel ducato di Mi- ministrative della Lombardia austriaca sopravvisse lano, Castelleone, Fontanella, Pizzighettone e Sonci- comunque soltanto un anno alla morte del suo ideato- no nel Cremonese; infine la città e il territorio di Ca- re. salmaggiore, cui era stato conferito il privilegium ci- Con il reale dispaccio 20 gennaio 1791 Leopoldo vilitatis con regio dispaccio dato in Vienna il 6 II ripristinò infatti il vecchio compartimento teresia- maggio 1753 e a Milano il 2 luglio 1754. no. “Si rimetteranno sotto la giurisdizione delle vec- Il progetto di sottrarre alcuni territori al ducato per chie Provincie, anche per gli oggetti politici, tutte aggregarli alle province confinanti era già stato pre- quelle comunità che in conseguenza del Comparti- sentato nel 1754 dalla Reale Giunta del Censimento. mento 1786 ne furono staccate ed aggregate ad altre L’idea suscitò tuttavia un coro di proteste da parte dei Provincie e delle quali fu fatta bensì, nell’anno susse- provinciali del ducato e venne così accantonata. (Vi- guente, la riunione, ma per il solo Censo e per le Stra- sconti 1913) de”, recitava l’articolo XIX dell’allegato B del di- Per vedere attuata la razionalizzazione della in- spaccio. Al contempo, secondo quanto previsto congruente ripartizione amministrativa del territorio dall’art. XVIII, le terre di Soncino, Fontanella, Pizzi- lombardo, al quale, con regio dispaccio 5 novembre ghettone e Castelleone furono nuovamente separate 1784, era stato nel frattempo aggregato anche il Man- dall’estimo di Cremona. E pochi giorni più tardi, con tovano – l’unione divenne effettiva il primo gennaio reale dispaccio pubblicato il 24 gennaio, Mantova e il 1785 – bisogna pertanto aspettare l’editto giuseppino suo territorio tornarono ad avere un’amministrazione del 26 settembre 1786. autonoma da quella della Lombardia austriaca, le cui L’enorme provincia milanese venne allora smem- province rimasero pertanto: Milano, Pavia, Cremona, brata a vantaggio delle province di Como (corte di Ca- Lodi, Como e Casalmaggiore. sale, pievi di Bellano, Dervio, Garlate, Incino, Lecco, legisl. Editto 10 giugno 1757: Compartimento territoriale dello Mandello, Oggiono, Porlezza e Varenna, Vall’Assina, Stato di Milano, 10 giugno 1757; Editto 26 settembre Valsassina, Val Solda, Valtaleggio, squadre de’ Mauri 1786: Editto per il Compartimento territoriale della e di Nibionno), Pavia (vicariato di Binasco, pieve di Lombardia austriaca, 26 settembre 1786; Dispaccio 20 gennaio 1791: Reale dispaccio di riforma della pubblica Corbetta, pieve di Rosate e parte della pieve di San amministrazione delle città e province della Lombardia Giuliano), Lodi (comune di Cassine di S. Pietro) e austriaca, 20 gennaio 1791.

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INTENDENZA POLITICA tuale” con la vigilanza sopra i parroci (par. 29). Aveva (1786 – 1791) autorità in campo militare con l’“assistenza da pre- sentarsi agli uffiziali di provianda per la compra dei Con l’editto del 26 settembre 1786, Giuseppe II, generi” o lo “scoprimento dei disertori ed ingaggiatori volendo “dare al corso degli affari nelle provincie del- esteri” (parr. 34-35). Doveva interessarsi delle norme la Lombardia Austriaca una forma regolare e coerente “da usarsi per rendere migliore l’arte di fabricar le ca- al sistema politico recentemente introdotto in questa e se”, in modo da “contribuire nel tempo stesso alla co- nelle altre parti della sua monarchia”, divise la Lom- modità degli abitanti e particolarmente per li quartieri bardia Austriaca in otto provincie, ossia quella di Mi- militari” ed “evitare i pericoli d’incendio” (par. 32), lano, Mantova, Pavia, Cremona, Lodi, Como, Galla- contro i quali doveva insieme alle congregazioni mu- rate e Bozzolo, quest’ultima trasferita a Casalmaggio- nicipali provvedere all’acquisto di macchine idrauli- re nel 1787. che e definire un “fisso regolamento in simili contin- In ognuna di queste provincie veniva “fissata una genze” (par. 31). Doveva curarsi di affari di benefi- intendenza politica, la quale sotto l’immediata subor- cenza, regolando le “questue dei regolari” (par. 28) e dinazione del regio imperiale consiglio di governo l’attività dei monti di pietà (par. 30). Doveva attendere dovrà soprintendere e determinare non solamente so- alla pubblicazione degli editti, ordini ed avvisi (par. pra tutto ciò che riguarda le pubbliche amministrazio- 36), con la “facoltà di ordinare la stampa di qualunque ni, ma ancora sopra tutti gli altri oggetti politici ed carta previo il parere dei regi revisori” (par. 27). Era economici della rispettiva provincia” (art. 2). tenuto ad esprimere sempre il proprio parere motivato Compito degli intendenti politici era quello di “ve- in tutti i casi richiesti (par. 45), elaborando tutte le gliare sulla quiete, buon ordine, sicurezza e vantaggio proposte “che possono produrre il bene generale” della provincia”, con la possibilità di “procedere alle (par. 41). Ogni otto giorni l’intendente politico, come provvidenze opportune, qualora siano coerenti alle le congregazioni municipali (par. 38), doveva trasmet- leggi veglianti” (art. 4) (Editto 26 settembre 1786). tere al consiglio di governo copia del “protocollo” dal L’“istruzione generale per le regie intendenze po- quale “apparisca la vera ed estrinseca qualità dell’af- litiche provinciali della Lombardia Austriaca”, pub- fare e quale sia stato il fondamento ed il motivo di cia- blicata anch’essa nel 1786 ed articolata in 48 paragra- scuna risoluzione” (par. 37). Infine ogni anno l’inten- fi, dopo avere ribadito le finalità generali, consistenti dente politico era tenuto a fare “la visita della provin- nell’“eseguire attentamente e con prontezza gli ordini cia”, facendone relazione al consiglio di governo (par. che ad esse verranno di volta in volta abbassate dal re- 39) (Istruzione generale 1786; Mozzarelli 1990). gio imperial consiglio di governo” (par. 1), nella sua All’“istruzione generale per le regie intendenze “immediata dipendenza” da questo organo (par. 2), e politiche provinciali della Lombardia Austriaca”, se- nella “vigilanza sopra l’esecuzione degli ordini in tut- guivano “istruzioni particolari sopra vari oggetti con- ta la provincia” (par. 3), specificava dettagliatamente tenuti nella istruzione generale per li regi intendenti gli ambiti di competenza delle intendenze politiche, politici provinciali”, sempre del 1786. Nell’“istruzio- precisando che “le facoltà degli intendenti nelle ri- ne per la spedizione degli affari del censo, delle pub- spettive provincie sono li seguenti. Conservazione dei bliche amministrazioni e delle fazioni militari”, dopo diritti del principato. Censo, amministrazione de’ aver ribadito che erano di competenza dell’intendente pubblici, fazioni militari. Affari ecclesiastici e delle politico “tutti gli affari i quali riguardano il censo e le pie fondazioni. Confini. Educazione pubblica, studi e pubbliche amministrazioni”, si specificava che egli scuole. Arti e commercio. Camere mercantili. Fiere e doveva curare la trasmissione al consiglio, con le op- mercati. Società patriotica ed agricoltura. Miniere. portune avvertenze, copia dei bilanci consuntivi delle Acque, navigazioni, argini, dugali e degagne. Boschi. amministrazioni comunali, delle note annuali della Allodi camerali. Polizia. Sanità. Monete. Pesi e misu- popolazione, dei ruoli personali delle comunità, re. Oggetti araldici”. Gli intendenti dovevano inoltre “esclusa la provincia mantovana, ove la collettazione occuparsi degli “affari che hanno rapporto generale personale non esiste”, e delle domande “per il titolo alle poste, esclusi quelli che riguardano l’intera dere- de XII figli”. L’intendente politico aveva la facoltà di zione e regolamenti delle medesime” (par. 4). approvare le deliberazioni delle esattorie comunali, Oltre a questi affari, sanciti nei paragrafi 5-24 della rilasciando all’esattore “l’opportuna patente”, con- stessa “istruzione”, l’intendente politico doveva occu- trollandone in seguito l’operato. Egli aveva il potere parsi anche delle materie ecclesiasticche, come “la di approvare e confermare i deputati dell’estimo e materia dell’asilo sacro” (par. 25), la concessione l’elezione di tutti gli altri uffiziali delle comunità sem- dell’“exequatur” per la pubblicazione di bolle, brevi o prechè queste siano state fatte con i metodi prescritti concessioni pontifice (par. 26), o l’“assistenza spiri- dalla riforma generale”. Aveva la facoltà di “ordinare

48 Profili istituzionali generali l’unione dei convocati straordinari”, come di appro- provvedendo “negli oggetti di piccola entità”, ovvero vare spese urgenti ed utili alle comunità o aumenti ogni tre mesi lungo i confini che non fossero costituiti “dei soldi ai sindaci e consoli”. Doveva controllare da fiumi, e che i sindaci delle comunità di confine vi- “l’elezione parimente de’ parocchi ed altri benefiziati sitassero settimanalmente le frontiere costituite da ove questo appartenga alle comunità”. Doveva occu- fiumi, e mensilmente le altre. parsi delle strade comunali come della costruzione dei L’intendente politico doveva avere particolare at- cimiteri. Doveva controllare “la condotta de’ regi can- tenzione “alla conservazione della cattolica religio- cellieri, acciocchè adempiano esattamente a tutti gli ne”, vigilando sul catechismo e sulle scuole, occupan- obblighi del proprio impiego”, con facoltà di sospen- dosi della censura dei libri. Aveva competenze in derli. Nella visita annuale della provincia dovevano campo sanitario, vigilando sulle malattie epidemiche prestare particolare attenzione agli “affari censuari”. di animali e uomini e sull’osservanza della normativa Dovevano avere “particolare attenzione sopra l’arti- sull’inumazione dei cadaveri, controllando la vendita colo delle fazioni militari”, predisponendo il necessa- del vino e altre bevande, sorvegliando ciarlatani, sal- rio “tanto per gli alloggi di fermo quanto per le fazioni timbanchi, dentisti e venditori di medicamenti, tenen- di transito”. do d’occhio l’igiene delle abitazioni e la ulizia delle Anche “tutti gli affari che riguardano la commis- strade. Aveva facoltà di intervenire in materie econo- sione ecclesiastica”, dovevano “passare per mezzo” miche, dovendo promuovere lo sviluppo del commer- dell’intendente politico, al cui ufficio doveva essere cio, l’impianto di manifatture. “aggiunto un amministratore che dovrà invigilare alla Annualmente l’intendente politico provinciale era conservazione e manutenzione de’ fondi de’ vacanti, tenuto alla visita della propria provincia, “avendo per de’ legati pii e di tutte le rendite destinate nelle rispet- oggetto di vedere da vicino, non solo i disordini sul tive provincie per dote della religione e della pubblica punto delle particolari amministrazioni censuarie, ma istruzione”. L’intendente politico doveva approvare i eziandio quelli che avessero rapporto alla politica ed contratti temporanei e degli affitti da assegnare al mi- economica ispezione”. Nella visita, oltre al controllo glior “oblatore”, redigendo un elenco mensile da tra- delle amministrazioni comunali e della condotta dei mettere al consiglio di governo. Doveva convalidare cancellieri censuari, egli doveva esaminare la salubri- le riparazioni ordinarie per la manutenzione dei fondi tà dell’aria, favorendo l’impianto di fontane pubbli- e vigilare sulla conservazione e manutenzione delle che con acqua potabile, verificare le condizioni delle chiese. Doveva occuparsi della censura dei libri, sia case rustiche, vigilare sulle frodi perpetuate da macel- per la revisione delle stampe da farsi col mezzo dei lai, “prestini” e “postari”. Doveva informarsi sull’esi- regi revisori, ossia per l’introduzione dei libri fore- stenza di orfani, mendicanti invalidi o infermi e sulle stieri, e col parere dei regi revisori vi metterà l’“impri- loro condizioni di sussistenza. Doveva interessarsi an- metur” o l’“introducatur”. che della condotta di parroci, capellani, medici, chi- L’intendente politico doveva essere “il canale per rurghi ostetrici e maestri di scuola. Doveva considera- cui gli affari delle pie fondazioni dovranno passare re la possibilità di impiantare nuove manifatture, veri- alla commissione” delle pie fondazioni. Egli doveva ficando la prosperità e o il decadimento di quelle approvare i contratti temporanei relativi ad affitti di esistenti. Doveva infine controllare lo stato delle stra- case e beni, da assegnare al miglior offerente, redi- de e le condizioni dei fiumi e dei torrenti, per preveni- gendo un elenco mensile da tramettere al consiglio di re eventuali inondazioni. Dopo la visita della provin- governo. Agli intendenti politici dovevano essere di- cia, a cui poteva delegare l’aggiunto dell’intendenza retti tutti gli ordini relativi alle pie fondazioni, “per- in caso di impedimento, l’intendente doveva fare un chè siano eseguiti colla maggiore precisione ed esat- dettagliata relazione al consiglio di governo “di tutto tezza”, come ad essi era delegata l’aggregazione o la ciò che nella visita sarà stato osservato e che potrà soppressione di luoghi pii, e la vigilanza del “buon re- meritare un special riguardo e delle particolari prov- golamento degl’orfanatrofi, scuole normali, case ele- videnze”. mosiniere e di lavoro volontario, ospedali, ricoveri”. L’ufficio dell’intendenza politica provinciale era Sempre nelle “istruzioni particolari sopra vari og- formata da diversi funzionari, oltre all’intendente che getti contenuti nella istruzione generale per li regi in- era a capo della cancelleria. Vi era un aggiunto, che tendenti poitici provinciali”, si diponeva che annual- suppliva l’intendente in caso di sua assenza o di ma- mente l’intendente politico, insieme al perito d’uffi- lattia, un segretario che stendeva e compilava le rela- zio, doveva visitare i confini statali, stabilendo che il zioni e le lettere, distribuendole ai vari “cancellisti” cancelliere censuario delle giurisdizioni poste ai con- per la redazione. Vi era inoltre il registratore che era fini dello stato dovesse fare visite mensili lungo le tenuto alla custodia degli atti, redigendo i relativi re- frontiere segnate da fiumi, soprattutto dopo le piene, pertori o indici delle materie. L’ingegnere, oltre alle

49 Profili istituzionali generali commissioni assegantegli dall’intendente, era addetto cessivi regolamenti” in materia di adattamento e ma- a verificare le “usurpazioni dei fondi comunali e li nutenzione delle strade urbane e provinciali, danni recati ai sudditi in occasione d’inondazione e soprintendenza alle fabbriche pubbliche e all’ornato simili altre cose”; doveva redigere i disegni per le re- esterno della città, vigilanza sui commissari e cassieri lazioni dell’intendente, esaminare le “perizie sopra gli della provincia, alloggiamenti e fazioni militari, so- adattamenti delle strade comunali”, accompagnare printendenza alle vettovaglie per la salubrità e la ga- l’intendente o l’aggiunto nella visita annuale della ranzia dei pesi e delle misure, fissazione dei calmieri, provincia. Vi erano infine i portieri che erano tenuti ad diverse mansioni di polizia e di sanità, vigilanza sopra “insinuare le persone che domandano udienza”, a te- gli incendi; alla Congregazione di Milano spettava nere pulito la cancelleria, a recapitare le lettere inoltre la vigilanza sopra l’illuminazione della città e dell’ufficio e a “servire l’uffizio dell’intendenza in facoltà particolari erano assegnate anche a quelle di tutto ciò che verranno comandati”. In caso di necessi- Mantova e Cremona. tà, l’organico dell’ufficio poteva essere integrato da Per l’applicazione di tali poteri “avranno le Con- praticanti e da scrittori (Istruzioni particolari 1786). gregazioni Municipali l’esercizio regolativo e coatti- Le regie intendenze politiche provinciali della vo delle facoltà economiche, in modo che nei singoli Lombardia Austriaca furono abolite con l’editto del casi di contravvenzione agli attuali e successivi rego- 30 gennaio 1791 (Mozzarelli 1990). lamenti in ciascheduna delle divisate materie possano arch. Editto 26 settembre 1786: Editto per il compartimento esse prendere cognizione e pronunziare una regolare territoriale della Lombardia austriaca, in ASMn, Gridario dichiarazione [...] a norma delle leggi e dei regola- Bastia, tomo 24, f. 184; Istruzione generale 1786: Istru- menti di polizia, escluse però le materie contenziose e zione generale per le regie intendenze politiche provin- ciali della Lombardia Austriaca, 26 settembre 1786, in che esigano discussione giudiziaria [...]”. ASMi, Uffici regi, parte antica, b. 399; Istruzioni parti- colari 1786: Istruzioni particolari sopra vari oggetti con- Le attribuzioni delle Congregazioni erano dunque tenuti nella istruzione generale per li regi intendenti po- assai vaste, estendendosi alla finanza, all’economia, litici provinciali”, 26 settembre 1786, in ASMi, Uffici regi, parte antica, b. 399. alla polizia e ai servizi pubblici; assai limitata invece bibl. Mozzarelli 1990: Cesare Mozzarelli, Le intendenze po- la loro autonomia: per qualunque spesa che non rive- litiche della Lombardia austriaca (1786-1791), in L’or- stisse carattere d’urgenza occorreva infatti la preven- ganizzazione dello stato al tramonto dell’antico regime, tiva approvazione del governo (Cuccia 1971). a cura di R. De Lorenzo, Napoli 1990, pp. 61-117. E ancora riguardo il contenzioso amministrativo, il dispaccio stabiliva che, “nel caso di denegata provvi- denza o d’altro gravame contro le Congregazioni mu- CONGREGAZIONE MUNICIPALE nicipali, le parti potranno ricorrere alle Regie Inten- (1786-1796) denze provinciali politiche”. Con due dispacci reali promulgati il 26 settembre Quanto a composizione: “il capo di ciascheduna 1786 il governo e l’amministrazione delle otto pro- Congregazione avrà il titolo di Prefetto mentre gli al- vince della Lombardia austriaca, istituite quel mede- tri individui si chiameranno Assessori. Nella Congre- simo giorno da Giuseppe II, vennero affidati a due gazione di Milano continuerà il Prefetto ad avere il nuovi organismi: le Intendenze politiche e, in luogo medesimo trattamento onorifico che fino ad ora ha delle Congregazioni del patrimonio teresiane, le Con- avuto il cessato Vicario di provvisione” (par. IV). Gli gregazioni municipali. assessorati più importanti erano quelli delegati alle Queste ultime riunivano in sé le funzioni esecutive strade e alle vettovaglie. di organi civici tradizionali allora soppressi, quali il A Milano, Mantova e Cremona i membri delle Tribunale di Provvisione, il Vicario di Provvisione, i Congregazioni erano complessivamente nove, “sei Giudici delle strade, delle vettovaglie e della legna e de’ quali, e fra essi il prefetto, saranno del ceto de’ pa- di altri ancora (Grab 1976). trizi e tre di quello degli estimati, in conformità di Alle Congregazioni municipali, come è indicato quanto fu da Sua Maestà determinato con cesareo re- nel paragrafo X dell’editto, competevano infatti ale dispaccio de’ 23 novembre 1784” (par. I); a Como, “l’ispezione e l’esecuzione di tutto ciò che riguarda Lodi, e Pavia i membri erano invece sette, cinque dei gli oggetti dell’economica amministrazione del Patri- quali patrizi, fra cui il prefetto, e due estimati non no- monio pubblico a norma degli ordini censuari e come bili (par. II); sette soggetti dovevano comporre anche è stato osservato fin d’ora dalle Congregazioni Patri- le Congregazioni municipali di Gallarate e Bozzolo, moniali”, ma anche “vegliare, provvedere e mantene- ad essi era tuttavia richiesto di essere “semplicemente re in tutta la Provincia l’esecuzione degli attuali e suc- estimati” (par. III).

50 Profili istituzionali generali

Prefetti ed assessori dovevano dimostrare almeno Le riforme del 1786 stabilirono dunque una rigida duemila scudi d’estimo “in testa propria nelle rispet- gerarchia tra il Consiglio di governo, che ne costituiva tive provincie” e non avere “né liti né debiti con i ri- il vertice – sottoposto solo a Vienna – gli Intendenti spettivi Pubblici” (par. VIII), duravano in carica sei politici provinciali e le Congregazioni municipali, anni, “ben inteso però che passati anni tre se ne cam- concepite come organi di tipo meramente ammini- bieranno quattro nelle Congregazioni municipali di strativo-esecutivo, privi di potere giurisdizionale. Milano, Mantova e Cremona e tre nelle altre” (par. L’antica autonomia, con le sue particolari istituzioni, VII). Il dispaccio specificava inoltre che la prima no- fu completamente eliminata e l’amministrazione inte- mina di prefetti ed assessori sarebbe spettata diretta- grata in una nuova struttura gerarchica, strettamente mente alla “rappresentanza di Sua maestà”, mentre in soggetta alle autorità superiori (Grab 1976). seguito essi sarebbero stati eletti dal Consiglio di go- Molte delle prerogative perdute dalle classi diri- verno, scelti tra terne di nomi presentati dai rispettivi genti locali durante il periodo giuseppino vennero tut- Consigli generali (par. VIII). tavia riacquistate dopo la morte dell’imperatore e Nel successivo “Piano delle Congregazioni muni- l’ascesa al trono di Leopoldo II, che, con il dispaccio cipali della Lombardia austriaca”, pubblicato an- 20 gennaio 1791, provvide ad un ampia revisione de- ch’esso nel 1786, veniva ribadito che le stesse non do- gli ordinamenti locali voluti da Giuseppe II. vevano occuparsi di quanto richiedeva “una discus- Significative furono allora anche le novità riguar- sione giudiziaria della ragione privata e controversia danti le Congregazioni municipali. fra parte e parte, dovendo la loro facoltà essere unica- mente ristretta nei termini di esecuzione e di provve- Ad esse furono innazitutto “appoggiate” le incom- dimento economico e stragiudiziale” nelle materie già benze in materia di fazioni militari “che erano affidate indicate nel dispaccio istitutivo (par. XIII). In questo ai Luogo-Tenenti Locali del già Commissario Gene- modo si sopprimeva una parte delle funzioni che in rale dello Stato” (dispaccio 20 gennaio 1791, allegato precedenza spettavano all’amministrazione e si intro- A, art. XIII). duceva una netta distinzione fra magistrati e burocra- Allo stesso tempo le Congregazioni municipali, ti. I primi avevano autorità esecutiva e giudiziaria, presso cui dovevano essere ripristinati i regi delegati mentre i secondi detenevano solo di autorità esecutiva (art. XV), vennero “poste nell’esercizio del diritto ad (Grab 1976). esse compartito dal Codice Censuario di giudicare in La Congregazione municipale – sempre secondo prima istanza in materia di Carico o d’Imposta; salvo quanto indicato nel citato “Piano” – aveva l’obbligo di tuttavia alla parte, che si crederà gravata dalla senten- riunirsi due volte la settimana (par. XXII) e deliberava za, il ricorso al Consiglio di Governo, qual Tribunale “con la pluralità dei voti” (par. XXXII); ogni otto Tutorio” (art. XIX). L’articolo, che affidando alle giorni doveva poi trasmettere copia dei rispettivi pro- Congregazioni il contenzioso tributario, faceva rie- tocolli all’Intendente politico provinciale (par. XIX), mergere quella commistione di funzioni tipica degli al quale era inoltre attribuito il compito di vigilare sul- organi di ancien régime combattuta da Giuseppe II la condotta degli assessori (par. XX) e la facoltà di (Cuccia 1971), fu poi precisato in un “Istruzione rela- convocare, anche straordinariamente, la Congrega- tiva agli affari che in prima istanza devono giudicarsi zione, alle cui riunioni poteva intervenire quando vo- dalle rispettive Congregazioni municipali e agli og- leva “e ciò succedendo sederà egli al luogo del Prefet- getti sopra i quali i Pubblici devono interloquire prima to” (par. XXIII). Solo in caso di denegata o ritardata che sieno ultimati”, emanata dal governo il 25 giugno provvidenza o di “manifesto pregiudizio” ai loro dirit- 1791 (Istruzione 1791). ti le Congregazioni avevano la facoltà di inoltrare ri- Secondo quanto disposto dal regio dispaccio 20 corsi direttamente al Consiglio di governo (par. gennaio 1791 venne inoltre riconosciuta alle Congre- XXIX). gazioni Municipali “la facoltà di provvedere senza La preminenza degli Intendenti sulle Congrega- previo assenso Governativo nei casi di loro ispezione zioni municipali era del resto chiaramente evidenziata e di decretare le spese nelle annuali ordinarie e straor- nello stesso dispaccio istitutivo delle Intendenze, do- dinarie occorrenze entro i limiti delle rubbriche ri- ve, al paragrafo quarto, si disponeva che ad esse spet- spettive delle somme che saranno impostate nel Bi- tasse la soprintendenza su “tutti i Dipartimenti o Di- lancio preventivo purché in fine di ogni anno vengano casteri provinciali, perché adempiscano esattamente i espresse nei bilanci consuntivi e giustificate dagli op- doveri del loro istituto, riferendo le occorrenze al portuni ricapiti, ritenendosi per risponsali quegli Am- Consiglio nei casi che eccedano i limiti delle loro fa- ministratori che avranno abusato del pubblico denaro coltà”. in tale spesa” (art. XXXV).

51 Profili istituzionali generali

Con la soppressione delle Intendenze politiche dotandola peraltro di un’autorità maggiore di quanto provinciali cessò infine per le Congregazioni “l’obbli- non avesse fino al 1786. Alla sua presidenza tornava, go di rimettere dettagliati Protocolli delle loro delibe- “secondo l’antica consuetudine, il Vicario di Provvi- razioni nel modo prescritto col nuovo Sistema del sione per tempo della città di Milano”. Restava 1786”, bastando “ch’esse facciano tenere di mese in “ugualmente confermata da Sua Maestà la carica di mese al Consiglio di Governo un transunto degli Ap- Regio delegato presso la Congregazione colle facoltà puntamenti presi in tal intervallo per la Superiore no- spettanti alla sua rappresentanza” (dispaccio 20 gen- tizia” (art. XXXIX). naio 1791, all. A, art. I-XIII).

arch. Istruzione 1791: ASMi, Uffici civici p.a., cart. 36, Scompariva al contempo l’Ufficio di Polizia, le cui “Istruzione relativa agli affari che in prima istanza devo- incombenze vennero affidate, a Milano, al Capitano no giudicarsi dalle rispettive Congregazioni municipali e di giustizia, nelle altre città e province, ai pretori (di- agli oggetti sopra i quali i Pubblici devono interloquire prima che sieno ultimati”, emanata dal governo il 25 giu- spaccio 20 gennaio 1791, all. A, art. XXXVIII). E gno 1791. scomparivano gli Intendenti politici provinciali, sosti- legisl. Editto 26 settembre 1786: Editto di istituzione degli In- tuiti, ma con poteri minori, dai Regi delegati “repristi- tendenti politici, 26 settembre 1786; Editto 26 settem- bre 1786: Editto di istituzione delle Congregazioni mu- nati appresso le rispettive Congregazioni provinciali nicipali, 26 settembre 1786; Dispaccio 20 gennaio 1791: [...] colla sfera d’attività determinata dal codice cen- Reale dispaccio di riforma della pubblica amministrazio- suario” (dispaccio 20 gennaio 1791, all. A, art. XV). ne delle città e province della Lombardia austriaca, 20 gennaio 1791. Ad essi spettava l’ispezione sugli affari riguardanti il censo e le comunità, gli oggetti politici e di governo, cioè confini, sanità, scuole, strade, affari ecclesiastici, commercio e manifatture, ad eccezione di quanto ri- AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE maneva delegato alle mense civiche (Visconti 1913). (1791-1796) Per le materie finanziarie rimasero le Intendenze provinciali di finanza, incaricate anche degli oggetti Fin dalla sua ascesa al trono imperiale asburgico, demaniali e di mera spettanza camerale, prima esple- Leopoldo II si mostrò disponibile a rivedere il sistema tati dalle abolite Intendenze politiche (Visconti 1913). di governo giuseppino; una conferma ufficiale in tal senso venne il 6 maggio 1790, allorché fu trasmesso a Quanto alle amministrazioni provinciali, Milano, Milano un dispaccio con il quale Leopoldo invitava i Como, Cremona e Casalmaggiore ottennero un ritor- consigli decurionali delle sei principali città della no alla situazione teresiana con correttivi a favore dei Lombardia austriaca a scegliere due rappresentanti decurionati, mentre i patriziati di Pavia e Lodi prefe- ciascuna, i quali, riuniti a Milano, “si facciano a deli- rirono conservare le Congregazioni municipali giu- berare in comune sopra tutti gli oggetti che crederan- seppine, dove il loro peso era superiore a quello san- no poter esigere o meritare un sovrano provvedimento cito dalle riforme promosse dall’imperatrice (Capra e specialmente sul bisogno a noi già stato esposto dal 1984). Consiglio generale della città di Milano d’una Rap- Alle Congregazioni municipali venne tra l’altro af- presentanza permanente della società generale dello fidato il compito “di giudicare in prima istanza in ma- Stato, sul modo di costruirla e sulla forma da dare alla teria di Carico o d’Imposta” (dispaccio 20 gennaio medesima”. 1791, all. A, art. XIX); mentre restarono “confermate Al termine dei suoi lavori, questa “Deputazione le prerogative, onorificenze e facoltà economiche sociale” espose le richieste riguardanti gli affari di in- competenti ai Corpi Civici rappresentanti o ammini- teresse generale in un ‘protocollo comune’, cui si ag- stranti delle singole città o province a norma del codi- giunsero quelli particolari predisposti dalle singole ce censuario, e così anche la facoltà de’ suddetti Corpi città. di eleggere e nominare i loro individui componenti la Le istanze avanzate dalla Deputazione sociale fu- Congregazione dello Stato e le Municipali, di tempo rono sostanzialmente accolte da Leopoldo II, che, con in tempo, non eccetuata ne pure la prima volta”. Inol- dispaccio datato 20 gennaio 1791, regolò in 56 artico- tre “avranno essi Corpi la primiera giurisdizione in li gli oggetti di interesse generale e con 63 quelli rela- materia di vittovaglie, strade, sanità e polizia urbana” tivi alle singole province. Ad essere maggiormente e la facoltà di rivolgersi direttamente al Governo “per presa in considerazione fu l’amministrazione locale, tutte le loro occorrenze” (dispaccio 20 gennaio 1791, l’autonomia territoriale delle città e province, a co- all. A, art. XXXIII-XL). minciare dal massimo organo di questa autonomia, la Leopoldo II concesse alle comunità anche “la libe- Congregazione dello Stato (Valsecchi 1959). Il sovra- ra elezione” dei rappresentanti del governo presso le no dispose infatti il ripristino della Congregazione, comunità stesse, i cancellieri del censo, il cui numero

52 Profili istituzionali generali rimase allora immutato; “con che però la medesima AMMINISTRAZIONE [elezione] debba cadere in un soggetto, che sia fornito PROVINCIALE E COMUNALE de’ requisiti voluti dalla riforma censuaria, e salva la (1799-1800) successiva approvazione del Consiglio di Governo” (dispaccio 20 gennaio 1791, all. A, art. XX). Le regole Nella primavera del 1799 la repubblica Cisalpina, sorta due anni prima in seguito alle vittorie militari per l’elezione dei cancellieri furono pubblicate co- francesi, crollò a causa dell’arrivo delle truppe austro- munque solo con editto 24 luglio 1794 (Cuccia, russe partite dal territorio veneto. Brescia cadde agli 1971). inizi di aprile, Bergamo il 24, Milano il 28. Il territo- Con il dispaccio 20 gennaio 1791 vennero inoltre rio lombardo rimase austriaco dal maggio 1799 al 31 rimesse “sotto la giurisdizione delle vecchie Provin- maggio 1800. Si trattava di un’area molto vasta e im- cie, anche per gli oggetti politici, tutte quelle comuni- portante che coincideva sostanzialmente con la Lom- tà che in conseguenza del Compartimento 1786 ne fu- bardia odierna: alla ex Lombardia austriaca che com- rono staccate ed aggregate ad altre Provincie e delle prendeva le sei province di Milano, Como, Pavia, Lo- quali fu fatta bensì, nell’anno susseguente, la riunio- di, Cremona e Casalmaggiore, furono per la prima ne, ma per il solo Censo e per le Strade” (all. B, art. volta accorpati sotto il dominio austriaco i territori ex XIX). veneti che avevano fatto parte della Repubblica Cisal- pina, cioè Bergamo, Brescia e Crema, oltre all’antico Le provincie erano tornate ad essere sei: Milano, ducato di Mantova al quale era stato annessa una por- Pavia, Como, Lodi, Casalmaggiore e Cremona, dal zione di territorio veronese; e inoltre la Valtellina e gli cui estimo vennero nuovamente separate le terre di ex contadi di Bormio e di Chiavenna. Dal punto di vi- Soncino, Fontanella, Pizzighettone e Castelleone (all. sta amministrativo e istituzionale l’occupazione au- B, art. XVIII). striaca ebbe esiti diversi per i territori che anterior- mente all’istituzione della Repubblica Cisalpina ave- Mantova e il suo Stato, con la Reale Carta 24 gen- vano fatto parte del dominio asburgico e per quelli che naio 1791, avevano infatti riacquistato la propria au- invece erano stati parte della Repubblica di Venezia. tonomia amministrativa dallo Stato di Milano e un “particolare ed immediato Governo locale, dipenden- Le linee politiche generali del sistema di governo te però del Governo Generale della Nostra Lombardia organizzato dagli Austriaci in Lombardia nel 1799 in Milano, rispetto a tutti gli oggetti superiori alla di- erano decise a Vienna, mentre al governo centrale del- rezione esecutiva e spettanti all’interesse e vantaggio le province lombarde stabilito a Milano, toccava un generale del Mantovano” (dispaccio 30 gennaio ruolo puramente esecutivo. Il nuovo sistema di gover- 1791). no intendeva ripristinare nelle linee generali quello che aveva retto la Lombardia austriaca fino al 1796 e In quella stessa data il sovrano aveva inoltre dispo- risultò rispetto ad esso strutturalmente semplificato: sto la costituzione di una Giunta per l’esecuzione del- una sola Commissione imperiale, che aveva principal- le riforme accordate ai deputati lombardi, (Cuccia mente il compito di trasmettere e mediare le volontà 1971) mentre, con dispaccio 30 gennaio 1791, venne politiche di Vienna ed era a capo di un rinnovato e raf- decretata la riforma del Governo generale della Lom- forzato apparato giudiziario repressivo, sostituì la bardia austiaca, “per toglierne i diffetti dell’attuale Conferenza governativa, il Magistrato politico came- suo Sistema introdotto nel 1786, con totale cambia- rale e la Camera dei conti. Alla Commissione spettava mento di quello ch’era stato stabilito nel 1771”; rifor- anche la riscossione delle imposte dirette. L’Intenden- ma che entrò in vigore il primo aprile 1791. za generale delle finanze, unico organismo ammini- strativo ad essere riattivato in base alle funzioni e Come già quelli voluti da Giuseppe II, anche que- all’organizzazione che aveva nel 1796, doveva occu- sti ordinamenti non erano tuttavia destinati a durare a parsi della gestione delle entrate statali. Alla Direzio- lungo: ad abbatterli questa volta fu il generale Bona- ne generale di contabilità, direttamente dipendente parte, pochi giorni dopo il suo ingresso in Milano, il dalla Commissione imperiale, erano affidate le fun- 14 maggio 1796. zioni di ragioneria e controllo contabile.

legisl. Dispaccio 20 gennaio 1791: Reale dispaccio di riforma Ad un nuovo organismo, la Delegazione generale della pubblica amministrazione delle città e province del- delle provincie lombarde, formato da nove delegati la Lombardia austriaca, 20 gennaio 1791; Dispaccio 30 (uno per ciascuna delle provincie lombarde, Mantova gennaio 1791: Cesareo reale dispaccio di riforma del go- verno generale della Lombardia austriaca, 30 gennaio esclusa) eletti dal corpo rappresentativo della propria 1791. provincia, spettava la rappresentanza a Milano dei bi-

53 Profili istituzionali generali sogni locali, anche se limitatamente alle questioni le- DIPARTIMENTO (1797-1816) gate alle forniture e alle contribuzioni militari. La costituzione della repubblica cisalpina emanata Dagli organi centrali descritti, in particolare dal il 20 messidoro anno V (8 luglio 1797) stabiliva la di- commissario imperiale, dipendevano le cariche e gli visione del territorio in undici dipartimenti. La costi- uffici dell’amministrazione periferica e locale attivati tuzione, redatta secondo le linee della costituzione nelle province. Ciascuna di esse era retta da una Con- della repubblica francese promulgata il 5 fruttidoro gregazione delegata, che corrispondeva alla Congre- anno III (22 agosto 1795) (Saitta 1952), ne ricalcava gazione municipale istituita da Giuseppe II nelle pro- il modello di articolazione territoriale dei corpi ammi- vincie della ex Lombardia austriaca. La Congregazio- nistrativi. Il territorio della cisalpina era ripartito tra ne delegata aveva sede nella città capoluogo e circoscrizioni più ampie, i dipartimenti, corrispon- amministrava la città e tutto il territorio provinciale da denti in parte alle circoscrizioni provinciali degli stati preesistenti; ciascun dipartimento risultava poi ulte- essa dipendente: eleggeva i componenti delle com- riormente diviso in circoscrizioni di minore entità, i missioni provinciali di polizia, vigilava sull’operato distretti, comprendenti un certo numero di comuni. dei cancellieri distrettuali del censo, che erano i rap- presentanti del governo di fronte alle comunità, con- Durante il periodo napoleonico i dipartimenti ven- trollava l’operato dell’amministrazione locale del nero sempre identificati da nomi geografici. La costi- tuzione dell’anno V della repubblica cisalpina preve- Fondo di religione, delle comunità locali e dei depu- deva l’istituzione dei seguenti dipartimenti: Adda tati dell’estimo. (con capoluoghi Lodi e Crema in alternanza per un A livello periferico agivano anche le Intendenze periodo biennale); Alpi Apuane (capoluogo Massa), politiche provinciali: quelle stabilite nei territori della Crostolo (capoluogo Reggio), Lario (capoluogo Co- vecchia Lombardia austriaca dipendevano diretta- mo), Montagna (capoluogo Lecco), Olona (capoluo- mente dalla Direzione milanese, mentre le Intendenze go Milano), Panaro (capoluogo Modena), Po (capo- di Bergamo, di Brescia, di Crema e di Mantova furono luogo Cremona), Serio (capoluogo Bergamo), Ticino provvisoriamente sottoposte alle rispettive Congrega- (capoluogo Pavia), Verbano (capoluogo Varese). zioni delegate. La legge 25 brumale anno VI (15 novembre 1797) stabiliva i confini della repubblica previsti dal trattato Nel 1799 il governo locale tornò in genere nelle di Campoformio, e sanciva l’unione definitiva alla re- mani dei gruppi di potere e dei ceti che lo avevano de- pubblica cisalpina dei territori ad essa aggregati in tenuto fino al ’96. Precisa intenzione del governo precedenza: fin dal 27 luglio 1797 erano già stati in- asburgico era stabilire o rinnovare il legame con quel- clusi quelli delle legazioni di Bologna, Ferrara e della le forze locali, sia ripristinando a livello locale l’orga- Romagna, già appartenenti allo stato pontificio, dei nizzazione istituzionale precedente all’avvento delle territori di Modena e Reggio già appartenenti al duca- armate francesi, sia richiamando in carica i vecchi to di Modena; dal 3 novembre 1797 erano stati acqui- amministratori. siti i territori di Bergamo e Brescia già appartenenti alla repubblica di Venezia, il territorio già incluso nel Se nelle provincie della ex Lombardia austriaca, il ducato di Mantova, e quelli dei contadi di Bormio e predominio della città capoluogo sul territorio provin- Chiavenna e della Valtellina già soggetti alla repubbli- ciale era un fatto scontato ed accettato ormai de lungo ca delle tre leghe. La legge 13 brumale anno VI (3 no- tempo, diverso appariva il caso delle ex provincie ve- vembre 1797 stabiliva la suddivisione del territorio nete. della stessa repubblica cisalpina in venti dipartimenti: Adda (capoluoghi Lodi e Crema in alternanza per un Il nuovo assetto istituzionale ebbe comunque vita periodo biennale), Olona (capoluogo Milano), Alpi brevissima. Con il ritorno dei Francesi nel maggio del Apuane (capoluoghi Massa e Carrara in alternanza), 1800 e la successiva pace di Luneville, firmata il 16 Alta Padusa (capoluogo Cento), Alto Po (capoluogo febbraio 1801, il territorio lombardo ritornò ad essere Cremona), Basso Po (capoluogo Ferrara), Benaco parte della Repubblica Cisalpina e furono completa- (capoluogo Desenzano), Crostolo (capoluogo Reg- mente modificate le forme sia dell’amministrazione gio), Lamone (capoluogo Faenza), Lario (capoluogo centrale, sia locale (Pagano 1998). Como), Mella (capoluogo Brescia), Mincio (capoluo- go Mantova), Montagna (capoluogo Lecco), Panaro bibl. E. Pagano 1998: Pagano, Alle origini della Lombardia (capoluogo Modena), Reno (capoluogo Bologna), contemporanea. Il governo delle province lombarde du- rante l’occupazione austro-russa 1799-1800, Milano, Rubicone (capoluogo Rimini), Serio (capoluogo Ber- Franco Angeli. gamo), Ticino (capoluogo Pavia), Adda e Oglio (ca-

54 Profili istituzionali generali poluogo Sondrio, determinato successivamente), Ver- In seguito alla costituzione del regno d’Italia, ven- bano (capoluogo Varese). ne pubblicata il decreto 8 giugno 1805 per la riparti- In base alla legge 29 messidoro anno V (17 luglio zione dei dipartimenti in distretti, in cantoni, e in co- 1797) sulla organizzazione delle municipalità i dipar- muni. L’ordinamento amministrativo dei dipartimenti timenti erano retti dalle amministrazioni centrali di- già esistenti venne in seguito gradualmente esteso ai partimentali, composte da cinque membri, che ripro- nuovi dipartimenti creati nei territori successivamente ducevano a livello periferico la struttura funzionale del annessi al regno stesso. Nel 1806, in applicazione del direttorio esecutivo, l’organo preposto con poteri ese- trattato di Presburgo, si ebbe l’aggregazione al regno cutivi all’amministrazione centrale della repubblica. d’Italia dei territori ex veneti posti ad oriente del fiu- me Mincio, che dopo il 1796 erano stati brevemente Contemporaneramente all’entrata in vigore della soggetti all’Austria. Ai dodici dipartimenti già esi- nuova costituzione della repubblica cisalpina, impo- stenti si unirono i seguenti: Adige (capoluogo Vero- sta al corpo legislativo dall’ambasciatore del diretto- na), Adriatico (capoluogo Venezia), Brenta (capoluo- rio della repubblica francese presso la stessa cisalpina go Padova), Bacchiglione (capoluogo Vicenza), Ta- Trouvé, e pubblicata il 15 fruttidoro anno VI (1 set- gliamento (capoluogo Treviso), Piave (capoluogo tembre 1798), si ebbe la promulgazione della legge 15 Belluno), Passariano (capoluogo Udine), Istria (capo- fruttidoro anno VI (1 settembre 1798) sulla nuova di- luogo Capo d’Istria). La compartimentazione dei ter- visione della repubblica in dipartimenti. Tale legge ritori ex veneti venne definita con le leggi 22 dicem- stabiliva una drastica riduzione del numero dei dipar- bre 1807, e 27 gennaio 1808 per il dipartimento timenti, che vennero accorpati e ridotti al numero di dell’Adige. Nel 1808, si ebbe l’aggregazione al regno undici: Olona (capoluogo Milano), Alto Po (capoluo- d’Italia dei territori delle provincie ex pontificie di Ur- go Cremona), Basso Po (capoluogo Ferrara), Crostolo bino, Ancona e Macerata e Camerino che vennero riu- (capoluogo Reggio), Mella (capoluogo Brescia), niti nei tre dipartimenti del Metauro (capoluogo An- Mincio (capoluogo Mantova), Panaro (capoluogo cona), Musone (capoluogo Macerata), Tronto (capo- Modena), Reno (capoluogo Bologna), Rubicone (ca- luogo Fermo). La compartimentazione dei territori ex poluogo Forlì), Serio (capoluogo Bergamo), Adda e pontifici venne definita con la legge 21 aprile 1808 Oglio (capoluogo Morbegno). (Zaghi 1989; Roberti 1947). In seguito al breve periodo della invasione degli eserciti austro-russi, in base alla legge 21 vendemmia- legisl. legge 9 termidoro anno V: legge 9 termidoro anno V (27 le anno IX (13 ottobre 1800) si aggregarono alla re- luglio 1797) per l’inclusione nella Cisalpina dei territori delle legazioni di Bologna, Ferrara e della Romagna e del pubblica cisalpina i territori già soggetti al Piemonte ducato di Modena, Raccolta degli ordini, avvisi e procla- sabaudo, e successivamente inclusi nella repubblica mi pubblicati in Milano nell’anno V repubblicano, Mila- francese: Lomellina con Vigevano, Novarese, e Osso- no, 1797, III, p. 93; legge 13 brumale anno VI: legge 13 brumale anno VI (3 novembre 1797) per la suddivisione la, che vengono riuniti nel dipartimento dell’ Agogna in dipartimenti del territorio della Cisalpina, Raccolta (con capoluogo Novara). Con la legge 25 fiorile anno degli ordini, avvisi e proclami pubblicati in Milano IX (13 maggio 1801) venne stabilita la nuova compar- nell’anno V repubblicano, Milano, 1797, IV, p. 4; legge 25 brumale anno VI: legge 25 brumale anno VI (15 no- timentazione territoriale della repubblica con la ripar- vembre 1797) per lo stabilimento dei confini della Cisal- tizione dei dipartimenti in distretti e in comuni. In pina, Raccolta degli ordini, avvisi e proclami pubblicati base alla stessa legge il territorio già incluso nel dipar- in Milano nell’anno V repubblicano, IV, Milano, 1797, p. 26; legge 19 fruttidoro anno VI: legge 19 fruttidoro timento dell’Adda e Oglio risultava aggregato al di- anno VI (5 settembre 1798) sulla divisione della repub- partimento del Lario. blica in dipartimenti, Raccolta degli ordini, avvisi e pro- clami pubblicati in Milano nell’anno V repubblicano, III, Con la costituzione della repubblica italiana il nu- Milano, 1797, p. 229; legge 21 vendemmiale anno IX: mero dei dipartimenti rimase invariato. Le novità legge 21 vendemmiale anno IX (13 ottobre 1800) maggiori furono introdotte sul piano dell’organizza- sull’aggregazione alla Cisalpina dei territori già soggetti al Piemonte sabaudo, Raccolta delle leggi, ordini e avvisi zione amministrativa dei dipartimenti dal decreto 6 pubblicati in Milano, Milano, 1800, p. 144; legge 22 di- maggio 1802, che, in luogo delle preesistenti ammini- cembre 1807: legge 22 dicembre 1807 per la comparti- strazioni dipartimentali, istituiva le prefetture e le vi- mentazione dei territori ex veneti, Bollettino delle leggi del regno d’Italia, 1807, III, p. 90; legge 27 gennaio ceprefetture. Le prefetture avevano sede nei capoluo- 1808: legge 27 gennaio 1808 per la compartimentazione ghi dipartimentali, le viceprefetture vennero dappri- del dipartimento dell’Adige, Bollettino delle leggi del re- ma insediate in alcuni capoluoghi distrettuali con gno d’Italia, Milano, 1808, I, p. 85; legge 21 aprile 1808: legge 21 aprile 1808 per la compartimentazione competenze su circondari che vennero successiva- dei territori ex pontifici, Bollettino delle leggi del regno mente fatti coincidere con i distretti. I distretti erano d’Italia, Milano, 1808, I, p. 413. ulteriormente suddivisi in cantoni, nel cui capoluogo bibl. Saitta 1952: A. Saitta, Costituenti e costituzioni della aveva sede il cancelliere del censo. Francia moderna, Torino, Einaudi 1952, in cui viene ri-

55 Profili istituzionali generali

portato il testo integrale della costituzione della Repub- canali e altre opere di interesse pubblico. Le ammini- blica francese citata. strazioni centrali emettevano gli ordini di pagamento per i ricevitori dipartimentali riguardanti le spese del- le amministrazioni ad esse soggette sui fondi destinati dal ministero delle finanze. Al contempo esse erano AMMINISTRAZIONE incaricate della diffusione delle normative emanate CENTRALE DIPARTIMENTALE (1797-1805) dal governo. L’amministrazione dipartimentale aveva inoltre l’obbligo di riunirsi ogni giorno. In seguito alla emanazione della costituzione della Nella costituzione dell’anno V era espressamente repubblica cisalpina dell’anno V in data 8 luglio 1797, prevista la nomina da parte del direttorio di un com- la legge sulla organizzazione delle municipalità 29 missario presso ciascuna amministrazione diparti- messidoro anno V (17 luglio 1797) istituiva nei dipar- mentale con il compito esplicito di verificare e solle- timenti l’amministrazione centrale dipartimentale citare la tempestiva e corretta applicazione delle leg- composta da cinque membri che riproducevano a li- gi. In realtà il mandato affidato al commissario vello periferico la struttura del direttorio esecutivo, nell’ambito del dipartimento dal direttorio era più va- l’organo che deteneva il potere esecutivo della repub- sto, in quanto si estendeva anche al controllo sulle blica. Le amministrazioni centrali dipartimentali era- amministrazioni municipali, sulla polizia e sulla guar- no però organi con competenze strettamente inerenti dia nazionale, e più in generale sullo “spirito pubbli- alla gestione amministrativa, e avevano vari compiti: co”. Il commissario in pratica assicurava una funzione fissare le circoscrizioni dei distretti e dei comuni, at- primaria di controllo politico diretto del direttorio tendere alla formazione dei comizi primari, vigilare esecutivo sull’operato delle stesse amministrazioni sulle municipalità, verificarne e pubblicarne i rendi- centrali dipartimentali oltre che su quelle municipali, conti, esaminare i reclami contro gli amministratori e in un periodo in cui le modalità di selezione dei mem- reprimerne gli abusi, sovrintendere al riparto delle bri di tali amministrazioni non davano ancora garan- contribuzioni dirette tra le municipalità del diparti- zie di una piena omologazione agli indirizzi del pote- mento. re esecutivo, per l’ assenza di una struttura burocratica La legge prevedeva che i cinque membri elegges- accentrata. I termini degli interventi di controllo dei sero un presidente a rotazione che veniva rinnovato commissari sulle amministrazioni dipartimentali ri- ogni tre mesi; i cinque membri componenti le ammi- sultano meglio precisati nella legge sull’organizza- nistrazioni dipartimentali potevano durare in carica zione e sulle funzioni dei corpi e amministrativi pub- per cinque anni; un quinto dei membri decadeva per blicata il 15 fruttidoro anno VI (1 settembre 1798): sorteggio dalla propria carica ed era rinnovabile an- nella legge veniva rimarcata l’esigenza che le delibe- nualmente, la loro nomina avveniva attraverso le ele- razioni delle amministrazioni dipartimentali fossero zioni che si tenevano nelle assemblee elettorali dipar- sempre sottoposte ai commissari per essere approvate timentali costituite da cittadini dei distretti selezionati preventivamente alla loro emanazione. in base al censo. I primi membri vennero nominati Il periodo precedente all’istituzione della repub- personalmente per decreto dal generale Bonaparte. blica italiana, seguita nel gennaio 1802, presenta una In seguito alla proclamazione della nuova costitu- fase di evoluzione nella definizione degli organi pre- zione dell’anno VI (1 settembre 1798), imposta posti all’amministrazione dei dipartimenti e delle loro dall’ambasciatore del direttorio Trouvé, vennero in- competenze. Con decreto 12 brumale anno IX (3 no- trodotte alcune modifiche nell’organizzazione ammi- vembre 1800) venne disposta la soppressione della nistrativa dei dipartimenti intese a stabilire un mag- amministrazione centrale dipartimentale del Reno, gior controllo del direttorio esecutivo sulle ammini- ma in seguito provvedimenti analoghi vennero presi strazioni periferiche. L’amministrazione centrale anche per gli altri dipartimenti; alla soppressione del- dipartimentale venne portata da cinque a soli tre le ammistrazioni seguiva la contestuale nomina dei membri, rinnovabili per un terzo ogni due anni; il con- commissari straordinari, chiamati a surrogarne le fun- trollo della stessa amministrazione dipartimentale zioni, e a svolgere una funzione non più limitata al esercitato sulle amministrazioni municipali venne mero controllo, ma estesa alla gestione amministrati- reso più incisivo estendendone le competenze anche va diretta, che in qualche modo prefigura il ruolo dei alla vendita e alla gestione dei beni nazionali concessi prefetti (Antonielli 1983). in affitto, all’operato della guardia nazionale, al fun- Lo svuotamento delle funzioni in precedenza già zionamento degli istituti di assistenza e beneficenza e assegnate alle amministrazioni centrali dipartimentali delle scuole, alla gestione dell’ordine pubblico, alla previste dalla costituzione cisalpina risulta conferma- conservazione dei boschi, al mantenimento di strade, to anche dal decreto 6 maggio 1802, nel quale si rile-

56 Profili istituzionali generali vava che l’amministrazione dipartimentale era “nota- ne. Certamente la reintroduzione delle amministra- bilmente ineguale nei metodi e nelle competenze del- zioni dipartimentali, vista dal governo come una le autorità che le presiedono”. Tale decreto stabiliva scelta funzionale agli equilibri politici e al consenso l’istituzione delle prefetture e delle viceprefetture, in- dei ceti in esse rappresentati, venne a creare una situa- troducendo nell’ordinamento della repubblica istituti zione di potenziale conflitto di poteri con il prefetto funzionali ad una gestione fortemente accentrata dei (Antonielli 1983). Tale situazione venne risolta defi- poteri amministrativi ricalcati sul modello francese. nitivamente con la soppressione delle amministrazio- Lo stesso decreto 6 maggio 1802 assegnava ai prefetti ni dipartimentali disposta con il decreto sull’ammini- e ai viceprefetti le funzioni di controllo sulle ammini- strazione pubblica e sul comparto territoriale del re- strazioni municipali del dipartimento già svolte in gno 8 giugno 1805, che accentrava le funzioni e i precedenza dalle amministrazioni dipartimentali, e poteri in precedenza commessi a tali istituti attribuen- stabiliva che queste dovessero limitare le proprie fun- doli al prefetto (Coraccini 1823; Roberti 1947; Ghi- zioni di controllo unicamente alle amministrazioni salberti 1974; Zaghi 1989). municipali dei centri capoluogo in cui erano situate. legisl. decreto 12 brumale anno IX: decreto 12 brumale anno Con la successiva legge sull’organizzazione delle IX (3 novembre 1800) per la soppressione dell’ammini- autorità amministrative 24 luglio 1802 l’amministra- strazione centrale dipartimentale del Reno, Collezione di proclami, avvisi, editti, ordini pubblicati dal giorno 13 zione dipartimentale venne invece riattivata, ma la pratile anno VIII, Milano, 1800, III, p. 99. continuità nominativa non rispecchiava quella delle funzioni assegnate a quello che di fatto era un istituto del tutto diverso dal precedente: alla nuova ammini- strazione dipartimentale furono infatti attribuite le PREFETTURA (1802-1816) competenze assegnate in precedenza al consiglio di VICEPREFETTURA (1802-1816) prefettura non più previsto dalla stessa legge; in essa veniva concentrata la gestione di “tutti gli affari del In seguito alla costituzione della repubblica italia- dipartimento e della privativa amministrazione de’ na nel gennaio 1802, con il successivo decreto 6 mag- fondi e spese che la legge ha dichiarate dipartimenta- gio 1802 vennero introdotte importanti modifiche de- li” (art. 39); in base alla stessa legge le amministrazio- stinate a rimodellare in profondità la struttura e le fun- ni dipartimentali estendevano la propria competenza zioni degli apparati dell’amministrazione periferica anche ad altri importanti aspetti quali il riparto delle esistenti a livelllo dipartimentale. Il decreto 6 maggio imposte tra i comuni, la gestione delle opere pubbli- 1802 disponeva l’istituzione delle prefetture e delle che e il controllo contabile del ricevitore dipartimen- viceprefetture, definendo una prima regolamentazio- tale. L’amministrazione dipartimentale era composta ne, ancora provvisoria, degli organi amministrativi da sette membri nei dipartimenti maggiori (Olona e presenti a livello dei dipartimenti e delle rispettive Reno), e da cinque membri nei rimanenti; i membri competenze. venivano scelti su una doppia lista di candidati propo- In base al decreto le prefetture avevano sede nel sta dai consigli generali, ma dovevano essere iscritti capoluogo di ogni dipartimento, ed erano dirette da un nei collegi elettorali, di cui potevano fare parte solo prefetto, affiancato da due luogotenenti con voto con- cittadini selezionati su base censitaria nei termini pre- sultivo, uno deputato agli affari amministrativi e l’al- visti dalla costituzione. Questi istituti concentravano tro agli affari legali e di polizia; il prefetto era inoltre una doppia funzione di gestione amministrativa e di assistito nelle proprie funzioni da un consiglio gene- rappresentanza degli interessi locali, in quanto riceve- rale di prefettura composto da cinque o da sette citta- vano i ricorsi inoltrati da particolari, corpi e comunità dini nei soli dipartimenti Reno e Olona, avente solo del dipartimento per trasmetterli al prefetto. A diffe- voto consultivo. Lo stesso decreto 6 maggio 1802 pre- renza della situazione vigente nella fase precedente, vedeva anche l’istituzione delle viceprefetture in al- segnata dalla costituzione della repubblica cisalpina, cuni capoluoghi distrettuali indicati in un’apposita ta- il peso delle amministrazioni dipartimentali nella bella ad esso allegata. Nel rispettivo distretto il vice- nuova situazione venutasi a creare dopo l’istituzione prefetto esercitava le medesime funzioni del prefetto: delle prefetture era contemperato dal ruolo dello stes- in questo modo venne di fatto introdotta una nuova so prefetto, il rappresentante del potere esecutivo in circoscrizione, il circondario di giurisdizione del vi- sede periferica, a cui esse restavano comunque gerar- ceprefetto, del quale però non vi era espressa menzio- chicamente subordinate. Lo stesso prefetto poteva in ne nella legge, ma la cui esistenza si poteva dedurre casi eccezionali previsti dalla legge sciogliere le am- dalle disposizioni della legge stessa. Tale circondario ministrazioni dipartimentali e sostituirle provvisoria- però non coincideva col distretto, e la soluzione di tale mente, come garanzia per una corretta amministrazio- intricata situazione venne provvisoriamente rimessa

57 Profili istituzionali generali all’arbitrio del governo, che, in base a quanto stabilito di trasmissione del potere esecutivo immediato del nella legge sull’organizzazione delle autorità ammini- governo nei dipartimenti (art. 7); nelle proprie funzio- strative 24 luglio 1802 avrebbe determinato con pre- ni doveva essere coadiuvato da due luogotenenti e da cisione la nuova ripartizione territoriale entro tre anni un segretario generale che formavano il consiglio di (art. 27). prefettura e che erano nominati e potevano essere ri- Le attribuzioni dei viceprefetti vennero mantenu- mossi dal governo. In base alla legge 24 luglio 1802 te, ma con carattere quasi provvisorio anche dalla al prefetto e ai luogotenenti vennero assegnate nuove stessa legge 24 luglio 1802, tanto più che nello stesso competenze fra cui quella di foro giudiziario nelle decreto erano mantenuti anche i distretti con un can- controversie della pubblica amministrazione. Il voto celliere ed un consiglio distrettuale “organi immediati del consiglio di prefettura era consultivo (art. 13), ma del governo” (art. 148). quello dei luogotenenti era necessario (art. 19), ed in L’incertezza normativa derivante dal fatto che i di- caso di difformità di opinioni tra prefetto e consiglio stretti non compresi nei circondari con capoluogo la di prefettura la questione era sottoposta al giudizio del sede di residenza dei viceprefetti dipendessero diret- consiglio legislativo (art. 14). In un primo tempo i tamente dalla rispettiva prefettura in base al decreto 6 componenti del consiglio di prefettura non erano fun- maggio 1802, art. 3, vennero risolti attraverso inter- zionari di carriera, ma vennero scelti fra i cittadini del venti legislativi più organici attuati nei due anni se- dipartimento. Il consiglio di prefettura, già previsto guenti. L’istituzione delle viceprefetture non aveva ot- dal decreto 6 maggio 1802, venne ad assumere con la tenuto i risultati politico-amministrativi sperati, come legge 24 luglio 1802 la nuova denominazione di am- confermava un’inchiesta interna condotta dal governo ministrazione dipartimentale, e vide definite in presso i prefetti allo scopo di valutare l’opportunità di modo più preciso le proprie attribuzioni: gli ammini- mantenere in vita tali istituti; i risultati dell’inchiesta statori dipartimentali erano ”solidalmente incaricati avevano ovviamente evidenziato i diffusi problemi (della gestione) di tutti gli affari del dipartimento e derivanti dai conflitti di competenza con gli stessi pre- della privativa aministrazione dei fondi e spese dipar- fetti. Alla soppressione delle viceprefetture di Cento e timentali” (art. 39). Con lo stesso decreto venne inol- di Castelnuovo decretata il 16 agosto 1803, e di quella tre modificata la formazione dei consigli generali di- di Crema decretata il successivo 27 agosto 1803, fece partimentali, organi di rappresentanza i cui membri seguito il decreto 27 marzo 1804 che disponeva l’abo- vennero nominati dai singoli comuni in proporzione lizione di tutte le viceprefetture, ad eccezione di quel- al numero di abitanti (art. 53) e si rinnovavano par- le di Massa e Sondrio che proseguirono nelle proprie zialmente per sorte ogni anno e per intero ogni cin- funzioni fino alla fine del regno d’Italia. Tutti i rima- que. Avevano competenze in materia finanziaria e si nenti circondari già soggetti alle viceprefetture ven- radunavano solo due volte l’anno (aprile e ottobre) nero così riuniti alla giurisdizione del prefetto in base per i bilanci preventivi e consuntivi; i loro poteri nel allo stesso decreto. Il decreto 8 giugno 1805, sull’am- corso dell’anno erano praticamente delegati alle am- ministrazione pubblica e sul comparto territoriale ac- ministrazioni dipartimentali (art. 42). cennava alle viceprefetture, e prevedeva la nomina del Le “Istruzioni per l’organizzazione interna degli viceprefetto “delegato del prefetto per l’amministra- uffici delle prefetture” pubblicate a stampa senza data, zione del distretto” (art. 13) con evidente riferimento ma riferibili al 1802, ne definivano con precisione alle sole due viceprefetture ancora esistenti. l’articolazione interna, prevedendo che ciascuna pre- Lo stesso decreto per lo stabilimento delle prefet- fettura dovesse avere una segreteria generale e due di- ture e viceprefetture 6 maggio 1802 già citato istituiva stinte sezioni per il disbrigo degli affari con compe- anche un organo con eplicite funzioni di rappresen- tenze su materie differenziate. Alla prima sezione, a tanza degli interessi locali, il consiglio generale di- cui era preposto il luogotenente d’amministrazione, partimentale, che doveva essere così formato: “ogni risultavano assegnati i seguenti oggetti: censo e impo- amministrazione comunale nomina(va) un cittadino ste; proprietà e debito comunali; manutenzione delle fra i possidenti del dipartimento; una deputazione di strade; regolazione dei canali demaniali e delle acque notabili da destinarsi dal governo sceglie(va) fra i no- in genere, controllo sugli enti assistenziali. Alla se- minati fino al numero di ventuno. Il consiglio si rin- conda sezione, a cui era preposto il luogotenente lega- nova(va) per un terzo ogni anno” (art. 6). le, erano attribuite le seguenti competenze: gestione Le attribuzioni del prefetto erano state delineate dell’ordine pubblico, affari di polizia, impiego della dal decreto 6 maggio 1802. Con la legge 24 luglio guardia nazionale, funzionamento delle carceri e de- 1802 gli organi dell’amministrazione dipartimentale e gli ospedali, funzionamento degli uffici giudiziari le rispettive funzioni vennero precisate e meglio defi- presenti a livello periferico. I lugotenenti erano in pra- nite: il prefetto venne confermato nel ruolo di organo tica due collaboratori subalterni al prefetto diretta-

58 Profili istituzionali generali mente impiegati nel disbrigo degli affari di loro com- DISTRETTO (1797-1816) petenza (Capra 1978). CANTONE (1805-1816) Le mutate condizioni politiche conseguenti al La costituzione della prima repubblica cisalpina cambiamento costituzionale comportato dalla forma- dell’anno V emanata in data 20 messidoro (8 luglio zione del regno d’Italia determinarono mutamenti si- 1797) divideva il territorio in undici dipartimenti, cia- gnificativi anche negli organi di governo e di rappre- scun dipartimento veniva diviso in distretti e ogni di- sentanza presenti a livello dell’amministrazione peri- stretto in comunità le quali mantenevano la loro pre- ferica in ambito dipartimentale. Il decreto 8 giugno cedente circoscrizione. Le circoscrizioni distrettuali 1805 sull’amministrazione pubblica stabiliva la no- apparvero da subito poco aderenti alla realtà dei terri- mina da parte dell’imperatore francese, sovrano del tori, tanto che l’articolo 193 della stessa costituzione, regno d’Italia, di tutti i funzionari delle amministra- accennando ai vincoli di subordinazione e di controllo zioni periferiche che in precedenza venivano nomina- delle varie circoscrizioni, non nominava i distretti. ti o eletti in modi diversi. In ciascun distretto doveva esserci almeno un’am- Per quanto riguarda le prefetture, le modifiche più ministrazione municipale (art. 174); in caso di comu- consistenti introdotte dal decreto 8 giugno 1805 ri- ni con meno di tremila abitanti, retti da un agente e da guardavano il consiglio di prefettura, che subentrava un aggiunto, l’unione degli ufficiali municipali dei co- definitivamente all’amministrazione dipartimentale muni costituenti il distretto formava la municipalità assorbendone le funzioni, e diventando però un orga- del distretto, mentre i comuni che avevano più di tre- no collegiale, formato da un numero di funzionari di mila abitanti costituivano un distretto a sé. carriera variabile dai tre, previsti nei dipartimenti Ad- da, Adige, Crostolo, Panaro, ai quattro previsti negli Le modifiche introdotte nell’organizzazione am- altri dipartimenti. Le funzioni dei consigli di prefettu- ministrativa della repubblica cisalpina in seguito alla ra vennero notevolmente allargate includendo le deci- proclamazione della nuova costituzione dell’anno VI sioni in merito a controversie per esecuzioni dei rego- (1 settembre 1798) per quanto riguarda i distretti lamenti del censo, le controversie tra le pubblica am- comportarono l’innalzamento del numero degli abi- ministrazione ed appaltatori di opere pubbliche, i tanti necessari perché un singolo comune potesse co- ricorsi di privati contro gli appaltatori, i ricorsi dei pri- stituire da sé solo un distretto da tremila a diecimila vati per danni derivati dalla costruzione di opere pub- unità. bliche e le relative controversie derivate, e infine le ri- Novità significative furono introdotte dal decreto 6 chieste di autorizzazione a stare in giudizio da parte di maggio 1802, che istituiva le prefetture e viceprefet- comuni, istituti pubblici di beneficenza e di istruzio- ture. La residenza dei viceprefetti venne fissata nei ca- ne. Il prefetto poteva sospendere o approvare le deci- poluoghi di alcuni distretti indicati dalla tabella alle- sioni dei consigli comunali e distrettuali, ma non gata alla stessa legge; nel “rispettivo circondario (ter- quelle dei consigli di prefettura che avevano anche la mine da intendersi solo nella accezione di confine prerogativa di rivedere il bilancio consuntivo e fissa- territoriale) il viceprefetto esercitava le funzioni del vano quello preventivo delle prefetture. prefetto. I circondari di giurisdizione del viceprefetto In base allo stesso decreto 8 giugno 1805 risultaro- però non coincidevano con i distretti, per cui poco no notevolmente ristrette le funzioni dei consigli ge- tempo dopo in base alla legge del 24 luglio 1802, la nerali dei dipartimenti, ridotti ormai unicamente ad loro armonizzazione venne provvisoriamente rimessa esporre al ministro degli interni le esigenze e i reclami all’arbitrio del governo, che avrebbe dovuto provve- del dipartimento (art. 10) (Roberti 1947; Ghisalberti dere a determinarli entro tre anni (art. 27), come di 1974; Antonielli 1983; Zaghi 1989). fatto poi avvenne. I distretti non compresi nei circondari di giurisdi- legisl. decreto 16 agosto 1803: decreto 16 agosto 1803 per l’abolizione delle viceprefetture di Cento e Castelnuovo, zione dei viceprefetti dipendevano direttamente dalla Bollettino delle leggi della Repubblica Italiana, Milano, rispettiva prefettura, ed in ognuno di essi venne stabi- 1803, II, p. 179; decreto 27 agosto 1803: decreto 27 lito un cancelliere ed un consiglio distrettuale, il pri- agosto 1803 per l’abolizione della viceprefettura di Cre- ma, Bollettino delle leggi della Repubblica Italiana, mo con funzioni esecutive, il secondo con funzioni 1803, II, p. 185; decreto 27 marzo 1804: decreto 27 deliberative. Tali decisioni vennero confermate e pre- marzo 1804 per l’abolizione delle viceprefetture eccetto cisate in seguito con la legge 24 luglio 1802 in cui si quelle di Massa nel Crostolo e di Sondrio nel Lario, Bol- lettino delle leggi della Repubblica Italiana, Milano, stabiliva che ogni distretto fosse amministrato da un 1804, I, p. 187. cancelliere e da un consiglio distrettuale al quale ogni bibl. Capra 1978: C. Capra, L’età rivoluzionaria e napoleo- comune mandava un proprio deputato; cancelliere e nica in Italia 1796-1815, Torino 1978, in cui vengono ri- portati ampi stralci delle “Istruzioni per l’organizzazione deputati del consiglio distrettuale erano organi imme- interna degli uffici delle prefetture” citate. diati del governo nel rispettivo distretto (art. 148);

59 Profili istituzionali generali come delegati del governo dovevano diramare leggi dell’atto costituzionale del 9 luglio 1797 lasciava am- regolamenti e proclami, trovandosi per certi versi sot- pio spazio ai governi provvisori di continuare nelle tratti all’autorità dei viceprefetti, dipendenti invece loro incombenze fino a che non si fossero definitiva- direttamente dal prefetto. mente organizzate le amministrazioni dei dipartimen- Il decreto 14 novembre 1802, riguardante la prov- ti. Nei territori già inclusi nella Lombardia austriaca, visoria distrettuazione per la legge di coscrizione, sta- il cancelliere distrettuale presenta una maggiore con- biliva che, fino alla definitiva organizzazione dei di- tinuità di funzioni e competenze con il cancelliere del stretti, già prevista dalla legge di coscrizione 13 ago- censo, organo dell’amministrazione periferica attiva- sto 1802, si dovessero ritenere per distretti nei territori to in seguito alle riforme amministrativa e censuaria teresiana. Nei territori già appartenenti alla Repubbli- della Lombardia soggetti al sistema censuario l’insie- ca veneta, in area bergamasca e bresciana, il ruolo del me dei comuni sottoposti ad un medesimo cancelliere cancelliere distrettuale venne inizialmente rivestito del censo; nei territori in cui non esisteva il sistema dai sindaci generali delle quadre e dai tesorieri delle censuario si dovevano invece ritenere per distretti le valli. Questi funzionari, che si uniformavano al nuovo aggregazioni di comuni che al momento avevano regime sulla base di disposizioni particolari emanate l’amministrazione complessiva di molte comunità. dal ministero dell’interno attraverso l’amministrazio- Il decreto 8 giugno 1805 sull’amministrazione ne dipartimentale, erano gli unici che potevano posse- pubblica e sul comparto territoriale pubblicato in se- dere la competenza necessaria per gestire le funzioni guito alla costituzione del regno d’Italia, stabiliva del cancelliere distrettuale: come già i cancellieri del l’esistenza del viceprefetto “delegato del prefetto per censo, essi erano preposti al riparto e all’esazione del- l’amministrazione del distretto” (art. 13), e conferma- le imposte nei comuni, e formavano i quinternetti del- va nelle proprie funzioni il consiglio distrettuale già le esazioni fiscali. Un ulteriore riscontro di tale avvi- esistente, composto di undici membri (art. 12). In cendamento può essere rinvenuto nel decreto base alla compartimentazione territoriale dei diparti- riguardante la provvisoria distrettuazione per l’esecu- menti nel regno prevista con la stessa legge, i distretti zione della legge di coscrizione del 14 novembre risultavano ulteriormente divisi in circoscrizioni di 1802 dove viene precisato che, fino a quando non sia- minore ampiezza comprendenti più comuni chiamati no organizzati i distretti secondo la legge del 24 luglio cantoni. Nel capoluogo dei cantoni era fissata la resi- dell’anno, stesso si riterranno distretti quelli già esi- denza del cancelliere del censo. stenti definiti secondo il sistema censuario della Lom- La circoscrizione territoriale dei distretti e dei can- bardia sotto la direzione del cancelliere del censo. Nei territori in precedenza non inclusi nella Lombardia toni non cessò di subire anche nel periodo successivo austriaca e dove il sistema censuario predetto non era modifiche che comportavano il passaggio dei cumuni mai stato in vigore, si definiscono come distretti le da un distretto o da un cantone all’altro, e la soppres- circoscrizioni che ora hanno un’amministrazione e sione o lo spostamento dei cantoni in un dipartimento che comprendono un numero variabile di comunità.. diverso; tali cambiamenti avvennero attraverso inter- Nei commi 3 e 4 dell’art 1 si continua a fare riferi- venti legislativi ad hoc, non coincidenti però con le mento alle preesistenti cancellerie del censo o a circo- leggi indicanti le attribuzioni amministrative di tali scrizioni di comuni non meglio specificate, riferibili a enti (Roberti 1947; Zaghi 1989). quelle preesistenti nei territori già appartenenti alla legisl. legge 13 agosto 1802: legge 13 agosto 1802 per la co- Repubblica di Venezia (quadre e alle valli). All’art. 2 scrizione, Bollettino delle leggi della Repubblica Italia- viene specificato che i cancellieri del censo svolge- na, Milano, 1802, II; decreto 14 novembre 1802: decre- ranno le funzioni di cancellieri distrettuali; dove que- to 14 novembre 1802 per la provvisoria distrettuazione della legge di coscrizione, Bollettino delle leggi della Re- sti non esistessero vi supplirà il prefetto del diparti- pubblica Italiana, Milano, 1802, II. mento con la nomina di delegati speciali. Con la nuova organizzazione dipartimentale e di- strettuale portata dalla repubblica italiana, con la leg- ge del 24 luglio 1802, si definiscono in modo più pre- CANCELLIERE DISTRETTUALE ciso il ruolo e le funzioni del cancelliere distrettuale. (1797-1805) CANCELLIERE DEL CENSO Questo funzionario, nominato e revocato dal governo (1805-1815) era l’organo dell’amministrazione periferica del go- verno stesso presente in ogni distretto (art. 148). Il cancelliere distrettuale, organo dell’amministra- Come delegato del governo doveva diramare le leggi, zione periferica nella repubblica cisalpina, assume nel i regolamenti, i proclami e verificarne la pubblicazio- primo periodo fisionomie diverse nei territori già ap- ne (art.149). Custodiva i libri censuari dei comuni partenenti alla Lombardia austriaca e alla Repubblica compresi nei rispettivi distretti facendo le dovute tra- veneta. L’applicazione della legge d’esecuzione scrizioni relative ai cambiamenti di proprietà

60 Profili istituzionali generali

(art.150). In materia di censo doveva effettuare le te definito dalla successiva legge 17 luglio 1797 di or- ispezioni demandategli dal ministero dell’interno ganizzazione delle municipalità. (art.151). I cancellieri, in questo nuovo ordinamento, fungevano anche da segretari nei comuni di terza clas- Nel titolo I della medesima costituzione veniva se (artt. 98, 123 e 152); conservavano il registro civico stabilita la suddivisione del territorio della repubblica di ciascun comune (art.152); convocavano il consiglio in dipartimenti, distretti e comunità; gli organi distrettuale (art.153). L’acquisizione delle funzioni dell’amministrazione locale venivano invece descritte già espletate dai cancellieri del censo è ulteriormente nel titolo VII dedicato ai “corpi amministrativi e mu- sancita dalla disposizione in cui si dichiara che il go- nicipali”. verno “provvisoriamente determina la misura delle La costituzione dell’anno V stabiliva una differen- indennizzazioni che i cancellieri ricevono dal tesoro ziazione delle amministrazioni municipali e dei ri- nazionale come suoi delegati pel censo; quella che spettivi organi determinata in base al numero degli debbano conseguire dalle rispettive comuni come loro abitanti. Nei comuni con popolazione superiore a segretari è proposta dalla municipalità ed approvata dal prefetto” (art.156). Le funzioni del cancelliere di- 100.000 abitanti il circondario era diviso in almeno strettuale rispetto alle iscrizioni e alle cancellazioni tre amministrazioni municipali, in modo che il circon- sul registro civico sono regolate dalle disposizioni dario di ogni municipalità venisse a comprendere una contenute nel titolo II artt. 9-29 della legge sulla tassa popolazione non inferiore ai 30.000 e non superiore ai personale in favore delle comuni del 24 luglio 1802. 50.000 abitanti. La municipalità che amministrava In questa fase le vice prefetture sono collocate in cir- questi circondari doveva essere composta da 7 mem- condari che si sovrappongono, come circoscrizione bri (art. 183). Nei comuni divisi in diverse municipa- amministrativa, a quella dei distretti (decreto 6 mag- lità era comunque previsto un “dicasterio centrale”, gio 1802). composto da tre membri, con competenze in oggetti definiti “indivisibili” dal corpo legislativo (art. 184). Con il passaggio dalla Repubblica italiana al Re- gno d’Italia e con la ripartizione del territorio in dipar- Nei comuni con popolazione compresa tra 3.000 e timenti, distretti, cantoni e comuni (decreto 8 giugno 100.000 abitanti vi era invece una sola amministrazio- 1805, titolo I) nel capoluogo di ciascun distretto viene ne municipale (art. 178), costituita da un diverso nu- prevista la presenza, al posto del cancelliere distret- mero di “uffiziali municipali” a seconda della popola- tuale, del vice prefetto, strettamente collegato al pre- zione (art. 182). Nei comuni con popolazione inferio- fetto, da assume la delega e al quale deve dare parere re ai 3.000 erano invece previsti un agente municipale motivato su tutti gli oggetti amministrativi, e viene e un aggiunto (art. 179). L’unione degli agenti muni- istituito un consiglio distrettuale competente a fissare cipali di ciascun comune del distretto avrebbe dovuto la sovrimposta distrettuale e a dare il suo parere sullo formare la “municipalità del distretto” (art. 180); “vi stato e sui bisogni e reclami del distretto (art. 14). In era inoltre un presidente dell’amministrazione muni- ogni capoluogo di cantone (titolo IV) viene prevista la cipale, scelto in tutto il distretto” (art. 181). presenza di un cancelliere del censo per le materie amministrative; lo stesso cancelliere “custodisce i li- La stessa costituzione definiva in dettaglio le con- bri censuari de’ comuni compresi nel cantone e vi fa dizioni di eleggibilità dei membri della municipalità le opportune annotazioni in caso di traslazione di do- (art. 176), la durata della loro carica (art. 185), le limi- minio”. La regolamentazione dell’ufficio del cancel- tazioni per la loro rielezione (artt. 186-187) o per la liere del censo è contenuta nel decreto 5 dicembre del loro surroga (art.188). Presso ogni amministrazione 1805. municipale era previsto un “commissario”, che, nomi- nato dal “direttorio esecutivo” e scelto fra cittadini domiciliati nel dipartimento, “invigila e sollecita la esecuzione delle leggi” (artt.191-192). Era inoltre sta- COMUNE (1797-1802) bilita la gerarchia fra i diversi enti territoriali, stabi- lendo un rapporto organizzativo che comporta la su- La prima riorganizzazione organica delle ammini- bordinazione delle amministrazioni municipali a strazioni locali seguita all’instaurazione dei governi quelle dipartimentali (artt. 189, 193-197). Si determi- provvisori dopo la campagna d’Italia del generale Na- na infine che “ogni amministrazione deve ogni anno poleone Bonaparte dell’aprile-maggio del 1796 venne dare conto delle sue operazioni” (art. 200), imponen- definita nella costituzione della repubblica cisalpina do che “tutti gli atti de’ Corpi Amministrativi saranno dell’anno V emanata in data 20 messidoro (8 luglio resi pubblici mediante il deposito del registro in cui 1797); il funzionamento e l’articolazione delle fun- sono descritti”, definendone le modalità di compila- zioni delle stesse amministrazioni venne ulteriormen- zione (art. 201).

61 Profili istituzionali generali

La struttura e le competenze dell’amministrazione in modo che la popolazione del circondario di ognuna comunale venivano ulteriormente definite nella legge di esse non fosse minore a 30.000 unità (art. 184). In di organizzazione delle municipalità 17 luglio 1797. questi comuni – divisi in più municipalità, composte La legge stabiliva la soppressione di tutte le muni- da “sette ufficiali municipali contandovi il presidente” cipalità allora esistenti in tutte le città e borghi della – vi doveva essere un “dicastero centrale”, composto repubblica (art. 1) e la loro sostituzione con una mu- da tre membri nominati dall’amministrazione del di- nicipalità per ogni distretto il cui luogo di residenza partimento e confermati dal direttorio, che si occupa- sarebbe stato fissato dall’amministrazione diparti- va degli “oggetti giudicati indivisibili dai consigli le- mentale (art. 2). Con la legge venivano stabilite anche gislativi” (art. 185). le modalità di elezione assembleare degli “ufficiali I comuni con popolazione compresa tra i 10.000 e municipali” (artt. 3-4, 8-16), le condizioni per la loro i 100.000, avevano una sola municipalità (art. 179), eleggibilità (artt. 5, 41), la durata della carica (art. 26), composta da “ sette ufficiali municipali, contandovi il la surroga in caso di impedimento (art. 30) e il proce- loro presidente”; nel caso in cui un comune di 10.000 dimento per entrare nell’esercizio delle funzioni (artt. o più abitanti aggreghi “qualche piccolo comune della 31-32). Veniva stabilita la divisione del corpo munici- vicinanza” per formare il distretto, la municipalità “è pale in due organi: il consiglio e l’ “officio”, definen- composta dei sette ufficiali municipali del grande co- do per ciascuno di essi compiti e funzioni (artt. 20- mune e dell’ufficiale municipale di ciascuno dei pic- 25). Erano determinate inoltre le funzioni delle muni- coli comuni” (art. 183). cipalità, distinguendo in “oggetti propri del potere I comuni con meno di 10.000 abitanti avevano in- municipale” (artt. 33-34), e competenze delegate vece “un officiale municipale ed uno o due o tre ag- dall’amministrazione dipartimentale (artt. 35-36). Ve- giunti” (art. 180). L’unione degli ufficiali municipali niva ribadito il rapporto gerarchico che intercorreva dei comuni del medesimo distretto “forma la munici- fra amministrazioni municipali e dipartimentali (artt. palità del distretto” (art. 181), per ognuna delle quali 37-40, 42-43), richiamando peraltro l’obbligo della viene scelto “un presidente della municipalità (art. pubblicità dei conti delle municipalità, come previsto 182). I membri delle amministrazioni municipali du- dalla costituzione. Venivano definiti anche i ruoli del rano in carica due anni, sono “rinnovati ogni anno per personale, prevedendo in ciascuna municipalità la metà o per la parte più approssimante alla metà ed al- presenza di un segretario, nominato dal corpo munici- ternativamente per la frazione più grande e per la fra- pale (art. 19), e di “quattro scrittori ed un usciere” (art. zione più piccola” (art. 186) e possono essere rieletti 47). Veniva infine stabilito che nei distretti con popo- solo per due mandati consecutivi (artt. 187-188). In lazione superiore ai diecimila abitanti vi fosse un caso di decadenza di un amministratore per “morte, “procuratore del comune”, nominato dal corpo muni- dimissione, destituzione o altrimenti” il direttorio no- cipale, che “sarà incaricato della difesa e conservazio- minava nuovi amministratori, che rimanevano in cari- ne degli interessi del distretto” (artt. 17-18) (Coracci- ca sino alle successive elezioni (art. 198). Presso ogni ni 1823; Roberti 1947; Rotelli 1974; Zaghi 1989; Me- amministrazione municipale veniva confermato il riggi 1994). commissario che, nominato dal direttorio, “invigila e La proclamazione della nuova costituzione della sollecita l’esecuzione delle leggi” (art. 192). Confor- repubblica cisalpina dell’anno VI datata 1 settembre memente a quanto già previsto dalla costituzione del- 1798, imposta al corpo legislativo dall’ambasciatore la repubblica cisalpina dell’anno V, venivano inoltre del direttorio della repubblica francese presso la stes- ribaditi il rapporto gerarchico fra i diversi enti territo- sa Cisalpina Trouvé, comportava la riforma dell’orga- riali (art. 193), le forme di controllo cui dovevano sot- nizzazione delle amministrazioni locali; tale organiz- tostare le diverse amministrazioni (art. 199) e il prin- zazione sarebbe stata successivamente precisata dalla cipio di pubblicità di tutti gli atti dei “corpi ammini- “legge sull’organizzazione e sulle funzioni de’ corpi strativi” (art. 200). amministrativi” (legge 1 settembre 1798). L’impianto organizzativo e funzionale delle ammi- Confermata nel titolo I della costituzione la prece- nistrazioni locali delineato nella costituzione della re- dente divisione del territorio della repubblica in dipar- pubblica cisalpina dell’anno VI venne ulteriormente timenti, distretti e comunità, nel titolo VII venivano precisato e definito nella “legge sull’organizzazione e ridefinite le prerogative dei “corpi amministrativi e sulle funzioni de’ corpi amministrativi” (legge 1 set- municipali”. tembre 1798). La costituzione ribadiva innanzitutto la diversa or- La legge determinava la composizione delle ammi- ganizzazione tra i comuni a seconda del numero di nistrazioni municipali, che dovevano essere formate abitanti. Nei comuni con popolazione superiore ai da un numero variabile di agenti municipali, coadiu- 100.000 abitanti, si avevano almeno tre municipalità, vati da aggiunti, con funzioni di supplenza in caso di

62 Profili istituzionali generali assenza degli agenti stessi. In essa veniva stabilito che strazioni dipartimentali chiamano la loro attenzione” “le comuni di diecimila fino a centomila abitanti for- (art. 37). mano da sé sole altrettanti distretti” (artt. 24-28); con Erano quindi definite le funzioni del “commissa- la definizione dei limiti in base alla consistenza della rio”, che assisteva a tutte le deliberazioni delle ammi- popolazione per consentire ai comuni di poter formare nistrazioni municipali, senza “voce deliberativa”. Egli da soli un distretto veniva pertanto introdotta una mo- poteva “chiedere la comunicazione di tutti gli atti difica alla precedente normativa fissata dalla costitu- dell’amministrazione, di tutte le carte d’ogni corri- zione 8 luglio 1797 e dalla legge 17 luglio 1797, in cui spondenza sia “attiva che passiva”, “invigila per l’ese- era stabilita unicamente la possibilità per ogni comune cuzione delle leggi e delle decisioni del direttorio ese- di costituire un distretto senza fissare alcun limite. cutivo”, “corrisponde coi diversi ministri ed è tenuto Nella legge erano indicate le modalità e la fre- a fornir loro quelle informazioni e schiarimenti che quenza delle convocazioni delle amministrazioni mu- secondo le rispettive loro attribuzioni, gli verranno ri- nicipali. Le municipalità dei comuni con popolazione chieste” (art. 46). Doveva risiedere nel luogo dove superiore ai 10.000 abitanti si dovevano riunire alme- esercita le sue funzioni e, in caso di impedimento, po- no una volta ogni tre giorni, ed era stabilito comunque teva essere sostituito da un supplente, nominato che “nei giorni nei quali non vi è unione della muni- dall’amministrazione (artt. 47-48). Infine veniva sta- bilito che in ogni municipalità vi fosse un segretario, cipalità, uno de’ membri rimane in servizio alla casa nominato dall’amministrazione, il quale “ha la custo- del comune ed accudisce agli affari di dettaglio, apre dia delle carte, controfirma le spedizioni ed è obbliga- le lettere ed invigila sopra l’ufficio”. A questo, nei casi to a residenza”, ed “è responsabile dell’andamento di straordinari, veniva demandato il compito di avvertire tutto l’ufficio” (artt. 49-50) (Coraccini 1823; Roberti il presidente della municipalità “e in sua assenza uni- 1947; Rotelli 1974; Zaghi 1989; Meriggi 1994). sce in di lui nome l’amministrazione straordinaria- mente” (art. 32). Le amministrazioni municipali di ogni distretto si convocavano in assemblea almeno tre volte al mese, su indicazione dell’amministrazione di- partimentale, con la possibilità di “riunirsi anche stra- COMUNE (1802-1805) ordinariamente, quando lo giudichi necessario al ser- La nuova organizzazione dei comuni, seguita alla vigio” il presidente dell’amministrazione municipale proclamazione della repubblica italiana venne defini- del distretto ovvero l’agente municipale nominato dal ta dalla legge sull’organizzazione delle autorità am- comune capoluogo, in caso di mancanza del presiden- ministrative 24 luglio 1802. Nel titolo I sulla “orga- te (artt. 29-31). Veniva stabilito infine che tutte le de- nizzazione generale” dello stato la legge citata stabi- terminazioni prese dalle amministrazioni municipali liva che “in ogni comune vi è una municipalità e un dovessero essere “scritte sopra un registro particolare, consiglio comunale”, quindi dedicava alla definizione nel quale si fa menzione dei membri presenti alla se- della struttura dell’amministrazione comunale il tito- duta e questi sottoscrivono le determinazioni esposte lo VI “delle municipalità” e il titolo VII “de’ consigli nel registro” (art. 33). Venivano in seguito descritte le comunali”. funzioni della municipalità “che sono loro proprie ed La stessa legge introduceva una organica suddivi- altre che sono loro delegate dall’amministrazione di- sione dei comuni in tre classi definite in base alla con- partimentale” (art. 35). sistenza della popolazione residente, stabilendo per i Fra le funzioni proprie erano contemplate l’orga- comuni di prima classe un numero di abitanti superio- nizzazione della “polizia sopra il territorio” e della re a 10.000 unità, per i comuni di seconda classe un guardia nazionale, la manutenzione dei ponti e delle numero di abitanti compreso fra 10.000 e 3.000 unità, strade comunali, l’illuminazione delle strade, il “re- per i comuni di terza classe un numero di abitanti in- golamento e il pagamento delle spese municipali”, la feriore a 3.000 unità; per i comuni appartenenti alle nomina del ricevitore municipale e degli altri salariati, diverse classi erano previste diverse modalità di com- le fazioni militari, gli alloggi, le “vittovaglie” e la sa- posizione delle municipalità e dei consigli comunali, nità (art. 36). Fra le funzioni delegate vi erano invece e criteri differenti di eleggibilità dei loro componenti, il “riparto e la percezione delle contribuzioni dirette”, (artt. 74, 77-86). la “soprintendenza all’istruzione pubblica, agli stabi- Per quanto riguarda i consigli comunali la legge 24 limenti ecclesiastici, ai travagli pubblici del rispettivo luglio 1802 stabiliva che il consiglio comunale nei co- circondario, agli ospizi, ospedali e prigioni”, “la cir- muni di prima e seconda classe si componeva rispet- colazione e l’approvvisionamento delle sussistenze” e tivamente di 40 o 30 cittadini (art. 112), metà dei quali in generale “tutti gli oggetti sopra i quali le ammini- “è necessariamente de’ possidenti” (art. 113); i mem-

63 Profili istituzionali generali bri del consiglio si rinnovavano parzialmente di anno dipendenze del comune dietro corresponsione di un in anno entro un quinquennio (art. 116), ed erano no- emolumento, aveva la “diretta corrispondenza col minati dal “Consiglio generale del Dipartimento so- Cancelliere distrettuale”, da cui riceveva le leggi e gli pra una lista tripla presentata dall’istesso Consiglio ordini da pubblicarsi (art. 103), e le intimazioni diret- comunale” (art. 117). Il consiglio di un comune di ter- te al comune (art. 104); inoltre “veglia sopra tutto ciò za classe era costituito invece da “tutti gli estimati e che ha rapporto all’entrata e alla spesa” (art. 105), “di- tutti i capi famiglia non possidenti, ma però descritti spone i mandati pei pagamenti liquidi e li presenta nel registro civico della stessa comune, che abbiano agli amministratori acciò˜ sieno firmati” (art. 106), compiuta l’età di 35 anni ed abbiano uno stabilimento non poteva assentarsi dal suo ufficio senza l’assenso di agricoltura, di industria e di commercio, nel di lei della municipalità (art. 102). Alle dipendenze di ogni circondario e vi paghino la tassa personale” (art. 120). comune di terza classe, dietro corresponsione di uno Il consiglio comunale, organo deliberativo del comu- stipendio, vi era anche un cursore, che veniva nomi- ne, veniva convocato ordinariamente due volte all’an- nato, confermato e rimosso dagli amministratori mu- no, nei mesi di gennaio o febbraio e in quelli di set- nicipali (art. 110). Egli è “incaricato di eseguire gli or- tembre o ottobre, e “straordinariamente a qualunque dini della municipalità, del cancelliere e dell’agente invito del Prefetto, del Vice-prefetto o del Cancelliere comunale” (art. 108), “serve alla corrispondenza fra distrettuale” (art. 128). Nella prima seduta esso esa- di loro, pubblica le leggi e i proclami, fa rapporto alle minava il rendiconto presentato dalla municipalità re- autorità di tutto ciò che può interessare la loro vigilan- lativo all’esercizio finanziario precedente, mentre nel- za a vantaggio dei cittadini e della comune” (art. 109). la seconda concorreva alla formazione dei consigli di- In ciascun comune, infine, svolgeva la propria strettuali, nominava i componenti della municipalità, azione anche il ricevitore comunale, a cui veniva de- determinava le spese e l’ammontare delle imposte co- mandata la riscossione di “tutte le contribuzioni im- munali per l’anno in corso (artt. 129-132). I consigli poste nel circondario del comune, tanto reali che per- comunali deliberavano collegialmente a scrutinio se- sonali, e di qualunque altra specie, sia al tesoro nazio- greto (art. 135) e si tenevano sempre in luogo pubbli- nale, alla cassa dipartimentale, ovvero alla comunale co (art. 126), alla presenza, oltre che delle rispettive siano devolute”, come è specificato nell’art. 20 della municipalità, di un membro della prefettura o vice- legge sui ricevitori comunali e dipartimentali del prefettura nei comuni di prima e seconda classe, e del 1804 (legge 22 marzo 1804), in cui erano definite in cancelliere distrettuale, che ne registrava gli atti nei modo sistematico le sue competenze. comuni di terza classe (art. 123). Il consiglio comuna- Precisato ulteriormente da altri provvedimenti le eleggeva i componenti della municipalità, in un nu- normativi, l’uno relativo all’organizzazione dei con- mero variabile a seconda della classe (da sette a nove sigli comunali di terza classe (decreto 20 ottobre nei comuni di prima classe, da cinque a sette nei co- 1802), l’altro all’allargamento del numero di persone muni di seconda classe, di tre nei comuni di terza clas- che possono far parte dei consigli comunali (legge 4 se, art. 77); mentre “gli amministratori municipali nei novembre 1802), il sistema sopra delineato rappre- comuni di prima e seconda classe sono proposti per senta la struttura portante del regime amministrativo schede segrete ... e sono eletti a maggiorità assoluta di per gli enti locali del periodo napoleonico (Coraccini suffragi” (art. 78), “nelle comuni di terza classe due 1823; Roberti 1947; Rotelli 1974; Zaghi 1989; Me- amministratori municipali sono eletti fra i possidenti riggi 1994). nella comune” (uno tra i primi sei maggiori estimati), il terzo tra i non possidenti (artt. 80-81). legisl. decreto 20 ottobre 1802: decreto 20 ottobre 1802 per l’organizzazione dei consigli comunali di terza classe, Le municipalità esercitavano funzioni esecutive Bollettino delle leggi della Repubblica italiana, Milano, (artt. 87-91) e si convocano “quando il bisogno lo ri- 1802, p. 404; legge 4 novembre 1802: legge 4 novembre chiede e necessariamente dietro domanda” del can- 1802 per l’allargamento della partecipazione ai consigli comunali, Bollettino delle leggi della Repubblica italia- celliere distrettuale, del prefetto o viceprefetto (art. na, Milano, 1802; legge 22 marzo 1804: legge 22 marzo 94), dal quale “dipendono immediatamente” (art. 92). 1804 sui Ricevitori comunali e dipartimentali, Bollettino delle leggi della Repubblica italiana, Milano, 1804, I, p. L’organigramma dei funzionari delle municipalità 149. di prima e seconda classe era costituito da un segreta- rio e da un numero di impiegati “di cui abbisognano” (art. 97); nei comuni di terza classe invece le funzioni del segretario erano svolte dal cancelliere distrettuale COMUNE (1805-1816) (art. 98), mentre un agente comunale, eletto dalla mu- nicipalità, la “rappresenta come Procuratore degli af- Il passaggio dalla repubblica italiana al regno fari della Comune” (art. 99). L’agente comunale, alle d’Italia implicava una trasformazione anche degli or-

64 Profili istituzionali generali dinamenti locali, che vennero riorganizzati con il de- Le municipalità dei comuni di prima e seconda creto 8 giugno 1805. Tale decreto riaffermava alcune classe erano composte da un podestà e rispettivamen- prerogative delle amministrazioni municipali e dei te da sei o quattro savi, mentre quelle dei comuni di loro organi già previste dalla precedente normativa, terza classe erano invece costituite da un sindaco e ma, al contempo ne introduceva altre, che accentuava- due anziani. Le municipalità esercitavano “tutte le no il carattere accentrato del sistema amministrativo, ispezioni amministrative e rappresentative del loro per cui ad ogni livello della gerarchia un funzionario comune” (art. 35), predisponevano il conto consunti- governativo rappresentava l’autorità, mentre un con- vo dell’anno antecedente e il conto preventivo per siglio tutelava gli interessi collettivi (Rotelli 1974). l’anno successivo (art. 36), proponevano ai consigli comunali deliberazioni su materie di particolare inte- Dopo aver ribadito la divisione del territorio in di- resse per la comunità ed “eseguivano le determinazio- partimenti, distretti, cantoni e comuni, in ognuno dei ni degli stessi consigli approvate dai prefetti o vice- quali “vi è un consiglio comunale ed una municipali- prefetti” (art. 37). Ciascuna municipalità aveva un se- tà” (art. 19), nel decreto veniva confermata la distin- gretario; “quelle di prima e seconda classe avevano zione dei comuni in tre classi, definendo comuni di inoltre gli impiegati di cui abbisognano”, mentre prima classe quelli con popolazione superiore ai quelle di terza classe avevano un cursore (art. 38). 10.000 abitanti, comuni di seconda classe “quelli che Il podestà, veniva scelto tra una terna di nomi pro- oltrepassano li tremila fino ai diecimila”, comuni di posti dal consiglio comunale e nominato dal re (art. terza classe quelli con popolazione inferiore a 3.000 46), durava in carica tre anni (art. 29). I savi, “proposti abitanti (art. 18). Risultava confermata anche la com- ed eletti dai consigli comunali a scrutinio segreto ed a posizione del consiglio comunale nei comuni di prima maggiorità assoluta di voti fra i cento maggiori estima- e seconda classe, che si componeva rispettivamente di ti ne’ comuni di prima classe e fra i cinquanta in quelli 40 e 30 membri, mentre quella del consiglio comuna- della seconda” (art. 30), si rinnovavano parzialmente le dei “comuni di terza classe sono al più di 15 mem- ogni anno, “in modo che in capo al triennio ne siano bri, fra i quali fino al numero di tre possono essere non rinnovati tutti i membri” (art. 33). Il sindaco, di nomi- possidenti, che abbiano però 35 anni compiti, uno sta- na prefettizia (art. 47), durava in carica un anno (art. bilimento di agricoltura, d’industria o di commercio 31). Gli anziani, “nominati fra i 25 più ricchi o notabili nel loro comune e che paghino la tassa personale” del comune ed eletti dal consiglio a pluralità assoluta (art. 20). di voti” (art. 32), si rinnovavano ogni anno (art. 33). Era stabilito che i consigli comunali – di nomina Integrato da pochi altri provvedimenti, relativi alla reale quelli di prima e seconda classe e prefettizia esecutorietà della nomina dei savi e alla delega, loro quelli di terza classe (artt. 46-47) – si tenessero sem- attribuita, di supplire alle funzioni del podestà (decre- pre alla presenza del prefetto o del viceprefetto o di un to 22 aprile 1806), “alla rinnovazione e completazio- loro delegato, nei comuni di prima e seconda classe; ne dei consigli distrettuali e comunali” (decreto 4 di- mentre quelli nei comuni di terza classe dovevano te- cembre 1806), al trasferimento al podestà e al sindaco nersi alla presenza del cancelliere distrettuale, che ne delle funzioni attribuite alle municipalità dal decreto registrava le deliberazioni e le trasmetteva al prefetto 8 giugno 1805 (decreto 5 giugno 1807) e alla esclu- o al viceprefetto, insieme ad eventuali ricorsi (art. 21). sione dalle votazioni di membri dei consigli comunali Convocati sempre in luogo pubblico con almeno 15 “allorchè trattasi di cause in cui sono interessate per- giorni di preavviso dalle municipalità, nei comuni di sone di aderenza reciproca” (decreto 8 luglio 1810), il prima e seconda classe, e dal cancelliere del censo in sistema amministrativo sopra delineato costituiva quelli di terza classe (art. 22), “i consigli comunali si l’ultima definizione dell’organismo comunale in epo- aduna(va)no ordinariamente due volte all’anno”, nei ca napoleonica, prima del ripristino degli istituti tere- mesi di gennaio o febbraio e in quelli di settembre o siani seguita nel 1816 (Coraccini 1823; Roberti 1947; ottobre, e “straordinariamente a qualunque invito del Rotelli 1974; Zaghi 1989; Meriggi 1994). Durante il prefetto e del vice-prefetto” (art. 23) e deliberavano regno d’Italia vennero emanate disposizioni volte a collegialmente a scrutinio segreto (art. 27). Nella pri- promuovere l’aggregazione dei comuni minori ai ma seduta esaminavano il rendiconto presentato dalla maggiori, che venne poi realizzata con provvedimenti municipalità relativo all’esercizio finanziario prece- particolari per i singoli dipartimenti. Con il decreto 14 dente, mentre nella seconda nominavano o eleggeva- luglio 1807 veniva stabilito che “la popolazione dei no i componenti della municipalità in scadenza, deter- Comuni di seconda e terza classe si approssimasse al minavano le spese e l’ammontare delle imposte co- maximum della classe rispettiva per mezzo dell’ag- munali per l’anno successivo e nominavano i revisori gregazione dei vicini Comuni, i quali formeranno un dei conti per l’anno precedente (artt. 24-25). comune solo e individuo”. Anche ai comuni murati

65 Profili istituzionali generali veniva dilatato il circondario esterno, inglobando i co- cerè Enrico conte di Bellegarde. In esecuzione della muni limitrofi con i quali dovevano formare un’unica regia patente 7 aprile 1815, la notificazione governati- municipalità. Con il decreto 18 settembre 1808 veniva va 24 aprile 1815 stabiliva la divisione del territorio stabilito che i comuni aggregati “benchè formino un del governo di Milano nelle nove provincie di Milano, solo ed individuo Comune per tutti gli oggetti ammi- Mantova, Brescia, Cremona, Bergamo, Como, Pavia, nistrativi, dovevano conservare le rispettive attività e Lodi e Crema, Valtellina con capoluogo Sondrio; in passività” separate (Roberti 1947). ciascuno dei capoluoghi provinciali veniva costituita una regia delegazione. La stessa notificazione gover- legisl. decreto 22 aprile 1806: decreto 22 aprile 1806 che di- nativa stabiliva che in attesa della prossima pubblica- chiara in attività i savi nominati dai consigli comunali e li abilita a scegliere fra di loro chi sostenga le funzioni di zione di un nuovo compartimento territoriale del re- podestà, Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano, gno, venisse per il momento conservato il confine dei 1806, I, p. 363; decreto 4 dicembre 1806: decreto 4 di- cembre 1806 relativo alla rinnovazione e completazione dipartimenti già esistente anche per le regie delegazio- dei consigli distretuali e comunali, Bollettino delle leggi ni; ad eccezione di quelli di Milano, da cui veniva del Regno d’Italia, Milano, 1806, II, p. 1037; decreto 5 staccato il territorio di Pavia, e di Cremona, da cui ve- giugno 1807: decreto 5 giugno 1807 con cui sono con- centrate nel podestà e nel sindaco le funzioni attribuite niva staccato il territorio di Lodi. Alla regia delegazio- alle Municipalità dal decreto 8 giugno 1805, Bollettino ne di Pavia veniva assegnato lo stesso territorio della delle leggi del Regno d’Italia, Milano, 1807, I, p. 291; de- provicia esistente prima della costituzione della re- creto 14 luglio 1807: decreto 14 luglio 1807 per l’aggre- gazione dei comuni viciniori ai comuni di seconda e terza pubblica cisalpina. Il compartimento territoriale con classe per raggiungere il maximum della classe rispettiva, la divisione del territorio in provincie, distretti e co- Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano, 1807, II, muni veniva pubblicato annesso alla notificazione go- p. 372; decreto 18 settembre 1808: decreto 18 settembre 1808 per la conservazione delle rispettive attività e passi- vernativa 12 febbraio 1816 (Sandonà 1912). vità da parte dei comuni aggregati, Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Milano, 1808, II, p. 813; decreto 8 lu- Con la notificazione governativa 1 luglio 1844 glio 1810: decreto 8 luglio 1810 che determina i gradi di venne pubblicata una nuova compartimentazione dei parentela ch’escludono i membri dei consigli comunali territori soggetti al governo lombardo rettificata con dal votare, allorchè trattasi di cause in cui sono interessate persone di aderenza reciproca, Bollettino delle leggi del le variazioni seguite dopo la pubblicazione del com- Regno d’Italia, Milano, 1810, II, p. 479. partimento precedente. Un’ulteriore compartimenta- zione dei territori lombardi conforme alla nuova orga- nizzazione distrettuale prevista per il regno lombardo- veneto, approvata con la sovrana risoluzione 28 gen- PROVINCIA (1816-1859) naio 1853, venne pubblicata con la notificazione della luogotenenza lombarda 23 giugno 1853. Nelle due Con la sovrana patente 7 aprile 1815, pubblicata il compartimentazioni generali successive a quella del successivo 20 aprile, nei territori della Lombardia e 1816 e pubblicate nel 1844 e nel 1853 il territorio del- del Veneto assegnati all’Austria, venne stabilita la for- le nove provincie rimase inalterato nei suoi confini. mazione di un regno sotto la denominazione di regno lombardo-veneto; in essa erano contenute norme ge- nerali dedicate non solo all’organizzazione dell’am- ministrazione centrale dello stato, ma anche alla ripar- DELEGAZIONE PROVINCIALE tizione territoriale ed amministrativa del regno. “Per (1816-1859) agevolare l’amministrazione il regno si divide(va) in due territori governativi, separati dal fiume Mincio”, il La sovrana patente 7 aprile 1815, oltre a stabilire la governo milanese e quello veneto (§ 6); ogni governo suddivisione dei territori governativi del regno lom- veniva suddiviso in provincie, ciascuna provincia in bardo-veneto in provincie (§ 7) stabiliva contestual- distretti, ed i distretti in comuni (§ 7); “l’amministra- mente che “l’amministrazione di ciascuna provincia zione di ciascuna provincia (era) affidata ad una regia (fosse) affidata ad una regia delegazione” dipendente delegazione” dipendente dal governo (§ 9), mentre dal governo (§ 9). Le modalità di funzionamento delle come organo elettivo provinciale si stabiliva la crea- provincie vennero chiarite nella seconda parte del de- zione di una “congregazione provinciale con sede nel creto 24 aprile 1815 (§§ 37-56). Definite come le au- capoluogo di residenza delle regie delegazioni” (§ torità superiori politico-amministrative nell’estensio- 13). A conclusione delle trattative intercorse al riguar- ne del territorio loro affidato, le delegazioni, che ave- do nel congresso di Vienna, l’aggregazione definitiva vano sostituito le prefetture del periodo napoleonico alla Lombardia austriaca dei territori della Valtellina (Fontana, I, 5), costituivano l’articolazione a livello ed ex contadi di Bormio e Chiavenna venne stabilita provinciale del potere esecutivo. Alla loro testa era po- con proclama 15 aprile 1815 del luogotenente del vi- sto il regio delegato, che era sempre il presidente della

66 Profili istituzionali generali congregazione provinciale (§ 37); quale rappresentan- commissario di polizia, un censore e revisore delle te diretto del governo doveva vigliare sulle disposizio- stampe e dei libri, un protomedico col titolo di “medi- ni date dalle congregazioni provinciali ai cancellieri co provinciale” per gli affari sanitari, un ingegnere in del censo ed alle municipalità, e controllare che non capo coadiuvato da alcuni ingegneri ordinari e aspi- eccedessero i limiti delle loro attribuzioni (§ 52). ranti ingegneri per gli affari delle acque e strade (San- In esecuzione della sovrana patente 7 aprile 1815, donà 1912). la notificazione governativa 24 gennaio 1816 stabiliva che le regie delegazioni dovessero entrare in vigore al primo febbraio 1816, giorno da cui le già esistenti prefetture e viceprefetture avrebbero cessata la pro- CONGREGAZIONE PROVINCIALE pria attività. Si stabiliva anche che le regie delegazioni (1816-1859) dovessero dipendere dal governo e che, fino a nuove disposizioni, avessero corrispondenza con i podestà, Nella sovrana patente 7 aprile 1815 l’ordinamento con i sindaci e colle altre autorità della rispettiva pro- amministrativo delle congregazioni provinciali era vincia nel modo già praticato dalle prefetture e dalle stato solo prefigurato, laddove si prevedeva la crea- viceprefetture. La stessa notificazione governativa 24 zione di “collegi permanenti composti di varie classi gennaio 1816 stabiliva la divisione del territorio del d’individui nazionali” con il compito di fare “cono- governo di Milano nelle nove provincie di Milano, scere con esattezza i desideri ed i bisogni degli abitan- Mantova, Brescia, Cremona, Bergamo, Como, Son- ti del regno” (§§ 12-13). drio, Pavia e Lodi; in ciascuno dei capoluoghi provin- La sovrana patente 24 aprile 1815 definiva in det- ciali venne costituita una regia delegazione. La stessa taglio nella prima parte (§§ 1-36) la struttura, le fun- notificazione governativa stabiliva che in attesa della zioni e le competenze delle congregazioni centrali, prossima pubblicazione di un nuovo compartimento istituite in ciascuna delle due capitali governative, territoriale del regno, venisse per il momento conser- Milano e Venezia, e, nella seconda parte (§§ 37-56), vato il confine dei dipartimenti già esistente anche per quelle delle congregazioni provinciali istituite in le regie delegazioni; ad eccezione di quelli di Milano, ciascuno dei capoluoghi provinciali e residenti presso da cui veniva staccato il territorio di Pavia, e di Cre- la sede delle regie delegazioni provinciali. Il presiden- mona, da cui veniva staccato il territorio di Lodi. Alla te della congregazione provinciale era sempre il regio regia delegazione di Pavia era assegnato lo stesso ter- delegato (§ 37), il numero dei membri delle congrega- ritorio della provincia esistente prima della costitu- zioni doveva essere proporzionato all’estensione delle zione della repubblica cisalpina (Sandonà 1912). provincie; le stesse provincie sotto questo aspetto era- In base alla notificazione 12 aprile 1816 contenen- no divise in tre classi: quelle di prima classe (Milano te le istruzioni per l’attivazione del nuovo metodo e Brescia) erano composte da otto membri, quelle di d’amministrazione comunale il regio delegato co- seconda classe (Mantova, Cremona, Bergamo, Como, mandava direttamente i cancellieri del censo, i quali Lodi e Crema) da sei membri, e quelle di terza classe dovevano segnalargli “tutto ciò che (potesse) interes- (Sondrio) da quattro membri, non calcolati i rappre- sare le viste del governo” (artt. 150-153). Il regio de- sentanti delle città (§ 39). I membri di ogni congrega- legato esercitava dunque poteri di controllo molto zione, che avevano il titolo di deputati della congrega- ampi sia sulle rappresentanze attraverso la presidenza zione, erano scelti per metà tra gli estimati nobili, e delle congregazioni provinciali, che sulle amministra- per metà tra quelli non nobili, mentre ogni città regia zioni locali, direttamente nelle maggiori città, o indi- appartenente al territorio aveva il diritto di inviare un rettamente, attraverso i cancellieri del censo da lui di- suo rappresentante nella stessa congregazione provin- pendenti, nei comuni. In seguito alle vicende politiche ciale scelto fra i cittadini stabilmente residenti in essa del 1848 i poteri di controllo dei delegati, si ampliaro- (§ 38); la prima nomina dei deputati delle congrega- no ulteriormente usurpando diritti e competenze delle zioni provinciali era fatta dal governo su liste di nomi rappresentanze provinciali e delle amministrazioni proposti dai consigli comunali; per le sostituzioni suc- comunali, e nel reclutamento dei funzionari elevati a cessive il deputato provinciale sarebbe stato scelto tale carica prevalsero le ragioni politiche, tanto che al- dalla stessa congregazione centrale, che, in assenza di cuni di essi vennero scelti tra il personale tedesco eccezioni, avrebbe confermato il primo di una terna di (Rotelli 1974; Ghisalberti 1974; Meriggi 1987). candidati proposta dalla congregazione provinciale, La delegazione provinciale era composta, oltre che sulla base delle indicazioni ricevute dai comuni (§§ dal regio delegato, da un vicedelegato, da alcuni ag- 45-46). L’eleggibilità dei deputati sia nobili che non giunti, da un segretario e da altro personale subalter- nobili si basava essenzialmente sul censo: i deputati no; nell’ambito della stessa delegazione operavano un stessi dovevano avere la cittadinanza del regno lom-

67 Profili istituzionali generali bardo-veneto, la residenza nella provincia ed essere Nel 1840 il governo dispose con la notificazione proprietari di beni immobili situati nella provincia 14 agosto 1840 delle nuove istruzioni sui criteri di no- stessa censiti per almeno 2000 scudi; per i nobili era mina dei deputati delle congregazioni volte a stabilire richiesto il riconoscimento della nobiltà (§§ 40-41). un maggior controllo sulle nomine stesse. In esse si Le congregazioni provinciali avevano le seguenti at- stabiliva che le proposte dei consigli e dei convocati tribuzioni nell’ambito del territorio provinciale: so- per le nomine dei posti di deputati divenuti vacanti si vrintendere al riparto dei tributi e degli oneri militari dovessero formulare in pubbliche adunanze disposte tra gli enti locali, controllare l’andamento dell’ammi- dalle regie delegazioni, con assenso preventivo del nistrazione economica delle città e dei comuni di cui governo necessario per quelle dei consigli (Sandonà dovevano esaminare ed approvare i bilanci preventivi 1912). Alle stesse congregazioni veniva data la facoltà e consuntivi, stabilire interventi sulle arginature e di- di rappresentare al governo l’idoneità e le qualifiche sporre altri lavori riguardanti le acque e le strade, sor- delle persone proposte dai comuni. Dopo il 1848 le vegliare gli istituti assistenziali, gli ospedali e gli or- congregazioni cessarono di fatto la propria attività ri- fanotrofi (§ 50). La facoltà concessa alle congregazio- prendendola solo dal 1856. La storiografia anche re- ni provinciali di “accompagnare alla congregazione cente ha sollevato parecchi dubbi sulla reale incidenza centrale qualunque rappresentanza, voto ed istanza di questi istituti che, nei propositi iniziali del governo sopra qualunque oggetto di pubblica amministrazio- austriaco, avrebbero dovuto svolgere una funzione di ne” (§ 51), unita alla possibilità di “provvedere entro rappresentanza politica dei ceti (Sandonà 1912; Me- i limiti delle loro facoltà, ad ogni ramo della pubblica riggi 1987). amministrazione” le rendeva un luogo importante del dibattito politico istituzionale; i regi delegati erano in- caricati di vigilare affinché tali limiti non fossero ol- trepassati (§ 52). Oltre a questi compiti spettava altre- DISTRETTO (1816-1859) sì alla congregazione provinciale formare dai proto- colli dei consigli comunali della provincia le tabelle Nella sovrana patente 7 aprile 1815 in cui venne con l’indicazione dei candidati alla carica di rappre- stabilita l’aggregazione della Lombardia e del Veneto sentanti presso la congregazione centrale, sia per la all’impero absburgico, e la formazione di un regno prima nomina sia per il rimpiazzo dei posti divenuti comprendente i due territori sotto la denominazione di vacanti (§§ 11-12). Per l’esecuzione di tali importanti regno lombardo-veneto, erano contenute alcune nor- compiti di raccordo politico-istituzionale tra i diffe- me generali per la definizione della ripartizione terri- renti livelli gerarchici, venne accordato ad ogni con- toriale ed amministrativa del regno stesso: la patente gregazione provinciale un “relatore, un cassiere, un stabiliva infatti che il regno si divide(sse) in due terri- controllore, ed un ragioniere” mentre il protocollo, la tori governativi, separati dal fiume Mincio”, il gover- registratura e la spedizione del carteggio erano comu- no milanese e quello veneto (§ 6); che ogni governo ni con quelli della regia delegazione (§ 53-56). Nella venisse diviso in provincie, e ciascuna provincia in di- loro attività politico amministrativa le congregazioni stretti (§ 7); che in ogni distretto venisse stabilita la erano sottoposte all’ispezione e controllo della con- sede di un “cancelliere del censo sotto le dipendenze gregazione centrale e dovevano eseguire puntualmen- della rispettiva regia delegazione” con i compiti di te le disposizioni da questa emanate. In realtà l’istitu- ispezione sui comuni di seconda e terza classe, e di zione delle congregazioni aveva suscitato fin dall’ini- sorveglianza per l’adempimento delle leggi politiche zio una viva ostilità del governo, e nel novembre del (§ 10). Il compartimento territoriale annesso alla noti- 1815, a distanza già di alcuni mesi all’emanazione ficazione 12 febbraio 1816, che ne prevedeva l’entrata della sovrana patente 24 aprile che ne aveva stabilito in vigore entro il successivo 1 maggio 1816, veniva a l’attivazione, una commissione governativa presiedu- surrogare quello ancora vigente fissato dalla legisla- ta voluta e scelta dal governatore Saurau, e presieduta zione del regno d’Italia napoleonico, riportando la si- dal referente di governo Paolo de Capitani, si era tuazione al periodo immediatamente precedente alla espressa contro tale ipotesi, trovando eco favorevole dominazione napoleonica durante la quale si era avuta presso la stessa commissione centrale aulica di Vien- una notevole riduzione del numero dei comuni a causa na. Nel gennaio 1816 l’imperatore aveva però solleci- delle aggregazioni e delle concentrazioni stabilite dal tato il governo di Milano ad avviare le procedure per decreto 14 luglio 1807. Il territorio soggetto al gover- le elezioni dei membri delle congregazioni lombarde, no di Milano venne ripartito in nove provincie: Mila- anche in considerazione del fatto che quelle delle pro- no (sedici distretti), Mantova (diciassette distretti), vincie venete questi istituti erano già stati attivati Brescia (diciassette distretti), Cremona (nove distretti, (Sandonà 1912; Meriggi 1987). Bergamo (diciotto distretti), Como (ventisei distretti),

68 Profili istituzionali generali

Sondrio (sette distretti), Pavia (otto distretti) e Lodi e generale sui comuni delle suddette classi per l’adem- Crema (nove distretti). Negli anni successivi all’entra- pimento delle leggi politiche”. ta in vigore del nuovo compartimento territoriale eb- L’ordinamento amministrativo del regno impostato bero luogo aggregazioni di comuni e spostamenti dei con l’atto costitutivo venne completato dalla patente comuni stessi da un distretto ad un altro per armoniz- 24 aprile 1815, dalla risoluzione imperiale 12 febbraio zare le nuove situazioni venutesi a creare, che non era- 1816 e dalla successiva notificazione 12 aprile 1816. no state accettate di buon grado dai comuni interessa- La definizione delle attribuzioni specifiche dei ti. Si pervenne così alla promulgazione di una nuova cancellieri del censo venne inserita nelle istruzioni 12 compartimentazione con la notificazione governativa aprile 1816, il cui capitolo VI è espressamente ed in- in data 1 luglio 1844, che risultava aggiornata con le teramente dedicato alle loro funzioni (artt. 150-256), modifiche avvenute dal 1816 in poi. La nuova com- e nelle successive istruzioni particolari ai regi cancel- partimentazione lasciava quasi del tutto invariato il lieri del censo datate 23 aprile dello stesso anno. Già numero dei distretti; non si ebbero modifiche sostan- durante il periodo napoleonico la tendenza ad un sem- ziali alla loro ripartizione interna, all’infuori di alcune pre maggiore accentramento delle funzioni ammini- limitate variazioni dei centri scelti per assolvere alla strative aveva comportato un ampliammento delle funzione di capoluoghi distrettuali e sede delle com- prerogative del cancelliere, che, da ufficio preposto missarie distrettuali. Le ulteriori variazioni seguite al alla conservazione del catasto, era diventato un rap- 1844 vennero ridefinite nella nuova organizzazione presentante del governo in sede locale, con funzioni distrettuale approvata dall’imperatore con sovrana ri- di sorveglianza sulla corretta amministrazione delle soluzione del 28 gennaio 1853 e dal relativo compar- finanze comunitative. timento territoriale pubblicato con la notificazione del 23 giugno 1853. Le variazioni nella ripartizione inter- Nell’ufficio distrettuale il cancelliere era coadiu- na dei distretti politici prevista dalla nuova comparti- vato da un aggiunto nominato dal governo, in grado di mentazione per le varie provincie fu in questo caso più supplirlo nelle sue funzioni; e da un inserviente di no- consistente, con una tendenza generale a costituire mina regia. Ai comuni compresi nel distretto era fatto circoscrizioni distrettuali più ampie, più popolose e obbligo di partecipare proporzionalmente alle spese comprendenti un maggior numero di comuni: Milano di mantenimento dell’ufficio stesso (artt. 254-256). (da sedici a quattordici distretti), Mantova (da dicias- Il nome dell’ufficio del cancelliere del censo, che sette a undici distretti), Brescia (da diciassette a quat- era stato mantenuto inizialmente inalterato rispetto al tordici distretti), Cremona (da nove a otto distretti, periodo napoleonico, venne modificato nel 1819; la Bergamo (diciotto a diciassette distretti), Como (da circolare 24 luglio 1819 n. 17327-1182 stabiliva la so- ventisei a ventuno distretti), Sondrio (da sette a cinque stituzione della denominazione “cancelliere del cen- distretti), Pavia (da otto a sei distretti) e Lodi e Crema so” con quella di “commissario distrettuale”, con ri- (da nove a sette distretti) (Sandonà 1912). chiamo esplicito alla stessa circoscrizione ammini- strativa ad esso soggetta. Tutte le norme relative all’attività dei cancellieri stabilite dalle istruzioni del 1816 sono da considerarsi valide senza alcuna modi- CANCELLIERE DEL CENSO fica anche per il commissario distrettuale, le cui fun- (1815-1819) zioni rimasero in vigore nelle provincie lombarde fino COMMISSARIO DISTRETTUALE all’annessione al regno di Sardegna nel 1859. (1819-1859) Ai sensi delle istruzioni per l’attivazione del nuovo Con la sovrana patente 7 aprile 1815 venne stabi- regolamento per l’amministrazione comunale colle lita l’aggregazione della Lombardia col Veneto e la attribuzioni delle rispettive autorità, emanate in data formazione di un regno sotto la denominazione di re- 12 aprile 1816 i cancellieri del censo erano “nel ri- gno lombardo-veneto; in essa erano contenute norme spettivo distretto sotto gli ordini immediati della regia generali dedicate non solo all’organizzazione delegazione della provincia” (art. 150) ed avevano il dell’amministrazione centrale dello stato, ma anche compito primario di dare “esecuzione a qualunque de- alla ripartizione territoriale ed amministrativa del re- terminazione venisse loro comunicata, sia dal regio gno, articolato in provincie, distretti e comuni. La delegato sia dalla pubblica congregazione provincia- stessa legge prevedeva per ogni distretto un cancellie- le, in ogni ramo del pubblico servizio” (art. 151); do- re del censo, il quale sotto la dipendenza della rispet- vevano provvedere a riferire “tutto ciò che nel loro di- tiva regia delegazione avrebbe esercitato la “superiore stretto potesse interessare le viste del governo”, a vi- ispezione sopra i comuni di seconda e terza classe, gilare affinché fossero “osservate le leggi ed i tutta l’ingerenza negli affari censuari e la sorveglianza regolamenti di pubblica amministrazione” e ad eser-

69 Profili istituzionali generali citare “una superiore vigilanza per l’adempimento effettivo del cancelliere e l’impianto dell’ufficio della delle leggi politiche” (art. 152-154). Incombeva loro cancelleria e dell’archivio distrettuale furono emanate la “diramazione di leggi, regolamenti e notificazioni con le “Istruzioni particolari ai regi cancellieri del delle autorità superiori a tutti i comuni del loro distret- censo per l’esecuzione degli articoli 241 e 252 del re- to” ed una volta seguita la pubblicazione dovevano golamento generale”, emanate con circolare 23 aprile “ritirare i corrispondenti attestati, che (erano) in dove- 1816 n. 20526-2394 (Sandonà 1912; Rotelli 1974; re di custodire negli atti” (art. 156). Avevano inoltre il Meriggi 1987). delicato compito di sovrintendere e vigilare alla rego- legisl. circolare 23 aprile 1816: circolare 23 aprile 1816 che lare tenuta dei registri d’estimo, compresi i trasporti notifica le “Istruzioni particolari ai regi cancellieri del d’estimo (artt. 160-189), alla formazione dei quinter- censo per l’esecuzione degli articoli 241 e 252 del rego- netti di esazione delle imposte prediali e dei ruoli per lamento generale portato alla notificazione dell’imperia- le regio governo del 12 aprile 1816”, Atti del governo il pagamento della tassa personale, che provvedevano lombardo, 1816, I, Circolari, parte II, p. 52; circolare 24 poi a consegnare agli esattori comunali per la riscos- luglio 1819: circolare 24 luglio 1819 che notifica la so- sione, sulla quale similmente vigilavano (artt.191- vrana risoluzione dell’8 giugno 1819 per la quale i curso- ri esistenti presso i cancellieri del censo siano tramutati 205). Il cancelliere partecipava ai lavori dei convocati in scrittori e la denominazione di cancelliere del censo sia o dei consigli “nella qualità di assitenti del governo” sostituita con quella di commissario distrettuale, Atti del (art. 206) non aveva però “alcun voto deliberativo” né governo lombardo, 1819, II, Circolari, parte II, p. 324. doveva “immischiarsi nel determinare l’opinione dei votanti”, dovendo al contrario “soltanto vegliare al buon ordine, e far presenti le leggi ed i regolamenti, COMUNE (1816-1859) oltre a stendere il protocollo delle sedute” (art. 16); nella corrente amministrazione costituiva il tramite La sovrana patente 7 aprile 1815, vero e proprio tra i comuni e le superiori istanze politiche, esercitan- atto costitutivo del regno lombardo-veneto, stabiliva do funzioni di controllo politico-amministrativo prati- che l’organizzazione amministrativa dei comuni do- camente su ogni aspetto della vita comunale, dalle vesse rimanere per il momento conservata nelle forme aste per locazioni, vendite o appalti di lavori, alle no- vigenti, mantenendo la suddivisione in tre classi già mine di impiegati, medici e parroci; dal controllo sul- presente nell’ordinamento del regno d’Italia (§ 11); i le spese esercitato sia in fase di formazione dei bilanci nomi ed i confini di distretti e provincie “come pure preventivi e che nella approvazione dei consuntivi, l’indicazione dei comuni rispettivamente attenenti alle all’intervento nelle eventuali dispute tra comuni ap- une o agli altri” sarebbero stati pubblicati successiva- partenenti al mesdesimo distretto ed anche a distretti mente (§ 7); l’amministrazione delle provincie sareb- limitrofi (artt. 206-239). Era incaricato pertanto della be stata affidata ad una “regia delegazione” dipenden- mera assistenza tecnico-giuridica ed era carente quin- te dal governo (§ 9). Altri accenni all’organizzazione di di vero e proprio potere politico; le ampie compe- territoriale presenti nella citata patente riguardavano tenze assegnategli nella conservazione del censo, nel- le città regie, nelle quali era fissata la residenza di una la riscossione dell’imposta prediale, nella leva e nella regia delegazione e i comuni di prima classe: questi stessa amministrazione dei comuni facevano tuttavia enti locali sarebbero direttamente dipesi “dalle regie del commissario una figura di primo piano nella am- delegazioni e non dai cancellieri del censo” (§11). ministrazione periferica del regno lombardo-veneto Per una nuova regolamentazione degli enti locali (Rotelli 1974). bisognò attendere la patente 12 febbraio 1816 perfe- Dal momento che i cancellieri partecipavano in zionata e resa pienamente operativa dalle “istruzioni modo così incisivo alla vita dei comuni, non stupisce per l’attivazione del nuovo metodo d’amministrazio- il fatto che essi esercitassero anche il controllo sugli ne comunale colle attribuzioni delle rispettive autori- archivi di queste istituzioni: “l’ufficio e l’archivio dei tà” contenute nella successiva notificazione del 12 comuni immediatamente assistiti dal cancelliere” aprile 1816, in cui viene fornito un quadro articolato (quelli cioè privi di segretario e di ufficio proprio) era- dell’organizzazione e del funzionamento degli organi no tenuti “presso il cancelliere medesimo”, “ad ecce- preposti all’amministrazione dei comuni. L’insieme zione delle leggi dei regolamenti e delle altre notifica- di queste disposizioni, che costituivano una normativa zioni a stampa” conservate dall’agente “ad uso e per generale da applicarsi indistintamente a tutti i comuni direzione degli abitanti dopo la seguita pubblicazio- del regno lombardo-veneto, manteneva una distinzio- ne”; formalità precise per la tenuta dell’archivio del ne fra i comuni, pur superando l’impianto classifica- commissario erano altresì indicate nelle istruzioni torio del periodo precedente. Una prima distinzione si medesime (artt. 240-256). Ulteriori ed interessanti aveva riguardo all’organo deliberativo di rappresen- precisazioni riguardanti soprattutto l’insediamento tanza: nelle città regie, nei capoluoghi di provincia e

70 Profili istituzionali generali nei comuni maggiori, elencati in numero di quaran- menti e incompatibilità dei partecipanti e modalità di taquattro per tutto il regno nella tabella annessa alla deliberazione del convocato erano diffusamente trat- citata notificazione 12 aprile 1816, “ove per la quan- tate negli articoli 3-28 del regolamento. tità degli Estimati il Convocato generale fosse per riu- Funzioni analoghe, nei centri dove era previsto in scire troppo numeroso ed incomodo alle regolari deli- luogo del convocato, aveva il consiglio comunale, che berazioni” le funzioni deliberative erano svolte dal poteva essere formato da 60 membri nelle due sedi consiglio, mentre tutti gli altri comuni, non inclusi governative di Milano e Venezia, da 40 membri nelle nella tabella, avevano il convocato degli estimati. città regie e nei capoluoghi di provincia, o da 30 mem- Un’ulteriore distinzione si aveva riguardo all’organo bri negli altri comuni; almeno due terzi dei membri collegiale incaricato dell’amministrazione del patri- del consiglio dovevano essere possidenti scelti tra i monio, che, nelle città regie e nei capoluoghi di pro- primi cento estimati (art. 31). I consiglieri, dopo la vincia era costituito dalla congregazione municipale prima nomina fatta dai rispettivi governi, venivano so- con a capo un podestà, mentre nei comuni fungeva a stituiti ogni triennio in quote uguali, secondo l’anzia- questo scopo una deputazione comunale. nità di nomina “sopra duple dei consigli da parte delle In base al regolamento del 1816 in Lombardia si congregazioni provinciali” (artt. 33-35); i consigli avevano dunque il consiglio e la congregazione muni- erano radunati di norma due volte l’anno ed ogni qual cipale nelle tredici città regie (Crema, Casalmaggiore, volta ritenuto necessario (artt. 41-42); rigide norme Monza e Varese, oltre agli stessi capoluoghi di provin- regolavano convocazione e svolgimento delle sedute, cia), il convocato e la deputazione nella maggior parte cui partecipavano, con funzioni di controllo in rappre- dei comuni, e il consiglio e la deputazione solo in sentanza del governo e senza diritto di voto, il regio quelli elencati nella tabella annessa al regolamento delegato nelle città regie o capoluoghi di provincia, stesso. oppure il cancelliere del censo o un suo sostituto negli Con la circolare 19 marzo 1821 fu notificata l’atti- altri comuni (artt. 43-58). Sia il convocato sia il con- vazione, stabilita con decreto del vicerè del 5 marzo siglio erano di norma radunati due volte l’anno in ses- 1821, dei consigli comunali in luogo del convocato per sione ordinaria e straordinariamente “a qualunque in- tutti i comuni in cui fossero presenti più di trecento vito del delegato provinciale e del cancelliere del cen- estimati, costituiti in applicazione della sovrana risolu- so (solo per i comuni posti direttamente sotto la sua zione 20 giugno 1819, notificata con dispaccio circo- direzione)”: nella prima sessione (gennaio o febbraio) lare datato 15 luglio 1819 (il decreto del vicerè, la so- si esaminavano i conti dell’anno precedente e veniva vrana risoluzione e il dispaccio sono citati nella circo- approvato il bilancio consuntivo, nella seconda (set- lare del 19 marzo 1821). La circolare del 1821 forniva tembre o ottobre) si approntavano i bilanci di previ- l’elenco dei comuni del regno ai quali era stato accor- sione, si nominavano i revisori dei conti e si eleggeva- dato il consiglio comunale. Un’ulteriore estensione no i nuovi membri delle congregazioni municipali e dei comuni con consiglio si ebbe in seguito all’appli- delle deputazioni. cazione della circolare governativa 8 maggio 1835 Se nel consiglio e nel convocato risiedeva la facol- che, nell’intento di favorire la concentrazione dei co- tà di disporre e di deliberare sugli affari riguardanti muni unendo i minori ai maggiori, stabiliva la possibi- l’amministrazione del comune, era alla deputazione lità di sostituire il convocato col consiglio “anche lad- comunale in quanto “autorità pubblica permanente” dove il numero degli estimati fosse al di sotto di tre- che spettava dare “esecuzione alle deliberazioni del cento, sempreché sussistano delle circostanze che consiglio o del convocato”, gestire l’amministrazione facciano considerare necessario un tale mutamento a ordinaria del patrimonio del comune ed invigilare per ragione d’inconvenienti verificatesi in una data comu- l’osservanza delle leggi e degli ordini del governo” ne per la sussistenza di un convocato, oppure allor- (art. 71). Nei comuni con convocato la deputazione quando le Comuni ne spieghino di proprio impulso il “composta da tre individui possessori nel territorio desiderio”. del comune”, scelti dal convocato stesso, era assistita In base al regolamento annesso alla citata notifica- immediatamente dal cancelliere del censo; in quelli zione 12 aprile 1816 il convocato generale degli esti- con consiglio essa aveva invece un ufficio proprio ed mati presente nei comuni minori era costituito dalla era assistita da un segretario (art. 94). La già citata cir- totalità dei possessori “aventi estimo in testa propria colare 19 marzo 1821 modificò parzialmente tale si- nei registri del censo” (art. 1); in esso era dunque tuazione in quanto, avendo abilitata l’istituzione del “consolidata la facoltà di deliberare e disporre degli consiglio in un numero di comuni maggiore di quello affari riguardanti l’amministrazione del comune nelle in cui già esistevano, diede facoltà ai governi di Mila- forme prescritte dalle leggi e sotto l’approvazione del no e Venezia di stabilire quali comuni potessero esse- governo” (art. 2); modalità di convocazione, impedi- re dotati di un ufficio proprio in base anche a criteri di

71 Profili istituzionali generali disponibilità di mezzi e locali. Dei tre deputati previ- all’agente doveva esserci in ogni comune un cursore sti per i comuni, il primo era scelto tra i tre primi esti- sottoposto all’agente per il disbrigo degli ordini di tut- mati, gli altri “dal corpo indistintamente dei possesso- ti i superiori (artt. 115-118); altri “stipendiati” poteva- ri (art. 60) mentre colui che aveva riportato il maggior no essere nominati da consiglio o convocato, con ap- numero di voti tra i tre primi estimati era eletto primo provazione del governo, mentre risultava obbligatoria deputato (art. 62). Oltre alla partecipazione dei depu- l’elezione di due revisori dei conti di durata annuale tati a quasi tutti gli atti ufficiali del comune (artt. 72- (artt. 119-123). 81) ad essi spettava anche il compito di “liquidare i Nelle città regie e nei capoluoghi di provincia le conti coll’esattore e con l’agente municipale, presenti medesime funzioni esecutive erano svolte dalla con- i nuovi deputati che devono entrare in esercizio gregazione municipale composta da un podestà e da nell’anno successivo” e di predisporre sulla base di quattro “individui col titolo di Assessore”, che diven- tali conti “il conto preventivo delle entrate e spese per tavano sei per Milano e Venezia; la maggior parte di l’anno successivo da proporsi al consiglio o convoca- questi assessori (quattro a Milano e Venezia o tre nelle to” e di sottoscrivere almeno in due gli ordini di paga- altre città) dovevano essere proprietari fondiari e i ri- mento, unitamente al cancelliere (artt. 82-87). manenti potevano essere scelti tra i commercianti; la Considerando il personale burocratico previsto per loro nomina spettava al consiglio, mentre il podestà i comuni, in quelli aventi un consiglio la deputazione veniva eletto dall’imperatore su una lista tripla forma- era assistita “da un segretario e ove occorra da altri ta dallo stesso consiglio (Sandonà, 1912; Rotelli impiegati, secondo il ruolo approvato dal governo” 1974; Meriggi 1987). (art. 94), mentre quelli aventi convocato dovevano Dal compartimento territoriale annesso alla notifi- “necessariamente avere un agente” (art. 95) come cazione della luogotenenza lombarda 23 giugno 1853, “rappresentante i deputati amministratori (...) per ri- risulta che su 2109 comuni soggetti al governo lom- cevere ed eseguire gli ordini dei superiori (art. 96); bardo 1587 avessero il convocato generale, 445 il con- l’agente veniva eletto alla fine di ogni anno “tra i più siglio comunale senza ufficio proprio, 64 il consiglio probi e capaci abitanti del comune” (art. 97). Fra le comunale con ufficio proprio e solo le 13 città regie sue prerogative più importanti era considerata la “di- avessero invece la congregazione municipale. retta corrispondenza col cancelliere del distretto. Da legisl. circolare 14 luglio 1819: circolare 14 luglio 1819 per lui riceve(va) le leggi e gli ordini da pubblicarsi nel l’istituzione del consiglio in luogo del convocato per i co- comune, e gli trasmette(va) l’attestato della loro pub- muni con più di trecento estimati, Atti del governo lom- blicazione” (art. 102); immediata conseguenza di ciò bardo, Milano, 1819, II; circolare 19 marzo 1821: cir- colare 19 marzo 1821 che comunica l’elenco dei comuni era l’incombenza di “custodire gli esemplari delle del regno ai quali è stato accordato il consiglio comunale leggi e dei regolamenti, non meno che le scritture co- perchè aventi un numero di estimati superiore a trecento, Atti del governo lombardo, 1821, I, Circolari, parte II, p munali che a lui vengono rilasciate dal cancelliere per .32; circolare 8 maggio 1835: circolare 8 maggio 1835 le giornaliere occorrenze” (art. 107), così come quella che notifica le determinazioni emesse con sovrana risolu- di “tenere un registro delle rendite provenienti dai zione del 6 aprile 1835 “dirette a meglio regolare e con- solidare il sistema d’amministrazione comunale in alcu- fondi o dai diritti comunali e delle relative spese” di ne sue parti”, Atti del governo lombardo, Milano, 1835, cui rendeva conto a fine anno (art. 110). Oltre I, Circolari, parte II, p. 56.

72 LEISTITUZIONISTORICHE DELTERRITORIOLOMBARDO LECCO

LEISTITUZIONISTORICHE DELTERRITORIOLOMBARDOáLECCO

ABBADIA comune di Abbadia. 2 1757 - 1797 comune di Abbadia. 1 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XIV - 1757 (editto 10 giugno 1757), il comune di Abbadia con Borbino faceva parte della pieve di Mandello, compresa nella riviera Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- di Lecco, nel ducato di Milano. nità della pieve di Mandello. Nel 1771 il totale degli abitanti di Abbadia, conteggiati Nell’anno 833 l’arcivescovo di Milano donò all’abba- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 440 unità (sta- zia di San Vincenzo in Prato di Milano la badia di San Pie- tistica delle anime 1771). tro presso Mandello, dalla quale prese il nome la comunità In base al compartimento territoriale della Lombardia (Pensa 1974-1977). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Abbadia A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi con Borbino apparteneva alla pieve di Mandello, compresa anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- Nel 1791 Abbadia venne inserita, con le altre comunità la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel di- (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, mento 1791). Mandello; Zucchi 1959). Dal XV al XVIII secolo, Abbadia fu sempre sottoposta comune di Abbadia. 3 al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di 1798 - 1809 Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. Il comune di Abbadia con Borbino, in forza della ripar- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile della real giunta del censimento, nel 1751 Abbadia formava anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capo- un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- luogo Lecco. rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà 5 vendemmiale anno VII), il comune di Abbadia con Bor- feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- bino fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, Abbadia era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Mandello). di Lecco del dipartimento del Lario. Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- bre 1802, il comune di Abbadia con Borbino venne ricollo- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), ad Abbadia fu ag- cato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco gregato Borbino. (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come

73 Acquate comune di III classe con 749 abitanti, nel 1803 (elenco dei conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo comuni 1803). particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Abbadia rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- con Borbino venne ad appartenere al cantone I di Lecco del zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 849 tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). abitanti. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- comune di Acquate. 6 mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Abbadia e uni- 1757 - 1797 ti figurava, con 483 abitanti, comune aggregato al comune Nel compartimento territoriale dello stato di Milano denominativo di Mandello, nel cantone I di Lecco del di- (editto 10 giugno 1757), il comune di Acquate faceva parte stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Mandello della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nel con il successivo compartimento territoriale del diparti- ducato di Milano. mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Nel 1771 il totale degli abitanti di Acquate, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 760 unità (sta- comune di Abbadia. 4 tistica delle anime 1771). 1816 - 1859 In base al compartimento territoriale della Lombardia Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Acquate in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella riviera di bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Lecco, nella provincia di Como. di Abbadia con Borbino fu inserito nel distretto XI di Lec- Nel 1791 Acquate venne inserita, con le altre comunità co. Con il dispaccio governativo 28 maggio 1830 n. 12310/ delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- 1822 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di Abbadia, stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- del consiglio comunale al convocato generale (variazioni al mento 1791). compartimento provinciale di Como 1816-1835). Abbadia con Borbino, comune con consiglio, fu con- comune di Acquate. 7 fermato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo 1798 - 1809 compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- Il comune di Acquate, in forza della ripartizione del di- cazione 1 luglio 1844). partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Abbadia con compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. la frazione Borbino, comune con consiglio comunale senza In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ufficio proprio e con una popolazione di 696 abitanti, fu in- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Acquate fu inserito serito nel distretto X di Lecco. nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. bibl. Abbadia 1995: Tra lago e montagna. La Comunità di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Abbadia nell’età moderna, Albese con Cassano, Tipoli- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), tografia Meroni, 1995. Acquate era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- ACQUATE bre 1802, il comune di Acquate venne ricollocato nel III di- stretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei comune di Acquate. 5 distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di sec. XIV - 1757 III classe con 813 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- nità della pieve di Lecco. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Acquate Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Acquate ri- venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distretto IV sulta inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lec- di Lecco: comune di III classe, contava 881 abitanti. co (estimo di Carlo V). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Acquate figu- della real giunta del censimento, nel 1751 Acquate era uno rava, con 815 abitanti, comune aggregato al comune deno- dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, minativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto IV che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il successivo feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi creto 30 luglio 1812). comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- comune di Acquate. 8 nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale 1816 - 1859 di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- di Acquate fu inserito nel distretto XI di Lecco. Con il di- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- spaccio governativo 19 marzo 1821 n. 5628/702 fu autoriz- zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva zata la sostituzione, nel comune di Acquate, del consiglio

74 Airuno comunale al convocato generale (variazioni al comparti- stizia dei pubblici riparti, unitamente al deputato, “dipen- mento provinciale di Como 1816-1835). dendo però sempre dai signori primi estimati”; non c’era Acquate, comune con consiglio, fu confermato nel di- patrimonio pubblico; la comunità non aveva cancelliere e le stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento pubbliche scritture “esistenti nell’archivio” restavano pres- territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio so il sindaco o anche presso il console o il deputato; gli 1844). esattori venivano eletti all’incanto in pubblica piazza di Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Acquate, co- cinque anni in cinque anni (risposte ai 45 quesiti, Airuno; mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con Longhi-Tavola 1984). una popolazione di 1.367 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. comune di Airuno. 10 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Airuno apparteneva AIRUNO alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Airuno e Aizuro, comune di Airuno. 9 conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di sec. XIV - 1757 595 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Airuno, Brivio. nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. Il toponimo (nella forma “Ayruno") è citato nel testa- Nel 1791 Airuno risultava inserita nella pieve di Brivio mento del nobile longobardo Alcherio redatto nel maggio che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di del 960 (CDL, n. 638; Vismara 1979). Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- Il 31 dicembre 1208 i consoli di Milano confermarono no (compartimento 1791). il diritto di decima sui prodotti della terra, sui frutti e sugli animali ai Vimercati, capitani di Vimercate, tanto al ramo di comune di Airuno. 11 Vimercate che a quello di Airuno, già concessi intorno 1798 - 1809 all’anno 1000 dall’arcivescovo di Milano. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Il comune di Airuno, in forza della ripartizione del di- Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu da Ayruno” (compartizione delle fagie 1346). compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- go Brivio. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza (anno 1456), il comune di Ayruno era compreso nella pieve In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di Brivio. 5 vendemmiale anno VII), il comune di Airuno fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Airuno risulta Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Carlo V). Airuno era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- lente al 1572, era compresa anche Ayruno. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Airuno venne ricollocato nel IX di- I duchi di Milano avevano concesso a ogni comune che stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè si affacciava sull’Adda, e quindi anche ad Airuno, il “bene- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come ficio di pesca” lungo il tratto di sua pertinenza. Questi co- comune di III classe con 409 abitanti, nel 1803 (elenco dei muni avevano però l’obbligo di fornire una congrua razione comuni 1803). di pescato; caduto il ducato, il beneficio passò dal comune ai proprietari di Airuno, i Vimercati, fino al 1784. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Ajruno Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 638 munità di Airuno, compresa nella pieve di Brivio, non era abitanti. infeudata, essendosi redenta il 30 luglio 1663 (come da istromento rogato da Raimondo Marliano), con l’esborso di A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lire 990 alla regia camera, cosicché ogni quindici anni cor- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Ajruno figura- rispondeva al “regio contadore” lire 32.13.9. Non vi risie- va, con 447 abitanti, comune aggregato al comune denomi- deva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era sogget- nativo di Brivio, nel cantone V di Merate del distretto IV di ta al regio officio della Martesana, alla quale “non pagava Lecco; fu confermato frazione di Brivio con il successivo nulla di fisso se non nelle straordinarie occorrenze secondo compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- le circostanze dei casi”, e presso la cui banca criminale il creto 30 luglio 1812). console era solito prestare giuramento. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Airuno. 12 amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 550 abi- 1816 - 1859 tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, gli uffi- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, ciali erano tre, cioè sindaco, console e deputato, i quali re- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- stavano eletti all’incanto in pubblica piazza; al sindaco era bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune raccomandata l’amministrazione, e la vigilanza sulla giu- di Airuno fu inserito nel distretto XXIV di Brivio.

75 Aizuro

Airuno, comune con convocato, fu confermato nel di- neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 stretto XXIV di Brivio in forza del successivo comparti- (indice pievi 1753), ad Aizuro fu aggregato Veglio. mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Aizuro. 14 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Airuno, co- 1757 - 1797 mune con convocato generale e con una popolazione di 591 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. (editto 10 giugno 1757), il comune di Aizuro con Veglio ap- arch. risposte ai 45 quesiti, Airuno: “Airuno, pieve di Brivio. parteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Mi- Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Antonio lano. Maria Magno, cancelliere della suddetta comunità”, 6 Nel 1771 il totale degli abitanti di Aizuro e Airuno, marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di bibl. Longhi-Tavola 1984: Tarcisio Longhi, Angelo Tavola, 595 unità (statistica delle anime 1771). Airuno. Un paese da amare, Airuno, 1984. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Aizuro con Veglio, nella pieve di Brivio, era inserito nella provin- cia di Milano. AIZURO Nel 1791 Aizuro risultava inserita nella pieve di Brivio che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di comune di Aizuro. 13 Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- sec. XIV - 1757 no (compartimento 1791). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Brivio. comune di Aizuro. 15 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 1798 - 1809 Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho Il comune di Aizuro con Veglio, in forza della riparti- da Aysurio” (compartizione delle fagie 1346). zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- capoluogo Brivio. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano 5 vendemmiale anno VII), il comune di Aizuro con Veglio Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Aizurro Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- (Beretta 1972). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Aizuro con Veglio era uno dei comuni che costituivano il cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Aizuro risulta distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Carlo V). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato bre 1802, il comune di Aizuro venne ricollocato nel IX di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè lente al 1572, era compresa anche Ayzuro. (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di III classe con 176 abitanti, nel 1803 (elenco dei giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comuni 1803). munità di Aizuro, compresa nella pieve di Brivio, non era Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- infeudata, e, come risultava “da certe annotazioni che ritro- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Aizuro vansi presume essersi redenta dal feudo risservandosi darne con Veglio venne ad appartenere al cantone VI di Santa Ma- sopra di ciò la più accertata notizia, ritrovati che avrà li op- ria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- portuni documenti”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè tava 176 abitanti. feudale; la comunità era soggetta al regio officio della Mar- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- tesana, presso la cui banca criminale il console era solito mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Aizuro figura- prestare giuramento. va, con 183 abitanti, comune aggregato al comune denomi- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita nativo di Brivio, nel cantone V di Merate del distretto IV di amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 180 abi- Lecco; fu confermato frazione di Brivio con il successivo tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, i rappre- compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- sentanti erano un cancelliere, “persona delle più abili della creto 30 luglio 1812). comunità”, ed un console, che ogni anno veniva eletto in pubblica piazza all’incanto; la “vigilanza” sopra la comu- comune di Aizuro. 16 nità restava appoggiata allo stesso cancelliere, con salario 1816 - 1859 di lire 8 annue più straordinari; non esisteva archivio per le pubbliche scritture, e queste venivano conservate presso il Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, cancelliere, “restando però molte disperse per incuria de’ in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- scaduti sindaci e cancellieri”; l’esattore era eletto in pubbli- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune ca piazza all’incanto (risposte ai 45 quesiti, Aizuro). di Aizuro con Veglio fu inserito nel distretto XXIV di Bri- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- vio. forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Aizuro con Veglio, comune con convocato, fu confer- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- mato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo

76 Annone compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- ALDUNO cazione 1 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Aizuro con comune di Alduno. 19 la frazione Veglio, comune con convocato generale e con sec. XVI - 1757 una popolazione di 194 abitanti, fu inserito nel distretto XII Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di di Brivio. Missaglia. arch. risposte ai 45 quesiti, Aizuro: “Aizuro, pieve di Brivio. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Alduno risulta Carozzi, cancelliere della suddetta comunità”, 6 marzo elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Cassina di Alduno. ALBAREDA MAGGIORE Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Cassina del Duno, compresa nella pieve di Mis- comune di Cassina Albareda. 17 saglia, non era infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè re- sec. XV - sec. XVI gio nè feudale; di consueto la giustizia restava amministra- ta dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni non il console, ma il massaro del proprietario della comu- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- nità, duca Sorbelone, prestava il suo annuale giuramento. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano amministrativa, la comunità, che aveva allora 30 abitanti, Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- veniva regolata dal solo massaro del duca, che svolgeva an- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cassina Al- che le funzioni di esattore (risposte ai 45 quesiti, Alduno). bareda (Beretta 1972). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina (editto 10 giugno 1757), Alduno figura aggregato al comu- Albareda risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- ne di Santa Maria Hoè, nella pieve di Missaglia, compresa saglia (estimo di Carlo V). nel ducato di Milano. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato arch. risposte ai 45 quesiti, Alduno: “Cassina del Duno unita di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- al comune di Ohè, pieve di Missaglia. Risposta alli que- lente al 1572, era compresa anche Cassina Albareda, seb- siti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola bene sempre nel XVI secolo sia ricordata come frazione di cancelliere della suddetta comunità”, 9 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Lomaniga (Cappellini 1958A). Nella notificazione del personale del ducato di Milano (compartimento 1751), Albareda (detta maggiore per di- stinguerla dall’altra Albareda, frazione di Rovagnate) era ANNONE elencata come cassinaggio del comune di Lomaniga, nella pieve di Missaglia. comune di Annone. 20 sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. ALBAREDA MINORE Il toponimo è citato nell’anno 880 (I placiti, n. 8; MD, n. 144; CDL, n. 296; Vismara 1979). comune di Cassina Albareda. 18 Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di sec. XIV - sec. XVI Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, Negli statuti delle strade e delle acque del contado di e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Anno- cho de Albareda” (compartizione delle fagie 1346). ne (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- Albareda risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- Marcora 1957). saglia (estimo di Carlo V). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato cho da Anono” (compartizione delle fagie 1346). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni lente al 1572, era compresa anche Cassina Albareda. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Nella notificazione del personale del ducato di Milano ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto (compartimento 1751), Albareda (detta minore per distin- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano guerla dall’altra Albareda, frazione di Lomaniga) era elen- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- cato come cassinaggio del comune di Rovagnate, nella pie- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Annone ve di Missaglia. (Beretta 1972).

77 Arlate

Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- III classe con 800 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Annone risulta 1803). elencata tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Carlo V). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Annone In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- IV di Lecco: comune di III classe, contava 793 abitanti. lente al 1572, era compresa anche Annone. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- nominativo di Annone, con una popolazione di 1.524 abi- munità di Annone, compresa nella pieve di Oggiono - già tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono Annone, Bosisio e uniti, era inserito nel cantone IV di Og- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - giono del distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato non era infeudata e pagava ogni quindici anni lire 105.1.6 con il successivo compartimento territoriale del diparti- per la redenzione dal feudo. Non vi risiedeva iusdicente nè mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). regio nè feudale; riconosceva “li giudici di Milano” e il console era solito prestare giuramento presso la banca cri- comune di Annone. 23 minale del capitano di giustizia di Milano. 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 600 abi- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tanti, era retta da deputati, console e cancelliere; i deputati bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune sottoscrivevano i reparti compilati dal cancelliere: per un di Annone fu inserito nel distretto XII di Oggiono. certo periodo erano stati sottoscritti dagli agenti dei primi Annone, comune con convocato, fu confermato nel di- estimati dopo che erano stati pubblicamente letti; non aven- stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- do la comunità archivio le “poche” scritture della comunità mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 erano tenute dal cancelliere, che aveva un salario annuo di luglio 1844). lire 50; l’incarico di esattore si appaltava al migliore offe- rente (risposte ai 45 quesiti, Annone). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Annone, co- mune con convocato generale e con una popolazione di 1.174 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. comune di Annone. 21 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Annone: “Annone, pieve di Og- giono. Risposta alli quesiti della Reale Giunta fatta da Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Federico Carpani cancelliere della suddetta comunità”, (editto 10 giugno 1757), il comune di Annone faceva parte 28 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. della pieve di Oggiono, inclusa nel ducato di Milano. bibl. Perego 1987: Natale Perego, Il comune di Annone nel Nel 1771 il totale degli abitanti di Annone, conteggiati catasto teresiano, “Archivi di Lecco”, 1987. in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 698 unità (sta- tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Annone ARLATE apparteneva alla pieve di Oggiono, compresa nella provin- cia di Como. comune di Arlate. 24 Nel 1791 Annone venne inserita, con le altre comunità sec. XV - 1757 delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di partimento 1791). Brivio. Il toponimo è forse citato nell’atto di vendita di un pez- comune di Annone. 22 zo di terra “in loco ubi dicitur Arcelate” del febbraio 1086 (Atti privati, IV, n. 680). 1798 - 1815 Nel 1412 il comune di Arlate, per mezzo di procuratori, Il comune di Annone, in forza della ripartizione del di- prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, che partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte di compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Oggio- Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò nel no. 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et cassi- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ne Montis Brianze” (Cazzani 1979). 5 vendemmiale anno VII), il comune di Annone fu inserito Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Arlate risulta in- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- serita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Annone era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- di Lecco del dipartimento del Lario. lente al 1572, era compresa anche Arlate. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- bre 1802, il comune di Annone venne ricollocato nel VI di- munità di Arlate, compresa nella pieve di Brivio, non era stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di la comunità era soggetta al regio officio della Martesana,

78 Bagaggera presso la cui banca criminale il console era solito prestare Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita giuramento. amministrativa, il comune di Aveno aveva un proprio con- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita siglio generale o convocazione di tutti gli uomini vicini (di- amministrativa, la comunità, che aveva allora 130 abitanti, stinto da quello di ), che si radunava previo av- veniva regolata da un deputato nobile dei primi estimati lai- viso “focolare” dei rispettivi consoli nella pubblica piazza, ci (o sindaco) e da un console; al sindaco spettava la forma- ed eleggeva ogni anno un sindaco ed un esattore; al sindaco zione dei riparti, che, una volta controllati dal primo esti- restava raccomandata l’amministrazione del patrimonio mato, venivano consegnati all’esattore; non vi era pubblico, della quale rendeva conto al termine del manda- cancelliere. Sindaco, console ed esattore si deliberavano to; libri e scritture pubbliche restavano “custoditi in riposti- all’incanto (risposte ai 45 quesiti, Arlate). gli sicuri e sotto chiave presso i sindaci”; al cancelliere, al- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano lora residente a Dervio, spettava formare i riparti e i (editto 10 giugno 1757), Arlate figura aggregato al comune quinternetti per l’esazione delle taglie, che consegnava di Calco, nella pieve di Brivio, compresa nel ducato di Mi- all’esattore, eletto all’incanto. lano. Nel 1751 la comunità di Aveno contava 63 abitanti (ri- sposte ai 45 quesiti, Tremenico e Aveno). arch. risposte ai 45 quesiti, Arlate: “Arlate, pieve di Brivio. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto Carozzi delegato per detta comunità”, 29 gennaio 1751, (editto 10 giugno 1757), Aveno figura aggregato al comune ASMi, Catasto, cart. 3.040. di Tremenico, nella pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco e nel ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Tremenico e Aveno: “Tremenico ed Aveno, Pieve di Dervio, Riviera di Lecco. Risposta a ARNIGÒ quesiti della Real Giunta fatta da Giuseppe Anganuzzi cancelliere di detto comune”, 2 aprile 1751, ASMi, Cata- sto, cart. 3.030. comune di Arnigò. 25 sec. XIV Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- BAGAGGERA cho de Inagone” (compartizione delle fagie 1346). Nella notificazione del personale del ducato di Milano comune di Bagaggera. 27 (compartimento 1751), Arnigò era elencato come cassinag- sec. XVI - 1757 gio del comune di Sirtori, nella pieve di Missaglia. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Brivio. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bagaggera risul- AVENO ta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di Carlo V). comune di Aveno. 26 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sec. XIV - 1757 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Comune del Monte di Introzzo, anticamente parte della lente al 1572, era compresa anche Bagaera (Bagaggera). Valsassina, indi della riviera di Lecco (pieve di Dervio). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Nel corso del 1415, i procuratori delle singole terre giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- componenti la Valsassina, tra cui Aveno, furono chiamati a munità di Bagaiera con la Cassina Galbusera, compresa Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filippo Ma- nella pieve di Brivio, non era infeudata, e “non si sa se il co- ria Visconti (Orlandi 1911). mune sia redento e non si paga nisun stipendio ad alcuno”. La Cassina Galbusera pretendeva di fare comune “da sè so- Nella notificazione del personale fatta nel corso del la” e risultava in effetti comune separato nel 1754, pur con 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), l’opposizione di Bagaggera (processi alle tavole d’estimo, Aveno era elencato come semplice cassinaggio del comune pieve di Brivio). di Tremenico, sotto la pieve di Dervio e compresa nella ri- viera di Lecco; ma secondo quanto riportato nelle risposte Nel 1751 a Bagaggera non risiedeva iusdicente nè re- ai 45 quesiti della real giunta del censimento, sempre nel gio nè feudale; la comunità era soggetta al regio officio del- 1751, la comunità di Aveno, membro del Monte di Introzzo la Martesana, presso la cui banca criminale il console era e infeudata a Ercole Sfondrati, conte della riviera (con il ti- solito prestare giuramento. tolo di “signore” sul Monte di Introzzo), formava un comu- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ne distinto “rispetto ai beni divisi”, pur pagando unitamente amministrativa, la comunità, che aveva allora 72 abitanti, a Tremenico un quarto dei carichi gravanti sul Monte di In- non aveva consiglio generale nè particolare nè deputati, ma trozzo, nella proporzione di due terzi del quarto (Tremeni- solo il sindaco e il console, eletti ogni anno; non esisteva ar- co) e un terzo del quarto (Aveno) di lire 121.44.6, cioè lire chivio e le pubbliche scritture erano tenute dal sindaco; la 30.8.7 annue. Per le cause criminali la comunità di Aveno comunità aveva infine un esattore (risposte ai 45 quesiti, dipendeva dal podestà feudale di Bellano, al quale pagava Bagaggera). un salario di lire 16.4 annue, per le civili dal luogotenente Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- feudale di Bellano, residente a , dove teneva udien- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, za due giorni la settimana (mercoledì e sabato) e presso il preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- quale prestava giuramento il console. neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753

79 Baiedo

(indice pievi 1753), a Bagaggera furono aggregati Cassina di Bagaggiera con Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, Ospedaletto e Caster- Ospedaletto e Casternago fu inserito nel distretto XXIV di nago. Brivio. Bagaggiera con Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, comune di Bagaggera. 28 Ospedaletto e Casternago, comune con convocato, fu con- 1757 - 1797 fermato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo Nel compartimento territoriale dello stato di Milano compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- (editto 10 giugno 1757), il comune di Bagaggera con Gal- cazione 1 luglio 1844). busera, Monte Spiazzo, Malnino, Ospedaletto e Casternago Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bagaggera apparteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di con le frazioni Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, Ospe- Milano. daletto e Casternago , comune con convocato generale e Nel 1771 il totale degli abitanti di Bagaggera, conteg- con una popolazione di 276 abitanti, fu inserito nel distretto giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 170 unità XII di Brivio. (statistica delle anime 1771). arch. risposte ai 45 quesiti, Bagaggera: “Bagaiera con la cas- In base al compartimento territoriale della Lombardia sina Galbusera, pieve di Brivio. Risposta a quesiti della austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bagag- Real Giunta fatta da Carlo Giuseppe Pirovano cancelliere gera con Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, Ospedaletto de detti comuni”, 18 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. e Casternago, nella pieve di Brivio, era inserito nella pro- 3.040. vincia di Milano. Nel 1791 Bagaggera risultava inserita nella pieve di Brivio che costituiva, unitamente a una porzione della pie- ve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di BAIEDO Milano (compartimento 1791). comune di Baiedo. 31 comune di Bagaggera. 29 sec. XIV - 1757 1798 - 1809 La comunità di Baiedo appartenne già anticamente alla Il comune di Bagaggera con Galbusera, Monte Spiaz- Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. zo, Malnino, Ospedaletto e Casternago, in forza della ripar- Procuratori di Bajedo prestarono giuramento il 22 lu- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile glio 1419 al duca di Milano Filippo Maria Visconti (Pensa anno VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore 1960-1967). con capoluogo Brivio. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Baiedo è elenca- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Bagaggera e uniti ta tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), lente al 1572, Baiè (Baiedo) era citata tra “le infrascritte co- Bagaggera ed uniti era uno dei comuni che costituivano il muni” della Valsassina. distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel 1722 Bajedo contava 170 abitanti (Baroncelli Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- 1995). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Bagaggiera venne ricollocato nel IX Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti mune di III classe con 219 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che muni 1803). Bajedo, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o co- munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bagag- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- gera con Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, Ospedaletto le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- e Casternago venne ad appartenere al cantone VI di Santa va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- Maria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili contava 219 abitanti. dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bagaggera e formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e uniti figurava, con 200 abitanti, comune aggregato al comu- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- ne denominativo di Santa Maria Hoè, nel cantone V di Me- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si rate del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Santa Maria Hoè con il successivo compartimento territo- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor riale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- comune di Bagaggera. 30 te (le terre) lo stesso metodo e regola”. 1816 - 1859 I consiglieri componenti il consiglio generale di valle Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune lamento della Valsassina).

80 Ballabio comune di Baiedo. 32 BALLABIO 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comune di Ballabio. 35 (editto 10 giugno 1757), Baiedo era un comune della Val- sec. XIV - sec. XVI sassina, compresa nel ducato di Milano. Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- In base al compartimento territoriale della Lombardia nità della pieve di Lecco. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Baiedo Ballabio, “territorio di Lecco”, compare nel “somma- apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- rione del perticato del 1558 della comunità di Lecco con mo. sua giurisdizione fatto comune per comune” (estimo di Nel 1791 Baiedo era compresa tra le comunità della Carlo V). Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella Negli atti del XVIII secolo risulta costantemente sud- provincia di Milano (compartimento 1791). diviso in Ballabio inferiore e Ballabio superiore, avendo ciascuna delle due comunità propri organi e rappresentanti. comune di Baiedo. 33 1798 - 1809 comune di Ballabio inferiore. 36 Il comune di Bajedo, in forza della ripartizione del di- sec. XVI - 1757 partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Il comune di Ballabio, che compare unitario nel “som- compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- marione del perticato del 1558 della comunità di Lecco con trobio. sua giurisdizione” (estimo di Carlo V), risulta costante- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge mente suddiviso in Ballabio inferiore e Ballabio superiore 5 vendemmiale anno VII), il comune di Bajedo fu inserito negli atti del XVIII secolo, avendo ciascuna delle due co- nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. munità propri organi e rappresentanti. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), della real giunta del censimento, nel 1751 Ballabio inferio- Baiedo era uno dei comuni che costituivano il distretto IV re era uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di Lecco del dipartimento del Lario. di quota”, che costituivano la comunità generale di Lecco, Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- allora infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- giudice (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i bre 1802, il comune di Bajedo venne ricollocato nel II di- diversi comuni erano “confusi per non essere mai stati di- stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei visi li terreni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, go- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di dendo per il resto promiscuamente le venti comunità le pro- III classe con 239 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni prietà comunali. Il comune di Ballabio inferiore, 1803). unitamente a quello di Ballabio superiore, così come come il comune di Morterone, ricercava la “separazione dei beni Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- comunali” “del corpo generale di Lecco”, “riportandone li gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bajedo suoi pesi dovuti per regolare a suo genio”. Console e due venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto sindaci restavano eletti dalla comunità, che li poteva con- IV di Lecco: comune di III classe, contava 239 abitanti. fermare; la cura delle scritture pubbliche spettava a un de- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- putato “per tal effetto destinato”, che, con sindaco e conso- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bajedo figura- le, regolava e amministrava la comunità e vigilava sulla va, con 239 abitanti, comune aggregato al comune denomi- giustizia dei riparti, formati dal deputato e dai sindaci stes- nativo di Pasturo, nel cantone II di Introbio del distretto IV si. Ballabio inferiore, come ogni comune della comunità di Lecco; fu confermato frazione di Pasturo con il succes- generale di Lecco, aveva il suo particolare esattore, che pa- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario gava i carichi ordinari, di diaria e censo, e le spese locali (decreto 30 luglio 1812). spettanti al singolo comune (salario del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manutenzione di chiese e straordi- comune di Baiedo. 34 nari, oltre alle spese della comunità generale). 1816 - 1859 Nel 1751 la comunità di Ballabio inferiore aveva 220 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, abitanti, ma si avvertiva che per la maggior parte dell’anno in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- se ne stavano “li uomini absenti per il mondo a guadagnarsi bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune il vitto e per pagare le loro gravezze” (risposte ai 45 quesiti, di Baiedo fu inserito nel distretto X di Taceno. Ballabio). Baiedo, comune con convocato, fu confermato nel di- stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo comune di Ballabio superiore. 37 compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- sec. XVI - 1757 cazione 1 luglio 1844). Il comune di Ballabio, che compare unitario nel “som- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Baiedo, co- marione del perticato del 1558 della comunità di Lecco con mune con convocato generale e con una popolazione di 202 sua giurisdizione” (estimo di Carlo V), risulta costante- abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. mente suddiviso in Ballabio inferiore e Ballabio superiore in atti del XVIII secolo, avendo ciascuna delle due comu- bibl. Orlandi 1911: Andrea Orlandi, La rocca di Bajedo in nità propri organi e rappresentanti. Valsassina, Lecco, Magni, 1911; Orlandi 1930A: An- drea Orlandi, Memorie di Pasturo e Baiedo in Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Valsassina1930, manoscritto presso il museo civico di della real giunta del censimento, nel 1751 Ballabio superio- Lecco. re era uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione

81 Ballabio di quota”, che costituivano la comunità generale di Lecco, comune di Ballabio inferiore. 40 allora infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo 1798 - 1809 giudice (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi comuni erano “confusi per non essere mai stati di- Il comune di Ballabio inferiore, in forza della riparti- visi li terreni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, go- zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno dendo per il resto promiscuamente le venti comunità le pro- VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo prietà comunali. Il comune di Ballabio superiore, Lecco. unitamente a quello di Ballabio inferiore, così come come In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge il comune di Morterone, ricercava la “separazione dei beni 5 vendemmiale anno VII), il comune di Ballabio inferiore comunali” “del corpo generale di Lecco”, “riportandone li fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. suoi pesi dovuti per regolare a suo genio”. Console e due Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- sindaci restavano eletti dalla comunità, che li poteva con- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), fermare; la cura delle scritture pubbliche spettava a un de- Ballabio inferiore era uno dei comuni che costituivano il di- putato “per tal effetto destinato”, che, con sindaco e conso- stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. le, regolava e amministrava la comunità e vigilava sulla Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- giustizia dei riparti, formati dal deputato e dai sindaci stes- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- si. Ballabio superiore, come ogni comune della comunità bre 1802, il comune di Ballabio inferiore venne ricollocato generale di Lecco, aveva il suo particolare esattore, che pa- nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro gava i carichi ordinari, di diaria e censo, e le spese locali dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune spettanti al singolo comune (salario del sindaco, console, di III classe con 250 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni prebenda parrocchiale, manutenzione di chiese e straordi- 1803). nari, oltre alle spese della comunità generale). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Nel 1751 la comunità di Ballabio superiore aveva 280 gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Ballabio abitanti, ma si avvertiva che per la maggior parte dell’anno inferiore venne ad appartenere al cantone I di Lecco del di- se ne stavano “li uomini absenti per il mondo a guadagnarsi stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 247 abi- il vitto e per pagare le loro gravezze” (risposte ai 45 quesiti, tanti. Ballabio). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Ballabio infe- comune di Ballabio inferiore. 38 riore figurava, con 335 abitanti, comune aggregato al co- mune denominativo di Laorca, nel cantone I di Lecco del 1757 - 1797 distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Laorca con il successivo compartimento territoriale del dipartimento Nel compartimento territoriale dello stato di Milano del Lario (decreto 30 luglio 1812). (editto 10 giugno 1757), il comune di Ballabio inferiore fa- ceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. comune di Ballabio superiore. 41 1798 - 1809 In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Ballabio Il comune di Ballabio superiore, in forza della riparti- inferiore apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno riviera di Lecco, nella provincia di Como. VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. Nel 1791 Ballabio inferiore venne inserita, con le altre In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge comunità delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleg- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Ballabio superiore gio, nel distretto III di Lecco della provincia di Milano fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. (compartimento 1791). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), comune di Ballabio superiore. 39 Ballabio superiore era uno dei comuni che costituivano il 1757 - 1797 distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (editto 10 giugno 1757), il comune di Ballabio superiore fa- bre 1802, il comune di Ballabio superiore venne ricollocato ceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro Lecco, nel ducato di Milano. dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune Nel 1771 il totale degli abitanti di Ballabio superiore, di III classe con 436 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1803). 586 unità (statistica delle anime 1771). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Ballabio In base al compartimento territoriale della Lombardia superiore venne ad appartenere al cantone I di Lecco del di- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Ballabio stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 468 abi- superiore apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella tanti. riviera di Lecco, nella provincia di Como. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Nel 1791 Ballabio superiore venne inserita, con le altre mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Ballabio supe- comunità delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleg- riore figurava, con 420 abitanti, comune aggregato al co- gio, nel distretto III di Lecco della provincia di Milano mune denominativo di Laorca, nel cantone I di Lecco del (compartimento 1791). distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con

82 Barcone il successivo compartimento territoriale del dipartimento particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria del Lario (decreto 30 luglio 1812). e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- comune di Ballabio inferiore. 42 zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- 1816 - 1859 tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, (editto 10 giugno 1757), Barco figura aggregato al comune in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- di Belledo, nella pieve di Lecco, compresa nella riviera di bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Lecco e nel ducato di Milano. di Ballabio inferiore fu inserito nel distretto XI di Lecco. Ballabio inferiore, comune con convocato, fu confer- mato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo com- partimento territoriale delle province lombarde (notifica- zione 1 luglio 1844). BARCONE Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Ballabio in- feriore, comune con convocato generale e con una popola- comune di Barcone. 45 zione di 247 abitanti fu inserito nel distretto X di Lecco. sec. XIV - 1757 La comunità di Barcone appartenne già anticamente comune di Ballabio superiore. 43 alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. 1816 - 1859 Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, terre componenti la Valsassina, tra cui Barcone, furono in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). di Ballabio superiore fu inserito nel distretto XI di Lecco. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Ballabio superiore, comune con convocato, fu confer- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Barcone è elen- mato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo com- cata insieme a Gerro tra le terre della Valsassina (estimo di partimento territoriale delle province lombarde (notifica- Carlo V). zione 1 luglio 1844). Nel 1722 Barcone contava, insieme a Gerro, più di 300 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Ballabio su- abitanti (Baroncelli 1995). periore, comune con convocato generale e con una popola- Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- zione di 486 abitanti fu inserito nel distretto X di Lecco. sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti arch. risposte ai 45 quesiti, Ballabio: “Risposte di Ballabio della real giunta del censimento nel 1751, si desume che superiore e inferiore, Riviera di Lecco”, 11 febbraio Barcone, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o co- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.031. munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- BARCO va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili comune di Barco. 44 dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- sec. XIV - 1757 nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- nità della pieve di Lecco. tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Barco risulta in- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor serita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lecco (esti- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- mo di Carlo V). lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti te (le terre) lo stesso metodo e regola”. della real giunta del censimento, nel 1751 Barco era uno I consiglieri componenti il consiglio generale di valle dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice lamento della Valsassina). (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Barcone fu aggre- nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale gato Gerro. di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al comune di Barcone. 46 console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- 1757 - 1797 servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva (editto 10 giugno 1757), Barcone con Gerro era un comune conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo della Valsassina, compresa nel ducato di Milano.

83 Bartesate

In base al compartimento territoriale della Lombardia Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Barcone cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bartesate risulta apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- inserito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). mo; in base a quest’ultimo compartimento, Gerro costituì In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato un comune autonomo. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel 1791 Barcone con Gerro era compresa tra le comu- lente al 1572, era compresa anche Bertesago (Bartesate). nità della Valsassina, che costituivano il distretto II di Tace- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real no nella provincia di Milano (compartimento 1791). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Bartesate, compresa nella pieve di Garlate - già comune di Barcone. 47 infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono 1798 - 1805 nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - non era infeudata, essendosi redenta l’8 dicembre 1671 Il comune di Barcone con Gerro, in forza della riparti- come da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolina zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno notaio di Milano, e pagava “per il demanio o sij mezz’an- VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capo- nata ogni quindici anni £ 12 in raguaglio della dopia di Ita- luogo Introbio. lia £ 16.18”; non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- riconosceva “li giudici di Milano” e il console era solito partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- prestare giuramento presso la banca criminale del capitano bre 1802, il comune di Barcone venne ricollocato nel II di- di giustizia di Milano. stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita III classe con 207 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni amministrativa, la comunità, che aveva allora 120 abitanti, 1803). non aveva consiglio generale e nemmeno consiglio partico- lare, restando le cose ordinarie raccomandate al console ed Nell’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- al cancelliere; “nelle occorrenze accidentali o straordina- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805) il comune di Barcone rie” veniva avvisato il popolo e si raccomandava l’assisten- compare unito al comune di Gerro. za di uno o due degli estimati, che prestavano gratis le cure per il comune; presso il cancelliere, che aveva salario di lire comune di Barcone. 48 7 annue e che faceva i riparti, erano conservate le pubbliche 1816 - 1859 scritture, non avendo la comunità archivio; ogni tre anni Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, alle calende di gennaio veniva eletto l’esattore, basandosi in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- sulla migliore oblazione a favore del comune (risposte ai 45 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune quesiti, Bartesate). di Barcone con Gerro fu inserito nel distretto X di Taceno. Barcone con Gerro, comune con convocato, fu confer- comune di Bartesate. 50 mato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del 1757 - 1797 successivo compartimento territoriale delle province lom- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano barde (notificazione 1 luglio 1844). (editto 10 giugno 1757), il comune di Bartesate con Moz- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Barcone con zana faceva parte della pieve di Garlate, inclusa nel ducato la frazione Gerro, comune con convocato generale e con di Milano. una popolazione di 308 abitanti, fu inserito nel distretto XV In base al compartimento territoriale della Lombardia di Bellano. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bartesate con Mozzana apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia di Como. Nel 1791 Bartesate venne inserita, con le altre comuni- BARTESATE tà delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mau- ri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano comune di Bartesate. 49 (compartimento 1791). sec. XIV - 1757 comune di Bartesate. 51 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 1798 - 1809 Garlate. Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di Il comune di Bartesate con Mozzana, in forza della ri- Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, anno VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- con capoluogo Brivio. mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Barte- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge sate (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come 5 vendemmiale anno VII), il comune di Bartesate con Moz- più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bo- zana fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. gnetti-Marcora 1957). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- Bartesate con Mozzana era uno dei comuni che costituiva- cho da Bardexago” (compartizione delle fagie 1346). no il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza, Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- redatta nel 1456, è citato tra gli altri il comune di Bartesate partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (Beretta 1952). bre 1802, il comune di Bartesate venne ricollocato nel VI

84 Barzago distretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei 18 sacerdoti”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di dale; lo iusdicente feudale era Francesco Castilia, milane- III classe con 202 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni se; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario 1803). della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Barteza- soldi 18.3. te con Mozzana venne ad appartenere al cantone V di Og- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita giono del distretto IV di Lecco: comune di III classe, amministrativa, la comunità, che aveva allora 445 abitanti, contava 126 abitanti. non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma un sin- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- daco eletto dalla comunità in pubblica piazza a suono di mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bartesate e campana secondo gli ordini camerali alla presenza del po- uniti figurava, con 215 abitanti, comune aggregato al comu- polo, che veniva assistito da quattro reggenti o deputati nel- ne denominativo di Galbiate, nel cantone IV di Oggiono del le rappresentanze, amministrazioni e conservazione del co- distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Galbiate mune, e che vigilava sopra la giustizia dei pubblici riparti; con il successivo compartimento territoriale del diparti- aveva un cancelliere che teneva presso la sua casa le scrit- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). ture pubbliche, non avendo la comunità stanza per archivio; gli esattori venivano eletti secondo gli ordini camerali (ri- comune di Bartesate. 52 sposte ai 45 quesiti, Barzago). 1816 - 1859 Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 di Bartesate con Mozzana fu inserito nel distretto XII di (indice pievi 1753), a Barzago furono aggregati Bevera e Oggiono. Merdagò. Bartesate con Mozzana, comune con convocato, fu confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del suc- comune di Barzago. 54 cessivo compartimento territoriale delle province lombarde 1757 - 1797 (notificazione 1 luglio 1844). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bartesate (editto 10 giugno 1757), il comune di Barzago con Bevera con la frazione Mozzana, comune con convocato generale e Merdagò apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa e con una popolazione di 259 abitanti, fu inserito nel di- nel ducato di Milano. stretto XI di Oggiono. Nel 1771 il totale degli abitanti di Barzago, conteggiati arch. risposte ai 45 quesiti, Bartesate: “Bartezate, pieve di in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 760 unità (sta- Garlate, con Mozzana. Risposta a quesiti della real gion- tistica delle anime 1771). ta fatta da Giuseppe Lanfranco cancelliere di detto comu- ne di Bartesago”, 6 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. In base al compartimento territoriale della Lombardia 3.032. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Barzago con Bevera e Merdagò, nella pieve di Missaglia, era inseri- to nella provincia di Milano. Nel 1791 Barzago risultava inserita nella porzione del- BARZAGO la pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missa- glia della provincia di Milano (compartimento 1791). comune di Barzago. 53 sec. XIV - 1757 comune di Barzago. 55 1798 - 1815 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia. Il comune di Barzago con Bevera e Merdagò, in forza Negli statuti delle strade e delle acque del contado di della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con cho de Barzago” (compartizione delle fagie 1346). capoluogo Oggiono. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge (anno 1456), il comune di Barzago era compreso nella pie- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Barzago con Beve- ve di Missaglia. ra e Merdagò fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Barzago risulta terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Barzago con Bevera e Merdagò era uno dei comuni che co- Carlo V). stituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del La- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato rio. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- lente al 1572, era compresa anche Barzago. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real bre 1802, il comune di Barzago venne ricollocato nella por- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia munità di Barzago, compresa nella pieve di Missaglia, era (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come infeudata al conte Brebbia, milanese, al quale nulla contri- comune di III classe con 865 abitanti, nel 1803 (elenco dei buiva, se non, una volta che fosse defunto, “un ufficio con comuni 1803).

85 Barzanò

Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Barzago nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Barzanò con Bevera e Merdagò venne ad appartenere al cantone VII (Beretta 1972). di Missaglia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, Il vicario del Monte di Brianza, istituito con lettere pa- contava 951 abitanti. tenti di Francesco Sforza nel 1451, risiedette, sia pure non A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- continuativamente, anche a Barzanò (Cappellini 1958B). mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- nominativo di Barzago, con una popolazione di 1.294 abi- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Barzanò risulta tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Barzago e uniti, Bulciago, era inserito nel cantone VI di Carlo V). Missaglia del distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato con il successivo compartimento territoriale del diparti- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). lente al 1572, era compresa anche Barzanò. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di Barzago. 56 giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- 1816 - 1859 munità di Barzanò, compresa nella pieve di Missaglia non Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, era infeudata, bensì “redenta anticamente, ma non se ne in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- conserva precisa memoria”. Di consueto la giustizia restava bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui ban- di Barzago con Bevera e Merdagò fu inserito nel distretto ca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, XXV di Missaglia. pagando all’attuario soldi 18.3. Barzago con Bevera e Merdagò, comune con convoca- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita to, fu confermato nel distretto XXV di MIssaglia in forza amministrativa, la comunità, che aveva allora 441 abitanti, del successivo compartimento territoriale delle province veniva convocata a suono di campana dal console, con l’in- lombarde (notificazione 1 luglio 1844). tervento dei reggenti (in caso di assenza sostituiti da depu- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Barzago con tati abilitati), deputati e sindico; aveva un cancelliere con le frazioni Bevera e Merdagò, comune con convocato gene- un salario di lire 30 annue, al quale era lasciata la cura sulle rale e con una popolazione di 1.354 abitanti, fu inserito nel “poche scritture di ragione della comunità”; l’esattore ve- distretto XIII di Missaglia. niva eletto in pubblica piazza (risposte ai 45 quesiti, Barza- nò; Barzanò 1958). arch. risposte ai 45 quesiti, Barzago: “Barzago con Bevera e Merdagò, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della comune di Barzanò. 58 Real Giunta fatta da Carlo Girolamo Vallaperta, cancel- liere della suddetta comunità”, 9 marzo 1751, ASMi, Ca- 1757 - 1797 tasto, cart. 3.040. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Barzanò apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Barzanò, conteggiati BARZANÒ in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 761 unità (sta- tistica delle anime 1771). comune di Barzanò. 57 In base al compartimento territoriale della Lombardia sec. XIV - 1757 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Barzanò, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Mi- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di lano. Missaglia. Nel 1791 Barzanò risultava inserita nella porzione del- Il toponimo si trova citato nell’anno 988 (CDL), nella la pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missa- forma “Brisianore”, nel 1015 come “villa Barzanorum”, glia della provincia di Milano (compartimento 1791). nel 1162 come “Barzanure” e altrove come “Barzanoe”, “Barzanore”, “Barzanolo”. comune di Barzanò. 59 Citata come corte agli inizi dell’XI secolo, fu donata il 1798 - 1815 4 ottobre 1015 ad Alberico vescovo di Como “cum omni- bus redditibus et exibitionibus, impensionibus et functioni- Il comune di Barzanò, in forza della ripartizione del di- bus, cum servis et ancillis, aldiis et aldiabus”. Il castello di partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Barzanò e le sue proprietà passarono dal vecovo di Como compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo all’arcivescovo Ariberto d’Intimiano, che con diploma 23 Missaglia. marzo 1026 li concesse all’abate del monastero di San Dio- In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge nigi (furono poi tolti all’abate di San Dionigi l’11 agosto 5 vendemmiale anno VII), il comune di Barzanò fu inserito 1491 e incorporati nel feudo di Missaglia o feudo delle nel distretto XXVII di Missaglia. quattro pievi) (Cappellini 1958B). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Barzanò era uno dei comuni che costituivano il distretto IV cho da Barzanò” (compartizione delle fagie 1346). di Lecco del dipartimento del Lario. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto bre 1802, il comune di Barzanò venne ricollocato nella por- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia

86 Barzio

(quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Nel 1722 Barzio contava 744 abitanti (Baroncelli comune di III classe con 773 abitanti, nel 1803 (elenco dei 1995). comuni 1803). Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Barzanò zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti venne ad appartenere al cantone VII diMissaglia del distret- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che to IV di Lecco: comune di III classe, contava 823 abitanti. Barzio, nella squadra del Consiglio, era uno dei comuni (o A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della nominativo di Barzanò, con una popolazione di 1.906 abi- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- Barzanò, Cassago, Cremella, Oriano e uniti, era inserito nel va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- cantone VI di Missaglia del distretto IV di Lecco, nel quale pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili fu confermato con il successivo compartimento territoriale dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e comune di Barzanò. 60 un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si 1816 - 1859 formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- di Barzanò fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. te (le terre) lo stesso metodo e regola”. Barzanò, comune con convocato, fu confermato nel di- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle stretto XXV di Missaglia in forza del successivo comparti- erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- luglio 1844). lamento della Valsassina). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Barzanò, co- mune con convocato generale e con una popolazione di comune di Barzio. 62 1.355 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Barzanò: “Barzanò, pieve di Mis- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano saglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Pie- (editto 10 giugno 1757), Barzio era un comune della Val- tro Riboldi cancelliere della suddetta comunità”, 12 feb- sassina, compresa nel ducato di Milano. braio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Nel 1771 il totale degli abitanti di Barzio, conteggiati bibl. Cappellini 1958B: Alberto Cappellini, Barzanò. Notizie in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 475 unità (sta- storiche, Barzanò, 1958. tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Barzio apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- BARZIO mo. Nel 1791 Barzio era compresa tra le comunità della comune di Barzio. 61 Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella sec. XIV - 1757 provincia di Milano (compartimento 1791). La comunità di Barzio appartenne già anticamente alla Valsassina, come parte della squadra del Consiglio. comune di Barzio. 63 1798 - 1815 Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti delle università delle singole terre componenti la Valsassi- Il comune di Barzio, in forza della ripartizione del di- na, tra cui Barzio, furono chiamati a Milano per dare giura- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu mento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- 1911). La denominazione di squadra del Consiglio per trobio. l’unione di Barzio, Concenedo, Cassina, Moggio, Cremeno In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge derivava dal fatto che anticamente queste terre costituivano 5 vendemmiale anno VII), il comune di Barzio fu inserito una sola comunità; separatesi prima della metà del XVI se- nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. colo, si regolavano “nel temporale da sè sole, avendo cia- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- scuna il suo estimo e catastro separato”, “ritenendo soltanto terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), fra loro le ragioni di godere pro indiviso i beni comunali” Barzio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV (processi delle tavole d’estimo, Valsassina). di Lecco del dipartimento del Lario. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Barzio è elenca- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- ta tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). bre 1802, il comune di Barzio venne ricollocato nel II di- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di lente al 1572, Barzio era citata tra “le infrascritte comuni” III classe con 747 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni della Valsassina. 1803).

87 Bellano

Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cantone V di Bellano. 66 gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Barzio 1809 - 1815 venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- IV di Lecco: comune di III classe, contava 787 abitanti. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il cantone V di A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Bellano del distretto III di Menaggio risultava costituito dai mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- comuni denominativi di Bellano (capoluogo), Dervio, Per- nominativo di Barzio, con una popolazione di 2.033 abitan- ledo, Premana, , Taceno, Varenna, , con ti complessivi e comprendente i comuni aggregati di una popolazione di 8.239 abitanti. Barzio, Cassina, Cremeno, Concenedo, Moggio, era inseri- Con il successivo compartimento territoriale del dipar- to nel cantone II di Introbio del distretto IV di Lecco, nel timento del Lario (decreto 30 luglio 1812), fu confermata quale fu confermato con il successivo compartimento terri- la suddivisione del cantone V di Bellano nei comuni deno- toriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). minativi di Bellano (capoluogo), Dervio, Perledo, Prema- na, Sueglio, Taceno, Varenna, Vendrogno. comune di Barzio. 64 1816 - 1859 comune di Bellano. 67 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, sec. XIII - 1757 in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Comune della riviera di Lecco, fu capo di pieve. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Nel 905, anno in cui l’arcivescovo di Milano giudicò di Barzio fu inserito nel distretto X di Taceno. una contesa tra l’abate di Sant’Ambrogio e gli uomini di Barzio, comune con convocato, fu confermato nel di- Limonta, Bellano era una corte arcivescovile, fornita di ca- stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo stello e palazzo. compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- La giurisdizione dell’arcivescovo fu confermata anco- cazione 1 luglio 1844). ra nel 1310 con gli accordi tra Cassone della Torre e Matteo Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Barzio, co- Visconti, che si impegnava a non intromettersi (nè lui nè il mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con comune di Milano) nei luoghi sottoposti all’arcivescovo, una popolazione di 717 abitanti, fu inserito nel distretto X tra cui Bellano. La deroga al diritto arcivescovile ebbe ini- di Lecco. zio con la nomina di Galeazzo Visconti nel 1364 a vicario per Bellano e Valsassina (Bognetti 1926), ma la giurisdizio- bibl. Borsa 1986: Mario Borsa, Barzio: cenni storici, “Archi- ne arcivescovile trovò conferma, ancora, nella revisone de- vi di Lecco”, 1986. gli statuti locali attuata alla fine nel 1370, pur con il tramite di Galeazzo “ecclesie conservatore et protectore” (Ander- loni-Adami 1932; Pensa 1974-1977; Borghi 1981). Gli statuti di Bellano erano costituiti da 340 capitoli e BELLANO furono redatti dai discreti uomini “Gambardum Gambam, Petrum Dentem, Stephanum Campazium et Bertramum” (tutti vicini e abitanti del borgo di Bellano), eletti dal comu- cantone III di Bellano. 65 ne. 1805 - 1809 Bellano fu un florido borgo della riviera e vi abitarono Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- sempre famiglie assai cospicue e nobili, quali i Boldoni, gli gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il cantone III di Bel- Stoppa, i Denti, i Gamba; situato allo sbocco delle strade lano del distretto IV di Lecco comprendeva nove comuni di provenienti dalla Valsassina e dalla Muggiasca, aveva un III classe (con 4.340 abitanti totali), e cioè Bellano (capo- porto importante ed era cinto di mura. Gli statuti trecente- luogo), Corenno, Dervio, Dorio, Introzzo, Tremenico, Ve- schi ricordano il sigillo del borgo, che portava le figure di streno, Sueglio, Varenna. quattro chiavi, corrispondenti alle quattro porte principali, Dopo la promulgazione delle norme sull’aggregazione dalle quali partivano le strade verso i territori vicini (Pensa dei comuni di II e III classe (decreto 4 luglio 1807), fu ap- 1977). Si desume dagli statuti, pur non trovandosi in essi prontato un progetto per la concentrazione dei comuni del una trattazione specifica di tale argomento, che il comune dipartimento del Lario, ritornato una prima volta alla dire- era originariamente diviso in squadre, evolutesi a loro volta zione generale dell’amministrazione dei comuni a Milano dall’unione di diverse parentele, o parti. Si può avanzare dal prefetto del Lario il 30 novembre del 1807 (progetto di l’ipotesi che un’eco della più antica organizzazione territo- concentrazione 1807); il 13 dicembre dello stesso anno il riale si ritrovi negli statuti laddove vengono date disposi- prefetto rimise la ristampa, con varianti, del piano di con- zioni per la suddivisione del comune in “camparie” (cam- centrazione, con quelle “emende che la massima diligenza pagne) al tempo della vendemmia: vengono infatti citati il gli aveva suggerito”, interessanti in particolare il cantone di territorio di Bonzeno; Ombriaco e Caglio; Coltogno, Bio- Bellano: il prefetto staccava dal cantone di Introbio i comu- sio e Rioalba (Statuti, Bellano). ni concentrati di Premana, , Pagnona per unirli al All’epoca della signoria di Gian Galeazzo Visconti, cantone di Bellano, dal quale separava i comuni di Bindo e Bellano costituiva una vicaria unitaria con Dervio e Coren- Crandola, unendoli al comune di Cortenova nel cantone di no; Bellano ebbe poi sempre un proprio podestà. La pieve Introbio. Le rettifiche proposte portarono nel successivo di Bellano e la sua giurisdizione costituirono dal 1537 una anno alla stesura di un nuovo progetto (progetto di concen- parte del contado della riviera. trazione 1808), che trovò esecuzione l’anno seguente: a se- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- guito dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bellano risulta Lario (decreto 4 novembre 1809), Bellano fu posto a capo inserito nella riviera di Lecco, insieme alle ville di Biosio, del cantone V nel distretto III di Menaggio del dipartimento Bonzeno, Lezzeno, Ombriago, Pendaglio, Costa, Gora del Lario. (estimo di Carlo V).

88 Bellano

In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato no deputati a prendere tutti i provvedimenti riguardanti gli inte- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- ressi del comune e a metterli in esecuzione. Le loro decisioni, lente al 1572, era compresa Bellano, nella riviera di Lecco. prese eventualmente a maggioranza, vincolavano tutto il comu- ne. Nei capitoli degli statuti riguardanti uffici e ufficiali, le di- Le ville comprese nella giurisdizione del comune di sposizioni riguardanti i consoli seguono di poco quelle sui con- Bellano (coincidente con i confini della pieve) non arriva- siglieri: rispecchiando la struttura del comune di epoca rono mai ad avere una propria autonomia: alla metà del podestarile, ai consoli non sono attribuite competenze direttive XVIII secolo facevano parte del comune di Bellano le ville o di controllo sul consiglio, bensì funzioni di luogotenenti e vi- d’Ombriaco, Lezzeno, Pradello, Cassina Costa, Gorio, cereggenti del rettore in caso di sua assenza. Spettava al consi- Pendaglio, Varginate, Bonzano, Biosio e le Cassine Grab- glio del comune di Bellano eleggere ogni anno i procuratori e i canepari, gli ambasciatori, gli stimatori. bia, Domasone, Calchera, Pessina, Rioalba, Pegnino, Pen- naso, di Soglio, Castello (compartimento 1751). comune di Bellano. consiglio. ambasciatori. 70 Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti sec. XIII - sec. XV della real giunta del censimento, nel 1751 Bellano, capo di Eletti dal consiglio, con le modalità previste dagli statuti per pieve, compresa nella riviera di Lecco e “nella provincia altri ufficiali del comune, vi erano anche sedici ambasciatori, generale del ducato”, era infeudata a Ercole Sfondrati, con- tratti dai “meliores” del comune, in proporzione uguale per cia- te della riviera, successo a donna Clara Sforza Visconti, al scuna delle quattro squadre in cui era suddiviso il comune. Gli quale pagava “annualmente lire 302 imperiali per le regalie ambasciatori erano tenuti a recarsi, per ogni missione riguar- dante il comune di Bellano, a Milano, Como, Lecco, Valsassi- di pane venale, carne, bolino vecchio, pescagione et altro”, na, Mandello o nel territorio dell’episcopato comense; non po- come da antichissima consuetudine e come da istromento tevano essere chiamati in giudizio ogni volta che agivano per il rogato il 23 novembre 1643 da Giorgio Serponti notaio di loro incarico. Milano. Iusdicente feudale (podestà) con banca criminale presso la quale giurava il console era allora Francesco An- comune di Bellano. consiglio. canepari. 71 none di Annone, che non risiedeva se non temporalmente, sec. XIII - sec. XV tenendo in luogo un luogotenente il cui salario, per metà Ricoprivano l’incarico di canepari del comune di Bellano, spettante alla comunità di Bellano, era di lire 120 imperiali per la durata di sei mesi, le persone che nell’anno precedente annue. avevano ricoperto l’ufficio di procuratore. Dovere principale dei canepari era quello di ricevere tutte le entrate del comune ed Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita anche proventi di condanne, e di eseguire le spese, secondo le amministrativa, il comune aveva nel 1751 un consiglio deliberazioni del consiglio e dei procuratori e su licenza dei composto dai dodici primi estimati, dei quali tre ogni anno procuratori. Entrando in carica, i canepari erano tenuti a dare si- venivano eletti come sindaci: l’elezione si faceva in pubbli- curtà per mezzo di idonei fideiussori; presso di loro restavano co sindacato; ai sindaci restava raccomandata l’ordinaria tutte le carte e quaderni contenenti confessi e liberazioni, che erano tenuti a riconsegnare al termine del mandato. amministrazione del pubblico patrimonio, della quale ren- devano conto al termine del mandato, mentre le occorrenze comune di Bellano. consiglio. procuratori. 72 straordinarie richiedevano l’intervento dell’intero consi- sec. XIII - sec. XV glio, il quale “da statuto particolare del comune” aveva la Ogni anno, due tra gli uomini di consiglio fungevano da pro- stessa autorità che tutto il corpo della comunità. curatori del comune. Essi avevano il compito di tenere annota- La comunità di Bellano aveva un cancelliere residente zione, senza frode e diligentemente, di tutte le entrate e delle nel borgo, ma la cura delle pubbliche scritture era racco- spese, curando gli interessi del comune. Le persone investite mandata ai sindaci; l’archivio della comunità, in una sala dell’incarico di procuratori sarebbero state di diritto investite, l’anno successivio, dell’ufficio della canevaria, tratte l’una dal- del palazzo pretorio, aveva quattro chiavi: una presso il sin- la “parte” dei Rusconi, l’altra dalla “parte” dei Vittani. L’ufficio daco provinciale, tre presso i sindaci comunali. del procuratore era anche detto di “estimatore pubblico”, rien- L’incarico di formare i riparti veniva allora affidato ad trando inoltre tra i suoi compiti quello di prendere nota dei te- un ragionatto, mentre l’incarico di esattore ("scoditore") stamenti che comportavano elemosine e procedere all’esazione veniva messo all’incanto. dei legati. Nel 1751 la comunità di Bellano contava circa 1.000 comune di Bellano. consiglio. stimatori. 73 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Bellano). sec. XIII - sec. XV comune di Bellano. campari. 68 Eletti dal consiglio, con le modalità previste dagli statuti per gli altri ufficiali del comune, vi erano anche due stimatori, de- sec. XIII - sec. XV putati a stimare tutti i depositi, possessioni, beni mobili e im- Ogni anno la comunità doveva eleggere otto campari tratti mobili, per stime che si rendevano necessarie nei casi di com- dai vicini di Bellano, deputati a segnalare e condannare tanto pravendita, pignoramento, procedimento giudiziario, bestie che persone scoperte ad apportare danni nel territorio del successione. “Extimatores publici” venivano chiamati anche i comune, oppure a recare molestie. Spettava ai campari far ri- procuratori del comune, che avevano in tale veste anche il com- spettare le norme statutarie in materia di vendemmia e raccolta pito di fare prendere nota dei testamenti che comportavano ele- delle frutta nella campagne di Coltogno, Bonzeno, Rioalba. mosine e procedere all’esazione dei legati. Nessuno poteva essere costretto ad essere camparo per due anni di seguito, ma era ammesso prestarsi volontariamente comune di Bellano. notario. 74 all’incarico. Tutti i campari erano tenuti a prestare giuramento, sec. XIII - sec. XV come gli altri ufficiali del comune, nell’atto di entrare in carica. L’officio della notaria nel comune di Bellano veniva messo all’incanto in pubblica piazza nel primo giorno dell’anno. Il no- comune di Bellano. consiglio. 69 tario o notaro era tenuto a scrivere tutti i procedimenti civili e sec. XIII - sec. XV criminali che si tenevano al banco di giustizia, a scrivere e pub- Secondo gli statuti del 1370, l’organo di governo del comune blicare condanne e banni, e in genere a redigere tutte le scritture di Bellano era il consiglio, composto da sedici consiglieri eletti e atti di ragione del comune, comprese le condanne sui quader- ogni anno tra i “meliores” del comune. Nessuno, una volta elet- ni dei procuratori e del canepario. Il notario doveva risiedere nel to, poteva lasciare la carica, se prima non fosse stato sostituito borgo (dal quale non poteva allontanarsi se non su licenza), do- da un altro “della sua parentela, o sua parte o sua squadra”. I vendosi presentare quotidianamente al rettore o ai consoli. Il consiglieri, convocati in consiglio a suono della campana, era- notario prendeva parte a tutti i consigli del comune, redigendo-

89 Bellano

ne i verbali; al termine del mandato doveva consegnare tutti i Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- carteggi e i libri attinenti alla sua carica. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Bellano venne ricollocato nel IV di- comune di Bellano. stretto ex milanese come comune capoluogo (quadro dei procuratori delle elemosine. 75 distretti 1802), e come tale fu confermato, comune di III sec. XIII - sec. XV classe con 1.508 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni I procuratori delle elemosine e della scuola di Santa Maria di 1803). Bellano erano tenuti, a norma degli statuti, a prendere nota su appositi quaderni di tutte le elemosine da farsi e del nome dei Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- beneficiari, notificandole al rettore del comune. Spese ed entra- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bellano te per i capitoli di elemosina dovevano essere fatte annotare dal con Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, Pradello, Go- notario. I procuratori delle elemosine, come gli altri ufficiali del rio, Pendaglio e Verginate divenne capoluogo del cantone comune di Bellano, erano obbligati, per essere ammessi alla ca- III nel distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava rica, a presentare sicurtà per mezzo di idonei fideiussori. 1.574 abitanti. comune di Bellano. servitore. 76 Nell’elenco nominativo dei comuni componenti il can- sec. XIII - sec. XV tone di Bellano, redatto nell’agosto del 1808, il comune de- nominativo risultava formato da Bellano (con 524 abitanti), L’officio della servitoria nel comune di Bellano veniva messo Filatoio (11), Costa (25), Ponte d’Oro (1), Oro (83), Doma- all’incanto in pubblica piazza nel primo giorno dell’anno. Do- vere del servitore era citare qualunque persona presso il rettore none (11), Graba (14), Ponta (14), Molino d’Oro (10), Cal- o i consoli del comune; convocare l’assemblea tutte le volte che chera (11), Verginate (60), Pendaglio (70), Saglio (6), Per- era necessario; eseguire ogni precetto o citazione spettanti al nice (18), Valletta (8), Lezzeno (98), Gora (32), Pradello comune o al rettore. Il servitore doveva risiedere nel borgo (dal (89), Quaglio (3), Ombriaco (199), Castello (3), Bonzeno quale non poteva allontanarsi se non su licenza), dovendosi pre- (109), Biosio (67), Rioalba (17), Peruso (16), Pefuino (16) sentare quotidianamente al rettore o ai consoli. Il servitore, en- (prospetto del cantone di Bellano 1808). trando in carica, era tenuta a dare idonea sicurtà con un idoneo fideiussore, prestando giuramento di esercitare la carica fedel- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mente. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- nominativo di Bellano e uniti, con una popolazione di comune di Bellano. 77 1.445 abitanti complessivi, era a capo del cantone V nel di- 1757 - 1797 stretto III di Menaggio, nel quale fu confermato con il suc- cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano rio (decreto 30 luglio 1812). (editto 10 giugno 1757), il comune di Bellano con Linzani- co, Ombriago, Ronzano, Biosio, Pradello, Gorio, Penda- comune di Bellano. 79 glio e Verginate costituiva la pieve di Bellano, compresa 1816 - 1859 nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Bellano, conteggiati Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.138 unità in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- (statistica delle anime 1771). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Bellano con Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, In base al compartimento territoriale della Lombardia Pradello, Gorio, Pendaglio e Verginate fu inserito nel di- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bellano stretto IX come comune capoluogo. Con il dispaccio gover- con Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, Gorio, Penda- nativo 19 marzo 1821 n. 5628/702 fu autorizzata la sostitu- glio e Verginate costituiva l’omonima pieve, appartenente zione, nel comune di Bellano, del consiglio comunale al alla riviera di Lecco, nella provincia di Como. convocato generale (variazioni al compartimento provin- Nel 1791 Bellano venne inserita, con le altre comunità ciale di Como 1816-1835). delle pievi di Dervio e Varenna, nel distretto IV di Bellano Bellano con Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, della provincia di Milano (compartimento 1791). Pradello, Gorio, Pendaglio e Verginate, comune con consi- glio, fu confermato comune capoluogo del distretto IX in comune di Bellano. 78 forza del successivo compartimento territoriale delle pro- 1798 - 1815 vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Il comune di Bellano con Linzanico, Ombriago, Bon- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bellano con zeno, Biosio, Pradello, Gorio, Pendaglio e Verginate, in le frazioni Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, Pradel- forza della ripartizione del dipartimento della Montagna lo, Gorio, Pendaglio e Verginate, comune con consiglio co- (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto III della munale senza ufficio proprio e con una popolazione di Riviera come capoluogo. 2.303 abitanti, fu inserito nel distretto XV della provincia di Como come comune capoluogo. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Bellano con Linzanico, Ombriago, Bonzeno, Biosio, Pradello, Go- distretto della Riviera. 80 rio, Pendaglio e Verginate fu inserito nel distretto III come 1798 comune capoluogo. Ai sensi della legge istitutiva del dipartimento della Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Montagna (legge 5 fiorile anno VI), costituivano il distretto terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), della Riviera con capoluogo Bellano i comuni di Varenna, Bellano con Linzanico, Ombriago, Bonzeno, Biosio, Pra- Bellano (capoluogo), Corenno, Dervio, Dorio, Esino supe- dello, Gorio, Pendaglio e Verginate era uno dei comuni che riore, Esino inferiore, Introzzo, Lierna, Narro, Perledo, costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Vendrogno, Perledo, Sueglio, Tremenico, Vestreno, Olgia- Lario. sca.

90 Bellano distretto III di Bellano. 81 di Bellano (corte arcivescovile già nel X secolo) gli arcive- 1798 - 1801 scovi di Milano: in una lettera del 20 febbraio 1355 Rober- to Visconti costituiva un procuratore speciale “ad petendum Con l’organizzazione del dipartimento dell’Adda e exigendum et recipiendum a communi hominibus et singu- Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII), il distretto III di laribus personis Vallisassine Bellani Dervii et Montium Bellano figurava composto dai comuni di Bellano (capo- Mugiasche Varene et Hesini iurisdictionis archiepiscopatus luogo), Dorio, Bindo, Casargo, Colico, Corenno, Corteno- nostri mediolanensis” quanto dovuto per fitti e decime da va, Dervio, Esino superiore, Esino inferiore, Introzzo, Mar- “fictabiles, decimarii, censuarii et reddituari”. gno, Narro, Olgiasca, , Pagnona, Perledo, Premana, Sueglio, Tremenico, Taceno, Varenna, Vendro- La giurisdizione dell’arcivescovo era stata riconferma- gno, Vestreno, con una popolazione complessiva di 10.000 ta nel 1310 con gli accordi tra Cassone della Torre e Matteo abitanti. Visconti, che si impegnava a non intromettersi (nè lui nè il comune di Milano) nei luoghi sottoposti all’arcivescovo, distretto IV di Bellano. 82 tra cui Bellano. La deroga al diritto arcivescovile ebbe ini- 1802 - 1805 zio con la nomina di Galeazzo Visconti nel 1364 a vicario per Bellano e Valsassina (Bognetti 1926), ma la giurisdizio- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- ne arcivescovile trovò conferma, ancora, nella revisone de- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- gli statuti locali attuata alla fine nel 1370, pur con il tramite bre 1802, il distretto IV ex milanese con capoluogo Bellano di Galeazzo “ecclesie conservatore et protectore” (Ander- comprendeva i comuni di Bellano (capoluogo), Corenno, loni-Adami 1932; Pensa 1974-1977; Borghi 1981). Dervio, Dorio, Introzzo, Sueglio, Tremenico, Varenna, Ve- streno (quadro dei distretti 1802); in esecuzione del circo- Dall’epoca ducale in avanti, il governo di Milano si lare dispaccio 24 dicembre 1803 costituivano il distretto di servì delle pievi nel territorio lariano come circoscrizioni Bellano i comuni di III classe di Bellano (capoluogo), Co- amministrative, per la ripartizione e la riscossione delle im- renno, Dervio, Dorio, Introzzo, Sueglio, Tremenico, Varen- poste e dei dazi, e come circoscrizioni giudiziarie, alle qua- na, Vestreno (elenco dei comuni 1803). li era preposto un podestà, che rappresentava in esse l’au- torità superiore dello stato. La pieve di Bellano e la sua distretto IX di Bellano. 83 giurisdizione costituirono dal 1537 una parte del contado della riviera; con l’infeudazione delle pievi del Lario orien- 1816 - 1853 tale il diritto di nomina del podestà e i diritti di esazione fi- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, scale passarono al feudatario. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il distretto Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Bellano con IX di Bellano comprendeva i comuni di Bellano (capoluo- le ville di Biosio, Bonzeno, Ombriago, Costa, Pendaglio, go), Colico, Corenno, Dervio, Dorio, Introzzo, Sueglio, Gora risultava inserita tra le comunità della riviera di Lecco Tremenico, Varenna, Vestreno. (estimo di Carlo V). Nella successiva compartimentazione delle province In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costituivano il di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- stretto IX di Bellano i comuni con consiglio di Bellano (ca- lente al 1572, era compresa anche Bellano. poluogo), Colico, Varenna, Dorio, e i comuni con convoca- Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di to di Corenno, Dervio, Introzzo, Sueglio, Tremenico, Milano tra il XVI e il XVIII secolo è costantemente ricor- Vestreno. dato anche quello della pieve di Bellano. L’imperial regio governo, con dispaccio n. 19321/2798 del 1846, notificò l’aulica approvazione per il distacco dei comuni di Esino inferiore, Esino superiore, Perledo, Ven- pieve di Bellano. 86 drogno dal distretto di Introbio e per la loro aggregazione a 1757 - 1797 quello di Bellano, con effetto dal 1 luglio 1846 (notificazio- ne 20 giugno 1846). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757) costituiva la pieve di Bellano, parte distretto XV di Bellano. 84 della riviera di Lecco e del ducato di Milano, la comunità 1853 - 1859 di Bellano con Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, Pradello, Gorio, Pendaglio e Verginate. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), costituivano il distretto XV di Bellano i comuni con consiglio comunale Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Bellano, senza ufficio proprio di Bellano (capoluogo), Colico, Do- conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- rio, Perledo, Primaluna, Varenna, Vendrogno e i comuni prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, con convocato generale di Barcone, Bindo, Casargo, Co- frati, monache) e nati nel 1771” - era di 1.138 unità (stati- renno, Cortabbio, Cortenova, Crandola, Dervio, Esino su- stica delle anime 1771). periore, Esino inferiore, Introbio, Introzzo, Margno, Narro, In base al compartimento territoriale della Lombardia Pagnona, Parlasco, Pessina, Premana, Sueglio, Taceno, austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Bellano, Tremenico, Vestreno, Vimogno; la popolazione dell’intero parte della riviera di Lecco e comprendente la comunità di distretto era di 18.317 abitanti. Bellano con Linzanico, Ombriago, Ronzano, Biosio, Pra- dello, Gorio, Pendaglio e Verginate, fu inserita nella pro- pieve di Bellano. 85 vincia di Como. sec. XIV - 1757 Nel 1791 la pieve di Bellano venne inserita, con le co- Nel XIV secolo, anche dopo l’avvento della domina- munità delle pievi di Dervio e Varenna, nel distretto IV di zione viscontea, continuavano ad avere signoria sulla pieve Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791).

91 Belledo podestaria di Bellano. 87 legisl. Statuti, Bellano: Statuta et ordinamenta comunis Bella- sec. XIV - sec. XVI ni (1370), Biblioteca del Senato della Repubblica, Roma. Il podestà di Bellano, di cui gli statuti locali del XIV bibl. Anderloni-Adami 1932: Emilio Anderloni, Vittorio secolo stabilivano i doveri verso la carica e la comunità, era Adami (a cura di), Statuti di Bellano e di Mandello, Mi- lano, 1932. tenuto ad amministrare il diritto e la giustizia civile e crimi- nale nella giurisdizione a lui assegnata, rappresentando in essa l’autorità superiore dello stato. A norma degli statuti, il podestà (iusdicente o pretore) al principio del suo ufficio (stabilito dal XV secolo in un bi- BELLEDO ennio) era tenuto a giurare in presenza di rappresentanti della comunità fedeltà agli statuti e al proprio mandato. Tra comune di Belledo. 89 i compiti del podestà rientravano quello di ricevere le de- sec. XIV - 1757 nunce fatte dai consoli (ma anche dai servitori del comune o dai campari) di violazioni degli statuti; far rendere conto Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- agli esattori dei loro conti; visitare tutte le strade ogni anno; nità della pieve di Lecco. controllare periodicamente i prestini e le osterie; presiedere Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- le adunanze della comunità. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Belledo risulta La podestaria di Bellano si ritrova tra gli elenchi degli inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lecco offici del dominio sforzesco, nel distretto di Como, nella (estimo di Carlo V). seconda metà del XV secolo (comprendente nella sua giu- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti risdizione Bellano, Dervio, Varenna) (Guastella 1936; San- della real giunta del censimento, nel 1751 Belledo era uno toro 1948). dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, Da quando la pieve di Bellano venne infeudata, il dirit- che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- to di nomina del podestà (rimanendo sostanzialmente inva- feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice riati i suoi doveri verso la comunità, la sua giurisdizione, il (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi complesso delle sue competenze) passò al feudatario. comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il pretura feudale di Bellano. 88 resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- sec. XVI - 1774 nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale La pieve di Bellano, compresa nel feudo della riviera, di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva era sottoposta alla giurisdizione del feudatario, tramite un in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- ufficiale (il podestà o pretore); tale giurisdizione era, nella vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al classe civile come in quella criminale, limitata ai soli abi- console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- tanti rurali del feudo, essendone esentati i massari dei nobi- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- li e dei cittadini milanesi (non i semplici braccianti), sog- zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva getti immediatamente al maggior magistrato (giudice conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo regio), competente del resto in tutti i casi di controversia tra particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria sudditi e feudatario. La giurisdizione feudale era però di e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- sola prima istanza, essendo ammesso, nelle cause civili, il rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- ricorso al giudizio del savio (dottore collegiato). Era suffi- zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- ciente che nelle cause criminali fosse coinvolta anche una tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). sola persona estranea alla giurisdizione feudale perché tut- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- to il processo fosse devoluto al magistrato regio competen- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, te. preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- Le cause del censo, per i contenziosi tra fisco e feuda- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Belledo furono ag- tari o tra feudatari, furono originariamente di competenza gregati Maggianico e Barco. del tribunale dei due magistrati delle rendite ordinarie e straordinarie della camera (appellabili al senato di Milano), comune di Belledo. 90 in seguito del supremo consiglio d’economia; spettavano a 1757 - 1797 questo tribunale anche le interpretazioni dei privilegi, delle costituzioni, le dispense dalle disposizioni dei testatori, de- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano gli statuti (locali) e delle stesse costituzioni (milanesi); (editto 10 giugno 1757), il comune di Belledo con Maggia- spettava ancora a questo tribunale vigilare sulla condotta di nico e Barco faceva parte della pieve di Lecco, compresa tutti i giusdicenti (transunto 1771). nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. La giurisdizione della pretura feudale di Bellano si Nel 1771 il totale degli abitanti di Belledo, conteggiati estendeva sulla pieve di Bellano, sulla pieve di Dervio e sul in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 745 unità (sta- Monte di Introzzo: sul territorio di quest’ultimi il podestà tistica delle anime 1771). si faceva rappresentare da un luogotenente che dava udien- In base al compartimento territoriale della Lombardia za per le cause civili. Il ruolo della pretura comprese stabil- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Belledo mente il podestà, l’attuario (responsabile della stesura degli con Maggianico e Barco apparteneva alla pieve di Lecco, atti processuali), e il fante. compresa nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. arch. risposte ai 45 quesiti, Bellano: “Bellano, Riviera di Nel 1791 Belledo venne inserita, con le altre comunità Lecco. Risposta à quesiti della Real Gionta fatta dà Nico- delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- la Magni Cancelliere di detto Comune”, 12 febbraio stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.030. mento 1791).

92 Bernaga comune di Belledo. 91 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Beolco ri- 1798 - 1809 sulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo Il comune di Belledo con Maggianico e Barco, in forza di Carlo V). della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 Nella notificazione del personale del ducato di Milano fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con (compartimento 1751), Beolco era compreso come cassi- capoluogo Lecco. naggio di Cassina Pilata; nel compartimento territoriale In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), figura aggre- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Belledo con Mag- gato al comune di Olgiate, nella pieve di Brivio, compresa gianico e Barco fu inserito nel distretto III del Lago, ossia nel ducato di Milano. di Lecco. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Belledo con Maggianico e Barco era uno dei comuni che BERNAGA costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. comune di Bernaga. 94 Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- sec. XIV - 1757 partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Belledo e uniti (Maggianico e Bar- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di co) venne ricollocato nel III distretto ex milanese con Missaglia. capoluogo Lecco (quadro dei distretti 1802), nel quale fu Negli statuti delle strade e delle acque del contado di confermato, come comune di III classe con 834 abitanti, Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- nel 1803 (elenco dei comuni 1803). cho da Bernaga” (compartizione delle fagie 1346). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Belledo cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bernaga risulta con Maggianico e Barco venne ad appartenere al cantone I elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di di Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, Carlo V). contava 247 abitanti. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Belledo e uniti lente al 1572, era compresa anche Cassina de Bernaga. figurava, con 840 abitanti, comune aggregato al comune Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real denominativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il succes- munità di Bernaga, compresa nella pieve di Missaglia, non sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario era infeudata. Di consueto la giustizia restava amministrata (decreto 30 luglio 1812). dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando comune di Belledo. 92 all’attuario soldi 13.3. 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 70 abi- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune solo un sindaco, eletto a suono di campana, assistito dai pri- di Belledo con Maggianico e Barco fu inserito nel distretto mi estimati. Agli estimati restava demandata la rappresen- XI di Lecco. tanza del comune e la formazione dei riparti, poi costuditi Belledo con Maggianico e Barco, comune con convo- presso il primo estimato, una volta ritirati dall’esattore, non cato, fu confermato nel distretto XI di Lecco in forza del avendo la comunità archivio; la comunità aveva un cancel- successivo compartimento territoriale delle province lom- liere, residente allora a Monticello; l’esattore restava eletto barde (notificazione 1 luglio 1844). all’incanto in pubblica piazza a suono di campana (risposte Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Belledo con ai 45 quesiti, Bernaga). le frazioni Maggianico e Barco, comune con convocato ge- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- nerale e con una popolazione di 1.156 abitanti, fu inserito forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, nel distretto X di Lecco. preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 (indice pievi 1753), (indice pievi 1753), a Bernaga fu ag- gregato Lissolo. BEOLCO comune di Bernaga. 95 comune di Beolco. 93 1757 - 1797 sec. XIV - sec. XVI Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Il toponimo è citato in un documento del 975 nel quale (editto 10 giugno 1757), il comune di Bernaga con Lissolo Attone, conte di Lecco, e Ferlinda figlia del quondam Ber- apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di tari “de loco Bevulco” vendevano beni nel bergamasco e a Milano. Brivio (CDL, n. 763; Noseda 1942). In base al compartimento territoriale della Lombardia Negli statuti delle strade e delle acque del contado di austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bernaga Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho con Lissolo, nella pieve di Missaglia, era inserito nella pro- da Beolcho” (compartizione delle fagie 1346). vincia di Milano.

93 Bestetto

Nel 1791 Bernaga risultava inserita nella porzione del- BESTETTO la pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missa- glia della provincia di Milano (compartimento 1791). comune di Bestetto. 98 sec. XIV - 1757 comune di Bernaga. 96 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 1798 - 1809 Missaglia. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Il comune di Bernaga con Lissolo, in forza della ripar- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile cho da Bestetto” (compartizione delle fagie 1346). anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni con capoluogo Missaglia. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano 5 vendemmiale anno VII), il comune di Bernaga con Lisso- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- lo fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Bestetto Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- (Beretta 1972). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Bernaga con Lissolo era uno dei comuni che costituivano il cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bestetto risulta distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- bre 1802, il comune di Bernaga venne ricollocato nella por- lente al 1572, era compresa anche Bestetto. zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di III classe con 164 abitanti, nel 1803 (elenco dei giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comuni 1803). munità di Bestetto, compresa nella pieve di Missaglia - par- te del feudo di Missaglia con Brianza, Cassina Fumagalli, Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Cagliano, Tegnone, Gio- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bernaga venzana, Campsirago, Veglio (Casanova 1904) - era infeu- con Lissolo venne ad appartenere al cantone VII diMissa- data al conte Paolo Sormani, al quale nulla contribuiva. glia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; lo iusdi- 164 abitanti. cente feudale era Matteo Bonacina, abitante a Bulciago; di consueto il console prestava il suo annuale giuramento alla A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- banca feudale. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bernaga e uni- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ti figurava, con 181 abitanti, comune aggregato al comune amministrativa, la comunità, che aveva allora 76 abitanti, denominativo di Sirtori, nel cantone VI di Missaglia del di- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma tre reg- stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Sirtori con il genti o deputati, eletti in pubblica piazza premesso suono successivo compartimento territoriale del dipartimento del di campana e avvisato il popolo, con un sindaco, eletto allo Lario (decreto 30 luglio 1812). stesso modo; l’amministrazione del patrimonio pubblico e la vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti era racco- comune di Bernaga. 97 mandata ai deputati del comune, uno dei quali aveva la cura delle scritture della comunità, non esistendo archivio; la co- 1816 - 1859 munità aveva un cancelliere, con il salario annuo di lire 7; l’incarico di esattore si metteva all’incanto secondo gli or- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, dini magistrali (risposte ai 45 quesiti, Bestetto). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune (editto 10 giugno 1757), Bestetto figura aggregato al comu- di Bernaga con Lissolo fu inserito nel distretto XXV di ne di Tegnone, nella pieve di Missaglia, compresa nel du- Missaglia. cato di Milano. Bernaga con Lissolo, comune con convocato, fu con- arch. risposte ai 45 quesiti, Bestetto: “Bestetto con Tegnone, fermato nel distretto XXV di Missaglia in forza del succes- pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta sivo compartimento territoriale delle province lombarde fatta da Pietro Caldirolo cancelliere di detta comunità”, 6 (notificazione 1 luglio 1844). febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bernaga con la frazione Lissolo, comune con convocato generale e con una popolazione di 219 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. BEVERA

arch. risposte ai 45 quesiti, Bernaga: “Bernaga con Cassina comune di Bevera. 99 Deserto e Cassina Siraga, pieve di Missaglia. Risposta sec. XIV - 1757 alli quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocor- nola, cancelliere della suddetta comunità”, 23 marzo Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Missaglia.

94 Biglio

Bevera fece parte della corte di Cremella (Longoni Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real 1985C). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di munità di Beverate, compresa nella pieve di Brivio, non era Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; cho de Bevera” (compartizione delle fagie 1346). la comunità era soggetta al regio officio della Martesana, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- presso la cui banca criminale il console era solito prestare cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bevera risulta giuramento. sempre elencata tra le comunità della pieve di Missaglia Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita (estimo di Carlo V). amministrativa, la reggenza della comunità, che aveva allo- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real ra circa 200 abitanti, restava per intero all’agente della giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- commenda di San Pietro e Calocero di Civate, allora posse- munità di Bevera, compresa nella pieve di Missaglia, non duta dal cardinale Millini; la comunità era in effetti compo- era infeudata. Di consueto la giustizia restava amministrata sta interamente da “massari e pigionanti della stessa com- dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale menda”; il console veniva eletto ogni anno all’incanto; prestava il console il suo annuale giuramento, pagando l’agente stesso conservava le scritture pubbliche e formava all’attuario soldi 18.3. i riparti, senza mercede o salario (risposte ai 45 quesiti, Be- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita verate). amministrativa, la comunità, che aveva allora 112 abitanti, Nel compartimento territoriale dello stato di Milano aveva un solo sindaco e cancelliere, eletto in piazza a suono (editto 10 giugno 1757), Beverate figura aggregato al co- di campana e “mutato secondo le circostanze dei casi”; il mune di Brivio, nella pieve di Brivio, compresa nel ducato sindaco, con il salario di lire 6 annue, teneva nota dei riparti di Milano. in casa propria; l’esattore si eleggeva in piazza a suono di arch. risposte ai 45 quesiti, Beverate: “Beverate, pieve di Bri- campana (risposte ai 45 quesiti, Bevera). vio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Gia- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano cinto Carozzi delegato della suddetta comunità”, 6 marzo (editto 10 giugno 1757), Bevera figura aggregato al comu- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. ne di Barzago, nella pieve di Missaglia, compresa nel duca- to di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Bevera: “Bevera, pieve di Missa- glia, aggregato a Barzago. Risposta alli quesiti della Real BEVERINA Giunta fatta da Carlo Fumagallo cancelliere della suddet- ta comunità”, 10 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. comune di Beverina. 101 3.040. sec. XV - sec. XVI Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto BEVERATE di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- comune di Beverate. 100 nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Beverina sec. XIV - 1757 (Beretta 1972). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina Brivio. Beverina risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di saglia (estimo di Carlo V). Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- lente al 1572, era compresa anche Cassina Beverina. mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Beve- Nella notificazione del personale del ducato di Milano rate (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come (compartimento 1751), Beverina è elencata tra i cassinaggi più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bo- del comune di , nella pieve di Missaglia. gnetti-Marcora 1957). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho da Beverà” (compartizione delle fagie 1346). BIGLIO Nel 1412 il comune di Beverate, per mezzo di procura- tori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, comune di Biglio. 102 che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò sec. XIV - 1757 nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). Garlate. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Beverate risulta Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- inserita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). cho da Birro” (compartizione delle fagie 1346). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel 1412 il comune di Biglio, per mezzo di procurato- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- ri, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, lente al 1572, era compresa anche Beverate. che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte

95 Bindo di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et III classe con 93 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). 1803). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Biglio risulta in- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Biglio serito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato IV di Lecco: comune di III classe, contava 127 abitanti. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lente al 1572, era compresa anche Biglio. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Biglio figura- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real va, con 95 abitanti, comune aggregato al comune denomi- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- nativo di Valgreghentino, nel cantone IV di Oggiono del munità di Biglio, compresa nella pieve di Garlate - già in- distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Valgre- feudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono ghentino con il successivo compartimento territoriale del nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). non era infeudata, essendosi redenta il 18 settembre 1671 come da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolina comune di Biglio. 105 notaio di Milano, e pagava per regio demanio ogni quindici 1816 - 1859 anni lire 22.11.3. A Biglio non risiedeva iusdicente nè regio Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, nè feudale, la comunità era sottoposta al pretorio di Milano, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- presso la cui banca criminale il console era solito prestare bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune giuramento. di Biglio fu inserito nel distretto XII di Oggiono. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Biglio, comune con convocato, fu confermato nel di- amministrativa, la comunità, che aveva allora 100 abitanti, stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- era retta dal primo estimato, che vigilava sulla giustizia dei mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 pubblici riparti (formati da una terza persona); il console luglio 1844). veniva eletto ogni anno in piazza all’incanto; la comunità Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Biglio, co- non aveva cancelliere nè archivio per le pubbliche scritture, mune con convocato generale e con una popolazione di 105 che erano conservate presso il primo estimato, “con piena abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. facoltà a qualunque interessato di usarne nelle rispettive oc- correnze”; vi era infine un esattore, al quale con convenzio- arch. risposte ai 45 quesiti, Biglio: “Biglio, pieve di Garlate, ne era commessa l’esazione dei riparti, con provvisione di con Dozio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da soldi 1.6 per lira riscossa (risposte ai 45 quesiti, Biglio). Giacinto Carozzi delegato di detta comunità”, 29 genna- io 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Biglio. 103 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano BINDO (editto 10 giugno 1757), il comune di Biglio faceva parte della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. comune di Bindo. 106 In base al compartimento territoriale della Lombardia sec. XIV - 1757 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Biglio apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia La comunità di Bindo appartenne già anticamente alla di Como. Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. Nel 1791 Biglio venne inserita, con le altre comunità Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, terre componenti la Valsassina, tra cui Bindo, furono chia- nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- partimento 1791). po Maria Visconti (Orlandi 1911). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- comune di Biglio. 104 cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bindo è elencata 1798 - 1809 tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Il comune di Biglio, in forza della ripartizione del di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu lente al 1572, Bindo era citata tra “le infrascritte comuni” compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- della Valsassina. go Brivio. Nel 1722 Bindo contava, insieme a Cortenova, circa In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 600 abitanti (Baroncelli 1995). 5 vendemmiale anno VII), il comune di Biglio fu inserito Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Biglio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Bindo, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o Lecco del dipartimento del Lario. comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- bre 1802, il comune di Biglio venne ricollocato nel VI di- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro-

96 Borbino pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili comune di Bindo. 109 dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- 1816 - 1859 nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si di Bindo fu inserito nel distretto X di Taceno. formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Bindo, comune con convocato, fu confermato nel di- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- cazione 1 luglio 1844). te (le terre) lo stesso metodo e regola”. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bindo, co- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle mune con convocato generale e con una popolazione di 223 erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- lamento della Valsassina). comune di Bindo. 107 BOFFALORA 1757 - 1797 comune di Boffalora. 110 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XVI (editto 10 giugno 1757), Bindo era un comune della Valsas- sina, compresa nel ducato di Milano. Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Boffalora risulta inserita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bindo apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- mo. BONACINA Nel 1791 Bindo era compresa tra le comunità della Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella comune di Bonacina. 111 provincia di Milano (compartimento 1791). sec. XIV - sec. XVI Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- comune di Bindo. 108 nità della pieve di Lecco. 1798 - 1809 Bonacina, “territorio di Lecco”, compare nel “somma- rione del perticato del 1558 della comunità di Lecco con Il comune di Bindo, in forza della ripartizione del di- sua giurisdizione fatto comune per comune” (estimo di partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Carlo V). compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- trobio. Negli atti del XVIII secolo risulta costantemente unito alla comunità di Olate, formando uno dei venti comuni del- In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio la comunità generale di Lecco. (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Bindo fu inserito nel distretto III di Bellano. bibl. Borghi 1985: Angelo Borghi, Bonacina e Olate nel ter- ritorio di Lecco, Lecco, Grafiche Fratelli Maggioni, Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- 1985. terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Bindo era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- BORBINO partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Bindo venne ricollocato nel II di- comune di Borbino. 112 stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei sec. XIV - 1757 distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- III classe con 157 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni nità della pieve di Mandello. 1803). A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bindo ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console IV di Lecco: comune di III classe, contava 157 abitanti. (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bindo figura- Mandello; Zucchi 1959). va, con 157 abitanti, comune aggregato al comune denomi- Dal XV al XVIII secolo, Borbino fu sempre sottoposta nativo di Cortenova, nel cantone II di Introbio del distretto al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di IV di Lecco; fu confermato frazione di Cortenova con il Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. successivo compartimento territoriale del dipartimento del Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Lario (decreto 30 luglio 1812). della real giunta del censimento, nel 1751 Borbino formava

97 Borima un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comuni- rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- tà era soggetta al regio officio della Martesana, presso la cui feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà banca criminale il console era solito prestare giuramento. feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- amministrativa, la cura e vigilanza della comunità, che ave- tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi va allora circa 20 abitanti, restava al primo estimato; i mas- spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, sari abitanti nella cassina, senza alcuna mercede, ricopriva- Mandello). no alternativamente l’ufficio di rappresentanza del console; Nel compartimento territoriale dello stato di Milano non vi era cancelliere fisso; le pubbliche scritture erano (editto 10 giugno 1757), Borbino figura aggregato al comu- conservate presso il primo estimato e i riparti venivano for- ne di Abbadia, nella pieve di Mandello, compresa nella ri- mati da una terza persona; l’esattore veniva eletto all’incan- viera di Lecco e nel ducato di Milano. to previa esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Bor- lengo). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Borlengo figura aggregato al co- BORIMA mune di Mondonico, nella pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. comune di Borima. 113 arch. risposte ai 45 quesiti, Borlengo: “Cassina Borlenga, sec. XIV - sec. XVIII pieve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto Carozzi delegato”, 6 marzo 1751, Negli statuti delle strade e delle acque del contado di ASMi, Catasto, cart. 3.040. Milano era compreso, nella squadra di Canzo, come “le cassine di Borimina” (compartizione delle fagie 1346). Borima, come membro del Monte di Brianza, e com- presa nella squadra de’ Mauri, ebbe privilegi ed esenzioni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. BOSCO Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Borima risulta comune di Bosco. 115 elencata tra le comunità della squadra de’ Mauri (estimo di sec. XV - 1757 Carlo V). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato Missaglia. di Milano risalente al 1572, Borima figurava con un proprio Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni perticato distinto nel territorio della pieve, pur non avendo ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- attribuita una quota “de sale”. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nella notificazione del personale fatta nel corso del di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Borima figurava unita a Suello, ma dalle risposte fornite nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Bosco (Be- dalla comunità di Suello ai 45 quesiti della real giunta di retta 1972). censimento, ancora nel 1751, si desume che Borima (allora Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- con 27 abitanti) aveva sempre fatto in passato comune a sè. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bosco risulta Nel compartimento territoriale dello stato di Milano elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di (editto 10 giugno 1757), Borrima figura aggregata al comu- Carlo V). ne di Suello, nella squadra de’ Mauri, compresa nel ducato In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Al Bosco. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- BORLENGO munità di Del Bosco, compresa nella pieve di Missaglia, era infeudata al conte Pietro Miro Arrigone, milanese, al comune di Borlengo. 114 quale nulla corrispondeva. Non vi risiedeva iusdicente nè sec. XVI - 1757 regio nè feudale; lo iusdicente feudale era Giuseppe Maria Valsecchi, abitante a ; di consueto la giustizia Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la Brivio. cui banca criminale prestava il console il suo annuale giu- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ramento, pagando all’attuario soldi 18.3. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Borlengo risulta Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di amministrativa, la comunità, che aveva allora 92 abitanti, Carlo V). non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato regolata da un solo sindaco eletto in piazza “senza suono di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- campana”, il quale veniva assistito nella rappresentanza del lente al 1572, era compresa anche Cassina Borlengha. comune dai due primi estimati, che controllavano, firman- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real doli, i pubblici riparti dei carichi; aveva un cancelliere, re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- sidente a Monticello, al quale restava destinata la cura dei munità di Cassina Borlenga, compresa nella pieve di Bri- riparti e confessi, con il salario di lire 10 più straordinari, vio, non era infeudata e non pagava “verun regio demanio”. non avendo la comunità stanza per l’archivio e “non trovan-

98 Bosisio dosi alcun libro nè scritture attinenti a questa comunità”; gnate Rotta era centro dell’omonima squadra, inclusa nel aveva un esattore, eletto in piazza “senza suono di campa- ducato di Milano. na” (risposte ai 45 quesiti, Bosco). Nel 1771 il totale degli abitanti di Bosisio, conteggiati Nel compartimento territoriale dello stato di Milano in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 534 unità (sta- (editto 10 giugno 1757), Bosco figura aggregato al comune tistica delle anime 1771). di Santa Maria Hoè, nella pieve di Missaglia, compresa nel In base al compartimento territoriale della Lombardia ducato di Milano. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bosisio con Garbagnate Rotta, con le altre comunità della squadra arch. risposte ai 45 quesiti, Bosco: “Del Bosco, pieve di Mis- saglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da de’ Mauri, era compreso nella provincia di Como. Pomponio Sottocornola cancelliere della suddetta comu- Nel 1791 Bosisio venne inserita, con le altre comunità nità”, 8 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. della squadra de’ Mauri e delle pievi di Garlate e Oggiono, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- partimento 1791).

BOSISIO comune di Bosisio. 118 1798 - 1812 comune di Bosisio. 116 Il comune di Bosisio con Garbagnate Rotta, in forza sec. XIV - 1757 della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto dei Laghi, con Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra capoluogo Oggiono. de’ Mauri. In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Bosisio con Garba- Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho gnate Rotta fu inserito nel distretto XXV di Asso. de Bosisio” (compartizione delle fagie 1346). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (anno 1456), il comune di Bosisio era compreso nella squa- bre 1802, il comune di Bosisio venne ricollocato nel di- dra de’ Mauri. stretto VI ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- distretti 1802), nel quale fu confermato, comune di III clas- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bosisio risulta se con 686 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). elencata tra le comunità della squadra de’ Mauri (estimo di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Carlo V). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bosisio In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato con garbagnate Rotta venne ad appartenere al cantone V di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Oggiono del distretto IV di Lecco: comune di III classe, lente al 1572, era compresa anche Bosisio. contava 984 abitanti. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bosisio e uniti munità di Bosisio, capo della squadra de’ Mauri, era infeu- figurava, con 724 abitanti, comune aggregato al comune data al conte della riviera, al quale pagava lire 118.12.6 an- denominativo di Annone nel cantone III di Asso del distret- nue di convenzione, restando compreso quanto dovuto di to IV di Lecco; con il successivo compartimento territoriale salario al podestà Carlo Maderna; risiedeva in luogo il luo- del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812), Bosi- gotenete del podestà, Paolo , mentre l’attuario ri- sio e uniti era frazione concentrata nel comune denomina- siedeva in Asso, e nelle sue mani il console della comunità tivo di Annone, nel cantone IV di Oggiono del distretto IV di Bosisio era solito prestare giuramento. di Lecco. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 330 abitanti comune di Bosisio. 119 “collettabili” e 60 minori, non aveva consiglio generale, ma 1816 - 1859 “particolare di tutta la comunità”, che si riuniva “a tocco Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, della solita campanella”. “Di tempo in tempo” si eleggeva- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- no due deputati, un sindaco, e un cancelliere, presso il qua- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune le rimanevano le copie dei riparti e “un vestaro della comu- di Bosisio con Garbagnate Rotta fu inserito nel distretto nità per conservare le scritture”; gli esattori erano due, XII di Oggiono. eletti in pubblica piazza per tre anni dagli uomini della co- Bosisio con Garbagnate Rotta, comune con convocato, munità radunati a suono di campana (risposte ai 45 quesiti, fu confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del suc- Bosisio). cessivo compartimento territoriale delle province lombarde Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- (notificazione 1 luglio 1844). forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bosisio con preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- la frazione Garbagnate Rotta, comune con convocato gene- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Bosisio fu aggre- rale e con una popolazione di 1.508 abitanti, fu inserito nel gato Garbagnate Rotta. distretto XI di Oggiono. comune di Bosisio. 117 pretura feudale di Bosisio. 120 1757 - 1797 sec. XVI - 1774 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano La squadra de’ Mauri e la squadra di Nibionno furono (editto 10 giugno 1757), il comune di Bosisio con Garba- concesse in feudo nel 1441 al conte Luigi dal Verme; nel

99 Brenno

1533 fu concessa al conte Paolo Fregoso la facoltà di ven- gioni fiscali, che comprese sempre, fino alle riforme del dere le squadre de’ Mauri e di Nibionno, la Vallassina e le XVIII secolo, la squadra de’ Mauri. pievi di Mandello, Varenna, Dervio, Corenno e Monte In- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- trozzo al senatore Francesco Sfondrati; nel 1537 fu appro- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, risultano elenca- vata l’investitura del feudo allo Sfondrati con l’erezione te tra le comunità e cassine della squadra de’ Mauri Pusia- delle due squadre in signoria (Casanova 1904). All’officio no, Bosisio, Suello, Scesana, Moyana, Garbagnate, Borima di Bosisio competevano le cause promosse nelle comunità territorio di Suello. delle squadre de’ Mauri e di Nibionno sottoposte alla giu- Nella notificazione del personale del ducato di Milano risdizione del feudatario, tramite un ufficiale (il podestà o (compartimento 1751), costituivano la squadra de’ Mauri i pretore); tale giurisdizione era, nella classe civile come in comuni di Bosisio, Garbagnate, Cesana, Moiana, Pusiano, quella criminale, limitata ai soli abitanti rurali del feudo, Suello. essendone esentati i massari dei nobili e dei cittadini mila- Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di nesi (non i semplici braccianti), soggetti immediatamente Milano tra XVI e XVIII secolo è costantemente ricordato al maggior magistrato (giudice regio), competente del resto anche quello della squadra de’ Mauri. in tutti i casi di controversia tra sudditi e feudatario. La giu- risdizione feudale era però di sola prima istanza, essendo squadra de’ Mauri. 122 ammesso, nelle cause civili, il ricorso al giudizio del savio (squadra de’ Maveri) (dottore collegiato). Era sufficiente che nelle cause crimi- 1757 - 1797 nali fosse coinvolta anche una sola persona estranea alla giurisdizione feudale perché tutto il processo fosse devolu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano to al magistrato regio competente. (editto 10 giugno 1757), la squadra de’ Mauri, parte del du- Le cause del censo, per i contenziosi tra fisco e feuda- cato di Milano, comprendeva le comunità di Bosisio con tari o tra feudatari, furono originariamente di competenza Garbagnate Rotta, Cesana, Pusiano, Suello con Borima. del tribunale dei due magistrati delle rendite ordinarie e Nel 1771 il totale degli abitanti della squadra de’Mau- straordinarie della camera (appellabili al senato di Milano), ri, conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - in seguito del supremo consiglio d’economia; spettavano a “comprendenti anime di comunione, fanciulli, regolari questo tribunale anche le interpretazioni dei privilegi, delle (preti, frati, monache) e nati nel 1771” - era di 2.003 unità costituzioni, le dispense dalle disposizioni dei testatori e (statistica delle anime 1771). delle stesse costituzioni milanesi; spettava ancora a questo In base al compartimento territoriale della Lombardia tribunale vigilare sulla condotta di tutti i giusdicenti (tran- austriaca (editto 26 settembre 1786), la squadra de’ Mauri, sunto 1771). comprendente le comunità di Bosisio con Garbagnate Rot- Alla metà del XVIII secolo, il podestà di Bosisio non ta, Cesana, Pusiano, Suello con Borima fu inserita nella era residente, ma si faceva rappresentare da un luogotenen- provincia di Como. te. Nel 1791 la squadra de’ Mauri venne compresa, con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (compartimento squadra de’ Mauri. 121 1791). (squadra de’ Maveri) sec. XV - 1757 arch. risposte ai 45 quesiti, Bosisio: “Bosisio squadra de Mauri con Garbagnate Rotta. Risposta alli quesiti della Nel 1441 il conte Luigi dal Verme fu investito del feu- Reale Giunta fatta da Francesco Fumagallo Sindaco della do della pieve di Incino con le squadre de’ Mauri e di Ni- suddetta comunità”, 8 maggio 1751, ASMi, Catasto, cart. bionno. La denominazione di squadra de’ Mauri (o de Ma- 3.032. veri) per quella porzione del contado della Martesana che alla metà del XIV secolo (compartimentazione delle fagie 1346) era parte della squadra di Canzo le derivava dalla po- tente parentela ghibellina dei Mauri. BRENNO La zona ghibellina del territorio briantino propriamen- te detto (cioè la “Martesana superiore"), comprendente, in- comune di Brenno. 123 sieme alla squadra de’ Mauri, le pievi di Oggiono, Garlate, sec. XIV - 1757 Brivio, Missaglia e una parte della pieve di Incino (squadra di Nibionno), ebbe privilegi ed esenzioni da Bernabò Vi- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra sconti e da Giangaleazzo Visconti. Le esenzioni furono ul- di Nibionno. teriormente confermate al territorio della Martesana supe- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di riore da Giovanni Maria nel 1411 e da Filippo Maria Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho Visconti nel 1412, quando molti comuni per mezzo di pro- de Brenno” (compartizione delle fagie 1346). curatori gli prestarono giuramento di fedeltà. Riconferma e Brenno, come membro del Monte di Brianza, e com- ampliamento di esenzioni ed immunità vennero dal duca preso nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed esenzio- Francesco Sforza nel 1451 (epoca dalla quale ricorre per il ni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. territorio della Martesana superiore la denominazione di In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato “Monte di Brianza") , Galeazzo Maria Sforza nel 1476, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Bona di Savoia nel 1478. lente al 1572, era compresa anche Brenno. L’uso ufficiale del nome “Monte di Brianza” ebbe di Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real conseguenza origine dalle immunità ed esenzioni via via giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- accordate dai duchi di Milano; questi privilegi diedero vita munità di Brenno, compresa nella squadra di Nibionno - alla “universitas” (comunità) del Monte di Brianza, ossia già parte con Anzano e con Centemero, Camisasca, Musico ad un territorio distinto dal contado della Martesana per ra- del feudo della pieve di Incino dei conti dal Verme, poi di

100 Brianzola quello di Lurago del conte Giussani (Casanova 1904) - era del distretto I di Como: comune di III classe, contava 262 infeudata al marchese Carcani, al quale pagava lire 9.19.6 abitanti. annue. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; po- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- destà feudale era Giuseppe Prina, abitante a Villa d’Albese, mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Brenno e uniti al quale non pagava salario; il console non era solito presta- figurava, con 274 abitanti, comune aggregato al comune re giuramento presso alcuna banca criminale. denominativo di Tregolo, nel cantone IV di Erba del distret- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita to I di Como; fu confermato frazione di Tregolo con il suc- amministrativa, la comunità, che aveva allora 129 abitanti, cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma i soli rio (decreto 30 luglio 1812). console e cancelliere, eletti dagli uomini della comunità in pubblica radunanza; la comunità non aveva nessun patri- comune di Brenno. 126 monio sul quale potesse cadere amministrazione; i riparti 1816 - 1859 erano fatti dal cancelliere, allora residente a Musico, con Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, salario di lire 3.10 annue, mentre venivano letti pubblica- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- mente dal console in piazza, davanti all’adunanza pubblica, bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune dalla quale restavano approvati; non vi era archivio, non di Brenno con Camisasca fu inserito nel distretto XIV di avendo la comunità “alcuna scrittura pubblica”; l’esattore Erba. si eleggeva dai compadroni, console e uomini, con accordo sulla provvisione e mercede (risposte ai 45 quesiti, Bren- Brenno con Camisasca, comune con convocato, fu no). confermato nel distretto XIV di Erba in forza del successi- vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- tificazione 1 luglio 1844). forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Brenno con preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- la frazione Camisasca, comune con convocato generale e neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Brenno fu aggre- con una popolazione di 431 abitanti, fu inserito nel distretto gato Camisasca. XIV di Canzo. comune di Brenno. 124 arch. risposte ai 45 quesiti, Brenno: “Brenno, squadra di Ni- bionno, con Camisasca. Risposta alli quesiti della Real 1757 - 1797 Giunta fatta da Alessandro Cattaneo cancelliere della Nel compartimento territoriale dello stato di Milano suddetta comunità”, 26 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. (editto 10 giugno 1757), il comune di Brenno con Camisa- 3.034. sca faceva parte della squadra di Nibionno, inclusa nel du- cato di Milano. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Brenno BRIANZA con Camisasca apparteneva alla squadra di Nibionno, com- presa nella provincia di Como. comune di Brianza. 127 Nel 1791 Brenno venne inserita, con le altre comunità sec. XIV - sec. XVI della squadra di Nibionno e della pieve di Incino, nel di- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di stretto VII di Erba della provincia di Milano (compartimen- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “cas- to 1791). sine de Brianza” (compartizione delle fagie 1346). Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Brianza ri- comune di Brenno. 125 sulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (esti- 1798 - 1809 mo di Carlo V). Il comune di Brenno con Camisasca, in forza della ri- In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile di Milano risalente al 1572, Brianza figurava con un pro- anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capo- prio perticato nel territorio della pieve, pur non avendo at- luogo Oggiono. tribuita una quota “de sale”. Nella notificazione del personale del ducato di Milano In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge (compartimento 1751), Brianza era elencato come cassi- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Brenno con Cami- naggio di Nava, nella pieve di Missaglia. sasca fu inserito nel distretto XXVI di Erba. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Brenno con Camisasca era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. BRIANZOLA Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comune di Brianzola. 128 bre 1802, il comune di Brenno venne ricollocato nel VII di- sec. XIV - 1757 stretto ex milanese con capoluogo Erba (quadro dei distretti Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe Missaglia. con 257 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Brenno cho da Brianzola con la vicinanza” (compartizione delle fa- con Camisasca venne ad appartenere al cantone IV di Erba gie 1346).

101 Brivio

Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Brianzola e uniti fu ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Brianzola bre 1802, il comune di Brianzola venne ricollocato nel IX (Beretta 1972). distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Brianzola risulta mune di III classe con 344 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di muni 1803). Carlo V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Brianzo- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- la con Boffalora e Inseraga venne ad appartenere al cantone lente al 1572, era compresa anche Brianzola. VI di Santa Maria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real III classe, contava 739 abitanti. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- munità di Brianzola con Caraverio e Boffalora con Beveri- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Brianzola e na, compresa nella pieve di Missaglia - già parte con Casi- uniti figurava, con 313 abitanti, comune aggregato al comu- rago del feudo di Cremella devoluto per l’estinzione dei ne denominativo di Nava, nel cantone V di Merate del di- marchesi Giussani (Casanova 1904) - era infeudata al conte stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Nava con il Ambrogio Nava, al quale nulla contribuiva. Non vi risiede- successivo compartimento territoriale del dipartimento del va iusdicente nè regio nè feudale; lo iusdicente feudale non Lario (decreto 30 luglio 1812). esigeva onorario nè salario; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui ban- comune di Brianzola. 131 ca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, 1816 - 1859 pagando all’attuario soldi 18.3. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- amministrativa, la comunità, che aveva allora 268 abitanti, bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune aveva un sindaco o cancelliere e nessun altro ufficiale, elet- di Brianzola con Boffalora e Inseraga fu inserito nel distret- to in pubblica piazza a suono di campana (con un salario di to XXIV di Brivio. lire 11 annue), che si mutava “secondo le circostanze dei Brianzola con Boffalora e Inseraga, comune con con- casi”; l’esattore si eleggeva in pubblica piazza all’incanto vocato, fu confermato nel distretto XXIV di Brivio in forza (risposte ai 45 quesiti, Brianzola). del successivo compartimento territoriale delle province Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- lombarde (notificazione 1 luglio 1844). forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Brianzola preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- con le frazioni Boffalora e Insiraga, comune con convocato neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 generale e con una popolazione di 552 abitanti, fu inserito (indice pievi 1753), a Brianzola fu aggregato Inseraga. nel distretto XII di Brivio. comune di Brianzola. 129 arch. risposte ai 45 quesiti, Brianzola: “Brianzola con Cara- verio e Boffalora con Beverina, pieve di Missaglia. Ri- 1757 - 1797 sposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Carlo Fuma- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano gallo cancelliere della suddetta comunità”, 10 marzo (editto 10 giugno 1757), il comune di Brianzola con Boffa- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. lora e Inseraga apparteneva alla pieve di Missaglia, com- presa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Brianzola, conteg- giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 603 unità BRIVIO (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia comune di Brivio. 132 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Brianzo- sec. XIV - 1757 la con Boffalora e Inseraga, nella pieve di Missaglia, era in- Comune del Monte di Brianza, fu capo di pieve. serito nella provincia di Milano. Il toponimo è citato nell’anno 966 (CDL, n. 693; Vi- Nel 1791 Brianzola risultava inserita nella porzione smara 1979). della pieve di Missaglia che costituiva, unitamente alla pie- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di ve di Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia di Mi- Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho lano (compartimento 1791). da Brivio” (compartizione delle fagie 1346). Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza comune di Brianzola. 130 (anno 1456), il comune di Brivio era compreso nella pieve 1798 - 1809 di Brivio. Il comune di Brianzola con Boffalora e Inseraga, in Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- forza della ripartizione del dipartimento della Montagna cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Brivio risulta (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei elencata tra le comunità dell’omonima pieve (estimo di Laghi con capoluogo Oggiono. Carlo V).

102 Brivio

In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- lente al 1572, era compresa anche Brivio. bre 1802, il comune di Brivio venne ricollocato nel IX di- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come munità di Brivio, capo di pieve, non era infeudata e si era comune di III classe con 1.275 abitanti, nel 1803 (elenco redenta dal feudo con un esborso di lire 2.700, pagando dei comuni 1803). ogni quindici anni di “mezz’annata” lire 188.10 di moneta Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- corrente. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Brivio comunità era soggetta al regio officio della Martesana, con Beverate venne ad appartenere al cantone VI di Santa presso la cui banca criminale il console era solito prestare Maria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, giuramento. contava 1.227 abitanti. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 1.000 mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- abitanti, era amministrata e rappresentata dal console, “per- nominativo di Brivio, con una popolazione di 1.787 abitanti sona vile”, che si eleggeva ogni anno all’incanto tra un cer- complessivi e comprendente i comuni aggregati di Ajruno, to numero di persone abili estratte a sorte, e da due deputa- Aizuro, Brivio, era inserito nel cantone V di Merate del di- ti, eletti con le stesse modalità; questi ufficiali stretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il succes- riconoscevano e sottoscrivevano i mandati, vigilavano sulla sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario giustizia dei pubblici riparti e sull’amministrazione del pa- (decreto 30 luglio 1812). trimonio pubblico; la cura delle pubbliche scritture era de- mandata al cancelliere, con emolumento di lire 25 annue comune di Brivio. 135 più straordinari, “non avendo avuto per il passato verun ar- 1816 - 1859 chivio pubblico per il che sono smarrite molte scritture, di- sperse per il maneggio de’ scaduti sindaci”; l’esattore veni- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, va eletto in pubblica piazza all’incanto, previa in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- l’esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Brivio). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Brivio con Beverate fu inserito nel distretto XXIV come Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- comune capoluogo. forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- Brivio con Beverate, comune con convocato, fu confer- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Brivio fu aggrega- mato comune capoluogo del distretto XXIV in forza del to Beverate. successivo compartimento territoriale delle province lom- barde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Brivio. 133 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Brivio con la 1757 - 1797 frazione Beverate, comune con convocato generale e con una popolazione di 2.086 abitanti, fu inserito nel distretto Nel compartimento territoriale dello stato di Milano XII della provincia di Como come comune capoluogo. (editto 10 giugno 1757), il comune di Brivio con Beverate era centro dell’omonima pieve, compresa nel ducato di Mi- distretto dell’Adda superiore. 136 lano. 1798 Nel 1771 il totale degli abitanti di Brivio, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.095 unità Ai sensi della legge istitutiva del dipartimento della (statistica delle anime 1771). Montagna (legge 5 fiorile anno VI), costituivano il distretto dell’Adda superiore con capoluogo Brivio i comuni di Me- In base al compartimento territoriale della Lombardia rate, Bagaggera, Brivio (capoluogo), Calco, Cernusco austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Brivio Lombardone, Imbersago, Mondonico, Novate, Olgiate, Pa- con Beverate con la sua pieve era inserito nella provincia di derno, Porto, , Sabbioncello, Sartirana, Milano. superiore, Verderio inferiore, Airuno, Aizuro, Bartesate, Nel 1791 Brivio risultava inserita nella pieve di Brivio Biglio, Capriate, Consonno, Dozio, Valgreghentino. che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- distretto II dell’Adda. 137 no (compartimento 1791). 1798 - 1801 comune di Brivio. 134 Con la legge di divisione del dipartimento del Serio 1798 - 1815 (legge 5 vendemmiale anno VII), il distretto II dell’Adda con capoluogo Brivio figurava composto dai comuni di Bri- Il comune di Brivio con Beverate, in forza della ripar- vio (capoluogo), Sulbiate inferiore, Sulbiate superiore, tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile Porto, Ruginello, Aicurzio, Villanova, Bernareggio, Carna- anno VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore te, Ronco, Verderio inferiore, Verderio superiore, Paderno, come capoluogo. Lomagna, Osnago, Cernusco Lombardone, Novate, Rob- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge biate, Merate, Imbersago, , Lomaniga, Sarti- 5 vendemmiale anno VII), Brivio con Beverate fu inserito rana, Sabbioncello, Bagaggera, Calco, Olgiate, Cereda, nel distretto II dell’Adda come comune capoluogo. Bernaga, Mondonico, Crippa, Perego, Rovagnate, Santa Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Maria Hoè, Airuno, Aizuro, Cagliano, Cologna, Nava, terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Brianzola, Tegnone, Biglio, Dozio, Valgreghentino, Capia- Brivio con Beverate era uno dei comuni che costituivano il te, Consonno, Dolzago, con una popolazione complessiva distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. di 22.900 abitanti.

103 Brivio distretto XXIV di Brivio. 138 Aizuro, Veglio, Beverate, Arlate, Imbersago, Robbiate, Pa- 1816 - 1853 derno, Verderio superiore, Verderio inferiore, Sartirana, Calco, Olgiate, Olchiellera, Monticello, Mondonico, Nava, Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Sarizza, Piecastello, Brianzola, Cologna, Beverino, tutti in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- detti “communia Montisbriantie contrate Martexane”. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il distretto L’uso ufficiale del nome “Monte di Brianza” ebbe di con- XXIV di Brivio comprendeva i comuni di Airuno, Aizuro, seguenza origine dalle immunità ed esenzioni via via ac- Bagaggera, Brianzola, Brivio (capoluogo), Cagliano, Cal- cordate dai duchi di Milano; questi privilegi diedero vita co, Cologna, Imbersago, Mondonico, Nava, Novate, Olgia- alla “universitas” (comunità) del Monte di Brianza, ossia te, Monticello, Paderno, Robbiate, Rovagnate, Sabbioncel- ad un territorio distinto dal contado della Martesana per ra- lo, Sartirana, Santa Maria Hoè, Tegnone, Verderio gioni fiscali, che comprese sempre, fino alle riforme del superiore, Verderio inferiore. XVIII secolo, la pieve di Brivio. Nella successiva compartimentazione territoriale delle Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- province lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costitui- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, risultano elenca- vano il distretto XXIV di Brivio i comuni con convocato di te tra le comunità e cassine della pieve di Brivio Brivio, Airuno, Aizuro, Bagaggera, Brianzola, Brivio (capoluogo), Robbiate, Casternago, Paderno, Novate, Ayzuro, Cassina Cagliano, Calco, Cologna, Imbersago, Merate, Mondoni- Vellio, Olgiate, Cassina del Brugo, Bon Martino, Mondo- co, Nava, Novate, Olgiate, Paderno, Robbiate, Rovagnate, nigo, Arlate, Porchera, Cassina Sarizzetta, Cassina Olchiel- Sabbioncello, Sartirana, Santa Maria Hoè, Tegnone, Verde- lera, Verderio de sopra, Verderio de sotto, Merate, Li Mol- rio inferiore, Verderio superiore. guli, Monte, Imbresago, Sabioncello, Calco, Cassina de Planetio, Cassina Borlengha, Bagaera, Spiazzo, Sartirana, distretto XII di Brivio. 139 La Cassina, Ventora, Beverate, Cassina de Fra Martino, 1853 - 1859 Ayruno, Massari de Calchi, Zeno con Vincenzo del Corno, Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), costituivano Castel Negrino, Malnino, Galbusera (estimo di Carlo V). il distretto XII di Brivio i comuni con convocato generale Nella notificazione del personale del ducato di Milano di Airuno, Aizuro, Bagaggera, Brianzola, Brivio (capoluo- (compartimento 1751), costituivano la pieve di Brivio i co- go), Cagliano, Calco, Cologna, Imbersago, Merate, Mon- muni di Airuno, Ayzuro, Cassina Veglio, Bagajera, Monte, donico, Nava, Novate, Olgiate, Paderno, Robbiate, Rova- Malnino, Ospedaletto, Casternago, Beverate, Bindo, Cal- gnate, Sabbioncello, Santa Maria Hoè, Sartirana, Tegnone, co, Arlate, Imbersago, Merate, Mondonico, Porchera, Ol- Verderio superiore, Verderio inferiore; la popolazione chielera, Borlengo, Vallicelli, Novate, Olgiate, Cassina Pi- dell’intero distretto era di 19.035 abitanti. lata, Cassina Pianezzo, Paderno, Robiate, Sabioncello, Pagnano, Sartirana, Cassina di Fra Martino, Verderio supe- pieve di Brivio. 140 riore, Verderio inferiore. sec. XIV - 1757 Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di Milano dal XVI al XVIII secolo è costantemente ricordato Tra XII e XIII secolo Milano si valse della pieve come anche quello della pieve di Brivio. circoscrizione amministrativa, per la ripartizione e la ri- scossione delle imposte e dei dazi. Nel XII secolo, la pieve di Brivio era parte del contado della Martesana, insieme pieve di Brivio. 141 alle pievi di Vimercate, Galliano, Mariano, Seveso, Incino, 1757 - 1797 Missaglia, Garlate, Asso, Oggiono, Agliate, Desio. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Negli atti ufficiali del XIV secolo, come ad esempio (editto 10 giugno 1757), la pieve di Brivio, parte del ducato negli statuti delle acque e delle strade del contado di Mila- di Milano, comprendeva le comunità di Airuno; Aizuro con no (compartizione delle fagie 1346), erano elencati come Veglio; Bagaggera con Galbusera, Monte Spiazzo, Malni- appartenenti alla pieve di Brivio diversi luoghi e cassine: no, Ospedaletto e Casternago; Brivio con Beverate; Calco Calcho, Beverà, Beolcho, Mondonego, Imberzago, Brivio, con Arlate; Imbersago con Mombello; Merate; Mondonico Merà, Novà, Golzà, Casternago, Ayruno, Aysurio, Sartira- con Porchera, Olchiellera, Borlengo e Vallicelli; Novate; na, San Michele, Planetio, Cazulino, Ventora, Sancta Olgiate con Beolco, Monticello, Cassina Pilata, Cassina Agneda, Gieppo, Porchera. Nova, Brugo, Buonmartino e Cassina Pianezzo; Paderno; La zona ghibellina del territorio briantino propriamen- Robbiate; Sabbioncello con Pagnano, Cicognola e Carsani- te detto, comprendente anche la pieve di Brivio, insieme ga; Sartirana con Cassina Fra Martino; Verderio superiore; alle pievi di Oggiono, Garlate, Missaglia e a quelle zone Verderio inferiore. della pieve di Incino e della squadra di Canzo poi dette Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Brivio, squadra di Nibionno e squadra de’ Mauri, ebbe privilegi ed conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- esenzioni da Bernabò Visconti e da Giangaleazzo Visconti. prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, Le esenzioni furono ulteriormente confermate al territorio frati, monache) e nati nel 1771” - era di 9.392 unità (stati- della “Martesana superiore” da Giovanni Maria nel 1411 e stica delle anime 1771). da Filippo Maria Visconti nel 1412, quando molti comuni In base al compartimento territoriale della Lombardia per mezzo di procuratori gli prestarono giuramento di fe- austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Brivio, deltà. Riconferma e ampliamento di esenzioni ed immunità comprendente le comunità di Airuno; Aizuro con Veglio; vennero dal duca Francesco Sforza nel 1451 (epoca dalla Bagaggera con Galbusera, Monte Spiazzo, Malnino, Ospe- quale ricorre per il territorio della Martesana superiore la daletto e Casternago; Brivio con Beverate; Calco con Arla- denominazione di “Monte di Brianza") , Galeazzo Maria te; Imbersago; Merate; Mondonico con Porchera, Olchiel- Sforza nel 1476, Bona di Savoia nel 1478. lera, Borlengo e Vallicelli; Novate; Olgiate con Beolco, Tra i comuni che nel 1412 prestarono giuramento di fe- Monticello, Cassina Pilata, Cassina Nova, Brugo, Buon- deltà al duca di Milano facevano parte della pieve di Brivio martino e Cassina Pianezzo; Paderno; Robbiate; Sabbion-

104 Brugarolo cello con Pagnano, Cicognola e Carsaniga; Sartirana con costituire una comunità unitaria nella pieve di Oggiono Cassina Fra Martino; Verderio superiore; Verderio inferiore (estimo di Carlo V). fu inserita nella provincia di Milano. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel 1791 la pieve di Brivio, comprendente le sedici co- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- munità del compartimento del 1757, concorreva con sette lente al 1572, era compresa anche Brongio. comunità della pieve di Missaglia a comporre il distretto IX Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real di Brivio della provincia di Milano (compartimento 1791). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- arch. risposte ai 45 quesiti, Brivio: “Brivio, capo di pieve. Ri- munità di Brongio, compresa nella pieve di Oggiono - già sposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto Ca- infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono rozzi delegato della comunità”, 29 gennaio 1751, ASMi, nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - Catasto, cart. 3.040. non era infeudata e si era redenta nel marzo del 1653, pa- bibl. Dozio 1858: Giovanni Dozio, Notizie di Brivio e sua pie- gando ogni quindici anni lire 52.11.6 per la “mezz’annata” ve, Milano, Tipografia arcivescovile ditta Giacomo e lire 11.50 “per soldo di tal redenzione”. Non vi risiedeva Agnelli, 1858. iusdicente nè regio nè feudale; il console era solito prestare giuramento presso l’officio del podestà di Milano, pagando alla banca criminale lire 1.4. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita BRONGIO amministrativa, la comunità, che aveva allora 308 abitanti, non aveva consiglio “se non particolare”; veniva regolata da un solo sindaco, eletto in piazza a suono di campana se- comune di Brongio inferiore. 142 condo gli ordini camerali, assistito nel regolamento e con- sec. XIV - sec. XV servazione del comune da due reggenti deputati, i quali for- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di mavano i riparti; presso il cancelliere erano conservate le Oggiono. pubbliche scritture e copie dei riparti, non avendo la comu- nità archivio; gli esattori venivano eletti annualmente in Negli statuti delle strade e delle acque del contado di pubblica piazza a suono di campana con l’assistenza del Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- console e sindaco (risposte ai 45 quesiti, Brongio). cho de Brongio de Sotto” (compartizione delle fagie 1346). Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Oggiono, tra cui Brongio inferiore si radunarono in vici- (editto 10 giugno 1757), Brongio figura aggregato al comu- nanza, per pronunciarsi sulla riforma dell’estimo del Monte ne di , nella pieve di Oggiono, com- di Brianza (Longoni 1985A). presa nel ducato di Milano. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Brongio arch. risposte ai 45 quesiti, Brongio: “Brongio, pieve di Og- compare come comunità unitaria nella pieve di Oggiono giono, aggregato a Garbagnate Monastero. Risposta a (estimo di Carlo V). quesiti della Real Giunta del censimento data da Giovan- ni Angelo Spinelli cancelliere di detta comunità”, 9 mar- zo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Brongio superiore. 143 sec. XIV - sec. XV Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. BRUGA Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- comune di Bruga. 145 cho de Brongio de Sopra” (compartizione delle fagie 1346). sec. XVIII - 1757 Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, Oggiono, tra cui Brongio superiore si radunarono in vici- tra cui Bruga, già anticamente formanti un’unica comunità nanza, per pronunciarsi sulla riforma dell’estimo del Monte della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: negli di Brianza (Longoni 1985A). atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta una Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Brongio relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca compare come comunità unitaria nella pieve di Oggiono (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- (estimo di Carlo V). fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 comune di Brongio. 144 giugno 1757). sec. XVI - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza BRUGAROLO (anno 1456) il comune di Brongio (che nel XIV secolo e ancora nel 1468 figurava diviso nelle due comunità di comune di Brugarolo. 146 Brongio superiore e Brongio inferiore) era inserito nella pieve di Oggiono. sec. XVI Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Brugarolo cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Brongio risulta risulta inserita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V).

105 Brughera

BRUGHERA Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bulciago risulta comune di Brughera. 147 elencato tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di sec. XVI Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Brughera di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia lente al 1572, era compresa anche Cassina Bulciago con (estimo di Carlo V). Bulciaghetto. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- lente al 1572, era compresa anche La Brughera. munità di Bulciago (che aveva sotto di sè il piccolo comune Nella notificazione del personale del ducato di Milano di Comalasco), compresa nella pieve di Missaglia, non era (compartimento 1751), Brughera era elencato come cassi- infeudata e pagava soldi 20 circa di “mezz’annata”; di con- naggio del comune di Lomaniga, nella pieve di Missaglia. sueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il conso- le il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi 18.3. BULCIAGHETTO Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 396 abitanti, comune di Bulciaghetto. 148 non aveva consiglio, ma all’occorrenza si radunava su av- sec. XIV viso del console, con l’intervento dei maggiori estimati e di un deputato; aveva un cancelliere con il salario annuo di Negli statuti delle strade e delle acque del contado di lire 21, residente a Sibrone, al quale era demandata la cu- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- stodia delle pubbliche scritture, non esistendo un archivio cho da Biolzagheto” (compartizione delle fagie 1346). del comune (risposte ai 45 quesiti, Bulciago). Bulciaghetto fece parte della corte regia di Bulciago, insieme a Centemero, Cibrone, Musico, La Cassina, Ma- comune di Bulciago. 150 snaga (Longoni 1985B). 1757 - 1797 Nella notificazione del personale del ducato di Milano Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (compartimento 1751), Bulciaghetto era elencato come (editto 10 giugno 1757), il comune di Bulciago apparteneva cassinaggio del comune di Bulciago, nella pieve di Missa- alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. glia, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Bulciago, conteggia- ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 564 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia BULCIAGO austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Bulcia- go, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di comune di Bulciago. 149 Milano. sec. XIII - 1757 Nel 1791 Bulciago risultava inserita nella porzione Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- Missaglia. saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). Il toponimo è citato (nella forma “Blauciaco") nell’an- no 920 (CDL, n. 490; Vismara 1979). comune di Bulciago. 151 1798 - 1809 Bulciago fu corte regia e appartenne, come Cremella e Calpuno, alla chiesa di San Giovanni Battista di Monza, Il comune di Bulciago, in forza della ripartizione del presa sotto la propria protezione da Ottone III il 10 luglio dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu 1000 (Vismara 1979). La corte di Bulciago comprendeva compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Oggio- Bulciaghetto, Centemero, Cibrone, Musico, La Cassina, no. Masnaga (Longoni 1985B). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Nel XIII secolo, in alcune località rurali briantee, tra 5 vendemmiale anno VII), il comune di Bulciago fu inserito cui Bulciago e Cremella, non si trovavano già più semplici nel distretto XXVII di Missaglia. “homines”, ma “universitates”, comunità di associati che Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- tendevano a rendersi libere dai signori feudali. Per reprime- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), re tale tendenza, nel 1232 l’arciprete di Monza impose de- Bulciago era uno dei comuni che costituivano il distretto IV gli statuti agli uomini del luogo, dopo averne ricevuto il di Lecco del dipartimento del Lario. giuramento: la nomina di consoli e altri ufficiali doveva Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- spettare all’arciprete o ad un suo messo, e non ai locali (Vi- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- smara 1979). bre 1802, il comune di Bulciago venne ricollocato nella Comune e “consules” di Biolzagum (Bulciago) sono porzione del X distretto ex milanese con capoluogo Missa- ulteriormente citati nel 1276 (Atti del comune di Milano, glia (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, IV). come comune di III classe con 466 abitanti, nel 1803 (elen- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di co dei comuni 1803). Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cho da Biolzago” (compartizione delle fagie 1346). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Bulciago

106 Ca Martinone venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del di- comune e a quell’epoca definita come ”…un monte… sotto stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 551 abi- il qual nome vi sono li sei comuni et contrade infrascritte”. tanti. Camartinone et Casarola, in particolare, era retto da un A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- console e un sindaco. Il console rendeva conto al sindaco e mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Bulciago figu- agli altri capifamiglia. Alla fine del XVI secolo contava 9 rava, con 519 abitanti, comune aggregato al comune deno- fuochi e 71 abitanti (Da Lezze 1596). Il Maironi da Ponte minativo di Barzago, nel cantone VI di Missaglia del citava come comune “Cha Martinone”, mentre definiva Ca- distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzago sarola contrada di quest’ultimo (Maironi, catalogo). con il successivo compartimento territoriale del diparti- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). comune di Ca Martinone. 155 1802 - 1805 comune di Bulciago. 152 Il comune di Ca Martinone, non compreso nelle com- 1816 - 1859 partimentazioni della repubblica cisalpina, figurava, nel Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi at- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tualmente l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per di Bulciago fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio Bulciago, comune con convocato, fu confermato nel (che venivano organizzati in XI distretti), Camartinone era distretto XXV di Missaglia in forza del successivo compar- parte di un comune unitario con San Michele, Cornello, timento territoriale delle province lombarde (notificazione Torre de’ Busi e Zanelli, collocato nel distretto X di Pontita 1 luglio 1844). (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì un Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Bulciago, piano dell’amministrazione dipartimentale, che prevedeva comune con convocato generale e con una popolazione di l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI di- 827 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. stretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettua- le al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si tro- arch. risposte ai 45 quesiti, Bulciago: “Bulciago, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da vò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione Stefano Bressi, cancelliere della suddetta comunità”, 3 dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono bibl. Longoni 1985B: Virginio Longoni, La corte medioevale o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- di Bulciago, “Archivi di Lecco”, 1985. via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto CA FRANCA dell’amministrazione dipartimentale, Camartinone costitu- iva un comune con Torre de’ Busi, Cornello e Zanelli nel comune di Ca Franca. 153 distretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di sec. XVIII distrettuazione 1803). Nella notificazione del personale del ducato di Milano Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti (compartimento 1751), Ca Franca era elencato come cassi- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- naggio del comune di Lomagna, nella pieve di Missaglia. polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- Dalle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione estimo (processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia) della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- si desume che al tempo delle aggregazioni di comuni fatte terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione dalla “antecedente reale giunta”, la comunità di Ca Franca locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario fu unita al comune di Cernusco, pur non essendo stato d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- istruito il relativo processo “a motivo d’esser un picciol co- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio mune al precedente confinante”. 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro Nella compartimentazione territoriale dello stato di numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun Milano (editto 10 giugno 1757), Ca Franca figura unito a distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano comune di Cernusco Lombardone, nella pieve di Missaglia. prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Ca- martinone era unito a Torre de’ Busi e Cornello a formare un comune, con 334 abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804). CA MARTINONE Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), Camartinone era uni- comune di Ca Martinone. 154 to a Torre de’ Busi, comune di III classe con 334 abitanti, sec. XV - 1797 nel cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. Ca Martinone è citato tra le “terre, luoghi, ville e co- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, muni” della comunità di Val San Martino negli statuti della venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta fece sempre partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), parte della Val San Martino. Il Da Lezze metteva Camarti- integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- none e Casarola a formare un solo comune, facente parte ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo della cosiddetta “Val Beretta”, in precedenza citata come 1809), Camartinone figurava, con una popolazione di 111

107 Cagliano abitanti, comune aggregato al comune denominativo di comune di Cagliano. 157 Torre de’ Busi nel cantone VII di Caprino del distretto I di 1757 - 1797 Bergamo. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Cagliano con Gio- venzana e Campsirago apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. CAGLIANO Nel 1771 il totale degli abitanti di Cagliano, conteggia- ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 332 unità comune di Cagliano. 156 (statistica delle anime 1771). sec. XIV - 1757 In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cagliano Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di con Giovenzana e Campsirago, nella pieve di Missaglia, Missaglia. era inserito nella provincia di Milano. Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di Nel 1791 Cagliano risultava inserita nella porzione Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, della pieve di Missaglia che costituiva, unitamente alla pie- anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, ve di Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia di Mi- e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- lano (compartimento 1791). mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Ca- gliano (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come comune di Cagliano. 158 più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bo- 1798 - 1809 gnetti-Marcora 1957). Il comune di Cagliano con Giovenzana e Campsirago, Negli statuti delle strade e delle acque del contado di in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei cho da Calian” (compartizione delle fagie 1346). Laghi con capoluogo Oggiono. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cagliano e uniti fu ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cagliano Cagliano e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- (Beretta 1972). stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cagliano risulta partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di bre 1802, il comune di Cagliano venne ricollocato nel IX Carlo V). distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- mune di III classe con 340 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- lente al 1572, era compresa anche Gaiano (Cagliano). muni 1803). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cagliano munità di Cagliano, compresa nella pieve di Missaglia - con Giovenzana e Campsirago venne ad appartenere al can- parte del feudo di Missaglia con Brianza, Cassina Fuma- tone VI di Santa Maria Hoè del distretto IV di Lecco: co- galli, Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Tegnone, mune di III classe, contava 382 abitanti. Giovenzana, Campsirago, Veglio (Casanova 1904) - era in- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- feudata al conte Paolo Sormani, al quale nulla corrisponde- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cagliano e va. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; lo iu- uniti figurava, con 324 abitanti, comune aggregato al comu- sdicente feudale era Matteo Bonacina, abitante a Bulciago; ne denominativo di Nava, nel cantone V di Merate del di- di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Nava con il della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il successivo compartimento territoriale del dipartimento del console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario Lario (decreto 30 luglio 1812). soldi 18.9, e per le “denontie in pace” soldi 8.8. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Cagliano. 159 amministrativa, la comunità, che aveva allora 94 abitanti, 1816 - 1859 radunata in piazza in pubblica adunanza (valida con l’inter- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, vento di due terzi degli uomini del comune) eleggeva esat- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tore e cancelliere, mentre i riparti dei carichi venivano fir- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune mati dal maggiore estimato; i libri della comunità erano di Cagliano con Giovenzana e Campsirago fu inserito nel tenuti dal cancelliere, che formava anche i riparti, con il sa- distretto XXIV di Brivio. lario di lire 8 annue (risposte ai 45 quesiti, Cagliano). Cagliano con Giovenzana e Campsirago, comune con Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- convocato, fu confermato nel distretto XXIV di Brivio in forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, forza del successivo compartimento territoriale delle pro- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844). neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Cagliano furono Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cagliano con aggregati Giovenzana e Campsirago. le frazioni Giovenzana e Campsirago, comune con convo-

108 Calco cato generale e con una popolazione di 392 abitanti, fu in- comune di Calco. 161 serito nel distretto XII di Brivio. 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Cagliano: “Cagliano, pieve di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Missaglia, con Giovenzana e Campsirago. Risposta alli (editto 10 giugno 1757), il comune di Calco con Arlate ap- quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola parteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Mi- cancelliere della suddetta comunità”, 13 marzo 1751, lano. ASMi, Catasto, cart. 3.040. Nel 1771 il totale degli abitanti di Calco e Arlate, con- teggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 724 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia CALCO austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Calco con Arlate, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia comune di Calco. 160 di Milano. sec. XIV - 1757 Nel 1791 Calco risultava inserita nella pieve di Brivio Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di Brivio. Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- no (compartimento 1791). Il toponimo è citato nel 936 o 937 in un atto di permuta tra l’arciprete della chiesa di San Giovanni di Monza e Guarimberto, essendo presente quale teste un Luberto fi- comune di Calco. 162 glio del quondam Gumperto “de Calego” (Noseda 1942), e 1798 - 1815 ancora nel 960 (CDL, n. 638; Vismara 1979). Il comune di Calco con Arlate, in forza della ripartizio- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di ne del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con da Calcho” (compartizione delle fagie 1346). capoluogo Brivio. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Calco con Arlate fu ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Calco (Be- Calco con Arlate era uno dei comuni che costituivano il di- retta 1972). stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Calco risulta partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di bre 1802, il comune di Calco venne ricollocato nel IX di- Carlo V). stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- comune di III classe con 934 abitanti, nel 1803 (elenco dei lente al 1572, era compresa anche Calco. comuni 1803). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Calco munità di Calco, compresa nella pieve di Brivio, non era in- con Arlate venne ad appartenere al cantone VI di Santa Ma- feudata e si era redenta, pagando ogni quindici anni lire 49 ria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- imperiali “in moneta corta” a titolo di “mezz’annata”. Non tava 1.228 abitanti. vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- soggetta al regio officio della Martesana, presso la cui ban- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- ca criminale il console era solito prestare giuramento. nominativo di Calco, con una popolazione di 927 abitanti Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita complessivi, era inserito nel cantone V di Merate del di- amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 518 abi- stretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il succes- tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario come rappresentanti un sindaco e un console eletti in pub- (decreto 30 luglio 1812). blica piazza all’incanto, che potevano continuare nell’inca- rico oltre il mandato annuale a beneplacito della comunità, comune di Calco. 163 sempre però sotto la soprintendenza di tre deputati delegati 1816 - 1859 dei tre primi estimati, che vigilavano sulla giustizia dei pubblici riparti unitamente al sindaco o altra persona “al Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, medesimo ben vista”; la comunità non aveva cancelliere in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- fisso, nè archivio, le scritture erano conservate presso il sin- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune daco; l’esattore era eletto in pubblica piazza all’incanto, di Calco con Arlate fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. previa esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Calco). Calco con Arlate, comune con convocato, fu conferma- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- to nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo com- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, partimento territoriale delle province lombarde (notifica- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- zione 1 luglio 1844). neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Calco fu aggregato Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Calco con la Arlate. frazione Arlate, comune con convocato generale e con una

109 Calolzio popolazione di 1.239 abitanti, fu inserito nel distretto XII di vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione Brivio. della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione arch. risposte ai 45 quesiti, Calco: “Calco, pieve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario Carozzi delegato della detta comunità”, 29 gennaio 1751, d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- ASMi, Catasto, cart. 3.040. tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere CALOLZIO ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Calol- zio con Corte e Foppenico era comune, con 846 abitanti, comune di Calolzio. 164 nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804). sec. XIV - 1797 Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- Nel 1331 (statuti, Bergamo), faceva capo alla “facta” di gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Calolzio Porta Sant’Alessandro; Calolzio è citato tra le “terre, luo- con Corte e Fopenico venne ad appartenere al cantone VII ghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino ne- di Caprino del distretto I di Bergamo: comune di III classe, gli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta contava 846 abitanti. il comune di Calolzio fece sempre parte della Val San Mar- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, tino, retto da un console e da due sindaci. venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- Alla fine del XVI secolo contava 46 fuochi e 187 abi- partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), tanti (Da Lezze 1596); alla fine del XVIII secolo ne contava integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- 1.100 (Maironi, catalogo). ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo 1809), il comune denominativo di Calolzio, con una popo- comune di Calolzio. 165 lazione di 1.278 abitanti complessivi e comprendente i co- 1798 - 1815 muni aggregati di Calolzio, Corte e Foppenico e Sala, era inserito nel cantone VII di Caprino del distretto I di Berga- Il comune di Calolzio, in forza della ripartizione del di- mo. partimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu collo- cato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. comune di Calolzio. 166 Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio 1816 - 1859 (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Calolzio fu compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con capo- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- luogo Caprino. mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), mune di Calolzio fu inserito nel distretto VII di Caprino. Calolzio era uno dei comuni che costituivano il distretto I Calolzio, comune con convocato, fu confermato nel di- di Bergamo del dipartimento del Serio. stretto VII di Caprino in forza del successivo compartimen- Calolzio figurava, nel 1802, tra i comuni dell’ex pro- to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- vincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo particola- glio 1844). re” (tabella dei comuni 1802). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Calolzio, co- Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per mune con convocato generale e con una popolazione di 810 la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio abitanti, fu inserito nel distretto IX di Caprino. (che venivano organizzati in XI distretti), il comune di Ca- lolzio con Corte, Foppenico e Sala era collocato nel distret- to X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì un piano dell’amministrazione dipartimen- CALVENZANA tale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol comune di Calvenzana. 167 cancelliere distrettuale al servizio di tante comuni”. Il pre- sec. XVI - 1757 fetto di Bergamo si trovò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione dipartimentale, ma insistette che do- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra vessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di par- di Nibionno. rocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ co- (anno 1456), Calvenzana era citata come cassina nella muni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facil- squadra di Nibionno. mente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sono per lo più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abi- lente al 1572, era compresa anche Calvenzana. tudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione di- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real partimentale, Calolzio con Corte e Foppenico e Sala era un giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comune del distretto della Sonna con capoluogo Caprino munità di Calvenzana, compresa nella squadra di Nibion- (progetto di distrettuazione 1803). no, era infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti 5.13.3 annue. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- dale; la comunità era soggetta all’officio di Bosisio, presso polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- la cui banca criminale il console era solito prestare giura-

110 Campsirago mento; pagava al podestà “per la sua solita visita” lire 3.10 arch. risposte ai 45 quesiti, Camisasca: “Camisasca, squadra annue, mentre il salario del bargello (dell’officio di Bosi- di Nibionno, Pieve d’Incino, aggregato a Brenno. Rispo- sio) era di lire 4.4. sta a quesiti della Real Giunta fatta da Stefano Bressi cancelliere della suddetta comunità”, 23 marzo 1751, Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ASMi, Catasto, cart. 3.034. amministrativa, la comunità, che aveva allora 124 abitanti, non aveva altro ufficiale che il cancelliere, con salario di lire 16.15 annue, e i maggiorenti; i riparti restavano appro- vati “dal comune” in piazza; la comunità non aveva archi- vio; gli esattori restavano eletti dai maggiorenti del comu- CAMPO FIORENZO ne, ma uno solo era responsabile dell’effettiva riscossione ("scoda") degli aggravi (risposte ai 45 quesiti, Calvenzana). comune di Campo Fiorenzo. 169 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XVI - sec. XVIII (editto 10 giugno 1757), Calvenzana figura aggregato al co- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- mune di , nella squadra di Nibionno, compresa nel cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Campo Fioren- ducato di Milano. zo risulta inserito tra le comunità della pieve di Missaglia arch. risposte ai 45 quesiti, Calvenzana: “Calvenzana, squa- (estimo di Carlo V). dra di Nibionno, pieve di Incino, ducato di Milano, unito In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato a Rogeno. Risposta a’ quesiti della Real Giunta fatta da di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Alessandro Cattaneo cancelliere della suddetta comuni- lente al 1572, era compresa anche Campo Fiorenzo. tà”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. Dalle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo estimo (processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia), si desume che Campo Fiorenzo era stato “sempre per l’ad- dietro” considerato “comune da sè separato, e disgiunto CAMISASCA dalle comunità vicine”, benché nelle risposte ai 45 quesiti della comunità di Casate Novo si trovi l’affermazione che comune di Camisasca. 168 Campo Fiorenzo, insieme a Rogoredo e Casate Vecchio, sec. XIV - 1757 erano uniti a quel comune. Nella notificazione del personale fatta nel corso del Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), di Nibionno. Campo Fiorenzo era elencato tra i comuni sotto la pieve di Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Missaglia. Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho Nel compartimento territoriale dello stato di Milano de Camaslaiasca” (compartizione delle fagie 1346). (editto 10 giugno 1757), Campo Fiorenzo figura aggregato Camisasca, come membro del Monte di Brianza, e al comune di Casate Nuovo, nella pieve di Missaglia, com- compreso nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed presa nel ducato di Milano. esenzioni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Camegiasca (Camisa- CAMPSIRAGO sca). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di Campsirago. 170 giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- sec. XV - 1757 munità di Camisasca, compresa nella squadra di Nibionno - già parte con Anzano e con Centemero, Brenno, Musico Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di del feudo della pieve di Incino dei conti dal Verme, poi di Missaglia. quello di Lurago del conte Giussani (Casanova 1904) - era Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni infeudata al marchese Carcani, al quale pagava lire 13.1.16 ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- annue di convenzione. Non vi risiedeva iusdicente nè regio ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto nè feudale; podestà feudale era Giuseppe Prina, abitante a di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Villa d’Albese; il console era solito prestare giuramento Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- presso la banca criminale dell’officio di Incino. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Campsira- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita go (Beretta 1972). amministrativa, la comunità, che aveva allora 131 abitanti, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- non aveva consiglio, ma all’occorrenza il console convoca- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Campsirago ri- va tutti gli uomini in pubblica piazza al suono della campa- sulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (esti- na, con la partecipazione dei maggiori estimati; presso il mo di Carlo V). cancelliere, allora in comune con Incino, con un salario di In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato lire 8 annue, erano “ordinatamente” tenute le “poche scrit- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- ture” della comunità, che non aveva archivio; l’incarico di lente al 1572, era compresa anche Campsirago. esattore veniva appaltato (risposte ai 45 quesiti, Camisa- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real sca). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano munità di Campsirago, compresa nella pieve di Missaglia - (editto 10 giugno 1757), Camisasca figura aggregato al co- parte del feudo di Missaglia con Brianza, Cassina Fuma- mune di Brenno, nella squadra di Nibionno, compresa nel galli, Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Cagliano, ducato di Milano. Tegnone, Giovenzana, Veglio (Casanova 1904) - era infeu-

111 Capiate data al conte Paolo Sormani, al quale nulla corrispondeva. munità di Capiate, compresa nella pieve di Garlate - già in- Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale, lo iusdicen- feudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono te feudale era Matteo Bonacina, abitante a Bulciago, al nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - quale non si dava salario; di consueto la giustizia restava non era infeudata, ma non conosceva gli estremi della re- amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui ban- denzione “essendo a quel tempo unita ad Olginate” (dalla ca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, quale affermava di essersi separata il 15 gennaio 1632, pagando all’attuario soldi 18.3. come da istromento rogato da Lorenzo Airoldi notaio di Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Milano). A Capiate non risiedeva iusdicente nè regio nè amministrativa, la comunità, che aveva allora 47 abitanti, feudale, la comunità era allora sottoposta al regio officio di non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva Olginate, al suo podestà, Leopoldo d’Elio, abitante a Mila- regolata da tre reggenti eletti dalla comunità radunata a no, e al suo luogotenente, Giuseppe Lavezzi, al quale non suono di campana in pubblica piazza e ad uno di essi era dava niente di fisso, ma solo straordinari: presso di lui il raccomandata l’amministrazione e la conservazione delle console di Capiate era solito prestare giuramento. pubbliche scritture e la vigilanza sulla giustizia dei pubblici Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita riparti; aveva un cancelliere con il salario annuo di lire 5, amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 70 abi- mentre non aveva stanza o archivio per le pubbliche scrit- tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, bensì ture; l’esattore restava eletto in pubblica piazza premesso solo l’ufficio del console che si mutava “a ruota” ogni anno suono di campana all’incanto secondo gli ordini magistrali tra le sei cascine che costituivano il comune; tutti unita- (risposte ai 45 quesiti, Campsirago). mente attendevano alla vigilanza sulla giustizia dei pubbli- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ci riparti, “dipendendo però sempre dai signori primi esti- (editto 10 giugno 1757), Campsirago figura aggregato al mati di detta comunità”; la comunità non non aveva comune di Cagliano, nella pieve di Missaglia, compresa nel scritture pubbliche nè archivio; l’incarico di esattore veniva ducato di Milano. appaltato (risposte ai 45 quesiti, Capiate).

arch. risposte ai 45 quesiti, Campsirago: “Campsirago, pie- comune di Capiate. 172 ve di Missaglia, aggregato a Cagliano. Risposta alli que- siti della Real Giunta fatta da Giuseppe Lanfranco a 1757 - 1797 nome di Domenico Ravasio console della suddetta co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano munità”, 17 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. (editto 10 giugno 1757), il comune di Capiate faceva parte della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Capiate CAPIATE apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia di Como. comune di Capiate. 171 Nel 1791 Capiate venne inserita, con le altre comunità sec. XIV - 1757 delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di partimento 1791). Garlate. Il toponimo è citato tra i beni appartenenti a Rotpert, comune di Capiate. 173 gasindo regio, (CDL, n. 11) in un atto del’aprile 745; Ca- piate fu corte regia posseduta dall’880 dal monastero di 1798 - 1809 Sant’Ambrogio di Milano, come Melianico. Il 4 dicembre Il comune di Capiate, in forza della ripartizione del di- 1279 il monastero di Sant’Ambrogio rivendicò di fronte al partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu podestà di Milano Lotterio Rusca l’honor e il districtus sui compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- loghi “de Capiate”, “de Greghantino”, “de Milianigo": in go Brivio. dette località il monastero chiedeva al comune cittadino che In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge non ponesse il podestà (Cazzani 1979). 5 vendemmiale anno VII), il comune di Capiate fu inserito Negli statuti delle strade e delle acque del contado di nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cho da Capià” (compartizione delle fagie 1346). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Nel 1412 il comune di Capiate, per mezzo di procura- Capiate era uno dei comuni che costituivano il distretto IV tori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, di Lecco del dipartimento del Lario. che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et bre 1802, il comune di Capiate venne ricollocato nel VI di- cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Capiate risulta III classe con 83 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni inserito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). 1803). In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- di Milano risalente al 1572, Capiate figurava con un proprio gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Capiate perticato distinto nel territorio della pieve, pur non avendo venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto attribuita una quota “de sale”. IV di Lecco: comune di III classe, contava 92 abitanti. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Capiate figu-

112 rava, con 83 abitanti, comune aggregato al comune deno- compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con capo- minativo di Olginate, nel cantone IV di Oggiono del luogo Caprino. distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Olginate Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- con il successivo compartimento territoriale del diparti- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Carenno era uno dei comuni che costituivano il distretto I di Bergamo del dipartimento del Serio. comune di Capiate. 174 Carenno figurava, nel 1802, tra i comuni dell’ex pro- 1816 - 1859 vincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo particola- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, re” (tabella dei comuni 1802). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio di Capiate fu inserito nel distretto XII di Oggiono. (che venivano organizzati in XI distretti), Carenno era parte Capiate, comune con convocato, fu confermato nel di- di un comune unitario con e Rossino, collocato nel di- stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- stretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 progetto seguì un piano dell’amministrazione dipartimen- luglio 1844). tale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Capiate, co- XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol mune con convocato generale e con una popolazione di 182 cancelliere distrettuale al servizio di tante comuni”. Il pre- abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. fetto di Bergamo si trovò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione dipartimentale, ma insistette che do- arch. risposte ai 45 quesiti, Capiate: “Capiate, pieve di Gar- late, con Melianico. Risposta alli quesiti della Real Giun- vessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di par- ta fatta da Giuseppe Rasura delegato per la suddetta co- rocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, munità”, 25 agosto 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ co- muni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facil- mente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abi- CARAVERIO tudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione di- partimentale, Carenno costituiva da solo un comune nel di- comune di Caraverio. 175 stretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di sec. XVI distrettuazione 1803). Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Caraverio Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- (estimo di Carlo V). polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione di Milano risalente al 1572, Caraverio figurava con un pro- della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- prio perticato nel territorio della pieve, pur non avendo at- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione tribuita una quota “de sale”. locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario Nella notificazione del personale del ducato di Milano d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- (compartimento 1751), Caraverio era elencato come cassi- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio naggio del comune di Brianzola, nella pieve di Missaglia 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Ca- CARENNO renno era comune, con 856 abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804). comune di Carenno. 176 Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- sec. XIV - 1797 gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Carenno Nel 1331 (statuti, Bergamo), faceva capo alla “facta” di venne ad appartenere al cantone VII di Caprino del distretto Porta Sant’Alessandro. In età veneta il comune di Carenno I di Bergamo: comune di III classe, contava 856 abitanti. fece parte della Val San Martino, retto da un console e da In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, quattro sindaci. Alla fine del XVI secolo il comune posse- venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- deva tre monti “con foppe o cave” detti Borgetto, Tentiga e partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), Benzon; a quell’epoca contava 106 fuochi e 600 abitanti integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- (Da Lezze 1596); alla fine del XVIII secolo ne contava 790 ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo (Maironi, catalogo). 1809), il comune denominativo di Carenno, con una popo- lazione di 787 abitanti complessivi, era inserito nel cantone comune di Carenno. 177 VII di Caprino del distretto I di Bergamo. 1798 - 1815 Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza Il comune di Carenno, in forza della ripartizione del di- imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- partimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu collo- to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte cato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio alcuni comuni": “si è fatto sparire il comune denominativo (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Carenno fu di Lorentino con Mojoli e Sopracornola di 345 anime in

113 Carsaniga tutto, e si è riunito a Carenno comune denominativo dappri- e Codesino, furono chiamati a Milano per dare giuramento ma isolato (progetto di rettificazione 1813). di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Valcasargo è 1814). elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comune di Carenno. 178 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1816 - 1859 lente al 1572, “Casarco Codesino e Somadino” (uniti in “Valcasarco") era citata tra “le infrascritte comuni” della Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- Valsassina. mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- Nel 1722 Casargo contava circa 400 abitanti (Baron- mune di Carenno fu inserito nel distretto VII di Caprino. celli 1995). Con il dispaccio governativo 2 aprile 1827 n. 9226/1444 fu Pur avendo ciascuna un proprio console e proprie adu- autorizzata la sostituzione, nel comune di Carenno, del nanze, le tre terre o luoghi della Valcasargo costituirono consiglio comunale al convocato generale (variazioni al sempre un comune unitario (processi delle tavole d’estimo, compartimento provinciale di Bergamo 1816-1835). Valsassina). Carenno, comune con consiglio, fu confermato nel di- Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- stretto VII di Caprino in forza del successivo compartimen- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti glio 1844). della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Carenno, co- Valcasargo, nella squadra di Chignolo, comprendente le mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con terre di Casargo, Somadino e Codesino, era uno dei comuni una popolazione di 849 abitanti, fu inserito nel distretto IX (o comunità) subordinati e sottoposti alla comunità genera- di Caprino. le della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità generale erano regolati da un console, che ordinariamente prestava giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da propri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- CARSANIGA nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e comune di Carsaniga. 179 un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- sec. XVI tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Carsaniga ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor risulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- di Carlo V). lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- Nella notificazione del personale del ducato di Milano te (le terre) lo stesso metodo e regola”. (compartimento 1751), Carzaniga (Carsaniga) era elencato I consiglieri componenti il consiglio generale di valle come cassinaggio del comune di Pagnano, nella pieve di erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle Brivio. rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- lamento della Valsassina).

comune di Casargo. 182 CARZANO 1757 - 1797 comune di Carzano. 180 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Casargo con Somadino e Codesi- sec. XIV no era un comune della Valsassina, compresa nel ducato di Nel 1331 (statuti, Bergamo), faceva capo alla “facta” di Milano. Porta Sant’Alessandro. In età veneta fece parte della Val Nel 1771 il totale degli abitanti di Casargo, conteggiati San Martino, descritto alla fine del XVI secolo come con- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 214 unità (sta- trada del comune di “Corte et Fopenico” (Da Lezze 1596). tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Casargo con Somadino e Codesino apparteneva alla Valsassina, in- CASARGO serita nella provincia di Como. Nel 1791 Casargo era compresa tra le comunità della comune di Valcasargo. 181 Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella sec. XIV - 1757 provincia di Milano (compartimento 1791). La comunità di Valcasargo, composta dalle terre di Ca- sargo, Somadino e Codesino, appartenne già anticamente comune di Casargo. 183 alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. 1798 - 1809 Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole Il comune di Casargo con Somadino e Codesino, in terre componenti la Valsassina, tra cui Casargo, Somadino forza della ripartizione del dipartimento della Montagna

114 Casate Nuovo

(legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza Pioverna con capoluogo Introbio. (anno 1456), il comune di era compreso nella In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio pieve di Missaglia. (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Casargo fu Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- inserito nel distretto III di Bellano. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Casate Nuovo Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), (estimo di Carlo V). Casargo era uno dei comuni che costituivano il distretto IV In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Lecco del dipartimento del Lario. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Casate Novo. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- In una congregazione del comune nel giorno di san bre 1802, il comune di Casargo con Somadino e Codesino Marco del 1645, gli uomini radunati chiesero di “porre cer- venne ricollocato nel II distretto ex milanese con capoluo- ta regola al maneggio delle cose pubbliche”, le quali aveva- go Taceno (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confer- no nel tempo passato “assai patito per la pocha costante ad- mato, come comune di III classe con 417 abitanti, nel 1803 ministratione dei pubblici interessi”. L’assemblea chiese la (elenco dei comuni 1803). nomina di un sindaco “col salario solito” che provvedesse a dare cauzioni, a rendere i conti tutti i mesi, a riscuotere le Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- tasse, a rendere i conti a fine anno, e non si allontanasse dal- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Casargo la pieve senza licenza degli uomini della comunità. La ve- con Somadino e Codesino venne ad appartenere al cantone rifica dei conti doveva toccare a uomini eletti dalla comuni- II di Taceno del distretto IV di Lecco: comune di III classe, tà; ad un cancelliere doveva essere demandato il compito di contava 250 abitanti. redigere l’elenco delle taglie, in tre copie (Cappellini A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- 1954). mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Casargo e uni- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real ti figurava, con 417 abitanti, comune aggregato al comune giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- denominativo di Premana, nel cantone V di Bellano del di- munità di Casate Nuovo (che aveva sotto di sè Casate Vec- stretto III di Menaggio; fu confermato frazione di Premana chio, Campo Fiorenzo e Rogoredo), compresa nella pieve con il successivo compartimento territoriale del diparti- di Missaglia, era infeudata - dal 1692 (Casanova 1904) - al mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). marchese Casati, al quale nulla contribuiva. Non vi risiede- va iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia comune di Casargo. 184 restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la 1816 - 1859 cui banca criminale prestava il console il suo annuale giu- ramento, pagando all’attuario soldi 18.3. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- amministrativa, la comunità, che aveva allora 1.042 abitan- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune ti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo di Casargo con Sommadino e Codesino fu inserito nel di- due deputati, cancelliere e console, i quali regolavano gli stretto X di Taceno. interessi pubblici: il cancelliere, per essere pratico e abile, Casargo con Sommadino e Codesino, comune con si riconfermava di anno in anno; presso il cancelliere, che convocato, fu confermato nel distretto X di Introbio (già di aveva un salario di lire 60 annue, non esistendo archivio, re- Taceno) in forza del successivo compartimento territoriale stava “uno piccolo guarnerio dove si ripone quelle poche delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). annotacioni e riparti” (risposte ai 45 quesiti, Casate Nuo- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Casargo con vo). le frazioni Somadino e Codesino, comune con convocato Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- generale e con una popolazione di 525 abitanti, fu inserito forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, nel distretto XV di Bellano. preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Casate Nuovo fu aggregato Campo Fiorenzo.

CASATE NUOVO comune di Casate Nuovo. 186 1757 - 1797 comune di Casate Nuovo. 185 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XIV - 1757 (editto 10 giugno 1757), il comune di Casate Nuovo con Campo Fiorenzo e Rogoredo apparteneva alla pieve di Mis- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di saglia, compresa nel ducato di Milano. Missaglia. Nel 1771 il totale degli abitanti di Casate Nuovo, con- Il toponimo è citato con sicurezza nel 1100, in una teggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.116 scrittura a mezzo della quale il chierico Ottone acquistava unità (statistica delle anime 1771). dai dodici decumani della chiesa metropolitana di Santa In base al compartimento territoriale della Lombardia Maria alcuni beni e cedeva i suoi poderi nelle terre chiama- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Casate te “in Casale Nuovo” (Cappellini 1954). Nuovo con Campo Fiorenzo e Rogoredo, nella pieve di Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. Milano erano compresi, nella corte di Casate Nuovo, tanto Nel 1791 Casate Nuovo risultava inserita nella porzio- “el locho da Casà Novo per li vicini” che “ancora li nobili ne della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di da Casà Novo” (compartizione delle fagie 1346). Missaglia della provincia di Milano (compartimento 1791).

115 Casate Vecchio comune di Casate Nuovo. 187 CASATE VECCHIO 1798 - 1815 comune di Casate Vecchio. 190 Il comune di Casate Nuovo con Campo Fiorenzo e Ro- sec. XIV - sec. XVIII goredo, in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel di- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di stretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missaglia. Milano era compreso, nella corte di Casate Nuovo, come “el locho da Casà Vegio” (compartizione delle fagie 1346). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Casate Nuovo con Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Campo Fiorenzo e Rogoredo fu inserito nel distretto ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- XXVII di Missaglia. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Casate Vec- Casate Nuovo era uno dei comuni che costituivano il di- chio (Beretta 1972). stretto III di Monza del dipartimento dell’Olona. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Casate Vecchio gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Casate risulta inserita tra le comunità della pieve di Missaglia Nuovo con Campo Fiorenzo e Rogoredo venne ad apparte- (estimo di Carlo V). nere al cantone VII di Missaglia del distretto IV di Lecco: In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comune di III classe, contava 1.213 abitanti. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lente al 1572, era compresa anche Casate Vecchio. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Nella notificazione del personale fatta nel corso del nominativo di Casate Nuovo, con una popolazione di 2.394 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), abitanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di Casate Vecchio era elencato tra i comuni sotto la pieve di Casate Nuovo e uniti, Cassina de’ Bracchi e uniti, Monti- Missaglia ed aveva uniti i cassinaggi di Cassina del Marone celli e uniti, era inserito nel cantone VI di Missaglia del di- e Bosanella. stretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il succes- Nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censi- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario mento date dalla comunità di Casate Novo, si trova l’affer- (decreto 30 luglio 1812). mazione che Casate Vecchio, insieme a Rogoredo e Campo Fiorenzo, erano cassine unite a quel comune. comune di Casate Nuovo. 188 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano 1816 - 1859 (editto 10 giugno 1757), Casate Vecchio figura aggregato al comune di Monticello, nella pieve di Missaglia, compresa Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, nel ducato di Milano. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Casate Nuovo con Campo Fiorenzo e Rogoredo fu inse- rito nel distretto XXV di Missaglia. CASIRAGO Casate Nuovo con Campo Fiorenzo e Rogoredo, co- mune con convocato, fu confermato nel distretto XXV di comune di Casirago. 191 Missaglia in forza del successivo compartimento territoria- sec. XIV - 1757 le delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Casate Nuo- Missaglia. vo con le frazioni Campo Fiorenzo e Rogoredo, comune con convocato generale e con una popolazione di 2.123 abi- Nel 1162 venne fatta in Cremella un’investitura “de tanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. omni districtu et onore tocius terre quam habet Sanctus Johannes de Modecia” (la chiesa di San Giovanni Battista di Monza), con il potere di “distringere”, cioè di far rispet- corte di Casate Nuovo. 189 tare norme e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia sec. XIV pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovrana, e di percepire gli “honores” (tributi): tra le località era elen- Negli atti ufficiali del XIV secolo, come ad esempio cata anche Casirago (Vismara 1979). negli statuti delle acque e delle strade del contado di Mila- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di no (compartizione delle fagie 1346), erano elencati come Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- appartenenti alla corte di Casate Nuovo diversi luoghi e cho da Casirago” (compartizione delle fagie 1346). cassine: Montesello, Casà Novo, Galzana, Casà Vegio, Cassine d’i Bragij, Monterezo; nel XV secolo tali località Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni compaiono inserite nella pieve di Missaglia. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto arch. risposte ai 45 quesiti, Casate Nuovo: “Casate Nuovo, di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- fatta da Giovanni Fumagallo, cancelliere della suddetta nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Casirago comunità”, 17 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. (Beretta 1972). bibl. Cappellini 1954: Alberto Cappellini, Memorie storiche Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- di Casatenovo, Casatenovo, 1954. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Casirago risulta

116 Casletto sempre elencata tra le comunità della pieve di Missaglia glia (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, (estimo di Carlo V). come comune di III classe con 345 abitanti, nel 1803 (elen- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real co dei comuni 1803). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- munità di Casirago, compresa nella pieve di Missaglia - già gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Casirago parte con Brianzola del feudo di Cremella devoluto per con Molinata venne ad appartenere al cantone VII diMissa- l’estinzione dei marchesi Giussani (Casanova 1904) - era glia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava infeudata alla contessa Virginia Casati Nava, alla quale nul- 126 abitanti. la corrispondeva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- feudale; dopo la morte dello iusdicente feudale Giuseppe mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Casirago e Locatelli non era più stato eletto un successore; di consueto uniti figurava comune aggregato al comune denominativo la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesa- di Missaglia, nel cantone VI di Missaglia del distretto IV di na, presso la cui banca criminale prestava il console il suo Lecco; fu confermato frazione di Missaglia con il successi- annuale giuramento, pagando all’attuario soldi 18.3. vo compartimento territoriale del dipartimento del Lario Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita (decreto 30 luglio 1812). amministrativa, la comunità, che aveva allora 186 abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due comune di Casirago. 194 deputati, cancelliere e console, che regolavano gli interessi 1816 - 1859 pubblici e si nominavano tutti gli anni, tranne il cancelliere, Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, che poteva essere confermato; presso il cancelliere che ave- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- va un salario di lire 10 annue, non esistendo archivio, erano bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune custodite le “poche carte” della comunità; l’esattore era di Casirago con Molinata fu inserito nel distretto XXV di eletto all’incanto, previa esposizione di cedole (risposte ai Missaglia. 45 quesiti, Casirago). Casirago con Molinata, comune con convocato, fu Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- confermato nel distretto XXV di Missaglia in forza del suc- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, cessivo compartimento territoriale delle province lombarde preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- (notificazione 1 luglio 1844). neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 (indice pievi 1753), a Casirago fu aggregato Molinata. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Casirago con la frazione Molinazza, comune con convocato generale e con una popolazione di 497 abitanti, fu inserito nel distretto comune di Casirago. 192 XIII di Missaglia. 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Casirago: “Casirago con Molina- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ta, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real (editto 10 giugno 1757), il comune di Casirago con Moli- Giunta fatta da Pietro Antonio Galliano, cancelliere della nata apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel du- suddetta comunità”, 12 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cato di Milano. cart. 3.040. Nel 1771 il totale degli abitanti di Casirago, conteggia- ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 444 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia CASLETTO austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Casirago con Molinata, nella pieve di Missaglia, era inserito nella comune di Casletto. 195 provincia di Milano. sec. XIV - 1757 Nel 1791 Casirago risultava inserita nella porzione del- la pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missa- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra glia della provincia di Milano (compartimento 1791). di Nibionno. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di comune di Casirago. 193 Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho da Castelletto” (compartizione delle fagie 1346). 1798 - 1809 Casletto, come membro del Monte di Brianza, e com- Il comune di Casirago con Molinata, in forza della ri- preso nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed esenzio- partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile ni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato con capoluogo Missaglia. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge lente al 1572, era compresa anche Casletto. 5 vendemmiale anno VII), il comune di Casirago con Mo- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real linata fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- munità di Casletto, compresa nella squadra di Nibionno, terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), era infeudata al marchese Carpano di Pusiano, al quale pa- Casirago era uno dei comuni che costituivano il distretto IV gava lire 26.10 annue di convenzione “essendo esenti due di Lecco del dipartimento del Lario. massari del sig. Langois per aver restituito il capitale”. Non Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; il console era partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- solito prestare giuramento presso la banca criminale di bre 1802, il comune di Casirago venne ricollocato nella Canzo, pagando al podestà lire 13.6 annue “e altro per la vi- porzione del X distretto ex milanese con capoluogo Missa- sita delle strade”.

117 Cassago

Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune amministrativa, la comunità, che aveva allora 141 abitanti, di Casletto fu inserito nel distretto XIV di Erba. aveva il solo cancelliere, non residente e con un salario di Casletto, comune con convocato, fu confermato nel di- lire 7 annue, e non altri ufficiali; i riparti restavano appro- stretto XIV di Erba in forza del successivo compartimento vati dalla comunità in piazza; la comunità non aveva archi- territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio vio per le pubbliche scritture; erano i maggiorenti ad eleg- 1844). gere un esattore (risposte ai 45 quesiti, Casletto). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Casletto, co- comune di Casletto. 196 mune con convocato generale e con una popolazione di 403 1757 - 1797 abitanti, fu inserito nel distretto XIV di Canzo. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano arch. risposte ai 45 quesiti, Casletto: “Casletto, squadra di (editto 10 giugno 1757), il comune di Casletto faceva parte Nibionno, Pieve di Incino. Risposta alli quesiti della Real della squadra di Nibionno, inclusa nel ducato di Milano. Giunta fatta da Alessandro Cattaneo, cancelliere della Nel 1771 il totale degli abitanti di Casletto, conteggiati suddetta comunità”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 192 unità (sta- tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Casletto apparteneva alla squadra di Nibionno, compresa nella pro- CASSAGO vincia di Como. Nel 1791 Casletto venne inserita, con le altre comunità comune di Cassago. 199 della squadra di Nibionno e della pieve di Incino, nel di- stretto VII di Erba della provincia di Milano (compartimen- sec. XIV - 1757 to 1791). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia. comune di Casletto. 197 Nel 1162 venne fatta in Cremella un’investitura “de 1798 - 1809 omni districtu et onore tocius terre quam habet Sanctus Il comune di Casletto, in forza della ripartizione del di- Johannes de Modecia” (la chiesa di San Giovanni Battista partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu di Monza), con il potere di “distringere”, cioè di far rispet- compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Oggio- tare norme e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia no. pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovrana, e In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge di percepire gli “honores” (tributi): tra le località era elen- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Casletto fu inserito cata anche Cassago (Vismara 1979). nel distretto XXVI di Erba. All’inizio del XIII secolo (anno 1206), i rustici di Cas- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- sago erano già organizzati in “universitas”, cioè in un con- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), sorzio dal quale trasse gradualmente origine, dietro ricono- Casletto era uno dei comuni che costituivano il distretto IV scimento di diritti da parte del signore feudale, l’istituto di Lecco del dipartimento del Lario. comunale (Longoni 1985B). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Casletto era uno dei comuni che costituivano il distretto del cho de Casago” (compartizione delle fagie 1346). dipartimento del . Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassago risulta bre 1802, il comune di Casletto venne ricollocato nel VII elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di distretto ex milanese con capoluogo Erba (quadro dei di- Carlo V). stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato classe con 215 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- lente al 1572, era compresa anche Cassago. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Casletto Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real venne ad appartenere al cantone IV di Erba del distretto I di giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Como: comune di III classe, contava abitanti. munità di Cassago, compresa nella pieve di Missaglia, ri- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- sultava “non mai infeudata, a memoria”. Di consueto la mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune di giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, Casletto venne a far parte del comune denominativo di Ro- presso la cui banca criminale prestava il console il suo an- geno, inserito nel cantone IV di Erba del distretto I di Co- nuale giuramento, pagando all’attuario soldi 13.3. mo, nel quale fu confermato con il successivo comparti- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita mento territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 400 abi- luglio 1812). tanti, aveva il suo consiglio, eletto dagli uomini in pubblica piazza a suono di campana, comprendente il console, il comune di Casletto. 198 cancelliere e, nei casi di maggior rilievo, i primi estimati; 1816 - 1859 presso il cancelliere con il salario di lire 12 annue era con- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, servato “il libro chiamato il catastro dei riparti”, non aven- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- do la comunità archivio (risposte ai 45 quesiti, Cassago).

118 Cassina comune di Cassago. 200 Francesco Cattaneo cancelliere della suddetta comuni- 1757 - 1797 tà”, 13 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Cassago apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Cassago, conteggiati CASSINA in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 624 unità (sta- tistica delle anime 1771). comune di Cassina. 203 In base al compartimento territoriale della Lombardia sec. XIV - 1757 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cassago, La comunità di Cassina appartenne già anticamente nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Mi- alla Valsassina, come parte della squadra del Consiglio. lano. Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti Nel 1791 Cassago risultava inserita nella porzione del- delle università delle singole terre componenti la Valsassi- la pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missa- na, tra cui Cassina, furono chiamati a Milano per dare giu- glia della provincia di Milano (compartimento 1791). ramento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). La denominazione di squadra del Consiglio per comune di Cassago. 201 l’unione di Barzio, Concenedo, Cassina, Moggio, Cremeno 1798 - 1809 derivava dal fatto che anticamente queste terre costituivano Il comune di Cassago, in forza della ripartizione del di- una sola comunità; separatesi prima della metà del XVI se- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu colo, si regolavano “nel temporale da sè sole, avendo cia- compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo scuna il suo estimo e catastro separato”, “ritenendo soltanto Missaglia. fra loro le ragioni di godere pro indiviso i beni comunali” (processo alle tavole d’estimo, Valsassina). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cassago fu inserito Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- nel distretto XXVII di Missaglia. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Valsas- sina è elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- V). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Cassago era uno dei comuni che costituivano il distretto IV In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Lecco del dipartimento del Lario. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, Cassina della Valsassina era citata tra “le in- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- frascritte comuni” della Valsassina. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Cassago venne ricollocato nella por- Nel 1722 Cassina contava 238 abitanti (Baroncelli zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia 1995). (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- comune di III classe con 461 abitanti, nel 1803 (elenco dei sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- comuni 1803). zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cassago Cassina, nella squadra del Consiglio, era uno dei comuni (o venne ad appartenere al cantone VII diMissaglia del distret- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- to IV di Lecco: comune di III classe, contava 628 abitanti. go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cassago figu- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- rava, con 476 abitanti, comune aggregato al comune deno- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili minativo di Barzanò, nel cantone VI di Missaglia del dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzanò nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che con il successivo compartimento territoriale del diparti- formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si comune di Cassago. 202 formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su 1816 - 1859 ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune te (le terre) lo stesso metodo e regola”. di Cassago fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. I consiglieri componenti il consiglio generale di valle Cassago, comune con convocato, fu confermato nel di- erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle stretto XXV di Missaglia in forza del successivo comparti- rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lamento della Valsassina). luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cassago, co- comune di Cassina. 204 mune con convocato generale e con una popolazione di 763 1757 - 1797 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano arch. risposte ai 45 quesiti, Cassago: “Cassago, pieve di Mis- (editto 10 giugno 1757), Cassina era un comune della Val- saglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da sassina, compresa nel ducato di Milano.

119 Cassina Barriani

In base al compartimento territoriale della Lombardia beni “que tenent Barriani qui dicuntur de Massalia et que austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cassina tenent illi qui dicuntur de Pila”. apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni mo. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Nel 1791 Cassina era compresa tra le comunità della ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano provincia di Milano (compartimento 1791). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cassina de’ comune di Cassina. 205 Barriani (Beretta 1972). 1798 - 1809 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina de Barriani risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- Il comune di Cassina, in forza della ripartizione del di- saglia (estimo di Carlo V). partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato trobio. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Cassina de Barriani. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cassina fu inserito Nella notificazione del personale del ducato di Milano nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. (compartimento 1751), Bariani era elencato come cassi- naggio del comune di Lomaniga, nella pieve di Missaglia. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Cassina era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- CASSINA BOFFALORA partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Cassina venne ricollocato nel II di- comune di Cassina Boffalora. 208 stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei sec. XVI distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina III classe con 254 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Boffalora risulta elencata tra le comunità della pieve di 1803). Missaglia (estimo di Carlo V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cassina di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto lente al 1572, era compresa anche Cassina Boffalora. IV di Lecco: comune di III classe, contava 254 abitanti. Nella notificazione del personale del ducato di Milano A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- (compartimento 1751), Boffalora era elencato come cassi- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cassina figu- naggio del comune di Brianzola, nella pieve di Missaglia. rava, con 254 abitanti, comune aggregato al comune deno- minativo di Barzio, nel cantone II di Introbio del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzio con il suc- cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- rio (decreto 30 luglio 1812). CASSINA BUON MARTINO comune di Cassina. 206 comune di Cassina Buon Martino. 209 1816 - 1859 sec. XVI Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Buon Martino risulta elencata tra le comunità della pieve di bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Brivio (estimo di Carlo V). di Cassina fu inserito nel distretto X di Taceno. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Cassina, comune con convocato, fu confermato nel di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo lente al 1572, era compresa anche Cassina Buon Martino. compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- Nella notificazione del personale del ducato di Milano cazione 1 luglio 1844). (compartimento 1751), Buonmartino era elencato come Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cassina, co- cassinaggio di Olgiate, nella pieve di Brivio. mune con convocato generale e con una popolazione di 544 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco.

CASSINA DE’ BRACCHI

CASSINA BARRIANI comune di Cassina de’ Bracchi. 210 sec. XIV - 1757 comune di Cassina Barriani. 207 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di sec. XV - sec. XVI Milano era compreso, nella corte di Casate Nuovo, come Nel 1162 Benedetto d’Assia, nunzio dell’imperatore “la cassina d’i Bragij” (compartizione delle fagie 1346). Federico I, investiva Guidone, prevosto di Monza, di diver- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- si fondi e ragioni posseduti dalla basilica monzese, tra cui i cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina de’

120 Cassina dell’Abenera

Bracchi risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- de’ Bracchi con Cassina Galgiana venne ad appartenere al saglia (estimo di Carlo V). cantone VII di Missaglia del distretto IV di Lecco: comune In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di III classe, contava 423 abitanti. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lente al 1572, era compresa anche Cassina de Braggi. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cassina de’ Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Bracchi e uniti figurava, con 439 abitanti, comune aggrega- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- to al comune denominativo di Casate Nuovo, nel cantone munità di Cassina de’ Braggi, compresa nella pieve di Mis- VI di Missaglia del distretto IV di Lecco; fu confermato saglia, non era infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè re- frazione di Casate Nuovo con il successivo compartimento gio nè feudale; di consueto la giustizia restava territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui ban- 1812). ca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi 18.3. comune di Cassina de’ Bracchi. 213 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita 1816 - 1859 amministrativa, la comunità, che aveva allora 115 abitanti, non aveva consiglio nè reggenti nè deputati, solo un conso- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, le e un sindaco o cancelliere, che si eleggevano in pubblica in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- piazza e ai quali restava raccomandata l’amministrazione bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune dei pubblici beni e la distribuzione e conservazione dei ri- di Cassina de’ Bracchi e Cassina Galgiana fu inserito nel parti, che venivano letti in piazza; l’esattore si eleggeva in distretto XXV di Missaglia. pubblica piazza all’incanto (risposte ai 45 quesiti, Cassina Cassina de’ Bracchi con Cassina Galgiana, comune de’ Bracchi). con convocato, fu confermato nel distretto XXV di Missa- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- glia in forza del successivo compartimento territoriale delle forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cassina de’ neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Cassina de’ Brac- Bracchi con la frazione Galgiana, comune con convocato chi fu aggregato Cassina Galgiana. generale e con una popolazione di 638 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. comune di Cassina de’ Bracchi. 211 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Cassina de’ Bracchi: “Cassina de Braggi, pieve di Missaglia, unito a Galgiana. Risposta Nel compartimento territoriale dello stato di Milano alli quesiti della Real Giunta fatta da Giovanni Silva, (editto 10 giugno 1757), il comune di Cassina de’ Bracchi cancelliere della suddetta comunità”, 29 marzo 1751, con Cassina Galgiana apparteneva alla pieve di Missaglia, ASMi, Catasto, cart. 3.040. compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Cassina de’ Bracchi, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 257 unità (statistica delle anime 1771). CASSINA DEL BRUGO In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cassina comune di Cassina del Brugo. 214 de’ Bracchi con Cassina Galgiana, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. sec. XVI Nel 1791 Cassina de’ Bracchi risultava inserita nella Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina porzione della pieve di Missaglia che costituiva il distretto del Brugo risulta elencata tra le comunità della pieve di Bri- X di Missaglia della provincia di Milano (compartimento vio (estimo di Carlo V). 1791). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- comune di Cassina de’ Bracchi. 212 lente al 1572, era compresa anche Cassina del Brugo. 1798 - 1809 Nella notificazione del personale del ducato di Milano Il comune di Cassina de’ Bracchi con Cassina Galgia- (compartimento 1751), Brugo era elencata come cassinag- na, in forza della ripartizione del dipartimento della Mon- gio di Olgiate, nella pieve di Brivio. tagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missaglia. In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cassina de’ Brac- CASSINA DELL’ABENERA chi con Cassina Galgiana fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. comune di Cassina dell’Abenera. 215 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), sec. XVI Cassina de’ Bracchi con Cassina Galgiana era uno dei co- In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato muni che costituivano il distretto III di Monza del diparti- di Milano risalente al 1572, era compresa Cassina mento dell’Olona. dell’Abenera, con un proprio perticato nel territorio della Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- pieve di Missaglia, pur non avendo attribuita una quota “de gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cassina sale”.

121 Cassina Deserto

CASSINA DESERTO CASSINA FUMAGALLA comune di Cassina Deserto. 216 comune di Cassina Fumagalla. 218 sec. XIV - sec. XVIII sec. XVI Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Da un prospetto comprendente tutte le terre del ducato Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- di Milano risalente al 1572, risulta che Cassina del Deserto cho da Fumagallo” (compartizione delle fagie 1346). era unita a Montevecchia, pur avendo attribuita una propria Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni quota “de sale”. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Nel XVIII secolo, le due cassine dette Deserto e Inse- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto raga concorrevano a comporre il comune di Bernaga (pro- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano cessi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Fumagallo Nella notificazione del personale del ducato di Milano (Beretta 1972). (compartimento 1751), Deserto era elencato come cassi- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- naggio di Bernaga, nella pieve di Missaglia. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Fuma- galla risulta inserita tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato CASSINA FRA MARTINO di Milano risalente al 1572, Fomagallo (Cassina Fumagal- la) figurava con un proprio perticato nel territorio della pie- ve, mentre per quanto riguardava la quota “de sale” era uni- comune di Cassina Fra Martino. 217 ta a Nava. sec. XVI - 1757 Nel 1648 fu infeudata a Paolo Sormani con Missaglia, Brianza, Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Caglia- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di no, Tegnone, Giovenzana, Campsirago, Veglio (Casanova Brivio. 1904). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nella notificazione del personale fatta nel corso del cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Fra 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), Martino risulta elencata tra le comunità della pieve di Bri- Cassina Fumagalla era elencato tra i comuni sotto la pieve vio (estimo di Carlo V). di Missaglia. In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato Nel compartimento territoriale dello stato di Milano di Milano risalente al 1572, Cassina de Fra Martino figura- (editto 10 giugno 1757), Cassina Fumagalla figura aggre- va con un proprio perticato nel territorio della pieve, pur gata al comune di Nava, nella pieve di Missaglia, compresa non avendo attribuita una quota “de sale”. nel ducato di Milano. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Cassina Fra Martino, compresa nella pieve di Brivio, non era infeudata e non pagava “mezz’annata”. Non CASSINA GALBUSERA vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era soggetta al regio officio della Martesana, presso la cui ban- comune di Cassina Galbusera. 219 ca criminale il console era solito prestare giuramento. sec. XIV - 1757 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 200 abi- Brivio. tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva Negli statuti delle strade e delle acque del contado di come rappresentanti un sindaco e un console, che all’inizio Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “cassine di ogni anno venivano eletti in pubblica piazza all’incanto, de Valbissera” (compartizione delle fagie 1346). rimandendo però sotto la soprintendenza dei primi tre esti- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- mati o loro delegati, i quali vigilavano sulla giustizia dei cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Galbusera risul- pubblici riparti (compilati dal sindaco); la comunità non ta inserito nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). aveva cancelliere e nemmeno archivio per le pubbliche scritture, che venivano conservate dal sindaco; l’esattore In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato veniva eletto all’incanto previa esposizione di cedole (ri- di Milano risalente al 1572, Galbusera figurava con un pro- sposte ai 45 quesiti, Cassina Fra Martino). prio perticato nel territorio della pieve, pur non avendo at- tribuita una quota “de sale”. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real (editto 10 giugno 1757), Cassina Fra Martino figura aggre- giunta del censimento, si desume che a quel tempo Cassina gato al comune di Sartirana, nella pieve di Brivio, compresa Galbusera, compresa nella pieve di Brivio, era parte della nel ducato di Milano. comunità di Bagaggera, pretendendo però di fare comune “da sè sola”; risultava in effetti comune separato nel 1754, arch. risposte ai 45 quesiti, Cassina Fra Martino: “Cassina pur con l’opposizione di Bagaggera (processi alle tavole Fra Martino, pieve di Brivio, aggregata a Sartirana. Ri- sposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto Ca- d’estimo, pieve di Brivio). rozzi, delegato per detta comunità”, 29 gennaio 1751, Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ASMi, Catasto, cart. 3.040. (editto 10 giugno 1757), Cassina Galbusera figura aggrega-

122 Cassina Roncaria to al comune di Bagaggera, nella pieve di Brivio, compresa zo risulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio nel ducato di Milano. (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Cassina de Planetio. CASSINA GALGIANA Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comune di Cassina Galgiana. 220 munità di Cassina Pianezzo, compresa nella pieve di Bri- sec. XIV - 1757 vio, non era infeudata e non pagava “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di soggetta al regio officio della Martesana, presso la cui ban- Missaglia. ca criminale il console era solito prestare giuramento. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Milano era compreso, nella corte di Casate Nuovo, come amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 50 abi- “el locho de Galzana Villascha” (compartizione delle fagie tanti, aveva come rappresentanti un sindaco e un console, 1346). eletti in pubblica piazza all’incanto; il sindaco poteva esse- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- re riconfermato per più anni nella sua carica a beneplacito cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Galgia- della comunità, mentre il console si mutava ogni anno; al na risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia, sindaco restava commessa la cura e la vigilanza sulla co- parte del Monte di Brianza (estimo di Carlo V). munità, “con la partecipazione però sempre de’ primi esti- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mati nelle cose di maggior rilievo”; la comunità non aveva di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- archivio per le pubbliche scritture, ma “quelle poche” che lente al 1572, era compresa anche Cassina Galgiana. si ritrovavano erano conservate dallo stesso sindaco che Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real compilava anche i riparti, con salario di lire 7 annue; l’esat- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- tore si eleggeva in pubblica piazza all’incanto previa espo- munità di Galgiana, compresa nella pieve di Missaglia, non sizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Cassina Pianezzo). era infeudata e non pagava “mezz’annata”. Non vi risiede- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano va iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia (editto 10 giugno 1757), Cassina Pianezzo figura aggregato restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la al comune di Aizuro, nella pieve di Brivio, compresa nel cui banca criminale prestava il console il suo annuale giu- ducato di Milano. ramento, pagando all’attuario soldi 18.3. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita arch. risposte ai 45 quesiti, Cassina Pianezzo: “Cassina Pia- amministrativa, la comunità, che aveva allora 82 abitanti, nezzo, pieve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due Giunta fatta da Giacinto Carozzi delegato per la suddetta comunità”, 6 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. deputati, cancelliere e console che regolavano gli interessi pubblici ed erano eletti dalla comunità a pubblico incanto annualmente, con possibilità di riconferma; presso il can- celliere con il salario di lire 10.5 annue si conservavano le scritture pubbliche, non avendo la comunità archivio; l’ele- CASSINA PILATA zione dell’esattore avveniva all’incanto, previa esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Cassina Galgiana). comune di Cassina Pilata. 222 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XVIII (editto 10 giugno 1757), Cassina Galgiana figura aggregato al comune di Cassina de’ Bracchi, nella pieve di Missaglia, Nella notificazione del personale del ducato di Milano compresa nel ducato di Milano. (compartimento 1751), Cassina Pilata era elencata come comune nella pieve di Brivio; nella compartimentazione arch. risposte ai 45 quesiti, Cassina Galgiana: “Galgiana territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757) fi- con Cassina de Braghi, pieve di Missaglia. Risposta alli gurava aggregata al comune di Olgiate, nella pieve di Bri- quesiti della Real Giunta fatta da Gian Angelo Bellani, vio, compresa nel ducato di Milano. cancelliere della suddetta comunità”, 23 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040.

CASSINA RONCARIA CASSINA PIANEZZO comune di Cassina Roncaria. 223 comune di Cassina Pianezzo. 221 sec. XIV - sec. XVIII sec. XIV - 1757 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “le Brivio. cassine o locho de Roncharia” (compartizione delle fagie Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 1346). Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “le cas- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- sine de Planezio” (compartizione delle fagie 1346). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Ronca- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ria risulta inserita tra le comunità della pieve di Missaglia cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Pianez- (estimo di Carlo V).

123 Cassina Sala

In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato munità”; l’esattore restava eletto in piazza senza suono di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- campana, previa affissione di cedole, nel mese di novem- lente al 1572, era compresa anche Cassina Roncaria. bre, per entrare in carica dal mese di gennaio successivo (ri- Nella notificazione del personale fatta nel corso del sposte ai 45 quesiti, Cassina Sala). 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Cassina Roncaria era elencato tra i comuni sotto la pieve di (editto 10 giugno 1757), Sala figura aggregato al comune di Missaglia. Rovagnate, nella pieve di Missaglia, compresa nel ducato Dalle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo di Milano. estimo (processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia), arch. risposte ai 45 quesiti, Cassina Sala: “Cassina Sala con si desume che la Cassina Roncaria aveva “la sua separata una porzione di Casternago, pieve di Missaglia. Risposta assegnazione di quota”, ma il pagamento delle tasse era sta- alli quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocor- bilito dal comune di Perego “colle stesso metodo come se nola cancelliere della suddetta comunità”, 18 marzo fosse lo stesso comune”. Ciascuna delle due comunità, pe- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. rò, aveva “le proprie notificazioni del personale come due distinti comuni”. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Roncaria figura aggregato parte al CASSINA SORESELLO comune di Cereda, parte al comune di Perego, nella pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. comune di Cassina Soresello. 225 sec. XVI In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- CASSINA SALA lente al 1572, era compresa, nella pieve di Oggiono, anche Cassina Soresello. comune di Cassina Sala. 224 sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia. CASSINA TAJELLA Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- comune di Cassina Tajella. 226 cho da Sara” (compartizione delle fagie 1346). sec. XVI - sec. XVIII Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Tajella ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto risulta sempre inserita tra le comunità della pieve di Garlate di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano (estimo di Carlo V). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Nella notificazione del personale fatta nel corso del nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Sala (Beret- 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), ta 1972). Cassina Tajella era elencato tra i comuni sotto la pieve di Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Garlate; secondo quanto riportato dalle risposte della co- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Sala risulta elen- munità di Melianico ai 45 quesiti della real giunta del cen- cata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Car- simento, Taello (Cassina Tajella), faceva un solo comune lo V). con Melianico. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel compartimento territoriale dello stato di Milano di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- (editto 10 giugno 1757), Cassina Tajella figura aggregato al lente al 1572, era compresa anche Cassina di Sala. comune di Val Greghentino, nella pieve di Garlate, compre- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real sa nel ducato di Milano. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Cassina Sala, compresa nella pieve di Missaglia, non era infeudata e nulla contribuiva di “mezz’annata”; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della CASSINA TAVEGGIA Martesana, presso la cui banca criminale prestava il conso- le il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi comune di Cassina Taveggia. 227 13.3. sec. XVI Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 63 abitanti, Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva Taveggia risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- regolata da un solo sindaco o cancelliere eletto in piazza saglia (estimo di Carlo V). “senza suono di campana”, il quale veniva assistito dal con- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sole e uomini della comunità nelle rappresentanze, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- nell’amministrazione e nella conservazione dell’interesse lente al 1572, era compresa anche Taegia (Cassina Taveg- comune per la giustizia dei pubblici riparti; aveva un can- gia). celliere, abitante a Monticello, a cui restava destinata la Nella notificazione del personale del ducato di Milano cura dei pubblici riparti e confessi ritirati dall’esattore; non (compartimento 1751), Taveggia era elencato come cassi- c’era archivio “per non avere libri o scritture attinenti la co- naggio del comune di Prestabbio, nella pieve di Missaglia.

124 Castello

Nel compartimento territoriale dello stato di Milano inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lecco (editto 10 giugno 1757), Cassina Taveggia è aggregato al (estimo di Carlo V). comune di Cologna, nella pieve di Missaglia. Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Castello era uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- CASSINA VALISEI feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- comune di Cassina Valisei. 228 reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il sec. XVI resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cassina nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale Valisei risulta inserita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva V). in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva CASSINA VARISETTA conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria comune di Cassina Varisetta. 229 e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- sec. XVI rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- di Milano risalente al 1572, Cassina Varisetta figurava con tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). un proprio perticato nel territorio della pieve di Brivio, pur non avendo attribuita una quota “de sale”. comune di Castello. 233 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Castello faceva parte CASSINA VIGNOLA della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. comune di Cassina Vignola. 230 Nel 1771 il totale degli abitanti di Castello, conteggiati sec. XVI in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 856 unità (sta- tistica delle anime 1771). In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato In base al compartimento territoriale della Lombardia di Milano risalente al 1572, Vignola figurava con un pro- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Castello prio perticato nel territorio della pieve di Garlate, pur non apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella riviera di avendo attribuita una quota “de sale”. Lecco, nella provincia di Como. Nel 1791 Castello venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- CASTEL NEGRINO mento 1791). comune di Castel Negrino. 231 comune di Castello. 234 sec. XVI 1798 - 1809 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Castel Ne- Il comune di Castello, in forza della ripartizione del di- grino risulta inserito nella pieve di Brivio (estimo di Carlo partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu V). compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di Milano risalente al 1572, Castel Negrino figurava con un 5 vendemmiale anno VII), il comune di Castello fu inserito proprio perticato nel territorio della pieve di Brivio, pur non nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. avendo attribuita una quota “de sale”. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Castello era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. CASTELLO Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comune di Castello. 232 bre 1802, il comune di Castello venne ricollocato nel III di- stretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei sec. XIV - 1757 distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- III classe con 919 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni nità della pieve di Lecco. 1803). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Castello risulta gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Castello

125 Castello de Perachis venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distretto IV sposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, pur di Lecco: comune di III classe, contava 892 abitanti. esistendo a quell’epoca il “processo antico de’ Signori de- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- legati” dal quale risultava “essere stato sempre comune a mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Castello figu- sè” (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). rava, con 905 abitanti, comune aggregato al comune deno- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano minativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto IV (editto 10 giugno 1757), Casternago figura aggregato al co- di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il successivo mune di Bagaggera, nella pieve di Brivio, compresa nel du- compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- cato di Milano. creto 30 luglio 1812). comune di Castello. 235 1816 - 1859 CAVOGNO Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- comune di Cavogno. 238 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune sec. XIV di Castello fu inserito nel distretto XI di Lecco. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Castello, comune con convocato, fu confermato nel di- Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento cho de Cadogno” (compartizione delle fagie 1346). territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Nella notificazione del personale del ducato di Milano (compartimento 1751), Cavogno era elencato come cassi- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Castello, co- naggio del comune di Cogoredo, nella pieve di Oggiono. mune con convocato generale e con una popolazione di 1.318 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco.

CENTEMERO CASTELLO DE PERACHIS comune di Centemero. 239 comune di Castello de Perachis. 236 sec. XIV - 1757 sec. XV Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni di Nibionno. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Nell’anno 1150, Centemero era soggetta alla corte di ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Bulciago (Longoni 1985B). di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano All’inizio del XIII secolo (anno 1206), i rustici di Cen- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- temero e Bulciago erano già organizzati in “universitates”, nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Castrum cioè consorzi dai quali trasse gradualmente origine, dietro Perachis (Castello de Perachis) (Beretta 1972). riconoscimento di diritti da parte del signore feudale, l’isti- Nella notificazione del personale del ducato di Milano tuto comunale (Longoni 1985B). (compartimento 1751), Castello era elencato come cassi- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di naggio del comune di Oggiono. Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho de Centemero” (compartizione delle fagie 1346). Centemero, come membro del Monte di Brianza, e compreso nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed CASTERNAGO esenzioni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comune di Casternago. 237 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- sec. XIV - 1757 lente al 1572, era compresa anche Centemero. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Brivio. munità di Centemero, compresa nella squadra di Nibionno Negli statuti delle strade e delle acque del contado di - già parte con Anzano e con Camisasca, Brenno, Musico Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho del feudo della pieve di Incino dei conti dal Verme, poi di da Casternago” (compartizione delle fagie 1346). quello di Lurago del conte Giussani (Casanova 1904) - era Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- infeudata al marchese Carcano, al quale pagava lire 8.8 an- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Casternago ri- nue. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; pode- sulta elencato tra le comunità della pieve di Brivio (estimo stà feudale era Giuseppe Prina, abitante a Villa d’Albese, al di Carlo V). quale non pagava salario; il console non era solito prestare In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato giuramento presso alcuna banca criminale. di Milano risalente al 1572, Casternago figurava con un Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita proprio perticato nel territorio della pieve, non avendo però amministrativa, la comunità, che aveva allora 171 abitanti, attribuita una quota “de sale”. non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo Elencato come comune a sè, compreso nella pieve di console e cancelliere, eletti dagli uomini del comune in Brivio, nella notificazione del personale del ducato di Mi- pubblica adunanza; la comunità non aveva alcun patrimo- lano (compartimento 1751), Casternago non fornì però ri- nio sul quale poteva cadere amministrazione; i riparti, for-

126 Cereda mati dal cancelliere, allora residente in Musico, con un sa- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune lario di lire 3 annue, venivano letti in pubblica piazza dal di Centemero con Musico fu inserito nel distretto XIV di console, e dall’assemblea restavano approvati; la comunità Erba. non aveva archivio “non avendo alcuna scrittura pubblica”; Centemero con Musico, comune con convocato, fu aveva un solo esattore, eletto dai compadroni, console e uo- confermato nel distretto XIV di Erba in forza del successi- mini, con accordo sulla mercede (risposte ai 45 quesiti, vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- Centemero). tificazione 1 luglio 1844). Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Centemero forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, con la frazione Musico, comune con convocato generale e preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- con una popolazione di 492 abitanti, fu inserito nel distretto neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 XIV di Canzo. (indice pievi 1753), a Centemero fu aggregato Musico. arch. risposte ai 45 quesiti, Centemero: “Centemero, squa- comune di Centemero. 240 dra di Nibionno, con Musico. Risposta alli quesiti della 1757 - 1797 Reale Giunta fatta da Alessandro Cattaneo cancelliere della suddetta comunità”, 26 marzo 1751, ASMi, Cata- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sto, cart. 3.034. (editto 10 giugno 1757), il comune di Centemero con Mu- sico faceva parte della squadra di Nibionno, inclusa nel du- cato di Milano. In base al compartimento territoriale della Lombardia CEREDA austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cente- mero con Musico apparteneva alla squadra di Nibionno, compresa nella provincia di Como. comune di Cereda. 243 Nel 1791 Centemero venne inserita, con le altre comu- sec. XV - 1757 nità della squadra di Nibionno e della pieve di Incino, nel Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di distretto VII di Erba della provincia di Milano (comparti- Missaglia. mento 1791). Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni comune di Centemero. 241 ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto 1798 - 1809 di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Il comune di Centemero con Musico, in forza della ri- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cereda (Be- anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capo- retta 1972). luogo Oggiono. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cereda risulta 5 vendemmiale anno VII), il comune di Centemero con elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Musico fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. Carlo V). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Centemero era uno dei comuni che costituivano il distretto lente al 1572, era compresa anche Cassina Cereda. IV di Lecco del dipartimento del Lario. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- munità di Cereda con Cassina Galbusera, compresa nella bre 1802, il comune di Centemero venne ricollocato nel VII pieve di Missaglia, non era infeudata e nulla corrispondeva distretto ex milanese con capoluogo Erba (quadro dei di- per “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III feudale; di consueto la giustizia restava amministrata dal classe con 337 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). vicario della Martesana, presso la cui banca criminale pre- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- stava il console il suo annuale giuramento, pagando all’at- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cente- tuario soldi 13.3. mero con Musico venne ad appartenere al cantone IV di Erba del distretto I di Como: comune di III classe, contava Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita 344 abitanti. amministrativa, la comunità, che aveva allora 100 abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- regolata da un solo sindaco eletto a suono di campana in mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Centemero e piazza, il quale veniva assistito dai primi estimati nelle rap- uniti figurava, con 232 abitanti, comune aggregato al comu- presentanze, amministrazione e conservazione degli inte- ne denominativo di Tregolo, nel cantone IV di Erba del di- ressi, come per la vigilanza sulla giustizia dei pubblici ri- stretto I di Como; fu confermato frazione di Tregolo con il parti; al cancelliere, residente a Monticello, con il salario successivo compartimento territoriale del dipartimento del annuo di lire 9 più straordinari, restava destinata la cura dei Lario (decreto 30 luglio 1812). riparti e confessi ritirati dall’esattore, poi conservati presso il primo estimato, non esistendo archivio e “non essendovi comune di Centemero. 242 altri libri attinenti a questa comunità”; l’elezione dell’esat- 1816 - 1859 tore avveniva in pubblica piazza, premessa l’esposizione di Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, cedole, nel mese di novembre, cominciando l’incarico dal in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- mese di gennaio successivo (risposte ai 45 quesiti, Cereda).

127 Cernusco Lombardone comune di Cereda. 244 arch. risposte ai 45 quesiti, Cereda: “Cereda con Cassina 1757 - 1797 Galbusera, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola, cancelliere Nel compartimento territoriale dello stato di Milano della suddetta comunità”, 27 marzo 1751, ASMi, Cata- (editto 10 giugno 1757), il comune di Cereda con Galbuse- sto, cart. 3.040. ra, Perego porzione e Roncaria porzione apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cereda CERNUSCO LOMBARDONE con Perego porzione e Roncaria porzione, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. comune di Cernusco Lombardone. 247 Nel 1791 Cereda risultava inserita nella porzione della sec. XIII - 1757 pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia della provincia di Milano (compartimento 1791). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia. comune di Cereda. 245 Il toponimo è citato (nella forma “Cixinusclo") 1798 - 1809 nell’anno 988 (CDL, n. 842; Vismara 1979). "Consules” di Cernusco sono citati nel 1283; il comune Il comune di Cereda con Galbusera, porzione di Perego “tam nobilium quam vicinorum” nel 1286, e nel 1293 sono e Roncaria, in forza della ripartizione del dipartimento del- ricordati “offitiales” del comune; ancora nel XIII secolo la Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel di- sono citati sindaci del comune di Cernusco (Atti del comu- stretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missaglia. ne di Milano, III). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cereda e uniti fu in- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- serito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. cho da Cernusgio Lombardone” (compartizione delle fagie Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- 1346). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Cereda e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- bre 1802, il comune di Cereda venne ricollocato nella por- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cernusco zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia Lombardone (Beretta 1972). (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- comune di III classe con 154 abitanti, nel 1803 (elenco dei cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cernusco Lom- comuni 1803). bardone risulta elencato tra le comunità della pieve di Mis- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- saglia (estimo di Carlo V). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cereda In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato con Galbusera, porzione di Perego e Roncaria venne ad ap- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- partenere al cantone VII diMissaglia del distretto IV di lente al 1572, era compresa anche Cisnuscolo. Lecco: comune di III classe, contava 619 abitanti. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cereda e uniti munità di Cernusco, compresa nella pieve di Missaglia, ri- figurava, con 168 abitanti, comune aggregato al comune sultava redenta dal feudo nel 1647, come si ricavava “da un denominativo di Sirtori, nel cantone VI di Missaglia del di- riparto in libro della comunità” e pagava ogni quindici anni stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Sirtori con il lire 239.3.2 per la redenzione; non vi risiedeva iusdicente successivo compartimento territoriale del dipartimento del nè regio nè feudale; di consueto la giustizia restava ammi- Lario (decreto 30 luglio 1812). nistrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca cri- minale prestava il console il suo annuale giuramento, pa- comune di Cereda. 246 gando all’attuario soldi 18.3. 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, i consigli della comunità, che aveva allora Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, 520 abitanti, si riunivano a tocco di campana nella piazza in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- pubblica per la rinnovazione del sindaco, console, lettura bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune dei riparti ed altre urgenze; gli ufficiali nobili del comune di Cereda con Galbusera, Perego porzione e Roncaria por- erano i primi quattro estimati, che erano “immutabili per la zione fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. mancenza di soggetti”; gli ufficiali plebei erano sindaco e Cereda con Galbusera, Perego porzione e Roncaria console, che ogni anno si rinnovavano o confermavano in porzione, comune con convocato, fu confermato nel di- piazza dal popolo; la conservazione del patrimonio pubbli- stretto XXV di Missaglia in forza del successivo comparti- co del comune e la giustizia dei pubblici riparti restavano a mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 carico del cancelliere, con vigilanza dei deputati; il cancel- luglio 1844). liere teneva, con emolumento di lire 62 annue, un “piccolo Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cereda con archivio senza scritture sostanziali ed autentiche, ma bensì le frazioni Galbusera, Perego porzione e Roncaria porzio- diversi pagelli di poca o niuna sostanza e due libri in cui ne, comune con convocato generale e con una popolazione sono annotati i riparti”; l’esattore veniva deliberato dal con- di 205 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. sole con pieno assenso della comunità, fatta adunanza pub-

128 Cesana blica in piazza a tocco di campana (risposte ai 45 quesiti, territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio Cernusco Lombardone). 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cernusco comune di Cernusco Lombardone. 248 Lombardone con le frazioni Ca Franca e Cassina Fontanel- 1757 - 1797 la, comune con convocato generale e con una popolazione Nel compartimento territoriale dello stato di Milano di 1.087 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. (editto 10 giugno 1757), il comune di Cernusco Lombardo- arch. risposte ai 45 quesiti, Cernusco Lombardone: “Cernu- ne con Ca’ Franca e Cassina Fontanella apparteneva alla sco con Ca’ Franca, pieve di Missaglia. Risposta alli que- pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. siti della Real Giunta fatta da Carlo Francesco Cerri can- Nel 1771 il totale degli abitanti di Cernusco Lombar- celliere della suddetta comunità”, 9 marzo 1751, ASMi, done, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, Catasto, cart. 3.040. era di 560 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cernu- sco Lombardone con Ca’ Franca e Cassina Fontanella, nel- CEROLDO la pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. Nel 1791 Cernusco risultava inserita nella porzione comune di Ceroldo. 251 della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- sec. XVI - 1757 saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di comune di Cernusco Lombardone. 249 Oggiono. 1798 - 1815 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Il comune di Cernusco Lombardone con Ca Franca e cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Ceroldo risulta Cassina Fontanella, in forza della ripartizione del diparti- elencata tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di mento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compre- Carlo V). so nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluogo Bri- In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato vio. di Milano risalente al 1572, Ceroldo figurava con un pro- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge prio perticato distinto nel territorio della pieve, ma non ave- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cernusco Lombar- va attribuita una “quota de sale”. done e uniti fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Brivio. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- munità di Ceroldo, compresa nella pieve di Oggiono - già terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono Cernusco Lombardone e uniti era uno dei comuni che co- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - stituivano il distretto III di Monza del dipartimento non era infeudata, dal tempo in cui si era “redenta tutta la dell’Olona. pieve di Oggiono”, ma non aveva mai pagato “nè mezz’an- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- nata nè altro”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cernu- dale; il console era solito prestare giuramento presso il re- sco Lombardone, Ca Franca e Cassina Fontanella venne ad gio pretorio di Milano. appartenere al cantone VII di Missaglia del distretto IV di Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Lecco: comune di III classe, contava 651 abitanti. amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 30 abi- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- tanti, aveva il solo console, essendo composto “di due sole mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- famiglie”; non c’era cancelliere, e se esisteva “qualche nominativo di Cernusco Lombardone, con una popolazione scritta” attinente la comunità, si sarebbe trovata piuttosto di 1.256 abitanti complessivi e comprendente i comuni ag- “presso la comunità di Molteno o nell’archivio del ducato” gregati di Cernusco Lombardone, Montevecchia, Brivio, (risposte ai 45 quesiti, Ceroldo). era inserito nel cantone VI di Missaglia del distretto IV di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Lecco; con il successivo compartimento territoriale del di- (editto 10 giugno 1757), Ceroldo figura aggregato al comu- partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812), costituivano ne di Molteno, nella pieve di Oggiono, compresa nel ducato il comune denominativo di Cernusco Lombardone, sempre di Milano. compreso nel medesimo cantone e distretto, le frazioni di Cernusco Lombardone, Montevecchia, Sabbioncello e uni- arch. risposte ai 45 quesiti, Ceroldo: “Ceroldo, pieve di Og- giono. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da An- ti. drea Negri, console di detta comunità”, 22 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Cernusco Lombardone. 250 1816 - 1859 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- CESANA bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Cernusco Lombardone con Ca Franca e Cassina Fonta- comune di Cesana. 252 nella fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. sec. XIV - 1757 Cernusco Lombardone con Ca Franca e Cassina Fon- tanella, comune con convocato, fu confermato nel distretto Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra XXV di Missaglia in forza del successivo compartimento de’ Mauri.

129 Cesana

Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di comune di Cesana. 253 Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, 1757 - 1797 anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, Nel compartimento territoriale dello stato di Milano e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- (editto 10 giugno 1757), il comune di Cesana faceva parte mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Cesa- della squadra de’ Mauri, inclusa nel ducato di Milano. na (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più Nel 1771 il totale degli abitanti di Cesana, conteggiati o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 309 unità (sta- Marcora 1957). tistica delle anime 1771). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di In base al compartimento territoriale della Lombardia Milano era compreso, nella squadra di Canzo, come “el lo- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cesana cho de Sezana” (compartizione delle fagie 1346). apparteneva alla squadra de’ Mauri, compresa nella provin- Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza cia di Como. (anno 1456), il comune di Cesana era compreso nella squa- Nel 1791 Cesana venne inserita, con le altre comunità dra de’ Mauri. della squadra de’ Mauri e delle pievi di Oggiono e Garlate, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cesana risulta partimento 1791). elencata tra le comunità della squadra de’ Mauri (estimo di Carlo V). comune di Cesana. 254 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato 1798 - 1815 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Il comune di Cesana, in forza della ripartizione del di- lente al 1572, era compresa anche Cesana. partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Tra XVI e XVII secolo, il consolato nella comunità di compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Oggio- Cesana fu quasi sempre assunto dalla famiglia Gerosa; i no. veri amministratori del comune erano però i sindaci. In un In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge sindacato del 1614 il comune discusse di attribuire ai con- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cesana fu inserito soli maggiore autorità e poteri decisionali: per missioni a nel distretto XXV di Asso. Milano, per rendere i conti dell’amministrazione, ed ema- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- nare norme in materia di polizia forestale. terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Cesana ebbe infatti vasti beni di proprietà comunale (se Cesana era uno dei comuni che costituivano il distretto IV rapportati all’estensione di quelli di altri centri briantei), di Lecco del dipartimento del Lario. consistenti in prati e boschi, protetti anche con una grida di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Carlo VI del 22 settembre 1731. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cesana venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real IV di Lecco: comune di III classe, contava 446 abitanti. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- munità di Cesana, compresa nella squadra de’ Mauri, era mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire 9.19.3 nominativo di Cesana, con una popolazione di 1.228 abi- annue “a luogo d’imbottato”. Non vi risiedeva iusdicente tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di nè regio nè feudale; il podestà feudale era allora Carlo Ma- Cesana, Pusiano, Suello e uniti, era inserito nel cantone IV derna, abitante a Milano, e suo luogotenente Paolo Molte- di Oggiono del distretto IV di Lecco, nel quale fu confer- no, abitante a Bosisio; la comunità era soggetta al pretorio mato con il successivo compartimento territoriale del di- di Bosisio, presso la cui banca criminale il console era so- partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). lito prestare giuramento; la comunità pagava inoltre al fante di Bosisio lire 10 annue, mentre pagava per formale titolo di visita delle strade lire 5.10 al luogotenente del podestà. comune di Cesana. 255 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 335 abitanti, Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, non aveva consiglio generale, ma eleggeva a suono di cam- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- pana due deputati per la durata di un triennio, scelti tra gli bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune estimati, che curavano gli interessi pubblici e vigilavano di Cesana fu inserito nel distretto XII di Oggiono. sulla giusta distribuzione dei carichi, si interessavano “di Cesana, comune con convocato, fu confermato nel di- tutte le occorrenze di detta comunità”. La comunità di Ce- stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- sana era solita eleggere all’incanto un cancelliere, ma mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 “avendo sperimentato l’incapacità e la negligenza degli luglio 1844). eletti, ha raccomandato la cura delle pubbliche scritture ai Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cesana, co- deputati, ed al maggiore estimato, quali scritture tengono mune con convocato generale e con una popolazione di 592 entro una cassa già da gran tempo a spese pubbliche prov- abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. vista per tale effetto della quale tengono le chiavi un depu- arch. risposte ai 45 quesiti, Cesana: “Cesana, squadra de tato e il detto estimato”; la comunità formava un riparto Mauri. Risposta della comunità di Cesana, squadra de delle imposte all’inizio di ogni anno, che poi veniva letto in Mauri, a quesiti dati dalla Eccelsa Real Giunta del censi- pubblico “libero a ciascheduno di essere informato di quel- mento l’anno 1751 fatta da Francesco Mauro Sindaco de- lo che si tratta e di fare qualche opposizione”; l’incarico di legato per detta Comunità”, 4 maggio 1751, ASMi, Cata- esattore, della durata di tre anni, veniva appaltato al miglio- sto, cart. 3.032. re offerente (risposte ai 45 quesiti, Cesana; Valsecchi bibl. Valsecchi 1977: Tarcisio Valsecchi, S. Fermo alla Mon- 1977). tagna: le memorie di , Lecco, 1977.

130 Civate

CHIUSO Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comune di Chiuso. 256 bre 1802, il comune di Chiuso venne ricollocato nel III di- sec. XIV - 1757 stretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- III classe con 264 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni nità della pieve di Lecco. 1803). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Chiuso risulta gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Chiuso inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lecco con Riviera di Lecco venne ad appartenere al cantone I di (estimo di Carlo V). Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti tava 286 abitanti. della real giunta del censimento, nel 1751 Chiuso era uno A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Chiuso e uniti che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- figurava, con 270 abitanti, comune aggregato al comune feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice denominativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il succes- comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il (decreto 30 luglio 1812). resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale comune di Chiuso. 259 di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva 1816 - 1859 in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva di Chiuso fu inserito nel distretto XI di Lecco. conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo Chiuso, comune con convocato, fu confermato nel di- particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- 1844). zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Chiuso, co- tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). mune con convocato generale e con una popolazione di 357 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. comune di Chiuso. 257 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Chiuso faceva parte CICOGNOLA della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. comune di Cicognola. 260 Nel 1771 il totale degli abitanti di Chiuso, conteggiati sec. XVI in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 187 unità (sta- tistica delle anime 1771). Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Cicognola risulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo In base al compartimento territoriale della Lombardia di Carlo V). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Chiuso apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella riviera di Nella notificazione del personale del ducato di Milano Lecco, nella provincia di Como. (compartimento 1751), Cicognola era elencato tra i cassi- naggi del comune di Pagnano, nella pieve di Brivio. Nel 1791 Chiuso venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- mento 1791). CIVATE comune di Chiuso. 258 1798 - 1809 comune di Civate. 261 sec. XIV - 1757 Il comune di Chiuso, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. Oggiono. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Il toponimo è citato (nella forma “Clavate") nell’anno 5 vendemmiale anno VII), il comune di Chiuso fu inserito 927 (I placiti, n. 133; CDL, n. 524; Vismara 1979). nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), in Civate, anche quelli acquisiti per feudo e per contratto Chiuso era uno dei comuni che costituivano il distretto IV con privati, e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà di Lecco del dipartimento del Lario. sulle cose e uomini dell’abbazia (Bognetti-Marcora 1957).

131 Cogoredo

Negli statuti delle strade e delle acque del contado di In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el 5 vendemmiale anno VII), il comune di Civate e uniti fu in- borgo o locho da Civà” (compartizione delle fagie 1346). serito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Civate e uniti era uno dei comuni che costituivano il distret- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano to IV di Lecco del dipartimento del Lario. Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Civate (Be- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- retta 1972). bre 1802, il comune di Civate venne ricollocato nel VI di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Civate risulta distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di elencata tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di III classe con 1.020 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Carlo V). 1803). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Civate e lente al 1572, era compresa anche Civate. uniti venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del di- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.026 abi- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- tanti. munità di Chivatte (Civate), compresa nella pieve di Oggio- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- no - già infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova nominativo di Civate, con una popolazione di 1.455 abitan- 1904) - non era infeudata “essendosi redenta da molti anni ti complessivi e comprendente i comuni aggregati di Civate a questa parte” e pagava ogni quindici anni lire 1.29.33 “al e uniti, , era inserito nel cantone IV di Oggiono del officio delle regalie” per la redenzione dal feudo. Non vi ri- distretto IV di Lecco; con il successivo compartimento ter- siedeva iusdicente nè regio nè feudale; il console era solito ritoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio prestare giuramento presso la banca criminale del capitano 1812), il comune di Civate e uniti era frazione concentrata di giustizia di Milano. nel comune denominativo di Galbiate, nel medesimo can- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita tone e distretto. amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 870 abi- tanti, non aveva consiglio, ma all’occorrenza il sindaco e comune di Civate. 264 console avvisavano i compadroni e il cancelliere, “per dare 1816 - 1859 le opportune provvidenze”; prima di essere consegnati Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, all’esattore, i riparti erano rivisti dai primi estimi, sotto- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- scritti da deputati e letti in pubblica piazza; presso la casa bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune del sindaco, che aveva un salario annuo di lire 28, restavano di Civate fu inserito nel distretto XII di Oggiono. “sotto chiave” le scritture pubbliche; incombenza del can- Civate, comune con convocato, fu confermato nel di- celliere era formare tre riparti all’anno, con obbligo di con- stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- segnarne copia al sindaco; l’incarico di esattore veniva ap- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 paltato ogni tre anni (risposte ai 45 quesiti, Civate). luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Civate, co- comune di Civate. 262 mune con convocato generale e con una popolazione di 1757 - 1797 1.487 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano arch. risposte ai 45 quesiti, Civate: “Della comunità di Chi- (editto 10 giugno 1757), il comune di Civate faceva parte vatte. Risposta alli quesiti della Reale Giunta fatta da della pieve di Oggiono, inclusa nel ducato di Milano. Carlo Chiappore cancelliere della suddetta comunità”, Nel 1771 il totale degli abitanti di Civate, conteggiati 24 maggio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 893 unità (sta- bibl. Bognetti-Marcora 1957: Gian Piero Bognetti, Carlo tistica delle anime 1771). Marcora, L’abbazia benedettina di Civate, Milano, 1957. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Civate apparteneva alla pieve di Oggiono, compresa nella provin- cia di Como. COGOREDO Nel 1791 Civate venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, comune di Cogoredo. 265 nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- sec. XIV - 1757 partimento 1791). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. comune di Civate. 263 Codegore (Cogoredo) fece parte della corte di Cremel- 1798 - 1812 la (Longoni 1985C). Il comune di Civate, in forza della ripartizione del di- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Oggio- cho da Cogoré o de Codogore” (compartizione delle fagie no. 1346).

132 Colico

Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Una prescrizione ("determinatio") ancora degli statuti ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- di Como del 1335 prevedeva che i comuni si dotassero di ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto oggetti per misurare e pesare le derrate occorrenti al fabbi- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano sogno dei propri nuclei famigliari: il comune di Colico do- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- veva possedere due quartari, uno per misurare il grano e nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cogoredo l’altro per il sale, una stadera per pesare il ferro e il formag- (Beretta 1972). gio, una brenta per misurare il vino e una galeda per l’olio; Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- gli oggetti dovevano essere in rame ed essere acquistati dal cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cogoredo risul- canepario di Como a spese del comune (Fattarelli 1986). ta elencata tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo Il 5 gennaio 1418 Colico fu eretto in feudo camerale di Carlo V). dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, che nominò un In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato feudatario “ad gubernationem et regimen terre et contrade di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- de Collego”; da allora il podestà di Colico dovette avere il lente al 1572, era compresa anche Rogoredo (Cogoredo). beneplacito del feudatario. Il feudo di Colico fu poi vendu- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real to da Gian Galeazzo Maria Sforza il 26 novembre 1486 ai giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- fratelli Galeazzo, Giacomino e Nicola Canali; il feudo durò munità di Cogoredo, compresa nella pieve di Oggiono - già fino al 1550, quando Carlo V eresse Colico in contea, affi- parte con Ello, Villa Vergano, Marconaga, Dolzago, Figina dandolo ad Antonio Maria Quadrio. del feudo della pieve di Oggiono devoluto per la morte del Colico non ebbe mai statuti propri, ma adottò sempre marchese Ambrogio d’Adda e di cui fu poi investito Ago- quelli di Gravedona, essendo considerata parte integrante stino Bonacina (Casanova 1904) - era infeudata al marche- delle tre pievi altolariane (Fattarelli 1986). se Giovanni Pietro Orrigone, al quale nulla corrispondeva. Alla fine del XVI secolo, secondo quanto risulta dagli Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; il console atti allegati alla visita pastorale del vescovo Ninguarda era solito prestare giuramento presso la banca criminale di (1593), Colico era suddivisa nelle quattro squadre di Colico Milano, pagando soldi 24, ovvero al regio officio della presso il lago (San Giorgio), Villatico (San Bernardino), Martesana, in quanto più vicino, versando soldi 18.3 . Fontanedo, La Corte. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Nel 1603 fu iniziata la costruzione sul più orientale dei amministrativa, la comunità aveva un sindaco o cancelliere montecchi di Colico di un forte che prese il nome dell’allo- e nessun altro ufficiale, eletto in piazza a suono di campana, ra governatore di Milano, conte di Fuentes; il forte, che che si mutava “secondo le circostanze dei casi”; il sindaco ebbe un proprio governatore, fu abolito insieme alle altre o cancelliere, allora residente a Cologna, teneva “nella sua fortezze della Lombardia per decreto del supremo consi- casa” tutti i riparti pubblici, con salario annuo di lire 6; l’in- glio di guerra di Vienna nel 1782 (Giussani 1905). carico di esattore veniva appaltato, con approvazione della Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti convenzione, ma senza scrittura di investitura, “solo sulla della real giunta del censimento, nel 1751 il comune di Co- parola” (risposte ai 45 quesiti, Cogoredo). lico, compreso nella pieve di Sorico e nel contado di Como, Nel compartimento territoriale dello stato di Milano risultava diviso nella vicinanza di Colico (o Colico vicino) (editto 10 giugno 1757),Cogoredo figura aggregato al co- e nella università dei forestieri (o Colico forestiero), infeu- mune di Dolzago, nella pieve di Oggiono, compresa nel du- dato al conte Giuseppe Alberti di Trento; lo iusdicente (po- cato di Milano. destà) feudale, che era allora Domenico Sinistrario, risiede- va a Gravedona, ma era tenuto a recarsi a Colico “in caso di arch. risposte ai 45 quesiti, Cogoredo: “Cogoredo, pieve di controversie”, ed aveva dall’università dei forestieri lire 35 Oggiono, aggregato a Dolzago. Risposta a quesiti della (ricavate dal fitto “del prato detto Quadrotto") e dalla vici- Real Giunta fatta da Carlo Fumagallo, cancelliere di det- to comune”, 1 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. nanza di Colico lire 60 annue di salario (risposte ai 45 que- siti, Colico). Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- COLICO neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Colico furono ag- gregati Olgiasca e Piona. comune di Colico. 266 sec. XIII - 1757 comune di Colico. università dei forestieri. 267 sec. XIV - 1757 Comune del contado di Como, appartenne alla pieve di Olonio, indi a quella di Sorico. L’università dei forestieri di Colico non aveva console “ma bidello, denominazione equivalente” che, come il console dei Il toponimo, nella forma “Collogo”, è citato in un atto vicini, non prestava giuramento al banco di giustizia del pode- di donazione di beni del 5 luglio 931, dal quale già si desu- stà di Colico. L’università dei forestieri aveva un suo consiglio me l’esistenza di terre concelive (comunitarie) (Fattarelli particolare formato da dodici consiglieri, che si radunava a Gra- 1986). vedona per le proprie determinazioni; tra i consiglieri, tre erano eletti sindaci ogni anno, con l’incombenza di amministrare e Un documento del 14 febbraio 1227 dimostra che gli conservare il patrimonio, vigilare sui riparti pubblici; dei rima- alpeggi di Tennasco e Scoggione sul monte Legnone a nenti nove, uno era “assistente regio”; l’università dei forestieri quell’epoca appartenevano e venivano usati dalla comunità aveva inoltre un cancelliere, anch’egli residente a Gravedona, di Colico (A. Ceruti, Liber statutorum, coll. 306/307; Fat- eletto a vita (ma poteva decadere per demerito) che custodiva tarelli 1986). “il grosso” delle scritture pubbliche, presso la sua casa, con due chiavi, e con emolumento annuo di lire 80; in caso di bisogno, Nel 1335 (Statuti, Como) era citato come “comune de l’università dei forestieri si serviva come assistente di Antonio Colego”. Maria Aureggi, sindaco del contado di Como.

133 Colico

comune di Colico. vicinanza di Colico. 268 comune di Colico. 271 sec. XIV - 1757 1816 - 1859 La vicinanza di Colico (o Colico vicino) aveva il proprio con- sole, che, come il bidello dell’università dei forestieri, non pre- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, stava giuramento al banco di giustizia del podestà di Colico. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Alla metà del XVIII secolo Colico vicino era suddiviso nelle bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune stazioni di San Giorgio, Santa Croce, San Bernardino, formanti di Colico con Forte di Fuentes, Olgiasca e Piona fu inserito un unico consiglio, che aveva cura dei beni vicinali; gli ufficiali nel distretto IX di Bellano. Con il dispaccio governativo 19 consistevano in due sindaci e quattro deputati, eletti dai vicini marzo 1821 n. 5628/702 fu autorizzata la sostituzione, nel in pubblici sindacati (ai quali presenziavano iusdicente e nota- comune di Colico, del consiglio comunale al convocato ge- io) e un console, eletto all’incanto; l’amministrazione e conser- vazione del pubblico patrimonio della vicinanza e la vigilanza nerale (variazioni al compartimento provinciale di Como sulla giustizia dei riparti spettavano ai sindaci; la vicinanza di 1816-1835). Colico non aveva cancelliere; le scritture e i libri pubblici erano Colico con Forte di Fuentes, Olgiasca e Piona, comune conservati nella chiesa parrocchiale, in una cassa con due chia- con consiglio, fu confermato nel distretto IX di Bellano in vi che tenevano i sindaci. forza del successivo compartimento territoriale delle pro- Nel 1751 la vicinanza di Colico contava 584 abitanti. vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Colico. 269 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Colico con le 1757 - 1797 frazioni Forte di Fuentes, Olgiasca e Piona, comune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con una popola- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano zione di 2.239 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bel- (editto 10 giugno 1757), il comune di Colico con Forte di lano. Fuentes, Olgiasca e Piona faceva parte della pieve di Sori- co, compresa nel contado di Como. podestaria di Colico. 272 Nel 1771 il totale degli abitanti di Colico, conteggiati sec. XV - sec. XVI in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.245 unità (statistica delle anime 1771). La podestaria di Colico (Colegum et pertinentiae) si ri- In base al compartimento territoriale della Lombardia trova tra gli elenchi degli offici del dominio sforzesco, nel austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Colico distretto di Como, negli anni 1450, 1457-1458 e ancora nel con Forte di Fuentes apparteneva alla pieve di Sorico, nella 1531 (Guastella 1936; Santoro 1948). provincia di Como. Il 5 gennaio 1418 Colico era stato eretto in feudo ca- Nel 1791 Colico era compresa, con le comunità della merale dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, che ave- pieve di Sorico, nel distretto VI di Gravedona nella provin- va nominato un feudatario “ad gubernationem et regimen cia di Como (compartimento 1791). terre et contrade de Collego”; da allora il podestà di Colico dovette avere il beneplacito del feudatario (Fattarelli 1986). comune di Colico. 270 1798 - 1815 pretura feudale di Colico. 273 Con la prima ripartizione del dipartimento d’Adda e sec. XVI - 1774 Oglio (legge 13 ventoso anno VI), il comune di Colico era Colico, nel contado di Como, eretta in contea nel 1550, compreso nel distretto di Delebio. era sottoposta alla giurisdizione del feudatario, tramite un In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio ufficiale (il podestà o pretore); tale giurisdizione era, nella (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Colico e classe civile come in quella criminale, limitata ai soli abi- uniti fu inserito nel distretto III di Bellano. tanti rurali del feudo, essendone esentati i massari dei nobi- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- li e dei cittadini milanesi (non i semplici braccianti), sog- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), getti immediatamente al maggior magistrato (giudice Colico era uno dei comuni che costituivano il distretto IV regio), competente del resto in tutti i casi di controversia tra di Lecco del dipartimento del Lario. sudditi e feudatario. La giurisdizione feudale era però di Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- sola prima istanza, essendo ammesso, nelle cause civili, il partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- ricorso al giudizio del savio (dottore collegiato). Era suffi- bre 1802, il comune di Colico venne ricollocato nel VI di- ciente che nelle cause criminali fosse coinvolta anche una stretto ex comasco con capoluogo Gravedona (quadro dei sola persona estranea alla giurisdizione feudale perché tut- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di to il processo fosse devoluto al magistrato regio competen- III classe con 1.411 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni te. 1803). Le cause del censo, per i contenziosi tra fisco e feuda- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- tari o tra feudatari, furono originariamente di competenza gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Colico del tribunale dei due magistrati delle rendite ordinarie e con Forte di Fuentes, Olgiasca e Piona venne ad appartene- straordinarie della camera (appellabili al senato di Milano), re al cantone III di Gravedona del distretto III di Menaggio: in seguito del supremo consiglio d’economia; spettavano a comune di III classe, contava 1.411 abitanti. questo tribunale anche le interpretazioni dei privilegi, delle A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- costituzioni, le dispense dalle disposizioni dei testatori, de- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- gli statuti (locali) e delle stesse costituzioni (milanesi); nominativo di Colico e uniti, con una popolazione di 1.205 spettava ancora a questo tribunale vigilare sulla condotta di abitanti complessivi, era inserito nel cantone IV di Grave- tutti i giusdicenti (transunto 1771). dona del distretto III di Menaggio, nel quale fu confermato Alla metà del XVIII secolo, il podestà non era residen- con il successivo compartimento territoriale del diparti- te a Colico, ma vi si recava per tenervi udienza ogni volta mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). che ci fosse occorrenza.

134 Cologna

arch. risposte ai 45 quesiti, Colico: “Colico, Pieve di Sorico, bio e Cassina Taveggia apparteneva alla pieve di Missaglia, Comasco. Risposta a quesiti della Real Gionta fatta da compresa nel ducato di Milano. Antonio Rizzi ed Jnnocente Rosselli, sindaci di detto co- In base al compartimento territoriale della Lombardia mune”, 12-24 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.030, compilazione separata per università dei forestieri e vi- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cologna cinanza di Colico. con Prestabio e Cassina Taveggia, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. bibl. Giussani 1905: A. Giussani, Forte di Fuentes. Episodi e documenti di una lotta secolare per il dominio della Val- Nel 1791 Cologna risultava inserita nella porzione del- tellina, Como, Tip. Ed. Ostinelli, 1905. la pieve di Missaglia che costituiva, unitamente alla pieve di Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia di Milano (compartimento 1791).

COLOGNA comune di Cologna. 276 1798 - 1809 comune di Cologna. 274 Il comune di Cologna con Prestabbio e Cassina Taveg- sec. XIV - 1757 gia, in forza della ripartizione del dipartimento della Mon- tagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di dei Laghi con capoluogo Oggiono. Missaglia. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cologna e uniti fu Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. cho da Colognia” (compartizione delle fagie 1346). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Colgna e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cologna partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (Beretta 1972). bre 1802, il comune di Cologna venne ricollocato nel IX di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cologna risulta (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di comune di III classe con 322 abitanti, nel 1803 (elenco dei Carlo V). comuni 1803). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cologna lente al 1572, era compresa anche Collonia (Cologna). con Prestabbio e Cassina Taveggia venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del distretto IV di Lecco: Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di III classe, contava 322 abitanti. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Cologna, compresa nella pieve di Missaglia - già A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- parte del feudo di Cremella devoluto per l’estinzione dei mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cologna e uni- marchesi Giussani, poi di quello di Viganò (Casanova ti figurava, con 298 abitanti, comune aggregato al comune 1904) - era infeudata a don Angelo Manzone, al quale nulla denominativo di Santa Maria Hoè, nel cantone V di Merate contribuiva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feuda- del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Santa le, lo iusdicente feudale non esigeva nè onorario nè salario; Maria Hoè con il successivo compartimento territoriale del di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario comune di Cologna. 277 soldi 18.3. 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, amministrativa, la comunità, che aveva allora 162 abitanti, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- aveva solo un sindaco, eletto in piazza a suono di campana; bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune il sindaco era anche cancelliere, risiedeva in Cologna e te- di Cologna con Prestabbio e Cassina Taveggia fu inserito neva nota di tutti i riparti nella sua casa, con salario annuo nel distretto XXIV di Brivio. di lire 7; l’esattore si eleggeva in pubblica piazza previo Cologna con Prestabbio e Cassina Taveggia, comune suono della campana (risposte ai 45 quesiti, Cologna). con convocato, fu confermato nel distretto XXIV di Brivio Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- in forza del successivo compartimento territoriale delle forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cologna con neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Cologna fu aggre- le frazioni Prestabbio e Cassina Taveggia, comune con con- gato Prestabbio. vocato generale e con una popolazione di 474 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. comune di Cologna. 275 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Cologna: “Cologna, pieve di Massaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Carlo Fumagallo cancelliere della suddetta comunità”, (editto 10 giugno 1757), il comune di Cologna con Presta- 10 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040.

135 Comasira

COMASIRA rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- lamento della Valsassina). comune di Comasira. 278 sec. XVIII - 1757 comune di Concenedo. 280 1757 - 1797 I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, tra cui Comasira, già anticamente formanti un’unica comu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano nità della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: (editto 10 giugno 1757), Concenedo era un comune della negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta Valsassina, compresa nel ducato di Milano. una relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca In base al compartimento territoriale della Lombardia (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Conce- fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- nedo apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- Como. partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 Nel 1791 Concenedo era compresa tra le comunità del- giugno 1757). la Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella provincia di Milano (compartimento 1791).

comune di Concenedo. 281 CONCENEDO 1798 - 1809 Il comune di Concenedo, in forza della ripartizione del comune di Concenedo. 279 dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu sec. XIV - 1757 compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- trobio. La comunità di Concenedo appartenne già anticamente alla Valsassina, come parte della squadra del Consiglio. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Concenedo fu inse- Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti rito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. delle università delle singole terre componenti la Valsassi- na, tra cui Concenedo, furono chiamati a Milano per dare Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- giuramento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Or- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), landi 1911). La denominazione di squadra del Consiglio Concenedo era uno dei comuni che costituivano il distretto per l’unione di Barzio, Concenedo, Cassina, Moggio, Cre- IV di Lecco del dipartimento del Lario. meno derivava dal fatto che anticamente queste terre costi- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- tuivano una sola comunità; separatesi prima della metà del partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- XVI secolo, si regolavano “nel temporale da sè sole, aven- bre 1802, il comune di Conzenedo venne ricollocato nel II do ciascuna il suo estimo e catastro separato”, “ritenendo distretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei di- soltanto fra loro le ragioni di godere pro indiviso i beni co- stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III munali” (processo alle tavole d’estimo, Valsassina). classe con 117 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Conce- lente al 1572, Conzenè (Concenedo) era citata tra “le infra- nedo venne ad appartenere al cantone II di Taceno del di- scritte comuni” della Valsassina. stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 117 abitanti. Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Concenedo e della real giunta del censimento nel 1751, si desume che uniti figurava, con 117 abitanti, comune aggregato al comu- Concenedo, nella squadra del Consiglio, era uno dei comu- ne denominativo di Barzio, nel cantone II di Introbio del di- ni (o comunità, ma anche citato semplicemente come terra stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzio con il o luogo) subordinati e sottoposti alla comunità generale successivo compartimento territoriale del dipartimento del della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità Lario (decreto 30 luglio 1812). generale erano regolati da un console, che ordinariamente prestava giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da comune di Concenedo. 282 propri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili 1816 - 1859 dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si di Concenedo fu inserito nel distretto X di Taceno. formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Concenedo, comune con convocato, fu confermato nel ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successi- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- tificazione 1 luglio 1844). te (le terre) lo stesso metodo e regola”. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Concenedo, I consiglieri componenti il consiglio generale di valle comune con convocato generale e con una popolazione di erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle 157 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco.

136 Consonno

CONSIGLIO padroni, affinché dessero “quelle dovute provvidenze”; le scritture pubbliche restavano presso il console “sotto chia- comune di Consiglio. 283 ve in casa sua”, con salario di lire 13 annue; l’esattore ve- sec. XIV - sec. XVI niva eletto e si poteva confermare, con l’obbligo di pagare con propri denari anticipatamente la diaria, l’imbottato e Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- tutte le spese locali (risposte ai 45 quesiti, Consonno). nità della pieve di Lecco. Consiglio, “territorio di Lecco”, compare nel “somma- comune di Consonno. 285 rione del perticato del 1558 della comunità di Lecco con 1757 - 1797 sua giurisdizione fatto comune per comune” (estimo di Carlo V). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Nei prospetti dei comuni componenti la comunità ge- (editto 10 giugno 1757), il comune di Consonno faceva par- nerale di Lecco approntati per le relazioni allegate agli atti te della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. preparatori del nuovo estimo (processi delle tavole d’esti- In base al compartimento territoriale della Lombardia mo, pieve di Lecco), non figura più nominativamente un austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Conson- comune di Consiglio; dalle risposte ai 45 quesiti della real no apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella pro- giunta del censimento si desume solamente che il comune vincia di Como. di San Giovanni alla Castagna era detto anche “vicinanza Nel 1791 Consonno venne inserita, con le altre comu- del Consiglio” (risposte ai 45 quesiti, Lecco). nità delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Mila- no (compartimento 1791).

CONSONNO comune di Consonno. 286 1798 - 1809 comune di Consonno. 284 Il comune di Consonno, in forza della ripartizione del sec. XIV - 1757 dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di go Brivio. Garlate. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Il toponimo è citato in una pergamena del maggio 5 vendemmiale anno VII), il comune di Consonno fu inse- 1085: Albenga figlia del quondam Alberto “de loco Cus- rito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. sonno”, con Andrea del fu Giovanni, iugali, possedevano alcune vigne in Vimaggiore, pieve di Decimo (ASMi, Mu- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- seo Dipl., n. 913). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Consonno era uno dei comuni che costituivano il distretto Consonno fu possesso del monastero benedettino di IV di Lecco del dipartimento del Lario. Civate, e allo stesso riconfermato con diploma dell’impera- tore Federico I nel 1162, con il quale erano interdetti a tutti Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- ogni ingerenza e potestà sulle cose e sugli uomini dell’ab- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bazia (Bognetti-Marcora 1957). bre 1802, il comune di Consonno venne ricollocato nel VI distretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei Negli statuti delle strade e delle acque del contado di distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- III classe con 203 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cho da Consono o Sansono” (compartizione delle fagie 1803). 1346). Nel 1412 il comune di Consonno, per mezzo di procu- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- ratori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Viscon- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Conson- ti, che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” no venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del di- (Monte di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 162 Bernabò nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai abitanti. “loca et cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Consonno fi- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- gurava, con 171 abitanti, comune aggregato al comune de- lente al 1572, era compresa anche Consonno. nominativo di Olginate, nel cantone IV di Oggiono del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Olginate Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real con il successivo compartimento territoriale del diparti- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). munità di Consonno, compresa nella pieve di Garlate - già infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - comune di Consonno. 287 non era infeudata, “per essere la più parte soggetta al com- 1816 - 1859 mendatario abbaziale cardinale Millini”; non vi risiedeva Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era sottoposta in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- al regio officio della Martesana, presso la cui banca crimi- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune nale il console era solito prestare giuramento. di Consonno fu inserito nel distretto XII di Oggiono. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Consonno, comune con convocato, fu confermato nel amministrativa, la comunità, che aveva allora 115 abitanti distretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- “collettabili” e 27 “non collettabili”, non aveva consiglio, mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 ma in “occasione di qualche occorrenze”, ricorreva ai com- luglio 1844).

137 Contra

Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Consonno, con Tignoso, nella pieve di Missaglia, era inserito nella comune con convocato generale e con una popolazione di provincia di Milano. 228 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. Nel 1791 Contra risultava inserita nella porzione della arch. risposte ai 45 quesiti, Consonno: “Consonno, pieve di pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia Garlate. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da della provincia di Milano (compartimento 1791). Adamo Milano, cancelliere della suddetta comunità”, 3 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Contra. 290 1798 - 1809 Il comune di Contra con Tegnoso, in forza della ripar- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile CONTRA anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missaglia. comune di Contra. 288 In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge sec. XIV - 1757 5 vendemmiale anno VII), il comune di Contra con Tegno- so fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Missaglia. terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Il toponimo è citato nell’anno 927 (I placiti, n. 133; Contra con Tegnoso era uno dei comuni che costituivano il CDL, n. 524; Vismara 1979). distretto III di Monza del dipartimento dell’Olona. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Contra cho da Contra” (compartizione delle fagie 1346). con Tegnoso venne ad appartenere al cantone VII di Missa- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni glia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 526 abitanti. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Contra e uniti Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- figurava comune aggregato al comune denominativo di nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Contra (Be- Missaglia, nel cantone VI di Missaglia del distretto IV di retta 1972). Lecco; fu confermato frazione di Missaglia con il successi- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- vo compartimento territoriale del dipartimento del Lario cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Contra risulta (decreto 30 luglio 1812). elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). comune di Contra. 291 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato 1816 - 1859 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Contra (insieme a Te- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, gnoso). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real di Contra con Tignoso fu inserito nel distretto XXV di Mis- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- saglia. munità di Contra con Tignoso, compresa nella pieve di Contra con Maresso e Tignoso, comune con convoca- Missaglia, non era infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè to, fu confermato nel distretto XXV di Missaglia in forza regio nè feudale; di consueto la giustizia restava ammini- del successivo compartimento territoriale delle province strata dal vicario della Martesana, presso la cui banca cri- lombarde (notificazione 1 luglio 1844). minale prestava il console il suo annuale giuramento, pa- gando all’attuario soldi 18.3. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Contra con le frazioni Maresso e Tignoso, comune con convocato ge- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita nerale e con una popolazione di 1.140 abitanti, fu inserito amministrativa, la comunità, che aveva allora 565 abitanti, nel distretto XIII di Missaglia. non aveva consiglio nè generale nè particolare, solamente vi erano due deputati, cancelliere e console, che regolavano arch. risposte ai 45 quesiti, Contra: “Contra con Tignoso, gli interessi pubblici con carica annuale, fatta eccezione per pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta il cancelliere che poteva essere riconfermato; presso il can- fatta da Giovanni Antonio Pirovano, cancelliere della celliere con salario di lire 25 annue venivano conservate le suddetta comunità”, 4 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. pubbliche scritture ("libro dei riparti"), non avendo la co- 3.040. munità archivio; veniva eletto un solo esattore, previa espo- sizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Contra). comune di Contra. 289 CORENNO 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comune di Corenno. 292 (editto 10 giugno 1757), il comune di Contra con Tignoso sec. XV - 1757 apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Comune della riviera di Lecco, appartenne alla pieve di Milano. Dervio. In base al compartimento territoriale della Lombardia Alla metà del XV secolo, Corenno, anticamente unito austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Contra a Dervio, come risulta in primo luogo dagli statuti del 1389

138 Cornello

(statuti, Dervio), figura compreso con Dorio e Monte In- Corenno era uno dei comuni che costituivano il distretto IV trozzo in una giurisdizione separata dalla pieve di Dervio di Lecco del dipartimento del Lario. (Guastella 1936). Dal 1537 Corenno fece parte del contado Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- della riviera. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Corenno bre 1802, il comune di Corenno venne ricollocato nel IV di- risulta inserita riviera di Lecco (estimo di Carlo V). stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- III classe con 154 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni lente al 1572, era compresa Corenno, nella riviera di Lecco. 1803). Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Corenno Corenno, compresa nella pieve di Dervio e nella riviera di venne ad appartenere al cantone III di Bellano del distretto Lecco, era infeudata a Ercole Sfondrati, conte della riviera, IV di Lecco: comune di III classe, contava 146 abitanti. al quale pagava annualmente (con riserva, “per lite penden- Nell’elenco nominativo dei comuni componenti il can- te in Senato di Milano") lire 35.12, come da istromento ro- tone di Bellano, redatto nell’agosto del 1808, il comune de- gato il 3 aprile 1644 da Giorgio Serponti notaio di Milano. nominativo risultava formato da Corenno (con 140 abitan- Per le cause criminali la comunità dipendeva dal podestà ti), Monastero (5), Chiario (6), Piazzo (9) (prospetto del feudale di Bellano, per le civili dal luogotenente del pode- cantone di Bellano 1808). stà feudale di Bellano, residente a Dervio, dove dava udien- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- za due giorni la settimana (martedì e venerdì) e presso il mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Corenno figu- quale prestava giuramento il console. rava, con 149 abitanti, comune aggregato al comune deno- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita minativo di Dervio, nel cantone V di Bellano del distretto amministrativa, il comune aveva un consiglio generale o III di Menaggio; fu confermato frazione di Dervio con il adunanza di tutti i vicini, che si radunava alla presenza del successivo compartimento territoriale del dipartimento del giudice e del cancelliere, ed eleggeva di triennio in triennio Lario (decreto 30 luglio 1812). un sindaco (con le funzioni anche di cancelliere), al quale restava raccomandata l’amministrazione del patrimonio comune di Corenno. 295 pubblico e la vigilanza sulla giustizia dei riparti, delle quali 1816 - 1859 rendeva conto al termine del mandato; funzioni del cancel- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, liere, con un salario di lire 24 annue, erano la cura delle in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- pubbliche scritture, catastri e libri di amministrazione, “po- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune sti in un ripostiglio destinato a questo effetto in sito sicuro”. di Corenno fu inserito nel distretto IX di Bellano. Nel 1751 la comunità di Dervio contava circa 100 abi- Corenno, comune con convocato, fu confermato nel di- tanti (risposte ai 45 quesiti, Corenno). stretto IX di Bellano in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio comune di Corenno. 293 1844). 1757 - 1797 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Corenno, co- mune con convocato generale e con una popolazione di 235 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. (editto 10 giugno 1757), il comune di Corenno faceva parte della pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco, nel podestaria di Corenno. 296 ducato di Milano. sec. XV Nel 1771 il totale degli abitanti di Corenno, conteggiati All’epoca di formazione degli statuti di Dervio (XIII in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 117 unità (sta- secolo), Dervio e Corenno avevano un loro podestà; la po- tistica delle anime 1771). destaria di Dervio e Corenno era unita durante la signoria In base al compartimento territoriale della Lombardia di Giangaleazzo Visconti alla vicaria di Bellano. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Corenno Durante la signoria sforzesca (negli anni 1450-1491), è apparteneva alla pieve di Dervio, compresa nella riviera di attestata una podestaria con giurisdizione su Corenno, Do- Lecco, nella provincia di Como. rio e Monte Introzzo (Guastella 1936; Santoro 1948). Nel 1791 Corenno venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di arch. risposte ai 45 quesiti, Corenno: “Corenno, Riviera di Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). Lecco, Pieve di Dervio. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Tomaso Calvi sindaco e cancelliere della soddetta comunità”, 22 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. comune di Corenno. 294 3.030. 1798 - 1809 Il comune di Corenno, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- CORNELLO lano. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio comune di Cornello. 297 (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Corenno fu sec. XIV - 1797 inserito nel distretto III di Bellano. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come San Mi- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), chele “cassine de Brivio” (compartizione delle fagie 1346).

139 Cortabbio

Ancora negli estimi del ducato di Milano del 1558, della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- Cornello (località della sponda sinistra dell’Adda) risultava terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione inserito nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario In età veneta il comune di Cornello fece parte della Val d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- San Martino, in particolare della cosiddetta “Val Beretta”, tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio un tempo comune e a quel tempo definita come ”…un mon- 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro te… sotto il qual nome vi sono li sei comuni et contrade in- numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun frascritte…”. Cornello era allora retto da un console, la cui distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano carica era data all’incanto, e da due sindaci ai quali il con- prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere sole rendeva conto. Alla fine del XVI secolo contava 12 ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Cor- fuochi e 82 abitanti (Da Lezze 1596). nello era unito a Torre de’ Busi e Camartinone a formare un comune, con 334 abitanti, nel distretto XIV della Sonna comune di San Michele. 298 (decreto 27 giugno 1804). 1798 - 1802 Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), Cornello era unito a Il comune di San Michele, in forza della ripartizione Torre de’ Busi, comune di III classe con 334 abitanti, nel del dipartimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. collocato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di San Michele partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), fu compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con capo- integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- luogo Caprino. ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- 1809), Cornello figurava, con una popolazione di 114 abi- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), tanti, comune aggregato al comune denominativo di Torre San Michele era uno dei comuni che costituivano il distret- de’ Busi nel cantone VII di Caprino del distretto I di Berga- to I di Bergamo del dipartimento del Serio. mo. comune di Cornello. 299 1802 - 1805 Nelle proprie osservazioni al progetto di distrettuazio- CORTABBIO ne del dipartimento del Serio inviate al consigliere ministro degli affari interni il 24 giugno 1802, il prefetto di Berga- comune di Cortabbio. 300 mo, Brunetti, segnalava alcune errate denominazioni di co- sec. XIV - 1757 muni portate dalla precedente compartimentazione, tra le quali San Michele, che era in realtà “una contrada del co- La comunità di Cortabbio appartenne già anticamente mune di Cornello” e pertanto “da omettersi": Cornello Val- alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. le San Martino (e non San Michele) figurava dunque, nel Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi at- terre componenti la Valsassina, tra cui Cortabbio, furono tualmente l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- (che venivano organizzati in XI distretti), il comune di San cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cortabbio è Michele, Cornello, Torre de’ Busi, Camartinone e Zanelli elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). era collocato nel distretto X di Pontita (progetto di distret- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato tuazione 1802); a tale progetto seguì un piano dell’ammini- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- strazione dipartimentale, che prevedeva l’articolazione del lente al 1572, Cortabbio era citata tra “le infrascritte comu- dipartimento in XVIII e non in XI distretti “non potendosi ni” della Valsassina. prestare un sol cancelliere distrettuale al servizio di tante Nel 1722 Cortabbio contava 329 abitanti (Baroncelli comuni”. Il prefetto di Bergamo si trovò d’accordo con le 1995). osservazioni dell’amministrazione dipartimentale, ma insi- Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- stette che dovessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- nomi di parrocchia, comprendono o più comuni, o solo par- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti te di essi”, e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra della real giunta del censimento nel 1751, si desume che loro que’ comuni che hanno distinto l’estimo e le attività, Cortabbio, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o troppo facilmente aggregati in un solo dall’amministrazio- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- ne, e che sono per lo più rivali gli uni degli altri, special- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della mente ne’ monti, dove gli abitanti tengono tenacemente Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto dell’ammini- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- strazione dipartimentale, Cornello entrava a far parte di un va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- comune unitario con Camartinone, Torre de’ Busi e Zanel- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili li, nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino (proget- dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- to di distrettuazione 1803). nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su

140 Corte ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cortabbio, estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- comune con convocato generale e con una popolazione di lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- 472 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. te (le terre) lo stesso metodo e regola”. I consiglieri componenti il consiglio generale di valle erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- CORTE lamento della Valsassina). comune di Corte. 304 comune di Cortabbio. 301 sec. XIV - 1797 1757 - 1797 Comune citato nel 1263 (statuti di Bergamo) e agli ini- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano zi del XIV secolo, unitamente a La Bretta (Val Beretta) e (editto 10 giugno 1757), Cortabbio era un comune della Sala (ASBg, not. 5), dai quali figurava separato nel 1331 Valsassina, compresa nel ducato di Milano. (statuti, Bergamo); una nuova unione, per motivi fiscali, di In base al compartimento territoriale della Lombardia Corte, Sala e Labretta fu disposta nel 1353 (statuti, Berga- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cortab- mo); alla fine del XVI secolo appariva unito a Foppenico bio apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di nella Val San Martino a formare il comune di “Corte et Fop- Como. penico”, retto da un console e da due sindaci, eletti “a voce” Nel 1791 Cortabbio era compresa tra le comunità della dal consiglio generale; contava allora 45 fuochi e 237 abi- Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella tanti (Da Lezze 1596). provincia di Milano (compartimento 1791). comune di Corte. 305 comune di Cortabbio. 302 1802 - 1805 1798 - 1809 Il comune di Corte, non compreso nelle compartimen- Il comune di Cortabbio, in forza della ripartizione del tazioni della repubblica cisalpina, figurava, nel 1802, tra i dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi attualmente compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). trobio. Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cortabbio fu inse- (che venivano organizzati in XI distretti), Corte era aggre- rito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. gato, con Foppenico e Sala, al comune di Calolzio, nel di- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- stretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), progetto seguì un piano dell’amministrazione dipartimen- Cortabbio era uno dei comuni che costituivano il distretto tale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in IV di Lecco del dipartimento del Lario. XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cancelliere distrettuale al servizio di tante comuni”. Il pre- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- fetto di Bergamo si trovò d’accordo con le osservazioni bre 1802, il comune di Cortabbio venne ricollocato nel II dell’amministrazione dipartimentale, ma insistette che do- distretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei di- vessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di par- stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III rocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, classe con 438 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ co- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- muni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facil- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cortab- mente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che bio venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distret- sono per lo più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ to IV di Lecco: comune di III classe, contava 438 abitanti. monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abi- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- tudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione di- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cortabbio fi- partimentale, Corte era aggregato, con Foppenico e Sala, a gurava, con 438 abitanti, comune aggregato al comune de- Calolzio, comune del distretto della Sonna con capoluogo nominativo di Primaluna, nel cantone II di Introbio del Caprino (progetto di distrettuazione 1803). distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Primaluna Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti con il successivo compartimento territoriale del diparti- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione comune di Cortabbio. 303 della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- 1816 - 1859 terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro di Cortabbio fu inserito nel distretto X di Taceno. numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun Cortabbio, comune con convocato, fu confermato nel distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successi- prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Corte tificazione 1 luglio 1844). era unito a Calolzio e Foppenico a formare un comune, con

141 Corte Nova

846 abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giu- comunità archivio; l’esattore veniva eletto in piazza all’in- gno 1804). canto, previa pubblicazione di avvisi. Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), Corte e Fopenico era (editto 10 giugno 1757), Corte Nova figura aggregato al co- unito a Calolzio, comune di III classe con 846 abitanti, nel mune di Monticello, nella pieve di Missaglia, compresa nel cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. ducato di Milano. In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- CORTENOVA ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo 1809), Corte e Foppenico figurava, con una popolazione di 510 abitanti, comune aggregato al comune denominativo di comune di Cortenova. 308 Calolzio nel cantone VII di Caprino del distretto I di Ber- sec. XIV - 1757 gamo. La comunità di Cortenova appartenne già anticamente alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. comune di Corte. 306 Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole 1816 - 1859 terre componenti la Valsassina furono chiamati a Milano Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- per dare giuramento di fedeltà al duca Filippo Maria Vi- mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno sconti: fra loro, alcune persone per Cortenova e Prato San lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- Pietro (Orlandi 1911). mune di Corte con Foppenico e Sala fu inserito nel distretto Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- VII di Caprino. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cornova (Corte- Corte con Foppenico e Sala, comune con consiglio, fu nova) è elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Car- confermato nel distretto VII di Caprino in forza del succes- lo V). sivo compartimento territoriale delle province lombarde In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato (notificazione 1 luglio 1844). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Corte con le lente al 1572, “Prato de San Pietro e Corte nuova” era citata frazioni Foppenico e Sala, comune con consiglio comunale tra “le infrascritte comuni” della Valsassina. senza ufficio proprio e con una popolazione di 1.228 abi- Nel 1722 Cortenova contava, insieme a Bindo, circa tanti, fu inserito nel distretto IX di Caprino. 600 abitanti (Baroncelli 1995). Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti CORTE NOVA della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Cortenova con Prato San Pietro, nella squadra di Chignolo, comune di Corte Nova. 307 era uno dei comuni (o comunità, ma anche citato semplice- sec. XVI - 1757 mente come terra o luogo) subordinati e sottoposti alla co- munità generale della Valsassina. Tutti i comuni compresi Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di nella comunità generale erano regolati da un console, che Missaglia. ordinariamente prestava giuramento alla banca del podestà Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ad Introbio, e da propri sindaci, eletti dalle rispettive vici- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Corno- nanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione va (Corte Nova) risulta elencata tra le comunità della pieve del patrimonio vicinale; sovente i comuni avevano anche di Missaglia (estimo di Carlo V). un cancelliere, che formava i riparti (compito altrimenti In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato spettante al sindaco) e un esattore, che riceveva l’incarico di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- mediante appalto effettuato dal singolo comune. In ogni lente al 1572, era compresa anche Cassina Cornova. terra della Valsassina si formavano quindi le taglie, che ve- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real nivano poi ripartire su ogni “particolare interessato a regola giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- del maggior o minor estimo”, ed erano fatte “per la maggior munità di Corte Nuova, compresa nella pieve di Missaglia, parte sopra li focolari, parte sopra il bestiame del luogo, era infeudata - dal 1692 (Casanova 1904) - al conte France- non tenendosi da tutte (le terre) lo stesso metodo e regola”. sco Origo, milanese, al quale nulla contribuiva. Non vi ri- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle siedeva iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giu- erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle stizia restava amministrata dal vicario della Martesana, rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- presso la cui banca criminale prestava il console il suo an- lamento della Valsassina). nuale giuramento, senza pagare salario o onorario. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Cortenova. 309 amministrativa, la comunità, che aveva allora 200 abitanti, 1757 - 1797 non aveva consigli nè ufficiali, ma solo il cancelliere, che faceva i riparti e veniva eletto a maggioranza nelle assem- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano blee pubbliche convocate a suono di campana; presso il (editto 10 giugno 1757), Corte Nova con Prato San Pietro cancelliere, con salario di lire 12 annue ed esenzione perso- era un comune della Valsassina, compresa nel ducato di Mi- nale, veniva conservato il libro dei riparti, non avendo la lano.

142 Crandola

Nel 1771 il totale degli abitanti di Cortenova, conteg- COSTA LOTTARO giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 421 unità (statistica delle anime 1771). comune di Costa Lottaro. 312 In base al compartimento territoriale della Lombardia sec. XVIII - 1797 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Corte Alla fine del XVI secolo costituiva una semplice con- Nova con Prato San Pietro apparteneva alla Valsassina, in- trada del comune di Erve (Da Lezze 1596), mentre era ci- serita nella provincia di Como. tato come comune autonomo nel terzo quarto del XVIII se- Nel 1791 Cortenova era compresa tra le comunità della colo (Maironi, catalogo). Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella provincia di Milano (compartimento 1791). comune di Cortenova. 310 1798 - 1815 Il comune di Cortenova con Prato San Pietro, in forza comune di Costa Masnaga. 313 della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 sec. XVI - 1757 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra con capoluogo Introbio. di Nibionno. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Nel XIII secolo, Masnaga era compresa nella corte di (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Corte nuo- Bulciago (Longoni 1985B). va con Pra’ San Pietro fu inserito nel distretto III di Bella- All’inizio del XIII secolo (anno 1206), i rustici di Ma- no. snaga erano già organizzati in “universitas”, cioè in un con- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- sorzio dal quale trasse gradualmente origine, dietro ricono- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), scimento di diritti da parte del signore feudale, l’istituto Cortenova con Pra’ San Pietro era uno dei comuni che co- comunale (Longoni 1985B). stituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del La- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato rio. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- lente al 1572, era compresa anche Masnaga. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real bre 1802, il comune di Cortenova con Pra’ San Pietro ven- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- ne ricollocato nel II distretto ex milanese con capoluogo munità di Costa Masnaga, compresa nella squadra di Ni- Taceno (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, bionno, era infeudata al conte della riviera. Non vi risiedeva come comune di III classe con 535 abitanti, nel 1803 (elen- iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era soggetta co dei comuni 1803). all’officio di Bosisio, presso la cui banca criminale il con- sole era solito prestare giuramento; pagava al podestà feu- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- dale lire 1.15 annue e al barigello (dell’officio di Bosisio) gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Corteno- lire 1.20. va con Prato San Pietro venne ad appartenere al cantone II Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita di Taceno del distretto IV di Lecco: comune di III classe, amministrativa, la comunità, che aveva allora 110 abitanti, contava 547 abitanti. aveva il proprio cancelliere, allora non residente, con emo- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lumento annuo di lire 2.5, il console e i maggiorenti, ma mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- non altri ufficiali, nè deputati; la comunità non aveva archi- nominativo di Cortenova, con una popolazione di 986 abi- vio se non “solo il libro”; gli esattori venivano eletti dai tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di maggiorenti (risposte ai 45 quesiti, Costa Masnaga). Bindo, Cortenova e uniti, Crandola e uniti, era inserito nel Nel compartimento territoriale dello stato di Milano cantone II di Introbio del distretto IV di Lecco, nel quale fu (editto 10 giugno 1757), Costa di Masnaga figura aggregato confermato con il successivo compartimento territoriale al comune di Tregolo, nella squadra di Nibionno, compresa del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). nel ducato di Milano. comune di Cortenova. 311 arch. risposte ai 45 quesiti, Costa Masnaga: “Costa Masna- ga, squadra di Nibionno, unita a Tregolo. Risposta alli 1816 - 1859 quesiti della Real Giunta fatta da Alessandro Cattaneo Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, cancelliere della suddetta comunità”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Corte Nuova con Prato San Pietro fu inserito nel distretto X di Taceno. Corte Nuova con Prato San Pietro, comune con convo- CRANDOLA cato, fu confermato nel distretto X di Introbio (già di Tace- no) in forza del successivo compartimento territoriale delle comune di Crandola. 314 province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). sec. XIV - 1757 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cortenova La comunità di Crandola appartenne già anticamente con la frazione Prato San Pietro, comune con convocato ge- alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. nerale e con una popolazione di 782 abitanti, fu inserito nel Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole distretto XV di Bellano. terre componenti la Valsassina, tra cui Crandola, furono

143 Cremella chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- bre 1802, il comune di Crandola con Vegno venne ricollo- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Crandola è elen- cato nel II distretto ex milanese con capoluogo Taceno cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 295 abitanti, nel 1803 (elenco dei In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comuni 1803). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, Grandola (Crandola) era citata tra “le infra- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- scritte comuni” della Valsassina. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Crandola con Vegno venne ad appartenere al cantone II di Taceno del Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 295 sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- abitanti. zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti della real giunta del censimento nel 1751, si desume che A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Crandola, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Crandola e comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- uniti figurava, con 294 abitanti, comune aggregato al comu- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della ne denominativo di Cortenova, nel cantone II di Introbio Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Corte- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- nova con il successivo compartimento territoriale del dipar- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- timento del Lario (decreto 30 luglio 1812). pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- comune di Crandola. 317 nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che 1816 - 1859 formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su di Crandola con Vegno fu inserito nel distretto X di Taceno. ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Crandola con Vegno, comune con convocato, fu con- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- fermato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- del successivo compartimento territoriale delle province te (le terre) lo stesso metodo e regola”. lombarde (notificazione 1 luglio 1844). I consiglieri componenti il consiglio generale di valle Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Crandola erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle con la frazione Vegno, comune con convocato generale e rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- con una popolazione di 380 abitanti, fu inserito nel distretto lamento della Valsassina). XV di Bellano. Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Crandola fu aggre- CREMELLA gato Vegno. comune di Cremella. 318 comune di Crandola. 315 sec. XIII - 1757 1757 - 1797 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Missaglia. (editto 10 giugno 1757), Crandola con Vegno era un comu- Il toponimo è citato nell’anno 920 (CDL, n. 490; Vi- ne della Valsassina, compresa nel ducato di Milano. smara 1979). In base al compartimento territoriale della Lombardia Cremella fu corte regia e appartenne, come Bulciago e austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Crandola Calpuno, alla chiesa di San Giovanni Battista di Monza, con Vegno apparteneva alla Valsassina, inserita nella pro- presa sotto la propria protezione da Ottone III il 10 luglio vincia di Como. 1000 (Vismara 1979). Erano comprese nella corte di Cre- Nel 1791 Crandola era compresa tra le comunità della mella Mardegore, Codegore, Pantegore, Bevera, Dolzago, Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella Gallexio (Gaesso), Luzana (Longoni 1985C). provincia di Milano (compartimento 1791). Nel XIII secolo, in alcune località rurali briantee, tra cui Cremella e Bulciago, non si trovavano già più semplici comune di Crandola. 316 “homines”, ma “universitates”, comunità di associati che 1798 - 1809 tendevano a rendersi libere dai signori feudali. Per reprime- re tale tendenza, nel 1232 l’arciprete di Monza impose de- Il comune di Crandola con Vegno, in forza della ripar- gli statuti agli uomini del luogo, dopo averne ricevuto il tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile giuramento: la chiesa di Monza disponeva che gli uomini anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con di Cremella non potessero più eleggere liberamente conso- capoluogo Introbio. li, canepari, porcari o simili ufficiali, ma che la nomina do- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- vesse spettare all’arciprete o a un suo messo (Vismara terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), 1979). Ma ancora nel 1246 Cremella elesse abusivamente Crandola con Vegno era uno dei comuni che costituivano il due consoli, reato di lesa maestà che portò l’arciprete di distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Monza a chiamare in causa il comune di Milano; in

144 Cremellina quell’anno Cremella aveva due consoli, un canevaro, due comune di Cremella. 320 procuratori. Sempre nel XIII secolo sono ricordati in Cre- 1798 - 1809 mella terreni di proprietà comunale (Longoni 1985C). Il comune di Cremella e Crippa, in forza della riparti- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con ca- cho da Crimella” (compartizione delle fagie 1346). poluogo Missaglia. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cremella fu inseri- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto to nel distretto XXVII di Missaglia. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cremella Cremella era uno dei comuni che costituivano il distretto (Beretta 1972). IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cremella risulta bre 1802, il comune di Cremella venne ricollocato nella elencato tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di porzione del X distretto ex milanese con capoluogo Missa- Carlo V). glia (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato come comune di III classe con 425 abitanti, nel 1803 (elen- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- co dei comuni 1803). lente al 1572, era compresa anche Cremella. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cremella Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del di- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 503 abi- munità di Cremella con Prebono (comune aggregato), com- tanti. presa nella pieve di Missaglia - già parte con Viganò, Casi- rago, Cologna e Brianzola del feudo dei marchesi Giussani A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- (Casanova 1904) - era infeudata al capitano don Pietro Vas- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cremella figu- sallo, al quale nulla corrispondeva, “essendo stata redenta rava, con 429 abitanti, comune aggregato al comune deno- di tal feudo”; non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feuda- minativo di Barzanò, nel cantone VI di Missaglia del le; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzanò della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il con il successivo compartimento territoriale del diparti- console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). soldi 18.3. comune di Cremella. 321 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita 1816 - 1859 amministrativa, la comunità, che aveva allora 318 abitanti (più i 60 di Prebono, e “compresi i religiosi e i figli Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, dell’ospitale"), aveva il suo consiglio composto da quattro in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- ufficiali, cioè due deputati, o primestimati, il cancelliere e bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune il console, “che restavano formati nella pubblica piazza a di Cremella fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. suono di campana”; la vigilanza e conservazione della co- Cremella, comune con convocato, fu confermato nel munità era raccomandata ai primestimi e al cancelliere, distretto XXV di Missaglia in forza del successivo compar- presso il quale, con emolumento annuo di lire 24 per Cre- timento territoriale delle province lombarde (notificazione mella e 7 per Prebono, venivano conservate le pubbliche 1 luglio 1844). scritture; in Cremella c’era un esattore, mentre in Prebono Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cremella, si pagava direttamente al primestimato, che allora era don comune con convocato generale e con una popolazione di Francesco Agudio (risposte ai 45 quesiti, Cremella). 603 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. arch. risposte ai 45 quesiti, Cremella: “Cremella con Prebo- comune di Cremella. 319 no, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Francesco Cattaneo, cancelliere della 1757 - 1797 suddetta comunità”, 7 gennaio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Cremella appartene- bibl. Longoni 1985C: Virginio Longoni, Cremella, pagine di storia medioevale, “Archivi di Lecco”, 1985. va alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Cremella, conteggia- ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 529 unità (statistica delle anime 1771). CREMELLINA In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cremel- comune di Cremellina. 322 la, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di sec. XIV Milano. Segnalato agli inizi del XIV secolo come parte di un Nel 1791 Cremella risultava inserita nella porzione comune che comprendeva anche Calolzio, , So- della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- masca e Rossino, nel 1331 (Statuti, Bergamo) faceva capo saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). alla facta di Porta Sant’Alessandro. Nel suo territorio (a sud

145 Cremeno di Vercurago) è documentata la presenza di una chiesa de- Nel 1771 il totale degli abitanti di Cremeno, conteggia- dicata a San Barnaba sin dal 1264. ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.019 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Cremeno CREMENO apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- mo. comune di Cremeno. 323 Nel 1791 Cremeno era compresa tra le comunità della sec. XIV - 1757 Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella La comunità di Cremeno appartenne già anticamente provincia di Milano (compartimento 1791). alla Valsassina, come parte della squadra del Consiglio. Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti comune di Cremeno. 325 delle università delle singole terre componenti la Valsassi- 1798 - 1809 na, tra cui Cremeno, furono chiamati a Milano per dare giu- ramento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi Il comune di Cremeno, in forza della ripartizione del 1911). La denominazione di squadra del Consiglio per dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu l’unione di Barzio, Concenedo, Cassina, Moggio, Cremeno compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- derivava dal fatto che anticamente queste terre costituivano trobio. una sola comunità; separatesi prima della metà del XVI se- colo, si regolavano “nel temporale da sè sole, avendo cia- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge scuna il suo estimo e catastro separato”, “ritenendo soltanto 5 vendemmiale anno VII), il comune di Cremeno con la fra loro le ragioni di godere pro indiviso i beni comunali” Colmine fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lec- (processo alle tavole d’estimo, Valsassina). co. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cremeno è elen- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). Cremeno con la Colmine era uno dei comuni che costitui- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato vano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- lente al 1572, Cremeno era citata tra “le infrascritte comu- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- ni” della Valsassina. bre 1802, il comune di Cremeno con la Colmine venne ri- Nel 1722 Cremeno contava 557 abitanti (Baroncelli collocato nel II distretto ex milanese con capoluogo Taceno 1995). (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- comune di III classe con 621 abitanti, nel 1803 (elenco dei sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- comuni 1803). zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Cremeno, nella squadra del Consiglio, era uno dei comuni gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Cremeno (o comunità, ma anche citato semplicemente come terra o con la Colmine venne ad appartenere al cantone II di Tace- luogo) subordinati e sottoposti alla comunità generale della no del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- 944 abitanti. le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Cremeno figu- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili rava, con 640 abitanti, comune aggregato al comune deno- dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- minativo di Barzio, nel cantone II di Introbio del distretto nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzio con il suc- formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- rio (decreto 30 luglio 1812). tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor comune di Cremeno. 326 estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- 1816 - 1859 lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, I consiglieri componenti il consiglio generale di valle in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- di Cremeno fu inserito nel distretto X di Taceno. lamento della Valsassina). Cremeno, comune con convocato, fu confermato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successi- comune di Cremeno. 324 vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- 1757 - 1797 tificazione 1 luglio 1844). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cremeno, (editto 10 giugno 1757), Cremeno era un comune della Val- comune con convocato generale e con una popolazione di sassina, compresa nel ducato di Milano. 699 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco.

146 Crippa

CRESCENZAGA Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- comune di Crescenzaga. 327 cho da Greppa cum il campanile” (compartizione delle fa- sec. XV - 1757 gie 1346). Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Missaglia. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Crippa (Be- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano retta 1972). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Crescenza- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- go (Beretta 1972). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Crippa risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Carlo V). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Crescenzaga ri- sulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (esti- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mo di Carlo V). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Crippa. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real lente al 1572, era compresa anche Cassina Creghenzaga giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- (Crescenzaga). munità di Crippa, compresa nella pieve di Missaglia, risul- tava “redenta anticamente” dal feudo e non pagava nè si Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real aveva notizia “di pagamento di mezz’annata”. Non vi risie- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- deva iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia munità di Carsenzaga, compresa nella pieve di Missaglia - restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la già infeudata dal 1653, con Rovagnate e Albareda, a Pietro cui banca criminale prestava il console il suo annuale giu- Maria Delfinoni (Casanova 1904) - non era infeudata e nul- ramento, pagando all’attuario soldi 18.3; per le cause civili la pagava per “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente “di puoco rilievo” era “in arbitrio dell’attore ricorrere al vi- nè regio nè feudale; di consueto la giustizia restava ammi- cario del Monte di Brianza” in Missaglia, ovvero “ad altro nistrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca cri- degli iusdicenti nella città di Milano ai quali spettano anche minale prestava il console il suo annuale giuramento, pa- tutte le cause rilevanti”. gando all’attuario soldi 13.3. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 96 abitanti, amministrativa, la comunità, che aveva allora 53 abitanti, non aveva consiglio generale, ma si dava avviso delle oc- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva correnze pubbliche al “padrone del comune”, che allora era regolata da un solo sindaco eletto a suono di campana in Gian Maria Brebbia; presso il cancelliere con salario di lire pubblica piazza, senza “veruna assistenza da pare delli pri- 7 annue più straordinari si conservavano le pubbliche scrit- mestimi”; aveva un cancelliere con un salario di lire 8 an- ture, non avendo la comunità archivio (risposte ai 45 quesi- nue più straordinari, abitante a Monticello, al quale restava ti, Crippa). destinata la cura dei pubblici riparti e confessi ritirati dall’esattore; “non avendo la comunità altre scritture a sè attinenti”, non esisteva archivio; l’esattore restava eletto in comune di Crippa. 329 pubblica piazza a novembre, previa esposizione di cedole, 1757 - 1797 per entrare in carica da gennaio (risposte ai 45 quesiti, Cre- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano scenzaga). (editto 10 giugno 1757), il comune di Crippa apparteneva Nel compartimento territoriale dello stato di Milano alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. (editto 10 giugno 1757), Crescenzaga figura aggregato al In base al compartimento territoriale della Lombardia comune di Rovagnate, nella pieve di Missaglia, compresa austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Crippa, nel ducato di Milano. nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Mi- arch. risposte ai 45 quesiti, Crescenzaga: “Carsenzaga, pieve lano. di Missaglia, unito al comune di Rovagnate. Risposta alli Nel 1791 Crippa risultava inserita nella porzione della quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia cancelliere della suddetta comunità”, 8 marzo 1751, della provincia di Milano (compartimento 1791). ASMi, Catasto, cart. 3.040. comune di Crippa. 330 1798 - 1809 Il comune di Crippa, in forza della ripartizione del di- CRIPPA partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè dei Monti con capoluogo comune di Crippa. 328 Missaglia. sec. XIV - 1757 In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Crippa fu inserito Missaglia. nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Il toponimo è citato (nella forma “Creupa") nell’anno Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- 927 (I placiti, n. 133; CDL, n. 524; Vismara 1979). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX),

147 Degore

Crippa era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Introzzo di una giurisdizione a sè alla metà del XV secolo di Lecco del dipartimento del Lario. (Guastella 1936) -, ebbe propri statuti, riconfermati nel Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- 1389: era stata la stessa popolazione, nel 1384, a nominare partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- dodici consiglieri per la revisione e le correzioni necessa- bre 1802, il comune di Crippa venne ricollocato nella por- rie, e ad eleggere nel 1389 sei nobili uomini, di preclari co- zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia stumi, per apportare le modificazioni: Gian Galeazzo rico- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come nobbe “consiliariis et hominibus Dervii” il diritto di comune di III classe con 104 abitanti, nel 1803 (elenco dei spiegare, mutare, correggere, aggiungere, togliere ciò che comuni 1803). reputavano utile alla comunità (Statuti, Dervio; Anderloni, Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Le fonti; Cavagna Sangiuliani 1905; Pensa 1977; Brivio gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Crippa 1984). Nonostante il silenzio degli statuti, è lecito asserire venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del di- che oltre all’adunanza formata dai consiglieri esistesse un stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 104 abi- ulteriore consiglio, corrispondente all’assemblea generale tanti. di tutti i capifamiglia costituenti la vicinanza del comune A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- (Anderloni, Le fonti). Lo statuto di Dervio si apre con il mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Crippa figura- giuramento del podestà o rettore e il primo libro va a deli- va, con 118 abitanti, comune aggregato al comune denomi- neare le norme per la sua elezione, le sua mansioni, i suoi nativo di Sirtori, nel cantone VI di Missaglia del distretto diritti e obblighi, per quanto appaia evidente che tale carica IV di Lecco; fu confermato frazione di Sirtori con il succes- nella compagine del comune costituisse di fatto una so- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario vrapposizione e non una cellula essenziale del suo organi- (decreto 30 luglio 1812). smo primitivo, da ricercare piuttosto nell’insieme delle norme che regolavano l’uso dei beni comuni. Alla fine del XIV secolo, il comune di Dervio e Corenno possedeva il comune di Crippa. 331 prato Fontis Benedicti e quello di Porsongio, i boschi de 1816 - 1844 Zello, Leuzeno, Gazio, il monte Bientio, uccellande, diritti Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, di pesca sul lago di Piona e di Mezzo e nel fiume Varrone; in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- i beni erano dati in affitto (per un anno o più) all’incanto. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Spettava ai campari del comune fare le denunce per i danni di Crippa fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. apportati ai beni (pubblici e privati) nel territorio comunale. Nel successivo compartimento territoriale delle pro- All’epoca della signoria di Gian Galeazzo Visconti, vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844), Crippa risul- quando, come gli statuti di Dervio, furono riformati anche tava aggregato al comune di Sirtori. quelli delle altre terre della sponda orientale del Lario, Der- arch. risposte ai 45 quesiti, Crippa: “Crippa, pieve di Missa- vio e Corenno costituivano un’unica vicaria con Bellano. glia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Carlo La pieve di Dervio e la sua giurisdizione costituirono dal Francesco Pirovano, cancelliere della suddetta comuni- 1537 una parte del contado della riviera. tà”, 18 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Dervio risulta inserito nella riviera di Lecco (estimo di Carlo V). DEGORE In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa Dervio, nella riviera di Lecco. comune di Degore. 332 sec. XIV Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Dervio, capo di Negli statuti delle strade e delle acque del contado di pieve, compresa nella riviera di Lecco, era infeudata a Er- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- cole Sfondrati, conte della riviera, al quale pagava annual- cho o cassine de Dagò” (compartizione delle fagie 1346). mente (con riserva, per lite pendente in Senato a Milano) Nella notificazione del personale del ducato di Milano lire 74, come da istromento rogato il 3 aprile 1644 da Gior- (compartimento 1751), Degore era elencato come cassi- gio Serponti notaio di Milano. naggio del comune di Barzanò, nella pieve di Missaglia. Per le cause criminali la comunità dipendeva dal pode- stà feudale di Bellano, al quale pagava un salario di lire 25.4 annue; per le civili dal luogotenente feudale di Bella- no, residente a Dervio, dove dava udienza due giorni la set- DERVIO timana (martedì e venerdì) e presso il quale giurava il con- sole. comune di Dervio. 333 sec. XIII - 1757 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, il comune aveva allora il suo consiglio ge- Comune della riviera di Lecco, fu capo di pieve. nerale o adunanza di tutti i vicini, che si radunava alla pre- Dervio fu anticamente proprietà fiscale dell’arcivesco- senza del giudice e del cancelliere, ed eleggeva di triennio vo di Milano, il quale la concesse in feudo agli Andreani, in triennio due sindaci (uno dei quali con le funzioni anche che ne ebbero la conferma negli anni 1271, 1319, 1344, di cancelliere, al quale restava raccomandata l’amministra- 1355. zione del patrimonio pubblico e la vigilanza sulla giustizia La terra di Dervio era distinto nei nuclei del borgo, del- dei riparti). Funzioni del cancelliere, con un salario di lire la villa e del castello; il comune di Dervio, comprendente 12 annue, erano la cura delle pubbliche scritture, catastri e originariamente anche Corenno - parte con Dorio e Monte libri di amministrazione, “posti in un ripostiglio sicuro”.

148 Dervio

L’esattoria veniva messo all’incanto e l’unico esattore comune di Dervio. vicinanza. bannitori. 338 doveva prestare idonea sicurtà e giuramento. sec. XIII - sec. XV Nel 1751 la comunità di Dervio contava 331 abitanti I bannitori, ufficiali del comune, erano accusatori legali, de- (risposte ai 45 quesiti, Dervio). putati a denunciare i vicini ed i forensi che violassero gli statuti di Dervio; denunciavano i danni arrecati dalle bestie o le infra- comune di Dervio. consiglio del comune. 334 zioni in cui erano caduti coloro che possedevano bestie; esegui- vano gli ordini del rettore e dei consoli. I bannitori erano sei, sec. XIII - sec. XV eletti insieme alla altre cariche comunitarie, in numero di due Secondo antica consuetudine, ripresa e fissata negli statuti per paratico; erano tenuti al giuramento e non avevano salario trecenteschi, ogni anno nel mese di dicembre o nel primo gior- fisso, ma una quota delle multe esatte dietro loro denuncia. no dell’anno nel comune di Dervio e Corenno si eleggevano do- dici consiglieri, ripartiti equamente tra i tre paratici dei valvas- comune di Dervio. vicinanza. campari. 339 sori, capitani, castellani. I consiglieri duravano in carica un sec. XIII - sec. XV anno, erano tenuti a prestare giuramento e ricevevano uno sti- I campari del comune di Dervio erano nove, eletti insieme pendio dal comune. La carica non era rinunciabile, chi comun- alla altre cariche comunitarie, in numero di tre per paratico; era- que avesse lasciato il proprio incarico era tenuto a farsi sostitu- no tenuti al giuramento e dovevano stare agli ordini del rettore ire da un’altra persona del suo paratico. Diritto e dovere e dei consoli. Il loro ufficio durava dall’inizio di agosto alla fine precipuo di ogni consigliere era quello di accusare e denunciare di tutte le raccolte, eccetto le olive; dovevano denunciare i dan- i violatori dello statuto. Nel comune di Dervio e Corenno nes- ni arrecati alle campagne, ai boschi, ai frutti, di giorno e di not- sun consigliere poteva occupare più di una carica (oltre al con- te, in tutto il territorio di Dervio (sia del comune che dei priva- solato), e il divieto era allargato ai membri della sua famiglia. ti). Il consiglio del comune si convocava a suono di campana die- tro citazione ai singoli consiglieri nella casa comunale in via comune di Dervio. vicinanza. canepario. 340 Croce alle Ventilie; il rettore (giudice o podestà) presiedeva sec. XIII - sec. XV l’assemblea e coordinava i dibattiti, rimettendo ai voti le deci- sioni solo quando non riusciva a far dare le approvazioni L’ufficio della caneparia del comune di Dervio veniva attri- all’unanimità. buito annualmente con un incanto, al quale potevano partecipa- re solo persone appartenenti ai tre paratici della vicinanza; il ca- comune di Dervio. consiglio del comune. nepario doveva prestare giuramento, prima di entrare in carica consoli. 335 (in gennaio), presentando inoltre una cauzione garantita da un buon fideiussore. Compito del canepario era annotare su due di- sec. XIII - sec. XV stinti quaderni le entrate e le uscite del comune; doveva essere Nella prima seduta annuale del consiglio, i consiglieri dove- presente in ogni occasione in cui si rendessero dei conti o si pa- vano eleggere, estraendoli a sorte tra i loro stessi nomi, tre con- gassero le condanne e i banni, le taglie o le imposte del comune; soli (uno per ciascun paratico). I consoli rimanevano in carica al termine del suo mandato doveva rendere buona ragione del tre mesi, al termine dei quali spettava a loro stessi nominare i suo esercizio. tre successori, e così via fino al completamento dell’annualità e dei nominativi a disposizione. Durante il loro trimestre i tre comune di Dervio. vicinanza. estimatori. 341 consoli dovevano tenere la presidenza un mese ciascuno, gio- sec. XIII - sec. XV vandosi dell’aiuto, consiglio e responsabilità degli altri due col- leghi. I consoli in carica avevano parte con il rettore del comune Gli estimatori, ufficiali del comune, erano tre, eletti insieme all’elezione delle cariche, compartecipavano all’autorità del alla altre cariche comunitarie, uno per paratico; erano tenuti al rettore “in civilibus” e subentravano ex iure al rettore stesso du- giuramento e loro dovere era di compiere “bona fide et sine rante le sue assenze nel governo amministrativo e civile della fraude” il loro ufficio, che si riduceva a “extimare omnia depo- comunità. sita, contestamenta, saximenta, possessiones, et omnes res mo- biles et immobiles”. Queste stime o perizie avevano luogo spe- cialmente in occasione di debiti insoluti. L’estimatore poteva comune di Dervio. vicinanza. 336 anche rivestire l’ufficio di pesatore del pane, ed era questo sec. XIII - sec. XV l’unico caso, ammesso dagli statuti comunali, in cui si potesse- Precise norme degli statuti di Dervio del 1389 venivano a re- ro cumulare più incarichi. golamentare gli antichi diritti di vicinanza: all’inizio di ogni anno ciascun vicino (capo di famiglia) doveva confermare nelle comune di Dervio. vicinanza. notario. 342 mani del notario le condizioni o patti ("securitates generales") sec. XIII - sec. XV che lo legavano al comune, presentandosi con un fideiussore All’ufficio di notario o notaro del comune di Dervio poteva degno di fede: egli doveva affermare di accettare gli statuti, gli accedere chiunque appartenesse alla vicinanza, con asta bandi- ordinamenti del vicario e del comune, si obbligava a pagare le ta annualmente il giorno 1 o 6 di gennaio. Il notario doveva es- condanne in caso di infrazione, e a sostenere gli oneri derivanti sere sempre presente al banco di giustizia quando vi fossero il dalla sua condizione di vicino. Prescrizioni erano date anche rettore o i consoli e si discutessero o trattassero cause, come per chi cercava l’ammissione alla vicinanza e per chi invece vo- pure doveva essere presente a tutte le tornate del consiglio. Nel lesse recedere dai suoi diritti di vicino. consiglio doveva scrivere tutte le proposte, riforme, comandi, Un tratto caratteristico della vicinanza di Dervio era la tripar- gride; al banco di giustizia doveva verbalizzare tutti gli atti ri- tizione dei vicini in tre “paratici” (o colonnelli): i capitani, i val- guardanti i processi civili e criminali. vassori, i castellani, equamente rappresentati tanto nel consi- Uscendo di carica doveva consegnare ai consoli o al consi- glio del comune (organo esecutivo) che nelle cariche glio tutti i libri, quaderni e atti dei processi e altre scritture spet- comunitarie. tanti al comune. comune di Dervio. vicinanza. ambasciatori. 337 comune di Dervio. vicinanza. pesatori del pane. 343 sec. XIII - sec. XV sec. XIII - sec. XV La nomina degli ambasciatori, come quella dei soldati del co- Le funzioni di controllo sui prestini, consistenti nella verifica mune, veniva eseguita con le stesse modalità previste per le al- del giusto peso e cottura del pane, spettavano, a norma degli tre cariche comunitarie, rispettando la consueta ripartizione statuti, al rettore del comune. Solo in caso che egli non le disim- proporzionale tra i paratici. Naturalmente il comune provvede- pegnasse, questa mansione era demandata ai pesatori del pane. va alla loro elezione solo quando era richiesto dalla necessità L’ufficio di pesatore del pane poteva anche essere rivestito dallo pubblica, per questo non era fissato un numero preciso delle stimatore, ed era questo l’unico caso, ammesso dagli statuti co- persone da investire di questo incarico. munali, in cui si potessero cumulare più incarichi.

149 Dervio

comune di Dervio. vicinanza. procuratori. 344 stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei sec. XIII - sec. XV distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di I due procuratori del comune di Dervio erano eletti dai due III classe con 448 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni paratici che non erano rappresentati nell’ufficio della caneparia. 1803). I procuratori detenevano i quaderni su cui il notario del comune Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- annotava entrate e uscite; i due registri dovevano servire di con- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Dervio trollo al canepario, che aveva due registri consimili. I procura- tori dovevano essere presenti quando si facevano i bilanci del venne ad appartenere al cantone III di Bellano del distretto comune, a richiesta del rettore e dei consoli; avevano inoltre la IV di Lecco: comune di III classe, contava 429 abitanti. delicata mansione di sindacare il rettore. Nell’elenco nominativo dei comuni componenti il can- tone di Bellano, redatto nell’agosto del 1808, il comune de- comune di Dervio. vicinanza. nominativo risultava formato da Dervio (con 301 abitanti), servitore del comune. 345 sec. XIII - sec. XV Borgo (60), Castello (17), Ronco Magni (7), Balma (8), Chignolo (19), Ronchi (19) (prospetto del cantone di Bel- Il comune metteva all’incanto annualmente, come le altre ca- lano 1808). riche, anche quella di servitore del comune: chi era eletto dove- va giurare di esercitare il suo ufficio “bona fide, sine fraude, et A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- bene et legaliter”; riceveva gli ordini quotidianamente dal retto- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- re. Spettava al servitore del comune dare il segno con la campa- nominativo di Dervio, con una popolazione di 742 abitanti na per la cessazione del lavoro, per le sedute del consiglio (av- complessivi e comprendente i comuni aggregati di Coren- visando personalmente i consiglieri) e per le assemblee della no, Dervio, Dorio, era inserito nel cantone V di Bellano del vicinanza; doveva eseguire citazioni, comunicare le sentenze, i banni e le denunce, eseguire pignoramenti. distretto III di Menaggio, nel quale fu confermato con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del comune di Dervio. vicinanza. Lario (decreto 30 luglio 1812). soldati del comune. 346 sec. XIII - sec. XV comune di Dervio. 349 La nomina dei soldati del comune, come quella degli amba- 1816 - 1859 sciatori, veniva eseguita con le stesse modalità previste per le altre cariche comunitarie, rispettando la consueta ripartizione Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, proporzionale tra i paratici. Naturalmente il comune provvede- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- va alla loro elezione solo quando era richiesto dalla necessità bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune pubblica, per questo non era fissato un numero preciso delle di Dervio fu inserito nel distretto IX di Bellano. Con il di- persone da investire di questo incarico. spaccio governativo 19 marzo 1821 n. 5628/702 fu autoriz- zata la sostituzione, nel comune di Dervio, del consiglio comune di Dervio. 347 comunale al convocato generale (variazioni al comparti- 1757 - 1797 mento provinciale di Como 1816-1835). Tuttavia, nelle Nel compartimento territoriale dello stato di Milano successive compartimentazioni, Dervio figura sempre elen- (editto 10 giugno 1757), il comune di Dervio era centro cato tra i comuni con convocato. dell’omonima pieve, compresa nella riviera di Lecco, nel Dervio, comune con convocato, fu confermato nel di- ducato di Milano. stretto IX di Bellano in forza del successivo compartimento Nel 1771 il totale degli abitanti di Dervio, conteggiati territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 387 unità (sta- 1844). tistica delle anime 1771). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Dervio, co- In base al compartimento territoriale della Lombardia mune con convocato generale e con una popolazione di 656 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Dervio abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. con la sua pieve apparteneva alla riviera di Lecco, nella pro- vincia di Como. iusdicenza feudale di Dervio. 350 Nel 1791 Dervio venne inserita, con le altre comunità sec. XVI - 1774 delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di La pieve di Dervio, compresa nel feudo della riviera, Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). era sottoposta alla giurisdizione del feudatario, tramite un ufficiale (il podestà o pretore) che aveva sede a Bellano. comune di Dervio. 348 La giurisdizione della pretura feudale di Bellano si 1798 - 1815 estendeva sulla pieve di Bellano, sulla pieve di Dervio Il comune di Dervio, in forza della ripartizione del di- (comprendente Dervio, Corenno, Dorio) e sul Monte di In- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu trozzo: sul territorio di quest’ultimi il podestà si faceva rap- compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- presentare da un luogotenente che dava udienza per le cau- lano. se civili. Attuario (responsabile della stesura degli atti In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio processuali) e fante erano unici per tutta la giurisdizione. (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Dervio fu inserito nel distretto III di Bellano. pieve di Dervio. 351 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- sec. XIV - 1757 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Nel XIV secolo, anche dopo l’avvento della domina- Dervio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV zione viscontea, continuarono ad avere signoria sulla pieve di Lecco del dipartimento del Lario. di Dervio gli arcivescovi di Milano (che la concessero agli Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Andreani, confermando l’infeudazione nel 1271, 1319, partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- 1344, 1355): in una lettera del 20 febbraio 1355 Roberto bre 1802, il comune di Dervio venne ricollocato nel IV di- Visconti costituiva un procuratore speciale “ad petendum

150 Dolzago exigendum et recipiendum a communi hominibus et singu- strati tutti gli introiti e le spese; doveva far sì che entro un laribus personis Vallisassine Bellani Dervii et Montium mese dal termine fissato fossero esatte le taglie, incanti e Mugiasche Varene et Hesini iurisdictionis archiepiscopatus redditi del comune. Al rettore spettava la verifica dei pesi e nostri mediolanensis” quanto dovuto per fitti e decime da delle misure, la visita ai mulini, taverne, prestini, strade “fictabiles, decimarii, censuarii et reddituari”. pubbliche. Il martedì e venerdì sedeva al banco di giustizia; Dall’epoca ducale in avanti, il governo di Milano si come giudice criminale doveva fare inchiesta di tutte e sin- servì delle pievi nel territorio lariano come circoscrizioni gole le infrazioni dello statuto avvenute nel territorio di amministrative, per la ripartizione e la riscossione delle im- Dervio di cui avesse notizia, anche se non fossero state de- poste e dei dazi, e come circoscrizioni giudiziarie. La pode- nunciate. Per i processi civili dovevano essere le parti che staria di Dervio e Corenno, certamente esistente all’epoca aprivano o facevano progredire le liti avanti al giudice. di formazione degli statuti locali (da porsi nel XIII secolo), era unita durante la signoria di Giangaleazzo Visconti alla podestà. servitore del podestà. 354 sec. XIV - sec. XV vicaria di Bellano. La pieve di Dervio e la sua giurisdizione costituirono dal 1537 una parte del contado della riviera; Affine all’ufficio del servitore del comune era quello del ser- vitore del podestà, che doveva eseguire gli ordini del rettore con l’infeudazione delle pievi del Lario orientale il diritto (podestà o giudice), portare intimazioni, aiutare il rettore di nomina dei podestà e i diritti di esazione fiscale passaro- nell’esazione delle multe e delle taglie. Il servitore del podestà no al feudatario; il podestà di Bellano provvedeva a nomi- rivestiva il carattere di un ufficio estraneo al comune di Dervio, nare un proprio luogotenente, per le cause civili, nella pieve tanto che chi ne era investito (una o anche due persone) era un di Dervio. forestiero, stipendiato dal rettore. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Dervio ri- arch. risposte ai 45 quesiti, Dervio: “Dervio, Riviera di Lec- sultava inserito tra le comunità della riviera di Lecco (esti- co. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Giusep- mo di Carlo V). pe Anganuzzi cancelliere della soddetta comunità”, 22 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.030. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- legisl. Statuti, Dervio: Statuta communitatis Dervii et Corenni lente al 1572, era compresa anche Dervio. (1389), Biblioteca del Senato della Repubblica, Roma. Costituivano la pieve di Dervio i comuni di Dervio e bibl. Anderloni, Le fonti: Emilio Anderloni, Le fonti dello Statuto di Dervio. Saggio di ricerche, s.l., s.d., Disserta- Corenno e il Monte di Introzzo. zione di laurea; Andreani 1898: Carlo Andreani, La pie- Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di ve di Dervio, Lecco, Ed. tip. Grassi, 1898; Cavagna San- Milano tra il XVI e il XVIII secolo è costantemente ricor- giuliani 1905: Antonio Cavagna Sangiuliani, Gli statuti dato anche quello della pieve di Dervio. di Dervio e Corenno, “Rivista di scienze storiche”, 1905. pieve di Dervio. 352 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano DOLZAGO (editto 10 giugno 1757) costituivano la pieve di Dervio, parte della riviera di Lecco e del ducato di Milano, le comu- comune di Dolzago. 355 nità di Corenno, Dervio, Dorio, Introzzo, Sueglio, Treme- sec. XIV - sec. XV nico con Avena, Vestreno. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Dervio, Oggiono. conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- Dolzago fece parte della corte di Cremella (Longoni prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, 1985C). frati, monache) e nati nel 1771” - era di 1.463 unità (stati- Il toponimo è citato (nella forma “Dulciaco") nell’anno stica delle anime 1771). 927 (I placiti, n. 133; CDL, n. 524; Vismara 1979). In base al compartimento territoriale della Lombardia Negli statuti delle strade e delle acque del contado di austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Dervio, Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- parte della riviera di Lecco e comprendente le comunità di cho de Dolzago” (compartizione delle fagie 1346). Corenno, Dervio, Dorio, Introzzo, Sueglio, Tremenico con Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Avena, Vestreno fu inserita nella provincia di Como. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Nel 1791 la pieve di Dervio venne inserita, con le co- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto munità delle pievi di Bellano e Varenna, nel distretto IV di di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Dolzago podestà. 353 (Beretta 1972). sec. XIV - sec. XV All’epoca della riforma dell’estimo del Monte di Brianza (anno 1468) (Longoni 1985A) e negli estimi del Lo statuto di Dervio del 1389 si apriva con la formula ducato di Milano del 1558, Dolzago risulta suddivisa nelle di giuramento del podestà o rettore del comune (detto an- due comunità di Dolzago superiore e Dolzago inferiore che, negli statuti stessi, “offitialis generalis"), le norme per (estimo di Carlo V). la sua elezione, le sue mansioni, i suoi diritti ed obblighi. Il rettore sovrintendeva all’andamento e al funzionamento del comune; era obbligato a far sì che tutti gli ufficiali del co- comune di Dolzago inferiore. 356 mune, dai consoli ai campari, prestassero il prescritto giu- sec. XV - sec. XVI ramento; presiedeva le adunanze del consiglio e doveva far Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza scrivere al notario “omnia acta” riguardanti il comune; do- (anno 1456) il comune di Dolzago inferiore era inserito veva esigere che nei quaderni dei procuratori fossero regi- nella pieve di Oggiono.

151 Dolzago

Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 Oggiono, tra cui Dolzago inferiore, si pronunciarono radu- (indice pievi 1753), a Dolzago fu aggregato Cogoredo. nandosi in vicinanza sulla riforma dell’estimo del Monte di Brianza (Longoni 1985A). comune di Dolzago. 359 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Dolzago 1757 - 1797 inferiore risulta elencata tra le comunità dell’omonima pie- ve (estimo di Carlo V). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Dolzago con Cogo- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato redo faceva parte della pieve di Oggiono, inclusa nel ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- di Milano. lente al 1572, era compresa anche Dolzago inferiore. Nel 1771 il totale degli abitanti di Dolzago, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 673 unità (sta- comune di Dolzago superiore. 357 tistica delle anime 1771). sec. XV - sec. XVI In base al compartimento territoriale della Lombardia Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Dolzago (anno 1456) il comune di Dolzago superiore era inserito con Cogoredo apparteneva alla pieve di Oggiono, compre- nella pieve di Oggiono. sa nella provincia di Como. Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di Nel 1791 Dolzago venne inserita, con le altre comunità Oggiono, tra cui Dolzago superiore, si pronunciarono radu- delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, nandosi in vicinanza sulla riforma dell’estimo del Monte di nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Brianza (Longoni 1985A). partimento 1791). Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Dolzago superioe risulta elencata tra le comunità dell’omonima pie- comune di Dolzago. 360 ve (estimo di Carlo V). 1798 - 1809 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Il comune di Dolzago con Cogoredo, in forza della ri- lente al 1572, era compresa anche Dolzago superiore. partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capo- luogo Oggiono. comune di Dolzago. 358 sec. XVII - 1757 In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Dolzago con Cogo- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di redo fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Oggiono. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- In un elenco per l’apprensione dei feudi delle pievi di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Oggiono e Garlate (14 febbraio 1652) figurava anche la ter- Dolzago con Cogoredo era uno dei comuni che costituiva- ra di Dolzago, unita a Cogoredo (ASMi, Feudi camerali no il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. p.a. cart. 414). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Nella notificazione del personale del ducato di Milano partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (compartimento 1751) Dolzago, già suddiviso nelle due co- bre 1802, il comune di Dolzago venne ricollocato nel VI di- munità di Dolzago superiore e Dolzago inferiore, risulta stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei formare un solo comune, elencato nella pieve di Oggiono distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di come “Dolzago superiore e inferiore”. III classe con 533 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real 1803). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- munità di Dolzago, compresa nella pieve di Oggiono - già gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Dolzago parte con Ello, Villa Vergano, Marconaga, Cogoredo, Figi- con Cogoredo venne ad appartenere al cantone V di Oggio- na del feudo della pieve di Oggiono devoluto per la morte no del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava del marchese Ambrogio d’Adda e di cui fu poi investito 789 abitanti. Agostino Bonacina (Casanova 1904) - era infeudata al mar- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- chese Giovanni Pietro Orrigone, al quale nulla corrispon- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Dolzago figu- deva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; il rava, con 574 abitanti, comune aggregato al comune deno- console era solito prestare giuramento presso la banca cri- minativo di Ello, nel cantone IV di Oggiono del distretto IV minale di Milano, pagando soldi 27, ovvero al regio officio di Lecco; fu confermato frazione di Ello con il successivo della Martesana, versando soldi 18.3. compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita creto 30 luglio 1812). amministrativa, la comunità, che aveva allora 168 abitanti (Dolzago superiore) e 184 abitanti (Dolzago inferiore), non comune di Dolzago. 361 aveva nessun ufficiale se non un sindaco o cancelliere, elet- 1816 - 1859 to in piazza a suono di campana, che si mutava “secondo le circostanze dei casi”; il sindaco o cancelliere, allora resi- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, dente a Cologna, con salario di lire 14.20 annue teneva nota in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- “in sua casa” di tutti i reparti; l’incarico di esattore veniva bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune appaltato (risposte ai 45 quesiti, Dolzago). di Dolzago con Cogoredo fu inserito nel distretto XII di Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Oggiono. forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Dolzago con Cogoredo, comune con convocato, fu preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del suc-

152 Dorio cessivo compartimento territoriale delle province lombarde In base al compartimento territoriale della Lombardia (notificazione 1 luglio 1844). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Dorio Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Dolzago con apparteneva alla pieve di Dervio, compresa nella riviera di la frazione Cogoredo, comune con convocato generale e Lecco, nella provincia di Como. con una popolazione di 723 abitanti, fu inserito nel distretto Nel 1791 Dorio venne inserita, con le altre comunità XI di Oggiono. delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). arch. risposte ai 45 quesiti, Dolzago: “Dolzago superiore e Dolzago inferiore, pieve di Oggiono, con Cogoredo. Ri- sposta de quesiti della Real Giunta fatta da Carlo Fuma- comune di Dorio. 364 gallo cancelliere della suddetta comunità”, 10 marzo 1798 - 1809 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. Il comune di Dorio, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- lano. DORIO In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Dorio fu in- comune di Dorio. 362 serito nel distretto III di Bellano. sec. XV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Comune della riviera di Lecco, appartenne alla pieve di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Dervio e al Monte di Introzzo. Dorio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Alla metà del XV secolo, Dorio figura compresa con Lecco del dipartimento del Lario. Corenno e Monte Introzzo in una giurisdizione separata Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- dalla pieve di Dervio e dalla Valsassina (Guastella 1936). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Componevano la comunità di Dorio le quattro terre o bre 1802, il comune di Dorio venne ricollocato nel IV di- ville di Mondonico, Torchiedo, Panico, Solmogno (Brivio stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei 1984). distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato III classe con 153 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1803). lente al 1572, era compresa Dorio, nella riviera di Lecco. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Dorio della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di venne ad appartenere al cantone III di Bellano del distretto Dorio, compresa nella pieve di Dervio e nella riviera di IV di Lecco: comune di III classe, contava 175 abitanti. Lecco e membro del Monte di Introzzo, era infeudata a Er- Nell’elenco nominativo dei comuni componenti il can- cole Sfondrati, conte della riviera (con il titolo di “signore” tone di Bellano, redatto nell’agosto del 1808, il comune de- sul Monte di Introzzo"), al quale pagava annualmente lire nominativo risultava formato da Dorio (con 137 abitanti) e 122.18, come da istromento rogato il 3 aprile 1644 da Gior- Panico (35) (prospetto del cantone di Bellano 1808). gio Serponti notaio di Milano. Per le cause criminali la co- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- munità dipendeva dal podestà feudale di Bellano, al quale mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Dorio figura- pagava un salario di lire 210.16 annue, per le civili dal luo- va, con 181 abitanti, comune aggregato al comune denomi- gotenente feudale di Bellano, residente a Dervio, dove te- nativo di Dervio, nel cantone V di Bellano del distretto III neva udienza due giorni la settimana (martedì e venerdì). di Menaggio; fu confermato frazione di Dervio con il suc- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- amministrativa, il comune di Dorio aveva un consiglio ge- rio (decreto 30 luglio 1812). nerale o adunanza di tutti i vicini, ed eleggeva all’incanto un sindaco (con le funzioni anche di cancelliere ed esattore, comune di Dorio. 365 “ciò per scarsezza di uomini abili a tale impiego"), al quale restava raccomandata l’amministrazione del patrimonio 1816 - 1859 pubblico e la vigilanza sulla giustizia dei riparti, delle quali Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, rendeva conto al termine del mandato; funzioni del cancel- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- liere erano la cura dei libri e scritture, poste “in ripostiglio bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune in cassa sicura sotto chiave”. di Dorio fu inserito nel distretto IX di Bellano. Nel 1751 la comunità di Dorio contava 115 abitanti (ri- Dorio, comune con consiglio, fu confermato nel di- sposte ai 45 quesiti, Dorio). stretto IX di Bellano in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio comune di Dorio. 363 1844). 1757 - 1797 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Dorio, co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con (editto 10 giugno 1757), il comune di Dorio faceva parte una popolazione di 369 abitanti, fu inserito nel distretto XV della pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco, nel di Bellano. ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Dorio: “Dorio, Pieve di Dervio, Nel 1771 il totale degli abitanti di Dorio, conteggiati in Riviera di Lecco. Risposta de quesiti della Real Giunta base alla giurisdizione parrocchiale, era di 131 unità (stati- fatta da Carlo dell’Era sindico e cancelliere della soddet- stica delle anime 1771). ta comunità”, 2 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.030.

153 Dozio

DOZIO In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Dozio fu inserito comune di Dozio. 366 nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. sec. XIV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Dozio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Garlate. Lecco del dipartimento del Lario. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- cho da Dosio” (compartizione delle fagie 1346). bre 1802, il comune di Dozio venne ricollocato nel VI di- Nel 1412 il comune di Dozio, per mezzo di procuratori, stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, che distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte di III classe con 80 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò nel 1803). 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et cassi- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- ne Montis Brianze” (Cazzani 1979). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Dozio Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Dozio risulta in- IV di Lecco: comune di III classe, contava 82 abitanti. serito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Dozio figura- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- va, con 78 abitanti, comune aggregato al comune denomi- lente al 1572, era compresa anche Dozio. nativo di Valgreghentino, nel cantone IV di Oggiono del Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Valgre- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- ghentino con il successivo compartimento territoriale del munità di Dozio, compresa nella pieve di Garlate - già in- dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). feudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - comune di Dozio. 369 non era infeudata, essendosi redenta l’8 ottobre 1671 come 1816 - 1859 da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolina notaio Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, di Milano, e pagava “per il demanio o sia mezz’annata ogni in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- quindici anni £ 12.6 in ragione della dopia d’Itaglia a bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune 16.28”. di Dozio fu inserito nel distretto XII di Oggiono. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Dozio, comune con convocato, fu confermato nel di- amministrativa, la comunità, che aveva allora 66 abitanti, stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- non aveva consiglio generale nè particolare, ma tre reggenti mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 eletti in pubblica adunanza a suono di campana, ai quali era luglio 1844). raccomandata l’amministrazione, la conservazione dei libri Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Dozio, co- e confessi pubblici del comune; la vigilanza sulla regolarità mune con convocato generale e con una popolazione di 105 dei pubblici riparti era affidata a uno dei tre reggenti. Dozio abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. aveva un cancelliere, allora residente fuori del comune, con salario di lire 10 annue; l’incarico di esattore veniva appal- arch. risposte ai 45 quesiti, Dozio: “Dozio, pieve di Garlate, tato (risposte ai 45 quesiti, Dozio). aggregato a Biglio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giuseppe Lanfranco Milano, cancelliere di detta comunità”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Dozio. 367 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Dozio faceva parte ELLO della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. In base al compartimento territoriale della Lombardia comune di Ello. 370 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Dozio sec. XIV - 1757 apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia di Como. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. Nel 1791 Dozio venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, partimento 1791). anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Ello comune di Dozio. 368 (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o 1798 - 1809 meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- Il comune di Dozio, in forza della ripartizione del di- Marcora 1957). partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Negli statuti delle strade e delle acque del contado di compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- go Brivio. cho de Ello” (compartizione delle fagie 1346).

154 Erve

Nel 1412 il comune di Ello, per mezzo di procuratori, Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, che terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte di Ello con Marconaga era uno dei comuni che costituivano il Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò nel distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et cassi- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- ne Montis Brianze” (Cazzani 1979). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- bre 1802, il comune di Ello venne ricollocato nel VI distret- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Ello risulta inse- to ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei distretti rita nella pieve di Oggiono (estimo di Carlo V). 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato con 586 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- lente al 1572, era compresa anche Ello. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Ello con Marconaga venne ad appartenere al cantone V di Oggiono Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 500 giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- abitanti. munità di Ello con Marconaga, compresa nella pieve di Og- giono - già parte con Villa Vergano, Marconaga, Cogoredo, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Dolzago, Figina del feudo della pieve di Oggiono devoluto mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- per la morte del marchese Ambrogio d’Adda e di cui fu poi nominativo di Ello, con una popolazione di 1.721 abitanti investito Agostino Bonacina (Casanova 1904) - era infeu- complessivi e comprendente i comuni aggregati di Ello, data al marchese Giovanni Pietro Orrigone, al quale nulla Dolzago e uniti, era inserito nel cantone IV di Oggiono del contribuiva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feuda- distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il suc- le; il console era solito prestare giuramento presso la banca cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- criminale di Milano, pagando soldi 24, ovvero al regio of- rio (decreto 30 luglio 1812). ficio della Martesana, in quanto il più vicino, versando sol- di 18.3. comune di Ello. 373 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 426 abi- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, tanti, non faceva consigli segreti, ma bensì “occorrendo in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- qualche cosa si fa sonare la campana e si dimanda tutto il bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune comune e console e reggenti e signori primi estimati, e di- di Ello con Marconaga fu inserito nel distretto XII di Og- cono le difficoltà differenti che occorrono”; il sindaco era giono. anche cancelliere, con salario di lire 20 annue, e teneva nota Ello con Marconaga, comune con convocato, fu con- di tutti i riparti nella sua casa, restando “pronti a favore di fermato nel distretto XII di Oggiono in forza del successivo detta comunità”; l’incarico di esattore veniva appaltato (ri- compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- sposte ai 45 quesiti, Ello). cazione 1 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Ello con la comune di Ello. 371 frazione Marconaga, comune con convocato generale e con 1757 - 1797 una popolazione di 721 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Ello con Marconaga arch. risposte ai 45 quesiti, Ello: “Ello con Marconaga, pieve faceva parte della pieve di Oggiono, inclusa nel ducato di di Oggiono. Risposta alli quesiti della Reale Giunta fatta da Giovanni Paolo Cernuschio cancelliere di detta Co- Milano. munità”, 10 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. Nel 1771 il totale degli abitanti di Ello, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 417 unità (stati- stica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia ERVE austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Ello con Marconaga apparteneva alla pieve di Oggiono, compresa comune di Erve. 374 nella provincia di Como. sec. XV - 1797 Nel 1791 Ello venne inserita, con le altre comunità del- le pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, nel Erve è citato tra le “terre, luoghi, ville e comuni” della distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (compar- comunità di Val San Martino negli statuti della valle risa- timento 1791). lenti al 1435 (§ 217); in età veneta il comune di Erve fece sempre parte della Val San Martino, retto da un console e da due sindaci eletti dal consiglio generale (vicinanza), ai comune di Ello. 372 quali il console rendeva conto. 1798 - 1815 Alla fine del XVI secolo contava 53 fuochi e 232 abi- Il comune di Ello con Marconaga, in forza della ripar- tanti (Da Lezze 1596); alla fine del XVIII secolo ne contava tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile 1.100 (Maironi, catalogo)490. (Erve 1984) anno VI), fu compreso nel distretto V ddei Laghi con capo- luogo Oggiono. comune di Erve. 375 In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 1798 - 1815 5 vendemmiale anno VII), il comune di Ello con Marcona- Il comune di Valderve, in forza della ripartizione del ga fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu

155 Esino compreso nel distretto I del Caldone, ossia di Lecco; i sin- comune di Erve. 376 daci di Valderve, come quelli di Vercurago e Somasca, 1816 - 1859 espressero la loro contrarietà all’aggregazione al diparti- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- mento della Montagna (Guastella 1937). mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno Con la divisione del dipartimento del Serio (legge 5 lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- vendemmiale anno VII), il comune di Erve fu collocato nel mune di Erve fu inserito nel distretto VII di Caprino. Con il distretto IV della Sonna, con capoluogo Caprino. dispaccio governativo 2 aprile 1827 n. 9226/1444 fu auto- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- rizzata la sostituzione, nel comune di Erve, del consiglio terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), comunale al convocato generale (variazioni al comparti- Valderve era uno dei comuni che costituivano il distretto I mento provinciale di Bergamo 1816-1835). di Bergamo del dipartimento del Serio. Erve, comune con consiglio, fu confermato nel distret- Valderve figurava, nel 1802, tra i comuni dell’ex pro- to VII di Caprino in forza del successivo compartimento vincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo particola- territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio re” (tabella dei comuni 1802). 1844). Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Erve, comu- la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio ne con consiglio comunale senza ufficio proprio e con una (che venivano organizzati in XI distretti), Erve era parte di popolazione di 542 abitanti, fu inserito nel distretto IX di un comune unitario Carenno e Rossino, collocato nel di- Caprino. stretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale bibl. Erve 1984: Valderve. Storia di un’antica comunità, Er- progetto seguì un piano dell’amministrazione dipartimen- ve, 1984, ciclostilato. tale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettuale al servizio di tante comuni”. Il pre- fetto di Bergamo si trovò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione dipartimentale, ma insistette che do- ESINO vessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di par- rocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, comune di Esino. 377 e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ co- sec. XIV - sec. XVI muni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facil- La comunità di Esino appartenne già anticamente alla mente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che Valsassina, come parte della squadra dei Monti. sono per lo più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abi- Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole tudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione di- terre componenti la Valsassina, tra cui quelli del luogo di partimentale, Valderve costituiva da solo un comune nel di- Esino, furono chiamati a Milano per dare giuramento di fe- stretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di deltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). distrettuazione 1803). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 il comune “de Iseno” (o “Jsno"), risulta compreso nella Valsassina Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti (estimo di Carlo V). proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- lente al 1572, era compresa anche Jsno (Esino). terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione Negli atti ufficiali tra il XVI e il XVIII secolo, Esino ri- locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario sulta costantemente suddiviso in Esino inferiore e Esino su- d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- periore, avendo ciascuna delle due comunità propri organi tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio e rappresentanti. 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun comune di Esino superiore. 378 distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano sec. XVI - 1757 prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Erve sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- era comune, con 460 abitanti, nel distretto XIV della Sonna zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti (decreto 27 giugno 1804). della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- Esino superiore, nella squadra dei Monti, era, insieme a gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Erve Esino inferiore, uno dei comuni (o comunità, ma anche ci- venne ad appartenere al cantone VII di Caprino del distretto tato semplicemente come terra o luogo) subordinati e sot- I di Bergamo: comune di III classe, contava 460 abitanti. toposti alla comunità generale della Valsassina. Tutti i co- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, muni compresi nella comunità generale erano regolati da venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- un console, che ordinariamente prestava giuramento alla partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), banca del podestà ad Introbio, e da propri sindaci, eletti dal- integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- le rispettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo conservazione del patrimonio vicinale; sovente i comuni 1809), il comune denominativo di Erve, con una popolazio- avevano anche un cancelliere, che formava i riparti (compi- ne di 853 abitanti complessivi e comprendente i comuni ag- to altrimenti spettante al sindaco) e un esattore, che riceve- gregati di Erve e Rossino, era inserito nel cantone VII di va l’incarico mediante appalto effettuato dal singolo comu- Caprino del distretto I di Bergamo. ne. In ogni terra della Valsassina si formavano quindi le

156 Esino taglie, che venivano poi ripartire su ogni “particolare inte- comune di Esino inferiore. 380 ressato a regola del maggior o minor estimo”, ed erano fatte 1757 - 1797 “per la maggior parte sopra li focolari, parte sopra il bestia- me del luogo, non tenendosi da tutte (le terre) lo stesso me- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano todo e regola”. (editto 10 giugno 1757), Esino inferiore era un comune del- la Valsassina, compresa nel ducato di Milano. I consiglieri componenti il consiglio generale di valle erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle In base al compartimento territoriale della Lombardia rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Esino in- lamento della Valsassina). feriore apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Como. Nella notificazione del personale del ducato di Milano (compartimento 1751), Esino superiore era elencato, senza Nel 1791 Esino inferiore era compresa tra le comunità dignità di comune, sotto la pieve di Perledo (unita alla Val- della Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno sassina). nella provincia di Milano (compartimento 1791).

Il comune di Esino superiore compare autonomamente comune di Esino superiore. 381 nella compartimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), ma è computato come una sola co- 1757 - 1797 munità insieme a Esino inferiore nel prospetto dei comuni Nel compartimento territoriale dello stato di Milano componenti la comunità generale della Valsassina dopo la (editto 10 giugno 1757), Esino superiore era un comune riforma teresiana (riforma della Valsassina 1757), che ri- della Valsassina, compresa nel ducato di Milano. prende a sua volta il prospetto approntato dal sindaco pro- Nel 1771 il totale degli abitanti di Esino superiore, vinciale Michel’Angelo Manzone (regolamento della Val- conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di sassina). 463 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia comune di Esino inferiore. 379 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Esino su- sec. XVI - 1757 periore apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Como. Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- Nel 1791 Esino superiore era compresa tra le comunità zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti della Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno della real giunta del censimento nel 1751, si desume che nella provincia di Milano (compartimento 1791). Esino inferiore, nella squadra dei Monti, era uno dei comu- ni (o comunità, ma anche citato semplicemente come terra comune di Esino inferiore. 382 o luogo) subordinati e sottoposti alla comunità generale 1798 - 1809 della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità generale erano regolati da un console, che ordinariamente Il comune di Esino inferiore, in forza della ripartizione prestava giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), propri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- Bellano. nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Esino infe- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- riore fu inserito nel distretto III di Bellano. tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Esino inferiore era uno dei comuni che costituivano il di- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle bre 1802, il comune di Esino inferiore venne ricollocato nel erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle II distretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di lamento della Valsassina). III classe con 254 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Nella notificazione del personale del ducato di Milano 1803). (compartimento 1751), Esino inferiore era elencato, senza Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- dignità di comune, sotto la pieve di Perledo (unita alla Val- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Esino in- sassina). feriore venne ad appartenere al cantone II di Taceno del di- Il comune di Esino inferiore compare autonomamente stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 254 nella compartimentazione territoriale dello stato di Milano abitanti. (editto 10 giugno 1757), ma è computato come una sola co- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- munità insieme a Esino superiore nel prospetto dei comuni mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Esino inferio- componenti la comunità generale della Valsassina dopo la re figurava, con 250 abitanti, comune aggregato al comune riforma teresiana (riforma della Valsassina 1757), che ri- denominativo di Esino, nel cantone II di Introbio del di- prende a sua volta il prospetto approntato dal sindaco pro- stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Esino con il vinciale Michel’Angelo Manzone (regolamento della Val- successivo compartimento territoriale del dipartimento del sassina). Lario (decreto 30 luglio 1812).

157 Favirano comune di Esino superiore. 383 comune di Esino inferiore. 386 1798 - 1809 1816 - 1859 Il comune di Esino superiore, in forza della ripartizione Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Bellano. di Esino inferiore fu inserito nel distretto X di Taceno. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Esino inferiore, comune con convocato, fu confermato (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Esino su- nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del suc- periore fu inserito nel distretto III di Bellano. cessivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- L’imperial regio governo, con dispaccio n. 19321/2798 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), del 1846, notificò l’aulica approvazione per il distacco del Esino superiore era uno dei comuni che costituivano il di- comune di Esino Inferiore dal distretto di Introbio e per la stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. sua aggregazione a quello di Bellano, con effetto dal 1 lu- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- glio 1846 (notificazione 20 giugno 1846). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Esino infe- bre 1802, il comune di Esino superiore venne ricollocato riore, comune con convocato generale e con una popolazio- nel II distretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro ne di 361 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 235 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- FAVIRANO gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Esino superiore venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 461 comune di Favirano. 387 abitanti. sec. XV - 1797 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- In età veneta il comune di Favirano fece parte della Val mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Esino superio- San Martino, in particolare della cosiddetta “Val Beretta”, re figurava, con 246 abitanti, comune aggregato al comune un tempo comune ed a quel tempo definita come ”…un denominativo di Esino, nel cantone II di Introbio del di- monte… sotto il qual nome vi sono li sei comuni et contra- stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Esino con il de infrascritte…”. Favirano era allora retto da un console e successivo compartimento territoriale del dipartimento del da due sindaci, ai quali in console rendeva conto. Alla fine Lario (decreto 30 luglio 1812). del XVI secolo contava 20 fuochi e 87 abitanti (Da Lezze 1596). comune di Esino. 384 1809 - 1815 comune di Favirano. 388 1802 - 1805 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Il comune di Favirano, non compreso nelle comparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- mentazioni della repubblica cisalpina, figurava, nel 1802, nominativo di Esino, con una popolazione di 496 abitanti tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi attual- complessivi e comprendente i comuni aggregati di Esino mente l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). superiore e Esino inferiore, era inserito nel cantone II di In- trobio del distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per con il successivo compartimento territoriale del diparti- la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). (che venivano organizzati in XI distretti), Favirano era uni- to a Roncaglia a formare un comune del distretto X di Pon- tita (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì comune di Esino superiore. 385 un piano dell’amministrazione dipartimentale, che preve- 1816 - 1859 deva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, distretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distret- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tuale al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune trovò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione di Esino superiore fu inserito nel distretto X di Taceno. dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono Esino superiore, comune con convocato, fu confermato o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del suc- via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto cessivo compartimento territoriale delle province lombarde l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo (notificazione 1 luglio 1844). dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- L’imperial regio governo, con dispaccio n. 19321/2798 gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono del 1846, notificò l’aulica approvazione per il distacco del tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto comune di Esino Superiore dal distretto di Introbio e per la dell’amministrazione dipartimentale, Favirano e Roncaglia sua aggregazione a quello di Bellano, con effetto dal 1 lu- era un comune del distretto della Sonna con capoluogo Ca- glio 1846 (notificazione 20 giugno 1846). prino (progetto di distrettuazione 1803). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Esino supe- Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti riore, comune con convocato generale e con una popolazio- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- ne di 393 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no-

158 Freddore vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione il priore di Figina ottenne la conferma delle esenzioni da della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- qualsiasi contribuzione. Il priorato decadde verso la fine del terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione XV secolo: anche agli effetti del godimento dei beni, venne locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario unito alla commenda del monastero milanese di San Dioni- d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- gi; nel 1532 la commenda subì una modificazione, ossia tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio venne ridotta in semplice beneficio; fu soppressa solamente 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro con l’avvento della repubblica cisalpina (Santambrogio numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun 1906; Beretta 1956). distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Figina risulta in- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Favi- serita nella pieve di Oggiono (estimo di Carlo V). rano era aggregato a Roncaglia a formare un comune, con In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato 183 abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giu- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- gno 1804). lente al 1572, era compresa anche Figina. Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), Favirano era unito a giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Roncaglia, comune di III classe con 183 abitanti, nel can- munità di Figina, compresa nella pieve di Oggiono - già tone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. parte con Ello, Villa Vergano, Marconaga, Cogoredo, Dol- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, zago del feudo della pieve di Oggiono devoluto per la mor- venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- te del marchese Ambrogio d’Adda e di cui fu poi investito partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), Agostino Bonacina (Casanova 1904) - era infeudata al mar- integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- chese Giovanni Pietro Orrigone, ma non gli corrispondeva ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo nulla. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la co- 1809), Favirano figurava, con una popolazione di 75 abi- munità era sottoposta al giudice della città e ducato di Mi- tanti, comune aggregato al comune denominativo di Monte lano, promiscuamente con il vicario della Martesana. Marenzo nel cantone VII di Caprino del distretto I di Ber- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita gamo. amministrativa, la comunità, che era allora composta da Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza sette famiglie per un totale di 62 abitanti, era regolata da un imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- affittuario dell’abbazia di San Dionigi, che esercitava anche to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte l’ufficio di cancelliere, sindaco e console, cioè tutte le cari- dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di che, con l’assenso però “delli altri affittuari comunisti”; alcuni comuni": “a erano unite Roncaglia non si tenevano pubbliche scritture; i riparti venivano pub- e Favirano, che per nessun titolo potevano appartenere a blicati in piazza alla presenza dei comunisti per poi esser quel comune denominativo, ma bensì appartengono a Torre passati all’esattore per la riscossione (risposte ai 45 quesiti, de’ Busi. Si sono dunque staccate da Monte Marenzo e riu- Figina). nite a Torre de’ Busi” (progetto di rettificazione 1813). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione (editto 10 giugno 1757), Figina figura aggregato al comune non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale di Vergano, nella pieve di Oggiono, compresa nel ducato di 1814). Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Figina: “Figina, pieve di Oggio- no. Risposta a quesiti della Real Giunta fatta da Paolo Panzeri, cancelliere della suddetta comunità”, 16 marzo FIGINA 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Figina. 389 sec. XIV - 1757 FOPPENICO Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. comune di Foppenico. 390 Con atto del 16 agosto 1107 la nobile Contissa, vedova sec. XIV del milanese Azzone Grassi, lasciò “in iure et proprietate” all’abbazia di San Pietro di Cluny l’intero territorio di Figi- Nel 1331 (statuti, Bergamo) faceva capo alla “facta” di na con le annesse cascine. Porta Sant’Alessandro; in età veneta il Da Lezze lo descri- veva come contrada di Corte a formare il comune di “Corte Negli statuti delle strade e delle acque del contado di et Foppenico” (Da Lezze 1596). Milano era compresa, nella pieve di Oggiono, come “el loco de Valfigina” (compartizione delle fagie 1346). Nel 1412 il comune di Figina, per mezzo di procurato- ri, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte FREDDORE di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et comune di Freddore. 391 cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). sec. XIV Il priorato cluniacense di San Nicolao in Figina, sul fi- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di nire del XIV e sin quasi alla fine del XV secolo, era ancora Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- in efficienza. Durante la signoria di Filippo Maria Visconti cho de Fregore” (compartizione delle fagie 1346).

159 Gaesso

Nella notificazione del personale del ducato di Milano solito prestare giuramento presso la banca criminale del ca- (compartimento 1751), Freddore era elencato come cassi- pitano di giustizia di Milano. naggio del comune di Sirtori, nella pieve di Missaglia. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 934 abitanti “collettabili” e 130 “non collettabili”, aveva il suo consiglio particolare, composto da ventiquattro deputati, dai quali GAESSO ogni anno veniva eletto un sindaco procuratore, responsa- bile dell’ordinaria amministrazione e con l’incarico di for- comune di Gaesso. 392 mare le taglie, con l’assistenza di quattro deputati; nei casi straordinari, si riuniva tutto il consiglio per deliberare; la sec. XIV - sec. XVI comunità aveva un cancelliere, con emolumento di lire 60 Gallexio (Gaesso) fece parte nel XIII secolo della corte annue; in passato aveva sempre avuto un procuratore, con di Cremella (Longoni 1985C). emolumento di filippi 10, a riserva degli ultimi anni, in cui Negli statuti delle strade e delle acque del contado di “per risparmiare” si era avvalsa del sindaco; vi era infine un Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- esattore, eletto mediante appalto ogni tre anni (risposte ai cho de Galiesio” (compartizione delle fagie 1346). 45 quesiti, Galbiate). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- comune di Galbiate. 394 lente al 1572, era compresa, nella pieve di Oggiono, anche 1757 - 1797 Gaesso. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Nella notificazione del personale del ducato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Galbiate faceva parte (compartimento 1751), Gaesso era elencato tra i cassinaggi della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. del comune di Molteno. Nel 1771 il totale degli abitanti di Galbiate, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.608 unità (statistica delle anime 1771). GALBIATE In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Galbiate apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia comune di Galbiate. 393 di Como. sec. XIV - 1757 Nel 1791 Galbiate venne inserita, con le altre comunità Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, Garlate. nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Il toponimo è citato nell’anno 887 (MD, n. 153; CDL, partimento 1791). n. 339; Vismara 1979). Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di comune di Galbiate. 395 Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, 1798 - 1815 anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- Il comune di Galbiate, in forza della ripartizione del di- mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Gal- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu biate (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bo- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge gnetti-Marcora 1957). 5 vendemmiale anno VII), il comune di Galbiate fu inserito Negli statuti delle strade e delle acque del contado di nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cho da Galbià” (compartizione delle fagie 1346). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza Galbiate era uno dei comuni che costituivano il distretto IV (anno 1456), il comune di Galbiate era compreso nella pie- di Lecco del dipartimento del Lario. ve di Garlate. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Galbiate risulta bre 1802, il comune di Galbiate venne ricollocato nel VI di- elencato tra le comunità della pieve di Garlate (estimo di stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei Carlo V). distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato III classe con 1.459 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1803). lente al 1572, era compresa anche Galbiate. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Galbiate giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto munità di Galbiate, compresa nella pieve di Garlate - già in- IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.517 abitanti. feudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- non era infeudata, essendosi redenta il 18 settembre 1671 nominativo di Galbiate, con una popolazione di 1.965 abi- come da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolina tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di notaio di Milano; non vi risiedeva iusdicente nè regio nè Bartesate e uniti, Galbiate, Sala, era inserito nel cantone IV feudale; riconosceva il giudice di Milano e il console era di Oggiono del distretto IV di Lecco.

160 Garbagnate Monastero

In base al compartimento territoriale del dipartimento GARBAGNATE MONASTERO del Lario (decreto 30 luglio 1812), il comune denominativo di Galbiate, compreso nel cantone IV di Oggiono del di- comune di Garbagnate Monastero. 398 stretto IV di Lecco, comprendeva le frazioni di Galbiate, sec. XIV - 1757 Bartesate, Sala, Civate e uniti. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Oggiono. comune di Galbiate. 396 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 1816 - 1859 Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- cho de Garbagnà Monasté” (compartizione delle fagie Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, 1346). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune (anno 1456), il comune di Garbaniate era compreso nella di Galbiate fu inserito nel distretto XII di Oggiono. pieve di Oggiono. Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di Galbiate, comune con convocato, fu confermato nel di- Oggiono, tra cui Grabagnate Monastero, si pronunciarono stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- radunandosi in vicinanza sulla riforma dell’estimo del mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 Monte di Brianza (Longoni 1985A). luglio 1844). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Galbiate, co- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Garbagnate Mo- mune con convocato generale e con una popolazione di nastero risulta inserito tra le comunità della pieve di Oggio- 1.960 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. no (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato arch. risposte ai 45 quesiti, Galbiate: “Galbiate, pieve di Gar- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- late. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Gio- lente al 1572, era compresa anche Garbagnate. vanni Battista Riva, cancelliere di detta comunità”, 4 feb- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real braio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Garbagnate Monastero, compresa nella pieve di Oggiono - già infeudata con le comunità delle pievi di Gar- late e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Ca- GALBUSERA sanova 1904) - non era infeudata e si era redenta con l’esborso di lire 450, come constava da confessi ed istro- menti datati 1653 e 1654, pagava ogni quindici anni lire comune di Galbusera. 397 15.17 per la redenzione dal feudo. Non vi risiedeva iusdi- cente nè regio nè feudale; il console era solito prestare giu- sec. XIV - sec. XVIII ramento presso il regio pretorio di Milano. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Negli statuti delle strade e delle acque del contado di amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 140 abi- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- tanti, aveva il solo cancelliere, oltre al console, nè altri uf- cho o cassine de Valbissera” (compartizione delle fagie ficiali o rappresentanti, “non essendovi patrimonio alcuno 1346). della comunità”; il cancelliere, che non aveva “ingerenza Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni alcuna di scritture”, riceveva un emolumento di lire 7 an- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- nue; vi era infine un esattore, che non riceveva altro salario ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto che l’esenzione del carico personale (risposte ai 45 quesiti, di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Garbagnate Monastero). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Galbusera forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, (Beretta 1972). preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- (indice pievi 1753), a Garbagnate Monastero fu aggregato cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Galbusera risul- Brongio. ta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). comune di Garbagnate Monastero. 399 In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato 1757 - 1797 di Milano risalente al 1572, Galbusera figurava con un pro- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano prio perticato nel territorio della pieve, ma era unita a Pere- (editto 10 giugno 1757), il comune di Garbagnate Monaste- go per quanto riguardava i carichi fiscali. ro con Brongio faceva parte della pieve di Oggiono, inclusa Nella notificazione del personale del ducato di Milano nel ducato di Milano. (compartimento 1751), Galbusera figura come cassinaggio Nel 1771 il totale degli abitanti di Garbagnate, conteg- del comune di Cereda, nella pieve di Missaglia, benché le giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 357 unità relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo estimo (statistica delle anime 1771). (processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia) confer- In base al compartimento territoriale della Lombardia mino a proposito della comunità di Galbusera “essere la austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Garba- medesima sempre stata indipendente da ogni altro comu- gnate Monastero con Brongio apparteneva alla pieve di Og- ne”. giono, compresa nella provincia di Como.

161 Garbagnate Rotta

Nel 1791 Garbagnate Monastero venne inserita, con le GARBAGNATE ROTTA altre comunità delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, nel distretto VI di Oggiono della pro- comune di Garbagnate Rotta. 402 vincia di Milano (compartimento 1791). sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra comune di Garbagnate Monastero. 400 de’ Mauri. 1798 - 1809 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho Il comune di Garbagnate Monastero con Brongio, in de Garbagnà” (compartizione delle fagie 1346). forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza Laghi con capoluogo Oggiono. (anno 1456), il comune di Garbagnate era compreso nella squadra de’ Mauri. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Garbagnate Mona- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Grabagnate Rot- stero con Brongio fu inserito nel distretto III del Lago, os- ta risulta elencata tra le comunità della squadra de’ Mauri sia di Lecco. (estimo di Carlo V). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Garbagnate Monastero era uno dei comuni che costituivano lente al 1572, era compresa anche Garbagnate. il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- munità di Garbagnate Rotta, compresa nella squadra de’ bre 1802, il comune di Garbagnate maggiore venne ricollo- Mauri, era infeudata al conte della riviera, al quale pagava cato nel VI distretto ex milanese con capoluogo Oggiono lire 32.16 annue di convenzione. Non vi risiedeva iusdicen- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come te nè regio nè feudale; il podestà feudale era allora Carlo comune di III classe con 557 abitanti, nel 1803 (elenco dei Maderna, abitante a Milano, e suo luogotenente Paolo Mol- comuni 1803). teno, abitante a Bosisio; la comunità era soggetta al preto- rio di Bosisio, presso la cui banca criminale il console era Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- solito prestare giuramento; la comunità pagava al fante di gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Garba- Bosisio lire 6.15 annue, mentre pagava per formale titolo di gnate Monastero con Brongio venne ad appartenere al can- visita delle strade lire 5.10. tone V di Oggiono del distretto IV di Lecco: comune di III Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita classe, contava 416 abitanti. amministrativa, la comunità, che aveva allora 200 abitanti A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- “collettabili” e 35 minori, non aveva consiglio generale, ma mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Garbagnate “particolare di tutta la comunità”, che si riuniva “a tocco Monastero e uniti figurava, con 579 abitanti, comune ag- della solita campana”. “Di tempo in tempo” si eleggevano gregato al comune denominativo di Molteno, nel cantone due deputati, un sindaco, un cancelliere, presso il quale ri- IV di Oggiono del distretto IV di Lecco; fu confermato fra- manevano le copie dei riparti che egli stesso formava e “un zione di Molteno con il successivo compartimento territo- vestaro della comunità per conservargli le scritture”; l’esat- riale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). tore veniva eletto per tre anni in pubblica piazza a suono della campana (risposte ai 45 quesiti, Garbagnate Rotta). comune di Garbagnate Monastero. 401 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Garbagnate Rotta figura aggregato 1816 - 1859 al comune di Bosisio, nella squadra de’ Mauri, compresa nel ducato di Milano. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- arch. risposte ai 45 quesiti, Garbagnate Rotta: “Garbagnate bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Rotta, squadra de Mauri. Risposta a quesiti della eccelsa di Garbagnate Monastero con Brongio fu inserito nel di- real gionta fatta da Giovanni Battista Duro, sindico e can- stretto XII di Oggiono. celliere di detta comunità”, 4 maggio 1751, ASMi, Cata- sto, cart. 3.032. Garbagnate Monastero con Brongio, comune con con- vocato, fu confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). GARLATE Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Garbagnate Monastero con la frazione Brongio, comune con convocato comune di Garlate. 403 generale e con una popolazione di 973 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, fu capo di pieve. arch. risposte ai 45 quesiti, Garbagnate Monastero: “Gar- Il toponimo è citato nell’anno 985 (CDL, n. 827; Vi- bagnate Monastero, pieve di Oggiono, con Brongio. Ri- smara 1979). sposta ali quesiti della reale giunta fatta da Domenico Ratti, cancelliere di detta comunità”, 22 marzo 1751, Garlate fu, come altre località briantee, una corte regia ASMi, Catasto, cart. 3.032. (Vismara 1979).

162 Garlate

Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), cho da Garlà” (compartizione delle fagie 1346). Garlate era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Nel 1412 il comune di Garlate, per mezzo di procura- di Lecco del dipartimento del Lario. tori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò bre 1802, il comune di Garlate venne ricollocato nel VI di- nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- III classe con 430 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Garlate risulta 1803). elencato tra le comunità dell’omonima pieve (estimo di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Carlo V). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Garlate venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato IV di Lecco: comune di III classe, contava 619 abitanti. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Garlate. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Garlate figu- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real rava, con 407 abitanti, comune aggregato al comune deno- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- minativo di Olginate, nel cantone IV di Oggiono del munità di Garlate, capo di pieve - già infeudata con le co- distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Olginate munità delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovan- con il successivo compartimento territoriale del diparti- ni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - non era infeudata, mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). avendo pagato “nell’anno 1545 13 settembre … la detta co- munità £ 29.14.6 per la mezz’annata, £ 16.8 per la tesore- comune di Garlate. 406 ria, £ 1.16 al portiere”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio 1816 - 1859 nè feudale; il console era solito prestare giuramento presso la banca criminale del podestà di Milano, in caso di urgenza Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, ricorreva al podestà di Lecco. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune amministrativa, la comunità, che aveva allora 340 abitanti, di Garlate fu inserito nel distretto XII di Oggiono. eleggeva o confermava “li suoi deputati della maggior co- Garlate, comune con convocato, fu confermato nel di- gnizione” ed il console nell’ultimo giorno dell’anno, “so- stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- nata la campana per riunire il popolo come è di costume”; mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 aveva inoltre un cancelliere, allora residente due miglia luglio 1844). lontano, che formava e custodiva i riparti, con salario annuo Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Garlate, co- di lire 24, “non essendovi altre scritture che i riparti”; vi era mune con convocato generale e con una popolazione di 652 infine un esattore, che stipulava una convenzione con la co- abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. munità (risposte ai 45 quesiti, Garlate). pieve di Garlate. 407 comune di Garlate. 404 sec. XIV - 1757 1757 - 1797 Tra XII e XIII secolo Milano si valse della pieve come circoscrizione amministrativa, per la ripartizione e la ri- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano scossione delle imposte e dei dazi. Nel XII secolo, la pieve (editto 10 giugno 1757), il comune di Garlate era centro di Garlate era parte del contado della Martesana, insieme dell’omonima pieve, inclusa nel ducato di Milano. alle pievi di Vimercate, Galliano, Mariano, Seveso, Incino, Nel 1771 il totale degli abitanti di Garlate, conteggiati Brivio, Asso, Oggiono, Agliate, Desio. in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 574 unità (sta- Negli atti ufficiali del XIV secolo, come ad esempio tistica delle anime 1771). negli statuti delle acque e delle strade del contado di Mila- In base al compartimento territoriale della Lombardia no (compartizione delle fagie 1346), erano elencati come austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Garlate, appartenenti alla pieve di Garlate diversi luoghi e cassine: con le altre comunità della pieve di Garlate, era compreso Poschallo, Birro, Villa Capià, Capià, Melianigo, Garganti- nella provincia di Como . no, Garlà, Olzinà, Bardexago, Galbià, Consono, Parzano, Nel 1791 Garlate venne inserita, con le altre comunità Dosio. delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, La zona ghibellina del territorio briantino propriamen- nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- te detto, comprendente anche la pieve di Garlate, insieme partimento 1791). alle pievi di Oggiono, Missaglia, Brivio e a quelle zone del- la pieve di Incino e della squadra di Canzo poi dette squa- comune di Garlate. 405 dra di Nibionno e squadra de’ Mauri, ebbe privilegi ed 1798 - 1809 esenzioni da Bernabò Visconti e da Giangaleazzo Visconti. Le esenzioni furono ulteriormente confermate al territorio Il comune di Garlate, in forza della ripartizione del di- della “Martesana superiore” da Giovanni Maria nel 1411 e partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu da Filippo Maria Visconti nel 1412, quando molti comuni compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. per mezzo di procuratori gli prestarono giuramento di fe- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge deltà. Riconferma e ampliamento di esenzioni ed immunità 5 vendemmiale anno VII), il comune di Garlate fu inserito vennero dal duca Francesco Sforza nel 1451 (epoca dalla nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. quale ricorre per il territorio della Martesana superiore la

163 Gazzanico denominazione di “Monte di Brianza") , Galeazzo Maria In base al compartimento territoriale della Lombardia Sforza nel 1476, Bona di Savoia nel 1478. austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Garlate, Tra i comuni che nel 1412 prestarono giuramento di fe- comprendente le comunità di Bartesate con Mozzana; Bi- deltà al duca di Milano facevano parte della pieve di Garla- glio; Capiate; Consonno; Dozio; Galbiate; Malgrate; Olgi- te Olginate, Garlate, Ospedale, Villa, Capiate, Greghentino, nate; con Pescalina; Sala; Val Greghentino con Vil- Melianico, Biglio, Dozio, Consonno, tutti detti “communia la Val Greghentino, Parzano, Maglianico e Cassina Tajella; Montisbriantie contrate Martexane”. Valmadrera fu inserita nella provincia di Como. L’uso ufficiale del nome “Monte di Brianza” ebbe di Nel 1791 la pieve di Garlate venne inserita, con le co- conseguenza origine dalle immunità ed esenzioni via via munità della pieve di Oggiono e della squadra de’Mauri, accordate dai duchi di Milano; questi privilegi diedero vita nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- alla “universitas” (comunità) del Monte di Brianza, ossia partimento 1791). ad un territorio distinto dal contado della Martesana per ra- arch. risposte ai 45 quesiti, Garlate: “Garlate, capo di pieve. gioni fiscali, che comprese sempre, fino alle riforme del Risposta a quesiti della Real Giunta fatta dal notaro Giu- XVIII secolo, la pieve di Garlate. seppe Parola delegato per detto comune”, 12 marzo Il 17 agosto 1537 la “plebe de Garlà con tutti li suoi co- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. muni” contava 343 fuochi, distribuiti nel “comune de Garlà capo di pieve” e nei comuni di Consono, Dozio, Billio, Malgrate, Valmagrera, Bartezago, Mozana, Galbiate, Cas- sina da Melianicho, Olginà, Salla, Valle de Greghentino GAZZANICO (ASMi, Censo p.a. cart. 13a). Nel 1538, per la vendita in feudo delle pievi di Oggio- comune di Gazzanico. 409 no, Garlate e loro terre, fu stilato un elenco dei comuni e sec. XIV - sec. XVI degli uomini, che, per la pieve di Garlate, comprendeva: Bi- glio, Valgreghentino, Pescallo, Malgrate, Valmadrera, Sala, Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- Bartezago, Mozana, Cassina Mezzanico. nità della pieve di Lecco. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Gazzanico, “territorio di Lecco” (distinto da Maggia- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, risultano elenca- nico), compare nel “sommarione del perticato del 1558 del- te tra le comunità e cassine della pieve di Garlate Garlate, la comunità di Lecco con sua giurisdizione fatto comune Olginate, Cassina de Parzano, Consono, Dottio, Billio, Val- per comune” (estimo di Carlo V). greghentino, Pescallo, Pescalino, Malgrate, Valmagrera, Nei prospetti dei comuni componenti la comunità ge- Valmolina territorio di Garlate, Sala, Bertesago, Mozana, nerale di Lecco approntati per le risposte ai 45 quesiti della Galbiate, Cassina Meglianigha, Giovanni Ambrogio e fra- real giunta del censimento e per le relazioni allegate agli telli Grotti, Cassina Vignola territorio di Galbiate, Capiate, atti preparatori del nuovo estimo (processi delle tavole Serigola. d’estimo, pieve di Lecco), non figura più nominativamente In un elenco per l’apprensione dei feudi delle pievi di un comune di Gazzanico. Oggiono e Garlate (14 febbraio 1652) figuravano le terre di Bartesate con Mozzana, Biglio, Capiate, Consonno, Dozio, Galbiate, Garlate, Malgrate, Olginate, Meglianico, Parzia- no, Pescate e Pescalina, Valgreghentino con Villa Greghen- GERMANEDO tino, Sala, Valmadrera (ASMi, Feudi camerali p.a. cart. 414). comune di Germanedo. 410 Nella notificazione del personale del ducato di Milano sec. XIV - 1757 (compartimento 1751), costituivano la pieve di Garlate i comuni di Bartezago, Mozzana, Capiate, Cassina Meliani- Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- co, Cassina Tajella, Consonno, Dozio, Biglio, Galbiate, nità della pieve di Lecco. Garlate, Malgrate, Olginate, Pescate, Sala, Greghantino, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Parzano, Valmadrera. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Zermagneda Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di (Germanedo) risulta inserita nella comunità di Lecco e nel- Milano dal XVI al XVIII secolo è costantemente ricordato la riviera di Lecco (estimo di Carlo V). anche quello della pieve di Garlate. Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Germanedo era uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quo- pieve di Garlate. 408 ta”, che costituivano la comunità generale di Lecco, allora 1757 - 1797 infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudi- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ce (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi (editto 10 giugno 1757), la pieve di Garlate, parte del duca- comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- to di Milano, comprendeva le comunità di Bartesate con reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il Mozzana; Biglio; Capiate; Consonno; Dozio; Galbiate; resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- Malgrate; Olginate; Pescate con Pescalina; Sala; Val Gre- nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale ghentino con Villa di Val Greghentino, Parzano, Megliani- di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva co e Cassina Tajella; Valmadrera. in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Garlate, vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- frati, monache) e nati nel 1771” - era di 6.937 unità (stati- zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva stica delle anime 1771). conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo

164 Gerro particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- glio 1844). rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Germanedo, zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- comune con convocato generale e con una popolazione di tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). 621 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. comune di Germanedo. 411 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano GERRO (editto 10 giugno 1757), il comune di Germanedo faceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, comune di Gerro. 414 nel ducato di Milano. sec. XIV - 1757 Nel 1771 il totale degli abitanti di Germanedo, conteg- La comunità di Gerro appartenne già anticamente alla giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 273 unità Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. (statistica delle anime 1771). Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole In base al compartimento territoriale della Lombardia terre componenti la Valsassina, tra cui Gerro, furono chia- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Germa- mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- nedo apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella rivie- po Maria Visconti (Orlandi 1911). ra di Lecco, nella provincia di Como. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel 1791 Germanedo venne inserita, con le altre comu- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Gerro è elencata nità delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel tra le terre della Valsassina insieme a Barcone (estimo di distretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- Carlo V). mento 1791). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- comune di Germanedo. 412 lente al 1572, Gerro con Barcone era citata tra “le infra- 1798 - 1809 scritte comuni” della Valsassina. Il comune di Germanedo, in forza della ripartizione del Nel 1722 Gerro contava, insieme a Barcone, più di 300 dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu abitanti (Baroncelli 1995). compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Germagnedo fu in- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti serito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Gerro, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o co- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Germanedo era uno dei comuni che costituivano il distretto go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della IV di Lecco del dipartimento del Lario. Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili bre 1802, il comune di Germagnedo venne ricollocato nel dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- III distretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e III classe con 340 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- 1803). tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Germa- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor nedo venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distret- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- to IV di Lecco: comune di III classe, contava 319 abitanti. lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Germagnedo I consiglieri componenti il consiglio generale di valle figurava, con 330 abitanti, comune aggregato al comune erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle denominativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il succes- lamento della Valsassina). sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (decreto 30 luglio 1812). (editto 10 giugno 1757), Gerro figura aggregato al comune di Barcone, nella Valsassina, compresa nel ducato di Mila- comune di Germanedo. 413 no. 1816 - 1859 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, comune di Gerro. 415 in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- 1786 - 1791 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune In base al compartimento territoriale della Lombardia di Germanedo fu inserito nel distretto XI di Lecco. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Gerro Germanedo, comune con convocato, fu confermato nel apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- distretto XI di Lecco in forza del successivo compartimen- mo; in base al precedente compartimento territoriale dello

165 Giovenzana stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Gerro era costitu- con un cancelliere, al quale era specialmente raccomandata iva comune insieme a Barcone. l’amministrazione e conservazione dei libri e confessi del Nel 1791 Gerro era compresa, unitamente a Barcone, comune e la vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti tra le comunità della Valsassina, che costituivano il distretto (con una salario di lire 8.10 annue); la comunità non aveva II di Taceno nella provincia di Milano (compartimento archivio o stanza per le pubbliche scritture; l’esattore risul- 1791). tava eletto in piazza all’incanto secondo gli ordini magi- strali (risposte ai 45 quesiti, Giovenzana). comune di Gerro. 416 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano 1805 - 1809 (editto 10 giugno 1757), Giovenzana figura aggregato al comune di Cagliano, nella pieve di Missaglia, compresa nel Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- ducato di Milano. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Gerro con Barcone venne ad appartenere al cantone II di Taceno arch. risposte ai 45 quesiti, Giovenzana: “Giovenzana, pieve del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 207 di Missaglia, aggregata a Cagliano. Risposta alli quesiti abitanti. della Real Giunta fatta da Giuseppe Lanfranco cancellie- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- re della suddetta comunità”, 23 gennaio 1751, ASMi, Ca- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Gerro e uniti tasto, cart. 3.040. figurava, con 207 abitanti, comune aggregato al comune denominativo di Primaluna, nel cantone II di Introbio del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Primaluna con il successivo compartimento territoriale del diparti- GREBBIO mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). comune di Grebbio. 418 sec. XIV - 1757 Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- GIOVENZANA nità della pieve di Mandello. A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi comune di Giovenzana. 417 anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello sec. XIV - 1757 ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console Missaglia. (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Mandello; Zucchi 1959). cho da Giovenzana” (compartizione delle fagie 1346). Dal XV al XVIII secolo, Grebbio fu sempre sottoposta Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano della real giunta del censimento, nel 1751 Grebbio formava Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Giovenzana rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- (Beretta 1972). feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Giovenzana ri- sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- sulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (esti- tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi mo di Carlo V). spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Mandello). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano lente al 1572, era compresa anche Giovenzana. (editto 10 giugno 1757), Grebbio figura aggregato al comu- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real ne di Linzanico, nella pieve di Mandello, compresa nella ri- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- viera di Lecco e nel ducato di Milano. munità di Giovenzana, compresa nella pieve di Missaglia - parte del feudo di Missaglia con Brianza, Cassina Fuma- galli, Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Cagliano, Tegnone, Campsirago, Veglio (Casanova 1904) - era infeu- GROFOLEGGIO data al conte Paolo Sormani, al quale nulla corrispondeva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; lo iusdi- comune di Grofoleggio. 419 cente feudale era Matteo Bonacina, abitante a Bulciago, al sec. XIV quale non si dava salario; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui ban- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di ca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- pagando all’attuario soldi 18.3. cho de Grofalegio” (compartizione delle fagie 1346). Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Nella notificazione del personale del ducato di Milano amministrativa, la comunità, che aveva allora 80 abitanti, (compartimento 1751), tra i cassinaggi del comune di Bar- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva zanò, nella pieve di Missaglia, figuravano Sbrofelotto regolata da tre reggenti eletti in piazza a suono di campana Bianco e Sbrofelotto nero.

166 Imberido

HOÈ IMBERIDO comune di Hoè. 420 comune di Imberido. 421 sec. XIV - 1757 sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia. Oggiono. Il toponimo compare per la prima volta in una perga- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di mena del 1088, in cui si parla di Unfredo, detto “de Ohe”. Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- Nel 1259 Bosius de Dovaria promise ad “illi” (gli uo- cho de Imberego” (compartizione delle fagie 1346). mini) “de Hò” che non li avrebbe più chiamati vassalli e Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di non avrebbe più richiesto loro il giuramento di fedeltà. Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, Negli statuti delle strade e delle acque del contado di anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- cho da Hò con Tramonte” (compartizione delle fagie mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Imbe- 1346). rido (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bo- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni gnetti-Marcora 1957). ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Hoè (Beret- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano ta 1972). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Imberido Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- (Beretta 1972). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Hoè risulta elen- cata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Car- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- lo V). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Imberido risulta inserita tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Carlo V). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato lente al 1572, era compresa anche Hoè (insieme a Tremon- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- te). lente al 1572, era compresa anche Imbuedo (Imberido). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Hoè con Tremonte, compresa nella pieve di Mis- munità di Imberido, compresa nella pieve di Oggiono - già saglia, non era infeudata e nulla corrispondeva di infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - dale; di consueto la giustizia restava amministrata dal vica- era infeudata a Marcellino Airoldi, al quale nulla contribu- rio della Martesana, presso la cui banca criminale prestava iva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; il con- il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario sole era solito prestare giuramento presso la banca crimina- soldi 18.3. le di Milano, versando soldi 27. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 281 abitanti, amministrativa, la comunità, che aveva allora 320 abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva aveva un sindaco o cancelliere e nessun altro ufficiale, elet- regolata da un solo sindaco eletto in piazza, il quale veniva to in piazza a suono di campana, che si mutava “secondo le assistito nella rappresentanza del comune dai due primi circostanze del caso”; il sindaco o cancelliere teneva nota estimati, che controllavano, firmandoli, i pubblici riparti in casa sua dei riparti, con salario annuo di lire 30; l’incari- dei carichi; le pubbliche scritture restavano presso il can- co di esattore veniva appaltato annualmente il giorno di San celliere, residente a Monticello, con un emolumento annuo Martino (risposte ai 45 quesiti, Imberido). di lire 31, non avendo il comune stanza per l’archivio; l’esattore si eleggeva all’incanto, previa esposizione di ce- dole invitatorie (risposte ai 45 quesiti, Hoè; Cappellini comune di Imberido. 422 1964). 1757 - 1797 Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, (editto 10 giugno 1757), il comune di Imberido con Bara- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- vico faceva parte della pieve di Oggiono, inclusa nel ducato neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 di Milano. (indice pievi 1753), a Hoè (comprendente allora anche San- In base al compartimento territoriale della Lombardia ta Maria), furono aggregati Tremonte, Bosco, Alduno. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Imberido arch. risposte ai 45 quesiti, Hoè: “Hoè con Tremonte, pieve di con Baravico apparteneva alla pieve di Oggiono, compresa Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da nella provincia di Como. Pomponio Sottocornola cancelliere della comunità”, 18 Nel 1791 Imberido venne inserita, con le altre comuni- marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. tà delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mau- bibl. Cappellini 1964: Alberto Cappellini, Santa Maria Hoè, ri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano Santa Maria Hoè, 1964. (compartimento 1791).

167 Imbersago comune di Imberido. 423 Imbersago sembra doversi identificare nel “fundo Am- 1798 - 1809 berciaco”, situato “in ripa fluvio Adua” attestato nel 985 (CDL, n. 826; Vismara 1979). Il comune di Imberido con Baravico, in forza della ri- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capo- de Imberzago” (compartizione delle fagie 1346). luogo Oggiono. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Imberido con Ba- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto ravico fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Imbersago Imberido con Baravico era uno dei comuni che costituivano (Beretta 1972). il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Imbersago risul- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- ta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di bre 1802, il comune di Imberido venne ricollocato nel VI Carlo V). distretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- III classe con 370 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni lente al 1572, era compresa anche Imbresago (Imbersago). 1803). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Imberido munità di Imbersago, compresa nella pieve di Brivio, non con Baravico venne ad appartenere al cantone V di Oggio- era infeudata e si era redenta, pagando ogni quindici anni no del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava lire 123.13 di “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente 366 abitanti. nè regio nè feudale; la comunità era soggetta al regio officio A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- della Martesana, presso la cui banca criminale il console mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Imberido e era solito prestare giuramento. uniti figurava, con 340 abitanti, comune aggregato al comu- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ne denominativo di Oggiono, nel cantone IV di Oggiono amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 450 abi- del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Oggio- tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, i suoi no con il successivo compartimento territoriale del diparti- rappresentanti erano un sindaco e un console, eletti ogni mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). anno in pubblica piazza all’incanto, sempre però sotto la soprintendenza dei primi due estimati, o loro delegati, che comune di Imberido. 424 vigilavano sulla giustizia dei pubblici riparti, compilati dal- 1816 - 1859 lo stesso sindaco; non c’era cancelliere, nè archivio, con- servandosi le scritture pubbliche presso il sindaco, alcune Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, altre “presso l’illustrissima casa Simonetta prima estimata in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- in detta comunità”; l’esattore si eleggeva all’incanto previa bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Imbersago). di Imberido con Baravico fu inserito nel distretto XII di Oggiono. comune di Imbersago. 426 Imberido con Baravico, comune con convocato, fu 1757 - 1797 confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del suc- cessivo compartimento territoriale delle province lombarde Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (notificazione 1 luglio 1844). (editto 10 giugno 1757), il comune di Imbersago con Mom- bello apparteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Imberido di Milano. con la frazione Baravico, comune con convocato generale e con una popolazione di 519 abitanti, fu inserito nel di- Nel 1771 il totale degli abitanti di Imbersago, conteg- stretto XI di Oggiono. giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 613 unità (statistica delle anime 1771). arch. risposte ai 45 quesiti, Imberido: “Imberido, pieve di In base al compartimento territoriale della Lombardia Oggiono. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Imbersa- Giovanni Follatore, cancelliere di detta comunità”, 23 go, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Mi- aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. lano. Nel 1791 Imbersago risultava inserita nella pieve di Brivio che costituiva, unitamente a una porzione della pie- ve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di IMBERSAGO Milano (compartimento 1791). comune di Imbersago. 425 comune di Imbersago. 427 sec. XIV - 1757 1798 - 1809 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Il comune di Imbersago, in forza della ripartizione del Brivio. dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu

168 Inseraga compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- lente al 1572, “Indovero loco di Valsasna” era citata “le in- go Brivio. frascritte comuni” della Valsassina. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Imbersago fu inse- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- rito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che In- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), dovero, nella squadra dei Monti, era uno dei comuni (o co- Imbersago era uno dei comuni che costituivano il distretto munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- IV di Lecco del dipartimento del Lario. go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- bre 1802, il comune di Imbersago venne ricollocato nel IX va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- mune di III classe con 640 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che muni 1803). formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Imber- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si sago venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor 1.261 abitanti. estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Imbersago fi- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. gurava, con 600 abitanti, comune aggregato al comune de- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle nominativo di Robbiate, nel cantone V di Merate del erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Robbiate rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- con il successivo compartimento territoriale del diparti- lamento della Valsassina). mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Indovero figura aggregato al co- comune di Imbersago. 428 mune di Narro, nella Valsassina, compresa nel ducato di 1816 - 1859 Milano. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Imbersago fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. INESIO Imbersago, comune con convocato, fu confermato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo comparti- comune di Inesio. 430 mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 sec. XVIII - 1757 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Imbersago, I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, comune con convocato generale e con una popolazione di tra cui Inesio, già anticamente formanti un’unica comunità 982 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta una arch. risposte ai 45 quesiti, Imbersago: “Imbersago, pieve di relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca Brivio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- Giacinto Carozzi delegato per detta comunità”, 29 gen- fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- naio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757). INDOVERO comune di Indovero. 429 INSERAGA sec. XIV - 1757 La comunità di Indovero appartenne già anticamente comune di Inseraga. 431 alla Valsassina, come parte della squadra dei Monti. sec. XIV - sec. XVIII Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole terre componenti la Valsassina, tra cui Indovero, furono Negli statuti delle strade e delle acque del contado di chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). cho da Siraga” (compartizione delle fagie 1346). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel XVIII secolo, le due cassine dette Inseraga e De- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Indovero è elen- serto concorrevano a comporre il comune di Bernaga (pro- cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). cessi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nella notificazione del personale fatta nel corso del di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751),

169 Introbio

Insiraga era elencato tra i comuni sotto la pieve di Missa- na, tra cui Introbio, furono chiamati a Milano per dare giu- glia ed aveva unito il cassinaggio di Molino. ramento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi Nel compartimento territoriale dello stato di Milano 1911). (editto 10 giugno 1757), Inseraga figura aggregato al comu- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Introbio è ne di Brianzola, nella pieve di Missaglia, compresa nel du- elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). cato di Milano. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, Jntrobio era citata tra “le infrascritte comuni” della Valsassina. INTROBIO Nel 1722 Introbio contava 687 abitanti (Baroncelli 1995). cantone II di Introbio. 432 Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- 1809 - 1815 sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che In- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il cantone II di trobio, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o co- Introbio del distretto IV di Lecco risultava costituito dai co- munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- muni denominativi di Introbio (capoluogo), Barzio, Corte- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della nova, Esino, Pasturo, Primaluna, con una popolazione di Valsassina. 6.604 abitanti. Tutti i comuni compresi nella comunità generale erano Con il successivo compartimento territoriale del dipar- regolati da un console, che ordinariamente prestava giura- timento del Lario (decreto 30 luglio 1812), fu confermata mento alla banca del podestà ad Introbio, e da propri sinda- la suddivisione del cantone II di Introbio nei comuni deno- ci (detti a Introbio “reggenti"), eletti dalle rispettive vici- minativi di Introbio (capoluogo), Barzio, Cortenova, Esino, nanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione Pasturo, Primaluna. del patrimonio vicinale; da un cancelliere, che formava i ri- parti (compito altrimenti spettante al sindaco) e da un esat- collegio dei notai della Valsassina. 433 tore, che riceveva l’incarico mediante appalto effettuato dal sec. XV - sec. XVIII singolo comune. In ogni terra della Valsassina si formavano Un’istituzione emblematica delle antiche libertà locali, quindi le taglie, che venivano poi ripartire su ogni “partico- rimasta in vita per tutto l’antico regime, era il collegio no- lare interessato a regola del maggior o minor estimo”, ed tarile della Valsassina, dotato del privilegio di creare notai. erano fatte “per la maggior parte sopra li focolari, parte so- Un rinnovo del privilegio avvenne nel 1485, in seguito alla pra il bestiame del luogo, non tenendosi da tutte (le terre) pubblicazione di una grida, sollecitata dal collegio notarile lo stesso metodo e regola”. di Milano, con la quale si proibiva ai non ascritti al collegio I consiglieri componenti il consiglio generale di valle cittadino di rogare qualsivoglia atto nello stato milanese. erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle La transazione che ne seguì, tramite la rinegoziazione con rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- il duca Gian Galeazzo Maria Sforza, confermò la legalità lamento della Valsassina). del collegio dei notai della Valsassina, subordinandone l’at- tività all’approvazione annuale da parte del collegio mila- comune di Introbio. 435 nese di due viceabati nominati dalla valle stessa, che avreb- 1757 - 1797 bero colà svolto le funzioni spettanti agli abati milanesi. I viceabati erano tenuti a registrare i nuovi ammessi con il re- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano lativo signum tabellionatus ed eventuali annotazioni sulle (editto 10 giugno 1757), Introbio con Monte Varrone era un loro attività in un quaderno, che avrebbero consegnato a comune della Valsassina, compresa nel ducato di Milano. Milano al termine del loro mandato. Ogni nuovo notaio era Nel 1771 il totale degli abitanti di Introbio, conteggiati tenuto al pagamento di un diritto di 40 soldi al collegio mi- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 640 unità (sta- lanese. Approvazione di notai della valle con la ratifica del tistica delle anime 1771). collegio milanese si susseguirono fino al XVIII secolo inol- In base al compartimento territoriale della Lombardia trato. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Introbio Il controllo sull’operato dei notai di valle era riservato con Monte Varrone apparteneva alla Valsassina, inserita ai viceabati che avevano la piena giurisdizione su di essi, ad nella provincia di Como. eccezione della “poena sanguinis” e della pena detentiva, Nel 1791 Introbio era compresa tra le comunità della riservate al collegio di Milano. Garante del regolare funzio- Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella namento del collegio di valle era il podestà, nelle cui mani provincia di Milano (compartimento 1791). erano tenuti a giurare tutti i notai di nuova creazione, e che era chiamato a presiedere le riunioni del collegio nel palaz- comune di Introbio. 436 zo pretorio, in una stanza data in uso dalla comunità gene- 1798 - 1815 rale (Dattero 1997). Il comune di Introbio con Monte Varrone, in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiori- comune di Introbio. 434 le anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna sec. XIV - 1757 come capoluogo. La comunità di Introbio appartenne già anticamente In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. 5 vendemmiale anno VII), il comune di Introbbio con Mon- Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti te Varrone fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lec- delle università delle singole terre componenti la Valsassi- co.

170 Introbio

Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- zioni non antitetiche tra loro, formarono le componenti di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), un nuovo ordinamento. Introbio con Monte Varrone era uno dei comuni che costi- La Valsassina ebbe un’evoluzione giuridica progressi- tuivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. va verso il comune (le prime attestazioni di consoli nella Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Valsassina risalgono alla seconda metà del XII secolo); la partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comunità di valle e le comunità minori ampliarono la loro bre 1802, il comune di Introbio venne ricollocato nel II di- autonomia amministrativa sul canovaccio delle antiche stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei consuetudini che disciplinavano dall’antichità l’uso dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di beni comuni, sviluppando gradualmente gli organismi me- III classe con 636 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni diante i quali la collettività provvedeva ad applicare le nor- 1803). me che ne regolavano lo sfruttamento. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Il carattere democratico della famiglia Torriani, appar- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Introb- tenente alla parte guelfa, fa supporre che i diritti dei domini bio con Monte Varrone venne ad appartenere al cantone II loci sulla valle non si siano manifestati come sopraffazioni di Taceno del distretto IV di Lecco: comune di III classe, di quelli preesistenti delle collettività. Così, è da ritenersi contava 661 abitanti. che in Valsassina la personalizzazione della comunità pie- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- vana nella comunità di valle non abbia tolto al dominus ple- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- bis i suoi poteri, nè che si sia affermata in antitesi con lo nominativo di Introbio, con una popolazione di 635 abitanti stesso, ma che anzi si sia consolidata con il suo aiuto e con complessivi, era a capo del cantone II nel distretto IV di la sua protezione: ne è prova il fatto che i Torriani, una volta Lecco, nel quale fu confermato con il successivo comparti- divenuti signori di Milano, considerarono la Valsassina più mento territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 lu- alleata che vassalla. glio 1812). Dall’altra parte, la stessa esiguità territoriale e demica non avrebbe consentito ai comuni vicani, formatisi all’in- comune di Introbio. 437 terno della comunità pievana, di affermarsi indipendente- 1816 - 1859 mente dalle istituzioni feudali e di assumere le sue funzio- ni. Il diritto di libera elezione degli ufficiali locali nei Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, comuni vicani (consoli) è da ritenersi infatti una rinuncia in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- espressa o tacita del dominus loci. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Introbio con Monte Varrone fu inserito nel distretto X di L’assemblea dei vicini, nel comune giuridicamente co- Taceno. Con il dispaccio governativo 22 luglio 1819 n. stituito, non formava più un organo meramente consultivo 16683/1124 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di o limitato nelle funzioni di regolamentare l’accesso e l’uso Introbio, del consiglio comunale al convocato generale (va- dei beni comuni, ma divenne un organo deliberativo, capa- riazioni al compartimento provinciale di Como 1816- ce di esprimere ordini ai quali consoli e sindaci, eletti dalle 1835). Tuttavia, nelle successive compartimentazioni, In- vicinanze, dovevano attenersi. trobio figura sempre elencato tra i comuni con convocato. Nonostante l’emancipazione politica, tutte le comunità Con il trasferimento dell’ufficio del commissario di- valsassinesi rimasero per secoli legate agli originari signori strettuale di Taceno (29 maggio 1821), Introbio divenne ca- feudali, continuando a versare le proprie quote della deci- poluogo del distretto X (variazioni al compartimento pro- ma generale (Pensa 1974-1977). vinciale di Como 1816-1835). Nel 1263 e ancora nel 1331 (Statuti, Bergamo), la Val- Introbio, comune con convocato, fu comune capoluogo sassina e le Valli Taleggio e Averara, ad essa legate, risulta- del distretto X anche in forza del successivo compartimen- no iscritte nella faggia di porta Sant’Alessandro, pur essen- to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- do effettivamente appartenenti all’arcivescovo di Milano. glio 1844). Dopo la sconfitta dei Torriani, la valle si diede sponta- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Introbio, co- neamente ai Visconti. Alla metà del XIV secolo, tuttavia, mune con convocato generale e con una popolazione di 790 avevano ancora signoria sulla Valsassina gli arcivescovi di abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. Milano, come Roberto Visconti che, in una lettera del 20 febbraio 1355, costituiva un procuratore speciale “ad pe- tendum exigendum et recipiendum a communi hominibus comunità generale della Valsassina. 438 et singularibus personis Vallisassine Bellani Dervii et Mon- sec. XII - 1757 tium Mugiasche Varene et Hesini iurisdictionis archiepi- Con l’estinzione della linea maschile dei conti di Lec- scopatus nostri mediolanensis” quanto dovuto per fitti e de- co nel 975, il contado di Lecco fu smembrato, e il nucleo cime; lo stesso arcivescovo incaricò in seguito un proprio principale venne in possesso dell’arcivescovo di Milano. giusperito “vicario Vallissaxine” di costringere “fictabiles, Mentre alcune delle compagini plebane che lo costituivano decimarii, censuarii et reddituari” insolventi da anni a sal- rimasero sotto il diretto controllo arcivescovile, altre furo- dare i debiti per censi e redditi, da versare alla camera di no subinfeudate, per lo più a vassalli laici, capitani delle Bernabò Visconti. porte di Milano. I Visconti signori di Milano accordarono agli abitanti Nel primo secolo del secondo millennio, l’arcivescovo della Valsassina di vivere secondo i loro antichi statuti, che rinunciò, a favore dei della Torre (Torriani), a un sesto della furono “ordinata et reformata” il 25 novembre 1388 da decima che riscuoteva in Valsassina. Gian Galeazzo Visconti, quale protettore e conservatore Nei due secoli seguenti, accanto all’istituto del feudo, della valle per la chiesa milanese. si andò personalizzando il comune, sia pievano che vicano: A quel tempo la Valsassina aveva, come si è implicita- i due elementi, signorile nel feudo con i suoi poteri, popo- mente accennato, un territorio e una giurisdizione più este- lare nella collettività con le sue remote consuetudini, istitu- sa di quella che ebbe poi nel XVI e nei secoli seguenti, ab-

171 Introbio bracciando a occidente il Monte di Introzzo e a levante la si pubblicava la riforma stessa), composto da alcuni consi- Val Taleggio, la Valtorta, la Val d’Averara. glieri per ciascuna delle quattro squadre che componevano Gli statuti della Valsassina (§ 5), stabilivano che il “vi- complessivamente la Valsassina (squadra del Consiglio, carius sive rector” della Valsassina avesse il potere di nomi- squadra di Mezzo, squadra di Chignolo o Cugnolo, squadra nare suoi vicari “in Talegium et Averariam”, valli comprese dei Monti). Il numero delle comunità (terre o luoghi) com- nel bacino del Brembo che si erano date statuti propri nel ponenti le singole squadre variò nel corso del tempo, tra il 1358, ma erano di fatto associate alla Valsassina, insieme XIV e il XVIII secolo. Alcune delle terre comprese nella alla Valtorta, nel civile e nell’ecclesiastico. Valsassina, come Prato San Pietro, Monte Varrone, Imber- Dopo la pace di Ferrara del 1428, mentre il confine go, Baliate, Bagnala, pur apparendo tra quelle che manda- dell’Adda nel tratto da Calolzio a Trezzo era diventato pra- rono dei procuratori a Milano per dare giuramento di fedel- ticamente definitivo tra ducato di Milano e repubblica di tà al duca Filippo Maria Visconti nel 1415 (Orlandi 1911), Venezia, incertezze erano insorte per quella zona montana non risultano in seguito avere mai formato comunità auto- della giurisdizione valsassinese, oltre che per alcune loca- nome; altre, come Cassine di Maggio e Mezzacca, compa- lità del territorio di Lecco. Le divergenze nascevano da cri- iono solo nelle notificazioni del personale del ducato di Mi- teri di valutazione opposti: i duchi di Milano insistevano lano (compartimento 1751). Allo stesso modo, i diversi che la divisione avesse a base le circoscrizioni giurisdizio- luoghi che uniti costituivano la Valcasargo e il Monte di Va- nali (esistenti “ab immemorabili"), mentre i veneti preme- renna, pur avendo proprie adunanze e talvolta propri uffi- vano per spostare il confine allo spartiacque montano. La ciali, non formarono mai (per quanto si è potuto appurare) prima tesi si fondava sul fatto che la montagna era sempre comunità del tutto separate; sia pure per un tempo limitato, stata fino ad allora considerata un’unità economico-giuridi- invece, le comunità componenti la squadra di Muggiasca si ca senza discriminazione di versanti. Venezia, in ogni caso, ressero autonomamente, tornando definitivamente unite, dichiarò nel 1449 gli abitanti di Acquate, di Ballabio (terri- sotto il comune di Vendrogno, con la riforma del nuovo torio di Lecco) e di alcuni altri luoghi indipendenti dalla estimo alla metà del XVIII secolo. giurisdizione milanese, concedendo agli stessi esenzioni e Il nucleo territoriale originario della Valsassina, costi- sottoponendoli all’autorità del podestà di Bergamo quale tuito intorno al bacino oroidrografico del torrente Pioverna, giudice di seconda istanza. Soltanto nell’agosto del 1456 fu era formato dalle squadre del Consiglio, Mezzo e Chigno- raggiunto un accordo definitivo, con il quale fu stabilito che lo. La squadra dei Monti fu unita probabilmente alla Val- Pizzino, la Valle Averara e la Valtorta rimanessero a Vene- sassina dopo che il rafforzamento politico della comunità zia, cui restava anche quella parte della Val Taleggio sulla di Varenna (alla fine del XII secolo) aveva portato a uno quale la repubblica aveva esercitato dominio fin dalla pace smembramento dell’antica pieve di Varenna, comprendente del 1428. Al duca di Milano restava l’alta Val Taleggio, pre- il Monte omonimo (con Perledo, Regoledo, Bologna, Gisa- cisamente il territorio delle parentele degli Arrigoni, Ro- zio, Gittana, Regolo, Tondello, Vezio) ed Esino, che entra- gnoni, Amigoni, Quarteroni, con le terre di Cantolto, Man- rono appunto a far parte della comunità di valle valsassine- terga, Lavina, Vedeseta, Avolasio, Prato Giugno; restavano se. Il Monte di Introzzo, cioè la parte superiore della Val ancora a Milano Morterone e Brumano, luoghi che sempre Varrone, unita “in spiritualibus” alla pieve di Dervio, appa- avevano fatto parte del territorio di Lecco (Franceschini re giurisdizionalmente legata “in civilibus” alla Valsassina 1937; Brivio 1981). al tempo degli statuti del 1388. Negli estimi del ducato di Le prime righe degli statuti valsassinesi del 1388 di- Milano del 1558, la Montagna d’Introzzo è ancora elencata chiaravano che gli statuti stessi erano stati fatti, oltre che a tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V), anche se fin onor di Dio, della Vergine, dei santi Pietro, Paolo e Ambro- dalla metà del XV secolo risultava formare una giurisdizio- gio e dell’arcivescovo di Milano, “ad bonum et pacificum ne a sè con Corenno e Dorio (Guastella 1936); in un pro- statum communitatis, hominum et singularum personarum spetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et dicte Vallis et Montium predictorum”. Oltre alle norme pe- altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572, nali, civili e amministrative, gli statuti illustravano le forme Monte Introzzo era comunque inserito tra le comunità della del governo locale, improntate a modi di rigorosa democra- riviera di Lecco e non della Valsassina. zia e coesione comunitaria, come è attestato, ad esempio, Alla metà del XVIII secolo, la Valsassina comprendeva dal § 282 “de sustinendo et adiuvando se ad invicem": circa cinquanta terre (o luoghi), che formavano ventotto co- “item statuerunt et ordinaverunt quod communitas totius muni (o comunità), compresi quelli della pieve di Perledo. plebis Vallissaxine et Montium predictorum et omnes alii Fra di loro i comuni (o comunità) erano divisi sia rispetto homines qui sunt in vicinantia cum hominibus ipsius pleba- all’estimo sia al territorio, avendo ciascuno una propria tus et Montium teneantur et debeant bona fide omnibus mo- giurisdizione, propri consoli e sindaci. dis se adiuvare et substinere ad invicem soldum pro soldo, La squadra del Consiglio era composto da cinque co- libram pro libra, pro communibus, secundum modum so- munità, cioè Barzio, Cremeno, Cassina, Moggio, Concene- cietatis, contra omnes personas et communitates qui essent do. vel venirent ad dandum vel faciendum damnum vel detri- mentum alicui ipsius Vallis et Montium, et ita teneantur at- La squadra di Mezzo era composta da nove comunità, tendere et observare et etiam iurare ad invicem bona fide, e cioè Pasturo, Bajedo, Introbio, Vimogno, Barcone, Gerro, sine fraude”. Pessina, Primaluna, Cortabbio. L’ultima edizione degli statuti della Valsassina risale al La squadra di Chignolo era composta da nove comuni- febbraio 1674: il testo ricalcava quello antico, con l’inser- tà, e cioè Cortenova con Prato San Pietro, Bindo, Taceno, zione delle “additiones” posteriori, costituite da riforme e Margno, Vegno, Crandola, Valcasargo, Pagnona, Premana. ordini senatori, liti e sentenze, cioè da tutti quegli atti rite- La squadra dei Monti era composta da sei comunità, e nuti significativi per corroborare lo status privilegiato della cioè Muggiasca, Perledo, Narro, Indovero, Esino superiore valle (Dattero 1997). ed Esino inferiore, Perlasco. Già al tempo della riforma degli statuti della Valsassi- Nel periodo ducale visconteo-sforzesco e anche dopo na, nel 1388, esisteva un consiglio di valle (nel quale anzi l’avvento della dominazione spagnola, la Valsassina godet-

172 Introbio te di una condizione di privilegio giurisdizionale, essendo corrispondeva nulla; la nomina del giudice (podestà) spet- immediatamente soggetta all’autorità sovrana con il trami- tava dal 1647 al feudatario. Nel 1751 era podestà della Val- te della figura del podestà, che era un maggior magistrato, sassina Giacomo Maria Vaccani, che riceveva dalla comu- capace di far valere un criterio di appartenenza personale al nità generale scudi 48 di salario (cioè lire 24 al mese) e lire suo tribunale (a favore di coloro che risiedevano nella valle 72 per la visita delle strade ogni anno, in più riceveva per e vi pagavano le imposte) nei confronti dei magistrati mi- l’assistenza al consiglio generale (una volta all’anno) lire nori, cioè dei giudici feudali. Nella difesa di questa condi- 42, e per la ricognizione delle servitù lire 10. Spese fisse zione si concentrarono quindi gli sforzi del consiglio di val- della comunità generale per l’amministrazione della giusti- le, volti al riconoscimento di un diritto irrevocabile zia erano inoltre il fitto del sito e la manutenzione della all’immediata dipendenza dall’autorità sovrana, con un pri- banca civile di Cortenova, la manutenzione dei mobili vilegio di non infeudabilità. grossi del giudice, la manutenzione del palazzo pretorio di Ai privilegi giurisdizionali si univano quelli fiscali nel Introbio, delle carceri e della casa del baricello (al quale si conferire alla Valsassina una condizione particolare rispet- pagavano lire 63 al mese di salario) e suoi fanti. to alle altre pievi del ducato milanese. La valle infatti “si Gli organi della comunità generale della Valsassina considerava come un territorio separato dalla provincia del erano, come si è detto, il consiglio generale di valle, e inol- ducato”. Questa situazione portava sicuri vantaggi: la valle tre i sindaci generali (già presenti negli statuti del 1388), il si sottraeva al pagamento solidale delle imposte gravanti ragionatto, gli esattori generali, il cancelliere. sulla provincia milanese, perché il suo contingente veniva Ogni terra sottoposta alla comunità generale aveva pro- stabilito a parte. L’estimo di Carlo V non era stato troppo pri organi per l’amministrazione e per la conservazione dei gravoso per le comunità valsassinesi, come era avvenuto beni vicinali: consoli (che prestavano giuramento alla ban- invece per quelle di altre pievi montane, poiché la Valsassi- ca del podestà ad Introbio), sindaci (ai quali, eletti dalle ri- na era stata mantenuta esente per i beni comunali, che co- spettive vicinanze, era demandata la cura dell’ordinaria stituivano circa i 2/3 dei suoi terreni. I valsassinesi ottenne- amministrazione), cancellieri (responsabili della formazio- ro ulteriori alleviamenti delle imposte dirette, considerata ne dei riparti), esattori (che ricevevano l’incarico mediante “la sterilità del loro paese”. L’agricoltura in Valsassina fu, appalto effettuato dal singolo comune). In ogni terra della in effetti, tradizionalmente povera, e mai in grado di soste- Valsassina si formavano quindi le taglie, che venivano poi nere economicamente la popolazione, costringendo una ripartire su ogni “particolare interessato a regola del mag- parte consistente degli uomini in età lavorativa all’emigra- gior o minor estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte zione. La risorsa dell’industria ferriera, che rendeva econo- sopra li focolari, parte sopra il bestiame del luogo, non te- micamente e strategicamente importante la Valsassina per nendosi da tutte (le terre) lo stesso metodo e regola”; in Val- il ducato milanese, godeva parimenti di esenzioni fiscali. sassina non c’era “l’uso di collettare teste vive nè morte, Per quanto riguarda le imposte indirette, la valle anti- meno le bocche, non pagando le femmine carico in detta camente ne era esente, fuorché da quella del sale. Acquista- Valsassina, bastando il carico delle gravi fatiche e lavorerij ta anche quest’ultima nel 1538, la comunità generale dovet- che sono obligate a fare per la mancanza delli Uomini co- te nuovamente sottomettervisi dagli anni ’40 del XVII stretti ad acquistarsi il vitto in paesi esteri, com’è notorio”. secolo, insieme ai dazi del bollino e pane venale. Nel 1751 la comunità generale della Valsassina conta- La crisi finanziaria che colpì la monarchia spagnola va circa 10.706 abitanti “compresi gli assenti” (cioè gli dopo la guerra dei trent’anni spinse lo stato a procedere emigrati) (al momento dell’infeudazione, nel 1647, gli abi- all’infeudazione anche delle terre che in passato ne erano tanti erano 9.488) (Statuti, Valsassina; risposte ai 45 quesi- state esentate. Malgrado le obiezioni, apportate con tenacia ti, Valsassina; regolamento della Valsassina; Arrigoni 1844; dai rappresentanti della comunità generale, i titoli di privi- Arrigoni 1857; Arrigoni 1889; Orlandi 1930A; Orlandi legio della Valsassina non furono ritenuti sufficientemente 1930B; Orlandi 1932; Dattero 1997; Baroncelli 1994; Ba- probanti e il magistrato straordinario decise di passare roncelli 1995; Orlandi 1911; Pensotti 1996; Dattero 1991; all’incanto per l’infeudazione della valle, e il 7 maggio Baroncelli 1993). 1647 Giulio Monti prestò giuramento come feudatario del- la Valsassina. Le pertinenze del feudo riguardavano sola- comunità generale della Valsassina. mente gli introiti dell’esercizio della giustizia feudale, non consiglio generale. 439 essendo annessi al feudo nè dazi nè altre prestazioni. Tutta- sec. XIV - 1757 via, la figura del feudatario si dimostrò tutt’altro che neu- Ogni anno, ordinariamente nel mese di maggio, come si ap- trale, acquistando peso e influenza all’interno della comu- prende dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsassi- nità generale, non da ultimo con l’acquisto di terreni in vari na raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Manzone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti della real luoghi della valle. giunta del censimento nel 1751, si riuniva ad Introbio, nella sala Con evidenza a partire dalla seconda metà del XVII se- maggiore del palazzo pretorio, il consiglio generale della Val- colo, l’amministrazione della giustizia e le risorse comuna- sassina, al quale assistevano il podestà, sedente a mano destra, li restarono monopolio di un’oligarchia locale, formata pre- e il sindaco provinciale, sedente a mano sinistra. Partecipavano valentemente da imprenditori minerari; l’interdipendenza al consiglio generale i sindaci generali e i consiglieri, deputati dalle terre componenti le squadre della valle. Le disposizioni e creatasi tra lo sfruttamento, sovente eccessivo, delle risorse determinazioni date nel consiglio avevano valore universale per forestali (in gran parte comunitarie) e l’industria ferriera, tutta la Valsassina, non avendo il consiglio limitazioni d’autori- tra la povertà del suolo e l’emigrazione, portò a un raffor- tà nelle proprie decisioni. zamento delle famiglie notabili locali a livello economico, In sede di consiglio si davano in primo luogo i conti degli che esercitarono un crescente controllo sull’attività politi- esattori generali, esaminati dal ragionatto generale, che era sa- co-amministrativa dell’intera valle (Dattero 1997). lariato dalla comunità della Valsassina; si passava poi all’ele- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti zione dei nuovi sindaci generali, che, una volta eletti, nello stes- so consiglio prestavano giuramento; infine, erano citati a della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità ge- comparire e a fare le loro difese tutti i rei di pene statutarie (a nerale della Valsassina, compresa nel ducato di Milano, era chi compariva era solito condonarsi la metà della pena), facen- infeudata al cavaliere milanese Paolo Airoldi, al quale non done poi le condanne.

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Oltre ai sindaci generali, ogni anno il consiglio generale eleg- vano ai rendiconti, dovevano provvedere alle piccole spese, geva dodici consiglieri tra “i principali e più assennati deputa- esaminare le condanne del vicario (podestà), esigendo quanto ti”, che, con i sindaci generali e il ragionatto (e insieme al po- dovuto per condanne e imposte; condividevano infine con il destà) formavano la congregazione. giudice della valle la cura del buon andamento morale della po- Incombenze del consiglio e dei sindaci generali erano, tra polazione. l’altro, stabilire il calmiere del pane, provvedere alla riparazio- ne, manutenzione e pulizia delle strade, controllare i pesi e le comunità generale della Valsassina. misure (la bollatura, a norma degli statuti, era compito di un consiglio generale. ragionatto. 444 bollatore pubblico eletto dalla comunità), disporre i pagamenti sec. XIV - 1757 a favore del podestà e fanti, pagare le taglie per le fiere uccise. Il ragionatto era un salariato del consiglio generale della co- munità della Valsassina, al quale spettava esaminare in primo comunità generale della Valsassina. luogo i conti degli esattori generali, presentati ogni anno in con- consiglio generale. campari pro secretis. 440 siglio, per darne eventualmente la liberazione e dar luogo ad un sec. XIV - 1757 nuovo appalto. Partecipava ancora il ragionatto, con i sindaci A norma degli statuti del 1388 il consiglio di valle eleggeva generali e dodici consiglieri, alla congregazione, nella quale si dei campari “deputati pro secretis”, che dovevano svolgere in rendevano i conti dei canepari generali. Al ragionatto, secondo segreto le loro mansioni, ed erano detti anche accusatores o quanto riferisce Michel’Angelo Manzone descrivendo le con- bannitores. Loro compito non era solamente quello di denun- suetudini della Valsassina, venivano pagate lire imperiali 42 ciare i danni arrecati alle campagne o ai boschi, come avveniva all’anno per tenere i libri dei riparti e dei salari, con l’obbligo comunemente per i campari, ma anche, genericamente, ogni in- di tenere tutta la contabilità riguardante la comunità generale. Il frazione degli statuti. ragionatto non veniva rimosso dall’incarico che per demerito. I singoli comuni componenti la comunità generale, o anche privati, potevano eleggere a loro volta propri campari, tenuti a comunità generale della Valsassina. prestare giuramento al podestà di valle prima di poter legalmen- consiglio generale. sindaci generali. 445 te fare denunce. sec. XIV - 1757 Nella riunione annuale del consiglio generale venivano eletti comunità generale della Valsassina. due sindaci generali, la cui nomina spettava alla terre della Val- consiglio generale. congregazione. 441 sassina. Nell’ambito delle squadre valsassinesi vi era una rigida sec. XIV - 1757 distribuzione del diritto di elezione dei sindaci, proporzionata Nel giorno seguente la riunione annuale del consiglio gene- alle imposte versate da ciascuna comunità: a partire dalla som- rale della Valsassina, si riuniva ordinariamente la congregazio- ma di lire 103.1.3 (l’antica quantità della gabella del sale) ad ne, formata dai sindaci generali e dai dodici consiglieri eletti ogni comunità era stata attribuita una quota fissa di imposta, e dai deputati del consiglio, dal ragionatto, e con l’assistenza del in relazione a questa percentuale era stato definito uno schema sindaco provinciale, avanti il podestà. La congregazione aveva con il quale fu stabilito il diritto di elezione del sindaco (Dattero il potere di prendere provvedimenti in favore della valle tanto in 1997). Dei due sindaci, uno doveva essere della squadra di questioni ordinarie che straordinarie, ricevendone la facoltà dal Mezzo o del Consiglio, l’altro della squadra di Chignolo o dei consiglio generale. Nel caso si rendesse necessario, la congre- Monti. gazione si poteva riunire anche più volte l’anno, o a Introbio nel Ammessi nella carica ed approvati dal consiglio generale i palazzo pretorio, o a Cortenova, nella sala d’udienza del tribu- due sindaci, si faceva dare da loro giuramento di ben esercitare nale. la carica, di osservare e di fare osservare le disposizioni degli Nella riunione ordinaria che si teneva il giorno dopo il consi- statuti della Valsassina. glio generale, la congregazione faceva rendere i conti ai cane- I sindaci generali, insieme ai dodici consiglieri eletti in seno pari, che avevano fatto le esazioni e pagato le spese e occorren- al consiglio generale, al ragionatto, al sindaco provinciale (che ze spettanti alla comunità generale, segnandone le liberazioni vi assisteva), al podestà (che presenziava) formavano la congre- (nel caso non fossero in debito) sul libro sul quale erano anno- gazione. Cura dell’amministrazione e vigilanza sugli interessi tati anche i verbali dei consigli e delle congregazioni; era anco- della comunità generale restavano raccomandate specialmente ra la congregazione che stabiliva le spese annuali ordinarie e ai due sindaci, ai quali spettava anche la nomina dei due cane- straordinarie da farsi nella valle, tra cui i pagamenti di salario al pari generali o esattori dei carichi locali, e che per il loro impie- giudice e baricello. go, alla metà del XVIII secolo, riceveveano 10 scudi ciascuno. comunità generale della Valsassina. comunità generale della Valsassina. consiglio generale. consiglio generale. sindaci generali. esattori dei carichi di diaria e camerali. 442 canepari generali. 446 sec. XVI - 1757 sec. XIV - 1757 I carichi fiscali, ripartiti in carichi di diaria e camerale, veni- I carichi locali, detti di canevaria, venivano riscossi da due vano riscossi da due esattori, che il consiglio generale della Val- canepari generali (o esattori generali dei carichi locali), che i sassina deliberava ogni anno per appalto; le somme venivano sindaci generali uscenti della Valsassina deliberavano ogni an- pagate a Milano dagli stessi esattori, a loro rischio e pericolo. no; ai termini già degli statuti valsassinesi del 1388, i canepari L’esattoria veniva propriamente appaltata separatamente: una dovevano essere uno per le squadre di Mezzo e del Consiglio, per le squadre di Mezzo e del Consiglio, l’altra per la squadra l’altro per la squadra di Chignolo e dei Monti; quanto si esigeva di Chignolo e dei Monti. L’incanto della nuova esattoria avve- serviva per le occorrenze della comunità generale, a seconda niva solo dopo che il ragionatto aveva esaminato i conti degli del mandato dato dai sindaci generali; la resa dei conti dei ca- esattori uscenti e ne aveva fatto la liberazione. Sull’incarico di nepari generali si faceva nella congregazione. I canepari riceve- esattore per i carichi regi non si ritrova nulla negli statuti valsas- vano, alla metà del XVIII secolo, un soldo per lira di tutte le sinesi del 1388, non essendo allora la valle soggetta ad alcun somme riscosse; agli stessi spettava un quarto delle somme pro- carico; anche successivamente, quando la Valsassina divenne cedenti dalle condanne comminate ai sensi degli statuti locali. soggetta a Milano, fu sempre tenuta separata l’esattoria dei ca- L’incarico di esattore per i carichi locali fu sempre tenuto sepa- richi regi da quella dei carichi locali. rato da quello per i carichi regi.

comunità generale della Valsassina. distretto della Pioverna. 447 consiglio generale. procuratori. 443 1798 sec. XIV - 1757 Nella comunità generale della Valsassina i procuratori erano Ai sensi della legge istitutiva del dipartimento della due; a norma degli statuti del 1388 erano obbligati a tenere i re- Montagna (legge 5 fiorile anno VI), costituivano il distretto gistri delle spese e degli introiti della comunità (§ 251), assiste- della Pioverna con capoluogo Introbio i comuni di Introbio

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(capoluogo), Baiedo, Barcone, Barzio, Bindo, Casargo, La podestaria della Valsassina si ritrova tra gli elenchi Cassina, Concenedo, Cortabbio, Cortenova, Crandola, Cre- degli offici del dominio sforzesco, nel distretto di Milano meno, Margno, Moggio, Pagnona, Parlasco, Pasturo, Pessi- (negli anni 1450-1500 come “potestaria squadre Cugnoli na, Premana, Primaluna, Taceno, Vimogno. Vallisaxine et de Medio") (Santoro 1948; Santoro1968; ASMi, Uffici regi p.a. cart. 7). Dall’epoca dell’infeudazio- distretto X di Introbio. 448 ne della Valsassina, la nomina del podestà passò di diritto 1821 - 1853 al feudatario, rimanendo inalterata la giurisdizione e gli ob- blighi verso la carica e la comunità generale. L’ufficio del commissario distrettuale con sede a Tace- no venne trasferito a Introbio il 29 maggio 1821 (variazioni pretura feudale della Valsassina. 450 al compartimento provinciale di Como 1816-1835). Il di- stretto X di Introbio comprendeva i comuni con consiglio 1647 - 1774 di Pasturo, Perledo, Primaluna, Vendrogno, e i comuni con Dal 1647, da quando cioè, nonostante le resistenze, la convocato di Baiedo, Barcone, Barzio, Bindo, Casargo, Valsassina dovette subire l’infeudazione, la nomina del po- Cassina, Concenedo, Cortabbio, Cortenova, Crandola, Cre- destà (o pretore, cioè giudice civile e criminale in primo meno, Esino inferiore, Esino superiore, Introbio (capoluo- grado, con giurisdizione su tutte le terre componenti la val- go), Margno, Moggio, Narro, Pagnona, Parlasco, Pessina, le) spettò al feudatario, rimanendo inalterato il territorio Premana, Taceno, Vimogno. della giurisdizione e gli obblighi del giudice verso la carica Nella compartimentazione territoriale delle province e la comunità generale; di proprietà della comunità genera- lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costituivano il di- le restavano la banca civile e criminale. La sede del pode- stretto X di Introbio i comuni con consiglio di Pasturo, Per- stà, come in precedenza, fu a Introbio, dove c’erano il pa- ledo, Primaluna, Vendrogno, e i comuni con convocato lazzo pretorio e le carceri e dove aveva sede il baricello (o Baiedo, Barcone, Barzio, Bindo, Casargo, Cassina, Conce- bargello) con il suo satellizio, composto da quattro fanti; il nedo, Cortabbio, Cortenova, Crandola, Cremeno, Esino in- cancelliere, detto “dell’officio pretorio”, restava in realtà feriore, Esino superiore, Introbio (capoluogo), Margno, investito a nome della comunità generale. Moggio, Narro, Pagnona, Parlasco, Pessina, Premana, Ta- ceno, Vimogno. pretura feudale della Valsassina. baricello. 451 1647 - 1774 L’imperial regio governo, con dispaccio n. 19321/2798 del 1846, notificò l’aulica approvazione per il distacco dei Ufficiale giudiziario della Valsassina era il baricello (o bar- comuni di Esino inferiore, Esino superiore, Perledo, Ven- gello), che si avvaleva di quattro fanti, uno dei quali abitante a Taceno; il baricello e i fanti erano salariati dalla comunità gene- drogno dal distretto di Introbio e per la loro aggregazione a rale, spettando loro lire 63 imperiali al mese di salario; al bari- quello di Bellano, con effetto dal 1 luglio 1846 (notificazio- cello, inoltre, venivano corrisposte lire 4.10 imperiali per gli in- ne 20 giugno 1846). canti che faceva delle esattorie generali nel consiglio generale della valle, una volta all’anno. Compito del baricello e dei fanti podestaria della Valsassina. 449 era, tra l’altro, compiere le intimazioni e le citazioni nell’ambi- to della giurisdizione valsassinese per ordine del podestà, rice- sec. XIV - 1647 vendo per questo compensi diversi a seconda delle terre in cui Il regolamento politico ed economico della Valsassina, eseguivano le notificazioni; eseguivano ancora i fanti qualun- secondo quanto stabilito dagli statuti riformati del 1388, que precetto esecutivo e perquisizione, consegnavano precetti d’apprensione continuativi ed espulsivi, sempre per ordine del era intrinsecamente connesso con la residenza in essa di un podestà o di persone private (con compensi in conseguenza di- giudice, che amministrava la giustizia civile e criminale e versificati); invece per le relazioni fatte ai notai della Valsassina rappresentava in essa l’autorità superiore. A norma degli o per le intimazioni eseguite su ordine dei sindaci generali o statuti, il giudice (podestà o pretore) al principio del suo uf- della comunità generale, i fanti erano tenuti e rendere gratis le ficio (stabilito dal XV al XVIII secolo in un biennio) era te- loro prestazioni. nuto a giurare in presenza del popolo che avrebbe governa- pretura feudale della Valsassina. to il pubblico e ciascuna persona con buona fede, che cancelliere dell’officio pretorio. 452 avrebbe reso esatto conto di ogni cosa che avrebbe trattato, 1647 - 1774 che avrebbe difeso e mantenuto i diritti e le ragioni della valle, nel rispetto del disposto degli statuti. Compiti del po- Il cancelliere dell’officio pretorio (o attuario), che restava in- vestito a nome della comunità generale della Valsassina, pro- destà erano far rendere conto agli esattori dei loro maneggi prietaria della banca civile e criminale, era obbligato a scrivere, in seno al consiglio generale, fare sgomberare dalla neve le a tenore dei capitoli d’investitura che ogni biennio i sindaci ge- strade d’inverno e visitarle tutte due volte all’anno, visitare nerali gli facevano redigere, tutte le ordinazioni fatte dal consi- almeno una volta al mese i prestini e le osterie, vigilando glio generale e dalla congregazione, senza mercede, e che gli sulla buona qualità e peso del pane, assistere inoltre al con- erano dettate dal sindaco provinciale. siglio generale e a ogni congregazione (sia a Introbio sia a Nella cancelleria del pretorio, a Introbio, aveva sede l’archi- Cortenova), stabilire, unitamente ai sindaci generali, le vio della valle, che conservava tutte le scritture concernenti la comunità generale; le tre chiavi dell’archivio erano tenute una pene pecuniarie per quei delitti denunciati dai consoli puni- dal sindaco provinciale, le altre due dai sindaci generali. bili a norma degli statuti senza processo. Due volte alla set- timana, cioè martedì e giovedì (come stabilito da lettere di Valsassina. 453 approvazione del senato milanese del 18 novembre 1575 e 10 febbraio 1578), doveva portarsi da Introbio, dove c’era 1757 - 1797 il palazzo pretorio sua residenza, a Cortenova, tenendovi Con il compartimento territoriale dello stato di Milano giudizio per le due squadre “in dentro” della Valsassina, (editto 10 giugno 1757) costituivano la Valsassina, parte del cioè Chignolo e Monti. Ancora stabilivano gli statuti che ducato di Milano, le comunità di Bajedo; Barzio; Barcone tutte le denunce portate nelle terre della valle non dovesse- con Gerro; Bindo; Casargo con Somadino e Codesino; Cas- ro essere sottoposte ad altro giudizio che a quello del loro sina; Concenedo; Cortabbio; Corte Nova con Prato San pretore. Pietro; Crandola con Vegno; Cremeno; Esino superiore;

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Esino inferiore; Introbbio con Monte Varrone; Margno con in precedenza “ma però a proporzione dell’estimo nuovo di Bagnala; Moggio; Narro con Indovero; Pagnona; Parlasco; ciascuna terra”; il consiglio eleggeva inoltre dodici consi- Pasturo; Perledo con Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gitta- glieri (tre per ciascuna squadra), che con i sindaci provin- na, Cestaglia, Tondello, Regolo e Vezzio; Pessina; Prema- ciali nuovi e scaduti, il ragionatto e due cancellieri forma- na; Primaluna; Taceno; Vimogno; Vendrogno con Bruga, vano la congregazione, convocata dinnanzi al podestà il Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira, Insesio e Sanico. giorno seguente alla riunione del consiglio, in via ordinaria, Con la riforma del nuovo estimo attuata nel ducato di e in via straordinaria ogni volta che ne riceveva la facoltà Milano alla metà del XVIII secolo, alla Valsassina fu rico- dal consiglio. nosciuto un livello di governo della comunità locale supe- Nella sessione ordinaria la congregazione riceveva i riore a quello previsto dall’editto 30 dicembre 1755: conti di quanto pagato ai due canepari o esattori dei carichi fatte le debite considerazioni sul regolamento e con- provinciali e locali, eletti dai sindaci provinciali uno per le suetudini con i quali si governava anticamente la comunità squadre di Mezzo e del Consiglio, l’altro per le squadre di generale della Valsassina con le terre che la componevano, Chignolo e dei Monti; il controllo del loro operato spettava e dopo averne sentito i rappresentanti, la real giunta del parimenti ai sindaci provinciali. I sindaci non potevano de- censimento, con facoltà conferita da sua maestà l’impera- liberare se non in casi eccezionali spese straordinarie per la trice Maria Teresa, duchessa di Milano, diede esecuzione comunità, potendo prendere tali determinazioni solamente agli ordini di riforma del governo locale della Valsassina la congregazione, radunata in via straordinaria. con un apposito editto (editto 16 settembre 1757). Il criterio Podestà, sindaci provinciali e ufficiali continuavano a fondamentale sul quale si poggiava la riforma era quello di percepire le solite onoranze, diritti e facoltà. rendere l’amministrazione della comunità generale il più L’archivio per la custodia delle scritture e libri della co- uniforme possibile al sistema del nuovo censo. Le ordina- munità generale continuava ad essere nella cancelleria del zioni richiedevano inviolabile osservanza, restando le leggi pretorio a Introbio; dei due cancellieri, deputati alla conser- statutarie e le consuetudini subordinate all’editto di rifor- vazione delle scritture comunali di tutte le terre della Val- ma. sassina, uno avrebbe dovuto risiedere a Introbio, l’altro a L’articolazione territoriale della Valsassina in quattro Taceno. squadre, già presente negli statuti di valle del XIV secolo, Nel 1771 il totale degli abitanti della Valsassina, con- veniva mantenuta, concordemente al prospetto approntato teggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “compren- dal sindaco provinciale Michel’Angelo Manzone (Regola- denti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, frati, mento della Valsassina). monache) e nati nel 1771” - era di 10.482 unità (statistica Nonostante nel nuovo estimo le terre (comuni) della delle anime 1771). Valsassina fossero singolarmente divise, ciascuna con la In base al compartimento territoriale della Lombardia propria rappresentanza a norma della riforma del 30 dicem- austriaca (editto 26 settembre 1786), la Valsassina, inserita bre 1755, i comuni avrebbero dovuto costituire insieme una nella provincia di Como, comprendeva le comunità di società per i bisogni reciproci, con la possibilità di ripartire Bajedo; Barzio; Barcone; Bindo; Casargo con Somadino e in base all’estimo le imposte locali (diverse e distinte dal Codesino; Cassina; Concenedo; Cortabbio; Corte Nova carico dell’imposta universale e da quella della provincia con Prato San Pietro; Crandola con Vegno; Cremeno; Esino del ducato) derivanti dalle spese occorrenti alla valle. Ogni superiore; Esino inferiore; Gerro; Introbbio con Monte comune avrebbe dovuto registrare la propria quota tra le Varrone; Margno con Bagnala; Moggio; Narro con Indove- proprie spese locali, avendo cura l’esattore comunale di pa- ro; Pagnona; Parlasco; Pasturo; Perledo con Bologna, Ghe- gare i debiti al tempo opportuno al caneparo della valle. sazio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, Tondello, Regolo e Il consiglio generale della valle (o convocato generale Vezzio; Pessina; Premana; Primaluna; Taceno; Vimogno; di valle) doveva essere formato dai primi deputati dell’esti- Vendrogno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Coma- mo di ciascuna delle terre componenti la Valsassina (in as- sira, Inesio e Sanico. senza del primo interveniva il secondo, e in assenza di que- Nel 1791 la Valsassina comprendeva le ventisette co- sti, il terzo), non potendosi ammettere al consiglio di valle munità previste dall’editto del 1757 (Barcone e Gerro for- chi fosse debitore della comunità generale o chi avesse con mavano un’unica comunità), che costituivano il distretto II essa lite pendente o non avesse reso conti di amministrazio- di Taceno della provincia di Milano (compartimento 1791). ne; il suddetto consiglio doveva amministrare la comunità generale, conservando le sue precedenti autorità, prerogati- arch. regolamento dei boschi 1764: “Regolamento per i bo- ve e funzioni che non fossero incompatibili con il sistema schi comunali della Valsassina”, 14 luglio 1764, ASMi, Censo p.a., cart. 2.154; regolamento della Valsassina: del nuovo censo; l’amministrazione corrente toccava a tre “Stato, e Regolamento presentaneo della Comunità gene- sindaci provinciali: il primo, vitalizio, avrebbe esercitato rale della Valsassina Ducato di Milano, raccolta dal Sig. per la Valsassina l’ufficio di “vocale” nella congregazione Dottor Michel’Angelo Manzone Sindico Provinciale del ducato, gli altri due, annuali, potevano però essere con- della medesima”, (sec. XVIII), ASMi, Censo p.a., cart. fermati. 2.154; riforma della Valsassina 1757: “Riforma del go- Ordinariamente il consiglio generale si doveva convo- verno della Valsassina prescritta dalla real giunta del care nel mese di maggio ad Introbio, con l’assistenza del nuovo censo per rendere l’amministrazione d’essa più podestà e dei sindaci provinciali. Il consiglio generale rice- uniforme che sia possibile al sistema di detto censo”, veva i conti degli esattori generali dei carichi regi (uno per (1757), ASMi, Censo p.a., cart. 2.154; supplica 1771: “Riflessi sopra la vociferazione di aggregazione della le squadre di Mezzo e del Consiglio, l’altro per le squadre giurisdizione”, (Valsassina), 7 luglio 1771, ASMi, Censo di Chignolo e dei Monti), potendo essere prorogati, se il p.a., cart. 2.154. cancelliere della comunità ne avesse fatto la liberazione, legisl. Statuti, Valsassina: Statuta civilia et criminalia commu- passando altrimenti l’incarico ad un nuovo incanto. Il con- nitatis Vallissaxinae (1388); editto 16 settembre 1757: siglio generale, a tenore degli statuti, doveva procedere alle Riforma dell’amministrazione e governo di Valsassina condanne, e in seguito all’elezione dei due sindaci provin- (16 settembre 1757); dispaccio 9 aprile 1781: Conferma ciali annuali, ancora a turno tra le squadre, come avveniva dei privilegi della Valsassina (9 aprile 1781); dispaccio

176 Introzzo

31 marzo 1784: Conferma dei privilegi della Valsassina riparti e i quinternetti per l’esazione delle taglie, con salario (31 marzo 1784). di lire 10 annue. Nel 1751 la comunità di Introzzo contava bibl. Arrigoni 1844: Giuseppe Arrigoni, Notizie storiche del- 110 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Introzzo). la Valsassina e delle terre limitrofe dalla più remota età fino all’anno 1844, Introbio, Editrice “Il Piccolo”, 1844; comune di Introzzo. 455 Arrigoni 1857: Giuseppe Arrigoni, Documenti inediti 1757 - 1797 riguardanti la storia della Valsassina, Milano, Pirola, 1857; Arrigoni 1889: Giuseppe Arrigoni, Notizie stori- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano che della Valsassina con appendice di Luigi Arrigoni, (editto 10 giugno 1757), il comune di Introzzo faceva parte Lecco, Fratelli Grassi, 1889; Baroncelli 1993: Enrico della pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco, nel Baroncelli, Il mito della povertà in Valsassina, “Archivi ducato di Milano. di Lecco”, 1993; Baroncelli 1995: Enrico Baroncelli, La valle del ferro. Le inchieste sulle comunità, “Archivi di Nel 1771 il totale degli abitanti di Introzzo, conteggiati Lecco”, 1995; Dattero 1991: Alessandra Dattero, L’am- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 129 unità (sta- ministrazione della giustizia in Valsassina nel XVIII sec., tistica delle anime 1771). “Archivi di Lecco”, 1991; Dattero 1997: Alessandra In base al compartimento territoriale della Lombardia Dattero, La famiglia Manzoni e la Valsassina. Politica, austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Introzzo economia e società nello Stato di Milano durante l’Anti- apparteneva alla pieve di Dervio, compresa nella riviera di co Regime, Milano, Franco Angeli, 1997; Orlandi 1911: Lecco, nella provincia di Como. Andrea Orlandi, La rocca di Bajedo in Valsassina, Lec- co, Magni, 1911; Orlandi 1930A: Andrea Orlandi, Me- Nel 1791 Introzzo venne inserita, con le altre comunità morie di Pasturo e Baiedo in Valsassina1930, manoscrit- delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di to presso il museo civico di Lecco; Orlandi 1930B: Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). Andrea Orlandi, Taceno e la sua parrocchia, Lecco, Ti- pografia dell’orfanotrofio, 1930; Orlandi 1932: Andrea comune di Introzzo. 456 Orlandi, Le famiglie della Valsassina, Lecco, La Grafica, 1798 - 1809 1932; Pensotti 1996: Rosalba Pensotti, Uno sguardo all’economia del primo Quattrocento in Valsassina dagli Il comune di Introzzo, in forza della ripartizione del di- atti del notaio Pastore della Chiesa, “Archivi di Lecco”, partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu 1996; Statuti, Valsassina: Statuta civilia et criminalia compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- communitatis Vallissaxinae, Mediolani, Ex typographia lano. Ludovici Montiae, 1674. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Introzzo fu inserito nel distretto III di Bellano. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- INTROZZO terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Introzzo era uno dei comuni che costituivano il distretto IV comune di Introzzo. 454 di Lecco del dipartimento del Lario. sec. XIV - 1757 Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Comune del Monte di Introzzo, anticamente parte della bre 1802, il comune di Introzzo venne ricollocato nel IV di- Valsassina, indi della riviera di Lecco (pieve di Dervio). stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei Nel corso del 1415, i procuratori delle singole terre distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di componenti la Valsassina, tra cui Introzzo, furono chiamati III classe con 121 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filippo 1803). Maria Visconti (Orlandi 1911). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Introzzo della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di venne ad appartenere al cantone III di Bellano del distretto Introzzo, compresa nella pieve di Dervio e nella riviera di IV di Lecco: comune di III classe, contava 603 abitanti. Lecco e parte del Monte di Introzzo, era infeudata a Ercole A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Sfondrati, conte della riviera (con il titolo di “signore” sul mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Introzzo figu- Monte di Introzzo), al quale pagava annualmente “il quinto rava, con 126 abitanti, comune aggregato al comune deno- meno del quarto” di lire 121.44.6, “ché tutto quello che minativo di Sueglio, nel cantone V di Bellano del distretto porta il corpo di Mont’Introzzo sono 224.7 ”, come da III di Menaggio; fu confermato frazione di Sueglio con il istromento rogato il 3 aprile 1644 da Giorgio Serponti no- successivo compartimento territoriale del dipartimento del taio di Milano. Per le cause criminali la comunità dipende- Lario (decreto 30 luglio 1812). va dal podestà feudale di Bellano, al quale pagava un sala- rio di lire 12.19.3 annue, per le civili dal luogotenente comune di Introzzo. 457 feudale di Bellano, residente a Vestreno, dove teneva udien- za due giorni la settimana (mercoledì e sabato). 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, amministrativa, il comune aveva un consiglio generale o in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- adunanza di tutti i vicini, ed eleggeva ogni anno all’incanto bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune un sindaco (con le funzioni anche di esattore, “per antica di Introzzo fu inserito nel distretto IX di Bellano. costumanza"), al quale restava raccomandata l’amministra- Introzzo, comune con convocato, fu confermato nel di- zione del patrimonio pubblico, oltre alla cura dei libri e stretto IX di Bellano in forza del successivo compartimento scritture, delle quali rendeva conto al termine del mandato; territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio al cancelliere, allora residente a Dervio, spettava formare i 1844).

177 La Cassina

Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Introzzo, co- LA STRETTA mune con convocato generale e con una popolazione di 214 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. comune di La Stretta. 460 sec. XIV comunità del Monte di Introzzo. 458 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di sec. XIV - 1757 Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- cho de la Stretta” (compartizione delle fagie 1346). Il Monte di Introzzo, cioè la parte superiore della Val Nella notificazione del personale del ducato di Milano Varrone, fu sempre unita “in spiritualibus” alla pieve di (compartimento 1751), Molino Stretta era elencato come Dervio, mentre appare giurisdizionalmente legata “in civi- cassinaggio del comune di Lomagna, nella pieve di Missa- libus” alla Valsassina alla metà del XIV secolo (come Mon- glia. te di Dervio) e al tempo degli statuti del 1388. Negli estimi del ducato di Milano del 1558, la Monta- gna d’Introzzo è ancora elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V), anche se fin dalla metà del XV secolo LAORCA risultava formare una giurisdizione a sè con Corenno e Do- rio, nel distretto di Como (Guastella 1936). comune di Laorca. 461 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sec. XIV - 1757 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, Monte Introzzo era comunque inserito tra le Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- comunità della riviera di Lecco e non della Valsassina. nità della pieve di Lecco. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Il Monte di Introzzo costituì dal 1537 una parte del cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Orca (Laorca) contado della riviera. risulta inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Alla metà del XVIII secolo, il Monte di Introzzo era Lecco (estimo di Carlo V). costituito da comunità tra loro separate, cioè Dorio, Vestre- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti no Sueglio, Introzzo, Tremenico, Aveno aventi in comunio- della real giunta del censimento, nel 1751 Laorca era uno ne solo il bosco di Valliscione (preteso anche dalla comuni- dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, tà di Colico e attribuito al comune di Dorio dopo una lunga che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- lite nel 1755). feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi arch. risposte ai 45 quesiti, Introzzo: “Introzzo, Riviera di comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- Lecco, Pieve di Dervio. Risposta de quesiti della Real reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il Giunta fatta da Giuseppe Anganuzzi cancelliere della resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- soddetta comunità”, 2 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale 3.030; supplica 1751: “Supplica di Sueglio, Vestreno, di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva Introzzo, Dorio e altri luoghi adiacenti, perché nella for- mazione del nuovo censimento non venga fatto pregiudi- in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- zio all’antichissimo possesso di far legna e fieno, pasco- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al lar bestie e fare ogni altra cosa a piacer loro nei pascoli e console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- boschi denominati di Valliscione”, 13 gennaio 1751, servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- ASMi, Catasto, cart. 3.030. zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo bibl. Borghi 1981B: Angelo Borghi, Le comunità della Val Varrone e gli apporti culturali al patrimonio artistico particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria delle chiese, “Archivi di Lecco”, 1981. e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- LA CASSINA forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- comune di La Cassina. 459 neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Laorca fu aggre- gato Malvero. sec. XV - sec. XVI Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni comune di Laorca. 462 ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 1757 - 1797 ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nel compartimento territoriale dello stato di Milano di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Laorca con Malvero Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- faceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Cassina Lecco, nel ducato di Milano. (Beretta 1972). Nel 1771 il totale degli abitanti di Laorca, conteggiati In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 630 unità (sta- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- tistica delle anime 1771). lente al 1572, era compresa anche La Cassina, nella pieve In base al compartimento territoriale della Lombardia di Brivio. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Laorca

178 Lecco con Malvero apparteneva alla pieve di Lecco, compresa LAVELLO nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. Nel 1791 Laorca venne inserita, con le altre comunità comune di Lavello. 465 delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- sec. XIV stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- mento 1791). Nel 1331 (statuti, Bergamo) faceva capo alla “facta” di Porta Sant’Alessandro; in età veneta invece il Da Lezze lo comune di Laorca. 463 descriveva come contrada del comune di “Corte et Foppe- 1798 - 1815 nico” (Da Lezze 1596). Il comune di Laorca con Malvero, in forza della ripar- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capo- luogo Lecco. LECCO In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Laorca con Malve- comune di Lecco. 466 ro fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. sec. XIV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Laorca con Malvero era uno dei comuni che costituivano il della real giunta del censimento, nel 1751 Lecco era uno distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi bre 1802, il comune di Laorca con Malvero venne ricollo- comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- cato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- comune di III classe con 607 abitanti, nel 1803 (elenco dei nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale comuni 1803). di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Laorca vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al con Malvero venne ad appartenere al cantone I di Lecco del console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 676 servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- abitanti. zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria nominativo di Laorca, con una popolazione di 1.440 abi- e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- Ballabio inferiore, Ballabio superiore, Laorca e uniti, era zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- inserito nel cantone I di Lecco del distretto IV di Lecco, nel tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). quale fu confermato con il successivo compartimento terri- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- toriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- comune di Laorca. 464 neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Lecco fu aggrega- 1816 - 1859 to Pescarenico. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- comune di Lecco. 467 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune 1757 - 1797 di Laorca con Malvero fu inserito nel distretto XI di Lecco. Con il dispaccio governativo 14 marzo 1822 n. 4641/668 fu Nel compartimento territoriale dello stato di Milano autorizzata la sostituzione, nel comune di Laorca, del con- (editto 10 giugno 1757), il comune di Lecco con Pescareni- siglio comunale al convocato generale (variazioni al com- co era centro dell’omonima pieve, compresa nella riviera di partimento provinciale di Como 1816-1835). Lecco, nel ducato di Milano. Laorca con Malvero, comune con convocato, fu con- Nel 1771 il totale degli abitanti di Lecco, conteggiati in fermato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.412 unità (sta- compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- tistica delle anime 1771). cazione 1 luglio 1844). In base al compartimento territoriale della Lombardia Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Laorca con austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Lecco la frazione Malvero, comune con consiglio comunale senza con Pescarenico apparteneva alla pieve di Lecco, compresa ufficio proprio e con una popolazione di 967 abitanti, fu in- nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. serito nel distretto X di Lecco. Nel 1791 Lecco venne inserita, con le altre comunità bibl. Sella 1996: Domenico Sella, Un villaggio industriale delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- nell’Italia del sedicesimo secolo: Laorca, “Archivi di stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- Lecco”, 1996. mento 1791).

179 Lecco comune di Lecco. 468 timento del Lario (decreto 30 luglio 1812) il comune deno- 1798 - 1815 minativo di Lecco con le frazioni aggregate di Lecco, Acquate, Belledo e uniti, Castello, Chiuso e uniti, Germa- Il comune di Lecco con Pescarenico, in forza della ri- nedo, Olate e uniti, San Giovanni alla Castagna, Rancio e partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile uniti, Pescate e uniti era sempre capoluogo del cantone I anno VI), fu stabilito capoluogo del dipartimento e del di- del distretto IV. stretto I del Caldone. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge comune di Lecco. 469 5 vendemmiale anno VII), il comune di Lecco con Pescare- 1816 - 1859 nico fu inserito nel distretto III del Lago come capoluogo. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), il bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune comune di Lecco con Pescarenico era capoluogo del di- di Lecco con Pescarenico divenne capoluogo del distretto stretto IV del dipartimento del Lario. XI. Con il dispaccio governativo 14 marzo 1822 n. 4641/ Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- 668 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di Lecco, del partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- consiglio comunale al convocato generale. bre 1802, il comune di Lecco con Pescarenico venne ri- Per l’accresciuta popolazione, Lecco fu dichiarato co- collocato nel III distretto ex milanese come capoluogo mune di II classe agli effetti del decreto 14 luglio 1807 e (quadro dei distretti 1802), e come tale fu confermato, co- della governativa circolare 19 aprile 1828 n. 10945/577, mune di III classe con 1.543 abitanti, nel 1803 (elenco dei come al rapporto fattone dall’imperial regia delegazione il comuni 1803). 3 ottobre 1828 (n. 21627/2208) (variazioni al comparti- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- mento provinciale di Como 1816-1835). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Lecco Lecco con Pescarenico, comune con consiglio, fu con- con Pescarenico divenne capoluogo del cantone I del di- fermato capoluogo del distretto XI di Lecco in forza del stretto IV: comune di III classe, contava 1.866 abitanti. successivo compartimento territoriale delle province lom- Dopo la promulgazione delle norme sull’aggregazione barde (notificazione 1 luglio 1844). dei comuni di II e III classe (decreto 4 luglio 1807), fu ap- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Lecco con la prontato un primo progetto per la concentrazione dei comu- frazione Pescarenico, comune con consiglio comunale con ni del dipartimento del Lario (progetto di concentrazione ufficio proprio e con una popolazione di 5.192 abitanti, fu 1807), in base al quale il nuovo comune denominativo di inserito nel distretto X della provincia di Como come co- Lecco avrebbe aggregato i comuni di Lecco e uniti, Castel- mune capoluogo. lo e uniti, San Giovanni alla Castagna. In data 10 dicembre 1807, il prefetto del Lario inoltrò le proprie riflessioni sul comunità generale di Lecco. 470 progetto, soffermandosi in particolare sulla situazione del sec. XIII - 1757 comune di Lecco, proponendo che venisse costituito in co- mune di II classe, con l’aggregazione di Acquate, Belledo, Con l’estinzione della linea maschile dei conti di Lec- Chiuso, Germanedo, Olate. “Lecco - scriveva il prefetto - co nel 975, il contado di Lecco fu smembrato, e il nucleo sede di una viceprefettura, di un Tribunale di prima istanza, principale venne in possesso dell’arcivescovo di Milano. oltre la Giudicatura di Pace, di una Cancelleria censuaria, Mentre alcune delle compagini plebane che lo costituivano di un comandante d’armi, stazione di tappa assai frequen- furono subinfeudate, altre rimasero sotto il diretto controllo tata, emporio di rilevante commercio, centro di varj attigui arcivescovile. comuni soliti far capo a Lecco per quasi tutti gli oggetti Quella dell’arcivescovo di Milano su Lecco fu una si- pubblici e privati (richiedeva) per tutti i titoli una figura più gnoria di fatto, costituitasi per consuetudine e usurpazione, decorosa, una consistenza più piena, e maggiori risorse am- poiché gli arcivescovi non ottennero mai dagli imperatori ministrative. L’esercizio della polizia comunale, assai ac- una formale investitura (Meles 1994-1995). cresciuto dalle recenti disposizioni, la vigilanza annonaria, Atti redatti tra l’XI e il XII secolo confermarono la giu- la pubblica istruzione, tutto sarebbe assistito a proporzione risdizione degli arcivescovi sulla corte di Lecco; anche il dei bisogni più volte rappresentati da quel Comune, stato castello rimase sotto la soggezione dell’arcivescovo, che vi sottoposto finora ad una troppo notabile sproporzione tra i teneva un palazzo e una guarnigione. L’interesse strategico pesi, ed i mezzi”. Le rettifiche proposte portarono nel suc- del luogo vincolò Lecco alle vicende politiche della città di cessivo anno alla stesura di un nuovo progetto (progetto di Milano. Nel periodo di trapasso verso il regime comunale, concentrazione 1808), che trovò, con varianti, esecuzione Lecco rimase fortemente soggetta a Milano; nel 1252 con l’anno seguente: a seguito dell’aggregazione dei comuni una supplica i consoli e i consiglieri del comune di Lecco del dipartimento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il si dichiaravano pronti ad osservare gli ordini dell’arcive- comune denominativo di Lecco, con una popolazione di scovo e del podestà di Milano pur di non essere ulterior- 6.439 abitanti complessivi e comprendente i comuni aggre- mente vessati. E’ dunque da ritenersi che l’erezione in co- gati di Lecco e uniti, Acquate, Belledo e uniti, Castello, mune di Lecco (comprendente tanto il territorio interno che Chiuso e uniti, Germagnedo, Olate e uniti, San Giovanni quello esterno rispetto alle mura del castello) sia avvenuta alla Castagna, Rancio e uniti, era a capo del cantone I del tardivamente, forse quando i Torriani, divenuti signori di distretto IV. La situazione non poteva però dirsi consolida- Milano, considerono i lecchesi, insieme ai valsassinesi, più ta: infatti, nel 1811 (progetto di concentrazione 1811) e con alleati che soggetti, per averli vicini e sicuri nella lotta con- il successivo compartimento territoriale del dipartimento tro i Visconti. La denominazione di “borgo” per Lecco del Lario (decreto 30 luglio 1812), fu bensì confermata la comparve solo nel tardo medioevo, a denunciare il carattere suddivisione in cantoni del distretto IV di Lecco, ma con fortificato del centro abitato, nel quale, va altresì notato, il aggiustamenti nella concentrazione dei comuni denomina- governo fu sempre di carattere aristocratico, con diritti ere- tivi: con il successivo compartimento territoriale del dipar- ditari.

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Gli statuti della comunità di Lecco, risalenti al XIV se- cato”, e come tale veniva descritta “nell’istrumenti anti- colo, distinguevano gli abitanti del borgo di Lecco dai “ca- chi”, avendo un proprio sindaco provinciale; soffriva tutta- stellani”, cioè gli abitanti del contado di Lecco raggruppati via “un straordinario agravio d’esser nello stesso tempo nelle vicinanze, che erano sottoposti all’onere della “castel- considerato per estraducato rispetto a’ dazij che s’impon- lanza” (Losa 1994). gono all’estraducato, non ostanti le reiterate instanze fatte Negli statuti di Lecco, oltre a essere delineate le proce- a supremi tribunali per l’opportuna dichiarazione se Lecco dure giudiziarie e le forme del governo locale, si trovano debba essere ducato o estraducato”. Organi della comunità brevissimi accenni su quella che dovette essere l’originaria generale erano il consiglio generale, i deputati generali, il organizzazione del territorio plebano. Accanto al borgo e al notaio cancelliere, il ragionatto, il caneparo generale. castello, i vici compresi nella giurisdizione di Lecco ne co- Tutti i venti comuni componenti la comunità generale stituivano appunto delle vicinanze (e come tali si trovano avevano il loro consiglio particolare, sindaco, console e ancora citate in atti del XVI secolo) ripartite in squadre, propri deputati; ogni comune aveva inoltre il suo particola- successivamente individuate come “comuni”, perché inte- re esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria e censo, statarie ciascuna di una quota della tassa sul sale, e aventi e le spese locali spettanti al singolo comune, oltre alle spese di conseguenza un estimo proprio. Nel territorio di Lecco, della comunità generale. tuttavia, la conservazione unitaria dei beni comuni, al con- Nel 1751 la comunità generale di Lecco contava circa trario di quanto accadde in Valsassina, si protrasse inaltera- 5.200 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Lecco). ta per tutto l’antico regime, fino alla divisione attuata tra il 1806 e il 1823 (Borghi-Benini 1975; Pensa 1974-1977; comunità generale di Lecco. Borghi 1978). consiglio generale. 471 sec. XIV - 1757 Ripetutamente, tra il XVI e il XVIII secolo, i reggenti di Lecco avanzarono la tesi che un eventuale smembramen- Cento uomini di Lecco, non minori di anni diciotto ("metà del borgo e metà del castello"), ne costituivano il consiglio ge- to dell’unitaria comunità pievana tra il borgo di Lecco, o nerale, secondo il disposto degli statuti locali (Statuti, Lecco). comunità intrinseca (rispetto alle mura del castello), e il re- Il consiglio, convocato a suono di campana, poteva deliberare sto del territorio, o comunità estrinseca, sarebbe risultata di su qualunque negozio interessante la comunità di Lecco. La ca- grande vantaggio a entrambe le parti. L’idea però andò rica di consigliere era ereditaria in linea maschile; solo nel caso sempre fallita, per le continue liti insorte tra le comunità. non vi fosse discendenza, la possibilità di elezione tornava al Nel 1614 fu infine giurata solennemente un’unione perpe- consiglio generale, che nominava il nuovo consigliere dalla stessa squadra di quello decaduto. Per la durata di sei mesi il tua del borgo con le comunità della pieve. consiglio poteva commettere le proprie funzioni ad un consi- La comunità generale di Lecco fu sempre considerata, glio formato da ventiquattro persone tratte dal consiglio gene- all’interno del ducato di Milano, “per un corpo solo ed uni- rale. Spettava al consiglio generale, per il tramite dei suoi con- co composto dalle terre suoi membri, governata dal consi- siglieri, eleggere due sindaci (che restavano in carica un anno e glio generale composto da’ rispettivi consiglieri di tutte le dovevano mantenere i beni e difendere i diritti della comunità), quattro uomini “pro faciendo concordiam”, uno o più barverii, terre”, le quali benché avessero “separata la loro quota di ambasciatori. A norma degli statuti, due volte all’anno (alle ca- sale ed in conseguenza di estimo”, furono ritenute “in soli- lende di gennaio e il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista), do” nel corpo della comunità generale “per maggior sicu- il consiglio generale eleggeva gli officiali del comune, estratti a rezza del Reggio interesse” (supplica 1753). sorte tra i cento consiglieri stessi. La comunità generale si av- valeva inoltre di quattro servitori, che ricevevano dal podestà o Secondo quanto si desume dagli estimi del ducato di suo vicario la facoltà di citare qualunque persona. Milano del 1558 facevano parte del territorio di Lecco (in- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta serito tra le comunità della riviera di Lecco) i comuni di del censimento sembra di poter desumere che, tra XVII e XVIII Acquate, Ballabio, Belledo, Consiglio, Bonacina, Castello, secolo, nonostante gli statuti trecenteschi venissero tradotti in Chiuso, Gazzanico, Rancio, Brumano, Mazanico, Mortero- volgare senza variazioni nel 1669, il sistema e gli organi ammi- no, Volate, Zermagnedo (estimo di Carlo V). nistrativi della comunità di Lecco siano andati incontro ad una progressiva semplificazione: il consiglio generale rimaneva Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti l’organo deliberante della comunità generale; prendeva ancora della real giunta del censimento, nel 1751 costituivano la provvedimenti che riguardavano “il corpo universale” di tutto il comunità generale di Lecco diciannove comunità ovvero territorio di Lecco; deliberava l’imposta di tutte le spese locali venti comuni riuniti in un solo corpo ma “fra loro separati generali; sindacava sulle controversie e ragioni di confine tra i per ragione di quota”, e cioè Lecco, Pescarenico, Acquate, diversi comuni, ma come propri uffciali aveva solo dei deputati Ballabio inferiore, Ballabio superiore, Belledo, Maggiani- generali, il notaio cancelliere, il ragionatto, il caneparo genera- le. Il consiglio restava formato nel 1751 e “sopra memoria co, Barco, Brumano (il quale aveva “a sè come contiguo d’homini” da trenta consiglieri, nonostante che gli antichi sta- aggregato il comune di Forensi di Folpiano territorio berga- tuti (§ 75-76) prescrivessero il numero di cento, “ascrivendosi masco"), Castello, Chiuso, Germanedo, Laorca, Mortero- quel vuoto alla mancanza di soggetti”. Questi consiglieri, alla ne, Rancio, Olate, San Giovanni alla Castagna, Malvero, metà del XVIII secolo, venivano eletti a vita dai rispettivi co- Pomerio, allora infeudati al conte Marcellino Airoldi e sot- muni, e una volta morti il diritto passava ai discendenti (§ 36) to un solo giudice (podestà) feudale residente a Lecco, maschi di età superiore ai diciotto anni; in assenza di discen- Gian Francesco Annone, che riceveva un salario lire 504 denza o in caso di emigrazione permanente del consigliere, il diritto dell’elezione ritornava al comune che originariamente annue. l’aveva designato. Presso la banca criminale del podestà di Lecco presta- vano giuramento i consoli dei comuni componenti la comu- comunità generale di Lecco. nità generale. consiglio generale. deputato generale. 472 sec. XVII - 1757 I confini tra i diversi comuni erano “confusi per non es- sere mai stati divisi li terreni”, e rimaneva soltanto separato Nella comunità generale di Lecco, l’amministrazione e la conservazione del patrimonio pubblico restava incarico del de- l’estimo, “godendo per il resto promiscuamente le venti co- putato generale, il quale alla scadenza del suo ufficio ne rendeva munità le proprietà comunali”. La comunità generale di conto al consiglio generale; nei comuni componenti la comuni- Lecco veniva considerata “sottoposta alla provincia del du- tà generale gli stessi compiti spettavano ai sindaci, con in più

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l’incombenza di vigilare sulla giustizia dei pubblici riparti; il taglione a Lecco e uno in Valsassina, un altro nella riviera deputato generale era esentato da questo onere in quanto il ser- (che formavano la I legione). Tra Valassina e pievi di Og- vizio di esattoria si appaltava singolarmente dai diversi comuni, giono, Garlate e Brivio furono costituite due legioni. Esito e non unitariamente dalla comunità generale. più difficile si ebbe nella pieve di Agliate (dove l’opposi- comunità generale di Lecco. zione del clero, deputati dell’estimo, fattori, nobili si dimo- consiglio generale. notaio cancelliere. 473 strò netta) e nella pieve di Missaglia (dove furono formate sec. XVII - 1757 rispettivamente una e quattro compagnie). Nella squadra di La cura delle pubbliche scritture nella comunità generale di Nibionno il popolo, istigato dai maggiorenti, stracciò i ruoli Lecco restava raccomandata al notaio cancelliere, residente in di tre delle quattro compagnie che erano state formate. Lecco, dove si trovava l’archivio o stanza pubblica a tal effetto I sindaci delle tre comunità di Vercurago, Valderve, So- destinata, costruita appositamente circa verso l’anno 1730. Il cancelliere riceveva quale emolumento lire 26 annue più lire 3 masca si opposero ai reclutamenti, avendo affermato la loro per gli avvisi di ogni consiglio, oltre a quello che gli era dovuto contrarietà all’aggregazione al dipartimento della Monta- per l’estrazione degli atti e ordinanze e loro autenticazione, o gna. per l’attività di assistenza da lui prestata per la preparazione Una volta scelta Lecco come capoluogo del diparti- delle cedole degli incanti di censo e caneparia generale. mento, fu chiesto ai rappresentanti della comunità generale comunità generale di Lecco. le case nelle quali si potessero insediare gli uffici diparti- consiglio generale. officiali del comune. 474 mentali, mandando, per norma, una nota con la specifica- sec. XIV - sec. XVI zione dei vani occorrenti. I locali, indicati con circolare Secondo gli statuti trecenteschi di Lecco, confermati nella dell’8 pratile (27 maggio) erano: 1. per l’amministrazione traduzione in volgare del 1669 (quando forse era già in atto dipartimentale: aula per cinque individui, stanza per il se- quella semplificazione della struttura amministrativa della co- gretario, stanza per l’ufficiale protocollista, stanza per ar- munità generale testimoniata dalle risposte fornite nel 1751 ai chivio, cassa, un’anticamera e una o due stanze di più in 45 quesiti della real giunta del censimento), il consiglio gene- caso di bisogno d’altri impiegati; 2. per la municipalità di- rale eleggeva due volte all’anno (alle calende di gennaio e il 24 partimentale: aula per nove persone, stanza per segretario, giugno) gli officiali della comunità, estratti a sorte tra i cento consiglieri. stanza per archivio, un’anticamera e due o tre stanze come Il gruppo degli officiali comprendeva in primo luogo quattro sopra; 3. per il tribunale dipartimentale: quattro sale per i consoli, che dovevano presenziare a due a due a tutti gli incanti contraddittori con anticamera possibilmente comune, anti- per dazi ed altre entrate della comunità ed intervenire a ogni camera alle due aule grandi per le sessioni pubbliche, due consiglio in cui si decideva di qualche negozio interessante la aule piccole per gli scrutini segreti, ritirata, due stanze comunità di Lecco; alle calende di gennaio e il 24 giugno i quat- grandi ed in difetto tre di mediocre grandezza per tenere i tro consoli nuovi e i quattro consoli vecchi eleggevano insieme cancellieri, commessi e scrittori, ritirata, protocollo degli due notari, che dovevano scrivere tutte le decisioni e provisioni del comune, comprese le annotazioni di entrate e spese; quattro esibiti, archivi. ragionatti ("due intrinseci e due estrinseci della terra") anche Alla vigilia dell’inaugurazione del dipartimento, conti- loro validi per sei mesi e responsabili della contabilità di chiese nuavano le divergenze sulla scelta dei locali, sulla bontà de- e ospedale; i consoli infine erano tenuti ad eleggere i campari, gli amministratori dipartimentali, sull’insieme dell’azione che duravano in carica fino a San Martino, con il compito di no- e dell’opera svolta dai rappresentanti della comunità gene- tificare ai notai della comunità ogni persona o bestia che arre- casse danno a piante e colture. rale. Il direttorio esecutivo della repubblica decise di man- Gli altri officiali del comune erano due procuratori; quattro dare il commissario degli alloggi Biumi per mettere d’ac- estimatori, che provvedevano a stimare beni mobili e immobili cordo le parti e scegliere i locali; in seguito venne inviato il o danni; il caneparo delle entrate ordinarie, il caneparo condem- commissario organizzatore Ottavio Mozzoni, con istruzio- nationum, il caneparo della Chiesa di San Nicola, il caneparo ni pubbliche e segrete e una cassa di leggi e proclami. Al della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, il caneparo della suo arrivo, il Mozzoni si abboccò con le autorità esistenti: chiesa di Sant’Egidio e dell’ospitale di San Giacomo: ogni ca- pretore, comandante della piazza, rappresentanti della co- neparo doveva rendere conto, al termine del mandato semestra- le, di tutti gli affari condotti e amministrati, delle entrate e delle munità generale, rappresentanti di Lecco. spese deliberate nel suo ufficio. Con proclama 10 termidoro anno V (28 luglio 1797) fu installata l’amministrazione centrale del dipartimento. Su- dipartimento della Montagna. 475 bito dopo, il Mozzoni fece pubblicare le leggi contro il con- 1798 trabbando delle granaglie e sull’ufficio provvisorio di con- Alla vigilia della creazione della repubblica cisalpina, ciliazione, e consegnò agli amministratori i proclami e le i rappresentanti della comunità generale di Lecco, pressati leggi che aveva portato. dal comandante militare francese di Lecco, Chatelat, si di- Il giorno dopo fece pubblicare varie disposizioni: misero. Il 9 giugno 1797 ne furono eletti altri, per rappre- sull’organizzazione del dipartimento, sull’esecuzione sentare la comunità generale alla festa federativa del 9 lu- dell’atto costituzionale, sul metodo da seguire nella pubbli- glio in Milano. Non avendo però ottenuto giustizia nella cazione delle leggi; invitò poi i municipali e i rappresentan- vertenza che li opponeva al comandante francese, presenta- ti delle comunità del distretto. Il commissario organizzato- rono a loro volta le dimissioni, ma furono tenuti in carica. re segnalò al direttorio esecutivo, con note nelle quali poter Per la legge 21 messidoro anno V (9 luglio 1797) fu scegliere i sostituti, i rinuncianti alle cariche di agenti e ag- stabilito che le amministrazioni comunali esistenti doves- giunti municipali, per decrepitezza o incapacità. sero restare in carica fino all’installazione delle municipa- Il 3 fruttidoro anno V (20 agosto 1797) Leopoldo Stau- lità prescritte dalla costituzione. renghi fu nominato commissario del potere esecutivo pres- Con il proclama 6 pratile anno V (25 maggio 1797) era so tutti i corpi amministrativi del dipartimento. stata istituita la guardia nazionale, fissata con il piano del Gli amministratori centrali, informando il ministro seguente 7 pratile (26 maggio), con lo scopo di mettere a dell’interno di avere dato disposizioni per l’attivazione dei disposizione delle amministrazioni dipartimentali una for- registri dello stato civile alle municipalità di Lecco e Cas- za armata per gli eventuali bisogni: fu organizzato un bat- sano, chiedevano come regolarsi per i comuni dove non

182 Lecco c’erano municipalità costituzionali. Il ministro consigliò di I distretti però, escluso Lecco, non avevano municipa- affidarne l’attivazione ai deputati dell’estimo sotto la dire- lità. L’amministrazione centrale, nove mesi dopo la sua in- zione dei cancellieri del censo. stallazione, non aveva autorità nè giurisdizione effettiva La municipalità aveva l’incarico di amministrare i beni che nel capoluogo, ed anche qui più come emanazione po- e i redditi del comune, regolare le spese, dirigere i lavori a litica che amministrativa. Nel territorio del dipartimento carico del comune, mantenere la polizia locale e tutelare mancavano del tutto gli organi costituzionali, le ammini- specialmente la proprietà, la sicurezza e la tranquillità delle strazioni locali continuavano come prima del 1797. strade, delle piazze e dei luoghi pubblici; rilasciava i passa- Una gerarchia amministrativa fu fissata soltanto con la porti, teneva i registri dello stato civile, vigilava sulle pri- legge 26 pratile anno VI (14 giugno 1798): per tali disposi- gioni e sulle opere pie. Per mandato dell’amministrazione zioni, la municipalità doveva rivolgersi agli amministratori dipartimentale, ripartiva le contribuzioni, le riscuoteva e centrali e al commissario del potere esecutivo (salvo il caso versava il contenuto alla cassa, dirigeva i lavori pubblici, che si volesse reclamare contro di loro: allora potevano ri- ispezionava gli stabilimenti di utilità pubblica, vigilava sul- volgersi direttamente al direttorio esecutivo); gli ammini- la conservazione della proprietà nazionale e curava l’istru- stratori centrali corrispondevano con i ministri, secondo la zione pubblica. materia, e con il commissario del potere esecutivo; il com- missario del potere esecutivo corrispondeva con i l diretto- Con decreto di Bonaparte 19 brumale anno VI (9 no- rio esecutivo e con i ministri. vembre 1797) fu nominato il corpo legislativo del diparti- mento della Montagna. I cancellieri del censo, allora ancora in carica a tutti gli effetti, corrispondevano con tutte le autorità come organi- Per arginare i disordini sorti nel territorio di tutta la re- smi indipendenti. pubblica, il 10 nevoso anno VI (30 dicembre 1797) furono Il 15 fruttidoro anno VI (1 settembre 1798) fu pubbli- istruite sei commissioni criminali di alta polizia, la seconda cata la nuova costituzione (costituzione 15 fruttidoro anno delle quali, con residenza a Bergamo, aveva giurisdizione VI), elaborata a Parigi e inviata a Milano per la formale ap- sui dipartimenti del Serio, Montagna, Adda e Oglio. Queste provazione e l’immediata attuazione; nella nuova divisione commissioni ebbero un ordinamento concreto il 9 ventoso della repubblica in dipartimenti (legge 19 fruttidoro anno anno VI (27 febbraio 1798): ne fu stabilita la durata in sei VI) il dipartimento della Montagna veniva soppresso e mesi, ed entrarono in vigore in marzo con la nomina dei smembrato tra i dipartimenti del Serio, Adda e Oglio, Olo- giudici. na. Il 7 piovoso anno VI (26 gennaio 1798) fu nominato il Le sorti del dipartimento della Montagna erano proba- personale dirigente del tribunale dipartimentale, mentre bilmente già segnate alla nascita: il dipartimento non era con la con legge 20 germinale anno VI (9 aprile 1798 ven- che una semplice circoscrizione amministrativa e giudizia- nero fissati i tribunali dipartimentali e i circondari che dai ria sovrapposta idealmente alle precedenti province, che medesimi dipendevano. continuavano di fatto a esistere nella maggior parte dei loro Con decreto 22 fiorile anno VI (11 maggio 1798) ven- organi, impedendo alle nuove circoscrizioni di avere ade- nero nominati i giudici dipartimentali, i loro supplenti e i renza con il territorio, giacché le tasse e le imposte veniva- giudici di pace. Tra i mesi di piovoso e ventoso anno VI no ancora riscosse e devolute a Como, Milano, Bergamo. (febbraio 1798) vi fu il cambio nella presidenza dell’ammi- In quanto agli organi, i cancellieri del censo restavano nistrazione centrale, gli amministratori presentarono le li- alla diretta dipendenza delle direzioni generali del censo; i ste quadruple per l’elezione degli agenti e aggiunti munici- deputati dell’estimo continuarono in quasi tutto il territo- pali nei distretti del dipartimento (escluso Valtaleggio). rio; nei limiti delle antiche giurisdizioni rimasero anche i La delimitazione dei confini del dipartimento e la sua pretori, ai quali furono aggiunti i conciliatori. Una sostan- distrettuazione erano ancora allo studio: il Mozzoni aveva ziale differenza nel governo si vide solo nel capoluogo, lasciato due elenchi delle comunità, uno manoscritto e uno dove venne insediata l’amministrazione dipartimentale e ai stampato; quest’ultimo prevedeva un distretto di Introbio deputati dell’estimo fu sostituita la municipalità, sotto il con le valli Torta, Taleggio e Averara e un distretto di So- controllo del potere esecutivo. La vera novità, tangibile in masca e luoghi adiacenti, con popolazione di 10.000 abi- tutto il territorio dipartimentale, fu costituita dall’aggravio tanti; nell’elenco manoscritto si trovava il distretto di Valle fiscale e dalla politica di spoliazione verso gli istituti eccle- San Martino, con 11.000 abitanti e quello di Valle Imagna, siastici, che suscitò ribellioni e sentimenti ostili tra la popo- con le valli Torta, Taleggio e Averara, con 15.000 abitanti. lazione (Guastella 1937). I chiarimenti richiesti al direttorio esecutivo erano rimasti Ai sensi della legge istitutiva (legge 5 fiorile anno VI), lettera morta; gli amministratori dipartimentali, tuttavia, il dipartimento della Montagna, con capoluogo Lecco, era avevano compilato e inviato una distrettuazione accompa- stato articolato nei distretti del Caldone, con capoluogo gnata da un tipo e da una relazione del Ticozzi, nella quale Lecco, della Pioverna, con capoluogo Introbio, della Rivie- rilevavano le incertezze dei confini con il dipartimento del ra, con capoluogo Bellano, dei Laghi, con capoluogo Og- Serio e con quello dell’Olona. giono, dell’Adda superiore, con capoluogo Brivio, del Piè dei Monti, con capoluogo Missaglia, della Molgora, con Solamente il 17 ventoso anno VI (7 marzo 1798) il capoluogo Vimercate, di Cassano sopra Adda, con capoluo- gran consiglio approvò la distrettuazione del dipartimento go Cassano. della Montagna, ma il decreto fu rimandato indietro perché le comunità di Valmadrera, Belledo, Maggianico, Barco e dipartimento della Montagna. Chiuso, poste nel distretto di Lecco, figuravano anche in al- distretto del Caldone. 476 tri distretti, cioè Valmadrera in quello di Oggiono e le altre 1798 nel distretto di Brivio; inoltre non erano segnate le comuni- Ai sensi della legge istitutiva del dipartimento della Monta- tà di Olginate e di Colmine. Il decreto fu modificato e ap- gna (legge 5 fiorile anno VI), costituivano il distretto del Caldo- provato il 5 fiorile anno VI (24 aprile 1798): con esso i con- ne con capoluogo Lecco i comuni di Lecco (capoluogo), Sala, fini del dipartimento venivano fissati in modo tassativo. Acquate, Castello, Germanedo, Galbiate, Laorca, Olginate,

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Olate, Rancio, San Giovanni alla Castagna, Belledo, Ballabio Giovanni alla Castagna, Abbadia, Linzanico, Lierna, Man- inferiore, Ballabio superiore, Chiuso, Piazzo, Pescate, Malgra- dello, Olcio, Rongio, Somana (quadro dei distretti 1802); te, Valderve, Valmadrera, Garlate, Somasca, Vercurago, Abba- in esecuzione del circolare dispaccio 24 dicembre 1803 co- dia, Linzanico, Mandello, Rongio, Somana, Olcio. stituivano il distretto di Lecco i comuni di III classe di Ac- quate, Ballabio inferiore, Ballabio superiore, Brumano, distretto III del Lago. 477 Castello, Chiuso, Germanedo, Lecco (capoluogo), Laorca, 1798 - 1801 Morterone, Olate, Rancio, San Giovanni alla Castagna, Ab- Con la legge di divisione del dipartimento del Serio badia, Linzanico, Lierna, Mandello, Olcio, Rongio, Soma- (legge 5 vendemmiale anno VII), il distretto III del Lago na, Vassena (elenco dei comuni 1803). con capoluogo Lecco figurava composto dai comuni di Lecco (capoluogo), Sirone, Garbagnate Monastero, Molte- distretto IV di Lecco. 480 no, Annone, Oggiono, Imberido, Vergano, Olginate, Garla- 1805 - 1815 te, Bartesate, Galbiate, Sala, Civate, Valmadrera, Pescate, Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Malgrate, Ballabio inferiore, Ballabio superiore, Belledo, gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il distretto IV di Lec- San Giovanni alla Castagna, Rancio, Olate, Laorca, Ger- co era articolato nei cantoni I di Lecco, II di Taceno, III di manedo, Castello, Acquate, Abbadia, Linzanico, Mandello, Bellano, IV di Asso, V di Oggiono, VI di Santa Maria Hoè, Rongio, Somana, Olcio, Lierna, Brumano, Morterone, El- VII di Missaglia. lo, Moggio, Cassina, Cremeno, Concenedo, Barzio, Pastu- Dopo la promulgazione delle norme sull’aggregazione ro, Bajedo, Introbio, Vimogno, Chiuso, Pessina, Primaluna, dei comuni di II e III classe (decreto 4 luglio 1807), fu ap- Cortabbio, con una popolazione complessiva di 28.300 abi- prontato un primo progetto per la concentrazione dei comu- tanti. ni del dipartimento del Lario, ritornato alla direzione gene- rale dell’amministrazione dei comuni a Milano dal prefetto distretto IV di Lecco. 478 del Lario il 30 novembre del 1807 (progetto di concentra- 1801 - 1802 zione 1807). In data 10 dicembre dello stesso anno, il pre- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- fetto inoltrò le proprie riflessioni, soffermandosi in partico- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), lare sulla situazione del comune di Lecco; il 13 dicembre costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del rimise la ristampa del piano di concentrazione, con quelle Lario i comuni di Lecco, Acquate, Belledo, Castello, Chiu- “emende che la massima diligenza gli aveva suggerito”, in- so, Germanedo, Laorca, Olate, Rancio, San Giovanni alla teressanti in particolare il cantone di Bellano. Le rettifiche Castagna, Ballabio superiore, Ballabio inferiore, Malgrate, proposte portarono nel successivo anno alla stesura di un Pescate, Valmadrera, Civate, Sala, Galbiate, Bartesate, nuovo progetto (progetto di concentrazione 1808), al quale Garlate, Olginate, Vergano, Imberido, Oggiono, Annone, seguirono ulteriori variazioni nella compartimentazione Molteno, Garbagnate, Sirone, Abbadia, Linzanico, Man- dei comuni di Paderno, Verderio, Imbersago, Robbiate, dello, Rongio, Somana, Olcio, Lierna, Brumano, Mortero- Calco, Mondonico, Casirago, Monticello, Casate Nuovo, ne, Ello, Moggio, Cassina, Cremeno, Concenedo, Barzio, Sabbioncello, Cernusco Lombardone, Merate. Il progetto Pasturo, Baiedo, Introbio, Vimogno, Pessina, Primaluna, di aggregazione trovò esecuzione l’anno seguente: a segui- Cortabbio, Dervio, Bellano, Colico, Bindo, Casargo, Co- to dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario renno, Cortenova, Dorio, Esino superiore, Esino inferiore, (decreto 4 novembre 1809), costituivano il distretto IV di Introzzo, Margno, Narro, Colico, Olgiasca, Perlasco, Pa- Lecco i cantoni I di Lecco, II di Introbio, III di Asso, IV di gnona, Premana, Perledo, Sueglio, Tremenico, Taceno, Oggiono, V di Merate, VI di Missaglia. La situazione non Crandola, Varenna, Vendrogno, Vestreno, Brivio, Imbersa- poteva però dirsi consolidata: infatti, nel 1811 (progetto di go, Sartirana, Sabioncello, Bagaggera, Calco, Olgiate, Ce- concentrazione 1811) e con il successivo compartimento reda, Bernaga, Mondonico, Crippa, Perego, Rovagnate, territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio Santa Maria Hoè, Airuno, Aizuro, Cagliano, Cologna, Na- 1812), fu bensì confermata la suddivisione del distretto IV va, Tegnone, Biglio, Dozio, Valgreghentino, Capiate, Con- di Lecco nei cantoni I di Lecco, II di Introbio, III di Asso, sonno, Dolzago, Asso, Scarenna, Barni, Magreglio, Calio, IV di Oggiono, V di Merate, VI di Missaglia, ma con aggiu- Canzo, Carella, Mariaga, Caslino, Cassina Mariaga, Ca- stamenti nella concentrazione dei comuni denominativi. stelmarte, Lasnigo, Longone, Onno, Valbrona, Pagnano, distretto IV di Lecco. cantone I di Lecco. 481 Penzano, Proserpio, Rezzago, Sormano, Visino, Pusiano, 1805 - 1809 Bosisio, Cesana, Suello, Rogeno, Casletto, Mojana, Trego- lo, Brenno, Missaglia, Nibionno, Centemero, Bulciago, Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel regno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il cantone I di Lecco del di- Barzago, Veduggio, Colzano, Capriano, Cassago, Cremel- stretto IV di Lecco comprendeva ventitre comuni di III classe la, Renate, Oriano, Barzanò, Sirtori, Viganò, Cazzano, (per un totale di 12.894 abitanti), e cioè Acquate, Ballabio su- Monticello, Casirago, Besana, Valle, Villa Raverio, Civen- periore, Ballabio inferiore, Belledo, Brumano, Castello, Chiu- na, Limonta, Vassena, Arcellasco, con un totale di 75.417 so, Lecco (capoluogo), Germanedo, Laorca, Morterone, Olate, abitanti. Rancio, San Giovanni alla Castagna, Abbadia, Lierna, Linzani- co, Mandello, Olcio, Rongio, Molteno, Somana, Vassena. distretto III di Lecco. 479 distretto IV di Lecco. cantone I di Lecco. 482 1802 - 1805 1809 - 1815 Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- A seguito dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Lario (decreto 4 novembre 1809), il cantone I di Lecco del di- stretto IV di Lecco risultava costituito dai comuni di Lecco (ca- bre 1802, il distretto III ex milanese con capoluogo Lecco poluogo), Brumano, Laorca, Mandello, Morterone, Olcio, con comprendeva i comuni di Acquate, Ballabio inferiore, Bal- una popolazione di 12.182 abitanti. labio superiore, Brumano, Castello, Chiuso, Germanedo, Con il successivo compartimento territoriale del dipartimen- Lecco (capoluogo), Laorca, Morterone, Olate, Rancio, San to del Lario (decreto 30 luglio 1812, il cantone I di Lecco venne

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suddiviso nei comuni denominativi di Lecco (capoluogo), Bru- podestaria di Lecco. 486 mano, Laorca, Mandello, Morterone, Lierna. sec. XIV - sec. XVI distretto XI di Lecco. 483 Secondo gli statuti di Lecco risalenti al XIV secolo, 1816 - 1853 tradotti in volgare nel 1669 (quando il diritto di nomina del podestà era ormai passato al feudatario), il podestà o rettore Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, della terra e districtus di Lecco, il suo vicario e i suoi colla- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- terali dovevano giurare per i sacri vangeli e sopra gli statuti bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il distretto di Lecco, nel momento di entrare in carica, nelle mani di XI di Lecco comprendeva i comuni di Abbadia, Acquate, uno dei consoli o notai della comunità, in seno al consiglio Ballabio superiore, Ballabio inferiore, Belledo, Castello, della comunità stessa. Il podestà doveva reggere, custodire Chiuso, Germanedo, Laorca, Lecco (capoluogo), Lierna, e difendere il comune e l’università di Lecco, ogni singola Linzanico, Mandello, Morterone, Olate, Olcio, Rancio, persona in Lecco e nel suo districtus, amministrando il di- Rongio, San Giovanni alla Castagna, Somana, Vassena. ritto e la giustizia; il podestà era tenuto ad abitare nel palaz- Nella successiva compartimentazione delle province zo della comunità e non poteva pretendere di ricevere altre lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costituivano il di- somme al di fuori di quanto gli era stabilito per salario; non stretto XI di Lecco i comuni con consiglio di Abbadia, Ac- doveva assentarsi, ed era tenuto a salire al banco della giu- quate, Laorca, Lecco (capoluogo), Linzanico, Mandello, stizia due volte al giorno nei giorni non festivi (secondo Rongio, e i comuni con convocato di Ballabio inferiore, quanto previsto dagli statuti di Milano). Ballabio superiore, Belledo, Castello, Chiuso, Germanedo, Il podestà e i consoli della comunità di Lecco elegge- Morterone, Olate, Olcio, Rancio, San Giovanni alla Casta- vano i giudici di pace, che, con il podestà stesso, si adope- gna, Somana, Vassena. ravano per “suscitare la concordia delle parti”. distretto X di Lecco. 484 I servitori della comunità ricevevano dal podestà o suo 1853 - 1859 vicario la facoltà di citare qualunque persona. Il notaio forense o attuario civile e criminale era tenuto Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), costituivano a scrivere tutti i processi e le scritture fatte presso il pode- il distretto X di Lecco il comune capoluogo di Lecco, con stà. consiglio comunale con ufficio proprio, i comuni con con- siglio comunale senza ufficio proprio di Abbadia, Acquate, La podestaria di Lecco si ritrova tra gli offici del domi- Barzio, Laorca, Lierna, Linzanico, Mandello, Pasturo, nio sforzesco, dalla fine del XV all’inizio del XVI secolo, Rongio, e i comuni con convocato generale di Baiedo, Bal- sia sotto il distretto di Como sia sotto quello di Milano labio superiore, Ballabio inferiore, Belledo, Cassina, Ca- (Santoro 1948; Santoro1968). stello, Chiuso, Concenedo, Cremeno, Germanedo, Mog- Da quando la comunità generale di Lecco venne infeu- gio, Morterone, Olate, Olcio, Rancio, San Giovanni alla data, il diritto di nomina del podestà di Lecco (rimanendo Castagna, Somana, Vassena; la popolazione dell’intero di- sostanzialmente invariati i suoi doveri verso la comunità, la stretto era di 23.956 abitanti. sua giurisdizione, il complesso delle sue competenze) pas- sò al feudatario. pieve di Lecco. 485 sec. XIV - 1757 pretura feudale di Lecco. 487 Con l’avvento della dominazione viscontea sul territo- 1647 - 1774 rio lariano, il governo di Milano si servì delle pievi come La pieve di Lecco, infeudata ad intervalli tra il XV e il circoscrizioni amministrative, per la ripartizione e la ri- XVI secolo ai Vimercati, ai Moroni, ai Medici, infine dal scossione delle imposte e dei dazi, e come circoscrizioni 1647 al conte Marcellino Airoldi, era sottoposta alla giuri- giudiziarie, alle quali era preposto un podestà, che rappre- sdizione del feudatario, tramite un ufficiale (il podestà o sentava in esse l’autorità superiore dello stato. Nei secoli pretore); tale giurisdizione era, nella classe civile come in XV e XVI il feudo di Lecco con il castello subì diverse vi- quella criminale, limitata ai soli abitanti rurali del feudo, cende e fu ad intervalli dei Vimercati, dei Moroni, dei Me- essendone esentati i massari dei nobili e dei cittadini mila- dici. Lecco con il suo territorio fu infeudata nel 1647 al nesi (non i semplici braccianti), soggetti immediatamente conte Marcellino Airoldi. Con l’infeudazione, il diritto di al maggior magistrato (giudice regio), competente del resto nomina del podestà passò al feudatario. in tutti i casi di controversia tra sudditi e feudatario. La giu- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Lecco con risdizione feudale era però di sola prima istanza, essendo i comuni di Acquate, Ballabio, Belledo, Consiglio, Bonaci- ammesso, nelle cause civili, il ricorso al giudizio del savio na, Castello, Chiuso, Gazzanico, Rancio, Brumano, Maza- (dottore collegiato). Era sufficiente che nelle cause crimi- nico, Morterono, Volate, Zermagnedo compresi nel suo ter- nali fosse coinvolta anche una sola persona estranea alla ritorio risultava inserita tra le comunità della riviera di giurisdizione feudale perché tutto il processo fosse devolu- Lecco (estimo di Carlo V). to al magistrato regio competente. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Le cause del censo, per i contenziosi tra fisco e feuda- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- tari o tra feudatari, furono originariamente di competenza lente al 1572, era compresa anche Lecco. del tribunale dei due magistrati delle rendite ordinarie e Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di straordinarie della camera (appellabili al senato di Milano), Milano tra XVI e XVIII secolo è costantemente ricordato in seguito del supremo consiglio d’economia; spettavano a anche quello della pieve di Lecco. questo tribunale anche le interpretazioni dei privilegi, delle La giurisdizione della pieve di Lecco fu territorialmen- costituzioni, le dispense dalle disposizioni dei testatori, de- te coincidente con quella della comunità generale; omolo- gli statuti (locali) e delle stesse costituzioni (milanesi); go al termine di pieve di Lecco era quello di territorio di spettava ancora a questo tribunale vigilare sulla condotta di Lecco. tutti i giusdicenti (transunto 1771).

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Il ruolo della pretura comprese stabilmente il podestà, lano, diede esecuzione agli ordini di riforma del governo locale l’attuario (responsabile della stesura degli atti processuali), di Lecco con un apposito editto (editto 19 dicembre 1757). Il il bargello, con due fanti alle sue dipendenze. criterio fondamentale sul quale si poggiava la riforma era quel- lo di rendere l’amministrazione della comunità generale il più uniforme possibile al sistema del nuovo censo. Le ordinazioni riviera di Lecco. 488 richiedevano inviolabile osservanza, restando le leggi statutarie sec. XVI - 1757 e le consuetudini subordinate all’editto di riforma. Il 23 ottobre 1537 Mandello con Varenna, Bellano, La composizione territoriale della comunità generale dopo l’editto di riforma ricalcava quella della pieve di Lecco appro- Dervio, Corenno e Monte Introzzo e le loro pertinenze fu- vata con la compartimentazione del 1757. rono erette in contado (contado della riviera), con la ragio- Nonostante le terre (comuni) componenti la comunità gene- ne di tenere un mercato settimanale in Mandello (il feudo rale avessero mappe e tavole del nuovo estimo separate, e no- fu devoluto nel 1788) (Casanova 1904). nostante in ogni comune sussistesse una particolare rappresen- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 la riviera di tanza e deputazione per il governo comunale (prevista dalla Lecco comprendeva Lecco con i comuni del suo territorio, riforma del 30 dicembre 1755), i comuni avrebbero formato fra di loro una società per i bisogni reciproci, con la previsione di Bellano e sue ville, Varenna, Bellano, Dervio, Corenno, un’imposta propria della comunità generale, diversa e distinta Mandello, Lierna, Vassena, e inoltre le terre di Valsolda e dall’imposta universale e dall’imposta della provincia del duca- Porlezza (estimo di Carlo V). to, gravante sui fondi estimati. Per la riscossione dell’imposta In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato locale, ciascuna comunità si sarebbe addossata una quota in di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- proporzione dei rispettivi estimi, registrandone l’ammontare tra lente al 1572, erano comprese nella riviera di Lecco Man- le proprie spese locali; l’esattore comunale avrebbe avuto cura di pagare al tempo debito al caneparo del territorio di Lecco tut- dello, Bellano, Varenna, Corenno, Monte Introzzo, Dervio, to il contingente della spesa. Dorio, Valsolda, Osteno, La Cima, Porlezza. Il consiglio o convocato generale del territorio di Lecco sa- Nell’indice delle notificazioni del personale del ducato rebbe stato composto dai primi quattro estimati del territorio di Milano (compartimento 1751), formavano la riviera di stesso, dal deputato vocale nella congregazione del ducato Lecco le pievi e valli di Bellano, Dervio, Lecco, Mandello, (eletto di tempo in tempo in rappresentanza del territorio dal Porlezza, Valsassina e Perledo, Valtaleggio. sindaco della comunità generale), e dai primi deputati dell’esti- mo di ciascuna delle terre componenti il territorio di Lecco. Il deputato vocale e i primi quattro estimati avrebbero avuto riviera di Lecco. 489 la facoltà di farsi sostituire per l’intervento alle unioni del con- 1757 - 1797 siglio generale, purché i sostituti fossero possessori estimati del Nel compartimento territoriale dello stato di Milano territorio di Lecco, che non avessero incapacità legali e che non fossero di condizione servile. (editto 10 giugno 1757) costituivano la riviera di Lecco, I primi deputati dell’estimo di ciascuna comunità, nel caso parte del ducato di Milano, le pievi di Bellano, Dervio, Lec- che non potessero intervenire ai consigli, potevano essere sosti- co, Mandello, Porlezza, Varenna. tuiti dal secondo, e, in mancanza del primo o del secondo, dal Nel 1771 il totale degli abitanti della riviera di Lecco, terzo. conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- Al consiglio generale non si sarebbe potuto ammettere chi prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, fosse debitore della comunità generale o chi avesse con essa liti frati, monache) e nati nel 1771” - era di 17.961 unità (stati- pendenti o chi non avesse reso i conti di amministrazione ri- stica delle anime 1771). guardanti la comunità. Il consiglio generale avrebbe continuato ad amministrare la In base al compartimento territoriale della Lombardia comunità generale con le facoltà solite, convocato ordinaria- austriaca (editto 26 settembre 1786), la riviera di Lecco, mente alla fine di ottobre o al principio di novembre di ciascun comprendente le pievi di Bellano, Dervio, Lecco, Mandel- anno, e in via straordinaria secondo le urgenze. Nel consiglio, lo, Porlezza, Varenna, fu inserita nella provincia di Como. il caneparo generale del territorio di Lecco avrebbe reso i conti Nel 1791 le pievi componenti la riviera di Lecco ven- dell’amministrazione, ricevendone, in caso di approvazione, la nero inserite nella provincia di Milano: Porlezza nel distret- relativa liberazione. Gli esattori delle singole terre si conservavano, ma la loro to I di Porlezza (con Porlezza e Valsolda); Bellano, Dervio, elezione sarebbe dovuta avvenire secondo gli ordini della rifor- Varenna nel distretto IV di Bellano (con Bellano, Dervio, ma del 1755. Varenna); Mandello e Lecco nel distretto III di Lecco (con Il consiglio generale avrebbe eletto ogni anno o confermato Mandello, Lecco, Valtaleggio) (compartimento 1791). il sindaco generale, responsabile degli affari ordinari; egli però non avrebbe potuto fare o ordinare spese di liti o altro senza la riviera di Lecco. pieve di Lecco. 490 risoluzione del consiglio nè fare altre spese straordinarie eccet- 1757 - 1797 to che in caso di impellente necessità, tale da determinare un Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto immediato ordine di pagamento. Oltre al sindaco generale, i 10 giugno 1757) costituivano la pieve di Lecco, parte della ri- mandati di pagamento sarebbero dovuti essere firmati dai due viera di Lecco e del ducato di Milano, le comunità di Acquate, primi estimati del territorio di Lecco, o dai loro sostituti. Ballabio superiore, Ballabio inferiore, Belledo con Maggianico L’archivio per la custodia delle scritture e libri della comuni- e Barco, Brumano con Forensi, Castello, Chiuso, Germanedo, tà generale, infine, sarebbe continuato ad essere nella cancelle- Laorca con Malvero, Lecco con Pescarenico, Morterone, Olate ria del pretorio di Lecco, con due chiavi diverse, delle quali una con Bonacina, Rancio con Castiglione, San Giovanni alla Ca- sarebbe stata presso il cancelliere della comunità generale e stagna. l’altra presso il sindaco generale. Le scritture correnti riguar- Con la riforma del nuovo estimo attuata nel ducato di Milano danti il censo sarebbero state in custodia del cancelliere delega- alla metà del XVIII secolo, al territorio (pieve) di Lecco fu ri- to, da riporsi una volta non più necessarie al cancelliere mede- conosciuto un livello di governo della comunità locale superio- simo nell’archivio della comunità. re a quello previsto dall’editto 30 dicembre 1755: Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Lecco, conteg- fatte le debite considerazioni sul regolamento e consuetudini giati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “comprendenti con i quali si governava anticamente la comunità generale di anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, frati, monache) e Lecco con le terre che la componevano, e dopo averne sentito i nati nel 1771” - era di 7.368 unità (statistica delle anime 1771). rappresentanti, la real giunta del censimento, con facoltà confe- In base al compartimento territoriale della Lombardia au- rita da sua maestà l’imperatrice Maria Teresa, duchessa di Mi- striaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Lecco, parte della

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riviera di Lecco e comprendente le comunità di Acquate, Balla- LIERNA bio superiore, Ballabio inferiore, Belledo con Maggianico e Barco, Brumano con Forensi, Castello, Chiuso, Germanedo, Laorca con Malvero, Lecco con Pescarenico, Morterone, Olate comune di Lierna. 492 con Bonacina, Rancio con Castiglione, San Giovanni alla Ca- sec. XIII - 1757 stagna fu inserita nella provincia di Como. Nel 1791 la pieve di Lecco venne inserita, con le comunità Comune della riviera di Lecco, appartenne alla pieve di della pieve di Mandello e della Valtaleggio, nel distretto III di Mandello. Lecco della provincia di Milano (compartimento 1791). Nell’anno 1045 l’arcivescovo di Milano Ariberto la- arch. proposta aggregazione di Lecco 1786: “Modo col qua- sciava al monastero di San Dionigi di Milano la corte di le potersi effettuare l’aggregazione delle Comunità della Lierna, che rimase possesso dei monaci fino al 1202, anno Pieve di Lecco in una comunità sola”, 3 settembre 1786, in cui gli uomini di Lierna tramite i loro consoli la riscatta- ASMi, Censo p.a., cart. 1324; riforma del territorio di rono, vendendo poi ad abitanti di Varenna tutte le terre con Lecco 1757: Riforma del governo della comunità gene- la giurisdizione e i diritti già spettanti al monastero. Gli abi- rale di Lecco e del suo terriorio, (1757), ASMi, Censo tanti di Lierna furono dunque quasi tutti massari di quelli di p.a., cart. 1.322; supplica 1753: Supplica di Pietro Riva, Varenna. deputato della comunità generale di Lecco, alla real giun- La comunità di Mandello, vantando antichi diritti, si ta del censimento, per evitare la separazione di beni co- oppose alla sudditanza di Lierna a Varenna: posta la que- munali a favore di qualche terra della pieve di Lecco, 14 stione in arbitarto tra il 1378 e il 1379, l’esito fu favorevole marzo 1753, ASMi, Censo p.a., cart. 1.322. a quelli di Varenna (Pensa 1974-1977). legisl. Statuti, Lecco: Statuta civilia et criminalia communita- Costituivano propriamente il luogo di Lierna le frazio- tis Leuci (sec. XIV), ASMi, Feudi camerali, cart. 291, co- ni di Bancola, Casate, Castello, Ciserino, Foppa, Genico, pia manoscritta del XIV secolo; editto 19 dicembre 1757: Riforma del governo della comunità generale di Grumo, Mugiasco, Sornico, Olcianico, Villa (Gretti-Ruzza Lecco e suo territorio (19 dicembre 1757). 1975; Brivio 1985). Dal XVI al XVIII secolo, Lierna fu sempre sottoposta bibl. Borghi 1978: Angelo Borghi, Le fortificazioni di Lecco, al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di Lecco, Associazione G. Bovara, 1978; Borghi 1981A: Angelo Borghi, Chiesa e società nel territorio di Lecco Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. alla metà del Quattrocento nelle relazioni dell’arcive- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- scovo Sforza, “Archivi di Lecco”, 1981; Borghi-Benini cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Erna (Lierna) ri- 1975: Angelo Borghi, Aroldo Benini, Appunti sulla sto- sulta inserito nella riviera di Lecco (estimo di Carlo V). ria di Lecco, Lecco, Beretta, 1975; Daccò 1981: Gian Luigi Daccò, Cenni di storia medievale nel territorio lec- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti chese, Lecco, 1981; Guastella 1937: Nunzio Giovanni della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di Guastella, Il dipartimento della Montagna con capoluo- Lierna, compresa nella pieve di Mandello e nella riviera di go Lecco, “Periodico della Società storica comense”, Lecco, era infeudata a Ercole Sfondrati, conte della riviera, 1937; Losa 1994: Angelo Losa, Appunti per la storia al quale corrispondeva annualmente lire 57.2.9 “per antica della parrocchia di Maggianico, “Archivi di Lecco”, convenzione”; la comunità era sottoposta all’officio preto- 1994; Meles 1994-1995: Rinaldo Meles, Il processo cri- riale (podestà) di Mandello, presso la cui banca criminale minale negli statuti di Lecco del XIV secolo, Milano, prestava il console il suo ordinario giuramento; al podestà, Università degli studi, anno accademico 1994-1995, tesi che era allora Paolo Antonio Mornigo, pagava lire 68.8.9 di di laurea; Pensa 1966: Pietro Pensa, Il castello di Lecco. salario, oltre a lire 3.11.3 annue per la visita delle strade e Il ponte sull’Adda in Larius, II, Milano, 1966; Possenti a lire 15 per assistenza ai conti. Lierna si era “separata dalla 1993-1994: Marco Possenti, Diritto e procedura penale comunità generale di Mandello per sentenza magistrale del nella legislazione statutaria lecchese del XIV secolo, Mi- 1730”, ma le rimaneva aggregata per quanto riguardava lano, Università cattolica, anno accademico 1993-1994, “salario del podestà, sua cura, convenzione del feudatario, tesi di laurea; Statuti, Lecco: Statuta civilia et crimina- fatta di strada, manutenzione del pretorio, e simili”. La co- lia communitatis Leuci, Mediolani, ex Typographia Fe- munità aveva il suo consiglio ordinario o particolare, for- derici Agnelli sculptoris et impressoris, 1669; Zelioli Pini 1992: Federica Zelioli Pini, Economia e società a mato da dodici consiglieri che erano “li primi estimati, e Lecco nel tardo medioevo. La famiglia Molzio tra XIV e più abili”, non essendovi altri ufficiali che il solo archivista; XV secolo, “Archivi di Lecco”, 1992. il consiglio, convocato ogni anno il 17 gennaio, alla presen- za del podestà e notaio, verificava i conti dell’amministra- zione e nominava due sindaci, ai quali spettava l’incomben- za dell’amministrazione e cura degli interessi del comune; rimanevano competenza del consiglio la discussione delle LI MOLGULI questioni straordinarie, la pubblicazione delle imposte e ta- glie, la sottoscrizione dei mandati per le spese del comune. La comunità non aveva cancelliere, ma appunto una perso- comune di Li Molguli. 491 na “destinata per la cura delle pubbliche scritture” (archivi- sta), con salario di lire 8 annue e obbligo di rinnovare “i sec. XVI quinternetti dell’estimo e personale”; l’incarico di esattore In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato veniva appaltato, “con suo rischio di pagare a Milano alla di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Cassa della provincia”. lente al 1572, era compresa anche Li Molguli, nella pieve Nel 1751 la comunità di Lierna contava 545 abitanti di Brivio. (risposte ai 45 quesiti, Lierna).

187 Limonta comune di Lierna. 493 zata la sostituzione, nel comune di Lierna, del consiglio co- 1757 - 1797 munale al convocato generale (variazioni al compartimento Nel compartimento territoriale dello stato di Milano provinciale di Como 1816-1835). (editto 10 giugno 1757), il comune di Lierna faceva parte Lierna, comune con consiglio, fu confermato nel di- della pieve di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento nel ducato di Milano. territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio Nel 1771 il totale degli abitanti di Lierna, conteggiati 1844). in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 615 unità (sta- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Lierna, co- tistica delle anime 1771). mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con In base al compartimento territoriale della Lombardia una popolazione di 1.033 abitanti, fu inserito nel distretto austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Lierna X di Lecco. apparteneva alla pieve di Mandello, compresa nella riviera arch. risposte ai 45 quesiti, Lierna: “Lierna, Riviera di Lec- di Lecco, nella provincia di Como. co, Pieve di Mandello giurisdizione comasca. Risposta Nel 1791 Lierna venne inserita, con le altre comunità alli quesiti della Real Giunta fatta da Carlo Pino come delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel di- cancelliere della soddetta comunità”, 12 febbraio 1751, stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- ASMi, Catasto, cart. 3.031. mento 1791). bibl. Gretti-Ruzza 1975: Amelio Gretti, Gino Ruzza, Lierna, Lierna, Tipografia Panizza, 1975. comune di Lierna. 494 1798 - 1809 Il comune di Lierna, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu LIMONTA compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- lano. comune di Limonta. 497 In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge sec. XV - 1797 5 vendemmiale anno VII), il comune di Lierna con Mug- Terra del Lario orientale, fu feudo imperiale e soggetta, giasca e uniti fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di fino alla fine del XVIII secolo, alla signoria dell’abate del Lecco. monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Nell’anno 835 i due paesi di Limonta e Civenna costi- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), tuivano una corte, abitata da servi, in tutto soggetti al loro Lierna con Muggiasca e uniti era uno dei comuni che costi- signore, che furono donati dall’imperatore Lotario all’aba- tuivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. te di Sant’Ambrogio di Milano. Mutando via via la loro pri- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- mitiva condizione giuridica, le due ville si organizzarono in partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comunità rurali. Non è chiaro il primo sorgere dell’organiz- bre 1802, il comune di Lierna e uniti venne ricollocato nel zazione comunale in queste due terre lariane: il complesso III distretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei delle competenze proprie dell’istituto comunitativo risulta distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di chiaramente delineato solo negli “statuta locorum Civen- III classe con 674 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni nae et Limontae” degli anni 1416 e 1418, modificati in par- 1803). te nel 1589 e infine nel 1640, con un’ultima ristampa nel Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- 1687. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Lierna Il pieno possesso del monastero di Sant’Ambrogio su con Muggiasca e uniti venne ad appartenere al cantone I di tutta la corte, sul suo territorio e sui suoi uomini continuò Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- con sicurezza fino al principio del XIV secolo. Ma già nel tava 657 abitanti. 1158 Limonta e Civenna agivano come due comunità di- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- stinte con propri gastaldi e degani, liberi di stringere allean- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Lierna e uniti ze con altre terre. Limonta e Civenna si associarono figurava, con 680 abitanti, comune aggregato al comune all’epoca del Barbarossa al comune di Bellagio, venendo denominativo di Olcio, nel cantone I di Lecco del distretto sciolti da tale legame dal governatore del contado di Como IV di Lecco. nel 1163. Il 25 ottobre 1416, comunque, riunita la vicinanza dei comune di Lierna. 495 due luoghi di Limonta e Civenna sulla piazza di Civenna, 1812 - 1815 sotto la presidenza dei due rispetivi consoli, furono eletti cinque procuratori, i quali, presentatisti all’abate di Con il compartimento territoriale del dipartimento del Sant’Ambrogio, ricevettero investitura, per le due comuni- Lario (decreto 30 luglio 1812), il comune denominativo di tà a titolo feudale, del territorio dei due comuni e di tutti i Lierna era compreso nel cantone I di Lecco del distretto IV beni immobili, al patto che pagassero la ricognizione al si- di Lecco. gnore; i procuratori a loro volta prestarono giuramento di fedeltà feudale. Il ripristino del vincolo feudale consentiva comune di Lierna. 496 alle due comunità di tornare a godere delle esenzioni pro- 1816 - 1859 prie del patrimonio ecclesiastico. Parte della popolazione Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, contestò però tale rinnovata dipendenza, e tentò di far riba- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- dire il legame dei due comuni con la città comasca, alla bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune quale l’abate aveva ceduto la giurisdizione nel XIV secolo. di Lierna fu inserito nel distretto XI di Lecco. Con il di- La separazione tra i due luoghi di Limonta e Civenna , spaccio governativo 14 marzo 1822 n. 4641/668 fu autoriz- benché iniziata nel XII secolo, si completò solo nel XV: di-

188 Limonta versi erano stati sempre i decani e i gastaldi, che apparivano comune di Limonta. 498 tuttavia agire unitariamente quali agenti davanti all’abate 1798 - 1809 negli atti ufficiali. Ciascuna delle due frazioni era tenuta a Il comune di Limonta, in forza della ripartizione del di- contribuire una determinata parte del censo. Nel XV secolo partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu le due terre di Limonta e Civenna godevano e disponevano compreso nel distretto IV dell’Alto Lambro con capoluogo separatamente dei beni comuni (pascoli e boschi) (la cui di- Asso. visione non si attuò mai in via definitiva). La distinzione tra i due luoghi è da stimarsi completa da quando Civenna e In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Limonta ebbero ciascuna il proprio podestà; se il cancellie- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Limonta fu inserito re fu invece uno solo (per entrambe le podesterie), doveva nel distretto XXIII di Argegno. però tenere due rubriche separate per gli atti processuali. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Già negli statuti del 1416 era fatto obbligo ai due comuni di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), eleggersi il podestà, consoli, caneparo, consiglieri; fiscale e Limonta era uno dei comuni che costituivano il distretto IV cancelliere erano eletti dall’abate. Anche nel tardo XV se- di Lecco del dipartimento del Lario. colo (si ricorda l’elezione del 5 aprile 1486 fatta “a quibu- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- sdam hominibus ipsius loci") (ASMi, Feudi imperiali cart. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Limonta 373), l’elezione del pretore (podestà) di Limonta spettava ex feudo imperiale di Sant’Ambrogio venne ad appartenere agli uomini del comune, e veniva successivamente appro- al cantone II di Bellagio del distretto III di Menaggio: co- vata e confermata dal vassallo imperiale, abate di Sant’Am- mune di III classe, contava 282 abitanti. brogio di Milano. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Gli statuti di Civenna e Limonta contenevano disposi- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Limonta figu- zioni riguardanti consoli, consiglieri e altri ufficiali della rava, con 303 abitanti, comune aggregato al comune deno- comunità, nonché i rapporti tra costoro, con gli altri abitan- minativo di Bellagio, nel cantone II di Bellagio del distretto ti, e il podestà. III di Menaggio; fu confermato frazione di Bellagio con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del Il console di Limonta era tenuto, nell’entrare in carica, Lario (decreto 30 luglio 1812). a dare idonea sigurtà, nelle mani del podestà, di ubbidire ai suoi comandamenti, notificare i delitti e i delinquenti, in comune di Limonta. 499 conformità agli ordini, di non andare contro quanto stabili- 1816 - 1859 to dagli statuti, pena un’ammenda in denaro; analoga sigur- tà era richiesta agli abitanti “o capi di casa per i suoi di ca- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, sa”, che si impegnavano con tale atto anche a “pagare le in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- taglie e onoranze ai tempi debiti”. Tutti i capi di casa erano bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune tenuti, pena esborso di lire 3 imperiali, a partecipare alle di Limonta fu inserito nel distretto III di Bellagio. congregazioni della vicinanza. Limonta, comune con convocato, fu confermato nel di- Il comune di Limonta aveva inoltre il suo consiglio o stretto III di Bellagio in forza del successivo compartimen- consiglio generale, con consiglieri eletti con mandato an- to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- nuale (nessuno vi poteva partecipare con un’età inferiore a glio 1844). diciotto anni), che dovevano provvedere “con la necessaria Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Limonta, co- autorità” alle occorrenze della comunità, deputando a que- mune con convocato generale e con una popolazione di 414 sto scopo due sindaci; in caso di bisogno potevano obbliga- abitanti, era sempre inserito nel distretto III di Bellagio. re i beni del comune (ma con licenza e partecipazione del feudatario). Tutti i consiglieri, una volta eletti, erano tenuti giurisdizione di Limonta. 500 a giurare nelle mani del podestà di svolgere il loro ufficio sec. IX - 1797 sinceramente e ad utilità del comune. Nel consiglio genera- Il pieno possesso del monastero di Sant’Ambrogio di le veniva inoltre eletto un caneparo o tesoriere (anch’egli Milano sulle corti di Civenna e Limonta, sul loro territorio tenuto al giuramento di prestare fedelmente il proprio uffi- e sui loro uomini, risalente al IX secolo, continuò con sicu- cio), che doveva rendere conto degli affari del comune; po- rezza fino al XIV secolo. Gli abitanti delle due località era- teva essere confermato nell’incarico, se non c’era ordine no in tutto soggetti al signore, pur potendo agire, con una contrario del console (statuti, Limonta). limitazione nella propria giurisdizione, come due comunità Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- distinte con propri ufficiali fin dal XII secolo. L’abate del cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Limonta risulta- monastero di Sant’Ambrogio, vassallo imperiale, cedette la va inserita nella Vallassina nel “commune di Civenna e Li- giurisdizione, comprendente i diritti di amministrare la giu- monta” (estimo di Carlo V). stizia e di esazione fiscale, sulle terre di Civenna e Limonta In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato alla città di Como nel corso del XIV secolo. All’inizio del di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- XV secolo, pur con contrasti, i rappresentanti dei due co- lente al 1572, era compresa anche Limonta. muni di Civenna e Limonta ricevettero investitura a titolo feudale dei rispettivi territori e di tutti i beni immobili, a Alla fine del XVI secolo Limonta contava 38 fuochi patto che pagassero la ricognizione al signore, prestando a per circa 150 abitanti. Nel 1735 aveva invece 52 fuochi loro volta giuramento di fedeltà feudale. Il ripristino del (Bonfanti 1958; Bertoni 1966; Bertoni 1967). vincolo feudale consentiva alle due comunità di tornare a L’aggregazione del territorio dei feudi imperiali, tra cui godere delle esenzioni proprie del patrimonio ecclesiastico. Limonta (non compresi nelle compartimentazioni dello A norma degli statuti del XV secolo, le terre di Civenna e stato di Milano e della Lombardia austriaca del 1757 e Limonta riconoscevano la signoria dell’abate di Sant’Am- 1786), alla repubblica cisalpina avvenne nel novembre del brogio, che approvava e confermava l’elezione dei podestà 1797 (legge 25 brumale anno VI). da parte delle rispettive vicinanze, con giurisdizione esclu-

189 Linzanico siva, civile e criminale, sugli abitanti del luogo. All’abate Dal XV al XVIII secolo, Linzanico fu sempre sottopo- spettava la nomina di cancelliere e fiscale. sta al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione Gli statuti di Civenna e Limonta, riformati nel XVI se- di Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. colo, contenevano disposizioni riguardanti i rapporti tra gli Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti ufficiali del comune e il podestà. della real giunta del censimento, nel 1751 Linzanico for- Il console di Limonta e gli altri ufficiali erano tenuti, mava un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità nell’entrare in carica, a dare idonea sigurtà, nelle mani del generale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, al- podestà, di ubbidire ai suoi comandamenti, notificare i de- lora infeudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal litti e i delinquenti, in conformità agli ordini, di non andare podestà feudale di Mandello (presso la cui banca criminale contro quanto stabilito dagli statuti, pena un’ammenda in il console era solito prestare giuramento), concorrendo con denaro. le altre terre della pieve di Mandello al pagamento dei cari- La giurisdizione del feudo imperiale di Limonta, man- chi spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, tenuta anche dopo che nella Lombardia Austriaca era stato Mandello). riorganizzato il sistema giudiziario civile e criminale, si Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- prolungò fino al novembre del 1797 (legge 25 brumale forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, anno VI). preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Linzanico furono giurisdizione di Limonta. podestà. 501 aggregati Grebbio e Lombrino. sec. XV - 1797 Nel XV secolo, con probabilità (si ricorda l’elezione del 5 comune di Linzanico. 503 aprile 1486 fatta “a quibusdam hominibus ipsius loci") (ASMi, 1757 - 1797 Feudi imperiali cart. 373), l’elezione del pretore (podestà) di Limonta spettava agli uomini del comune, e veniva successiva- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano mente approvata e confermata dal vassallo imperiale, abate di (editto 10 giugno 1757), il comune di Linzanico con Greb- Sant’Ambrogio di Milano. A norma degli statuti, riformati nel bio e Lombrino faceva parte della pieve di Mandello, com- 1589, i podestà feudali di Limonta avevano dei luogotenenti, di- stinti per le materie civili e criminali. Le scritture della comu- presa nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. nità si conservavano presso una stanza del podestà, alla quale Nel 1771 il totale degli abitanti di Linzanico, conteg- per antica consuetudine potevano avere libero accesso i sindaci giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 459 unità di Limonta. (statistica delle anime 1771). Al podestà di Limonta prestavano giuramento il console, i In base al compartimento territoriale della Lombardia consiglieri, il caneparo del comune, obbligati a servire fedel- mente quanto stabilito dagli statuti per l’utilità pubblica; presta- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Linzani- va poi giuramento di fedeltà “qualunque abitante dei luoghi, o co con Grebbio e Lombrino apparteneva alla pieve di Man- capo di casa per i suoi di casa”. dello, compresa nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. legisl. Statuti, Limonta: Statutum locorum Civennae et Li- montae (1589), ASMi, Feudi imperiali, cart. 373, edizio- Nel 1791 Linzanico venne inserita, con le altre comu- ne a stampa in volgare del 1589. nità delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel bibl. Bertoni 1966: Giuseppina Bertoni, L’inizio della giuri- distretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- sdizione dell’abate di S. Ambrogio di Milano sulla corte mento 1791). di Limonta e di Civenna, “Memorie storiche della diocesi di Milano”, 1966; Bertoni 1967: Giuseppina Bertoni, La comune di Linzanico. 504 giurisdizione dell’Abate di S. Ambrogio di Milano sulla 1798 - 1809 corte di Limonta e di Civenna, “Memorie storiche della diocesi di Milano”, 1967; Bonfanti 1958: Angelo Bon- Il comune di Linzanico con Grebbio e Lombrino, in fanti, Vicende di un regno. Historia de Limonta ad Lacum forza della ripartizione del dipartimento della Montagna Larium a cornu Leuci, Lecco, Stefanoni, 1958; Statuti, (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I del Limonta: Statuti civili e criminali delle terre, et Huomi- Caldone con capoluogo Lecco. ni di Civenna et Limonta giurisdittioni del reverendissi- mo signor padre abbate di Sant’Ambrogio maggiore di In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Milano, in Milano, appresso Giacomo Piccaglia, 1589. 5 vendemmiale anno VII), il comune di Linzanico con Grebbio e Lombrino fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- LINZANICO terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Linzanico con Grebbio e Lombrino era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del comune di Linzanico. 502 Lario. sec. XIV - 1757 Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nità della pieve di Mandello. bre 1802, il comune di Linzanico con Maggiana venne ri- A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi collocato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- comune di III classe con 506 abitanti, nel 1803 (elenco dei la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console comuni 1803). (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Linzani- Mandello; Zucchi 1959). co con Grebbio e Lombrino venne ad appartenere al canto-

190 Lomagna ne I di Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, ne di Bernaga, nella pieve di Missaglia, compresa nel duca- contava 506 abitanti. to di Milano. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- arch. risposte ai 45 quesiti, Lissolo: “Lissolo, pieve di Missa- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Linzanico e glia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Pom- uniti figurava, con 540 abitanti, comune aggregato al comu- ponio Sottocornola cancelliere della suddetta comunità”, ne denominativo di Mandello, nel cantone I di Lecco del di- 13 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Mandello con il successivo compartimento territoriale del diparti- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). LOMAGNA comune di Linzanico. 505 1816 - 1859 comune di Lomagna. 507 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, sec. XIV - 1757 in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di di Linzanico con Grebbio e Lombrino fu inserito nel di- Missaglia. stretto XI di Lecco. Con il dispaccio governativo 29 mag- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di gio 1827 n. 16285/2520 fu autorizzata la sostituzione, nel Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- comune di Linzanico, del consiglio comunale al convocato cho da Lomagna” (compartizione delle fagie 1346). generale (variazioni al compartimento provinciale di Como Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza 1816-1835). (anno 1456), il comune di Lomagna era compreso nella Linzanico con Grebbio e Lombrino, comune con con- pieve di Missaglia. siglio, fu confermato nel distretto XI di Lecco in forza del Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- successivo compartimento territoriale delle province lom- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Lomagna risulta barde (notificazione 1 luglio 1844). elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Linzanico Carlo V). con le frazioni Grebbio e Lombrino, comune con consiglio In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comunale senza ufficio proprio e con una popolazione di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 631 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. lente al 1572, era compresa anche Lomagna. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Lomagna, compresa nella pieve di Missaglia, era LISSOLO infeudata - dal 1659 (Casanova 1904) - al marchese Lodo- vico Busca, al quale nulla corrispondeva. Non vi risiedeva comune di Lissolo. 506 iusdicente nè regio nè feudale; lo iusdicente feudale era Ga- sec. XVI - 1757 etano Milani, abitante a Milano, al quale nulla si pagava; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Martesana, presso la cui banca criminale prestava il conso- Missaglia. le il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- 18.3. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Lissolo risulta Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 350 abi- Carlo V). tanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma un In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sindaco e il console, che venivano eletti dalla comunità; il di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- cancelliere, residente a Milano, con un salario di lire 30 an- lente al 1572, era compresa anche Cassina de Lissolo. nue, conservava presso di sè il registro dei riparti, mentre Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real “il resto delle poche scritture della comunità” erano “in un giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- vestaro presso la casa del feudatario”, che era anche “uno munità di Lissolo, compresa nella pieve di Missaglia, non dei primi estimati della comunità” (risposte ai 45 quesiti, era infeudata ma aveva “bensì l’arma del fu sig. Sirtori da Lomagna). Sirtori”. Di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale pre- comune di Lomagna. 508 stava il console il suo annuale giuramento, pagando all’at- 1757 - 1797 tuario soldi 18.3. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Nel compartimento territoriale dello stato di Milano amministrativa, la comunità, che aveva allora 75 abitanti, (editto 10 giugno 1757), il comune di Lomagna appartene- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma tre primi va alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. estimati sottoscrivevano i riparti con l’assistenza di un con- Nel 1771 il totale degli abitanti di Lomagna, conteg- sole, restando poi presso i medesimi; aveva un cancelliere giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 491 unità con il salario di lire 7 annue, residente a Monticello; l’ele- (statistica delle anime 1771). zione dell’esattore era precedeuta dalla pubblicazione di In base al compartimento territoriale della Lombardia cedole (risposte ai 45 quesiti, Lissolo). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Loma- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano gna, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di (editto 10 giugno 1757), Lissolo figura aggregato al comu- Milano.

191 Lomaniga

Nel 1791 Lomagna risultava inserita nella porzione Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). munità di Lomaniga, compresa nella pieve di Missaglia, non era infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè comune di Lomagna. 509 feudale; di consueto la giustizia restava amministrata dal 1798 - 1809 vicario della Martesana, presso la cui banca criminale pre- stava il console il suo annuale giuramento, pagando all’at- Il comune di Lomagna, in forza della ripartizione del tuario soldi 18.3. dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo amministrativa, la comunità, che aveva allora 295 abitanti, Missaglia. non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge deputati, cancelliere e console, i quali regolavano gli inte- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Lomagna fu inseri- ressi pubblici con carica annuale, tranne il cancelliere, che to nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. poteva essere riconfermato; presso il cancelliere, con sala- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- rio annuo di lire 14, erano tenuti il libro dei riparti e “poche terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), altre scritture”, non avendo la comunità archivio; l’esattore Lomagna era uno dei comuni che costituivano il distretto veniva eletto all’incanto, premessa l’esposizione di cedole III di Monza del dipartimento dell’Olona. (risposte ai 45 quesiti, Lomaniga). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Loma- comune di Lomaniga. 512 gna venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del 1757 - 1797 distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 490 abitanti. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- (editto 10 giugno 1757), il comune di Lomaniga con Alba- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Lomagna figu- reda Maggiore apparteneva alla pieve di Missaglia, com- rava, con 467 abitanti, comune aggregato al comune deno- presa nel ducato di Milano. minativo di Osnago, nel cantone VI di Missaglia del In base al compartimento territoriale della Lombardia distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Osnago austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Lomani- con il successivo compartimento territoriale del diparti- ga con Albareda Maggiore, nella pieve di Missaglia, era in- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). serito nella provincia di Milano. Nel 1791 Lomaniga risultava inserita nella porzione comune di Lomagna. 510 della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- 1816 - 1859 saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, comune di Lomaniga. 513 in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- 1798 - 1809 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Lomagna fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. Il comune di Lomaniga con Albareda maggiore, in for- Lomagna, comune con convocato, fu confermato nel za della ripartizione del dipartimento della Montagna (leg- distretto XXV di Missaglia in forza del successivo compar- ge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè timento territoriale delle province lombarde (notificazione de’ Monti con capoluogo Missaglia. 1 luglio 1844). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Lomagna, 5 vendemmiale anno VII), il comune di Lomaniga e uniti fu comune con convocato generale e con una popolazione di inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. 743 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), arch. risposte ai 45 quesiti, Lomagna: “Lomagna, pieve di Lomaniga e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da stretto III di Monza del dipartimento dell’Olona. Carlo Giuseppe Corbetta, cancelliere della suddetta co- munità”, 9 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Lomani- ga con Albareda maggiore venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 316 abitanti. LOMANIGA A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Lomaniga fi- comune di Lomaniga. 511 gurava comune aggregato al comune denominativo di Mis- sec. XVI - 1757 saglia, nel cantone VI di Missaglia del distretto IV di Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Lecco; fu confermato frazione di Missaglia con il successi- Missaglia. vo compartimento territoriale del dipartimento del Lario Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- (decreto 30 luglio 1812). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Lomaniga risul- ta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo comune di Lomaniga. 514 di Carlo V). 1816 - 1859 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- lente al 1572, era compresa anche Lomaniga. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune

192 Lorentino di Lomaniga con Albareda maggiore fu inserito nel distret- 1596). Il Maironi da Ponte, nel terzo quarto del XVIII se- to XXV di Missaglia. colo, segnalava Sopracornola comune a sè, ormai staccato Lomaniga con Albareda maggiore, comune con convo- da Lorentino, il quale contava allora 460 abitanti (Maironi, cato, fu confermato nel distretto XXV di Missaglia in forza catalogo). del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Lorentino. 517 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Lomaniga 1798 - 1815 con la frazione Albareda maggiore, comune con convocato Il comune di Lorentino, in forza della ripartizione del generale e con una popolazione di 475 abitanti, fu inserito dipartimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu col- nel distretto XIII di Missaglia. locato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. arch. risposte ai 45 quesiti, Lomaniga: “Lomaniga, pieve di Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Lorentino fu Giovanni Antonio Pirovano, cancelliere della comunità”, compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con capo- 9 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. luogo Caprino. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Lorentino era uno dei comuni che costituivano il distretto I LOMBRINO di Bergamo del dipartimento del Serio. Lorentino con Mojoli figurava, nel 1802, tra i comuni comune di Lombrino. 515 dell’ex provincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo sec. XIV - 1757 particolare” (tabella dei comuni 1802). Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per nità della pieve di Mandello. la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi (che venivano organizzati in XI distretti), il comune di Lo- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello rentino con Sopracornola era collocato nel distretto X di ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console seguì un piano dell’amministrazione dipartimentale, che (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- prevedeva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, in XI distretti “non potendosi prestare un sol cancelliere di- Mandello; Zucchi 1959). strettuale al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Berga- Dal XV al XVIII secolo, Lombrino fu sempre sottopo- mo si trovò d’accordo con le osservazioni dell’amministra- sta al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione zione dipartimentale, ma insistette che dovessero di Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, e che si della real giunta del censimento, nel 1751 Lombrino for- dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ comuni che mava un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facilmente ag- generale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, al- gregati in un solo dall’amministrazione, e che sono per lo lora infeudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ monti, dove podestà feudale di Mandello (presso la cui banca criminale gli abitanti tengono tenacemente alle loro abitudini ed opi- il console era solito prestare giuramento), concorrendo con nioni": nel progetto dell’amministrazione dipartimentale, le altre terre della pieve di Mandello al pagamento dei cari- Lorentino, Mojoli e Sopracornola era un comune del di- chi spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, stretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di di- Mandello). strettuazione 1803). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti (editto 10 giugno 1757), Lombrino figura aggregato al co- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- mune di Linzanico, nella pieve di Mandello, compresa nel- polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- la riviera di Lecco e nel ducato di Milano. vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- LORENTINO tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro comune di Lorentino. 516 numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun sec. XIV - 1797 distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano Nel 1331 (statuti, Bergamo) faceva capo alla “facta” di prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere Porta Sant’Alessandro; Lorentino è citato tra le “terre, luo- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Lo- ghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino ne- rentino con Mojoli e Sopracornola era comune, con 350 gli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno il comune di Lorentino fece sempre parte della Val San 1804). Martino, retto da un console e da tre sindaci, ai quali in con- Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- sole rendeva conto. Alla fine del XVI secolo il comune, gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Lorenti- comprendente Sopracornola, possedeva circa cento perti- no con Mojoli e Sopracornola venne ad appartenere al can- che di pascoli e tredici pertiche di terra arativa e vitata; a tone VII di Caprino del distretto I di Bergamo: comune di quell’epoca contava 53 fuochi e 212 abitanti (Da Lezze III classe, contava 350 abitanti.

193 Luzzana

In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), munità di Luzzana, compresa nella pieve di Oggiono - già integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - 1809), il comune denominativo di Lorentino, con una po- non era infeudata e si era redenta con l’esborso di lire 120, polazione di 336 abitanti complessivi e comprendente i co- pagando ogni quindici anni lire 13.13 di “mezz’annata”. muni aggregati di Lorentino, Mojoli e Sopracornola, era in- Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; il console serito nel cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. era solito prestare giuramento presso la banca criminale del Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza regio capitano di giustizia di Milano, versando soldi 20. imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 45 abi- dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di tanti, aveva un console, un deputato, un cancelliere, eletti alcuni comuni": “si è fatto sparire il comune denominativo “a voti in pubblica piazza, e la comunità li muta quando di Lorentino con Mojoli e Sopracornola di 345 anime in vuole”; le copie dei riparti erano tenute dal cancelliere, con tutto, e si è riunito a Carenno comune denominativo dappri- salario di lire 7.5 annue, “non avendo la comunità altre ma isolato (progetto di rettificazione 1813). scritture”; vi era infine un esattore, che riceveva soldi 1.6 Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione per lira di provvsione sui quattro riparti formati ogni anno non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale (risposte ai 45 quesiti, Luzzana). 1814). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Luzzana figura aggregato al co- comune di Lorentino. 518 mune di Molteno, nella pieve di Oggiono, compresa nel du- 1816 - 1859 cato di Milano. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- arch. risposte ai 45 quesiti, Luzzana: “Luzzana, pieve di Og- mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno giono, unita a Molteno. Risposta de quesiti della Real lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- Giunta fatta da Giuseppe Redaelli cancelliere della sud- mune di Lorentino con Mojola e Sopra Cornola fu inserito detta comunità”, 8 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. nel distretto VII di Caprino. 3.032. Lorentino con Mojola e Sopra Cornola, comune con convocato, fu confermato nel distretto VII di Caprino in forza del successivo compartimento territoriale delle pro- vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844). MAGGIANA Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Lorentino con le frazioni Mojola e Sopra Cornola, comune con con- comune di Maggiana. 520 vocato generale e con una popolazione di 486 abitanti, fu inserito nel distretto IX di Caprino. sec. XIV - 1757 Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- nità della pieve di Mandello. A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi LUZZANA anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- comune di Luzzana. 519 la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console sec. XIV - 1757 (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Mandello; Zucchi 1959). Oggiono. Dal XV al XVIII secolo, Maggiana fu sempre sottopo- Luzzana fece parte della corte di Cremella (Longoni sta al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione 1985C). di Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el della real giunta del censimento, nel 1751 Maggiana for- loco da Luzana” (compartizione delle fagie 1346). mava un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di generale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, al- Oggiono, tra cui Luzzana, si pronunciarono radunandosi in lora infeudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal vicinanza sulla riforma dell’estimo del Monte di Brianza podestà feudale di Mandello (presso la cui banca criminale (Longoni 1985). il console era solito prestare giuramento), concorrendo con Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- le altre terre della pieve di Mandello al pagamento dei cari- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Luzzana risulta chi spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, elencata tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di Mandello). Carlo V). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato (editto 10 giugno 1757), Maggiana figura aggregato al co- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- mune di Mandello, nella pieve di Mandello, compresa nella lente al 1572, era compresa anche Luzzana. riviera di Lecco e nel ducato di Milano.

194 Malgrate

MAGGIANICO Milano”, presso la cui banca criminale il console era solito prestare giuramento. comune di Maggianico. 521 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita sec. XIV - 1757 amministrativa, la comunità, che aveva allora 56 abitanti, non aveva consiglio generale, “solo che il console avvisa Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- tutti i capi di casa e fanno congregare tutto il comune”; nità della pieve di Lecco. Maggiolino aveva un suo cancelliere, allora non residente, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- con un emolumento di lire 4 annue; non vi era archivio e le cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Maggianico ri- scritture si riducevano “solo che al libro del comune”; gli sulta inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lec- esattori venivano eletti dai maggiori estimati (risposte ai 45 co (estimo di Carlo V). quesiti, Maggiolino). Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Nel compartimento territoriale dello stato di Milano della real giunta del censimento, nel 1751 Maggianico era (editto 10 giugno 1757), Maggiolino figura aggregato al uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quo- comune di Rogeno, nella squadra di Nibionno, compresa ta”, che costituivano la comunità generale di Lecco, allora nel ducato di Milano. infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudi- ce (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi arch. risposte ai 45 quesiti, Maggiolino: “Magiolino, squadra comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- di Nibionno, unito a Rogeno. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Alessandro Cattaneo, cancelliere di reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il detta comunità”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- 3.034. nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- MALGRATE servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva comune di Malgrate. 523 conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo sec. XV - 1757 particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- Garlate. zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza, tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). risalente al 1456, è citato tra gli altri il comune di Malgrate Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (Beretta 1952). (editto 10 giugno 1757), Maggianico figura aggregato al Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- comune di Belledo, nella pieve di Lecco, compresa nella ri- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Malgrate risulta viera di Lecco e nel ducato di Milano. inserita nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). bibl. Losa 1994: Angelo Losa, Appunti per la storia della par- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato rocchia di Maggianico, “Archivi di Lecco”, 1994. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, sti- lato nel 1572, era compresa anche Malgrate (Pescate). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- MAGGIOLINO munità di Malgrate, compresa nella pieve di Garlate - già infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono comune di Maggiolino. 522 nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - non era infeudata, essendosi redenta e pagando ogni quin- sec. XIV - 1757 dici anni di “mezz’annata” lire 74.7.3. Non vi risiedeva iu- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra sdicente nè regio nè feudale; la comunità restava “appog- di Nibionno. giata al maggior magistrato” e il console era solito prestare Negli statuti delle strade e delle acque del contado di giuramento presso la banca criminale nell’offico del pode- Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho stà di Milano. da Mazorino” (compartizione delle fagie 1346). Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Maggiolino, come membro del Monte di Brianza, e amministrativa, la comunità, che aveva allora 380 abitanti compreso nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed “collettabili” e 39 “non collettabili”, non aveva consiglio, esenzioni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. ma “nelle cose di rilievo” il popolo veniva convocato in piazza a suono di campana, previo avviso del console; gli In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato ufficiali erano un sindaco e cancelliere, due deputati, un di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- console, eletti o confermati dal popolo all’inizio di ogni an- lente al 1572, era compresa anche Maggiolino. no, responsabili della buona amministrazione; il cancellie- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real re aveva un emolumento annuo di lire 14; le scritture di ra- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gione della comunità erano custodite “in un vestaro presso munità di Maggiolino, compresa nella squadra di Nibion- colui che si ritrova nell’esercizio di sindaco”; vi era infine no, non era infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè regio un esattore, che consegnava ogni anno nel mese di agosto i nè feudale; la comunità era soggetta al “maggiore officio di mandati pagati (risposte ai 45 quesiti, Malgrate).

195 Malnino comune di Malgrate. 524 arch. risposte ai 45 quesiti, Malgrate: “Malgrate, pieve di 1757 - 1797 Garlate. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giovanni Battista Agudio sindico e cancelliere di detta Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comunità”, 1 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. (editto 10 giugno 1757), il comune di Malgrate faceva parte della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Malgrate, conteggia- ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 571 unità (statistica delle anime 1771). MALNINO In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Malgrate comune di Malnino. 527 apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia sec. XVI - sec. XVIII di Como. Nel 1791 Malgrate venne inserita, con le altre comuni- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Malnino tà delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mau- risulta inserita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). ri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato (compartimento 1791). di Milano risalente al 1572, Malnino figurava con un pro- prio perticato nel territorio della pieve, pur non avendo at- comune di Malgrate. 525 tribuita una quota “de sale”. 1798 - 1809 Nella notificazione del personale del ducato di Milano Il comune di Malgrate, in forza della ripartizione del (compartimento 1751), Malnino era elencato tanto come dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu comune a sè che come cassinaggio di Pagnano, nella pieve compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. di Brivio; secondo quanto riportato nella specifica del can- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge celliere delegato per le parrocchie, Malnino e Ospedaletto 5 vendemmiale anno VII), il comune di Malgrate fu inserito formavano un comune unito nella squadra di Zeno con Vin- nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. cenzo del Corno (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Malgrate era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- MALVERO partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Malgrate venne ricollocato nel VI distretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei comune di Malvero. 528 distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di sec. XIV - 1757 III classe con 483 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- nità della pieve di Lecco. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Malgrate Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto della real giunta del censimento, nel 1751 Malvero era uno IV di Lecco: comune di III classe, contava 456 abitanti. dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Malgrate figu- feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice rava, con 560 abitanti, comune aggregato al comune deno- (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi minativo di Civate, nel cantone IV di Oggiono del distretto comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- IV di Lecco; con il successivo compartimento territoriale reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812), era fra- resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- zione concentrata nel comune denominativo di Valmadrera, nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale nel medesimo cantone e distretto. di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- comune di Malgrate. 526 vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- 1816 - 1859 servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria di Malgrate fu inserito nel distretto XII di Oggiono. e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- Malgrate, comune con convocato, fu confermato nel rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- distretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). luglio 1844). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Malgrate, (editto 10 giugno 1757), Malvero figura aggregato al comu- comune con convocato generale e con una popolazione di ne di Laorca, nella pieve di Lecco, compresa nella riviera 752 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. di Lecco e nel ducato di Milano.

196 Mandello

MANDELLO di Mandello con Maggiana e Molini fu inserito nel distretto XI di Lecco. Con il dispaccio governativo 19 marzo 1821 comune di Mandello. 529 n. 5628/702 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di 1757 - 1797 Mandello, del consiglio comunale al convocato generale (variazioni al compartimento provinciale di Como 1816- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano 1835). (editto 10 giugno 1757), il comune di Mandello con Mag- Mandello con Maggiana e Molini, comune con consi- giana e Molini era centro dell’omonima pieve, compresa glio, fu confermato nel distretto XI di Lecco in forza del nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. successivo compartimento territoriale delle province lom- Nel 1771 il totale degli abitanti di Mandello, conteg- barde (notificazione 1 luglio 1844). giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 616 unità Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Mandello (statistica delle anime 1771). con le frazioni Maggiana e Molini, comune con consiglio In base al compartimento territoriale della Lombardia comunale senza ufficio proprio e con una popolazione di austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Mandel- 1.035 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. lo con Maggiana e Molini con la sua pieve, compresa nella riviera di Lecco, apparteneva alla provincia di Como. comunità generale di Mandello. 532 Nel 1791 Mandello venne inserita, con le altre comu- sec. XII - 1757 nità delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel distretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- Comunità e comune della riviera di Lecco, fu capo di mento 1791). pieve. Il toponimo è citato con sicurezza in un testamento comune di Mandello. 530 dell’anno 769 (CDL), con il quale il diacono Grati lasciava, 1798 - 1815 tra gli altri beni, gli oliveti che possedeva “in Mandello et Vareno”. In epoca longobarda Mandello fu corte regia, os- Il comune di Mandello con Molini e Maggiana, in for- sia terra di proprietà reale. za della ripartizione del dipartimento della Montagna (leg- Nel territorio di Mandello l’arcivescovo di Milano pos- ge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldo- sedeva beni nell’anno 931. ne con capoluogo Lecco. Dopo la disgregazione del contado di Lecco, il presule In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di Como ottenne una concessione imperiale, in seguito ri- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Mandello con Mag- confermata, sulle peschiere della riviera del lago di Lecco giana e Molini fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di (diritti di pesca a Mandello furono accordati nel 1013 Lecco. dall’imperatore Arrigo alle monache di Sant’Ambrogio), Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- concessione che gli diede forse ragione per porre il proprio terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), dominio su Mandello. Tale possesso fu però costantemente Mandello con Maggiana e Molini era uno dei comuni che rivendicato da Milano, che, riconosciutolo provvisoria- costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del mente a Como dopo la sconfitta subita ad opera del Barba- Lario. rossa, per ottenere la partecipazione della città lariana alla Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- lega lombarda, contestò poi, ottenendolo definitivamente partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nel 1196: da allora Mandello rimase milanese civilmente, bre 1802, il comune di Mandello con Molini venne ricollo- conservando però l’unione religiosa con Como (Pensa cato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco 1974-1977). (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Il comune appare già ben stabilito e agente nel 1160; comune di III classe con 761 abitanti, nel 1803 (elenco dei verso il 1165 sorse una controversia tra i consoli di Man- comuni 1803). dello e quelli di Como circa il pagamento dei tributi e l’am- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- ministrazione della giustizia, conclusa con patti nel 1167 gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Mandel- (Zucchi 1959). lo con Maggiana e Molini venne ad appartenere al cantone In epoca viscontea, accanto all’istituto del comune, I di Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, comprendente nella sua giurisdizione i vici che compone- contava 609 abitanti. vano la pieve di Mandello, il castello (citato come arcis, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- burgum, castrum, oppidum Mandelli) rappresentava il cen- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- tro dell’autorità sovrana, luogo dove si amministrava la nominativo di Mandello, con una popolazione di 2.367 abi- giustizia nel nome del signore di Milano. tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di Sotto la dominazione del magnifico ed eccelso signore Abbadia e uniti, Linzanico e uniti, Mandello e uniti, Ron- Gian Galeazzo Visconti, furono compilati e confermati gli gio e uniti, era inserito nel cantone I di Lecco del distretto statuti di Mandello, in 355 capitoli, comprendenti le norme IV di Lecco; con il successivo compartimento territoriale che stabilivano le pene per ogni genere di reato (consistenti del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812) il co- generalmente in una multa in terzoli, ma le pene maggiori mune denominativo di Mandello era composto dalle frazio- e gravi dovevano essere sentenziate dal “rector” di Mandel- ni di Mandello e uniti, Abbadia e uniti, Linzanico e uniti, lo, o podestà); altri capitoli riguardavano obblighi famiglia- Rongio e uniti, Olcio, Somana. ri di vedovanza, procedure di eredità, di successione, dote, testamento, tutorietà, usufrutto, emancipazione, obbligo di comune di Mandello. 531 prestazione di alimenti, debitori e creditori, ricorsi e appel- 1816 - 1859 li. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, L’autorità e la potestà di riformare gli statuti spettava- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- no al consiglio del comune (organo di governo della comu- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune nità pievana); i comuni facenti capo a Mandello ("commu-

197 Mandello nia et universitates terrarum"), per parte loro, dovevano spettante a Mandello de’ suddetti carichi sì reali, che della nominare un console (con l’obbligo di presentare le denun- provincia, e simili, e ciò per riparto fatto l’anno 1743 in cui ce al rettore di Mandello), un caneparo e due estimatori per seguì la separazione tra rispettivi comuni in esecuzione di ciascuno, come stabiliva il capitolo 307 degli statuti. sentenza magistrale dell’anno 1731”; per ciò che concerne- Il consiglio del comune pievano (comunità) erano for- va “a’ locali, come del salario del podestà e sua curia, con- mato, a norma degli statuti, da 24 consiglieri, in carica per venzione del feudatario, fatta di strada, manutenzione del sei mesi ed eletto dal consiglio uscente. Il consiglio nomi- pretorio”, anche di questi capitoli di spesa il comune di nava i sindaci tra le persone più probe del borgo (responsa- Lierna corrispondeva nella stessa proporzione, e per il ri- bili, con l’assistenza dei consiglieri, dell’amministrazione manente dei suoi interessi locali parimenti si regolava in civile) e aveva il potere di obbligare uomini, comuni e uni- modo autonomo. versità della pieve. Il giuramento solenne, con la destra po- La comunità generale di Mandello aveva nel 1751 il sata sui vangeli e sugli statuti del borgo era richiesto, proprio consiglio ordinario o particolare, formato da dodici nell’atto di entrare in carica, ai consiglieri, consoli, procu- consiglieri che erano “li comunisti primi estimati”, non es- ratori, canevari, estimatori, notai, servitori, campari, ed in sendovi altri ufficiali che il solo archivista. generale a qualsiasi ufficiale del comune (Statuti, Mandel- Il consiglio, convocato ogni anno il 31 dicembre, no- lo; Anderloni-Adami 1932). minava tre sindaci, ai quali spettava l’incombenza dell’am- Tra XV e XVI secolo, la terra di Mandello (ritenuta la ministrazione e cura degli interessi del comune; rimaneva- principale tra quelle della sponda orientale del Lario) fu in- no competenza del consiglio la discussione delle questioni feudata dapprima a Tomaso Tebaldi di Bologna, poi al con- straordinarie, la pubblicazione delle imposte e taglie, la sot- te Pietro dal Verme, infine al cavaliere Gaspare Sanseveri- toscrizione dei mandati per le spese del comune. no. Nel 1533 fu concessa al conte Paolo Fregoso la facoltà La comunità aveva un cancelliere, “non già con speci- di vendere Mandello, con altre terre, al senatore Francesco fico obbligo di risiedere, ma però di non mancare” (in caso Sfondrati. Il 23 ottobre 1537 Mandello con Varenna, Bella- che alla comunità occorresse la sua assistenza), con un sa- no, Dervio, Corenno e Monte Introzzo e le loro pertinenze lario di lire 130 annue. furono erette in contado (contado della riviera), con la ra- La comunità generale aveva un archivio nel quale si gione di tenere un mercato settimanale in Mandello (il feu- conservavano le scritture pubbliche, posto nella pubblica do fu devoluto nel 1788) (Casanova 1904). sala del pretorio, il quale aveva “tre chiavi differenti”, una Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- delle quali restava presso l’archivista, le altre due una per cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Mandello risulta ciascuno ai due sindaci più vicini alla residenza. inserito nella riviera di Lecco (estimo di Carlo V). L’esattoria veniva appaltata; venivano messi all’incan- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato to inoltre “vari terreni zerbivi e asciutti brugati dispersi sui di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- monti e nelle dirupate valli”, chiamati “le sorti”, possedute lente al 1572, era compresa Mandello, nella riviera di Lec- dalla comunità generale nel suo complesso ("a titolo comu- co. nale"); dei boschi comunali, di legna minuta e grossa, alcu- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti ni venivano messi all’incanto, altri lasciati al godimento del della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità ge- pubblico. nerale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, era in- Nel 1751 la comunità generale di Mandello contava feudata ad Ercole Sfondrati, conte della riviera, al quale circa 2.896 abitanti “secondo le notificazioni dei consoli” corrispondeva annualmente lire 384.15 “per antica conven- (risposte ai 45 quesiti, Mandello). zione”. La comunità era sottoposta all’officio pretoriale (pode- pieve di Mandello. 533 stà feudale) di Mandello, presso la cui banca criminale pre- sec. XIV - 1757 stavano ordinariamente giuramento i consoli dei comuni Con l’avvento della dominazione viscontea sul territo- compresi nella giurisdizione pievana. rio lariano, il governo di Milano si servì delle pievi come Al podestà, che era allora Paolo Antonio Mornigo, la circoscrizioni amministrative, per la ripartizione e la ri- comunità generale pagava lire 460.16 di salario, oltre a lire scossione delle imposte e dei dazi, e come circoscrizioni 24 annue per la visita delle strade e a lire 6 ogni sei mesi giudiziarie, alle quali era preposto un podestà, che rappre- per assistenza ai conti. sentava in esse l’autorità superiore dello stato. La pieve di La comunità generale di Mandello, “essendo anche Mandello fece parte dal 1537 del contado della riviera; con capo di pieve” - come attestano le risposte - non era dipen- l’infeudazione delle pievi del Lario orientale il diritto di no- dente “da altro comune": era costituita dai comuni di Ab- mina del podestà e i diritti di esazione fiscale passarono al badia; Borbino; Linzanico; Grebbio; Lombrino; Olcio; feudatario. Rongio; Molina; Tonzanico; Motteno; Maggiana; Somana; Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Mandello Molini inferiori e superiori. Altri due comuni le erano in risulta inserito tra le comunità della riviera di Lecco (esti- parte aggregati, cioè Vassena e Lierna, senza altro effetto mo di Carlo V). che il comune di Vassena aveva “il comodo di pagare a In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Mandello in ragione del 3% del totale spettante a Mandello di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- di diaria, camerale, o sia cavaleria, fitti di censi del sale ed lente al 1572, era compresa anche Mandello. imposte straordinarie della congregazione di Stato”, e que- Costituivano la pieve di Mandello i comuni di Abbadia; sto per antica convenzione fra i rispettivi comuni. Con la Borbino; Linzanico; Grebbio; Lombrino; Olcio; Rongio; stessa regola Vassena corrispondeva anche “al salario del Molina; Tonzanico; Motteno; Maggiana; Somana; Molini podestà e sua curia, convenzione del conte feudatario, ma- inferiori e superiori; Vassena; Lierna. nutenzione del pretorio, fatta di strade”. Per quanto riguar- Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di dava Lierna, questo comune passava “da sè alla provincia Milano dal XVI al XVIII secolo è costantemente ricordato di Milano in ragione di lire 24.19.6 per cento del totale anche quello della pieve di Mandello.

198 Marconaga pieve di Mandello. 534 ricorso al giudizio del savio (dottore collegiato). Era suffi- 1757 - 1797 ciente che nelle cause criminali fosse coinvolta anche una sola persona estranea alla giurisdizione feudale perché tut- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano to il processo fosse devoluto al magistrato regio competen- (editto 10 giugno 1757) costituivano la pieve di Mandello, te. parte della riviera di Lecco e del ducato di Milano, le comu- nità di Abbadia con Borbino; Lierna; Linzanico con Greb- Le cause del censo, per i contenziosi tra fisco e feuda- bio e Lombrino; Mandello con Maggiana e Molini; Olcio; tari o tra feudatari, furono originariamente di competenza Rongio con Molina, Tonzanico e Motteno; Somana; Vasse- del tribunale dei due magistrati delle rendite ordinarie e na. straordinarie della camera (appellabili al senato di Milano), in seguito del supremo consiglio d’economia; spettavano a Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Mandel- questo tribunale anche le interpretazioni dei privilegi, delle lo, conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - costituzioni, le dispense dalle disposizioni dei testatori, de- “comprendenti anime di comunione, fanciulli, regolari gli statuti (locali) e delle stesse costituzioni (milanesi); (preti, frati, monache) e nati nel 1771” - era di 3.464 unità spettava ancora a questo tribunale vigilare sulla condotta di (statistica delle anime 1771). tutti i giusdicenti (transunto 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia La giurisdizione della pretura feudale di Mandello si austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Mandello, estendeva sulla pieve di Mandello e sulla pieve di Varenna parte della riviera di Lecco e comprendente le comunità di (sul territorio di quest’ultima “con patente"). Il ruolo della Abbadia con Borbino; Lierna; Linzanico con Grebbio e pretura comprese stabilmente il podestà, l’attuario civile, Lombrino; Mandello con Maggiana e Molini; Olcio; Ron- l’attuario criminale (responsabili della stesura dei rispettivi gio con Molina, Tonzanico e Motteno; Somana; Vassena fu atti processuali), e il fante. inserita nella provincia di Como. Nel 1791 la pieve di Mandello venne inserita, con le legisl. Statuti, Mandello: Statuta terrae Mandelli (sec. XIV comunità della pieve di Lecco e della Valtaleggio, nel di- ex.), Biblioteca comunale di Rimini. stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- bibl. Anderloni-Adami 1932: Emilio Anderloni, Vittorio mento 1791). Adami (a cura di), Statuti di Bellano e di Mandello, Mi- lano, 1932; Zucchi 1959: Vincenzo Zucchi, Oppidum Mandelli, Milano, 1959. podestaria di Mandello. 535 sec. XIV - sec. XVI Il podestà di Mandello, di cui gli statuti locali del XIV secolo stabilivano i doveri verso la carica e la comunità, era MARCONAGA tenuto ad amministrare il diritto e la giustizia civile e crimi- nale nella giurisdizione a lui assegnata, rappresentando in essa l’autorità superiore dello stato. comune di Marconaga. 537 A norma degli statuti, il podestà (iusdicente o pretore) sec. XIV - sec. XVII al principio del suo ufficio (stabilito dal XV secolo in un bi- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di ennio) era tenuto a giurare in presenza di rappresentanti Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- della comunità fedeltà agli statuti e al proprio mandato. Tra cho da Marconaga” (compartizione delle fagie 1346). i compiti del podestà rientravano quello di ricevere le de- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni nunce fatte dai consoli (ma anche dai servitori del comune ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- o dai campari) di violazioni degli statuti; far rendere conto ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto agli esattori dei loro conti; visitare tutte le strade ogni anno; di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano controllare periodicamente i prestini e le osterie; presiedere Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- le adunanze della comunità. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Marconaga La podestaria di Mandello si ritrova tra gli elenchi de- (Beretta 1972). gli offici del dominio visconteo-sforzesco, nel distretto di Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di Como, nel 1420 e nella secondà metà del XV secolo (Gua- Oggiono, tra cui Marconaga, si pronunciarono radunandosi stella 1936; Santoro 1948; Santoro1968). in vicinanza sulla riforma dell’estimo del Monte di Brianza Da quando la pieve di Mandello venne infeudata, il di- (Longoni 1985A). ritto di nomina del podestà (rimanendo sostanzialmente in- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- variati i suoi doveri verso la comunità, la sua giurisdizione, cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Marconaga ri- il complesso delle sue competenze) passò al feudatario. sulta elencata tra le comunità dell’omonima pieve (estimo di Carlo V). pretura feudale di Mandello. 536 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sec. XVI - 1774 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- La pieve di Mandello, compresa nel feudo della riviera, lente al 1572, era compresa anche Marconaga. era sottoposta alla giurisdizione del feudatario, tramite un Marconaga fece parte parte con Ello, Villa Vergano, ufficiale (il podestà o pretore); tale giurisdizione era, nella Cogoredo, Dolzago, Figina del feudo della pieve di Oggio- classe civile come in quella criminale, limitata ai soli abi- no devoluto per la morte del marchese Ambrogio d’Adda e tanti rurali del feudo, essendone esentati i massari dei nobi- di cui fu poi investito Agostino Bonacina (Casanova 1904). li e dei cittadini milanesi (non i semplici braccianti), sog- Nella notificazione del personale del ducato di Milano getti immediatamente al maggior magistrato (giudice (compartimento 1751), Marconaga risulta semplice cassi- regio), competente del resto in tutti i casi di controversia tra naggio di Ello. sudditi e feudatario. La giurisdizione feudale era però di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sola prima istanza, essendo ammesso, nelle cause civili, il (editto 10 giugno 1757), Marconaga figura aggregato al co-

199 Maresso mune di Ello, nella pieve di Oggiono, compresa nel ducato comune di Maresso. 540 di Milano. 1798 - 1809 Il comune di Maresso, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo MARESSO Missaglia. In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge comune di Maresso. 538 5 vendemmiale anno VII), il comune di Maresso fu inserito sec. XIV - 1757 nel distretto XXVII di Missaglia. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Missaglia. Maresso era uno dei comuni che costituivano il distretto III Nel 1162 venne fatta in Cremella un’investitura “de di Monza del dipartimento dell’Olona. omni districtu et onore tocius terre quam habet Sanctus Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Johannes de Modecia” (la chiesa di San Giovanni Battista gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Maresso di Monza), con il potere di “distringere”, cioè di far rispet- venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del di- tare norme e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 149 abi- pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovrana, e tanti. di percepire gli “honores” (tributi): tra le località era elen- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cata anche Maresso (Vismara 1979). mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Maresso figu- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di rava comune aggregato al comune denominativo di Missa- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- glia, nel cantone VI di Missaglia del distretto IV di Lecco; cho da Maresso” (compartizione delle fagie 1346). fu confermato frazione di Missaglia con il successivo com- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- partimento territoriale del dipartimento del Lario (decreto cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Maresso risulta 30 luglio 1812). elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). comune di Maresso. 541 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato 1816 - 1840 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, lente al 1572, era compresa anche Maresso. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- di Maresso fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. munità di Maresso, compresa nella pieve di Missaglia, non Maresso fu aggregato a Contra nel 1840, per quanto ri- era infeudata e nulla pagava di “mezz’annata”. Non vi risie- guardava gli oggetti di circoscrizione e politici, di ordine deva iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia amministrativo, tenendo interessi e gestione economica se- restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la parata. cui banca criminale prestava il console il suo annuale giu- Nel successivo compartimento territoriale delle pro- ramento, pagando all’attuario soldi 18.3. vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844), Maresso ri- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita sultava aggregato al comune di Contra. amministrativa, la comunità, che aveva allora 90 abitanti, arch. risposte ai 45 quesiti, Maresso: “Maresso, pieve di Mis- non aveva consiglio nè generale nè particolare, nè sindaco saglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da nè reggenti nè deputati, ma il solo console e un cancelliere, Francesco Fumagallo, cancelliere della suddetta comuni- che si eleggevano in pubblica piazza, ai quali restava racco- tà”, 13 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. mandata l’amministrazione e la conservazione del pubblico bene e la distribuzione e conservazione dei riparti, che ve- nivano letti in pubblica piazza; l’esattore veniva eletto con pubblico incanto (risposte ai 45 quesiti, Maresso). MARGNO comune di Maresso. 539 comune di Margno. 542 1757 - 1797 sec. XIV - 1757 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano La comunità di Margno appartenne già anticamente (editto 10 giugno 1757), il comune di Maresso apparteneva alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole Nel 1771 il totale degli abitanti di Maresso, conteggiati terre componenti la Valsassina, tra cui Margno, furono in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 432 unità (sta- chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca tistica delle anime 1771). Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). In base al compartimento territoriale della Lombardia Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Maresso, cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Margno è elen- nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Mi- cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). lano. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel 1791 Maresso risultava inserita nella porzione del- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- la pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missa- lente al 1572, Margno con Bagnala era citata tra “le infra- glia della provincia di Milano (compartimento 1791). scritte comuni” della Valsassina.

200 Melianico

Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- con Bagnala venne ad appartenere al cantone II di Taceno sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 771 zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti abitanti. della real giunta del censimento nel 1751, si desume che A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Margno, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Margno e uniti comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- figurava, con 297 abitanti, comune aggregato al comune go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della denominativo di Taceno, nel cantone V di Bellano del di- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- stretto III di Menaggio; fu confermato frazione di Taceno le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- con il successivo compartimento territoriale del diparti- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- comune di Margno. 545 nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che 1816 - 1859 formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor di Margno con Bagnala fu inserito nel distretto X di Tace- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- no. lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- Margno con Bagnala, comune con convocato, fu con- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. fermato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza I consiglieri componenti il consiglio generale di valle del successivo compartimento territoriale delle province erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle lombarde (notificazione 1 luglio 1844). rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Margno con lamento della Valsassina). la frazione Bagnala, comune con convocato generale e con una popolazione di 361 abitanti, fu inserito nel distretto XV comune di Margno. 543 di Bellano. 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Margno con Bagnala era un comu- MELIANICO ne della Valsassina, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Margno, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 715 unità (sta- comune di Melianico. 546 tistica delle anime 1771). sec. XIV - 1757 In base al compartimento territoriale della Lombardia Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Margno Garlate. con Bagnala apparteneva alla Valsassina, inserita nella pro- Melianico fu corte regia posseduta già nell’anno 880 vincia di Como. dal monastero di Sant’Ambrogio di Milano, come Capiate Nel 1791 Margno era compresa tra le comunità della (MD, n. 141; Vismara 1979). Il 4 dicembre 1279 il mona- Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella stero di Sant’Ambrogio rivendicò di fronte al podestà di provincia di Milano (compartimento 1791). Milano Lotterio Rusca l’honor e il districtus sui loghi “de Capiate”, “de Greghantino”, “de Milianigo": in dette loca- comune di Margno. 544 lità il monastero chiedeva al comune cittadino che non po- 1798 - 1809 nesse il podestà (Cazzani 1979). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Il comune di Margno con Bagnala, in forza della ripar- Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile cho da Melianigo” (compartizione delle fagie 1346). anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con Nel 1412 il comune di Melianico, per mezzo di procu- capoluogo Introbio. ratori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Viscon- In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio ti, che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Margno (Monte di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da con Bagnala fu inserito nel distretto III di Bellano. Bernabò nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- “loca et cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Margno con Bagnala era uno dei comuni che costituivano cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Melianico risul- il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. ta sempre inserita nella pieve di Garlate (estimo di Carlo Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- V). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real bre 1802, il comune di Margno con Bagnala venne ricollo- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- cato nel II distretto ex milanese con capoluogo Taceno munità di Cassina Melianiga, compresa nella pieve di Gar- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come late - già infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e comune di III classe con 293 abitanti, nel 1803 (elenco dei Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova comuni 1803). 1904) - non era infeudata e non pagava nulla per redenzio- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- ne. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Margno munità era soggetta nel criminale al regio vicario della

201 Merate

Martesana, presso la cui banca il console era solito prestare In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato giuramento. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita lente al 1572, era compresa anche Merate. amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 100 abi- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real tanti, aveva il solo console, e tale ufficio era ricoperto “al- giunta del censimento, si desume che a quel tempo il comu- ternativamente dalla persone rustiche abitanti in detto co- ne di Merate, compreso nella pieve di Brivio, non era infeu- mune, restando la vigilanza sopra la comunità presso li dato, essendo stato “demaniato” nel secolo precedente, e primi estimati”; non c’era cancelliere, nè archivio per le continuando a pagare ogni quindici anni lire 237.7 alla re- pubbliche scritture, che erano allora tenute da una terza gia camera per la redenzione. persona, incaricata di formare i riparti; l’esattore veniva Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la co- eletto all’incanto (risposte ai 45 quesiti, Melianico). munità era soggetta al regio officio della Martesana, presso Nel compartimento territoriale dello stato di Milano la cui banca criminale il console di Merate era solito presta- (editto 10 giugno 1757), Meglianico figura aggregato al co- re giuramento. mune di Val Greghentino, nella pieve di Garlate, compresa Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita nel ducato di Milano. amministrativa, la comunità, che aveva allora 950 abitanti, veniva regolata da quattro dei primi interessati “di maggior arch. risposte ai 45 quesiti, Melianico: “Cassina Melianiga, pieve di Garlate, aggregata a Capiate. Risposta alli que- prudenza e cognizione”, con un sindaco e un cancelliere, siti della Real Giunta fatta da Giacinto Carozzi, delegato che erano eletti dalla “maggior parte dei signori estimati” e per detta comunità”, 6 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. vigilavano sulla giustizia dei riparti. Al cancelliere spettava 3.032. la formazione e conservazione dei riparti, con un salario di lire 30 annue; non esisteva archivio per le pubbliche scrit- ture; l’esattore veniva eletto all’incanto in pubblica piazza, previa esposizione di cedole. La comunità di Merate aveva allora come procuratore don Giovanni Francesco Lamber- MERATE tenghi (risposte ai 45 quesiti, Merate). cantone V di Merate. 547 comune di Merate. 549 1809 - 1815 1757 - 1797 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il cantone V di (editto 10 giugno 1757), il comune di Merate apparteneva Merate del distretto IV di Lecco risultava costituito dai co- alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. muni denominativi di Santa Maria Hoè, Brivio, Merate (ca- Nel 1771 il totale degli abitanti di Merate, conteggiati poluogo), Nava, Calco, Mondonico, Robbiate, Verderio, in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.372 unità con una popolazione di 12.830 abitanti. (statistica delle anime 1771). Con il successivo compartimento territoriale del dipar- In base al compartimento territoriale della Lombardia timento del Lario (decreto 30 luglio 1812), fu confermata austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Merate, la suddivisione del cantone V di Merate nei comuni deno- nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. minativi di Santa Maria Hoè, Brivio, Merate (capoluogo), Nel 1791 Merate risultava inserita nella pieve di Brivio Nava, Calco, Mondonico, Robbiate, Verderio. che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- comune di Merate. 548 no (compartimento 1791). sec. XIII - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di comune di Merate. 550 Brivio. 1798 - 1815 Il toponimo (nella forma “Melate") è citato nell’anno Il comune di Merate, in forza della ripartizione del di- 927 e ancora nel 990 (I placiti, n. 133; MD, n. 854; CDL, partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu n. 524; Vismara 1979). compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- "Commune” e “consules” di Merate sono citati nel go Brivio. 1300 (Atti del comune di Milano, III). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Già in un diploma del 1158 dato da Federico I a favore 5 vendemmiale anno VII), il comune di Merate fu inserito del monastero milanese di San Dionigi, l’imperatore diffi- nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. dava solennemente gli uomini di Merate per dissuaderli Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- dall’eleggere propri rappresentanti, ovvero dal tentare di li- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), berarsi dei vincoli feudali (Longoni 1985). Merate era uno dei comuni che costituivano il distretto III Negli statuti delle strade e delle acque del contado di di Monza del dipartimento dell’Olona. Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el borgo Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- da Merà” (compartizione delle fagie 1346). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Merate Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del (anno 1456), il comune di Merate era compreso nella pieve distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.388 di Brivio. abitanti. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Merate risulta mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- elencato tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di nominativo di Merate, con una popolazione di 2.804 abi- Carlo V). tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di

202 Missaglia

Merate, Novate, Sabbioncello e uniti, Sartirana e uniti, era al quale restava raccomandata la cura dei libri dei riparti (ri- a capo del cantone V del distretto IV di Lecco; con il suc- sposte ai 45 quesiti, Merdagò). cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano rio (decreto 30 luglio 1812), costituivano il comune deno- (editto 10 giugno 1757), Merdagò figura aggregato al co- minativo di Merate, sempre capoluogo del cantone V del mune di Barzago, nella pieve di Missaglia, compresa nel distretto IV di Lecco, le frazioni di Merate, Novate, Sarti- ducato di Milano. rana. arch. risposte ai 45 quesiti, Merdagò: “Merdagò, pieve di Missaglia, aggregato a Barzago. Risposta alli quesiti del- comune di Merate. 551 la Real Giunta fatta da Francesco Cattaneo, cancelliere di 1816 - 1859 detta comunità”, 4 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, 3.040. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Merate fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. Merate, comune con convocato, fu confermato nel di- MISSAGLIA stretto XXIV di Brivio in forza del successivo comparti- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 cantone VII di Missaglia. 553 luglio 1844). 1805 - 1809 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Merate, co- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- mune con convocato generale e con una popolazione di gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il cantone VII di Mis- 2.130 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. saglia del distretto IV di Lecco comprendeva ventiquattro comuni di III classe (con 13.552 abitanti totali), e cioè Bar- arch. risposte ai 45 quesiti, Merate: “Merate, pieve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Carlo An- zago, Barzanò, Bernaga, Bulciago, Casirago, Cassago, Ce- tonio Crippa cancelliere di detta comunità”, 22 febbraio reda, Cremella, Crippa, Missaglia (capoluogo), Monticel- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. lo, Oriano, Perego, Sirtori, Viganò di sopra e di sotto, Casate Nuovo, Cassina de’ Bracchi, Cernusco Lombardo- ne, Contra, Lomagna, Lomaniga, Maresso, Montevecchia, Osnago.

MERDAGÒ cantone VI di Missaglia. 554 1809 - 1815 comune di Merdagò. 552 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- sec. XIV - 1757 mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il cantone VI Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di di Missaglia del distretto IV di Lecco risultava costituito Missaglia. dai comuni denominativi di Missaglia (capoluogo), Barza- Mardegore (Merdagò) fece parte della corte di Cremel- go, Barzanò, Casate Nuovo, Cernusco Lombardone, Osna- la (Longoni 1985C). go, Sirtori, per un totale di 11.888 abitanti. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Con il successivo compartimento territoriale del dipar- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “le timento del Lario (decreto 30 luglio 1812), fu confermata cassine o locho de Merdagore” (compartizione delle fagie la suddivisione del cantone VI di Missaglia nei comuni de- 1346). nominativi di Missaglia (capoluogo), Barzago, Barzanò, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Osnago, Casatenovo, Cernusco Lombardone, Sirtori. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Merdagò risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di comune di Missaglia. 555 Carlo V). sec. XIII - 1757 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Comune del Monte di Brianza, fu capo di pieve. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel 1162 venne fatta in Cremella un’investitura “de lente al 1572, era compresa anche Merdagore (Merdagò). omni districtu et onore tocius terre quam habet Sanctus Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Johannes de Modecia” (la chiesa di San Giovanni Battista giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- di Monza), con il potere di “distringere”, cioè di far rispet- munità di Merdagò, compresa nella pieve di Missaglia, non tare norme e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia era infeudata ed era del tutto esente. Di consueto la giusti- pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovrana, e zia restava amministrata dal vicario della Martesana, pres- di percepire gli “honores” (tributi): tra le località era elen- so la cui banca criminale prestava il console il suo annuale cata anche Missaglia (Cappellini 1958A; Vismara 1979). giuramento, pagando all’attuario soldi 13.3. Comune, “consules”, “offitiales” di Masalia (Missa- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita glia) sono citati nel 1282, anno nel quale è attestato anche amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 90 abi- un “potestas” locale (Atti del comune di Milano, III). tanti, formava il suo consiglio a suono di campana con la Negli statuti delle strade e delle acque del contado di concorrenza di tutti gli uomini; gli ufficiali erano tre, cioè Milano erano compresi, nella pieve di Missaglia, tanto “el cancelliere, console e un primestimo, eletti in pubblica locho da Massaya per li vicini” che “li nobili da Massaya” piazza; la cura delle pubbliche scritture e la vigilanza sulla (compartizione delle fagie 1346). giustizia dei pubblici riparti, che egli stesso formava, spet- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni tava al primestimo; la comunità aveva un cancelliere con un ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- salario di lire 8 annue più straordinari, residente a Barzago, ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto

203 Missaglia di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano comune di Missaglia. 557 Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- 1798 - 1815 nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Missaglia (Beretta 1972). Il comune di Missaglia, in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti come capoluo- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Missaglia risulta go. elencato tra le comunità dell’omonima pieve (estimo di Carlo V). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Missaglia fu inse- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato rito nel distretto XXVII come capoluogo. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- lente al 1572, era compresa anche Massaglia (Missaglia). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), In Missaglia, nel 1580, per l’elezione del console, un Missaglia era uno dei comuni che costituivano il distretto consiglio di sedici uomini deteneva il potere deliberativo e IV di Lecco del dipartimento del Lario. rappresentava l’intera collettività. I consiglieri, dei quali Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- quattro erano “nobiles”, costituivano le “tres partes ex qua- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- tuor et plus hominum dictae communitatis” ; solo tre anni bre 1802, il comune di Missaglia venne ricollocato nella dopo, il numero dei consiglieri presenti era diminuito, e an- porzione del X distretto ex milanese come comune capo- cor più ristretta era la cerchia delle famiglie rappresentate luogo (quadro dei distretti 1802), e come tale fu conferma- nell’adunanza (Superti-Furga 1979). to, comune di III classe con 741 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- munità di Missaglia, centro dell’omonima pieve, era infeu- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Missa- data - con Brianza, Nava, Cassina Fumagalli, Piecastello, glia divenne capoluogo del cantone VII nel distretto IV di Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Cagliano, Tegnone, Gioven- Lecco: comune di III classe, contava 1.734 abitanti. zana, Campsirago, Veglio (Casanova 1904) - a Paolo Sor- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mani, residente in Venezia; non vi risiedeva iusdicente nè mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- regio nè feudale; lo iusdicente feudale era Matteo Bonaci- nominativo di Missaglia, comprendente i comuni aggregati na, abitante a Bulciago, al quale corrispondeva lire 12 an- di Missaglia, Contra e uniti, Lomaniga, Maresso, Casirago nue; di consueto la giustizia restava amministrata dal vica- e uniti, era a capo del cantone VI del distretto IV di Lecco, rio della Martesana, presso la cui banca criminale prestava nel quale fu confermato capoluogo con il successivo com- il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario partimento territoriale del dipartimento del Lario (decreto soldi 18.3; all’ufficio del feudatario il console pagava soldi 30 luglio 1812). 9.3 ogni anno. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Missaglia. 558 amministrativa, la comunità, che aveva allora 723 abitanti, 1816 - 1859 non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due deputati, il cancelliere e il console, i quali regolavano gli in- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, teressi pubblici con carica annuale, tranne il cancelliere, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- che poteva essere riconfermato; presso il cancelliere con bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), Missaglia salario di lire 25 annue c’era un “vestirolo per conservare fu inserito nel distretto XXV come comune capoluogo. quelle poche notazioni e riparti”, non avendo la comunità Missaglia, comune con convocato, fu confermato ca- archivio; l’esattore veniva eletto all’incanto previsa esposi- poluogo del distretto XXV in forza del successivo compar- zione di cedole; il comune aveva allora un campanaro che timento territoriale delle province lombarde (notificazione fungeva anche da orologiaio del comune (risposte ai 45 1 luglio 1844). quesiti, Missaglia). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Missaglia, comune con convocato generale e con una popolazione di comune di Missaglia. 556 992 abitanti, fu inserito nel distretto XIII della provincia di Como come comune capoluogo. 1757 - 1797

Nel compartimento territoriale dello stato di Milano distretto del Piè dei Monti. 559 (editto 10 giugno 1757), il comune di Missaglia era centro 1798 dell’omonima pieve, compresa nel ducato di Milano. Ai sensi della legge istitutiva del dipartimento della Nel 1771 il totale degli abitanti di Missaglia, conteg- Montagna (legge 5 fiorile anno VI), costituivano il distretto giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.567 del Piè dei Monti con capoluogo Missaglia i comuni di Bar- unità (statistica delle anime 1771). zanò, Bernaga, Besana superiore e inferiore, Camparada, In base al compartimento territoriale della Lombardia Capriano, Casate Nuovo, Casirago, Cassago, Cassina de’ austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Missa- Bracchi, Cazzone, Cereda, Colzano, Contra, Corezzana, glia con la sua pieve era inserito nella provincia di Milano. Cremella, Crippa, Lesmo, Lomagna, Lomaniga, Maresso, Missaglia (capoluogo), Monte, Montevecchia, Monticello, Nel 1791 Missaglia risultava inserita nella porzione Oriano, Osnago, Perego, Renate, Rovagnate, Santa Maria della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- Hoè, Sirtori, Trezasio, Zuccone, Valle, Veduggio, Viganò di saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). sopra e di sotto.

204 Missaglia distretto XXVII di Missaglia. 560 go, Tegnono, Brianzola, Porcharegia, Sara, Pretobono, Mo- 1798 - 1801 rinata, Santa Croce, Orliano, Torresella, Dagore, Bernaga, La Siraga, Fregiore, Besteto. Con la legge di divisione del dipartimento d’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII), il distretto XXVII di Mis- La zona ghibellina del territorio briantino propriamen- saglia figurava composto dai comuni di Missaglia (capo- te detto, comprendente anche la pieve di Missaglia, insieme luogo), Nibionno, Centemero, Bulciago, Barzago, Vedug- alle pievi di Oggiono, Garlate, Brivio e a quelle zone della gio, Colzano, Capriano, Cassago, Cremella, Renate, pieve di Incino e della squadra di Canzo poi dette squadra Oriano, Barzanò, Sirtori, Viganò di sopra e Viganò di sotto, di Nibionno e squadra de’ Mauri, ebbe privilegi ed esenzio- Cazzano, Monticello, Casirago, Besana superiore e inferio- ni da Bernabò Visconti e da Giangaleazzo Visconti. Le re, Valle, Villa Raverio, Monte, Casate Nuovo, Contra, Ca- esenzioni furono ulteriormente confermate al territorio del- lò, Corezzano, Cassina de’ Bracchi, Maresso, Tregasio, con la “Martesana superiore” da Giovanni Maria nel 1411 e da una popolazione complessiva di 14.000 abitanti. Filippo Maria Visconti nel 1412, quando molti comuni per mezzo di procuratori gli prestarono giuramento di fedeltà. Riconferma e ampliamento di esenzioni ed immunità ven- distretto XXV di Missaglia. 561 nero dal duca Francesco Sforza nel 1451 (epoca dalla quale 1816 - 1853 ricorre per il territorio della Martesana superiore la deno- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, minazione di “Monte di Brianza") , Galeazzo Maria Sforza in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- nel 1476, Bona di Savoia nel 1478. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il distretto Tra i comuni che nel 1412 prestarono giuramento di fe- XXV di Missaglia comprendeva i comuni di Barzago, Bar- deltà al duca di Milano facevano parte della pieve di Mis- zanò, Bernaga, Bulciago, Casate Nuovo, Casirago, Cassa- saglia Barzanò, Campsirago, Fumagallo, Cagliano, Gio- go, Cassina de’ Bracchi, Cereda, Cernusco Lombardone, venzana, Nava, Tegnone, Bestetto, Brianzola, Cologna, Contra, Cremella, Crippa, Lomagna, Lomaniga, Maresso, Beverino, Prestabio, Zerbina, Hoè, Rovagnate, Tremonte, Missaglia (capoluogo), Montevecchia, Monticello, Oriano, Bosco, Cascinago, Sala, Crescenzaga, Cereda, Galbusera, Osnago, Perego, Sirtori, Viganò di sopra e di sotto. Crippa, Viganò, Monticello, Casirago, Casate Vecchio, Nella successiva compartimentazione territoriale delle Missagliola, Contra, Tignoso, Missaglia, Cassina de’ Bar- province lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costitui- riani, Cassina d’Albareda, Cernusco Lombardone, Cremel- vano il distretto XXV di Missaglia i comuni con convocato la, tutti detti “communia Montisbriantie contrate Martexa- di Barzago, Barzanò, Bernaga, Bulciago, Casate Nuovo, ne”. L’uso ufficiale del nome “Monte di Brianza” ebbe di Casirago, Cassago, Cassina de’ Bracchi, Cereda, Cernusco conseguenza origine dalle immunità ed esenzioni via via Lombardone, Contra, Cremella, Lomaniga, Missaglia (ca- accordate dai duchi di Milano; questi privilegi diedero vita poluogo), Montevecchia, Monticello, Oriano, Osnago, Pe- alla “universitas” (comunità) del Monte di Brianza, ossia rego, Sirtori, Viganò di sopra e di sotto. ad un territorio distinto dal contado della Martesana per ra- gioni fiscali, che comprese sempre, fino alle riforme del distretto XIII di Missaglia. 562 XVIII secolo, la pieve di Missaglia. 1853 - 1859 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), costituivano cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, risultano elenca- il distretto XIII di Missaglia i comuni di con convocato ge- te tra le comunità e cassine della pieve di Missaglia Barza- nerale di Barzago, Barzanò, Bernaga, Bulciago, Casate nore, Lomaniga, Lomagna, Casirago, Cassina de Braggi, Nuovo, Casirago, Cassago, Cassina de’ Bracchi, Cereda, Cassina Albareda, Cassina de Barriani, Viganor, Gioanni Cernusco Lombardone, Contra, Cremella, Lomagna, Lo- Pirovano territorio di Missaglia, eredi di Leonardo Pirova- maniga, Missaglia, Montevecchia, Monticello, Oriano, no territorio di Missaglia, Torravilla, Massaglia, nobili de Osnago, Perego, Sirtori, Viganò di sopra; la popolazione Jsabelli, Molinata, Cisnuscolo, Tadeo della Canale territo- dell’intero distretto era di 18.975 abitanti. rio di Missaglia, Cassina Cornova, Monteveggia, Sirtori, Osnago, Contra con Tegnoso, Casate Vecchio, Cassina Gal- giana, Crippa, Maresso, Monticello, Barzago, Santa Croce, pieve di Missaglia. 563 Cremella, Al Bosco, Gaiano, Orliano, Cassina Boffalora, sec. XIV - 1757 Brianzola, Cassina Beverina, Capsirago, Cassago, Merda- Tra XII e XIII secolo Milano si valse della pieve come gore, Collonia, Hoè con Tremonte, Giovenzana, Tegnono, circoscrizione amministrativa, per la ripartizione e la ri- Nava, Cassina Roncaria, Bestetto, Santa Maria Hoè, Brian- scossione delle imposte e dei dazi. Nel XII secolo, la pieve za, Caraverio, Fomagallo, Rovagnate, Taeggia, Cassina de di Missaglia era parte del contado della Martesana, insieme Deserto, Prestabio, Cassina de Bernaga, Cassina de Lisso- alle pievi di Vimercate, Galliano, Mariano, Seveso, Incino, lo, Cassina Cereda, Cassina de Sala, Cassina Creghenzaga, Garlate, Brivio, Asso, Oggiono, Agliate, Desio. Perego, Cassina Albareda, Cassina di Alduno, Cassina Zi- Negli atti ufficiali del XIV secolo, come ad esempio zanor, Cassina del Bulciago e Bulciaghetto, Cassina negli statuti delle acque e delle strade del contado di Mila- dell’Abenera, Casate Novo, Campo Fiorenzo, Cassina Bru- no (compartizione delle fagie 1346), erano elencati come ghera, La Rogoreda, Galbusera, Massarola (estimo di Carlo appartenenti alla pieve di Missaglia diversi luoghi e cassi- V). ne: Oprane, Lomagna, Maresso, Sabionzello, Valbissera, Nella notificazione del personale del ducato di Milano Massaiola, Contra, Montesello, Valle Averta, Torrevilla, (compartimento 1751), costituivano la pieve di Massaglia Crimella, Massaya, Nava, Barzanò, Biolzago, Barzago, Fu- (Missaglia) i comuni di Barzago, Bevera, Merdagò, Barza- magallo, Calian, Giovenzana, Hò, Perego, Osnago, Cernu- nò, Bernaga, Insiraga, Lissolo, Brianzola, Bulciago, Ca- sgio Lombardono, Montevegia, Casà Vegio, Greppa, Sirto- gliano, Giovanzana, Campsirago, Casate Novo, Campo ri, Viganon, Colognia, La Stretta, Roncharia, Arzento Fiorenzo, Casate Vecchio, Casirago, Cassina Molinata, plano, Rezeno, Villanova, Passono, Grofalegio, Torre, Mer- Cassago, Cassina de’ Braggi, Galgiana, Cereda, Perego, dagore, Albareda, Brianza, Biria, Casago, Bevera, Casira- Cernuschio, Cologna, Prestabio, Contra, Corte Nova, Crip-

205 Missaglia pa, Ovè, Bosco, Lomagna, Lomaniga, Maresso, Massaglia, ta Maria Hoè, Tegnone) (compartimento 1791) della pro- Monte Vecchia, Monticello di Casirago, Nava, Cassina Fu- vincia di Milano. magalla, Oriano, Osnago, Cassina Roncaria, Rovagnate, Carsenzaga, Sala, Sirtori, Tegnone, Bestetto, Torre Villa, porzione del distretto X di Missaglia. 565 Viganò di sopra e di sotto. 1802 - 1805 Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di Milano dal XVI al XVIII secolo è costantemente ricordato Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- anche quello della pieve di Missaglia. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, la porzione del distretto X ex milanese con capo- pieve di Missaglia. 564 luogo Missaglia comprendeva i comuni di Barzago, Barzanò, Bernaga, Bulciago, Cassago, Casirago, Cereda, 1757 - 1797 Cremella, Crippa, Missaglia (capoluogo), Monticello, Oriano, Perego, Sirtori, Viganò (quadro dei distretti 1802); Nel compartimento territoriale dello stato di Milano in esecuzione del circolare dispaccio 24 dicembre 1803 co- (editto 10 giugno 1757), la pieve di Missaglia, parte del du- stituivano la porzione del distretto di Missaglia i comuni di cato di Milano, comprendeva le comunità di Barzago con III classe di Barzago, Barzanò, Bernaga, Bulciago, Cassa- Bevera e Merdagò; Barzanò; Bernaga con Lissolo; Brian- go, Casirago, Cereda, Cremella, Crippa, Missaglia (capo- zola con Boffalora e Inseraga; Bulciago; Cagliano con Gio- luogo), Monticello, Oriano, Perego, Sirtori, Viganò (elenco venzana e Campsirago; Casate Nuovo con Campo Fiorenzo dei comuni 1803). e Rogoredo; Casirago con Molinata; Cassago; Cassina de’ Bracchi con Cassina Galgiana; Cereda con Galbusera, Pe- pretura feudale di Missaglia. 566 rego porzione e Roncaria porzione; Cernusco Lombardone con Ca’ Franca e Cassina Fontanella; Cologna con Presta- sec. XVII - 1774 bio e Cassina Taveggia; Contra con Tignoso; Cremella; Crippa; Lomagna; Lomaniga con Albareda maggiore; Ma- Nel 1648 Missaglia fu concessa in feudo a Paolo Sor- resso; Missaglia; Montevecchia; Monticello con Corte No- mani: il feudo comprendeva anche le comunità di Aizuro, va, Casate Vecchio, Torre Villa e Prebone; Nava con Brian- Bestetto, Campsirago, Cassina Veglio, Cagliano, Fumagal- za, Piè Castello, Sarizza, Sarizzetta e Cassina Fumagalla; lo, Giovenzana, Nava, Piè Castello, Sarizza, Sarizzetta, Te- Oriano con Zizanore; Osnago; Perego con porzione di Ron- gnone. caria; Rovagnate con Crescenzaga, Albareda minore e Sa- Le comunità erano sottoposte alla giurisdizione del la; Santa Maria Hoè con Tremonte, Bosco, Cornera e Aldu- feudatario, tramite un ufficiale (il podestà o pretore); tale no; Sirtori con Ceregallo; Tegnone con Bestetto; Viganò di giurisdizione era, nella classe civile come in quella crimi- sopra e di sotto. nale, limitata ai soli abitanti rurali del feudo, essendone Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Missa- esentati i massari dei nobili e dei cittadini milanesi (non i glia, conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - semplici braccianti), soggetti immediatamente al maggior magistrato (giudice regio), competente del resto in tutti i “comprendenti anime di comunione, fanciulli, regolari casi di controversia tra sudditi e feudatario. La giurisdizio- (preti, frati, monache) e nati nel 1771” - era di 14.259 unità ne feudale era però di sola prima istanza, essendo ammes- (statistica delle anime 1771). so, nelle cause civili, il ricorso al giudizio del savio (dottore In base al compartimento territoriale della Lombardia collegiato). Era sufficiente che nelle cause criminali fosse austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Missaglia, coinvolta anche una sola persona estranea alla giurisdizio- comprendente le comunità di Barzago con Bevera e Merda- ne feudale perché tutto il processo fosse devoluto al magi- gò; Barzanò; Bernaga con Lissolo; Brianzola con Boffalora strato regio competente. e Inseraga; Bulciago; Cagliano con Giovenzana e Campsi- Le cause del censo, per i contenziosi tra fisco e feuda- rago; Casate Nuovo con Campo Fiorenzo e Rogoredo; Ca- tari o tra feudatari, furono originariamente di competenza sirago con Molinata; Cassago; Cassina de’ Bracchi con del tribunale dei due magistrati delle rendite ordinarie e Cassina Galgiana; Cereda con Galbusera, Perego porzione straordinarie della camera (appellabili al senato di Milano), e Roncaria porzione; Cernusco Lombardone con Ca’ Fran- in seguito del supremo consiglio d’economia; spettavano a ca e Cassina Fontanella; Cologna con Prestabio e Cassina questo tribunale anche le interpretazioni dei privilegi, delle Taveggia; Contra con Tignoso; Cremella; Crippa; Loma- costituzioni, le dispense dalle disposizioni dei testatori, de- gna; Lomaniga con Albareda maggiore; Maresso; Missa- gli statuti (locali) e delle stesse costituzioni (milanesi); glia; Montevecchia; Monticello con Corte Nova, Casate spettava ancora a questo tribunale vigilare sulla condotta di Vecchio, Torre Villa e Prebone; Nava con Brianza, Piè Ca- tutti i giusdicenti (transunto 1771). stello, Sarizza, Sarizzetta e Cassina Fumagalla; Oriano con Zinzanore; Osnago; Perego con porzione di Roncaria; Ro- Il feudo della pretura feudale di Missaglia comprese vagnate con Crescenzaga, Albareda minore e Sala; Santa stabilmente il podestà, l’attuario (responsabile della stesura degli atti processuali), e il bargello. Maria Hoè con Tremonte, Bosco, Cornera e Alduno; Sirtori con Ceregallo; Tegnone con Bestetto; Viganò di sopra e di arch. risposte ai 45 quesiti, Missaglia: “Missaglia, capo di sotto fu inserita nella provincia di Milano. pieve. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Gio- Nel 1791 la pieve di Missaglia comprendeva in totale vanni Antonio Pirovano, cancelliere della suddetta co- le trentuno comunità del compartimento del 1757, inserite munità”, 4 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. nel distretto X di Missaglia e in parte nel distretto IX di Bri- bibl. Cappellini 1958A: Alberto Cappellini, Missaglia, me- vio (Brianzola, Cagliano, Cologna, Nava, Rovagnate, San- morie storiche, Milano, 1958.

206 Moggio

MISSAGLIOLA Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- comune di Missagliola. 567 va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- sec. XIV - sec. XVI pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- Nel 1162 Benedetto d’Assia, nunzio dell’imperatore nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che Federico I, investiva Guidone, prevosto di Monza, di diver- formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e si fondi e ragioni posseduti dalla basilica monzese, tra cui un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- le terre “in loco et fundo qui dicitur Masaliora” (Missaglio- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si la). formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Negli statuti delle strade e delle acque del contado di ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- cho de Massaiola con Tegnoso” (compartizione delle fagie lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- 1346). te (le terre) lo stesso metodo e regola”. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni I consiglieri componenti il consiglio generale di valle ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano lamento della Valsassina). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Missagliola comune di Moggio. 569 (Beretta 1972). 1757 - 1797 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Masarola (Missagliola) risulta elencata tra le comunità della pieve di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Missaglia (estimo di Carlo V). (editto 10 giugno 1757), Moggio era un comune della Val- Nel 1572, in un prospetto dei comuni della pieve di sassina, compresa nel ducato di Milano. Missaglia per la compartizione della tassa sul sale, Massa- Nel 1771 il totale degli abitanti di Moggio, conteggiati rola figurava unito, insieme a Tegnoso, al comune di Contra in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 244 unità (sta- (Cappellini 1958). tistica delle anime 1771). Nella notificazione del personale del ducato di Milano In base al compartimento territoriale della Lombardia (compartimento 1751), Masarola (Missagliola) era elenca- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Moggio to come cassinaggio del comune di Contra, nella pieve di apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- Missaglia. mo. Nel 1791 Moggio era compresa tra le comunità della Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella provincia di Milano (compartimento 1791). MOGGIO comune di Moggio. 570 comune di Moggio. 568 1798 - 1809 sec. XIV - 1757 Il comune di Moggio, in forza della ripartizione del di- La comunità di Moggio appartenne già anticamente partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu alla Valsassina, come parte della squadra del Consiglio. compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti trobio. delle università delle singole terre componenti la Valsassi- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge na, tra cui Moggio, furono chiamati a Milano per dare giu- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Moggio fu inserito ramento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. 1911). La denominazione di squadra del Consiglio per Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- l’unione di Barzio, Concenedo, Cassina, Moggio, Cremeno terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), derivava dal fatto che anticamente queste terre costituivano Moggio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV una sola comunità; separatesi prima della metà del XVI se- di Lecco del dipartimento del Lario. colo, si regolavano “nel temporale da sè sole, avendo cia- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- scuna il suo estimo e catastro separato”, “ritenendo soltanto partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- fra loro le ragioni di godere pro indiviso i beni comunali” bre 1802, il comune di Moggio venne ricollocato nel II di- (processo alle tavole d’estimo, Valsassina). stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- III classe con 276 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni lente al 1572, Moggio era citata tra “le infrascritte comuni” 1803). della Valsassina. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Nel 1722 Moggio contava 42 fuochi (Baroncelli 1995). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Moggio Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- IV di Lecco: comune di III classe, contava 260 abitanti. zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Moggio figu- Moggio, nella squadra del Consiglio, era uno dei comuni (o rava, con 275 abitanti, comune aggregato al comune deno- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- minativo di Barzio, nel cantone II di Introbio del distretto go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzio con il suc-

207 Moioli cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- MOLINATA rio (decreto 30 luglio 1812). comune di Molinata. 574 comune di Moggio. 571 sec. XIV - 1757 1816 - 1859 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Missaglia. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- di Moggio fu inserito nel distretto X di Taceno. cho de Morinata” (compartizione delle fagie 1346). Moggio, comune con convocato, fu confermato nel di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Molinata risulta compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di cazione 1 luglio 1844). Carlo V). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Moggio, co- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mune con convocato generale e con una popolazione di 338 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. lente al 1572, era compresa anche Molinata. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo il comu- ne di Molinata, compresa nella pieve di Missaglia, non ri- sultava “mai stato infeudato”. Di consueto la giustizia re- MOIOLI stava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giu- comune di Moioli. 572 ramento, pagando all’attuario soldi 18.3. sec. XV - 1797 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Mojoli è citato tra le “terre, luoghi, ville e comuni” del- amministrativa, la comunità, che aveva allora 91 abitanti, la comunità di Val San Martino negli statuti della valle risa- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due lenti al 1435 (§ 217); alla fine del XVI secolo era citato deputati, il cancelliere e il console, i quali regolavano gli in- come contrada del comune di “Lorentino e Sopracornola” teressi pubblici con incarico annuale, tranne il cancelliere (Da Lezze 1596), mentre figurava come comune autonomo che, pratico del luogo, veniva riconfermato; presso il can- della Val San Martino nel 1766 (repertorio 1766). celliere con un salario annuo di lire 10 restavano le “poche scritture” della comunità, che non aveva archivio; l’elezio- ne dell’esattore avveniva mediante incanto, previa esposi- zione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Molinata). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano MOLINA (editto 10 giugno 1757), Molinata figura aggregato al co- mune di Casirago, nella pieve di Missaglia, compresa nel comune di Molina. 573 ducato di Milano. sec. XIV - 1757 arch. risposte ai 45 quesiti, Molinata: “Molinata, pieve di Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- Missaglia, aggregata a Casirago. Risposta alli quesiti del- nità della pieve di Mandello. la Real Giunta fatta da Pietro Antonio Galliano, cancel- liere della suddetta comunità”, 12 febbraio 1751, ASMi, A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi Catasto, cart. 3.040. anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, MOLINI Mandello; Zucchi 1959). Dal XV al XVIII secolo, Molina fu sempre sottoposta comune di Molini. 575 al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di sec. XIV - 1757 Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti nità della pieve di Mandello. della real giunta del censimento, nel 1751 Molina formava A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi Mandello; Zucchi 1959). spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, Dal XV al XVIII secolo, Molini fu sempre sottoposta Mandello). al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. (editto 10 giugno 1757), Molina figura aggregato al comu- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti ne di Rongio, nella pieve di Mandello, compresa nella ri- della real giunta del censimento, nel 1751 Molini inferiori viera di Lecco e nel ducato di Milano. e superiori formava un comune (o “consolaria") aggregato

208 Molteno alla comunità generale di Mandello, compresa nella riviera munità di Molino del Maglio, compresa nella squadra di di Lecco, allora infeudata al conte Ercole Sfondrati e dipen- Nibionno, era infeudato al conte della riviera, al quale pa- dente dal podestà feudale di Mandello (presso la cui banca gava lire 3.10 annue. Non vi risiedeva iusdicente nè regio criminale il console era solito prestare giuramento), con- nè feudale; la comunità era soggetta all’officio di Bosisio, correndo con le altre terre della pieve di Mandello al paga- presso la cui banca criminale il console era solito prestare mento dei carichi spettanti alla comunità generale (risposte giuramento; pagava al podestà feudale lire 3.10 annue e al ai 45 quesiti, Mandello). fante del pretorio lire 5.18. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita (editto 10 giugno 1757), Molini figura aggregato al comune amministrativa, la comunità, che aveva allora 29 abitanti, di Mandello, nella pieve di Mandello, compresa nella rivie- non aveva consiglio generale nè particolare, essendovi “so- ra di Lecco e nel ducato di Milano. lamente tre molinari i quali fanno comune da sè”; aveva bensì un cancelliere, allora non residente, con un emolu- mento di lire 2 annue, che formava i riparti e al quale resta- va raccomandata l’amministrazione, e la conservazione MOLINO DEL LEONE delle pubbliche scritture; l’esattore riceveva i riparti dal console, che a sua volta li aveva ricevuti dal cancelliere (ri- sposte ai 45 quesiti, Molino del Maglio). comune di Molino del Leone. 576 sec. XVI - 1757 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Molino del Maglio figura aggrega- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra to al comune di Rogeno, nella squadra di Nibionno, com- di Nibionno. presa nel ducato di Milano. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- arch. risposte ai 45 quesiti, Molino del Maglio: “Malio, lente al 1572, era compresa anche Molino del Leone. squadra di Nibionno, unito a Rogeno. Risposta alli que- siti della Real Giunta fatta da Giovanni Antonio Monta- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real no, cancelliere di detta comunità”, 21 gennaio 1751, giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- ASMi, Catasto, cart. 3.034. munità di Molino del Leone, compresa nella squadra di Ni- bionno, era infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire 2.2.6 annue. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era soggetta all’officio di Bosisio, presso la cui banca criminale il console era solito prestare MOLTENO giuramento, pagando lire 2 annue. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Molteno. 578 amministrativa, la comunità, che aveva allora 18 abitanti, sec. XIV - 1757 non aveva consiglio generale nè particolare, essendo “un Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di comune piciolo sono solamente due molinari i quali fanno Oggiono. comune da sè, bisognando qualche cosa per detto comune Negli statuti delle strade e delle acque del contado di tra di loro si intendono”; non si ritrovava cancelliere, inca- Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- ricandosi il cancelliere di un’altra comunità della cura della cho da Molteno” (compartizione delle fagie 1346). pubbliche scritture: il cancelliere formava i riparti per poi consegnarli al console, che a sua volta li dava all’esattore Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza (risposte ai 45 quesiti, Molino del Leone). (anno 1456), il comune di Molteno era compreso nella pie- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ve di Oggiono. (editto 10 giugno 1757), Molino del Leone figura aggrega- Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di to al comune di Rogeno, nella squadra di Nibionno, com- Oggiono, tra cui Molteno, si pronunciarono radunandosi in presa nel ducato di Milano. vicinanza sulla riforma dell’estimo del Monte di Brianza (Longoni 1985A). arch. risposte ai 45 quesiti, Molino del Leone: “Molino Leo- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ne, squadra di Nibionno, unito a Rogeno. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giovanni Antonio Mon- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Molteno risulta tano cancelliere di detta comunità”, 22 gennaio 1751, inserita tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di ASMi, Catasto, cart. 3.034. Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Molteno. MOLINO DEL MAGLIO Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comune di Molino del Maglio. 577 munità di Molteno, compresa nella pieve di Oggiono - già sec. XVI - 1757 infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra non era infeudata e si era redenta “mediante sborso di som- di Nibionno. ma incerta e mediante il pagamento della mezz’annata”; In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato pagava ogni quindici anni lire 55.10.9 per la redenzione di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- “dal feudo della Martesana” (12 aprile 1652). Non vi risie- lente al 1572, era compresa anche Molino del Maglio. deva iusdicente nè regio nè feudale; non era soggetta ad al- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real tro officio che all’officio di Milano, e il console era solito giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- prestare giuramento presso la banca criminale del capitano

209 Mondonico di giustizia di Milano. La comunità, tuttavia, aveva avuto di Oggiono del distretto IV di Lecco: comune di III classe, “molestie con il vicario della Martesana, dovendo sobbar- contava 849 abitanti. carsi le spese per contraddire e sottrarsi alla giurisdizione A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- del vicario della Martesana”. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita nominativo di Molteno, con una popolazione di 1.810 abi- amministrativa, la comunità, che aveva allora 219 abitanti, tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di aveva un console e due deputati, un cancelliere, eletti “a Garbagnate Monastero e uniti, Molteno e uniti, Sirone, era voti comuni in pubblica piazza”; le copie dei riparti formate inserito nel cantone IV di Oggiono del distretto IV di Lec- annualmente erano tenute presso il cancelliere, che aveva co, nel quale fu confermato con il successivo compartimen- un salario di lire 12 annue, “non avendo la comunità altre to territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio scritture”; i riparti erano resi pubblici dal console, che face- 1812). va anche i capitoli con l’esattore. Molteno faceva un solo comune con i luoghi di Gaesso comune di Molteno. 581 e Bavida, “anticamente aggregati, del che non si sa il titolo, 1816 - 1859 nè il come” (risposte ai 45 quesiti, Molteno; Marcora Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, 1978). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, di Molteno con Luzzana e Ceroldo fu inserito nel distretto preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- XII di Oggiono. neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Molteno furono Molteno con Luzzana e Ceroldo, comune con convoca- aggregati Luzzana e Ceroldo. to, fu confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del successivo compartimento territoriale delle province lom- comune di Molteno. 579 barde (notificazione 1 luglio 1844). 1757 - 1797 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Molteno con Nel compartimento territoriale dello stato di Milano le frazioni Luzzana e Ceroldo, comune con convocato ge- (editto 10 giugno 1757), il comune di Molteno con Luzzana nerale e con una popolazione di 929 abitanti, fu inserito nel e Ceroldo faceva parte della pieve di Oggiono, inclusa nel distretto XI di Oggiono. ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Molteno: “Molteno, pieve di Og- Nel 1771 il totale degli abitanti di Molteno, conteggiati giono. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Car- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 766 unità (sta- lo Giovanni Ratti cancelliere interino della suddetta co- tistica delle anime 1771). munità”, 31 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. In base al compartimento territoriale della Lombardia bibl. Marcora 1978: Carlo Marcora, Molteno: memorie di fa- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Molteno miglia, Oggiono-Lecco, Tipolito Paolo Cattaneo, 1978. con Luzzana e Ceroldo apparteneva alla pieve di Oggiono, compresa nella provincia di Como. Nel 1791 Molteno venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, MONDONICO nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- partimento 1791). comune di Mondonico. 582 sec. XIV - 1757 comune di Molteno. 580 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 1798 - 1815 Brivio. Il comune di Molteno con Luzzana e Ceroldo, in forza Negli statuti delle strade e delle acque del contado di della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con da Mondonego” (compartizione delle fagie 1346). capoluogo Oggiono. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Molteno e uniti fu ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Mondonico Molteno con Gaesso e Luzzana era uno dei comuni che co- (Beretta 1972). stituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del La- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- rio. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Mondonico ri- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- sulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- di Carlo V). bre 1802, il comune di Molteno venne ricollocato nel VI di- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di lente al 1572, era compresa anche Mondonigo (Mondoni- III classe con 560 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni co). 1803). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Molteno munità di Mondonico, compresa nella pieve di Brivio - già con Ceroldo e Luzzana venne ad appartenere al cantone V infeudata con Colzano, Bruscò, Brugora, Riva, Naresso,

210 Monte

Porchera, Olchiellera e Vallicelli a Claudio Giussani, ma bre 1802, il comune di Mondonico venne ricollocato nel IX senza redditi feudali, dal 1648 (Casanova 1904) - era infeu- distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- data al marchese Alessandro Erba, al quale non corrispon- dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- deva alcun onorario. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè mune di III classe con 593 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- feudale; lo iusdicente feudale, Matteo Bonacina, risiedeva muni 1803). a Milano; la comunità era soggetta al regio officio della Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Martesana, presso la cui banca criminale il console era so- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Mondo- lito prestare giuramento. nico con Porchera, Olchiellera, Borlengo e Vallicelli venne Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del di- amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 150 abi- stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 785 abi- tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva tanti. come rappresentanti un sindaco e un console, che si eleg- gevano in pubblica piazza ogni anno, sempre però sotto la A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- soprintendenza dei primi due estimati, che vigilavano mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- sull’amministrazione della comunità e sulla giustizia dei nominativo di Mondonico, con una popolazione di 1.159 pubblici riparti; la comunità non aveva cancelliere fisso, nè abitanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di archivio per le pubbliche scritture, che si conservavano in Mondonico e uniti, Olgiate e uniti, era inserito nel cantone parte presso i primi estimati, in parte presso lo stesso sinda- V di Merate del distretto IV di Lecco, nel quale fu confer- co; l’esattore veniva eletto in pubblica piazza all’incanto, mato con il successivo compartimento territoriale del di- previa esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Mondo- partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). nico). Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- comune di Mondonico. 585 forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, 1816 - 1859 preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Mondonico furono Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, aggregati Porchera e Borlengo. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Mondonico con Porchera, Olchiellera, Borlengo e Valli- comune di Mondonico. 583 celli fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. 1757 - 1797 Mondonico con Porchera, Olchiellera, Borlengo e Val- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano licelli, comune con convocato, fu confermato nel distretto (editto 10 giugno 1757), il comune di Mondonico con Por- XXIV di Brivio in forza del successivo compartimento ter- chera, Olchiellera, Borlegno e Vallicelli apparteneva alla ritoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. 1844). Nel 1771 il totale degli abitanti di Mondonico, conteg- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Mondonico giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 625 unità con le frazioni Porchera, Olchiellera, Borlengo e Vallicelli, (statistica delle anime 1771). comune con convocato generale e con una popolazione di In base al compartimento territoriale della Lombardia 824 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Mondo- nico con Porchera, Olchiellera, Borlegno e Vallicelli, nella arch. risposte ai 45 quesiti, Mondonico: “Mondonico, pieve pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. di Brivio. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Antonio Magno sindaco e cancelliere della suddetta co- Nel 1791 Mondonico risultava inserita nella pieve di munità”, 6 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Brivio che costituiva, unitamente a una porzione della pie- ve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Milano (compartimento 1791). MONTE comune di Mondonico. 584 1798 - 1815 comune di Monte. 586 Il comune di Mondonico con Porchera, Olchiellera, sec. XVI Borlengo e Vallicelli, in forza della ripartizione del diparti- mento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compre- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- so nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluogo Bri- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Monte risulta vio. elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Carlo V). 5 vendemmiale anno VII), il comune di Mondonico e uniti In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. di Milano risalente al 1572, Monte figurava con un proprio Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- perticato nel territorio della pieve, pur non avendo attribuita terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), una quota “de sale”. Mondonico e uniti era uno dei comuni che costituivano il Nel XVIII secolo Monte (o Cassina Monte) costituiva distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. un comune unitario con Spiazzo, che fu poi aggregato al Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- comune di Bagaggera, nella pieve di Brivio, con la compar- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- timentazione dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757).

211 Monte Marenzo

MONTE MARENZO In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, venne richiesto alla prefettura un progetto di compartimen- comune di Monte Marenzo. 587 to territoriale (progetto di compartimento 1807), che fu in- sec. XIV - 1797 tegralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo Nel 1331 (statuti, Bergamo) faceva capo alla “facta” di 1809), il comune denominativo di Monte Marenzo, con una Porta Sant’Alessandro; Marenzo è citato tra le “terre, luo- popolazione di 737 abitanti complessivi e comprendente i ghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino ne- comuni aggregati di Monte Marenzo, Roncaglia e Favira- gli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta no, era inserito nel cantone VII di Caprino del distretto I di il comune di Monte Marenzo fece parte della Val San Mar- Bergamo. tino, retto da un console e da due sindaci. Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza Alla fine del XVI secolo contava 50 fuochi e 185 abi- imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- tanti (Da Lezze 1596); alla fine del XVIII secolo ne contava to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte 380 (Maironi, catalogo). dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di alcuni comuni": “a Monte Marenzo erano unite Roncaglia comune di San Paolo. 588 e Favirano, che per nessun titolo potevano appartenere a 1798 - 1802 quel comune denominativo, ma bensì appartengono a Torre de’ Busi. Si sono dunque staccate da Monte Marenzo e riu- Il comune di San Paolo, in forza della ripartizione del nite a Torre de’ Busi; ed a Monte Marenzo si è riunito inve- dipartimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu col- ce San Gregorio, comune più popoloso dei due indicati, che locato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. si è staccato da Cisano” (progetto di rettificazione 1813). Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di San Paolo fu non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con capo- 1814). luogo Caprino. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- comune di Monte Marenzo. 590 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), 1816 - 1859 San Paolo era uno dei comuni che costituivano il distretto I di Bergamo del dipartimento del Serio. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- comune di Monte Marenzo. 589 mune di Monte Marenzo fu inserito nel distretto VII di Ca- 1802 - 1815 prino. Con il decreto 18 agosto 1816 n. 32375/3912, al co- Nelle proprie osservazioni al progetto di distrettuazio- mune di Monte Marenzo fu unito il comune di Roncaglia, ne del dipartimento del Serio inviate al consigliere ministro poi aggregato definitivamente a quello di Torre de’ Busi degli affari interni il 24 giugno 1802, il prefetto di Berga- con decreto 18 luglio 1818 n. 17177/2820 (variazioni al mo, Brunetti, segnalava alcune errate denominazioni di co- compartimento provinciale di Bergamo 1816-1835). muni portate dalla precedente compartimentazione, tra le Monte Marenzo, comune con convocato, fu conferma- quali San Paolo, che era in realtà “parrocchia, e non comu- to nel distretto VII di Caprino in forza del successivo com- ne”, comprendente “il comune di Monte Marenzo ed altre partimento territoriale delle province lombarde (notifica- contrade” e pertanto “da omettersi": Monte Marenzo (e non zione 1 luglio 1844). San Paolo) figurava dunque, nel 1802, tra i comuni dell’ex Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Monte Ma- provincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo partico- renzo, comune con convocato generale consiglio e con una lare” (tabella dei comuni 1802). popolazione di 538 abitanti, fu inserito nel distretto IX di Nel progetto dell’amministrazione dipartimentale per Caprino. la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio, compariva nuovamente Monte Marenzo, che costituiva un comune unitario con Parentela de’ Cattani e San Gregorio nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto MONTE SPIAZZO di distrettuazione 1803). Il progetto di distrettuazione, basato su XVIII distretti, comune di Monte Spiazzo. 591 proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- sec. XVIII - 1757 polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione Comune del Monte di Brianza, appartenente alla pieve della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- di Brivio, compare nelle compartimentazioni del XVIII se- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione colo, risultando formato dalla Cassina del Monte e da locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario Spiazzo, che figuravano autonomi nell’estimo di Carlo V d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- del 1558. tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio Dalle risposte fornite ai 45 quesiti della real giunta del 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro censimento (anno 1751), e dalle relazioni allegate agli atti numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun preparatori del nuovo estimo (anno 1754) (processi delle distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano tavole d’estimo, pieve di Brivio) si desume che a quel tem- prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere po la comunità di Cassina Monte e Spiazzo, compresa nella ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Monte pieve di Brivio, faceva comune da sè e intendeva continuare Marenzo con Parentela era comune, con 469 abitanti, nel “nella sua disagregazione”. La comunità non era infeudata. distretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804). Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comuni-

212 Montevecchia tà era soggetta al regio officio della Martesana, presso la cui pollastri n. 12 capponi n. 12”; il console prestava il suo an- banca criminale il console era solito prestare giuramento, nuale giuramento all’ufficio del vicario della Martesana, con il pagamento di soldi 13.3. pagando all’attuario soldi 18.3. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 53 abitanti, amministrativa, la comunità, che aveva allora 415 abitanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma veniva re- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo un golata dai maggiori estimati; al cancelliere, allora residente sindaco, il console e un deputato; il sindaco formava i ripar- a Monticello, era destinata la cura dei riparti; non c’era ar- ti, poi letti in pubblica piazza; presso il sindaco rimanevano chivio, per non avere la comunità “alcune sorte de’ libri, nè inoltre “gli ordini che tengono alla comunità”, non essen- scrittura attinente” (risposte ai 45 quesiti, Monte Spiazzo). doci archivio nè cancelliere; l’esattore veniva eletto in pub- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano blica piazza all’incanto (risposte ai 45 quesiti, Montevec- (editto 10 giugno 1757), Monte Spiazzo venne aggregato al chia). comune di Bagaggera, nella pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. comune di Montevecchia. 594 arch. risposte ai 45 quesiti, Monte Spiazzo: “Cassina Monte, 1757 - 1797 e Spiazzo, pieve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Giunta fatta da Pomponio Sottocornola cancelliere di (editto 10 giugno 1757), il comune di Montevecchia appar- detta comunità”, 13 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. teneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Mi- 3.040. lano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Montevecchia, con- teggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 559 unità (statistica delle anime 1771). MONTEREGO In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Monte- comune di Monterego. 592 vecchia, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provin- sec. XIV cia di Milano. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Nel 1791 Montevecchia risultava inserita nella porzio- Milano era compreso, nella corte di Casate Nuovo, come ne della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di “el locho de Monterezo” (compartizione delle fagie 1346). Missaglia della provincia di Milano (compartimento 1791). Nella notificazione del personale del ducato di Milano (compartimento 1751), Montarego era elencato come cas- comune di Montevecchia. 595 sinaggio del comune di Casate Nuovo, nella pieve di Mis- 1798 - 1809 saglia. Il comune di Montevecchia, in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè dei Monti con capo- luogo Missaglia. MONTEVECCHIA In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Montevecchia fu comune di Montevecchia. 593 inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. sec. XIV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Missaglia. Montevecchia era uno dei comuni che costituivano il di- stretto III di Monza del dipartimento dell’Olona. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cho da Montevegia” (compartizione delle fagie 1346). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Monte Vecchio venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 539 (anno 1456), il comune di Montevecchia era compreso nel- abitanti. la pieve di Missaglia. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Montevecchia mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Montevecchio risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia figurava, con 559 abitanti, comune aggregato al comune (estimo di Carlo V). denominativo di Cernusco Lombardone, nel cantone VI di Missaglia del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Cernusco Lombardone con il successivo compartimento di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio lente al 1572, era compresa anche Monteveggia. 1812). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comune di Montevecchia. 596 munità di Monte Vecchia, compresa nella pieve di Missa- glia - già infeudata dal 1647 ad Alessandro Panigarola e in 1816 - 1859 seguito a Giacomo Brivio - era infeudata a Pietro Agnesi Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Mariani, al quale nulla pagava. Risiedeva in luogo il luogo- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tenente dello iusdicente feudale Domenico Sala (il podestà bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune risiedeva a Milano), al quale si pagavano “per antico uso di Montevecchia fu inserito nel distretto XXV di Missaglia.

213 Monticello (pieve di Brivio)

Montevecchia, comune con convocato, fu confermato lente al 1572, era compresa anche Monticello. Negli atti del nel distretto XXV di Missaglia in forza del successivo com- XVI secolo Monticello si trova spesso nominata come partimento territoriale delle province lombarde (notifica- “Monticello di Casirago”. zione 1 luglio 1844). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Montevec- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- chia, comune con convocato generale e con una popolazio- munità di Monticello, compresa nella pieve di Missaglia, ne di 854 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. risultava redenta dal feudo, senza aver mai “pagato mezz’annata e quindennio”. Non vi risiedeva iusdicente nè arch. risposte ai 45 quesiti, Montevecchia: “Montaveglia, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta regio nè feudale; di consueto la giustizia restava ammini- fatta da Pietro Brivio, cancelliere della suddetta comuni- strata dal vicario della Martesana, presso la cui banca cri- tà”, 6 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. minale prestava il console il suo annuale giuramento, pa- gando all’attuario soldi 18.3. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 189 abitanti, MONTICELLO (PIEVE DI BRIVIO) non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due deputati, console e cancelliere, che regolavano gli interessi pubblici con incarico annuale, tranne il cancelliere, che po- comune di Monticello. 597 teva essere riconfermato; presso il cancelliere, con salario sec. XIV - sec. XV di lire 9 annue, erano conservate “le poche scritture” atti- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di nenti la comunità, non esistendo l’archivio; vi era un solo Brivio. esattore, eletto all’incanto, premessa l’esposizione di cedo- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di le (risposte ai 45 quesiti, Monticello; Cappellini 1961). Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “le cas- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- sine de Montesello” (compartizione delle fagie 1346). forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Monticello furono ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto aggregati Corte Nova, Casate Vecchio, Torre Villa. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- comune di Monticello. 599 nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Monticello 1757 - 1797 (Beretta 1972). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Nelle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo (editto 10 giugno 1757), il comune di Monticello con Corte estimo (anno 1755), Monticello risulta unito al comune di Nova, Casate Vecchio, Torre Villa e Prebone apparteneva Olgiate (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Monticello, conteg- giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 133 unità (statistica delle anime 1771). MONTICELLO (PIEVE DI MISSAGLIA) In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Monti- comune di Monticello. 598 cello con Corte Nova, Casate Vecchio, Torre Villa e Prebo- sec. XIV - 1757 ne, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia. Nel 1791 Monticello risultava inserita nella porzione della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Mis- Il toponimo si trova citato in una pergamena del 903, saglia della provincia di Milano (compartimento 1791). relativa all’investitura fatta da Berengario alla chiesa di Monza di alcune terre, tra cui un appezzamento nel luogo “qui dicitur Monticelli”. comune di Monticello. 600 1798 - 1809 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella corte di Casate Nuovo, come Il comune di Monticello, in forza della ripartizione del “el locho da Montesello con Casirago” (compartizione del- dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu le fagie 1346). compreso nel distretto VII del Piè dei Monti con capoluogo Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Missaglia. ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto 5 vendemmiale anno VII), il comune di Monticello con di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Cortenova, Castelvecchio, Torre Villa e Prebone fu inserito Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- nel distretto XXVII di Missaglia. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Monticello Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- (Beretta 1972). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Monticello con Cortenova, Castelvecchio, Torrevilla e Pre- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Monticello ri- bone era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di sulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (esti- Lecco del dipartimento del Lario. mo di Carlo V). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- bre 1802, il comune di Monticello venne ricollocato nella

214 Morterone porzione del X distretto ex milanese con capoluogo Missa- MORTERONE glia (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 781 abitanti, nel 1803 (elen- comune di Morterone. 603 co dei comuni 1803). sec. XIV - 1757 Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Monti- nità della pieve di Lecco. cello con Corte Nova, Casate Vecchio, Torrevilla e Prebone Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Mortirono stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 532 abi- (Morterone) risulta inserita nella comunità di Lecco e nella tanti. riviera di Lecco (estimo di Carlo V). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Monticello e della real giunta del censimento, nel 1751 Morterone era uniti figurava, con 771 abitanti, comune aggregato al comu- uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quo- ne denominativo di Casate Nuovo, nel cantone VI di Mis- ta”, che costituivano la comunità generale di Lecco, allora saglia del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudi- Casate Nuovo con il successivo compartimento territoriale ce (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- comune di Monticello. 601 nali. Il comune di Morterone, unitamente a quelli di Balla- 1816 - 1859 bio inferiore e Ballabio superiore, ricercava la “separazione dei beni comunali” “del corpo generale di Lecco”, stando Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, “da sè a pagare gli aggravij… senza essere soggetta alla co- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- munità generale di Lecco”. Console e due sindaci formava- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune no il consiglio della comunità, restando eletti in pubblica di Monticello con Corte Nuova, Casate Vecchio, Torre Villa piazza nella stessa occasione in cui si formavano i riparti (la e Prebone fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. validità dell’assemblea era condizionata dalla presenza di almeno due terzi degli aventi diritto); non c’era cancelliere Monticello con Corte Nuova, Casate Vecchio, Torre e la cura delle pubbliche scritture spettava ai sindaci, non Villa e Prebone, comune con convocato, fu confermato nel esistendo archivio della comunità. Morterone, come ogni distretto XXV di Missaglia in forza del successivo compar- comune della comunità generale di Lecco, aveva il suo par- timento territoriale delle province lombarde (notificazione ticolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria e 1 luglio 1844). censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (salario Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Monticello del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manutenzione con le frazioni Corte Nuova, Casate Vecchio, Torricello e di chiese e straordinari, oltre alle spese della comunità ge- Prebone, comune con convocato generale e con una popo- nerale). Nel 1751 la comunità di Morterone aveva 310 abi- lazione di 1.379 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di tanti (risposte ai 45 quesiti, Morterone). Missaglia. comune di Morterone. 604 arch. risposte ai 45 quesiti, Monticello: “Monticello, pieve di 1757 - 1797 Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Carlo Ambrogio Fumagallo, cancelliere di detta comuni- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano tà”, 23 gennaio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. (editto 10 giugno 1757), il comune di Morterone faceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, bibl. Cappellini 1961: Alberto Cappellini, Appunti storici su nel ducato di Milano. Monticello, Besana, 1961. Nel 1771 il totale degli abitanti di Morterone, conteg- giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 383 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia MORNICO austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Mortero- ne apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. comune di Mornico. 602 Nel 1791 Morterone venne inserita, con le altre comu- sec. XVIII - 1757 nità delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel distretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, mento 1791). tra cui Mornico, già anticamente formanti un’unica comu- nità della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: comune di Morterone. 605 negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta 1798 - 1815 una relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Morterone e Boaz- cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- zo fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- giugno 1757). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX),

215 Mosnico

Morterone e Boazzo era uno dei comuni che costituivano il MOTTENO distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. comune di Motteno. 608 Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- sec. XIV - 1757 partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Morterone venne ricollocato nel III Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- distretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei di- nità della pieve di Mandello. stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi classe con 393 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Morte- (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- rone e Bovazzo venne ad appartenere al cantone I di Lecco dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 394 Mandello; Zucchi 1959). abitanti. Dal XV al XVIII secolo, Motteno fu sempre sottoposta al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti nominativo di Morterone, con una popolazione di 385 abi- della real giunta del censimento, nel 1751 Motteno formava tanti complessivi, era inserito nel cantone I di Lecco del un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il suc- rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà rio (decreto 30 luglio 1812). feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- comune di Morterone. 606 tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, 1816 - 1859 Mandello). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, (editto 10 giugno 1757), Motteno figura aggregato al co- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- mune di Rongio, nella pieve di Mandello, compresa nella bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune riviera di Lecco e nel ducato di Milano. di Morterone fu inserito nel distretto XI di Lecco. Morterone, comune con convocato, fu confermato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo compartimen- to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- MOZZANA glio 1844). comune di Mozzana. 609 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Morterone, sec. XV - 1757 comune con convocato generale e con una popolazione di 395 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Garlate. arch. risposte ai 45 quesiti, Morterone: “Risposte di Morte- Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di rone, Riviera di Lecco. Risposte a quesiti della Real Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, Gionta fatta da Francesco Invernizzi deputato della sud- anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, detta comunità”, 17 dicembre 1750, ASMi, Catasto, cart. e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- 3.031. mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Moz- zana (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bo- gnetti-Marcora 1957). Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza, MOSNICO redatta nel 1456, è citato tra gli altri il comune di Mozzana (Beretta 1952). comune di Mosnico. 607 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Mozzana risulta sec. XVIII - 1757 inserita nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, di Milano risalente al 1572, Mozzana figurava con un pro- tra cui Mosnico, già anticamente formanti un’unica comu- prio perticato distinto nel territorio della pieve, pur non nità della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: avendo attribuita una quota “de sale”. negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real una relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- munità di Mozzana, compresa nella pieve di Garlate - già fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 era infeudata al marchese Airoldi, al quale nulla corrispon- giugno 1757). deva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; il

216 Narro console rassegnava le denunce criminali al podestà di Lec- arch. risposte ai 45 quesiti, Musico: “Musico, squadra di Ni- co, senza passargli onorario; il console era solito prestare bionno, pieve di Incino, unito a Centemero. Risposta alli giuramento presso la banca criminale del capitano di giu- quesiti della Real Giunta fatta da Alessandro Cattaneo, stizia di Milano, versando lire 1.4 annue. cancelliere della suddetta comunità”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 37 abitanti “collettabili” e 12 non collettabili, non aveva consiglio ge- nerale e nemmeno particolare, essendo stata sempre incom- benza del console formare una volta all’anno un solo ripar- NARRO to e fare le veci di cancelliere; i catastri della comunità, “che erano dati in custodia ai consoli, sono andati perduti”; comune di Narro. 611 vi era infine un esattore, eletto mediante appalto (risposte sec. XIV - 1757 ai 45 quesiti, Mozzana). La comunità di Narro appartenne già anticamente alla Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Valsassina, come parte della squadra dei Monti. (editto 10 giugno 1757), Mozzana figura aggregato al co- mune di Bartesate, nella pieve di Garlate, compresa nel du- Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole cato di Milano. terre componenti la Valsassina, tra cui Narro, furono chia- mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- arch. risposte ai 45 quesiti, Mozzana: “Mozzana, pieve di po Maria Visconti (Orlandi 1911). Garlate, aggregato a Bartesate. Risposta de quesiti della Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Real Giunta fatta da Carlo Milano, console della suddetta cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Narro è elencata comunità”, 20 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, Narro era citata tra “le infrascritte comuni” MUSICO della Valsassina. Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- comune di Musico. 610 sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- sec. XIV - 1757 zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra della real giunta del censimento nel 1751, si desume che di Nibionno. Narro, nella squadra dei Monti, era uno dei comuni (o co- Nel XIII secolo Musico era compresa nella corte di munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Bulciago (Longoni 1985B). go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- Milano era compresa, nella pieve di Incino, come “el locho va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- de Musego” (compartizione delle fagie 1346). pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili Musico, come membro del Monte di Brianza, e com- dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- preso nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed esenzio- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che ni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si lente al 1572, era compresa anche Musico. formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- munità di Musico, compresa nella squadra di Nibionno - lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- già parte con Anzano e con Centemero, Brenno, Camisasca te (le terre) lo stesso metodo e regola”. del feudo della pieve di Incino dei conti dal Verme, poi di I consiglieri componenti il consiglio generale di valle quello di Lurago del conte Giussani (Casanova 1904) - era erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle infeudata al marchese Carcano, abitante a Milano, al quale rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- pagava lire 6.10 annue. Non vi risiedeva iusdicente nè regio lamento della Valsassina). nè feudale, podestà feudale era Giuseppe Prina, abitante a Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Villa d’Albese, al quale pagava lire 8.4 annue; il console forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, era solito prestare giuramento presso la banca criminale di preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- Villa d’Albese. neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Narro fu aggregato Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Indovero. amministrativa, la comunità, che aveva allora 99 abitanti, aveva il suo cancelliere, con emolumento di lire 4.10 an- comune di Narro. 612 nue, e non altri ufficiali; i riparti erano approvati in piazza; 1757 - 1797 la comunità non aveva archivio, solo si faceva “vedere il ri- parto a quelli che lo voliono vedere”; aveva infine un esat- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano tore (risposte ai 45 quesiti, Musico). (editto 10 giugno 1757), Narro con Indovero era un comu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ne della Valsassina, compresa nel ducato di Milano. (editto 10 giugno 1757), Musico figura aggregato al comu- Nel 1771 il totale degli abitanti di Narro, conteggiati in ne di Centemero, nella squadra di Nibionno, compresa nel base alla giurisdizione parrocchiale, era di 419 unità (stati- ducato di Milano. stica delle anime 1771).

217 Nava

In base al compartimento territoriale della Lombardia Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Narro Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, con Indovero apparteneva alla Valsassina, inserita nella anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, provincia di Como. e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- Nel 1791 Narro era compresa tra le comunità della Val- mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Nava sassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella pro- (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o vincia di Milano (compartimento 1791). meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- Marcora 1957). comune di Narro. 613 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 1798 - 1809 Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Il comune di Narro con Indovero, in forza della riparti- cho da Nava” (compartizione delle fagie 1346). zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluo- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- go Bellano. ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Narro con Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Indovero fu inserito nel distretto III di Bellano. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Nava (Be- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- retta 1972). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Narro con Indovero era uno dei comuni che costituivano il cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Nava risulta distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Carlo V). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato bre 1802, il comune di Narro con Indovero venne ricollo- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- cato nel II distretto ex milanese con capoluogo Taceno lente al 1572, era compresa anche Nava. (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 424 abitanti, nel 1803 (elenco dei Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comuni 1803). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- munità di Nava, compresa nella pieve di Missaglia - parte gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Narro del feudo di Missaglia con Brianza, Cassina Fumagalli, con Indovero venne ad appartenere al cantone II di Taceno Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Cagliano, Tegno- del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 431 ne, Giovenzana, Campsirago, Veglio (Casanova 1904) - era abitanti. infeudata al conte Paolo Sormani al quale nulla contribuiva. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; lo iusdi- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Narro e uniti cente feudale era Matteo Bonacina, abitante a Bulciago, al figurava, con 427 abitanti, comune aggregato al comune quale non dava salario; di consueto la giustizia restava am- denominativo di Vendrogno, nel cantone V di Bellano del ministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca distretto III di Menaggio; fu confermato frazione di Ven- criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pa- drogno con il successivo compartimento territoriale del di- gando all’attuario soldi 18.3. partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 384 abitanti, comune di Narro. 614 non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma tre reg- 1816 - 1859 genti, eletti dalla comunità a suono di campana in pubblica Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, piazza, con un sindaco, ai quali era raccomandata l’ammi- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- nistrazione e conservazione del patrimonio pubblico e la bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti; aveva un di Narro con Indovero fu inserito nel distretto X di Taceno. cancelliere con il salario annuo di lire 15 e l’esenzione “della sua bocca”, che aveva la cura delle pubbliche scrit- Narro con Indovero, comune con convocato, fu confer- ture, non esistendo archivio; l’esattore si eleggeva in pub- mato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del blica piazza all’incanto, secondo gli ordini magistrali (ri- successivo compartimento territoriale delle province lom- sposte ai 45 quesiti, Nava). barde (notificazione 1 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Narro con la Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- frazione Indovero, comune con convocato generale e con forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, una popolazione di 551 abitanti, fu inserito nel distretto XV preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- di Bellano. neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Nava fu aggregato Cassina Fumagalla.

comune di Nava. 616 NAVA 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comune di Nava. 615 (editto 10 giugno 1757), il comune di Nava con Brianza, sec. XIV - 1757 Piè Castello, Sarizza, Sarizzetta e Cassina Fumagalla ap- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di parteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Missaglia. Milano.

218 Nibionno

Nel 1771 il totale degli abitanti di Nava, conteggiati in comune con convocato generale e con una popolazione di base alla giurisdizione parrocchiale, era di 828 unità (stati- 589 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. stica delle anime 1771). arch. risposte ai 45 quesiti, Nava: “Nava, pieve di Missaglia. In base al compartimento territoriale della Lombardia Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giuseppe austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Nava con Lanfranco cancelliere di detta comunità”, 27 gennaio Brianza, Piè Castello, Sarizza, Sarizzetta e Cassina Fuma- 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. galla, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. Nel 1791 Nava risultava inserita nella porzione della pieve di Missaglia che costituiva, unitamente alla pieve di NIBIONNO Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia di Milano (compartimento 1791). comune di Nibionno. 619 sec. XIV - 1757 comune di Nava. 617 1798 - 1815 Comune del Monte di Brianza, fu capo di squadra. Il toponimo è citato nell’anno 905 (I placiti, n. 117; Il comune di Nava con Brianza, Piè Castello, Sarizza e CDL, n. 416; Vismara 1979). Sarizzetta, Cassina Fumagalla, in forza della ripartizione All’inizio del XIII secolo (anno 1206), i rustici di Ni- del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), bionno erano già organizzati in “universitas”, cioè in un fu compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Og- consorzio dal quale trasse gradualmente origine l’istituto giono. comunale (Longoni 1985B). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Nava e uniti fu in- Milano era compreso, nella squadra di Canzo, come “el lo- serito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. cho da Nibiono” (compartizione delle fagie 1346). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Nibionno, come membro del Monte di Brianza, e a terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), capo della squadra detta appunto di Nibionno, ebbe privile- Nava e uniti era uno dei comuni che costituivano il distretto gi ed esenzioni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. IV di Lecco del dipartimento del Lario. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- lente al 1572, era compresa anche Nibionno. bre 1802, il comune di Nava venne ricollocato nel IX di- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come munità di Nibionno, capo della squadra omonima, era in- comune di III classe con 495 abitanti, nel 1803 (elenco dei feudata al conte della riviera, al quale pagava lire 16.2 an- comuni 1803). nue di convenzione. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- feudale; podestà feudale era Carlo Maderna, abitante a Mi- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Nava lano; la comunità era soggetta all’officio di Bosisio, presso con Brianza, Piè Castello, Sarizza e Sarizzetta, e Cassina la cui banca criminale il console era solito prestare giura- Fumagalla venne ad appartenere al cantone VI di Santa Ma- mento, pagando soldi 14. ria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita tava 891 abitanti. amministrativa, la comunità, che aveva allora 215 abitanti, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- era retta dal cancelliere, allora residente a Sibrone, e dai mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- maggiori estimi del comune, che sottoscrivevano i riparti; nominativo di Nava, con una popolazione di 1.554 abitanti la comunità non aveva archivio per le pubbliche scritture complessivi e comprendente i comuni aggregati di Brian- (risposte ai 45 quesiti, Nibionno). zola e uniti, Cagliana e uniti, Nava e uniti, Tegnone e uniti, Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- era inserito nel cantone V di Merate del distretto IV di Lec- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, co, nel quale fu confermato con il successivo compartimen- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- to territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 1812). (indice pievi 1753), a Nibionno furono aggregati Tabiago e Sibrone. comune di Nava. 618 1816 - 1859 comune di Nibionno. 620 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, 1757 - 1797 in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune (editto 10 giugno 1757), il comune di Nibionno con Tabia- di Nava con Brianza, Piè Castello, Sarizza e Cassina Fuma- go e Sibrone era centro dell’omonima squadra, inclusa nel galla fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. ducato di Milano. Nava con Brianza, Piè Castello, Sarizza e Cassina Fu- Nel 1771 il totale degli abitanti di Nibionno, conteg- magalla, comune con convocato, fu confermato nel distret- giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 685 unità to XXIV di Brivio in forza del successivo compartimento (statistica delle anime 1771). territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio In base al compartimento territoriale della Lombardia 1844). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Nibion- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Nava con le no con Tabiago e Sibrone con le altre comunità della squa- frazioni Brianza, Piè Castello, Sarizza e Cassina Fumagalli, dra di Nibionno, era compreso nella provincia di Como.

219 Nibionno

Nel 1791 Nibionno venne inserita, con le altre comuni- La zona ghibellina del territorio briantino propriamen- tà della squadra di Nibionno e della pieve di Incino, nel di- te detto (cioè la “Martesana superiore"), comprendente, in- stretto VII di Erba della provincia di Milano (compartimen- sieme alla squadra di Nibionno, le pievi di Oggiono, Garla- to 1791). te, Brivio, Missaglia e una parte della squadra di Canzo (squadra de’ Mauri), ebbe privilegi ed esenzioni da Berna- comune di Nibionno. 621 bò Visconti e da Giangaleazzo Visconti. Le esenzioni furo- 1798 - 1815 no ulteriormente confermate al territorio della Martesana superiore da Giovanni Maria nel 1411 e da Filippo Maria Il comune di Nibionno con Tabiago e Zibrone, in forza Visconti nel 1412, quando molti comuni per mezzo di pro- della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 curatori gli prestarono giuramento di fedeltà. Riconferma e fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con ampliamento di esenzioni ed immunità vennero dal duca capoluogo Oggiono. Francesco Sforza nel 1451 (epoca dalla quale ricorre per il In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge territorio della Martesana superiore la denominazione di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Nibionno con Ta- “Monte di Brianza") , Galeazzo Maria Sforza nel 1476, biago e Zibrone fu inserito nel distretto XXVII di Missa- Bona di Savoia nel 1478. glia. L’uso ufficiale del nome “Monte di Brianza” ebbe di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- conseguenza origine dalle immunità ed esenzioni via via terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), accordate dai duchi di Milano; questi privilegi diedero vita Nibionno con Tabiago e Zibrone era uno dei comuni che alla “universitas” (comunità) del Monte di Brianza, ossia costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del ad un territorio distinto dal contado della Martesana per ra- Lario. gioni fiscali, che comprese sempre, fino alle riforme del Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- XVIII secolo, la squadra di Nibionno. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- In un prospetto per il pagamento di contribuzioni risa- bre 1802, il comune di Nibionno venne ricollocato nel VII lente al secondo decennio del XVI secolo, la squadra di Ni- distretto ex milanese con capoluogo Erba (quadro dei di- bionno risultava costituita da Cassina Ferrera, Molino del stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III Malio, Molino Liono, Magiolino, Rozeno, Casletto, Cal- classe con 778 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). venzano, Somarino, Masnagha, Centemero, Tregori, Petta- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- na, Breno, Camasiascha, Sibrono, Nibiono, Musicho, Ta- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Nibion- biago (ASMi, Censo p.a. cart. 13a). no con Tabiago e Zibrone venne ad appartenere al cantone In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato IV di Erba del distretto I di Como: comune di III classe, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- contava 735 abitanti. lente al 1572, erano comprese, nella squadra di Nibionno, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Nibionno, La Ferrera, Molino del Maglio, Molino del Leo- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- ne, Maggiolino, Rozeno, Casletto, Calvenzana, Somarino, nominativo di Nibionno e uniti, con una popolazione di 898 Masnaga, Centemero, Treguri, Pettana, Brenno, Camegia- abitanti, era inserito nel cantone IV di Erba del distretto I di sca, Sibron, Musico, Tabiago, Masnagella territorio di Ma- Como, nel quale fu confermato con il successivo comparti- snago. mento territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 lu- Nella notificazione del personale del ducato di Milano glio 1812). (compartimento 1751), costituivano la squadra di Nibionno i comuni di Camugiasca, Brenno, Casletto, Centemero, comune di Nibionno. 622 Musico, Nibionno, Tabiago, Cibrone, Rogeno, Calvenza- 1816 - 1859 no, Merone porzione, Magiolino, Leone, Molino del Ma- glio, Tregolo, Costa di Masnaga, Somarino, Pettana. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Milano tra XVI e XVIII secolo è costantemente ricordato bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune anche quello della squadra di Nibionno. di Nibionno con Tabiago e Sibrone fu inserito nel distretto XIV di Erba. squadra di Nibionno. 624 Nibionno con Tabiago e Sibrone, comune con convo- 1757 - 1797 cato, fu confermato nel distretto XIV di Erba in forza del successivo compartimento territoriale delle province lom- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano barde (notificazione 1 luglio 1844). (editto 10 giugno 1757), la squadra di Nibionno, parte del ducato di Milano, comprendeva le comunità di Brenno con Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Nibionno Camisasca; Casletto; Centemero con Musico; Mojana; Ni- con le frazioni Tabiago e Cibrone, comune con convocato bionno con Tabiago e Sibrone; Rogeno con Calvenzana, generale e con una popolazione di 1.102 abitanti, fu inseri- Maggiolino, Molino del Leone e Molino del Maglio; Tre- to nel distretto XIV di Canzo. golo con Costa di Masnaga, Sommarino e Pettana. Nel 1771 il totale degli abitanti della squadra di Ni- squadra di Nibionno. 623 bionno, conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - sec. XV - 1757 “comprendenti anime di comunione, fanciulli, regolari Nel 1441 il conte Luigi dal Verme fu investito del feu- (preti, frati, monache) e nati nel 1771” - era di 2.772 unità do della pieve di Incino con le squadre de’ Mauri e di Ni- (statistica delle anime 1771). bionno, costituita quest’ultima da comunità già comprese In base al compartimento territoriale della Lombardia nella pieve di Incino, così come riportato dagli statuti delle austriaca (editto 26 settembre 1786), la squadra di Nibion- acque e delle strade del contado di Milano (compartimen- no, comprendente le comunità di Brenno con Camisasca; tazione delle fagie 1346). Casletto; Centemero con Musico; Mojana; Nibionno con

220 Novate

Tabiago e Sibrone; Rogeno con Calvenzana, Maggiolino, come rappresentanti un sindaco, un console, un deputato Molino del Leone e Molino del maglio; Tregolo con Costa delegato dai compadroni; il sindaco e il console erano eletti di Masnaga, Sommarino e Pettana fu inserita nella provin- in pubblica piazza all’incanto e potevano essere riconfer- cia di Como. mati per più anni a beneplacito della comunità; il delegato Nel 1791 la squadra di Nibionno venne inserita, con le aveva la soprintendenza sull’amministrazione della comu- comunità della pieve di Incino, nel distretto VII di Erba del- nità e la vigilanza sulla giustizia dei pubblici riparti, com- la provincia di Milano (compartimento 1791). pilati dal sindaco, che svolgeva anche le funzioni di cancel- liere, conservando le pubbliche scritture con salario di lire arch. risposte ai 45 quesiti, Nibionno: “Nibionno, capo di 18 annue; la comunità non aveva archivio; l’esattore veniva squadra, pieve di Incino. Risposta a quesiti della Real eletto all’incanto previa esposizione di cedole (risposte ai Giunta fatta da Stefano Bressi, cancelliere di detto comu- ne”, 3 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. 45 quesiti, Novate). comune di Novate. 627 1757 - 1797 NOCENO Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Novate apparteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. comune di Noceno. 625 sec. XVIII - 1757 Nel 1771 il totale degli abitanti di Novate, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 254 unità (sta- I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, tistica delle anime 1771). tra cui Noceno, già anticamente formanti un’unica comuni- In base al compartimento territoriale della Lombardia tà della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Novate, negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. una relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca Nel 1791 Novate risultava inserita nella pieve di Brivio (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- no (compartimento 1791). partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757). comune di Novate. 628 1798 - 1809 Il comune di Novate, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu NOVATE compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- go Brivio. comune di Novate. 626 In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge sec. XIV - 1757 5 vendemmiale anno VII), il comune di Novate fu inserito Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Brivio. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho Novate era uno dei comuni che costituivano il distretto III da Novà” (compartizione delle fagie 1346). di Monza del dipartimento dell’Olona. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- (anno 1456), il comune di Novate era compreso nella pieve gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Novate di Brivio. venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 241 cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Novate risulta abitanti. elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Carlo V). mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Novate figura- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato va, con 249 abitanti, comune aggregato al comune denomi- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- nativo di Merate, nel cantone V di Merate del distretto IV lente al 1572, era compresa anche Novate. di Lecco; fu confermato frazione di Merate con il successi- vo compartimento territoriale del dipartimento del Lario Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real (decreto 30 luglio 1812). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Novate, compresa nella pieve di Brivio, era in- feudata agli eredi di Antonio Pietrasanta, abitanti in Berga- comune di Novate. 629 mo, ai quali nulla corrispondeva. Non vi risiedeva 1816 - 1859 iusdicente nè regio nè feudale; podestà feudale era allora Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Luigi Molgora, abitante a Merate, al quale venivano corri- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- sposte lire 7 annue per onorario; la comunità era soggetta bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune al regio officio della Martesana, presso la cui banca crimi- di Novate fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. nale il console era solito prestare giuramento. Novate, comune con convocato, fu confermato nel di- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita stretto XXIV di Brivio in forza del successivo comparti- amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 200 abi- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva luglio 1844).

221 Oggiono

Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Novate, co- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mune con convocato generale e con una popolazione di 416 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. lente al 1572, era compresa anche Oggiono. arch. risposte ai 45 quesiti, Novate: “Novate, pieve di Brivio. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Carozzi delegato per detta comunità”, 29 gennaio 1751, munità di Oggiono, capo di pieve, non era infeudata essen- ASMi, Catasto, cart. 3.040. dosi redenta nel 1675, e pagava ogni quindici anni lire 184.16.6 all’“officio delle regalie” per “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era immediatamente sottoposta alla regia giurisdizione del ca- OGGIONO pitano di giustizia di Milano, presso la cui banca il console era solito prestare giuramento. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita cantone V di Oggiono. 630 amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 1.100 1805 - 1809 abitanti, non aveva consiglio generale, ma eleggeva ogni tre Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- anni in piazza a suono di campana quattro reggenti tra gli gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il cantone V di Oggio- estimati, “dando li voti secreti al notaro, ed alla pluralità dei no del distretto IV di Lecco comprendeva ventisette comu- voti si roga l’instrumento”; due tra gli eletti vigilavano sul ni di III classe (con 18.112 abitanti totali), e cioè Annone, buon governo della comunità, sui riparti e “qualunque altra Civate, Dolzago, Ello, Garbagnate Monastero, Imberido, emergenza”; presso la casa del cancelliere, che aveva sala- Molteno, Oggiono (capoluogo), Sirone, Vergano, Bosisio, rio di lire 70 annue, “dentro piccolo armaro” si custodivano Cesana, Suello, Pusiano, Bartesate, Biglio, Capiate, Con- le scritture pubbliche; l’incarico di esattore veniva appalta- sonno, Dozio, Galbiate, Garlate, Malgrate, Olginate, Pe- to (risposte ai 45 quesiti, Oggiono). scate, Sala, Valgreghentino, Valmadrera. comune di Oggiono. 633 cantone IV di Oggiono. 631 1757 - 1797 1809 - 1815 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- (editto 10 giugno 1757), il comune di Oggiono era centro mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il cantone IV dell’omonima pieve, inclusa nel ducato di Milano. di Oggiono del distretto IV di Lecco risultava costituito dai Nel 1771 il totale degli abitanti di Oggiono, conteggiati comuni denominativi di Oggiono (capoluogo), Annone, in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.701 unità Cesana, Civate, Ello, Galbiate, Molteno, Olginate, Valgre- (statistica delle anime 1771). ghentino, Valmadrera, con una popolazione di 16.610 abi- tanti. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Oggiono Con il successivo compartimento territoriale del dipar- con la sua pieve faceva parte della provincia di Como. timento del Lario (decreto 30 luglio 1812), il cantone IV di Oggiono venne suddiviso nei comuni denominativi di Og- Nel 1791 Oggiono venne inserita, con le altre comunità giono (capoluogo), Annone, Cesana, Ello, Molteno, Olgi- delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, nate, Valgreghentino, Valmadrera, Galbiate. nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- partimento 1791). comune di Oggiono. 632 sec. XIV - 1757 comune di Oggiono. 634 1798 - 1815 Comune del Monte di Brianza, fu capo di pieve. Nel 1162 venne fatta in Cremella un’investitura “de Il comune di Oggiono, in forza della ripartizione del omni districtu et onore tocius terre quam habet Sanctus dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Johannes de Modecia” (la chiesa di San Giovanni Battista compreso nel distretto V dei Laghi come capoluogo. di Monza), con il potere di “distringere”, cioè di far rispet- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge tare norme e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia 5 vendemmiale anno VII), il comune di Oggiono fu inserito pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovrana, e nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. di percepire gli “honores” (tributi): tra le località era elen- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cata anche Oggiono (Vismara 1979). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Oggiono era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- di Lecco del dipartimento del Lario. cho da Ogion” (compartizione delle fagie 1346). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Nel 1412 il comune di Oggiono, per mezzo di procura- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- tori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, bre 1802, il comune di Oggiono venne ricollocato nel VI di- che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte stretto ex milanese come comune capoluogo (quadro dei di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et III classe con 1.847 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). 1803). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Oggiono risulta gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Oggiono elencata tra le comunità dell’omonima pieve (estimo di divenne capoluogo del cantone V nel distretto IV di Lecco: Carlo V). comune di III classe, contava 1.953 abitanti.

222 Oggiono

A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- go), Olginate, Pescate, Pusiano, Sala, Sirone, Suello, Val mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Greghentino, Valmadrera, Vergano. nominativo di Oggiono, con una popolazione di 2.270 abi- Nella successiva compartimentazione territoriale delle tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di province lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costitui- Oggiono e uniti, Imberido e uniti, era a capo del cantone IV vano il distretto XII di Oggiono i comuni con consiglio di del distretto IV di Lecco, e come tale fu confermato con il Oggiono (capoluogo) e Valmadrera, e i comuni con convo- successivo compartimento territoriale del dipartimento del cato di Annone, Bartesate, Biglio, Bosisio, Capiate, Cesa- Lario (decreto 30 luglio 1812). na, Civate, Consonno, Dolzago, Dozio, Ello, Galbiate, Gar- bagnate Monastero, Garlate, Imberido, Malgrate, Molteno, comune di Oggiono. 635 Olginate, Pescate, Pusiano, Sala, Sirone, Suello, Valgre- 1816 - 1859 ghentino, Vergano. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- distretto XI di Oggiono. 639 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune 1853 - 1859 di Oggiono fu inserito nel distretto XII di Oggiono. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), costituivano Oggiono, comune con consiglio, fu confermato nel di- il distretto XI di Oggiono i comuni con consiglio comunale stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- senza ufficio proprio di Oggiono (capoluogo) e Valmadre- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 ra, e i comuni con convocato generale di Annone, Bartesa- luglio 1844). te, Biglio, Bosisio, Capiate, Cesana, Civate, Consonno, Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Oggiono, co- Dolzago, Dozio, Ello, Galbiate, Garbagnate Monastero, mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con Garlate, Imberido, Malgrate, Molteno, Olginate, Pescate, una popolazione di 2.664 abitanti, fu inserito nel distretto Pusiano, Sala, Sirone, Suello, Valgreghentino, Vergano; la XI della provincia di Como come comune capoluogo. popolazione dell’intero distretto era di 25.198 abitanti. distretto dei Laghi. 636 pieve di Oggiono. 640 1798 sec. XIV - 1757 Ai sensi della legge istitutiva del dipartimento della Tra XII e XIII secolo Milano si valse della pieve come Montagna (legge 5 fiorile anno VI), costituivano il distretto circoscrizione amministrativa, per la ripartizione e la ri- dei Laghi con capoluogo Oggiono i comuni di Bosisio, scossione delle imposte e dei dazi. Nel XII secolo, la pieve Brenno, Brianzola, Bulciaga, Barzago, Cagliano, Casletto, di Oggiono era parte del contado della Martesana, insieme Centemero, Cologna, Dolzago, Garbagnate Monastero, alle pievi di Vimercate, Galliano, Mariano, Seveso, Incino, Molteno, Moiana, Nava, Nibionno, Rogeno, Sirone, Te- Brivio, Asso, Agliate, Desio. gnone, Tregolo, Annone, Civate, Cesana, Ello, Imberido, Oggiono (capoluogo), Pusiano, Suello, Vergano. Negli atti ufficiali del XIV secolo, come ad esempio negli statuti delle acque e delle strade del contado di Mila- distretto VI di Oggiono. 637 no (compartizione delle fagie 1346), erano elencati come appartenenti alla pieve di Oggiono diversi luoghi e cassine: 1802 - 1805 Imberego, Ello, Galiesio, Barbagnà Monasté, Brongio de Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- sotto, Brongio de sopra, Civà, Ogion, Vergano, Molteno, partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Anono, Marconaga. bre 1802, il distretto VI ex milanese con capoluogo Oggio- La zona ghibellina del territorio briantino propriamen- no comprendeva i comuni di Annone, Civate, Dolzago, te detto, comprendente anche la pieve di Oggiono, insieme Ello, Garbagnate maggiore, Imberido, Molteno, Oggiono alle pievi di Oggiono, Garlate, Brivio e a quelle zone della (capoluogo), Sirone, Vergano, Bosisio, Cesana, Pusiano, pieve di Incino e della squadra di Canzo poi dette squadra Suello, Bartesate, Biglio, Capiate, Consonno, Dozio, Gal- di Nibionno e squadra de’ Mauri, ebbe privilegi ed esenzio- biate, Garlate, Malgrate, Olginate, Pescate, Sala, Valgre- ni da Bernabò Visconti e da Giangaleazzo Visconti. Le ghentino, Valmadrera (quadro dei distretti 1802); in esecu- esenzioni furono ulteriormente confermate al territorio del- zione del circolare dispaccio 24 dicembre 1803 la “Martesana superiore” da Giovanni Maria nel 1411 e da costituivano il distretto di Oggiono i comuni di III classe di Filippo Maria Visconti nel 1412, quando molti comuni per Annone, Civate, Dolzago, Ello, Garbagnate maggiore, Im- mezzo di procuratori gli prestarono giuramento di fedeltà. berido, Molteno, Oggiono (capoluogo), Sirone, Vergano, Riconferma e ampliamento di esenzioni ed immunità ven- Bosisio, Cesana, Pusiano, Suello, Bartesate, Biglio, Capia- nero dal duca Francesco Sforza nel 1451 (epoca dalla quale te, Consonno, Dozio, Galbiate, Garlate, Malgrate, Olgina- ricorre per il territorio della Martesana superiore la deno- te, Pescate, Sala, Valgreghentino, Valmadrera (elenco dei minazione di “Monte di Brianza") , Galeazzo Maria Sforza comuni 1803). nel 1476, Bona di Savoia nel 1478. Tra i comuni che nel 1412 prestarono giuramento di fe- distretto XII di Oggiono. 638 deltà al duca di Milano facevano parte della pieve di Oggio- 1816 - 1853 no Marconaga, Figina, Vergano, Villa Vergano, Ello, Imbe- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, rido, Oggiono, Annone, Civate, Dolzago, Cogoredo, tutti in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- detti “communia Montisbriantie contrate Martexane”. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il distretto L’uso ufficiale del nome “Monte di Brianza” ebbe di con- XII di Oggiono comprendeva i comuni di Annone, Bartesa- seguenza origine dalle immunità ed esenzioni via via ac- te, Biglio, Bosisio, Capiate, Cesana, Civate, Consonno, cordate dai duchi di Milano; questi privilegi diedero vita Dolzago, Dozio, Ello, Galbiate, Garbagnate Monastero, alla “universitas” (comunità) del Monte di Brianza, ossia Garlate, Imberido, Malgrate, Molteno, Oggiono (capoluo- ad un territorio distinto dal contado della Martesana per ra-

223 Olate gioni fiscali, che comprese sempre, fino alle riforme del bibl. Baroncelli 1983: Enrico Baroncelli, La pieve di Oggiono XVIII secolo, la pieve di Oggiono. in feudo (1538-1671), “Archivi di Lecco”, 1983; Baron- celli 1985: Enrico Baroncelli, Le colline della grandine. Nel 1538, per la vendita in feudo delle pievi di Oggio- La pieve di Oggiono dalla dominazione spagnola alla ri- no, Garlate e loro terre, fu stilato un elenco dei comuni e forma teresiana (sec. XVI-XVIII), “Archivi di Lecco”, degli uomini, che, per la pieve di Oggiono, comprendeva: 1985; Longoni 1985A: Virginio Longoni, Oggiono anti- Oggiono, Annone, Ello, Villa, Civate, Imberido, Vergano, ca pieve. Ricognizione documentaria nella storia di Og- Marconaga, Cogoredo, Dolzago, Sirone, Brongio, Molte- giono dall’anno 584 all’anno 1492, Oggiono, Biblioteca no, Garbagnate, Figina. civica, 1985. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, risultano elenca- te tra le comunità e cassine della pieve di Oggiono Oggio- no, Annone, Ello, comunità di Villa, Chivate, Imbuedo, OLATE Vergano, Marconago, Rogoredo, Dulzago superiore, Dul- zago inferiore, Sirono, Brongi, Molteno, Luzana, Garba- gnate, Ceroldo, Figina, Cassina Soresello, Gaesso, Pesla- comune di Olate. 642 go. sec. XIV - 1757 In un elenco per l’apprensione dei feudi delle pievi di Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- Oggiono e Garlate (14 febbraio 1652) figuravano le terre di nità della pieve di Lecco. Oggiono, Annone, Civate, Dolzago con Cogoredo, Ello con Marconaga, Garbagnate con Brongio, Imberido con Bara- Volate (Olate), “territorio di Lecco”, compare nel vico, Molteno con Luzzana e Ceroldo, Sirone, Vergano con “sommarione del perticato del 1558 della comunità di Lec- Villa Vergano e Figina (ASMi, Feudi camerali p.a. cart. co con sua giurisdizione fatto comune per comune” (estimo 414; Baroncelli 1983, Baroncelli 1985, Longoni 1985A). di Carlo V). Nella notificazione del personale del ducato di Milano Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti (compartimento 1751), costituivano la pieve di Oggiono i della real giunta del censimento, nel 1751 Olate con Bona- comuni di Annone, Civate, Dolzago superiore e inferiore, cina era uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione Cogoredo, Ello, Figina, Garbagnate, Brongio, Imberido, di quota”, che costituivano la comunità generale di Lecco, Luzzana, Molteno, Oggiono, Ceroldo, Sirone, Vergano, allora infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo Villa Vergano. giudice (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di diversi comuni erano “confusi per non essere mai stati di- Milano dal XVI al XVIII secolo è costantemente ricordato visi li terreni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, go- anche quello della pieve di Oggiono. dendo per il resto promiscuamente le venti comunità le pro- prietà comunali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale di Lecco avevano il loro consiglio parti- pieve di Oggiono. 641 colare, che si riuniva in occasione della pubblicazione delle 1757 - 1797 imposte, con l’intervento di tutto il popolo; ogni comune, Nel compartimento territoriale dello stato di Milano oltre al sindaco e al console, aveva suoi deputati; l’ammini- (editto 10 giugno 1757), la pieve di Oggiono, parte del du- strazione e la conservazione del comune, così come la vigi- cato di Milano, comprendeva le comunità di Annone, Civa- lanza sulla giustizia dei riparti, restava incarico del sindaco, te, Dolzago con Cogoredo, Ello con Marconaga, Garbagna- che ne rendeva conto al termine del mandato. Ogni comune te Monastero con Brongio, Imberido con Baravico, aveva il suo particolare esattore, che pagava i carichi ordi- Molteno con Luzzana e Ceroldo, Oggiono, Sirone, Vergano nari, di diaria e censo, e le spese locali spettanti al singolo con Villa Vergano e Figina. comune (salario del sindaco, console, prebenda parrocchia- le, manutenzione di chiese e straordinari, oltre alle spese Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Oggiono, della comunità generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, frati, monache) e nati nel 1771” - era di 6.548 unità (stati- comune di Olate. 643 stica delle anime 1771). 1757 - 1797 In base al compartimento territoriale della Lombardia Nel compartimento territoriale dello stato di Milano austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Oggiono, (editto 10 giugno 1757), il comune di Olate con Bonacina comprendente le comunità di Annone, Civate, Dolzago con faceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Cogoredo, Ello con Marconaga, Garbagnate Monastero Lecco, nel ducato di Milano. con Brongio, Imberido con Baravico, Molteno con Luzza- na e Ceroldo, Oggiono, Sirone, Vergano con Villa Vergano Nel 1771 il totale degli abitanti di Olate, conteggiati in e Figina fu inserita nella provincia di Como. base alla giurisdizione parrocchiale, era di 286 unità (stati- stica delle anime 1771). Nel 1791 la pieve di Oggiono venne inserita, con le co- munità della pieve di Garlate e della squadra de’ Mauri, nel In base al compartimento territoriale della Lombardia distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (compar- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Olate timento 1791). con Bonacina apparteneva alla pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. arch. risposte ai 45 quesiti, Oggiono: “Oggiono, capo di pie- ve. Risposte dei quesiti della Eccelsa Real Giunta del Nel 1791 Olate venne inserita, con le altre comunità censimento data da Vincenzo Castagna cancelliere di delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- detta Comunità”, 6 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- 3.032. mento 1791).

224 Olcio comune di Olate. 644 nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Olchiellera 1798 - 1809 (Beretta 1972). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Il comune di Olate con Bonacina, in forza della ripar- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Cassina Olchiel- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile lera risulta inserito nella pieve di Brivio (estimo di Carlo anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capo- V). luogo Lecco. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Olate con Bonacina lente al 1572, era compresa anche Cassina Olchiellera. fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Elencato come comune a sè, compreso nella pieve di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Brivio, nella notificazione del personale del ducato di Mi- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), lano (compartimento 1751), Olchiellera non fornì però ri- Olate con Bonacina era uno dei comuni che costituivano il sposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, pur ri- distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. sultando dagli “antichi processi” che “faceva comune da Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- sè” (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano bre 1802, il comune di Olate con Bonacina venne ricollo- (editto 10 giugno 1757), Olchiellera figura aggregato al co- cato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco mune di Mondonico, nella pieve di Brivio, compresa nel (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come ducato di Milano. comune di III classe con 325 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Olate OLCIO con Bonacina venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 319 abitanti. comune di Olcio. 647 sec. XIV - 1757 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Olate e uniti Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- figurava, con 330 abitanti, comune aggregato al comune nità della pieve di Mandello. denominativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il succes- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- (decreto 30 luglio 1812). la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- comune di Olate. 645 dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, 1816 - 1859 Mandello; Zucchi 1959). Dal XV al XVIII secolo, Olcio fu sempre sottoposta al Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti di Olate con Bonacina fu inserito nel distretto XI di Lecco. della real giunta del censimento, nel 1751 Olcio formava un Olate con Bonacina, comune con convocato, fu confer- comune (o “consolaria") aggregato alla comunità generale mato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo com- di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora infeu- partimento territoriale delle province lombarde (notifica- data al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà feu- zione 1 luglio 1844). dale di Mandello (presso la cui banca criminale il console Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Olate con la era solito prestare giuramento), concorrendo con le altre frazione Bonacina, comune con convocato generale e con terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi spet- una popolazione di 498 abitanti, fu inserito nel distretto X tanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, Mandel- di Lecco. lo).

bibl. Borghi 1985: Angelo Borghi, Bonacina e Olate nel ter- comune di Olcio. 648 ritorio di Lecco, Lecco, Grafiche Fratelli Maggioni, 1985. 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Olcio faceva parte della pieve di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, OLCHIELLERA nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Olcio, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 326 unità (stati- comune di Olchiellera. 646 stica delle anime 1771). sec. XV - 1757 In base al compartimento territoriale della Lombardia Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Olcio ap- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- parteneva alla pieve di Mandello, compresa nella riviera di ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Lecco, nella provincia di Como. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nel 1791 Olcio venne inserita, con le altre comunità Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel di-

225 Olgiasca stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- neva anche il titolo di rettore o sindaco (’rector"), aveva mento 1791). cioè la facoltà di reggere in nome proprio l’amministrazio- ne delle comunità di Piona e Olgiasca; il 5 aprile 1391 il comune di Olcio. 649 priore del monastero di Piona riuscì a far revocare dal refe- 1798 - 1812 rendario di Como l’imposta sul sale ai massari di Olgiasca, che ammontava a due staia e due quartari; l’esenzione di Il comune di Olcio, in forza della ripartizione del di- Olgiasca dai tributi tanto regi che locali e provinciali durò partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu fino all’attivazione del nuovo censo nel 1760. compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. Dalla metà circa del XV secolo, la giurisdizione tem- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge porale su Olgiasca spettò al commendatario del priorato 5 vendemmiale anno VII), il comune di Olcio fu inserito nel (Fattarelli 1982). distretto III del Lago, ossia di Lecco. Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- della real giunta del censimento, nel 1751 Olgiasca era una terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), terra “di niuna pieve nel contado di Como”, con Piona co- Olcio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di stituente “un feudo antico ecclesiastico e commenda”, allo- Lecco del dipartimento del Lario. ra goduto dal cardinale Cavalchino; era sottoposta al pode- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- stà feudale Francesco Sinistrario, residente a Gravedona, al partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- quale nulla corrispondeva; il comune di Olgiasca consiste- bre 1802, il comune di Olcio venne ricollocato nel III di- va in “circa fuochi 65” (nel 1579 erano solamente 14), ed stretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei era, unitamente a Gero, consistente in un unico fuoco, sotto distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di il comune di Piona: “tutti li detti comuni” non pagavano III classe con 328 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni che 55 brente di vino e lire 60 annue in denaro al commen- 1803). datario “per sua ricongnizione” (sulla conferma dei diritti Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- del commendatario anche dopo l’attivazione del nuovo gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Olcio censo nel 1760 si aprì una controversia con la comunità di venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distretto IV Olgiasca protrattasi fino al 1829); la comunità non aveva, di Lecco: comune di III classe, contava 320 abitanti. alla metà del XVIII secolo, ufficiali, deputati, cancelliere, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- archivio, agenti. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Nel 1751 la comunità di Olgiasca contava 325 abitanti nominativo di Olcio, con una popolazione di 1.239 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Piona e Olgiasca). complessivi e comprendente i comuni aggregati di Lierna e Nel compartimento territoriale dello stato di Milano uniti, Olcio, Somana, era inserito nel cantone I di Lecco del (editto 10 giugno 1757), Olgiasca figura aggregato al co- distretto IV di Lecco; con il successivo compartimento ter- mune di Colico, nella pieve di Sorico, compresa nel conta- ritoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812) do di Como. Olcio era frazione concentrata nel comune denominativo di Mandello, nel medesimo cantone e distretto. comune di Olgiasca. 652 1786 - 1797 comune di Olcio. 650 1816 - 1859 In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Olgiasca Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, e Piona risultava inserito nella pieve di Sorico, compresa in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- nella provincia di Como; Olgiasca e Piona, parte del comu- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune ne di Colico in base alla compartimentazione dello stato di di Olcio fu inserito nel distretto XI di Lecco. Milano (editto 10 giugno 1757), era elencata già separata- Olcio, comune con convocato, fu confermato nel di- mente da Colico nel 1771 (tra le comunità del contado di stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento Como), con un totale di 137 abitanti, conteggiati in base territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio alla giurisdizione parrocchiale (statistica delle anime 1844). 1771). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Olcio, comu- Nel 1791 Olgiasca era inserita, con le altre comunità ne con convocato generale e con una popolazione di 487 della pieve di Sorico, nel distretto VI di Gravedona della abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. provincia di Como (compartimento 1791).

comune di Olgiasca. 653 1798 - 1805 OLGIASCA Il comune di Olgiasca con Piona, in forza della riparti- zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno comune di Olgiasca. 651 VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluo- sec. XIII - 1757 go Bellano. Le famiglie che costituivano la comunità di Olgiasca, In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio nel contado di Como, furono soggette nel medioevo alla (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Olgiasca giurisdizione del priorato di Piona, al quale pagavano fitti e con Piona fu inserito nel distretto III di Bellano. decime. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Da un documento del 16 dicembre 1240 circa una con- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), troversia tra la chiesa arcipretale di Gravedona e il mona- Olgiasca e Piona era uno dei comuni che costituivano il di- stero di Piona si apprende che il priore del monastero dete- stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario.

226 Olgiate

Nell’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- (indice pievi 1753), ad Olgiate furono aggregate Cassina gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Olgiasca Pianezzo e Cassina Pilata. e Piona compare unito al comune di Colico. arch. risposte ai 45 quesiti, Piona e Olgiasca: “Olgiasca e comune di Olgiate. 655 Piona, terra a sè, Contado di Como, trasportato nella pie- 1757 - 1797 ve di Sorico”, 10 settembre 1751, ASMi, Catasto, cart. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano 3.030. (editto 10 giugno 1757), il comune di Olgiate con Beolco, bibl. Fattarelli 1982: Martino Fattarelli, Il colle di Piona-Ol- Monticello, Cassina Pilata, Cassina Nova, Brugo, Buon- giasca nella storia. L’abbazia benedettina e la “Malpen- martino e Cassina Pianezzo apparteneva alla pieve di Bri- sata”, Piona, a cura dei monaci cisterciensi, 1982. vio, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Olgiate, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 446 unità (sta- tistica delle anime 1771). OLGIATE In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Olgiate comune di Olgiate. 654 con Beolco, Monticello, Casina Pilata, Cassina Nova, Bru- sec. XIV - 1757 go, Buonmartino e Cassina Pianezzo, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel 1791 Olgiate risultava inserita nella pieve di Brivio Brivio. che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho no (compartimento 1791). da Golzà” (compartizione delle fagie 1346). Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni comune di Olgiate. 656 ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- 1798 - 1809 ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Il comune di Olgiate con Beolco, Monticello, Cassina Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Pilata, Cassina Nova, Brugo, Buon Martino e Cassina Pia- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Olgiate nezzo, in forza della ripartizione del dipartimento della (Beretta 1972). Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- stretto VI dell’Adda superiore con capoluogo Brivio. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Olgiate risulta In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Olgiate con Beolco Carlo V). e uniti fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), lente al 1572, era compresa anche Olgiate. Olgiate con Beolco e uniti era uno dei comuni che costitu- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real ivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- munità di Olgiate, compresa nella pieve di Brivio, non era partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; bre 1802, il comune di Olgiate venne ricollocato nel IX di- la comunità era soggetta al regio officio della Martesana, stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè presso la cui banca criminale il console era solito prestare (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come giuramento, pagando all’attuario soldi 13.3. comune di III classe con 653 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 240 abitanti, Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- non aveva consiglio generale nè particolare, ma un solo sin- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Olgiate daco eletto in piazza a suono di campana, assistito nelle con Beolco, Monticello, Cassina Pilata, Cassina Nova, rappresentanze, amministrazione e conservazione dell’in- Brugo, Buon Martino e Cassina Pianezzo venne ad appar- teresse comune e nella vigilanza sulla giustizia dei pubblici tenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del distretto IV di riparti dai primi estimati, che formavano i riparti stessi; al Lecco: comune di III classe, contava 634 abitanti. cancelliere, allora residente a Monticello, con salario di lire A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- 21 annue, restava destinata la cura dei riparti e confessi ri- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Olgiate e uniti tirati dall’esattore, non avendo la comunità archivio; l’esat- figurava, con 592 abitanti, comune aggregato al comune tore veniva eletto in piazza a suono di campana previa espo- denominativo di Mondonico, nel cantone V di Merate del sizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Olgiate). distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Mondonico Il comune di Olgiate aveva sotto di sè “vari membri de con il successivo compartimento territoriale del diparti- Comuni: Brugo con Bon Martino, Monticello, Cassina mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Casa Nova, Cassina Pelada (Cassina Pilata)”. Le suddette cassine risultavano essere “sempre state aggregate al comu- comune di Olgiate. 657 ne di Olgiate”. 1816 - 1859 Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 di Olgiate con Beolco, Monticello, Cassina Pilata, Cassina

227 Olginate

Nuova, Brugo, Buon Martino e Cassina Pianezzo fu inseri- propriamente un cancelliere in luogo, ma un “vicecancel- to nel distretto XXIV di Brivio. liere perito”, abitante a Milano, “capace di formare li riparti Olgiate con Beolco, Monticello, Cassina Pilata, Cassi- e far li conti all’esattore”, con emolumento di lire 25 annue. na Nuova, Brugo, Buon Martino e Cassina Pianezzo, co- La comunità non aveva “archivio nè stanza per conservare mune con convocato, fu confermato nel distretto XXIV di le scritture, dacché le guerre, gli incendi e l’incuria degli ol- Brivio in forza del successivo compartimento territoriale trepassati” non avevano lasciato che “pochi fogli relativi a delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). liti pessime e di nessun valore”, tenuti “provvisoriamente Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Olgiate con presso uno dei soprintendenti restando però sotto chiave”, le frazioni Beolco, Monticello, Cassina Pilata, Cassina in mano “de’ deputati forensi con nota di consegna”; vi era Nuova, Brugo, Buon Martino e Cassina Pianezzo, comune infine un esattore (risposte ai 45 quesiti, Olginate; Cazzani con convocato generale e con una popolazione di 977 abi- 1979). tanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. comune di Olginate. 659 arch. risposte ai 45 quesiti, Olgiate: “Olgiate, pieve di Brivio. Risposta a quesiti della Real Giunta del censimento fatta 1757 - 1797 da Pomponio Sottocornola cancelliere di detta comuni- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano tà”, 18 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. (editto 10 giugno 1757), il comune di Olginate faceva parte della pieve di Garlate, nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Olginate, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.463 unità OLGINATE (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia comune di Olginate. 658 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Olginate sec. XIV - 1757 apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di di Como. Garlate. Nel 1791 Olginate venne inserita, con le altre comunità Negli statuti delle strade e delle acque del contado di delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- cho da Olzinà” (compartizione delle fagie 1346). partimento 1791). Nel 1412 il comune di Olginate, per mezzo di procura- tori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, comune di Olginate. 660 che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte 1798 - 1815 di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò Il comune di Olginate, in forza della ripartizione del di- nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Olginate risulta 5 vendemmiale anno VII), il comune di Olginate fu inserito inserito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- lente al 1572, era compresa anche Olginate. terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Olginate era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real di Lecco del dipartimento del Lario. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Olginate, compresa nella pieve di Garlate - già Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - bre 1802, il comune di Olginate venne ricollocato nel VI di- non riconosceva alcun feudatario, banché ci fosse chi pre- stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei tendeva “antica ragione, cioè il conte Francesco d’Adda”; distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di vi risiedeva allora un luogotenente eletto dal podestà regio III classe con 956 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni abitante in Milano, Leopoldo d’Elio, al quale si pagava a ti- 1803). tolo di salario lire 8.6 e “per gli altri suoi incomodi” lire Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- 3.14 annue; il console era solito prestare giuramento presso gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Olginate la banca criminale di Milano, versando soldi 20. venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.279 abitanti. amministrativa, la comunità, che aveva allora 812 abitanti, A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- non aveva formalmente consiglio generale, ma tre degli mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- estimati, trascelti dal corpo degli altri interessati della co- nominativo di Olginate, con una popolazione di 1.754 abi- munità, si addossavano gratis il carico di controllare e fir- tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di mare i riparti, esaminare la giustezza dei mandati; riferendo Capiate, Consonno, Garlate, Olginate, Pescate, era inserito man mano “al gremio degli altri estimati tutto ciò che è sta- nel cantone IV di Oggiono del distretto IV di Lecco; con il to da loro operato”. In pubblica piazza “a suono di campana successivo compartimento territoriale del dipartimento del e con premonizione del console” si eleggevano due deputa- Lario (decreto 30 luglio 1812), costituivano il comune de- ti “dei più capaci, e questi per le ordinarie diuturne occor- nominativo di Olginate le frazioni di Olginate, Capiate, renze, ma sempre però con dipendenza dai tre sovrinten- Consonno, Garlate: con questo compartimento Pescate denti nelle cose gravi”; la comunità non aveva allora venne concentrato in Lecco.

228 Onno comune di Olginate. 661 blico patrimonio e la vigilanza sopra la giustizia dei riparti; 1816 - 1859 il cancelliere con salario di lire 30 annue aveva l’obbligo di custodire le scritture pubbliche nella “cassa del comune”; Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, l’esattore veniva eletto in pubblica piazza di biennio in bi- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- ennio (risposte ai 45 quesiti, Onno). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Olginate fu inserito nel distretto XII di Oggiono. Olginate, comune con convocato, fu confermato nel di- comune di Onno. 664 stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- 1757 - 1797 mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano luglio 1844). (editto 10 giugno 1757), il comune di Onno faceva parte Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Olginate, co- della Vallassina, inclusa nel ducato di Milano. mune con convocato generale e con una popolazione di Nel 1771 il totale degli abitanti di Onno, conteggiati in 1.561 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. base alla giurisdizione parrocchiale, era di 237 unità (stati- stica delle anime 1771). regio officio di Olginate. 662 In base al compartimento territoriale della Lombardia sec. XVIII - 1774 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Onno ap- Olginate e Capiate, comunità della pieve di Garlate, ri- parteneva alla Vallassina, compresa nella provincia di Co- sultavano, secondo le risposte fornite ai 45 quesiti della real mo. giunta del censimento nel 1751, sottoposte alla giurisdizio- Nel 1791 Onno venne inserita, con le altre comunità ne di un podestà regio, allora residente a Milano, che si fa- della Vallassina e della squadra di Casale, nel distretto V di ceva rappresentare in Olginate da un luogotenente. Canzo della provincia di Milano (compartimento 1791). arch. risposte ai 45 quesiti, Olginate: “Olginate, pieve di Garlate”, 28 luglio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. comune di Onno. 665 1798 - 1815 bibl. Cazzani 1979: Eugenio Cazzani, Storia di Olginate, Ol- ginate, Passoni, 1979. Il comune di Onno, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto IV dell’Alto Lambro con capoluogo Asso. ONNO In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Onno fu inserito nel comune di Onno. 663 distretto XXV di Asso. sec. XV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Comune del ducato di Milano, appartenne alla Vallas- Onno era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di sina. Lecco del dipartimento del Lario. Onno fece parte della comunità plebana della Vallassi- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- na, nel XIV e fino agli inizi del XV secolo, fino a che questa partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- venne incorporata nel ducato di Milano (1409) e venne bre 1802, il comune di Onno venne ricollocato nel V di- meno la sua unità di diritto e di fatto (Coradazzi 1978). stretto ex milanese con capoluogo Asso (quadro dei Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- distretti 1802), nel quale fu confermato, comune di III clas- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Onno risulta se con 268 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). sempre inserito nella Vallassina (estimo di Carlo V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Onno di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- venne ad appartenere al cantone IV di Asso del distretto IV lente al 1572, era compresa anche Onno. di Lecco: comune di III classe, contava 263 abitanti. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- munità di Onno, compresa nella pieve di Asso e membro nominativo di Onno, con una popolazione di462 abitanti della comunità generale di Vallassina “per subire le stesse complessivi e comprendente il comune aggregato di Vasse- leggi e condizioni nel suo corpo di rata e proporzione del na, era inserito nel cantone III di Asso del distretto IV di suo proprio estimo e della quota ad essa comunità assegna- Lecco, nel quale fu confermato con il successivo comparti- ta”, era infeudata al conte della riviera, al quale pagava ogni mento territoriale del dipartimento del Lario, comprenden- anno per convenzione lire 15.6; non vi risiedeva iusdicente te le frazioni concentrate di Onno, Vassena e Valbroona (de- nè regio nè feudale; la comunità era sottoposta al podestà creto 30 luglio 1812). feudale di Asso, al quale pagava un salario annuo di lire 12.19.3, e presso la cui banca criminale prestava il console comune di Onno. 666 il suo annuale giuramento. 1816 - 1859 Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 220 abitanti, Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, non aveva consiglio ma faceva “di tempo in tempo” le sue in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- vicinanze in pubblica piazza, dove di proponevano e stabi- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune livano gli affari della comunità; due deputati e un sindaco di Onno fu inserito nel distretto XIII di Canzo. erano eletti e rifomati di triennio in triennio: a loro restava Onno, comune con convocato, fu confermato nel di- raccomandata l’amministrazione e conservazione del pub- stretto XIII di Canzo in forza del successivo compartimen-

229 Orane to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- comune di Oriano. 669 glio 1844). 1757 - 1797 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Onno, comu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ne con convocato generale e con una popolazione di 427 (editto 10 giugno 1757), il comune di Oriano con Zinzano- abitanti, fu inserito nel distretto XIV di Canzo. re apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Onno: “Risposta della comunità In base al compartimento territoriale della Lombardia d’Onno Pieve d’Asso Ducato di Milano alle interroga- zioni fatte dall’ufficio di censimento”, (1751), ASMi, austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Oriano Catasto, cart. 3.033. con Zinzanore, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. Nel 1791 Oriano risultava inserita nella porzione della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia della provincia di Milano (compartimento 1791). ORANE comune di Oriano. 670 comune di Orane. 667 1798 - 1809 sec. XIV Il comune di Oriano con Zizarone, in forza della ripar- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile Negli statuti delle strade e delle acque del contado di anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè dei Monti Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- con capoluogo Missaglia. cho de Oprane” (compartizione delle fagie 1346). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Nella notificazione del personale del ducato di Milano 5 vendemmiale anno VII), il comune di Oriano con Zizaro- (compartimento 1751), Orane era elencato come cassinag- ne fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. gio del comune di Osnago, nella pieve di Missaglia. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Oriano con Zizarone era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. ORIANO Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bre 1802, il comune di Oriano venne ricollocato nella por- comune di Oriano. 668 zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia sec. XIV - 1757 (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 235 abitanti, nel 1803 (elenco dei Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di comuni 1803). Missaglia. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Oriano Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- con Zizarone venne ad appartenere al cantone VII di Mis- cho da Orliano con Sozanò” (compartizione delle fagie saglia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- 1346). tava 235 abitanti. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Oriano risulta mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Oriano e uniti elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di figurava, con 234 abitanti, comune aggregato al comune Carlo V). denominativo di Barzanò, nel cantone VI di Missaglia del In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Barzanò di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- con il successivo compartimento territoriale del diparti- lente al 1572, era compresa anche Orliano (Oriano). mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di Oriano. 671 giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- 1816 - 1859 munità di Oriano con Zizarone, compresa nella pieve di Missaglia, non era infeudata. Non vi risiedeva iusdicente nè Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, regio nè feudale; di consueto la giustizia restava ammini- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- strata dal vicario della Martesana, presso la cui banca cri- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune minale prestava il console il suo annuale giuramento, pa- di Oriano con Zizarone fu inserito nel distretto XXV di gando all’attuario soldi 18.3. Missaglia. Oriano con Zizarone, comune con convocato, fu con- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita fermato nel distretto XXV di Missaglia in forza del succes- amministrativa, la comunità, che aveva allora 160 abitanti, sivo compartimento territoriale delle province lombarde non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma console (notificazione 1 luglio 1844). e cancelliere per tenere la vigilanza dei carichi; presso il cancelliere, allora residente a Besana superiore, con l’emo- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Oriano con lumento di lire 8, venivano tenute copia dei riparti e “gli or- la frazione Zizarone, comune con convocato generale e con dini che gli vengono dal Ducato”, non avendo la comunità una popolazione di 364 abitanti, fu inserito nel distretto archivio; l’esattore era eletto secondo gli ordini magistrali, XIII di Missaglia. non conservandosi però scritture (risposte ai 45 quesiti, arch. risposte ai 45 quesiti, Oriano: “Oriano con Zizanore, Oriano). pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta

230 Ospedaletto

fatta da Carlo Giuseppe Beretta, cancelliere della suddet- Nel 1791 Osnago risultava inserita nella porzione della ta comunità”, 5 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia della provincia di Milano (compartimento 1791).

comune di Osnago. 674 OSNAGO 1798 - 1815 Il comune di Osnago, in forza della ripartizione del di- comune di Osnago. 672 partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu sec. XIII - 1757 compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missaglia. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Missaglia. 5 vendemmiale anno VII), il comune di Osnago fu inserito Il toponimo è citato (nella forma “Oxonaco") nell’anno nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. 950 (CDL, n. 592; Vismara 1979). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- "Consules” di Osnago sono citati nel 1283 (Atti del co- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), mune di Milano, III). Osnago era uno dei comuni che costituivano il distretto III Negli statuti delle strade e delle acque del contado di di Monza del dipartimento dell’Olona. Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cho da Osnago” (compartizione delle fagie 1346). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Osnago Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza venne ad appartenere al cantone VII di Missaglia del di- (anno 1456), il comune di Osnago era compreso nella pieve stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 839 abi- di Missaglia. tanti. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Osnago risulta mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- elencato tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di nominativo di Osnago, con una popolazione di 1.373 abi- Carlo V). tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Osnago, Lomagna, era inserito nel cantone VI di Missaglia di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- del distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il lente al 1572, era compresa anche Osnago. successivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Osnago, compresa nella pieve di Missaglia, era comune di Osnago. 675 infeudata - dal 1651 (Casanova 1904) - al marchese Lucini, 1816 - 1859 al quale nulla corrispondeva; non vi risiedeva iusdicente nè Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, regio nè feudale, lo iusdicente feudale era Felice Borsani, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- abitante a Milano, che aveva un onorario di lire 12 annue; bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune il console prestava il suo annuale giuramento presso l’uffi- di Osnago fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. cio del vicario della Martesana, pagando all’attuario soldi Osnago, comune con convocato, fu confermato nel di- 18.3. stretto XXV di Missaglia in forza del successivo comparti- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 1.000 luglio 1844). abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Osnago, co- due deputati e il console, i quali agivano per il pubblico, mune con convocato generale e con una popolazione di sempre con la partecipazione dei primi estimati; le elezioni 1.391 abitanti, fu inserito nel distretto XIII di Missaglia. avvenivano in piazza “con la solennità prescritta dagli Or- arch. risposte ai 45 quesiti, Osnago: “Osnago, pieve di Mis- dini magistrali alla presenza del iusdicente”, le cariche du- saglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da ravano “finché piaceva alla comunità stessa”; il cancelliere Carlo Giuseppe Maisano, cancelliere della suddetta co- aveva un emolumento annuo di lire 50; le scritture erano te- munità”, 9 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. nute “in buon ordine in un vestaro con chiave in casa del primo estimato”; gli esattori si eleggevano in pubblica piaz- za all’incanto (risposte ai 45 quesiti, Osnago). OSPEDALETTO comune di Osnago. 673 1757 - 1797 comune di Ospedaletto. 676 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XVIII (editto 10 giugno 1757), il comune di Osnago apparteneva Elencato come comune a sè, compreso nella pieve di alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Brivio, nella notificazione del personale del ducato di Mi- Nel 1771 il totale degli abitanti di Osnago, conteggiati lano (compartimento 1751), Ospedaletto non fornì però ri- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 923 unità (sta- sposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nè esi- tistica delle anime 1771). stevano a quell’epoca “processi antichi” che ne facessero In base al compartimento territoriale della Lombardia menzione. Secondo quanto riportato nella specifica del austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Osnago, cancelliere delegato per le parrocchie, Malnino (fino a metà nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Mi- del XVIII secolo unito al comune di Pagnano) e Ospedalet- lano. to formavano un comune nella squadra di Zeno con Vin-

231 Ospitale cenzo del Corno (processi delle tavole d’estimo, pieve di di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Brivio). Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Paderno (editto 10 giugno 1757), Ospedaletto figura aggregato al (Beretta 1972). comune di Bagaggera, nella pieve di Brivio, compresa nel Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ducato di Milano. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Paderno risulta elencato tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato OSPITALE di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Paderno. comune di Ospitale. 677 Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real sec. XV giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Paderno, compresa nella pieve di Brivio - già in- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni feudata dal 1653 ad Antonio Maria Varesi (Casanova 1904) ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- - era infeudata al conte Giovanni Corio Visconti Figliodoni, ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto al quale nulla corrispondeva; non vi risiedeva iusdicente nè di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano regio nè feudale; podestà feudale era allora Giuseppe Alba- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- ni, abitante a Merate, a cui venivano pagate lire 12 annue; nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Ospitale la comunità era soggetta al regio officio della Martesana, (Beretta 1972). presso la cui banca criminale il console era solito prestare giuramento, pagando all’attuario soldi 17.9; per ogni de- nuncia era obbligata a mandare il console a “fare l’opposi- zione” e a pagare “lire 16.16 al notaro quando era cosa che OSSINÀ meritasse visita ed altre £ 7 al chirurgo”. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Ossinà. 678 amministrativa, la comunità, che aveva allora 535 abitanti, sec. XVI non aveva consiglio, ma i compadroni eleggevano due so- printendenti, ai quali spettava sottoscrivere i riparti; la co- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Ossinà ri- munità aveva un cancelliere, allora residente a Osnago; le sulta inserita nella pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). scritture erano in casa del conte Giovanni Corio; vi era in- fine un esattore “obbligato a risiedere per tre giorni in co- mune”, prima che scadesse il termine prefissato per i paga- menti (risposte ai 45 quesiti, Paderno). OSSOLA comune di Paderno. 681 comune di Ossola. 679 1757 - 1797 sec. XVI Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Ossola ri- (editto 10 giugno 1757), il comune di Paderno apparteneva sulta inserita nella pieve di Missaglia (estimo di Carlo V). alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. Nella notificazione del personale del ducato di Milano Nel 1771 il totale degli abitanti di Paderno, conteggiati (compartimento 1751), Ossola era elencato come cassinag- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 514 unità (sta- gio del comune di Contra. tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Paderno, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. PADERNO Nel 1791 Paderno risultava inserita nella pieve di Bri- vio che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di comune di Paderno. 680 Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- sec. XIII - 1757 no (compartimento 1791). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Brivio. comune di Paderno. 682 Il toponimo è citato in una pergamena del marzo 968, 1798 - 1809 nel contesto di una permuta di beni immobili (MD, n. 239; Il comune di Paderno, in forza della ripartizione del di- Paderno 1989). partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Comune e vicinia di Paderno sono citati nel 1224, anno compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- nel quale sono attestati anche dei “consules nobilium” (Ba- go Brivio. roni 1987). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Paderno fu inserito Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el loco nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. da Paderno” (compartizione delle fagie 1346). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Paderno era uno dei comuni che costituivano il distretto III ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto di Monza del dipartimento dell’Olona.

232 Pagnona

Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- sale”, in cui figuravano anche personalisti e massari di no- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Paderno bili, erano compresi anche Zeno con Vincenzo del Corno. venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del Secondo le relazioni allegate agli atti preparatori del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 662 nuovo estimo, la squadra o comunità di Zeno con Vincenzo abitanti. del Corno era “formata da varj membri situati in diversi ter- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- ritorj”. “Il principale rappresentante” era costituito da Pa- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Paderno figu- gnano “territorio di Sabbioncello”, “i subalterni nei territo- rava, con 603 abitanti, comune aggregato al comune deno- ri di Porchera, Calco, Carsaniga, Cicognola, Porto”. Tutti minativo di Robbiate, nel cantone V di Merate del distretto formavano un solo perticato; la Cassina Vallicelli faceva IV di Lecco; fu confermato frazione di Robbiate con il suc- comune a sè, “avendo però il riparto dal corpo della squa- cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- dra” (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio); se- rio (decreto 30 luglio 1812). condo quanto si desume dalla specifica del cancelliere de- legato per le parrocchie, anche Malnino e Ospedaletto era comune di Paderno. 683 un comune unito nella squadra di Zeno con Vincenzo del 1816 - 1859 Corno (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Paderno fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. PAGNONA Paderno, comune con convocato, fu confermato nel di- stretto XXIV di Brivio in forza del successivo comparti- comune di Pagnona. 686 mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 sec. XIV - 1757 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Paderno, co- La comunità di Pagnona appartenne già anticamente mune con convocato generale e con una popolazione di 920 alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole terre componenti la Valsassina, tra cui Pagnona, furono arch. risposte ai 45 quesiti, Paderno: “Paderno, pieve di Bri- vio. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Venan- chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca cio Villa cancelliere della suddetta comunità”, 3 aprile Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- bibl. Paderno 1989: Paderno d’Adda. Storie di acque e di uo- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Pagnona è elen- mini, Paderno d’Adda, Habitat. Centro di iniziative cul- cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). turali, 1989. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, Pagnona era citata tra “le infrascritte comu- ni” della Valsassina. PAGNANO Nel 1722 Pagnona contava 1007 abitanti (compresi gli emigrati) (Baroncelli 1995). comune di Pagnano. 684 Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- sec. XVIII sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- Nella notificazione del personale del ducato di Milano zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti (compartimento 1751) Pagnano “comune di Zeno con Vin- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che cenzo del Corno” era segnato con le cassine di Cicognola, Pagnona, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o Guarnazola, Casetta, Carzaniga, Lombona, Parravicino, comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Cassina del Nibbio, Roncalia, Molino delle foglie al Re- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della dondino inferiore, Malnino, Villa Porchera, Vallicelli, Va- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- schuria al Piano, Casotta, Porto superiore, Porto inferiore e le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- Brugono; secondo le risposte fornite dalla comunità di Sab- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- bioncello ai 45 quesiti della real giunta del censimento nel pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili 1751 Pagnano formava un solo comune con Sabbioncello dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- “in ordine all’esigenza del perticato rurale”, risultando “co- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che mune separato rispetto al pagamento degli altri carichi” formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si Con il compartimento territoriale dello stato di Milano formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su (editto 10 giugno 1757), Pagnano figura aggregato al co- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor mune di Sabbioncello, nella pieve di Brivio, compresa nel estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- ducato di Milano. lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. squadra di Zeno con Vincenzo del Corno. 685 I consiglieri componenti il consiglio generale di valle sec. XVI - sec. XVIII erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle In un prospetto del 1572 comprendente tutte “le terre rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di lamento della Valsassina).

233 Parentela de’ Cattani comune di Pagnona. 687 PARENTELA DE’ CATTANI 1757 - 1797 comune di Parentela de’ Cattani. 690 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XV - 1797 (editto 10 giugno 1757), Pagnona era un comune della Val- sassina, compresa nel ducato di Milano. La parentela de’ Cattani è citata tra le “terre, luoghi, Nel 1771 il totale degli abitanti di Pagnona, conteggiati ville e comuni” della comunità di Val San Martino negli in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 256 unità (sta- statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); nel XVIII secolo tistica delle anime 1771). è menzionato come comune della Val San Martino, sogget- to alla parrocchia di San Paolo di Monte Marenzo (reperto- In base al compartimento territoriale della Lombardia rio 1766) o di San Gottardo (Maironi, catalogo). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Pagnona apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- comune di San Gottardo. 691 mo. 1798 - 1804 Nel 1791 Pagnona era compresa tra le comunità della Il comune di San Gottardo, in forza della ripartizione Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella del dipartimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu provincia di Milano (compartimento 1791). collocato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio comune di Pagnona. 688 (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di San Gottar- 1798 - 1809 do fu compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con Il comune di Pagnona, in forza della ripartizione del di- capoluogo Caprino. partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), trobio. San Gottardo era uno dei comuni che costituivano il distret- to I di Bergamo del dipartimento del Serio. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Nelle proprie osservazioni al progetto di distrettuazio- (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Pagnona fu ne del dipartimento del Serio inviate al consigliere ministro inserito nel distretto III di Bellano. degli affari interni il 24 giugno 1802, il prefetto di Berga- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- mo, Brunetti, segnalava alcune errate denominazioni di co- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), muni portate dalla precedente compartimentazione, tra le Pagnona era uno dei comuni che costituivano il distretto IV quali San Gottardo, che era in realtà “parrocchia, e non co- di Lecco del dipartimento del Lario. mune”, comprendente il comune di Parentela de’ Cattani Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- ed altre contrade” e pertanto “da omettersi": Parentela de’ partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Cattani (e non San Gottardo) figurava dunque, nel 1802, tra bre 1802, il comune di Pagnona venne ricollocato nel II di- i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi attualmente stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per III classe con 267 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio 1803). (che venivano organizzati in XI distretti), San Gottardo era Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- un comune del distretto X di Pontita (progetto di distrettua- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Pagnona zione 1802); a tale progetto seguì un piano dell’ammini- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto strazione dipartimentale, che prevedeva l’articolazione del IV di Lecco: comune di III classe, contava 265 abitanti. dipartimento in XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettuale al servizio di tante A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- comuni”. Il prefetto di Bergamo si trovò d’accordo con le mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Pagnona figu- osservazioni dell’amministrazione dipartimentale, ma insi- rava, con 267 abitanti, comune aggregato al comune deno- stette che dovessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo minativo di Premana, nel cantone V di Bellano del distretto nomi di parrocchia, comprendono o più comuni, o solo par- III di Menaggio; fu confermato frazione di Premana con il te di essi”, e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra successivo compartimento territoriale del dipartimento del loro que’ comuni che hanno distinto l’estimo e le attività, Lario (decreto 30 luglio 1812). troppo facilmente aggregati in un solo dall’amministrazio- ne, e che sono per lo più rivali gli uni degli altri, special- comune di Pagnona. 689 mente ne’ monti, dove gli abitanti tengono tenacemente 1816 - 1859 alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto dell’ammini- strazione dipartimentale, Parentela de’ Cattani costituiva Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, un comune unitario con Monte Marenzo e San Gregorio nel in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- distretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune distrettuazione 1803). di Pagnona fu inserito nel distretto X di Taceno. Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti Pagnona, comune con convocato, fu confermato nel di- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione cazione 1 luglio 1844). della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Pagnona, co- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione mune con convocato generale e con una popolazione di 415 locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret-

234 Parzano tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro mo. numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun Nel 1791 Parlasco era compresa tra le comunità della distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere provincia di Milano (compartimento 1791). ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Paren- tela era unito a Monte Marenzo a formare un comune, con comune di Parlasco. 694 469 abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giu- 1798 - 1809 gno 1804). Il comune di Perlasco, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- trobio. PARLASCO In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Perlasco fu comune di Parlasco. 692 inserito nel distretto III di Bellano. sec. XIV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- La comunità di Perlasco appartenne già anticamente terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), alla Valsassina, come parte della squadra dei Monti. Perlasco era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- terre componenti la Valsassina, tra cui Parlasco, furono partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca bre 1802, il comune di Perlasco venne ricollocato nel II di- Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Prelasco (Parla- III classe con 121 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni sco) è elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo 1803). V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Parlasco di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto lente al 1572, Perlasca (Parlasco) era citata tra “le infra- IV di Lecco: comune di III classe, contava 121 abitanti. scritte comuni” della Valsassina. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Parlasco figu- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- rava, con 122 abitanti, comune aggregato al comune deno- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti minativo di Taceno, nel cantone V di Bellano del distretto della real giunta del censimento nel 1751, si desume che III di Menaggio; fu confermato frazione di Taceno con il Parlasco, nella squadra dei Monti, era uno dei comuni (o successivo compartimento territoriale del dipartimento del comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Lario (decreto 30 luglio 1812). go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- comune di Parlasco. 695 le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- 1816 - 1859 va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e di Parlasco fu inserito nel distretto X di Taceno. un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- Parlasco, comune con convocato, fu confermato nel di- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor cazione 1 luglio 1844). estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Parlasco, co- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- mune con convocato generale e con una popolazione di 146 te (le terre) lo stesso metodo e regola”. abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. I consiglieri componenti il consiglio generale di valle erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- lamento della Valsassina). PARZANO comune di Parlasco. 693 comune di Parzano. 696 1757 - 1797 sec. XIV - 1757 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di (editto 10 giugno 1757), Parlasco era un comune della Val- Garlate. sassina, compresa nel ducato di Milano. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di In base al compartimento territoriale della Lombardia Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Parlasco cho da Parzano” (compartizione delle fagie 1346).

235 Passone

Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Parzano risulta terre componenti la Valsassina, tra cui Pasturo, furono chia- elencata tra le comunità della pieve di Garlate (estimo di mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- Carlo V). po Maria Visconti (Orlandi 1911). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Pasturo è elen- lente al 1572, era compresa anche Cassina Parzano. cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- munità di Parzano, compresa nella pieve di Garlate - già in- lente al 1572, Pastura (Pasturo) era citata tra “le infrascritte feudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono comuni” della Valsassina. nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - Nel 1722 Pasturo contava circa 700 abitanti (Baroncel- non era infeudata, ma pagava “ogni anno a titolo di conven- li 1995). zione £ 4 nelle mani di Paolo e fratelli Cernuschi di Erba”. Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comuni- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- tà era soggetta nel civile al magistrato maggiore di Milano zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti e nel criminale al vicario della Martesana, presso la cui della real giunta del censimento nel 1751, si desume che banca il console era solito prestare giuramento. Pasturo, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o co- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- amministrativa, la comunità, che aveva allora 37 abitanti go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della “collettabili” e 10 “non collettabili”, non aveva consiglio Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- generale nè particolare nè sindaco nè deputato nè reggente le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- “trattandosi di piccolo comune”, ma solamente un console, va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- eletto ogni ultimo giorno dell’anno in piazza; i riparti erano pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili formati da una terza persona; occorrendo qualche spesa dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- straordinaria, se ne teneva “nota per l’anno successivo”; nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che non vi era cancelliere nè archivio pubblico, ma le scritture formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e erano allora in custodia a Cristoforo Gilardo, estimato che un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- abitava in Parzano tutto l’anno, senza emolumento, “con tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si piena facoltà e libertà a chi vuole di accedere ad ogni oc- formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su correnza alle scritture pubbliche”; l’incarico di esattore ve- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor niva appaltato pubblicamente (risposte ai 45 quesiti, Parza- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- no). lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano te (le terre) lo stesso metodo e regola”. (editto 10 giugno 1757), Parzano figura aggregato al comu- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle ne di Val Greghentino, nella pieve di Garlate, compresa nel erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle ducato di Milano. rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- arch. risposte ai 45 quesiti, Parzano: “Parzano, pieve di Gar- lamento della Valsassina). late. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Gia- cinto Carozzi, delegato della comunità”, 29 gennaio comune di Pasturo. 699 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Pasturo era un comune della Val- sassina, compresa nel ducato di Milano. PASSONE Nel 1771 il totale degli abitanti di Pasturo, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.092 unità comune di Passone. 697 (statistica delle anime 1771). sec. XIV In base al compartimento territoriale della Lombardia Negli statuti delle strade e delle acque del contado di austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Pasturo Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- cho de Campasone” (compartizione delle fagie 1346). mo. Nella notificazione del personale del ducato di Milano Nel 1791 Pasturo era compresa tra le comunità della (compartimento 1751), Passone era elencato come cassi- Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella naggio del comune di Montevecchia, nella pieve di Missa- provincia di Milano (compartimento 1791). glia. comune di Pasturo. 700 1798 - 1815 Il comune di Pasturo, in forza della ripartizione del di- PASTURO partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- comune di Pasturo. 698 trobio. sec. XIV - 1757 In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge La comunità di Pasturo appartenne già anticamente 5 vendemmiale anno VII), il comune di Pasturo fu inserito alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. nel distretto III del Lago, ossia di Lecco.

236 Perego

Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Pasturo era uno dei comuni che costituivano il distretto IV munità di Perego con Cassina Roncaria, compresa nella di Lecco del dipartimento del Lario. pieve di Missaglia, non era infeudata e non pagava Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- dale; di consueto la giustizia restava amministrata dal vica- bre 1802, il comune di Pasturo venne ricollocato nel II di- rio della Martesana, presso la cui banca criminale prestava stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di soldi 18.3. III classe con 960 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita 1803). amministrativa, la comunità, che aveva allora 214 abitanti Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- più i 93 di Cassina Roncaria, non aveva consiglio ma solo gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Pasturo il cancelliere, che formava i riparti, poi firmati dal primo venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto estimato o suo delegato; il cancelliere, allora residente a IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.272 abitanti. Monticello, aveva un salario annuo di lire 21.21; l’esattore A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- restava eletto con i voti di due terzi degli uomini del comu- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- ne (risposte ai 45 quesiti, Perego). nominativo di Pasturo, con una popolazione di 1.199 abi- tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di comune di Perego. 703 Bajedo, Pasturo, era inserito nel cantone II di Introbio del 1757 - 1797 distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il suc- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- (editto 10 giugno 1757), il comune di Perego con porzione rio (decreto 30 luglio 1812). di Roncaria apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. comune di Pasturo. 701 Nel 1771 il totale degli abitanti di Perego, conteggiati 1816 - 1859 in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 539 unità (sta- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, tistica delle anime 1771). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- In base al compartimento territoriale della Lombardia bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Perego di Pasturo fu inserito nel distretto X di Taceno. con porzione di Roncaria, nella pieve di Missaglia, era in- Pasturo, comune con consiglio, fu confermato nel di- serito nella provincia di Milano. stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo Nel 1791 Perego risultava inserita nella porzione della compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia cazione 1 luglio 1844). della provincia di Milano (compartimento 1791). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Pasturo, co- mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con comune di Perego. 704 una popolazione di 849 abitanti, fu inserito nel distretto X 1798 - 1809 di Lecco. Il comune di Perego con porzione di Roncaria, in forza bibl. Orlandi 1930A: Andrea Orlandi, Memorie di Pasturo e della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 Baiedo in Valsassina1930, manoscritto presso il museo fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ civico di Lecco. Monti con capoluogo Missaglia. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Perego e uniti fu in- serito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. PEREGO Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), comune di Perego. 702 Perego e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- sec. XIV - 1757 stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Missaglia. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di bre 1802, il comune di Perego venne ricollocato nella por- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia cho da Perego con la vicinanza da Rovagnà” (compartizio- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come ne delle fagie 1346). comune di III classe con 265 abitanti, nel 1803 (elenco dei Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza comuni 1803). (anno 1456), il comune di Perego era compreso nella pieve Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- di Missaglia. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Perego Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- con porzione di Roncaria venne ad appartenere al cantone cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Perego risulta VII di Missaglia del distretto IV di Lecco: comune di III elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di classe, contava 484 abitanti. Carlo V). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Perego figura- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- va, con 289 abitanti, comune aggregato al comune denomi- lente al 1572, era compresa anche Perego. nativo di Sirtori, nel cantone VI di Missaglia del distretto

237 Perledo

IV di Lecco; fu confermato frazione di Sirtori con il succes- stituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del La- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario rio. (decreto 30 luglio 1812). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comune di Perego. 705 bre 1802, il comune di Perledo con Bologna, Gittana, Re- 1816 - 1859 goledo, Ghesazio, Cestaglio, Tondello, Vezio venne ricollocato nel II distretto ex milanese con capoluogo Tace- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, no (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- come comune di III classe con 835 abitanti, nel 1803 (elen- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune co dei comuni 1803). di Perego con porzione di Roncaria fu inserito nel distretto XXV di Missaglia. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Perledo Perego con porzione di Roncaria, comune con convo- con Regolo, Bologna, Gittana, Rogolo, Ghesazio, Cesta- cato, fu confermato nel distretto XXV di Missaglia in forza glia, Tondello e Vezzio venne ad appartenere al cantone II del successivo compartimento territoriale delle province di Taceno del distretto IV di Lecco: comune di III classe, lombarde (notificazione 1 luglio 1844). contava 835 abitanti. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Perego con A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- la frazione Porzione di Roncaria, comune con convocato mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- generale e con una popolazione di 357 abitanti, fu inserito nominativo di Perledo, con una popolazione di 840 abitanti nel distretto XIII di Missaglia. complessivi, era inserito nel cantone V di Bellano del di- arch. risposte ai 45 quesiti, Perego: “Perego con Cascina stretto III di Menaggio, nel quale fu confermato con il suc- Roncaglia, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola cancelliere rio (decreto 30 luglio 1812). della suddetta comunità”, 13 marzo 1751, ASMi, Cata- sto, cart. 3.040. comune di Perledo. 708 1816 - 1859 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- PERLEDO bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Perledo con Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, Ce- comune di Perledo. 706 staglia, Tondello, Regolo e Vezio fu inserito nel distretto X 1757 - 1797 di Taceno. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Perledo con Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, (editto 10 giugno 1757), Perledo con Bologna, Ghesazio, Cestaglia, Tondello, Regolo e Vezio, comune con consiglio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, Tondello, Regolo e Vezio era fu confermato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in un comune della Valsassina, compresa nel ducato di Mila- forza del successivo compartimento territoriale delle pro- no. vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Nel 1771 il totale degli abitanti di Perledo, conteggiati L’imperial regio governo, con dispaccio n. 19321/2798 in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 862 unità (sta- del 1846, notificò l’aulica approvazione per il distacco del tistica delle anime 1771). comune di Perledo dal distretto di Introbio e per la sua ag- gregazione a quello di Bellano, con effetto dal 1 luglio In base al compartimento territoriale della Lombardia 1846 (notificazione 20 giugno 1846). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Perledo con Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, Ton- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Perledo con dello, Regolo e Vezio apparteneva alla Valsassina, inserita le frazioni Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, Cesta- nella provincia di Como. glia, Tondello, Regolo e Vezio, comune con consiglio co- munale senza ufficio proprio e con una popolazione di Nel 1791 Perledo era compresa tra le comunità della 1.090 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella provincia di Milano (compartimento 1791). comunità del Monte di Varenna. 709 (Monte sopra Varenna) comune di Perledo. 707 sec. XIV - 1757 1798 - 1815 Il rafforzamento politico del comune di Varenna (alla Il comune di Perledo con Regolo, Bologna, Gittana, fine del XII secolo) portò ad uno smembramento dell’anti- Regoledo, Ghesazio, Cestaglia, Tondello e Vezio, in forza ca pieve di Varenna, comprendente il Monte omonimo (con della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 le terre di Perledo, Regoledo, Bologna, Gisazio, Gittana, fiorile anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera Regolo, Tondello, Vezio) ed Esino, che entrarono poi a far con capoluogo Bellano. parte della comunità di Valsassina. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Nel XIV secolo, anche dopo l’avvento della domina- (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Perledo zione viscontea, continuavano ad avere signoria sulla Val- con Regolo, Bologna, Gittana, Regoledo, Ghesazio, Cesta- sassina e sul Monte di Varenna gli arcivescovi di Milano: in glia, Tondello e Vezio fu inserito nel distretto III di Bellano. una lettera del 20 febbraio 1355 Roberto Visconti costituiva Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- un procuratore speciale “ad petendum exigendum et reci- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), piendum a communi hominibus et singularibus personis Perledo con Regolo, Bologna, Gittana, Regoledo, Ghesa- Vallisassine Bellani Dervii et Montium Mugiasche Varene zio, Cestaglia, Tondello e Vezio era uno dei comuni che co- et Hesini iurisdictionis archiepiscopatus nostri mediola-

238 Pescarenico nensis” quanto dovuto per fitti e decime da “fictabiles, de- comune). Con il compartimento dello stato di Milano (edit- cimarii, censuarii et reddituari”. to 10 giugno 1757), Perledo non formò una giurisdizione I diversi luoghi che uniti costituivano il Monte di Va- territoriale a sè, ma fu compresa nella Valsassina. renna (il principale dei quali era Perledo), pur avendo pro- bibl. Adami 1925: Vittorio Adami, Cenni genealogici sulle prie adunanze e talvolta propri ufficiali, non formarono mai famiglie di Varenna e del Monte di Varenna, Milano, Co- (per quanto si è potuto appurare) comunità del tutto separa- op. Tip. Ed., 1925; Adami 1927: Vittorio Adami, Varen- te tra loro. na e Monte di Varenna, Milano, Ed. tip. arcivescovile, Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- 1927; Pensa 1980: Pietro Pensa, La questione del “nul- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Il Monte di Va- lius plebis” della chiesa di Varenna e l’indipendenza di renna era elencato tra le terre della Valsassina (estimo di questa da altre Pievi in Varena seu Insula Nova, I, Lecco, Carlo V). A.G.L., 1980. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, il Monte di Varenna era citato tra “le infra- scritte comuni” della Valsassina. PESCALINA Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- comune di Pescalina. 711 zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti sec. XVI della real giunta del censimento nel 1751, si desume che Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Pescalina Perledo e le sue pertinenze, costituenti il Monte sopra Va- risulta inserita nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). renna, nella squadra dei Monti, era uno dei comuni (o co- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato munità) subordinati e sottoposti alla comunità generale del- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- la Valsassina. Le singole terre (o luoghi) componenti la lente al 1572, era compresa anche Pescalina (Pescate). comunità erano Perledo, Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, Tondello, Regolo e Vezio. Tutti i comuni Nella notificazione del personale del ducato di Milano compresi nella comunità generale erano regolati da un con- (compartimento 1751), Pescalina era elencato come cassi- sole, che ordinariamente prestava giuramento alla banca naggio di Pescate. del podestà ad Introbio, e da propri sindaci, eletti dalle ri- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real spettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e giunta del censimento, si desume che a quel tempo Pesca- conservazione del patrimonio vicinale; sovente i comuni lina era unita a Pescate, regolata con quella comunità da un avevano anche un cancelliere, che formava i riparti (compi- solo sindaco e console; anche l’esattore era unico (risposte to altrimenti spettante al sindaco) e un esattore, che riceve- ai 45 quesiti, Pescate). va l’incarico mediante appalto effettuato dal singolo comu- ne. In ogni terra della Valsassina si formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su ogni “particolare inte- ressato a regola del maggior o minor estimo”, ed erano fatte PESCARENICO “per la maggior parte sopra li focolari, parte sopra il bestia- me del luogo, non tenendosi da tutte (le terre) lo stesso me- comune di Pescarenico. 712 todo e regola”. sec. XIV - 1757 I consiglieri componenti il consiglio generale di valle erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- nità della pieve di Lecco. lamento della Valsassina). Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Pescarenico era pieve di Perledo. 710 uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quo- sec. XVIII - 1757 ta”, che costituivano la comunità generale di Lecco, allora infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudi- In una riunione dei 18 anziani del ducato di Milano del ce (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi 28 giugno 1704 era presente, tra gli altri, Pietro Mornico, comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- “anziano di Perledo”, oltre a Carl’Antonio Fondra, “anzia- reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il no della Valsassina” (ASMi, Uffici civici p.a., cart 149). resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- La pieve di Perledo, coincidente con il territorio del nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale Monte di Varenna a cui si aggiungevano i due comuni di di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva Esino, mai presente negli elenchi delle pievi milanesi per in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- l’elezione dei sindaci generali del ducato fino al XVII seco- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al lo, risulta compresa nella Valsassina nell’indice dei territori console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- del ducato di Milano (stime dei territori 1726), con i “co- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- muni” di Bologna, Gesazio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva Tondello, Regolo, Vezio (uniti al comune di Perledo), Esino conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo inferiore, Esino superiore. particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria Nella notificazione del personale del ducato di Milano e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- (compartimento 1751) Valsassina e Perledo compaiono rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- unite nel prospetto delle pievi, giurisdizioni e valli del du- zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- cato di Milano, risultando Perledo formata da Regolo, Bo- tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). logna, Regoledo, Gittana, Gisazio, Vescio, Tondello, Esino Nel compartimento territoriale dello stato di Milano superiore e inferiore (tutte terre elencate senza dignità di (editto 10 giugno 1757), Pescarenico figura aggregato al

239 Pescate comune di Lecco, nella pieve di Lecco, compresa nella ri- comune di Pescate. 715 viera di Lecco e nel ducato di Milano. 1798 - 1809 Il comune di Pescate con Pescalina, in forza della ri- partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capo- PESCATE luogo Lecco. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Pescate con Pesca- comune di Pescate. 713 lina fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. sec. XIV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Pescate con Pescalina era uno dei comuni che costituivano Garlate. il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. In un atto di vendita di terreni a Pescate nel 1073 erano Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- citati una “via vixinorum” e terreni concelivi (comunitari) partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (Longoni 1985A). bre 1802, il comune di Pescate venne ricollocato nel VI di- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di cho da Poschallo” (compartizione delle fagie 1346). III classe con 249 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza, redatta nel 1456, è citato tra gli altri il comune di Pescate Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- (Beretta 1952). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Pescate con Pescalina venne ad appartenere al cantone V di Oggio- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- no del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Pescate risulta 307 abitanti. inserito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Pescate e uniti di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- figurava, con 272 abitanti, comune aggregato al comune lente al 1572, era compresa anche Pescallo (Pescate). denominativo di Olginate, nel cantone IV di Oggiono del Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real distretto IV di Lecco; con il successivo compartimento ter- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- ritoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio munità di Pescate con Pescalina, compresa nella pieve di 1812), era frazione concentrata nel comune denominativo Garlate - già infeudata con le comunità delle pievi di Gar- di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto IV di Lecco. late e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Ca- sanova 1904) - non era infeudata e non pagava “cosa veruna comune di Pescate. 716 di redenzione, nè annata”; non vi risiedeva iusdicente nè re- 1816 - 1859 gio nè feudale; le denunce venivano portate all’ufficio pre- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, torio di Milano, al quale il console prestava giuramento in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- ogni anno. bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita di Pescate con Pescalina fu inserito nel distretto XII di Og- amministrativa, la comunità, che aveva allora 167 abitanti, giono. aveva un sindaco e un console, al quale spettava formare i Pescalina, comune con convocato, fu confermato nel riparti, poi pubblicati in piazza con l’avviso anticipato del distretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- popolo; la comunità non aveva archivio e le scritture erano mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 custodite dal sindaco; il comune era “diviso in due, cioè Pe- luglio 1844). scate e Pescalina”, benché fosse regolato da un solo sinda- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Pescate con co e console: anche l’esattore era unico (risposte ai 45 que- la frazione Pescalina, comune con convocato generale e siti, Pescate). con una popolazione di 345 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. comune di Pescate. 714 arch. risposte ai 45 quesiti, Pescate: “Pescate con Pescalina, 1757 - 1797 pieve di Garlate. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Federico Arrigone, cancelliere di detta comuni- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano tà”, 6 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. (editto 10 giugno 1757), il comune di Pescate con Pescalina faceva parte della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. In base al compartimento territoriale della Lombardia PESLAGO austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Pescate con Pescalina apparteneva alla pieve di Garlate, compresa comune di Peslago. 717 nella provincia di Como. sec. XVI Nel 1791 Pescate venne inserita, con le altre comunità In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’Mauri, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- lente al 1572, era compresa, nella pieve di Oggiono, anche partimento 1791). Peslago.

240 Pettana

Nella notificazione del personale del ducato di Milano comune di Pessina. 720 (compartimento 1751) Peslago era elencata tra i cassinaggi 1798 - 1809 del comune di Oggiono. Il comune di Pessina, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- trobio. PESSINA In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Pessina fu inserito comune di Pessina. 718 nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- sec. XIV - 1757 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), La comunità di Pessina appartenne già anticamente Pessina era uno dei comuni che costituivano il distretto IV alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. di Lecco del dipartimento del Lario. Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- terre componenti la Valsassina, tra cui Pessina, furono chia- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- bre 1802, il comune di Pessina venne ricollocato nel II di- po Maria Visconti (Orlandi 1911). stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- III classe con 108 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Pessina è elen- 1803). cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Pessina di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto lente al 1572, “Plebe e Pessina de Valsasna” era citata tra IV di Lecco: comune di III classe, contava 108 abitanti. “le infrascritte comuni” della Valsassina. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Pessina figu- sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- rava, con 110 abitanti, comune aggregato al comune deno- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti minativo di Primaluna, nel cantone II di Introbio del della real giunta del censimento nel 1751, si desume che distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Primaluna Pessina, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o co- con il successivo compartimento territoriale del diparti- munità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- comune di Pessina. 721 le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- 1816 - 1859 va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che di Pessina fu inserito nel distretto X di Taceno. formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- Pessina, comune con convocato, fu confermato nel di- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si stretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successivo formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor cazione 1 luglio 1844). estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Pessina, co- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- mune con convocato generale e con una popolazione di 165 te (le terre) lo stesso metodo e regola”. abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. I consiglieri componenti il consiglio generale di valle erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- lamento della Valsassina). PETTANA comune di Pessina. 719 comune di Pettana. 722 sec. XIV - 1757 1757 - 1797 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra Nel compartimento territoriale dello stato di Milano di Nibionno. (editto 10 giugno 1757), Pessina era un comune della Val- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di sassina, compresa nel ducato di Milano. Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho In base al compartimento territoriale della Lombardia de Petana” (compartizione delle fagie 1346). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Pessina Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- (anno 1456), Pettana era citata come cassina nella squadra mo. di Nibionno. Nel 1791 Pessina era compresa tra le comunità della In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- provincia di Milano (compartimento 1791). lente al 1572, era compresa anche Pettana.

241 Piè Castello

Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real stero di Piona si apprende che il priore del monastero dete- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- neva anche il titolo di rettore o sindaco ("rector"): aveva munità di Pettana, compresa nella squadra di Nibionno, era cioè la facoltà di reggere in nome proprio l’amministrazio- infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire 12.16.6 ne civile delle comunità di Piona e Olgiasca. annue, compreso il salario del podestà. Non vi risiedeva iu- Dopo la soppressione del priorato di San Nicolao di sdicente nè regio nè feudale; podestà feudale era Carlo Ma- Piona, avvenuta verso la metà del XV secolo, l’ammmini- derna, abitante a Milano; la comunità era soggetta all’offi- strazione dei beni e dei diritti di pesca in Piona, e dei beni cio di Bosisio, presso la cui banca criminale il console era siti in Valtellina, affittati a coloni, venne affidata ad un com- solito prestare giuramento, pagando soldi 18. mendatario, non residente in luogo. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 52 abitanti “e Al commendatario di Piona (il primo di cui si ha noti- n. 4 del Venerando Hospitale Maggiore di Milano”, era ret- zia sicura, nel 1488, è il milanese Daniele Birago) compe- to dal cancelliere, che conservava le scritture riguardanti il teva oltre alla giurisdizione spirituale (per cui nominava il comune con emolumento annuo di lire 6, con la collabora- vicario perpetuo o cappellano della parrocchia di Piona-Ol- zione del console; l’incarico di esattore era messo all’in- giasca) anche la temporale, con il diritto di eleggere il po- canto (risposte ai 45 quesiti, Pettana). destà, che doveva amministrare la giustizia a Olgiasca e Piona. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Pettana figura aggregato al comu- I documenti pervenutici testimoniano un progressivo ne di Tregolo, nella squadra di Nibionno, compresa nel du- stato di decadenza della commenda di Piona nel corso del cato di Milano. XVI e del XVII secolo; alla metà del XVIII secolo, comun- que, le comunità di Piona e Olgiasca dipendevano, almeno arch. risposte ai 45 quesiti, Pettana: “Pettana, squadra di Ni- per l’amministrazione della giustizia, dal podestà di Grave- bionno, unita a Tregolo. Risposta alli quesiti della Real dona. Giunta fatta da Antonio Francesco Bonacina cancelliere di detta comunità”, 22 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. Con bolla del 12 febbraio 1567 papa Pio IV aveva con- 3.034. cesso al nobile Antonio Maria Quadrio feudatario di Colico il giuspatronato di Piona, e cioè il diritto di presentare una persona idonea a coprire la commenda, ogni volta che dive- nisse vacante (l’ultimo commendatario cessò nel maggio del 1798) (legge 19 fiorile anno VI) (Fattarelli 1982). PIÈ CASTELLO Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Piona era una comune di Piè Castello. 723 terra “di niuna pieve nel contado di Como”, con Olgiasca sec. XV costituente “un feudo antico ecclesiastico e commenda”, allora goduto dal cardinale Cavalchino; era sottoposta al Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di podestà feudale Francesco Sinistrario, residente a Gravedo- Brivio. na, al quale nulla corrispondeva. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Il comune di Piona consisteva in sei fuochi, “compresi ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- però la casa del vicario e della Bazzia”, aveva sotto di sè le ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto terre di Olgiasca e Gero: “tutti li detti comuni” non pagava- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano no che 55 brente di vino e lire 60 annue in denaro al com- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- mendatario “per sua ricongnizione”; la comunità non aveva nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Piè Castello ufficiali, deputati, cancelliere, archivio, agenti. Nel 1751 la (Beretta 1972). comunità di Piona contava 23 abitanti (risposte ai 45 quesi- Nelle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo ti, Piona e Olgiasca). estimo (anno 1755), Piè Castello era definita una “picciola Cassina” situata nel territorio del comune di Nava, ad esso Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sottoposta “sì in spirituale, che in temporale” (processi del- (editto 10 giugno 1757), Piona figura aggregato al comune le tavole d’estimo, pieve di Brivio). di Colico, nella pieve di Sorico, compresa nel contado di Como. vedere storia abbazia.

arch. risposte ai 45 quesiti, Piona e Olgiasca: “Olgiasca e PIONA Piona, terra a sè, Contado di Como, trasportato nella pie- ve di Sorico”, 10 settembre 1751, ASMi, Catasto, cart. comune di Piona. 724 3.030. sec. XIII - 1757 bibl. Fattarelli 1982: Martino Fattarelli, Il colle di Piona-Ol- giasca nella storia. L’abbazia benedettina e la “Malpen- Le poche famiglie di massari che costituivano la comu- sata”, Piona, a cura dei monaci cisterciensi, 1982; Gius- nità di Piona, nel contado di Como, accanto alla comunità sani 1907: A. Giussani, Il priorato cluniacense di S. monastica ivi costituita nel XII secolo, furono soggette nel Nicolò di Piona, Como, 1907; Giussani 1908: A. Gius- medioevo alla giurisdizione del priorato di San Nicolao, al sani, Il priorato di S. Nicolò di Piona dopo i restauri, Co- quale pagavano fitti e decime. mo, 1908; Marcora 1972: Carlo Marcora, Il priorato di Piona, Lecco, Banca Popolare di Lecco, 1972; Santam- Da un documento del 16 dicembre 1240 circa una con- brogio 1904: D. Santambrogio, Il priorato cluniacense troversia tra la chiesa arcipretale di Gravedona e il mona- di Piona sul lago di Como, “Monitore tecnico”, 1904.

242 Prebone

POMERIO Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- comune di Pomerio. 725 munità di Porchera, compresa nella pieve di Brivio - già in- sec. XIV - 1757 feudata con Mondonico, Colzano, Bruscò, Brugora, Riva, Naresso, Olchiellera e Vallicelli a Claudio Giussani, ma Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- senza redditi feudali, dal 1648 (Casanova 1904) - era infeu- nità della pieve di Lecco. data al marchese Alessandro Erba, al quale non veniva cor- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti risposto onorario alcuno. Non vi risiedeva iusdicente nè re- della real giunta del censimento, nel 1751 Pomerio era uno gio nè feudale; lo iusdicente feudale, Matteo Bonacina, dei venti comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, risiedeva a Milano; la comunità era soggetta al regio officio che costituivano la comunità generale di Lecco, allora in- della Martesana, presso la cui banca criminale il console feudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice era solito prestare giuramento. (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comuni erano “confusi per non essere mai stati divisi li ter- amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 200 abi- reni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, godendo per il tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva resto promiscuamente le venti comunità le proprietà comu- come rappresentanti un sindaco e un console, quest’ultimo nali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale eletto ogni anno in piazza all’incanto; il sindaco invece re- di Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva stava eletto dai compadroni a beneplacito dei quali conti- in occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- nuava nel suo incarico; i compadroni vigilavano sull’ammi- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al nistrazione del patrimonio pubblico e sulla giustizia dei console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- pubblici riparti compilati dal sindaco, che conservava an- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- che le scritture pubbliche, non avendo la comunità archivio, zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva e nemmeno un cancelliere; l’esattore veniva eletto in pub- conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo blica piazza all’incanto previa esposizione di cedole (rispo- particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria ste ai 45 quesiti, Porchera). e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- (editto 10 giugno 1757), Porchera figura aggregato al co- zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- mune di Mondonico, nella pieve di Brivio, compresa nel tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Porchera: “Porchera, pieve di Brivio. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Giovanni Battista Castelli sindico e cancelliere della sud- PORCAREZZA detta comunità”, 6 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. comune di Porcarezza. 726 bibl. Noseda 1942: Enea Noseda, Il villaggio di Porchera sec. XIV (Pieve di Brivio), “Periodico della Società storica co- mense”, 1942. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- cho de Porcharigia” (compartizione delle fagie 1346). PREBONE

comune di Prebone. 728 PORCHERA sec. XIV - sec. XVI comune di Porchera. 727 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di sec. XIV - 1757 Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- cho de Pretobono” (compartizione delle fagie 1346). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Prebone ri- Brivio. sulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (esti- Il toponimo è citato come “vicus Porcarius”, nelle vi- mo di Carlo V). cinanze di Brivio, in un diploma del marzo 968 (CDL, n. Nella notificazione del personale del ducato di Milano 706; Noseda 1942). (compartimento 1751), Prebone figurava come cassinaggio Negli statuti delle strade e delle acque del contado di di Corte Nova. Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho Dalle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo da Porchera” (compartizione delle fagie 1346). estimo (processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia), Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza si desume che Prebone (o Prebono) era “sempre stato unito (anno 1456), il comune di Porchera era compresa nella pie- a Cremella in tutto e per tutto, soltanto separato di quota”. ve di Brivio. Il possessore del comune di Prebone, Francesco Maria Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Agudio, avanzò una supplica il 9 gennaio 1754 alla real cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Porchera risulta giunta del censimento per tenere Prebone (che si era “sem- elencato tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di pre regolato da sè solo anche per essere tutto in un corpo Carlo V). unito") separato da altri comuni. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nella compartimentazione territoriale dello stato di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Milano (editto 10 giugno 1757), Prebone figura aggregato lente al 1572, era compresa anche Porchera. al comune di Monticello, nella pieve di Missaglia.

243 Premana

PREMANA comune di Premana. 731 1798 - 1815 comune di Premana. 729 Il comune di Premana, in forza della ripartizione del sec. XIV - 1757 dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- La comunità di Premana appartenne già anticamente trobio. alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Premana fu terre componenti la Valsassina, tra cui Premana, furono inserito nel distretto III di Bellano. chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Premana era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- di Lecco del dipartimento del Lario. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Premana è elen- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato bre 1802, il comune di Premana venne ricollocato nel II di- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei lente al 1572, Premana era citata tra “le infrascritte comu- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di ni” della Valsassina. III classe con 894 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Nel 1722 Premana contava 817 abitanti (Baroncelli 1995). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Premana Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- IV di Lecco: comune di III classe, contava 869 abitanti. zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- Premana, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o nominativo di Premana, con una popolazione di 1.584 abi- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della Casargo e uniti, Pagnona, Premana, era inserito nel cantone Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- V di Bellano del distretto III di Menaggio, nel quale fu con- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- fermato con il successivo compartimento territoriale del di- va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- comune di Premana. 732 nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che 1816 - 1859 formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor di Premana fu inserito nel distretto X di Taceno. estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- Premana, comune con convocato, fu confermato nel lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successi- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- tificazione 1 luglio 1844). I consiglieri componenti il consiglio generale di valle Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Premana, co- erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle mune con convocato generale e con una popolazione di rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- 1.060 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. lamento della Valsassina). comune di Premana. 730 1757 - 1797 PRESTABBIO Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Premana era un comune della Val- comune di Prestabbio. 733 sassina, compresa nel ducato di Milano. sec. XV - 1757 Nel 1771 il totale degli abitanti di Premana, conteggiati Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 761 unità (sta- Missaglia. tistica delle anime 1771). Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- In base al compartimento territoriale della Lombardia ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Premana di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- mo. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Prestabio Nel 1791 Premana era compresa tra le comunità della (Beretta 1972). Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- provincia di Milano (compartimento 1791). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Prestabbio risul-

244 Primaluna ta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili di Carlo V). dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e lente al 1572, era compresa anche Cassina de Brestabio un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- (Prestabbio). tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor munità di Prestabbio e Cassina Taeggia, compresa nella estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- pieve di Missaglia, non era infeudata. Di consueto la giusti- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- zia restava amministrata dal vicario della Martesana, pres- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. so la cui banca criminale prestava il console il suo annuale I consiglieri componenti il consiglio generale di valle giuramento, pagando all’attuario soldi 13.3. erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- amministrativa, la comunità, che aveva allora 56 abitanti, lamento della Valsassina). non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma veniva regolata da un cancelliere e dal console, e dagli uomini del- comune di Primaluna. 735 la comunità, essendo però obbligati a riferire “di tutte le oc- 1757 - 1797 correnze” il primo estimato. La comunità di Prestabbio Nel compartimento territoriale dello stato di Milano aveva un cancelliere, abitante a Monticello, a cui restava (editto 10 giugno 1757), Primaluna era un comune della destinata la cura dei riparti e confessi ritirati dall’esattore, Valsassina, compresa nel ducato di Milano. con un salario di lire 10 annue più straordinari, non esisten- Nel 1771 il totale degli abitanti di Primaluna, conteg- do stanza per archivio “per non avere altre scritture attinen- giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.214 ti la comunità”; l’esattore veniva eletto in piazza previa unità (statistica delle anime 1771). esposizione di cedole “senza suono di campana” (risposte ai 45 quesiti, Prestabbio). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Primalu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano na apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di (editto 10 giugno 1757), Prestabbio figura aggregato al co- Como. mune di Cologna, nella pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. Nel 1791 Primaluna era compresa tra le comunità della Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella arch. risposte ai 45 quesiti, Prestabbio: “Prestabio e Cassina provincia di Milano (compartimento 1791). Taeggia, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola cancelliere comune di Primaluna. 736 della suddetta comunità”, 5 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. 1798 - 1815 Il comune di Primaluna, in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- PRIMALUNA trobio. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Primaluna fu inse- comune di Primaluna. 734 rito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. sec. XIV - 1757 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- La comunità di Primaluna appartenne già anticamente terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. Primaluna era uno dei comuni che costituivano il distretto Nel corso del 1415, alcune parentele e rappresentanti IV di Lecco del dipartimento del Lario. delle università delle singole terre componenti la Valsassi- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- na, tra cui Primaluna, furono chiamati a Milano per dare partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- giuramento di fedeltà al duca Filippo Maria Visconti (Or- bre 1802, il comune di Primaluna venne ricollocato nel II landi 1911). distretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei di- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- stretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Primaluna è classe con 280 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Nel 1722 Primaluna contava 36 fuochi (Baroncelli gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Primalu- 1995). na venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distret- Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- to IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.231 abitanti. sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che nominativo di Primaluna, con una popolazione di 1.255 Primaluna, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o abitanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- Cortabbio, Gerro e uniti, Pessina, Primaluna, Vimogno, era go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della inserito nel cantone II di Introbio del distretto IV di Lecco, Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- nel quale fu confermato con il successivo compartimento le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- 1812).

245 Rancio comune di Primaluna. 737 Nel 1791 Rancio venne inserita, con le altre comunità 1816 - 1859 delle pievi di Lecco e Mandello e della Valtaleggio, nel di- stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, mento 1791). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Prima Luna fu inserito nel distretto X di Taceno. comune di Rancio. 740 1798 - 1809 Primaluna, comune con consiglio, fu confermato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successi- Il comune di Rancio con Castiglione, in forza della ri- vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile tificazione 1 luglio 1844). anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capo- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Primaluna, luogo Lecco. comune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge una popolazione di 415 abitanti, fu inserito nel distretto XV 5 vendemmiale anno VII), il comune di Rancio con Casti- di Bellano. glione fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Rancio con Castiglione era uno dei comuni che costituiva- RANCIO no il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- comune di Rancio. 738 bre 1802, il comune di Rancio con Castiglione venne ri- sec. XIV - 1757 collocato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lecco Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come nità della pieve di Lecco. comune di III classe con 620 abitanti, nel 1803 (elenco dei Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- comuni 1803). cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Rancio risulta Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lecco gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Rancio (estimo di Carlo V). con Castiglione venne ad appartenere al cantone I di Lecco Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 656 della real giunta del censimento, nel 1751 Rancio e Castio- abitanti. ne era uno dei venti comuni, “fra loro separati per ragione A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- di quota”, che costituivano la comunità generale di Lecco, mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Rancio e uniti allora infeudata al conte Marcellino Airoldi e sotto un solo figurava, con 629 abitanti, comune aggregato al comune giudice (podestà) feudale residente a Lecco; i confini tra i denominativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto diversi comuni erano “confusi per non essere mai stati di- IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco con il succes- visi li terreni”, e rimaneva soltanto separato l’estimo, go- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario dendo per il resto promiscuamente le venti comunità le pro- (decreto 30 luglio 1812). prietà comunali. Tutti i venti comuni componenti la comunità generale di Lecco avevano il loro consiglio parti- comune di Rancio. 741 colare, che si riuniva in occasione della pubblicazione delle 1816 - 1859 imposte, con l’intervento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al console, aveva suoi deputati; l’ammini- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, strazione e la conservazione del comune, così come la vigi- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- lanza sulla giustizia dei riparti, restava incarico del sindaco, bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune che ne rendeva conto al termine del mandato. Ogni comune di Rancio con Castiglione fu inserito nel distretto XI di aveva il suo particolare esattore, che pagava i carichi ordi- Lecco. nari, di diaria e censo, e le spese locali spettanti al singolo Rancio con Castiglione, comune con convocato, fu comune (salario del sindaco, console, prebenda parrocchia- confermato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo le, manutenzione di chiese e straordinari, oltre alle spese compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- della comunità generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). cazione 1 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Rancio con comune di Rancio. 739 la frazione Castiglione, comune con convocato generale e 1757 - 1797 con una popolazione di 1.059 abitanti, fu inserito nel di- stretto X di Lecco. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Rancio con Castiglio- ne faceva parte della pieve di Lecco, compresa nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. RENGIONE Nel 1771 il totale degli abitanti di Rancio, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 553 unità (sta- tistica delle anime 1771). comune di Rengione. 742 In base al compartimento territoriale della Lombardia sec. XIV austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Rancio Negli statuti delle strade e delle acque del contado di con Castiglione apparteneva alla pieve di Lecco, compresa Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. cho de Rezeno” (compartizione delle fagie 1346).

246 Robbiate

Nella notificazione del personale del ducato di Milano Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- (compartimento 1751), Rengione era elencato come cassi- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Robbiate risulta naggio del comune di Molinata, nella pieve di Missaglia. elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- RESEMPIANO lente al 1572, era compresa anche Robbiate. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real comune di Resempiano. 743 giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- sec. XIV munità di Robbiate, compresa nella pieve di Brivio, era in- feudata al conte Giovanni Corio Visconti Figliodoni, al Negli statuti delle strade e delle acque del contado di quale nulla corrispondeva. Non vi risiedeva iusdicente nè Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- regio nè feudale; podestà feudale era allora Giuseppe Alba- cho o cassine de Arzento Plano” (compartizione delle fagie ni, abitante a Merate, a cui venivano pagate lire 12 annue; 1346). la comunità era soggetta al regio officio della Martesana, Nella notificazione del personale del ducato di Milano presso la cui banca criminale il console era solito prestare (compartimento 1751), Resempiano era elencato come cas- giuramento, pagando all’attuario soldi 17.9; per ogni de- sinaggio del comune di Sirtori, nella pieve di Missaglia. nuncia la comunità di Robbiate era obbligata a mandare il console a “fare l’opposizione” e a pagare lire 16.16 “al no- taro quando è cosa che meriti visita ed altre £ 7 al chirur- go”. RIMOLDO Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 571 abitanti, non aveva consiglio, ma i compadroni eleggevano due so- comune di Rimoldo. 744 printendenti, ai quali spettava sottoscrivere i riparti; la co- sec. XVI munità aveva un cancelliere, allora residente ad Osnago; le Negli statuti delle strade e delle acque del contado di scritture erano in casa del conte Giovanni Corio; vi era in- Milano figurava come “le cassine d’i Rimoldi”, unito al fine un esattore “obbligato a risiedere per tre giorni in co- luogo di Valle Averta (Valaperta), nella pieve di Missaglia mune”, prima che scadesse il termine prefissato per i paga- (compartizione delle fagie 1346). menti (risposte ai 45 quesiti, Robbiate). Prima del 1580, anno in cui i rispettivi sindaci fecero domanda per la fusione in un unico comune, Rimoldo co- comune di Robbiate. 746 stituiva una comunità a sè, come Valaperta, Cassina de’ 1757 - 1797 Bracchi, Rogorea, Campo Fiorenzo, Cassina Galgiana, Ca- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sate Vecchio, Casate Nuovo; la riunione di queste località (editto 10 giugno 1757), il comune di Robbiate apparteneva avvenne in realtà in un arco di tempo più lungo (Cappellini alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. 1954). Nel 1771 il totale degli abitanti di Robbiate, conteggia- Nella notificazione del personale del ducato di Milano ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 678 unità (compartimento 1751), Rimoldo era elencato come cassi- (statistica delle anime 1771). naggio del comune di Cassina de’ Bracchi, nella pieve di Missaglia. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Robbia- te, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Mi- lano. Nel 1791 Robbiate risultava inserita nella pieve di Bri- ROBBIATE vio che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- comune di Robbiate. 745 no (compartimento 1791). sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di comune di Robbiate. 747 Brivio. 1798 - 1815 Il toponimo “Robiate” è citato nell’anno 966 (CDL, n. Il comune di Robbiate, in forza della ripartizione del 693; Vismara 1979). dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Comune e vicinia di Robbiate sono citati nel 1224 (Atti compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con capoluo- del comune di Milano, IV). go Brivio. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el loco 5 vendemmiale anno VII), il comune di Robbiate fu inserito da Robià” (compartizione delle fagie 1346). nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Robbiate era uno dei comuni che costituivano il distretto III di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano di Monza del dipartimento dell’Olona. Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Robbiate gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Robbiate (Beretta 1972). venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del

247 Rogeno distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 701 vate le scritture pubbliche, non avendo la comunità archivio abitanti. (risposte ai 45 quesiti, Rogeno). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, nominativo di Robbiate, con una popolazione di 1.968 abi- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Rogeno furono ag- Robbiate, Imbersago, Paderno, era inserito nel cantone V di gregati Calvenzana, Maggiolino, Molino del Leone, Moli- Merate del distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato no del Maglio. con il successivo compartimento territoriale del diparti- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). comune di Rogeno. 750 1757 - 1797 comune di Robbiate. 748 1816 - 1859 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Rogeno con Calven- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, zana, Maggiolino, Molino del leone e Molino del Maglio in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- faceva parte della squadra di Nibionno, inclusa nel ducato bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Milano. di Robbiate fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. Nel 1771 il totale degli abitanti di Rogeno, conteggiati Robbiate, comune con convocato, fu confermato nel in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 514 unità (sta- distretto XXIV di Brivio in forza del successivo comparti- tistica delle anime 1771). mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). In base al compartimento territoriale della Lombardia Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Robbiate, austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Rogeno comune con convocato generale e con una popolazione di con Calvenzana, Maggiolino, Molino del Leone e Molino 1.211 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. del Maglio apparteneva alla squadra di Nibionno, compre- sa nella provincia di Como. arch. risposte ai 45 quesiti, Robbiate: “Robbiate, pieve di Nel 1791 Rogeno venne inserita, con le altre comunità Brivio. Risposta de quesiti della Real Giunta fatta da Ve- della squadra di Nibionno e della pieve di Incino, nel di- nancio Villa cancelliere della suddetta comunità”, 3 apri- le 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. stretto VII di Erba della provincia di Milano (compartimen- to 1791).

comune di Rogeno. 751 ROGENO 1798 - 1815 Il comune di Rogeno con Calvenzano, Maggiolino, comune di Rogeno. 749 Molino del Leone e Molino del Maglio, in forza della ripar- sec. XIV - 1757 tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capo- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra luogo Oggiono. di Nibionno. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Milano era compreso, nella squadra di Canzo, come “el lo- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Rogeno con Cal- cho da Rozeno” (compartizione delle fagie 1346). venzano, Maggiolino, Molino del Leone e Molino del Ma- glio fu inserito nel distretto XXVI di Erba. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza (anno 1456), il comune di Rogeno era compreso nella squa- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- dra di Nibionno. terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Rogeno con Calvenzano, Maggiolino, Molino del Leone, di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Molino del Maglio era uno dei comuni che costituivano il lente al 1572, era compresa anche Rozeno (Rogeno). distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- munità di Rogeno, compresa nella squadra di Nibionno - bre 1802, il comune di Rogeno venne ricollocato nel VII di- già unita, con l’esclusione, fino al 1656, di sei fuochi com- stretto ex milanese con capoluogo Erba (quadro dei distretti presi nella pieve di Incino, al feudo della squadra di Ni- 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe bionno - era infeudata al conte della riviera, al quale “i par- con 629 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). ticolari possessori” pagavano all’anno lire 3.18.6. Non vi Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Rogeno soggetta all’officio di Bosisio, presso la cui banca criminale con Calvenzano, Maggiolino, Molino del Leone e Molino il console era solito prestare giuramento, pagando soldi 25. del Maglio venne ad appartenere al cantone IV di Erba del Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita distretto I di Como: comune di III classe, contava 698 abi- amministrativa, la comunità, che aveva allora 202 abitanti, tanti. non aveva consiglio generale nè particolare, ma solo un A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cancelliere, al quale restava raccomandata l’amministra- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- zione del comune; il convocato degli uomini si radunava a nominativo di Rogeno, con una popolazione di 811 abitanti suono di campana con avviso del console, e vi si dava let- complessivi e comprendente i comuni aggregati di Casletto tura “delle cose per l’amministrazione del comune”; presso e Rogeno e uniti, era inserito nel cantone IV di Erba del di- l’esattore, con un salario di lire 10 annue, venivano conser- stretto I di Como, nel quale fu confermato con il successivo

248 Roncaglia compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- e da due sindaci, eletti dal consiglio generale (vicinanza), creto 30 luglio 1812). ai quali in console rendeva conto. Alla fine del XVI secolo il comune possedeva tre “boschi deserti” per un totale di comune di Rogeno. 752 trentasette pertiche, aperte all’utilizzo di tutti; a quell’epo- 1816 - 1859 ca contava 36 fuochi e 99 abitanti (Da Lezze 1596). Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- comune di Roncaglia. 755 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune 1802 - 1809 di Rogeno con Calvenzano, Maggiolino, Molino del Leone e Molino del Maglio fu inserito nel distretto XIV di Erba. Il comune di Roncaglia, non compreso nelle comparti- mentazioni territoriali della repubblica cisalpina, figurava, Rogeno con Calvenzano, Maggiolino, Molino del Le- nel 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi one e Molino del Maglio, comune con convocato, fu con- attualmente l’estimo particolare” (tabella dei comuni fermato nel distretto XIV di Erba in forza del successivo 1802). compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- cazione 1 luglio 1844). Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Rogeno con la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio le frazioni Calvenzano, Molino del Leone, Maggiolino e (che venivano organizzati in XI distretti), il comune di Molino del Maglio, comune con convocato generale e con Roncaglia e Favirano era collocato nel distretto X di Ponti- una popolazione di 431 abitanti, fu inserito nel distretto ta (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì XIV di Canzo. un piano dell’amministrazione dipartimentale, che preve- deva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI arch. risposte ai 45 quesiti, Rogeno: “Rogeno (Merone), distretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distret- squadra di Nibionno, con Molino del Leone, Molino del tuale al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si Maglio, Maggiolino e Calvenzana. Risposta a’ quesiti trovò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione della Real Giunta fatta da Giovanni Antonio Montano dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- cancelliere di detto comune”, 21 gennaio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- ROGOREDO gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto comune di Rogoredo. 753 dell’amministrazione dipartimentale, Favirano e Roncaglia sec. XVI era un comune del distretto della Sonna con capoluogo Ca- prino (progetto di distrettuazione 1803). Prima del 1580, anno in cui i rispettivi sindaci fecero domanda per la fusione in un unico comune, Rogoredo (o Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti Rogoreda) costituiva una comunità a sè, come Rimoldo, proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- Cassina de’ Bracchi, Valaperta, Campo Fiorenzo, Cassina polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- Galgiana, Casate Vecchio, Casate Nuovo; la riunione di vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione queste località avvenne in realtà in un arco di tempo più della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- lungo (Cappellini 1954). terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Rogoreda locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- (estimo di Carlo V). tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio Da un prospetto comprendente tutte le terre del ducato 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro di Milano risalente al 1572, si desume che Rogoreda era al- numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun lora compresa nel perticato di Casate Novo, pur avendo at- distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano tribuita una propria quota “de sale”. prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Ron- Nella notificazione del personale del ducato di Milano caglia con Favirano era comune, con 183 abitanti, nel di- (compartimento 1751), Rogorea era elencato come cassi- stretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804). naggio del comune di Casate Novo, nella pieve di Missa- glia. Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Ronca- glia con Favirano venne ad appartenere al cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo: comune di III classe, contava 183 abitanti. RONCAGLIA In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- comune di Roncaglia. 754 partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), sec. XV - 1797 integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- In età veneta il comune di Roncaglia fece parte della ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo Val San Martino, in particolare della cosiddetta “Val Beret- 1809), Roncaglia figurava, con una popolazione di 122 abi- ta”, un tempo comune ed a quel tempo definita come ”…un tanti, comune aggregato al comune denominativo di Monte monte… sotto il qual nome vi sono li sei comuni et contra- Marenzo nel cantone VII di Caprino del distretto I di Ber- de infrascritte…”. Roncaglia era allora retto da un console gamo.

249 Rongio

Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza comune di Rongio. 758 imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- 1757 - 1797 to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di Nel compartimento territoriale dello stato di Milano alcuni comuni": “a Monte Marenzo erano unite Roncaglia (editto 10 giugno 1757), il comune di Rongio con Molina, e Favirano, che per nessun titolo potevano appartenere a Tonzanico e Motteno faceva parte della pieve di Mandello, quel comune denominativo, ma bensì appartengono a Torre compresa nella riviera di Lecco, nel ducato di Milano. de’ Busi. Si sono dunque staccate da Monte Marenzo e riu- Nel 1771 il totale degli abitanti di Rongio, conteggiati nite a Torre de’ Busi” (progetto di rettificazione 1813). in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 657 unità (sta- tistica delle anime 1771). Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione In base al compartimento territoriale della Lombardia non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Rongio 1814). con Molina, Tonzanico e Motteno apparteneva alla pieve di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, nella provincia comune di Roncaglia. 756 di Como. 1816 - 1818 Nel 1791 Rongio venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel di- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno mento 1791). lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- mune di Roncaglia con Favirano fu inserito nel distretto VII comune di Rongio. 759 di Caprino. Il 18 luglio 1818 il dispaccio governativo n. 1798 - 1809 17177/2820 autorizzò la variazione portata con il decreto 18 agosto 1816 n. 32375/3912, con il quale il comune di Il comune di Rongio con Molina, Tonzanico e Motte- Roncaglia con Favirano era stato unito inizialmente al co- no, in forza della ripartizione del dipartimento della Mon- mune di Monte Marenzo, poi definitivamente a quello di tagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I Torre de’ Busi (variazioni al compartimento provinciale di del Caldone con capoluogo Lecco. Bergamo 1816-1835). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Rongio con Moli- na, Tonzanico e Motteno fu inserito nel distretto III del La- go, ossia di Lecco. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- RONGIO terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Rongio con Molina, Tonzanico e Motteno era uno dei co- comune di Rongio. 757 muni che costituivano il distretto IV di Lecco del diparti- mento del Lario. sec. XIV - 1757 Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nità della pieve di Mandello. bre 1802, il comune di Rongio con Molina, Motteno e Ton- zanico venne ricollocato nel III distretto ex milanese con A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi capoluogo Lecco (quadro dei distretti 1802), nel quale fu anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello confermato, come comune di III classe con 750 abitanti, ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- nel 1803 (elenco dei comuni 1803). la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Rongio dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, con Molina, Tonzanico e Motteno venne ad appartenere al Mandello; Zucchi 1959). cantone I di Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III Dal XV al XVIII secolo, Rongio fu sempre sottoposta classe, contava 186 abitanti. al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Rongio e uniti Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti figurava, con 720 abitanti, comune aggregato al comune della real giunta del censimento, nel 1751 Rongio formava denominativo di Mandello, nel cantone I di Lecco del di- un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Mandello rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- con il successivo compartimento territoriale del diparti- feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- comune di Rongio. 760 tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi 1816 - 1859 spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Mandello). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, di Rongio con Molina, Tonzanico e Motteno fu inserito nel preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- distretto XI di Lecco. Con il dispaccio governativo 14 mar- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Rongio furono ag- zo 1822 n. 4641/668 fu autorizzata la sostituzione, nel co- gregati Molina, Tonzanico, Motteno. mune di Rongio, del consiglio comunale al convocato ge-

250 Rovagnate nerale (variazioni al compartimento provinciale di Como stretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di 1816-1835). distrettuazione 1803). Rongio con Molina, Tonzanico e Motteno, comune con Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti consiglio, fu confermato nel distretto XI di Lecco in forza proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- del successivo compartimento territoriale delle province polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- lombarde (notificazione 1 luglio 1844). vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Rongio con della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- le frazioni Molina, Tonzanico e Motteno, comune con con- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione vocato generale e con una popolazione di 1.160 abitanti, fu locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario inserito nel distretto X di Lecco. d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun ROSSINO distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Ros- comune di Rossino. 761 sino era comune, con 382 abitanti, nel distretto XIV della sec. XIV - 1797 Sonna (decreto 27 giugno 1804). Nel 1331 (statuti, Bergamo), faceva capo alla “facta” di Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- Porta Sant’Alessandro; Rossino è citato tra le “terre, luo- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Rossino ghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino ne- venne ad appartenere al cantone VII di Caprino del distretto gli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta I di Bergamo: comune di III classe, contava 382 abitanti. il comune di Rossino fece sempre parte della Val San Mar- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, tino, retto da un console e da due sindaci, eletti dal consi- venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- glio generale. partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), Alla fine del XVI secolo contava 41 fuochi e 265 abi- integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- tanti (Da Lezze 1596); alla fine del XVIII secolo ne contava ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo 390 (Maironi, catalogo). 1809), Rossino figurava, con una popolazione di 389 abi- tanti, comune aggregato al comune denominativo di Erve comune di Rossino. 762 nel cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. 1798 - 1809 Il comune di Rossino, in forza della ripartizione del di- comune di Rossino. 763 partimento del Serio (legge 11 ventoso anno VI), fu collo- 1816 - 1859 cato nel distretto della Sonna con capoluogo Caprino. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- Con l’ulteriore divisione del dipartimento del Serio mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Rossino fu lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- compreso nel distretto IV della Sonna, sempre con capo- mune di Rossino fu inserito nel distretto VII di Caprino. luogo Caprino. Rossino, comune con consiglio, fu confermato nel di- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- stretto VII di Caprino in forza del successivo compartimen- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), to territoriale delle province lombarde (notificazione 1 lu- Rossino era uno dei comuni che costituivano il distretto I di glio 1844). Bergamo del dipartimento del Serio. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Rossino, co- Rossino figurava, nel 1802, tra i comuni dell’ex pro- mune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con vincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo particola- una popolazione di 544 abitanti, fu inserito nel distretto IX re” (tabella dei comuni 1802). di Caprino. Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio (che venivano organizzati in XI distretti), Rossino era parte di un comune unitario con Carenno ed Erve collocato nel distretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a ROVAGNATE tale progetto seguì un piano dell’amministrazione diparti- mentale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in comune di Rovagnate. 764 XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol sec. XV - 1757 cancelliere distrettuale al servizio di tante comuni”. Il pre- fetto di Bergamo si trovò d’accordo con le osservazioni Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di dell’amministrazione dipartimentale, ma insistette che do- Missaglia. vessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di par- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di rocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, Milano era compreso, nella pieve di Missaglia e luogo di e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ co- Perego, come “la vicinanza da Rovagnà” (compartizione muni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facil- delle fagie 1346). mente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni sono per lo più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abi- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto tudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione di- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano partimentale, Rossino costituiva da solo un comune nel di- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu-

251 Sabbioncello nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Rovagnate comune di Rovagnate. 766 (Beretta 1972). 1798 - 1809 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Il comune di Rovagnate con Crescenzaga, Albareda cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Rovagnate risul- minore e Sala, in forza della ripartizione del dipartimento ta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel di Carlo V). distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missaglia. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Rovagnate e uniti lente al 1572, era compresa anche Rovagnate. fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Rovagnate e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- munità di Rovagnate con Albareda (unita solo nelle spese stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. locali e fazioni militari), compresa nella pieve di Missaglia Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- - già infeudata dal 1653, con Crescenzaga e Albareda, a partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Pietro Maria Delfinoni (Casanova 1904) - era infeudata al bre 1802, il comune di Rovagnate venne ricollocato nel IX conte Pietro Miro Arrigone, milanese, al quale nulla contri- distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- buiva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; lo dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- iusdicente feudale era Giuseppe Maria Valsecchi, abitante mune di III classe con 529 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- a Valmadrera; di consueto la giustizia restava amministrata muni 1803). dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- all’attuario soldi 18.3. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Rova- gnate con Crescenzaga, Albareda Minore e Sala venne ad Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita appartenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del distretto amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 209 abi- IV di Lecco: comune di III classe, contava 1.499 abitanti. tanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma un A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- solo sindaco eletto in piazza a suono di campana, il quale mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Rovagnate e veniva assistito dai primi tre estimati nella rappresentanza uniti figurava, con 561 abitanti, comune aggregato al comu- del comune e amministrazione e conservazione dei pubbli- ne denominativo di Santa Maria Hoè, nel cantone V di Me- ci riparti, che erano formati dai primi tre estimati; aveva un rate del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di cancelliere con il salario di lire 24 annue più straordinari, Santa Maria Hoè con il successivo compartimento territo- abitante a Monticello, a cui restava destinata la cura dei ri- riale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). parti e confessi ritirati dall’esattore, non avendo la comuni- tà stanza o archivio per le pubbliche scritture, nè “altri li- bri”; l’esattore veniva eletto all’incanto in pubblica piazza comune di Rovagnate. 767 a novembre, previa esposizione di cedole, per entrare in ca- 1816 - 1859 rica nel gennaio successivo (risposte ai 45 quesiti, Rova- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, gnate). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, di Rovagnate con Crescenzaga, Albareda minore e Sala fu preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- inserito nel distretto XXIV di Brivio. neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Rovagnate furono Rovagnate con Albareda minore e Sala, comune con aggregati Crescenzaga e Cassina Sala. convocato, fu confermato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo compartimento territoriale delle pro- vince lombarde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Rovagnate. 765 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Rovagnate 1757 - 1797 con le frazioni Crescenzaga, Albareda minore e Sala, co- mune con convocato generale e con una popolazione di 814 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. (editto 10 giugno 1757), il comune di Rovagnate con Cre- scenzaga, Albareda Minore e Sala apparteneva alla pieve di arch. risposte ai 45 quesiti, Rovagnate: “Rovagnate con Al- Missaglia, compresa nel ducato di Milano. bareda e Carsenzaga, pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Pomponio Sottocornola Nel 1771 il totale degli abitanti di Rovagnate, conteg- cancelliere della suddetta comunità”, 5 marzo 1751, giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.364 ASMi, Catasto, cart. 3.040. unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Rova- gnate con Crescenzaga, Albareda Minore e Sala, nella pie- SABBIONCELLO ve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. comune di Sabbioncello. 768 Nel 1791 Rovagnate risultava inserita nella porzione sec. XIII - 1757 della pieve di Missaglia che costituiva, unitamente alla pie- ve di Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia di Mi- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di lano (compartimento 1791). Brivio.

252 Sabbione

"Commune, consules, vicini” e “loca conscili” di Sab- comune di Sabbioncello. 770 bioncello sono citati dal 1300 (Atti del comune di Milano, 1798 - 1809 III). Il comune di Sabbioncello con Pagnano, Cicognola e Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Carzaniga, in forza della ripartizione del dipartimento della Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel di- conselio de Sabionzello” (compartizione delle fagie 1346). stretto VI dell’Adda superiore con capoluogo Brivio. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Sabbioncello e uni- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Sabbioncello ri- ti fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. sulta inserito nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Sabbioncello e uniti era uno dei comuni che costituivano il lente al 1572, era compresa anche Sabbioncello. distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Nella notificazione del personale del ducato di Milano partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- (compartimento 1751) Sabbioncello faceva comune a sè, bre 1802, il comune di Sabbioncello venne ricollocato nel “non comprendendo alcun altro membro”; secondo le ri- IX distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè sposte fornite ai 45 quesiti della real giunta del censimento (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come formava un solo comune con parte di Cicognola e Carsani- comune di III classe con 699 abitanti, nel 1803 (elenco dei ga ed “in ordine all’esigenza del perticato rurale anche con comuni 1803). Pagnano” (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Ancora dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti del- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sabbion- la real giunta del censimento, si desume che a quel tempo cello con Pagnano, Cicognola e Carzaniga venne ad appar- la comunità di Sabbioncello, compresa nella pieve di Bri- tenere al cantone VI di Santa Maria Hoè del distretto IV di vio, non era infeudata e aveva pagato per il quindicennio Lecco: comune di III classe, contava 891 abitanti. scaduto lire 30.10 di “mezz’annata”; non vi risiedeva iusdi- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- cente nè regio nè feudale; la comunità era soggetta al regio mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Sabbioncello officio della Martesana, presso la cui banca criminale il e uniti figurava, con 641 abitanti, comune aggregato al co- console era solito prestare giuramento. mune denominativo di Merate, nel cantone V di Merate del distretto IV di Lecco; con il successivo compartimento ter- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ritoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 220 abi- 1812), era frazione concentrata nel comune denominativo tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva di Cernusco Lombardone, nel cantone VI di Missaglia del come rappresentanti un sindaco e un console, eletti in pub- distretto IV di Lecco. blica piazza all’incanto, che potevano essere confermati nella loro carica a beneplacito della comunità; sulla comu- nità e sulla giustizia dei pubblici riparti (compilati dal sin- comune di Sabbioncello. 771 daco) vigilava però il primo estimato o suo delegato; la co- 1816 - 1859 munità non aveva cancelliere; le pubbliche scritture erano Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, conservate in casa del primo estimato “con facoltà a qua- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- lunque interessato di potersene servire all’occorrenza”; bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune l’esattore veniva eletto in pubblica piazza all’incanto, pre- di Sabbioncello con Pagnano, Cicognola e Carsaniga fu in- via esposizione di cedole (risposte ai 45 quesiti, Sabbion- serito nel distretto XXIV di Brivio. cello). Sabbioncello con Pagnano, Cicognola e Carsaniga, co- mune con convocato, fu confermato nel distretto XXIV di comune di Sabbioncello. 769 Brivio in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). 1757 - 1797 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Sabbioncello con le frazioni Pagnano, Cicognola e Carsaniga, comune Nel compartimento territoriale dello stato di Milano con convocato generale e con una popolazione di 992 abi- (editto 10 giugno 1757), il comune di Sabbioncello con Pa- tanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. gnano, Cicognola e Carsaniga apparteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Sabbioncello: “Sabioncello, pie- ve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta Nel 1771 il totale degli abitanti di Sabbioncello, con- da Giacinto Carozzi, delegato per la suddetta comunità”, teggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 944 6 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Sabbion- cello con Pagnano, Cicognola e Carsaniga, nella pieve di SABBIONE Brivio, era inserito nella provincia di Milano. comune di Sabbione. 772 Nel 1791 Sabbioncello risultava inserita nella pieve di Brivio che costituiva, unitamente a una porzione della pie- sec. XVI ve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Sabbione Milano (compartimento 1791). risulta inserita nella pieve di Brivio (estimo di Carlo V).

253 Sala (pieve di Garlate)

SALA (PIEVE DI GARLATE) Nel 1771 il totale degli abitanti di Sala, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 383 unità (stati- comune di Sala. 773 stica delle anime 1771). sec. XIII - 1757 In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Sala ap- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di parteneva alla pieve di Garlate, compresa nella provincia di Garlate. Como. Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di Nel 1791 Sala venne inserita, con le altre comunità del- Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, le pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, nel anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (compar- e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- timento 1791). mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Sala (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o comune di Sala. 775 meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- Marcora 1957). 1798 - 1809 Nel “liber guasonorum de Salla” ("guasone"= lotto di Il comune di Sala, in forza della ripartizione del dipar- terreno, o podere) sono registrati nel 1250 tutti i terreni timento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu com- concessi in affitto dal monastero di Civate alla comunità di preso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. Sala (Longoni 1985; Longoni 1984). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Sala fu inserito nel Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- distretto III del Lago, ossia di Lecco. cho da Salla” (compartizione delle fagie 1346). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza, terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), redatta nel 1456, è citato tra gli altri il comune di Sala (Be- Sala era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di retta 1952). Lecco del dipartimento del Lario. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Sala risulta in- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- serito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). bre 1802, il comune di Sala venne ricollocato nel VI distret- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato to ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei distretti di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe lente al 1572, era compresa anche Sala. con 319 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sala ven- munità di Sala, compresa nella pieve di Garlate - già infeu- ne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto IV data con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nel di Lecco: comune di III classe, contava 359 abitanti. 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - non A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- era infeudata, essendosi redenta l’8 ottobre 1671 come da mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Sala figurava, istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolina notaio di con 309 abitanti, comune aggregato al comune denomina- Milano, e pagava ogni quindici anni di “mezz’annata” lire tivo di Galbiate, nel cantone IV di Oggiono del distretto IV 42.11.6; non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; ri- di Lecco; fu confermato frazione di Galbiate con il succes- conosceva immediatamente i giudici di Milano e il console sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario era solito prestare giuramento presso la banca del podestà (decreto 30 luglio 1812). di Milano. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Sala. 776 amministrativa, la comunità, che aveva allora 304 abitanti, 1816 - 1859 veniva regolata da un sindaco e da un deputato, che si eleg- gevano di triennio in triennio in pubblica piazza, “giusta gli Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, ordini, premesso l’avviso, ed il suono della campana colla in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- pluralità de’ voti”; incombenza del sindaco e deputato era bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune vigilare sulla giustizia dei pubblici riparti, sulle ragioni del- di Sala fu inserito nel distretto XII di Oggiono. la comunità, “facendosi premura li compadroni e compos- Sala, comune con convocato, fu confermato nel distret- sessori di coadiuvarli nella difesa dei suoi diritti”; non vi to XII di Oggiono in forza del successivo compartimento era cancelliere, se non colui al quale era affidata la forma- territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio zione dei riparti, con contributo di lire 10.10 annue; le scrit- 1844). ture della comunità, che non aveva archivio, erano custodi- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Sala, comu- te dal sindaco; l’incarico di esattore veniva appaltato ogni ne con convocato generale e con una popolazione di 439 triennio (risposte ai 45 quesiti, Sala). abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. comune di Sala. 774 arch. risposte ai 45 quesiti, Sala: “Sala, pieve di Garlate. Ri- 1757 - 1797 sposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giuseppe Gerosa sindico della suddetta comunità”, 1 aprile 1751, Nel compartimento territoriale dello stato di Milano ASMi, Catasto, cart. 3.032. (editto 10 giugno 1757), il comune di Sala faceva parte del- bibl. Longoni 1984: Virginio Longoni, Il comune rustico di la pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. Sala al Barro, “Archivi di Lecco”, 1984.

254 San Giovanni alla Castagna

SALA (VAL SAN MARTINO) integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo comune di Sala. 777 1809), Sala figurava, con una popolazione di 272 abitanti, sec. XIV - 1797 comune aggregato al comune denominativo di Calolzio nel cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. Sala, unito a Corte e Labretta (Val Beretta) appariva come comune autonomo nel 1331 (statuti, Bergamo); Sala è citato tra le “terre, luoghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino negli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta il comune di Sala fece sempre parte SAN GIOVANNI ALLA CASTAGNA della Val San Martino, retto da un console e da due sindaci, tutti eletti dal consiglio generale. comune di San Giovanni alla Castagna. 779 Alla fine del XVI secolo contava 125 abitanti (Da Lez- sec. XIV - 1757 ze 1596). Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- nità della pieve di Lecco. comune di Sala. 778 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- 1802 - 1809 cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, San Giovanni ri- Il comune di Sala, non compreso nelle compartimenta- sulta inserita nella comunità di Lecco e nella riviera di Lec- zioni territoriali della repubblica cisalpina, figurava, nel co (estimo di Carlo V). 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi at- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti tualmente l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). della real giunta del censimento, nel 1751 San Giovanni Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per alla Castagna (o vicinanza del Consiglio) era uno dei venti la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio comuni, “fra loro separati per ragione di quota”, che costi- (che venivano organizzati in XI distretti), Sala era aggrega- tuivano la comunità generale di Lecco, allora infeudata al to, con Corte e Foppenico, al comune di Calolzio, nel di- conte Marcellino Airoldi e sotto un solo giudice (podestà) stretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale feudale residente a Lecco; i confini tra i diversi comuni era- progetto seguì un piano dell’amministrazione dipartimen- no “confusi per non essere mai stati divisi li terreni”, e ri- tale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in maneva soltanto separato l’estimo, godendo per il resto XVIII e non in XI distretti “non potendosi prestare un sol promiscuamente le venti comunità le proprietà comunali. cancelliere distrettuale al servizio di tante comuni”. Il pre- Tutti i venti comuni componenti la comunità generale di fetto di Bergamo si trovò d’accordo con le osservazioni Lecco avevano il loro consiglio particolare, che si riuniva in dell’amministrazione dipartimentale, ma insistette che do- occasione della pubblicazione delle imposte, con l’inter- vessero “rettificarsi alcuni nomi, che essendo nomi di par- vento di tutto il popolo; ogni comune, oltre al sindaco e al rocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, console, aveva suoi deputati; l’amministrazione e la con- e che si dovessero tuttavia tenere “separati tra loro que’ co- servazione del comune, così come la vigilanza sulla giusti- muni che hanno distinto l’estimo e le attività, troppo facil- zia dei riparti, restava incarico del sindaco, che ne rendeva mente aggregati in un solo dall’amministrazione, e che conto al termine del mandato. Ogni comune aveva il suo sono per lo più rivali gli uni degli altri, specialmente ne’ particolare esattore, che pagava i carichi ordinari, di diaria monti, dove gli abitanti tengono tenacemente alle loro abi- e censo, e le spese locali spettanti al singolo comune (sala- tudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione di- rio del sindaco, console, prebenda parrocchiale, manuten- partimentale, Sala era aggregato, con Corte e Foppenico a zione di chiese e straordinari, oltre alle spese della comuni- Calolzio, comune del distretto della Sonna con capoluogo tà generale) (risposte ai 45 quesiti, Lecco). Caprino (progetto di distrettuazione 1803). Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti comune di San Giovanni alla Castagna. 780 proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- 1757 - 1797 polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione (editto 10 giugno 1757), il comune di San Giovanni alla della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- Castagna faceva parte della pieve di Lecco, compresa nella terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione riviera di Lecco, nel ducato di Milano. locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario Nel 1771 il totale degli abitanti di San Giovanni alla d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- Castagna, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchia- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio le, era di 471 unità (statistica delle anime 1771). 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun In base al compartimento territoriale della Lombardia distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di San Gio- prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere vanni alla Castagna apparteneva alla pieve di Lecco, com- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Sala presa nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. era comune, con 235 abitanti, nel distretto XIV della Sonna Nel 1791 San Giovanni alla Castagna venne inserita, (decreto 27 giugno 1804). con le altre comunità delle pievi di Lecco e Mandello e del- Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- la Valtaleggio, nel distretto III di Lecco della provincia di gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sala ven- Milano (compartimento 1791). ne ad appartenere al cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo: comune di III classe, contava 235 abitanti. comune di San Giovanni alla Castagna. 781 In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, 1798 - 1809 venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- Il comune di San Giovanni alla Castagna, in forza della partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiori-

255 Sanico le anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con ca- SANTA CROCE poluogo Lecco. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge comune di Santa Croce. 784 5 vendemmiale anno VII), il comune di San Giovanni alla sec. XIV - sec. XVI Castagna fu inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lec- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di co. Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- loco o cassine de Santa Croce” (compartizione delle fagie terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), 1346). San Giovanni alla Castagna era uno dei comuni che costi- Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Santa Cro- tuivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. ce risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- (estimo di Carlo V). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato bre 1802, il comune di San Giovanni alla Castagna venne di Milano risalente al 1572, Santa Croce figurava con un ricollocato nel III distretto ex milanese con capoluogo Lec- proprio perticato nel territorio della pieve, ma era “tassata co (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, con Contra ed altri luoghi della pieve di Missaglia”. come comune di III classe con 740 abitanti, nel 1803 (elen- Nella notificazione del personale del ducato di Milano co dei comuni 1803). (compartimento 1751), Val Santa Croce era elencato come Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- cassinaggio del comune di Contra, nella pieve di Missaglia. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di San Gio- vanni alla Castagna venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- tava 765 abitanti. SANTA MARIA A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), San Giovanni comune di Santa Maria. 785 alla Castagna figurava, con 730 abitanti, comune aggregato sec. XVI al comune denominativo di Lecco, nel cantone I di Lecco del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Lecco In un prospetto redatto per l’aggiornamento degli esti- con il successivo compartimento territoriale del diparti- mi risalente al 1537, la comunità di Santa Maria (o Cassina mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Santa Maria), contigua alle comunità di Hoè, Tremonte e Bosco, contava cinque famiglie (Cappellini 1964). comune di San Giovanni alla Castagna. 782 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Santa Ma- 1816 - 1859 ria Hoè risulta elencata tra le comunità della pieve di Mis- saglia (estimo di Carlo V). Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- di Milano risalente al 1572, Santa Maria Hoè figurava con bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune un proprio perticato nel territorio della pieve, pagando però di San Giovanni alla Castagna fu inserito nel distretto XI di con Tremonte la quota “de sale”. Lecco. Nella notificazione del personale del ducato di Milano San Giovanni alla Castagna, comune con convocato, fu (compartimento 1751), Santa Maria era elencato come cas- confermato nel distretto XI di Lecco in forza del successivo sinaggio del comune di Hoè, nella pieve di Missaglia. compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- cazione 1 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), San Giovan- ni alla Castagna, comune con convocato generale e con una SANTA MARIA HOÈ popolazione di 1.283 abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. cantone VI di Santa Maria Hoè. 786 1805 - 1809 Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il cantone VI di Santa SANICO Maria Hoè del distretto IV di Lecco comprendeva ventitre comuni di III classe (con 16.457 abitanti totali), e cioè comune di Sanico. 783 Ajruno, Aizuro, Bagaggera, Brivio, Calco, Imbersago, sec. XVIII - 1757 Mondonico, Olgiate, Sabbioncello, Sartirana, Brianzola, Cagliano, Cologna, Nava, Novate, Rovagnate, Santa Maria I luoghi o terre compresi nella squadra di Muggiasca, Hoè (capoluogo), Tegnone, Merate, Paderno, Robbiate, tra cui Sanico, già anticamente formanti un’unica comunità Verderio inferiore, Verderio superiore. della Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta una comune di Santa Maria Hoè. 787 relazione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono in- 1757 - 1797 fine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notifi- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano cazione del personale (compartimento 1751) e nella com- (editto 10 giugno 1757), il comune di Santa Maria Hoè con partimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 Tremonte, Bosco, Cornera e Alduno apparteneva alla pieve giugno 1757). di Missaglia, compresa nel ducato di Milano.

256 Sartirana

In base al compartimento territoriale della Lombardia distretto IX di Santa Maria Hoè. 790 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Santa 1802 - 1805 Maria Hoè con Tremonte, Bosco, Cornera e Alduno, nella Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Nel 1791 Santa Maria Hoè risultava inserita nella por- bre 1802, il distretto IX ex milanese con capoluogo Santa zione della pieve di Missaglia che costituiva, unitamente Maria Hoè comprendeva i comuni di Airuno, Aizuro, Ba- alla pieve di Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia gaggera, Brivio, Calco, Imbersago, Mondonico, Olgiate, di Milano (compartimento 1791). Sabbioncello, Sartirana, Brianzola, Cagliano, Cologna, Nava, Rovagnate, Santa Maria Hoè (capoluogo), Tegnone comune di Santa Maria Hoè. 788 (quadro dei distretti 1802); in esecuzione del circolare di- spaccio 24 dicembre 1803 costituivano il distretto di Santa 1798 - 1815 Maria Hoè i comuni di III classe di Airuno, Aizuro, Bagag- Il comune di Santa Maria Hoè con Tremonte, Bosco, gera, Brivio, Calco, Imbersago, Mondonico, Olgiate, Sab- Cornera e Alduno, in forza della ripartizione del diparti- bioncello, Sartirana, Brianzola, Cagliano, Cologna, Nava, mento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compre- Rovagnate, Santa Maria Hoè (capoluogo), Tegnone (elenco so nel distretto VII del Piè de’ Monti con capoluogo Missa- dei comuni 1803). glia. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Santa Maria Hoè e uniti fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. SARIZZA Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), comune di Sarizza. 791 Santa Maria Hoè e uniti era uno dei comuni che costituiva- sec. XV no il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Brivio. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni bre 1802, il comune di Santa Maria Hoè venne ricollocato ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- nel IX distretto ex milanese come comune capoluogo (qua- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto dro dei distretti 1802), e come tale fu confermato, comune di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano di III classe con 545 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- 1803). nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Sarizza Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- (Beretta 1972). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Santa Nelle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo Maria Hoè con Tremonte, Bosco, Cornera e Alduno diven- estimo (anno 1755), Sarizza era definita una “picciola Cas- ne capoluogo del cantone VI nel distretto IV di Lecco: co- sina” situata nel territorio del comune di Nava, ad esso sot- mune di III classe, contava 545 abitanti. toposta “sì in spirituale, che in temporale” (processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- nominativo di Santa Maria Hoè, con una popolazione di 1.607 abitanti complessivi e comprendente i comuni aggre- gati di Santa Maria Hoè e uniti, Bagaggiera e uniti, Colo- SARTIRANA gna e uniti, Rovagnate e uniti, era inserito nel cantone V di Merate del distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato comune di Sartirana. 792 con il successivo compartimento territoriale del diparti- sec. XIV - 1757 mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Brivio. comune di Santa Maria Hoè. 789 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 1816 - 1859 Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho da Sartirana” (compartizione delle fagie 1346). Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto di Santa Maria Hoè con Tremonte, Bosco, Cornera e Aldu- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano no fu inserito nel distretto XXIV di Brivio. Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Santa Maria Hoè con Tremonte, Bosco, Cornera e Al- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Sartirana duno, comune con convocato, fu confermato nel distretto (Beretta 1972). XXIV di Brivio in forza del successivo compartimento ter- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ritoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Sartirana risulta 1844). elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Santa Maria Carlo V). Hoè con le frazioni Tremonte, Bosco, Cornera e Alduno, In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comune con convocato generale e con una popolazione di di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 696 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. lente al 1572, era compresa anche Sartirana.

257 Scrignola

Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sartirana munità di Sartirana, compresa nella pieve di Brivio, non era con Cassina Framartino venne ad appartenere al cantone VI infeudata e non pagava “mezz’annata”. Non vi risiedeva iu- di Santa Maria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III sdicente nè regio nè feudale; la comunità era soggetta al re- classe, contava 566 abitanti. gio officio della Martesana, presso la cui banca criminale il A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- console era solito prestare giuramento. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Sartirana e Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita uniti figurava, con 482 abitanti, comune aggregato al comu- amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 200 abi- ne denominativo di Merate, nel cantone V di Merate del di- tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, ma aveva stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Merate con come rappresentanti un sindaco e un console, eletti in pub- il successivo compartimento territoriale del dipartimento blica piazza all’incanto, che potevano essere confermati del Lario (decreto 30 luglio 1812). nella loro carica per più anni a beneplacito della comunità, sempre però sotto la soprintendenza dei primi due estimati comune di Sartirana. 795 che vigilavano sulla giustizia dei pubblici riparti, compilati 1816 - 1859 dal sindaco; la comunità non aveva archivio e le pubbliche scritture erano conservate dal sindaco; l’esattore veniva Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, eletto in pubblica piazza all’incanto previa esposizione di in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- cedole (risposte ai 45 quesiti, Sartirana). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- di Sartirana con Cassina Fra Martino fu inserito nel distret- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, to XXIV di Brivio. preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- Sartirana con Cassina Fra Martino, comune con convo- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Sartirana fu aggre- cato, fu confermato nel distretto XXIV di Brivio in forza gato Cassina Fra Martino. del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Sartirana. 793 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Sartirana con 1757 - 1797 la frazione Cassina Fra Martino, comune con convocato ge- nerale e con una popolazione di 751 abitanti, fu inserito nel Nel compartimento territoriale dello stato di Milano distretto XII di Brivio. (editto 10 giugno 1757), il comune di Sartirana con Cassina Fra Martino apparteneva alla pieve di Brivio, compresa nel arch. risposte ai 45 quesiti, Sartirana: “Sartirana, pieve di ducato di Milano. Brivio, con cassina Fra Martino. Risposta alli quesiti del- la Real Giunta fatta da Giacinto Carozzi delegato per det- Nel 1771 il totale degli abitanti di Sartirana, conteggia- ta comunità”, 29 gennaio 1751, ASMi, Catasto, cart. ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 458 unità 3.040. (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Sartirana con Cassina Fra Martino, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia di Milano. SCRIGNOLA Nel 1791 Sartirana risultava inserita nella pieve di Bri- vio che costituiva, unitamente a una porzione della pieve di comune di Scrignola. 796 Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia di Mila- sec. XVI no (compartimento 1791). Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Scrignola (o Serigola) risulta inserita nella pieve di Garlate (estimo di comune di Sartirana. 794 Carlo V). 1798 - 1809 Nella notificazione del personale del ducato di Milano Il comune di Sartirana con Cassina Fra Martino, in for- (compartimento 1751), Scrignola figurava unita al comune za della ripartizione del dipartimento della Montagna (leg- di Consonno. ge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto VI dell’Ad- da superiore con capoluogo Brivio. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Sartirana e uniti fu SIBRONE inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- comune di Sibrone. 797 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), sec. XIV - 1757 Sartirana e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Nel XIII secolo, Cibrone (Sibrone) era compresa nella corte di Bulciago (Longoni 1985B). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di bre 1802, il comune di Sartirana venne ricollocato nel IX Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho distretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè (qua- da Siborono” (compartizione delle fagie 1346). dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- Sibrone, come membro del Monte di Brianza, e com- mune di III classe con 566 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- presa nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed esenzio- muni 1803). ni fiscali dai Visconti e dagli Sforza.

258 Sirone

In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato All’inizio del XVIII secolo, Sirone era l’unica comuni- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- tà della pieve di Oggiono che avesse un suo procuratore lente al 1572, era compresa anche Sibrone. (Baroncelli 1985). Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- munità di Sibrone, compresa nella squadra di Nibionno, era munità di Sirone, compresa nella pieve di Oggiono - già in- infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire 17 an- feudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nue di convenzione. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - feudale; podestà feudale era Carlo Maderna, abitante a Mi- non era infeudata, essendosi redenta il 18 settembre 1671 lano; la comunità era soggetta all’officio di Bosisio, presso (come da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolino la cui banca criminale il console era solito prestare giura- notaio di Milano). Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè mento, pagando soldi 18. feudale; era sottoposta alla regia iusdicenza del capitano di Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita giustizia di Milano. amministrativa, la comunità, che aveva allora 178 abitanti, Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita era retta dal cancelliere e primi estimi, che sottoscrivevano amministrativa, la comunità, che aveva allora 389 abitanti i riparti; presso il cancelliere, che faceva i riparti e che ave- “collettabili” e 140 “non collettabili”, non aveva consiglio, va un emolumento di lire 8 più l’esenzione personale, resta- ma all’occorrenza ricorreva “al signor maggiore estimato”; vano le pubbliche scritture, non avendo la comunità archi- presso il cancelliere, che formava i riparti, restavano le vio; l’incarico di esattore veniva messo all’incanto scritture pubbliche “sotto chiave”; la comunità aveva come (risposte ai 45 quesiti, Sibrone). procuratore in Milano il marchese senatore de Regibus (co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano me risultava da istromento rogato il 14 marzo 1721 da Er- (editto 10 giugno 1757), Sibrone figura aggregato al comu- mes Delfinone); vi era infine un esattore, che riscuoteva i ri- ne di Nibionno, nella squadra di Nibionno, compresa nel parti preparati dall’esattore (risposte ai 45 quesiti, Sirone). ducato di Milano. comune di Sirone. 799 arch. risposte ai 45 quesiti, Sibrone: “Sibrone, squadra di Ni- bionno, pieve di Incino, unito a Tabiago. Risposta a que- 1757 - 1797 siti della Real Giunta fatta da Carlo Giuseppe Ripamonti Nel compartimento territoriale dello stato di Milano cancelliere di detto comune”, 3 marzo 1751, ASMi, Ca- (editto 10 giugno 1757), il comune di Sirone faceva parte tasto, cart. 3.034. della pieve di Oggiono, inclusa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Sirone, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 558 unità (sta- tistica delle anime 1771). SIRONE In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Sirone comune di Sirone. 798 apparteneva alla pieve di Oggiono, compresa nella provin- sec. XIV - 1757 cia di Como. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel 1791 Sirone venne inserita, con le altre comunità Oggiono. delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Nel 1162 venne fatta in Cremella un’investitura “de partimento 1791). omni districtu et onore tocius terre quam habet Sanctus Johannes de Modecia” (la chiesa di San Giovanni Battista di Monza), con il potere di “distringere”, cioè di far rispet- comune di Sirone. 800 tare norme e sentenze e anche di far rendere giustizia, sia 1798 - 1809 pure in limiti che non ledessero la giurisdizione sovrana, e Il comune di Sirone, in forza della ripartizione del di- di percepire gli “honores” (tributi): tra le località era elen- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu cata anche Sirone (Vismara 1979). compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Oggio- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di no. Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge loco de Sirono” (compartizione delle fagie 1346). 5 vendemmiale anno VII), il comune di Sirone fu inserito Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. (anno 1456) il comune di Sirone era inserito nella pieve di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Oggiono. terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Nell’aprile del 1468 le singole comunità della pieve di Sirone era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Oggiono, tra cui Sirone, si pronunciarono radunandosi in di Lecco del dipartimento del Lario. vicinanza sulla riforma dell’estimo del Monte di Brianza Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- (Longoni 1985A). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- bre 1802, il comune di Sirone venne ricollocato nel VI di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Sirone risulta in- stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei serita tra le comunità della pieve di Oggiono (estimo di distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Carlo V). III classe con 700 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato 1803). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- lente al 1572, era compresa anche Sirone. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sirone

259 Sirtori venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del distretto il primo estimato, allora don Guido Sirtori, un delegato, al- IV di Lecco: comune di III classe, contava 715 abitanti. lora Paolo Antonio Sirtori, verbalmente eletto dalla comu- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- nità, e in più console e cancelliere; la cura delle pubbliche mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Sirone figura- scritture era demandata al primestimo e delegato, così va, con 702 abitanti, comune aggregato al comune denomi- come la vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti, da nativo di Molteno, nel cantone IV di Oggiono del distretto loro stessi firmati; il cancelliere, allora abitante a Barzago, IV di Lecco; fu confermato frazione di Molteno con il suc- con un salario di lire 21 annue più straordinari, aveva in cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- cura i “catastri dei carichi”. La comunità di Sirtori era for- rio (decreto 30 luglio 1812). mata da “cinque comuni, cioé Ceregallo, Spenvida e la Vil- la, il comunetto del feudatario ed il comune dominante”, comune di Sirone. 801 ma “nella cassa regia” era stimato una sola comunità. Tutti 1816 - 1859 i carichi, in pratica, erano stati assegnati al comune di Sir- tori, il quale poi li ripartiva “a proporzione delle contingenti Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, quote”; ogni comune in cui si ripartiva la comunità di Sir- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tori aveva un proprio esattore, tranne Ceregallo, dove la bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune somma veniva pagata dai postari direttamente alla cassa re- di Sirone fu inserito nel distretto XII di Oggiono. gia (risposte ai 45 quesiti, Sirtori). Sirone, comune con convocato, fu confermato nel di- stretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- comune di Sirtori. 803 mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 1757 - 1797 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Sirone, co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano mune con convocato generale e con una popolazione di (editto 10 giugno 1757), il comune di Sirtori con Ceregallo 1.088 abitanti, fu inserito nel distretto XI di Oggiono. apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Sirone: “Sirone, pieve di Oggio- Nel 1771 il totale degli abitanti di Sirtori, conteggiati no. La risposta delli quesiti imposti alla comunità di Si- rone fatta da Carlo Giuseppe Frigerio cancelliere della in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 478 unità (sta- suddetta comunità”, 12 febbraio 1751, ASMi, Catasto, tistica delle anime 1771). cart. 3.032. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Sirtori con Ceregallo, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. SIRTORI Nel 1791 Sirtori risultava inserita nella porzione della pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia comune di Sirtori. 802 della provincia di Milano (compartimento 1791). sec. XIV - 1757 comune di Sirtori. 804 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di 1798 - 1815 Missaglia. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Il comune di Sirtori con Ceregallo, in forza della ripar- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile cho da Sirtori” (compartizione delle fagie 1346). anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza con capoluogo Missaglia. (anno 1456), il comune di Sirtori era compreso nella pieve In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge di Missaglia. 5 vendemmiale anno VII), il comune di Sirtori con Ceregal- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- lo fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Sirtori risulta Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Carlo V). Sirtori con Ceregallo era uno dei comuni che costituivano In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- lente al 1572, era compresa anche Sirtori. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real bre 1802, il comune di Sirtori venne ricollocato nella por- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia munità di Sirtori con Ceregallo, compresa nella pieve di (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come Missaglia, era infeudata a don Giovanni Sirtori, al quale comune di III classe con 410 abitanti, nel 1803 (elenco dei nulla corrispondeva. Il feudatario aveva podestà, fante e comuni 1803). carceri; in caso di bisogno, la comunità era sottoposta a tale Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- tribunale ed anche al vicario della Martesana, presso la cui gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sirtori banca criminale prestava il console il suo annuale giura- con Ceregallo venne ad appartenere al cantone VII di Mis- mento, pagando all’attuario soldi 18.3. saglia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita tava 482 abitanti. amministrativa, la comunità, che aveva allora 250 abitanti A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- “compresi i religiosi e fanciulli appena nati”, formava il suo mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- consiglio generale a suono di campana con la concorrenza nominativo di Sirtori, con una popolazione di 1.605 abitan- di tutti gli uomini della comunità; gli ufficiali erano quattro: ti complessivi e comprendente i comuni aggregati di

260 Somasca

Bernaga e uniti, Cereda e uniti, Crippa, Perego, Sirtori e In base al compartimento territoriale della Lombardia uniti, Viganò, era inserito nel cantone VI di Missaglia del austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Somana distretto IV di Lecco, nel quale fu confermato con il suc- apparteneva alla pieve di Mandello, compresa nella riviera cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- di Lecco, nella provincia di Como. rio (decreto 30 luglio 1812). Nel 1791 Somana venne inserita, con le altre comunità delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel di- comune di Sirtori. 805 stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- 1816 - 1859 mento 1791). Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- comune di Somana. 808 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune 1798 - 1809 di Sirtori con Ceregallo fu inserito nel distretto XXV di Il comune di Somana, in forza della ripartizione del di- Missaglia. partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Sirtori con Crippa e Ceregallo, comune con convocato, compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. fu confermato nel distretto XXV di Missaglia in forza del In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge successivo compartimento territoriale delle province lom- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Somana fu inserito barde (notificazione 1 luglio 1844). nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Sirtori con le Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- frazioni Crippa e Ceregallo, comune con convocato gene- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), rale e con una popolazione di 799 abitanti, fu inserito nel Somana era uno dei comuni che costituivano il distretto IV distretto XIII di Missaglia. di Lecco del dipartimento del Lario. arch. risposte ai 45 quesiti, Sirtori: “Sirtori con Ceregallo, Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- pieve di Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- fatta da Francesco Cattaneo, cancelliere della suddetta bre 1802, il comune di Somana venne ricollocato nel III di- comunità”, 4 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. stretto ex milanese con capoluogo Lecco (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 240 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). SOMANA Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Somana venne ad appartenere al cantone I di Lecco del distretto IV comune di Somana. 806 di Lecco: comune di III classe, contava 214 abitanti. sec. XIV - 1757 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Sommana e nità della pieve di Mandello. uniti figurava, con 229 abitanti, comune aggregato al comu- A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi ne denominativo di Olcio, nel cantone I di Lecco del di- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello stretto IV di Lecco; con il successivo compartimento terri- ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- toriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812) la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console fu concentrato come frazione al comune denominativo di (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- Mandello, nel medesimo cantone e distretto. dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, Mandello; Zucchi 1959). comune di Somana. 809 Dal XV al XVIII secolo, Somana fu sempre sottoposta 1816 - 1859 al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune della real giunta del censimento, nel 1751 Somana formava di Somana fu inserito nel distretto XI di Lecco. un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità gene- Somana, comune con convocato, fu confermato nel di- rale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, allora in- stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento feudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal podestà territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio feudale di Mandello (presso la cui banca criminale il con- 1844). sole era solito prestare giuramento), concorrendo con le al- tre terre della pieve di Mandello al pagamento dei carichi Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Somana, co- spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, mune con convocato generale e con una popolazione di 382 Mandello). abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. comune di Somana. 807 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano SOMASCA (editto 10 giugno 1757), il comune di Somana faceva parte della pieve di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, comune di Somasca. 810 nel ducato di Milano. sec. XVII - 1797 Nel 1771 il totale degli abitanti di Somana, conteggiati Somasca è citato tra le “terre, luoghi, ville e comuni” in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 197 unità (sta- della comunità di Val San Martino negli statuti della valle tistica delle anime 1771). risalenti al 1435 (§ 217); fino alla fine del XVI secolo fu

261 Sommarino contrada del comune di Vercurago, mentre sembra aver ac- SOPRACORNOLA quistato autonomia nel XVII secolo (nel 1652 il capitano di Bergamo ordinò ai sindaci dei comuni di Somasca e Vercu- comune di Sopracornola. 813 rago di aggiustare la strada comune detta Romea fino al sec. XVIII - 1797 luogo di Somasca) (Brivio 1986). Citato dal Da Lezze, che riferiva del comune di “Lo- rentino et Sopracornola”, come contrada di Lorentino (Da comune di Somasca. 811 Lezze 1596), figurava invece autonomo a metà del XVIII 1798 secolo (repertorio 1766).

Il comune di Somasca, in forza della ripartizione del comune di Sopracornola. 814 dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu 1802 - 1805 compreso nel distretto I del Caldone, ossia di Lecco. I sin- daci di Somasca, come quelli di Vercurago e Valderve, Il comune di Sopracornola, non compreso nelle com- espressero la loro contrarietà all’aggregazione al diparti- partimentazioni della repubblica cisalpina, figurava, nel mento della Montagna (Guastella 1937). 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi at- tualmente l’estimo particolare” (tabella dei comuni 1802). Con la divisione del dipartimento del Serio (legge 5 Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per vendemmiale anno VII), il comune di Somasca fu aggrega- la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio to al comune di Vercurago, nel distretto IV della Sonna, con (che venivano organizzati in XI distretti), Sopracornola era capoluogo Caprino. aggregato al comune di Lorentino, nel distretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì un piano dell’amministrazione dipartimentale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI di- SOMMARINO stretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettua- le al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si tro- vò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione comune di Sommarino. 812 dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- sec. XIV - 1757 cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo da Somarino” (compartizione delle fagie 1346). dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- Sommarino, come parte del Monte di Brianza, e com- gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono presa nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed esenzio- tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto ni fiscali dai Visconti e dagli Sforza. dell’amministrazione dipartimentale, Sopracornola era ag- gregato, con Mojoli, a Lorentino, comune del distretto del- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato la Sonna con capoluogo Caprino (progetto di distrettuazio- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- ne 1803). lente al 1572, era compresa anche Somarino. Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- munità di Sommarino, compresa nella squadra di Nibion- vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione no, era infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- 10 annue di onorario. Non vi risiedeva iusdicente nè regio terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione nè feudale; la comunità era soggetta all’officio di Bosisio, locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario presso la cui banca criminale il console era solito prestare d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- giuramento, pagando al podestà feudale lire 1 annua per la tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio visita delle strade. 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun amministrativa, la comunità, che aveva allora 89 abitanti, distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano non aveva consiglio generale, ma il console convocava tutti prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere i capi di casa e faceva “congregare tutto il comune”; il can- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: So- celliere, allora non residente, aveva un salario di lire 2.5 an- pracornola era unito a Lorentino con Mojoli a formare un nue; il libro dei riparti e altre scritture restavano nel comu- comune, con 350 abitanti, nel distretto XIV della Sonna ne; gli esattori venivano eletti dai maggiorenti (risposte ai (decreto 27 giugno 1804). 45 quesiti, Sommarino). Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), Sopracornola era uni- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano to a Lorentino con Mojoli, comune di III classe con 350 (editto 10 giugno 1757), Sommarino figura aggregata al co- abitanti, nel cantone VII di Caprino del distretto I di Berga- mune di Tregolo, nella squadra di Nibionno, compresa nel mo. ducato di Milano. In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, arch. risposte ai 45 quesiti, Sommarino: “Somarino, squadra venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- di Nibionno, unito a Tregolo. Risposta alli quesiti della partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), Real Giunta fatta da Alessandro Cattaneo cancelliere del- integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- la suddetta comunità”, 22 febbraio 1751, ASMi, Catasto, ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo cart. 3.034. 1809), Sopracornola figurava comune aggregato al comune

262 Sueglio denominativo di Lorentino nel cantone VII di Caprino del Monte di Introzzo), al quale pagava annualmente “un quar- distretto I di Bergamo. to del quarto” di lire 121.44.6, “e un quinto della comunità Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza d’Introzzo, lire 36.10 all’anno”, come da istromento rogato imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- il 3 aprile 1644 da Giorgio Serponti notaio di Milano, “per to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte regalie di pane venale, di formento, di bolino vecchio o sia dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di osteria e beccaria”. Per le cause criminali la comunità di- alcuni comuni": “si è fatto sparire il comune denominativo pendeva dal podestà feudale di Bellano, al quale pagava un di Lorentino con Mojoli e Sopracornola di 345 anime in salario di lire 19.4 annue, “per la quarta e quinta parte” (del tutto, e si è riunito a Carenno comune denominativo dappri- Monte di Introzzo), per le civili dal luogotenente feudale di ma isolato (progetto di rettificazione 1813). Bellano, residente a Vestreno, dove teneva udienza due Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione giorni la settimana (mercoledì e sabato) e presso il quale non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale prestava giuramento il console. 1814). Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, il comune aveva un consiglio generale o adunanza di tutti i vicini, ed eleggeva ogni anno all’incanto un sindaco ed un esattore “essendovi scarsezza di persone SORINO abili a tale impiego, perché la maggior parte delli uomini vanno per il Mondo ad acquistarsi il vitto per mantenere le loro proprie famiglie, che così è sempre stata la antica os- comune di Sorino. 815 servanza”; al sindaco restava raccomandata l’amministra- sec. XIV zione del patrimonio pubblico, cura dei libri e scritture Negli statuti delle strade e delle acque del contado di (conservate “in cassa riposta in casa del sindaco"), delle Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- quali rendeva conto al termine del mandato; la comunità cho de Sorino” (compartizione delle fagie 1346). non aveva cancelliere nè agente, in caso di bisogno si ser- Nella notificazione del personale del ducato di Milano viva allora come procuratore di Giuseppe Pandiano Ferra- (compartimento 1751), Sorino era elencato come cassinag- ro, abitante a Porta Comasina vicino a San Tomaso in Terra gio del comune di Casirago, nella pieve di Missaglia. Amara a Milano. Nel 1751 la comunità di Sueglio contava circa 414 abitanti “tra assenti e presenti” (risposte ai 45 quesiti, Sueglio).

SPIAZZO comune di Sueglio. 818 1757 - 1797 comune di Spiazzo. 816 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sec. XVI (editto 10 giugno 1757), il comune di Sueglio faceva parte della pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco, nel Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- ducato di Milano. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Spiazzo risulta Nel 1771 il totale degli abitanti di Sueglio, conteggiati elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 285 unità (sta- Carlo V). tistica delle anime 1771). In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato In base al compartimento territoriale della Lombardia di Milano risalente al 1572, Spiazzo figurava con un pro- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Sueglio prio perticato nel territorio della pieve, pur non avendo at- apparteneva alla pieve di Dervio, compresa nella riviera di tribuita una quota “de sale”. Lecco, nella provincia di Como. Nel XVIII secolo Spiazzo costituiva un comune unita- Nel 1791 Sueglio venne inserita, con le altre comunità rio con Monte, che fu poi aggregato al comune di Bagagge- delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di ra, nella pieve di Brivio, con la compartimentazione dello Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). stato di Milano (editto 10 giugno 1757). comune di Sueglio. 819 1798 - 1815 SUEGLIO Il comune di Sueglio, in forza della ripartizione del di- partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- comune di Sueglio. 817 lano. sec. XIV - 1757 In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Comune del Monte di Introzzo, anticamente parte della (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Sueglio fu Valsassina, indi della riviera di Lecco (pieve di Dervio). inserito nel distretto III di Bellano. Nel corso del 1415, i procuratori delle singole terre Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- componenti la Valsassina, tra cui Sueglio, furono chiamati terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filippo Sueglio era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Maria Visconti (Orlandi 1911). di Lecco del dipartimento del Lario. Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Sueglio, compresa nella pieve di Dervio e nella riviera di bre 1802, il comune di Sueglio venne ricollocato nel IV di- Lecco e parte del Monte di Introzzo, era infeudata a Ercole stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei Sfondrati, conte della riviera (con il titolo di “signore” sul distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di

263 Suello

III classe con 235 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni munità di Suello con Borima, compresa nella squadra de’ 1803). Mauri, era infeudata al conte della riviera, al quale pagava Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- lire 12.5 annue, compreso il salario del podestà. Non vi ri- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Sueglio siedeva iusdicente nè regio nè feudale; il podestà feudale venne ad appartenere al cantone III di Bellano del distretto era allora Carlo Maderna, abitante a Milano, e il luogote- IV di Lecco: comune di III classe, contava 273 abitanti. nente Paolo Molteno, abitante a Bosisio; la comunità era A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- soggetta al pretorio di Bosisio, presso la cui banca crimina- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- le il console era solito prestare giuramento, con il pagamen- nominativo di Sueglio, con una popolazione di 1.007 abi- to di soldi 18; la comunità pagava inoltre al fante di Bosisio tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di lire 12.5 annue. Introzzo, Sueglio, Tremenico e uniti, Vestreno, era inserito Il piccolo comune aggregato “o sia cassina” di Borima nel cantone V di Bellano del distretto III di Menaggio, nel consisteva in tre casate, e per essere ragione dell’abbazia quale fu confermato con il successivo compartimento terri- commendata di San Pietro e Calocero di Civate godeva di toriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). totale esenzione. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Sueglio. 820 amministrativa, “il popolo della comunità”, che aveva allo- 1816 - 1859 ra 252 abitanti, si riuniva in pubblica piazza: le deliberazio- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, ni emergevano dal parere del popolo, estimati e ufficiali; la in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- rappresentanza del comune, l’amministrazione, la vigilan- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune za sulla giustizia dei pubblici riparti spettavano a due depu- di Sueglio fu inserito nel distretto IX di Bellano. tati e a un cancelliere che si eleggevano ogni tre anni “con Sueglio, comune con convocato, fu confermato nel di- il maggior voto del popolo”; il cancelliere teneva in casa stretto IX di Bellano in forza del successivo compartimento sua “ben custodite” le scritture della comunità, con salario territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio di lire 14.10 annue; la comunità aveva allora per procurato- 1844). re Andrea Grianti Brentano, abitante nella contrada del Pa- rone di Milano, parrocchia di Santa Margherita, ed in sua Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Sueglio co- mancanza il reverendo Gian Antonio Bonsalio, curato di mune con convocato generale e con una popolazione di 481 San Vittore; ogni tre anni veniva appaltato l’incarico di abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. esattore (risposte ai 45 quesiti, Suello). arch. risposte ai 45 quesiti, Sueglio: “Sueglio, Riviera di Lec- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- co, Pieve di Dervio. Risposta a quesiti della Real Giunta forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, fatta da Carlo Cantino sindaco cancelliere di detto comu- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- ne”, 2 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.030. neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Suello fu aggrega- to Borima.

comune di Suello. 822 SUELLO 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comune di Suello. 821 (editto 10 giugno 1757), il comune di Suello con Borima sec. XIV - 1757 faceva parte della squadra de’ Mauri, inclusa nel ducato di Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra Milano. de’ Mauri. Nel 1771 il totale degli abitanti di Suello, conteggiati Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 489 unità (sta- Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, tistica delle anime 1771). anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, In base al compartimento territoriale della Lombardia e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Suello mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Suello con Borima apparteneva alla squadra de’ Mauri, compresa (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o nella provincia di Como. meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- Nel 1791 Suello venne inserita, con le altre comunità Marcora 1957). della squadra de’ Mauri e delle pievi di Oggiono e Garlate, Negli statuti delle strade e delle acque del contado di nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- Milano era compreso, nella squadra di Canzo, come “el lo- partimento 1791). cho de Suellio” (compartizione delle fagie 1346). Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza comune di Suello. 823 (anno 1456), il comune di Suello era compreso nella squa- dra de’ Mauri. 1798 - 1809 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Il comune di Suello con Borima, in forza della riparti- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Suello risulta zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno elencata tra le comunità della squadra de’ Mauri (estimo di VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capoluogo Carlo V). Oggiono. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Suello con Borima lente al 1572, era compresa anche Suello. fu inserito nel distretto XXV di Asso. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX),

264 Taceno

Suello con Borrima era uno dei comuni che costituivano il sio, presso la cui banca criminale il console era solito pre- distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. stare giuramento, pagando soldi 18. Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- amministrativa, la comunità, che aveva allora 162 abitanti, bre 1802, il comune di Suello venne ricollocato nel VI di- non aveva consiglio generale, ma nelle occorrenze pubbli- stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei che il console avvisava tutti i capi di casa a suono di cam- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di pana; alle assemblee intervenivano i maggiorenti; presso il III classe con 396 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni cancelliere, allora residente a Sibrone, che faceva i riparti e 1803). che aveva un emolumento di lire 15 annue, si conservavano Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- le scritture pubbliche, non avendo la comunità archivio; la gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Suello comunità aveva infine un esattore (risposte ai 45 quesiti, con Borrima venne ad appartenere al cantone V di Oggiono Tabiago). del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 431 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano abitanti. (editto 10 giugno 1757), Tabiago figura aggregato al comu- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- ne di Nibionno, nella squadra di Nibionno, compresa nel mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Suello e uniti ducato di Milano. figurava, con 391 abitanti, comune aggregato al comune arch. risposte ai 45 quesiti, Tabiago: “Tabiago, squadra di Ni- denominativo di Cesana, nel cantone IV di Oggiono del di- bionno, pieve di Incino, con Nibionno e Sibrone. Rispo- stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Cesana con sta a quesiti della Real Giunta fatta da Stefano Bressi, il successivo compartimento territoriale del dipartimento cancelliere della comunità”, 3 marzo 1751, ASMi, Cata- del Lario (decreto 30 luglio 1812). sto, cart. 3.034. comune di Suello. 824 1816 - 1859 Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, TACENO in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune cantone II di Taceno. 826 di Suello con Borima fu inserito nel distretto XII di Oggio- 1805 - 1809 no. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Suello con Borima, comune con convocato, fu confer- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il cantone II di Taceno mato nel distretto XII di Oggiono in forza del successivo del distretto IV di Lecco comprendeva ventisette comuni di compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- III classe (con 13.529 abitanti totali), e cioè Baiedo, Barzio, cazione 1 luglio 1844). Gerro, Bindo, Casargo, Cassina, Concenedo, Cortabbio, Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Suello con la Cortenova, Crandola, Cremeno, Esino superiore, Esino in- frazione Borima, comune con convocato generale e con feriore, Introbio, Margno, Moggio, Narro, Pagnona, Parla- una popolazione di 604 abitanti, fu inserito nel distretto XI sco, Pasturo, Perledo, Pessina, Premana, Primaluna, Tace- di Oggiono. no (capoluogo), Vimogno, Vendrogno. arch. risposte ai 45 quesiti, Suello: “Suello con Borima, squa- dra de Mauri. Risposta alli quesiti della reale giunta fatta comune di Taceno. 827 da Carlo Mauro cancelliere di detta comunità”, 2 marzo sec. XIV - 1757 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. La comunità di Taceno appartenne già anticamente alla Valsassina, come parte della squadra di Chignolo. Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole terre componenti la Valsassina, tra cui Taceno, furono chia- TABIAGO mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- po Maria Visconti (Orlandi 1911). comune di Tabiago. 825 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- sec. XIV - 1757 cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Tasseno (Tace- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di no) è elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo Milano era compreso, nella pieve di Incino, come “el locho V). de Tabiago” (compartizione delle fagie 1346). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Tabiago, come parte del Monte di Brianza, e compresa di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- nella squadra di Nibionno, ebbe privilegi ed esenzioni fi- lente al 1572, Tasseno era citata tra “le infrascritte comuni” scali dai Visconti e dagli Sforza. della Valsassina. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Nel 1722 Taceno contava 309 abitanti (Baroncelli di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1995). lente al 1572, era compresa anche Tabiago. Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti munità di Tabiago, compresa nella squadra di Nibionno, della real giunta del censimento nel 1751, si desume che era infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire Taceno, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o 17.18 annue di convenzione. Non vi risiedeva iusdicente nè comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- regio nè feudale, podestà feudale era Carlo Maderna, abi- go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della tante a Milano; la comunità era soggetta all’officio di Bosi- Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera-

265 Taceno le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- complessivi e comprendente i comuni aggregati di Margno va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- e uniti, Parlasco, Taceno, era inserito nel cantone V di Bel- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili lano del distretto III di Menaggio, nel quale fu confermato dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- con il successivo compartimento territoriale del diparti- nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- comune di Taceno. 830 tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su 1816 - 1859 ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune te (le terre) lo stesso metodo e regola”. di Taceno fu inserito nel distretto X come comune capoluo- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle go. Con il dispaccio governativo 22 luglio 1819 n. 16683/ erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle 1124 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di Taceno, rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- del consiglio comunale al convocato generale (variazioni al lamento della Valsassina). compartimento provinciale di Como 1816-1835). Taceno, comune con convocato, fu confermato nel di- comune di Taceno. 828 stretto X della provincia di Como (con nuovo capoluogo 1757 - 1797 Introbio) in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Taceno era un comune della Val- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Taceno, co- sassina, compresa nel ducato di Milano. mune con convocato generale e con una popolazione di 478 abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Taceno, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 587 unità (sta- tistica delle anime 1771). distretto II di Taceno. 831 1802 - 1805 In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Taceno Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- mo. bre 1802, il distretto II ex milanese con capoluogo Taceno Nel 1791 Taceno era compresa tra le comunità della comprendeva i comuni di Barzio, Baiedo, Barcone, Bindo, Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella Cassina, Casargo, Concenedo, Cortabbio, Cortenova, Cre- provincia di Milano (compartimento 1791). meno, Crandola, Esino inferiore, Esino superiore, Introbio, Margno, Moggio, Narro, Pasturo, Parlasco, Pagnona, Per- ledo, Pessina, Primaluna, Premana, Taceno (capoluogo), comune di Taceno. 829 Vendrogno, Vimogno (quadro dei distretti 1802); in esecu- 1798 - 1815 zione del circolare dispaccio 24 dicembre 1803 costituiva- no il distretto di Taceno i comuni di III classe di Barzio, Il comune di Taceno, in forza della ripartizione del di- Bajedo, Barcone, Bindo, Cassina, Casargo, Concenedo, partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu Cortabbio, Cortenova, Cremeno, Crandola, Esino inferiore, compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- Esino superiore, Introbio, Margno, Moggio, Narro, Pastu- trobio. ro, Parlasco, Pagnona, Perledo, Pessina, Primaluna, Prema- In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio na, Taceno (capoluogo), Vendrogno, Vimogno (elenco dei (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Taceno fu comuni 1803). inserito nel distretto III di Bellano. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- distretto X di Taceno. 832 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), 1816 - 1821 Taceno era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il distretto bre 1802, il comune di Taceno venne ricollocato nel II di- X di Taceno comprendeva i comuni di Bajedo, Barcone, stretto ex milanese come capoluogo (quadro dei distretti Barzio, Bindo, Casargo, Cassina, Concenedo, Cortabbio, 1802), e come tale fu confermato, comune di III classe con Cortenova, Crandola, Cremeno, Esino superiore, Esino in- 325 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). feriore, Introbio, Margno, Moggio, Narro, Pagnona, Parla- sco, Pasturo, Perledo, Pessina, Premana, Prima Luna, Tace- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- no (capoluogo), Vendrogno, Vimogno. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Taceno divenne capoluogo del cantone II nel distretto IV di Lecco: L’ufficio del commissario distrettuale di Taceno venne comune di III classe, contava 620 abitanti. trasferito a Introbio il 29 maggio 1821 (variazioni al com- partimento provinciale di Como 1816-1835). A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- bibl. Orlandi 1930B: Andrea Orlandi, Taceno e la sua par- nominativo di Taceno, con una popolazione di 747 abitanti rocchia, Lecco, Tipografia dell’orfanotrofio, 1930.

266 Tegnone

TEGNONE In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Tegnone comune di Tegnone. 833 con Bestetto, nella pieve di Missaglia, era inserito nella provincia di Milano. sec. XIV - 1757 Nel 1791 Tegnone risultava inserita nella porzione del- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di la pieve di Missaglia che costituiva, unitamente alla pieve Missaglia. di Brivio, il distretto IX di Brivio della provincia di Milano Negli statuti delle strade e delle acque del contado di (compartimento 1791). Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- cho da Tegnono” (compartizione delle fagie 1346). comune di Tegnone. 835 Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni 1798 - 1809 ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Il comune di Tegnone con Bestetto, in forza della ripar- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano anno VI), fu compreso nel distretto V dei Laghi con capo- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- luogo Oggiono. nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Tegnone (Beretta 1972). In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge 5 vendemmiale anno VII), il comune di Tegnone con Be- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- stetto fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Tegnone risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Carlo V). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Tegnone con Bestetto era uno dei comuni che costituivano In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Tegnono (Tegnone). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real bre 1802, il comune di Tegnone venne ricollocato nel IX di- giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- stretto ex milanese con capoluogo Santa Maria Hoè munità di Tegnone, compresa nella pieve di Missaglia - (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come parte del feudo di Missaglia con Brianza, Cassina Fuma- comune di III classe con 390 abitanti, nel 1803 (elenco dei galli, Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, Cagliano, comuni 1803). Giovenzana, Campsirago, Veglio (Casanova 1904) - era in- feudata al conte Paolo Sormani, al quale nulla contribuiva. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; lo iusdi- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Tegnone cente feudale era Tomaso Bonacina, abitante a Bulciago con Bestetto venne ad appartenere al cantone VI di Santa “luogotenente in Missaglia”, al quale nulla si corrisponde- Maria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, va; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario contava 390 abitanti. della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Tegnone e uni- soldi 18.3. ti figurava, con 408 abitanti, comune aggregato al comune Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita denominativo di Nava, nel cantone V di Merate del distretto amministrativa, la comunità, che aveva allora 210 abitanti, IV di Lecco; fu confermato frazione di Nava con il succes- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma tre o sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario quattro deputati che si mutavano dalla comunità stessa con- (decreto 30 luglio 1812). vocata a suono di campana previo avviso personale dato dal console, ai quali restava raccomandata l’amministrazione e comune di Tegnone. 836 la conservazione del patrimonio pubblico e la vigilanza so- 1816 - 1859 pra la giustizia dei pubblici riparti, che venivano letti in piazza; Tegnone aveva anche un cancelliere che conservava Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, le scritture con un emolumento di lire 20 annue più straor- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- dinari, mentre non aveva archivio; l’elezione dell’esattore bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune avveniva in pubblica piazza nei modi previsti dal magistra- di Tegnone con Bestetto fu inserito nel distretto XXIV di to regio (risposte ai 45 quesiti, Tegnone). Brivio. Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Tegnone con Bestetto, comune con convocato, fu con- forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, fermato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 cazione 1 luglio 1844). (indice pievi 1753), a Tegnone fu aggregato Bestetto. Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Tegnone con la frazione Bestetto, comune con convocato generale e con una popolazione di 502 abitanti, fu inserito nel distretto XII comune di Tegnone. 834 di Brivio. 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Tegnone: “Tegnone, pieve di Mis- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano saglia, aggregato a Bestetto. Risposta alli quesiti della (editto 10 giugno 1757), il comune di Tegnone con Bestetto Real Giunta fatta da Giuseppe Maria Ripa cancelliere apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel ducato di della suddetta comunità”, 30 dicembre 1750, ASMi, Ca- Milano. tasto, cart. 3.040.

267 Tegnoso

TEGNOSO tempo definita come ”…un monte… sotto il qual nome vi sono li sei comuni et contrade infrascritte…”. Piaia e Torre comune di Tegnoso. 837 de’ Busi era allora retto da un console e da due sindaci, ai sec. XVI quali in console rendeva conto. Alla fine del XVI secolo contava 27 fuochi e 121 abitanti (Da Lezze 1596). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano compariva unito, nella pieve di Missaglia, al luogo comune di Torre de’ Busi. 840 di Massaiola (Missagliola) (compartizione delle fagie 1346). 1802 - 1815 Elencato autonomamente tra le comunità della pieve di Il comune di Torre de’ Busi, non compreso nelle com- Missaglia nel 1558 (estimo di Carlo V), nel 1572 figurava partimentazioni territoriali della repubblica cisalpina, figu- unito a Contra in un ulteriore prospetto dei comuni della rava, nel 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca pieve di Missaglia per la compartizione della tassa sul sale “aventi attualmente l’estimo particolare” (tabella dei co- (Cappellini 1958A). muni 1802). Nella notificazione del personale del ducato di Milano Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per (compartimento 1751), Tegnoso era elencato come cassi- la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio naggio del comune di Contra, nella pieve di Missaglia. (che venivano organizzati in XI distretti), Torre de’ Busi era parte di un comune unitario con San Michele, Cornello, Camartinone e Zanelli, collocato nel distretto X di Pontita (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì un TONZANICO piano dell’amministrazione dipartimentale, che prevedeva l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI di- stretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettua- comune di Tonzanico. 838 le al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si tro- sec. XIV - 1757 vò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione Comune della riviera di Lecco, appartenne alla comu- dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- nità della pieve di Mandello. cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto Mandello; Zucchi 1959). dell’amministrazione dipartimentale, Torre de’ Busi costi- Dal XV al XVIII secolo, Tonzanico fu sempre sottopo- tuiva un comune con Camartinone, Cornello e Zanelli nel sta al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione distretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di di Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera. distrettuazione 1803). Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti della real giunta del censimento, nel 1751 Tonzanico for- proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- mava un comune (o “consolaria") aggregato alla comunità polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- generale di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, al- vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione lora infeudata al conte Ercole Sfondrati e dipendente dal della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- podestà feudale di Mandello (presso la cui banca criminale terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione il console era solito prestare giuramento), concorrendo con locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario le altre terre della pieve di Mandello al pagamento dei cari- d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- chi spettanti alla comunità generale (risposte ai 45 quesiti, tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio Mandello). 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro Nel compartimento territoriale dello stato di Milano numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun (editto 10 giugno 1757), Tonzanico figura aggregata al co- distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano mune di Rongio, nella pieve di Mandello, compresa nella prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere riviera di Lecco e nel ducato di Milano. ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Torre de’ Busi con Camartinone e Cornello era comune, con 334 abitanti, nel distretto XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804). Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- TORRE DE’ BUSI gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Torre de’ Busi con Camartinone e Cornello venne ad appartenere al comune di Torre de’ Busi. 839 cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo: comune sec. XV - 1797 di III classe, contava 334 abitanti. Torre de’ Busi è citato tra le “terre, luoghi, ville e co- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, muni” della comunità di Val San Martino negli statuti della venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta fece sempre partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), parte della Val San Martino: menzionato dal Da Lezze integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- come comune di “Piaia e Torre de’ Busi… due terre in ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo monte… è però un sol comune…”; in particolare fece parte 1809), il comune denominativo di Torre de’ Busi, con una della cosiddetta “Val Beretta”, un tempo comune ed a quel popolazione di 1.039 abitanti complessivi e comprendente

268 Tregolo i comuni aggregati di Torre de’ Busi, Camartinone, Cornel- il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario lo e Zanelli, era inserito nel cantone VII di Caprino del di- soldi 18.3. stretto I di Bergamo. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Nel 1813 il ministro dell’interno propose a sua altezza amministrativa, la comunità, che aveva allora 109 abitanti, imperiale “da sanzionarsi alcune rettificazioni del compar- non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due to territoriale del dipartimento del Serio, suggerite in parte deputati, cancelliere e console, i quali regolavano l’interes- dalla esperienza, ed in parte dalle circostanze singolari di se pubblico con cariche annuali, tranne il cancelliere, che alcuni comuni": “a Monte Marenzo erano unite Roncaglia poteva essere riconfermato; presso il cancelliere con salario e Favirano, che per nessun titolo potevano appartenere a annuo di lire 14 restavano le poche scritture pubbliche, non quel comune denominativo, ma bensì appartengono a Torre avendo la comunità archivio; un solo esattore veniva eletto de’ Busi. Si sono dunque staccate da Monte Marenzo e riu- all’incanto previa esposizione di cedole (risposte ai 45 que- nite a Torre de’ Busi” (progetto di rettificazione 1813). siti, Torre Villa). Ancora nel 1814, tuttavia, formalmente la situazione Nel compartimento territoriale dello stato di Milano non era mutata rispetto al 1809 (compartimento territoriale (editto 10 giugno 1757), Torre Villa figura aggregato al co- 1814). mune di Monticello, nella pieve di Missaglia, compresa nel ducato di Milano. comune di Torre de’ Busi. 841 arch. risposte ai 45 quesiti, Torre Villa: “Torre Villa, pieve di 1816 - 1859 Missaglia. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- Pietro Antonio Gallieno cancelliere della suddetta comu- mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno nità”, 12 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.040. lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- mune di Torre de’ Busi con Ca Martinone e Cornello fu in- serito nel distretto VII di Caprino. Il 18 luglio 1818 con il dispaccio governativo n. 17177/2820 al comune di Torre TORRICELLA de’ Busi fu aggregato il comune di Roncaglia, mentre con dispaccio governativo 30 novembre 1818 n. 28182/4515 gli comune di Torricella. 843 fu aggregato il comune di Zanelli (variazioni al comparti- sec. XIV mento provinciale di Bergamo 1816-1835). Torre de’ Busi, Ca Martinone e Cornello, Roncaglia Negli statuti delle strade e delle acque del contado di con Favirano e Zanelli, comune con convocato, fu confer- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- mato nel distretto VII di Caprino in forza del successivo cho de Torresella” (compartizione delle fagie 1346). compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- Nella notificazione del personale del ducato di Milano cazione 1 luglio 1844). (compartimento 1751), Torricella era elencato come cassi- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Torre de’ naggio del comune di Barzanò, nella pieve di Missaglia. Busi con le frazioni Ca Martinone e Cornello e Roncaglia con Favirano e Zanelli, comune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con una popolazione di 1.383 abi- tanti, fu inserito nel distretto IX di Caprino. TREGOLO

comune di Tregolo. 844 sec. XV - 1757 TORRE VILLA Comune del Monte di Brianza, appartenne alla squadra di Nibionno. comune di Torre Villa. 842 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di sec. XIV - 1757 Milano “Tregore” era unito al “locho da Trechà”, nella pie- Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di ve di Incino (compartizione delle fagie 1346). Missaglia. Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza Negli statuti delle strade e delle acque del contado di (anno 1456), il comune di Tregori era compreso nella squa- Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- dra di Nibionno. cho da Torrevilla” (compartizione delle fagie 1346). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Torre Villa risul- lente al 1572, era compresa anche Treguri (Tregolo). ta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real di Carlo V). giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato munità di Tregolo, compresa nella squadra di Nibionno, era di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- infeudata al conte della riviera, al quale pagava lire 17.17.3 lente al 1572, era compresa anche Torravilla. annue di convenzione, compreso il salario del podestà. Non Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; podestà feudale giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- era Carlo Maderna, abitante a Milano; la comunità era sog- munità di Torre Villa, compresa nella pieve di Missaglia, getta all’officio di Bosisio, presso la cui banca criminale il era infeudata a don Pietro Giuseppe Sirtori, al quale nulla console era solito prestare giuramento. corrispondeva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita dale; di consueto la giustizia restava amministrata dal vica- amministrativa, la comunità, che aveva allora 184 abitanti, rio della Martesana, presso la cui banca criminale prestava era retta dal cancelliere e dai due maggiori estimi, con la

269 Tremenico collaborazione del console; i riparti si pubblicavano in comune di Tregolo. 847 piazza e se ne teneva registro in copia presso il cancelliere, 1816 - 1859 che conservava tutte le pubbliche scritture con salario di Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, lire 14 annue (risposte ai 45 quesiti, Tregolo). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, di Tregolo con Costa di Masnaga, Sommarino e Pettana fu preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- inserito nel distretto XIV di Erba. neata nel 1726 (stime dei territori 1726) e ancora nel 1753 Tregolo con Costa di Masnaga, Sommarino e Pettana, (indice pievi 1753), a Tregolo furono aggregati Costa di comune con convocato, fu confermato nel distretto XIV di Masnaga, Sommarino, Pettana. Erba in forza del successivo compartimento territoriale del- le province lombarde (notificazione 1 luglio 1844). comune di Tregolo. 845 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Tregolo con 1757 - 1797 le frazioni Costa Masnaga, Sommarino e Pettana, comune Nel compartimento territoriale dello stato di Milano con convocato generale e con una popolazione di 628 abi- (editto 10 giugno 1757), il comune di Tregolo con Costa di tanti, fu inserito nel distretto XIV di Canzo. Masnaga, Sommarino e Pettano faceva parte della squadra arch. risposte ai 45 quesiti, Tregolo: “Tregolo, squadra di Ni- di Nibionno, inclusa nel ducato di Milano. bionno, con Somarino, Pettana, e Costa Masnaga. Rispo- Nel 1771 il totale degli abitanti di Tregolo, conteggiati sta alli quesiti della Real Giunta fatta da Antonio France- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.170 unità sco Bonacina, cancelliere di detta comunità”, 22 marzo (statistica delle anime 1771). 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.034. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Tregolo con Costa di Masnaga, Sommarino e Pettano apparteneva alla squadra di Nibionno, compresa nella provincia di Co- TREMENICO mo. Nel 1791 Tregolo venne inserita, con le altre comunità comune di Tremenico. 848 della squadra di Nibionno e della pieve di Incino, nel di- sec. XIV - 1757 stretto VII di Erba della provincia di Milano (compartimen- to 1791). Comune del Monte di Introzzo, anticamente parte della Valsassina, indi della riviera di Lecco (pieve di Dervio). comune di Tregolo. 846 Nel corso del 1415, i procuratori delle singole terre 1798 - 1815 componenti la Valsassina, tra cui Tremenico, furono chia- mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- Il comune di Tregolo con Costa di Masnaga, Somma- po Maria Visconti (Orlandi 1911). rino e Pettana, in forza della ripartizione del dipartimento Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Tremenico, della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel parte del Monte di Introzzo, è elencata tra le terre della Val- distretto V dei Laghi con capoluogo Oggiono. sassina (estimo di Carlo V). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti 5 vendemmiale anno VII), il comune di Tregolo con Costa della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di di Masnaga, Sommarino e Pettana fu inserito nel distretto Tremenico, compresa nella pieve di Dervio e nella riviera XXVI di Erba. di Lecco e parte del Monte di Introzzo, era infeudata a Er- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cole Sfondrati, conte della riviera (con il titolo di “signore” terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), sul Monte di Introzzo); formava un comune distinto “ri- Tregolo con Costa Masnaga, Sommarino e Pettana era uno spetto ai beni divisi”, ma pagava unitamente ad Aveno un dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del di- quarto dei carichi gravanti sul Monte di Introzzo, nella pro- partimento del Lario. porzione di due terzi del quarto (Tremenico) e un terzo del Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- quarto (Aveno) di lire 121.44.6, cioè lire 30.8.7 annue. Per partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- le cause criminali la comunità dipendeva dal podestà feu- bre 1802, il comune di Tregolo venne ricollocato nel VII di- dale di Bellano, al quale pagava un salario di lire 16.4 an- stretto ex milanese con capoluogo Erba (quadro dei distretti nue, per le civili dal luogotenente feudale di Bellano, resi- 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe dente a Vestreno, dove teneva udienza due giorni la con 468 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1803). settimana (mercoledì e sabato) e presso il quale prestava Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- giuramento il console. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Tregolo Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita con Costa Masnaga, Somarino e Pettana venne ad apparte- amministrativa, il comune di Tremenico aveva un proprio nere al cantone IV di Erba del distretto I di Como: comune consiglio generale o convocazione di tutti gli uomini vicini di III classe, contava 1.397 abitanti. (distinto da quello di Aveno), radunato previo avviso “foco- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- lare” dei rispettivi consoli nella pubblica piazza, ed elegge- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- va ogni anno un sindaco ed un esattore; al sindaco restava nominativo di Tregolo, con una popolazione di 1.006 abi- raccomandata l’amministrazione del patrimonio pubblico, tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di della quale rendeva conto al termine del mandato; libri e Brenno e uniti, Centemero e uniti, Tregolo e uniti, era inse- scritture pubbliche restavano “custoditi in ripostigli sicuri e rito nel cantone IV di Erba del distretto I di Como, nel quale sotto chiave presso i sindaci”; al cancelliere, allora residen- fu confermato con il successivo compartimento territoriale te a Dervio, spettava formare i riparti e i quinternetti per del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). l’esazione delle taglie, che consegnava all’esattore, eletto

270 Vaccarezza all’incanto. Nel 1751 la comunità di Tremenico contava comune di Tremenico. 851 161 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Tremenico e Aveno). 1816 - 1859 Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Tremenico fu ag- di Tremenico con Aveno fu inserito nel distretto IX di Bel- gregato Aveno. lano. Tremenico con Aveno, comune con convocato, fu con- comune di Tremenico. 849 fermato nel distretto IX di Bellano in forza del successivo 1757 - 1797 compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano cazione 1 luglio 1844). (editto 10 giugno 1757), il comune di Tremenico con Ave- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Tremenico no faceva parte della pieve di Dervio, compresa nella rivie- con la frazione Aveno, comune con convocato generale e ra di Lecco, nel ducato di Milano. con una popolazione di 380 abitanti, fu inserito nel distretto Nel 1771 il totale degli abitanti di Tremenico, conteg- XV di Bellano. giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 225 unità (statistica delle anime 1771). arch. risposte ai 45 quesiti, Tremenico e Aveno: “Tremenico ed Aveno, Pieve di Dervio, Riviera di Lecco. Risposta a In base al compartimento territoriale della Lombardia quesiti della Real Giunta fatta da Giuseppe Anganuzzi austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Treme- cancelliere di detto comune”, 2 aprile 1751, ASMi, Cata- nico con Aveno apparteneva alla pieve di Dervio, compresa sto, cart. 3.030. nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. Nel 1791 Tremenico venne inserita, con le altre comu- nità delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di Bellano della provincia di Milano (compartimento TREMONTE 1791). comune di Tremonte. 852 comune di Tremenico. 850 1798 - 1809 sec. XV - sec. XVIII Il comune di Tremenico con Aveno, in forza della ri- Negli statuti delle strade e delle acque del contado di partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile Milano Tremonte era unito, nella pieve di Missaglia, al “lo- anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con ca- cho da Hò” (Hoè) (compartizione delle fagie 1346). poluogo Bellano. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Tremenico ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto con Aveno fu inserito nel distretto III di Bellano. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Tremonte terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), (Beretta 1972). Tremenico con Aveno era uno dei comuni che costituivano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, così come in un Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- et altre con esse tassate per le stara di sale, Tremonte era bre 1802, il comune di Tremenico venne ricollocato nel IV unita a Hoè, nella pieve di Missaglia. distretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Nella notificazione del personale fatta nel corso del III classe con 268 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni 1751 per tutto il ducato di Milano (compartimento 1751), 1803). Tremonte era elencato tra i comuni sotto la pieve di Missa- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- glia ed aveva uniti i cassinaggi di Cassina del Marone e Bo- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Treme- sanella. nico con Aveno venne ad appartenere al cantone III di Bel- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano lano del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava (editto 10 giugno 1757), Tremonte figura aggregato al co- 265 abitanti. mune di Santa Maria Hoè, nella pieve di Missaglia, com- Nell’elenco nominativo dei comuni componenti il can- presa nel ducato di Milano. tone di Bellano, redatto nell’agosto del 1808, il comune de- nominativo risultava formato da Tremenico (con 194 abi- tanti) e Aveno (105) (prospetto del cantone di Bellano 1808). VACCAREZZA A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Tremenico e comune di Vaccarezza. 853 uniti figurava, con 398 abitanti, comune aggregato al comu- sec. XVI ne denominativo di Sueglio, nel cantone V di Bellano del distretto III di Menaggio; fu confermato frazione di Sueglio Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Vaccarezza con il successivo compartimento territoriale del diparti- risulta inserita tra le comunità della pieve di Brivio (estimo mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). di Carlo V).

271 Val Beretta

VAL BERETTA Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el lo- comune di Val Beretta. 854 cho da Gargantino” (compartizione delle fagie 1346). sec. XIV - sec. XVI Nel 1412 il comune di Greghentino, per mezzo di pro- curatori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Vi- Citato come comune nel 1331, nel 1353 (Statuti, Ber- sconti, che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” gamo) gli sono uniti per motivi fiscali i comuni di Sala e di (Monte di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Corte; Bretta (Val Beretta) è citato tra le “terre, luoghi, ville Bernabò nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai e comuni” della comunità di Val San Martino negli statuti “loca et cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). della valle risalenti al 1435 (§ 217); è infine ancora menzio- nato come comune di “Val della Beretta” nell’estimazione Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- del 1537. Dalla fine del XVI secolo (Da Lezze 1596) è ci- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Greghentino ri- tato come “un monte”, sotto il quale erano compresi alcuni sulta inserito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). comuni e contrade. In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Monte della Val Beretta. 855 lente al 1572, era compresa anche Valgreghentino. sec. XVI - sec. XVIII Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Dalla fine del XVI secolo non compare più menzione munità di Valle Greghentino con Villa Greghentino, com- del comune della Val Beretta (Bretta o Labretta), citato nel presa nella pieve di Garlate - già infeudata con le comunità XIV secolo (statuti, Bergamo) e compreso tra le “terre, luo- delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovanni Ago- ghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino ne- stino d’Adda e nel 1652 al marchese Paolo Torriani (Casa- gli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217). Nella descri- nova 1904) - era infeudata al marchese Cesare Airoldi, al zione del Da Lezze, era citato come ”…un monte… sotto il quale nulla corrispondeva; non vi risiedeva iusdicente nè qual nome vi sono li sei comuni et contrade infrascritte”, regio nè feudale; la comunità, oltre al podestà feudale Pom- cioè Ca Martinone, Cornello, Favirano, Roncaglia, Torre peo Arrigone, residente a Lecco, era soggetta al regio vica- de’ Busi, Ca Zanelli (o Zanelli) (Da lezze 1596). rio della Martesana, presso la cui banca criminale il console era solito prestare giuramento. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 520 abi- VALAPERTA tanti, non aveva consiglio generale nè particolare, i suoi rappresentanti erano un sindaco e un console, eletti ogni comune di Valaperta. 856 anno in pubblica piazza all’incanto, sotto la direzione di sec. XIV - sec. XVI due deputati “pure creati in pubblica piazza”, che vigilava- no sulla giustizia dei pubblici riparti compilati da una terza Negli statuti delle strade e delle acque del contado di persona; la comunità non aveva cancelliere nè archivio per Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- le pubbliche scritture, che erano conservate presso il sinda- cho de Valle Averta con le cassine d’i Rimoldi” (comparti- co; l’esattore veniva eletto in pubblica piazza all’incanto zione delle fagie 1346). (risposte ai 45 quesiti, Valgreghentino). Prima del 1580, anno in cui i rispettivi sindaci fecero domanda per la fusione in un unico comune, Valaperta co- comune di Valgreghentino. 858 stituiva una comunità a sè, come Rimoldo, Cassina de’ Bracchi, Rogorea, Campo Fiorenzo, Cassina Galgiana, Ca- 1757 - 1797 sate Vecchio, Casate Nuovo; la riunione di queste località Nel compartimento territoriale dello stato di Milano avvenne in realtà in un arco di tempo più lungo (Cappellini (editto 10 giugno 1757), il comune di Val Greghentino con 1954). Villa di Val Greghentino, Parzano, Meglianico e Cassina Nella notificazione del personale del ducato di Milano Tajella faceva parte della pieve di Garlate, inclusa nel duca- (compartimento 1751), Valaperta era elencato come cassi- to di Milano. naggio del comune di Cassina de’ Bracchi, nella pieve di Nel 1771 il totale degli abitanti di Val Greghentino, Missaglia. conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 687 unità (statistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Val Gre- VALGREGHENTINO ghentino, Parzano, Meglianico e Cassina Tajella appartene- va alla pieve di Garlate, compresa nella provincia di Como. comune di Valgreghentino. 857 Nel 1791 Valgreghentino venne inserita, con le altre sec. XIV - 1757 comunità delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ Mauri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Milano (compartimento 1791). Garlate. Il 4 dicembre 1279 il monastero di Sant’Ambrogio ri- comune di Valgreghentino. 859 vendicò di fronte al podestà di Milano Lotterio Rusca l’ho- 1798 - 1815 nor e il districtus sui loghi “de Capiate”, “de Greghantino”, “de Milianigo": in dette località il monastero chiedeva al Il comune di Valgreghentino con Villa Valgreghentino, comune cittadino che non ponesse il podestà (Cazzani Parzano Meglianico e Cassina Tajella, in forza della ripar- 1979). tizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile

272 Valmadrera anno VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore VALLICELLI con capoluogo Brivio. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge comune di Vallicelli. 861 5 vendemmiale anno VII), il comune di Valgreghentino e sec. XVIII uniti fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. Nella notificazione del personale del ducato di Milano (compartimento 1751), Vallicelli figurava come cassinag- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- gio del comune di Pagnano “comune di Zeno con Vincenzo terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), del Corno”. Parte della squadra o comunità di Zeno con Valgreghentino e uniti era uno dei comuni che costituivano Vincenzo del Corno, la Cassina Vallicelli costituiva, intor- il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. no al 1755, comune a sè, “avendo però il riparto dal corpo Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- della squadra” (processi delle tavole d’estimo, pieve di Bri- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- vio). bre 1802, il comune di Valgreghentino venne ricollocato Nel compartimento territoriale dello stato di Milano nel VI distretto ex milanese con capoluogo Oggiono (qua- (editto 10 giugno 1757), Vallicelli figura aggregato al co- dro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come co- mune di Mondonico, nella pieve di Brivio, compresa nel mune di III classe con 712 abitanti, nel 1803 (elenco dei co- ducato di Milano. muni 1803). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Valgre- VALMADRERA ghentino con Villa Valgreghentino, Parzano Meglianico e Cassina Tajella venne ad appartenere al cantone V di Og- giono del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- comune di Valmadrera. 862 tava 504 abitanti. sec. XIV - 1757 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Garlate. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- nominativo di Valgreghentino, con una popolazione di 868 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el loco abitanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di de Valmagrera” (compartizione delle fagie 1346). Biglio, Dozio, Valgreghentino, era inserito nel cantone IV di Oggiono del distretto IV di Lecco, nel quale fu confer- Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza, mato con il successivo compartimento territoriale del di- redatta nel 1456, è citato tra gli altri il comune di Valmadre- ra (Beretta 1952). partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Valmadrera ri- comune di Valgreghentino. 860 sulta inserito nella pieve di Garlate (estimo di Carlo V). 1816 - 1859 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, lente al 1572, era compresa anche Valmagrera (Valmadre- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- ra). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real di Valgreghentino con Parzano, Villa di Valgreghentino, giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Melianico e Cassina Tajella fu inserito nel distretto XII di munità di Valmadrera, compresa nella pieve di Garlate - già Oggiono. infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - Valgreghentino con Villa di Valgreghentino, Parzano, non era infeudata, essendosi redenta l’8 aprile 1671 e paga- Melianico e Cassina Tajella, comune con convocato, fu va ogni quindici anni di “mezz’annata” lire 113.18.6 confermato nel distretto XII di Oggiono in forza del suc- “all’officio delle regalie”, lire 19.12.6 “alla tesoreria”, lire cessivo compartimento territoriale delle province lombarde 1.10 “al portiere”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè (notificazione 1 luglio 1844). feudale; la comunità era sottoposta alla regia giurisdizione del capitano di giustizia di Milano, presso la cui banca pre- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Valgreghen- stava il console il suo giuramento. tino con le frazioni Villa di Valgreghentino, Parzano, Me- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita lianico e Cassina Tajella, comune con convocato generale e amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 1.200 con una popolazione di 1.086 abitanti, fu inserito nel di- abitanti, non aveva consiglio, ma “all’occasione di qualche stretto XI di Oggiono. occorrenza”, console e sindaco avvisavano compadroni e cancelliere, “per dar le dovute provvidenze”; i riparti, pri- arch. risposte ai 45 quesiti, Valgreghentino: “Valle Greghen- ma di essere consegnati all’esattore, erano rivisti e sotto- tino, pieve di Garlate, con Villa Greghentino e Parzano. scritti dai compadroni primi estimati e poi esposti in pub- Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da Giacinto blica piazza; la comunità aveva il cancelliere, obbligato a Carozzi delegato di detta comunità”, 29 gennaio 1751, fare tre riparti all’anno, dandone copia al sindaco, presso il ASMi, Catasto, cart. 3.032. quale “sotto chiave in piccolo armario, per maggior cauzio- bibl. Grasso 1983: Giampiero Grasso, Arcivescovi di Milano, ne della comunità e terrazzani”, restavano le pubbliche pieve di Garlate-Olginate e comunità di Greghentino nei scritture; l’esattore veniva eletto mediante appalto ogni tre documenti dei sec. XVI-XVIII, “Archivi di Lecco”, 1983. anni (risposte ai 45 quesiti, Valmadrera).

273 Valmolina comune di Valmadrera. 863 Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Valmadrera, 1757 - 1797 comune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con Nel compartimento territoriale dello stato di Milano una popolazione di 3.221 abitanti, fu inserito nel distretto (editto 10 giugno 1757), il comune di Valmadrera faceva XI di Oggiono. parte della pieve di Garlate, inclusa nel ducato di Milano. arch. risposte ai 45 quesiti, Valmadrera: “Valmadrera, pieve Nel 1771 il totale degli abitanti di Valmadrera, conteg- di Garlate. Risposta alli quesiti della Real Giunta fatta da giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 1.651 Alessandro dall’Oro, cancelliere di detta comunità”, 15 unità (statistica delle anime 1771). gennaio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Valma- drera apparteneva alla pieve di Garlate, compresa nella pro- vincia di Como. VALMOLINA Nel 1791 Valmadrera venne inserita, con le altre comu- nità delle pievi di Garlate e Oggiono e della squadra de’ comune di Valmolina. 866 Mauri, nel distretto VI di Oggiono della provincia di Mila- sec. XVI no (compartimento 1791). In un prospetto comprendente tutte le terre del ducato di Milano risalente al 1572, Valmolina figurava con un pro- comune di Valmadrera. 864 prio perticato nella pieve di Garlate, pur non avendo attri- 1798 - 1815 buita una quota “de sale”. Il comune di Valmadrera, in forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto I del Caldone con capoluogo Lecco. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge VARENNA 5 vendemmiale anno VII), il comune di Valmadrera fu in- serito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. comune di Varenna. 867 Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), sec. XIII - 1757 Valmadrera era uno dei comuni che costituivano il distretto Comune della riviera di Lecco, fu capo di pieve. IV di Lecco del dipartimento del Lario. Varenna fu originariamente un modesto villaggio, no- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- minato almeno dall’anno 769 (Brivio 1985). partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- La chiesa di San Giovanni Battista in Varenna fu anti- bre 1802, il comune di Valmadrera venne ricollocato nel VI camente sotto la giurisdizione dell’arciprete di Monza: da distretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei un diploma di Alessandro III del 1169 si rileva che dal pre- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di lato dipendeva anche la corte di Varenna, con un rapporto III classe con 2.025 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni quindi non solo spirituale ma anche temporale; la dipen- 1803). denza è confermata in un privilegio dato nel 1188 da Cle- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- mente III. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Valma- Nel 1169 si rifugiarono in Varenna gli abitanti fuggia- drera venne ad appartenere al cantone V di Oggiono del di- schi dell’Isola comacina, saccheggiata dai comaschi dopo stretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 2.053 la sconfitta subita dai milanesi (di cui gli isolani erano alle- abitanti. ati) contro il Barbarossa. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Due atti del 1188 e 1189 testimoniano di una vendita mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- dei beni della corte di Varenna agli uomini del borgo da par- nominativo di Valmadrera, con una popolazione di 2.015 te di Oberto, arciprete di Monza. Il rafforzamento politico abitanti complessivi, era inserito nel cantone IV di Oggiono della comunità, sottolineato anche, dal lato religioso, dalla del distretto IV di Lecco; con il successivo compartimento difesa del rito patriarchino di Aquileia portato dagli isolani, territoriale del dipartimento del Lario (decreto 30 luglio portò a uno smembramento dell’antica pieve di Varenna, 1812), il comune denominativo di Valmadrera era costituito comprendente il Monte omonimo (con Perledo, Regoledo, dalle frazioni di Valmadrera e Malgrate. Bologna, Gisazio, Gittana, Regolo, Tondello, Vezio) ed Esino, che rimasero legate alla comunità della Valsassina. comune di Valmadrera. 865 Nella spartizione del territorio, il castello di Vezio rimase a 1816 - 1859 Varenna. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Nel 1294 l’arcivescovo Ottone Visconti confermò al in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- comune di Varenna la concessione di pascoli sullo Zuccone bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Campelli, versante bergamasco, già allo stesso fatta dai di Valmadrera fu inserito nel distretto XII di Oggiono. Con suoi predecessori tra 1176 e 1185 e tra 1187 e 1195 (Pensa il dispaccio governativo 19 marzo 1821 n. 5628/702 fu au- 1974-1977). torizzata la sostituzione, nel comune di Valmadrera, del Il comune di Varenna ebbe propri statuti, che, al con- consiglio comunale al convocato generale (variazioni al trario di quelli delle altre terre della riviera di Lecco, non ci compartimento provinciale di Como 1816-1835). sono pervenuti. Valmadrera, comune con consiglio, fu confermato nel Nel capitolo 202 degli statuti di Milano del 1396, nel distretto XII di Oggiono in forza del successivo comparti- quale erano fissati i limiti delle giurisdizioni nella cause ci- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 vili, è elencato il “commune” di Varenna; nel capitolo “de luglio 1844). iurisdictione iusdicentium” è detto che Varenna godeva “di

274 Varenna mero e misto impero” come Mandello, Dervio, Bellano: la Nel 1791 Varenna venne inserita, con le altre comunità giurisdizione di Varenna, ancora autonoma nel XV, risulta delle pievi di Dervio, Bellano, nel distretto IV di Bellano dipendente da quella di Mandello dal XVI secolo, parte del della provincia di Milano (compartimento 1791). contado della riviera dal 1537. Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- comune di Varenna. 869 cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Varenna risulta 1798 - 1815 inserita nella riviera di Lecco (estimo di Carlo V). Il comune di Varenna con Fiume Latte, in forza della ri- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato partizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con ca- lente al 1572, era compresa Varenna, nella riviera di Lecco. poluogo Bellano. Le ville comprese nella giurisdizione del comune di In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio Varenna (coincidente con i confini della pieve) non arriva- (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Varenna rono mai ad avere una propria autonomia: alla metà del con Fiume Latte fu inserito nel distretto III di Bellano. XVIII secolo facevano parte del comune di Varenna Fiume Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Latte, Cassina in Olivedo, Vedrigniano, Pianca, Bellotto terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), (compartimento 1751). Varenna con Fiume Latte era uno dei comuni che costitui- A Varenna si riuniva ogni anno il consiglio generale vano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. (vicinanza) degli abitanti maschi per l’elezione dei sindaci, Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- che dovevano essere due, scelti tra le persone più probe del partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- paese ed in grado di saper fare rispettare i diritti della co- bre 1802, il comune di Varenna venne ricollocato nel IV di- munità; fin dagli inizi del XV secolo Varenna aveva un ca- stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei neparo, che gestiva il gettito delle taglie, dazi, pedaggi, ga- distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di belle di ragione della camera ducale; il convocato dei III classe con 736 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni consiglieri metteva all’incanto i dazi comunali (Adami 1803). 1925; Adami 1926; Adami 1927; Pensa 1980; Varenna Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- 1980). gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Varenna Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti con Fiume Latte venne ad appartenere al cantone III di Bel- della real giunta del censimento, nel 1751 Varenna, capo di lano del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava pieve, compresa nella riviera di Lecco, era infeudata a Er- 669 abitanti. cole Sfondrati, conte della rivera, al quale pagava lire 213 Nell’elenco nominativo dei comuni componenti il can- annue. Per le cause criminali la comunità dipendeva dal po- tone di Bellano, redatto nell’agosto del 1808, il comune de- destà feudale di Mandello, “con patente per Varenna”, al nominativo risultava formato da Varenna (con 426 abitan- quale pagava un salario di lire 42 annue, per le civili dal ti), Monastero (6), Fiume Latte (187), Olivedo (10), Pino luogotenente feudale di Mandello, residente a Varenna, (23), Vendregnano (5), Piona (3), Gonzaga (20), Bellotto presso la cui banca, “nelle mani del notaro”, prestava giu- (3), Crotto (4) (prospetto del cantone di Bellano 1808). ramento il console. A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- amministrativa, il comune di Varenna con Fiume Latte nominativo di Varenna, con una popolazione di 675 abitanti “non aveva consiglio, ma formava di tempo in tempo la sua complessivi, era inserito nel cantone V di Bellano del di- vicinanza nella piazza del comune”, dove si proponevano e stretto III di Menaggio, nel quale fu confermato con il suc- stabilivano gli affari della comunità; due sindaci, eletti ogni cessivo compartimento territoriale del dipartimento del La- anno, erano responsabili dell’amministrazione e conserva- rio (decreto 30 luglio 1812). zione del pubblico patrimonio e della vigilanza sulla giusti- zia dei pubblici riparti, formati da uno dei due sindaci. La comune di Varenna. 870 comunità non aveva cancelliere, ma “per antica consuetu- 1816 - 1859 dine” ne suppliva le funzioni uno dei due sindaci. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, Nel 1751 la comunità di Varenna con Fiume Latte con- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- tava 564 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Varenna). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Varenna con Fiume Latte fu inserito nel distretto IX di Bellano. comune di Varenna. 868 Varenna con Fiume Latte, comune con consiglio, fu 1757 - 1797 confermato nel distretto IX di Bellano in forza del succes- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano sivo compartimento territoriale delle province lombarde (editto 10 giugno 1757), il comune di Varenna con Fiume (notificazione 1 luglio 1844). Latte costituiva la pieve di Varenna, compresa nella riviera Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Varenna con di Lecco, nel ducato di Milano. la frazione Fiumelatte, comune con consiglio comunale Nel 1771 il totale degli abitanti di Varenna, conteggiati senza ufficio proprio e con una popolazione di 1.043 abi- in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 748 unità (sta- tanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia iusdicenza feudale di Varenna. 871 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Varenna sec. XVI - 1774 con Fiume Latte, che costituiva l’omonima pieve, compre- La pieve di Varenna, compresa nel feudo della riviera, sa nella riviera di Lecco, apparteneva alla provincia di Co- era sottoposta alla giurisdizione del feudatario, tramite un mo. ufficiale (il podestà o pretore) che aveva sede a Mandello.

275 Vassena

La giurisdizione della pretura feudale di Mandello si bis” della chiesa di Varenna e l’indipendenza di questa estendeva sulla pieve di Mandello e sulla pieve di Varenna da altre Pievi in Varena seu Insula Nova, I, Lecco, (sul territorio di quest’ultima “con patente"). A.G.L., 1980; Varenna 1980: Varena seu insula nova. In Varenna, per le cause civili, dava udienza un luogo- Miscellanea varennese, I, Lecco, A.G.L., 1980. tenente del podestà. Attuario civile, attuario criminale (re- sponsabili della stesura dei rispettivi atti processuali), e fante erano unici per tutta la giurisdizione. VASSENA pieve di Varenna. 872 sec. XIV - 1757 comune di Vassena. 874 Con l’avvento della dominazione viscontea sul territo- sec. XIV - 1757 rio lariano, il governo di Milano si servì delle pievi come Comune della riviera di Lecco, appartenne alla pieve di circoscrizioni amministrative, per la ripartizione e la ri- Mandello. scossione delle imposte e dei dazi, e come circoscrizioni A norma degli statuti di Mandello, risalenti agli ultimi giudiziarie, alle quali era preposto un podestà, che rappre- anni del XIV secolo, i comuni facenti capo a Mandello sentava in esse l’autorità superiore dello stato. La pieve di ("communia et universitates terrarum"), compresi cioè nel- Varenna e la sua giurisdizione, ancora con un proprio iusdi- la giurisdizione pievana, dovevano nominare un console cente alla fine del XIV e nel XV secolo, risultava nel XVI (con l’obbligo di presentare le denunce al rettore di Man- secolo dipendente dalla podestaria di Mandello. La pieve di dello), un caneparo e due estimatori per ciascuno (Statuti, Varenna fece parte dal 1537 del contado della riviera; con Mandello; Zucchi 1959). l’infeudazione delle pievi del Lario orientale il diritto di no- Dal XV al XVIII secolo, Vassena fu sempre sottoposta mina del podestà e i diritti di esazione fiscale passarono al al podestà di Mandello e compresa nella giurisdizione di feudatario; il podestà di Mandello nominava un proprio Mandello, parte dal 1537 del contado della riviera, benché luogotenente per le cause civili nella pieve di Varenna. si fosse “segregata” dalla comunità generale di Mandello Negli estimi del ducato di Milano del 1558 Varenna ri- già alla fine del XV secolo (la divisione venne ribadita il 3 sultava inserita tra le comunità della riviera di Lecco (esti- agosto 1601). mo di Carlo V). Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Vassena ri- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato sulta inserita nella riviera di Lecco (estimo di Carlo V). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti lente al 1572, era compresa anche Varenna. della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di Negli elenchi degli anziani delle pievi del ducato di Vassena, compresa nella pieve di Mandello e nella riviera Milano dal XVI al XVIII secolo è costantemente ricordato di Lecco, era infeudata a Ercole Sfondrati, conte della rivie- anche quello della pieve di Varenna. ra, al quale corrispondeva annualmente il tre per cento di quanto pagava la comunità generale di Mandello (lire 11.1 pieve di Varenna. 873 su 384.15); il console prestava il suo ordinario giuramento 1757 - 1797 presso la banca criminale del podestà di Mandello; al pode- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano stà, Paolo Antonio Mornigo, pagava il tre per cento di quan- (editto 10 giugno 1757) costituiva la pieve di Varenna, parte to pagava la comunità generale di Mandello (lire 20.6 su della riviera di Lecco e del ducato di Milano, la comunità 460.18, comprese le 216 del bargello, oltre a lire 1.20 an- di Varenna con Fiume Latte. nue per la visita delle strade). Vassena continuava a pagare Nel 1771 il totale degli abitanti della pieve di Varenna, per convenzione il tre per cento “di diaria, camerale, fitti di conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, - “com- censi, e imposte straordinarie della congregazione di Stato” prendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, di quanto pagava la comunità generale di Mandello, corri- frati, monache) e nati nel 1771” - era di 748 unità (statistica spondeva nella stessa proporzione per “cero pasquale, ogli delle anime 1771). santi, fitti di debiti spettanti a detta comunità, manutenzio- In base al compartimento territoriale della Lombardia ne delle domestiche suppellettili al podestà, recognizione austriaca (editto 26 settembre 1786), la pieve di Varenna, del pretorio e delle strade regie”. parte della riviera di Lecco e comprendente la comunità di Per quanto riguarda gli organi e gli spetti della vita am- Varenna con Fiume Latte, fu inserita nella provincia di Co- ministrativa, la comunità di Vassena aveva il suo consiglio mo. particolare, formato dai capi famiglia, che restava convoca- Nel 1791 la pieve di Varenna venne inserita, con le co- to dal console porta a porta la sera antecedente a quella fis- munità delle pievi di Dervio e Bellano, nel distretto IV di sata per la riunione; un sindaco, eletto all’incanto, con due Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). deputati, uno dei quali di nomina del sindaco, l’altro di tut- to il corpo della vicinanza, regolavano il comune e vigila- arch. risposte ai 45 quesiti, Varenna: “Varenna con Fiume vano a vantaggio pubblico, restando però “del tutto dipen- Latte, Riviera di Lecco. Risposta à quesiti della Real denti dalla vicinanza nelle cose straordinarie”; ogni anno al Gionta fatta da Pietro Antonio Venino e Nicola Campio- termine del mandato il sindaco era tenuto alla resa dei conti ne, sindaci di detto Comune”, 13 marzo 1751, ASMi, Ca- del suo operato; la comunità non aveva cancelliere, serven- tasto, cart. 3.030. dosi in caso di bisogno del cancelliere del podestà di Man- bibl. Adami 1925: Vittorio Adami, Cenni genealogici sulle dello o di altro; non aveva archivio per le pubbliche scrittu- famiglie di Varenna e del Monte di Varenna, Milano, Co- op. Tip. Ed., 1925; Adami 1926: Vittorio Adami, La for- re, ma “una cassa” in cui queste venivano custodite, presso tezza di Varenna, “Periodico della Società storica comen- un “particolare di detto commune, senza che li si passi al- se”, 1926; Adami 1927: Vittorio Adami, Varenna e cun emolumento”; l’incarico di esattore veniva messo Monte di Varenna, Milano, Ed. tip. arcivescovile, 1927; all’incanto. Nel 1751 la comunità di Vassena contava 155 Pensa 1980: Pietro Pensa, La questione del “nullius ple- abitanti (risposte ai 45 quesiti, Vassena).

276 Vegno comune di Vassena. 875 VEGLIO 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comune di Veglio. 878 (editto 10 giugno 1757), il comune di Vassena faceva parte sec. XV - 1757 della pieve di Mandello, compresa nella riviera di Lecco, Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di nel ducato di Milano. Brivio. Nel 1771 il totale degli abitanti di Vassena, conteggiati Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 154 unità (sta- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- tistica delle anime 1771). ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto In base al compartimento territoriale della Lombardia di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Vassena Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- apparteneva alla pieve di Mandello, compresa nella riviera nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Veglio (Be- di Lecco, nella provincia di Como. retta 1972). Nel 1791 Vassena venne inserita, con le altre comunità Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- delle pievi di Mandello e Lecco e della Valtaleggio, nel di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Veglio risulta stretto III di Lecco della provincia di Milano (comparti- elencata tra le comunità della pieve di Brivio (estimo di mento 1791). Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comune di Vassena. 876 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- 1798 - 1809 lente al 1572, era compresa anche Cassina Veglio. Il comune di Vassena, in forza della ripartizione del di- Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- compreso nel distretto IV dell’Alto Lambro con capoluogo munità di Cassina Veglio, compresa nella pieve di Brivio - Asso. già parte dal 1648 del feudo di Missaglia con Brianza, Cas- In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge sina Fumagalli, Piecastello, Sarizza, Sarizzetta, Bestetto, 5 vendemmiale anno VII), il comune di Vassena fu inserito Cagliano, Tegnone, Giovenzana, Campsirago (Casanova nel distretto XXV di Asso. 1904) - non era infeudata, nè pagava “mezz’annata”. Non Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità era terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), soggetta al regio officio della Martesana, presso la cui ban- Vassena era uno dei comuni che costituivano il distretto IV ca criminale il console era solito prestare giuramento. di Lecco del dipartimento del Lario. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita Nel 1803 (elenco dei comuni 1803), il comune di Vas- amministrativa, la comunità, che aveva allora 27 abitanti, sena era compreso nel III distretto dell’ex milanese con ca- era formata da due soli massari e non vi era altro rappresen- poluogo Lecco, come comune di III classe con 180 abitanti. tante che il console, ufficio ricoperto alternativamente dai due massari, senza mercede; non c’era cancelliere nè archi- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- vio per le pubbliche scritture; i pubblici riparti restavano gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Vasena presso l’esattore, che allora era “da molti anni Paolo Cer- venne ad appartenere, comune di III classe, al cantone IV nuschi di Ello”, non ritrovandosi però “i capitoli in iscritto, di Asso del distretto IV di Lecco. continuandosi secondo il già praticato” (risposte ai 45 que- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- siti, Veglio). mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Vassena figu- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano rava, con 285 abitanti, comune aggregato al comune deno- (editto 10 giugno 1757), Veglio figura aggregato al comune minativo di Onno, nel cantone III di Asso del distretto IV di di Aizuro, nella pieve di Brivio, compresa nel ducato di Mi- Lecco; fu confermato frazione di Onno con il successivo lano. compartimento territoriale del dipartimento del Lario (de- creto 30 luglio 1812). arch. risposte ai 45 quesiti, Veglio: “Cassina Veglio, pieve di Brivio. Risposta de’ quesiti della Real Giunta fatta da comune di Vassena. 877 Giacinto Carozzi delegato”, 6 marzo 1751, ASMi, Cata- 1816 - 1859 sto, cart. 3.040. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Vassena fu inserito nel distretto XI di Lecco. VEGNO Vassena, comune con convocato, fu confermato nel di- stretto XI di Lecco in forza del successivo compartimento comune di Vegno. 879 territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio sec. XIV - 1757 1844). La comunità di Vegno appartenne già anticamente alla Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Vassena, co- Valsassina, parte della squadra di Chignolo. mune con convocato generale e con una popolazione di 280 Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole abitanti, fu inserito nel distretto X di Lecco. terre componenti la Valsassina, tra cui Vegno, furono chia- mati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filip- arch. risposte ai 45 quesiti, Vassena: “Vassena, Pieve di Man- dello, Riviera di Lecco. Risposta a quesiti della Real po Maria Visconti (Orlandi 1911). Gionta fatta da Giuseppe Cantone quondam Carlo sindi- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- co di detto Comune”, 29 gennaio 1751, ASMi, Catasto, cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Vegno è elencata cart. 3.031. tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V).

277 Vendrogno

In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato Inesio e Sanico apparteneva alla Valsassina, inserita nella di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- provincia di Como. lente al 1572, “Vegno de Valsasna” era tra citata tra “le in- Nel 1791 Vendrogno era compresa tra le comunità del- frascritte comuni” della Valsassina. la Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- provincia di Milano (compartimento 1791). sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- zone nel XVIII secolo, e dalle risposte fornite ai 45 quesiti comune di Vendrogno. 882 della real giunta del censimento nel 1751, si desume che 1798 - 1815 Vegno, nella squadra di Chignolo, era uno dei comuni (o Il comune di Vendrogno con Bruga, Mosnico, Morni- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- co, Noceno, Comasira e Sanico, in forza della ripartizione go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- Bellano. va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Vendrogno nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira e Sanico formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e fu inserito nel distretto III di Bellano. un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su Vendrogno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Coma- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor sira e Sanico era uno dei comuni che costituivano il distret- estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- to IV di Lecco del dipartimento del Lario. lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- I consiglieri componenti il consiglio generale di valle bre 1802, il comune di Vendrogno con Bruga, Mosnico, erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle Mornico, Noceno, Comasira e Sanico venne ricollocato nel rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- II distretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei lamento della Valsassina). distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di III classe con 769 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni Nel compartimento territoriale dello stato di Milano 1803). (editto 10 giugno 1757), Vegno figura aggregato al comune di Crandola, nella Valsassina, compresa nel ducato di Mila- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- no. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Vendro- gno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira, Inesio e Sanico venne ad appartenere al cantone II di Tace- no del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 934 abitanti. VENDROGNO A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- comune di Vendrogno. 880 nominativo di Vendrogno, con una popolazione di 1.199 sec. XVIII - 1757 abitanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di Narro e uniti, Vendrogno e uniti, era inserito nel cantone V I luoghi o terre della squadra di Muggiasca, tra cui di Bellano del distretto III di Menaggio, nel quale fu con- Vendrogno, anticamente formanti un’unica comunità della fermato con il successivo compartimento territoriale del di- Valsassina, si divisero poi, facendo comune a sè: negli atti partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). preparatori del nuovo estimo, tuttavia, venne fatta una rela- zione unitaria per tutta la squadra della Muggiasca (proces- comune di Vendrogno. 883 si delle tavole d’estimo, Valsassina); compaiono infine tutti 1816 - 1859 riuniti sotto il comune di Vendrogno nella notificazione del personale (compartimento 1751) e nella compartimenta- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, zione territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- 1757). bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Vendrogno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Co- comune di Vendrogno. 881 masira, Inesio e Sanico fu inserito nel distretto X di Taceno. 1757 - 1797 Vendrogno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira, Inesio e Sanico, comune con consiglio, fu con- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano fermato nel distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza (editto 10 giugno 1757), Vendrogno con Bruga, Mosnico, del successivo compartimento territoriale delle province Mornico, Noceno, Comasira, Inesio e Sanico era un comu- lombarde (notificazione 1 luglio 1844). ne della Valsassina, compresa nel ducato di Milano. L’imperial regio governo, con dispaccio n. 19321/2798 Nel 1771 il totale degli abitanti di Vendrogno, conteg- del 1846, notificò l’aulica approvazione per il distacco del giati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 135 unità comune di Vendrogno dal distretto di Introbio e per la sua (statistica delle anime 1771). aggregazione a quello di Bellano, con effetto dal 1 luglio In base al compartimento territoriale della Lombardia 1846 (notificazione 20 giugno 1846). austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Vendro- Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Vendrogno gno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira, con le frazioni Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Coma-

278 Vercurago sira, Inesio e Sanico, comune con consiglio comunale sen- Martino; il Da Lezze lo descriveva come ”…una terra over za ufficio proprio e con una popolazione di 875 abitanti, fu comune…”, costituito da “Vercurago con le contrade et inserito nel distretto XV di Bellano. pertinentie sue”; erano allora citate in particolare le contra- de de La Chiusa, al confine della valle verso lo stato di Mi- squadra della Muggiasca. 884 lano, e di Somasca; Vercurago era a quell’epoca retta da un (Monte della Muggiasca, comunità della Muggiasca) console e da due sindaci. Alla fine del XVI secolo contava sec. XIV - 1757 63 fuochi e 253 abitanti (Da Lezze 1596); alla fine del XVI- II secolo ne contava 285 (Maironi, catalogo). Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole terre componenti la Valsassina, tra cui i luoghi di Muggia- sca, furono chiamati a Milano per dare giuramento di fedel- comune di Vercurago. 886 tà al duca Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). 1798 - 1815 Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Muggiasca Il comune di Vercurago, in forza della ripartizione del era elencata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato compreso nel distretto I del Caldone, ossia di Lecco; i sin- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- daci di Vercurago, come quelli di Valderve e Somasca, lente al 1572, Muggiasca era citata tra “le infrascritte co- espressero la loro contrarietà all’aggregazione al diparti- muni” della Valsassina. mento della Montagna (Guastella 1937). I luoghi o terre della Muggiasca, dall’epoca più antica Con la divisione del dipartimento del Serio (legge 5 formanti un’unica comunità, si divisero poi, facendo comu- vendemmiale anno VII), il comune di Vercurago aggregò il ne a sè: negli atti preparatori del nuovo estimo, tuttavia, comune di Somasca e fu collocato nel distretto IV della venne fatta una relazione unitaria per tutta la squadra della Sonna, con capoluogo Caprino. Muggiasca (processi delle tavole d’estimo, Valsassina); Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- compaiono infine tutti riuniti sotto il comune di Vendrogno terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), nella notificazione del personale (compartimento 1751) e Vercurago e Somasca era uno dei comuni che costituivano nella compartimentazione territoriale dello stato di Milano il distretto I di Bergamo del dipartimento del Serio. (editto 10 giugno 1757). Vercurago e Somasca figurava, nel 1802, tra i comuni Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- dell’ex provincia bergamasca “aventi attualmente l’estimo sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- particolare” (tabella dei comuni 1802). zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per della real giunta del censimento nel 1751, si desume che la la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio squadra o comunità della Muggiasca, nella squadra dei (che venivano organizzati in XI distretti), il comune di Ver- Monti, comprendente le terre di Vendrogno, Comasira, Ine- curago e Somasca era collocato nel distretto X di Pontita sio, Mornico, Mosnico, Bruga, Sanico, Noceno, era uno dei (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì un comuni subordinati e sottoposti alla comunità generale del- piano dell’amministrazione dipartimentale, che prevedeva la Valsassina. Tutte le terre (o luoghi) della comunità della l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI di- Muggiasca erano regolati da un console, che ordinariamen- stretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettua- te prestava giuramento alla banca del podestà ad Introbio, i le al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si tro- sindaci della Muggiasca, eletti dalle vicinanze locali, erano vò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione responsabili dell’amministrazione e conservazione del pa- dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- trimonio vicinale; le singole terre potevano avere anche un cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono proprio cancelliere, che formava i riparti (compito altri- o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- menti spettante al sindaco) e un esattore, che riceveva l’in- via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto carico mediante appalto. In ogni terra della Valsassina si l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- dell’amministrazione dipartimentale, Vercurago e Somasca te (le terre) lo stesso metodo e regola”. costituiva un comune del distretto della Sonna con capo- I consiglieri componenti il consiglio generale della luogo Caprino (progetto di distrettuazione 1803). Valsassina erano deputati (spesso riconfermati per lungo Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti tempo) dalle rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- Valsassina; regolamento della Valsassina). polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione VERCURAGO locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio comune di Vercurago. 885 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro sec. XIV - 1797 numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun Nel 1331 (statuti, Bergamo) faceva capo alla “facta” di distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano Porta Sant’Alessandro; Vercurago è citato tra le “terre, luo- prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere ghi, ville e comuni” della comunità di Val San Martino ne- ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Ver- gli statuti della valle risalenti al 1435 (§ 217); in età veneta curago e Somasca era comune, con 466 abitanti, nel distret- il comune di Vercurago fece sempre parte della Val San to XIV della Sonna (decreto 27 giugno 1804).

279 Verderio

Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- dale; la comunità era soggetta al regio officio della Marte- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Vercura- sana, presso la cui banca criminale il console era solito pre- go e Somasca venne ad appartenere al cantone VII di Ca- stare giuramento. prino del distretto I di Bergamo: comune di III classe, Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita contava 466 abitanti. amministrativa, il consiglio della comunità, che aveva allo- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, ra 419 abitanti, restava stabilito dai fattori e dai compadroni venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- del luogo, con l’assistenza del console; la comunità aveva partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), un cancelliere, allora abitante ad un miglio di distanza, con integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- emolumento di lire 4.10 annue per ciascun riparto; le pub- ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo bliche scritture “del comune dominante” rimanevano pres- 1809), il comune denominativo di Vercurago, con una po- so il console, quelle “del comune separato” presso il conte polazione di 527 abitanti complessivi e comprendente i co- Annone; vi era infine un esattore (risposte ai 45 quesiti, muni aggregati di Vercurago e Somasca, era inserito nel Verderio inferiore). cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. comune di Verderio superiore. 889 comune di Vercurago. 887 sec. XIV - 1757 1816 - 1859 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- Brivio. mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno Il toponimo “Verederio” è citato nell’anno 934 (CDL, lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- n. 545; Vismara 1979). mune di Vercurago e Somasca fu inserito nel distretto VII di Caprino. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho Vercurago e Somasca, comune con convocato, fu con- da Verdé de Sopra” (compartizione delle fagie 1346). fermato nel distretto VII di Caprino in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni cazione 1 luglio 1844). ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Vercurago di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano con la frazione Somasca, comune con convocato generale Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- e con una popolazione di 682 abitanti, fu inserito nel di- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Verderio stretto IX di Caprino. superiore (Beretta 1972). Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Verderio supe- riore risulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio VERDERIO (estimo di Carlo V). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato comune di Verderio inferiore. 888 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- sec. XIV - 1757 lente al 1572, era compresa anche Verderio di sopra. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Brivio. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Il toponimo “Verederio” è citato nell’anno 934 (CDL, munità di Verderio superiore, compresa nella pieve di Bri- n. 545; Vismara 1979). vio, non era infeudata e non si era mai redenta, non pagava Negli statuti delle strade e delle acque del contado di “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho dale; la comunità era soggetta al regio officio della Marte- da Verdé de Sotto” (compartizione delle fagie 1346). sana, presso la cui banca criminale il console era solito pre- stare giuramento. Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto amministrativa, il consiglio della comunità, che aveva allo- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano ra 421 abitanti, restava formato da tre fattori del luogo no- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- minati come deputati, con l’assistenza del console; la co- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Verderio in- munità aveva allora un cancelliere, abitante ad un miglio di feriore (Beretta 1972). distanza, con emolumento di lire 24 annue; non c’era stan- za per le scritture pubbliche, ma “un vestirolo che sta ap- Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- presso il console quale si chiama archivio della comunità”; cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Verderio inferio- vi era infine un esattore, che riceveva i riparti una volta sot- re risulta elencata tra le comunità della pieve di Brivio (esti- toscritti dai deputati (risposte ai 45 quesiti, Verderio supe- mo di Carlo V). riore). In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- comune di Verderio inferiore. 890 lente al 1572, era compresa anche Verderio di sotto. 1757 - 1797 Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano munità di Verderio di sotto, compresa nella pieve di Brivio, (editto 10 giugno 1757), il comune di Verderio inferiore ap- non era infeudata, non si era mai redenta e non pagava parteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di Mi- “mezz’annata”. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feu- lano.

280 Verderio

Nel 1771 il totale degli abitanti di Verderio inferiore, In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Verderio superiore 422 unità (statistica delle anime 1771). fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. In base al compartimento territoriale della Lombardia Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Verderio terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), inferiore, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia Verderio superiore era uno dei comuni che costituivano il di Milano. distretto III di Monza del dipartimento dell’Olona. Nel 1791 Verderio inferiore risultava inserita nella pie- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- ve di Brivio che costituiva, unitamente a una porzione della gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Verderio pieve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della provincia superiore venne ad appartenere al cantone VI di Santa Ma- di Milano (compartimento 1791). ria Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, con- tava 550 abitanti. comune di Verderio superiore. 891 A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Verderio supe- 1757 - 1797 riore figurava, con 507 abitanti, comune aggregato al co- Nel compartimento territoriale dello stato di Milano mune denominativo di Verderio, nel cantone V di Merate (editto 10 giugno 1757), il comune di Verderio superiore del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Verde- apparteneva alla pieve di Brivio, compresa nel ducato di rio con il successivo compartimento territoriale del diparti- Milano. mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). Nel 1771 il totale degli abitanti di Verderio superiore, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di comune di Verderio. 894 478 unità (statistica delle anime 1771). 1809 - 1815 In base al compartimento territoriale della Lombardia A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Verderio mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), il comune de- superiore, nella pieve di Brivio, era inserito nella provincia nominativo di Verderio, con una popolazione di 1.026 abi- di Milano. tanti complessivi e comprendente i comuni aggregati di Nel 1791 Verderio superiore risultava inserita nella Verderio superiore, Verderio inferiore, era inserito nel can- pieve di Brivio che costituiva, unitamente a una porzione tone V di Merate del distretto IV di Lecco, nel quale fu con- della pieve di Missaglia, il distretto IX di Brivio della pro- fermato con il successivo compartimento territoriale del di- vincia di Milano (compartimento 1791). partimento del Lario (decreto 30 luglio 1812). comune di Verderio inferiore. 892 comune di Verderio inferiore. 895 1798 - 1809 1816 - 1859 Il comune di Verderio inferiore, in forza della riparti- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune capoluogo Brivio. di Verderio inferiore fu inserito nel distretto XXIV di Bri- vio. In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge Verderio inferiore, comune con convocato, fu confer- 5 vendemmiale anno VII), il comune di Verderio inferiore mato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo fu inserito nel distretto II dell’Adda, ossia di Brivio. compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- cazione 1 luglio 1844). terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Verderio in- Verderio inferiore era uno dei comuni che costituivano il feriorei, comune con convocato generale e con una popola- distretto III di Monza del dipartimento dell’Olona. zione di 716 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Verderio comune di Verderio superiore. 896 inferiore venne ad appartenere al cantone VI di Santa Maria 1816 - 1859 Hoè del distretto IV di Lecco: comune di III classe, contava 542 abitanti. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Verderio infe- di Verderio superiore fu inserito nel distretto XXIV di Bri- riore figurava, con 519 abitanti, comune aggregato al co- vio. mune denominativo di Verderio, nel cantone V di Merate Verderio superiore, comune con convocato, fu confer- del distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Verde- mato nel distretto XXIV di Brivio in forza del successivo rio con il successivo compartimento territoriale del diparti- compartimento territoriale delle province lombarde (notifi- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). cazione 1 luglio 1844). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Verderio su- comune di Verderio superiore. 893 periore, comune con convocato generale e con una popola- 1798 - 1809 zione di 761 abitanti, fu inserito nel distretto XII di Brivio. Il comune di Verderio superiore, in forza della riparti- arch. risposte ai 45 quesiti, Verderio inferiore: “Verderio di zione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno sotto, pieve di Brivio. Risposta alli quesiti della Real VI), fu compreso nel distretto VI dell’Adda superiore con Giunta fatta da Giovanni Battista Mariano, cancelliere capoluogo Brivio. della suddetta comunità”, 23 dicembre 1750, ASMi, Ca-

281 Vergano

tasto, cart. 3.040; risposte ai 45 quesiti, Verderio supe- neata già nel 1753 (indice pievi 1753), a Vergano furono riore: “Verderio superiore, pieve di Brivio. Risposta alli aggregati Villa Vergano e Figina. quesiti della Real Giunta fatta da Giovanni Battista Ma- riano, cancelliere della suddetta comunità”, 23 dicembre 1750, ASMi, Catasto, cart. 3.040. comune di Vergano. 898 1757 - 1797 Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), il comune di Vergano con Villa VERGANO Vergano e Figina faceva parte della pieve di Oggiono, in- clusa nel ducato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Vergano, conteggiati comune di Vergano. 897 in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 485 unità (sta- sec. XIV - 1757 tistica delle anime 1771). Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di In base al compartimento territoriale della Lombardia Oggiono. austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Vergano Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di con Villa Vergano e Figina apparteneva alla pieve di Oggio- Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, no, compresa nella provincia di Como. anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, Nel 1791 Vergano venne inserita, con le altre comunità e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- delle pievi di Oggiono e Garlate e della squadra de’ Mauri, mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Verga- nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano (com- no (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più partimento 1791). o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- Marcora 1957). comune di Vergano. 899 Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 1798 - 1809 Milano era compreso, nella pieve di Oggiono, come “el lo- cho da Vergano con Villa de Vergano” (compartizione delle Il comune di Vergano con Villa Vergano e Figino, in fagie 1346). forza della ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto V dei Nel 1412 il comune di Vergano, per mezzo di procura- Laghi con capoluogo Oggiono. tori, prestò giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti, In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge che aveva riconfermato alla “Martesana superiore” (Monte 5 vendemmiale anno VII), il comune di Vergano e uniti fu di Brianza) le esenzioni fiscali già accordate da Bernabò inserito nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. nel 1373 e da Giangaleazzo Visconti nel 1385 ai “loca et cassine Montis Brianze” (Cazzani 1979). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- Vergano e uniti era uno dei comuni che costituivano il di- cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Vergano risulta stretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. inserita nella pieve di Oggiono (estimo di Carlo V). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- bre 1802, il comune di Vergano venne ricollocato nel VI di- lente al 1572, era compresa anche Vergano. stretto ex milanese con capoluogo Oggiono (quadro dei Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- III classe con 470 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni munità di Vergano, compresa nella pieve di Oggiono - già 1803). infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) - gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Vergano non era infeudata, essendosi redenta il 18 settembre 1671 con Villa Vergano e Figino venne ad appartenere al cantone (come da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolino V di Oggiono del distretto IV di Lecco: comune di III clas- notaio di Milano), e pagava ogni quindici anni lire 30 al te- se, contava 522 abitanti. soriere e soldi 10 al portiere per “mezz’annata”. Non vi ri- siedeva iusdicente nè regio nè feudale; la comunità di Ver- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- gano era sottoposta alla regia iusdicenza del capitano di mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Vergano e uni- giustizia di Milano, e il console era solito prestare giura- ti figurava, con 537 abitanti, comune aggregato al comune mento presso la banca criminale di Milano. denominativo di Ello, nel cantone IV di Oggiono del di- stretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Ello con il Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita successivo compartimento territoriale del dipartimento del amministrativa, la comunità, che aveva allora 151 abitanti Lario (decreto 30 luglio 1812). “collettabili” e 21 “non collettabili”, non faceva consiglio, ma “alle occasioni di qualche occorrenze” restavano avvi- comune di Vergano. 900 sati “li signori primi estimati, per dare le opportune provvi- denze”; si eleggeva un cancelliere, un deputato e un conso- 1816 - 1859 le in pubblica piazza; le pubbliche scritture erano custodite Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, la cancelliere in casa sua “sotto chiave”; infine si eleggeva in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- un esattore, che poteva essere confermato (risposte ai 45 bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune quesiti, Vergano). di Vergano con Villa Vergano e Figino fu inserito nel di- Con la compartimentazione territoriale che seguì la ri- stretto XII di Oggiono. forma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, Vergano con Villa Vergano e Figino, comune con con- preceduta da una politica di aggregazione dei comuni deli- vocato, fu confermato nel distretto XII di Oggiono in forza

282 Vestreno del successivo compartimento territoriale delle province lario di lire 10 annue. Nel 1751 la comunità di Vestreno lombarde (notificazione 1 luglio 1844). contava 198 abitanti (risposte ai 45 quesiti, Vestreno). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Vergano con le frazioni Villa Vergano e Figina, comune con convocato comune di Vestreno. 903 generale e con una popolazione di 694 abitanti, fu inserito 1757 - 1797 nel distretto XI di Oggiono. Nel compartimento territoriale dello stato di Milano arch. risposte ai 45 quesiti, Vergano: “Vergano, pieve di Og- (editto 10 giugno 1757), il comune di Vestreno faceva parte giono, e Villa Vergano. Risposte alli quesiti della Reale della pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco, nel Giunta fatta da Vittore Tentorio, cancelliere della suddet- ducato di Milano. ta comunità”, 10 marzo 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.032. Nel 1771 il totale degli abitanti di Vestreno, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 189 unità (sta- tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia VERTORA austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Vestreno apparteneva alla pieve di Dervio, compresa nella riviera di Lecco, nella provincia di Como. comune di Vertora. 901 Nel 1791 Vestreno venne inserita, con le altre comunità sec. XIV - sec. XVI delle pievi di Dervio, Bellano e Varenna, nel distretto IV di Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Bellano della provincia di Milano (compartimento 1791). Milano era compreso, nella pieve di Brivio, come “el locho o cassina de Vertora” (compartizione delle fagie 1346). comune di Vestreno. 904 In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato 1798 - 1809 di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- lente al 1572, era compresa anche Ventola (Vertora), nella Il comune di Vestreno, in forza della ripartizione del di- pieve di Brivio. partimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu compreso nel distretto III della Riviera con capoluogo Bel- lano. In base alla divisione del dipartimento d’Adda e Oglio (legge 11 vendemmiale anno VII), il comune di Vestreno fu VESTRENO inserito nel distretto III di Bellano. Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- comune di Vestreno. 902 terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), sec. XIV - 1757 Vestreno era uno dei comuni che costituivano il distretto IV Comune del Monte di Introzzo, anticamente parte della di Lecco del dipartimento del Lario. Valsassina, indi della riviera di Lecco (pieve di Dervio). Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Nel corso del 1415, i procuratori delle singole terre partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- componenti la Valsassina, tra cui Vestreno, furono chiamati bre 1802, il comune di Vestreno venne ricollocato nel IV di- a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca Filippo stretto ex milanese con capoluogo Bellano (quadro dei Maria Visconti (Orlandi 1911). distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti III classe con 203 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni della real giunta del censimento, nel 1751 la comunità di 1803). Vestreno, compresa nella pieve di Dervio e nella riviera di Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- Lecco e parte del Monte di Introzzo, era infeudata a Ercole gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Vestreno Sfondrati, conte della riviera (con il titolo di “signore” sul venne ad appartenere al cantone III di Bellano del distretto Monte di Introzzo), al quale pagava annualmente un quarto IV di Lecco: comune di III classe, contava 206 abitanti. di lire 121.44.6, cioè lire 30.8.7.1/2, come da istromento ro- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- gato il 3 aprile 1644 da Giorgio Serponti notaio di Milano. mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Vestreno figu- Per le cause criminali la comunità dipendeva dal podestà rava, con 221 abitanti, comune aggregato al comune deno- feudale di Bellano, al quale pagava un salario di lire 16.4 minativo di Sueglio, nel cantone V di Bellano del distretto annue ("un quarto dell’intero Monte"), per le civili dal luo- III di Menaggio; fu confermato frazione di Sueglio con il gotenente feudale di Bellano, residente a Vestreno, dove te- successivo compartimento territoriale del dipartimento del neva udienza due giorni la settimana (mercoledì e sabato) e Lario (decreto 30 luglio 1812). presso il quale prestava giuramento il console. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita comune di Vestreno. 905 amministrativa, il comune aveva un consiglio generale o 1816 - 1859 convocazione di tutti gli uomini vicini, ed eleggeva ogni anno all’incanto un sindaco (con le funzioni anche di esat- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, tore, “per scarsezza di uomini atti"), al quale restava racco- in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- mandata l’amministrazione del patrimonio pubblico e la bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune custodia dei libri, delle quali rendeva conto al termine del di Vestreno fu inserito nel distretto IX di Bellano. mandato; per le scritture c’era un ripostiglio con due chiavi, Vestreno, comune con convocato, fu confermato nel tenute una dal sindaco e l’altra da uno dei maggiori estima- distretto IX di Bellano in forza del successivo comparti- ti); al cancelliere, allora residente a Dervio, spettava forma- mento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 re i riparti e i quinternetti per l’esazione delle taglie, con sa- luglio 1844).

283 Viganò

Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Vestreno, co- amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui ban- mune con convocato generale e con una popolazione di 397 ca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. pagando all’attuario soldi 18.3. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita iusdicenza feudale del Monte di Introzzo. 906 amministrativa, la comunità, che aveva allora 329 abitanti, sec. XVI - 1774 formava i suoi consigli in piazza a suono di campana con la Il Monte di Introzzo, compreso nel feudo della riviera, concorrenza di tutti gli uomini e degli ufficiali, cioè il pri- era sottoposta alla giurisdizione del feudatario, tramite un mestimo, allora Guido SIrtori, un cancelliere, allora resi- ufficiale (il podestà o pretore) che aveva sede a Bellano. dente a Barzago, con un salario di lire 18 annue più straor- dinari, un console; l’amministrazione e conservazione La giurisdizione della pretura feudale di Bellano si della comunità, così come la vigilanza sulla giustizia dei estendeva sulla pieve di Bellano, sulla pieve di Dervio e sul pubblici riparti veniva raccomandata al primestimo, verbal- Monte di Introzzo: sul territorio di quest’ultimi il podestà mente delegato; c’era infine un esattore (risposte ai 45 que- si faceva rappresentare da un luogotenente che dava udien- siti, Viganò). za per le cause civili. Attuario (responsabile della stesura degli atti processuali) e fante erano unici per tutta la giuri- sdizione. comune di Viganò di sopra e di sotto. 908 1757 - 1797 arch. risposte ai 45 quesiti, Vestreno: “Vestreno, Riviera di Lecco, Pieve di Dervio. Risposta à quesiti della Real Nel compartimento territoriale dello stato di Milano Gionta fatta dà Giuseppe Anganuzzi, cancelliere di detto (editto 10 giugno 1757), il comune di Viganò di sopra e di comune”, 2 aprile 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.030. sotto apparteneva alla pieve di Missaglia, compresa nel du- cato di Milano. Nel 1771 il totale degli abitanti di Viganò, conteggiati in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 396 unità (sta- VIGANÒ tistica delle anime 1771). In base al compartimento territoriale della Lombardia comune di Viganò di sopra e di sotto. 907 austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Viganò sec. XIII - 1757 di sopra e di sotto, nella pieve di Missaglia, era inserito nel- la provincia di Milano. Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Nel 1791 Viganò risultava inserita nella porzione della Missaglia. pieve di Missaglia che costituiva il distretto X di Missaglia Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di della provincia di Milano (compartimento 1791). Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, comune di Viganò. 909 e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uo- 1798 - 1809 mini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Viganò (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o Il comune di Viganò di sopra e di sotto, in forza della meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti- ripartizione del dipartimento della Montagna (legge 5 fiori- Marcora 1957). le anno VI), fu compreso nel distretto VII del Piè de’ Monti Comune e “consules” di Viganò sono citati nel 1289 con capoluogo Missaglia. (Atti del comune di Milano, III). In base alla divisione del dipartimento d’Olona (legge Negli statuti delle strade e delle acque del contado di 5 vendemmiale anno VII), il comune di Viganò di sopra e Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- Viganò di sotto fu inserito nel distretto XXVII di Missaglia. cho da Viganon” (compartizione delle fagie 1346). Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Viganò di sopra e di sotto era uno dei comuni che costitui- ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto vano il distretto IV di Lecco del dipartimento del Lario. di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Viganò (Be- bre 1802, il comune di Viganò venne ricollocato nella por- retta 1972). zione del X distretto ex milanese con capoluogo Missaglia Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- (quadro dei distretti 1802), nel quale fu confermato, come cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Viganò risulta comune di III classe con 407 abitanti, nel 1803 (elenco dei elencato tra le comunità della pieve di Missaglia (estimo di comuni 1803). Carlo V). Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Viganò di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- di sopra e di sotto venne ad appartenere al cantone VII di lente al 1572, era compresa anche Viganor (Viganò). Missaglia del distretto IV di Lecco: comune di III classe, Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real contava 416 abitanti. giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- munità di Viganore di sopra e di sotto, compresa nella pieve mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Viganò figura- di Missaglia - già parte con Cremella, Casirago, Cologna e va, con 446 abitanti, comune aggregato al comune denomi- Brianzola del feudo dei marchesi Giussani (Casanova nativo di Sirtori, nel cantone VI di Missaglia del distretto 1904) - era infeudata a don Manzono, milanese, al quale IV di Lecco; fu confermato frazione di Sirtori con il succes- nulla pagava “essendo del tutto esente”; non vi risiedeva iu- sivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario sdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia restava (decreto 30 luglio 1812).

284 Vimogno comune di Viganò di sopra e di sotto. 910 Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- 1816 - 1859 cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Villa Vergano ri- sulta elencata tra le comunità della pieve di Oggiono (esti- Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, mo di Carlo V). in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- di Viganò di sopra e di sotto fu inserito nel distretto XXV lente al 1572, era compresa anche la comunità di Villa. di Missaglia. Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Viganò di sopra e di sotto, comune con convocato, fu giunta del censimento, si desume che a quel tempo la co- confermato nel distretto XXV di Missaglia in forza del suc- munità di Villa Vergano, compresa nella pieve di Oggiono cessivo compartimento territoriale delle province lombarde - già parte con Ello, Marconaga, Cogoredo, Dolzago, Figi- (notificazione 1 luglio 1844). na del feudo della pieve di Oggiono devoluto per la morte Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Viganò di so- del marchese Ambrogio d’Adda e di cui fu poi investito pra con la frazione Viganò di sotto, comune con convocato Agostino Bonacina (Casanova 1904) - era infeudata al mar- generale e con una popolazione di 830 abitanti, fu inserito chese Giovanni Pietro Orrigone, al quale non si contribuiva nel distretto XIII di Missaglia. nulla. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; la co- arch. risposte ai 45 quesiti, Viganò: “Viganore di sopra e di munità rimaneva sottoposta al regio officio della Martesa- sotto, pieve di Missaglia”, 4 marzo 1751, ASMi, Catasto, na, presso la cui banca criminale (ovvero a quella di Mila- cart. 3.040. no) il console era solito prestare giuramento. Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 104 abitanti “collettabili” e 25 “non collettabili”, non aveva consiglio, VILLA VALGREGHENTINO ma “all’occasione di qualche occorrenza” restava avvisato il maggior estimato “per dare le dovute provvidenze”; si eleggevano in piazza un deputato, un console, un cancellie- comune di Villa Valgreghentino. 911 re, presso il quale “sotto chiave” erano conservate le pub- sec. XV bliche scritture; vi era infine un esattore, che riscuoteva i Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni carichi in base ai riparti predisposti dal cancelliere (risposte ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- ai 45 quesiti, Villa Vergano). ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Nel compartimento territoriale dello stato di Milano di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano (editto 10 giugno 1757), Villa Vergano figura aggregato al Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- comune di Vergano, nella pieve di Oggiono, compresa nel nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Villa (Be- ducato di Milano. retta 1972). Villa Valgreghentino non figurava, nel 1537, tra i co- muni della pieve di Garlate (ASMi, Censo p.a. cart. 13a), e nemmeno nell’elenco stilato nel 1538 per la vendita in feu- VILLANOVA do delle pievi di Oggiono, Garlate e loro terre; in un succes- sivo elenco per l’apprensione dei feudi delle pievi di Og- comune di Villanova. 913 giono e Garlate (14 febbraio 1652) figurava invece unita a sec. XIV Valgreghentino (ASMi, Feudi camerali p.a. cart. 414). Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el lo- giunta del censimento, risulta che Villa formava allora una cho de Villanova” (compartizione delle fagie 1346). sola comunità con Valgreghentino (risposte ai 45 quesiti, Nella notificazione del personale del ducato di Milano Valgreghentino). (compartimento 1751), Villanova era elencato come cassi- naggio del comune di Barzanò, nella pieve di Missaglia.

VILLA VERGANO VIMOGNO comune di Villa Vergano. 912 sec. XV - 1757 comune di Vimogno. 914 Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di sec. XIV - 1757 Oggiono. La comunità di Vimogno appartenne già anticamente Negli statuti delle strade e delle acque del contado di alla Valsassina, come parte della squadra di Mezzo. Milano era unito a Vergano, nella pieve di Oggiono (com- Nel corso del 1415, sindaci e procuratori delle singole partizione delle fagie 1346). terre componenti la Valsassina, tra cui Vimogno, furono Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni chiamati a Milano per dare giuramento di fedeltà al duca ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- Filippo Maria Visconti (Orlandi 1911). ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei suc- di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano cessivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Vimogno è elen- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- cata tra le terre della Valsassina (estimo di Carlo V). nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Villa Verga- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato no (Beretta 1972). di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa-

285 Zanelli lente al 1572, “Vimogno de Valsasna” era citata tra “le in- Con l’organizzazione del dipartimento del Lario nel re- frascritte comuni” della Valsassina. gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Vimogno Dalle norme consuetudinarie sul governo della Valsas- venne ad appartenere al cantone II di Taceno del distretto sina, raccolte dal sindaco provinciale Michel’Angelo Man- IV di Lecco: comune di III classe, contava 221 abitanti. zone nel XVIII secolo e dalle risposte fornite ai 45 quesiti A seguito dell’aggregazione dei comuni del diparti- della real giunta del censimento nel 1751, si desume che mento del Lario (decreto 4 novembre 1809), Vimogno figu- Vimogno, nella squadra di Mezzo, era uno dei comuni (o rava, con 220 abitanti, comune aggregato al comune deno- comunità, ma anche citato semplicemente come terra o luo- minativo di Primaluna, nel cantone II di Introbio del go) subordinati e sottoposti alla comunità generale della distretto IV di Lecco; fu confermato frazione di Primaluna Valsassina. Tutti i comuni compresi nella comunità genera- con il successivo compartimento territoriale del diparti- le erano regolati da un console, che ordinariamente presta- mento del Lario (decreto 30 luglio 1812). va giuramento alla banca del podestà ad Introbio, e da pro- pri sindaci, eletti dalle rispettive vicinanze, responsabili comune di Vimogno. 917 dell’amministrazione e conservazione del patrimonio vici- 1816 - 1859 nale; sovente i comuni avevano anche un cancelliere, che Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, formava i riparti (compito altrimenti spettante al sindaco) e in base alla compartimentazione territoriale del regno lom- un esattore, che riceveva l’incarico mediante appalto effet- bardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune tuato dal singolo comune. In ogni terra della Valsassina si di Vimogno fu inserito nel distretto X di Taceno. formavano quindi le taglie, che venivano poi ripartire su ogni “particolare interessato a regola del maggior o minor Vimogno, comune con convocato, fu confermato nel estimo”, ed erano fatte “per la maggior parte sopra li foco- distretto X di Introbio (già di Taceno) in forza del successi- lari, parte sopra il bestiame del luogo, non tenendosi da tut- vo compartimento territoriale delle province lombarde (no- te (le terre) lo stesso metodo e regola”. tificazione 1 luglio 1844). I consiglieri componenti il consiglio generale di valle Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Vimogno, erano deputati (spesso riconfermati per lungo tempo) dalle comune convocato generale e con una popolazione di 232 rispettive comunità (risposte ai 45 quesiti, Valsassina; rego- abitanti, fu inserito nel distretto XV di Bellano. lamento della Valsassina). comune di Vimogno. 915 1757 - 1797 ZANELLI Nel compartimento territoriale dello stato di Milano comune di Ca Zanelli. 918 (editto 10 giugno 1757), Vimogno era un comune della Val- sassina, compresa nel ducato di Milano. sec. XV - 1797 Nel 1771 il totale degli abitanti di Vimogno, conteggia- In età veneta fece parte della Val San Martino, in parti- ti in base alla giurisdizione parrocchiale, era di 209 unità colare della Val Beretta, un tempo comune e nel XVI secolo (statistica delle anime 1771). definita come ”…un monte… sotto il qual nome vi sono li In base al compartimento territoriale della Lombardia sei comuni e contrade infrascritte…”; menzionato dal Da austriaca (editto 26 settembre 1786), il comune di Vimogno Lezze come Ca Zanelli, era retto da un console estratto a apparteneva alla Valsassina, inserita nella provincia di Co- sorte e da due sindaci eletti dal consiglio generale e ai quali mo. il console rendeva conto. Alla fine del XVI secolo contvava 50 fuochi e 235 abitanti (Da Lezze 1596). Nel 1791 Vimogno era compresa tra le comunità della Valsassina, che costituivano il distretto II di Taceno nella provincia di Milano (compartimento 1791). comune di Zanelli. 919 1802 - 1809 comune di Vimogno. 916 Il comune di Zanelli, non compreso nelle comparti- 1798 - 1809 mentazioni territoriali della repubblica cisalpina, figurava, nel 1802, tra i comuni dell’ex provincia bergamasca “aventi Il comune di Vimogno, in forza della ripartizione del attualmente l’estimo particolare” (tabella dei comuni dipartimento della Montagna (legge 5 fiorile anno VI), fu 1802). compreso nel distretto II della Pioverna con capoluogo In- Nel progetto del consiglio generale dipartimentale per trobio. la concentrazione dei comuni del dipartimento del Serio In base alla divisione del dipartimento del Serio (legge (che venivano organizzati in XI distretti), Zanelli era parte 5 vendemmiale anno VII), il comune di Vimogno fu inseri- di un comune unitario con San Michele, Cornello, Camar- to nel distretto III del Lago, ossia di Lecco. tinone e Torre de’ Busi, collocato nel distretto X di Pontita Nell’assetto definitivo della repubblica cisalpina, de- (progetto di distrettuazione 1802); a tale progetto seguì un terminato nel maggio del 1801 (legge 23 fiorile anno IX), piano dell’amministrazione dipartimentale, che prevedeva Vimogno era uno dei comuni che costituivano il distretto l’articolazione del dipartimento in XVIII e non in XI di- IV di Lecco del dipartimento del Lario. stretti “non potendosi prestare un sol cancelliere distrettua- Nel nuovo piano di distrettuazione provvisoria del di- le al servizio di tante comuni”. Il prefetto di Bergamo si tro- partimento del Lario, in esecuzione del decreto 14 novem- vò d’accordo con le osservazioni dell’amministrazione bre 1802, il comune di Vimogno venne ricollocato nel II di- dipartimentale, ma insistette che dovessero “rettificarsi al- stretto ex milanese con capoluogo Taceno (quadro dei cuni nomi, che essendo nomi di parrocchia, comprendono distretti 1802), nel quale fu confermato, come comune di o più comuni, o solo parte di essi”, e che si dovessero tutta- III classe con 221 abitanti, nel 1803 (elenco dei comuni via tenere “separati tra loro que’ comuni che hanno distinto 1803). l’estimo e le attività, troppo facilmente aggregati in un solo

286 Zizanore dall’amministrazione, e che sono per lo più rivali gli uni de- di Torre de’ Busi (variazioni al compartimento provinciale gli altri, specialmente ne’ monti, dove gli abitanti tengono di Bergamo 1816-1835). tenacemente alle loro abitudini ed opinioni": nel progetto dell’amministrazione dipartimentale, Zanelli costituiva un comune con Camartinone, Cornello e Torre de’ Busi nel di- stretto della Sonna con capoluogo Caprino (progetto di di- ZERBINA strettuazione 1803). Il progetto di distrettuazione basato su XVIII distretti proseguì, nel corso del 1803, con l’individuazione della po- comune di Zerbina. 921 polazione per i singoli distretti e comuni, ma in data 30 no- sec. XV vembre 1803 il capo della commissione d’organizzazione Nel 1411, con la conferma delle immunità ed esenzioni della repubblica italiana scriveva al ministro degli affari in- ai ghibellini “Montis Brianzie partium nostrarum Martexa- terni che “non avendo ancora la commissione la cognizione ne superioris” concesse già da Bernabò Visconti, e nell’atto locale del dipartimento del Serio, le riesce necessario di giuramento prestato il 10 luglio 1412 al duca di Milano d’avere alcuni schiarimenti relativi alla progettata distret- Filippo Maria Visconti, venivano nominati “omnia commu- tuazione”; la stessa ignoranza era ribadita il 16 maggio nia Montisbriantie contrate Martesane”, tra cui Zerbina 1804, salvo “quanto riguarda la classe delle comuni, il loro (Beretta 1972). numero e la quantità della popolazione inclusa in ciascun distretto”; la commissione si pronunciò infine per il piano prefettizio del 24 maggio 1804, approvato dal consigliere ministro dell’interno e pubblicato il 28 giugno 1804: Zanel- ZIZANORE li era comune, con 687 abitanti, nel distretto XIV della Son- na (decreto 27 giugno 1804). comune di Zizanore. 922 Con l’organizzazione del dipartimento del Serio nel re- gno d’Italia (decreto 8 giugno 1805), il comune di Zanelli sec. XVI venne ad appartenere al cantone VII di Caprino del distretto Negli statuti delle strade e delle acque del contado di I di Bergamo: comune di III classe, contava 460 abitanti. Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “So- In base alle prescrizioni del decreto 14 luglio 1807, zanò”, unito al luogo di Oriano (compartizione delle fagie venne richiesto alla prefettura un nuovo progetto di com- 1346). partimento territoriale (progetto di compartimento 1807), Negli estimi del ducato di Milano del 1558, Zizanore integralmente recepito nel 1809: a seguito dell’aggregazio- risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia ne dei comuni del dipartimento del Serio (decreto 31 marzo (estimo di Carlo V). 1809), Zanelli figurava, con una popolazione di 111 abitan- In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato ti, comune aggregato al comune denominativo di Torre de’ di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risa- Busi nel cantone VII di Caprino del distretto I di Bergamo. lente al 1572, era compresa anche Cassina Zizanor. Nella notificazione del personale del ducato di Milano comune di Zanelli. 920 (compartimento 1751), Zizari (Zizanore) era elencato 1816 - 1818 come cassinaggio di Oriano, nella pieve di Missaglia. Con l’attivazione dei comuni della provincia di Berga- Dalle relazioni allegate agli atti preparatori del nuovo mo, in base alla compartimentazione territoriale del regno estimo (processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia), lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il co- si desume che Oriano con Zizanore aveva “sempre fatto co- mune di Zanelli fu inserito nel distretto VII di Caprino. Con mune da sè mai in tutto nè in parte unito o disgiunto da al- dispaccio governativo 18 luglio 1818 e 30 novembre 1818 tri”, per quanto “concordemente” si deduceva “tanto dalle n. 28182/4515 il comune di Zanelli fu aggregato al comune antiche quanto dalle nuove scritture”.

287 RIFERIMENTIGENERALI

RIFERIMENTIGENERALI

RIFERIMENTI ARCHIVISTICI estimo di Carlo V, squadra de’ Mauri: Estimi del ducato di Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII se- compartimento 1751: “Notificazioni del personale fatte e colo, squadra de’ Mauri, ASCMi, Località foresi, cart. firmate nell’anno 1751 dai Cancellieri, Deputati, Regen- 27. ti, Consoli di tutti li Comuni delle rispettive Pievi, colla estimo di Carlo V, Valsassina: Estimi del ducato di Mila- Nota delle loro Cassine Unite a Comune per Comune, a no del 1558, con aggiornamenti fino al XVII secolo, Val- Territorio per Territorio, e Pieve per Pieve, e ciò per tutto sassina, ASCMi, Località foresi, cart. 48. il Ducato”, ASMi, Censo p.a., cart. 279. indice pievi 1753: “Indice delle pievi e comunità dello Sta- compartimento 1791: “Nuovo compartimento territoriale to di Milano”, 1753, ASCo, ASCCo, Sezione carte sciol- per l’anno 1791 correlativo a quello che vigeva dal 1760 te, cart. 469. al 1785”, ASMi, Censo p.a., cart. 280. piano giudiziario 1768: “Nuovo piano per la pratica civile compartimento del Serio 1814: “Compartimento territo- e criminale per lo Stato di Milano, e Relazione che ras- riale del dipartimento del Serio nell’anno 1814”, ASMi, segna al Serenissimo Amministratore il Reggente Conte Censo p.m., cart. 770. Verri in adempienza de’ supremi Ordini di S.M.I.R.A.”, elenco dei comuni 1803: “Elenco delle Comuni del Dipar- 1768, ASMi, Miscellanea storica, cart. 56. timento del Lario distinte nelle classi di prima, seconda processi delle tavole d’estimo, pieve di Brivio: Processi e terza colla rispettiva popolazione, giusta il circolare di- giustificativi delle tavole del nuovo estimo per le comu- spaccio 24 dicembre 1803 del ministro degli affari inter- nità della pieve di Brivio, (1751-1755), ASMi, Catasto, ni, desunto dai parziali elenchi pervenuti al viceprefetto cart. 3.303. dietro sua circolare 29 detto dicembre n. 24136 del se- processi delle tavole d’estimo, pieve di Lecco: Processi gretario generale”, ASMi, Censo p.m., cart. 754. giustificativi delle tavole del nuovo estimo per le comu- estimo di Carlo V, pieve di Brivio: Estimi del ducato di nità della pieve di Lecco, (1751-1755), ASMi, Catasto, Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII seco- cart. 3.290. lo, pieve di Brivio, ASCMi, Località foresi, cart. 9. processi delle tavole d’estimo, pieve di Missaglia: Pro- estimo di Carlo V, pieve di Garlate: Estimi del ducato di cessi giustificativi delle tavole del nuovo estimo per le Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII seco- comunità della pieve di Missaglia, (1751-1755), ASMi, lo, pieve di Garlate, ASCMi, Località foresi, cart. 21. Catasto, cart. 3.304. estimo di Carlo V, pieve di Missaglia: Estimi del ducato processi delle tavole d’estimo, Valsassina: Processi giu- di Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII se- stificativi delle tavole del nuovo estimo per le comunità colo, pieve di Missaglia, ASCMi, Località foresi, cartt. della Valsassina, (1751-1755), ASMi, Catasto, cart. 29-30. 3.289. estimo di Carlo V, pieve di Oggiono: Estimi del ducato di progetto di compartimento 1807: “Progetto di comparti- Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII seco- mento territoriale del dipartimento del Serio modellato lo, pieve di Oggiono, ASCMi, Località foresi, cart. 34. sulle massime prescritte dal Reale Decreto 14 luglio estimo di Carlo V, riviera di Lecco: Estimi del ducato di 1807 e relativo circolare dispaccio di S.E. il sig. ministro Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII seco- dell’interno 19 luglio detto n. 10523”, ASMi, Censo lo, riviera di Lecco, ASCMi, Località foresi, cart. 25. p.m., cart. 770.

288 Riferimenti generali progetto di concentrazione 1807: “Progetto per la con- risposte ai 45 quesiti, Valsassina: “Risposta ai 45 Quesiti centrazione dei Comuni del Dipartimento del Lario ri- della Valsassina Generale. Relazione fatta da Francesco tornato dal Prefetto il 30 novembre 1807”, ASMi, Censo Vitale cancelliere di tutta la Valle”, (1751), ASMi, Cata- p.m., cart. 754. sto, cart. 3.031, seguono lo “Stato delle terre e luoghi subordinati e sottoposti alla comunità di Valsassina”; il progetto di concentrazione 1808: “Progetto per la con- “Prospetto di distribuzione dei carichi nelle terre subor- centrazione dei Comuni del Dipartimento del Lario ”, dinate alla comunità di Valsassina”; le “Notizie che si (1808), ASMi, Censo p.m., cart. 754. danno della comunità generale di Valsassina ducato di progetto di concentrazione 1811: “Progetto per la con- Milano all’eccelsa reale Gionta del Censimento da essa centrazione dei Comuni del Dipartimento del Lario ”, ricercate per maggiore giustificazione delle risposte fat- (1811), ASMi, Censo p.m., cart. 754. te da detta comunità ai quarantacinque quesiti d’essa eccelsa reale giunta”. progetto di distrettuazione 1802: “Bergamo, li 14 ottobre 1802 anno I. Progetto di distrettuazione e concentrazio- statistica delle anime 1771: “Statistica delle anime del ne delle piccole comuni del dipartimento del Serio, Ducato di Milano, Principato di Pavia, Contado di Cre- estratto dagli atti del consiglio generale dipartimentale mona, Contado di Lodi, Contado di Como del 1771”, del giorno 14 ottobre andante, ed approvato dal medesi- ASMi, Catasto, cart. 1.655. mo in correlazione alla Legge 24 luglio articoli 141 e stime dei territori 1726: “Stime de’ territorj ne’ Corpi 142”, ASMi, Censo p.m., cart. 770. Santi e Ducato di Milano, fatte da’ stimatori eletti dalla progetto di distrettuazione 1803: Progetto dell’ammini- eccellentissima Cesarea real giunta del nuovo censimen- strazione dipartimentale per la distrettuazione e concen- to, ed estimo generale dello Stato di Milano, e pubblica- trazione dei comuni del dipartimento del Serio, 9 marzo te per ordine della medesima al dì 30 settembre 1726”, 1803, ASMi, Censo p.m., cart. 770. ASCMi, Arch. Coll. C 57. progetto di rettificazione 1813: “Progetto di rettificazione tabella dei comuni 1802: “Tabella dimostrativa le comuni del circondario di alcuni comuni del dipartimento del dell’ex provincia bergamasca chiamate dalla Legge 23 Serio. 1813”, ASMi, Censo p.m., cart. 770. fiorile anno IX, con le osservazioni e correzioni da farsi, nonché il vero nome di quelle aventi attualmente l’esti- prospetto del cantone di Bellano 1808: “Elenco nomina- mo particolare. 1802”, ASMi, Censo p.m., cart. 770. tivo de’ comuni componenti il cantone di Bellano. 8 tassa sul sale 1572: “Terre del ducato di Milano et altre con agosto 1808”, ASMi, Censo p.m., cart. 754. esse tassate per le stara di sale a cadauno di esse tassate quadro dei distretti 1802: “Quadro ossia lista dei distretti per il censo”, 1572, ASCMi, Località foresi, cart. 53. provvisori situati nel Dipartimento del Lario compilata transunto 1771: “Transunto del metodo giudiziario tanto in esecuzione del prescritto decreto del V. G. 14 novem- civile che criminale praticato sino all’anno 1771, tempo bre 1802 anno I al paragrafo 8° e successive istruzioni in cui fu abolito il Supremo Consiglio d’Economia, e trasmesso dalla Prefettura con lettera 30 detto novem- rassegnato a S.M.I.R.A. in occasione della sua dimora in bre”, ASMi, Censo p.m., cart. 754. Milano nell’anno 1769”, (1771), ASMi, Miscellanea relazione Opizzone 1644: “Relatione di tutte le terre dello storica, cart. 56. Stato di Milano che sono censite distinte a provincia per variazioni al compartimento provinciale di Bergamo: provincia”, Milano, 1644, ASCo, ASCCo, Sezione carte “Provincia di Bergamo. Quadro delle variazioni avvenu- sciolte, cart. 303. te nel compartimento territoriale e nella amministrazio- ricorso 1789: “Ricorso di deputati dell’estimo, possessori ne de’ comuni nella Provincia suddetta dopo la pubbli- e abitanti della Valsassina, pievi di Lecco, Oggiono e cazione delle Notificazioni 12 Febbrajo e 12 Aprile Garlate per essere nuovamente riunite alla Provincia di 1816”, (1816-1835), ASMi, Censo. p.m., cart. 777. Milano”, 21 luglio 1789, ASMi, Censo p.a., cart. 1.324. variazioni al compartimento provinciale di Como: risposte ai 45 quesiti, Lecco: “Queste sono le risposte che “Quadro delle variazioni avvenute nel Compartimento si umigliano dalla Comunità Generale di Lecco all’Ec- territoriale e nella amministrazione dei Comuni nella celsa Real Gionta del Censimento in occasione de sopra Provincia di Como a tutto Marzo 1835 dopo la pubblica- nominati capitoli, per le quali si spera sarà per suplire zione delle notificazioni 12 febbrajo e 12 Aprile 1816 alla mancanza delle espressive la sovragrande compren- compilato in esecuzione della Governativa Circolare 24 sione dell’Illustrissimi Ministri corrispondenti compo- febbrajo 1833 n. 5907-1955”, (1816-1835), ASMi, Cen- nenti l’Eccelso Real Consesso, persuasi, che non si è ba- so p.m., cart. 777. dato alla politezza dello scrivere, ma solo a scrivere con verità, ritenuto quel particolar ricordo che Basilio impe- ratore lasciò a Leone suo figlio ’maxime pandito verare teste in sermone’. Pompeo Redaelli, cancelliere genera- RIFERIMENTI LEGISLATIVI le”, 17 febbraio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.031. risposte ai 45 quesiti, Mandello: “Mandello, Riviera di Statuti, Como: Capitula statutorum communis Cumani Lecco, con Abbadia, Borbino, Linzanico, Grebbio, tam vetusta quam nova iussu principis et domini genera- Lombrino, Olcio, Rongio, Molina, Tonzanico, Moteno, lis civitatis et episcopatus Comi, Azzonis de Vicecomi- Maggiana, Somana, Molini inferiori e superiori. Rispo- tibus, reformata in quatuor libros divisa et die IV sep- ste della Comunità Generale di Mandello Riviera di Lec- tembris anni 1335 publicata (4 settembre 1335), ASC- co, ducato di Milano, alla Reale Gionta, fatte da Dott. Co, Comune, sezione Volumi, serie “Statuti”, vol. 50, Gaspare Aijroldi, cancelliere di detta Comunità”, 17 feb- Volumen magnum cc. 470-481 ("Determinatio strata- braio 1751, ASMi, Catasto, cart. 3.031. rum"), cc. 481-510 ("Determinatio mensurarum").

289 Riferimenti generali

Statuti, Val San Martino: Statuta municipalia Vallis S. legge 5 fiorile anno VI: Legge 5 fiorile anno VI per la ri- Martini (1435), Biblioteca comunale di Bergamo. partizione in distretti e comuni del Dipartimento della editto 30 dicembre 1755: Riforma al Governo e Ammini- Montagna (25 aprile 1798), Raccolta delle leggi, procla- strazione delle Comunità dello Stato di Milano (30 di- mi, ordini ed avvisi pubblicati in Milano nell’anno VI cembre 1755). Repubblicano, V, Milano, 1798. editto 10 giugno 1757: Compartimento territoriale dello costituzione 15 fruttidoro anno VI: Costituzione della Stato di Milano (10 giugno 1757). 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Veladini, 1798. (8 luglio 1797), Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed legge 5 vendemmiale anno VII: Legge 5 vendemmiale avvisi pubblicati in Milano nell’anno VI Repubblicano, anno VII per la ripartizione in distretti, comuni e circon- IV, Milano, 1797. dari dei Dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio legge 29 messidoro anno V: Legge di organizzazione delle (26 settembre 1798), Raccolta delle leggi, proclami, or- municipalità 29 messidoro anno V (17 luglio 1797), dini ed avvisi pubblicati in Milano nell’anno VII republ- Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi pubbli- licano, VI, Milano, L. Veladini, 1798. cati in Milano nell’anno V Repubblicano Francese, III, legge 11 vendemmiale anno VII: Legge 11 vendemmiale Milano, 1797. anno VII per la ripartizione in distretti, comuni e circon- legge 13 brumale anno VI: Legge di riparto dei Diparti- dari del Dipartimento dell’Adda e Oglio (2 ottobre menti della Repubblica Cisalpina, e del numero de’ Rap- 1798), Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi presentanti nel Corpo Legislativo competente a ciascuno pubblicati in Milano nell’anno VII republlicano, VI, Mi- di essi 13 brumale anno VI (3 novembre 1797), Raccolta lano, L. Veladini, 1798. delle leggi, proclami, ordini ed avvisi pubblicati in Mi- legge 17 piovoso anno VII: Legge 17 piovoso anno VII per lano nell’anno VI Repubblicano, IV, Milano, 1797. la riforma della distrettuazione del Dipartimento d’Olo- legge 25 brumale anno VI: Legge 25 brumale anno VI, na (5 febbraio 1799), Raccolta delle leggi, proclami, or- per la definitiva aggregazione alla Cisalpina dei territori dini ed avvisi pubblicati in Milano nell’anno VII republ- già appartenenti allo stato pontificio, al ducato di Mode- licano, VI, Milano, L. Veladini, 1799. na, alla repubblica veneta, alla repubblica delle tre le- legge 21 vendemmiale anno IX: Legge 21 vendemmiale ghe, ai feudi imperiali secondo i confini definiti dal trat- anno IX (13 ottobre 1800), Raccolta delle leggi, procla- tato di Campoformio tra repubblica francese e Austria mi, ordini ed avvisi pubblicati in Milano, I, Milano, s.d. 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293 INDICEDEITOPONIMI EDELLEISTITUZIONI

INDICEDEITOPONIMI EDELLEISTITUZIONI

ABBADIA Anono v. Annone comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). caneparo...... 1 Aquate v. Acquate comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). console...... 1 Arcelate v. Arlate comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). estimatori...... 1 archivista. comune di Lierna (sec. XIII - 1757). Lierna...... 492 comune di Abbadia (1757 - 1797)...... 2 archivista. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 comune di Abbadia (1798 - 1809)...... 3 comune di Abbadia (1816 - 1859)...... 4 ARLATE v. Abbadia comune di Arlate. console...... 24 comune di Arlate. deputato nobile...... 24 ACQUATE comune di Arlate. esattore...... 24 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 5 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 5 ARNIGÒ comune di Acquate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 5 comune di Arnigò...... 25 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). esattore...... 5 Arzento Plano v. Resempiano comune di Acquate (1757 - 1797)...... 6 assistente regio. consiglio particolare. università dei forestieri. comune di Acquate (1798 - 1809)...... 7 comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 comune di Acquate (1816 - 1859)...... 8 attuario. pretura feudale di Bellano. Bellano...... 88 AIRUNO attuario. pretura feudale di Missaglia. Missaglia...... 566 comune di Airuno (sec. XIV - 1757). console...... 9 attuario. pretura feudale di Lecco. Lecco...... 487 comune di Airuno (sec. XIV - 1757). deputato...... 9 attuario civile. pretura feudale di Mandello. Mandello...... 536 comune di Airuno (sec. XIV - 1757). esattori...... 9 attuario criminale. pretura feudale di Mandello. Mandello...... 536 comune di Airuno (sec. XIV - 1757). sindaco...... 9 Avano v. Aveno comune di Airuno (1757 - 1797)...... 10 Avena v. Aveno comune di Airuno (1798 - 1809)...... 11 AVENO comune di Airuno (1816 - 1859)...... 12 comune di Aveno. cancelliere...... 26 AIZURO comune di Aveno. consiglio generale dei vicini. sindaco...... 26 comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 13 comune di Aveno. console...... 26 comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). console...... 13 comune di Aveno. esattore...... 26 comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). esattore...... 13 Ayruno v. Airuno comune di Aizuro (1757 - 1797)...... 14 Aysurio v. Aizuro comune di Aizuro (1798 - 1809)...... 15 Ayzuro v. Aizuro comune di Aizuro (1816 - 1859)...... 16 Badia v. Abbadia Aizurro v. Aizuro Baedo v. Baiedo Ajruno v. Airuno Bagaera v. Bagaggera Ajzuro v. Aizuro BAGAGGERA Al Bosco v. Bosco comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). console...... 27 ALBAREDA MAGGIORE comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). esattore...... 27 comune di Cassina Albareda...... 17 comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). sindaco...... 27 ALBAREDA MINORE comune di Bagaggera (1757 - 1797)...... 28 comune di Cassina Albareda...... 18 comune di Bagaggera (1798 - 1809)...... 29 ALDUNO comune di Bagaggera (1816 - 1859)...... 30 comune di Alduno. esattore...... 19 Bagaggiera v. Bagaggera ambasciatori. consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 70 Bagaiera v. Bagaggera ambasciatori. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 337 BAIEDO ambasciatori. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 31 Amberciaco v. Imbersago comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). console...... 31 ANNONE comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). esattore...... 31 comune di Annone (sec. XIV - 1757). console...... 20 comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 31 comune di Annone (sec. XIV - 1757). esattore...... 20 comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 31 comune di Annone (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 20 comune di Baiedo (1757 - 1797)...... 32 comune di Annone (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 20 comune di Baiedo (1798 - 1809)...... 33 comune di Annone (1757 - 1797)...... 21 comune di Baiedo (1816 - 1859)...... 34 comune di Annone (1798 - 1815)...... 22 Bajè v. Baiedo comune di Annone (1816 - 1859)...... 23 Bajedo v. Baiedo v. Annone Balabio v. Ballabio

294 Boffalora

BALLABIO comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio. consiglieri...... 69 comune di Ballabio...... 35 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio. consoli...... 69 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio. procuratori...... 72 consiglio particolare (sec. XVI - 1757). console (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio. stimatori...... 73 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio degli estimati...... 67 consiglio particolare (sec. XVI - 1757). deputati (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). console...... 67 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Bellano (sec. XIII - 1757). esattore...... 67 console (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). notario...... 74 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Bellano (sec. XIII - 1757). procuratori delle elemosine...... 75 deputati (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). servitore...... 76 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Bellano (sec. XIII - 1757). sindacato. sindaci...... 67 esattore (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). vicinanza...... 67 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). sindaco (sec. XVI - 1757)...... 36 pieve di Bellano (sec. XIV - 1757)...... 85 comune di Ballabio superiore (sec. XVI - 1757). podestaria di Bellano. podestà (sec. XIV - sec. XVI)...... 87 esattore (sec. XVI - 1757)...... 37 pretura feudale di Bellano. attuario...... 88 comune di Ballabio superiore (sec. XVI - 1757). pretura feudale di Bellano. fante...... 88 sindaco (sec. XVI - 1757)...... 37 pretura feudale di Bellano. podestà (sec. XVI - 1774)...... 88 comune di Ballabio inferiore (1757 - 1797)...... 38 comune di Bellano (1757 - 1797)...... 77 comune di Ballabio superiore (1757 - 1797)...... 39 pieve di Bellano (1757 - 1797)...... 86 comune di Ballabio inferiore (1798 - 1809)...... 40 comune di Bellano (1798 - 1815)...... 78 comune di Ballabio superiore (1798 - 1809)...... 41 distretto della Riviera...... 80 comune di Ballabio inferiore (1816 - 1859)...... 42 distretto III di Bellano...... 81 comune di Ballabio superiore (1816 - 1859)...... 43 distretto IV di Bellano...... 82 bannitori. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 338 cantone III di Bellano...... 65 cantone V di Bellano...... 66 BARCO comune di Bellano (1816 - 1859)...... 79 comune di Barco. consiglio particolare. console...... 44 distretto IX di Bellano...... 83 comune di Barco. consiglio particolare. deputati...... 44 distretto XV di Bellano...... 84 comune di Barco. consiglio particolare. sindaco...... 44 comune di Barco. esattore...... 44 BELLEDO comune di Belledo (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 89 BARCONE comune di Belledo (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 89 comune di Barcone (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 45 comune di Belledo (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 89 comune di Barcone (sec. XIV - 1757). console...... 45 comune di Belledo (sec. XIV - 1757). esattore...... 89 comune di Barcone (sec. XIV - 1757). esattore...... 45 comune di Belledo (1757 - 1797)...... 90 comune di Barcone (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 45 comune di Belledo (1798 - 1809)...... 91 comune di Barcone (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 45 comune di Belledo (1816 - 1859)...... 92 comune di Barcone (1757 - 1797)...... 46 Beolcho v. Beolco comune di Barcone (1798 - 1805)...... 47 comune di Barcone (1816 - 1859)...... 48 BEOLCO Bardexago v. Bartesate comune di Beolco...... 93 bargello. pretura feudale di Missaglia. Missaglia...... 566 BERNAGA bargello. pretura feudale di Lecco. Lecco...... 487 comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 94 fanti...... 487 comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). console...... 94 Bariani v. Cassina Barriani comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). esattore...... 94 comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 94 baricello. pretura feudale della Valsassina. Introbio...... 451 comune di Bernaga (1757 - 1797)...... 95 Barsio v. Barzio comune di Bernaga (1798 - 1809)...... 96 BARTESATE comune di Bernaga (1816 - 1859)...... 97 comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 49 Bertezagho v. Bartesate comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). console...... 49 Besteto v. Bestetto comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). esattore...... 49 comune di Bartesate (1757 - 1797)...... 50 BESTETTO comune di Bartesate (1798 - 1809)...... 51 comune di Bestetto. cancelliere...... 98 comune di Bartesate (1816 - 1859)...... 52 comune di Bestetto. console...... 98 comune di Bestetto. esattore...... 98 Bartezago v. Bartesate comune di Bestetto. pubblica adunanza. reggenti...... 98 Bartezate v. Bartesate comune di Bestetto. pubblica adunanza. sindaco...... 98 Bartiacum v. Barzago Beverà v. Beverate barverii (sec. XIV - sec. XVI). consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 BEVERA barverii (sec. XIV - sec. XVI). podestaria di Lecco. Lecco...... 486 comune di Bevera. console...... 99 comune di Bevera. esattore...... 99 BARZAGO comune di Bevera. pubblica adunanza. sindaco...... 99 comune di Barzago (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 53 comune di Barzago (sec. XIV - 1757). console...... 53 BEVERATE comune di Barzago (sec. XIV - 1757). esattori...... 53 comune di Beverate. console...... 100 comune di Barzago (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. reggenti...... 53 BEVERINA comune di Barzago (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 53 comune di Beverina...... 101 comune di Barzago (1757 - 1797)...... 54 Beverino v. Beverina comune di Barzago (1798 - 1815)...... 55 Bevulcum v. Beolco comune di Barzago (1816 - 1859)...... 56 bidello. università dei forestieri. BARZANÒ comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). console...... 57 BIGLIO comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). deputati...... 57 comune di Biglio (sec. XIV - 1757). console...... 102 comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). esattore...... 57 comune di Biglio (sec. XIV - 1757). esattore...... 102 comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza...... 57 comune di Biglio (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza...... 102 comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). reggenti...... 57 comune di Biglio (1757 - 1797)...... 103 comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). sindico...... 57 comune di Biglio (1798 - 1809)...... 104 comune di Barzanò (1757 - 1797)...... 58 comune di Biglio (1816 - 1859)...... 105 comune di Barzanò (1798 - 1815)...... 59 Billio v. Biglio comune di Barzanò (1816 - 1859)...... 60 BINDO Barzanore v. Barzanò comune di Bindo (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 106 Barzanorium v. Barzanò comune di Bindo (sec. XIV - 1757). console...... 106 BARZIO comune di Bindo (sec. XIV - 1757). esattore...... 106 comune di Barzio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 61 comune di Bindo (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 106 comune di Barzio (sec. XIV - 1757). console...... 61 comune di Bindo (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 106 comune di Barzio (sec. XIV - 1757). esattore...... 61 comune di Bindo (1757 - 1797)...... 107 comune di Barzio (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 61 comune di Bindo (1798 - 1809)...... 108 comune di Barzio (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 61 comune di Bindo (1816 - 1859)...... 109 comune di Barzio (1757 - 1797)...... 62 Biolzagheto v. Bulciaghetto comune di Barzio (1798 - 1815)...... 63 Biolzago v. Bulciago comune di Barzio (1816 - 1859)...... 64 Biolzagum v. Bulciago Baverina v. Beverina Birro v. Biglio BELLANO Blauciaco v. Bulciago comune di Bellano (sec. XIII - 1757). campari...... 68 BOFFALORA comune di Bellano (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 67 comune di Boffalora...... 110 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio. ambasciatori...... 70 bollatore pubblico. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). consiglio. canepari...... 71 Introbio...... 439

295 Bonacina

Bon Martino v. Cassina Buon Martino comune di Bulciago (1757 - 1797)...... 150 BONACINA comune di Bulciago (1798 - 1809)...... 151 comune di Bonacina...... 111 comune di Bulciago (1816 - 1859)...... 152 BORBINO CA FRANCA comune di Borbino. caneparo...... 112 comune di Ca Franca...... 153 comune di Borbino. console...... 112 CA MARTINONE comune di Borbino. estimatori...... 112 comune di Ca Martinone (sec. XV - 1797). console...... 154 BORIMA comune di Ca Martinone (sec. XV - 1797). sindaco...... 154 comune di Borima...... 113 comune di Ca Martinone (1802 - 1805)...... 155 Borimina v. Borima Ca Zanelli v. Zanelli Cadogno v. Cavogno BORLENGO comune di Borlengo. console...... 114 CAGLIANO comune di Borlengo. esattore...... 114 comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). console...... 156 Borrima v. Borima comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 156 comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. esattore...... 156 BOSCO comune di Cagliano (1757 - 1797)...... 157 comune di Bosco. cancelliere...... 115 comune di Cagliano (1798 - 1809)...... 158 comune di Bosco. console...... 115 comune di Cagliano (1816 - 1859)...... 159 comune di Bosco. esattore...... 115 comune di Bosco. pubblica adunanza. sindaco...... 115 Calcho v. Calco CALCO BOSISIO comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. cancelliere...... 116 comune di Calco (sec. XIV - 1757). console...... 160 comune di Calco (sec. XIV - 1757). deputati...... 160 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 116 comune di Calco (sec. XIV - 1757). esattore...... 160 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. esattori...... 116 comune di Calco (sec. XIV - 1757). sindaco...... 160 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 116 comune di Calco (1757 - 1797)...... 161 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). console...... 116 comune di Calco (1798 - 1815)...... 162 squadra de’ Mauri (sec. XV - 1757)...... 121 comune di Calco (1816 - 1859)...... 163 pretura feudale di Bosisio. luogotenente del podestà...... 120 pretura feudale di Bosisio. podestà...... 120 Calego v. Calco comune di Bosisio (1757 - 1797)...... 117 Calgo v. Calco squadra de’ Mauri (1757 - 1797)...... 122 Calian v. Cagliano comune di Bosisio (1798 - 1812)...... 118 Caligo v. Calco comune di Bosisio (1816 - 1859)...... 119 CALOLZIO v. Bosisio comune di Calolzio (sec. XIV - 1797). console...... 164 Bovulcum v. Beolco comune di Calolzio (sec. XIV - 1797). sindaci...... 164 Boxisio v. Bosisio comune di Calolzio (1798 - 1815)...... 165 comune di Calolzio (1816 - 1859)...... 166 BRENNO comune di Brenno (sec. XIV - 1757). esattore...... 123 v. Calolzio comune di Brenno (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 123 CALVENZANA comune di Brenno (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. console...... 123 comune di Calvenzana. cancelliere...... 167 comune di Brenno (1757 - 1797)...... 124 comune di Calvenzana. console...... 167 comune di Brenno (1798 - 1809)...... 125 comune di Calvenzana. esattori...... 167 comune di Brenno (1816 - 1859)...... 126 comune di Calvenzana. pubblica adunanza...... 167 Breno v. Brenno Camartinone v. Ca Martinone Camaslaiascha v. Camisasca BRIANZA comune di Brianza...... 127 CAMISASCA comune di Camisasca. cancelliere...... 168 BRIANZOLA comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). console...... 128 comune di Camisasca. console...... 168 comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). esattore...... 128 comune di Camisasca. esattore...... 168 comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 128 comune di Camisasca. pubblica adunanza...... 168 comune di Brianzola (1757 - 1797)...... 129 campanaro. comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). Missaglia...... 555 comune di Brianzola (1798 - 1809)...... 130 campari. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 68 comune di Brianzola (1816 - 1859)...... 131 campari. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 339 Brianzora v. Brianzola campari. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 campari. consoli. officiali del comune. consiglio generale. BRIVIO comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 comune di Brivio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 132 comune di Brivio (sec. XIV - 1757). console...... 132 campari pro secretis. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. Introbio...... 440 comune di Brivio (sec. XIV - 1757). deputati...... 132 comune di Brivio (sec. XIV - 1757). esattore...... 132 Campasone v. Passone pieve di Brivio (sec. XIV - 1757)...... 140 CAMPO FIORENZO comune di Brivio (1757 - 1797)...... 133 comune di Campo Fiorenzo...... 169 pieve di Brivio (1757 - 1797)...... 141 CAMPSIRAGO comune di Brivio (1798 - 1815)...... 134 comune di Campsirago. cancelliere...... 170 distretto dell’Adda superiore...... 136 comune di Campsirago. console...... 170 distretto II dell’Adda...... 137 comune di Campsirago. esattore...... 170 comune di Brivio (1816 - 1859)...... 135 comune di Campsirago. pubblica adunanza. reggenti...... 170 distretto XXIV di Brivio...... 138 Camugiasca v. Camisasca distretto XII di Brivio...... 139 cancelliere. comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). Aizuro...... 13 Brivium v. Brivio cancelliere. comune di Aveno. Aveno...... 26 Brongi v. Brongio cancelliere. comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 BRONGIO cancelliere. comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 comune di Brongio inferiore...... 142 cancelliere. comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). Bartesate...... 49 comune di Brongio superiore...... 143 cancelliere. comune di Barzago (sec. XIV - 1757). Barzago...... 53 comune di Brongio. consiglio particolare. cancelliere...... 144 cancelliere. comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 comune di Brongio. consiglio particolare. deputati...... 144 cancelliere. comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). Bernaga...... 94 comune di Brongio. consiglio particolare. esattori...... 144 cancelliere. comune di Bestetto. Bestetto...... 98 comune di Brongio. consiglio particolare. sindaco...... 144 cancelliere. comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 comune di Brongio. console...... 144 cancelliere. comune di Brivio (sec. XIV - 1757). Brivio...... 132 BRUGA cancelliere. comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). Bulciago...... 149 comune di Bruga. cancelliere...... 145 cancelliere. comune di Camisasca. Camisasca...... 168 comune di Bruga. console...... 145 cancelliere. comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). Casate Nuovo...... 185 comune di Bruga. esattore...... 145 cancelliere. comune di Casirago (sec. XIV - 1757). Casirago...... 191 comune di Bruga. vicinanza. sindaci...... 145 cancelliere. comune di Casletto (sec. XIV - 1757). Casletto...... 195 BRUGAROLO cancelliere. comune di Cassina Galgiana. Cassina Galgiana...... 220 comune di Brugarolo...... 146 cancelliere. comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). BRUGHERA Cernusco Lombardone...... 247 comune di Brughera...... 147 cancelliere. comune di Contra (sec. XIV - 1757). Contra...... 288 BULCIAGHETTO cancelliere. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). Cortabbio...... 300 comune di Bulciaghetto...... 148 cancelliere. comune di Crippa (sec. XIV - 1757). Crippa...... 328 BULCIAGO cancelliere. comune di Dozio (sec. XIV - 1757). Dozio...... 366 comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 149 cancelliere. comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). console...... 149 Garbagnate Monastero...... 398 comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). deputato...... 149 cancelliere. comune di Giovenzana. Giovenzana...... 417 comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). pubblica adunanza...... 149 cancelliere. comune di Hoè. Hoè...... 420

296 Carsaniga cancelliere. comune di Indovero. Indovero...... 429 cancelliere. comune di Prestabbio. Prestabbio...... 733 cancelliere. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 cancelliere. comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). Rovagnate...... 764 cancelliere. comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). Introzzo...... 454 cancelliere. comune di Tregolo (sec. XV - 1757). Tregolo...... 844 cancelliere. comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). Lomagna...... 507 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Malgrate (sec. XV - 1757). cancelliere. comune di Maggiolino. Maggiolino...... 522 Malgrate...... 523 cancelliere. comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Villa Vergano. Villa Vergano...... 912 cancelliere. comune di Merate (sec. XIII - 1757). Merate...... 548 cancelliere. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 cancelliere. comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). Missaglia...... 555 cancelliere. comune di Calvenzana. Calvenzana...... 167 cancelliere. comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 cancelliere. comune di Costa Masnaga. Costa Masnaga...... 313 cancelliere. comune di Molinata. Molinata...... 574 cancelliere. comune di Lissolo. Lissolo...... 506 cancelliere. comune di Monticello (sec. XIV - 1757). cancelliere. comune di Molino del Leone. Molino del Leone...... 576 Monticello (pieve di Missaglia)...... 598 cancelliere. comune di Molino del Maglio. Molino del Maglio...... 577 cancelliere. comune di Musico. Musico...... 610 cancelliere. consiglio particolare. comune di Brongio. Brongio...... 144 cancelliere. comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Corte Nova. Corte Nova...... 307 cancelliere. comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). cancelliere. comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). Nibionno...... 619 Lomaniga...... 511 cancelliere. comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). Oggiono...... 632 cancelliere. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 cancelliere. comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). Olgiate...... 654 cancelliere. comune di Bruga. Bruga...... 145 cancelliere. comune di Olginate (sec. XIV - 1757). Olginate...... 658 cancelliere. comune di Monte Spiazzo. Monte Spiazzo...... 591 cancelliere. comune di Oriano (sec. XIV - 1757). Oriano...... 668 cancelliere dell’officio pretorio. cancelliere. comune di Osnago (sec. XIII - 1757). Osnago...... 672 pretura feudale della Valsassina. Introbio...... 452 canepari. consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 71 cancelliere. comune di Paderno (sec. XIII - 1757). Paderno...... 680 canepari delle entrate ordinarie. cancelliere. comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 officiali del comune. consiglio generale. cancelliere. comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 cancelliere. comune di Perego (sec. XIV - 1757). Perego...... 702 canepari generali. sindaci generali. consiglio generale. cancelliere. comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 comunità generale della Valsassina. Introbio...... 446 cancelliere. comune di Pettana. Pettana...... 722 canepario. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 340 cancelliere. comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 caneparo. comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). Abbadia...... 1 cancelliere. comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). Primaluna...... 734 caneparo. comune di Borbino. Borbino...... 112 cancelliere. comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). Robbiate...... 745 caneparo. comune di Grebbio. Grebbio...... 418 cancelliere. comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). Rogeno...... 749 caneparo. comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). Linzanico...... 502 cancelliere. comune di Sibrone. Sibrone...... 797 caneparo. comune di Lombrino. Lombrino...... 515 cancelliere. comune di Sirone (sec. XIV - 1757). Sirone...... 798 caneparo. comune di Maggiana. Maggiana...... 520 cancelliere. comune di Sommarino. Sommarino...... 812 caneparo. comune di Molina. Molina...... 573 cancelliere. comune di Tabiago. Tabiago...... 825 caneparo. comune di Molini. Molini...... 575 cancelliere. comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). Tegnone...... 833 caneparo. comune di Motteno. Motteno...... 608 cancelliere. comune di Torre Villa. Torre Villa...... 842 caneparo. comune di Olcio (sec. XIV - 1757). Olcio...... 647 cancelliere. comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). Tremenico...... 848 caneparo. comune di Rongio (sec. XIV - 1757). Rongio...... 757 cancelliere. comune di Valcasargo. Casargo...... 181 caneparo. comune di Somana (sec. XIV - 1757). Somana...... 806 cancelliere. comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). Valmadrera...... 862 caneparo. comune di Tonzanico. Tonzanico...... 838 cancelliere. comune di Vegno. Vegno...... 879 caneparo. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 cancelliere (sec. XIV - 1757). caneparo. comune di Limonta (sec. XV - 1797). Limonta...... 497 comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). Verderio...... 888 caneparo. comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 cancelliere (sec. XIV - 1757). caneparo condemnationum. officiali del comune. consiglio generale. comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). Verderio...... 889 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 cancelliere. comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). Vestreno...... 902 caneparo della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. cancelliere. comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 officiali del comune. consiglio generale. cancelliere. comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 cancelliere. consiglio della comunità. caneparo della chiesa di San Nicola. comune di Cassago (sec. XIV - 1757). Cassago...... 199 officiali del comune. consiglio generale. cancelliere. consiglio particolare. comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116 caneparo della chiesa di Sant’Egidio e dell’Ospitale di San Giacomo. cancelliere. consiglio particolare. comune di Garbagnate Rotta. officiali del comune. consiglio generale. Garbagnate Rotta...... 402 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Annone (sec. XIV - 1757). caneparo generale. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco. .... 471 Annone...... 20 canevari. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Brenno (sec. XIV - 1757). cantone I di Lecco (1805 - 1809). Brenno...... 123 distretto IV di Lecco (1805 - 1815). Lecco...... 481 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). cantone I di Lecco (1809 - 1815). Cagliano...... 156 distretto IV di Lecco (1805 - 1815). Lecco...... 482 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Centemero (sec. XIV - 1757). cantone II di Introbio. Introbio...... 432 Centemero...... 239 cantone II di Taceno. Taceno...... 826 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Cesana (sec. XIV - 1757). cantone III di Bellano. Bellano...... 65 Cesana...... 252 cantone IV di Oggiono. Oggiono...... 631 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Civate (sec. XIV - 1757). cantone V di Bellano. Bellano...... 66 Civate...... 261 cantone V di Merate. Merate...... 547 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Garlate (sec. XIV - 1757). cantone V di Oggiono. Oggiono...... 630 Garlate...... 403 cantone VI di Missaglia. Missaglia...... 554 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Luzzana. Luzzana...... 519 cantone VI di Santa Maria Hoè. Santa Maria Hoè...... 786 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Maresso (sec. XIV - 1757). cantone VII di Missaglia. Missaglia...... 553 Maresso...... 538 Capià v. Capiate cancelliere. pubblica adunanza. comune di Merdagò. Merdagò...... 552 CAPIATE cancelliere. pubblica adunanza. comune di Molteno (sec. XIV - 1757). comune di Capiate (sec. XIV - 1757). console...... 171 Molteno...... 578 comune di Capiate (sec. XIV - 1757). esattore...... 171 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Suello (sec. XIV - 1757). comune di Capiate (1757 - 1797)...... 172 Suello...... 821 comune di Capiate (1798 - 1809)...... 173 cancelliere. pubblica adunanza. comune di Vergano (sec. XIV - 1757). comune di Capiate (1816 - 1859)...... 174 Vergano...... 897 capitani. paratici. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). cancelliere. squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 Dervio...... 336 cancelliere. ufficiali della comunità. consiglio della comunità. Capsirago v. Campsirago comune di Cremella (sec. XIII - 1757). Cremella...... 318 Caravè v. Caraverio cancelliere. ufficiali della comunità. consiglio della comunità. comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). CARAVERIO Viganò...... 907 comune di Caraverio...... 175 cancelliere. ufficiali della comunità. consiglio generale. CARENNO comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). Sirtori...... 802 comune di Carenno (sec. XIV - 1797). console...... 176 cancelliere. università dei forestieri. comune di Carenno (sec. XIV - 1797). sindaci...... 176 comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 comune di Carenno (1798 - 1815)...... 177 cancelliere. comune di Bosco. Bosco...... 115 comune di Carenno (1816 - 1859)...... 178 cancelliere. comune di Campsirago. Campsirago...... 170 CARSANIGA cancelliere. comune di Corenno (sec. XV - 1757). Corenno...... 292 comune di Carsaniga...... 179 cancelliere. comune di Crescenzaga. Crescenzaga...... 327 Carsenzaga v. Crescenzaga cancelliere. comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 Carsenzago v. Crescenzaga

297 Carzano

CARZANO Cassina di Sala v. Cassina Sala comune di Carzano...... 180 Cassina Figina v. Figina Casà Novo v. Casate Nuovo CASSINA FRA MARTINO Casà Vegio v. Casate Vecchio comune di Cassina Fra Martino. console...... 217 Casago v. Cassago comune di Cassina Fra Martino. delegati...... 217 Casale Nuovo v. Casate Nuovo comune di Cassina Fra Martino. esattore...... 217 CASARGO comune di Cassina Fra Martino. sindaco...... 217 comune di Valcasargo. cancelliere...... 181 CASSINA FUMAGALLA comune di Valcasargo. console...... 181 comune di Cassina Fumagalla...... 218 comune di Valcasargo. esattore...... 181 CASSINA GALBUSERA comune di Valcasargo. vicinanza. deputati...... 181 comune di Cassina Galbusera...... 219 comune di Valcasargo. vicinanza. sindaci...... 181 comune di Casargo (1757 - 1797)...... 182 CASSINA GALGIANA comune di Casargo (1798 - 1809)...... 183 comune di Cassina Galgiana. cancelliere...... 220 comune di Casargo (1816 - 1859)...... 184 comune di Cassina Galgiana. console...... 220 comune di Cassina Galgiana. deputati...... 220 Casate Novo v. Casate Nuovo comune di Cassina Galgiana. esattore...... 220 CASATE NUOVO Cassina Melianica v. Melianico comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 185 Cassina Melianico v. Melianico comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). console...... 185 Cassina Molinata v. Molinata comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). deputati...... 185 corte di Casate Nuovo...... 189 Cassina Monte e Spiazzo v. Monte Spiazzo comune di Casate Nuovo (1757 - 1797)...... 186 Cassina Parzano v. Parzano comune di Casate Nuovo (1798 - 1815)...... 187 CASSINA PIANEZZO comune di Casate Nuovo (1816 - 1859)...... 188 comune di Cassina Pianezzo. console...... 221 CASATE VECCHIO comune di Cassina Pianezzo. esattore...... 221 comune di Casate Vecchio...... 190 comune di Cassina Pianezzo. sindaco...... 221 Casatenovo v. Casate Nuovo CASSINA PILATA Cascina de Bariano v. Cassina Barriani comune di Cassina Pilata...... 222 CASIRAGO CASSINA RONCARIA comune di Casirago (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 191 comune di Cassina Roncaria...... 223 comune di Casirago (sec. XIV - 1757). console...... 191 CASSINA SALA comune di Casirago (sec. XIV - 1757). deputati...... 191 comune di Cassina Sala...... 224 comune di Casirago (sec. XIV - 1757). esattore...... 191 Cassina Santa Maria v. Santa Maria comune di Casirago (1757 - 1797)...... 192 CASSINA SORESELLO comune di Casirago (1798 - 1809)...... 193 comune di Cassina Soresello...... 225 comune di Casirago (1816 - 1859)...... 194 CASSINA TAJELLA CASLETTO comune di Cassina Tajella...... 226 comune di Casletto (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 195 CASSINA TAVEGGIA comune di Casletto (sec. XIV - 1757). console...... 195 comune di Cassina Taveggia...... 227 comune di Casletto (sec. XIV - 1757). esattore...... 195 comune di Casletto (1757 - 1797)...... 196 CASSINA VALISEI comune di Casletto (1798 - 1809)...... 197 comune di Cassina Valisei...... 228 comune di Casletto (1816 - 1859)...... 198 Cassina Vallicelli v. Vallicelli v. Cassina CASSAGO comune di Cassago (sec. XIV - 1757). consiglio della comunità. CASSINA VARISETTA cancelliere...... 199 comune di Cassina Varisetta...... 229 comune di Cassago (sec. XIV - 1757). consiglio della comunità. console...... 199 Cassina Veglio v. Veglio comune di Cassago (sec. XIV - 1757). consiglio della comunità. CASSINA VIGNOLA primi estimi...... 199 comune di Cassina Vignola...... 230 comune di Cassago (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza...... 199 Cassine de Planezio v. Cassina Pianezzo comune di Cassago (1757 - 1797)...... 200 Cassine de Roncharia v. Cassina Roncaria comune di Cassago (1798 - 1809)...... 201 Cassine di Bragij v. Cassina de’ Bracchi comune di Cassago (1816 - 1859)...... 202 v. Cassago CASTEL NEGRINO comune di Castel Negrino...... 231 Cassagum v. Cassago castellani. paratici. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). CASSINA Dervio...... 336 comune di Cassina (sec. XIV - 1757). console...... 203 Castelletto v. Casletto comune di Cassina (sec. XIV - 1757). esattore...... 203 comune di Cassina (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 203 CASTELLO comune di Cassina (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 203 comune di Castello (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 232 comune di Cassina (1757 - 1797)...... 204 comune di Castello (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 232 comune di Cassina (1798 - 1809)...... 205 comune di Castello (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 232 comune di Cassina (1816 - 1859)...... 206 comune di Castello (sec. XIV - 1757). esattore...... 232 comune di Castello (1757 - 1797)...... 233 CASSINA BARRIANI comune di Castello (1798 - 1809)...... 234 comune di Cassina Barriani...... 207 comune di Castello (1816 - 1859)...... 235 Cassina Bernagha v. Bernaga CASTELLO DE PERACHIS CASSINA BOFFALORA comune di Castello de Perachis...... 236 comune di Cassina Boffalora...... 208 CASTERNAGO Cassina Borlenga v. Borlengo comune di Casternago...... 237 CASSINA BUON MARTINO CAVOGNO comune di Cassina Buon Martino...... 209 comune di Cavogno...... 238 Cassina Cornova v. Corte Nova Centemarum v. Centemero Cassina d’i Rimoldi v. Rimoldo Cassina de Meyanigo v. Melianico CENTEMERO comune di Centemero (sec. XIV - 1757). esattore...... 239 Cassina de’ Barriani v. Cassina Barriani comune di Centemero (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 239 CASSINA DE’ BRACCHI comune di Centemero (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. console...... 239 comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). esattore...... 210 comune di Centemero (1757 - 1797)...... 240 comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. comune di Centemero (1798 - 1809)...... 241 console...... 210 comune di Centemero (1816 - 1859)...... 242 comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 210 CEREDA comune di Cassina de’ Bracchi (1757 - 1797)...... 211 comune di Cereda (sec. XV - 1757). console...... 243 comune di Cassina de’ Bracchi (1798 - 1809)...... 212 comune di Cereda (sec. XV - 1757). esattore...... 243 comune di Cassina de’ Bracchi (1816 - 1859)...... 213 comune di Cereda (sec. XV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 243 Cassina de’ Braggi v. Cassina de’ Bracchi comune di Cereda (1757 - 1797)...... 244 comune di Cereda (1798 - 1809)...... 245 CASSINA DEL BRUGO comune di Cereda (1816 - 1859)...... 246 comune di Cassina del Brugo...... 214 Cernuschio v. Cernusco Lombardone Cassina del Deserto v. Cassina Deserto Cassina del Duno v. Alduno CERNUSCO LOMBARDONE comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 247 CASSINA DELL’ABENERA comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). comune di Cassina dell’Abenera...... 215 consiglio della comunità...... 247 CASSINA DESERTO comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). ufficiali nobili. comune di Cassina Deserto...... 216 deputati della comunità...... 247

298 Comasira

comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). ufficiali plebei. caneparo...... 1 console. esattore...... 247 console...... 1 comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). ufficiali plebei. estimatori...... 1 sindaco...... 247 comune di Abbadia (1757 - 1797). Abbadia...... 2 comune di Cernusco Lombardone (1757 - 1797)...... 248 comune di Abbadia (1798 - 1809). Abbadia...... 3 comune di Cernusco Lombardone (1798 - 1815)...... 249 comune di Abbadia (1816 - 1859). Abbadia...... 4 comune di Cernusco Lombardone (1816 - 1859)...... 250 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). Acquate...... 5 CEROLDO consiglio particolare. console...... 5 comune di Ceroldo. console...... 251 consiglio particolare. deputati...... 5 CESANA consiglio particolare. sindaco...... 5 comune di Cesana (sec. XIV - 1757). console...... 252 esattore...... 5 comune di Cesana (sec. XIV - 1757). esattore...... 252 comune di Acquate (1757 - 1797). Acquate...... 6 comune di Cesana (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 252 comune di Acquate (1798 - 1809). Acquate...... 7 comune di Cesana (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 252 comune di Acquate (1816 - 1859). Acquate...... 8 comune di Cesana (1757 - 1797)...... 253 comune di Airuno (sec. XIV - 1757). Airuno...... 9 comune di Cesana (1798 - 1815)...... 254 console...... 9 comune di Cesana (1816 - 1859)...... 255 deputato...... 9 Cesana Brianza v. Cesana esattori...... 9 CHIUSO sindaco...... 9 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 256 comune di Airuno (1757 - 1797). Airuno...... 10 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 256 comune di Airuno (1798 - 1809). Airuno...... 11 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 256 comune di Airuno (1816 - 1859). Airuno...... 12 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). esattore...... 256 comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). Aizuro...... 13 comune di Chiuso (1757 - 1797)...... 257 cancelliere...... 13 comune di Chiuso (1798 - 1809)...... 258 console...... 13 comune di Chiuso (1816 - 1859)...... 259 esattore...... 13 Chivate v. Civate comune di Aizuro (1757 - 1797). Aizuro...... 14 Cibrone v. Sibrone comune di Aizuro (1798 - 1809). Aizuro...... 15 CICOGNOLA comune di Aizuro (1816 - 1859). Aizuro...... 16 comune di Cicognola...... 260 comune di Alduno. Alduno...... 19 Cigognola v. Cicognola esattore...... 19 Civà v. Civate comune di Annone (sec. XIV - 1757). Annone...... 20 CIVATE console...... 20 comune di Civate (sec. XIV - 1757). console...... 261 esattore...... 20 comune di Civate (sec. XIV - 1757). esattore...... 261 pubblica adunanza. cancelliere...... 20 comune di Civate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 261 pubblica adunanza. deputati...... 20 comune di Civate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 261 comune di Annone (1757 - 1797). Annone...... 21 comune di Civate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 261 comune di Annone (1798 - 1815). Annone...... 22 comune di Civate (1757 - 1797)...... 262 comune di Annone (1816 - 1859). Annone...... 23 comune di Civate (1798 - 1812)...... 263 comune di Arlate. Arlate...... 24 comune di Civate (1816 - 1859)...... 264 console...... 24 Cixinusclo v. Cernusco Lombardone deputato nobile...... 24 Cixinusculum Lumbardore v. Cernusco Lombardone esattore...... 24 Clavate v. Civate comune di Arnigò. Arnigò...... 25 Clepiate v. Capiate comune di Aveno. Aveno...... 26 Clivate v. Civate cancelliere...... 26 Codegore v. Cogoredo consiglio generale dei vicini. sindaco...... 26 Cogoré v. Cogoredo console...... 26 esattore...... 26 COGOREDO comune di Cogoredo. console...... 265 comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). Bagaggera...... 27 comune di Cogoredo. esattore...... 265 console...... 27 comune di Cogoredo. pubblica adunanza. sindaco...... 265 esattore...... 27 sindaco...... 27 Colego v. Colico comune di Bagaggera (1757 - 1797). Bagaggera...... 28 COLICO comune di Bagaggera (1798 - 1809). Bagaggera...... 29 comune di Colico (sec. XIII - 1757). università dei forestieri. bidello...... 267 comune di Bagaggera (1816 - 1859). Bagaggera...... 30 comune di Colico (sec. XIII - 1757). università dei forestieri. cancelliere...... 267 comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 comune di Colico (sec. XIII - 1757). università dei forestieri. cancelliere...... 31 consiglio particolare. consiglieri...... 267 console...... 31 comune di Colico (sec. XIII - 1757). università dei forestieri. esattore...... 31 consiglio particolare. sindaci (sec. XIV - 1757)...... 267 vicinanza. deputati...... 31 comune di Colico (sec. XIII - 1757). università dei forestieri. vicinanza. sindaci...... 31 consiglio particolare. assistente regio...... 267 comune di Baiedo (1757 - 1797). Baiedo...... 32 comune di Colico (sec. XIII - 1757). vicinanza di Colico. console...... 268 comune di Baiedo (1798 - 1809). Baiedo...... 33 comune di Colico (sec. XIII - 1757). vicinanza di Colico. comune di Baiedo (1816 - 1859). Baiedo...... 34 convocato generale. sindaci (sec. XIV - 1757)...... 268 comune di Ballabio. Ballabio...... 35 comune di Colico (sec. XIII - 1757). vicinanza di Colico. comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). Ballabio...... 36 convocato generale. deputati...... 268 consiglio particolare (sec. XVI - 1757). console (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Colico (sec. XIII - 1757). vicinanza di Colico. esattore...... 268 consiglio particolare (sec. XVI - 1757). deputati (sec. XVI - 1757)...... 36 podestaria di Colico. podestà (sec. XV - sec. XVI)...... 272 console (sec. XVI - 1757)...... 36 pretura feudale di Colico. podestà (sec. XVI - 1774)...... 273 deputati (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Colico (1757 - 1797)...... 269 esattore (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Colico (1798 - 1815)...... 270 sindaco (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Colico (1816 - 1859)...... 271 comune di Ballabio inferiore (1757 - 1797). Ballabio...... 38 collaterali del podestà. podestaria di Lecco. Lecco...... 486 comune di Ballabio inferiore (1798 - 1809). Ballabio...... 40 collegio dei notai della Valsassina. Introbio...... 433 comune di Ballabio inferiore (1816 - 1859). Ballabio...... 42 viceabati...... 433 comune di Ballabio superiore (sec. XVI - 1757). Ballabio...... 37 Collico v. Colico esattore (sec. XVI - 1757)...... 37 Collonia v. Cologna sindaco (sec. XVI - 1757)...... 37 COLOGNA comune di Ballabio superiore (1757 - 1797). Ballabio...... 39 comune di Cologna (sec. XIV - 1757). console...... 274 comune di Ballabio superiore (1798 - 1809). Ballabio...... 41 comune di Cologna (sec. XIV - 1757). esattore...... 274 comune di Ballabio superiore (1816 - 1859). Ballabio...... 43 comune di Cologna (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 274 comune di Barco. Barco...... 44 comune di Cologna (1757 - 1797)...... 275 consiglio particolare. console...... 44 comune di Cologna (1798 - 1809)...... 276 consiglio particolare. deputati...... 44 comune di Cologna (1816 - 1859)...... 277 consiglio particolare. sindaco...... 44 Colognia v. Cologna esattore...... 44 Cologno v. Cologna comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 COMASIRA cancelliere...... 45 comune di Comasira. console...... 278 console...... 45 comune di Comasira. esattore...... 278 esattore...... 45 comune di Comasira. sindaci...... 278 vicinanza. deputati...... 45 comune di Comasira. vicinanza...... 278 vicinanza. sindaci...... 45 comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). Abbadia...... 1 comune di Barcone (1757 - 1797). Barcone...... 46

299 Comasira comune di Barcone (1798 - 1805). Barcone...... 47 comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 comune di Barcone (1816 - 1859). Barcone...... 48 cancelliere...... 106 comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). Bartesate...... 49 console...... 106 cancelliere...... 49 esattore...... 106 console...... 49 vicinanza. deputati...... 106 esattore...... 49 vicinanza. sindaci...... 106 comune di Bartesate (1757 - 1797). Bartesate...... 50 comune di Bindo (1757 - 1797). Bindo...... 107 comune di Bartesate (1798 - 1809). Bartesate...... 51 comune di Bindo (1798 - 1809). Bindo...... 108 comune di Bartesate (1816 - 1859). Bartesate...... 52 comune di Bindo (1816 - 1859). Bindo...... 109 comune di Barzago (sec. XIV - 1757). Barzago...... 53 comune di Boffalora. Boffalora...... 110 cancelliere...... 53 comune di Bonacina. Bonacina...... 111 console...... 53 comune di Borbino. Borbino...... 112 esattori...... 53 caneparo...... 112 pubblica adunanza. reggenti...... 53 console...... 112 pubblica adunanza. sindaco...... 53 estimatori...... 112 comune di Barzago (1757 - 1797). Barzago...... 54 comune di Borima. Borima...... 113 comune di Barzago (1798 - 1815). Barzago...... 55 comune di Borlengo. Borlengo...... 114 comune di Barzago (1816 - 1859). Barzago...... 56 console...... 114 comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 esattore...... 114 console...... 57 comune di Bosco. Bosco...... 115 deputati...... 57 cancelliere...... 115 esattore...... 57 console...... 115 pubblica adunanza...... 57 esattore...... 115 reggenti...... 57 pubblica adunanza. sindaco...... 115 sindico...... 57 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116 comune di Barzanò (1757 - 1797). Barzanò...... 58 consiglio particolare. cancelliere...... 116 comune di Barzanò (1798 - 1815). Barzanò...... 59 consiglio particolare. deputati...... 116 comune di Barzanò (1816 - 1859). Barzanò...... 60 consiglio particolare. esattori...... 116 comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 consiglio particolare. sindaco...... 116 cancelliere...... 61 console...... 116 console...... 61 comune di Bosisio (1757 - 1797). Bosisio...... 117 esattore...... 61 comune di Bosisio (1798 - 1812). Bosisio...... 118 vicinanza. deputati...... 61 comune di Bosisio (1816 - 1859). Bosisio...... 119 vicinanza. sindaci...... 61 comune di Brenno (sec. XIV - 1757). Brenno...... 123 comune di Barzio (1757 - 1797). Barzio...... 62 esattore...... 123 comune di Barzio (1798 - 1815). Barzio...... 63 pubblica adunanza. cancelliere...... 123 comune di Barzio (1816 - 1859). Barzio...... 64 pubblica adunanza. console...... 123 comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 comune di Brenno (1757 - 1797). Brenno...... 124 campari...... 68 comune di Brenno (1798 - 1809). Brenno...... 125 cancelliere...... 67 comune di Brenno (1816 - 1859). Brenno...... 126 consiglio. ambasciatori...... 70 comune di Brianza. Brianza...... 127 consiglio. canepari...... 71 comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). Brianzola...... 128 consiglio. consiglieri...... 69 console...... 128 consiglio. consoli...... 69 esattore...... 128 consiglio. procuratori...... 72 pubblica adunanza. sindaco...... 128 consiglio. stimatori...... 73 comune di Brianzola (1757 - 1797). Brianzola...... 129 consiglio degli estimati...... 67 comune di Brianzola (1798 - 1809). Brianzola...... 130 console...... 67 comune di Brianzola (1816 - 1859). Brianzola...... 131 esattore...... 67 comune di Brivio (sec. XIV - 1757). Brivio...... 132 notario...... 74 cancelliere...... 132 procuratori delle elemosine...... 75 console...... 132 servitore...... 76 deputati...... 132 sindacato. sindaci...... 67 esattore...... 132 vicinanza...... 67 comune di Brivio (1757 - 1797). Brivio...... 133 comune di Bellano (1757 - 1797). Bellano...... 77 comune di Brivio (1798 - 1815). Brivio...... 134 comune di Bellano (1798 - 1815). Bellano...... 78 comune di Brivio (1816 - 1859). Brivio...... 135 comune di Bellano (1816 - 1859). Bellano...... 79 comune di Brongio. Brongio...... 144 comune di Belledo (sec. XIV - 1757). Belledo...... 89 consiglio particolare. cancelliere...... 144 consiglio particolare. console...... 89 consiglio particolare. deputati...... 144 consiglio particolare. deputati...... 89 consiglio particolare. esattori...... 144 consiglio particolare. sindaco...... 89 consiglio particolare. sindaco...... 144 esattore...... 89 console...... 144 comune di Belledo (1757 - 1797). Belledo...... 90 comune di Brongio inferiore. Brongio...... 142 comune di Belledo (1798 - 1809). Belledo...... 91 comune di Brongio superiore. Brongio...... 143 comune di Belledo (1816 - 1859). Belledo...... 92 comune di Bruga. Bruga...... 145 comune di Beolco. Beolco...... 93 cancelliere...... 145 comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). Bernaga...... 94 console...... 145 cancelliere...... 94 esattore...... 145 console...... 94 vicinanza. sindaci...... 145 esattore...... 94 comune di Brugarolo. Brugarolo...... 146 pubblica adunanza. sindaco...... 94 comune di Brughera. Brughera...... 147 comune di Bernaga (1757 - 1797). Bernaga...... 95 comune di Bulciaghetto. Bulciaghetto...... 148 comune di Bernaga (1798 - 1809). Bernaga...... 96 comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). Bulciago...... 149 comune di Bernaga (1816 - 1859). Bernaga...... 97 cancelliere...... 149 comune di Bestetto. Bestetto...... 98 console...... 149 cancelliere...... 98 deputato...... 149 console...... 98 pubblica adunanza...... 149 esattore...... 98 comune di Bulciago (1757 - 1797). Bulciago...... 150 pubblica adunanza. reggenti...... 98 comune di Bulciago (1798 - 1809). Bulciago...... 151 pubblica adunanza. sindaco...... 98 comune di Bulciago (1816 - 1859). Bulciago...... 152 comune di Bevera. Bevera...... 99 comune di Ca Franca. Ca Franca...... 153 console...... 99 comune di Ca Martinone (sec. XV - 1797). Ca Martinone...... 154 esattore...... 99 console...... 154 pubblica adunanza. sindaco...... 99 sindaco...... 154 comune di Beverate. Beverate...... 100 comune di Ca Martinone (1802 - 1805). Ca Martinone...... 155 console...... 100 comune di Ca Zanelli. Zanelli...... 918 comune di Beverina. Beverina...... 101 consiglio generale. sindaci...... 918 comune di Biglio (sec. XIV - 1757). Biglio...... 102 console...... 918 console...... 102 comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). Cagliano...... 156 esattore...... 102 console...... 156 pubblica adunanza...... 102 pubblica adunanza. cancelliere...... 156 comune di Biglio (1757 - 1797). Biglio...... 103 pubblica adunanza. esattore...... 156 comune di Biglio (1798 - 1809). Biglio...... 104 comune di Cagliano (1757 - 1797). Cagliano...... 157 comune di Biglio (1816 - 1859). Biglio...... 105 comune di Cagliano (1798 - 1809). Cagliano...... 158

300 Comasira comune di Cagliano (1816 - 1859). Cagliano...... 159 pubblica adunanza. console...... 210 comune di Calco (sec. XIV - 1757). Calco...... 160 pubblica adunanza. sindaco...... 210 console...... 160 comune di Cassina de’ Bracchi (1757 - 1797). deputati...... 160 Cassina de’ Bracchi...... 211 esattore...... 160 comune di Cassina de’ Bracchi (1798 - 1809). sindaco...... 160 Cassina de’ Bracchi...... 212 comune di Calco (1757 - 1797). Calco...... 161 comune di Cassina de’ Bracchi (1816 - 1859). comune di Calco (1798 - 1815). Calco...... 162 Cassina de’ Bracchi...... 213 comune di Calco (1816 - 1859). Calco...... 163 comune di Cassina del Brugo. Cassina del Brugo...... 214 comune di Calolzio (sec. XIV - 1797). Calolzio...... 164 comune di Cassina dell’Abenera. Cassina dell’Abenera...... 215 console...... 164 comune di Cassina Deserto. Cassina Deserto...... 216 sindaci...... 164 comune di Cassina Fra Martino. Cassina Fra Martino...... 217 comune di Calolzio (1798 - 1815). Calolzio...... 165 console...... 217 comune di Calolzio (1816 - 1859). Calolzio...... 166 delegati...... 217 comune di Calvenzana. Calvenzana...... 167 esattore...... 217 cancelliere...... 167 sindaco...... 217 console...... 167 comune di Cassina Fumagalla. Cassina Fumagalla...... 218 esattori...... 167 comune di Cassina Galbusera. Cassina Galbusera...... 219 pubblica adunanza...... 167 comune di Cassina Galgiana. Cassina Galgiana...... 220 comune di Camisasca. Camisasca...... 168 cancelliere...... 220 cancelliere...... 168 console...... 220 console...... 168 deputati...... 220 esattore...... 168 esattore...... 220 pubblica adunanza...... 168 comune di Cassina Pianezzo. Cassina Pianezzo...... 221 comune di Campo Fiorenzo. Campo Fiorenzo...... 169 console...... 221 comune di Campsirago. Campsirago...... 170 esattore...... 221 cancelliere...... 170 sindaco...... 221 console...... 170 comune di Cassina Pilata. Cassina Pilata...... 222 esattore...... 170 comune di Cassina Roncaria. Cassina Roncaria...... 223 pubblica adunanza. reggenti...... 170 comune di Cassina Sala. Cassina Sala...... 224 comune di Capiate (sec. XIV - 1757). Capiate...... 171 comune di Cassina Soresello. Cassina Soresello...... 225 console...... 171 comune di Cassina Tajella. Cassina Tajella...... 226 esattore...... 171 comune di Cassina Taveggia. Cassina Taveggia...... 227 comune di Capiate (1757 - 1797). Capiate...... 172 comune di Cassina Valisei. Cassina Valisei...... 228 comune di Capiate (1798 - 1809). Capiate...... 173 comune di Cassina Varisetta. Cassina Varisetta...... 229 comune di Capiate (1816 - 1859). Capiate...... 174 comune di Cassina Vignola. Cassina Vignola...... 230 comune di Caraverio. Caraverio...... 175 comune di Castel Negrino. Castel Negrino...... 231 comune di Carenno (sec. XIV - 1797). Carenno...... 176 comune di Castello (sec. XIV - 1757). Castello...... 232 console...... 176 consiglio particolare. console...... 232 sindaci...... 176 consiglio particolare. deputati...... 232 comune di Carenno (1798 - 1815). Carenno...... 177 consiglio particolare. sindaco...... 232 comune di Carenno (1816 - 1859). Carenno...... 178 esattore...... 232 comune di Carsaniga. Carsaniga...... 179 comune di Castello (1757 - 1797). Castello...... 233 comune di Carzano. Carzano...... 180 comune di Castello (1798 - 1809). Castello...... 234 comune di Casargo (1757 - 1797). Casargo...... 182 comune di Castello (1816 - 1859). Castello...... 235 comune di Casargo (1798 - 1809). Casargo...... 183 comune di Castello de Perachis. Castello de Perachis...... 236 comune di Casargo (1816 - 1859). Casargo...... 184 comune di Casternago. Casternago...... 237 comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). Casate Nuovo...... 185 comune di Cavogno. Cavogno...... 238 cancelliere...... 185 comune di Centemero (sec. XIV - 1757). Centemero...... 239 console...... 185 esattore...... 239 deputati...... 185 pubblica adunanza. cancelliere...... 239 comune di Casate Nuovo (1757 - 1797). Casate Nuovo...... 186 pubblica adunanza. console...... 239 comune di Casate Nuovo (1798 - 1815). Casate Nuovo...... 187 comune di Centemero (1757 - 1797). Centemero...... 240 comune di Casate Nuovo (1816 - 1859). Casate Nuovo...... 188 comune di Centemero (1798 - 1809). Centemero...... 241 comune di Casate Vecchio. Casate Vecchio...... 190 comune di Centemero (1816 - 1859). Centemero...... 242 comune di Casirago (sec. XIV - 1757). Casirago...... 191 comune di Cereda (sec. XV - 1757). Cereda...... 243 cancelliere...... 191 console...... 243 console...... 191 esattore...... 243 deputati...... 191 pubblica adunanza. sindaco...... 243 esattore...... 191 comune di Cereda (1757 - 1797). Cereda...... 244 comune di Casirago (1757 - 1797). Casirago...... 192 comune di Cereda (1798 - 1809). Cereda...... 245 comune di Casirago (1798 - 1809). Casirago...... 193 comune di Cereda (1816 - 1859). Cereda...... 246 comune di Casirago (1816 - 1859). Casirago...... 194 comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). comune di Casletto (sec. XIV - 1757). Casletto...... 195 Cernusco Lombardone...... 247 cancelliere...... 195 cancelliere...... 247 console...... 195 consiglio della comunità...... 247 esattore...... 195 ufficiali nobili. deputati della comunità...... 247 comune di Casletto (1757 - 1797). Casletto...... 196 ufficiali plebei. console. esattore...... 247 comune di Casletto (1798 - 1809). Casletto...... 197 ufficiali plebei. sindaco...... 247 comune di Casletto (1816 - 1859). Casletto...... 198 comune di Cernusco Lombardone (1757 - 1797). comune di Cassago (sec. XIV - 1757). Cassago...... 199 Cernusco Lombardone...... 248 consiglio della comunità. cancelliere...... 199 comune di Cernusco Lombardone (1798 - 1815). consiglio della comunità. console...... 199 Cernusco Lombardone...... 249 consiglio della comunità. primi estimi...... 199 comune di Cernusco Lombardone (1816 - 1859). pubblica adunanza...... 199 Cernusco Lombardone...... 250 comune di Cassago (1757 - 1797). Cassago...... 200 comune di Ceroldo. Ceroldo...... 251 comune di Cassago (1798 - 1809). Cassago...... 201 console...... 251 comune di Cassago (1816 - 1859). Cassago...... 202 comune di Cesana (sec. XIV - 1757). Cesana...... 252 comune di Cassina (sec. XIV - 1757). Cassina...... 203 console...... 252 console...... 203 esattore...... 252 esattore...... 203 pubblica adunanza. cancelliere...... 252 vicinanza. deputati...... 203 pubblica adunanza. deputati...... 252 vicinanza. sindaci...... 203 comune di Cesana (1757 - 1797). Cesana...... 253 comune di Cassina (1757 - 1797). Cassina...... 204 comune di Cesana (1798 - 1815). Cesana...... 254 comune di Cassina (1798 - 1809). Cassina...... 205 comune di Cesana (1816 - 1859). Cesana...... 255 comune di Cassina (1816 - 1859). Cassina...... 206 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). Chiuso...... 256 comune di Cassina Albareda. Albareda minore...... 18 consiglio particolare. console...... 256 comune di Cassina Albareda. Albareda maggiore...... 17 consiglio particolare. deputati...... 256 comune di Cassina Barriani. Cassina Barriani...... 207 consiglio particolare. sindaco...... 256 comune di Cassina Boffalora. Cassina Boffalora...... 208 esattore...... 256 comune di Cassina Buon Martino. Cassina Buon Martino...... 209 comune di Chiuso (1757 - 1797). Chiuso...... 257 comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). comune di Chiuso (1798 - 1809). Chiuso...... 258 Cassina de’ Bracchi...... 210 comune di Chiuso (1816 - 1859). Chiuso...... 259 esattore...... 210 comune di Cicognola. Cicognola...... 260

301 Comasira comune di Civate (sec. XIV - 1757). Civate...... 261 vicinanza. deputati...... 308 console...... 261 vicinanza. sindaci...... 308 esattore...... 261 comune di Cortenova (1757 - 1797). Cortenova...... 309 pubblica adunanza. cancelliere...... 261 comune di Cortenova (1798 - 1815). Cortenova...... 310 pubblica adunanza. deputati...... 261 comune di Cortenova (1816 - 1859). Cortenova...... 311 pubblica adunanza. sindaco...... 261 comune di Costa Lottaro. Costa Lottaro...... 312 comune di Civate (1757 - 1797). Civate...... 262 comune di Costa Masnaga. Costa Masnaga...... 313 comune di Civate (1798 - 1812). Civate...... 263 cancelliere...... 313 comune di Civate (1816 - 1859). Civate...... 264 console...... 313 comune di Cogoredo. Cogoredo...... 265 esattori...... 313 console...... 265 comune di Crandola (sec. XIV - 1757). Crandola...... 314 esattore...... 265 console...... 314 pubblica adunanza. sindaco...... 265 esattore...... 314 comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 266 vicinanza. deputati...... 314 università dei forestieri. bidello...... 267 vicinanza. sindaci...... 314 università dei forestieri. cancelliere...... 267 comune di Crandola (1757 - 1797). Crandola...... 315 università dei forestieri. consiglio particolare. assistente regio...... 267 comune di Crandola (1798 - 1809). Crandola...... 316 università dei forestieri. consiglio particolare. consiglieri...... 267 comune di Crandola (1816 - 1859). Crandola...... 317 università dei forestieri. consiglio particolare. comune di Cremella (sec. XIII - 1757). Cremella...... 318 sindaci (sec. XIV - 1757)...... 267 consiglio della comunità. ufficiali della comunità. cancelliere...... 318 vicinanza di Colico. console...... 268 consiglio della comunità. ufficiali della comunità. console...... 318 vicinanza di Colico. convocato generale. deputati...... 268 consiglio della comunità. ufficiali della comunità. deputati...... 318 vicinanza di Colico. convocato generale. sindaci (sec. XIV - 1757)...... 268 comune di Cremella (1757 - 1797). Cremella...... 319 vicinanza di Colico. esattore...... 268 comune di Cremella (1798 - 1809). Cremella...... 320 comune di Colico (1757 - 1797). Colico...... 269 comune di Cremella (1816 - 1859). Cremella...... 321 comune di Colico (1798 - 1815). Colico...... 270 comune di Cremellina. Cremellina...... 322 comune di Colico (1816 - 1859). Colico...... 271 comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). Cremeno...... 323 comune di Cologna (sec. XIV - 1757). Cologna...... 274 console...... 323 console...... 274 esattore...... 323 esattore...... 274 vicinanza. deputati...... 323 pubblica adunanza. sindaco...... 274 vicinanza. sindaci...... 323 comune di Cologna (1757 - 1797). Cologna...... 275 comune di Cremeno (1757 - 1797). Cremeno...... 324 comune di Cologna (1798 - 1809). Cologna...... 276 comune di Cremeno (1798 - 1809). Cremeno...... 325 comune di Cologna (1816 - 1859). Cologna...... 277 comune di Cremeno (1816 - 1859). Cremeno...... 326 comune di Comasira. Comasira...... 278 comune di Crescenzaga. Crescenzaga...... 327 console...... 278 cancelliere...... 327 esattore...... 278 console...... 327 sindaci...... 278 esattore...... 327 vicinanza...... 278 pubblica adunanza. sindaco...... 327 comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). Concenedo...... 279 comune di Crippa (sec. XIV - 1757). Crippa...... 328 console...... 279 cancelliere...... 328 esattore...... 279 console...... 328 vicinanza. deputati...... 279 esattore...... 328 vicinanza. sindaci...... 279 comune di Crippa (1757 - 1797). Crippa...... 329 comune di Concenedo (1757 - 1797). Concenedo...... 280 comune di Crippa (1798 - 1809). Crippa...... 330 comune di Concenedo (1798 - 1809). Concenedo...... 281 comune di Crippa (1816 - 1844). Crippa...... 331 comune di Concenedo (1816 - 1859). Concenedo...... 282 comune di Degore. Degore...... 332 comune di Consiglio. Consiglio...... 283 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 333 comune di Consonno (sec. XIV - 1757). Consonno...... 284 consiglio del comune. consiglieri...... 334 console...... 284 consiglio del comune. consoli...... 335 esattore...... 284 consiglio generale dei vicini. sindaci...... 333 comune di Consonno (1757 - 1797). Consonno...... 285 console...... 333 comune di Consonno (1798 - 1809). Consonno...... 286 esattore...... 333 comune di Consonno (1816 - 1859). Consonno...... 287 vicinanza. ambasciatori...... 337 comune di Contra (sec. XIV - 1757). Contra...... 288 vicinanza. bannitori...... 338 cancelliere...... 288 vicinanza. campari...... 339 console...... 288 vicinanza. canepario...... 340 deputati...... 288 vicinanza. estimatori...... 341 esattore...... 288 vicinanza. notario...... 342 comune di Contra (1757 - 1797). Contra...... 289 vicinanza. paratici. capitani...... 336 comune di Contra (1798 - 1809). Contra...... 290 vicinanza. paratici. castellani...... 336 comune di Contra (1816 - 1859). Contra...... 291 vicinanza. paratici. valvassori...... 336 comune di Corenno (sec. XV - 1757). Corenno...... 292 vicinanza. pesatori del pane...... 343 cancelliere...... 292 vicinanza. procuratori...... 344 consiglio generale dei vicini. sindaco...... 292 vicinanza. servitore del comune...... 345 console...... 292 vicinanza. soldati del comune...... 346 comune di Corenno (1757 - 1797). Corenno...... 293 comune di Dervio (1757 - 1797). Dervio...... 347 comune di Corenno (1798 - 1809). Corenno...... 294 comune di Dervio (1798 - 1815). Dervio...... 348 comune di Corenno (1816 - 1859). Corenno...... 295 comune di Dervio (1816 - 1859). Dervio...... 349 comune di Cornello (sec. XIV - 1797). Cornello...... 297 comune di Dolzago (sec. XIV - sec. XV). Dolzago...... 355 console...... 297 comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). Dolzago...... 358 sindaci...... 297 console...... 358 comune di Cornello (1802 - 1805). Cornello...... 299 esattore...... 358 comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). Cortabbio...... 300 pubblica adunanza. sindaco...... 358 cancelliere...... 300 comune di Dolzago (1757 - 1797). Dolzago...... 359 console...... 300 comune di Dolzago (1798 - 1809). Dolzago...... 360 esattore...... 300 comune di Dolzago (1816 - 1859). Dolzago...... 361 vicinanza. deputati...... 300 comune di Dolzago inferiore. Dolzago...... 356 vicinanza. sindaci...... 300 comune di Dolzago superiore. Dolzago...... 357 comune di Cortabbio (1757 - 1797). Cortabbio...... 301 comune di Dorio (sec. XV - 1757). Dorio...... 362 comune di Cortabbio (1798 - 1809). Cortabbio...... 302 consiglio generale dei vicini. sindaco...... 362 comune di Cortabbio (1816 - 1859). Cortabbio...... 303 console...... 362 comune di Corte (sec. XIV - 1797). Corte...... 304 comune di Dorio (1757 - 1797). Dorio...... 363 consiglio generale. console...... 304 comune di Dorio (1798 - 1809). Dorio...... 364 consiglio generale. sindaci...... 304 comune di Dorio (1816 - 1859). Dorio...... 365 comune di Corte (1802 - 1805). Corte...... 305 comune di Dozio (sec. XIV - 1757). Dozio...... 366 comune di Corte (1816 - 1859). Corte...... 306 cancelliere...... 366 comune di Corte Nova. Corte Nova...... 307 console...... 366 console...... 307 esattore...... 366 esattore...... 307 pubblica adunanza. reggenti...... 366 pubblica adunanza. cancelliere...... 307 comune di Dozio (1757 - 1797). Dozio...... 367 comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). Cortenova...... 308 comune di Dozio (1798 - 1809). Dozio...... 368 console...... 308 comune di Dozio (1816 - 1859). Dozio...... 369 esattore...... 308 comune di Ello (sec. XIV - 1757). Ello...... 370

302 Comasira

console...... 370 comune di Giovenzana. Giovenzana...... 417 convocato del popolo. reggenti...... 370 cancelliere...... 417 convocato del popolo. sindaco...... 370 console...... 417 esattore...... 370 esattore...... 417 comune di Ello (1757 - 1797). Ello...... 371 pubblica adunanza. reggenti...... 417 comune di Ello (1798 - 1815). Ello...... 372 comune di Grebbio. Grebbio...... 418 comune di Ello (1816 - 1859). Ello...... 373 caneparo...... 418 comune di Erve (sec. XV - 1797). Erve...... 374 console...... 418 consiglio generale. console...... 374 estimatori...... 418 consiglio generale. sindaci...... 374 comune di Grofoleggio. Grofoleggio...... 419 comune di Erve (1798 - 1815). Erve...... 375 comune di Hoè. Hoè...... 420 comune di Erve (1816 - 1859). Erve...... 376 cancelliere...... 420 comune di Esino (sec. XIV - sec. XVI). Esino...... 377 console...... 420 comune di Esino (1809 - 1815). Esino...... 384 esattore...... 420 comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). Esino...... 379 pubblica adunanza...... 420 console (sec. XVI - 1757)...... 379 sindaco...... 420 deputati (sec. XVI - 1757)...... 379 comune di Imberido (sec. XIV - 1757). Imberido...... 421 esattore (sec. XVI - 1757)...... 379 console...... 421 sindaci (sec. XVI - 1757)...... 379 esattore...... 421 vicinanza (sec. XVI - 1757)...... 379 pubblica adunanza. sindaco...... 421 comune di Esino inferiore (1757 - 1797). Esino...... 380 comune di Imberido (1757 - 1797). Imberido...... 422 comune di Esino inferiore (1798 - 1809). Esino...... 382 comune di Imberido (1798 - 1809). Imberido...... 423 comune di Esino inferiore (1816 - 1859). Esino...... 386 comune di Imberido (1816 - 1859). Imberido...... 424 comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). Esino...... 378 comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). Imbersago...... 425 console (sec. XVI - 1757)...... 378 console...... 425 deputati (sec. XVI - 1757)...... 378 delegati...... 425 esattore (sec. XVI - 1757)...... 378 esattore...... 425 sindaci (sec. XVI - 1757)...... 378 sindaco...... 425 vicinanza (sec. XVI - 1757)...... 378 comune di Imbersago (1757 - 1797). Imbersago...... 426 comune di Esino superiore (1757 - 1797). Esino...... 381 comune di Imbersago (1798 - 1809). Imbersago...... 427 comune di Esino superiore (1798 - 1809). Esino...... 383 comune di Imbersago (1816 - 1859). Imbersago...... 428 comune di Esino superiore (1816 - 1859). Esino...... 385 comune di Indovero. Indovero...... 429 comune di Favirano (sec. XV - 1797). Favirano...... 387 cancelliere...... 429 console...... 387 console...... 429 sindaci...... 387 esattore...... 429 comune di Favirano (1802 - 1805). Favirano...... 388 vicinanza. deputati...... 429 vicinanza. sindaci...... 429 comune di Figina. Figina...... 389 esattore...... 389 comune di Inesio. Inesio...... 430 pubblica adunanza...... 389 console...... 430 regolatore del comune...... 389 esattore...... 430 vicinanza. sindaci...... 430 comune di Foppenico. Foppenico...... 390 comune di Inseraga. Inseraga...... 431 comune di Freddore. Freddore...... 391 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 comune di Gaesso. Gaesso...... 392 cancelliere...... 434 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 console...... 434 consiglio particolare. deputati...... 393 esattore...... 434 consiglio particolare. sindaco...... 393 reggenti...... 434 console...... 393 vicinanza. deputati...... 434 esattore...... 393 vicinanza. sindaci...... 434 procuratore...... 393 comune di Introbio (1757 - 1797). Introbio...... 435 comune di Galbiate (1757 - 1797). Galbiate...... 394 comune di Introbio (1798 - 1815). Introbio...... 436 comune di Galbiate (1798 - 1815). Galbiate...... 395 comune di Introbio (1816 - 1859). Introbio...... 437 comune di Galbiate (1816 - 1859). Galbiate...... 396 comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). Introzzo...... 454 comune di Galbusera. Galbusera...... 397 cancelliere...... 454 comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). consiglio generale dei vicini. sindaco...... 454 Garbagnate Monastero...... 398 console...... 454 cancelliere...... 398 esattore...... 454 console...... 398 comune di Introzzo (1757 - 1797). Introzzo...... 455 esattore...... 398 comune di Introzzo (1798 - 1809). Introzzo...... 456 comune di Garbagnate Monastero (1757 - 1797). Garbagnate Monastero...... 399 comune di Introzzo (1816 - 1859). Introzzo...... 457 comune di Garbagnate Monastero (1798 - 1809). comune di La Cassina. La Cassina...... 459 Garbagnate Monastero...... 400 comune di La Stretta. La Stretta...... 460 comune di Garbagnate Monastero (1816 - 1859). comune di Laorca (sec. XIV - 1757). Laorca...... 461 Garbagnate Monastero...... 401 consiglio particolare. console...... 461 comune di Garbagnate Rotta. Garbagnate Rotta...... 402 consiglio particolare. deputati...... 461 consiglio particolare. cancelliere...... 402 consiglio particolare. sindaco...... 461 consiglio particolare. deputati...... 402 esattore...... 461 consiglio particolare. esattori...... 402 comune di Laorca (1757 - 1797). Laorca...... 462 consiglio particolare. sindaco...... 402 comune di Laorca (1798 - 1815). Laorca...... 463 console...... 402 comune di Laorca (1816 - 1859). Laorca...... 464 comune di Garlate (sec. XIV - 1757). Garlate...... 403 comune di Lavello. Lavello...... 465 console...... 403 comune di Lecco (sec. XIV - 1757). Lecco...... 466 esattore...... 403 consiglio particolare. console...... 466 pubblica adunanza. cancelliere...... 403 consiglio particolare. deputati...... 466 pubblica adunanza. deputati...... 403 consiglio particolare. sindaco...... 466 comune di Garlate (1757 - 1797). Garlate...... 404 esattore...... 466 comune di Garlate (1798 - 1809). Garlate...... 405 comune di Lecco (1757 - 1797). Lecco...... 467 comune di Garlate (1816 - 1859). Garlate...... 406 comune di Lecco (1798 - 1815). Lecco...... 468 comune di Gazzanico. Gazzanico...... 409 comune di Lecco (1816 - 1859). Lecco...... 469 comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). Germanedo...... 410 comune di Li Molguli. Li Molguli...... 491 consiglio particolare. console...... 410 comune di Lierna (sec. XIII - 1757). Lierna...... 492 consiglio particolare. deputati...... 410 archivista...... 492 consiglio particolare. sindaco...... 410 consiglio generale...... 492 esattore...... 410 consiglio ordinario. sindaci...... 492 comune di Germanedo (1757 - 1797). Germanedo...... 411 console...... 492 comune di Germanedo (1798 - 1809). Germanedo...... 412 esattore...... 492 comune di Germanedo (1816 - 1859). Germanedo...... 413 comune di Lierna (1757 - 1797). Lierna...... 493 comune di Gerro (sec. XIV - 1757). Gerro...... 414 comune di Lierna (1798 - 1809). Lierna...... 494 console...... 414 comune di Lierna (1812 - 1815). Lierna...... 495 esattore...... 414 comune di Lierna (1816 - 1859). Lierna...... 496 vicinanza. deputati...... 414 comune di Limonta (sec. XV - 1797). Limonta...... 497 vicinanza. sindaci...... 414 caneparo...... 497 comune di Gerro (1786 - 1791). Gerro...... 415 consiglio generale. consiglieri...... 497 comune di Gerro (1805 - 1809). Gerro...... 416 consiglio generale. deputati...... 497

303 Comasira

consiglio generale. sindaci...... 497 comune di Melianico. Melianico...... 546 console...... 497 console...... 546 vicinanza...... 497 esattore...... 546 comune di Limonta (1798 - 1809). Limonta...... 498 comune di Merate (sec. XIII - 1757). Merate...... 548 comune di Limonta (1816 - 1859). Limonta...... 499 cancelliere...... 548 comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). Linzanico...... 502 console...... 548 caneparo...... 502 delegati...... 548 console...... 502 esattore...... 548 estimatori...... 502 sindaco...... 548 comune di Linzanico (1757 - 1797). Linzanico...... 503 comune di Merate (1757 - 1797). Merate...... 549 comune di Linzanico (1798 - 1809). Linzanico...... 504 comune di Merate (1798 - 1815). Merate...... 550 comune di Linzanico (1816 - 1859). Linzanico...... 505 comune di Merate (1816 - 1859). Merate...... 551 comune di Lissolo. Lissolo...... 506 comune di Merdagò. Merdagò...... 552 cancelliere...... 506 esattore...... 552 console...... 506 pubblica adunanza. cancelliere...... 552 esattore...... 506 pubblica adunanza. console...... 552 comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). Lomagna...... 507 pubblica adunanza. primestimo...... 552 cancelliere...... 507 comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). Missaglia...... 555 console...... 507 campanaro...... 555 sindaco...... 507 cancelliere...... 555 comune di Lomagna (1757 - 1797). Lomagna...... 508 console...... 555 comune di Lomagna (1798 - 1809). Lomagna...... 509 deputati...... 555 comune di Lomagna (1816 - 1859). Lomagna...... 510 esattore...... 555 comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). Lomaniga...... 511 comune di Missaglia (1757 - 1797). Missaglia...... 556 esattore...... 511 comune di Missaglia (1798 - 1815). Missaglia...... 557 pubblica adunanza. cancelliere...... 511 comune di Missaglia (1816 - 1859). Missaglia...... 558 pubblica adunanza. console...... 511 comune di Missagliola. Missagliola...... 567 pubblica adunanza. deputati...... 511 comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 comune di Lomaniga (1757 - 1797). Lomaniga...... 512 cancelliere...... 568 comune di Lomaniga (1798 - 1809). Lomaniga...... 513 console...... 568 comune di Lomaniga (1816 - 1859). Lomaniga...... 514 esattore...... 568 comune di Lombrino. Lombrino...... 515 vicinanza. deputati...... 568 caneparo...... 515 vicinanza. sindaci...... 568 console...... 515 comune di Moggio (1757 - 1797). Moggio...... 569 estimatori...... 515 comune di Moggio (1798 - 1809). Moggio...... 570 comune di Lorentino (sec. XIV - 1797). Lorentino...... 516 comune di Moggio (1816 - 1859). Moggio...... 571 console...... 516 comune di Moioli. Moioli...... 572 sindaci...... 516 comune di Molina. Molina...... 573 comune di Lorentino (1798 - 1815). Lorentino...... 517 caneparo...... 573 comune di Lorentino (1816 - 1859). Lorentino...... 518 console...... 573 comune di Luzzana. Luzzana...... 519 estimatori...... 573 esattore...... 519 comune di Molinata. Molinata...... 574 pubblica adunanza. cancelliere...... 519 cancelliere...... 574 pubblica adunanza. console...... 519 console...... 574 pubblica adunanza. deputato...... 519 deputati...... 574 comune di Maggiana. Maggiana...... 520 esattore...... 574 caneparo...... 520 comune di Molini. Molini...... 575 console...... 520 caneparo...... 575 estimatori...... 520 console...... 575 comune di Maggianico. Maggianico...... 521 estimatori...... 575 consiglio particolare. console...... 521 comune di Molino del Leone. Molino del Leone...... 576 consiglio particolare. deputati...... 521 cancelliere...... 576 consiglio particolare. sindaco...... 521 console...... 576 esattore...... 521 esattore...... 576 comune di Maggiolino. Maggiolino...... 522 comune di Molino del Maglio. Molino del Maglio...... 577 cancelliere...... 522 cancelliere...... 577 congregazione del comune...... 522 console...... 577 console...... 522 esattore...... 577 esattori...... 522 comune di Molteno (sec. XIV - 1757). Molteno...... 578 comune di Malgrate (sec. XV - 1757). Malgrate...... 523 esattore...... 578 esattore...... 523 pubblica adunanza. cancelliere...... 523 pubblica adunanza. cancelliere...... 578 pubblica adunanza. console...... 523 pubblica adunanza. console...... 578 pubblica adunanza. deputati...... 523 pubblica adunanza. deputati...... 578 pubblica adunanza. sindaco...... 523 comune di Molteno (1757 - 1797). Molteno...... 579 comune di Malgrate (1757 - 1797). Malgrate...... 524 comune di Molteno (1798 - 1815). Molteno...... 580 comune di Malgrate (1798 - 1809). Malgrate...... 525 comune di Molteno (1816 - 1859). Molteno...... 581 comune di Malgrate (1816 - 1859). Malgrate...... 526 comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). Mondonico...... 582 comune di Malnino. Malnino...... 527 console...... 582 comune di Malvero. Malvero...... 528 esattore...... 582 consiglio particolare. console...... 528 sindaco...... 582 consiglio particolare. deputati...... 528 comune di Mondonico (1757 - 1797). Mondonico...... 583 consiglio particolare. sindaco...... 528 comune di Mondonico (1798 - 1815). Mondonico...... 584 esattore...... 528 comune di Mondonico (1816 - 1859). Mondonico...... 585 comune di Mandello (1757 - 1797). Mandello...... 529 comune di Monte. Monte...... 586 comune di Mandello (1798 - 1815). Mandello...... 530 comune di Monte Marenzo (sec. XIV - 1797). Monte Marenzo...... 587 comune di Mandello (1816 - 1859). Mandello...... 531 console...... 587 comune di Marconaga. Marconaga...... 537 sindaci...... 587 comune di Maresso (sec. XIV - 1757). Maresso...... 538 comune di Monte Marenzo (1802 - 1815). Monte Marenzo...... 589 esattore...... 538 comune di Monte Marenzo (1816 - 1859). Monte Marenzo...... 590 pubblica adunanza. cancelliere...... 538 comune di Monte Spiazzo. Monte Spiazzo...... 591 pubblica adunanza. console...... 538 cancelliere...... 591 comune di Maresso (1757 - 1797). Maresso...... 539 console...... 591 comune di Maresso (1798 - 1809). Maresso...... 540 esattore...... 591 comune di Maresso (1816 - 1840). Maresso...... 541 comune di Monterego. Monterego...... 592 comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). Montevecchia...... 593 cancelliere...... 542 console...... 593 console...... 542 deputato...... 593 esattore...... 542 esattore...... 593 vicinanza. deputati...... 542 sindaco...... 593 vicinanza. sindaci...... 542 comune di Montevecchia (1757 - 1797). Montevecchia...... 594 comune di Margno (1757 - 1797). Margno...... 543 comune di Montevecchia (1798 - 1809). Montevecchia...... 595 comune di Margno (1798 - 1809). Margno...... 544 comune di Montevecchia (1816 - 1859). Montevecchia...... 596 comune di Margno (1816 - 1859). Margno...... 545 comune di Monticello. Monticello (pieve di Brivio)...... 597

304 Comasira comune di Monticello (sec. XIV - 1757). console...... 647 Monticello (pieve di Missaglia)...... 598 estimatori...... 647 cancelliere...... 598 comune di Olcio (1757 - 1797). Olcio...... 648 console...... 598 comune di Olcio (1798 - 1812). Olcio...... 649 deputato...... 598 comune di Olcio (1816 - 1859). Olcio...... 650 esattore...... 598 comune di Olgiasca (sec. XIII - 1757). Olgiasca...... 651 comune di Monticello (1757 - 1797). console...... 651 Monticello (pieve di Missaglia)...... 599 comune di Olgiasca (1786 - 1797). Olgiasca...... 652 comune di Monticello (1798 - 1809). comune di Olgiasca (1798 - 1805). Olgiasca...... 653 Monticello (pieve di Missaglia)...... 600 comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). Olgiate...... 654 comune di Monticello (1816 - 1859). Monticello (pieve di Missaglia)...... 601 cancelliere...... 654 console...... 654 comune di Mornico. Mornico...... 602 pubblica adunanza. esattore...... 654 console...... 602 pubblica adunanza. sindaco...... 654 esattore...... 602 vicinanza. sindaci...... 602 comune di Olgiate (1757 - 1797). Olgiate...... 655 comune di Morterone (sec. XIV - 1757). Morterone...... 603 comune di Olgiate (1798 - 1809). Olgiate...... 656 consiglio particolare. console...... 603 comune di Olgiate (1816 - 1859). Olgiate...... 657 consiglio particolare. deputati...... 603 comune di Olginate (sec. XIV - 1757). Olginate...... 658 consiglio particolare. sindaco...... 603 cancelliere...... 658 esattore...... 603 console...... 658 comune di Morterone (1757 - 1797). Morterone...... 604 esattore...... 658 comune di Morterone (1798 - 1815). Morterone...... 605 pubblica adunanza. deputati...... 658 sovrintendenti...... 658 comune di Morterone (1816 - 1859). Morterone...... 606 comune di Olginate (1757 - 1797). Olginate...... 659 comune di Mosnico. Mosnico...... 607 console...... 607 comune di Olginate (1798 - 1815). Olginate...... 660 esattore...... 607 comune di Olginate (1816 - 1859). Olginate...... 661 vicinanza. sindaci...... 607 comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 comune di Motteno. Motteno...... 608 cancelliere...... 663 caneparo...... 608 console...... 663 console...... 608 vicinanza. deputati...... 663 estimatori...... 608 vicinanza. esattore...... 663 comune di Mozzana. Mozzana...... 609 vicinanza. sindaco...... 663 console...... 609 comune di Onno (1757 - 1797). Onno...... 664 esattore...... 609 comune di Onno (1798 - 1815). Onno...... 665 comune di Musico. Musico...... 610 comune di Onno (1816 - 1859). Onno...... 666 cancelliere...... 610 comune di Orane. Orane...... 667 console...... 610 comune di Oriano (sec. XIV - 1757). Oriano...... 668 esattore...... 610 cancelliere...... 668 comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 console...... 668 cancelliere...... 611 esattore...... 668 console...... 611 comune di Oriano (1757 - 1797). Oriano...... 669 esattore...... 611 comune di Oriano (1798 - 1809). Oriano...... 670 vicinanza. deputati...... 611 comune di Oriano (1816 - 1859). Oriano...... 671 vicinanza. sindaci...... 611 comune di Osnago (sec. XIII - 1757). Osnago...... 672 comune di Narro (1757 - 1797). Narro...... 612 cancelliere...... 672 comune di Narro (1798 - 1809). Narro...... 613 console...... 672 comune di Narro (1816 - 1859). Narro...... 614 deputati...... 672 comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 esattori...... 672 cancelliere...... 615 comune di Osnago (1757 - 1797). Osnago...... 673 console...... 615 comune di Osnago (1798 - 1815). Osnago...... 674 esattore...... 615 comune di Osnago (1816 - 1859). Osnago...... 675 pubblica adunanza. reggenti...... 615 comune di Ospedaletto. Ospedaletto...... 676 pubblica adunanza. sindaco...... 615 comune di Ospitale. Ospitale...... 677 comune di Nava (1757 - 1797). Nava...... 616 comune di Ossinà. Ossinà...... 678 comune di Nava (1798 - 1815). Nava...... 617 comune di Ossola. Ossola...... 679 comune di Nava (1816 - 1859). Nava...... 618 comune di Paderno (sec. XIII - 1757). Paderno...... 680 comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). Nibionno...... 619 cancelliere...... 680 cancelliere...... 619 console...... 680 console...... 619 esattore...... 680 esattore...... 619 sovrintendenti...... 680 comune di Nibionno (1757 - 1797). Nibionno...... 620 comune di Paderno (1757 - 1797). Paderno...... 681 comune di Nibionno (1798 - 1815). Nibionno...... 621 comune di Paderno (1798 - 1809). Paderno...... 682 comune di Nibionno (1816 - 1859). Nibionno...... 622 comune di Paderno (1816 - 1859). Paderno...... 683 comune di Noceno. Noceno...... 625 comune di Pagnano. Pagnano...... 684 console...... 625 comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 esattore...... 625 console...... 686 vicinanza. sindaci...... 625 esattore...... 686 comune di Novate (sec. XIV - 1757). Novate...... 626 scrivano...... 686 console...... 626 vicinanza. deputati...... 686 delegato...... 626 vicinanza. sindaci...... 686 esattore...... 626 comune di Pagnona (1757 - 1797). Pagnona...... 687 sindaco...... 626 comune di Pagnona (1798 - 1809). Pagnona...... 688 comune di Novate (1757 - 1797). Novate...... 627 comune di Pagnona (1816 - 1859). Pagnona...... 689 comune di Novate (1798 - 1809). Novate...... 628 comune di Parentela de’ Cattani. Parentela de’ Cattani...... 690 comune di Novate (1816 - 1859). Novate...... 629 comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). Oggiono...... 632 cancelliere...... 692 cancelliere...... 632 console...... 692 console...... 632 esattore...... 692 esattore...... 632 vicinanza. deputati...... 692 pubblica adunanza. reggenti...... 632 vicinanza. sindaci...... 692 comune di Oggiono (1757 - 1797). Oggiono...... 633 comune di Parlasco (1757 - 1797). Parlasco...... 693 comune di Oggiono (1798 - 1815). Oggiono...... 634 comune di Parlasco (1798 - 1809). Parlasco...... 694 comune di Oggiono (1816 - 1859). Oggiono...... 635 comune di Parlasco (1816 - 1859). Parlasco...... 695 comune di Olate (sec. XIV - 1757). Olate...... 642 comune di Parzano. Parzano...... 696 consiglio particolare. console...... 642 esattore...... 696 consiglio particolare. deputati...... 642 pubblica adunanza. console...... 696 consiglio particolare. sindaco...... 642 comune di Passone. Passone...... 697 esattore...... 642 comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 comune di Olate (1757 - 1797). Olate...... 643 cancelliere...... 698 comune di Olate (1798 - 1809). Olate...... 644 console...... 698 comune di Olate (1816 - 1859). Olate...... 645 esattore...... 698 comune di Olchiellera. Olchiellera...... 646 vicinanza. deputati...... 698 comune di Olcio (sec. XIV - 1757). Olcio...... 647 vicinanza. sindaci...... 698 caneparo...... 647 comune di Pasturo (1757 - 1797). Pasturo...... 699

305 Comasira comune di Pasturo (1798 - 1815). Pasturo...... 700 comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). Rogeno...... 749 comune di Pasturo (1816 - 1859). Pasturo...... 701 cancelliere...... 749 comune di Perego (sec. XIV - 1757). Perego...... 702 console...... 749 cancelliere...... 702 convocato...... 749 console...... 702 comune di Rogeno (1757 - 1797). Rogeno...... 750 delegato...... 702 comune di Rogeno (1798 - 1815). Rogeno...... 751 pubblica adunanza. esattore...... 702 comune di Rogeno (1816 - 1859). Rogeno...... 752 comune di Perego (1757 - 1797). Perego...... 703 comune di Rogoredo. Rogoredo...... 753 comune di Perego (1798 - 1809). Perego...... 704 comune di Roncaglia (sec. XV - 1797). Roncaglia...... 754 comune di Perego (1816 - 1859). Perego...... 705 consiglio generale. console...... 754 comune di Perledo (1757 - 1797). Perledo...... 706 consiglio generale. sindaci...... 754 comune di Perledo (1798 - 1815). Perledo...... 707 comune di Roncaglia (1802 - 1809). Roncaglia...... 755 comune di Perledo (1816 - 1859). Perledo...... 708 comune di Roncaglia (1816 - 1818). Roncaglia...... 756 comune di Pescalina. Pescalina...... 711 comune di Rongio (sec. XIV - 1757). Rongio...... 757 comune di Pescarenico. Pescarenico...... 712 caneparo...... 757 consiglio particolare. console...... 712 console...... 757 consiglio particolare. deputati...... 712 estimatori...... 757 consiglio particolare. sindaco...... 712 comune di Rongio (1757 - 1797). Rongio...... 758 esattore...... 712 comune di Rongio (1798 - 1809). Rongio...... 759 comune di Pescate (sec. XIV - 1757). Pescate...... 713 comune di Rongio (1816 - 1859). Rongio...... 760 console...... 713 comune di Rossino (sec. XIV - 1797). Rossino...... 761 esattore...... 713 consiglio generale. console...... 761 sindaco...... 713 consiglio generale. sindaci...... 761 comune di Pescate (1757 - 1797). Pescate...... 714 comune di Rossino (1798 - 1809). Rossino...... 762 comune di Pescate (1798 - 1809). Pescate...... 715 comune di Rossino (1816 - 1859). Rossino...... 763 comune di Pescate (1816 - 1859). Pescate...... 716 comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). Rovagnate...... 764 comune di Peslago. Peslago...... 717 cancelliere...... 764 comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 console...... 764 cancelliere...... 718 esattore...... 764 console...... 718 pubblica adunanza. sindaco...... 764 esattore...... 718 comune di Rovagnate (1757 - 1797). Rovagnate...... 765 vicinanza. deputati...... 718 comune di Rovagnate (1798 - 1809). Rovagnate...... 766 vicinanza. sindaci...... 718 comune di Rovagnate (1816 - 1859). Rovagnate...... 767 comune di Pessina (1757 - 1797). Pessina...... 719 comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). Sabbioncello...... 768 comune di Pessina (1798 - 1809). Pessina...... 720 console...... 768 comune di Pessina (1816 - 1859). Pessina...... 721 delegato...... 768 comune di Pettana. Pettana...... 722 esattore...... 768 cancelliere...... 722 sindaco...... 768 console...... 722 comune di Sabbioncello (1757 - 1797). Sabbioncello...... 769 esattore...... 722 comune di Sabbioncello (1798 - 1809). Sabbioncello...... 770 comune di Piè Castello. Piè Castello...... 723 comune di Sabbioncello (1816 - 1859). Sabbioncello...... 771 comune di Piona. Piona...... 724 comune di Sabbione. Sabbione...... 772 comune di Pomerio. Pomerio...... 725 comune di Sala (sec. XIII - 1757). consiglio particolare. console...... 725 Sala (pieve di Garlate)...... 773 consiglio particolare. deputati...... 725 console...... 773 consiglio particolare. sindaco...... 725 esattore...... 773 esattore...... 725 pubblica adunanza. deputato...... 773 comune di Porcarezza. Porcarezza...... 726 pubblica adunanza. sindaco...... 773 comune di Porchera. Porchera...... 727 comune di Sala (sec. XIV - 1797). Sala (Val San Martino)...... 777 console...... 727 console...... 777 esattore...... 727 sindaci...... 777 sindaco...... 727 comune di Sala (1757 - 1797). Sala (pieve di Garlate)...... 774 comune di Prebone. Prebone...... 728 comune di Sala (1798 - 1809). Sala (pieve di Garlate)...... 775 comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 comune di Sala (1802 - 1809). Sala (Val San Martino)...... 778 cancelliere...... 729 comune di Sala (1816 - 1859). Sala (pieve di Garlate)...... 776 console...... 729 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). esattore...... 729 San Giovanni alla Castagna...... 779 vicinanza. deputati...... 729 consiglio particolare. console...... 779 vicinanza. sindaci...... 729 consiglio particolare. deputati...... 779 comune di Premana (1757 - 1797). Premana...... 730 consiglio particolare. sindaco...... 779 comune di Premana (1798 - 1815). Premana...... 731 esattore...... 779 comune di Premana (1816 - 1859). Premana...... 732 comune di San Giovanni alla Castagna (1757 - 1797). comune di Prestabbio. Prestabbio...... 733 San Giovanni alla Castagna...... 780 cancelliere...... 733 comune di San Giovanni alla Castagna (1798 - 1809). console...... 733 San Giovanni alla Castagna...... 781 esattore...... 733 comune di San Giovanni alla Castagna (1816 - 1859). comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). Primaluna...... 734 San Giovanni alla Castagna...... 782 cancelliere...... 734 comune di San Gottardo. Parentela de’ Cattani...... 691 console...... 734 comune di San Michele. Cornello...... 298 esattore...... 734 comune di San Paolo. Monte Marenzo...... 588 vicinanza. deputati...... 734 comune di Sanico. Sanico...... 783 vicinanza. sindaci...... 734 console...... 783 comune di Primaluna (1757 - 1797). Primaluna...... 735 esattore...... 783 comune di Primaluna (1798 - 1815). Primaluna...... 736 vicinanza. sindaci...... 783 comune di Primaluna (1816 - 1859). Primaluna...... 737 comune di Santa Croce. Santa Croce...... 784 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). Rancio...... 738 comune di Santa Maria. Santa Maria...... 785 consiglio particolare. console...... 738 comune di Santa Maria Hoè (1757 - 1797). Santa Maria Hoè...... 787 consiglio particolare. deputati...... 738 comune di Santa Maria Hoè (1798 - 1815). Santa Maria Hoè...... 788 consiglio particolare. sindaco...... 738 comune di Santa Maria Hoè (1816 - 1859). Santa Maria Hoè...... 789 esattore...... 738 comune di Sarizza. Sarizza...... 791 comune di Rancio (1757 - 1797). Rancio...... 739 comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). Sartirana...... 792 comune di Rancio (1798 - 1809). Rancio...... 740 console...... 792 comune di Rancio (1816 - 1859). Rancio...... 741 esattore...... 792 comune di Rengione. Rengione...... 742 sindaco...... 792 comune di Resempiano. Resempiano...... 743 comune di Sartirana (1757 - 1797). Sartirana...... 793 comune di Rimoldo. Rimoldo...... 744 comune di Sartirana (1798 - 1809). Sartirana...... 794 comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). Robbiate...... 745 comune di Sartirana (1816 - 1859). Sartirana...... 795 cancelliere...... 745 comune di Scrignola. Scrignola...... 796 console...... 745 comune di Sibrone. Sibrone...... 797 esattore...... 745 cancelliere...... 797 sovrintendenti...... 745 console...... 797 comune di Robbiate (1757 - 1797). Robbiate...... 746 esattore...... 797 comune di Robbiate (1798 - 1815). Robbiate...... 747 comune di Sirone (sec. XIV - 1757). Sirone...... 798 comune di Robbiate (1816 - 1859). Robbiate...... 748 cancelliere...... 798

306 Comasira

console...... 798 esattore...... 848 deputati...... 798 comune di Tremenico (1757 - 1797). Tremenico...... 849 esattore...... 798 comune di Tremenico (1798 - 1809). Tremenico...... 850 comune di Sirone (1757 - 1797). Sirone...... 799 comune di Tremenico (1816 - 1859). Tremenico...... 851 comune di Sirone (1798 - 1809). Sirone...... 800 comune di Tremonte. Tremonte...... 852 comune di Sirone (1816 - 1859). Sirone...... 801 comune di Vaccarezza. Vaccarezza...... 853 comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). Sirtori...... 802 comune di Val Beretta. Val Beretta...... 854 consiglio generale. ufficiali della comunità. cancelliere...... 802 comune di Valaperta. Valaperta...... 856 consiglio generale. ufficiali della comunità. console...... 802 comune di Valcasargo. Casargo...... 181 consiglio generale. ufficiali della comunità. primo estimato...... 802 cancelliere...... 181 comune di Sirtori (1757 - 1797). Sirtori...... 803 console...... 181 comune di Sirtori (1798 - 1815). Sirtori...... 804 esattore...... 181 comune di Sirtori (1816 - 1859). Sirtori...... 805 vicinanza. deputati...... 181 comune di Somana (sec. XIV - 1757). Somana...... 806 vicinanza. sindaci...... 181 caneparo...... 806 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). console...... 806 Valgreghentino...... 857 estimatori...... 806 esattore...... 857 comune di Somana (1757 - 1797). Somana...... 807 pubblica adunanza. console...... 857 comune di Somana (1798 - 1809). Somana...... 808 pubblica adunanza. deputati...... 857 comune di Somana (1816 - 1859). Somana...... 809 pubblica adunanza. sindaco...... 857 comune di Somasca (sec. XVII - 1797). Somasca...... 810 comune di Valgreghentino (1757 - 1797). Valgreghentino...... 858 comune di Somasca (1798). Somasca...... 811 comune di Valgreghentino (1798 - 1815). Valgreghentino...... 859 comune di Sommarino. Sommarino...... 812 comune di Valgreghentino (1816 - 1859). Valgreghentino...... 860 cancelliere...... 812 comune di Vallicelli. Vallicelli...... 861 congregazione del comune...... 812 comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). Valmadrera...... 862 console...... 812 cancelliere...... 862 esattori...... 812 console...... 862 comune di Sopracornola (sec. XVIII - 1797). Sopracornola...... 813 esattore...... 862 comune di Sopracornola (1802 - 1805). Sopracornola...... 814 sindaco...... 862 comune di Sorino. Sorino...... 815 comune di Valmadrera (1757 - 1797). Valmadrera...... 863 comune di Spiazzo. Spiazzo...... 816 comune di Valmadrera (1798 - 1815). Valmadrera...... 864 comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). Sueglio...... 817 comune di Valmadrera (1816 - 1859). Valmadrera...... 865 consiglio generale dei vicini. sindaco...... 817 comune di Valmolina. Valmolina...... 866 console...... 817 comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 esattore...... 817 caneparo...... 867 comune di Sueglio (1757 - 1797). Sueglio...... 818 consiglieri...... 867 comune di Sueglio (1798 - 1815). Sueglio...... 819 console...... 867 comune di Sueglio (1816 - 1859). Sueglio...... 820 esattore...... 867 comune di Suello (sec. XIV - 1757). Suello...... 821 vicinanza. sindaci...... 867 console...... 821 comune di Varenna (1757 - 1797). Varenna...... 868 esattore...... 821 comune di Varenna (1798 - 1815). Varenna...... 869 pubblica adunanza. cancelliere...... 821 comune di Varenna (1816 - 1859). Varenna...... 870 pubblica adunanza. deputati...... 821 comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 comune di Suello (1757 - 1797). Suello...... 822 caneparo...... 874 comune di Suello (1798 - 1809). Suello...... 823 console...... 874 comune di Suello (1816 - 1859). Suello...... 824 estimatori...... 874 comune di Tabiago. Tabiago...... 825 vicinanza. consiglio particolare. sindaco. deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 cancelliere...... 825 vicinanza. deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 console...... 825 comune di Vassena (1757 - 1797). Vassena...... 875 pubblica adunanza...... 825 comune di Vassena (1798 - 1809). Vassena...... 876 comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 comune di Vassena (1816 - 1859). Vassena...... 877 console...... 827 comune di Veglio. Veglio...... 878 esattore...... 827 console...... 878 scrivano...... 827 comune di Vegno. Vegno...... 879 vicinanza. deputati...... 827 cancelliere...... 879 vicinanza. sindaci...... 827 console...... 879 comune di Taceno (1757 - 1797). Taceno...... 828 esattore...... 879 comune di Taceno (1798 - 1815). Taceno...... 829 vicinanza. deputati...... 879 comune di Taceno (1816 - 1859). Taceno...... 830 vicinanza. sindaci...... 879 comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). Tegnone...... 833 comune di Vendrogno (sec. XVIII - 1757). Vendrogno...... 880 cancelliere...... 833 comune di Vendrogno (1757 - 1797). Vendrogno...... 881 console...... 833 comune di Vendrogno (1798 - 1815). Vendrogno...... 882 esattore...... 833 comune di Vendrogno (1816 - 1859). Vendrogno...... 883 pubblica adunanza. deputati...... 833 comune di Vercurago (sec. XIV - 1797). Vercurago...... 885 comune di Tegnone (1757 - 1797). Tegnone...... 834 console...... 885 comune di Tegnone (1798 - 1809). Tegnone...... 835 sindaci...... 885 comune di Tegnone (1816 - 1859). Tegnone...... 836 comune di Vercurago (1798 - 1815). Vercurago...... 886 comune di Tegnoso. Tegnoso...... 837 comune di Vercurago (1816 - 1859). Vercurago...... 887 comune di Tonzanico. Tonzanico...... 838 comune di Verderio. Verderio...... 894 caneparo...... 838 comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). Verderio...... 888 console...... 838 cancelliere (sec. XIV - 1757)...... 888 estimatori...... 838 console (sec. XIV - 1757)...... 888 comune di Torre de’ Busi (sec. XV - 1797). Torre de’ Busi...... 839 esattore (sec. XIV - 1757)...... 888 console...... 839 comune di Verderio inferiore (1757 - 1797). Verderio...... 890 sindaci...... 839 comune di Verderio inferiore (1798 - 1809). Verderio...... 892 comune di Torre de’ Busi (1802 - 1815). Torre de’ Busi...... 840 comune di Verderio inferiore (1816 - 1859). Verderio...... 895 comune di Torre de’ Busi (1816 - 1859). Torre de’ Busi...... 841 comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). Verderio...... 889 comune di Torre Villa. Torre Villa...... 842 cancelliere (sec. XIV - 1757)...... 889 cancelliere...... 842 consiglio della comunità (sec. XIV - 1757). deputati...... 889 console...... 842 console (sec. XIV - 1757)...... 889 deputati...... 842 esattore (sec. XIV - 1757)...... 889 esattore...... 842 comune di Verderio superiore (1757 - 1797). Verderio...... 891 comune di Torricella. Torricella...... 843 comune di Verderio superiore (1798 - 1809). Verderio...... 893 comune di Tregolo (sec. XV - 1757). Tregolo...... 844 comune di Verderio superiore (1816 - 1859). Verderio...... 896 cancelliere...... 844 comune di Vergano (sec. XIV - 1757). Vergano...... 897 console...... 844 pubblica adunanza. cancelliere...... 897 esattore...... 844 pubblica adunanza. console...... 897 comune di Tregolo (1757 - 1797). Tregolo...... 845 pubblica adunanza. deputato...... 897 comune di Tregolo (1798 - 1815). Tregolo...... 846 pubblica adunanza. esattore...... 897 comune di Tregolo (1816 - 1859). Tregolo...... 847 comune di Vergano (1757 - 1797). Vergano...... 898 comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). Tremenico...... 848 comune di Vergano (1798 - 1809). Vergano...... 899 cancelliere...... 848 comune di Vergano (1816 - 1859). Vergano...... 900 consiglio generale dei vicini. sindaco...... 848 comune di Vertora. Vertora...... 901 console...... 848 comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). Vestreno...... 902

307 Concenedo

cancelliere...... 902 comune di Concenedo (1757 - 1797)...... 280 consiglio generale dei vicini. sindaco...... 902 comune di Concenedo (1798 - 1809)...... 281 console...... 902 comune di Concenedo (1816 - 1859)...... 282 comune di Vestreno (1757 - 1797). Vestreno...... 903 congregazione. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. comune di Vestreno (1798 - 1809). Vestreno...... 904 Introbio...... 441 comune di Vestreno (1816 - 1859). Vestreno...... 905 congregazione del comune. comune di Maggiolino. Maggiolino...... 522 comune di Viganò. Viganò...... 909 congregazione del comune. comune di Sommarino. Sommarino...... 812 comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). consiglieri. consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 69 Viganò...... 907 consiglieri. consiglio del comune. consiglio della comunità. ufficiali della comunità. cancelliere...... 907 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 334 consiglio della comunità. ufficiali della comunità. primestimo...... 907 consiglieri. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. console...... 907 Introbio...... 439 esattore...... 907 consiglieri. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 comune di Viganò di sopra e di sotto (1757 - 1797). consiglieri. consiglio ordinario. comunità generale di Mandello. Viganò...... 908 Mandello...... 532 comune di Viganò di sopra e di sotto (1816 - 1859). consiglieri. consiglio particolare. università dei forestieri. Viganò...... 910 comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 comune di Villa Valgreghentino. Villa Valgreghentino...... 911 consiglieri. comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 comune di Villa Vergano. Villa Vergano...... 912 consiglieri. consiglio generale. comune di Limonta (sec. XV - 1797). pubblica adunanza. cancelliere...... 912 Limonta...... 497 pubblica adunanza. console...... 912 consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 69 pubblica adunanza. deputato...... 912 ambasciatori...... 70 pubblica adunanza. esattore...... 912 canepari...... 71 comune di Villanova. Villanova...... 913 consiglieri...... 69 comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 consoli...... 69 cancelliere...... 914 procuratori...... 72 console...... 914 stimatori...... 73 esattore...... 914 CONSIGLIO vicinanza. deputati...... 914 comune di Consiglio...... 283 vicinanza. sindaci...... 914 consiglio degli estimati. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 comune di Vimogno (1757 - 1797). Vimogno...... 915 consiglio del comune. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 334 comune di Vimogno (1798 - 1809). Vimogno...... 916 consiglieri...... 334 comune di Vimogno (1816 - 1859). Vimogno...... 917 consoli...... 335 comune di Zanelli (1802 - 1809). Zanelli...... 919 consiglio della comunità. comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). comune di Zanelli (1816 - 1818). Zanelli...... 920 Cernusco Lombardone...... 247 comune di Zerbina. Zerbina...... 921 consiglio della comunità. comune di Cremella (sec. XIII - 1757). Cremella. ... 318 comune di Zizanore. Zizanore...... 922 ufficiali della comunità. cancelliere...... 318 comunità del Monte di Introzzo. Introzzo...... 458 ufficiali della comunità. console...... 318 comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 ufficiali della comunità. deputati...... 318 cancelliere...... 709 consiglio della comunità. comune di Cassago (sec. XIV - 1757). Cassago...... 199 console...... 709 cancelliere...... 199 esattore...... 709 console...... 199 vicinanza. deputati...... 709 primi estimi...... 199 vicinanza. sindaci...... 709 consiglio della comunità (sec. XIV - 1757). comunità della Muggiasca v. squadra della Muggiasca comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). Verderio...... 889 comunità generale della Valsassina. Introbio...... 438 deputati...... 889 consiglio generale. bollatore pubblico...... 439 consiglio della comunità. comune di Viganò di sopra e di sotto consiglio generale. campari pro secretis...... 440 (sec. XIII - 1757). Viganò...... 907 consiglio generale. congregazione...... 441 ufficiali della comunità. cancelliere...... 907 consiglio generale. consiglieri...... 439 ufficiali della comunità. primestimo...... 907 consiglio generale. esattori dei carichi di diaria e camerali...... 442 consiglio generale. comune di Lierna (sec. XIII - 1757). Lierna...... 492 consiglio generale. procuratori...... 443 consiglio generale. comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). Sirtori...... 802 consiglio generale. ragionatto...... 444 ufficiali della comunità. cancelliere...... 802 consiglio generale. sindaci generali. canepari generali...... 446 ufficiali della comunità. console...... 802 comunità generale di Lecco. Lecco...... 470 ufficiali della comunità. primo estimato...... 802 consiglio generale. ambasciatori...... 471 consiglio generale. comunità generale della Valsassina. Introbio...... 439 consiglio generale. barverii (sec. XIV - sec. XVI)...... 471 bollatore pubblico...... 439 consiglio generale. caneparo generale...... 471 campari pro secretis...... 440 consiglio generale. consiglieri...... 471 congregazione...... 441 consiglio generale. deputato generale...... 472 consiglieri...... 439 consiglio generale. notaio cancelliere...... 473 esattori dei carichi di diaria e camerali...... 442 consiglio generale. officiali del comune. procuratori...... 443 canepari delle entrate ordinarie...... 474 ragionatto...... 444 consiglio generale. officiali del comune. caneparo condemnationum...... 474 sindaci generali. canepari generali...... 446 consiglio generale. officiali del comune. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 caneparo della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio...... 474 ambasciatori...... 471 consiglio generale. officiali del comune. barverii (sec. XIV - sec. XVI)...... 471 caneparo della chiesa di San Nicola...... 474 caneparo generale...... 471 consiglio generale. officiali del comune. consiglieri...... 471 caneparo della chiesa di Sant’Egidio e dell’Ospitale di San Giacomo...... 474 deputato generale...... 472 consiglio generale. officiali del comune. consoli. campari...... 474 notaio cancelliere...... 473 consiglio generale. officiali del comune. consoli. notari...... 474 officiali del comune. canepari delle entrate ordinarie...... 474 consiglio generale. officiali del comune. consoli. ragionatti...... 474 officiali del comune. caneparo condemnationum...... 474 consiglio generale. officiali del comune. estimatori...... 474 officiali del comune. consiglio generale. officiali del comune. procuratori...... 474 caneparo della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio...... 474 consiglio generale. officiali del comune. servitori del comune...... 474 officiali del comune. caneparo della chiesa di San Nicola...... 474 consiglio generale. ragionatto...... 471 officiali del comune. consiglio generale. sindaci...... 471 caneparo della chiesa di Sant’Egidio e dell’Ospitale di San Giacomo...... 474 consiglio generale. uomini pro faciendo concordiam...... 471 officiali del comune. consoli. campari...... 474 comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 officiali del comune. consoli. notari...... 474 archivista...... 532 officiali del comune. consoli. ragionatti...... 474 campari...... 532 officiali del comune. estimatori...... 474 cancelliere...... 532 officiali del comune. procuratori...... 474 canevari...... 532 officiali del comune. servitori del comune...... 474 consiglio ordinario. consiglieri...... 532 ragionatto...... 471 consiglio ordinario. sindaci...... 532 sindaci...... 471 esattore...... 532 uomini pro faciendo concordiam...... 471 estimatori...... 532 consiglio generale. comune di Ca Zanelli. Zanelli...... 918 notari...... 532 sindaci...... 918 procuratori...... 532 consiglio generale. comune di Limonta (sec. XV - 1797). Limonta...... 497 servitori...... 532 consiglieri...... 497 CONCENEDO deputati...... 497 comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). console...... 279 sindaci...... 497 comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). esattore...... 279 consiglio generale. comune di Corte (sec. XIV - 1797). Corte...... 304 comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 279 console...... 304 comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 279 sindaci...... 304

308 Consiglio consiglio generale. comune di Erve (sec. XV - 1797). Erve...... 374 deputati...... 642 console...... 374 sindaco...... 642 sindaci...... 374 consiglio particolare. comune di Pescarenico. Pescarenico...... 712 consiglio generale. comune di Roncaglia (sec. XV - 1797). Roncaglia...... 754 console...... 712 console...... 754 deputati...... 712 sindaci...... 754 sindaco...... 712 consiglio generale. comune di Rossino (sec. XIV - 1797). Rossino...... 761 consiglio particolare. comune di Pomerio. Pomerio...... 725 console...... 761 console...... 725 sindaci...... 761 deputati...... 725 consiglio generale dei vicini. sindaco...... 725 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 333 consiglio particolare. comune di Rancio (sec. XIV - 1757). Rancio...... 738 sindaci...... 333 console...... 738 consiglio generale dei vicini. comune di Aveno. Aveno...... 26 deputati...... 738 sindaco...... 26 sindaco...... 738 consiglio generale dei vicini. consiglio particolare. comune di San Giovanni alla Castagna comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). Introzzo...... 454 (sec. XIV - 1757). San Giovanni alla Castagna...... 779 sindaco...... 454 console...... 779 consiglio generale dei vicini. deputati...... 779 comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). Sueglio...... 817 sindaco...... 779 sindaco...... 817 consiglio particolare. università dei forestieri. consiglio generale dei vicini. comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). Tremenico...... 848 assistente regio...... 267 sindaco...... 848 consiglieri...... 267 consiglio generale dei vicini. sindaci (sec. XIV - 1757)...... 267 comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). Vestreno...... 902 consiglio particolare. vicinanza. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). sindaco...... 902 Vassena...... 874 consiglio generale dei vicini. sindaco. deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 comune di Corenno (sec. XV - 1757). Corenno...... 292 consiglio particolare (sec. XVI - 1757). sindaco...... 292 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). Ballabio...... 36 consiglio generale dei vicini. console (sec. XVI - 1757)...... 36 comune di Dorio (sec. XV - 1757). Dorio...... 362 deputati (sec. XVI - 1757)...... 36 sindaco...... 362 consiglio particolare. comune di Brongio. Brongio...... 144 consiglio ordinario. comune di Lierna (sec. XIII - 1757). Lierna...... 492 cancelliere...... 144 sindaci...... 492 deputati...... 144 consiglio ordinario. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 esattori...... 144 consiglieri...... 532 sindaco...... 144 sindaci...... 532 console. comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). Bulciago...... 149 consiglio particolare. comune di Acquate (sec. XIV - 1757). Acquate...... 5 console. comune di Merate (sec. XIII - 1757). Merate...... 548 console...... 5 console. comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). Missaglia...... 555 deputati...... 5 console. comune di Osnago (sec. XIII - 1757). Osnago...... 672 sindaco...... 5 console. comune di Paderno (sec. XIII - 1757). Paderno...... 680 consiglio particolare. comune di Barco. Barco...... 44 console. comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). Sabbioncello...... 768 console...... 44 console. comune di Sala (sec. XIII - 1757). deputati...... 44 Sala (pieve di Garlate)...... 773 sindaco...... 44 console. comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). consiglio particolare. comune di Belledo (sec. XIV - 1757). Belledo...... 89 Viganò...... 907 console...... 89 console. ufficiali della comunità. consiglio della comunità. deputati...... 89 comune di Cremella (sec. XIII - 1757). Cremella...... 318 sindaco...... 89 console. ufficiali plebei. consiglio particolare. comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116 comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 116 Cernusco Lombardone...... 247 deputati...... 116 esattore...... 247 esattori...... 116 console. comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). Abbadia...... 1 sindaco...... 116 console. comune di Airuno (sec. XIV - 1757). Airuno...... 9 consiglio particolare. comune di Castello (sec. XIV - 1757). Castello...... 232 console. comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). Aizuro...... 13 console...... 232 console. comune di Annone (sec. XIV - 1757). Annone...... 20 deputati...... 232 console. comune di Aveno. Aveno...... 26 sindaco...... 232 console. comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 consiglio particolare. comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). Chiuso...... 256 console. comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 console...... 256 console. comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). Bartesate...... 49 deputati...... 256 console. comune di Barzago (sec. XIV - 1757). Barzago...... 53 sindaco...... 256 console. comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 consiglio particolare. comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 console. comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 deputati...... 393 sindaco...... 393 console. comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). Bernaga...... 94 consiglio particolare. comune di Garbagnate Rotta. Garbagnate Rotta...... 402 console. comune di Bestetto. Bestetto...... 98 cancelliere...... 402 console. comune di Bevera. Bevera...... 99 deputati...... 402 console. comune di Beverate. Beverate...... 100 esattori...... 402 console. comune di Biglio (sec. XIV - 1757). Biglio...... 102 sindaco...... 402 console. comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 consiglio particolare. comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). Germanedo. . 410 console. comune di Borbino. Borbino...... 112 console...... 410 console. comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116 deputati...... 410 console. comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). Brianzola...... 128 sindaco...... 410 console. comune di Brivio (sec. XIV - 1757). Brivio...... 132 consiglio particolare. comune di Laorca (sec. XIV - 1757). Laorca...... 461 console. comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). Cagliano...... 156 console...... 461 console. comune di Calco (sec. XIV - 1757). Calco...... 160 deputati...... 461 console. comune di Camisasca. Camisasca...... 168 sindaco...... 461 console. comune di Capiate (sec. XIV - 1757). Capiate...... 171 consiglio particolare. comune di Lecco (sec. XIV - 1757). Lecco...... 466 console. comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). Casate Nuovo...... 185 console...... 466 console. comune di Casirago (sec. XIV - 1757). Casirago...... 191 deputati...... 466 console. comune di Casletto (sec. XIV - 1757). Casletto...... 195 sindaco...... 466 console. comune di Cassina (sec. XIV - 1757). Cassina...... 203 consiglio particolare. comune di Maggianico. Maggianico...... 521 console. comune di Cassina Galgiana. Cassina Galgiana...... 220 console...... 521 console. comune di Cassina Pianezzo. Cassina Pianezzo...... 221 deputati...... 521 sindaco...... 521 console. comune di Cesana (sec. XIV - 1757). Cesana...... 252 consiglio particolare. comune di Malvero. Malvero...... 528 console. comune di Civate (sec. XIV - 1757). Civate...... 261 console...... 528 console. comune di Cogoredo. Cogoredo...... 265 deputati...... 528 console. comune di Cologna (sec. XIV - 1757). Cologna...... 274 sindaco...... 528 console. comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). Concenedo...... 279 consiglio particolare. comune di Morterone (sec. XIV - 1757). Morterone...... 603 console. comune di Consonno (sec. XIV - 1757). Consonno...... 284 console...... 603 console. comune di Contra (sec. XIV - 1757). Contra...... 288 deputati...... 603 console. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). Cortabbio...... 300 sindaco...... 603 console. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). Cortenova...... 308 consiglio particolare. comune di Olate (sec. XIV - 1757). Olate...... 642 console. comune di Crandola (sec. XIV - 1757). Crandola...... 314 console...... 642 console. comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). Cremeno...... 323

309 Consiglio console. comune di Crippa (sec. XIV - 1757). Crippa...... 328 console. consiglio particolare. console. comune di Dozio (sec. XIV - 1757). Dozio...... 366 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). Chiuso...... 256 console. comune di Ello (sec. XIV - 1757). Ello...... 370 console. consiglio particolare. console. comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). Germanedo...... 410 console. comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). console. consiglio particolare. Garbagnate Monastero...... 398 comune di Laorca (sec. XIV - 1757). Laorca...... 461 console. comune di Garbagnate Rotta. Garbagnate Rotta...... 402 console. consiglio particolare. comune di Lecco (sec. XIV - 1757). console. comune di Garlate (sec. XIV - 1757). Garlate...... 403 Lecco...... 466 console. comune di Gerro (sec. XIV - 1757). Gerro...... 414 console. consiglio particolare. comune di Maggianico. Maggianico...... 521 console. comune di Giovenzana. Giovenzana...... 417 console. consiglio particolare. comune di Malvero. Malvero...... 528 console. comune di Grebbio. Grebbio...... 418 console. consiglio particolare. console. comune di Hoè. Hoè...... 420 comune di Morterone (sec. XIV - 1757). Morterone...... 603 console. comune di Imberido (sec. XIV - 1757). Imberido...... 421 console. consiglio particolare. comune di Olate (sec. XIV - 1757). Olate...... 642 console. comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). Imbersago...... 425 console. consiglio particolare. comune di Pescarenico. Pescarenico...... 712 console. comune di Indovero. Indovero...... 429 console. consiglio particolare. comune di Pomerio. Pomerio...... 725 console. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 console. consiglio particolare. console. comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). Introzzo...... 454 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). Rancio...... 738 console. comune di Lierna (sec. XIII - 1757). Lierna...... 492 console. consiglio particolare. console. comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). Linzanico...... 502 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). console. comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). Lomagna...... 507 San Giovanni alla Castagna...... 779 console. comune di Lombrino. Lombrino...... 515 console. pubblica adunanza. comune di Brenno (sec. XIV - 1757). console. comune di Maggiana. Maggiana...... 520 Brenno...... 123 console. comune di Maggiolino. Maggiolino...... 522 console. pubblica adunanza. console. comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). console. comune di Melianico. Melianico...... 546 Cassina de’ Bracchi...... 210 console. comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 console. pubblica adunanza. comune di Centemero (sec. XIV - 1757). console. comune di Molina. Molina...... 573 Centemero...... 239 console. comune di Molinata. Molinata...... 574 console. pubblica adunanza. comune di Luzzana. Luzzana...... 519 console. comune di Molini. Molini...... 575 console. pubblica adunanza. comune di Maresso (sec. XIV - 1757). console. comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). Mondonico...... 582 Maresso...... 538 console. comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). Montevecchia...... 593 console. pubblica adunanza. comune di Merdagò. Merdagò...... 552 console. comune di Monticello (sec. XIV - 1757). console. pubblica adunanza. comune di Molteno (sec. XIV - 1757). Monticello (pieve di Missaglia)...... 598 Molteno...... 578 console. comune di Motteno. Motteno...... 608 console. pubblica adunanza. comune di Parzano. Parzano...... 696 console. comune di Musico. Musico...... 610 console. pubblica adunanza. comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). console. comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 Valgreghentino...... 857 console. comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 console. pubblica adunanza. comune di Vergano (sec. XIV - 1757). console. comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). Nibionno...... 619 Vergano...... 897 console. comune di Novate (sec. XIV - 1757). Novate...... 626 console. squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 console. comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). Oggiono...... 632 console. ufficiali della comunità. consiglio generale. console. comune di Olcio (sec. XIV - 1757). Olcio...... 647 comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). Sirtori...... 802 console. comune di Olgiasca (sec. XIII - 1757). Olgiasca...... 651 console. vicinanza di Colico. comune di Colico (sec. XIII - 1757). console. comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). Olgiate...... 654 Colico...... 268 console. comune di Olginate (sec. XIV - 1757). Olginate...... 658 console. comune di Arlate. Arlate...... 24 console. comune di Oriano (sec. XIV - 1757). Oriano...... 668 console. comune di Bosco. Bosco...... 115 console. comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 console. comune di Ca Zanelli. Zanelli...... 918 console. comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 console. comune di Campsirago. Campsirago...... 170 console. comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 console. comune di Cereda (sec. XV - 1757). Cereda...... 243 console. comune di Perego (sec. XIV - 1757). Perego...... 702 console. comune di Corenno (sec. XV - 1757). Corenno...... 292 console. comune di Pescate (sec. XIV - 1757). Pescate...... 713 console. comune di Crescenzaga. Crescenzaga...... 327 console. comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 console. comune di Dorio (sec. XV - 1757). Dorio...... 362 console. comune di Pettana. Pettana...... 722 console. comune di Limonta (sec. XV - 1797). Limonta...... 497 console. comune di Porchera. Porchera...... 727 console. comune di Mozzana. Mozzana...... 609 console. comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 console. comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 console. comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). Primaluna...... 734 console. comune di Prestabbio. Prestabbio...... 733 console. comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). Robbiate...... 745 console. comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). Rovagnate...... 764 console. comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). Rogeno...... 749 console. comune di Tregolo (sec. XV - 1757). Tregolo...... 844 console. comune di Rongio (sec. XIV - 1757). Rongio...... 757 console. comune di Veglio. Veglio...... 878 console. comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). Sartirana...... 792 console. pubblica adunanza. comune di Malgrate (sec. XV - 1757). console. comune di Sibrone. Sibrone...... 797 Malgrate...... 523 console. comune di Sirone (sec. XIV - 1757). Sirone...... 798 console. pubblica adunanza. comune di Villa Vergano. Villa Vergano...... 912 console. comune di Somana (sec. XIV - 1757). Somana...... 806 console. comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). Bagaggera...... 27 console. comune di Sommarino. Sommarino...... 812 console (sec. XVI - 1757). comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). console. comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). Sueglio...... 817 Ballabio...... 36 console. comune di Suello (sec. XIV - 1757). Suello...... 821 console. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 console. comune di Tabiago. Tabiago...... 825 console. comune di Borlengo. Borlengo...... 114 console. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 console. comune di Brongio. Brongio...... 144 console. comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). Tegnone...... 833 console. comune di Ca Martinone (sec. XV - 1797). Ca Martinone...... 154 console. comune di Tonzanico. Tonzanico...... 838 console. comune di Calolzio (sec. XIV - 1797). Calolzio...... 164 console. comune di Torre Villa. Torre Villa...... 842 console. comune di Calvenzana. Calvenzana...... 167 console. comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). Tremenico...... 848 console. comune di Carenno (sec. XIV - 1797). Carenno...... 176 console. comune di Valcasargo. Casargo...... 181 console. comune di Cassina Fra Martino. Cassina Fra Martino...... 217 console. comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). Valmadrera...... 862 console. comune di Ceroldo. Ceroldo...... 251 console. comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 console. comune di Cornello (sec. XIV - 1797). Cornello...... 297 console. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 console. comune di Corte Nova. Corte Nova...... 307 console. comune di Vegno. Vegno...... 879 console. comune di Costa Masnaga. Costa Masnaga...... 313 console (sec. XIV - 1757). comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). console. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 333 Verderio...... 888 console (sec. XVI - 1757). comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). console (sec. XIV - 1757). comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). Esino...... 379 Verderio...... 889 console. comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). Vestreno...... 902 console (sec. XVI - 1757). comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). Esino...... 378 console. comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 console. comune di Favirano (sec. XV - 1797). Favirano...... 387 console. comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 console. comune di Lissolo. Lissolo...... 506 console. consiglio della comunità. comune di Cassago (sec. XIV - 1757). Cassago...... 199 console. comune di Lorentino (sec. XIV - 1797). Lorentino...... 516 console. consiglio particolare. console. comune di Molino del Leone. Molino del Leone...... 576 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). Acquate...... 5 console. comune di Molino del Maglio. Molino del Maglio...... 577 console. consiglio particolare. comune di Barco. Barco...... 44 console. comune di Monte Marenzo (sec. XIV - 1797). Monte Marenzo...... 587 console. consiglio particolare. console. comune di Sala (sec. XIV - 1797). Sala (Val San Martino)...... 777 comune di Belledo (sec. XIV - 1757). Belledo...... 89 console. comune di Torre de’ Busi (sec. XV - 1797). console. consiglio particolare. Torre de’ Busi...... 839 comune di Castello (sec. XIV - 1757). Castello...... 232 console. comune di Vercurago (sec. XIV - 1797). Vercurago...... 885

310 Degore console. consiglio generale. comune di Corte (sec. XIV - 1797). comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 308 Corte...... 304 comune di Cortenova (1757 - 1797)...... 309 console. consiglio generale. comune di Erve (sec. XV - 1797). Erve...... 374 comune di Cortenova (1798 - 1815)...... 310 console. consiglio generale. comune di Roncaglia (sec. XV - 1797). comune di Cortenova (1816 - 1859)...... 311 Roncaglia...... 754 Cossonnum v. Consonno console. consiglio generale. comune di Rossino (sec. XIV - 1797). Costa di Masnaga v. Costa Masnaga Rossino...... 761 COSTA LOTTARO console (sec. XVI - 1757). consiglio particolare (sec. XVI - 1757). comune di Costa Lottaro...... 312 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). Ballabio...... 36 COSTA MASNAGA console. pubblica adunanza. comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). comune di Costa Masnaga. cancelliere...... 313 Lomaniga...... 511 comune di Costa Masnaga. console...... 313 console. comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). Dolzago...... 358 comune di Costa Masnaga. esattori...... 313 console. comune di Bruga. Bruga...... 145 console. comune di Comasira. Comasira...... 278 CRANDOLA comune di Crandola (sec. XIV - 1757). console...... 314 console. comune di Inesio. Inesio...... 430 comune di Crandola (sec. XIV - 1757). esattore...... 314 console. comune di Monte Spiazzo. Monte Spiazzo...... 591 comune di Crandola (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 314 console. comune di Mornico. Mornico...... 602 comune di Crandola (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 314 console. comune di Mosnico. Mosnico...... 607 comune di Crandola (1757 - 1797)...... 315 console. comune di Noceno. Noceno...... 625 comune di Crandola (1798 - 1809)...... 316 console. comune di Sanico. Sanico...... 783 comune di Crandola (1816 - 1859)...... 317 consoli. consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 69 Crebbio v. Grebbio consoli. consiglio del comune. Creghenzaga v. Crescenzaga comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 335 CREMELLA consoli. officiali del comune. consiglio generale. comune di Cremella (sec. XIII - 1757). consiglio della comunità. comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 ufficiali della comunità. cancelliere...... 318 campari...... 474 comune di Cremella (sec. XIII - 1757). consiglio della comunità. notari...... 474 ufficiali della comunità. console...... 318 ragionatti...... 474 comune di Cremella (sec. XIII - 1757). consiglio della comunità. CONSONNO ufficiali della comunità. deputati...... 318 comune di Consonno (sec. XIV - 1757). console...... 284 comune di Cremella (1757 - 1797)...... 319 comune di Consonno (sec. XIV - 1757). esattore...... 284 comune di Cremella (1798 - 1809)...... 320 comune di Consonno (1757 - 1797)...... 285 comune di Cremella (1816 - 1859)...... 321 comune di Consonno (1798 - 1809)...... 286 CREMELLINA comune di Consonno (1816 - 1859)...... 287 comune di Cremellina...... 322 Consono v. Consonno CREMENO CONTRA comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). console...... 323 comune di Contra (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 288 comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). esattore...... 323 comune di Contra (sec. XIV - 1757). console...... 288 comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 323 comune di Contra (sec. XIV - 1757). deputati...... 288 comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 323 comune di Contra (sec. XIV - 1757). esattore...... 288 comune di Cremeno (1757 - 1797)...... 324 comune di Contra (1757 - 1797)...... 289 comune di Cremeno (1798 - 1809)...... 325 comune di Contra (1798 - 1809)...... 290 comune di Cremeno (1816 - 1859)...... 326 comune di Contra (1816 - 1859)...... 291 Cresaniga v. Carsaniga convocato. comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). Rogeno...... 749 CRESCENZAGA convocato del popolo. comune di Ello (sec. XIV - 1757). Ello...... 370 comune di Crescenzaga. cancelliere...... 327 reggenti...... 370 comune di Crescenzaga. console...... 327 sindaco...... 370 comune di Crescenzaga. esattore...... 327 convocato generale. vicinanza di Colico. comune di Colico (sec. XIII - 1757). comune di Crescenzaga. pubblica adunanza. sindaco...... 327 Colico...... 268 Creupa v. Crippa deputati...... 268 Crimella v. Cremella sindaci (sec. XIV - 1757)...... 268 CRIPPA Conzené v. Concenedo comune di Crippa (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 328 Conzenedo v. Concenedo comune di Crippa (sec. XIV - 1757). console...... 328 CORENNO comune di Crippa (sec. XIV - 1757). esattore...... 328 comune di Corenno (sec. XV - 1757). cancelliere...... 292 comune di Crippa (1757 - 1797)...... 329 comune di Corenno (sec. XV - 1757). consiglio generale dei vicini. comune di Crippa (1798 - 1809)...... 330 sindaco...... 292 comune di Crippa (1816 - 1844)...... 331 comune di Corenno (sec. XV - 1757). console...... 292 Cussonnum v. Consonno podestaria di Corenno. podestà...... 296 custode delle carceri. podestaria di Lecco. Lecco...... 486 comune di Corenno (1757 - 1797)...... 293 D’Uno v. Alduno comune di Corenno (1798 - 1809)...... 294 Dagò v. Degore comune di Corenno (1816 - 1859)...... 295 DEGORE Corenno Plinio v. Corenno comune di Degore...... 332 Coreno v. Corenno Del Bosco v. Bosco CORNELLO delegati. comune di Cassina Fra Martino. Cassina Fra Martino...... 217 comune di Cornello (sec. XIV - 1797). console...... 297 delegati. comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). Imbersago...... 425 comune di Cornello (sec. XIV - 1797). sindaci...... 297 delegati. comune di Merate (sec. XIII - 1757). Merate...... 548 comune di San Michele...... 298 delegato. comune di Novate (sec. XIV - 1757). Novate...... 626 comune di Cornello (1802 - 1805)...... 299 delegato. comune di Perego (sec. XIV - 1757). Perego...... 702 CORTABBIO delegato. comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). Sabbioncello...... 768 comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 300 deputati. ufficiali della comunità. consiglio della comunità. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). console...... 300 comune di Cremella (sec. XIII - 1757). Cremella...... 318 comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). esattore...... 300 deputati. comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 300 deputati. comune di Brivio (sec. XIV - 1757). Brivio...... 132 comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 300 deputati. comune di Calco (sec. XIV - 1757). Calco...... 160 comune di Cortabbio (1757 - 1797)...... 301 deputati. comune di Casate Nuovo (sec. XIV - 1757). Casate Nuovo...... 185 comune di Cortabbio (1798 - 1809)...... 302 deputati. comune di Casirago (sec. XIV - 1757). Casirago...... 191 comune di Cortabbio (1816 - 1859)...... 303 deputati. comune di Cassina Galgiana. Cassina Galgiana...... 220 Cortabio v. Cortabbio deputati. comune di Contra (sec. XIV - 1757). Contra...... 288 CORTE deputati. comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). Missaglia...... 555 comune di Corte (sec. XIV - 1797). consiglio generale. console...... 304 deputati. comune di Molinata. Molinata...... 574 comune di Corte (sec. XIV - 1797). consiglio generale. sindaci...... 304 deputati. comune di Osnago (sec. XIII - 1757). Osnago...... 672 comune di Corte (1802 - 1805)...... 305 deputati. comune di Sirone (sec. XIV - 1757). Sirone...... 798 comune di Corte (1816 - 1859)...... 306 deputati. comune di Torre Villa. Torre Villa...... 842 corte di Casate Nuovo. Casate Nuovo...... 189 deputati. consiglio della comunità (sec. XIV - 1757). CORTE NOVA comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). Verderio...... 889 comune di Corte Nova. console...... 307 deputati. consiglio particolare. comune di Corte Nova. esattore...... 307 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). Acquate...... 5 comune di Corte Nova. pubblica adunanza. cancelliere...... 307 deputati. consiglio particolare. comune di Barco. Barco...... 44 CORTENOVA deputati. consiglio particolare. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). console...... 308 comune di Belledo (sec. XIV - 1757). Belledo...... 89 comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). esattore...... 308 deputati. consiglio particolare. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 308 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116

311 Dervio deputati. consiglio particolare. deputati. pubblica adunanza. comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). comune di Castello (sec. XIV - 1757). Castello...... 232 Lomaniga...... 511 deputati. consiglio particolare. deputati della comunità. ufficiali nobili. comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). Chiuso...... 256 comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). deputati. consiglio particolare. Cernusco Lombardone...... 247 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 deputato. comune di Airuno (sec. XIV - 1757). Airuno...... 9 deputati. consiglio particolare. comune di Garbagnate Rotta. deputato. comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). Bulciago...... 149 Garbagnate Rotta...... 402 deputato. comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). Montevecchia...... 593 deputati. consiglio particolare. deputato. comune di Monticello (sec. XIV - 1757). comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). Germanedo...... 410 Monticello (pieve di Missaglia)...... 598 deputati. consiglio particolare. deputato. pubblica adunanza. comune di Sala (sec. XIII - 1757). comune di Laorca (sec. XIV - 1757). Laorca...... 461 Sala (pieve di Garlate)...... 773 deputati. consiglio particolare. comune di Lecco (sec. XIV - 1757). deputato. pubblica adunanza. comune di Luzzana. Luzzana...... 519 Lecco...... 466 deputato. pubblica adunanza. comune di Vergano (sec. XIV - 1757). deputati. consiglio particolare. comune di Maggianico. Maggianico...... 521 Vergano...... 897 deputati. consiglio particolare. comune di Malvero. Malvero...... 528 deputato (sec. XIV - 1757). sindaco. consiglio particolare. vicinanza. deputati. consiglio particolare. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 comune di Morterone (sec. XIV - 1757). Morterone...... 603 deputato (sec. XIV - 1757). vicinanza. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). deputati. consiglio particolare. comune di Olate (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 Olate...... 642 deputato. pubblica adunanza. comune di Villa Vergano. Villa Vergano...... 912 deputati. consiglio particolare. comune di Pescarenico. Pescarenico...... 712 deputato generale. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco. .... 472 deputati. consiglio particolare. comune di Pomerio. Pomerio...... 725 deputato nobile. comune di Arlate. Arlate...... 24 deputati. consiglio particolare. DERVIO comune di Rancio (sec. XIV - 1757). Rancio...... 738 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). consiglio del comune. consiglieri...... 334 deputati. consiglio particolare. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). consiglio del comune. consoli...... 335 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). consiglio generale dei vicini. San Giovanni alla Castagna...... 779 sindaci...... 333 deputati. convocato generale. vicinanza di Colico. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). console...... 333 comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 268 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). esattore...... 333 deputati. pubblica adunanza. comune di Annone (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. ambasciatori...... 337 Annone...... 20 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. bannitori...... 338 deputati. pubblica adunanza. comune di Cesana (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. campari...... 339 Cesana...... 252 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. canepario...... 340 deputati. pubblica adunanza. comune di Civate (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. estimatori...... 341 Civate...... 261 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. notario...... 342 deputati. pubblica adunanza. comune di Garlate (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. paratici. capitani...... 336 Garlate...... 403 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. paratici. castellani...... 336 deputati. pubblica adunanza. comune di Molteno (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. paratici. valvassori...... 336 Molteno...... 578 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. pesatori del pane...... 343 deputati. pubblica adunanza. comune di Olginate (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. procuratori...... 344 Olginate...... 658 comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. servitore del comune...... 345 deputati. pubblica adunanza. comune di Suello (sec. XIV - 1757). comune di Dervio (sec. XIII - 1757). vicinanza. soldati del comune...... 346 Suello...... 821 pieve di Dervio (sec. XIV - 1757)...... 351 deputati. pubblica adunanza. comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). podestà. servitore del podestà...... 354 Tegnone...... 833 iusdicenza feudale di Dervio. luogotenente del podestà...... 350 deputati. pubblica adunanza. comune di Dervio (1757 - 1797)...... 347 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). pieve di Dervio (1757 - 1797)...... 352 Valgreghentino...... 857 comune di Dervio (1798 - 1815)...... 348 deputati. vicinanza. comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 comune di Dervio (1816 - 1859)...... 349 deputati. vicinanza. comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 Dervium v. Dervio deputati. vicinanza. comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 Dervum v. Dervio deputati. vicinanza. comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 dipartimento della Montagna. Lecco...... 475 deputati. vicinanza. comune di Cassina (sec. XIV - 1757). Cassina...... 203 distretto del Caldone...... 476 deputati. vicinanza. comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). distretto dei Laghi. Oggiono...... 636 Concenedo...... 279 distretto del Caldone. dipartimento della Montagna. Lecco...... 476 deputati. vicinanza. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). distretto del Piè dei Monti. Missaglia...... 559 Cortabbio...... 300 distretto dell’Adda superiore. Brivio...... 136 deputati. vicinanza. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). distretto della Pioverna. Introbio...... 447 Cortenova...... 308 distretto della Riviera. Bellano...... 80 deputati. vicinanza. comune di Crandola (sec. XIV - 1757). Crandola...... 314 distretto II dell’Adda. Brivio...... 137 deputati. vicinanza. comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). Cremeno...... 323 distretto II di Taceno. Taceno...... 831 deputati. vicinanza. comune di Gerro (sec. XIV - 1757). Gerro...... 414 distretto III del Lago. Lecco...... 477 deputati. vicinanza. comune di Indovero. Indovero...... 429 distretto III di Bellano. Bellano...... 81 deputati. vicinanza. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 distretto III di Lecco. Lecco...... 479 deputati. vicinanza. comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 distretto IV di Bellano. Bellano...... 82 deputati. vicinanza. comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 distretto IV di Lecco (1801 - 1802). Lecco...... 478 deputati. vicinanza. comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 distretto IV di Lecco (1805 - 1815). Lecco...... 480 deputati. vicinanza. comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 cantone I di Lecco (1805 - 1809)...... 481 deputati. vicinanza. comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 cantone I di Lecco (1809 - 1815)...... 482 deputati. vicinanza. comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 distretto IX di Bellano. Bellano...... 83 deputati. vicinanza. comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 distretto IX di Santa Maria Hoè. Santa Maria Hoè...... 790 deputati. vicinanza. comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 distretto VI di Oggiono. Oggiono...... 637 deputati. vicinanza. comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). distretto X di Introbio. Introbio...... 448 Primaluna...... 734 distretto X di Lecco. Lecco...... 484 deputati. vicinanza. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 distretto X di Taceno. Taceno...... 832 deputati. vicinanza. comune di Valcasargo. Casargo...... 181 distretto XI di Lecco. Lecco...... 483 deputati. vicinanza. comune di Vegno. Vegno...... 879 distretto XI di Oggiono. Oggiono...... 639 deputati. vicinanza. comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 distretto XII di Brivio. Brivio...... 139 deputati. vicinanza. comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 distretto XII di Oggiono. Oggiono...... 638 deputati. vicinanza. squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 distretto XIII di Missaglia. Missaglia...... 562 deputati. consiglio generale. comune di Limonta (sec. XV - 1797). distretto XV di Bellano. Bellano...... 84 Limonta...... 497 distretto XXIV di Brivio. Brivio...... 138 deputati. pubblica adunanza. comune di Malgrate (sec. XV - 1757). distretto XXV di Missaglia. Missaglia...... 561 Malgrate...... 523 distretto XXVII di Missaglia. Missaglia...... 560 deputati. vicinanza. comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 DOLZAGO deputati (sec. XVI - 1757). comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Dolzago (sec. XIV - sec. XV)...... 355 Ballabio...... 36 comune di Dolzago inferiore...... 356 deputati (sec. XVI - 1757). comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Dolzago superiore...... 357 Esino...... 379 comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). console...... 358 deputati (sec. XVI - 1757). comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). esattore...... 358 Esino...... 378 comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 358 deputati (sec. XVI - 1757). consiglio particolare (sec. XVI - 1757). comune di Dolzago (1757 - 1797)...... 359 comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). Ballabio...... 36 comune di Dolzago (1798 - 1809)...... 360 deputati. consiglio particolare. comune di Brongio. Brongio...... 144 comune di Dolzago (1816 - 1859)...... 361

312 Erve

DORIO esattore. comune di Laorca (sec. XIV - 1757). Laorca...... 461 comune di Dorio (sec. XV - 1757). consiglio generale dei vicini. esattore. comune di Lecco (sec. XIV - 1757). Lecco...... 466 sindaco...... 362 esattore. comune di Lierna (sec. XIII - 1757). Lierna...... 492 comune di Dorio (sec. XV - 1757). console...... 362 esattore. comune di Luzzana. Luzzana...... 519 comune di Dorio (1757 - 1797)...... 363 esattore. comune di Maggianico. Maggianico...... 521 comune di Dorio (1798 - 1809)...... 364 comune di Dorio (1816 - 1859)...... 365 esattore. comune di Malvero. Malvero...... 528 Dosio v. Dozio esattore. comune di Maresso (sec. XIV - 1757). Maresso...... 538 Dotio v. Dozio esattore. comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 esattore. comune di Melianico. Melianico...... 546 DOZIO esattore. comune di Merate (sec. XIII - 1757). Merate...... 548 comune di Dozio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 366 comune di Dozio (sec. XIV - 1757). console...... 366 esattore. comune di Merdagò. Merdagò...... 552 comune di Dozio (sec. XIV - 1757). esattore...... 366 esattore. comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). Missaglia...... 555 comune di Dozio (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. reggenti...... 366 esattore. comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 comune di Dozio (1757 - 1797)...... 367 esattore. comune di Molinata. Molinata...... 574 comune di Dozio (1798 - 1809)...... 368 esattore. comune di Molteno (sec. XIV - 1757). Molteno...... 578 comune di Dozio (1816 - 1859)...... 369 esattore. comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). Mondonico...... 582 Dulciaco v. Dolzago esattore. comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). Montevecchia...... 593 Duno v. Alduno esattore. comune di Monticello (sec. XIV - 1757). ELLO Monticello (pieve di Missaglia)...... 598 comune di Ello (sec. XIV - 1757). console...... 370 esattore. comune di Morterone (sec. XIV - 1757). Morterone...... 603 comune di Ello (sec. XIV - 1757). convocato del popolo. reggenti...... 370 esattore. comune di Musico. Musico...... 610 comune di Ello (sec. XIV - 1757). convocato del popolo. sindaco...... 370 esattore. comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 comune di Ello (sec. XIV - 1757). esattore...... 370 esattore. comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 comune di Ello (1757 - 1797)...... 371 esattore. comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). Nibionno...... 619 comune di Ello (1798 - 1815)...... 372 esattore. comune di Novate (sec. XIV - 1757). Novate...... 626 comune di Ello (1816 - 1859)...... 373 esattore. comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). Oggiono...... 632 Erna v. Lierna esattore. comune di Olate (sec. XIV - 1757). Olate...... 642 ERVE esattore. comune di Olginate (sec. XIV - 1757). Olginate...... 658 comune di Erve (sec. XV - 1797). consiglio generale. console...... 374 esattore. comune di Oriano (sec. XIV - 1757). Oriano...... 668 comune di Erve (sec. XV - 1797). consiglio generale. sindaci...... 374 esattore. comune di Paderno (sec. XIII - 1757). Paderno...... 680 comune di Erve (1798 - 1815)...... 375 esattore. comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 comune di Erve (1816 - 1859)...... 376 esattore. comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 esattore. comune di Acquate (sec. XIV - 1757). Acquate...... 5 esattore. comune di Parzano. Parzano...... 696 esattore. comune di Aizuro (sec. XIV - 1757). Aizuro...... 13 esattore. comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 esattore. comune di Annone (sec. XIV - 1757). Annone...... 20 esattore. comune di Pescarenico. Pescarenico...... 712 esattore. comune di Aveno. Aveno...... 26 esattore. comune di Pescate (sec. XIV - 1757). Pescate...... 713 esattore. comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 esattore. comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 esattore. comune di Barco. Barco...... 44 esattore. comune di Pettana. Pettana...... 722 esattore. comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 esattore. comune di Pomerio. Pomerio...... 725 esattore. comune di Bartesate (sec. XIV - 1757). Bartesate...... 49 esattore. comune di Porchera. Porchera...... 727 esattore. comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 esattore. comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 esattore. comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 esattore. comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). Primaluna...... 734 esattore. comune di Belledo (sec. XIV - 1757). Belledo...... 89 esattore. comune di Rancio (sec. XIV - 1757). Rancio...... 738 esattore. comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). Bernaga...... 94 esattore. comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). Robbiate...... 745 esattore. comune di Bestetto. Bestetto...... 98 esattore. comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). Sabbioncello...... 768 esattore. comune di Bevera. Bevera...... 99 esattore. comune di Sala (sec. XIII - 1757). esattore. comune di Biglio (sec. XIV - 1757). Biglio...... 102 Sala (pieve di Garlate)...... 773 esattore. comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 esattore. comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Brenno (sec. XIV - 1757). Brenno...... 123 San Giovanni alla Castagna...... 779 esattore. comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). Brianzola...... 128 esattore. comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). Sartirana...... 792 esattore. comune di Brivio (sec. XIV - 1757). Brivio...... 132 esattore. comune di Sibrone. Sibrone...... 797 esattore. comune di Calco (sec. XIV - 1757). Calco...... 160 esattore. comune di Sirone (sec. XIV - 1757). Sirone...... 798 esattore. comune di Camisasca. Camisasca...... 168 esattore. comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). Sueglio...... 817 esattore. comune di Capiate (sec. XIV - 1757). Capiate...... 171 esattore. comune di Suello (sec. XIV - 1757). Suello...... 821 esattore. comune di Casirago (sec. XIV - 1757). Casirago...... 191 esattore. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 esattore. comune di Casletto (sec. XIV - 1757). Casletto...... 195 esattore. comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). Tegnone...... 833 esattore. comune di Cassina (sec. XIV - 1757). Cassina...... 203 esattore. comune di Torre Villa. Torre Villa...... 842 esattore. comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). Tremenico...... 848 Cassina de’ Bracchi...... 210 esattore. comune di Valcasargo. Casargo...... 181 esattore. comune di Cassina Galgiana. Cassina Galgiana...... 220 esattore. comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Cassina Pianezzo. Cassina Pianezzo...... 221 Valgreghentino...... 857 esattore. comune di Castello (sec. XIV - 1757). Castello...... 232 esattore. comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). Valmadrera...... 862 esattore. comune di Centemero (sec. XIV - 1757). Centemero...... 239 esattore. comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 esattore. comune di Cesana (sec. XIV - 1757). Cesana...... 252 esattore. comune di Vegno. Vegno...... 879 esattore. comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). Chiuso...... 256 esattore (sec. XIV - 1757). comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Civate (sec. XIV - 1757). Civate...... 261 Verderio...... 888 esattore. comune di Cogoredo. Cogoredo...... 265 esattore (sec. XIV - 1757). comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Cologna (sec. XIV - 1757). Cologna...... 274 Verderio...... 889 esattore. comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). Concenedo...... 279 esattore. comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). esattore. comune di Consonno (sec. XIV - 1757). Consonno...... 284 Viganò...... 907 esattore. comune di Contra (sec. XIV - 1757). Contra...... 288 esattore. comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 esattore. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). Cortabbio...... 300 esattore. comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 esattore. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). Cortenova...... 308 esattore. console. ufficiali plebei. esattore. comune di Crandola (sec. XIV - 1757). Crandola...... 314 comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). Cernusco Lombardone...... 247 esattore. comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). Cremeno...... 323 esattore. pubblica adunanza. comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Crippa (sec. XIV - 1757). Crippa...... 328 Cagliano...... 156 esattore. comune di Dozio (sec. XIV - 1757). Dozio...... 366 esattore. pubblica adunanza. comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Ello (sec. XIV - 1757). Ello...... 370 Olgiate...... 654 esattore. comune di Figina. Figina...... 389 esattore. pubblica adunanza. comune di Perego (sec. XIV - 1757). esattore. comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 Perego...... 702 esattore. comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). esattore. pubblica adunanza. comune di Vergano (sec. XIV - 1757). Garbagnate Monastero...... 398 Vergano...... 897 esattore. comune di Garlate (sec. XIV - 1757). Garlate...... 403 esattore. squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 esattore. comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). Germanedo...... 410 esattore. vicinanza di Colico. comune di Colico (sec. XIII - 1757). esattore. comune di Gerro (sec. XIV - 1757). Gerro...... 414 Colico...... 268 esattore. comune di Giovenzana. Giovenzana...... 417 esattore. comune di Arlate. Arlate...... 24 esattore. comune di Hoè. Hoè...... 420 esattore. comune di Bosco. Bosco...... 115 esattore. comune di Imberido (sec. XIV - 1757). Imberido...... 421 esattore. comune di Campsirago. Campsirago...... 170 esattore. comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). Imbersago...... 425 esattore. comune di Cereda (sec. XV - 1757). Cereda...... 243 esattore. comune di Indovero. Indovero...... 429 esattore. comune di Crescenzaga. Crescenzaga...... 327 esattore. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 esattore. comune di Malgrate (sec. XV - 1757). Malgrate...... 523 esattore. comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). Introzzo...... 454 esattore. comune di Mozzana. Mozzana...... 609

313 Esino esattore. comune di Prestabbio. Prestabbio...... 733 estimatori. officiali del comune. consiglio generale. esattore. comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). Rovagnate...... 764 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 esattore. comune di Tregolo (sec. XV - 1757). Tregolo...... 844 Exino v. Esino esattore. pubblica adunanza. comune di Villa Vergano. Villa Vergano...... 912 fante. pretura feudale di Bellano. Bellano...... 88 esattore. vicinanza. comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 fante. pretura feudale di Mandello. Mandello...... 536 esattore. comune di Alduno. Alduno...... 19 fanti. bargello. pretura feudale di Lecco. Lecco...... 487 esattore. comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). Bagaggera...... 27 fanti. pretura feudale della Valsassina. Introbio...... 450 esattore (sec. XVI - 1757). comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). FAVIRANO Ballabio...... 36 comune di Favirano (sec. XV - 1797). console...... 387 esattore (sec. XVI - 1757). comune di Ballabio superiore (sec. XVI - 1757). comune di Favirano (sec. XV - 1797). sindaci...... 387 Ballabio...... 37 comune di Favirano (1802 - 1805)...... 388 esattore. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 FIGINA esattore. comune di Borlengo. Borlengo...... 114 comune di Figina. esattore...... 389 esattore. comune di Cassina Fra Martino. Cassina Fra Martino...... 217 comune di Figina. pubblica adunanza...... 389 esattore. comune di Corte Nova. Corte Nova...... 307 comune di Figina. regolatore del comune...... 389 esattore. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 333 Figino v. Figina esattore (sec. XVI - 1757). comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). Fomagallo v. Cassina Fumagalla Esino...... 379 FOPPENICO esattore (sec. XVI - 1757). comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). comune di Foppenico...... 390 Esino...... 378 FREDDORE esattore. comune di Lissolo. Lissolo...... 506 comune di Freddore...... 391 esattore. comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). Lomaniga...... 511 Fregore v. Freddore esattore. comune di Molino del Leone. Molino del Leone...... 576 Fumagallo v. Cassina Fumagalla esattore. comune di Molino del Maglio. Molino del Maglio...... 577 GAESSO esattore. comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). Dolzago...... 358 comune di Gaesso...... 392 esattore. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 Gaian v. Cagliano esattore. comune di Bruga. Bruga...... 145 Galbià v. Galbiate esattore. comune di Comasira. Comasira...... 278 GALBIATE esattore. comune di Inesio. Inesio...... 430 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 393 esattore. comune di Monte Spiazzo. Monte Spiazzo...... 591 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 393 esattore. comune di Mornico. Mornico...... 602 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). console...... 393 esattore. comune di Mosnico. Mosnico...... 607 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). esattore...... 393 esattore. comune di Noceno. Noceno...... 625 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). procuratore...... 393 esattore. comune di Sanico. Sanico...... 783 comune di Galbiate (1757 - 1797)...... 394 esattori. comune di Airuno (sec. XIV - 1757). Airuno...... 9 comune di Galbiate (1798 - 1815)...... 395 esattori. comune di Barzago (sec. XIV - 1757). Barzago...... 53 comune di Galbiate (1816 - 1859)...... 396 esattori. comune di Osnago (sec. XIII - 1757). Osnago...... 672 GALBUSERA esattori. consiglio particolare. comune di Galbusera...... 397 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116 Galiesio v. Gaesso esattori. consiglio particolare. comune di Garbagnate Rotta. Galzana v. Cassina Galgiana Garbagnate Rotta...... 402 Garbagnà Monasté v. Garbagnate Monastero esattori. comune di Calvenzana. Calvenzana...... 167 GARBAGNATE MONASTERO esattori. comune di Costa Masnaga. Costa Masnaga...... 313 comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 398 esattori. comune di Maggiolino. Maggiolino...... 522 comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). console...... 398 esattori. comune di Sommarino. Sommarino...... 812 comune di Garbagnate Monastero (sec. XIV - 1757). esattore...... 398 esattori. consiglio particolare. comune di Brongio. Brongio...... 144 comune di Garbagnate Monastero (1757 - 1797)...... 399 esattori dei carichi di diaria e camerali. comune di Garbagnate Monastero (1798 - 1809)...... 400 consiglio generale. comunità generale della Valsassina. comune di Garbagnate Monastero (1816 - 1859)...... 401 Introbio...... 442 Garbagnate Rota v. Garbagnate Rotta Eseno v. Esino GARBAGNATE ROTTA Esine v. Esino comune di Garbagnate Rotta. consiglio particolare. cancelliere...... 402 ESINO comune di Garbagnate Rotta. consiglio particolare. deputati...... 402 comune di Esino (sec. XIV - sec. XVI)...... 377 comune di Garbagnate Rotta. consiglio particolare. esattori...... 402 comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). console (sec. XVI - 1757)...... 379 comune di Garbagnate Rotta. consiglio particolare. sindaco...... 402 comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Garbagnate Rotta. console...... 402 deputati (sec. XVI - 1757)...... 379 Gargantino v. Valgreghentino comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). Garlà v. Garlate esattore (sec. XVI - 1757)...... 379 GARLATE comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). sindaci (sec. XVI - 1757)...... 379 comune di Garlate (sec. XIV - 1757). console...... 403 comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). comune di Garlate (sec. XIV - 1757). esattore...... 403 vicinanza (sec. XVI - 1757)...... 379 comune di Garlate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 403 comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). console (sec. XVI - 1757)...... 378 comune di Garlate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 403 comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). pieve di Garlate (sec. XIV - 1757)...... 407 deputati (sec. XVI - 1757)...... 378 comune di Garlate (1757 - 1797)...... 404 comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). pieve di Garlate (1757 - 1797)...... 408 esattore (sec. XVI - 1757)...... 378 comune di Garlate (1798 - 1809)...... 405 comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). sindaci (sec. XVI - 1757)...... 378 comune di Garlate (1816 - 1859)...... 406 comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). Gazanico v. Gazzanico vicinanza (sec. XVI - 1757)...... 378 comune di Esino inferiore (1757 - 1797)...... 380 GAZZANICO comune di Esino superiore (1757 - 1797)...... 381 comune di Gazzanico...... 409 comune di Esino inferiore (1798 - 1809)...... 382 Germagnedo v. Germanedo comune di Esino superiore (1798 - 1809)...... 383 GERMANEDO comune di Esino (1809 - 1815)...... 384 comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 410 comune di Esino inferiore (1816 - 1859)...... 386 comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 410 comune di Esino superiore (1816 - 1859)...... 385 comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 410 v. Esino comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). esattore...... 410 estimatori. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 341 comune di Germanedo (1757 - 1797)...... 411 estimatori. comune di Abbadia (sec. XIV - 1757). Abbadia...... 1 comune di Germanedo (1798 - 1809)...... 412 comune di Germanedo (1816 - 1859)...... 413 estimatori. comune di Borbino. Borbino...... 112 Gero v. Gerro estimatori. comune di Grebbio. Grebbio...... 418 estimatori. comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). Linzanico...... 502 GERRO comune di Gerro (sec. XIV - 1757). console...... 414 estimatori. comune di Lombrino. Lombrino...... 515 comune di Gerro (sec. XIV - 1757). esattore...... 414 estimatori. comune di Maggiana. Maggiana...... 520 comune di Gerro (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 414 estimatori. comune di Molina. Molina...... 573 comune di Gerro (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 414 estimatori. comune di Molini. Molini...... 575 comune di Gerro (1786 - 1791)...... 415 estimatori. comune di Motteno. Motteno...... 608 comune di Gerro (1805 - 1809)...... 416 estimatori. comune di Olcio (sec. XIV - 1757). Olcio...... 647 Giero v. Gerro estimatori. comune di Rongio (sec. XIV - 1757). Rongio...... 757 GIOVENZANA estimatori. comune di Somana (sec. XIV - 1757). Somana...... 806 comune di Giovenzana. cancelliere...... 417 estimatori. comune di Tonzanico. Tonzanico...... 838 comune di Giovenzana. console...... 417 estimatori. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 comune di Giovenzana. esattore...... 417 estimatori. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 comune di Giovenzana. pubblica adunanza. reggenti...... 417

314 Lecco

Giovenzano v. Giovenzana comunità del Monte di Introzzo...... 458 giudici di pace. podestaria di Lecco. Lecco...... 486 comune di Introzzo (1757 - 1797)...... 455 giurisdizione di Limonta. Limonta...... 500 comune di Introzzo (1798 - 1809)...... 456 podestà. luogotenenti civili...... 501 comune di Introzzo (1816 - 1859)...... 457 podestà. luogotenenti criminali...... 501 iusdicenza feudale del Monte di Introzzo. Vestreno...... 906 Golzà v. Olgiate luogotenente del podestà...... 906 GREBBIO iusdicenza feudale di Dervio. Dervio...... 350 comune di Grebbio. caneparo...... 418 luogotenente del podestà...... 350 comune di Grebbio. console...... 418 iusdicenza feudale di Varenna. Varenna...... 871 comune di Grebbio. estimatori...... 418 luogotenente del podestà...... 871 Greghentino v. Valgreghentino Jmberedo v. Imberido Greppa v. Crippa Jseno v. Esino Grofalegio v. Grofoleggio Jsno v. Esino GROFOLEGGIO LA CASSINA comune di Grofoleggio...... 419 comune di La Cassina...... 459 Hò v. Hoè La Siraga v. Inseraga HOÈ LA STRETTA comune di Hoè. cancelliere...... 420 comune di La Stretta...... 460 comune di Hoè. console...... 420 LAORCA comune di Hoè. esattore...... 420 comune di Laorca (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 461 comune di Hoè. pubblica adunanza...... 420 comune di Laorca (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 461 comune di Hoè. sindaco...... 420 comune di Laorca (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 461 Hon v. Onno comune di Laorca (sec. XIV - 1757). esattore...... 461 Imberego v. Imberido comune di Laorca (1757 - 1797)...... 462 comune di Laorca (1798 - 1815)...... 463 IMBERIDO comune di Imberido (sec. XIV - 1757). console...... 421 comune di Laorca (1816 - 1859)...... 464 comune di Imberido (sec. XIV - 1757). esattore...... 421 LAVELLO comune di Imberido (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 421 comune di Lavello...... 465 comune di Imberido (1757 - 1797)...... 422 LECCO comune di Imberido (1798 - 1809)...... 423 comunità generale di Lecco. consiglio generale. ambasciatori...... 471 comune di Imberido (1816 - 1859)...... 424 comunità generale di Lecco. consiglio generale. IMBERSAGO barverii (sec. XIV - sec. XVI)...... 471 comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). console...... 425 comunità generale di Lecco. consiglio generale. caneparo generale...... 471 comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). delegati...... 425 comunità generale di Lecco. consiglio generale. consiglieri...... 471 comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). esattore...... 425 comunità generale di Lecco. consiglio generale. deputato generale...... 472 comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). sindaco...... 425 comunità generale di Lecco. consiglio generale. notaio cancelliere...... 473 comune di Imbersago (1757 - 1797)...... 426 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. comune di Imbersago (1798 - 1809)...... 427 servitori del comune...... 474 comune di Imbersago (1816 - 1859)...... 428 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. procuratori...... 474 Imberzago v. Imbersago comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. Imbresago v. Imbersago canepari delle entrate ordinarie...... 474 Imbuedo v. Imberido comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. Inagone v. Arnigò caneparo condemnationum...... 474 INDOVERO comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. comune di Indovero. cancelliere...... 429 estimatori...... 474 comune di Indovero. console...... 429 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. comune di Indovero. esattore...... 429 caneparo della chiesa di San Nicola...... 474 comune di Indovero. vicinanza. deputati...... 429 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. comune di Indovero. vicinanza. sindaci...... 429 caneparo della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio...... 474 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. INESIO caneparo della chiesa di Sant’Egidio e dell’Ospitale di San Giacomo...... 474 comune di Inesio. console...... 430 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. comune di Inesio. esattore...... 430 consoli. notari...... 474 comune di Inesio. vicinanza. sindaci...... 430 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. INSERAGA consoli. campari...... 474 comune di Inseraga...... 431 comunità generale di Lecco. consiglio generale. officiali del comune. Introbbio v. Introbio consoli. ragionatti...... 474 INTROBIO comunità generale di Lecco. consiglio generale. ragionatto...... 471 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. comunità generale di Lecco. consiglio generale. sindaci...... 471 bollatore pubblico...... 439 comunità generale di Lecco. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. consiglio generale. uomini pro faciendo concordiam...... 471 campari pro secretis...... 440 comune di Lecco (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 466 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. congregazione...... 441 comune di Lecco (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 466 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. consiglieri...... 439 comune di Lecco (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 466 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. comune di Lecco (sec. XIV - 1757). esattore...... 466 esattori dei carichi di diaria e camerali...... 442 pieve di Lecco (sec. XIV - 1757)...... 485 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. procuratori...... 443 podestaria di Lecco. barverii (sec. XIV - sec. XVI)...... 486 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. ragionatto...... 444 podestaria di Lecco. collaterali del podestà...... 486 comunità generale della Valsassina. consiglio generale. podestaria di Lecco. custode delle carceri...... 486 sindaci generali. canepari generali...... 446 podestaria di Lecco. giudici di pace...... 486 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 434 podestaria di Lecco. notaio forense...... 486 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). console...... 434 podestaria di Lecco. podestà (sec. XIV - sec. XVI)...... 486 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). esattore...... 434 podestaria di Lecco. vicario...... 486 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). reggenti...... 434 riviera di Lecco (sec. XVI - 1757)...... 488 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 434 pretura feudale di Lecco. attuario...... 487 comune di Introbio (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 434 pretura feudale di Lecco. bargello. fanti...... 487 podestaria della Valsassina. podestà (sec. XIV - 1647)...... 449 pretura feudale di Lecco. podestà (1647 - 1774)...... 487 collegio dei notai della Valsassina. viceabati...... 433 comune di Lecco (1757 - 1797)...... 467 pretura feudale della Valsassina. baricello...... 451 riviera di Lecco (1757 - 1797). pieve di Lecco (1757 - 1797)...... 490 pretura feudale della Valsassina. cancelliere dell’officio pretorio...... 452 comune di Lecco (1798 - 1815)...... 468 pretura feudale della Valsassina. fanti...... 450 dipartimento della Montagna. distretto del Caldone...... 476 pretura feudale della Valsassina. podestà (1647 - 1774)...... 450 distretto III del Lago...... 477 comune di Introbio (1757 - 1797)...... 435 distretto IV di Lecco (1801 - 1802)...... 478 Valsassina...... 453 distretto III di Lecco...... 479 comune di Introbio (1798 - 1815)...... 436 distretto IV di Lecco (1805 - 1815). cantone I di Lecco (1805 - 1809)...... 481 distretto della Pioverna...... 447 distretto IV di Lecco (1805 - 1815). cantone I di Lecco (1809 - 1815)...... 482 cantone II di Introbio...... 432 comune di Lecco (1816 - 1859)...... 469 comune di Introbio (1816 - 1859)...... 437 distretto XI di Lecco...... 483 distretto X di Introbio...... 448 distretto X di Lecco...... 484 INTROZZO Lecho v. Lecco comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 454 Leicum v. Lecco comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). consiglio generale dei vicini. Lemunta v. Limonta sindaco...... 454 Leone v. Molino del Leone comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). console...... 454 Leuchum v. Lecco comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). esattore...... 454 Leucium v. Lecco

315 Li Molguli

Leucum v. Lecco comune di Malgrate (sec. XV - 1757). pubblica adunanza. console...... 523 LI MOLGULI comune di Malgrate (sec. XV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 523 comune di Li Molguli...... 491 comune di Malgrate (sec. XV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 523 comune di Malgrate (1757 - 1797)...... 524 LIERNA comune di Lierna (sec. XIII - 1757). archivista...... 492 comune di Malgrate (1798 - 1809)...... 525 comune di Lierna (sec. XIII - 1757). consiglio generale...... 492 comune di Malgrate (1816 - 1859)...... 526 comune di Lierna (sec. XIII - 1757). consiglio ordinario. sindaci...... 492 Malio v. Molino del Maglio comune di Lierna (sec. XIII - 1757). console...... 492 MALNINO comune di Lierna (sec. XIII - 1757). esattore...... 492 comune di Malnino...... 527 comune di Lierna (1757 - 1797)...... 493 Malverio v. Malvero comune di Lierna (1798 - 1809)...... 494 MALVERO comune di Lierna (1812 - 1815)...... 495 comune di Malvero. consiglio particolare. console...... 528 comune di Lierna (1816 - 1859)...... 496 comune di Malvero. consiglio particolare. deputati...... 528 LIMONTA comune di Malvero. consiglio particolare. sindaco...... 528 comune di Limonta (sec. XV - 1797). caneparo...... 497 comune di Malvero. esattore...... 528 comune di Limonta (sec. XV - 1797). consiglio generale. consiglieri...... 497 MANDELLO comune di Limonta (sec. XV - 1797). consiglio generale. deputati...... 497 comunità generale di Mandello. archivista...... 532 comune di Limonta (sec. XV - 1797). consiglio generale. sindaci...... 497 comunità generale di Mandello. campari...... 532 comune di Limonta (sec. XV - 1797). console...... 497 comunità generale di Mandello. cancelliere...... 532 comune di Limonta (sec. XV - 1797). vicinanza...... 497 comunità generale di Mandello. canevari...... 532 comune di Limonta (1798 - 1809)...... 498 comunità generale di Mandello. consiglio ordinario. consiglieri...... 532 comune di Limonta (1816 - 1859)...... 499 comunità generale di Mandello. consiglio ordinario. sindaci...... 532 giurisdizione di Limonta. podestà. luogotenenti civili...... 501 comunità generale di Mandello. esattore...... 532 giurisdizione di Limonta. podestà. luogotenenti criminali...... 501 comunità generale di Mandello. estimatori...... 532 LINZANICO comunità generale di Mandello. notari...... 532 comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). caneparo...... 502 comunità generale di Mandello. procuratori...... 532 comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). console...... 502 comunità generale di Mandello. servitori...... 532 comune di Linzanico (sec. XIV - 1757). estimatori...... 502 pieve di Mandello (sec. XIV - 1757)...... 533 comune di Linzanico (1757 - 1797)...... 503 podestaria di Mandello. podestà (sec. XIV - sec. XVI)...... 535 comune di Linzanico (1798 - 1809)...... 504 pretura feudale di Mandello. attuario civile...... 536 comune di Linzanico (1816 - 1859)...... 505 pretura feudale di Mandello. attuario criminale...... 536 Lisolo v. Lissolo pretura feudale di Mandello. fante...... 536 pretura feudale di Mandello. podestà (sec. XVI - 1774)...... 536 LISSOLO comune di Mandello (1757 - 1797)...... 529 comune di Lissolo. cancelliere...... 506 pieve di Mandello (1757 - 1797)...... 534 comune di Lissolo. console...... 506 comune di Mandello (1798 - 1815)...... 530 comune di Lissolo. esattore...... 506 comune di Mandello (1816 - 1859)...... 531 LOMAGNA v. Mandello comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 507 Mandellum v. Mandello comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). console...... 507 Marcomaga v. Marconaga comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). sindaco...... 507 comune di Lomagna (1757 - 1797)...... 508 MARCONAGA comune di Lomagna (1798 - 1809)...... 509 comune di Marconaga...... 537 comune di Lomagna (1816 - 1859)...... 510 Marconago v. Marconaga Mardegorium v. Merdagò LOMANIGA Mardegure v. Merdagò comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). esattore...... 511 comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 511 MARESSO comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). pubblica adunanza. console...... 511 comune di Maresso (sec. XIV - 1757). esattore...... 538 comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 511 comune di Maresso (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 538 comune di Lomaniga (1757 - 1797)...... 512 comune di Maresso (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. console...... 538 comune di Lomaniga (1798 - 1809)...... 513 comune di Maresso (1757 - 1797)...... 539 comune di Lomaniga (1816 - 1859)...... 514 comune di Maresso (1798 - 1809)...... 540 comune di Maresso (1816 - 1840)...... 541 LOMBRINO Marexum v. Maresso comune di Lombrino. caneparo...... 515 comune di Lombrino. console...... 515 Margnio v. Margno comune di Lombrino. estimatori...... 515 MARGNO comune di Margno (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 542 LORENTINO comune di Lorentino (sec. XIV - 1797). console...... 516 comune di Margno (sec. XIV - 1757). console...... 542 comune di Lorentino (sec. XIV - 1797). sindaci...... 516 comune di Margno (sec. XIV - 1757). esattore...... 542 comune di Lorentino (1798 - 1815)...... 517 comune di Margno (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 542 comune di Margno (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 542 comune di Lorentino (1816 - 1859)...... 518 comune di Margno (1757 - 1797)...... 543 luogotenente del podestà. iusdicenza feudale del Monte di Introzzo. Vestreno. 906 comune di Margno (1798 - 1809)...... 544 luogotenente del podestà. iusdicenza feudale di Dervio. Dervio...... 350 comune di Margno (1816 - 1859)...... 545 luogotenente del podestà. iusdicenza feudale di Varenna. Varenna...... 871 Masaliora v. Missagliola luogotenente del podestà. pretura feudale di Bosisio. Bosisio...... 120 Masalora v. Missagliola luogotenente del podestà. podestà. regio officio di Olginate. Olginate...... 662 Masnagha v. Costa Masnaga luogotenenti civili. podestà. giurisdizione di Limonta. Limonta...... 501 Massaglia v. Missaglia luogotenenti criminali. podestà. giurisdizione di Limonta. Limonta...... 501 Massalia v. Missaglia Luzana v. Luzzana Massaya v. Missaglia LUZZANA Mazanica v. Maggianico comune di Luzzana. esattore...... 519 Mazorino v. Maggiolino comune di Luzzana. pubblica adunanza. cancelliere...... 519 Meglianico v. Melianico comune di Luzzana. pubblica adunanza. console...... 519 Melate v. Merate comune di Luzzana. pubblica adunanza. deputato...... 519 MELIANICO MAGGIANA comune di Melianico. console...... 546 comune di Maggiana. caneparo...... 520 comune di Melianico. esattore...... 546 comune di Maggiana. console...... 520 Melianicum v. Melianico comune di Maggiana. estimatori...... 520 Melianigo v. Melianico MAGGIANICO Merà v. Merate comune di Maggianico. consiglio particolare. console...... 521 comune di Maggianico. consiglio particolare. deputati...... 521 MERATE comune di Merate (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 548 comune di Maggianico. consiglio particolare. sindaco...... 521 comune di Merate (sec. XIII - 1757). console...... 548 comune di Maggianico. esattore...... 521 comune di Merate (sec. XIII - 1757). delegati...... 548 MAGGIOLINO comune di Merate (sec. XIII - 1757). esattore...... 548 comune di Maggiolino. cancelliere...... 522 comune di Merate (sec. XIII - 1757). sindaco...... 548 comune di Maggiolino. congregazione del comune...... 522 comune di Merate (1757 - 1797)...... 549 comune di Maggiolino. console...... 522 comune di Merate (1798 - 1815)...... 550 comune di Maggiolino. esattori...... 522 cantone V di Merate...... 547 Magianico v. Maggianico comune di Merate (1816 - 1859)...... 551 Magiolino v. Maggiolino MERDAGÒ Malavero v. Malvero comune di Merdagò. esattore...... 552 MALGRATE comune di Merdagò. pubblica adunanza. cancelliere...... 552 comune di Malgrate (sec. XV - 1757). esattore...... 523 comune di Merdagò. pubblica adunanza. console...... 552 comune di Malgrate (sec. XV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 523 comune di Merdagò. pubblica adunanza. primestimo...... 552

316 Noceno

Merdegore v. Merdagò MONTE SPIAZZO MISSAGLIA comune di Monte Spiazzo. cancelliere...... 591 comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). campanaro...... 555 comune di Monte Spiazzo. console...... 591 comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 555 comune di Monte Spiazzo. esattore...... 591 comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). console...... 555 Monte Vecchia v. Montevecchia comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). deputati...... 555 Monte Vecchio v. Montevecchia comune di Missaglia (sec. XIII - 1757). esattore...... 555 MONTEREGO pieve di Missaglia (sec. XIV - 1757)...... 563 comune di Monterego...... 592 pretura feudale di Missaglia. attuario...... 566 Monterezo v. Monterego pretura feudale di Missaglia. bargello...... 566 MONTEVECCHIA pretura feudale di Missaglia. podestà...... 566 comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). console...... 593 comune di Missaglia (1757 - 1797)...... 556 comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). deputato...... 593 pieve di Missaglia (1757 - 1797)...... 564 comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). esattore...... 593 comune di Missaglia (1798 - 1815)...... 557 comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). sindaco...... 593 distretto del Piè dei Monti...... 559 comune di Montevecchia (1757 - 1797)...... 594 distretto XXVII di Missaglia...... 560 comune di Montevecchia (1798 - 1809)...... 595 porzione del distretto X di Missaglia...... 565 comune di Montevecchia (1816 - 1859)...... 596 cantone VII di Missaglia...... 553 Montevegia v. Montevecchia cantone VI di Missaglia...... 554 MONTICELLO (PIEVE DI BRIVIO) comune di Missaglia (1816 - 1859)...... 558 comune di Monticello...... 597 distretto XXV di Missaglia...... 561 MONTICELLO (PIEVE DI MISSAGLIA) distretto XIII di Missaglia...... 562 comune di Monticello (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 598 MISSAGLIOLA comune di Monticello (sec. XIV - 1757). console...... 598 comune di Missagliola...... 567 comune di Monticello (sec. XIV - 1757). deputato...... 598 Missaiola v. Missagliola comune di Monticello (sec. XIV - 1757). esattore...... 598 MOGGIO comune di Monticello (1757 - 1797)...... 599 comune di Moggio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 568 comune di Monticello (1798 - 1809)...... 600 comune di Moggio (sec. XIV - 1757). console...... 568 comune di Monticello (1816 - 1859)...... 601 comune di Moggio (sec. XIV - 1757). esattore...... 568 Morinata v. Molinata comune di Moggio (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 568 MORNICO comune di Moggio (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 568 comune di Mornico. console...... 602 comune di Moggio (1757 - 1797)...... 569 comune di Mornico. esattore...... 602 comune di Moggio (1798 - 1809)...... 570 comune di Mornico. vicinanza. sindaci...... 602 comune di Moggio (1816 - 1859)...... 571 MORTERONE Moiola v. Moioli comune di Morterone (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 603 MOIOLI comune di Morterone (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 603 comune di Moioli...... 572 comune di Morterone (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 603 Mojoli v. Moioli comune di Morterone (sec. XIV - 1757). esattore...... 603 comune di Morterone (1757 - 1797)...... 604 MOLINA comune di Morterone (1798 - 1815)...... 605 comune di Molina. caneparo...... 573 comune di Morterone (1816 - 1859)...... 606 comune di Molina. console...... 573 Morterono v. Morterone comune di Molina. estimatori...... 573 MOSNICO MOLINATA comune di Mosnico. console...... 607 comune di Molinata. cancelliere...... 574 comune di Mosnico. esattore...... 607 comune di Molinata. console...... 574 comune di Mosnico. vicinanza. sindaci...... 607 comune di Molinata. deputati...... 574 Moteno v. Motteno comune di Molinata. esattore...... 574 MOTTENO MOLINI comune di Motteno. caneparo...... 608 comune di Molini. caneparo...... 575 comune di Motteno. console...... 608 comune di Molini. console...... 575 comune di Motteno. estimatori...... 608 comune di Molini. estimatori...... 575 Mozana v. Mozzana Molini inferiori e superiori v. Molini MOZZANA MOLINO DEL LEONE comune di Mozzana. console...... 609 comune di Molino del Leone. cancelliere...... 576 comune di Mozzana. esattore...... 609 comune di Molino del Leone. console...... 576 Musego v. Musico comune di Molino del Leone. esattore...... 576 Musicho v. Musico MOLINO DEL MAGLIO MUSICO comune di Molino del Maglio. cancelliere...... 577 comune di Musico. cancelliere...... 610 comune di Molino del Maglio. console...... 577 comune di Musico. console...... 610 comune di Molino del Maglio. esattore...... 577 comune di Musico. esattore...... 610 Molino Leone v. Molino del Leone NARRO Molino Stretta v. La Stretta comune di Narro (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 611 MOLTENO comune di Narro (sec. XIV - 1757). console...... 611 comune di Molteno (sec. XIV - 1757). esattore...... 578 comune di Narro (sec. XIV - 1757). esattore...... 611 comune di Molteno (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 578 comune di Narro (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 611 comune di Molteno (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. console...... 578 comune di Narro (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 611 comune di Molteno (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 578 comune di Narro (1757 - 1797)...... 612 comune di Molteno (1757 - 1797)...... 579 comune di Narro (1798 - 1809)...... 613 comune di Molteno (1798 - 1815)...... 580 comune di Narro (1816 - 1859)...... 614 comune di Molteno (1816 - 1859)...... 581 NAVA Mondonego v. Mondonico comune di Nava (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 615 MONDONICO comune di Nava (sec. XIV - 1757). console...... 615 comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). console...... 582 comune di Nava (sec. XIV - 1757). esattore...... 615 comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). esattore...... 582 comune di Nava (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. reggenti...... 615 comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). sindaco...... 582 comune di Nava (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 615 comune di Mondonico (1757 - 1797)...... 583 comune di Nava (1757 - 1797)...... 616 comune di Mondonico (1798 - 1815)...... 584 comune di Nava (1798 - 1815)...... 617 comune di Mondonico (1816 - 1859)...... 585 comune di Nava (1816 - 1859)...... 618 Mondonigo v. Mondonico Nibion v. Nibionno Montarego v. Monterego NIBIONNO Montaveglia v. Montevecchia comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 619 comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). console...... 619 MONTE comune di Nibionno (sec. XIV - 1757). esattore...... 619 comune di Monte...... 586 squadra di Nibionno (sec. XV - 1757)...... 623 Monte della Muggiasca v. squadra della Muggiasca comune di Nibionno (1757 - 1797)...... 620 Monte della Val Beretta. Val Beretta...... 855 squadra di Nibionno (1757 - 1797)...... 624 MONTE MARENZO comune di Nibionno (1798 - 1815)...... 621 comune di Monte Marenzo (sec. XIV - 1797). console...... 587 comune di Nibionno (1816 - 1859)...... 622 comune di Monte Marenzo (sec. XIV - 1797). sindaci...... 587 Nibiono v. Nibionno comune di San Paolo...... 588 NOCENO comune di Monte Marenzo (1802 - 1815)...... 589 comune di Noceno. console...... 625 comune di Monte Marenzo (1816 - 1859)...... 590 comune di Noceno. esattore...... 625 Monte sopra Varenna v. comunità del Monte di Varenna comune di Noceno. vicinanza. sindaci...... 625

317 Novate notaio cancelliere. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 473 comune di Onno (1798 - 1815)...... 665 notaio forense. podestaria di Lecco. Lecco...... 486 comune di Onno (1816 - 1859)...... 666 notari. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 Oprane v. Orane notari. consoli. officiali del comune. consiglio generale. ORANE comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 comune di Orane...... 667 notario. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 74 Orca v. Laorca notario. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 342 ORIANO Novà v. Novate comune di Oriano (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 668 NOVATE comune di Oriano (sec. XIV - 1757). console...... 668 comune di Novate (sec. XIV - 1757). console...... 626 comune di Oriano (sec. XIV - 1757). esattore...... 668 comune di Novate (sec. XIV - 1757). delegato...... 626 comune di Oriano (1757 - 1797)...... 669 comune di Novate (sec. XIV - 1757). esattore...... 626 comune di Oriano (1798 - 1809)...... 670 comune di Novate (sec. XIV - 1757). sindaco...... 626 comune di Oriano (1816 - 1859)...... 671 comune di Novate (1757 - 1797)...... 627 Orliano v. Oriano comune di Novate (1798 - 1809)...... 628 OSNAGO comune di Novate (1816 - 1859)...... 629 comune di Osnago (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 672 officiali del comune. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco. ...474 comune di Osnago (sec. XIII - 1757). console...... 672 canepari delle entrate ordinarie...... 474 comune di Osnago (sec. XIII - 1757). deputati...... 672 caneparo condemnationum...... 474 comune di Osnago (sec. XIII - 1757). esattori...... 672 caneparo della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio...... 474 comune di Osnago (1757 - 1797)...... 673 caneparo della chiesa di San Nicola...... 474 comune di Osnago (1798 - 1815)...... 674 caneparo della chiesa di Sant’Egidio e dell’Ospitale di San Giacomo...... 474 comune di Osnago (1816 - 1859)...... 675 consoli. campari...... 474 Osnagum v. Osnago consoli. notari...... 474 consoli. ragionatti...... 474 OSPEDALETTO estimatori...... 474 comune di Ospedaletto...... 676 procuratori...... 474 OSPITALE servitori del comune...... 474 comune di Ospitale...... 677 Oggionno v. Oggiono OSSINÀ OGGIONO comune di Ossinà...... 678 comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 632 OSSOLA comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). console...... 632 comune di Ossola...... 679 comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). esattore...... 632 Ovè v. Hoè comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. reggenti...... 632 Oxonaco v. Osnago pieve di Oggiono (sec. XIV - 1757)...... 640 PADERNO comune di Oggiono (1757 - 1797)...... 633 comune di Paderno (sec. XIII - 1757). cancelliere...... 680 pieve di Oggiono (1757 - 1797)...... 641 comune di Paderno (sec. XIII - 1757). console...... 680 comune di Oggiono (1798 - 1815)...... 634 comune di Paderno (sec. XIII - 1757). esattore...... 680 distretto dei Laghi...... 636 comune di Paderno (sec. XIII - 1757). sovrintendenti...... 680 distretto VI di Oggiono...... 637 comune di Paderno (1757 - 1797)...... 681 cantone V di Oggiono...... 630 comune di Paderno (1798 - 1809)...... 682 cantone IV di Oggiono...... 631 comune di Paderno (1816 - 1859)...... 683 comune di Oggiono (1816 - 1859)...... 635 Paderno d’Adda v. Paderno distretto XII di Oggiono...... 638 distretto XI di Oggiono...... 639 PAGNANO Ogion v. Oggiono squadra di Zeno con Vincenzo del Corno...... 685 Ohè v. Hoè comune di Pagnano...... 684 PAGNONA OLATE comune di Olate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 642 comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). console...... 686 comune di Olate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 642 comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). esattore...... 686 comune di Olate (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 642 comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). scrivano...... 686 comune di Olate (sec. XIV - 1757). esattore...... 642 comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 686 comune di Olate (1757 - 1797)...... 643 comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 686 comune di Olate (1798 - 1809)...... 644 comune di Pagnona (1757 - 1797)...... 687 comune di Olate (1816 - 1859)...... 645 comune di Pagnona (1798 - 1809)...... 688 comune di Pagnona (1816 - 1859)...... 689 OLCHIELLERA paratici. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 336 comune di Olchiellera...... 646 capitani...... 336 OLCIO castellani...... 336 comune di Olcio (sec. XIV - 1757). caneparo...... 647 valvassori...... 336 comune di Olcio (sec. XIV - 1757). console...... 647 comune di Olcio (sec. XIV - 1757). estimatori...... 647 PARENTELA DE’ CATTANI comune di Parentela de’ Cattani...... 690 comune di Olcio (1757 - 1797)...... 648 comune di San Gottardo...... 691 comune di Olcio (1798 - 1812)...... 649 comune di Olcio (1816 - 1859)...... 650 PARLASCO comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 692 OLGIASCA comune di Olgiasca (sec. XIII - 1757). console...... 651 comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). console...... 692 comune di Olgiasca (1786 - 1797)...... 652 comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). esattore...... 692 comune di Olgiasca (1798 - 1805)...... 653 comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 692 comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 692 OLGIATE comune di Parlasco (1757 - 1797)...... 693 comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 654 comune di Parlasco (1798 - 1809)...... 694 comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). console...... 654 comune di Parlasco (1816 - 1859)...... 695 comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. esattore...... 654 comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 654 PARZANO comune di Olgiate (1757 - 1797)...... 655 comune di Parzano. esattore...... 696 comune di Olgiate (1798 - 1809)...... 656 comune di Parzano. pubblica adunanza. console...... 696 comune di Olgiate (1816 - 1859)...... 657 PASSONE v. Olgiate comune di Passone...... 697 OLGINATE Pasturio v. Pasturo comune di Olginate (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 658 PASTURO comune di Olginate (sec. XIV - 1757). console...... 658 comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 698 comune di Olginate (sec. XIV - 1757). esattore...... 658 comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). console...... 698 comune di Olginate (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 658 comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). esattore...... 698 comune di Olginate (sec. XIV - 1757). sovrintendenti...... 658 comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 698 regio officio di Olginate. podestà. luogotenente del podestà...... 662 comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 698 comune di Olginate (1757 - 1797)...... 659 comune di Pasturo (1757 - 1797)...... 699 comune di Olginate (1798 - 1815)...... 660 comune di Pasturo (1798 - 1815)...... 700 comune di Olginate (1816 - 1859)...... 661 comune di Pasturo (1816 - 1859)...... 701 Olzinà v. Olginate Paternum v. Paderno ONNO Pelegum v. Perego comune di Onno (sec. XV - 1757). cancelliere...... 663 PEREGO comune di Onno (sec. XV - 1757). console...... 663 comune di Perego (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 702 comune di Onno (sec. XV - 1757). vicinanza. deputati...... 663 comune di Perego (sec. XIV - 1757). console...... 702 comune di Onno (sec. XV - 1757). vicinanza. esattore...... 663 comune di Perego (sec. XIV - 1757). delegato...... 702 comune di Onno (sec. XV - 1757). vicinanza. sindaco...... 663 comune di Perego (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. esattore...... 702 comune di Onno (1757 - 1797)...... 664 comune di Perego (1757 - 1797)...... 703

318 Primaluna

comune di Perego (1798 - 1809)...... 704 podestà (1647 - 1774). pretura feudale di Lecco. Lecco...... 487 comune di Perego (1816 - 1859)...... 705 podestà. regio officio di Olginate. Olginate...... 662 Peregum v. Perego luogotenente del podestà...... 662 Perlasco v. Parlasco podestaria della Valsassina. Introbio...... 449 Perle v. Perledo podestà (sec. XIV - 1647)...... 449 PERLEDO podestaria di Bellano. Bellano...... 87 comunità del Monte di Varenna. cancelliere...... 709 podestà (sec. XIV - sec. XVI)...... 87 comunità del Monte di Varenna. console...... 709 podestaria di Colico. Colico...... 272 comunità del Monte di Varenna. esattore...... 709 podestà (sec. XV - sec. XVI)...... 272 comunità del Monte di Varenna. vicinanza. deputati...... 709 podestaria di Corenno. Corenno...... 296 comunità del Monte di Varenna. vicinanza. sindaci...... 709 podestà...... 296 pieve di Perledo...... 710 podestaria di Lecco. Lecco...... 486 comune di Perledo (1757 - 1797)...... 706 barverii (sec. XIV - sec. XVI)...... 486 comune di Perledo (1798 - 1815)...... 707 collaterali del podestà...... 486 comune di Perledo (1816 - 1859)...... 708 custode delle carceri...... 486 Perleydo v. Perledo giudici di pace...... 486 Perzano v. Parzano notaio forense...... 486 pesatori del pane. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 343 podestà (sec. XIV - sec. XVI)...... 486 PESCALINA vicario...... 486 comune di Pescalina...... 711 podestaria di Mandello. Mandello...... 535 PESCARENICO podestà (sec. XIV - sec. XVI)...... 535 comune di Pescarenico. consiglio particolare. console...... 712 POMERIO comune di Pescarenico. consiglio particolare. deputati...... 712 comune di Pomerio. consiglio particolare. console...... 725 comune di Pescarenico. consiglio particolare. sindaco...... 712 comune di Pomerio. consiglio particolare. deputati...... 725 comune di Pescarenico. esattore...... 712 comune di Pomerio. consiglio particolare. sindaco...... 725 PESCATE comune di Pomerio. esattore...... 725 comune di Pescate (sec. XIV - 1757). console...... 713 PORCAREZZA comune di Pescate (sec. XIV - 1757). esattore...... 713 comune di Porcarezza...... 726 comune di Pescate (sec. XIV - 1757). sindaco...... 713 Porcharigia v. Porcarezza comune di Pescate (1757 - 1797)...... 714 PORCHERA comune di Pescate (1798 - 1809)...... 715 comune di Porchera. console...... 727 comune di Pescate (1816 - 1859)...... 716 comune di Porchera. esattore...... 727 Peschallo v. Pescate comune di Porchera. sindaco...... 727 PESLAGO porzione del distretto X di Missaglia. Missaglia...... 565 comune di Peslago...... 717 Poschallo v. Pescate PESSINA PREBONE comune di Pessina (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 718 comune di Prebone...... 728 comune di Pessina (sec. XIV - 1757). console...... 718 PREMANA comune di Pessina (sec. XIV - 1757). esattore...... 718 comune di Premana (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 729 comune di Pessina (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 718 comune di Premana (sec. XIV - 1757). console...... 729 comune di Pessina (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 718 comune di Premana (sec. XIV - 1757). esattore...... 729 comune di Pessina (1757 - 1797)...... 719 comune di Premana (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 729 comune di Pessina (1798 - 1809)...... 720 comune di Premana (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 729 comune di Pessina (1816 - 1859)...... 721 comune di Premana (1757 - 1797)...... 730 Petana v. Pettana comune di Premana (1798 - 1815)...... 731 PETTANA comune di Premana (1816 - 1859)...... 732 comune di Pettana. cancelliere...... 722 PRESTABBIO comune di Pettana. console...... 722 comune di Prestabbio. cancelliere...... 733 comune di Pettana. esattore...... 722 comune di Prestabbio. console...... 733 PIÈ CASTELLO comune di Prestabbio. esattore...... 733 comune di Piè Castello...... 723 Prestabio v. Prestabbio Piecastello v. Piè Castello pretura feudale della Valsassina. Introbio...... 450 pieve di Bellano (sec. XIV - 1757). Bellano...... 85 baricello...... 451 pieve di Bellano (1757 - 1797). Bellano...... 86 cancelliere dell’officio pretorio...... 452 pieve di Brivio (sec. XIV - 1757). Brivio...... 140 fanti...... 450 pieve di Brivio (1757 - 1797). Brivio...... 141 podestà (1647 - 1774)...... 450 pieve di Dervio (sec. XIV - 1757). Dervio...... 351 pretura feudale di Bellano. Bellano...... 88 pieve di Dervio (1757 - 1797). Dervio...... 352 attuario...... 88 pieve di Garlate (sec. XIV - 1757). Garlate...... 407 fante...... 88 pieve di Garlate (1757 - 1797). Garlate...... 408 podestà (sec. XVI - 1774)...... 88 pieve di Lecco (sec. XIV - 1757). Lecco...... 485 pretura feudale di Bosisio. Bosisio...... 120 pieve di Lecco (1757 - 1797). riviera di Lecco (1757 - 1797). Lecco...... 490 luogotenente del podestà...... 120 pieve di Mandello (sec. XIV - 1757). Mandello...... 533 podestà...... 120 pieve di Mandello (1757 - 1797). Mandello...... 534 pretura feudale di Colico. Colico...... 273 pieve di Missaglia (sec. XIV - 1757). Missaglia...... 563 podestà (sec. XVI - 1774)...... 273 pieve di Missaglia (1757 - 1797). Missaglia...... 564 pretura feudale di Lecco. Lecco...... 487 pieve di Oggiono (sec. XIV - 1757). Oggiono...... 640 attuario...... 487 pieve di Oggiono (1757 - 1797). Oggiono...... 641 bargello. fanti...... 487 pieve di Perledo. Perledo...... 710 podestà (1647 - 1774)...... 487 pieve di Varenna (sec. XIV - 1757). Varenna...... 872 pretura feudale di Mandello. Mandello...... 536 pieve di Varenna (1757 - 1797). Varenna...... 873 attuario civile...... 536 attuario criminale...... 536 PIONA fante...... 536 comune di Piona...... 724 podestà (sec. XVI - 1774)...... 536 Pissina v. Pessina pretura feudale di Missaglia. Missaglia...... 566 podestà. Dervio...... 353 attuario...... 566 servitore del podestà...... 354 bargello...... 566 podestà (sec. XIV - 1647). podestaria della Valsassina. Introbio...... 449 podestà...... 566 podestà (sec. XIV - sec. XVI). Prima Luna v. Primaluna podestaria di Bellano. Bellano...... 87 podestà (sec. XIV - sec. XVI). podestaria di Lecco. Lecco...... 486 PRIMALUNA comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 734 podestà (sec. XIV - sec. XVI). comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). console...... 734 podestaria di Mandello. Mandello...... 535 comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). esattore...... 734 podestà. giurisdizione di Limonta. Limonta...... 501 comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 734 luogotenenti civili...... 501 comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 734 luogotenenti criminali...... 501 comune di Primaluna (1757 - 1797)...... 735 podestà (sec. XV - sec. XVI). podestaria di Colico. Colico...... 272 comune di Primaluna (1798 - 1815)...... 736 podestà. podestaria di Corenno. Corenno...... 296 comune di Primaluna (1816 - 1859)...... 737 podestà (sec. XVI - 1774). pretura feudale di Bellano. Bellano...... 88 primestimo. ufficiali della comunità. consiglio della comunità. podestà. pretura feudale di Bosisio. Bosisio...... 120 comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). podestà (sec. XVI - 1774). pretura feudale di Colico. Colico...... 273 Viganò...... 907 podestà (sec. XVI - 1774). pretura feudale di Mandello. Mandello...... 536 primestimo. pubblica adunanza. comune di Merdagò. Merdagò...... 552 podestà. pretura feudale di Missaglia. Missaglia...... 566 primi estimi. consiglio della comunità. podestà (1647 - 1774). pretura feudale della Valsassina. Introbio...... 450 comune di Cassago (sec. XIV - 1757). Cassago...... 199

319 Rancio primo estimato. ufficiali della comunità. consiglio generale. pubblica adunanza. comune di Parzano. Parzano...... 696 comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). Sirtori...... 802 console...... 696 procuratore. comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 pubblica adunanza. comune di Perego (sec. XIV - 1757). Perego...... 702 procuratori. consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 72 esattore...... 702 procuratori. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 344 pubblica adunanza. comune di Suello (sec. XIV - 1757). Suello...... 821 procuratori. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 cancelliere...... 821 procuratori. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. deputati...... 821 Introbio...... 443 pubblica adunanza. comune di Tabiago. Tabiago...... 825 procuratori. officiali del comune. consiglio generale. pubblica adunanza. comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). Tegnone...... 833 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 deputati...... 833 procuratori delle elemosine. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 75 pubblica adunanza. comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. comune di Bulciago (sec. XIII - 1757). Bulciago...... 149 Valgreghentino...... 857 pubblica adunanza. comune di Sala (sec. XIII - 1757). console...... 857 Sala (pieve di Garlate)...... 773 deputati...... 857 deputato...... 773 sindaco...... 857 sindaco...... 773 pubblica adunanza. comune di Vergano (sec. XIV - 1757). Vergano...... 897 pubblica adunanza. comune di Annone (sec. XIV - 1757). Annone...... 20 cancelliere...... 897 cancelliere...... 20 console...... 897 deputati...... 20 deputato...... 897 pubblica adunanza. comune di Barzago (sec. XIV - 1757). Barzago...... 53 esattore...... 897 reggenti...... 53 pubblica adunanza. comune di Bosco. Bosco...... 115 sindaco...... 53 sindaco...... 115 pubblica adunanza. comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 pubblica adunanza. comune di Campsirago. Campsirago...... 170 pubblica adunanza. comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). Bernaga...... 94 reggenti...... 170 sindaco...... 94 pubblica adunanza. comune di Cereda (sec. XV - 1757). Cereda...... 243 pubblica adunanza. comune di Bestetto. Bestetto...... 98 sindaco...... 243 reggenti...... 98 pubblica adunanza. comune di Crescenzaga. Crescenzaga...... 327 sindaco...... 98 sindaco...... 327 pubblica adunanza. comune di Bevera. Bevera...... 99 pubblica adunanza. comune di Malgrate (sec. XV - 1757). Malgrate...... 523 sindaco...... 99 cancelliere...... 523 pubblica adunanza. comune di Biglio (sec. XIV - 1757). Biglio...... 102 console...... 523 pubblica adunanza. comune di Brenno (sec. XIV - 1757). Brenno...... 123 deputati...... 523 cancelliere...... 123 sindaco...... 523 console...... 123 pubblica adunanza. comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). Rovagnate...... 764 pubblica adunanza. comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). Brianzola...... 128 sindaco...... 764 sindaco...... 128 pubblica adunanza. comune di Villa Vergano. Villa Vergano...... 912 pubblica adunanza. comune di Cagliano (sec. XIV - 1757). Cagliano...... 156 cancelliere...... 912 cancelliere...... 156 console...... 912 esattore...... 156 deputato...... 912 pubblica adunanza. comune di Camisasca. Camisasca...... 168 esattore...... 912 pubblica adunanza. comune di Cassago (sec. XIV - 1757). Cassago...... 199 pubblica adunanza. comune di Calvenzana. Calvenzana...... 167 pubblica adunanza. comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. comune di Corte Nova. Corte Nova...... 307 Cassina de’ Bracchi...... 210 cancelliere...... 307 console...... 210 pubblica adunanza. comune di Lomaniga (sec. XVI - 1757). Lomaniga...... 511 sindaco...... 210 cancelliere...... 511 pubblica adunanza. comune di Centemero (sec. XIV - 1757). Centemero...... 239 console...... 511 cancelliere...... 239 deputati...... 511 console...... 239 pubblica adunanza. comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). Dolzago...... 358 pubblica adunanza. comune di Cesana (sec. XIV - 1757). Cesana...... 252 sindaco...... 358 cancelliere...... 252 ragionatti. consoli. officiali del comune. consiglio generale. deputati...... 252 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 pubblica adunanza. comune di Civate (sec. XIV - 1757). Civate...... 261 ragionatto. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. cancelliere...... 261 Introbio...... 444 deputati...... 261 ragionatto. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 sindaco...... 261 RANCIO pubblica adunanza. comune di Cogoredo. Cogoredo...... 265 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. console...... 738 sindaco...... 265 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. deputati...... 738 pubblica adunanza. comune di Cologna (sec. XIV - 1757). Cologna...... 274 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. sindaco...... 738 sindaco...... 274 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). esattore...... 738 pubblica adunanza. comune di Dozio (sec. XIV - 1757). Dozio...... 366 comune di Rancio (1757 - 1797)...... 739 reggenti...... 366 comune di Rancio (1798 - 1809)...... 740 pubblica adunanza. comune di Figina. Figina...... 389 comune di Rancio (1816 - 1859)...... 741 pubblica adunanza. comune di Garlate (sec. XIV - 1757). Garlate...... 403 Ranzio v. Rancio cancelliere...... 403 reggenti. comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 deputati...... 403 reggenti. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 pubblica adunanza. comune di Giovenzana. Giovenzana...... 417 reggenti. convocato del popolo. comune di Ello (sec. XIV - 1757). reggenti...... 417 Ello...... 370 pubblica adunanza. comune di Hoè. Hoè...... 420 reggenti. pubblica adunanza. comune di Barzago (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. comune di Imberido (sec. XIV - 1757). Imberido...... 421 Barzago...... 53 sindaco...... 421 reggenti. pubblica adunanza. comune di Bestetto. Bestetto...... 98 pubblica adunanza. comune di Luzzana. Luzzana...... 519 reggenti. pubblica adunanza. comune di Dozio (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 519 Dozio...... 366 console...... 519 reggenti. pubblica adunanza. comune di Giovenzana. Giovenzana...... 417 deputato...... 519 reggenti. pubblica adunanza. comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 pubblica adunanza. comune di Maresso (sec. XIV - 1757). Maresso...... 538 reggenti. pubblica adunanza. comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 538 Oggiono...... 632 console...... 538 reggenti. pubblica adunanza. comune di Campsirago. Campsirago...... 170 pubblica adunanza. comune di Merdagò. Merdagò...... 552 regio officio di Olginate. Olginate...... 662 cancelliere...... 552 podestà. luogotenente del podestà...... 662 console...... 552 regolatore del comune. comune di Figina. Figina...... 389 primestimo...... 552 RENGIONE pubblica adunanza. comune di Molteno (sec. XIV - 1757). Molteno...... 578 comune di Rengione...... 742 cancelliere...... 578 console...... 578 RESEMPIANO deputati...... 578 comune di Resempiano...... 743 pubblica adunanza. comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 Rezeno v. Rengione reggenti...... 615 RIMOLDO sindaco...... 615 comune di Rimoldo...... 744 pubblica adunanza. comune di Oggiono (sec. XIV - 1757). Oggiono...... 632 riviera di Lecco (sec. XVI - 1757). Lecco...... 488 reggenti...... 632 riviera di Lecco (1757 - 1797). Lecco...... 489 pubblica adunanza. comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). Olgiate...... 654 pieve di Lecco (1757 - 1797)...... 490 esattore...... 654 ROBBIATE sindaco...... 654 comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 745 pubblica adunanza. comune di Olginate (sec. XIV - 1757). Olginate...... 658 comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). console...... 745 deputati...... 658 comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). esattore...... 745

320 Sibrone

comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). sovrintendenti...... 745 distretto IX di Santa Maria Hoè...... 790 comune di Robbiate (1757 - 1797)...... 746 cantone VI di Santa Maria Hoè...... 786 comune di Robbiate (1798 - 1815)...... 747 comune di Santa Maria Hoè (1816 - 1859)...... 789 comune di Robbiate (1816 - 1859)...... 748 SARIZZA Robiate v. Robbiate comune di Sarizza...... 791 ROGENO SARTIRANA comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 749 comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). console...... 792 comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). console...... 749 comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). esattore...... 792 comune di Rogeno (sec. XIV - 1757). convocato...... 749 comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). sindaco...... 792 comune di Rogeno (1757 - 1797)...... 750 comune di Sartirana (1757 - 1797)...... 793 comune di Rogeno (1798 - 1815)...... 751 comune di Sartirana (1798 - 1809)...... 794 comune di Rogeno (1816 - 1859)...... 752 comune di Sartirana (1816 - 1859)...... 795 Roggeno v. Rogeno Sbrofelotto v. Grofoleggio Rogorea v. Rogoredo Scesana v. Cesana Rogoreda v. Rogoredo SCRIGNOLA ROGOREDO comune di Scrignola...... 796 comune di Rogoredo...... 753 scrivano. comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 Rogoree v. Rogoredo scrivano. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 RONCAGLIA Serigola v. Scrignola comune di Roncaglia (sec. XV - 1797). consiglio generale. console...... 754 Serizza v. Sarizza comune di Roncaglia (sec. XV - 1797). consiglio generale. sindaci...... 754 servitore. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 76 comune di Roncaglia (1802 - 1809)...... 755 servitore del comune. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). comune di Roncaglia (1816 - 1818)...... 756 Dervio...... 345 Roncio v. Rongio servitore del podestà. podestà. Dervio...... 354 RONGIO servitori. comunità generale di Mandello. Mandello...... 532 comune di Rongio (sec. XIV - 1757). caneparo...... 757 servitori del comune. officiali del comune. consiglio generale. comune di Rongio (sec. XIV - 1757). console...... 757 comunità generale di Lecco. Lecco...... 474 comune di Rongio (sec. XIV - 1757). estimatori...... 757 Sezana v. Cesana comune di Rongio (1757 - 1797)...... 758 Siborono v. Sibrone comune di Rongio (1798 - 1809)...... 759 SIBRONE comune di Rongio (1816 - 1859)...... 760 comune di Sibrone. cancelliere...... 797 ROSSINO comune di Sibrone. console...... 797 comune di Rossino (sec. XIV - 1797). consiglio generale. console...... 761 comune di Sibrone. esattore...... 797 comune di Rossino (sec. XIV - 1797). consiglio generale. sindaci...... 761 Sibrono v. Sibrone comune di Rossino (1798 - 1809)...... 762 sindacato. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 comune di Rossino (1816 - 1859)...... 763 sindaci...... 67 Rovagnà v. Rovagnate sindaci. consiglio generale dei vicini. ROVAGNATE comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 333 comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). cancelliere...... 764 sindaci. consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). console...... 764 sindaci. consiglio ordinario. comune di Lierna (sec. XIII - 1757). comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). esattore...... 764 Lierna...... 492 comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 764 sindaci. consiglio ordinario. comunità generale di Mandello. comune di Rovagnate (1757 - 1797)...... 765 Mandello...... 532 comune di Rovagnate (1798 - 1809)...... 766 sindaci (sec. XIV - 1757). consiglio particolare. università dei forestieri. comune di Rovagnate (1816 - 1859)...... 767 comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 Rozeno v. Rogeno sindaci (sec. XIV - 1757). convocato generale. vicinanza di Colico. comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 268 SABBIONCELLO comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). console...... 768 sindaci. vicinanza. comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). delegato...... 768 sindaci. vicinanza. comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). esattore...... 768 sindaci. vicinanza. comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). sindaco...... 768 sindaci. vicinanza. comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 comune di Sabbioncello (1757 - 1797)...... 769 sindaci. vicinanza. comune di Cassina (sec. XIV - 1757). Cassina...... 203 comune di Sabbioncello (1798 - 1809)...... 770 sindaci. vicinanza. comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). comune di Sabbioncello (1816 - 1859)...... 771 Concenedo...... 279 SABBIONE sindaci. vicinanza. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). comune di Sabbione...... 772 Cortabbio...... 300 Sabioncello v. Sabbioncello sindaci. vicinanza. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). Cortenova...... 308 Sabionzello v. Sabbioncello sindaci. vicinanza. comune di Crandola (sec. XIV - 1757). Crandola...... 314 SALA (PIEVE DI GARLATE) sindaci. vicinanza. comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). Cremeno...... 323 comune di Sala (sec. XIII - 1757). console...... 773 sindaci. vicinanza. comune di Gerro (sec. XIV - 1757). Gerro...... 414 comune di Sala (sec. XIII - 1757). esattore...... 773 sindaci. vicinanza. comune di Indovero. Indovero...... 429 comune di Sala (sec. XIII - 1757). pubblica adunanza. deputato...... 773 comune di Sala (sec. XIII - 1757). pubblica adunanza. sindaco...... 773 sindaci. vicinanza. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 comune di Sala (1757 - 1797)...... 774 sindaci. vicinanza. comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 comune di Sala (1798 - 1809)...... 775 sindaci. vicinanza. comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 comune di Sala (1816 - 1859)...... 776 sindaci. vicinanza. comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 SALA (VAL SAN MARTINO) sindaci. vicinanza. comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 comune di Sala (sec. XIV - 1797). console...... 777 sindaci. vicinanza. comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 comune di Sala (sec. XIV - 1797). sindaci...... 777 sindaci. vicinanza. comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 comune di Sala (1802 - 1809)...... 778 sindaci. vicinanza. comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 Salla v. Sala (pieve di Garlate) sindaci. vicinanza. comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 SAN GIOVANNI ALLA CASTAGNA sindaci. vicinanza. comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). Primaluna...... 734 consiglio particolare. console...... 779 sindaci. vicinanza. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). sindaci. vicinanza. comune di Valcasargo. Casargo...... 181 consiglio particolare. deputati...... 779 sindaci. vicinanza. comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). sindaci. vicinanza. comune di Vegno. Vegno...... 879 consiglio particolare. sindaco...... 779 sindaci. vicinanza. comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). esattore...... 779 sindaci. vicinanza. comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 comune di San Giovanni alla Castagna (1757 - 1797)...... 780 sindaci. vicinanza. squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 comune di San Giovanni alla Castagna (1798 - 1809)...... 781 sindaci. consiglio generale. comune di Ca Zanelli. Zanelli...... 918 comune di San Giovanni alla Castagna (1816 - 1859)...... 782 sindaci. consiglio generale. comune di Limonta (sec. XV - 1797). SANICO Limonta...... 497 comune di Sanico. console...... 783 sindaci. comune di Calolzio (sec. XIV - 1797). Calolzio...... 164 comune di Sanico. esattore...... 783 sindaci. comune di Carenno (sec. XIV - 1797). Carenno...... 176 comune di Sanico. vicinanza. sindaci...... 783 sindaci. comune di Cornello (sec. XIV - 1797). Cornello...... 297 SANTA CROCE sindaci (sec. XVI - 1757). comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). Esino. 379 comune di Santa Croce...... 784 sindaci (sec. XVI - 1757). comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). Esino. .... SANTA MARIA 378 comune di Santa Maria...... 785 sindaci. comune di Favirano (sec. XV - 1797). Favirano...... 387 SANTA MARIA HOÈ sindaci. comune di Lorentino (sec. XIV - 1797). Lorentino...... 516 comune di Santa Maria Hoè (1757 - 1797)...... 787 sindaci. comune di Monte Marenzo (sec. XIV - 1797). Monte Marenzo...... 587 comune di Santa Maria Hoè (1798 - 1815)...... 788 sindaci. comune di Sala (sec. XIV - 1797). Sala (Val San Martino)...... 777

321 Sirone sindaci. comune di Torre de’ Busi (sec. XV - 1797). sindaco. pubblica adunanza. comune di Brianzola (sec. XIV - 1757). Torre de’ Busi...... 839 Brianzola...... 128 sindaci. comune di Vercurago (sec. XIV - 1797). Vercurago...... 885 sindaco. pubblica adunanza. sindaci. consiglio generale. comune di Corte (sec. XIV - 1797). comune di Cassina de’ Bracchi (sec. XIV - 1757). Corte...... 304 Cassina de’ Bracchi...... 210 sindaci. consiglio generale. comune di Erve (sec. XV - 1797). Erve...... 374 sindaco. pubblica adunanza. comune di Civate (sec. XIV - 1757). sindaci. consiglio generale. comune di Roncaglia (sec. XV - 1797). Civate...... 261 Roncaglia...... 754 sindaco. pubblica adunanza. comune di Cogoredo. Cogoredo...... 265 sindaci. consiglio generale. comune di Rossino (sec. XIV - 1797). sindaco. pubblica adunanza. comune di Cologna (sec. XIV - 1757). Rossino...... 761 Cologna...... 274 sindaci. sindacato. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 sindaco. pubblica adunanza. comune di Imberido (sec. XIV - 1757). sindaci. comune di Comasira. Comasira...... 278 Imberido...... 421 sindaci. vicinanza. comune di Bruga. Bruga...... 145 sindaco. pubblica adunanza. comune di Nava (sec. XIV - 1757). Nava...... 615 sindaci. vicinanza. comune di Inesio. Inesio...... 430 sindaco. pubblica adunanza. comune di Olgiate (sec. XIV - 1757). Olgiate...... 654 sindaci. vicinanza. comune di Mornico. Mornico...... 602 sindaco. pubblica adunanza. sindaci. vicinanza. comune di Mosnico. Mosnico...... 607 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). sindaci. vicinanza. comune di Noceno. Noceno...... 625 Valgreghentino...... 857 sindaci. vicinanza. comune di Sanico. Sanico...... 783 sindaco. consiglio generale dei vicini. sindaci generali. consiglio generale. comunità generale della Valsassina. comune di Corenno (sec. XV - 1757). Corenno...... 292 Introbio...... 445 sindaco. consiglio generale dei vicini. canepari generali...... 446 comune di Dorio (sec. XV - 1757). Dorio...... 362 sindaco. comune di Sabbioncello (sec. XIII - 1757). Sabbioncello...... 768 sindaco. pubblica adunanza. comune di Bosco. Bosco...... 115 sindaco. ufficiali plebei. sindaco. pubblica adunanza. comune di Cereda (sec. XV - 1757). comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). Cereda...... 243 Cernusco Lombardone...... 247 sindaco. pubblica adunanza. comune di Crescenzaga. Crescenzaga...... 327 sindaco. comune di Airuno (sec. XIV - 1757). Airuno...... 9 sindaco. pubblica adunanza. comune di Malgrate (sec. XV - 1757). sindaco. comune di Calco (sec. XIV - 1757). Calco...... 160 Malgrate...... 523 sindaco. comune di Cassina Pianezzo. Cassina Pianezzo...... 221 sindaco. pubblica adunanza. comune di Rovagnate (sec. XV - 1757). sindaco. comune di Hoè. Hoè...... 420 Rovagnate...... 764 sindaco. comune di Imbersago (sec. XIV - 1757). Imbersago...... 425 sindaco. vicinanza. comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 sindaco. comune di Lomagna (sec. XIV - 1757). Lomagna...... 507 sindaco. comune di Bagaggera (sec. XVI - 1757). Bagaggera...... 27 sindaco. comune di Merate (sec. XIII - 1757). Merate...... 548 sindaco (sec. XVI - 1757). comune di Ballabio inferiore (sec. XVI - 1757). sindaco. comune di Mondonico (sec. XIV - 1757). Mondonico...... 582 Ballabio...... 36 sindaco. comune di Montevecchia (sec. XIV - 1757). Montevecchia...... 593 sindaco (sec. XVI - 1757). comune di Ballabio superiore (sec. XVI - 1757). Ballabio...... 37 sindaco. comune di Novate (sec. XIV - 1757). Novate...... 626 sindaco. comune di Ca Martinone (sec. XV - 1797). Ca Martinone...... 154 sindaco. comune di Pescate (sec. XIV - 1757). Pescate...... 713 sindaco. comune di Cassina Fra Martino. Cassina Fra Martino...... 217 sindaco. comune di Sartirana (sec. XIV - 1757). Sartirana...... 792 sindaco. comune di Porchera. Porchera...... 727 sindaco. comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). Valmadrera...... 862 sindaco. consiglio particolare. comune di Brongio. Brongio...... 144 sindaco. consiglio generale dei vicini. comune di Aveno. Aveno...... 26 sindaco. pubblica adunanza. comune di Dolzago (sec. XVII - 1757). sindaco. consiglio generale dei vicini. Dolzago...... 358 comune di Introzzo (sec. XIV - 1757). Introzzo...... 454 sindico. comune di Barzanò (sec. XIV - 1757). Barzanò...... 57 sindaco. consiglio generale dei vicini. comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). Sueglio...... 817 SIRONE sindaco. consiglio generale dei vicini. comune di Sirone (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 798 comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). Tremenico...... 848 comune di Sirone (sec. XIV - 1757). console...... 798 sindaco. consiglio generale dei vicini. comune di Sirone (sec. XIV - 1757). deputati...... 798 comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). Vestreno...... 902 comune di Sirone (sec. XIV - 1757). esattore...... 798 sindaco. consiglio particolare. comune di Sirone (1757 - 1797)...... 799 comune di Acquate (sec. XIV - 1757). Acquate...... 5 comune di Sirone (1798 - 1809)...... 800 sindaco. consiglio particolare. comune di Barco. Barco...... 44 comune di Sirone (1816 - 1859)...... 801 sindaco. consiglio particolare. SIRTORI comune di Belledo (sec. XIV - 1757). Belledo...... 89 comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). consiglio generale. sindaco. consiglio particolare. ufficiali della comunità. primo estimato...... 802 comune di Bosisio (sec. XIV - 1757). Bosisio...... 116 comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). consiglio generale. ufficiali della comunità. console...... 802 sindaco. consiglio particolare. comune di Castello (sec. XIV - 1757). Castello...... 232 comune di Sirtori (sec. XIV - 1757). consiglio generale. ufficiali della comunità. cancelliere...... 802 sindaco. consiglio particolare. comune di Sirtori (1757 - 1797)...... 803 comune di Chiuso (sec. XIV - 1757). Chiuso...... 256 comune di Sirtori (1798 - 1815)...... 804 sindaco. consiglio particolare. comune di Sirtori (1816 - 1859)...... 805 comune di Galbiate (sec. XIV - 1757). Galbiate...... 393 Sirturi v. Sirtori sindaco. consiglio particolare. comune di Garbagnate Rotta. Garbagnate Rotta...... 402 soldati del comune. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio. .. 346 sindaco. consiglio particolare. SOMANA comune di Germanedo (sec. XIV - 1757). Germanedo...... 410 comune di Somana (sec. XIV - 1757). caneparo...... 806 sindaco. consiglio particolare. comune di Somana (sec. XIV - 1757). console...... 806 comune di Laorca (sec. XIV - 1757). Laorca...... 461 comune di Somana (sec. XIV - 1757). estimatori...... 806 sindaco. consiglio particolare. comune di Lecco (sec. XIV - 1757). comune di Somana (1757 - 1797)...... 807 Lecco...... 466 comune di Somana (1798 - 1809)...... 808 sindaco. consiglio particolare. comune di Maggianico. Maggianico...... 521 comune di Somana (1816 - 1859)...... 809 sindaco. consiglio particolare. comune di Malvero. Malvero...... 528 Somarino v. Sommarino sindaco. consiglio particolare. SOMASCA comune di Morterone (sec. XIV - 1757). Morterone...... 603 comune di Somasca (sec. XVII - 1797)...... 810 sindaco. consiglio particolare. comune di Olate (sec. XIV - 1757). comune di Somasca (1798)...... 811 Olate...... 642 Sommana v. Somana sindaco. consiglio particolare. comune di Pescarenico. Pescarenico...... 712 SOMMARINO sindaco. consiglio particolare. comune di Pomerio. Pomerio...... 725 comune di Sommarino. cancelliere...... 812 sindaco. consiglio particolare. comune di Sommarino. congregazione del comune...... 812 comune di Rancio (sec. XIV - 1757). Rancio...... 738 comune di Sommarino. console...... 812 sindaco. consiglio particolare. comune di Sommarino. esattori...... 812 comune di San Giovanni alla Castagna (sec. XIV - 1757). Sopra Cornola v. Sopracornola San Giovanni alla Castagna...... 779 SOPRACORNOLA sindaco. consiglio particolare. vicinanza. comune di Sopracornola (sec. XVIII - 1797)...... 813 comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 comune di Sopracornola (1802 - 1805)...... 814 deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 sindaco. convocato del popolo. comune di Ello (sec. XIV - 1757). SORINO Ello...... 370 comune di Sorino...... 815 sindaco. pubblica adunanza. comune di Sala (sec. XIII - 1757). sovrintendenti. comune di Olginate (sec. XIV - 1757). Olginate...... 658 Sala (pieve di Garlate)...... 773 sovrintendenti. comune di Paderno (sec. XIII - 1757). Paderno...... 680 sindaco. pubblica adunanza. comune di Barzago (sec. XIV - 1757). sovrintendenti. comune di Robbiate (sec. XIV - 1757). Robbiate...... 745 Barzago...... 53 SPIAZZO sindaco. pubblica adunanza. comune di Bernaga (sec. XIV - 1757). comune di Spiazzo...... 816 Bernaga...... 94 squadra de’ Mauri (sec. XV - 1757). Bosisio...... 121 sindaco. pubblica adunanza. comune di Bestetto. Bestetto...... 98 squadra de’ Mauri (1757 - 1797). Bosisio...... 122 sindaco. pubblica adunanza. comune di Bevera. Bevera...... 99 squadra de’ Maveri v. squadra de’ Mauri

322 Vassena squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). esattore...... 848 cancelliere...... 884 comune di Tremenico (1757 - 1797)...... 849 console...... 884 comune di Tremenico (1798 - 1809)...... 850 esattore...... 884 comune di Tremenico (1816 - 1859)...... 851 vicinanza. deputati...... 884 TREMONTE vicinanza. sindaci...... 884 comune di Tremonte...... 852 squadra di Nibionno (sec. XV - 1757). Nibionno...... 623 ufficiali della comunità. consiglio della comunità. squadra di Nibionno (1757 - 1797). Nibionno...... 624 comune di Cremella (sec. XIII - 1757). Cremella...... 318 squadra di Zeno con Vincenzo del Corno. Pagnano...... 685 cancelliere...... 318 stimatori. consiglio. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 73 console...... 318 Stretta v. La Stretta deputati...... 318 SUEGLIO ufficiali della comunità. consiglio della comunità. comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). consiglio generale dei vicini. comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). sindaco...... 817 Viganò...... 907 comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). console...... 817 cancelliere...... 907 comune di Sueglio (sec. XIV - 1757). esattore...... 817 primestimo...... 907 comune di Sueglio (1757 - 1797)...... 818 ufficiali della comunità. consiglio generale. comune di Sirtori comune di Sueglio (1798 - 1815)...... 819 (sec. XIV - 1757). Sirtori...... 802 comune di Sueglio (1816 - 1859)...... 820 cancelliere...... 802 Suellio v. Suello console...... 802 SUELLO primo estimato...... 802 comune di Suello (sec. XIV - 1757). console...... 821 ufficiali nobili. comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). comune di Suello (sec. XIV - 1757). esattore...... 821 Cernusco Lombardone...... 247 comune di Suello (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 821 deputati della comunità...... 247 comune di Suello (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 821 ufficiali plebei. comune di Cernusco Lombardone (sec. XIII - 1757). comune di Suello (1757 - 1797)...... 822 Cernusco Lombardone...... 247 comune di Suello (1798 - 1809)...... 823 console. esattore...... 247 comune di Suello (1816 - 1859)...... 824 sindaco...... 247 TABIAGO Ugion v. Oggiono comune di Tabiago. cancelliere...... 825 università dei forestieri. comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 267 comune di Tabiago. console...... 825 bidello...... 267 comune di Tabiago. pubblica adunanza...... 825 cancelliere...... 267 TACENO consiglio particolare. assistente regio...... 267 comune di Taceno (sec. XIV - 1757). console...... 827 consiglio particolare. consiglieri...... 267 comune di Taceno (sec. XIV - 1757). esattore...... 827 consiglio particolare. sindaci (sec. XIV - 1757)...... 267 comune di Taceno (sec. XIV - 1757). scrivano...... 827 uomini pro faciendo concordiam. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 827 consiglio generale. comunità generale di Lecco. Lecco...... 471 comune di Taceno (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 827 VACCAREZZA comune di Taceno (1757 - 1797)...... 828 comune di Vaccarezza...... 853 comune di Taceno (1798 - 1815)...... 829 VAL BERETTA distretto II di Taceno...... 831 comune di Val Beretta...... 854 cantone II di Taceno...... 826 Monte della Val Beretta...... 855 comune di Taceno (1816 - 1859)...... 830 Val d’Erve v. Erve distretto X di Taceno...... 832 Val Madrera v. Valmadrera Taeggia v. Cassina Taveggia Tasseno v. Taceno VALAPERTA comune di Valaperta...... 856 TEGNONE Valbissera v. Galbusera comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 833 Valderve v. Erve comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). console...... 833 comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). esattore...... 833 VALGREGHENTINO comune di Tegnone (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati...... 833 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). esattore...... 857 comune di Tegnone (1757 - 1797)...... 834 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. console. .... 857 comune di Tegnone (1798 - 1809)...... 835 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputati. ... 857 comune di Tegnone (1816 - 1859)...... 836 comune di Valgreghentino (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. sindaco. .... 857 comune di Valgreghentino (1757 - 1797)...... 858 Tegnono v. Tegnone comune di Valgreghentino (1798 - 1815)...... 859 TEGNOSO comune di Valgreghentino (1816 - 1859)...... 860 comune di Tegnoso...... 837 Valle aperta v. Valaperta Tignoso v. Tegnoso Valle Bissera v. Galbusera TONZANICO Valle Greghentino v. Valgreghentino comune di Tonzanico. caneparo...... 838 Vallerve v. Erve comune di Tonzanico. console...... 838 comune di Tonzanico. estimatori...... 838 VALLICELLI comune di Vallicelli...... 861 Tonzanigo v. Tonzanico Torravilla v. Torre Villa VALMADRERA comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 862 TORRE DE’ BUSI comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). console...... 862 comune di Torre de’ Busi (sec. XV - 1797). console...... 839 comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). esattore...... 862 comune di Torre de’ Busi (sec. XV - 1797). sindaci...... 839 comune di Valmadrera (sec. XIV - 1757). sindaco...... 862 comune di Torre de’ Busi (1802 - 1815)...... 840 comune di Valmadrera (1757 - 1797)...... 863 comune di Torre de’ Busi (1816 - 1859)...... 841 comune di Valmadrera (1798 - 1815)...... 864 TORRE VILLA comune di Valmadrera (1816 - 1859)...... 865 comune di Torre Villa. cancelliere...... 842 Valmagrera v. Valmadrera comune di Torre Villa. console...... 842 VALMOLINA comune di Torre Villa. deputati...... 842 comune di Valmolina...... 866 comune di Torre Villa. esattore...... 842 Valsassina. Introbio...... 453 Torresella v. Torricella valvassori. paratici. vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Torrevilla v. Torre Villa Dervio...... 336 TORRICELLA Varena v. Varenna comune di Torricella...... 843 VARENNA Tramonte v. Tremonte comune di Varenna (sec. XIII - 1757). caneparo...... 867 TREGOLO comune di Varenna (sec. XIII - 1757). consiglieri...... 867 comune di Tregolo (sec. XV - 1757). cancelliere...... 844 comune di Varenna (sec. XIII - 1757). console...... 867 comune di Tregolo (sec. XV - 1757). console...... 844 comune di Varenna (sec. XIII - 1757). esattore...... 867 comune di Tregolo (sec. XV - 1757). esattore...... 844 comune di Varenna (sec. XIII - 1757). vicinanza. sindaci...... 867 comune di Tregolo (1757 - 1797)...... 845 pieve di Varenna (sec. XIV - 1757)...... 872 comune di Tregolo (1798 - 1815)...... 846 iusdicenza feudale di Varenna. luogotenente del podestà...... 871 comune di Tregolo (1816 - 1859)...... 847 comune di Varenna (1757 - 1797)...... 868 Tregore v. Tregolo pieve di Varenna (1757 - 1797)...... 873 Treguri v. Tregolo comune di Varenna (1798 - 1815)...... 869 TREMENICO comune di Varenna (1816 - 1859)...... 870 comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 848 VASSENA comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). consiglio generale dei vicini. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). caneparo...... 874 sindaco...... 848 comune di Vassena (sec. XIV - 1757). console...... 874 comune di Tremenico (sec. XIV - 1757). console...... 848 comune di Vassena (sec. XIV - 1757). estimatori...... 874

323 Veglio

comune di Vassena (sec. XIV - 1757). vicinanza. consiglio particolare. sindaci...... 45 sindaco. deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 vicinanza. comune di Barzio (sec. XIV - 1757). Barzio...... 61 comune di Vassena (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 61 deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 sindaci...... 61 comune di Vassena (1757 - 1797)...... 875 vicinanza. comune di Bindo (sec. XIV - 1757). Bindo...... 106 comune di Vassena (1798 - 1809)...... 876 deputati...... 106 comune di Vassena (1816 - 1859)...... 877 sindaci...... 106 VEGLIO vicinanza. comune di Cassina (sec. XIV - 1757). Cassina...... 203 comune di Veglio. console...... 878 deputati...... 203 Vegnio v. Vegno sindaci...... 203 VEGNO vicinanza. comune di Concenedo (sec. XIV - 1757). Concenedo...... 279 comune di Vegno. cancelliere...... 879 deputati...... 279 comune di Vegno. console...... 879 sindaci...... 279 comune di Vegno. esattore...... 879 vicinanza. comune di Cortabbio (sec. XIV - 1757). Cortabbio...... 300 comune di Vegno. vicinanza. deputati...... 879 deputati...... 300 comune di Vegno. vicinanza. sindaci...... 879 sindaci...... 300 Vendrognio v. Vendrogno vicinanza. comune di Cortenova (sec. XIV - 1757). Cortenova...... 308 VENDROGNO deputati...... 308 squadra della Muggiasca. cancelliere...... 884 sindaci...... 308 squadra della Muggiasca. console...... 884 vicinanza. comune di Crandola (sec. XIV - 1757). Crandola...... 314 squadra della Muggiasca. esattore...... 884 deputati...... 314 squadra della Muggiasca. vicinanza. deputati...... 884 sindaci...... 314 squadra della Muggiasca. vicinanza. sindaci...... 884 vicinanza. comune di Cremeno (sec. XIV - 1757). Cremeno...... 323 comune di Vendrogno (sec. XVIII - 1757)...... 880 deputati...... 323 comune di Vendrogno (1757 - 1797)...... 881 sindaci...... 323 comune di Vendrogno (1798 - 1815)...... 882 vicinanza. comune di Gerro (sec. XIV - 1757). Gerro...... 414 comune di Vendrogno (1816 - 1859)...... 883 deputati...... 414 VERCURAGO sindaci...... 414 comune di Vercurago (sec. XIV - 1797). console...... 885 vicinanza. comune di Indovero. Indovero...... 429 comune di Vercurago (sec. XIV - 1797). sindaci...... 885 deputati...... 429 comune di Vercurago (1798 - 1815)...... 886 sindaci...... 429 comune di Vercurago (1816 - 1859)...... 887 vicinanza. comune di Introbio (sec. XIV - 1757). Introbio...... 434 VERDERIO deputati...... 434 comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). sindaci...... 434 cancelliere (sec. XIV - 1757)...... 888 vicinanza. comune di Margno (sec. XIV - 1757). Margno...... 542 comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). deputati...... 542 console (sec. XIV - 1757)...... 888 sindaci...... 542 comune di Verderio inferiore (sec. XIV - 1757). vicinanza. comune di Moggio (sec. XIV - 1757). Moggio...... 568 esattore (sec. XIV - 1757)...... 888 deputati...... 568 comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). sindaci...... 568 cancelliere (sec. XIV - 1757)...... 889 vicinanza. comune di Narro (sec. XIV - 1757). Narro...... 611 comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). deputati...... 611 consiglio della comunità (sec. XIV - 1757). deputati...... 889 sindaci...... 611 comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). console (sec. XIV - 1757)...... 889 vicinanza. comune di Pagnona (sec. XIV - 1757). Pagnona...... 686 comune di Verderio superiore (sec. XIV - 1757). deputati...... 686 esattore (sec. XIV - 1757)...... 889 sindaci...... 686 comune di Verderio inferiore (1757 - 1797)...... 890 vicinanza. comune di Parlasco (sec. XIV - 1757). Parlasco...... 692 comune di Verderio superiore (1757 - 1797)...... 891 deputati...... 692 comune di Verderio inferiore (1798 - 1809)...... 892 sindaci...... 692 comune di Verderio superiore (1798 - 1809)...... 893 vicinanza. comune di Pasturo (sec. XIV - 1757). Pasturo...... 698 comune di Verderio...... 894 deputati...... 698 comune di Verderio inferiore (1816 - 1859)...... 895 sindaci...... 698 comune di Verderio superiore (1816 - 1859)...... 896 vicinanza. comune di Pessina (sec. XIV - 1757). Pessina...... 718 Verederio v. Verderio deputati...... 718 VERGANO sindaci...... 718 comune di Vergano (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. cancelliere...... 897 vicinanza. comune di Premana (sec. XIV - 1757). Premana...... 729 comune di Vergano (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. console...... 897 deputati...... 729 comune di Vergano (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. deputato...... 897 sindaci...... 729 comune di Vergano (sec. XIV - 1757). pubblica adunanza. esattore...... 897 vicinanza. comune di Primaluna (sec. XIV - 1757). Primaluna...... 734 comune di Vergano (1757 - 1797)...... 898 deputati...... 734 comune di Vergano (1798 - 1809)...... 899 sindaci...... 734 comune di Vergano (1816 - 1859)...... 900 vicinanza. comune di Taceno (sec. XIV - 1757). Taceno...... 827 VERTORA deputati...... 827 comune di Vertora...... 901 sindaci...... 827 vicinanza. comune di Valcasargo. Casargo...... 181 VESTRENO comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 902 deputati...... 181 comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). consiglio generale dei vicini. sindaci...... 181 sindaco...... 902 vicinanza. comune di Varenna (sec. XIII - 1757). Varenna...... 867 comune di Vestreno (sec. XIV - 1757). console...... 902 sindaci...... 867 iusdicenza feudale del Monte di Introzzo. luogotenente del podestà...... 906 vicinanza. comune di Vassena (sec. XIV - 1757). Vassena...... 874 comune di Vestreno (1757 - 1797)...... 903 consiglio particolare. sindaco. deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 comune di Vestreno (1798 - 1809)...... 904 deputato (sec. XIV - 1757)...... 874 comune di Vestreno (1816 - 1859)...... 905 vicinanza. comune di Vegno. Vegno...... 879 vicario. podestaria di Lecco. Lecco...... 486 deputati...... 879 viceabati. collegio dei notai della Valsassina. Introbio...... 433 sindaci...... 879 vicinanza. comune di Bellano (sec. XIII - 1757). Bellano...... 67 vicinanza. comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). Vimogno...... 914 vicinanza. comune di Dervio (sec. XIII - 1757). Dervio...... 336 deputati...... 914 ambasciatori...... 337 sindaci...... 914 bannitori...... 338 vicinanza. comunità del Monte di Varenna. Perledo...... 709 campari...... 339 deputati...... 709 canepario...... 340 sindaci...... 709 estimatori...... 341 vicinanza. squadra della Muggiasca. Vendrogno...... 884 notario...... 342 deputati...... 884 paratici. capitani...... 336 sindaci...... 884 paratici. castellani...... 336 vicinanza. comune di Limonta (sec. XV - 1797). Limonta...... 497 paratici. valvassori...... 336 vicinanza. comune di Onno (sec. XV - 1757). Onno...... 663 pesatori del pane...... 343 deputati...... 663 procuratori...... 344 esattore...... 663 servitore del comune...... 345 sindaco...... 663 soldati del comune...... 346 vicinanza (sec. XVI - 1757). comune di Esino inferiore (sec. XVI - 1757). vicinanza. comune di Baiedo (sec. XIV - 1757). Baiedo...... 31 Esino...... 379 deputati...... 31 vicinanza (sec. XVI - 1757). comune di Esino superiore (sec. XVI - 1757). sindaci...... 31 Esino...... 378 vicinanza. comune di Barcone (sec. XIV - 1757). Barcone...... 45 vicinanza. comune di Bruga. Bruga...... 145 deputati...... 45 sindaci...... 145

324 Zizanore vicinanza. comune di Comasira. Comasira...... 278 VILLA VALGREGHENTINO vicinanza. comune di Inesio. Inesio...... 430 comune di Villa Valgreghentino...... 911 sindaci...... 430 VILLA VERGANO vicinanza. comune di Mornico. Mornico...... 602 comune di Villa Vergano. pubblica adunanza. cancelliere...... 912 sindaci...... 602 comune di Villa Vergano. pubblica adunanza. console...... 912 vicinanza. comune di Mosnico. Mosnico...... 607 comune di Villa Vergano. pubblica adunanza. deputato...... 912 sindaci...... 607 comune di Villa Vergano. pubblica adunanza. esattore...... 912 vicinanza. comune di Noceno. Noceno...... 625 VILLANOVA sindaci...... 625 comune di Villanova...... 913 vicinanza. comune di Sanico. Sanico...... 783 Vimognio v. Vimogno sindaci...... 783 VIMOGNO vicinanza di Colico. comune di Colico (sec. XIII - 1757). Colico...... 268 comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). cancelliere...... 914 console...... 268 comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). console...... 914 convocato generale. deputati...... 268 comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). esattore...... 914 convocato generale. sindaci (sec. XIV - 1757)...... 268 comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). vicinanza. deputati...... 914 esattore...... 268 comune di Vimogno (sec. XIV - 1757). vicinanza. sindaci...... 914 Vicus Porcarius v. Porchera comune di Vimogno (1757 - 1797)...... 915 VIGANÒ comune di Vimogno (1798 - 1809)...... 916 comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). comune di Vimogno (1816 - 1859)...... 917 consiglio della comunità. ufficiali della comunità. primestimo...... 907 Volate v. Olate comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). consiglio della comunità. ufficiali della comunità. cancelliere...... 907 ZANELLI comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). console...... 907 comune di Ca Zanelli. consiglio generale. sindaci...... 918 comune di Viganò di sopra e di sotto (sec. XIII - 1757). esattore...... 907 comune di Ca Zanelli. console...... 918 comune di Viganò di sopra e di sotto (1757 - 1797)...... 908 comune di Zanelli (1802 - 1809)...... 919 comune di Viganò...... 909 comune di Zanelli (1816 - 1818)...... 920 comune di Viganò di sopra e di sotto (1816 - 1859)...... 910 ZERBINA Viganon v. Viganò comune di Zerbina...... 921 Viganor v. Viganò Zermagneda v. Germanedo Viganore v. Viganò Zermagnedo v. Germanedo Villa Barzanorum v. Barzanò Zinzanore v. Zizanore Villa di Greghentino v. Villa Valgreghentino Zizanor v. Zizanore Villa Nova v. Villanova ZIZANORE Villa San Carlo v. Villa Valgreghentino comune di Zizanore...... 922

325 SIGLEEABBREVIAZIONI

SIGLEEABBREVIAZIONI

Sigle Abbreviazioni

AAC = Archivio Comunale art. = articolo AP = Archivio Parrocchiale artt. = articoli ASCCo = Archivio Storico Civico, Como b. = busta ASCo = Archivio di Stato, Como c. = carta ASCMi = Archivio Storico Civico, Milano cc. = carte ASMi = Archivio di Stato, Milano cart. = cartella BAMi = Biblioteca Ambrosiana, Milano cartt. = cartelle CDL = Codice Diplomatico Longobardo f. = foglio MD = Museo Diplomatico (Archivio di Stato, Milano) fasc. = fascicolo ms. = manoscritto n. = numero pag. = pagina par. = paragrafo p.a. = parte antica p.m. = parte moderna prot. = protocollo reg. = registro s. = serie sec. = secolo sez. = sezione ss. = seguenti vol. = volume

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