Scatti Di Jazz

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Scatti Di Jazz Scatti di Jazz Fotografie di Roberto Tarallo e memorabilia dal mondo del Jazz Collezione di fotografie originali spartiti musicali libri fotografici tour programs riviste originali pubblicità discografiche Libreria Biggio Torino Tutte le fotografie originali presentate in questo catalogo sono di Roberto Tarallo. Scattate con una Contax a ottica Carl Zeiss tra gli anni 1994 e 2000, sono state stampate, ora per la prima volta, su carta barritata cm 30x40 ai sali d’argento. Il formato dell’immagine è cm 24x36. Il fotografo ha seguito personalmente in camera oscura il procedimento di stampa dal negativo originale. Quando non diversamente indicato i musicisti sono stati ritratti al JVC Newport Festival di Torino nel 1996. Fotografia in quarta di copertina: Suonatore di violoncello. 2010 Studio sulla storia del movimento. Singola ripresa digitale senza interventi di post produzione. Amedeo Tosi - Roberto Rosso La mostra partecipa al Turin Photo Festival 2010 “L’Invisibilità dell’evidenza” Il Jazz è musica da ascoltare con gli occhi. Nessun appassionato può avvicinarsi a quei suoni senza evocare nella mente le immagini di prepotenti e meravigliosi volti neri solcati dal sudore e dalla fatica di vivere. O di quelle mani che si intrecciano tra i tasti bianchi e neri o di quelle gote gonfie che sputano nel bocchino della tromba. Nessuna musica, o forse solo il rock con altri scenari, associa, in modo tanto efficace e simultaneamente, sensi così diversi. Non è un caso quindi che il fotografo - da quando esiste il Jazz e da quando esiste la fotografia - abbia sempre accompagnato il lavoro del musicista, ne sia stato il testimone silenzioso, l’archivista della memoria degli eventi. La mostra alla Libreria Biggio racconta quei ricordi, rievoca le nostre emozioni, facendo emergere in fondo quello che già sappiamo: la musica che la nostra mente ha conservato assopita e che è pronta a risuonare anche solo grazie alle immagini stampate sulla carta. Le opere del fotografo Roberto Tarallo seppelliscono definitivamente il vecchio mito dell’oggettività del mezzo fotografico. Trasudano passione e condivisione ed evidenziano le energie che, nello stesso istante e ognuno con il proprio mezzo (sia un sax Selmer o una Contax 24x36) il musicista ed il fotografo mettono in campo per dare vita all’evento. La mostra fotografica è corroborata inoltre da una raccolta di memorabilia. Ogni passione, ogni fede si ciba di feticci e dunque qui ci si sazia con rarità cartacee – spartiti, tour programs, libri fotografici, ephemera – che ricompongono quell’universo . Cose da intenditori. 1 Tito Puente (New York 1923-2000) Percussionista di timbales ed arrangiatore, suonò tra i primi un nuovo ritmo il “Mambo” il primo ballo latino-americano nato sotto l’influsso dei ritmi messicani, che negli States ebbe tanto successo negli anni Cinquanta. 2 Tania Maria (São Luís - Maranhão, Brazil 1948) “A metà degli anni ‘80 ascoltai un suo LP. Rimasi strabiliato. Non avevo mai sentito tanto ritmo e tanta energia. Allora la mia esperienza di ascolto era minima e nel tempo ho incontrato altri musicisti dotati di quella forza. Ciò nonostante se provo a riascoltare qualcosa di suo, la sensazione rimane la stessa di quella prima volta.” Luca Biggio, sassofonista jazz. 3 Gato Barbieri (Rosario 1934) Il suo rauco sax accompagnò le roventi scene erotiche di “Ultimo tango a Parigi”, regalandoci una colonna sonora piena di struggente malinconia. “…Ho sempre voluto che il mio suono rappresentasse la gente e la voce dei popoli sudamericani”. Da una intervista a Down Beat. 4 Gato Barbieri (Rosario 1934) “Solo pochi, tra gli strumentisti che, in diversa misura, si sono ispirati a Coltrane, hanno saputo dire una parola personale. Tra questi certamente c’è Gato Barbieri” Da “Jazz” di Arrigo Polillo. 5 Enrico Rava (Trieste 1939) “Per quanto riguarda il jazz, é uno dei riferimenti di Giorgio Li Calzi. Ha una poetica straordinaria e si approccia alla musica come a un gioco con semplicità innata, con molta astuzia ed esperienza. La sua arte e le sue collaborazioni parlano da sole. Ha vissuto negli Stati Uniti ed ha collaborato con i più grandi artisti dell'epoca, come Gato Barbieri di cui sposò la figlia.” Luca Biggio, sassofonista jazz. 6 Ares Tavolazzi (Ferrara 1948) “…quando ti fai un viaggio in treno da Roma a Milano con il contrabbasso infilato nel gabinetto, in piedi, …sai che razza di discussioni venivano fuori li.” Da un’intervista rilasciata a Patrizio Fariselli (Area) 7 George Benson (Pittsbourg, Pennsylvania 1943) Discepolo di Charlie Christian, che considera sempre il suo mentore, è passato oggi al Jazz-Funk. Le sue prime esperienze fuori dal Jazz sono state con Miles Davis; quando quest’ultimo si avvicinò al Rock George fu uno dei suoi chitarristi. Da “Jazz” di Arrigo Polillo 8 Terence Blanchard (New Orleans 1962) Uno dei migliori trombettisti delle ultime generazioni, capaci di suonare molti stili del jazz con “sound” e maestria tecnica. Da decenni autore di celebri colonne sonore. 9 Fabrizio Bosso (Torino 1973) “Il talento e la naturale facilità strumentale sono le sue caratteristiche, non meno della sua precocità e timidezza. Lo ricordo poco più che quindicenne timido e vergognoso, capace però di trasformarsi in un musicista determinato e capace appena imboccava la sua tromba.” Luca Biggio, sassofonista jazz. 10 Archie Shepp (Fort Lauderdale Florida 1937) Fu il pupillo di Coltrane che lo introdusse nella casa discografica Impulse. “…quale è il mio sogno? Disgregare, tutta insieme la tradizione musicale occidentale”. Da un’intervista di “Metronome” 11 Luca Biggio (Torino 1965) al club “Gilgamesh” di Torino nel 2000 12 Luca Biggio e Alberto Mandarini (Trino Vercellese 1966) al club “Gilgamesh” di Torino nel 2000 Personalità mature e versatili riproducono in questa formazione l’assetto dei classici “combo jazz” - quintetti con sax, tromba e ritmici - nucleo portante della musica afro-americana. 13 Brad Mehldau (Jacksonville, U.S.A. 1970) Brad è salito alla ribalta giovanissimo negli anni Novanta. Pianista di formazione classica si è presto convertito al Jazz. Nel 1994 forma un trio sulle orme e sotto l'influenza di Bill Evans a cui si ispira e dal quale ha ereditato la capacità armonica e introspettiva. Con Live in Tokyo conferma la maturità raggiunta come solista e la rivista "Down Beat" ne glorifica la sua arte premiandolo come miglior pianista jazz del 2004. 14 Furio Di Castri ( Milano 1955) Musicista di grande talento, ha suonato con grandi nomi del Jazz internazionale come Chet Backer, Michel Petrucciani, John Taylor, Lee Konitz, Paolo Fresu e Enrico Rava. Anche lui torinese di adozione, ha diretto il TorinoJazzLab in collaborazione con il Conservatorio e l’Università di Torino. 15 Michael Nyman (Londra 1944) fotografato all’auditorium del Lingotto a Torino nel 1994. “…dopo “Lezioni di Piano” sono il compositore inglese di maggior successo, nessuno può negarlo. Ma allo stesso tempo mi considero sottovalutato, ma a questo deve pensarci il mio editore, spero lo faccia.” Da un’intervista 16 Dee Dee Bridgewater ( Menphis 1950) “… la vera musica deve rispecchiare il pensiero e l’ispirazione della gente e dei tempi. La mia gente sono gli americani e il mio tempo è oggi.” Da un’intervista. 17 Gianni Basso (Asti 1931- 2009) Fu sempre il Sax Tenore preferito da Chet Baker durante i suoi concerti e incisioni milanesi degli anni Cinquanta. La “At Big Band”, ancora attiva, gli deve i natali. 18 Gilberto Gil (Salvador di Bahia, 1942) Per il forte influsso che la musica brasiliana ha sul Jazz, non possiamo tralasciare Gilberto Gill. Il suo incanto melodico e poetico, con un accenno a temi contemporanei e di critica sociale, rendono inconfondibile la sua arte. 19 Emanuele Cisi (Torino 1964) “Dei sassofonisti che ho conosciuto personalmente, Manuele è forse quello con maggior facilità strumentale. Diversi anni fa un mio amico musicista mi parlò di lui come del nuovo Michael Brecker, aggiugendo che studiava da poco, forse un paio di anni. A me sembrò poco realistico. Poi lo ascoltai suonare… era vero! Rimasi molto colpito dalla fluidità, la facilità, l'intensità e forza di quello che suonava. Sono passati vent’anni e Manuele continua a crescere e a creare.” Luca Biggio, sassofonista jazz. 20 Rokia Traroé ( Kolokani, Mali 1974) Rokia Traroé non appartiene esattamente al mondo del jazz ma questa fotografia, sempre scattata al JVC, ci piaceva molto. Rokia canta, scrive canzoni e suona la chitarra nel gruppo etnico Babmara. Ha suonato con i maggiori musicisti del genere contribuendo alla diffusione della musica del Mali. 21 Giulio Capiozzo (Boretto 1946- Cesenatico 2000) “ …con il suono delle dita si combatte una battaglia, che ci porta sulle strade della gente che sa amare”. Da “Gioia e rivoluzione” degli Area. 22 Juan Formel y Los Van Van (formazione cubana, L’Havana 1969) Le orchestre “latine” hanno sempre avuto successo nel mondo del jazz. Si racconta che il percussionista Chano Pozo fu assassinato nel “Rio Cafe’” di Harleem nel 1948, per aver profanato, suonandoli in pubblico, i ritmi segreti del culto nigeriano “abaquwa”, di cui era seguace a Cuba. 23 Joe Zawinul (Vienna 1932-2007) Ha suonato come un’astronauta nell’abitacolo della sua navicella spaziale, al centro di svariati strumenti a tastiera. Suonava circondato da un incredibile apparato elettronico dove, quasi ironicamente, sul suo “Yamaha super piano”, era riprodotto il piano acustico. 24 Manhattan Transfer (formazione newyorkese 1969) Musicisti di gran classe, veri “entertainers” nel più vero senso della parola. Memorabili le loro esecuzioni, con liriche, dei più importanti “assolo” di solisti di jazz. 25 Giorgio Li Calzi (Torino 1965) “Poesia, creatività, inventiva e soprattutto apertura alle più disparate realtà artistiche.Ad una sua festa invitò uno magnifico musicista che veniva dalla Mongolia,col quale stava collaborando, che cantava con una modalità chiamata canto armonico. Incantò tutti e illumino quel momento. Questa è una parte molto bella di lui, curiosità, originalità e inventiva.” Luca Biggio, sassofonista jazz.
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